Libretto stagione sinfonica web

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Libretto stagione sinfonica web
stagione
sinfonica 2015
ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE
TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
stagione
sinfonica 2015
ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE
TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
1° CONCERTO
2° CONCERTO
3° CONCERTO
4° CONCERTO
A venerdì 11 settembre 20.30
B sabato 12 settembre 18
A venerdì 18 settembre 20.30
B sabato 19 settembre 18
A venerdì 25 settembre 20.30
B sabato 26 settembre 18
A venerdì 2 ottobre 20.30
B sabato 3 ottobre 18
Direttore OLEG CAETANI
Direttore RYUSUKE NUMAJIRI
Direttore GIANLUIGI GELMETTI
Direttore SAMRA GULAMOVIĆ
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
Pianoforte MICHELE CAMPANELLA
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
PROGR AMMA
PROGR AMMA
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
PROGR AMMA
FRANZ JOSEPH HAYDN
Quinta Sinfonia in re magg. Op. 107,
Reformation (La Riforma)
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Die Schöpfung (La Creazione)
Oratorio per soli, coro e orchestra
Seconda Sinfonia in si bem. magg. Op. 52
Lobgesang (Canto di lode)
per soli, coro e orchestra
Terzo Concerto in do min.
per pianoforte e orchestra Op. 37
Seconda Sinfonia in re magg. Op. 36
Fantasia in do min. per pianoforte,
soli e coro Op. 80
PROGR AMMA
ANTON BRUCKNER
Tre Pezzi per orchestra
Quinta Sinfonia in si bem. magg.
5° CONCERTO
A giovedì 8 ottobre 20.30
B venerdì 9 ottobre 20.30
Direttore GIANLUIGI GELMETTI
PROGR AMMA
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia N. 40 in sol min. K. 550
Sinfonia N. 41 in do magg. K. 551,
(Jupiter)
Fondazione Teatro Lirico
Giuseppe Verdi di Trieste
PRESIDENTE
Roberto Cosolini
CONSIGLIERI DI INDIRIZZO
Stefano Crise
Rosita Marchese
Paolo Marchesi
Renato Quaglia
SOVRINTENDENTE
Stefano Pace
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
Pino Zingale – Presidente
Paola Ferroni
Paola Vuch
www.beniculturali.it
Stagione Sinfonica 2015
Mozart, Haydn, Beethoven,
Mendelssohn, Bruckner... cinque
appuntamenti monografici che il
Teatro Verdi propone al suo pubblico,
interprete del desiderio di Trieste di
rivivere le sua storia.
Il primo Teatro a chiamarsi “Verdi”,
appassionato di lirica, del repertorio
italiano e internazionale, è anche
profondamente coinvolto in quello
sinfonico e conscio delle sue radici
mitteleuropee.
Il Coro, orfano del suo grande Maestro
Paolo Vero, insieme all’Orchestra
sarà protagonista di questa Stagione
Sinfonica che tutti noi, idealmente
dedichiamo al caro Amico e grande
Artista scomparso. Il concerto finale,
con le ultime due sinfonie composte
da Mozart potrà anche leggersi,
viversi, come l’ideale preludio al Don
Giovanni che aprirà la Stagione Lirica.
Ma volendo si possono scoprire tanti
“fili rossi” che si dispiegano durante il
divenire della Stagione Sinfonica.
Il Teatro Verdi desidera, insieme a
voi intraprendere un viaggio che parli
alla mente, al cuore, allo spirito. Che
ci faccia riflettere, gioire e ci innalzi
come forse, solo la Musica può
fare, in un momento in cui tutti ne
abbiamo bisogno. Questo cammino
in un mondo, quello magico dei suoni
e della musica che, come disse una
grande persona, “comincia dove le
parole non bastano più”.
città
e la cultura
la
E già troppe ne ho dette: dunque ne
aggiungo solo un’ultima che non va
trascurata.
Mostre Spacal - Unica - Grom - Stravisi - Trieste 1914 - le collezioni Malabotta e Fondazione
CRTrieste Progetti europei Living landscape/Il paesaggio vivo del Carso - Carso/Kras - Vie
della Pace/Pot Miru Convegni Percorsi tra Storia e Memoria Sostegno a Comuni - associazioni
teatri - cinema Promozione di festival - spettacoli - musica e rassegne - concorsi d’arte
Pubblicazioni cataloghi - volumi multilingue Grandi opere Casa del Cinema - Teatrino Basaglia
Valorizzazione dei beni del territorio Collaborazione con le comunità locali
Buon divertimento.
Negli spazi espositivi del Magazzino delle Idee
dal 31 ottobre 2015 al 6 gennaio 2016 la mostra
Il mondo è là. Arte moderna a Trieste 1910 - 1941
Gianluigi Gelmetti
Direttore Onorario della Fondazione
Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
è
LaCultura Valore
www.retecivica.trieste.it
Info
Cultura e valorizzazione beni del territorio
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Ugo Flumiani - Il sole (Marina) 1928 - olio su tela 86x131 cm - Collezione Provincia di Trieste
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Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
e la sua attività artistica, i tuoi
contributi potranno godere di
importanti benefici fiscali.
Ai soci delle Fondazioni Liriche,
è garantito l’accesso all’Art
Bonus, l’agevolazione introdotta
per promuovere la cultura e che
prevede una detrazione fiscale del
65% – ripartita in tre anni – per
l’importo delle quote associative.
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teatri, istituti culturali e fondazioni liriche, è garantito l’accesso all’Art Bonus,
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di imposta ripartito in tre anni per una detrazione fiscale del 65% sull’importo
donato (ai sensi dell’art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del
patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo).
Una grande opportunità per contribuire, in modo semplice e vantaggioso,
al sostegno della cultura italiana e, in particolare, della nostra città.
Anche un piccolo gesto sarà di grande aiuto per il Teatro.
1° CONCERTO
PROGRAMMA
A venerdì 11 settembre 20:30
B sabato 12 settembre 18:00
Quinta Sinfonia in Re maggiore
Op. 107, Reformation (La Riforma)
Direttore
Andante – Allegro con fuoco
Allegro vivace
Andante
Andante con moto – Allegro maestoso
OLEG CAETANI
Soprano MARGARETA KLOBUČAR
Soprano MAGDALENA RENWART
Tenore MARK ADLER
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
MUSICHE DI
FELIX MENDELSSOHNBARTHOLDY
(1809-1847)
Seconda Sinfonia in Si bemolle
maggiore Op. 52, Lobgesang
(Canto di lode) per soli,
coro e orchestra
Sinfonia
Maestoso con moto – Allegro
Allegretto un poco agitato
Adagio religioso
Cantata
Alles, was Odem hat, lobe den Herrn! (coro e soprano)
Saget es, die ihr erlöst seid durch den Herrn (tenore)
Sagt es, die ihr erlöset seid (coro)
Ich harrete des Herrn (soprano I e II e coro)
Stricke des Todes hatten uns umfangen (tenore)
Die Nacht ist vergangen (coro)
Nun danket alle Gott (coro)
Drum sing’ ich mit meinem Liede (soprano e tenore)
Ihr Völker, bringet her dem Herrn Ehre und Macht! (coro)
Q
ueste due opere
rappresentano due
diversi tentativi da
parte di Mendelssohn di
affrontare il problema
di comporre una sinfonia
confrontandosi con l’eredità di
Beethoven, una questione molto
sentita dai compositori
del Romanticismo tedesco.
La Sinfonia Riforma si avvicina alla
musica a programma, anche per
l’uso di materiali preesistenti (in
questo caso citazioni di formule
liturgiche) come spunti tematici;
il Lobgesang imita invece la IX
Sinfonia beethoveniana,
con l’unione di sinfonia e cantata,
rifacendosi però anche al modello
degli oratori di Handel.
Sinfonia n. 5 in Re maggiore
Reformation (La Riforma), Op. 107
Questa sinfonia, seconda in
ordine di composizione ma
pubblicata postuma, fu scritta
da Mendelssohn ventunenne
per celebrare i 300 anni della
Riforma protestante nel 1830,
utilizzando nei movimenti esterni
spunti tematici tratti dalla musica
liturgica e ricercando un carattere
grandioso e solenne, a tratti
enfatico. Il primo movimento
è introdotto da un Andante
costruito su reminescenze
ecclesiastiche: un Magnificat
gregoriano e il cosiddetto Amen
di Dresda, una formula ripresa da
molti compositori dell’Ottocento
tedesco. A queste citazioni
rispondono squilli dei fiati che
portano al primo tema, solenne
e marcato, caratterizzato da
sonorità di fanfara. Il secondo
tema, esposto dagli archi, apre una
breve parentesi lirica, ma l’impeto
del primo tema torna presto
a dominare la scena.
Il secondo movimento si apre con
un tema ritmicamente incisivo
dei fiati, a cui rispondono prima
gli archi e poi l’intera orchestra.
Dopo una sezione distesa e serena,
incentrata su una melodia di
violoncelli e viole, il movimento
si conclude con una ripresa
accorciata del tema iniziale.
