IL CUORE ANATOMIA E FISIOLOGIA

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IL CUORE ANATOMIA E FISIOLOGIA
LE USTIONI
Obiettivi
•Seper cos’è una ustione
•Saper riconoscere la gravità
•Conoscere le tipologie di ustioni e saperle classificare
•Sapere come comportarsi in presenza di un paziente
ustionato
CHE COS’E’ UNA USTIONE
L’USTIONE è una LESIONE LOCALE
della pelle ed eventualmente degli strati
sottostanti causata da vari agenti
FISICI e/o CHIMICI,
CORRENTE ELETTRICA
RADIAZIONI
TIPOLOGIE DI USTIONI
CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI
La gravità di un ustione dipende da due
elementi:
• profondità
• estensione
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA
PROFONDITA’
Vengono distinte in 3 GRADI
a seconda degli strati della
pelle interessati
USTIONE DI PRIMO GRADO
• Superficiale
• Si ha arrossamento cutaneo
(eritema – es. eritema solare)
• Tipo di dolore: Vivo e
particolarmente sensibile al tatto.
• Prognosi: guarisce facilmente
USTIONE DI SECONDO GRADO
• Interessa più strati profondi della
pelle
• Spesso presenza di bolle e
vescicole dette FLITTENE, in cui
è trasudato liquido plasmatico.
• Tipo di Dolore: Molto Intenso.
• Rischio Infettivo: Elevato!
USTIONI DI TERZO GRADO
• Necrosi della pelle. A seconda dell’agente che l’ha
causata, avremo:
• - CARBONIZZAZIONE (Calore Secco)
• - MACERAZIONE (Calore Umido)
• - CAUSTICAZIONE
• Tipo di Dolore:
• Assente. L’ustione coinvolge generalmente le
terminazioni nervose creando un danno ed
interrompendo la sensibilità dolorifica.
• Le cicatrici possono interferire con l’attività funzionale
(se per es. colpiscono un arto).
CLASSIFICAZIONE IN BASE
ALL’ESTENSIONE
REGOLA DEL NOVE O DI WALLACE
Adulto:
Testa e collo: 9%
Tronco: ant. 18% - post. 18%
Arti superiori: 9% ciacuno
Arti inferiori: 18% ciascuno
Genitali: 1%
Bambino - variazioni:
Testa:18%
Arti inferiori: 14% ciascuno
COSA FARE
USTIONI NON GRAVI
lunghezza di una moneta da 2 €
•
•
•
Si
Possono essere curate in casa
Raffreddare con acqua fredda
•
•
Sfilare orologi, anelli,
bracciali nelle parti colpite
•
Se si rompono le flittene lasciarle
nella loro sede, disinfettarle come
una normale ferita e coprirle con
garza sterile
•
•
No
Non bucare mai le
flittene
Non strappare via
parti di vestiario
rimaste attaccate
alla pelle ustionata
COSA FARE
USTIONI GRAVI
Allontanare la fonte di calore
• Valutare i parametri vitali
• Valutare la gravità dell’ustione (grado-estensione)
• Raffreddare la parte ustionata con soluzione fisiologica
• Proteggere l’ustione con teli sterili
• Proteggere dall’ipotermia
• Fare attenzione allo stato di shock
• Non utilizzare ghiaccio, disinfettanti o unguenti di nessun tipo
• ospedalizzare
IL PERICOLO DI MORTE E’ DATO DA:
• Notevole perdita di liquidi che può portare
a SHOCK
• Blocco renale per aumento lavoro del rene
nell’eliminazione delle sostanze di rifiuto
• Morte per anuria!!
Il rischio infettivo aumenta in
modo esponenziale
USTIONE ELETTRICA
• Si
accompagna spesso a complicanze generali
legate all'attraversamento del corpo da parte
della corrente elettrica.
• Alcuni organi, ed in particolare il cuore,
possono essere danneggiati da questo passaggio
COSA FARE
AUTOPROTEZIONE!!
Prima di tutto assicurarsi
che la corrente elettrica
sia interrotta
AUTOPROTEZIONE!!
Mai toccarlo. Se non si
è riusciti a staccare la
corrente allontanare la
vittima con un bastone
COSA FARE
• Se incosciente e respira: pls
• Se funzioni vitali assenti:
RICORDA
• LA SEQUENZA ABC DEL BLS PUO’ RISULTARE
DIFFICOLTOSA PER LA GESTIONE DELLE VIE
AEREE A CAUSA DELLA POSSIBILE
CONTRAZIONE DEI MUSCOLI
• Eseguire immediatamente la sequenza BLS
USTIONI CHIMICHE
• Dette anche CAUSTICAZIONI sono
lesioni cutanee da sostanze caustiche
che provocano la morte dei tessuti
(acido cloridrico, nitrico, solforico, ecc;
soda caustica, calce viva, ammoniaca;
nitrato d’argento; trementina, benzolo,
ecc).
CONSEGUENZE
DELL’USTIONE CHIMICA
• La gravità della lesione dipende dalla
concentrazione della sostanza e dal
tempo di permanenza sui tessuti
• La zona ustionata presenta rossore e
flittene a forte concentrazione si
forma un’escara (placca di tessuto)
COSA FARE
• Lavare con grosse quantità di acqua sulla zona lesa
