Impulso di una forza durante l`azione del tiro nel
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Impulso di una forza durante l`azione del tiro nel
Impulso di una forza durante l'azione del tiro nel gioco del calcio Nell’ultima edizione di “Stelle nello sport del 22 – 23 gennaio 2010 molti ragazzi delle scuole genovesi che hanno visitato lo stand della Scuola dello Sport Coni Liguria, hanno potuto sperimentare, a scopo ludico, il test di Valente, editato in una versione tecnicamente più avanzata ma sostanzialmente ancora ispirata alle sue caratteristiche primitive. Queste erano fondate sull’interpretazione dei fenomeni acustici prodotti da un calcio ad un pallone e dal rumore del suo rimbalzo contro una superficie dopo un percorso noto. Questo programma era nato poco prima del 1995, per l’amichevole collaborazione con il collega Giacomo Puppo, ordinario di Matematica e Fisica presso il Liceo L. Lanfranconi di Genova Voltri e, per la prima volta, sperimentava una scheda per l’acquisizione di tensioni, inserita in un personal computer. L’uso di questo programma ha permesso di raccogliere interessanti dati, sull’impulso di una forza nel tiro, e la loro comunicazione è stata oggetto di un intervento durante il 2° convegno nazionale A.I.P.A.C, tenutosi a Firenze il 24 aprile 1995. L’esigenza di trovare nuove strade si è imposta per superare i limiti di un sistema di misura che allo stato delle cose, non permetteva di isolare il parametro Forza, ma consentiva di apprezzarne il valore solamente moltiplicato per l’intervallo di tempo circoscritto al contatto “piede – palla. Inoltre il nostro impegno, prioritariamente rivolto ad acquisire il dato della forza specifica espressa nel tiro, era anche rivolto a sviluppare soluzioni che superassero il sistema di acquisizione su base acustica, per evitare le eventuali fonti di disturbo prodotte da rumori esterni, che talora potevano inquinare la registrazione dei segnali. Le soluzioni successive alla prima, fino a quella attuale, sono tutte passate dal coinvolgimento degli ingegneri della Sitem (Software and Instrumentation for test and Measurement) Andrea e Luca Cambiaso, che con professionalità e generosità, hanno profuso molte energie per permettermi di dare l’opportunità a molti studenti, prima dell’I.S.E.F, poi di Scienze Motorie, di sperimentare nelle loro Tesi di laurea, dove svolgevo la funzione di relatore, facili applicazioni e semplici sistemi per approfondire in modo originale ed innovativo la valutazione di alcune prestazioni sportive, perfezionando le conoscenze acquisite nel loro corso di studi. Alcune di queste tesi hanno avuto come argomento quello che oggi stiamo trattando in questa relazione ed ogni volta, per accompagnare il percorso dei laureandi con le necessarie novità che danno luce alla loro fatica, abbiamo sperimentato nuove vie e siamo riusciti a trovare soluzioni utili che perfezionavano, in qualche punto, il sistema di misura precedentemente adottato. In quest’ultimo anno, la fiducia concessa al nostro progetto dal Coni Liguria e dal suo braccio operativo, la Scuola dello sport regionale, ci ha particolarmente inorgoglito e abbiamo avvertito la responsabilità di non voler deludere chi ci aveva dato pieno sostegno e abbiamo veramente dedicato le nostre energie al raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati. Con la stima della forza effettiva sviluppata per imprimere velocità alla palla durante l’azione del tiro, abbiamo completato la misura delle grandezze che sono alla base del teorema dell’impulso e precisamente: 1) Forza; 2) tempo di applicazione della forza; 3) massa del corpo sulla quale viene impressa la forza; 4) velocità acquisita dalla massa del corpo soggetta alla forza. Questo passaggio è stato particolarmente complicato perché la conoscenza del tempo di contatto, indispensabile per la stima della forza, era già stata affrontata con il sistema di acquisizione precedente, che prevedeva la disposizione sulla scarpa di un contatto elettrico, collegato con un circuito che generava una tensione pari a 5 Vdc fino a quando il piede non entrava in collisione con la palla. Durante il tempo di contatto il circuito generava 0 Vdc. Sapendo che la scheda di acquisizione rileva 30000 punti in un secondo, il programma conta quanti sono i punti a zero volt e calcola la durata del tempo in cui si protrae il contatto. La trasmissione della variazione di tesione era garantita da un collegamento alla scheda del computer effettuato con fili volanti, che comunque, costituivano un impaccio per chi eseguiva il test. Perciò, consapevoli delle difficoltà abbiamo stabilito l’obiettivo successivo: il superamento della trasmissione con fili. Rimando all’intervento dell’Ing. Cambiaso che ha già descritto, con competenza ed in modo esaustivo, i dati tecnici significativi e le modalità operative seguite, per predisporre il nuovo sistema di misura e le migliorie ad esso connesse, rispetto ai prototipi precedenti. Sottolineo invece, ancora una volta, l’assoluta novità nell’acquisizione di questi dati, prima