Il brevissimo terzo movimento
è dedicato a un cantabile dei violini
accompagnati dagli altri archi,
interrotto da due interventi di
flauti e fagotti, e ha la funzione di
preparare l’ascoltatore al quarto
movimento, il più importante della
Sinfonia. Questo finale si apre con
il tema del Corale Ein’ feste Burg
“Reminescenze
liturgiche e enfasi
retorica esaltano
l’affermazione della
fede protestante”
ist unser Gott (Una salda fortezza
è il nostro Dio), un manifesto del
protestantesimo, esposto dai
fiati con sonorità che imitano
l’organo e subito ripetuto sul
tumulto degli archi. Un’ampia
sezione drammatica sviluppa
quindi alcuni frammenti del tema
con sonorità grandiose, e, dopo
un breve momento di grande
ATMOSFERE SACRALI
Il materiale tematico della Sinfonia
Riforma fa spesso riferimento ad
atmosfere liturgiche; fra le molte
reminescenze spiccano tre citazioni
letterali. La Sinfonia inizia con una
formula gregoriana per il canto del
Magnificat e utilizza poi più volte
l’Amen di Dresda. Questa formula
melodica (introdotta all’inizio del
XIX secolo alla Hofkirche di Dresda
per intonare l’Amen e ancora in
uso) percorre tutto il Romanticismo
tedesco: la si ritrova con un ruolo
importante nella IX Sinfonia di
Bruckner, nella I Sinfonia di Mahler
e in alcune opere di Wagner;
in particolare nel Parsifal l’Amen di
Dresda simboleggia musicalmente
il Sacro Graal. Il finale della Sinfonia
Riforma è invece basato sul Corale
Ein’ feste Burg ist unser Gott (Una
salda fortezza è il nostro Dio),
composto (sia per il testo che
per la musica) da Lutero
nei primi anni della Riforma
e diventato un simbolo identitario
del protestantesimo.
delicatezza e quiete, la Sinfonia
termina con una imponente
riaffermazione del Corale.
Sinfonia n. 2 in Si bemolle
maggiore Lobgesang (Canto di lode)
per soli, coro e orchestra, Op. 52
Anche questa sinfonia fu composta
per un’occasione celebrativa:
il quattrocentesimo anniversario
dell’invenzione della stampa nel
1840. È un’opera di proporzioni
monumentali, descritta dall’autore
come una Sinfonia-cantata: si
compone infatti di una prima parte
strumentale e di una seconda
parte in cui all’orchestra si
aggiungono due soprani, un tenore
e il coro. Il testo è una serie di
versetti biblici (a cui è aggiunto un
corale luterano di ringraziamento)
che esaltano la vittoria del
Signore sulle tenebre: un omaggio
alla prima opera stampata da
Gutenberg, appunto la Bibbia,
e una celebrazione indiretta della
sua invenzione, che diffonde la luce
della conoscenza. I tre movimenti
orchestrali, concatenati fra di
loro, presentano i temi principali
della Cantata con un’alternanza di
caratteri, dalla solennità maestosa
del brano iniziale all’intimismo
dell’Allegretto fino al raccoglimento
solenne dell’Adagio. La Cantata si
apre con un grandioso coro che
alterna declamazione accordale
e contrappunto, secondo un
procedimento tipico di Handel e
molto usato da Mendelssohn nella
“Una entusiasmante
celebrazione del trionfo
della luce sulle tenebre
che raccoglie l’eredità
della IX Sinfonia di
Beethoven.”
sua musica sacra. Un dialogo fra
soprano e coro femminile prepara
l’atmosfera più intima dell’aria
del tenore, basata su una melodia
semplice e distesa. Un coro dal
carattere narrativo conduce al
duetto dei due soprani, dalle
sonorità delicate e affascinanti.
Un drammatico intervento del
tenore evoca le tenebre della
morte, ma il coro irrompe
rappresentando il trionfo della
luce, lodata anche con un Corale
liturgico, secondo la prassi tipica
delle Cantate bachiane. Il duetto
fra soprano e tenore è un ultimo
momento di riflessione lirica prima
della conclusione trionfale.
OLEG
CAETANI
Si è formato al Conservatorio di
Santa Cecilia, con Franco Ferrara
e Irma Ravinale, al Conservatorio
di Mosca, con Kirill Kondrashin,
diplomandosi con il massimo
dei voti al Conservatorio di San
Pietroburgo con Ilya Mussin.
Vincitore del concorso alla Rai di
Torino e del “Karajan” a Berlino,
ha iniziato la sua carriera alla
Berlin State Opera assistendo
Otmar Suitner. La musica di
Čajkovskij ha un ruolo importante
nel suo repertorio: dalla prima
opera da lui diretta (Eugenij
Onegin, 1981), ai successivi La
pulzella d’Orléans a Strasburgo,
La dama di picche a Stoccarda
e Lo schiaccianoci a Zurigo; ha
inciso tutte le Sinfonie, compresa
Manfredi (2008). Fra i compositori
che ha particolarmente a cuore:
Šostakovič – di cui ha tradotto
il libretto del Naso in tedesco
(Francoforte, 1991) e diretto
la prima italiana di Moscow
Cheriomushki (2007) – e Enescu
(per cui ha ricevuto la Legion
d’onore della Repubblica di
Romania). Si è dedicato anche
a compositori meno noti quali
Mosolov, Pizzetti e Gerhard. Dirige
regolarmente la Sydney Symphony
Orchestra, Staastkapelle Dresden,
Maggio Musicale Fiorentino,
Orchestra Sinfonica di Milano,
Munich Philharmonic,
Symphonieorchester des
Bayerischen Rundfunks,
Gewandhausorchester,
Wiener Symphoniker,
Orchestre National de
Radio France, Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai,
Yomiuri Orchestra. Nel 2001
ha debuttato alla Scala con
Turandot; fra gli ultimi successi
Don Pasquale al Maggio Musicale
Fiorentino, Khovanchina all’English
National Opera, l’Olandese volante
al Teatro dell’Opera di Roma,
L’enfant et les sortilèges al Théâtre
des Champs-Élysées, La voix
humaine, Il castello del principe
Barbablù e Don Carlos a Colonia,
Madama Butterfly a Berlino,
all’ENO a Londra e a Oslo,
La bohème a Londra.
MARGARETA
KLOBUČAR
Soprano
Nata in Croazia, ha iniziato gli
studi musicali sotto la guida
di Marica Pernar, continuando
poi presso l’Università per la
Musica e le Arti sceniche di
Vienna, con gli insegnanti Holl
e Donner. Successivamente ha
vinto il Primo Premio al Concorso
Internazionale “Ferruccio
Tagliavini” a Deutschlandsberg
(1998), ed è risultata finalista ai
Concorsi “Belvedere” a Vienna
(1999) e “Ondina Otta” a Marburg.
Dal 2001 è impegnata al Teatro
dell’Opera di Graz, dove ha
interpretato molti ruoli delle opere
di Mozart (Ilia, Susanna, Donna
Elvira, Despina, Pamina, Servilla,
Prima Dama), Donizetti (Adina,
Lucia, Maria Stuarda, Norina),
Puccini (Musetta, Liu, Mimi),
Verdi (Violetta, Gilda, Oscar, Alice
Ford), Richard Strauss (Zdenka,
Sophie, Zerbinetta a Olimpia), oltre
a Lulu, Manon Lescaut, Jenny
Hill e vari ruoli d’operetta (Franzi
Cagliari, Adele). Come ospite si
è esibita nei più importanti teatri
internazionali: a Klagenfurt (Adina,
Prima Dama), Zagabria (Violetta
e Gilda), Rijeka (Violetta), Skopje
(Gilda), Staatsoper di Berlino
(Sophie), Amburgo (Zdenka),
Linz (Sophie), Praga (Adina),
Marsiglia (Sophie), Nancy (Lulu
Suite), Bregenz (La piccola Volpe
astuta), Essen (Euridice), Mörbisch
(Franzi Cagliari), Stoccarda (Ilia),
Vienna Chamber Opera (Madame
Silberklang e Euridice), Innsbruck
(Jenny Hill) e Zurigo (Donna
Elvira). Oltre a quella lirica, vanta
un’intensa attività concertistica.
MAGDALENA
RENWART
Soprano
Tirolese di nascita, è cresciuta in
Toscana. Dopo aver conseguito la
maturità classica si è laureata in
Italianistica presso la Facoltà di
Lettere di Firenze. Ha iniziato i suoi
studi di canto con il Maestro Walter
Alberti-Scatarzi al Conservatorio
statale di musica “Luigi Cherubini”
di Firenze. Si è diplomata poi al
Conservatorio di musica Santa
Cecilia a Roma ed ha conseguito il
titolo di Master of Arts alla Scuola
d’opera della Konservatorium
Wien Privatuniversität di Vienna e
di Bachelor of Arts in pedagogia
vocale all’Università di Musica e
Spettacolo di Vienna. Ha proseguito
i suoi studi con il Prof. Gerhard
Kahry, perfezionandosi anche
con Julia Hamari e Artur Korn.
Magdalena Renwart ha vinto il
Terzo Premio del Concorso lirico
internazionale “Myricae” nel 2010
ed ha successivamente sviluppato
un’intensa attività concertistica
in Italia, Austria, Germania, Cina
e Hong Kong. Nel 2015 è stata
scritturata dal Maggio Musicale
Fiorentino per la copertura di
Leonore in Fidelio.
MARK
ADLER
Tenore
Nato a Berlino, ha debuttato nel
ruolo di Tamino in Die Zauberflöte
al Festival d’Art Lyrique d’Aix-enProvence e in seguito ha esordito
all’Opéra di Losanna, alla Fenice
di Venezia, all’Opéra di Lione,
al Festival Internazionale di
Edimburgo e all’Opéra di Rouen.
Ha fatto parte della compagnia
stabile del Wuppertaler Bühnen
e del Musiktheater im Revier di
Gelsenkirchen, dove ha cantato nei
ruoli di Tamino, Fenton in Falstaff,
Nemorino in L’elisir d’amore,
Ferrando in Così fan tutte e Ramiro
ne La Cenerentola. Nel corso
della sua carriera ha cantato nel
Il ritorno d’ Ulisse diretto da
Philippe Pierlot al Théâtre de la
Monnaie di Bruxelles e al Lincoln
Center di New York; Nemorino
ne L’elisir d’amore all’Opera
di Colonia; Belmonte in Faust
di Gounod, Hans ne La sposa
venduta, Léopold in La Juive
e Tassilo in Contessa Maritza
allo Staatstheater di Darmstadt,
dove ha cantato dal 2005 al 2010;
Matteo in Arabella a Innsbruck ed
Aquisgrana; Max in Der Freischütz
al Teatro Hagen, il conte Zedlau
in Sangue viennese e il conte René
in Madame de Pompadour alla
Volksoper Wien, Hans nella Sposa
venduta allo Staatstheater
di Wiesbaden, Narraboth in
Salomè allo Staatstheater
di Darmstadt. Ha debuttato
recentemente i ruoli di Zarevich
in Lo Zarevich alla Staatsoperette
di Dresda e di Luzio in Das
Liebesverbot all’Oper Leipzig
e al Teatro Verdi di Trieste.
