versione in PDF

Transcript

versione in PDF
Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (4) 2001
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza. Osservazioni medico-antropologiche sul fenomeno dell’esperienza dissociativa
Ornella Corazza
Riassunto
L’oggetto specifico della presente trattazione è costituito dall’esperienza dissociativa indotta da ketamina. Utilizzata in
particolare come anestetico in contesti medici ed affini, la diffusione di questa sostanza è stata registrata di recente anche in
situazioni non mediche. Questo fenomeno verrà interpretato come una spontanea manifestazione rispetto ad un senso di
realtà decorporalizzato e privo di meditazione ed infine come segno di un corpo fenomenologicamente assente. L’eredità
cartesiana ha portato la società occidentale a vivere il corpo come una secondaria forma di coscienza rispetto ad una mente
immateriale, permettendo di nutrire profonde riserve in merito alla possibilità di trascendere uno stato di coscienza ordinario, nonché nei confronti di fenomeni quali le “near-death experiences” (esperienze vicine alla morte), riconosciuti di grande valore in pratiche e credenze arcaiche, quali i rituali sciamanici e l’assunzione sacramentale di sostanze psicotrope in diverse culture.
Parole chiave: Ketamina, Effetto dissociativo, NDEs (esperienze vicino alla morte), SSC (stati sciamanici di coscienza)
Abstract
Ketamine, “Near-death experiences” and Unordinary States of Consciousness.
Medical-Anthropological Observations on the Dissociative Experience.
This article describes the dissociative experience induced by ketamine. This substance, which is particularly used as an
anaesthetic for medical and similar purposes, is now also widely used in non-medical contexts. The drug produces a spontaneous sense of leaving one’s body without meditation. The Cartesian theory has led Western societies to live the body as
a secondary form of consciousness compared with an immaterial mind. This has produced strong reservations about
whether it is possible to transcend ordinary states of consciousness and achieve NDEs (near-death experiences), which were greatly valued in ancient practices and beliefs, such as the Shaman rituals and the use of psychotropic substances for religious purposes in different cultures.
Keywords: Ketamine, Dissociative effect, NDEs (near-death experiences), SSC (Shamanic States of Consciousness).
Ketamina
Generalizzazioni sul profilo chimico-farmacologico
Definizione
La ketamina, da un punto di vista strutturale, è il 2-(2clorofenil)-2-(metilammino) cicloesanone. Essa fa parte di
un insieme di sostanze chiamate “anestetici dissociativi”.
Gli anestetici dissociativi più conosciuti sono:
• Ketamina;
• PCP (fenciclidina);
• DMX (destrometorfano).
La ketamina è un analogo sintetico del PCP. Entrambi agiscono bloccando anche il recettore aminoacidico
eccitatorio N-metil-D-aspartato (NMDA), importante per
la sua influenza sul pensiero, sulla memoria, sulla visio-
La ketamina è generalmente conosciuta come una sostanza anestetica dissociativa che, se assunta in dosi subanestetiche (o meglio inferiori a quelle utilizzate per
un’anestesia completa) diventa una sostanza psichedelica
molto potente. Il suo principale utilizzo rimane tuttavia legato alla medicina veterinaria, come anestetico per piccoli
animali. Si distingue in particolare per la sua breve durata
d’azione (circa 40-60 minuti). Essa produce un effetto
pressoché immediato.
Department of Anthropology, University of London, e-mail: [email protected]
88
Articoli
ne, sulla percezione del dolore e di altre sensazioni. Il
suo processo di produzione è abbastanza complesso. I
precursori e i numerosi solventi e reagenti necessari per
la sintesi sono difficili da ottenere. Per tale ragione si
presume che l’offerta di ketamina destinata ad usi “non
medici”, provenga soprattutto dalla diversione della sostanza dal mercato legale.
