pulizia e igiene del didgeridoo

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pulizia e igiene del didgeridoo
Jack Azzarà Didgeridoo Player http://www.jackazzara.eu
“PULIZIA E IGIENE DEL DIDGERIDOO”
Uno degli argomenti più discussi tra i suonatori di Didgeridoo e una delle domande poste con
maggiore frequenza da neofiti e curiosi è senz’altro l’igiene dello strumento.
Non di rado mi capita di notare sul viso delle persone che hanno visto per la prima volta l’albero che
canta, uno sguardo disgustato all’idea di come possa ridursi internamente lo strumento dopo un uso
intenso.
Ho quindi deciso di scrivere quest’articolo, cosi da condividere la mia personale esperienza;
naturalmente quanto state per leggere non deve essere interpretato come un dogma, quindi sentitevi
liberi di sperimentare tenendo presente di non usare prodotti tossici per l’uomo e naturalmente, non
dannosi per il materiale con cui è stato costruito lo strumento.
Prima di entrare nel vivo vorrei fare una premessa, la pulizai del Didgeridoo esiste come per qualsiasi
altro strumento a fiato e rifiutarsi di fare suonare il proprio strumento non è un atto di scarsa
fratellanza ma a volte solo un inevitabile e sana scelta 
Passo ora ad illustrare alcune modalità e accorgimenti per cercare di mantenere pulito e magari, se
non profumato, perlomeno non maleodorante il proprio strumento.
Pulizia del corpo interno degli strumenti fatti in canapa, PVC, plastica, vetroresina, fibra di
carbonio etc.
I didgeridoos costruiti con materiali definiti ‘alternativi’ è possibile lavarli con acqua corrente e con
del normale sapone per le mani o per il corpo. E’ sempre buona norma leggere le istruzioni sulla
confezione del prodotto scelto ma, per una questione di praticità ed economicità, consiglio comunque
di utilizzare prodotti poco schiumosi e non troppo elaborati.
Dopo averlo lavato e fatto scolare, consiglio di asciugarlo così da evitare il formarsi della condensa;
per asciugarlo si può inserire dalla campana uno straccio legato intorno ad un tubo di plastica (così da
evitare che rimanga incastrato all’interno dello strumento stesso) e muovere il tubo di plastica su e giù
come uno stantuffo.
Pulizia del corpo interno, imboccatura esclusa, degli strumenti fatti in legno.
Per i didgeridoos in legno il mantenimento della pulizia perché possono essere utilizzati decine di
tipologie di legno. Ho sentito diverse persone che hanno lavato strumenti in legno con acqua corrente
e sapone senza alcun problema, io stesso ho lavato con acqua e sapone un mio strumento fatto con del
legno nazionale, salice per la precisione, senza danneggiarlo, quindi non nego che si possano lavare i
Didgeridoo in legno come se fossero strumenti costruiti con materiali alternativi ma procedete con
estrema cautela; in ogni caso, onde evitare spiacevoli sorprese domandate sempre lumi al costruttore
e\o venditore dello strumento, il quale deve sapervi dire come mantenere pulito e igienizzato quanto
vi ha venduto.
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Per pulire gli strumenti in legno (eucalipto, salice, castagno etc.) quando non uso acqua e saponi,
inserisco dalla campana uno straccio impregnato di disinfettante (sempre legato intorno ad un tubo di
plastica in modo da evitare che rimanga incastrato all’interno dello strumento stesso) e lo muovo,
lentamente, avanti e indietro per almeno cinque minuti; quindi prendo un bicchiere da un quarto di
litro d’acqua e la faccio colare dall’imboccatura verso la campana, in modo da togliere eventuali
residui smossi, quindi ripasso per altri cinque minuti lo straccio impregnato di disinfettante. Una volta
terminata questa fase, prendo un bicchiere di plastica in cui verso un paio di cm di olio di lino cotto, il
quale serve non tanto per igienizzare, ma per lubrificare e aiutare il legno a mantenersi in uno stato
migliore; inoltre, trovando particolarmente gradevole la fragranza dell’olio di lino cotto posso anche
fare a meno degli aromi naturali per la profumazione degli strumenti.
Nel procedere con l’olio di lino cotto, consiglio di inserirlo dalla campana verso l’imboccatura e nel
frattempo ruotare lo strumento; tale movimento rotatorio consentirà all’olio di distribuirsi in modo
più uniforme all’interno dello strumento; infine occorre tenere per almeno un paio di giorni lo
strumento a scolare premunendosi di appoggiarlo con la campana su una decina di fogli di giornale o
carta spessa per evitare di sporcare il pavimento con l’olio.
Pulizia dell’imboccatura degli strumenti fatti in qualsiasi materiale.
Per l’imboccatura il metodo di pulizia è lo stesso per tutte le tipologie di strumenti. S’inizia prendendo
uno straccetto imbevuto con acqua e si passa internamente; quindi si procede nella pulizia usando dei
fogli di carta arrotolati su se stessi e impregnati con un disinfettante (non nocivo per l’uomo). Come
prodotti per igienizzare l’imboccatura si possono adoperare disinfettanti per cavo orale in vendita
nelle farmacie e\o nelle erboristerie. Personalmente utilizzo la Melaleuca conosciuta come “L’albero
del Tè” o “Tee Tree Oil”, disinfettante e fungicida naturale tra l’altro d’origine aborigena
http://www.erboristeria.eu/prodotti.php?art_cod=MELUKO.
Profumazione dello strumento.
Si possono utilizzare degli aromi naturali, che possono essere acquistati in una qualsiasi erboristeria.
Io ho provato a utilizzare limone, bergamotto e cannella; ad ogni modo, qualsiasi sia la fragranza da
voi adoperata, inserite il prodotto dall’imboccatura verso la campana, stando attenti a non fare cadere
le gocce direttamente sui bordi dell’imboccatura perché gli aromi naturali, che peraltro non
dovrebbero mai essere ingeriti, sono solitamente molto forti e sentirli direttamente sulle labbra mentre
si suona, può essere fastidioso.
Ogni quanto tempo pulire gli strumenti?
Non esiste una regola fissa: ipotizzando di suonare lo strumento almeno tre ore a settimana, direi di
lavare i didgeridoo fatti con materiali alternativi almeno una volta al mese; personalmente preferisco
lavare gli strumenti in PVC come il Didjeribone alla fine di ogni uso, poiché basta suonarli anche per
solo trenta minuti e il giorno dopo saranno già appiccicosi e un pochino maleodoranti. Discorso
diverso per gli strumenti in legno, che igienizzo tre o quattro volte l’anno, durante i cambi di stagione.
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… e la pulizia della parte esterna??
Raramente viene chiesto se e come si deve pulire la parte esterna degli strumenti, comunque, se uno
strumento è costruito con materiali alternativi e non è in alcun modo decorato è possibile pulirlo con
dell’acqua corrente; qualora sia fatto in legno, sempre senza alcuna decorazione, si può chiedere al
costruttore e\o venditore dello strumento in base alla tipologia di legno quale tecnica o prodotto
utilizzare (comunque una leggera passata con un panno leggermente inumidito con acqua non causa
alcun danno).
Discorso completamente diverso se il vostro strumento, fatto di qualsiasi materiale, è dipinto,
decorato o pirografato; in questi casi, essendo troppe le variabili in gioco preferisco non esprimermi
limitandomi a consigliarvi, se decidete di procedere, di farlo con estrema cautela chiedendo consiglio
a chi ha costruito e\o venduto lo strumento cercando di capire con precisione quale tipo di pittura e
vernice è stata utilizzata, anche se a questo punto si tratterà non tanto di pulizia, ma di una vera e
propria manutenzione della parte esterna dello strumento.
Con quale ordine procedere alla pulizia?
Corpo Interno esclusa l’imboccatura – Parte esterna – Profumazione – Imboccatura.
Qualora invertiate l’ordine di qualcuno di questi passaggi non cambia molto, anche se consiglio di
tenere la pulizia dell’imboccatura come ultimo passo.
Come scritto all’inizio vi ricordo di guardare a questo mio scritto con aperto spirito critico e
naturalmente eventuali consigli e critiche, se ben motivati saranno molto graditi.
Jack Azzarà
[email protected]
N.B Articolo precedentemente pubblicato sulla rivista cartacea “Yidaki News” e rivisto in data 28/12/2012 dallo
stesso autore (Jack Azzarà)
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