2° CONCERTO
PROGRAMMA
A venerdì 18 settembre 20:30
B sabato 19 settembre 18:00
Sinfonia n. 2
in Re maggiore, Op. 36
Direttore
RYUSUKE NUMAJIRI
Pianoforte
MICHELE CAMPANELLA
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
Solisti del coro
ELENA BOSCAROL, SIMONETTA CAVALLI,
SILVIA VERZIER, ROBERTO MIANI,
GIULIANO PELIZON, DAX VELENICH
MUSICHE DI
LUDWIG VAN BEETHOVEN
(1770-1827)
Adagio molto – Allegro con brio
Larghetto
Scherzo. Allegro
Allegro molto
Terzo Concerto
in Do minore
per pianoforte
e orchestra, Op. 37
Allegro con brio
Largo
Rondò. Allegro
Fantasia in Do minore
per pianoforte, soli, coro
e orchestra, Op. 80
Adagio
Allegro
Allegretto ma non troppo
L
e opere in programma
presentano tre aspetti
molto differenti della prima
maturità di Beethoven,
fondamentali per il suo
sviluppo successivo: nella Seconda
Sinfonia la scrittura orchestrale
si distacca dai modelli di Haydn e
Mozart, e viene affinata la tecnica di
costruire ampie strutture sulla base
di spunti tematici minimi e molto
caratterizzati.
Il Terzo Concerto per pianoforte
e orchestra è il primo tentativo di
trasformare questo genere in un
drammatico scontro fra solista
e orchestra, pur senza rinunciare
a brillantezza ed espansione
melodica. Infine la Fantasia corale,
un eccentrico lavoro di occasione,
conclude il programma con una
trionfale affermazione di gioia.
Sinfonia n. 2 in Re maggiore, Op. 36
Beethoven compose la sua Seconda
Sinfonia tra il 1800 e il 1802, in
un periodo reso molto difficile
dall’aggravarsi della sordità, che
proprio in questi anni costrinse il
musicista a ritirarsi dalla società
e a ridurre drasticamente l’attività
concertistica. L’angoscia del
musicista si riversò nel celebre
Testamento di Heiligenstadt, un
appassionato e disperato scritto
autobiografico, ma non se ne
trova traccia in questa sinfonia,
colma di buonumore. Dopo una
introduzione lenta, all’avvio del
primo movimento un brusco motivo
dei bassi contagia tutta l’orchestra
in un culmine di sonorità, che sfocia
improvvisamente nel secondo
tema, dal carattere di fanfara.
Le due idee vengono sviluppate
frammentandole in cellule minime,
creando una tensione che non si
placa nemmeno con l’esplosione
della ripresa: per sfogarla è
necessaria una coda piuttosto
estesa. Il secondo movimento,
nonostante brevi momenti dalla
sonorità massiccia, è un’oasi di
riposo, in cui fiati e archi dialogano
con melodie liriche e distese. Per la
prima volta Beethoven sostituisce
in una sua Sinfonia il minuetto
con uno scherzo, basato su spunti
brevissimi e forti contrasti di
sonorità. Queste caratteristiche si
“Frammentazione,
contrasti, sorprese:
una Sinfonia piena
di umorismo
e buonumore”
ritrovano nel quarto movimento: le
idee musicali vengono polverizzate
in un gioco ricco di effetti
umoristici, e l’opera si conclude
brillantemente.
Terzo Concerto in Do minore per
pianoforte e orchestra, Op. 37
A partire dall’Ottocento, il concerto
solistico, soprattutto quello per
pianoforte, è la forma strumentale
drammatica per eccellenza: uno
strumento viene contrapposto
ad un’intera orchestra, e il
virtuosismo solistico si confronta
con il peso sonoro della massa.
Il Terzo concerto di Beethoven,
UNA SERATA STORICA
La composizone della Fantasia
Corale è legata a uno straordinario
concerto di proprie musiche
tenuto da Beethoven a Vienna il
22 dicembre 1808. Il programma
era gigantesco, e comprendeva la
Quinta e la Sesta Sinfonia (entrambe
in prima esecuzione) e il Quarto
Concerto per pianoforte e orchestra,
intervallati da un’aria per soprano
e orchestra e da brani della Messa
in Do maggiore. Il concerto doveva
terminare con la Quinta sinfonia,
ma all’ultimo momento Beethoven
decise di comporre un nuovo brano
brillante che riunisse i solisti, il coro
e l’orchestra. La Fantasia venne così
scritta in gran fretta, rielaborando
una composizione precedente,
e fu eseguita quasi senza prove per
mancanza di tempo. La cadenza
iniziale del pianoforte solo fu
composta addirittura soltanto dopo
l’esecuzione: Beethoven non aveva
avuto il tempo di scriverla e in
quella storica serata fu costretto
ad improvvisarla sul momento.
composto proprio nel 1800,
è tra i primi così concepiti, ed
è il primo di cui l’autore fosse
pienamente soddisfatto. Il primo
movimento inizia con una estesa
esposizione orchestrale. Il primo
tema, di carattere marziale,
è presentato in un serrato scambio
di affermazioni tra le sezioni
dell’orchestra; il secondo tema, più
disteso, porta la calma, ma presto
ritorna il primo tema, e il solista,
entrato con una enfatica sequenza
di scale, inizia a rielaborare
e arricchire tutti i materiali.
Il pianoforte domina la scena
e l’orchestra non riesce mai
a scalfirne il predominio, fino
alla virtuosistica cadenza che
conclude il movimento. L’equilibrio
si ristabilisce nel secondo
movimento, lirico e cantabile,
in cui gli spunti melodici sono
spesso affidati all’orchestra,
e vengono impreziositi dal
pianoforte con figurazioni
decorative. Nel terzo movimento
l’atmosfera si distende: numerosi
episodi molto caratterizzati si
alternano al tema principale,
offrendo l’occasione per una
scrittura pianistica brillante,
che culmina in una breve coda
in Do maggiore.
Fantasia in Do minore
per pianoforte, soli, coro
e orchestra, Op. 80
Questo lavoro, di organico e forma
insoliti e dal carattere brillante
e ottimistico, fu scritto da
Beethoven nel 1808 come brano
conclusivo di un importante
“Un drammatico scontro
fra pianoforte e
orchestra e una svolta
fondamentale per il
genere del Concerto”
concerto di proprie musiche. Il
tema principale è tratto da una
composizione per voce e pianoforte
di qualche anno prima, ma il
testo fu sostituito per l’occasione.
Dopo un Adagio dal carattere
di improvvisazione, affidato
al pianoforte solo e concluso
da un misterioso scambio di
spunti fra solista e orchestra,
in un solare Do maggiore il
pianoforte accompagnato dai
corni (una bizzarria strumentale
di effetto umoristico) espone il
tema principale, squadrato e
popolareggiante. Seguono alcune
variazioni, in cui il tema viene
ripreso dal flauto, dagli oboi, dai
clarinetti e dai fagotti, sempre con
l’accompagnamento del solista.
Il ritorno del tema a piena orchestra
e una breve transizione conducono
al Do minore iniziale e a un esteso
e drammatico episodio di sviluppo.
Dopo una scena pastorale, una
allegra marcia e una espansone
lirica del solista, su figurazioni
virtuosistiche del pianoforte le voci
femminili, poi quelle maschili e
infine il coro riunito intonano sul
tema principale un convenzionale
elogio della pace e dell’amore, che,
interrotto da brevi interventi dei soli,
corona trionfalmente la fantasia.
RYUSUKE
NUMAJIRI
Nominato nel 2013 Direttore
musicale generale del Teatro di
Lubecca, Ryusuke Numajiri è
Direttore artistico della Biwako
Hall di Shiga e Direttore musicale
dei Tokyo Mozart Players. Dalla
sua vittoria della Besançon
International Conducting
Competition (1990), conduce
le orchestre più importanti
del mondo tra cui la London
Symphony Orchestra, Orchestra
Sinfonica Giuseppe Verdi di
Milano, Sydney Symphony
Orchestra, Orchestre du
Capitole de Toulous, Wiener
Kammerorchester, China
Philharmonic Orchestra, NHK
Symphony Orchestra, Bilbao
Symphony Orchestra. Appassionato
del repertorio contemporaneo,
ha diretto la Peace Symphony di
Glass, Doktor Faust e il Concerto
per pianoforte di Busoni, Der
Zwerg di Zemlinsky, Notturno di
Schönberg, Spectral Canticle di
Takemitsu, così come le opere di
Andriessen, Gecki, Ligeti, Berio,
Xenakis, Matthews, Rott, Nodaira.
Con la Nagoya Philharmonic
Orchestra, ha portato in tour
europeo Ceremonial di Takemitsu e
Turangalila-Symphonie di Messiaen.
Nel 2006 ha diretto la Deutsches
Sinfonie-Orchester di Berlino
nel concerto in memoria
di Takemitsu. Ha inoltre
condotto varie opere, tra cui
Der Rosenkavalier, Salomè,
Tristan und Isolde, Tannhäuser,
Rokumeikan (di Ikebe), Don
Giovanni e Così fan tutte. Nella
sua discografia: il Cantico
del Sole e il Concerto
per violoncello di Gubaidulina con
la London Symphony Orchestra e
Rostropovich per la EMI Classics,
opere di Takemitsu con la Tokyo
Orchestra Metropolitan Symphony
per Denon, la Settima Sinfonia di
Mahler con la Tokyo Philharmonic,
la Seconda Sinfonia Lobgesang
di Mendelssohn con la Century
Orchestra di Osaka, le Sinfonie
di Beethoven con i Tokyo Mozart
Players per Exton e
Japanese Orchestral
Favourites con la
Tokyo Metropolitan
Symphony
Orchestra per
Naxos.