La ketamina si presenta come un anestetico “sicuro”. Il
dosaggio letale è estremamente elevato e nessun caso di
morte conseguente è mai stato registrato. I problemi derivanti dalla sostanza sembrano essere maggiormente legati
alle situazioni d’abuso che derivanti dalla stessa. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato la manifestazione di una perdita
della memoria a breve termine (conseguente ad un uso cronico), ma il problema sembra risolversi nel tempo. Rimane
comunque una questione aperta il danno derivante dal miscuglio della ketamina con l’MDMA, eroina, crack o con
le diverse sostanze da taglio.
Alcuni psichiatri considerano la ketamina una delle migliori modalità per riprodurre molti sintomi osservati nella
schizofrenia (Jansen 1997).
Il PCP è conosciuto anche come “polvere d’angelo” (o
angel dust). Era molto diffuso negli USA, durante gli anni
‘60. É rimasto marginalmente usato nel nostro Paese. A
differenza di quest’ultimo, la ketamina è considerata un
anestetico “gentile”, in quanto stimola le funzioni circolatorie e respiratorie, anziché diminuirle. Per tale ragione è
attualmente utilizzata come anestetico per bambini.
Il DMX è un analogo sintetico della morfina e usato in
medicina come sedativo per la tosse. In Inghilterra è stato
riscontrato come sostanza contaminante le pastiglie di MDMA, la cui combinazione potrebbe risultare estremamente
tossica.
Generalizzazioni sul profilo storico
La ketamina è stata sintetizzata in Michigan (USA) nel
1962 dal farmacista americano Calvin Stevens e brevettata
nel 1963, per essere poi somministrata negli esseri umani a
partire dal 1964. Come del resto altre sostanze attive, è stata impiegata nel corso della guerra in Vietnam per alleviare
le sofferenze dei soldati feriti.
Durante gli anni ‘70 si è diffuso negli USA un’autosomministrazione non clinica della sostanza. La maggior
parte di ketamina veniva allora prodotta dalla casa farmaceutica Parke-Davis/Warner-Lambert (ora parte della farmaceutica Pfizer).
Negli anni ‘80 è stata utilizzata con esito positivo in
terapia psicolitica per il trattamento dell’alcoolismo (primariamente) e di altre dipendenze. Da oltre quindici anni, la ketamina viene utilizzata nelle sessioni di KTP
(Ketamine Psychedelic Therapy) ad opera di un gruppo
di specialisti, costituita in prevalenza da psichiatri e anestesisti, e guidata dal Dr. Evgeny Krupitsky, in San Pietroburgo. La KTP ha aiutato i pazienti nella maturazione
di un atteggiamento emotivo non verbale/inconscio nei
confronti dello psicoterapeuta, dei rapporti sociali e con
i familiari, nonché nelle loro attitudini verso l’alcool.
Nessun caso di prolungata psicosi o flashbacks è mai
stato registrato (Krupitsky 1997). Attualmente è anche
oggetto di sperimentazione alla Yale University (Krystal
et al., 1994, 1998) e usata per il trattamento dell’anoressia alla Univeristy of Cambridge (Mills et al., 1998). Lo
stato legale della ketamina sicuramente aiuta questo processo di ricerca sperimentale.
Negli ultimi anni è stata osservata la sua diffusione anche in Europa.
Ketamina in contesti “non medici”
Presentare la ketamina come una sostanza a mero
impiego medico o veterinario si rivela alquanto riduttivo.
Nonostante gran parte delle pubblicazioni scientifiche
siano protese a delineare questa sorta di parallelismo, la
ketamina è attualmente oggetto di una diversione a contesti d’uso “non medico” (parlare di un “uso ricreazionale”, come spesso avviene, si potrebbe rivelare improprio
viste le proprietà anestetizzanti della sostanza), che generalmente vengono associati ai rave parties e alle discoteche.
I termini popolari usati per indicare la ketamina in molti Paesi d’Europa e negli USA sono:
• K;
• Special K;
• Kit Kat;
• Purple;
• Vitamin K;
• Psychedelic heroin;
• L.A. Coke.
