Klose ritorna a casa: può partire all`attacco dei record di Germania
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Klose ritorna a casa: può partire all`attacco dei record di Germania
Codice cliente: 215727 16 LA GAZZETTA DELLO SPORT SABATO 9 GIUGNO 2012 EURO 2012 GRUPPO B italia: 515054565156 DAL NOSTRO INVIATO PIERFRANCESCO ARCHETTI DANZICA (Polonia) Terminati i discorsi e le immagini ufficiali, la compagnia si è seduta a tavola: come se fosse un matrimonio, l’assegnazione dei posti è stata l’operazione più delicata. Di fronte ad Angela Merkel è stato piazzato Bastian Schweinsteiger, per cui la Kanzlerin ha un debole riconosciuto; a destra il capitano Lahm; a sinistra del capo del governo, Miroslav Klose. Molti polacchi non hanno in simpatia l’attaccante nato da loro, figlio di due loro atleti professionisti (un calciatore e una nazionale di pallamano), proprio per il suo essere troppo tedesco. Miro non rinnega Eppure non ha mai rinnegato le origini, non ha tagliato le radici: «La Polonia non è solo la mia terra e quella dove vivono pezzi della mia famiglia, ma è parte della mia vita: in casa noi parliamo ancora come in Slesia, anche con i nostri bambini: devono crescere con l’impronta delle origini che ho avuto io. Per me e Podolski il torneo qui è un’enorme gioia». In settembre la Germania passò in amichevole a Danzica: boati per Podolski, fischi per Klose. Lunedì, nel giorno del primo e unico allenamento pubblico, Poldi compiva 27 anni: una torta, gli striscioni, migliaia di abbracci. Oggi Miro tocca i 34: il dolce gli sarà portato dai compagni, e non soltanto perché la Germania sarà in Ucraina, ma in una città (Lviv) di confine, da sempre fiera della sua anima polacca. Podolski sfilò con la maglia rossa, dopo Germania-Polonia all’Euro 2008: salì in tribuna e GRUPPO D DANIMARCA GERMANIA OLANDA PORTOGALLO Klose ritorna a casa: può partire all’attacco dei record di Germania Il laziale è figlio di polacchi, ma non è amato qui. Oggi compie 34 anni e può superare i primati di Gerd Müller Ma dai ! IL VICE CT TEDESCO «CON L’ELMETTO CONTRO RONALDO» DANZICA (p.f.a.) «Metteremo l'elmetto e ci faremo vedere grandi», ha detto ieri mattina Hansi Flick, assistente del c.t. tedesco Löw. Era una banale risposta al modo in cui proteggersi dalle punizioni di Ronaldo, ma i toni militareschi usati proprio a Danzica, dove i nazisti fecero scoppiare la Seconda Guerra mondiale, sono stati visti come una caduta di stile. Nel pomeriggio Flick e la federazione si sono scusati pubblicamente. Niente elmetto, solo la barriera contro le bombe di Ronaldo. FRANCIA INGHILTERRA baciò il papà Waldemar. Miro non l’ha mai fatto e viene criticato: «Non è vero che il nostro nome era Kloze e che abbiamo cambiato la z in s per essere più deutsch. È una balla anche che il c.t. polacco dell’epoca venne a casa mia nel 2001 per offrirmi la nazionale. Mio zio mi tiene informato su quanto scrivono qui, e capisco la reazione della gente. Anche se i fischi mi avevano amareggiato», ha spiegato alla Süddeutsche Zeitung. Gol e Cristiano Nel giorno in cui sfida Ronaldo, Klose inizia il sesto torneo con la Germania: è secondo nella classifica delle presenze (116 dietro alle 150 di Matthäus); in quella dei gol generali (63 contro i 68 di Gerd Müller) e in quella internazionale di reti nelle fasi finali dei tornei: 16, con Klinsmann, davanti sempre Müller (18), dietro Michel Platini (14). Tranne per le presenze, il resto dei primati può venire superato in questi giorni: così diventerà ancora più tedesco. «Il dibattito non si esaurirà mai, quindi non mi resta che segnaSVEZIA re e