Albero d`amore - Ecomuseo Lis Aganis

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Albero d`amore - Ecomuseo Lis Aganis
NOACCO
Morâr d’amôr
Albero d’amore
acco
CRISTINA
Cristina No
e
ta
’amore
Sabato 9 gennaio 2016
ôr
Morâr d’aammore
Albero d’
KAPPA VU
aria
Cristina Noacco
e la sua poesia
ôr - Albero d
ole.
Morâr d’am
accia
Incontro con
ore 17,30
Montereale Valcellina (Pn)
Sala del “Centro sociale Menocchio”
POESIA
KAPPA VU
Letture, proiezioni, conversazioni
A une rose che mi cres dentri
Comune di
Montereale Valcellina
Circolo culturale
Menocchio
Circolo ARCI
“Tina Merlin”
Cristina Noacco è nata nel 1971, a Udine.
Dal 1996 vive in Francia, a Tolosa, dove insegna
Letteratura medievale all’Università di Toulouse
“Jean-Jaurès”.
Nel 1999 ha tradotto in italiano il romanzo Erec
e Enide di Chrétien de Troyes, che, nel 2000, ha
ricevuto il Premio Leone Traverso Opera Prima
per la traduzione.
Nel 2008 ha pubblicato un libro sul tema della
metamorfosi nella letteratura medievale francese
del XII e XIII sec.
Ha coordinato la pubblicazione di alcuni libri collettivi sulla mitologia, sul
tema della metamorfosi e sulla figura del maestro.
Morâr d’amôr - Albero d’amore è la sua prima raccolta di poesie. Il libro è
formato da quattro parti: Lidrîs - Radici, Ramaçs - Rami, Butui - Germogli,
Fueis - Foglie. Ogni sezione è accompagnata da un disegno come chiave di
lettura. Come fa notare nella sua presentazione Francesco Zambon, la poesia
di Cristina Noacco è ricca di descrizioni tra l’incantato e il nostalgico. Nelle
poesie e nei disegni vive il paesaggio umano e quello naturale. Gli alberi non
si slanciano snelli verso l’alto, le loro radici sono nodose e contorte; i rami
non sono gradini ordinati di una scala celeste, ma si torcono e si intrecciano
in un tormento che fa pensare, sono amori e aspirazioni che si protendono
verso il cielo che però non li nutre; germogli e foglie, brevi e tremanti attimi
di felicità, sono metafora della complessità del vivere, ieri e oggi, di persone
e di luoghi: visioni di bellezza, figure tormentate, lampi in un’infanzia a volte
lacerata da ferite e ribellioni.
La raccolta contiene testi in italiano, friulano, triestino e francese. Luoghi
nei quali le parole si innervano e nei quali prendono slancio sono: Cortale,
Castanet, Abbazia di Follina, Tolosa, Arzene, Udine, Milano, Lac de la Cavaillère, Trieste, Gran Paradiso.
Cristina Noacco ama la montagna, anche quella del Friuli occidentale.
Ci invita a guardare meglio, dentro e attorno a noi.
Frammenti
Pochi versi strappati dai loro contesti. Frammenti, appunto, in un viaggio dentro il
libro come in un sentiero nel bosco: a volte segnato, a volte casuale e imprevisto, ma
sempre sorprendente e nuovo. Uno dei tanti sentieri. Da abitare e dal quale lasciarsi
abitare. Come la vita.
Filastrocca delle campane
quando le altre si son spente
e Zompitta solo echeggia,
compare lei, la sbarazzina,
fingendo di essere regale:
è l’allegra mia Cortale
donner ta couleur à tous les souvenirs,
ton parfum à tous les jardins,
le nubi distillano il cuore
in gocce che irrorano i rami
ho avuto tra le mani
un uccellino tremante e impaurito
il Friul in blanc e neri,
onest e lavoradòr,
al è muart prime che o nassès
sprofondiamo i piedi nella terra,
le nostre idee salgono al cielo
no cor plui inte roie:
o soi svolade vie dal nit
stant che o vivìn,
tant al val fâ dal nestri miòr
tal segret cidin che
nome l’aiar al sa contâ
no stâ domandâ al timp di contati
i temporai dal doman
non ti sei mai seduto
all’ombra dei colli in fiore
o su una cima delle Giulie
dalla finestra,
la vista dei miei monti
invade l’anima
stasera son st’aria
lezera che vive,
che zoga, che no se posa
nell’aria, il fruscio
delle foglie dei pioppi
mosse dal vento di marzo
e il concerto di profumi
dei fiori e dell’erba
È con questi granelli di polvere,
non con sabbia d’oro,
che scriverò le mie emozioni:
lascerò che si ammucchino
semplicemente, senza far nulla
e poi ci passerò sopra le dita
delicatamente.
Allora,
allora le mie mani
saranno sporche di vita.
il gno puest al è tai to voi