Inizialmente nota come una sostanza adulterante le pastiglie di “ecstasy” o venduta direttamente come tale (anche se usata in forma pura da pochi), essa è ora commercializzata pura in polvere bianca o mescolata con altre sostanze da taglio quali eroina, speed, crack o cocaina. In Inghilterra, la combinazione con quest’ultima è nota come
cK.
In considerazione ai suoi effetti rilassanti è spesso utilizzata per eliminare gli effetti residui (o di down)
dell’MDMA e di altre sostanze eccitanti, che possono risultare più spiacevoli. La ketamina viene generalmente
inalata per via nasale. Il liquido contenuto in fiale viene riscaldato, il principio attivo precipita e la polvere risultante
viene “sniffata”. La stessa soluzione acquosa puo’ essere
assunta per via orale o iniettata. Esperienze piu’ intense
quali le NDEs, avvengono generalmente in seguito ad iniezione intramuscolo (75-100mg - circa il 10-20% di una dose anestetica completa).
La rapida diffusione “non medica” della ketamina sembra essere destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante all’interno di queste tipologie ambientali, come conseguenza di almeno tre fondamentali ragioni:
• breve durata;
• basso costo;
• peculiarità dei suoi effetti.
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza
89
Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (4) 2001
Effetti della ketamina
Dissociazione
La ketamina è un anestetico dissociativo. Il termine
“dissociativo” si riferisce ad una classe di sostanze che rendono possibile l’effettuazione dell’intervento chirurgico,
producendo un’effetto di “rimozione dal corpo” del paziente (Jansen 2001). L’effetto di questa sostanza è difficilmente spiegabile. Si tratta di una questione scientificamente definita di “ineffabilità”, ossia dell’incapacità di articolare in
parole eventi interiori molto profondi, come ad esempio gli
stati mistici.
Fenomenologia della ketamina rispetto ad altre sostanze
Da un punto di vista fenomenologico, la ketamina va
distinta per i suoi effetti dagli altri psichedelici, che invece agiscono sul sistema serotoninergico, per una questione che potremmo considerare di “direzione”. Essa,
un po’ come il sognare, si caratterizza per il fatto che è
percettualmente rivolta verso una “realtà interiore” e si
differenzia da sostanze come l’LSD, la mescalina e la
psilocibina, in quanto rivolte alla percezione di una
“realtà esteriore”. Non si puo’dire lo stesso per l’ibogaina, la quale agisce bloccando il recettore NMDA come
la ketamina.
Dualismo cartesiano
L’effetto dissociativo indotto dalla ketamina è stato
spesso definito dalla stampa giornalistica, e non solo,
come risultante da una dissociazione tra mente e corpo.
Una tale definizione si basa su una mera costruzione artificiale, meglio conosciuta come “dualismo cartesiano”,
che vede mente e corpo come due distinte forme di coscienza. Questo dualismo cognitivo ha portato a significative conseguenze nella storia della nostra società occidentale, permettendo di sviluppare una concezione meccanicistica del corpo umano e delle sue funzioni, secondo le quali non esiste interazione, o almeno significativa
interazione tra corpo e mente, destinate quindi a rimanere due distinte forme di coscienza (Leder 1990; Turner
1992). Di conseguenza, in ambito medico è ancora frequente l’idea che un qualcosa non esista perché “è solo
nella mente”. Questo culto d’astrazione, puramente occidentale, ha portato a considerare la medicalizzazione come prodotta da razionalizzazione e ha lasciato una scarsa considerazione nei confronti dei risultati dimostrati da
“altri” sistemi medici (Turner 1995).
Effetto dissociativo o “stato d’emersione”
L’effetto dissociativo riportato dai pazienti è spesso conosciuto in ambito medico come “stato d’emersione” o
90
“d’ingresso in un’altra realtà” e definito in termini di dimensione transpersonale di coscienza, dissoluzione estatica
dell’Io, Near-Death Experience (NDE) o Out-of-Body Experience (OBE). Probabilmente per tale ragione, la ketamina è stata definita da vari autori come sostanza “enteogena” (dal greco entheos) o di rivelazione divina. Nell’intento di prevenire questi “stati d’emersione” durante l’intervento chirurgico, vengono spesso utilizzati diazepam e altri
sedativi.
NDEs (near-death experiences)
Le NDEs (o esperienze vicine alla morte) sono stati
non ordinari di coscienza, la cui manifestazione sorprendentemente riflette un presunto stato di morte. Essi rivelano un ampio interesse da parte di varie discipline come
medicina, neuroscienza, neurologia, psichiatria, psicologia,
antropologia e religione. Nonostante siano state date varie
descrizioni di questo fenomeno, dovute proprio alla sua interdisciplinarità, si puo’osservare, in base a quanto descritto da persone “quasi morte”, che le principali caratteristiche delle NDEs sono (Moody 1975):
• ineffabilità;
• convizione in merito alla veridicità dell’evento e di
essere morti;
• stato di calma e tranquillità (anche se non sono mancati casi di paura che sono rimasti spiacevoli);
• emersione di eventi passati, spesso rivisti come una
sorta di “revisione di vita” (o life-review);
• OBE (out-of-body experience). Percezione di separazione dal corpo, che spesso comprende una vista oggettiva
dello stesso;
• ingresso in un’altra “realtà”, caratterizzato da rapidi
movimenti attraverso tunnels, comunemente conosciuto
come “effetto tunnel”;
• incontri con esseri di luce, parenti e amici defunti, archetipi ed entità mistiche;
Coloro che non sono confidenti con l’argomento possono concludere che il tutto abbia poco a che vedere
con l’uso e l’abuso della ketamina e di quelle che sono
impropriamente definite “nuove droghe”. Potrebbe essere
un errore. Un numero sempre più crescente di scienziati
e non afferma che certe sostanze psicoattive non portano
alla creazione di uno stato alterato di coscienza, ma rappresentano la via d’accesso più immediata ad altri stati
di coscienza, che per loro natura sono possibili e “naturali” come lo è il nostro stato ordinario di coscienza.
D’accordo con tale affermazione, lo psichiatra Karl L.R.
Jansen, autore di vari lavori sulla ketamina, nonché del
recente libro Ketamine: Dreams and Realities, afferma
che tutti gli effetti delle NDEs, sopra riportati, possono
essere prodotti dall’uso di ketamina, se somministrata
nella giusta quantità, e all’interno di un appropriato set
(la predisposizione e le aspettative personali all’atto
d’assunzione della sostanza) e setting (il contesto nel
quale la stessa viene assunta). È stato anche affermato
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza
Articoli
che in certi casi, la NDE si manifesti come spiacevole e
con il desiderio di non essere ripetuta. Tuttavia molti
sperimentatori hanno definito le proprie esperienze in
ketamina come illuminanti e hanno voluto provare
l’esperienza più volte.
Nelle società occidentali il pensiero della morte sembra
essere spesso evitato o comunque essere poco considerato
(Danforth 1982). In merito, recenti ricerche riportano come
una maggior considerazione della morte e di stati quali le
NDEs possano produrre un importante effetto d’espansione
della propria coscienza, rivelandosi come un’alternativa ad
una visione biografico-personale della propria esistenza,
che trascende spazio, tempo e le limitazioni derivanti da un
dualismo cartesiano (Jansen 2001).
