Analisi del Giardino Occidentale ed Orientale tra XIV

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Analisi del Giardino Occidentale ed Orientale tra XIV
LUTE
a.a. 2015/2016
Dott. Arch. Antonuccio Carmelo Antonino
Materia : “L’Arte dei Giardini”
Analisi progettuale, tra Il giardino
occidentale e orientale classico, dal
XIV° sec. al XVI° sec.
1400
Verso la metà del XV secolo le condizioni cambiano: sviluppo demografico, ripresa
dell‟agricoltura, sfruttamento delle terre abbandonate con miglioramento delle tecniche di
bonifica e irrigazione, introduzione di nuove culture
Mentre in Europa gli stati si consolidano, in Italia il regime delle Signorie, che già dalla metà
del sec. XIII aveva cominciato a sostituire, di fatto e non di diritto, l‟ordinamento Comunale,
tra la fine del sec XIV e il sec XVI viene legittimato (dal Papa o dall‟Imperatore) e le Signorie
si trasformano in veri e propri Principati dinastici
La caduta di Costantinopoli (1453) , la scoperta dell'America (1492) e i nuovi viaggi di
scoperta cambiano i poteri economici in quanto le rotte commerciali subiscono drastici
spostamenti. Le classi mercantili, i banchieri e i nuovi ricchi, ora con capitali ingenti da
spendere, investono su ville e palazzi nel mondo rurale
Anche la cultura si evolve (Umanesimo)
Alla visione medievale della vita, che poneva Dio al centro dell'Universo e imponeva
all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa, gli umanisti
contrappongono una visione in cui l'uomo è posto al centro dell'Universo ed è
considerato artefice, padrone del proprio destino.
La caratteristica principale è la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la lettura
dei classici latini e greci: humanae litterae o studia humanitatis , da cui appunto trae
origine il termine "Umanesimo"
L'ideologia antropocentrica quattrocentesca impone la conoscenza delle leggi della
natura e, attraverso esse, dell'uomo inteso come microcosmo nel macrocosmo. Ne
consegue una concezione secondo la quale nel giardino viene ricreato l'ordine cosmico
attraverso l'applicazione del ritmo e dell'armonia, della proporzione e dell'equilibrio che si
esplicitano nell'utilizzo di un rigido geometrismo e nel rigoroso controllo di tutte le parti e
del rapporto di esse con il tutto, secondo una logica che troverà ulteriore sviluppo ed
applicazione in tutto il Rinascimento
Nascono i primi trattati sull'arte di progettare i giardini come il De re aedificatoria di Leon
Battista Alberti.
Il romanzo Hypnerotomachia Poliphili, del domenicano Francesco Colonna, ricco di
illustrazioni pubblicato nel 1499, fornisce, invece, la descrizione di un giardino ideale
circolare nel quale si riscontrano tutti gli elementi peculiari che questa forma d'arte
assumerà nel Quattrocento
Presupposto per la nuova concezione di giardino è il passaggio dal castello a una
costruzione molto più aperta, con porticati, logge e scalinate che si aprono verso
l'esterno, il giardino e il paesaggio: l‟abitazione extraurbana, la villa o il palazzo.