MICHELE
CAMPANELLA
Pianoforte
Formatosi alla scuola pianistica
napoletana di Vincenzo Vitale,
Michele Campanella è un artista
di temperamento versatile; questa
sua caratteristica lo ha portato ad
avvicinare autori quali Clementi,
Weber, Poulenc, Busoni, Rossini,
Brahms, Ravel e Liszt ed è
considerato internazionalmente
uno dei maggiori virtuosi e
interpreti lisztiani. Ha suonato con
le principali orchestre europee
e statunitensi, collaborando con
direttori quali Abbado, Gelmetti,
Inbal, Mackerras, Mehta, Muti,
Prêtre, Salonen, Sawallisch,
Schippers, Soudant, Steinberg,
Thielemann. È frequentemente
invitato in Australia, Russia,
Gran Bretagna, Cina, Argentina
ed è stato ospite dei festival
internazionali di Lucerna, Vienna,
Praga, Berlino e Pesaro.
Negli anni recenti si è esibito
come direttore-solista con le più
prestigiose orchestre italiane.
Nel 2011, bicentenario della
nascita di Franz Liszt, ha dedicato
interamente la sua attività di
pianista e direttore d’orchestra
al compositore ungherese,
impegnandosi in una lunga serie
di concerti solistici in Italia e
all’estero, di cui ricordiamo le
esibizioni a Chicago assieme
a Riccardo Muti e alla Chicago
Symphony Orchestra. Titolare
della cattedra di pianoforte
all’Accademia Chigiana di Siena
dal 1986 al 2010, per otto anni ha
tenuto corsi di perfezionamento
a Ravello. Dirige il Centro di
Studi pianistici Vincenzo Vitale
dell’Accademia Europea di Musica
e Arti dello Spettacolo di Napoli;
è membro dell’Accademia di Santa
Cecilia, dell’Accademia Filarmonica
Romana e dell’Accademia
Cherubini di Firenze; di recente
è stato nominato Direttore artistico
del Maggio della Musica di Napoli.
Dal 2008 è Presidente della
Società Liszt, chapter italiano
dell’American Liszt Society.
Tra i riconoscimenti da citare il
Gran Prix du Disque che la Società
“Franz Liszt” di Budapest gli ha
conferito nel 1976, 1977 e nel 1998,
la medaglia ai “meriti lisztiani” del
Ministero della Cultura ungherese
(1986), il prestigioso Premio Scanno
per la Musica e il Premio Grotta
di Tiberio per l’interpretazione
musicale (2012). Nel 2014 è stato
insignito dell’onorificenza di
Cavaliere dell’Ordine “Al Merito
della Repubblica Italiana”.
Michele Campanella è Artista
Ufficiale Yamaha.
3° CONCERTO
A venerdì 25 settembre 20:30
B sabato 26 settembre 18:00
Direttore
GIANLUIGI GELMETTI
Soprano ANGELA NISI
Tenore MARCO CIAPONI
Basso d.d.
Maestro del Coro ALBERTO MACRÌ
MUSICHE DI
FRANZ JOSEPH HAYDN
(1732-1809)
PROGRAMMA
Die Schöpfung (La Creazione)
Oratorio per soli, coro e orchestra
N
egli anni 1791-92
e 1794-95, su invito
dell’impresario Johann
Peter Salomon, Haydn
si recò a Londra, dove
la sua musica era grandemente
apprezzata. I soggiorni londinesi
furono ricchi di successi e videro
la composizione di molte opere
importanti. Durante i periodi
trascorsi oltremanica Haydn ebbe
inoltre occasione di ascoltare gli
oratori di Handel e ne rimase
molto colpito. Caratteristici
di questi oratori, molto amati
dagli inglesi, sono i grandi brani
corali, la struttura operistica, le
impegnative arie solistiche, la
monumentalità della scrittura,
le sonorità imponenti (le esecuzioni
impegnavano talvolta centinaia
di musicisti) e una relativa
semplificazione del contrappunto
in favore di vaste architetture
sorrette dalla melodia.
Visto lo spettacolare successo
dei soggiorni inglesi di Haydn,
Salomon pensò ad un terzo
viaggio, nel quale il compositore
si sarebbe presentato non più
come sinfonista ma appunto
come successore di Handel, e gli
procurò un testo per un oratorio
tratto dalla Genesi, dai Salmi e dal
Paradiso perduto di Milton. Questo
testo fu poi tradotto in tedesco dal
barone van Swieten, una figura
centrale per la riscoperta di Bach
e Handel a Vienna. L’oratorio fu
composto fra il 1797 e il 1798 ed
eseguito a Vienna nel 1799. Il terzo
viaggio a Londra non si realizzò,
ma l’esperienza della Creazione
portò Haydn a comporre, nel
1801, un secondo oratorio, Le
Stagioni. La composizione della
Creazione impegnò profondamente
il compositore, che disse di viverla
come un’esperienza profondamente
spirituale, e dichiarò di sentire
propria la missione di portare la
felicità agli uomini, e di trarre da
questa consapevolezza la forza
per procedere in un lavoro
tanto faticoso.
L’oratorio è diviso in tre parti:
le prime due sono dedicate alla
creazione vera e propria, secondo
il racconto della Genesi, mentre
la terza parte è dedicata ai giorni
felici di Adamo ed Eva nel Paradiso
terrestre. I solisti rappresentano
gli arcangeli Gabriele (soprano),
Uriel (tenore) e Raffaele (basso) che
narrano i giorni della creazione;
nella terza parte parlano in prima
persona anche Adamo ed Eva.
I recitativi secchi (accompagnati cioè
dal solo clavicembalo o pianoforte)
intonano le parole della Genesi,
commentate poi da arie e cori.
La prima parte narra la creazione
della luce, della terra e del
firmamento, delle acque e delle
piante. L’oratorio si apre con un
preludio sinfonico che descrive
il caos precedente alla ceazione
con sonorità estraniate, ritmi
incerti e armonie apparentemente
prive di stabilità, preparando
l’effetto grandioso di ritorno
all’ordine dato dalle prime parole
UNA GLORIA TARDIVA
Franz Joseph Haydn era già divenuto
un musicista rispettato e famoso nel
lungo periodo (dal 1761 al 1790) in cui
fu al servizio dei principi Esterházy
come compositore di corte, ma furono
i soggiorni in Inghilterra a renderlo una
celebrità. A Londra Haydn compose
le ultime Sinfonie, che segnano un
notevole approfondimento nel suo stile,
e venne in contatto con gli oratori di
Handel, che ispirarono i suoi due lavori
di questo genere. Al ritorno a Vienna
il musicista fu celebrato come una
gloria nazionale (gli fu tra l’altro dato
l’incarico di mettere in musica l’inno
imperiale), e il giovane Beethoven
venne in città appositamente per
studiare con lui. Fu in questo clima che
ebbero luogo le prime dei due oratori.
Alla prima esecuzione pubblica della
Creazione fu necessaria la polizia a
cavallo per contenere l’afflusso della
folla degli ammiratori, e al termine la
stessa famiglia imperiale, presente al
completo, si unì alle grida di Bravo che
segnarono il trionfo dell’opera.
della Genesi, intonate dal basso,
e dall’apparizione della luce,
realizzata con un improvviso
fortissimo del coro (alla prima
esecuzione a questo punto vi fu un
lungo applauso). Un’aria del tenore
descrive quindi la caduta
di Lucifero. I cori e le arie di questa
prima parte alternano la lode delle
opere di Dio alla descrizione degli
elementi creati; tra i momenti di
maggior rilievo l’aria del tenore
che evoca la comparsa del sole nel
firmamento e il grande coro che
conclude la prima parte.
La seconda parte è dedicata alla
creazione dei pesci, degli uccelli,
degli altri animali e dell’uomo.
I punti salienti di questa sezione
sono il terzetto con coro che
descrive lo stupore davanti alla
terra che inizia a popolarsi e il
recitativo in cui il basso enumera
gli animali che vengono creati:
per ogni animale l’orchestra
propone un breve motivo che lo
caratterizza, senza rinunciare
ad alcuni spunti umoristici,
come la melodia pastorale
associata agli animali domestici
o l’imitazione del ruggito del
leone. La creazione dell’uomo e
della donna è lodata in un’aria
del soprano, che elogia le virtù
di Adamo ed Eva, e la seconda
parte termina con un grandioso
coro che esalta il compimento
dell’opera del Signore.
“Ispirandosi al modello
di Handel, ma con un
linguaggio musicale
nuovo, La Creazione
apre la strada ai grandi
capolavori dell’oratorio
del XIX secolo”
La terza parte, ambientata nel
Paradiso terreste, descrive
i primi giorni felici dell’uomo.
Dopo un preludio
orchestrale che evoca
il crepuscolo
nell’Eden,
Adamo
ed Eva, accompagnati dal coro
degli angeli, lodano Dio e lo
ringraziano, e intonano quindi
un duetto d’amore che, in
contrasto con la solennità fin
qui dominante, ha un marcato
carattere operistico: secondo
alcuni musicologi la seconda
parte richiamerebbe i personaggi
di Papageno e Papagena del
Flauto magico di Mozart. Il tenore
ammonisce quindi Adamo ed Eva
ricordando loro che saranno felici
solo se non vorranno oltrepassare
i limiti a loro imposti, e l’oratorio
può concludersi con un ultimo
canto di lode.
GIANLUIGI
GELMETTI
Allievo di Sergiu Celibidache,
di Franco Ferrara e di Hans
Swarowsky; il debutto con
i Berliner Philharmoniker
ha segnato l’inizio della sua
carriera internazionale che oggi
lo vede ospite delle istituzioni
musicali e delle orchestre più
prestigiose in Italia e all’estero.
È stato Direttore dell’Orchestra
della Radio di Stoccarda,
Direttore Musicale del Teatro
dell’Opera di Roma e Direttore
Principale e Artistico della Sydney
Symphony Orchestra. È Direttore
artistico e musicale dell’Opéra
di Monte-Carlo. Significativo è
il suo rapporto con i Münchner
Philharmoniker, con la Royal
Opera House di Londra e in Italia
con il Rossini Opera Festival.
Particolare attenzione ha riservato
al repertorio italiano e francese
dell’Otto e del Novecento, a Mozart,
Beethoven e Ravel. Vasta la sua
produzione discografica come le
registrazioni video: si segnalano
le Sinfonie di Mozart, l’integrale
delle Sinfonie di Beethoven e di
Brahms, il Deutsches Requiem di
quest’ultimo, e ancora Stravinskij,
Berg, Webern, Varèse
e Rota. Fra le sue
composizioni ricordiamo:
In Paradisum deducant te
Angeli (dedicato a Franco
Ferrara), Algos, Prasanta
Atma (in memoria di Sergiu
Celibidache), Cantata della
Vita (commissionata dal
Teatro Comunale di Bologna).
Accademico dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia e della
Pontificia Accademia di Belle Arti
e Lettere dei Virtuosi al Pantheon,
è Docente di Direzione d’orchestra
all’Accademia Musicale Chigiana.
È stato insignito dell’onorificenza
di “Chevalier de l’Ordre des Arts
et des Lettres” in Francia e di
“Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine
e Merito della Repubblica Italiana”.
È Direttore Onorario del Teatro
Verdi di Trieste.
ANGELA
NISI
Soprano
Nata a Brindisi, si è diplomata
in canto al Conservatorio di
Monopoli, conseguendo anche il
Master di alto perfezionamento
e continuando poi gli studi con
Margaret Baker-Genovesi e
Manuela Custer. Si è perfezionata
alla Scuola di Arti Sceniche per
Cantanti del Teatro Stabile di
Torino e all’Accademia di Santa
Cecilia a Roma. Finalista in
numerosi concorsi internazionali
è risultata vincitrice ai concorsi
“Francesco Provenzale” (Napoli),
“Mattia Battistini” (Rieti 2007),
“Ottavio Ziino” (Primo Premio
assoluto “Angelica Tuccari”). Ha
debuttato in Carmen (Micaëla) nel
2010 al Festival di Bassano del
Grappa, dove ha poi interpretato
anche Lucia di Lammermoor
(Lucia) e Don Giovanni (Donna
Anna). Nel 2013 ha interpretato
Oscar in Un ballo in maschera
al Teatro Massimo Bellini di
Catania, Violetta ne La traviata al
Varna Summer Festival, Giulietta
in Un giorno di regno al Reate
Festival, Musetta ne La bohème
presso l’Aalto-Theater di Essen;
è stata protagonista nei Carmina
burana presso il Teatro San Carlo
di Napoli e ha cantato la Petite
Messe Solennelle di Rossini presso
l’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia a Roma. Recente il suo
successo per l’interpretazione di
Kristina nella prima mondiale de
Le Braci di Tutino al Festival di
Martina Franca. Ha collaborato
con direttori quali Pappano,
Bernacer, Berrini, Ceccato, Cura,
Lanzillotta.
MARCO
CIAPONI
Tenore
Nato nel 1989 a Barga (Lucca),
ha iniziato la sua formazione
musicale sotto la guida di
Rebecca Berg e Giuseppe
Sabbatini, per poi iscriversi
all’Accademia Internazionale
del Bel Canto di Modena.
Giovanissimo, riscuote grande
successo in importanti concorsi
internazionali: “Spiros Argiris”;
“Magda Olivero” (finalista);
“Ottavio Ziino”; “Beniamino
Gigli jr” (terzo premio); “Adriano
Belli”; “Pertile”. Nel 2015 è il
vincitore assoluto del prestigioso
concorso “Flaviano Labò” e del
Concorso Internazionale Voci
Verdiane di Busseto. Tra gli
impegni degli esordi ricordiamo le
operette Acqua cheta, Il paese dei
campanelli e Cin Ci Là oltre a vari
concerti a Pescara, Monte Silvano,
Sanremo, Torino e Bologna. Nel
maggio del 2008 fa il suo debutto
come Rodolfo ne La bohème a
Portoferraio. È stato selezionato
per il progetto Cantiere Lirico al
Teatro Goldoni di Livorno. Il suo
repertorio include opere quali:
Gianni Schicchi, Rigoletto, Traviata,
Lombardi alla prima crociata,
L’elisir d’amore, Il barbiere di
Siviglia, Lucia di Lammermoor.
Ha interpretato Tamino nel Flauto
Magico in una riduzione dell’opera
per bambini con la compagnia
teatrale FantaTeatro di Bologna,
è stato Alfredo Germont nella
Traviata a Cremona e Nemorino ne
L’elisir d’amore a Lucca, Piacenza
e Ravenna. Prossimamente
debutterà come Don Ottavio in
Don Giovanni a Tirana e a Trieste.
4° CONCERTO
PROGRAMMA
A venerdì 2 ottobre 20:30
B sabato 3 ottobre 18:00
Tre Pezzi per orchestra
Direttore
Sinfonia n. 5 in Si bemolle
maggiore
SAMRA GULAMOVIĆ
MUSICHE DI
ANTON BRUCKNER
(1824-1896)
Adagio – Allegro
Adagio
Scherzo. Molto vivace
Finale: Adagio – Allegro moderato
O
ccupato come maestro
di scuola e già eccellente
organista (titolare
del grande organo
dell’abbazia di
Sankt Florian, presso Linz)
e compositore di musica sacra,
nel 1855 il trentunenne Bruckner
decise di approfondire gli studi di
composizione a Vienna sotto la
guida di Simon Sechter
e poi di Otto Kitzler, che lo avviò
alla musica orchestrale e alla
conoscenza delle opere di Wagner.
I tre pezzi furono composti nel
1862 come lavoro di scuola, e sono
il primo tentativo di Bruckner
di scrivere per sola orchestra.
Nonostante l’estrema brevità
questi brani formano una piccola
sinfonia in miniatura, e dimostrano
la maestria caratteristica delle
grandi composizioni della
maturità. Il primo pezzo è
costruito con grande economia di
mezzi: un solo tema dal fraseggio
classicamente simmetrico, forma
chiaramente tripartita e armonia
semplice, che si limita a poche
modulazioni di grande effetto;
le caratteristiche più evidenti
sono l’ampio respiro melodico
e l’uso dei colori dell’orchestra
per sottolineare l’elaborazione
del tema (i protagonisti sono i
violoncelli, gli ottoni, i violini e il
flauto). Il secondo pezzo inizia
con un accompagnamento
“L’ampiezza melodica
di Bruckner è già
evidente nelle sue
prime composizioni
per orchestra”
mormorante degli archi, su cui si
svolge un dialogo tra oboe
e fagotto. Nella sezione centrale
prendono rilievo i violini e un ritmo
incalzante conduce ad un piccolo
culmine di sonorità e di tensione,
prima della ripresa del tema
iniziale e della brevissima coda.
Il terzo pezzo, formato come gli
altri da tre sezioni, ha il carattere
di un animato finale, con motivi
brevi e incisivi che creano un clima
più leggero e festoso rispetto ai
due brani precedenti. Nella parte
centrale vengono accennati dei
dialoghi fra gli strumenti, alternati
a brevi momenti di accumulo di
inquietudine, ma l’atmosfera serena
non viene mai realmente turbata.
Sinfonia n. 5 in Si bemolle maggiore
In questa sinfonia, composta fra il
1873 e il 1875, si possono ritrovare
molti degli elementi caratteristici
della scrittura orchestrale di
Bruckner: la predilezione per
i temi di ampio respiro, che
nascono lentamente dalle
profondità dell’orchestra, il
passo maestoso degli sviluppi,
la furia angosciosa degli scherzi,
l’approfondita elaborazione
contrappuntistica e i solenni
corali che coronano i momenti
culminanti. Riprendendo una
consuetudine del classicismo
viennese, il primo movimento
della Sinfonia comincia con
un’introduzione lenta, che
TRA MODESTIA
E GRANDEZZA
Il tratto più caratteristico della
figura di Anton Bruckner è
l’ambivalenza. La monumentalità
e la profondità delle sue
composizioni, in particolare
delle sinfonie, contrasta con la
personalità del compositore come
appare dalle testimonianze dei
contemporanei: un uomo modesto
fino all’autodenigrazione,
estremamente religioso e molto
semplice (è noto l’aneddoto
che vede Bruckner ringraziare
il celebre direttore d’orchestra
Hans Richter, dopo un’esecuzione
della IV Sinfonia, donandogli
un tallero per bere una birra
alla sua salute).
Questi aspetti caratteriali,
insieme alla venerazione per
Wagner, allora inviso alle figure
dominanti della vita musicale di
Vienna, contribuirono a rendere
difficile l’affermazione delle
sue opere, che furono spesso
pesantemente osteggiate durante
la vita del compositore.
presenta un tema di corale
(interrotto da un breve episodio
agitato) destinato a tornare più
volte nel corso dell’opera.