SSC (shamanic states of consciousness)
Pochi sono a conoscenza del fatto che la NDE rappresenta uno stato di coscienza molto simile a quello descritto
come risultante da pratiche sciamaniche (SSC) e spesso definito in termini di Trance o Stati d’Estasi, (Lewis 1971;
Rouget 1985). In un tale contesto, l’accesso a stati non ordinari di coscienza rappresenta un “atto di dissociazione”
strettamente controllato, che puo’risultare effettivo in un
contesto di vita quotidiano, portando cura e guarigione
all’interno della collettività. Questa sorta di “cosciente”
dissociazione, oltre ad essere una spontanea manifestazione, può derivare da varie tecniche scoperte ed elaborate nel
corso della storia dell’uomo (nonostante l’ipotesi che lo
stato originario di coscienza sia stato uno stato mistico di
coscienza), che variano dalla deprivazione sensoriale e dalle pratiche meditative, sino a quelle utilizzate per indurre
trance e possessione. La via d’accesso più immediata è invece rappresentata in diverse culture dall’uso di agenti psicotropi, derivati comunemente dal mondo vegetale. Secondo l’antropologo Luis Eduardo Luna (Luna 2000), autore
di varie ricerche empiriche tra le popolazioni sciamaniche
Mestizo dell’Amazzonia superiore, questi ultimi possono
essere meglio definiti come “medicine” o “piante insegnanti”. Si tratta di termini con significati molto diversi rispetto a quelli di “droghe” usati nella nostra società occidentale, il cui uso ricreazionale e profano sicuramente non
aiuta a definire. Le società sciamaniche non solo considerano questi stati come tra le più elevate forme di coscienza,
ma preservano da millenni una profonda devozione per
animali, piante e per la nostra Terra, nelle diversità delle
sue manifestazioni.
Conclusioni e riflessioni
Nell’intento di offrire una presentazione chiara e lineare del suo discorso, i risultati di questo studio portano in
evidenza la necessità di maturare un maggior sforzo d’integrazione nell’approccio interdisciplinare agli stati non or-
dinari di coscienza (SNC), indotti in particolare dall’assunzione di sostanze attive. Un simile profilarsi dovrebbe presentarsi come inconfutabile quadro introduttivo per una ricerca scientifica sperimentale e rinnovata che, superando le
limitazioni derivate da conoscenze e metodologie d’indagine rigidamente distinte per campo di competenza, possa
considerare anche altri aspetti, come quelli di comparazione culturale, finora sorprendentemente trascurati. Ma non
solo. Siamo tutti testimoni della rapida ed inarrestata diffusione dell’MDMA e nel contempo della ketamina. A distanza di cinque anni dalla prima ricerca conoscitiva sulle
sostanze d’abuso nel Paese, che mi ha reso partecipe in
collaborazione con il Prof. Fabrizio Schifano, risulta sempre più evidente come si proceda ad analizzare quantitativamente un’esperienza meritevole anche di un approfondimento qualitativo. Conosciamo la tipologia del consumatore, la prevalenza dell’uso delle sostanze, i prezzi delle stesse e anche la voglia di cioccolato. Ma ben poco è stato detto sul contenuto dell’esperienza stessa. Un po’come l’educazione sessuale di venti anni fa, l’educazione sulle droghe
concede scarsa attenzione a sensazioni ed emozioni, nonché alla normalizzazione dell’uso di queste sostanze. Il fenomeno, nel suo insieme, rappresenta un chiaro indice di
smarrimento derivato da una concezione meccanicistica
del corpo umano e delle sue funzioni, che vede la mente ed
il corpo, il pensiero e l’azione come due distinte forme di
coscienza, due forme di vita che noi viviamo. Questo dualismo cognitivo porta a trascendere quelli che sono i limiti
naturali del nostro corpo, e a credere che la nostra realtà
ordinaria sia l’unica scientificamente corretta. Esso origina
una preclusione in merito all’esistenza di altre forme di coscienza, diverse dalla nostra forma di pensiero (ordinario),
come nel caso delle NDEs, che sono invece ampiamente riconosciute in altre culture. Ma la vita del corpo è la vita
delle sensazioni e delle emozioni. Il corpo sente vera fame,
vero sonno, vero calore, vero amore e vera freddezza. Un
insieme di percezioni che sono solo riconosciute da una
mente immateriale. Nessuno è veramente contento, nessuno è veramente soddisfatto, nessuno è veramente in pace.
