Il «vecio» Thaler mette in fila tutti

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Il «vecio» Thaler mette in fila tutti
L’ECO DI BERGAMO
Sci alpino 55
GIOVEDÌ 31 MARZO 2016
Il «vecio» Thaler mette in fila tutti
Campionati italiani. Al Monte Pora, Gross inforca, l’altoatesino a 38 anni vince il titolo tricolore nello slalom
Deville e Sala sul podio. Annullato per maltempo il gigante, in cui era in lizza Sofia Goggia. Gp Giovani, Melesi prima
SIMONE PESCE
MONTE PORA
Vecio a chi? «Vincere a
38 anni è un record? Sì, ma non
l’ultimo». C’è un sorriso solo nella
nebbia del Pora, c’è un uomo solo
che balla sotto la pioggia. C’è una
sola leva sciistica del ’78 che ride
sulla «Fausto Radici» e non ha
paura di tirare una riga sullo slalom della pioggia e delle nebbie.
Il suo nome è Patrick Thaler, ha
38 anni, una vita in Coppa del
Mondo e una smorfia che declina
in sorriso quando l’inforcata di
Stefano Gross gli regala l’oro degli
Assoluti di slalom.
Non aveva mai vinto il titolo
italiano in slalom, Thaler, in 20
anni di carriera puntellata da 3
Olimpiadi, 4 Mondiali, più di 150
gare in Coppa del Mondo, compresi due podi a Kitzbuhel e il
quinto posto di quest’anno. Per
uno sberleffo della sorte, l’unico
oro agli Italiani Thaler il «vecchio» l’aveva acchiappato in gigante nel 2002, lui specialista dello speciale. E pazienza se la specialità della casa sarebbe probabilmente finita a casa Gross, se
l’indemoniato Stefano non avesse
infilato di netto la tripla che spara
sul rush finale levandosi dal collo
la medaglia virtualmente già vinta
dopo una prima manche danzante. «Ma se gli altri sbagliano…»,
sogghignava il vecio Thaler, e come dargli torto?
La vecia banda
Il torto al Pora, una specie di agguato meteo, lo prepara il cielo che
all’alba di ieri ha cominciato a regalare guai come ciliegie. Pioggia,
pioggerella, pioggina, pioggiona e
un mare caliginoso di nebbia che
si piazza come un piumone coprendo dalla testa ai piedi la pista
dello slalom maschile e del gigante femminile. Gran via-vai di secchi di sale e trattamenti vari per
compattare la neve, ma per il gigante si mette subito male perché
la visibilità è un’idea, la pericolosi-
tà di più. Gara spostata alle nove,
poi alle dieci, infine la resa: niente
gigante. Tecnicamente rinviato a
data da destinarsi, in realtà annullato sine die. Resta lo slalom maschile e arrivano subito i mostri
sacri delle nevi. Deville, pettorale
numero 1, arriva e dice che la pista
è pronta per la pasta, tanto è «salata». La pista tiene «alla grande»,
il tracciato è aritmico, il problema
è che si vede a spanne. Poche, ma
non per Gross. Alla fine della prima manche è davanti con mezzo
secondo su Federico Liberatore,
8 decimi su Deville e più di un
secondo sui baldi giovani Tommaso Sala e Hannes Zingerle, oltre
che su Manfred Moelgg, sesto.
Thaler è nono, appena dietro Andrea Testa, 25 anni, il migliore dei
Le classifiche
SLALOM SPECIALE MASCHILE
LA CLASSIFICA ASSOLUTA 1. Patrick
THALER (Carabinieri) in 1.25.19; 2.
Cristian Deville (Fiamme Gialle) a 0.15;
3. Tommaso Sala (Fiamme Oro) a 0.27;
4. Manfred Moelgg (Fiamme Gialle) a
0.52; 5. Fabian Bacher (Forestale) a
0.60; 6. Stefano Baruffaldi (Fiamme
Gialle) a 0.78; 7. Hans Vaccari (Forestale) a 0.84; 8. Joonas Rasanen (Fin) a
0.96; 9. Simon Maurberger (Forestale)
a 1.11; 10. Andrea TESTA (Goggi) a
1.24; 20. Nicolò COLOMBI (Goggi) a
2.90; 34. Giordano MAGRI (Orezzo
Valseriana) a 8.44.