per togliere meccanicamente la sostanza senza darle
il tempo di reagire con l’acqua stessa (se l’agente
chimico è secco spazzolarlo)
• Mentre si sciacqua sfilare o togliere gli indumenti
contaminati.
• AUTOPROTEZIONE: ATTENZIONE A NON
CONTAMINARSI.
DOMANDE
SHOCK
OBIETTIVI DELLA LEZIONE
• Definire il significato di shock;
• Classificare i vari tipi di shock;
• Saper trattare lo shock.
DEFINIZIONE
Lo Shock è un grave stato
patologico caratterizzato da una
generale riduzione della perfusione
sanguigna
Si manifesta sempre con una caduta della pressione
sanguigna che avviene in tempi più o meno brevi
CAUSE E CLASSIFICAZIONE
DI SHOCK
• 1. Diminuzione del volume di liquidi
–1.1 shock ipovolemico
• 2. Aumento del diametro dei vasi
–2.1 shock neurogeno
–2.2 shock anafilattico
–2.3 shock settico
• 3. Diminuzione della capacità contrattile
del cuore
–3.1 shock cardiogeno
SEGNI E SINTOMI DELLO
SHOCK
• PALLORE CUTANEO E CIANOSI ALLE
ESTREMITA’
• POLSO DEBOLE E FREQUENTE
• RESPIRAZIONE RAPIDA E SUPERFICIALE
• SUDORAZIONE FREDDA
• SENSAZIONE DI FREDDO E BRIVIDI
• SETE INTENSA
• NAUSEA, VOMITO E VERTIGINI
• STATO DI AGITAZIONE O APATIA
OGNUNO DI QUESTI SEGNI E SINTOMI CI
DEVE FAR PENSARE ALLO STATO DI SHOCK
1.1 SHOCK IPOVOLEMICO
diminuzione del volume dei liquidi
circolanti causato da:
•Emorragie imponenti
•Ustioni gravi ed estese
•Disidratazione (vomito,diarrea,
poliuria..)
2.1 SHOCK NEUROGENO
Causato dalla disfunzione del sistema nervoso che
porta ad una vasodilatazione incontrollata
Eventi scatenanti:
- Traumi cranici o spinali
- Avvelenamento da farmaci, droghe o sostanze
tossiche
2.2 SHOCK ANAFILATTICO
E’ una reazione allergica grave che può scatenarsi entro pochi
secondi o dopo diverse ore dall’esposizione all’allergene
Compaiono inoltre:
Arrossamento generalizzato
- Orticaria
- Comparsa di bolle
- Edema diffuso e severo prurito
L’edema può interessare anche mucose, laringe, trachea e l’albero
bronchiale: RISCHIO DI OSTRUZIONE VIE AEREE (edema della
glottide)
2.3
SHOCK SETTICO
• Lo shock settico è dovuto a malattie debilitanti: il processo
ha origine con una setticemia (infezione generalizzata) ed
è causato dalle tossine prodotte dai batteri.
Compare inoltre:
- Febbre
La setticemia può persistere per un tempo variabile prima
che si instauri lo stato di shock
3.1
SHOCK CARDIOGENO
L’alterazione della funzione cardiaca può portare ad uno
shock cardiogeno
CAUSE di origine cardiaca
- Insufficienza del muscolo cardiaco: (IMA)
- Aritmie gravi
CAUSA extra cardiaca
- PNX iperteso
- Tamponamento cardiaco
FASI DELLO SHOCK
LO SHOCK PROGREDISCE
ATTRAVERSO UNA SERIE DI STADI:
SHOCK COMPENSATO
SHOCK PROGRESSIVO
SHOCK IRREVERSIBILE
SHOCK COMPENSATO
L’organismo mette in atto una serie di meccanismi per
compensare la ridotta perfusione tissutale.
Segni e sintomi:
• Aumento della F.C. con polso rapido e filiforme
• Aumento della F.R.
• Cute pallida con estremità ghiacciate
• Leggera alterazione dello stato di coscienza
• N.B. fa eccezione in questa fase lo shock neurogeno
caratterizzato da cute rosea e calda, e lo shock
settico caratterizzato da cute rossa e calda
SHOCK PROGRESSIVO
I meccanismi di compenso non sono più in grado di far
giungere agli organi nobili ossigeno e sostanze nutritive
e di eliminare le sostanze di scarto
Segni e sintomi:
• Ipotensione
• Tachicardia, polso rapido e quasi impercettibile
• Respirazione rapida e superficiale
• Cute fredda e sudata tendente al cianotico
• Alterazione dello stato di coscienza, dalla sonnolenza ad
un iniziale stato di incoscienza
SHOCK IRREVERSIBILE
-Il danno agli organi nobili è talmente grave che il rischio di
morte è molto alto
Segni e sintomi:
- Grave ipotensione
- Bradicardia
- Respiro agonico
- Cute grigia, marezzata, cerea, umida
- Stato della coscienza deteriorato fino al coma.
VALUTAZIONE
E’ DI FONDAMENTALE IMPORTANZA
CHE IL SOCCORRITORE SAPPIA
RICONOSCERE E SOSPETTARE
L’INSTAURARSI DELLO STATO DI
SHOCK GIA’ NELLE SUE PRIME
MANIFESTAZIONI
VALUTAZIONE
Durante la valutazione
dell’infortunato si dovrà
quindi prestare attenzione a:
ALTERAZIONE DELLO
STATO DI COSCIENZA
VENTILAZIONE
COLORAZIONE CUTANEA
TEMPERATURA CUTANEA
RIEMPIMENTO CAPILLARE
PRESSIONE SANGUIGNA
TRATTAMENTO PRECOCE DELLO
SHOCK