La vita dei sentimenti contraffatti è la vita dei sentimenti
mentali. Credo sinceramente sia tempo di operare una connessione tra mente e corpo, uomo e natura; in breve, di risvegliare quello che è stato recentemente definito come
“sesto senso”: il senso del corpo. Noi non solo abbiamo,
ma siamo il nostro corpo.
Bibliografia
Le seguenti note bibliografiche completeranno le indicazioni
nominative finora contenute nel testo. Non sono stati citati trattati
non aventi carattere specialistico, derivanti in particolare da raccolte
di testimonianze di consumatori di ketamina, personalmente raccolte, durante una ricerca di tipo conoscitivo sull’effetto dissociativo e
possibili danni alla memoria indotti dalla sostanza, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia della University of East London) durante l’estate 1999. In chiusura verranno offerti una serie di
siti internet ed alcune note bibliografiche sulla ketamina, gentilmente forniti dallo Drugscope di londra (www.drugscope.org.uk).
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza
91
Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (4) 2001
1) Amaringo, P. & Luna, L.E. Ayahuasca Visions. The Religious Iconography of a Peruvian Shaman. (Berkeley,
1991).
2) Baudrillard, J. Simulacra and Simulation, pp 101-102. (London, 1986).
3) Boddy, J. Wombs and Alien Spirit. Men and the Zar Cult in
Northern Sudan. (Wisconsin, 1989).
4) Danforth, L.M. Death rituals of rural Greece. (London,
1982).
5) Drury, N. The Shaman and the Magician: Journeys between
the Words. (London, 1982).
6) Dubos, R. The mirage of health. (New York, 1959).
7) Douglas, M. Natural Symbols. (London, 1970).
8) Foucault, M. Discipline & Punish. (New York, 1979).
9) Foucault, M. History of Sexuality, Vol I & II. (New York,
1977-1985).
10) Foucault, M. The birth of the clinic. (London, 1989).
11) Foucault, M. The Order of Things. Chapter 2. (London,
1970).
12) Haraway, D. Simians, Cyborg and Women: The Reinvention
of Nature. (New York, 1991).
13) Harner, M. Hallucinogens and Shamanism. (New York,
1973).
14) James, W. Varieties of Religious Experience. (New York,
1902 [1958]).
15) Jansen, K.L.R. Ketamine: Dreams and Realities. (MAPS,
2001[ www.maps.org.])
16) Laqueur, T. Making Sex. Body and Gender from the Greek
to Freud. (New York, 1992).
17) Leder, D. The Absent Body. Chicago. (Chicago, 1990).
18) Lévi-Strauss, C. The Sorcerer and his Magic, in Structural
Anthropology. (New York, 1963).
19) Lévi-Strauss, C. The Effectiveness of Symbols, in Structural
Anthropology. (New York, 1963).
20) Lewis, I.M. Ecstatic religion: an anthropological study of spirit possession and shamanism. (Harmondworth, 1971).
21) Luna, L.E. Vegetalismo-Shamanism Among the Mestizo Population of the Peruvian Amazon. (Stockholm, 1986).
22) Luna, E. & White, S.F. Ayahuasca Reader. Encounter with
the Amazon’s Sacred Vine. (Santa Fe, 2000).
23) McKenna, T. & McKenna, D. The Invisible Landscape.
(New York, 1975).
24) Merleau-Ponty. Phenomenology of Perception. (London,
1962).
25) Merleau-Ponty. The Visible and the Invisible. (Evanston, Illinois, 1968).
26) Metzner, R. Ayahuasca. Hallucinogens, Consciousness and
the Spirit of Nature, pp 1-46. (New York, 1999).
27) Mircea, E. Shamanism. Archaic technique of ecstasy. (London, 1964).
28) Moody, R. Life after Life. (London, 1975).
29) Narby, J. The Cosmic Serpent- DNA and the Origins of
Knowledge. (New York, 1998).
30) Ott, J. Pharmacotheon. Entheogenic Drugs, Their Plant Sources and History. (Kennewick, 1993).
31) Rabil, A. Merleau- Ponty: existentialism of social world, pp
20-41. (New York, 1970).
32) Rouget, G. Music and Trance. (Chicago, 1985).
33) Samorini, G. Gli Allucinogeni nel Mito. (Torino, 1995).
34) Shapiro, A. The Powerful Placebo. (Baltimore & London,
1997).
35) Shmidt, J. Between phenomenology and structuralism, pp 92101. (London, 1985).
92
36) Scheper-Huges, N. & Lock, M. The mindful body. In Medical Anthropology Quarterly (1987), 1:1, pp 6-41.
37) Strassman, R. DMT. The Spirit Molecule. (Rochester, Vermont, 2001).
38) Taussing, M. Shamanism, Colonialism and the Wild Man - A
study of Terror and Healing. (Chicago, 1987).
39) Taussing, M. Mimesis and Alterity. A particular history of
the sensens. (London, 1993).
40) Taussing, M. The Magic of the State. (London, 1997).
41) Tedlock, B. Dreaming and dream research in Dreaming, pp
1-31. (Cambridge, 1987).
42) Turner, B. Regulating bodies. Essays in Medical Sociology.
(New York, 1992).
43) Turner, B. Medical power and social knowledge. (London,
1995).
44) Varela, J.F. & Thompson, E. & Rosch, E. The Embodied
Mind. (Cambridge, 1991).
45) Weil, A. The Marriage of the Sun and Moon. (New York,
1980-1998).
46) Winkelman, M. Psychointegrator Plants: Their Roles in
Human Culture, Consciousness and Health. In Year Book
of Cross-cultural Medicine and Psychoteraphy, p. 20
(1995).
47) Ahmed, S.N. & Petchkovsky, L. Abuse of Ketamine (Letter),
British Journal of Psychiatry, (1980) 137: 303.
48) Collier, B.B. Ketamine and the conscious mind, Anaesthesia,
(1972) 27 (2), pp 120-134.
49) Dotson, J.W. & Ackerman, D.L. & West, L.J. Ketamine abuse, J. Drug Issues, (1995) 25 (4), pp 751-757.
50) Fine, J. & Finestone, S.C. Sensory disturbances following ketamine anaesthesia. Recurrent hallucinations, Anaesthesia
and Analgesia, (1973) 52 (3), pp 428 - 430.
51) McDernott, P. Trick or treat, Face, July, (1992), pp 45-46.
52) Mills, I.H., Park, G.R., Manara, A.R., Merriman, R.J. Treatment of compulsive behavior in eating disorders with intermittent ketamine infusions, Quarterly Journal of Medicine,
(1998) 91 (7), pp 493-503.
53) Jansen, K.L.R. The near-death-experience, British Journal of
Psychiatry, (1989) 154, pp 882-883.
54) Jansen, K.L.R. Ketamine - can chronic use impair memory?
International Journal of Addictions, (1990) 25 (2), pp 133 139.
55) Jansen, K.L.R. Non-medical use of ketamine, Brit Med J,
(1993) 306 (6878), 12 refs. pp 601-602.
56) Jansen, K.L.R. Questions and Answers: Ketamine, Drug
News, (1997) pp 19-21.
57) Jansen, K.L.R. Ketamine: Dreams and Realities, (MAPS,
2001[ www.maps.org.]).
58) Johnson, B.D. Psychosis and Ketamine, Brit Med J, 13 Nov
(1971)(4), pp 428-429.
59) KETAMINE. INSTITUTE FOR STUDIES OF DRUG DIPENDENCE. 1p. (London, 1995).
60) Krupitsky, E.M. Ketamine Psychedelic Therapy (KTP) of alcoholism and neurosis, Multidisciplinary Association for
Psychedelic Studies, Newsletter, (1992) 3 (4): 24-28.