vedremo. L’infortunio è alle spalle, alla mia età cerco di curare il corpo e porto il mio cadavere ancora in giro per i campi», ha detto senza mai cambiare espressione. Nel 2001, Klose passò in una stagione e mezza dalla terza serie alla nazionale: il suo club, il Kaiserslautern, lo mandò a scuola di «comportamento pubblico con i media». Trenta ore di corso privato con un professore che insegnava l’atteggiamento davanti a cronisti e telecamere: «Mi istruì a non reagire mai col linguaggio del corpo». Miro ha imparato bene: muove appena gli occhi, cerca l’interlocutore, non fa scattare i fotografi per pose strane: «Siamo qui per vincere. Abbiamo una squadra matura e pronta, anche se con il Portogallo non sarà facile. Ronaldo è fortissimo e non è il solo. L’Italia mi ha aiutato ad aprire la mentalità e ad assorbire nuovi metodi tattici e di allenamento. Sto bene a Roma». Forse più che in Polonia, ma non lo può dire: il suo professore di comportamento lo riprenderebbe. 63 le reti di Klose con la Germania in 116 match; 68 i gol di G. Müller (62 gare); Miro ne ha fatti 16 nelle fasi finali D’ARCO © RIPRODUZIONE RISERVATA UCRAINA Domenech: «Francia e Italia sono le outsider» ALESSANDRO GRANDESSO Twitter @calciofrancese PARIGI Uscì dall’Europeo 2008 chiedendo la mano alla fidanzata in diretta tv. Oggi, Raymond Domenech, 60 anni, ex c.t. della Francia del flop mondiale 2010, detestato in patria quanto in Italia, è un rispettato opinionista che sogna una panchina. Magari in Serie A. Favorite dell’Europeo? «Spagna, Germania e Olanda davanti. Outsider Francia, Ita- lia, Inghilterra. Occhio al Portogallo però». Cosa pensa dell’Italia? «Sono scettico per la tendenza ad imitare la Spagna, come fa la Germania. Meglio preservare la propria identità, per voi difensiva. E vi mancano i grandi attaccanti. Salvo Balotelli che però è imprevedibile». Come valuta Blanc? «È imbattuto da 21 gare. Ha vinto con Inghilterra, Germania e Brasile. Possiamo aspirare alla semifinale anche senza il bel gioco. Giusto scartare Gourcuff, leader tecnico ma introverso. È prevalsa la legge dello spogliatoio, Blanc ha protetto il gruppo che non ha più conflitti generazionali che c’erano con me. La star è Benzema. Ribery è efficace e attenzione a Cabaye e Debuchy». E dello scandalo scommesse? Raymond Domenech REUTERS «Stavolta non c’entro… Ma ha ragione Buffon, a volte un pari ci sta. Senza scommesse o accordi, solo per evitare rischi. Accadde a Francia-Italia ’07. Materazzi fece capire a Vieira che faceva comodo: noi non riuscimmo a fare gol, voi non volevate farne. Dagli scandali poi risorgete come la fenice». La Francia è colonia italiana. «Cicli. Prima i giocatori francesi emigravano da voi, ora in Inghilterra. La Francia potrebbe diventare quello che era l’Italia. E con l’Europeo 2016 avremo nuovi stadi che da voi sono obsoleti». Come valuta Ancelotti? «Anche se è arrivato 2˚, ha portato qualità manageriale che farà bene a tutti. Come Ranieri al Monaco in B, per puntare ai vertici serve competenza». I tecnici italiani sono i migliori? «No, ma da voi i grandi allenatori spesso sono stati grandi giocatori. Un bel vantaggio. Con Deschamps, Blanc succede lo stesso da noi ora». Lippi in Cina? «Ha vissuto tutto, ha pure l’età per permettersi di scoprire un mondo nuovo». Lei tornerà ad allenare? «Magari in autunno. Amo la passione del vostro calcio, una commedia dell’arte permanente, adatta a me che un po’ sono attore, come quando interpretavo il c.t. antipatico. Ma almeno non ci siamo annoiati. Non ho avuto proposte, ma le prenderei in considerazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA