OBESITA`
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OBESITA’ ¾ eta’ evolutiva ¾ adulto ETA’ EVOLUTIVA RELAZIONE TRA OBESITA’ IN ETA’ EVOLUTIVA E OBESITA’ NELL’ADULTO ¾ l’obesita’ in età evolutiva è un fattore di rischio per l’obesità in età adulta: • 80 % adolescenti • 50 % infanzia • femmine 3 volte superiore maschi ¾ c’è una correlazione tra obesità in adolescenza e morbilità e mortalità nell’adulto (m.cardiovascolari). DETERMINAZIONE: ¾ BMI + età + sesso ¾ pliche sottocutanee (tricipitale) ADIPOSITY REBOUND Il BMI aumenta durante il primo anno di vita, seguito da un decremento fino verso i 6 anni di vita, in cui inizia la seconda fase di incremento: ADIPOSITY REBOUND più è precoce maggiore è la probabilità di diventare obesi EZIOPATOGENESI a) Bilancio energetico (difficile calcolare): abitudini alimentari più che sovralimentazione e sedentarietà b) Fattori ambientali: famiglie a livello socio-economico-culturale inferiore c) Genetica: è stata dimostarta una predisposizione genetica. Studi su bambini adottati e su gemelli o Gemelli cresciuti separatamente: 60-70% della varianza del BMI dipende dal fattore genico o Bambini adottati: il BMI tende a corrispondere più ai genitori naturali che a quelli adottivi Molti geni sono associati all’obesità: ci sono molte forme di obesità monogenetica legate a difetti dei geni SINTESI ORMONE STESSO SINTESI RECETTORE Es.: leptina: è un ormone proteico prodotto dal tessuto adiposo in quantità proporzionali alla sua espansione quale segnale per il sistema nervoso dell’entità delle scorte e partecipa a ridurre l’apporto alimentare e ad aumentare il dispendio energetico. Ci sono famiglie con difetto della sintesi della leptina o del relativo recettore. ASPETTI CLINICI DELL’OBESITA’ E PATOLOGIE CONSEGUENTI ¾ problemi psicosociali L’obesità comporta modificazioni organiche e funzionali. Da: ¾ ridotta tolleranza glucidica ¾ ipertensione arteriosa ¾ anomalie del profilo lipidemico Se prolungate nel tempo portano a patologie. A: ¾ Steatosi epatica ¾ Iperinsulinemia ¾ Ipertensione ¾ Iperlipidemia (aumento TG, LDL, colesterolo, diminuzione HDL) ¾ Asma ¾ Pseudotumor celebri (cefalee, turbe visive) ¾ Alterazioni cutanee (ipercheratosi, iperpigmentazione) ¾ Alterazioni scheletriche (eccesso di carico) ¾ Alterazioni del metabolismo degli estrogeni nella femmina (alterazioni della funzionalità ovarica) ¾ Diabete mellito di tipo II OBESITA’ COME CONSEGUENZA DI : ¾ patologie a carico del sistema endocrino ¾ ridotta funzionalità tiroidea (ipotiroidismo) ¾ sindromi genetiche ¾ patologie metaboliche da deficit enzimatico (ex. Glicogenosi tipo I) PREVENZIONE ¾ ¾ sensibilizzazione delle famiglie sul concetto che l’obesità è una malattia educazione alimentare nelle scuole per formare gli insegnanti e gli studenti per: - conoscere gli alimenti - educare al gusto - correggere le abitudini alimentari sbagliate - aumentare il livello di attività fisica PRINCIPALI OBBIETTIVI ¾ ridurre il consumo di grassi ¾ aumentare il consumo di frutta e verdura ¾ aumentare l’attività fisica SAREBBE SBAGLIATO L’APPROCCIO BASATO SU DI UNA DIETA IPOENERGETICA OBESITA’ NELL’ADULTO Cosa significa? Aumento del peso al di sopra dei valori “ideali” ? NO DATI IN ITALIA ¾ IMC > 25 30,7 % ¾ IMC > 30 6,5 % maggior prevalenza al Sud e nelle Isole maggior prevalenza tra 55-64 anni