L’Allegro si apre con un gesto
tipico di Bruckner: sotto un
tremolo dei violini si forma
“In questa Sinfonia
si ritrovano tutti
gli elementi tipici
dello stile maturo di
Bruckner.”
lentamente un’ampia melodia,
che nasce da viole e violoncelli
e coinvolge gradualmente tutta
l’orchestra. Misteriosi pizzicati
e reminescenze del corale si
alternano a frasi cantabili
e a scoppi di sonorità; il
ritorno delle prime battute
dell’introduzione avvia
una vasta sezione in
cui tutti gli spunti
tematici vengono
intrecciati,
fino ad una
conclusione perentoria segnata
dagli squilli degli ottoni. L’Adagio
prende avvio in un clima di grande
suggestione: accompagnato
dai pizzicati degli archi, l’oboe
intona una larga melodia, a cui si
uniscono gli altri fiati. La risposta
degli archi porta ad un momento
di grande concitazione e impegno
contrappuntistico. I temi vengono
frammentati e percorrono tutte
le famiglie dell’orchestra, finché
la prima idea viene riesposta con
sonorità avvolgenti e il movimento
si spegne sugli stessi pizzicati che
lo avevano aperto. Lo Scherzo
ripropone lo stesso
tema iniziale
dell’Adagio, ma ne stravolge
radicalmente il carattere: qui tutto
è teso e drammatico,
e l’atmosfera inquietante e
sinistra; solo il breve trio,
delicato e sognante, interrompe
brevemente l’angoscia che
domina questo movimento senza
però riuscire a cancellarla. Il
Finale inizia con un omaggio al
movimento conclusivo della IX
Sinfonia di Beethoven: Bruckner
ripropone infatti in breve
successione i temi principali
presentati nei movimenti
precedenti, prima di affermare
il motivo principale in una
esposizione fugata. Una
seconda idea, che ricorda
la sezione centrale dello
scherzo, conduce ad un
imponente corale degli
ottoni. Inizia quindi una fuga
molto estesa ed elaborata,
che porta la tensione
ad un culmine risolto
dalla massiccia apoteosi
conclusiva.
SAMRA
GULAMOVIĆ
Nata a Sarajevo, si è formata
all’Accademia di Musica della
sua città natale, laureandosi
e frequentando il Master in
musica presso il Dipartimento di
composizione e direzione, nelle
classi dei proff. Teodor Romanic
e Julio Maric.
Nel corso
degli anni
dedicati allo studio
è stata stata Direttore
Artistico del Ottetto vocale
“Preporod” ed ha fondato
e diretto l’Ensemble vocale
femminile “Allegro” con i quali
ha conseguito grandi successi e
vinto numerosi premi in concorsi
e festival internazionali; ha
guidato il Coro dell’Opera del
Teatro Nazionale di Sarajevo e
nel 1998 ha iniziato a lavorare
per l’Orchestra Filarmonica di
Sarajevo come assistente del
direttore d’orchestra.
Ha frequentato la Scuola estiva
di Direzione a Basilea nel 1997
e a Lione nel 1999 e quindi
ha iniziato a dirigere fuori dei
confini della Bosnia-Erzegovina
sul podio dell’Orchestra
Sinfonica Internazionale
“Aidimos”.
La rivista “Woman 21”, nel
2001, l’ha segnalata per il suo
successo nel campo delle Arti.
È stata premiata dal Centro per
la Pace di Sarajevo con il Premio
“Freedom”. Dal 2008 è Direttore
dell’Orchestra Filarmonica di
Sarajevo ma numerosi sono
anche le sue esibizioni con altre
orchestre in Turchia, Francia,
Germania, Svizzera e Italia. Nel
2009 assume anche la carica di
Direttore del Balletto del Teatro
Nazionale di Sarajevo.
5° CONCERTO
PROGRAMMA
A giovedì 8 ottobre 20:30
B venerdì 9 ottobre 20:30
Sinfonia n. 40
in Sol minore,
KV 550
Direttore
GIANLUIGI GELMETTI
MUSICHE DI
WOLFGANG AMADEUS MOZART
(1756-1791)
Allegro molto
Andante
Menuetto. Allegretto
Allegro assai
Sinfonia n. 41
in Do maggiore (Jupiter),
KV 551
Allegro vivace
Andante cantabile
Menuetto. Allegretto
Molto allegro
I
l concerto offre all’ascolto
le due sinfonie più celebri
di Mozart, le ultime da lui
composte. Le due opere sono
strettamente legate: furono
scritte nello stesso periodo,
l’estate del 1788, insieme alla
Sinfonia in Mi bemolle maggiore
KV 543, in vista di alcuni concerti
probabilmente mai avvenuti,
e non furono mai eseguite
durante la vita dell’autore. Le
due sinfonie in programma
hanno molti aspetti in comune,
eppure il contrasto fra di loro
non potrebbe essere più grande:
la cupa tragicità della Sinfonia
in Sol minore si contrappone
all’ottimismo grandioso di quella
in Do maggiore; la Sinfonia in Sol
minore rappresenta lo scontro
degli opposti, che si riconciliano
in quella in Do maggiore. Per
la grande ricchezza formale e
soprattutto espressiva queste
sinfonie possono essere ascoltate
come una sintesi dell’intero
percorso compositivo di Mozart,
in cui si ritrovano tutti i suoi
stili, dalla polifonia severa alla
cantabilità galante.
Sinfonia n. 40 in Sol minore KV 550
La caratteristica più immediata di
questa opera è l’atmosfera tragica
che imprigiona inesorabilmente
l’ascoltatore, che nasce da
contrasti molto forti ed evidenti
all’ascolto: l’oggettività della forma,
simmetrica e rigorosa, si scontra
con la soggettività del contenuto,
intensamente patetico. Il primo
movimento si apre con un tema
molto semplice, basato sulla
ripetizione di una figura sospirante;
un’improvvisa esplosione di violenza
sonora conduce a una seconda
idea, in dialogo tra fiati e archi.
Il tema iniziale attraversa una
tormentata sezione di sviluppo con
audaci cambiamenti di armonia,
e il movimento si conclude con
la ricapitolazione delle due idee
principali. Il senso di angoscia
senza riposo continua nel secondo
movimento, in cui la cantabilità delle
melodie è turbata dall’insistenza
dell’accompagnamento a note
ribattute e dai frequenti mutamenti
armonici; l’inquietudine cresce
con la frammentazione dei temi
e la comparsa di una nuova
figura sospirante nei fiati (che
“Una tragedia inesorabile
che nasce dallo scontro
violento degli opposti”
ricorda il motivo principale del
primo movimento). Le stesse
caratteristiche si ritrovano nel terzo
movimento, un minuetto molto
lontano dalla serenità aristocratica
solitamente tipica di questa forma.
La tensione accumulata esplode nel
quarto movimento: accesi contrasti
dinamici, timbrici e armonici
concludono la sinfonia in un clima di
tesa disperazione.
Sinfonia n. 41 in Do maggiore
(Jupiter) KV 551
Questa sinfonia ha preso il
soprannome di Jupiter per le vaste
UN ANNO DIFFICILE
Nella vita di Mozart il 1788,
anno di composizione delle due
sinfonie in programma, fu un
momento di grande difficoltà.
Problemi economici assillanti lo
costringevano a rivolgersi sempre
più frequentemente ai creditori,
e contemporaneamente il pubblico
viennese iniziava ad allontanarsi
dalle sue opere, ritenute spesso
troppo all’avanguardia, e nemmeno
la nomina a compositore da camera
di corte migliorò la situazione. Un
evento importante fu l’incarico
di rielaborare ed eseguire alcuni
oratori di Handel, conferitogli
dal barone van Swieten, nobile
appassionato di musica antica e suo
sostenitore: il confronto con Handel
lascia tracce nello stile ampio e
grandioso di alcune composizioni di
questo periodo, tra cui oltre alle tre
grandi ultime sinfonie le principali
sono il Concerto dell’Incoronazione
per pianoforte e orchestra
e il Divertimento in Mi bemolle
maggiore per trio d’archi.
proporzioni, del tutto inusuali
alla fine del XVIII secolo, per la
serenità maestosa, che risolve
tutti i conflitti creati dalla varietà
dei materiali tematici, e per la
grandiosità della concezione, che
fa uso del contrappunto rigoroso
in una misura lontana dallo stile
“In questa sinfonia gli
estremi si conciliano,
e tutto si fa grandioso,
nobile e sereno”
sinfonico, in particolare nel finale,
che contiene numerosi passi scritti
nello stile della fuga. Il primo
movimento inizia con un motivo
perentorio dell’intera orchestra,
a cui rispondono gli archi con
una frase cantabile. Dopo una
fanfara il primo motivo è riproposto
sommessamente dai violini,
accompagnato da scale discendenti
dei fiati, e si espande in un ampio
disegno che porta alla seconda idea,
in dialogo fra violini e bassi. Una
massiccia transizione conduce ad
un terzo tema dal carattere leggero
(una citazione di un’aria tratta da
un’opera buffa alla moda all’epoca),
ampiamente sviluppato su armonie
mutevoli. I primi due motivi danno
poi lo spunto ad un ampio dialogo
fra le sezioni dell’orchestra, fino
alla solenne conclusione del
movimento. Il secondo movimento
si apre con un motivo lirico dei
violini, immediatamente riproposto
dai bassi. Segue un episodio
meno luminoso, ricco di contrasti
armonici e di sonorità; la calma
ritorna con un tranquillo dialogo
tra archi e fiati. Questi due episodi
si ripetono e si intrecciano fino
al ritorno conclusivo del motivo
iniziale. Un minuetto ampio e
cantabile, nonostante alcune zone
d’ombra, prepara al grandioso
finale, in cui numerosi temi
dialogano incessantemente in
un serrato contrappunto, fino a
una trionfale conclusione che li
riunisce tutti, coronando l’opera
con una dimostrazione di grande
virtuosismo compositivo.
I testi illustrativi di questo programma di sala
sono a cura di Francesco Bernasconi
Francesco Bernasconi
Dopo la Laurea magistrale in Lettere
Classiche, conseguita presso
l’Università degli Studi di Trieste
con una tesi in Linguistica generale,
studia organo nella classe del M° W.