Lo stesso desiderio di apertura si manifesta con le pitture parietali raffiguranti paesaggi
Il giardino ha di nuovo il suo valore come luogo d'incontro e di svago ove è bello
conversare, meditare e riposarsi, continuando ad essere un orto vero e proprio, ricco
di frutta ed ortaggi, come era avvenuto nell'età classica; manifestazione ora della potenza
e della ricchezza dei signori, dei papi, dei mercanti e dei nuovi ricchi
- Asse longitudinale lungo il quale si dispiega il viale principale che collega la casa con
l'esterno (uso della prospettiva)
-Il giardino è estensione della villa o del palazzo a cui è direttamente collegato
- Impianto regolare governato dalla geometria
- Riferimento al periodo classico romano attraverso "citazioni classiche" in forma di
statue, pergolati, fontane, ma anche concependo il giardino come luogo di
contemplazione e di cultura
- Perde quindi, in parte, il carattere utilitario a favore degli elementi ornamentali
- Le aiuole sono organizzate in parterre e sono bordate da siepi di bosso sempreverdi,
a sottolineare il carattere di permanenza nel tempo
- L'impianto si adagia sui pendii e si sviluppa attraverso rampe e ripiani di
collegamento sino all'edificio che è posto nel punto più alto per motivi panoramici
Firenze. Villa di Careggi
Di proprietà Medicea, la villa viene ristrutturata da Michelozzo
nella prima metà del Quattrocento, e rappresenta un esempio del
passaggio dalla tipologia rustica e fortificata e quella sontuosa e
ricreativa, aperta verso le campagne e i giardini, con l‟inserimento
delle logge
Firenze, zona Quaracchi.
Giardino di Villa Lo Specchio. 1459
Realizzato per Giovanni Rucellaii, autore dello Zibaldone,
il giardino segue i principi del de Re Edificatoria tanto che
il disegno è attribuito a Leon Battista Alberti
Pienza. 1459 Giardino pensile di Palazzo Piccolomini
realizzato da Bernardo Rossellino per Papa Pio II
Urbino. 1472 Giardino pensile del palazzo Ducale realizzato da
Francesco di Giorgio per Federico da Montefeltro
IL GIARDINO È CONSIDERATO
NON PIÙ COME LA SUCCESSIONE DI
COSE UTILI E BELLE,
MA PIUTTOSTO COME L'OGGETTO DI
UNA COMPOSIZIONE VOLTA A FINI
ESTETICI
A partire dalla fine del sec. XV cominciano le prime e più significative importazioni di specie
botaniche provenienti da climi diversi, utilizzate per arricchire i giardini, interesse che nel XVI
secolo portò alla nascita dei primi Orti Botanici, tra i quali l‟orto botanico universitario di Pisa del
1544 rappresenta quello più antico al mondo, anche se il giardino dei Semplici realizzato a
Salerno nel XIII secolo per fini didattici, Giardino della Minerva, è considerato il primo vero orto
botanico.
L‟orto botanico di Padova, realizzato nel 1545, si rifà, nel suo schema compositivo, alla
rappresentazione del giardino ideale descritto nell'Hypnerotomachia Poliphili da Francesco
Colonna
Orto botanico di Padova, stampa del 1654 e immagine attuale
1500
Il giardino del „400 sancisce il predominio assoluto dell‟Italia nell‟arte dei giardini per tutto
il Rinascimento, facendo nascere un modello, il giardino all’italiana, che costituirà la
premessa della successiva affermazione del giardino alla francese
Nel „500 si manifesta un‟ulteriore affermazione del dominio della razionalità dell'uomo che
tutto controlla fino a ridurre la stessa natura in forma architettonica
In questo periodo il giardino si separa completamente dall'orto
Il giardino è lo spazio destinato al soggiorno all'aria aperta, esso è meraviglioso come la
villa, se non più, ed è sua parte integrante
Manifesta la grandezza del suo proprietario e stupisce colui che lo visita
- Il giardino si sviluppa in forme geometriche intorno a un asse di simmetria
- Deve essere immutabile per cui la vegetazione è plasmata con potature eccezionali
(ritorna l‟Ars topiaria di origine romana) e le specie preferite sono quelle sempreverdi: il
cipresso, l'alloro, il mirto, il bosso, il tasso, il leccio