A B C adeguato
Rimozione delle cause che hanno portato allo shock
Somministrazione di Ossigeno ad alti flussi (12 L/min)
Posizionamento dell’infortunato (anti shock dove
possibile)
Tranquillizzare l’infortunato
Mantenimento temperatura corporea
Richiesta precoce del mezzo di Soccorso avanzato
Valutazione continua dei parametri vitali
E ancora…
La pressione sanguigna non diminuisce finché il
paziente non è profondamente ipovolemico
Gli indicatori di shock più sensibili sono l’aumento
del tempo di riempimento capillare, l’aumento
della frequenza cardiaca e respiratoria.
Quando la pressione inizia a diminuire è già
presente una situazione estremamente critica
Sistema Nervoso e
sue patologie
OBIETTIVI:
CONOSCERE IL SISTEMA
NERVOSO
RICONOSCERE LE PRINCIPALI
PATOLOGIE
EFFETTUARE
CORRETTAMENTE LE
MANOVRE DI PRIMO
SOCCORSO
La cellula nervosa:
il Neurone
• E’ costituito da un corpo centrale
contenente il nucleo e da
prolungamenti che costituiscono
le fibre nervose
• I dendriti ricevono le informazioni
• L’assone invia le informazioni dal
neurone verso un altro neurone o
verso un’altra destinazione
(es.Muscolo)
• I collegamenti tra i vari neuroni
avvengono attraverso sinapsi.
Fibre nervose
• SENSITIVE: PORTANO L’INFORMAZIONE DALLA
PERIFERIA VERSO IL SISTEMA NERVOSO
CENTRALE
• MOTORIE: PORTANO ORDINI/ISTRUZIONI DAI
CENTRI DI CONTROLLO VERSO LA PERIFERIA
IL SISTEMA NERVOSO
Sistema nervoso centrale: controlla
tutte le funzioni di base dell’organismo e
reagisce alle modificazioni esterne
Sistema nervoso periferico:
fornisce una rete complessa di fibre
nervose sensitive e motorie che
collegano il S.N.C. al resto del corpo
53
IL SISTEMA NERVOSO
• Sistema nervoso vegetativo
decorre parallelo al midollo spinale
intevenendo nel controllo delle ghiandole
esocrine, dei vasi sanguigni, dei visceri,e
dei genitali esterni
54
V.d.S. CRI San Bonifacio
SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC):
ENCEFALO E MIDOLLO SPINALE
ENCEFALO E MIDOLLO SPINALE
SONO COPERTI DA 3 MENINGI CON
FUNZIONE PROTETTIVA
LE MENINGI
CERVELLO
• E’ la “Centrale” del
sistema nervoso della vita
di relazione, sede delle
attività superiori:
pensiero, volontà,
coscienza, memoria
• Nel cervello sono presenti
il 90% dei neuroni di tutto
l’organismo, i corpi
cellulari di questi si
trovano nella corteccia
cerebrale.
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
CERVELLETTO
•
Funzione di regolazione
del tono muscolare e
coordinamento dei
movimenti
• Contribuisce al
mantenimento di postura,
equilibrio e
dell’orientamento nello
spazio
BULBO (MIDOLLO ALLUNGATO)
•
Collega cervello e cervelletto al
midollo spinale
•
Sede dei centri vitali che
regolano funzioni importanti
per la vita, quali il respiro la
frequenza cardiaca, e la
pressione
- Centri di controllo di attività
riflesse come tosse, starnuto,
vomito
SISTEMA NERVOSO PERIFERICO
Da origine ai nervi
spinali.
Nella parte posteriore
arrivano le fibre di
senso e nella parte
anteriore escono fibre
di
moto,
queste
inizialmente separate
si uniscono all’esterno
del midollo spinale
dando origine a nervi
misti.
SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO
• Rallentamento e accelerazione
della frequenza cardiaca
• Aumento o diminuzione della
forza delle contrazioni
cardiache
• Controllo della respirazione
• Vasocostrizione e
vasodilatazione
• Controllo dell’apparato
digerente e urogenitale
• Dilatazione o costrizione delle
pupille
• Controllo degli annessi cutanei
(muscoli erettori dei peli e
ghiandole cutanee
La perdita di coscienza
“E’ una condizione di incapacità del
soggetto di rispondere a stimoli ed a far
fronte a stimoli endogeni, condizione che
si concretizza in una alterazione della
coscienza e delle funzioni della vita
vegetativa”.
62
IN OGNI CASO
63
ICTUS
TIA (attacco ischemico transitorio)
Deficit
della
vascolarizzazione
che
determina una mancanza di O2 delle
cellule coinvolte in una zona del tessuto
cerebrale.
Le cause che innescano eventi acuti cerebrali
sono riconducibile a una lesione vascolare
che può essere di origine ostruttiva (embolo)
85% dei casi, o di tipo emorragico 15% dei
casi.
64
V.d.S. CRI San Bonifacio
TIA
(attacco ischemico transitorio)
• TIA: è una temporanea disfunzione
cerebrale di origine vascolare (mancanza
momentanea di ossigeno)
a rapida
insorgenza e risoluzione. Dura alcune
ore.
65
V.d.S. CRI San Bonifacio
ICTUS
Grave alterazione di origine vascolare
causa di morte o deficit permanente.
Il danno è irreversibile!!
Le cause possono essere di tipo embolico
o emorragico
• Fattori di rischio:
66
–
–
–
–
Età, familiarità,
fumo, ipertensione,
aterosclerosi, diabete,
ipercolesterolemia
ICTUS embolico-emorragico
SEGNI E SINTOMI
Segni e sintomi che rileviamo su una persona
colpita da accidente cerebrovascolare dipendono
dalla zona cerebrale colpita!!







