N° del 08/11/2009 - Diocesi di San Miniato

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N° del 08/11/2009 - Diocesi di San Miniato
Diocesi di San Miniato
da La Domenica del 8/11/2009
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San Miniato, 12-13 Novembre: Il Convegno Settimanali Cattolici
Un convegno su crisi economica
e informazione nel cuore della Toscana
Si terrà nella Diocesi di San Miniato il convegno
nazionale dei settimanali cattolici aderenti alla Fisc
(federazione italiana settimanali cattolici) dal 12 al
14 novembre. Il titolo del convegno è: "La Crisi
economica: sviluppo sostenibile e sistema solidale.
Il ruolo dell’informazione".
Il convegno sarà l’occasione non solo per
festeggiare i 70 anni di vita di questo settimanale,
ma anche per ricordare i 25 anni di Toscana Oggi e
i 20 dell’agenzia di informazione cattolica Sir. I
lavori delle tre giornate si svolgeranno tra San
Miniato, Casciana Terme e Santa Croce sull’Arno. Il
programma prevede diversi interventi, tra questi,
quello del sen. Maurizio Sacconi, ministro del
lavoro, di Gianfranco Fabi, vice-direttore de “Il
Sole 24 ore”, di Stefano Zamagni, docente di
economia politica all’Università di Bologna, degli
on. Enrico Letta ed Ermete Realacci, e del
sindacalista Maurizio Petriccioli. Interverranno anche l'Arcivescovo di Firenze, Mons. Giuseppe Betori, il
Vescovo di Prato, Mons. Gastone Simoni, il Vice Presidente della Regione, Federico Gelli, il Presidente
della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, il Capo Redattore de La Nazione, Pierandrea Vanni, il Presidente
della Fondazione CRSM, Alessandro Bandini.
Nel salutare l’iniziativa, il nostro Vescovo, Mons. Fausto Tardelli, ha messo in evidenza l’importanza
dell’evento. “E’ la prima volta”, spiega il Vescovo, “che la Chiesa di San Miniato ospita un convegno
nazionale della stampa cattolica e ciò è motivo di orgoglio e soddisfazione. In questo modo celebreremo
molto degnamente il 70° anniversario del nostro settimanale diocesano La Domenica, come pure i
venticinque di Toscana oggi. È motivo di lode al Signore ricordare il grande contributo che La domenica ha
dato per tanti anni alla vita ecclesiale e civile del nostro territorio”.
» Speciale Convegno FISC
» Vedi Programma Convegno
Il Convegno Fisc, un’occasione da non perdere
di Riccardo Cardellicchio
Piove a dirotto con raffiche di vento. Difficile pararsi anche con gli ombrelli. Ma gli operai – una ventina –
non si danno per vinti. Parlano tra loro e, ogni tanto, lanciano occhiate verso il cancello della fabbrica in
crisi. Sono lì da almeno tre ore. È un’immagine emblematica. Evidenzia lo stato di salute di questa fetta
della Toscana, storicamente il cuore pulsante, sano della regione. Non lo è più ora. La crisi non l’ha
risparmiata. È in affanno.
Come se non bastasse, ai vecchi problemi se ne sono aggiunti altri. Oggi bisogna fare i conti con le nuove
povertà, con le nuove disuguaglianze. La società si sta trasformando rapidamente con l’inserimento di
altre culture. Il mondo produttivo si è trasformato, rende sempre più precaria l’occupazione. I giovani
incontrano difficoltà nella ricerca del posto fisso. Le donne vengono espulse dalla fabbrica. Dilagano il
lavoro nero, la sottoccupazione, il sommerso, la mobilità esasperata. La produzione impone ritmi elevati,
padri dell’aumento degli infortuni sul lavoro
Qualcuno sta ripensando lo sviluppo con l’obiettivo di dargli più ordine, per evitare il condizionamento
delle monocolture, per trasformarlo in progresso.
E’ chiaro che un Comune non può essere erogatore di posti di lavoro. Ma può dire la sua nello sviluppo
delle aree artigianali e industriali. Nei controlli all’interno delle aziende. Nei corsi professionali.
Nell’alfabetizzazione degli immigrati. Nell’inserimento degli stessi nella nostra società. Nel rispetto delle
identità culturali.
Il numero degli stranieri cresce a vista d’occhio. Ci sono cinesi, albanesi, marocchini, russi, polacchi,
romeni, filippini, sudanesi, indiani, pakistani, sudamericani, ucraini, e via discorrendo. Non è questione di
poco conto. Anche se i locali, finora, hanno saputo rispondere in maniera responsabile, senza lasciarsi
andare ad atteggiamenti xenofobi. Consapevoli che la società non è più quella di dieci anni fa, che il
villaggio è diventato globale, e la convivenza è l’unica soluzione possibile. Per altro, da queste parti si sa
che cosa voglia dire emigrare. Nella storia, anche più recente, troviamo emigrazioni verso la Francia, la
Svizzera, l’Australia, l’America Latina e gli Stati Uniti. Cammini della speranza.
È altrettanto chiaro che un Comune, oggi, non può muoversi da solo. Non ne ha le forze. C’è la necessità
di non disperdere energie e soldi.
Bene, il convegno nazionale della Federazione Italia Settimanali Cattolici s’inserisce in questo contesto. È
la prima volta che qui s’affrontano, a livello nazionale, temi economici, e non solo: la crisi, lo sviluppo, la
solidarietà, il ruolo dell’informazione. Alla presenza di sindacalisti, economisti, giornalisti di chiara fama. Si
scomoda anche il ministro del lavoro per presentare il libro bianco sul futuro del modello sociale.
Dire che è un’occasione da non perdere non è rifugiarsi in una banalità.
dalla Diocesi ...
La Scala
Cassandra De Rosa
incontra i ragazzi della Stella Maris
Capita sempre più spesso, entrando in un negozio di dischi, di imbattersi in
gigantografie di cantanti giovanissimi, dal nome mai sentito prima scritto a
caratteri cubitali, i cui cd invadono i primi scaffali del negozio. In genere si
tratta di talenti emersi da un reality show musicale della Rai o di Mediaset
che le case discografiche collegate si sono impegnate a lanciare sul mercato.
Non è questo il caso di Cassandra De Rosa, fiorentina, classe 1986. Dopo la
sua partecipazione alla trasmissione “Amici” di Maria de Filippi, nel 2007, ha
conquistato una certa popolarità ma non ha invaso il mercato discografico.
Ha iniziato un’intensa attività di concerti dal vivo con centinaia di serate, tour
estivi, un musical su Santa Bernadette al Teatro Sistina di Roma. Dotata di
una bella voce, grintosa e dolce al tempo stesso, Cassandra affronta con
efficacia brani di difficile interpretazione, ispirandosi a modelli quali Giorgia,
Whitney Houston, Celine Dion, Mariah Carey… Un particolare che le fa molto
onore è la partecipazione a diverse iniziative di solidarietà e beneficenza, in
particolare per gli ammalati e i bambini in difficoltà.
Lo scorso 23 ottobre, un mercoledì, Cassandra ha incontrato gli ospiti e gli
educatori del Centro diurno psichiatrico per adolescenti “Stella Maris” di La
Scala. Vivace, bella, simpatica, ha risposto alle molte domande dei ragazzi e
delle ragazze incuriositi sui retroscena delle trasmissioni tv e sul vissuto
personale della loro beniamina. Un momento speciale, emozionante, per gli ospiti del Centro diurno,
grazie alla generosità della giovane cantante.
All’incontro hanno partecipato anche il parroco della Scala, mons. Carlo Ciattini, e il presidente della
Fondazione Stella Maris, avv. Giuliano Maffei.
