Per una società sana, genuina e tradizionale

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Per una società sana, genuina e tradizionale
La famiglia è la cellula base di ogni società sana che si rispetti. È il nucleo basilare su cui si fonda
una Nazione, e la garanzia del suo benessere etno-razziale e sociale, poiché la famiglia costituisce il
sale della collettività e cova in essa i germi di un futuro che si auspica sempre migliore di quanto sia
il moderno presente.
Le politiche di uno stato devono saper sempre più investire sul benessere delle famiglie, mettendole
al riparo da quelle che sono le contemporanee aberrazioni contro di esse e che, per quanto
ammantate di untuosa retorica filantropica (?), sono delle vere e proprie offese a quella che è la
normalità rappresentata dal mondo famigliare più sano e genuino.
Si capisce, le aberrazioni di cui sto parlando riguardano i nuovi surrogati famigliari e le caricature
della famiglia naturale e tradizionale rappresentati dai “diritti civili”, dalle coppie di fatto, e da tutte
quelle patetiche tendenze volte a sostituire la Famiglia con la “f” maiuscola con le mode
d’oltreoceano nate da capricci anarco-individualistici. Uomo con uomo, donna con donna, uomo con
trans, donna con trans, trans con trans, donna con animale, uomo con robot, individuo con sé stesso,
individuo con defunto e via dicendo. In questa orgia di modernità deleteria chi ci rimette è poi il
bambino ridotto a giocattolo per adulti immaturi ed inserito in un circuito morboso dove a contare
sono i capricci dei “genitori” e non più i suoi diritti di avere un padre e una madre come la Natura
comanda.
Quando dunque io parlo di famiglia non posso che intendere quel nucleo base della nostra società
composto da padre, madre e possibilmente prole biologica dei due (o adottata in base a criteri
europei) tenuta insieme dall’eterosessualità, dal tradizionalismo, dall’identitarismo e da quella sana
normalità, libera da tutte le moderne corruzioni, di cui sentiamo sempre più la mancanza. Con la
menata (passatemi il settentrionalismo ruvido) del pluralismo stanno tentando in ogni modo di
introiettarci nella scatola cranica vere e proprie aberrazioni senza alcun senso, dettate dal
consumismo venduto per sensibilità ai problemi sociali; ma quali problemi sociali, diamine? I veri
problemi sociali riguardano la tutela delle vere famiglie, abbandonate a sé stesse e sostituite da
quella farsa dei “diritti civili” che non sono che attacchi mirati a ciò che da centinaia di migliaia di
anni manda avanti il pianeta Terra. E sono anche la spaventosa denatalità europea che colpisce in
particolar modo l’Italia.
Si deve essere perentori su queste faccende: i capricci della modernità non possono nella maniera
più assoluta oscurare quelle che sono priorità di una società sana governata da uno stato retto e
incentrato sul benessere della maggioranza e di ciò che punta a migliorare la società stessa,
mandandola avanti. Uno stato deve investire sulle famiglie naturali, su paternità e maternità, sui
giovani, e naturalmente deve proteggere le fasce più deboli (che sono deboli per via dell’età, del
sesso e della condizione fisica, ovviamente, e non perché apparentemente discriminate dagli stati
“fascisti”).
L’omosessualità e le sue varie sfaccettature sembrano andare molto di moda oggidì e il sistema
mondialista non perde occasione per cavalcarle al fine di demolire la collettività tradizionale e
“normale” nel senso in cui indicavo sopra; io non odio chi non è eterosessuale, non sono un omofobo
o un becero da osteria, poiché penso che l’omosessualità sia un disagio, una forma di sofferenza
esorcizzata con le carnevalate dei gay pride e le varie forme di travestitismo e transessualismo.
Recentemente sono stati fatti degli studi in cui si metterebbe in risalto una certa componente
genetica dovuta ad un retaggio “agricolo” del Neolitico, quando infatti vigeva un tipo di società
matriarcale raffinata, pacifica, ctonia e lunare, dedita alle arti e poco propensa alle armi. Come a
dire che una società sedentaria e irenica che non deve darsi troppo da fare per cacciare e
raccogliere oppure non coinvolta in attività belliche come era il caso degli Indoeuropei, diventi
propensa a sviluppare forme di socializzazione alternative a quelle classiche. D’altra parte in
romanesco c’è una simpatica battuta rivolta spesso al Nord Italia “barbarico” che recita: “Quanno
Paolo Sizzi
http://www.ereticamente.net/2015/10/per-una-societa-sana-genuina-e-tradizionale.html
voi stavate ancora sulle piante noi eravamo già froci”. Non credo esista un gene dell’omosessualità,
piuttosto un’inclinazione dovuta all’ambiente in cui si cresce e spesso frutto di traumi infantili.
Vedete, un conto è il rispetto dell’individuo e della sua dignità che deve riguardare anche una
persona che non si sente attratta dal sesso opposto al suo, ci mancherebbe, un altro è assecondare
tutta quella serie di capricci (che sono solo un cavallo di Troia della sovversione nelle mani di
capitalismo e consumismo) che minano la società tradizionale e la famiglia che è il suo nucleo base,
e tentano di spacciare falsi bisogni per bisogni di prima necessità. La mentalità mondialista vuole
creare nuovi (finti) bisogni per alimentare il mercato e il consumo asservendo l’uomo al più bieco
materialismo nichilista e finendo così per snobbare ciò che di più bello e genuino abbiamo: una
famiglia naturale magari innestata nel tessuto rustico della natura incontaminata, allietata da
pargoli sani ed endogamici.
Tornano in mente le parole di un Putin, che incalzato sulle presunte discriminazioni contro gli
omosessuali nel suo Paese, replica dicendo che nessun omosessuale è discriminato in Russia ma
nessun omosessuale può pretendere che venga fatta propaganda omosessualista, una propaganda
che finisce per colpire gli innocenti, i bambini, ridotti a bambolotti nelle mani delle
lobby occidentaliste. L’infanzia va difesa con le unghie e con i denti e va preservata dai veleni
modernisti, dove il relativismo più bestiale fagocita la Tradizione in nome di un’umanità inesistente
livellata dal dio denaro, attorno a cui ruotano anche queste recenti farse circa l’omosessualità.
L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa signori, e ha tremendamente bisogno di forze fresche
indigene; l’ultima cosa di cui necessita è la propaganda omosessualista unita agli attacchi contro
l’etnicità italiana ed europea, tutte cose altamente funzionali a chi vuole demolire ciò che di più
prezioso abbiamo (il Sangue) pervertendo lo Spirito e riducendo il Suolo ad una discarica di
cemento, asfalto e sovrappopolazione allogena.
Ave Italia!
Paolo Sizzi
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