- Non ci sono fiori in questi giardini, ma piuttosto tante diverse tonalità di verde
- I fiori e le erbe aromatiche vengono coltivati nei piccoli giardini segreti, invenzione del
Cinquecento che riprende l‟idea dell‟hortus conclusus come spazio intimo
- L'acqua ha funzione decorativa con zampilli, cascate, vasche e peschiere
- Si preferisce costruire sulla collina, in cima o a mezza-costa (considerata anche la
conformazione orografica del territorio italiano)
- Si sfruttano i dislivelli con terrazzamenti e spiazzi, uniti tra loro con rampe e scalinate
scenografiche, facendo di ogni ripiano una verde opera d'arte ridotta a forme
geometriche
- Si creano, attraverso i viali, visuali paesistiche e visuali prospettiche, su una o più
direttrici, dirigendo lo sguardo sul paesaggio e sui punti più interessanti come le fontane,
i belvedere, i giochi d'acqua, gli spiazzi ameni, le statue
- Il labirinto diventa un topos ricorrente, usato sia per il suo simbolismo ma soprattutto
per ornamento e divertimento
Roma. Vaticano. 1504 Sistemazione del Cortile del Belvedere progettata da Bramante per Giulio II
Lo spazio fu chiuso lateralmente da lunghi corpi di fabbrica, lasciando libera la prospettiva lungo l'asse
principale. Il grande spazio aperto fu diviso in tre terrazzamenti a quote differenti, destinati ad accogliere
giardini e collegati da scale e rampe. In seguito lo spazio unitario fu interrotto da corpi di fabbrica trasversali,
alterando il progetto bramantesco e creando tre cortili separati
Roma. Monte Mario. 1518 Villa Madama progettata da Raffaello per Papa Leone X
Villa Madama fu la prima delle ville suburbane realizzate sul modello delle ville romane.
Il progetto originario era maestoso e complesso e coinvolgeva un'ampia estensione di terreno che sarebbe
dovuto degradare con una successione di terrazzi, prospettive rinascimentali e giardini all'italiana fino alle
rive del Tevere. Anche se il progetto non fu portato completamente a termine, con la sua loggia di sicura
matrice raffaelliana e il giardino pensile, all‟italiana, la villa fu una delle più famose ed imitate del
Rinascimento
Tivoli. 1550 Villa d‟Este realizzata da Pirro Ligorio per il cardinale Ippolito d‟Este
L‟intera composizione della villa domina la città di Tivoli. Il giardino è articolato fra terrazze e pendii
collegando e raccordando con maestria le diverse pendenze del giardino, utilizzando uno schema
architettonico tipico delle città romane. Lo schema è incentrato su un asse longitudinale centrale rivolto
verso il palazzo e cinque assi trasversali, di cui il principale in direzione del dirupo che apre verso la valle
dell‟Aniene. Fondamentale nell‟impianto è il ruolo dell‟acqua che sgorga da numerose fontane, cascate,
zampilli, creando elementi unici come il viale delle 100 fontane e l‟organo idraulico.
Roma, Villa Medici. Bartolomeo Ammannati 1576
Bagnaia. 1566 Villa Lante realizzata da Vignola per il cardinale
Gambara
Valle della Loira, giardini del Castello di Villandry, 1536
Completamente ricostruiti all‟inizio del XX secolo
1. negozio
2. castello
3. giardino dell’amore
4. giardino d’acqua
5. labirinto
6. giardino delle erbe
7. orto
8. giardino della musica
Viterbo. Bomarzo. 1552 Sacro Bosco, ideato da Vicino Orsini e realizzato da Pirro Ligorio
“Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce
horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi”
Veneto - Le Ville Palladiane
Tutto è ordinato su una perfetta simmetria e con pieno rispetto per le proporzioni classiche, ma
il risultato è molto originale. Con sorprendente libertà interpretativa, Palladio gioca sulle forme
classiche e crea una struttura di grande effetto scenografico e perfettamente inserita
nell'ambiente naturale.
L'architettura si armonizza, è qualificata e qualifica il paesaggio, inserendosi con i suoi schemi
rigorosamente geometrici, le sue linee razionali e l'essenzialità delle sue forme nelle curve
ampie e dolci del paesaggio veneto, tra colline, pianure e fiumi.