Presentato al Caffè Centrale a San Miniato
“Gli anni belli” Un libro con testo e incisioni di Luca Macchi
Sabato 31 ottobre alle ore 17,30 presso il Caffè Centrale a San Miniato, organizzata dall’U.C.A.I. con il
patrocinio del comune di San Miniato, si è tenuta la presentazione della pubblicazione Gli anni belli, testo
e incisioni del pittore Luca Macchi. Oltre ad un folto pubblico erano presenti Chiara Rossi, vice-sindaco di
San Miniato, Mauro Manetti direttore della L.A.B.A. di Firenze e S. E. Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di
San Miniato che con la sua presenza – come ha detto Macchi nel suo intervento – ha onorato tutti i
presenti.
Il pittore Luca Macchi ha iniziato ringraziando gli intervenuti ed ha tracciato velocemente il processo di
formazione del testo, scaturito spontaneamente un paio di anni fa e poi lasciato e ripreso in momenti
diversi. Nel volumetto Macchi scrive degli anni in cui era studente all’Accademia a Firenze. Ne escono fatti
e avvenimenti di quel tempo insieme ad alcuni ritratti di suoi insegnanti come Fernando Farulli, Renzo
Federici, Vittoria Corti, ma anche Piero Santi e altri. Ne viene fuori una specularità tra San Miniato, luogo
di residenza, e Firenze città di elezione. Chiara Rossi nel suo intervento ha fatto notare come nella lettura
di questo testo vi siano immagini di una San Miniato quanto meno diversa dalla attuale, con lo scorrere di
una vita che aveva luogo tra le mura della cittadina.
Mauro Manetti ha detto che in questo testo Macchi ha fatto un tuffo in se
stesso e per tutti fa riemergere gli anni belli, quelli del senso comune di
appartenenza al sogno dell’arte. Mons. Tardelli ha avuto parole di
apprezzamento per l’edizione in se e per il fatto che Macchi raccontando la
luce di quegli anni di formazione ha un po’ raccontato anche di un suo
cammino interiore e spirituale.
Il ricavato delle offerte è destinato dall’autore alle attività della Casa Famiglia
di San Miniato presente con le ragazze e i suoi rappresentanti all’incontro. I
prossimi appuntamenti per l’artista in questo mese di novembre sono una
importante collettiva al Museo Archeologico Nazionale di Firenze ed un’altra
collettiva nelle sale dello storico caffè “Giubbe Rosse” sempre a Firenze.
» Chi è interessato al volume può rivolgersi direttamente alla Casa Famiglia.
Brano tratto da Gli anni belli di Luca Macchi
[…] Sulla collina di San Miniato, sotto al sole d’oro che dicevamo, si levano agili e squadrate le due torri:
più in alto quella di Federico II, con la cima diroccata, simbolo della città e della sua storia; di poco più in
basso l’altra torre, quella di Matilde, con gli archetti pensili che sembrano un po’ la corona che cinge la
testa della famosa contessa dalla quale prende il nome. Intorno il verde cupo o argentato delle chiome
degli alberi che scendono giù verso la pianura seguendo il crinale tufaceo e lasciando sempre più spazio
agli oliveti e ai campi coltivati.
Dalla torre di Federico sembra di poter toccare il cielo: con lo sguardo, raggiungi San Gimignano,
Montaione, Palaia e, laggiù sull’ultima cresta verso sud, Volterra. A nord lo spazio aperto della valle
dell’Arno. Le abitazioni appaiono dapprima rade e distanti tra loro ma più lo sguardo si allontana più si
fanno numerose e fitte; si addensano e si confondono, non le distingui più come case ma come paesi.
Oltre la ferrovia riconosci Fucecchio e Cerreto Guidi e da Vinci lo sguardo riprende a salire verso i monti
Appennini che, come una cornice azzurra, chiudono il paesaggio e anche questa parte della Toscana.
Santa Maria a Monte
La Compagnia del Santissimo Sacramento:
un patrimonio di fede e di pietà
Mercoledì 4 novembre prossimo nella Collegiata di Santa Maria a Monte si è celebrata la Santa Messa in
suffragio dei defunti della Compagnia del Santissimo Sacramento. Alle ore 20.45 c’è stata la recita del
Santo Rosario. Quindi alle ore 21.15 la Santa Messa. Al termine si è tenuta una riunione dei membri della
Compagnia per riscoprire il proprio carisma. Si sente infatti il bisogno di ridefinire in chiave attuale il ruolo
di questa nostra confraternita. Le confraternite sono associazioni cristiane fondate con lo scopo di
suscitare l’aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà popolare e di incrementare il
culto. Fede e Carità sono i due binari lungo le quali si muovono. L’origine di queste associazione cristiane
di laici si fa risalire all’alto Medioevo, quando nacquero e si distinsero vari tipi e determinazioni di
confraternite, da quelle di arti e mestieri a quelle di devozione e di culto.
Le confraternite nacquero per rispondere alla profonda necessità di creare un vero e proprio tessuto
connettivo del corpo sociale che offrisse ai fedeli la possibilità di sviluppare una spiritualità laica. La
presenza e le attività delle Confraternite vennero prese in seria considerazione nel corso dei lavori del
Concilio Vaticano II. In virtù dell’intervento di alcuni Vescovi, ne venne rivalutato il patrimonio culturale e
religioso, tanto da portare ad una reinterpretazione del ruolo che esse erano chiamate a svolgere
all’interno della Chiesa e a una riflessione sulle nuove esigenze dell’apostolato dei laici, che il Concilio
intendeva potenziare. Grazie all’azione dello Spirito Santo, e ai documenti post-conciliari, le Confraternite
iniziarono un nuovo cammino che le avrebbe ricollocate in quello spazio sociale a loro più congeniale, dove
potevano consolidare e realizzare la forte vocazione dei laici al servizio della Chiesa.
Nel corso dell’incontro è stato presentato il modello delle nuove cappe. Mettere la cappa ( mantello) non è
un gesto superato, superfluo o inutile, ma segno ( ossia “simbolo” che produce effetti) e testimonianza di
una presenza cristiana che ha una definizione ed una collocazione precise, perché la cappa è il segno e la
manifestazione dell’appartenenza alla Compagnia e della partecipazione alla sua attività. La cappa è un
richiamo, ricorda la veste del Battesimo e quindi la dignità sacra di ogni battezzato e il compito che la
Chiesa gli riconosce nell’esercizio del culto liturgico, che dà mandato ufficiale di compiere. La cappa è
abito per il servizio liturgico, indica che si vuol partecipare attivamente alla Sacra Liturgia e che si vuole
esprimerla esemplarmente sia in rito che nella vita. La cappa è innanzitutto uguale per tutti, indica che
tutti i confratelli sono uguali tra loro, sono tutti figli di Dio. Inoltre ricorda l’ordinamento dell’associazione.
I valori spirituali contenuti nel segno della cappa sono profondi da meritare tuttora molta considerazione,
e che non certo vanno abbandonate in nome di ragioni diverse. La cappa è, dunque, emblema
significativo per la decorosa e pubblica espressione del culto e per il generoso servizio di carità. Per questo
non è possibile abbandonarla. L’abito esteriore deve essere segno dell’abito interiore, morale, dei
confratelli. La cappa, cioè, riveste il corpo così come lo spirito di un confratello dovrebbe essere rivestito
dei sentimenti dell’umiltà, della concordia, della penitenza del cuore, del sacrificio, della preghiera.
Pianezzoli
Lavori di adeguamento della chiesa parrocchiale
Mercoledì 28 ottobre 2009 ha avuto luogo un incontro presso il
complesso Parrocchiale di Pianezzoli con il funzionario di zona
della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di
Firenze Arch. Gabriele Nannetti per valutare essenzialmente i
possibili interventi di adeguamento liturgico da eseguire nella
chiesa Parrocchiale, nonché altri interventi da eseguire nel
complesso medesimo. All’incontro erano presenti il Parroco Don
Lido Freschi, il delegato vescovile per i beni culturali Don Bruno
Meini, i tecnici Geom. Siriano Bertini e Geom. Riccardo Dani, ed
alcuni membri del consiglio parrocchiale.
Per quanto riguarda l’interno della Chiesa sono state valutate le
possibili soluzioni sia per avere una migliore fruibilità degli spazi
nella zona dell’altare principale sia per quanto riguarda l’accesso
all’organo, mentre per la restante proprietà Parrocchiale sono stati prospettati i possibili interventi in
alcune porzioni interne ed esterne (creazione di una nuova unità abitativa al piano terreno a servizio del
parroco, rifacimento della facciata della chiesa e restauro del portone, rifacimento del muro di sostegno
sul fronte esterno). Al termine dell’incontro si sono avute valide indicazioni su cui indirizzare la
progettazione e che saranno innanzitutto valutate dalla Commissione di Arte Sacra della Curia.
L’Ottavario dei Morti
La settimana appena trascorsa si è caratterizzata per la commemorazione dei defunti, una ricorrenza che
ci educa a pensare i nostri morti come viventi in Dio, in comunione con noi; ad essi ci lega, oltre l’affetto e
il rimpianto, soprattutto la fede indefettibile nella risurrezione e la speranza. Una misteriosa solidarietà
spirituale ci congiunge in Cristo con ognuno di coloro che vivono ormai nella luce del Signore. Il nostro Dio
non è il Dio dei morti ma dei viventi, con essi noi formiamo l’unica città dei redenti, la Gerusalemme
celeste di cui già anche noi facciamo parte. La commemorazione pertanto, non acutizza il senso di una
separazione ma piuttosto richiama alla comunione che la morte non infrange ma fa più profonda, intima e
consolante. Per il mistero della comunione dei santi, la Chiesa sempre prega per i defunti, per coloro che,
come noi, sono stati pellegrini su questa terra e ci hanno preceduto nel viaggio definitivo verso la casa del
Padre, dove Gesù ha promesso di prepararci un posto . Ogni giorno ricordiamo questi fratelli e sorelle
nella liturgia delle ore e nella Preghiera Eucaristica. Con la Chiesa preghiamo affinché i nostri defunti
“incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente
purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata
speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti”.In particolare in questo periodo la Chiesa invita
a ravvivare la fede nel mistero pasquale e nella risurrezione dei morti che professiamo nel credo ogni
domenica. È significativo che l’ultima giornata dell’ottavario coincida con le celebrazione del 4 novembre:
saranno commemorati i caduti di tutte le guerre, quindi coloro che la stoltezza umana ha condotto a
morte, giovani vite sacrificate. R. Colombai
Per riflettere …
Considerazioni sul caso di don Alessandro Santoro
Don Alessandro Santoro è il “prete scomodo”, balzato più volte agli onori delle cronache per le sue prese
di posizione in contrasto con l’insegnamento della Chiesa, che è stato rimosso dall’incarico di cappellano
della comunità delle Piagge (Firenze) dopo aver celebrato le nozze religiose tra un uomo e un
transessuale.
In 15 anni vissuti nel difficile quartiere della frazione di Brozzi don Santoro si è fatto amare dalla gente
per le sue numerose iniziative di solidarietà, formazione, inserimento lavorativo, valorizzazione del
territorio. Il suo allontanamento ha comprensibilmente creato forti reazioni in coloro che lo hanno
conosciuto apprezzandone la bontà e le doti umane. Mentre scrivo queste righe alcuni attivisti hanno
iniziato un digiuno a staffetta con volantinaggio davanti alla Curia fiorentina e il gruppo di sostegno a don
Santoro aperto su Facebook ha abbondantemente superato i 5000 iscritti, curiosamente la maggior parte
dei quali atei e anticlericali professi. I messaggi di solidarietà hanno in genere lo stesso tenore e
contenuto: totale apprezzamento per la persona di don Santoro e disprezzo per la Chiesa oscurantista e
corrotta.
C’è chi annuncia ostruzionismo nei confronti del nuovo cappellano della comunità
nominato dal Vescovo di Firenze: l’anziano missionario don Renzo Rossi, prete dei
poveri e dei diseredati, sulla cui fedeltà alla Chiesa non ci sono dubbi. Questo
sacerdote si troverà ad affrontare, credo, l’arduo compito non solo di far proseguire
le opere sociali iniziate da don Santoro ma anche di ricordare ai fedeli della
comunità cosa significhi essere prete, quale sia il significato soprannaturale dei
Sacramenti, in particolare l’Eucaristia e il Matrimonio, e mostrare come la carità e
la verità non possano sussistere l’una senza l’altra.
All’ultima Messa di don Alessandro alle Piagge, celebrata il 1 novembre, erano
presenti circa 1500 persone. Le parole ora critiche ora amareggiate di don Santoro
e dei fedeli che hanno preso la parola sono state punteggiate dagli applausi della
folla. Sono emersi il dolore, l’umiliazione e il senso di rivolta che provano il pastore e la sua comunità.
Una vicenda triste che spinge a considerare come anche sacerdoti animati dalle migliori intenzioni e dai
sentimenti più nobili, se perdono di vista il fondamento della loro identità e del loro ministero, possano
dare scandalo, fornire il pretesto per le strumentalizzazioni giornalistiche più bieche e per la diffusione del
pregiudizio anti-clericale. E quel che è peggio: si infilano in un vicolo cieco. Come si fa ad essere prete
senza la Chiesa o addirittura contro la Chiesa? Che senso ha rifarsi al Vangelo negando l’autorità della
Chiesa che di quello stesso Vangelo è custode e garante? È giusto che un sacerdote accondiscenda ad ogni
desiderio e richiesta dei suoi fedeli o non deve farsi anche maestro e guida in Persona di Cristo e saper
dire di no quando è necessario?
Se sia vero che un transessuale è una donna nata uomo o un uomo diventato donna, come hanno
stupidamente ripetuto i giornali, discuteremo un’altra volta. La cosa più giusta da fare in questo momento
è pregare. Pregare per don Alessandro e per don Renzo che gli succederà alla guida della comunità delle
Piagge, per la gente che sta protestando e per quella che soffre in silenzio, per il Vescovo di Firenze e per
tutti i legittimi Pastori della Chiesa che tramandano la successione apostolica. Pregare perché la zizzania
non cresca a dismisura fino a soffocare tanti fragili steli di grano. (dfr)
Santa Maria a Monte
Il futuro? E’ giovane
E’ iniziato nei giorni scorsi il percorso formativo per giovani e giovanissimi. La nostra comunità
parrocchiale, attraverso l'oratorio e la pastorale giovanile vuole esprimere, in continuità con la sua
tradizione educativa, una forte predilezione verso i bambini, i ragazzi e le giovani generazioni.
L'attenzione educativa rivolta ai giovani comprende la globalità della persona, nella convinzione che tutto
può partecipare al bene della loro crescita e vita futura. L’esperienza dell’oratorio attua un progetto
educativo, attraverso le persone che vi si impegnano e in un luogo strutturato appositamente, in virtù di
un mandato che ha ricevuto dalla comunità cristiana, la quale resta il soggetto educativo responsabile.
Dobbiamo essere consapevoli che l'attività educativa destinata alle giovani generazioni comporta
investimenti strutturali, gestionali e formativi. Essi sono necessari per far sì che i giovani giungano ad una
maturazione valoriale e di fede. Cosa dare loro? Proposte di aggregazione e per il tempo libero
diversificate attraverso il variegato mondo sportivo, attività culturali (come il corso di chitarra che sta per
partire), ricreative ed espressive, ma anche gite ed escursioni, promozione di feste e momenti informali.
Di fronte alla disgregazione sociale, la risposta della comunità cristiana non può essere che
l’individuazione di un centro di aggregazione giovanile, dove fare anche formazione umana e spirituale
attraverso incontri formativi e proposte culturali, in modo da offrire ai stessi giovani momenti di
approfondimento su temi d'attualità, ma anche confronti e dibattiti, esperienze con coetanei, gemellaggi e
scambi di esperienze, vita di gruppo e momenti di associazionismo. In questo contesto si struttura una
sorta di laboratorio della fede, catechesi ed iniziazione ai sacramenti. Qui è possibile sviluppare itinerari di
ricerca ed educazione al dono della fede attraverso anche giornate di riflessione e preghiera,
contemplazione, ascolto del creato, confronto con se stessi e con gli altri. Da questa formazione deve
discendere l’azione, tradotta in impegno e servizio: si confida che il volontariato trovi nell’ ambiente
oratoriale un terreno fertile di sperimentazione e di testimonianza. Dal servizio agli ultimi ed ai bisognosi
fino alla progettazione di esperienze innovative. L'oratorio, così inteso e orientato ad essere strumento
operativo della pastorale giovanile della comunità cristiana, più in generale opera con i giovani che lo
animano per la costruzione delle politiche giovanili che il territorio va costruendo.
Appuntamenti e segnalazioni ...
Scuola di Formazione Teologica
Inizia un itinerario di ascolto della Parola di Dio
La Scuola Teologica “mons. C. Falcini” di San Miniato propone un percorso di approfondimento della
conoscenza della Parola di Dio attraverso la meditazione e la pratica del discernimento. Non si tratta di un
corso in più per gli studenti ma di un’iniziativa di lettura spirituale aperta a tutti gli interessati. L’itinerario
intende offrire, in un ciclo di 12 incontri, è ispirato al metodo degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di
Loyola e si propone, attraverso la lectio di brani biblici dell’AT e NT e la condivisione delle risonanze che
questi generano, di rileggere la storia di ciascuno alla luce della storia della salvezza, per incontrare nella
vita quotidiana il Dio vivo e vero che libera dalle paure.
Gli incontri si terranno il secondo e il quarto martedì del mese da novembre a maggio, presso il Centro
Diocesano Vocazioni di La Scala a San Miniato, con orario dalle 21.15 alle 22.45. Il primo appuntamento è
fissato quindi per martedì prossimo, 10 novembre. Gli incontri saranno guidati da Sandro Spagli, docente
della Scuola di Formazione Teologica.
La partecipazione agli incontri è gratuita. Occorre portare sempre la Bibbia. Può essere utile anche un
quaderno per gli appunti.
Per informazioni:
Segreteria della Scuola Teologica: [email protected]
Sandro Spagli: tel. 0571/43477, [email protected]
» Vedi programma
Dal 27 al 29 novembre
Micro-Missione a San Miniato
È tempo di Missione in San Miniato! Dopo che molti giovani della nostra diocesi, appartenenti a diverse
parrocchie, gruppi e movimenti, hanno condiviso esperienze straordinarie di evangelizzazione, sia nella
nostra zona sia – questa estate – a Riccione, dalla preghiera comune si è delineato un disegno veramente
bello. In uno degli incontri di comunione, molto semplici e spontanei, in cui i ragazzi si sono ritrovati per
pregare era presente don Roberto Dichiera di Nuovi Orizzonti, un giovane sacerdote che ha partecipato
alla missione a Riccione e che è sempre impegnato nel servizio ai fratelli. Dall’incontro con lui è nato il
sogno di una micro-missione a San Miniato, dal pomeriggio di venerdì 27 alla domenica 29 novembre,
durante la “Festa del tartufo”, unn’evento che attira migliaia di persone. Roberto ha confermato la sua
partecipazione personale e quella di Nuovi Orizzonti. Anche le Sentinelle del mattino di Pasqua hanno
offerto il loro sostegno. Il Vescovo ha benedetto l’iniziativa e alla S. Messa di apertura darà il mandato ai
giovani missionari.
