Klose ritorna a casa: può partire all`attacco dei record di Germania

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Klose ritorna a casa: può partire all`attacco dei record di Germania
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
SABATO 9 GIUGNO 2012
EURO 2012 GRUPPO B
italia: 515054565156
DAL NOSTRO INVIATO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
DANZICA (Polonia)
Terminati i discorsi e le
immagini ufficiali, la compagnia si è seduta a tavola: come
se fosse un matrimonio, l’assegnazione dei posti è stata l’operazione più delicata. Di fronte
ad Angela Merkel è stato piazzato Bastian Schweinsteiger,
per cui la Kanzlerin ha un debole riconosciuto; a destra il capitano Lahm; a sinistra del capo
del governo, Miroslav Klose.
Molti polacchi non hanno in
simpatia l’attaccante nato da loro, figlio di due loro atleti professionisti (un calciatore e una
nazionale di pallamano), proprio per il suo essere troppo tedesco.
Miro non rinnega Eppure non ha
mai rinnegato le origini, non
ha tagliato le radici: «La Polonia non è solo la mia terra e
quella dove vivono pezzi della
mia famiglia, ma è parte della
mia vita: in casa noi parliamo
ancora come in Slesia, anche
con i nostri bambini: devono
crescere con l’impronta delle
origini che ho avuto io. Per me
e Podolski il torneo qui è
un’enorme gioia». In settembre la Germania passò in amichevole a Danzica: boati per Podolski, fischi per Klose. Lunedì,
nel giorno del primo e unico allenamento pubblico, Poldi
compiva 27 anni: una torta, gli
striscioni, migliaia di abbracci.
Oggi Miro tocca i 34: il dolce
gli sarà portato dai compagni,
e non soltanto perché la Germania sarà in Ucraina, ma in una
città (Lviv) di confine, da sempre fiera della sua anima polacca. Podolski sfilò con la maglia
rossa, dopo Germania-Polonia
all’Euro 2008: salì in tribuna e
GRUPPO D
DANIMARCA
GERMANIA
OLANDA
PORTOGALLO
Klose ritorna a casa:
può partire all’attacco
dei record di Germania
Il laziale è figlio di polacchi, ma non è amato qui. Oggi
compie 34 anni e può superare i primati di Gerd Müller
Ma
dai
!
IL VICE CT TEDESCO
«CON L’ELMETTO
CONTRO RONALDO»
DANZICA (p.f.a.) «Metteremo
l'elmetto e ci faremo vedere
grandi», ha detto ieri mattina
Hansi Flick, assistente del
c.t. tedesco Löw. Era una
banale risposta al modo in
cui proteggersi dalle
punizioni di Ronaldo, ma i
toni militareschi usati
proprio a Danzica,
dove i nazisti fecero
scoppiare la Seconda Guerra
mondiale, sono stati visti
come una caduta di stile. Nel
pomeriggio Flick e la
federazione si sono scusati
pubblicamente.
Niente elmetto, solo la
barriera contro le bombe di
Ronaldo.
FRANCIA
INGHILTERRA
baciò il papà Waldemar. Miro
non l’ha mai fatto e viene criticato: «Non è vero che il nostro
nome era Kloze e che abbiamo
cambiato la z in s per essere più
deutsch. È una balla anche che
il c.t. polacco dell’epoca venne
a casa mia nel 2001 per offrirmi la nazionale. Mio zio mi tiene informato su quanto scrivono qui, e capisco la reazione
della gente. Anche se i fischi mi
avevano amareggiato», ha spiegato alla Süddeutsche Zeitung.
Gol e Cristiano Nel giorno in cui
sfida Ronaldo, Klose inizia il sesto torneo con la Germania: è
secondo nella classifica delle
presenze (116 dietro alle 150
di Matthäus); in quella dei gol
generali (63 contro i 68 di
Gerd Müller) e in quella internazionale di reti nelle fasi finali dei tornei: 16, con Klinsmann, davanti sempre Müller
(18), dietro Michel Platini
(14). Tranne per le presenze, il
resto dei primati può venire superato in questi giorni: così diventerà ancora più tedesco. «Il
dibattito non si esaurirà mai,
quindi non mi resta che segnaSVEZIA
re e vedremo. L’infortunio è alle spalle, alla mia età cerco di
curare il corpo e porto il mio cadavere ancora in giro per i campi», ha detto senza mai cambiare espressione. Nel 2001, Klose
passò in una stagione e mezza
dalla terza serie alla nazionale:
il suo club, il Kaiserslautern, lo
mandò a scuola di «comportamento pubblico con i media».