L'architettura ed i motivi del teatro classico romano storicamente all'aperto, vengono portati
all'interno di uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle profonde prospettive al di là dei
grandi portali, in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale. Si crea un continuum tra
architettura e paesaggio
1600
La nuova visione del mondo proposta dalle scoperte scientifiche (Galileo, Newton, Keplero..)
rivoluziona tutte le conoscenze e le convinzioni fino a quel momento valide. L'arte risente della
nuova concezione dell'universo ed assume, nelle sue manifestazioni, connotazioni di dinamismo,
di ricchezza e di maggiore complessità.
Nel XVII secolo l'architettura dei giardini conserva lo schema rinascimentale, che tuttavia si
evolve secondo il cambiamento delle mode e dei gusti.
Il giardino non abbandona la composizione assiale governata dai principi geometrici e
matematici, ma si amplia assumendo quasi la connotazione di parco, viene reso più articolato e
più complesso, viene caratterizzato dagli effetti pittoreschi e scenografici, dovuti alle nuove
tendenze barocche, che ne dissimulano la regola e il rigore di base. Si da più spazio alla ricerca
delle novità nella scenografia, negli imprevisti, nella preziosità.
Coesistono ampi spazi con scenari teatrali adatti alle più fantastiche feste, e luoghi appartati
come i giardini segreti e le grotte; zone assolate per il periodo invernale e boschetti ombrosi per
l'estate.
Si arricchisce di nuovi valori ornamentali, disegna l'impianto con ampie curve e con morbidi effetti
chiaroscurali, raccorda i dislivelli con scenografici collegamenti. Esso tende ad unirsi con il
territorio circostante grazie anche alla mancanza di una precisa definizione del suo perimetro e al
moltiplicarsi delle visuali.
Gli elementi vegetali, comunque dominati nella forma e nella disposizione dalla mano sapiente
dell'uomo, si raggruppano in forma di bosco, fondendo il giardino con il paesaggio, o risultano più
liberi, ricondotti in forme morbide
- Geometria e simmetria
- Si vuole suscitare stupore e meraviglia
- Si moltiplicano le visuali e gli effetti prospettici
- Labirinto
- Giardino segreto
- Teatro d‟acqua
- Teatro di verzura
- Anfiteatro
- Il rigido schematismo del cinquecento viene attenuato e la ricerca del
movimento segna in modo decisivo il giardino barocco, concretizzandosi
nell‟impiego di grandi curve, di tracciati ad ampio respiro
- In tutti gli elementi che compongono il giardino si smussano gli angoli, si evitano
forme geometriche nette e si preferiscono linee incerte tendenti a dissolversi
- Il verde comincia ad avere il sopravvento sulle parti in muratura, inizia una lenta
trasformazione del giardino in parco
- Gli elementi vegetali principali sono ancora gli alberi sempreverdi e le siepi
potate ad arte ma il verde è sistemato anche in maniera più libera a formare
piccoli boschetti che si fondano con il paesaggio
- Nelle fontane, nelle vasche e nelle grotte, riprodotte artificialmente, appare
il genere rustico
Roma. Giardini segreti di Villa Borghese 1606 Il cardinale Scipione Borghese (nipote di papa Paolo V)
affidò al giardiniere Domenico Savini da Montepulciano la progettazione dei giardini
Lucca. Villa Reale di Marlia
1652 Teatro di verzura
Teatro d’acqua
Frascati. Villa Aldobrandini Teatro d’acqua 1621 Carlo Maderno
Fu costruita per il cardinale Pietro Aldobrandini.