Una proposta rivolta a tutti i giovani
Rimanere nel suo amore: nell’Eucaristia, nella Parola, nell’amore scambievole, nel fiume di Misericordia
del sacramento della Riconciliazione. Tre giorni per vivere uniti in Cristo col suo Spirito rivolti al Padre, con
tanti fratelli, quelli che il Signore vuol farci incontrare per amarli come Lui ama noi. Questa è la Missione,
tre giorni nel suo amore per rimanervi tutta la vita e….tutta l’eternità! Tre giorni intensi di comunione,
formazione e missione! La Missione infatti prevede nell’ordine: la Santa Messa di mandato del Vescovo, la
formazione e la comunione dei
Missionari, quindi l’evangelizzazione.
Sono invitati a partecipare alla Missione tutti i giovani di età dai 18 ai 35 anni, appartenenti a qualsiasi
gruppo, associazione e movimento (anche extra-diocesi). A meno di casi particolari, da valutare, può
evangelizzare solo chi partecipa all’intera preparazione.
Il programma prevede dei momenti dedicati solo ai missionari, per creare veramente un gruppo unito, ma
anche momenti in cui tutti sono invitati ad unirsi. Sono i momenti della preghiera: tre S. Messe e due Luci
nella Notte. Le Luci nella Notte, sono tempi di adorazione ed evangelizzazione a coppie all’interno e
all’esterno della Chiesa, con la possibilità di accostarsi alla Confessione sacramentale, di prendere biglietti
con frasi della Parola di Dio e di lasciare la propria preghiera davanti al SS. Sacramento. A questi momenti
sono particolarmente invitati i sacerdoti per le Confessioni e chi ha talenti musicali per l’animazione.
Le iscrizioni per chi vuol partecipare alla Missione devono pervenire entro e non oltre domenica 22
novembre, per e-mail all’indirizzo:
[email protected]
È richiesto un contributo ad offerta, secondo le possibilità di ciascuno.
» Vedi il programma
Roma - 10/12 dicembre 2009
'Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto'
L'importante evento 'Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto',
organizzato dal Comitato per il progetto culturale della CEI, vedrà la
partecipazione di relatori italiani e stranieri, che animeranno i dibattiti
ospitati nell'Auditorium della Conciliazione e in luoghi limitrofi. Si vuole
offrire a tutti un'occasione di incontro e riflessione su un tema che
impegna a fondo il pensiero, la vita, la concreta esperienza delle singole
persone e delle comunità.
Così si è scelto di parlare di Dio e di farlo con la convinzione profonda
che non c'è ambito della vita umana che non venga toccato da una
simile 'questione'. Che si parli di filosofia, di arte, di scienza, di politica,
di letteratura o del modo in cui ciascuno di noi conduce la sua povera vita, è Dio che fa la differenza. È Dio
che rappresenta il punto cruciale, ciò rispetto a cui l'intero universo acquista questa o quella luce, un
significato o un altro.
Non si tratta di un convegno in senso stretto; sono previste alcune relazioni magistrali, ma nelle quattro
mezze giornate in cui si articolerà l'evento si terranno anche presentazioni di libri, esecuzioni di brani
musicali, proiezioni cinematografiche, conversazioni, alle quali partecipano personalità eminenti sia del
cosiddetto mondo laico, sia di quello cattolico.
» Programma ed iscrizioni online sul sito dedicato all’evento