Rischio di mortalità superiore del 20% per soggetti obesi CONSUMI ALIMENTARI IN ITALIA Rapporto consumo / raccomandazioni: Lipidi 130 % Proteine 154 % Carboidrati 74 % 9 Alcol Dati INN 1995 DETERMINAZIONE: 1) BMI ≥ 30 grado I 30-40 grado II ≥ 40 grado III Fine anni ’50 solo peso desiderabile di compagnie di assicurazuioni americane 2) DETERMINAZIONE MASSA GRASSA Studi epidemiologici hanno evidenziato come l’accumulo viscerale e le caratteristiche della massa grassa sono responsabili delle conseguenze negative dell’obesità sulla salute dell’organismo e sull’aumento di morbilità e mortalità Correlazione tra grasso e peso è: L’equazione è: r=0.96 y= 41.1 + 1.27x X= massa corporea grassa (kg) Y= peso corporeo (kg) l’accumulo di 1 kg di grasso corrisponde all’acquisto di 1,27 kg di peso l’aumento di peso è costituito da grasso per il 79% METODI DI DETERMINAZIONE ¾ Pesata Idrostatica: si basa sul calcolo della densità corporea partendo dall’assunto che la massa priva di lipidi ha una densità costante in ogni soggetto (1100 kg / L). Richiede l’immersione totale dell’individuo in acqua per misurare il volume di acqua spostato. L’errore di questa metodica è circa del 3%. ¾ pletismografia a spostamento d’aria (ADP): la tecnica comporta la presenza di due ambienti separati da un diaframma, uno contenente il soggetto e l’altro di riferimento; le variazioni di pressione nella camera dove c’è il soggetto sono rilevate dall’altro ambiente come variazione di volume. ¾ raggi infrarossi: la metodica si basa sul principio che la densità ottica è correlata in modo lineare alla alla massa lipidica sottocutanea e totale. Errore pari al 3,2 %. ¾ misurazione dell’acqua totale corporea (TBW): la misura si basa sulla sottrazione dal peso corporeo totale della massa priva dei lipidi attraverso la quantificazione dell’acqua corporea con un tracciante. energy X-ray absorptiometry (DXA): è una tecnica inizialmente usata ¾ dual per la determinazione della densità minerale ossea e ora usata anche nell’analisi dei tessuti molli, massa lipidica (FM) e massa alipidica (FFM). ¾ tecnica tomografica computerizzata (TC): utilizza radiazioni X per produrre complesse immagini dei distetti corporei e consente la misura distretuale e totale della massa lipidica. ¾ risonanza magnetica nucleare (RMN): si basa sulla capacità dei protoni delle molecole di idrogeno di un organismo umano di orientarsi in una stessa direzione se sottoposti ad un acampo magnetico. Le molecole di idrogeno hanno diversa densità nei diversi tessuti. 3) Plicometria 4) Circonferenza vita: donne ≥ 99 cm uomini ≥ 102 cm La distribuzione dell’obesità permette una distinzione della malattia in: obesità androide (a mela) con accumulo di tessuto adiposo in regione viscero addominale: pericolosa, associata al diabete, patologie cardiovascolari, ipertensioni, iperlipidemia obesità ginoide (a pera) a localizzazione gluteo-femorale, prevale a livello delle anche: meno pericolosa EZIOPATOGENESI genetica Alterazione del bilancio energetico vita sedentaria iperalimentazione ¾ conseguenza della combinazione di: iperalimentazione, vita sedentaria e fattori genetici ¾ quantità di massa lipidica corporea è data da interazioni tra fattori genetici e ambientali e deriva essenzialmente da: alterazione del bilancio energetico IPERALIMENTAZIONE fattori coinvolti: Sociali: basso ceto Culturali: bassa scolarizzazione Psicologici: scarsa autostima esternalità FATTORI DIETETICI Appetibilità Composizione dei pasti Frequenza dei pasti Fattori genetici sulle preferenze alimentari FATTORI AMBIENTALI studi di emigrazione: giapponesi emigrati in america % di obesi maggiori che in Giappone FATTORI GENETICI o il numero degli adipociti e la distribuzione della massa lipidica corporea sono determinati geneticamente o malattie genetiche COMPLICANZE E PATOLOGIE ASSOCIATE ALL’OBESITA’ ¾ complicanze meccaniche ¾ complicanze metaboliche ¾ patologie PREVENZIONE 1. LINEE GUIDA per una sana alimentazione 2. Aumentare l’attività fisica 3. Ridurre la densità energetica dei pasti 4. Razionalizzare il ritmo dei pasti 5. Controllarre il peso TRATTAMENTI TERAPEUTICI a) VLCD (very low calorie diet) <800 kcal/die: digiuno modificato o dieta a risparmio proteico Sono indicate in presenza di gravi complicanze cardiache e respiratorie. L’obbiettivo è di ottenere un bilancio energetico altamente negativo e a far si, che a scopo energetrico, si mobilizzino i grassi di deposito Formule liquide sintetiche e/o alimenti con supplementi di fibra alimentare, minerali (soprattutto K), vitamine; proteine ad alto valore nuritivo (almeno 55 g/die ), dosi minime di carboidrtati e di lipidi per assicurare l’apporto di vitamine liposolubili E’ necessario una stretta sorveglianza medica, per non più di 3 settimane. E’ contrindicata per i pazienti affetti da insufficienza renale ed epatica. b) dieta a deficit energetico bilanciato: permette di ottenere una perdita di peso lenta ma progressiva, consente di ridurre i fattori di rischio (ipercolesterolemia, ipertensione) e di acqusire nuove abitudini alimentari. VELOCITA’ OTTIMALE DELLA PERDITA DI PESO un deficit energetico di 300-500 kcal/die comporta una perdita di peso di 250-500 g/settimana. un deficit energetico di 1000 kcal/die comporta una perdita di peso di kg/settimana. 1 PROBLEMI DIETE IPOENERGETICHE ¾ ¾ ¾ 90% dei soggetti obesi che perdono peso con diete tradizionali lo recuperano facilmente e spesso superano il livello iniziale i soggetti a restrizione enegetica tendono a diminuire il dispendio energetico WEIGHT CYCLING SYNDROME : sindrome dello “yo-yo” TRATTAMENTI SBAGLIATI farmaci anoressizzanti farmaci termogenetici diuretici sedativi ormoni tiroidei diete squilibrate TERAPIE CHIRURGICHE bypass intestinale bypass gastico SINDROMI DA MALASSORBIMENTO bendaggio gastrico regolabile SOLUZIONI ¾ migliorare la consapevolezza dei pazienti nei confronti dei bisogni nutrizionali attraverso compilazione diari alimentari: annotazione di tutti gli alimenti introdotti e dello stato emotivo associato ¾ supporto ¾ attività medico-psicologico fisica EQUILIBRIO diete ipocaloriche da 800-1000 a 1500 max equilibrio tra i nutrienti FABBISOGNI PROTEINE: 1,2 g/kg peso desiderabile/die • 2/3 alto valore bio (latte, pesce, uova, carne) • 1/3 basso valore bio (legumi) LIPIDI: 30% delle calorie totali • saturi < 10% • colesterolo < 300 mg/die CARBOIDRATI: 50% delle calorie totali • a lenta utilizzazione • mai < 100 g/die • no oligosaccaridi FIBRA VEGETALE: 20-25 g / 1000 calorie / die • maggior volume e quindi senso di sazietà LIQUIDI: 1-2 L / die • non calorici CONDIZIONI PARTICOLARI Gestante: diabete diabete bambino complicanze prenatali perinatali