Matesic al Conservatorio ‘G. Tartini’
di Trieste, seguendo anche i corsi
di clavicembalo, composizione e
direzione di coro; in precedenza ha
studiato pianoforte e composizione.
Ha frequentato corsi di
perfezionamento con docenti di
fama internazionale, ed è attivo
come organista e pianista anche
in collaborazione con cantanti e
formazioni corali e strumentali.
Ha collaborato per diversi anni
con la casa editrice Eut – Edizioni
Università di Trieste, occupandosi
prevalentemente di editing e
impaginazione, ed ha al suo attivo
alcune pubblicazioni e traduzioni,
tra cui la versione ritmica italiana
dell’opera in un atto di W. Walton
The Bear – L’orso.
GIANLUIGI
GELMETTI
Allievo di Sergiu Celibidache,
di Franco Ferrara e di Hans
Swarowsky; il debutto con
i Berliner Philharmoniker
ha segnato l’inizio della sua
carriera internazionale che oggi
lo vede ospite delle istituzioni
musicali e delle orchestre più
prestigiose in Italia e all’estero.
È stato Direttore dell’Orchestra
della Radio di Stoccarda,
Direttore Musicale del Teatro
dell’Opera di Roma e Direttore
Principale e Artistico della Sydney
Symphony Orchestra. È Direttore
artistico e musicale dell’Opéra
di Monte-Carlo. Significativo è
il suo rapporto con i Münchner
Philharmoniker, con la Royal
Opera House di Londra e in Italia
con il Rossini Opera Festival.
Particolare attenzione ha riservato
al repertorio italiano e francese
dell’Otto e del Novecento, a Mozart,
Beethoven e Ravel. Vasta la sua
produzione discografica come le
registrazioni video: si segnalano
le Sinfonie di Mozart, l’integrale
delle Sinfonie di Beethoven e di
Brahms, il Deutsches Requiem di
quest’ultimo, e ancora Stravinskij,
Berg, Webern, Varèse
e Rota. Fra le sue composizioni
ricordiamo: In Paradisum deducant
te Angeli (dedicato a Franco
Ferrara), Algos, Prasanta Atma (in
memoria di Sergiu Celibidache),
Cantata della Vita
(commissionata dal Teatro
Comunale di Bologna).
Accademico dell’Accademia
Nazionale di Santa
Cecilia e della Pontificia
Accademia di Belle Arti
e Lettere dei Virtuosi
al Pantheon, è Docente
di Direzione d’orchestra
all’Accademia Musicale Chigiana.
È stato insignito dell’onorificenza
di “Chevalier de l’Ordre des Arts
et des Lettres” in Francia e di
“Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine
e Merito della Repubblica Italiana”.
È Direttore Onorario del Teatro
Verdi di Trieste.
ORCHESTRA
Organico all’1 settembre
VIOLINI PRIMI
Stefano Furini (violino di spalla)
Elia Vigolo
(concertino con obbligo della spalla)
Roberta Nitta (concertino)
Andrea Schibuola (concertino)
Eliseo Baldizzi
Romina Concion
Dario Czerwenka
Giuseppe Dimaso
Rossella Ivicevic
Francesco Lana
Mirella Palcich
Luisa Rizzo
Franca Sciarretta
Stefano Toso
VIOLINI SECONDI
Michela Bergamasco
(primo dei secondi violini)
Valentino Dentesani
(primo dei secondi violini)
Paolo Blazina
Giuseppe Carbone
Federico Crisanaz
Fabrizio Ficiur
Diana Mustea
Andrea Nanni
Alessandro Pinzani
Sara Rizzuto
Stefano Sommati
VIOLE
Benjamin Bernstein (prima viola)
David Briatore (prima viola)
Elisabetta Chiappo
Luca Degrassi
Antonella Fomularo
Giorgio Gerin
Laura Menegozzo
Paolo Ota
Claudio Pizzamei
Davide Prelaz
VIOLONCELLI
Tullio Zorzet (primo violoncello)
Matteo Salizzoni
(secondo violoncello con obbligo del primo)
OTTAVINO
Daniele Porcile
OBOI
Paolo Fundarò (primo oboe)
Guerra Francesca (primo oboe)
Fabio Sambo
CORNO INGLESE
Giovanni Scocchi
CLARINETTI
Marco Masini (primo clarinetto)
Stefano Torcellan (primo clarinetto)
Marianna Sinagra (secondo violoncello)
Irena Cristin
Andrea Di Corato
Simona Slokar
Chiara Urli
FAGOTTI
CONTRABBASSI
CORNI
Angelo Colagrossi
(primo contrabbasso)
Mauro Muraro (primo contrabbasso)
Paolo Monetti
Marian Nowakowski
Livio Pavese
Danilo Sisto
Michele Veronese
FLAUTI
Giorgio Di Giorgi (primo flauto)
Valter Zampiron (primo flauto)
Daniela Astolfi
Maria Ginaldi
Matteo Rivi (primo fagotto)
Claudio Verh
TROMBONI
Domenico Lazzaroni
(primo trombone)
Luca Erra
Imerio Tagliaferri (primo corno)
Nilo Caracristi (primo corno)
Simone Berteni
Organico all’1 settembre
(secondo trombone con obbligo del primo)
Mauro Ferrari
Alberto Ventura
TUBA
Ercole Laffranchini
TIMPANI
Daniele Sandri (primo timpano)
Paolo Di Nisio (primo timpano)
PERCUSSIONI
Fabian Perez Tedesco
Claudio Pribetti
Antonio Marotta
(secondo fagotto con obbligo del primo)
Aldo Leonardi
CORO
ARPE
Marina Pecchiar (prima arpa)
SOPRANI PRIMI
Carolina Arditi
Federica Guina
Graziella Riggio
Vania Soldan
Miriam Spano
Livia Valentinsig
Elena Vangelista
Sandra Vascotto
Silvia Verzier
SOPRANI SECONDI
Chiara Ambrosi
Antonella De Gennaro
Francesca Romana Franzil
Liliana Moro
Loredana Pellizzari
MEZZOSOPRANI
Chiara Bosco
Giorgio Raseni
Paolo Vissani
Patrizia Angileri
Silvia Bonesso
Simonetta Cavalli
Christa Hetzenegger
Vesna Topic
TROMBE
CONTRALTI
(terzo corno con obbligo del primo)
Marco Bellini (prima tromba)
Massimiliano Morosini
(prima tromba)
Carlo Beltrami
Massimiliano Oldrati
Elena Boscarol
Micaela Jerkic
Manuela Ricciardi
Silvia Russo
Barbara Sandri
TENORI PRIMI
Francesco Cortese
Leone Ferri
Paolo Gasparini
Massimo Marsi
Roberto Miani
Aldo Micco
Francesco Paccorini
Renato Rossi
Luigi Silvestre
Dax Velenich
Roberto Verzier
TENORI SECONDI
Pietro Da Dalt
Andrea Fusari
Franco Nallino
Roberto Rados
Edin Sarajlic
BARITONI
Armando Badia
Alessandro Chiarion
Michele Codarin
Damiano Locatelli
Giovanni Alberico Spiazzi
Giovanni Palumbo
Giuliano Pelizon
BASSI
Hektor Leka
Francesco Lubini
Renzo Mangini
Nicolò Marsi
Leonardo Palmigiani
Marcello Panerai
Gabriel Zgur
M° DEL CORO
Alberto Macrì
Triestino, si è diplomato al
Conservatorio di Musica della
sua città con il massimo dei
voti e lode in pianoforte e
clavicembalo. Dal 1983 al
1985 ha seguito i corsi della
Scuola di Musica di Fiesole,
partecipando ai concerti finali
e, scelto dal maestro Piero
Farulli, rappresentandola in
vari concerti nazionali.
In qualità di pianista (musica
da camera) e clavicembalista
(solista) ha vinto diversi premi
in Corsi e Concorsi nazionali.
Nel 1985 è risultato finalista al
Primo Concorso Internazionale
Sergio Lorenzi (ora Premio
Trio di Trieste) per formazioni
cameristiche. Dal 1987
svolge le mansioni dapprima
di maestro collaboratore,
successivamente di aiuto ed
infine altro maestro del coro,
presso la Fondazione
Teatro Lirico Giuseppe
Verdi di Trieste,
partecipando
come pianista,
clavicembalista
ed organista
ai concerti
programmati dalla Fondazione.
Come Maestro del Coro ha
diretto nel 2003 Tancredi di
Rossini nella tournée svoltasi
in Giappone; nel 2005 Il
Pipistrello di Johann Strauss
jr.; nel 2006 il Requiem di
Mozart ed Il mondo della luna
di Giovanni Paisiello; nel 2009
Madame Butterfly in trasferta
a Seul; nel 2010 Maria Stuarda
di Donizetti, nel 2015 Nabucco
di Verdi. Ha inoltre diretto
varie operette: Il paese dei
campanelli, Cin-Ci-là, Il paese
del sorriso, La metamorfosi di
una gatta di
Jacques
Offenbach
e Una notte
a Venezia
di Johann
Strauss jr..
LEZIONI CONCERTO
aperte alle scuole
Dopo il successo ottenuto nella
passata stagione, la Fondazione
Teatro Lirico Giuseppe Verdi
di Trieste propone agli istituti
d’istruzione della Regione
Friuli Venezia Giulia un ricco
calendario di appuntamenti con
le Lezioni Concerto precedute
dalla visita al Teatro.
Il calendario, che si sviluppa lungo il corso
dell’intero anno scolastico 2015-2016, è già
predisposto e viene incontro alla necessità
degli istituti scolastici di programmare la
propria attività didattica.