61) Krupitsky, E.M. & Grinenko,YA. Ketamine Psychedelic
Therapy: A review of the results of ten years Research, J.Psychedelic Drugs, (1997) 29, pp 165-183.
62) Krystal, J.H., Karoer, L.P., Seibyl, J.P., Freeman, G.K., Delaney, R., Bremner, J.D., Heniger, G.R., Bowers, M.B., Charney, D.S. Subanesthetic effects of the noncompetitive antagonist, ketamine, in humans, Archives of General Psychiatry,
(1994) 51, pp 199-214.
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza
Articoli
63) Krystal, J.H., Karper, L.P., Bennett, A., D’Souza, D.C., Abidargham, A., Morrissey, K., Abi-Saab, D., Bremner, J.D.,
Bowers, M.B., JR., Suckow, R.F., Stetson, P., Heninger,
G.R., Charney, D.S. Interactive effects of subanesthetic ketamine and subhypnotic lorazepam in humans, Psychopharmacology, (1998) 135 (3), pp 213-229.
64) Krystal, J.H., Petrakis, I.L., Webb, E., Cooney, N.L., Karper, L.P., Namanworth, S., Stetson, P., Trevisan, L.A., Charney, D.S. Dose-related ethanol-like effects of the NMDA antagonist, ketamine, in recently detoxified alcoholics, Archives of General Psychiatry, (1998) 55(4), pp 354-360.
65) Reier, C.E. Ketamine - “Dissociative Agent” or hallucinogenic?, N Engl J Med, (1971) 284 (14), pp. 791-92.
66) Rollo, S. & Samorini, G. Il Fattore K della Psichedelia. (Bologna, 1998).
67) Schifano, F. & Corazza, O. & Forza, G. Le sostanze di abuso
del sabato sera. In Ecstasy e Nuove Droghe. Rischiare la giovinezza alla fine del millennio. A cura di Gatti, R. (Milano,
1998).
68) Shapiro, H. Ketamine Factsheet. In Druglink, (1992), 7 (3),
p. 7.
69) Sheehan, D.V.A review of the use of LSD for the patient near
death, Psychic Forum, (1972) 3 (1), 7 refs., pp 21-23.
70) Shulgin, A.T. & Shulgin A. Phikal: A Chemical Love Story.
(1991).
71) Stafford, P. & Bigwood, J. Psychedelics Encyclopaedia. 3rd
expanded ed. (Berkeley, 1992).
Note di navigazione in internet
www.erowid.org/chemicals/ketamine/ketamine.shtml
www.earthops.org/ketamine.html
www.drugscope.org.uk/druginfo/drugsearch/ds_results.asp?file=
www.health.org/pubs/qdocs/ketamine
www.lycaeum.org/drugs/synthetics/ketamine
www.resproject.com/one/dmturner.html
Ketamina, “near-death experiences” e stati non ordinari di coscienza
93

Documenti analoghi

Ketamina e ormoni

Ketamina e ormoni dello stato anestetico e allucinatorio. Gli effetti sulla trasmissione neuromuscolare sono invece meno rilevanti (Adams, 1998). Alla concentrazione anestetica la ketamina inibisce i recettori per l...

Dettagli

Uso e abuso di sostanze

Uso e abuso di sostanze La ketamina è un anestetico generale che viene adoperato sia per uso umano che veterinario. La sua molecola [2-(2-clorofenil)-2-(metilami­ no)-cicloessanone] è molto simile a quella del pCP (fencic...

Dettagli

Le sostanze psichedeliche come strumento terapeutico

Le sostanze psichedeliche come strumento terapeutico (Hoffer, 1970; Abramson, 1960), ed erano in grado di alleviare il dolore e l’ansia nei pazienti con tumore allo stadio terminale (Kast, 1964; Leuner, 1994). Durante questo periodo nacquero due tipi...

Dettagli