Trenta ore di corso privato con
un professore che insegnava
l’atteggiamento davanti a cronisti e telecamere: «Mi istruì a
non reagire mai col linguaggio
del corpo». Miro ha imparato
bene: muove appena gli occhi,
cerca l’interlocutore, non fa
scattare i fotografi per pose
strane: «Siamo qui per vincere.
Abbiamo una squadra matura
e pronta, anche se con il Portogallo non sarà facile. Ronaldo è
fortissimo e non è il solo. L’Italia mi ha aiutato ad aprire la
mentalità e ad assorbire nuovi
metodi tattici e di allenamento. Sto bene a Roma». Forse più
che in Polonia, ma non lo può
dire: il suo professore di comportamento lo riprenderebbe.
63
le reti di Klose con la
Germania in 116 match; 68 i
gol di G. Müller (62 gare); Miro
ne ha fatti 16 nelle fasi finali
D’ARCO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
UCRAINA
Domenech: «Francia e Italia sono le outsider»
ALESSANDRO GRANDESSO
Twitter @calciofrancese
PARIGI
Uscì dall’Europeo 2008
chiedendo la mano alla fidanzata in diretta tv. Oggi, Raymond Domenech, 60 anni, ex
c.t. della Francia del flop mondiale 2010, detestato in patria
quanto in Italia, è un rispettato opinionista che sogna una
panchina. Magari in Serie A.
Favorite dell’Europeo?
«Spagna, Germania e Olanda
davanti. Outsider Francia, Ita-
lia, Inghilterra. Occhio al Portogallo però».
Cosa pensa dell’Italia?
«Sono scettico per la tendenza
ad imitare la Spagna, come fa
la Germania. Meglio preservare la propria identità, per voi
difensiva. E vi mancano i grandi attaccanti. Salvo Balotelli
che però è imprevedibile».
Come valuta Blanc?
«È imbattuto da 21 gare. Ha
vinto con Inghilterra, Germania e Brasile. Possiamo aspirare alla semifinale anche senza
il bel gioco. Giusto scartare
Gourcuff, leader tecnico ma introverso. È prevalsa la legge
dello spogliatoio, Blanc ha protetto il gruppo che non ha più
conflitti generazionali che
c’erano con me. La star è Benzema. Ribery è efficace e attenzione a Cabaye e Debuchy».
E dello scandalo scommesse?
Raymond Domenech REUTERS
«Stavolta non c’entro… Ma ha
ragione Buffon, a volte un pari
ci sta. Senza scommesse o accordi, solo per evitare rischi.
Accadde a Francia-Italia ’07.
Materazzi fece capire a Vieira
che faceva comodo: noi non
riuscimmo a fare gol, voi non
volevate farne. Dagli scandali
poi risorgete come la fenice».
La Francia è colonia italiana.
«Cicli. Prima i giocatori francesi emigravano da voi, ora in Inghilterra. La Francia potrebbe
diventare quello che era l’Italia. E con l’Europeo 2016 avremo nuovi stadi che da voi sono
obsoleti».
Come valuta Ancelotti?
«Anche se è arrivato 2˚, ha portato qualità manageriale che
farà bene a tutti. Come Ranieri al Monaco in B, per puntare
ai vertici serve competenza».
I tecnici italiani sono i migliori?
«No, ma da voi i grandi allenatori spesso sono stati grandi
giocatori. Un bel vantaggio.
Con Deschamps, Blanc succede lo stesso da noi ora».
Lippi in Cina?
«Ha vissuto tutto, ha pure l’età
per permettersi di scoprire un
mondo nuovo».
Lei tornerà ad allenare?
«Magari in autunno. Amo la
passione del vostro calcio, una
commedia dell’arte permanente, adatta a me che un po’ sono
attore, come quando interpretavo il c.t. antipatico. Ma almeno non ci siamo annoiati. Non
ho avuto proposte, ma le prenderei in considerazione».
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