Il mio canto per Wojtyla
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Il mio canto per Wojtyla
Num. 71 - 17 maggio 2014 Settimanale Anno II • Num. 20 (71) Settimanale del 17 maggio 2014 • Rivista € 1,50 8X1000 ALLA CHIESA CATTOLICA Un gesto che vale molto Una firma per essere parte di un grande progetto IMMIGRAZIONE Miraggio Lampedusa L’isola siciliana si prepara a un altro importante sforzo di accoglienza Andrea Bocelli Il mio canto per Wojtyla Occasioni pubbliche e momenti privati: l’artista si è esibito più volte dinanzi al papa santo. Ricorda: “Immensa gioia e potentissima emozione” La Parola tra i giovani Un modo rivoluzionario di evangelizzare, tra flash mob, discoteche e luoghi della movida Taxi dell’allegria In una sorta di clinica mobile dell’amore, porta in giro per Firenze i bambini meno fortunati Bici e solidarietà Dal Veneto a Roma per un pellegrinaggio storico, ad alto coinvolgimento emotivo PRIMA PAGINA Editoriale 8x1000 alla Chiesa cattolica Una firma per amore C i sono tante storie, storie bellissime dietro i fondi dell’8x1000 alla Chiesa cattolica. Vale davvero la pena soffermarsi e approfondire, e non solo per scoprire quanto variegato sia questo universo, ma anche per l’enorme ricchezza interiore che lascia la conoscenza delle molte, significative esperienze ad esso legate. Credo si debba partire da qui, dai fatti concreti, che sono molto più eloquenti delle parole. L’8x1000 alla Chiesa cattolica non è solo una firma sul modello della dichiarazione dei redditi, da apporre per abitudine o perché si usa o per un convenzionale senso del dovere. È un gesto responsabile e costruttivo, un seme donato a chi sa farne gemmare un frutto. L’8x1000 non è solo uno spot televisivo, da guardare con disincanto o distrattamente. È un mondo fatto di esperienze forti e vicende vere, di segni concreti della carità cristiana. L’8x1000 è l’impegno di tante persone che offrono il loro servizio alla comunità, è amore per il prossimo, specie se in difficoltà, è difesa della vita in tante sue manifestazioni. È di questo che mi piace parlare, lasciando da parte le polemiche e i giudizi che non hanno nulla di costruttivo. Nelle lezioni di letteratura italiaSacerdote rogazionista, na, lo scrittore e giornalista Lugiornalista e regista igi Settembrini affermava: “Ci della Santa Messa sono due specie di critiche, l’una di RaiUno che s’ingegna di scorgere difetti, l’altra di rivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore […] mentre l’altra mi pare che somigli a superbia, e sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l’anima sterile”. Anche io, come l’autore, preferisco la seconda. Preferisco si riveli la bellezza del sovvenire la Chiesa, sia nella sua sussistenza che nella sua missione. Alle critiche che “si ingegnano di scorgere difetti” preferisco l’evidenza dei fatti, dei progetti, delle iniziative finanziate con i fondi dell’8x1000. Solo conoscendoli sarà possibile effettuare una scelta d’amore, convinta e partecipata. Quella firma vuole testimoniare e avvalorare la gioia di far parte di una Chiesa viva, che va incontro ai bisogni di tanti, che è presente nei sobborghi esistenziali. Deve confermare la coerenza di una comunità, quella dei fedeli, che è felice e fiera di sostenere, anche attraverso quel contributo, i valori in cui si riconosce. Gianni Epifani A Sua Immagine Visto da me Collaboratori di pace Q ualche giorno fa mi hanno fatto un’intervista, mi hanno chiesto cosa fosse per me la preghiera. Ho risposto che la preghiera non è soltanto l’orazione di parole che ripetiamo nel cuore o in maniera corale, ma che è anche il tipo di azione o di scelte che operiamo nel quotidiano. Certo, a mio avviso, l’una non può essere scissa dall’altra, perché l’orazione senza la testimonianza e la coerenza è spesso qualcosa di incompiuto. Il raccoglimento della preghiera permette un incanto di luce, un abbraccio d’amore che è poi motore per le scelte di vita, a cui devono seguire fatti e azioni. Azioni che operano a favore della promozione della dignità umana, del bene comune, della giustizia e della solidarietà. Ed è anche per questo che, attraverso questo scritto, voglio ribadire l’importanza dell’8x1000. Una firma a favore dei più deboli e della Chiesa cattolica è azione concreta per un lavoro che continua a dare speranza. Chiedilo a loro: è questo il titolo di una campagna che invita a verificare la validità dell’impegno reale verso le persone più fragili. La Chiesa non si esprime solo con le parole ma con le azioni, con la presenza e con l’amore che ogni giorno respiriamo. Porre una firma, che