68

Confusione
Cefalea
Emiparesi
Anisocoria
Polso rapido e pieno
Dispnea
Nausea
Vomito, convulsioni, coma
COSA FARE?
A.B.C.
Controllo dei parametri vitali
Porre in posizione semiseduta
Prevenire l’ipotermia
Somministrare ossigeno ad alti flussi (se
disponibile)
69
EPILESSIA
E’ una affezione cerebrale che si
manifesta con convulsioni improvvise
caratterizzate dall’instaurarsi di movimenti
involontari spesso con perdita di
coscienza.
71
EPILESSIA



72
Le crisi sono causate da una scarica
improvvisa di un gruppo di neuroni
Nel 60-70% dei casi l’eziologia è ignota.
Nel 30% dei casi può essere dovuta a
traumi cranici, ipossia severa, neoplasie,
ictus, malattie infettive, abuso di
stupefacenti, convulsioni febbrili.
EPILESSIA
• La crisi si manifesta come crisi di grande
male che si suddivide in tre fasi:
FASE TONICA
FASE CLONICA
FASE DI RILASSAMENTO
73
EPILESSIA



74
Fase tonica: improvvisa perdita di
coscienza, caduta a terra, rigidità possibile
morsicatura della lingua, possibile apnea
Fase clonica: contrazioni muscolari
violente, rilassamento degli sfinteri, schiuma
alla bocca
Fase di rilassamento:la muscolatura si
rilassa il paziente giace a terra in uno stato
di coma
COSA FARE?






75
Avvicinarsi al paziente appena possibile
Non tentare di bloccare le crisi convulsive
Non mettere le dita nella bocca del paziente
Fare attenzione che cadendo il paziente non si
ferisca
Monitorare i parametri vitali
Somministrare ossigeno
76
V.d.S. CRI San Bonifacio
La persona con
Intossicazione Acuta
OBIETTIVI
• Identificare e classificare i diversi tipi di
intossicazione
• Effettuare una valutazione del paziente in
base al tipo di intossicazione
• Saper mettere in atto tutte le misure
necessarie per far fronte ad una possibile
intossicazione acuta
Intossicazione
Stato patologico dell’organismo causato
dall’azione di una sostanza esogena o
endogena, tossica per natura o
dosaggio
Autoprotezione
Valutazione ambientale
Quali sostanze coinvolte?
Ricercare:
Medicinali;
 Recipienti;
 Vomito;

Vie di penetrazione
Inalazione
Gas, esalazioni sostanze tossiche, etc...
Ingestione
Alimenti velenosi o contaminati, farmaci,
caustici, droghe, alcool, etc...
Iniezione
Farmaci, droghe, morsi/punture di animali
velenosi, etc...
Assorbimento cutaneo
Antiparassitari.
Tipi di intossicazioni

A seconda della sostanza in causa:



Intossicazione da prodotti chimici o
farmaci;
Intossicazioni alimentari;
Intossicazioni da morsi e punture di
animali.
Segni e Sintomi
I segni e sintomi che si manifestano
differiscono profondamente a seconda
delle sostanze che vengono assunte e
solo alcuni si manifestano in tempi rapidi
Segni e Sintomi
Coscienza
Sonnolenza, sopore, torpore, perdita di,
coscienza, convulsioni,coma.
Disturbi del
comportamento
Depressione, euforia.
Pupille
Miosi - Midriasi, lacrimazione
abbondante.
Sudorazione
Profusa.
Salivazione
Salivazione eccessiva, schiuma dalla
bocca.
Macchie
Attorno alla bocca del paziente
Segni e Sintomi
Dolore
Alla bocca; alla gola; difficoltà di
deglutizione; lesioni osservabili;
dolore toracico e addominale.
Odori
Alito; corpo; vestiti; luogo del
soccorso.
Respirazione Polso
Dispnea, bradipnea, tachipnea, apnea.
Bradicardia, tachicardia.
Pressione Arteriosa Ipertensione o ipotensione.
Nausea, Vomito,
Diarrea
Cefalea, Vertigini
Dolore Addominale
Trattamento Generale
Ogni tipo di intossicazione vedremo
essere caratterizzata da sintomi più o
meno specifici;
vi sono delle azioni comuni di primo
soccorso che devono essere
conosciute da un buon soccorritore!
Trattamento Generale




Autoprotezione / Valutazione visiva della
scena, dell’ambiente, del paziente e della
dinamica;
Valutazione del paziente ( ABCDE );
Praticare BLS (BLSD) se necessario;
Recuperare contenitore o sostanza e
comunicare alla C.O.118:
Situazione della persona;
 Situazione ambientale;
 Informazioni raccolte;
 Sostanza coinvolta.