di affrontare l’ambito, di mia più stretta competenza, per analizzare i dati registrati e commentarne qualche aspetto che mi sembrerebbe meritevole di attenzione da parte degli addetti ai lavori e degli studiosi appassionati del movimento. Per non trasmettere colpevolmente l’illusione che tutto sia andato sempre liscio, confesso subito che abbiamo dovuto fare i conti con un certo numero di problemi: ad es. di tipo commerciale per ritardi nell’approvvigionamento del materiale, spesso di provenienza extra europea, con tempi di trasferimento e spedizione più lunghi del previsto, ma anche la necessità di effettuare un certo numero di sedute straordinarie per sperimentare le modifiche predisposte ed accertarne l’efficacia operativa. Alla fine, comunque, anche se con un po’ di affanno, confortati dai risultati ottenuti nelle prove di funzionalità del programma, siamo partiti con la somministrazione sul territorio del test di Valente, raccogliendo in ambiti sportivi e scolastici dati utili per tracciare un primo profilo della popolazione giovanile che si è sottoposta al test. Mi piace anche ricordare che per problemi di tempo abbiamo dovuto al momento trascurare alcune richieste di squadre e scuole, alle quali intendiamo assolutamente dare risposta sia per soddisfare l’esigenza dell’utenza sportiva e aumentare la consistenza della banca dati relativi al test, sia per approfondire più capillarmente la conoscenza del territorio, riducendo nel contempo i margini di errore che accompagnano ogni valutazione ed ogni misura. Tenendo conto che siamo in presenza di una sperimentazione effettuata mediate un singolo prototipo della strumentazione, necessaria ad effettuare il test e ricordando che per incolpevoli ritardi abbiamo potuto essere operativi sul campo solo da poco tempo, possiamo ritenerci molto soddisfatti della campionatura raccolta, del numero di casi valutati, della loro distribuzioni per età e gruppo di appartenenza. Siamo così pronti a fare le prime stime ed a trarre le indicazioni utili. profilo impulso giocatore (anni 13) 160,0 valori numerici 140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 tempo di contatto (ms) tempo di volo (ms) Forza (kgp) velocità (m/s) velocità (km/h) 1° tiro 12,0 139,0 55,0 18,0 64,7 2° tiro 12,0 143,0 53,5 17,5 62,9 3° tiro 12,0 137,0 55,8 18,2 65,7 4° tiro 12,0 133,0 57,5 18,8 67,7 medie 12,0 137,4 55,7 18,2 65,5 Grafico 1 Intanto l’osservazione del Grafico 1 ci illustra i dati del test che sono immediatamente fruibili: - tempo di contatto tra piede e palla in ms; - tempo di volo palla in ms; - forza esplosiva in kgp; - velocità della palla in m/s - traduzione della velocità palla in km/h. Questo esempio illustrato nel Grafico 1, è particolarmente equilibrato, e tutti i dati ci consegnano un profilo molto armonico del giovane giocatore. In altri casi, l’analisi attenta dei dati, permette di verificare le discrepanze ad es. tra la velocità della palla ed il tempo di contatto; in particolare bisogna tenere conto che il sensore del tempo di contatto copre una superficie del dorso del piede ma non la sua totalità; Di fronte ad una tecnica approssimativa la risposta del sensore può essere incompleta, ma il dato può essere pulito o eliminato se non viene rispettato l’equilibrio fra tempo di contatto e la velocità della palla. Un lungo tempo di volo, quindi una bassa velocità della palla, non depongono per un elevato livello di forza e per un tempo di contatto molto piccolo. Essendo il tempo di contatto confinato nell’ambito del centesimo di secondo con pochissimi millesimi in più o in meno si deformano notevolmente i valori di forza. Di fronte a questi rilievi che si presentano disturbanti, se si vogliono utilizzare i dati a fini statistici, è buona norma utilizzare la media dei valori, dopo averla pulita dalle misure evidentemente non attendibili, per spalmare l’eventuale errore residuo su più termini, diluendone il potere deformante. Anche il tempo di volo è misurato in ms, ma le sue dimensioni sono notevolmente superiori rispetto al tempo di contatto e un errore di qualche ms in + o – Media dati impulso giocatori anni 13 tempo di Forza velocità velocità tempo di contatto (kgp) (m/s) (km/h) volo (ms) (ms) 12,58611 127,216 58,48721 15,91264 57,28551 Tab. 3 viene tollerato senza apprezzabili conseguenze. Un ricorso all’indice di Pearson, che descrive la correlazione tra due serie di dati, (per es. tempo di contatto e tempo di volo della palla), dopo aver verificato i rilievi effettuati automaticamente dal computer, potrà orientare l’allenatore o il valutatore a confermare o invalidare i tiri non coerenti o, più semplicemente non utili a fini statistici. Se pensiamo invece alla lettura del dato negativo o non soddisfacente come elemento discriminante nella tracciatura di un profilo delle doti, anche tecniche, di un giocatore, allora è fondamentale registrare il numero degli insuccessi e le percentuali negative, perché aiutano ad interpretare prestazioni che sono spesso altalenanti e difettano di un rendimento costante. La conoscenza del dato negativo può aiutare ad identificare più specificatamente il problema e suggerire soluzioni correttive. Grafico 2 Elaborando i dati, forniti dal test, possiamo costruire il profilo della forza specifica di ogni atleta e aggiornarlo con un monitoraggio permanente. Il programma può utilizzare i dati registrati in formato excell e calcolare le medie individuali e di squadra per ognuna delle tipologie di dati rilevati. Il controllo permanente attraverso dati oggettivi, è da preferire alla sola esperienza dell’allenatore che deve giudicare l’efficienza di molti ragazzi e nell’insieme può facilmente essere condizionato da sensazioni soggettive, quasi mai giustificate da parametri misurabili. Grafico 3 L’analisi dei dati complessivi ottenuti da una squadra nel test di Valente, permette di individuare i giocatori che fanno registrare prestazioni insufficienti sensibilmente discordi dalla media. Per loro, l'allenatore può predisporre interventi mirati per migliorarne l’efficacia ed il rendimento. Grafico 4 La confrontabilità dei dati può essere naturalmente estesa a compagini differenti e può permettere verifiche incrociate tra età e ruoli . Nelle fasce giovanili questi dati non possono mai dare corso a giudizi definitivi su un giocatore, in quanto durante l’età dello sviluppo si registrano variazioni somatiche e comportamentali che sfuggono al determinismo rigido. Il dato va sempre utilizzato per migliorare la conoscenza dei propri allievi, ai quali bisogna fornire le occasioni di crescita più appropriate per le loro caratteristiche, aiutandoli a evidenziare il loro talento e a superare le loro difficoltà, senza esercitare pressioni inadeguate, assolutamente fuori luogo con i soggetti giovani. Grafico 5 A scopo scientifico e statistico, o più semplicemente, per conoscere capillarmente le risposte di popolazioni della stessa età, ma di abitudini differenti, è utile, attraverso il test di Valente, effettuare confronti tra soggetti che praticano attività sportiva con società calcistiche e scolari e/o studenti che praticano altre discipline o non frequentano abitualmente il mondo dello sport. E’ ormai assodato che una pratica sportiva permanente e ben condotta previene da molte affezioni che discendono da una condizione di sedentarietà e da abitudini alimentari inadeguate. Una verifica delle proprie condizioni di forma, misurate dai giovani sedentari sul modello del compagno che pratica sport, se adeguatamente sostenuta dall’incoraggiamento dell’insegnante, può far modificare in senso positivo un comportamento viziato dalla pigrizia, orientandolo verso l’azione e l’attività sportiva. Grafico 5 La periodica somministrazione bilaterale del test, consente la verifica e la registrazione dell’equilibrio coordinativo e muscolare fra gli arti inferiori dx e sx di un giocatore. Questo dato, all’apparenza insignificante, può invece essere la valida spia di uno squilibrio che frequentemente è all’origine di disturbi muscolari di varia gravità, e sfortunatamente non si evidenzia con le valutazioni fatte con le tradizionali macchine presenti nelle palestre. Il coinvolgimento del sistema neuro muscolare, attraverso questi attrezzi, non obbedisce alle stesse condizioni richieste dall’azione del calciare, e non rispecchia i medesimi schemi spazio temporali. Bisogna educare i giovani ad evitare, pur nel rispetto dell’affermazione della lateralità, il consolidarsi di squilibri che si accentuano nel tempo e diventano difficilmente correggibili. Figura 1 Non va sottovalutata neppure la possibilità di monitorare nel tempo il rapporto tra percentuale di forza espressa e precisione esecutiva correlata. Le ricerche di Asai et al. (1976) hanno evidenziato che la maggior precisione di tiro si può ottenere presumibilmente quando la velocità della palla raggiunge l’80% della velocità massimale. Oggi questo dato risulta più facilmente verificabile attraverso il test di Valente, che consente di valutare, attraverso una ricerca della precisione nel tiro, i livelli di forza che possono essere sostenuti senza produrre cali di efficacia o scadimento della prestazione. Questa indagine può confermare le attitudini specifiche di ogni giocatore in merito alla sua capacità di mantenere alto il rapporto ”velocità della palla - precisione del tiro” Una sollecitazione in questa direzione può essere ottenuta modificando progressivamente la distanza del bersaglio, che diventa più difficile da colpire. Mi preme sottolineare come mi appaia molto convergente con lo studio della Prof. Vitali la prossima osservazione: nelle fasi conclusive della rieducazione post traumatica, una modulata e progressiva verifica con il test di Valente, può certificare al giocatore la riacquistata efficienza fisica, favorendo con questo notevole sostegno psicologico, il suo positivo reinserimento nel gruppo. La presentazione del grafico sulle progressive variazioni di forza e velocità della palla in relazione al variare dell’età nelle fasce comprese dagli 11 ai 18 anni conclude questa relazione che mi auguro abbia suscitato il vostro! Grafico 6