CLASSIFICA GIOVANI 1. Tommaso Sala
(Fiamme Oro); 2. Hans Vaccari (Forestale); 3. Simon Maurberger (Forestale).
CLASSIFICA ASPIRANTI 1. Pietro
Canzio (Ski College); 2. Alex Hofer
(Fiamme Gialle); 3. Andrea Zampolini
(Sci Montenuda).
GRAN PREMIO ITALIA
SENIORES 1. Stefano Baruffaldi (Fiamme Gialle); 2. Andrea Testa (Goggi); 3.
Luca Riorda (Esercito).
GIOVANI 1. Pietro Canzio (Ski College);
2. Pascal Rizzi (Fiamme Gialle); 3.
Patrick Renner (Hafling).
MELESI REGINA DEL GRAND PRIX
CLASSIFICA GP GIOVANI FEMMINILE 1.
Roberta MELESI (Fiamme Oro Moena)
775 punti; 2. Miriam Kirchler 643; 3.
Costanza Oleggini 622.
bergamaschi. Gross contro tutti
è l’annunciato film della seconda
manche che ritrova un minimo di
luce ma perde parecchi pezzi per
strada. Thaler fa un tempone (il
secondo della seconda manche)
e sogghigna, Moelgg arranca, Deville tiene ma non a sufficienza,
Liberatore e poi Gross saltano col
traguardo in vista. Thaler ringrazia e vince. Deville a 35 anni è
argento, Moelgg, a 34, è legno,
quarto. La banda dei «veci» dello
sci italiano è piuttosto arzilla.
Sala e Testa
Ma i ragazzi ci sono, primo fra tutti
Tommaso Sala, 21 anni, bronzo,
primo tra i «giovani» e incoronato
da Thaler, perché «scia davvero
bene». Pure Hannes Zingerle,
uscito nella seconda manche, il
17enne Pietro Canzio (14°) e il
bergamasco Andrea Testa, alla fine decimo (nono nella classifica
degli italiani) e deluso. Andrea è
il migliore dei nostri che seguono
col 20° posto di Nicolò Colombi,
cresciuto col nonno maestro sul
Cima Pora, e il 34° di Giordano
Magri. Fuori nella prima manche
Michele Gualazzi, Michele Carminati e Federico Tomasoni.
Qualcosa ancora c’è da imparare.
Sofia e Roberta
Nella giornata dei figli d’arte Noel
Von Grueniguen, figlio del mitico
gigantista svizzero Michael, modello di stile negli anni ’90, e Balthazar Gravier, figlio della modella Valeria Mazza (uscito nella seconda), è mancata l’arte di Sofia
Goggia. Avrebbe avuto il pettorale
numero 1 in partenza, ma il ko del
gigante causa nebbia le ha tolto il
ruggito sotto casa. Non il sole alla
lecchese di Bergamo, Roberta Melesi, già golden girl del Radici. La
vittoria nel Gran Prix Giovani la
rispedisce in azzurro. Nella nebbia e sotto la pioggia, anche lei
come il vecio Thaler sembrava
sorridere.
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Patrick Thaler, altoatesino di 38 anni, al Pora ha vinto il suo primo titolo italiano FOTO STUDIO OSVALDO
Da sinistra Cristian Deville (2°), Patrick Thaler (1°), Tommaso Sala (3°) e Manfred Moelgg (4°)
Olga Radici: «Livello molto alto»
Il vincitore: «Stupirò ancora»
Le interviste
Testa, primo dei bergamaschi,
al decimo posto: «Peccato per
il grave errore nella seconda
manche: speravo in meglio»
MONTE PORA
«Pazzesco questo titolo
a 38 anni? Forse, ma voglio sorprendere ancora: sogno una vittoria in Coppa del Mondo». Patrick
Thaler ha appena finito di sorridere alla classifica e a Cristian Deville, argento, che gli strizza l’occhio come per un cenno d’intesa.