Trattamento Generale





Non somministrare bevande (latte,
caffè, acqua !!!) o antidoti!!!
Non procurare il vomito;
Monitoraggio parametri vitali;
Tranquillizzare il paziente;
Trasportare con urgenza in PS.
INTOSSICAZIONE DA
INGESTIONE
Intossicazione da
Ingestione





Caustici;
Alcool etilico;
Farmaci;
Distillati del petrolio;
Alimenti velenosi o contaminati.
1) Caustici




(ingestione)
Bruciore intenso (bocca – gola);
Difficoltà a deglutire e respirare;
Dolore violento torace e vomito (anche
ematico);
Shock
Caustici - Trattamento




Togliere i vestiti se impregnati;
Somministrare O2;
Coprire per limitare la dispersione
termica;
Ospedalizzare con urgenza.
2) Alcool etilico

Droga psico-attiva più antica e diffusa.

Origina dipendenza psicologica e fisica
esercitando effetti sull’organismo diversi
a seconda della dose giornaliera.
Alcool etilico – Dose

Dose di Alcool >30 g/die:


Intossicazione cronica: alcolismo.
Intossicazione Acuta:
Stato di ebbrezza: tasso alcolemico <0,8 g/l;
 Stato di ubriachezza: tasso alcolemico >0,8 fino
a 3 g/l.

Alcool etilico- effetti:






Alterazioni del sonno e della memoria
Esofagiti e gastriti croniche
Aumentata incidenza di pancreatite
Epatiti
Malformazioni fetali
Neuropatia periferica
Alcool etilico – sintomi

Intossicazione Acuta:






Odore di alcool nell’alito;
Nausea, vomito;
Andatura ondeggiante e incerta;
Parlata confusa e non coerente;
Tachicardia;
Alterazione della coscienza (euforia, confusione
mentale, sonnolenza e nei casi più gravi >3 g/l
stato comatoso con depressione respiratoria).
Alcool etilico – Trattamento




BLS
Coprire per limitare la dispersione
termica;
Controllare gli episodi di vomito;
Ospedalizzare con urgenza.
3) Farmaci

I più soggetti a intossicazione acuta
sono i Farmaci Ipnotici Sedativi:
determinano un’inibizione totale delle
attività del cervello.


Benzodiazepine;
Barbiturici.
La tossicità delle Benzodiazepine
e dei Barbiturici è potenziata
dall’ingestione contemporanea di
alcool etilico.
Farmaci – Benzodiazepine
Utilizzate nella
dell’insonnia
cura
dell’ansia
(Valium, Tavor, EN, Lexotan, etc).
e
Farmaci – Benzodiazepine
intossicazione acuta:






Debolezza;
Scoordinazione movimenti e parola;
Bradicardia;
Ipotensione;
Confusione mentale, sonnolenza, fino a stato
comatoso;
Depressione respiratoria: diminuzione della
frequenza respiratoria fino ad arresto respiratorio.
Farmaci – Barbiturici
Utilizzati nella terapia dell’epilessia.
(Gardenale, Luminale, etc).
Farmaci – Trattamento

Trattamento Generale;
Somministrare O2;
Coprire per limitare la dispersione
termica;
Controllare gli episodi di vomito;
Ospedalizzare con urgenza.

Per le BZD esiste un antidoto specifico




4) Alimentari – Batteriche
Condizione patologica conseguente
all’ingestione di alimenti contaminati
da batteri e/o loro tossine.
Cause:

Errata conservazione dei cibi;

Mancato rispetto norme igieniche.
Alimentari – Batteriche
Salmonellosi
minori
Tossinfezione
Stafilococcica
Cibi più in causa: carne, pollame, latticini,
uova e loro derivati; alla base vi è una cattiva
conservazione. Incubazione di 12-36h.
Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, febbre,
dolori addominali, mal di testa, malessere
generale.
Cibi più in causa: creme all’uovo, latticini,
carni triturate, polpettoni, maionese; alla
base vi è una cattiva conservazione.
Incubazione di 2-8h.
Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, febbre,
dolori addominali, mal di testa, malessere
generale.
Alimentari – Batteriche
Botulismo
Cibi più in causa: conserve di casa e cibi
commerciali (pesce in scatola, insaccati, etc);
alla base vi è una cattiva conservazione.
Incubazione di 24-48h.
Sintomi: Nausea, vomito, diarrea, sintomi
oculari, sintomi orofaringei, sintomi generali.
Alimentari – Batteriche
Trattamento:

Trattamento Generale (ABC);

Controllare gli episodi di vomito;

Ospedalizzare con urgenza.
Alimentari – NON Batteriche
Condizione patologica conseguente
all’ingestione di alimenti velenosi per
natura.
Alimentari – NON Batteriche
I sintomi variano molto in base al tipo
di fungo e si manifestano da pochi
minuti dopo l’ingestione fino anche a
15-17 giorni dopo.
Se vengono riferiti sintomi quali:
dolore addominale, nausea, vomito, diarrea secchezza
della bocca, etc.
e alla valutazione secondaria del paziente
viene riferita l’assunzione di funghi, sospettare
sempre una intossicazione da quest’ultimi.
Segni e sintomi
da ingestione di amanita
Fase di latenza: 6-24 ore
Fase gastroenterica: vomito, diarrea, dolori
addominali
Fase di remissione: in seconda terza giornata si
ha un miglioramento apparente
Fase epato-renale: insufficienza epatica,
ipoglicemia, insufficienza renale, shock
Alimentari – NON Batteriche
Trattamento:

BLS

Ospedalizzare con urgenza.
5) Intossicazione da Inalazione

Monossido di carbonio;
Monossido di Carbonio (CO)
Gas inodore, incolore, non irritante
derivante da processi di cattiva
combustione.
Monossido di Carbonio (CO)

Le cause più comuni sono:





Impianto di riscaldamento difettosi o con
una cattiva ventilazione;
Gas di scarico di automobili;
Incendi;
Stufette domestiche;
Scarichi industriali.
Monossido di Carbonio
Il pericolo maggiore (con maggior
numero di morti constatati) è la notte in
quanto lo stato di sopore che porta al
coma si instaura durante il sonno, di
conseguenza la persona non se ne
rende conto.
Monossido di Carbonio – Azione

Si lega tenacemente con
l’emoglobina (carbossiemoglobina)
riducendo il trasporto di ossigeno;

Danneggia la funzione metabolica
delle cellule.
Monossido di Carbonio- sintomi
In generale:
•Cefalea;
•Nausea
e Vomito;
•Perdita progressiva di coscienza: dalla
sonnolenza al coma;
•Difficoltà respiratoria, con assenza di cianosi e
comparsa di colorito rosso vivo (più tardivo).
Monossido di Carbonio Trattamento
Monossido di Carbonio Trattamento


Non indugiare in ambiente saturi (o
sospetti saturi) di gas, allontanarsi alla
comparsa dei primi sintomi, trattenere il
respiro in ambiente inquinato se per
breve tempo; aprire tutte le porte e le
finestre per aerare.
Scena non sicura: attendere arrivo
VVF
Monossido di Carbonio Trattamento





Trattamento Generale;
Somministrare O2 ad alti flussi;
Coprire per limitare la dispersione
termica;
Controllare gli episodi di vomito;
Ospedalizzare con urgenza.
6) Intossicazione da
Inoculazione

Morsi e punture animali velenosi
Morsi e punture animali
velenosi

Avvelenamento da:

Morso di serpente;

Puntura di imenotteri

Morso di Aracnidi.
Morso di vipera- sintomi
Morso;
 Dolore;
 Tumefazione imponente ed estesa;
 Necrosi del tessuto;
 Chiazzatura emorragica.


L’assenza di effetti locali dopo 4h dal
sospetto morso esclude l’avvelenamento
da morso di vipera.
Morso di vipera- sintomi

Compaiono dopo circa 1 h:
Mal di testa;
 Nausea e vomito;
 Dolori addominali;
 Tachicardia;
 Febbre;
 Alterazione progressiva della coscienza;
 Alterazioni della respirazione.

Morso di vipera
Il primo soccorso consiste da un lato nel
prevenire la diffusione del veleno
nell’organismo e dall’altro di sostenere
le eventuali funzioni vitali compromesse
MORSO DI VIPERA-Trattamento








Trattamento Generale;
Somministrare Ossigeno;
Liberare da oggetti costrittivi (stivali, cinture, etc);
Lavare con NaCl (fisiologica) la zona del morso;
Coprire con garze sterili la zona del morso;
Immobilizzare la parte morsicata;
Coprire per limitare la dispersione termica;
Ospedalizzare con urgenza se possibile con la zona
morsicata più in basso del corpo.
Imenotteri - Tipi

In Italia:
Vespa;
 Calabrone;
 Ape

Imenotteri - Effetti
Le
punture
di
imenotteri
producono una reazione locale
e talvolta (nei casi più gravi)
una
reazione
generalizzata
(sistemica).
Imenotteri –Reazioni Locali
Rilievo cutaneo (∅ 1 cm);
 Colorito rosso (locale);
 Molto pruriginoso e dolente (specie al tatto);
 Successivamente:
 Tumefazione dura più o meno vasta che
permane anche fino ad una settimana.

Imenotteri –Reazioni
Generalizzate

2) Anafilassi (causata anche da una
sola puntura):
Eruzione cutanea pruriginosa (orticaria);
 Edema della glottide;
 Asma bronchiale;
 Abbassamento della pressione arteriosa fino
allo shock anafilattico ed alla morte.

Imenotteri – Trattamento
Trattamento Generale:
 Rimuovere l’aculeo dell’ape con pinzette
senza schiacciare il sacco velenifero;
 Disinfettare la zona di cute punta;
 Impacchi con ghiaccio, aceto o ammoniaca;
 Trasportare con urgenza in PS.
 Somministrare Ossigeno;
7) Intossicazione da insetticidi


Queste sostanze vengono assorbite attraverso la
cute, i polmoni e il tratto gastrointestinale
Il tempo che va dall’esposizione ai primi sintomi va
dai pochi minuti alle 2 ore

Nausea, vomito, crampi addominali, incontinenza
urinaria, salivazione, aumento delle secrezioni
bronchiali, miosi, ipotensione, convulsioni coma.

Rimuovere i vestiti, somministrare Ossigeno
INTOSSICAZIONE DA
INSETTICIDI- COSA FARE?



Autoprotezione
Richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco nel caso ci
siano rischi ambientali
Raccogliere tutte le informazioni possibili riguardanti
la sostanza con cui il paziente è venuto a contatto
(se ha assunto farmaci portare le eventuali confezioni
al medico)
INTOSSICAZIONE DA
INSETTICIDI- COSA FARE?