Si sono avvicendati nella costruzione Giacomo della Porta, Carlo Maderno e Domenico Fontana
Frascati. Villa Torlonia Teatro d’acqua 1625 Carlo Maderno
Nel 1622 la famiglia Ludovisi, imparentata con papa Gregorio XV, chiamò Carlo Maderno, il più importante architetto del tempo, per lavori
di adattamento ed ampliamento del nucleo edilizio più antico. Nel bombardamento di Frascati dell'8 settembre 1943 il fabbricato della villa
subì ingenti danni tanto che fu completamente demolito e venne ricostruito un edificio residenziale, mentre il parco divenne pubblico
Collodi. Pistoia XVI sec. Giardino di Villa Garzoni
Il giardino fu ingrandito nel 1652 secondo lo schema attuale
Nel 700 subì ulteriori modifiche ad opera di Filippo Juvarra e Ottaviano Diodati
che dotò il giardino del sistema idraulico che ancora oggi permette i giochi
d’acqua
Pianta del teatro di verzura
FIRENZE
FIRENZE
Giardini di Boboli ca. 1599. Giusto Utens - Lunetta dal Museo Firenze
Firenze, Palazzo Pitti. Giardini di Boboli
La sistemazione dei giardini, uno dei primi grandi esempi di "giardino all'italiana, era stata iniziata nel 1549 da Niccolò Tribolo. Il
Tribolo morì di lì a poco nel 1550, quindi la direzione dei lavori passò a Bartolomeo Ammanati e in seguito a Bernardo Buontalenti.
Durante il governo di Cosimo II (1609-1621) il giardino subì il più importante ingrandimento, quasi triplicando la sua estensione ad
opera di Giulio Parigi e del figlio Alfonso, assumendo l‟attuale impianto barocco
Il giardino seicentesco francese
In Francia nel 600 il giardino si evolve ad opera di architetti e maestri giardinieri che lavorano al
servizio dei sovrani.
Le novità e le trasformazioni che gli artisti francesi apportano all‟impianto del giardino all‟italiana
conducono alla nascita di una nuova tipologia, creando uno stile nazionale, ben definito, il
giardino alla francese, che si ispira al giardino italiano, mantenendo le siepi di sempreverdi e le
forme geometriche adattate ai terreni francesi, dalle ondulazioni molto lievi, ricchi di acqua,
foreste e prati verdi.
La complessità dell‟impianto, le dimensioni e l‟opulenza dell‟insieme raggiungono proporzioni mai
viste che interpretano l‟assolutismo dei sovrani e la grande rappresentazione della realtà
L‟arte dei giardini in Francia riceve un impulso significativo dal rinascimento italiano. Ancora una
volta i Medici si fanno promotori di tale tendenza artistica.
Infatti, Caterina De‟ Medici, moglie in seconde nozze di Enrico II, propone la realizzazione
dei Giardini delle Tuileries e commissiona nel 1564 a un architetto fiorentino, Bernardo
Carnesecchi, la costruzione del giardino in stile rinascimentale
Nel resto d‟Europa, per tutta la prima parte del XVII secolo, la produzione dei giardini risente
dell‟esperienza italiana; nella seconda metà del „600, invece, prevalgono le influenze francesi
- L‟impianto del giardino è ancora caratterizzato dalla ricerca di equilibrio e di armonia e risulta
ordinato da una rigorosa regola compositiva incentrata ancora sulla geometria e sulla simmetria
- Nel giardino francese, però, le geometrie del giardino italiano vengono ammorbidite e la
vegetazione prevale sull‟architettura
- Permangono a partire dall‟edificio il viale centrale, i viali trasversali che intersecano quello
principale e i parterre posti in corrispondenza dell‟edificio
- Protagonista del nuovo giardino alla francese è proprio il parterre. A Claude Mollet va il merito
dell‟invenzione dei Parterre De Broderie (basate su complicati disegni arabescati o a ricamo,
formati da bossi posti sul terreno coperto da sabbie colorate e fondi di ardesia)
- Maggiore presenza di fiori e boschi rispetto al giardino all‟italiana
- L‟acqua, in forma piana, è racchiusa in grandi bacini e canali o compare in grotte e fontane
- Sono volutamente ignorati gli elementi in muratura come terrazzamenti e scalinate, in favore di
zone ampie e degradanti, con effetti di vedute quasi a perdita d'occhio
- Boschi e boschetti sono dislocati in modo da impedire la visione unitaria dell‟insieme del giardino
e da non farlo risultare troppo scoperto
- Per le siepi si usano specie sempreverdi modellate secondo l‟ars topiaria, mentre per viali e
boschi si usano anche specie spoglianti
- Mancanza di un margine ben definito, che comporta l‟estensione del giardino nel paesaggio
1656 Parco di Vaux-le-Vicomte Forse l'opera più completa di Le Notre,
perfettamente compiuta come armonia d'insieme, eseguito su incarico
di Fouquet, allora ministro delle finanze, in collaborazione con l'architetto Le
Veau che eseguì il castello, e sotto la sovraintendenza del pittore Lebrun.