tra l’altro a noi non costa nulla, significa contribuire a progetti che restituiscono sorriso. Porre quella firma significa essere protagonisti e collaboratori di operazioni di pace. Significa sentirsi responsabili e parte di un’unica famiglia umana, di una famiglia che non esclude nessuno ma che, anzi, invita e abbraccia gratis ogni persona e ogni realtà. Lorena Bianchetti Giornalista e conduttrice della trasmissione A Sua Immagine in onda sabato e domenica su RaiUno 3 Il Vangelo della settimana DA SABATO 17 A VENERDÌ 23 MAGGIO 2014 La liturgia della Parola domenicale è commentata da padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini Le ragioni della speranza DOMENICA 18 MAGGIO 2014 Prima lettura Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo Dagli Atti degli Apostoli (Capitolo 6, versetti 1-7) In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo Salmo responsoriale dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li (Sal 32) A cura di monsignor Antonio Parisi presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. Seconda lettura Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale Dalla prima lettera di San Pietro apostolo (Capitolo 2, versetti 4-9) Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Vangelo Io sono la via, la verità e la vita Dal Vangelo secondo Giovanni Per guardare e ascoltare l’esecuzione del salmo vai su www.musicasacra-bari.it (Capitolo 14, versetti 1-12) A Sua Immagine Il Vangelo della settimana DA SABATO 17 A VENERDÌ 23 MAGGIO 2014 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Commento Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia. Sono le parole primarie del nostro rapporto con Dio e con la vita, quelle che devono venirci incontro appena aperti gli occhi, a ogni mattino. Avere fiducia (negli altri, nel mondo, nel futuro) è atto umano, umanissimo, vitale, che tende alla vita. Noi ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai genitori. Senza la fede in qualcuno non è possibile vivere. Io vivo perché mi fido. In questo atto umano del credere anche la fede in Dio trova respiro. Abbiate fede in me, io sono la via, la verità e la vita. A Sua Immagine Tre parole immense. Che nessuna spiegazione può esaurire. Io sono la via: la strada per arrivare a casa, a Dio, al cuore, agli altri. Una via davanti alla quale non si erge un muro o uno sbarramento, ma orizzonti aperti. Sono la strada che non si smarrisce ma va verso la storia più ambiziosa del mondo, il sogno più grandioso mai sognato, la conquista – per tutti – di amore e libertà, di bellezza e di comunione: con Dio, con il cosmo, con l’uomo. Io sono la verità: non in una dottrina, né in un libro, né in una legge migliore delle altre, ma in un ‘io’ sta la verità, in Gesù, venuto a mostrarci il vero volto dell’uomo e il volto d’amore del Padre. La verità sono occhi e mani che ardono! (Ch. Bobin). Così è Gesù: accende occhi e mani. La sua è una vita che si muove libera, regale e amorevole tra le creature. Il cristianesimo non è un sistema di pensiero o di riti, ma una storia e una vita (F. Mauriac). Io sono la vita. Che hai a che fare con me, Gesù? La risposta è una pretesa perfino eccessiva, perfino sconcertante: io faccio vivere. Parole enormi, davanti alle quali provo vertigine. La mia vita si spiega con la vita di Dio. Nella mia esistenza più Dio equivale a più io. Più Vangelo entra nella mia vita più io sono vivo. Nel cuore, nella mente, nel corpo. E si oppone alla pulsione di morte, alla distruttività che nutriamo dentro di noi con le nostre paure, alla sterilità di una vita inutile. Infine interviene Filippo: “Mostraci il Padre, e ci basta”. È bello che gli apostoli chiedano, che vogliano capire, come noi. Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre. Guardi Gesù, guardi come vive, come ama, come accoglie, come muore e capisci Dio. E si dilata la vita. Santi del giorno B. Blandina Merten, B. Burcardo di Beinwil, S. Dioscoro di Alessandria, S. Erik IX, S. Felice da Cantalice, S. Felice di Spalato, S. Giovanni Gilabert, S. Giovanni I, B. Guglielmo da Tolosa, B. Martino Giovanni Oprzadek, S. Potamone, B. Stanislao Kubski, SS. Teodoto, Tecusa, Alessandra, Claudia, Faina, Eufrasia, Matrona e Giulitta, S. Venanzio di Camerino Beata Blandina Merten Nata nel 1883 nella regione tedesca della Saar, è maestra elementare e a 25 anni entra tra le Orsoline, prendendo il nome di Blandina del Sacro Cuore. Continua a dedicarsi all’educazione cristiana dei fanciulli. Muore nel 1918 di tubercolosi. Gli ultimi due anni li trascorre in infermeria, vivendo la croce della sofferenza.