Della serie: hai visto, noi «vecchietti»?
Il primo oro tricolore in slalom
dopo una vita in Coppa del Mondo
lo diverte parecchio. «Tutto è possibile nello sci, e poi se gli altri
sbagliano… Questa vittoria mi piace, la pista ha tenuto benissimo,
gli organizzatori hanno fatto un
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grande lavoro: anche gli ultimi
potevano fare il tempo». Il suo
non si ferma qui. A 38 anni Thaler
non vuole staccare i sogni dal cancelletto. «Non so se questo sia un
record, ma conto che non sia l’ultimo. Sto bene, sogno ancora una
stagione alla grande in Coppa del
Mondo e una vittoria». La sua al
Pora è una lezione magistrale ai
giovani arrembanti dello sci italiano, che peraltro sembrano arrembare poco. «Ma qualcosa si
muove alle nostre spalle. Sala per
esempio mi piace: scia davvero
bene, può avere futuro, dipende
molto da lui».
È dipeso da un’inforcata netta
nella tripla che lo stava fiondando
sul traguardo, l’oro appassito di
Stefano Gross, in abissale vantaggio dopo la prima manche. «Stavo
sciando molto bene e tenevo a
questo titolo. Peccato, la pista era
ottima nonostante la visibilità
In azione il bergamasco Andrea Testa, alla fine decimo OSVALDO
scarsa, si poteva vincere. L’anno
prossimo? Sogno una medaglia ai
Mondiali, sarà la sfida della nuova
stagione».
La Coppa Europa sarà invece
la nuova frontiera di Andrea Testa
e Nicolò Colombi, 10° e 20° nello
slalom di ieri. Per entrambi i nostri un sorriso che sa di smorfia e
l’idea che qualcosa in più si potesse fare. «Ho sciato bene nella prima manche e ho commesso un
grave errore nella seconda, prima
del piano. Speravo in qualcosa di
meglio», storta la bocca Andrea.
«L’anno prossimo voglio entrare
in Coppa Europa e per farlo devo
abbassare il punteggio. La Coppa
del Mondo? Ci penso, ci punto,
altrimenti non sarei qui». Qui al
Pora, Nicolò è cresciuto, ricorda,
«col nonno che mi faceva scendere da Cima Pora quando ero un
bimbo. Gli Italiani al Pora sono un
sogno». Meno la sua seconda
manche, «per colpa di un errore
a metà. Però dopo 3 stagioni d’infortuni al ginocchio ora punto alla
Coppa Europa, anche in gigante.
La pista? Un gran lavoro».
Il gran lavoro è la corona alla
due giorni della macchina delle
nevi Radici, e il presidente dello
sci club, Olga Zambaiti Radici,
sorride guardando il cielo. «Siamo
soddisfatti, la nebbia e il tempo
oggi (ieri, ndr) ci hanno giocato
contro, ma abbiamo portato a casa
tre gare su quattro e i nomi dei
vincitori dicono quanto sia stato
alto il livello dei nostri Italiani.
Tra le vittorie metto anche il ritorno in azzurro di Roberta Melesi
e aspetto al varco i nostri ragazzi».
Non ci sarà da aspettare a lungo, assicura il vicepresidente e direttore tecnico del Radici, Ernesto Borsatti, e intanto si coccola
il risultato del tour de force della
sua squadra. «Spiace per il gigante
ma non c’erano le condizioni di
sicurezza adeguate. Il livello dello
slalom è stato altissimo e questo
premia la qualità del nostro lavoro». E ora? E l’anno prossimo?
«Dipenderà dalle possibilità e dal
calendario», ammette il presidente della Fisi Bergamo, Fausto
Denti, «ma solo una macchina
organizzativa come questa avrebbe potuto mettere in gara questo
slalom. Una garanzia per il futuro
e per lo sci bergamasco». Come ai
tempi di Spampao Spampatti, il
Pora continua a essere «meravigliao».
Si. Pe.
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