Non fare vomitare il paziente
Non dare da bere assolutamente niente
Somministrare ossigeno
Controllare le funzioni vitali B.L.S.
Ospedalizzare
LE DROGHE
Droghe
Sostanze che agiscono sulla cosiddetta
“via del piacere” del SNC; utilizzate a
scopo voluttuario esponendo la persona
a dipendenza (fisica e/o psicologica).
DROGHE- la dipendenza
Dipendenza psichica: è la voglia , il desiderio di
assumere una nuova dose, se la sostanza
manca si produce una sensazione di malessere
e disagio psicologico
Dipendenza fisica: è rappresentata da una serie
di segni e sintomi di malessere fisico che
compaiono quando l’assunzione della sostanza
viene interrotta: l’organismo è condizionato da
quella droga, privato di essa sta male
DROGHE- la tolleranza
E’ un adattamento dell’organismo agli effetti
di una sostanza.
Per ottenere gli stessi effetti prodotti dalle
prime somministrazioni è necessario
aumentare la dose con il passare del
tempo
DROGHE- intossicazione

Intossicazione Acuta: alterazioni spiacevoli
dell’organismo conseguenti all’assunzione
della sostanza estranea a dosaggio
eccessivo (ABUSO), può essere fatale
DROGHE- astinenza

Sindrome da astinenza: alterazioni
spiacevoli dell’organismo conseguenti a
brusca sospensione della sostanza verso
cui l’organismo ha sviluppato dipendenza
fisica.
SINTOMI DA ASTINENZA DA
DROGA
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



Midriasi (pupille dilatate)
Agitazione, irrequietezza, tachicardia, insonnia
Aumento delle secrezioni: sudorazione,
lacrimazione, rinorrea
Diarrea
Nausea e vomito
Crampi, dolori ossei
Eventuali mestruazioni improvvise
Droghe – AmfetamineEcstasy
Sostanza ad azione anoressizzante e
anti-fatica.
Danno
dipendenza
psicologica e agiscono sul SNC come
la Cocaina ma hanno una durata più
lunga
L’abuso a scopo voluttuario, principalmente per
ingestione o e.v. espone ad intossicazione
acuta.
Droghe – AmfetamineEcstasy
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

SINTONI:
sopressione del senso di fatica
allucinazioni visive e uditive
stimolazione del SNC
secchezza delle fauci
riduzione dell'appetito
aumento del respiro
dilatazione della pupille
aumento della pressione cardiaca
tachicardia intensa
incoordinazione dei movimenti
fibrillazione ventricolare
arresto cardiaco
Droghe – Cocaina
Sostanza ad azione anestetica locale
non più usata in medicina per la
capacità di creare dipendenza e per la
sua tossicità.
Droghe – Cocaina
Effetti

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

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

fluizione rapida delle idee
capacità di ragionamento e logica accentuate
tono dell'umore esaltato
sensazione di stanchezza annullata
allucinazioni
ansietà angoscia
convulsione
disturbi respiratori polmonari, circolatori e cerebrali
paralisi dei centri bulbari della respirazione
morte per fibrillazione ventricolare
Droghe – Cannabinoidi


Sostanze psicoattive presenti nei
derivati della
Cannabis Sativa.
Danno dipendenza
psicologica,
vengono soprattutto
fumate.
Droghe – Cannabinoidi
Effetti
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
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

rilassamento mentale
stato di euforia
diminuiscono le inibizioni
stato di benessere
fuoriuscita dalla realtà
allucinazioni
illusioni
distorsione spazio-temporale
sudorazione
arrossamento delle congiuntive
effetto antiemetico
Droghe – Oppiacei
Utilizzati in medicina nel trattamento
del dolore (morfina, codeina,metadone
e derivati).
L’abuso a scopo voluttuario, in particolare di
Eroina, principalmente per via e.v. espone ad
OVERDOSE.
Droghe – Oppiacei
Droghe – Oppiacei
Effetti

stato euforico seguito da condizione di serenità
sovrapposizione tra realtà e fantasia
aumento della creatività
tranquilllità
mutamento della personalità

miosi
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

Droghe – Oppiacei
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depressione respiratoria
sudorazione fredda
convulsioni
nausea
vomito
coma
Droghe – LSD
Effetti
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
alterazioni della sfera emotivo-ideativa
alterazioni delle immagini
delirio
suicidio
tachicardia
nausea
Droghe – LSD
Effetti
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salivazione
midriasi
ansia
ipertermia
crisi convulsive
perdita di coscienza
aberrazioni cromosomiche
Droghe - Trattamento
Trattamento Generale:
 Controllare gli episodi di vomito;
 Coprire per limitare la dispersione
termica;
 Ospedalizzare con urgenza
 Somministrare Ossigeno;
IL FUMO DI SIGARETTA
• In Italia circa 80.000 decessi l’anno sono attribuibili al
fumo di sigarette.(Tabacco or Health.Global status Report WHO,
1997)
• Circa il 40% dei fumatori morirà prematuramente per non
essere stato in grado di smettere.
• La nicotina da dipendenza.
• La sindrome da astinenza si manifesta entro poche ore
dopo l’assunzione dell’ultima sigaretta, con: umore
disforico o depresso, rabbia, ansia, difficoltà di
concentrazione aumento del peso e dell’appetito
IL FUMO DI SIGARETTA-effetti
Il fumo è responsabile di:
• 90% delle malattie respiratorie ostruttive (BPCO)
• 50% degli aneurismi aortici
• 30% delle malattie coronariche
• 90% delle malattie periferiche vascolari (insufficienza
venosa)
• Aumento dell’incidenza di cancro al polmone, cavo orale,
esofago, pancreas, rene, vescica
• Gravi complicazioni durante la gravidanza (distacco di
placenta, rischio di aborto)
Fumo di sigarettatrattamento
Emergenze metaboliche
il soggetto con crisi ipo-iperglicemica
IL PANCREAS
IL PANCREAS
Funzione esocrina
• supporto alla digestione
Funzione endocrina
• produzione di due ormoni: insulina e glucagone
I due ormoni, in condizioni normali, mantengono il giusto
equilibrio della quantità di glucosio nel sangue.
GLI ORMONI PANCREATICI
Insulina
Ormone prodotto dal pancreas che
consente alle cellule di poter
utilizzare gli zuccheri presenti nel
sangue: il glucosio
IL GLUCOSIO
Il glucosio nel sangue aumenta
con…