In seguito a tale meravigliosa opera, lo stesso Luigi XIV chiamò i tre artisti
ad eseguire quello che rimane uno dei più stupefacenti prodotti della
ricchezza e della potenza unite alla concezione grandiosa dell'arte
barocca: Versailles.
Caratteri tipici del giardino francese
1662-1684 Giardini di Versailles
Realizzati per volontà di Luigi XIV, da Le
Nôtre, è certamente l‟espressione più
solenne e spettacolare dei giardini di tutti i
tempi.
L‟area sulla quale sorgono viene scelta
dal Re Sole per realizzare un‟opera
grandiosa, scenografica e sfarzosa,
massima manifestazione dell‟assolutismo
monarchico.
Il dominio totale sulla natura, ancora una
volta rimodellata e piegata alla logica del
progetto, attraverso radicali trasformazioni
del paesaggio naturale, simboleggia il
dominio del sovrano sui suoi sudditi e
sulla Francia.
Lo splendore della corte di Luigi XIV è
reso attraverso la vastità dell'area e la
genialità delle soluzioni governate dal
tema iconografico riferito al mito di Apollo,
dio del sole ed emblema del sovrano
Il giardino orientale
Cina e Giappone
Il giardino cinese
Formatosi in un lungo periodo di evoluzione culturale (l‟origine del giardino tradizionale si può
far risalire tra il III sec. a.C. e la metà del III sec. d.C., periodo in cui si realizzano i primi giardini
imperiali) il giardino cinese riflette la predilezione del popolo cinese per la bellezza della natura
incontaminata
Fin dall‟inizio, esiste un forte legame tra esperienze pittoriche e composizione paesistica dei
giardini che in Occidente, invece, si realizza prevalentemente intorno al XVIII sec. con il
giardino inglese. Pittori e poeti sono infatti gli artefici di gran parte della produzione dei giardini
cinesi in cui confluiscono influenze anche di altre arti come la letteratura, la poesia, il teatro,
l‟architettura, la scultura, nonché i contributi estetici della calligrafia
Il fine è creare un paesaggio in miniatura
Gli elementi tipici sono:
- Le colline artificiali di terre e le rocce che richiamano le formazioni rocciose del territorio
cinese
- La presenza dell‟acqua in forma di laghi e stagni dall‟aspetto naturale
- I manufatti architettonici e di arredo che vengono a far parte della composizione del
paesaggio e non viceversa; sono utilizzati come punti focali privilegiati dai quali può essere
ammirata la composizione del giardino.
Nel giardino cinese si possono distinguere
tre tipologie:
- Giardini imperiali: sono i più antichi, 206
a.C., situati prevalentemente nella zona
nord del paese. All‟origine sono connotati
da un certo formalismo, per raggiungere
effetti di grandiosità, attenuato in seguito
dall‟aggiunta di elementi più naturalistici.
Elemento simbolico ricorrente all‟interno del
lago sono le isole, che rappresentano le
“Isole dei Beati”, le isole degli immortali del
mito taoista, che si credeva esistessero
realmente nel Mare Orientale
Beijin. Giardinio dell‟Armonia educata del nuovo palazzo d‟Estate. XX sec.
Beijin.