Porte aperte dunque alle giovani generazioni che con le LEZIONI CONCERTO hanno
l’opportunità di visitare il Teatro e di assistere ad un concerto guidate nell’ascolto e nella comprensione di ciascun brano musicale.
I programmi musicali proposti sono eseguiti dall’Orchestra e dal Coro del Teatro
Verdi e sono adatti ad un pubblico giovane
che desidera essere educato all’ascolto
della musica classica. Fra i brani selezionati: il Coro di Zingarelle e il Coro dei Toreri
dall’opera La traviata; “Va’ pensiero…” da
Nabucco ; “Zitti, zitti…” da Rigoletto; “Che
interminabile andirivieni” da Don Pasquale;
il Primo Movimento della Serenata in sol
magg. Eine kleine Nachtmusik e l’ouverture dell’opera Die Zauberflöte di Wolfgang
Amadeus Mozart; il Finale della Sinfonia N.
45 (Abschieds-Symphonie) di Franz Joseph
Haydn; il Primo Movimento della Quinta
Sinfonia di Ludwig van Beethoven; la Valse de Fleurs dal balletto Lo schiaccianoci di
Pëtr Il’ič Čajkovskij; in finale la famosissima Radetzky March di Johann Strauss Sr.
Gli istituti scolastici che desiderano
ulteriori informazioni, conoscere il
calendario, aderire all’iniziativa sono
invitati a contattare:
Ufficio promozione del Teatro Verdi:
[email protected];
tel. 040 6722210
http://www.teatroverdi-trieste.com/
news/calendario-lezioni-concertostagione-2015-16
dal 2002
per promuovere a Trieste
e nel Friuli Venezia Giulia
la cultura, la scienza
e la ricerca.
VENDITA BIGLIETTI
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contanti, bancomat, carta di credito oppure con
assegno bancario intestato alla Fondazione
Internet: tramite il circuito VIVATICKET
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spettacolo ed il nominativo della prenotazione:
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com l’autorizzazione all’utilizzo della carta di
credito indicando il nominativo del titolare della
carta di credito, il numero della carta, la data di
scadenza e il codice di sicurezza o codice CVV,
la data dello spettacolo ed il nominativo della
prenotazione.
Vengono applicate particolari riduzioni sul
prezzo dei biglietti interi per le seguenti
categorie:
Riduzione del 10% sul prezzo intero (Riduzione
1): Abbonati alla Stagione Lirica e di Balletto
2015-16; Gruppi con minimo 15 persone; Over
65; Soci UNCALM; Soci FAI; Soci Touring Club
Italiano; titolari tessera Turismo FVG card.
Riduzione del 15% sul prezzo intero (Riduzione
2): Soci Privati del Teatro Verdi con tessera di
adesione per l’anno 2015; invalidi (posto gratuito
per l’accompagnatore).
Riduzione Last Minute. A partire da un’ora
prima dell’inizio dello spettacolo, in base alla
disponibilità di posti, è possibile acquistare al
botteghino biglietti con la riduzione del 5%
sul prezzo intero (esclusi gli ingressi gallerie e
loggione).
I giovani di età inferiore a 26 anni possono
acquistare biglietti a riduzione speciale.
Le riduzioni non sono cumulabili.
La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi
di Trieste si riserva il diritto di apportare
variazioni agli orari, alle date ed ai programmi
annunciati, qualora siano determinate da
motivi tecnici o di forza maggiore.
TICKET BOOKING AND SALE
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Platea, palchi pepiano e I ordine Stall, stalls circles and I order box seat
€ 40,00
I galleria (I fila e II fila), palco di II ordine Dress circle (row 1, 2), II order box seat
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II galleria e palco di III ordine Upper circle and III order box seat
€ 25,00
Loggione, II galleria (VI e VII fila) e I galleria (IV, V, VI fila) Gallery, upper circle (row 6, 7) and dress circle (row 4, 5, 6)
€ 20,00
Promozione giovani: tutti i settori tranne palchi centrali Young people tickets: all areas except central boxes
€ 10,00
Ingressi gallerie e loggione Dress, upper circle and gallery entrance ticket
€ 10,00
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holders, young people under 26, groups of
min. 15 persons and members of UNCALM, TCI,
FAI, Tourism FVG Card, disabled people (free
companion seat).
Reductions are not cumulative.
Tickets for people under 26 have special
prices.
LAST MINUTE TICKETS
One hour before the beginning of each
performance, the tickets still available are
sold with a 5% discount (except the tickets
“entrance to balconies and gallery”), only at the
box office.
Tickets are sold subject to the Theatre’s right
to make any alterations to the programme,
schedule or cast as a result of technical
reasons or circumstances beyond its
reasonable control.
Stagione 2015_16
quasi un processo
di “geminazione”
PROGRAMMA
DEI CONCERTI
Mercoledì 11/11/2015
Orchestra da camera
di Mantova ed Enrico
Bronzi
L’eredità dei Bach
Tutti i concerti
si svolgeranno
presso il Teatro
Lirico “G. Verdi”
di Trieste,
alle ore 20.30
Mercoledì 2/12/2015
Quartetto Lyskamm,
Alessandro Taverna, Simone
Rubino
G. F. Haas, E. Schulhoff,
R. Schumann
Ci sono infiniti buoni motivi
per incoraggiare e sostenere
la cultura in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
Leggere un libro. Visitare una mostra.
Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di
autentici“privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può
apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede
continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper
leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per
“geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare
orizzonti sempre più affascinanti e
impegnativi (percepire l’enigma di una
statua greca, di un quadro astratto o di
un brano musicale, al di là della mera
contemplazione). Chiavi che durano
per sempre. Che affinano gusto e
capacità di giudizio. Che non possiamo
smarrire e che nessuno ci potrà mai
rubare. Che potremo condividere e
scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di
benessere sociale.
Ma anche matrice di autentica felicità
individuale.
Mercoledì 13/1/2016
Roberto Prosseda
F. Mendelssohn
Tesseramenti: per i soci, dal 1
Settembre al
11 Novembre 2015
e per i nuovi soci
dal 5 Ottobre
all’11 Novembre
Mercoledì 20/1/2016
Federico Colli
W. A. Mozart, A. Scriabin
Mercoledì 3/2/2016
Trio di Parma e Guglielmo
Pellarin
Integrale dei trii di J. Brahms
Mercoledì 17/2/2016
Nuove generazioni.
Concerto-debutto di Julia
Hagen, con Chiara Opalio
Mercoledì 24/2/2016
Matthias Goerne e
Alexander Schmalcz
F. Schubert: “Die
Winterreise”
Mercoledì 9/3/2016
Quartetto Prometeo
362408
amministrazione@
societadeiconcerti.net
30, 31 ottobre / 4, 5, 7, 8 novembre
29, 30, 31 gennaio / 2, 4, 6 febbraio
22, 23, 24, 26, 27 aprile
WOLFGANG AMADEUS MOZART
VINCENZO BELLINI
LÉO DELIBES
DON GIOVANNI
Il dissoluto punito, o sia il Don Giovanni
NORMA
Maestro Concertatore e Direttore
COPPÉLIA
ou la Fille aux Yeux d’Email
Maestro Concertatore e Direttore
FABRIZIO MARIA CARMINATI
Regia FEDERICO TIEZZI
Coreografia ROLAND PETIT
27, 28, 29 novembre / 1, 3, 5 dicembre
4, 5, 6, 8, 10, 12 marzo
13, 14, 15, 17, 19, 21 maggio
JULES MASSENET
GIUSEPPE VERDI
GIACOMO PUCCINI
Maestro Concertatore e Direttore
Maestro Concertatore e Direttore
Mercoledì 18/5/2016
Filippo Gamba
Integrale delle Sonate per
pianoforte di L. v. Beethoven
CHRISTOPHER FRANKLIN
Regia GIULIO CIABATTI
Maestro Concertatore e Direttore
Dettagli su:
www.societadeiconcerti.net
18, 19, 20, 22, 29, 30 dicembre
8, 9, 10, 12, 14, 16 aprile
10, 11, 12, 14, 16, 18 giugno
GAETANO DONIZETTI
GIOACHINO ROSSINI
JOHANN STRAUSS JR.
Maestro Concertatore e Direttore
Maestro Concertatore e Direttore
Mercoledì 16/3/2016
Trio Wanderer
L. v. Beethoven, F. Schubert,
D. Shostakovich
Mercoledì 23/3/2016
Strings and Bass
Mercoledì 13/4/2016
Quartetto Gringolts
sdc
società dei
concerti
trieste
il colore del benessere
sociale
Tel: 040
stagione lirica e di balletto
2015/2016
Segreteria: via Valdirivo 40, Trieste -Tel/Fax 040 36 24 08 - [email protected] Orari: lunedì 9.30-11.30, mercoledì 10.30-12.30 e fino al 31/10 anche venerdì ore 10-12
GIANLUIGI GELMETTI
Regia ALLEX AGUILERA
WERTHER
L’ELISIR D’AMORE
RYUICHIRO SONODA
Regia FABIO SPARVOLI
LUISA MILLER
MYRON MICHAILIDIS
Regia DENIS KRIEF
LA CENERENTOLA
GEORGE PETROU
Regia RODULA GAITANOU
ripresa da LUIGI BONINO
LA BOHÈME
RENATO BALSADONNA
Regia MARCO GANDINI
DIE
FLEDERMAUS
Il pipistrello
Maestro Concertatore e Direttore
GIANLUIGI GELMETTI
Regia DANIEL BENOIN
Campagna abbonamenti
fino a domenica
8 novembre 2015
NORMA – Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste” – Foto Visualart Fabio Parenzan
la cultura,
SALVIAMO L'AMBIENTE E LE NOSTRE RISORSE
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PROVINCIA
di
TRIESTE
Le Fondazioni Casali
Fondazione
Benefica
Fondazione Benefica Kathleem Foreman Casali
Kathleen Foreman Casali