I pasti
Stress ed emozioni
Determinati farmaci e malattie
Il glucosio nel sangue diminuisce
con…


.
Il digiuno
Farmaci e malattie
•
Un giusto equilibrio di glucosio è fondamentale per tutto
l’organismo in particolare per il tessuto nervoso.
IL DIABETE
E’ un gruppo di patologie che alterano il metabolismo del
glucosio e la sua quantità nel sangue (glicemia).
L’organismo produce meno insulina, o le cellule non sono in
grado di utilizzarla correttamente.
La glicemia si considera:
normale <110 mg/dl
alterata 110 – 126 mg/dl
diabete >126 mg/dl
Esistono vari tipi di diabete, ciascuna con caratteristiche
particolari, di cui due sono le principali forme.
DIABETE DI TIPO 1
Tipico dell’età giovanile (insorgenza media sotto i 20 anni).
Patologia autoimmune: deficit del sistema immunitario che attacca
le cellule pancreatiche produttrici di insulina.
Si verifica una drastica riduzione (80 – 90%) o una mancanza totale
di insulina nel sangue.
Solitamente prescritte iniezioni sottocutanee di insulina.
IL DIABETE DI TIPO 2
Tipico dell’età adulta e terza età.
Patologia di carattere genetico, probabile la
trasmissione ereditaria. Cause spesso incerte, a
rischio i soggetti obesi.
Mancanza di ricettori di glucosio nella cellula, insulina
scarsa.
COMPLICANZE CRONICHE
Retinopatia diabetica, danni ai capillari della retina
 Nefropatia diabetica, riduzione della funzione renale
 Malattie cardiovascolari, in particolare l’arteriosclerosi
 Neuropatia diabetica, turbe del sistema nervoso
 Piede diabetico, ulcerazione della cute del piede e conseguente
infezione e/o gangrena
SEGNI E SINTOMI DEL DIABETE







Incremento della produzione di urine (poliuria)
Urine dolci per il contenuto di glucosio (glicosuria)
Sete intensa (polidipsia)
Fame intensa (polifagia)
Stanchezza (astenia)
Prurito
Infezioni della cute
I sintomi sono molto marcati nel diabete di tipo 1 e più sfumati
nel tipo 2.
CRISI IPERGLICEMICA Segni e sintomi:






Aumento della diuresi
Sete intensa
Nausea, vomito, dolore addominale
Disturbi della coscienza
Stanchezza
Midriasi
CRISI IPERGLICEMICA COSA FARE:
• Controllo delle funzioni vitali
• Mantenere la pervietà delle vie aeree
• Posizionamento in P.L.S. anche se
cosciente
• Ospedalizzare
CRISI IPOGLICEMICA
CAUSE:
• SALTO DI UN PASTO
• SOVRADOSAGGIO INSULINICO
• INTENSO ESERCIZIO FISICO
• ASSUNZIONE DI BEVANDE ALCOLICHE
CRISI IPOGLICEMICA SEGNI E SINTOMI
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Volto pallido e sudato
Crisi di riso o di pianto
Stanchezza
Comportamento anomalo,difficoltà motorie
Palpitazioni
Parlare confuso e comportamento anomalo, sguardo fisso,
aspetto di una persona ubriaca
• Pulsazioni veloci
• Esordio rapido
CRISI IPOGLICEMICA COSA FARE:
PAZIENTE COSCIENTE
• Somministrazione immediata di carboidrati
semplici ( 100 ml. di succo di frutta o 5-15 mg.
di zucchero )
• Se dopo 10 -15 minuti non si evidenziano
miglioramenti ripetere la somministrazione in
egual misura
CRISI IPOGLICEMICA COSA FARE:
PAZIENTE INCOSCIENTE
• Controllo delle funzioni vitali
• Somministrazione di ossigeno ad alti flussi
• Posizionamento in P.L.S.
• Somministrazione di zucchero sotto la lingua
• Ospedalizzare con urgenza
CONCLUSIONI
– Nelle emergenze metaboliche e le crisi
ipo/iper-glicemiche è importante valutare i
segni e i sintomi per avere un chiaro indirizzo
su come intervenire nel modo più mirato
possibile nelle diverse patologie.
Ospedalizzare rapidamente
BIBLIOGRAFIA
• Il primo soccorso -Massimo Tessitori
com.prov di Udine
• Ascolta aiuta agisci - dott. Giorgio Di
Domenico Isp.to Reg.del Piemonte