Giardino
imperiale
dell‟antico palazzo d‟Estate.
XVIII sec. distrutto nel 1860
- Giardini privati: originariamente, 265 d.C., si ritrovano nella zona sud e sono destinati
fondamentalmente all‟ospitalità. Il fine è infondere un senso di tranquillità.
I giardini classici di Suzhou, inseriti nel 1997 nella lista del Patrimonio mondiale dell‟UNESCO,
rappresentano le caratteristiche artistiche dell‟arte dei giardini cinesi. I giardini di Suzhou
vantano una storia di oltre 2000 anni e oggi ne sono rimasti circa una decina. Generalmente
occupano una superficie ridotta, creando scene di acque, monti e uccelli ispirate alle poesie
Tang e Song, con colline artificiali, alberi, padiglioni, terrazze, laghetti, con il risultato di grandi
effetti ottenuti in piccole dimensioni
Souzhou, giardino dell‟amministratore umile
Souzhou, giardino del pescatore umile
- Parchi panoramici naturali:
hanno un aspetto più rustico
in cui l‟intervento dell‟uomo
è limitato a piccoli giardini
compresi in scenari naturali
scelti per la loro
spettacolarità. Fin dalle
origini, VII sec d.C., sono
stati destinati al pubblico
Parco naturale di Yangzhou, Sottile lago dell‟ovest, 26 punti del lago sono sottolineati da altrettanti elementi: ponti, passerelle, pagode, giardini…
Il giardino giapponese
Sebbene siano suddivisi in quattro tipi diversi - giardini del paradiso, giardini del paesaggio secco
(entrambi creati per essere ammirati da un unico punto di vista) giardini del tè e giardini di
passeggio (entrambi creati per potervi passeggiare in tranquillità) - essi hanno molti elementi in
comune.
Il giardino giapponese risale almeno al V sec d.C., manifestandosi in origine con semplici aree nel
mezzo della natura, marcate da ciottoli che circondavano i santuari schintoisti. L'amore per la
natura e il suo carattere sacro, tipico dello shintoismo, hanno influenzato queste prime sistemazioni.
Dall‟influenza cinese, nascono i primi veri giardini annessi, prima, ai palazzi imperiali e, poi, a quelli
aristocratici. Scavi dell‟VIII sec d.C. dimostrano che i caratteri erano ruscelli dall‟andamento
sinuoso, stagni dai contorni irregolari, isolotti centrali, raggruppamenti di pietre; caratteri quindi
derivati dal giardino cinese, anche se gli elementi costituenti furono investiti di significati diversi; in
particolare le isole all‟interno del lago, oltre alla simbologia cinese di origine taoista, rappresentano il
luogo dove regnano i kami, secondo la religione shintoista, ma anche l‟arcipelago giapponese. Il
giardino-isola, shima, divenne così un carattere tipico del giardino giapponese.
Dal 1175, con l‟arrivo in Giappone del mito buddista della terra pura di Amida, i giardini furono
realizzati per rappresentare il paradiso occidentale promesso da Amida, ma i loro caratteri non
erano dissimili dai giardini precedenti.
Dal XII sec. la dottrina Zen, importata dalla Cina, semplificò i caratteri del giardino fino ad
arrivare al tipico giardino secco.
Tra il 1573 e il 1603 si diffondono i giardini da tè, semplici e utilitaristici. Un percorso fatto di
pietre conduce dall‟ingresso del giardino alla casa del tè. Lanterne in pietra fornivano
l‟illuminazione e rappresentavano un elemento decorativo,
Molti giardini da tè posssono essere trovati ancora oggi in Giappone, sebbene molti di questi
siano inclusi in giardini più grandi.
Tra il 1603-1867 la classe dominante riscoprì il gusto per la ricreazione e la stravaganza. Il
risultato furono ampi giardini per il passeggio con stagni, isole e colline artificiali che potevano
essere ammirati da una varietà di punti di vista lungo un tracciato circolare. Molti giardini per il
passeggio includevano, inoltre, elementi dei giardini da tè.
I caratteri che definiscono l‟organizzazione tradizionale dello spazio e della percezione del
paesaggio dell‟epoca classica sono essenzialmente tre:
- Il paesaggio secco di contemplazione - kare-sansui
- Il paesaggio preso in prestito - shak-kei
- Il paesaggio in miniatura o collezione di giardini - shuk-kei
Gli stessi caratteri si possono ritrovare anche nei giardini giapponesi contemporanei
Il paesaggio secco di contemplazione - kare-sansui
La diffusione della dottrina Zen, in cui l‟uomo cerca dentro di sé la natura del Buddha, si radicò in
Giappone nel XIII sec. (epoca Muromachi) provenendo dalla Cina in cui si era sviluppata dal VI al
IX sec. Nell‟arte del giardino essa conduce ad un‟operazione di essenzialità , in cui predomina la
nuda pietra e in cui l‟aspetto vegetale può essere eliminato, divenendo superfluo come tutte le
percezioni puramente sensoriali. L‟acqua è sostituita dalla sabbia che, rastrellata, riproduce le
sue increspature intorno a gruppi di pietre. Un giardino immobile, in cui l‟impossibilità di entrare e
percorrere fisicamente il giardino costringe l‟osservatore ad una contemplazione che, attraverso
l‟astrazione e la meditazione, avvicina l‟uomo alla sua natura di Buddha. Infatti, solo cogliendo
l‟essenza della natura l‟uomo può scoprire in sé la sua natura originaria.
Giardino del monastero Ryōanji, Kyōto. Sōami. Fine del XV secolo o inizio del XVI,
Il paesaggio preso in prestito - shak-kei
Giardino in cui un elemento del paesaggio all’orizzonte, solitamente un monte, ma
anche la vegetazione, diventa un fattore decisivo nella composizione generale. Lo
sfondo è così integrato nello spazio ristretto del giardino allo scopo di conferirgli una
profondità quasi infinita.
Giardino del monastero di Shōden-ji, Kyōto. Kobori Enshū. Prima metà del XVII secolo
Il paesaggio in miniatura - shuk-kei
Attraverso la vegetazione e terreni attentamente coltivati, il giardino imita una varietà di informazioni naturali
e di vedute: vallate, montagne, foreste sono rappresentate in miniatura nel paesaggio del giardino. La sua
organizzazione si fonda sul principio del passeggiare per raggiungere la meta che, spesso, consiste nelle
varie case da cerimonia del the. La bellezza dell‟opera è insita nel camminamento e nello spostamento da
una zona all‟altra del paesaggio. Lungo i sentieri spesso la vista sul panorama è celata dalla vegetazione e
non di rado i camminamenti sono così impervi da dover abbassare lo sguardo sui propri passi allontanando
la nostra attenzione dalla scena che ci circonda. Tutto ciò è voluto e ricercato dal progettista. Infatti, lo
sguardo ritorna sul paesaggio solamente in quei punti del giardino studiati e organizzati dal paesaggista.
Giardino della villa imperiale di Katsura, Kyōto. XVII secolo
Anche i Tsuboniwa sono paesaggi in miniatura che divennero famosi tra la popolazione urbana.
Questi mini giardini occupano gli angusti spazi aperti all‟interno della casa o tra due abitazioni
fornendo un tocco di natura, di luce e di aria fresca. A causa delle loro ridotte dimensioni, non
sono concepiti per essere fruiti.
Questo tipo di giardino può essere visto in alcune delle residenze storiche di mercanti giapponesi,
aperte al pubblico.
Ancora oggi costituisce un tipo popolare di giardino di chi desidera incorporare un piccolo spazio
verde nella propria residenza senza disporre di spazio abbondante.
Esempio di Tsuboniwa storico
e contemporaneo
Matsue, giardini dell‟Adachi Museum of Art. Adachi Zenko, 1980
Grazie !