Manuale minimo G7 Stereosimplex Galileo Siscam
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Manuale minimo G7 Stereosimplex Galileo Siscam
L’utilizzo dello Steresimplex G7 Galileo-Santoni Stereorestitutore analogico di I ordine a doppia proiezione ottico-meccanica per la fotogrammetria aerea. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 1 Lo Stereosimplex G7 • Lo Stereosimplex G7 Galileo-Santoni è uno stereorestitutore analogico di primo ordine e consente notevoli precisioni nelle misure; è adatto, per le sue caratteristiche, alla restituzione di fotogrammi aerei del formato massimo di 23x23 cm ottenuti da camere con focale compresa tra 88 e 305 mm. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 2 Storyboard Fare clic sulla parte che interessa 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 3 GENERALITA’ • Campo di uso. • Descrizione – Unità centrale • Stereo comparatore. • Apparato di collimazione stereoscopica. • Coordinatometro. – Tavolino di comando e GDR. – Tavolo di disegno e pantografo. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 4 Campo di uso • Sebbene nato per la fotogrammetria aerea può essere usato, con limitazioni, anche per la terrestre. • I suoi limiti di utilizzo sono dovuti alla scarsa possibilità di convergenza e inclinazione delle prese 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 5 Descrizione E' costituito da diverse unità: • Unità centrale. • Tavolino di comando e GDR. • Tavolo da disegno con pantografo. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 6 Descrizione Unità centrale (comparatore ottico a proiezione meccanica) • Attraverso gli oculari si può osservare in stereoscopia (visione tridimensionale) l'oggetto fotografato. • Mediante una marca visibile (che è possibile spostare in X, Y e Z) si può collimare qualunque punto dell’oggetto e rilevarne la posizione. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 7 Descrizione Apparato di collimazione • • Sui 2 cammini ottici provenienti da ciascun fotogramma sono interposti due reticoli (osservabili al centro dei campi visuali come due puntini che possono essere resi a volontà luminosi od opachi) che hanno la funzione di collimatore e che vengono definiti "marche di collimazione". Le immagini delle due marche, nell'uso corrente dello strumento, si fonderanno in una unica immagine che verrà percepita come fluttuante tra l'osservatore e l'oggetto fotografato; d'ora in poi parleremo, quindi, anche di "marca di collimazione" al singolare. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 8 Descrizione Incrocio delle bacchette • Le due bacchette metalliche materializzano i raggi visuali diretti alla marca e si intersecano in corrispondenza di uno snodo sferico; il centro dello snodo sferico rappresenta geometricamente la posizione spaziale della marca di collimazione. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 9 Descrizione Apparato di collimazione L'immagine della "marca" potrà essere spostata nelle direzioni X , Y e Z per effettuare la cosiddetta "collimazione stereoscopica" di qualsiasi punto dell'oggetto che, ripetiamo, è percepibile in visione tridimensionale (proprio come si percepisce un plastico) e che viene denominato "modello". 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 10 Descrizione Collimazione sul piano xy • Lo spostamento orizzontale (nel piano xy) viene effettuato per mezzo di una maniglia per i grandi spostamenti (oppure di un'impugnatura attraverso la quale il movimento viene demoltiplicato per effettuare gli spostamenti più fini). 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 11 Descrizione Collimazione in Z • La marca può essere spostata anche lungo l'asse Z perpendicolare al piano XY in direzione cioè della visuale dell'osservatore; questo movimento è reso percettibile dalla visione tridimensionale ed è azionato mediante un volantino posto alla sinistra dell'operatore. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 12 Descrizione Il coordinatometro • La posizione spaziale della marca è definita materialmente dall'intersezione delle due bacchette ed è misurata tramite un sistema di coordinatometro su tre carrelli liberi di spostarsi nelle tre direzioni X,Y,Z. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 13 Descrizione Ponte della base • N.B. Talvolta, per particolari ragioni, è necessario ricorrere al cosiddetto "ponte della base" e in tal caso si deve sdoppiare lo snodo sferico di 5cm; la posizione spaziale della marca resta comunque all'intersezione dell'asse delle bacchette. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 14 Descrizione X, Y, Z del punto sul GDR • • A questo modo è possibile effettuare la collimazione tridimensionale di un qualsiasi punto P del modello facendo coincidere spazialmente la marca con il punto voluto. Se si sono eseguite tutte le necessarie operazioni preliminari, è possibile leggere sugli appositi display del GDR il valore delle coordinate Xp, Yp, Zp, del punto P. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 15 Descrizione Collimazione stereoscopica • Per ottenere una buona collimazione stereoscopica si adotta la prassi di posare "a foglia morta" la marca sull'oggetto prescelto. Far penetrare la marca entro il modello comporta l'annullamento del fenomeno percettivo che consentiva di vedere un'unica marca e questa si sdoppia immediatamente in senso orizzontale. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 16 Collimazione a “foglia morta” • Annullare la distanza tra le immagini delle due marche di destra e sinistra fino a fonderle in una immagine unica sulla superficie del modello consente sempre una minor precisione nella determinazione della zP rispetto al metodo " a foglia morta". 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 17 Descrizione Tavolino di comando • Sulla parte frontale del tavolino esistono i comandi di : 1.illuminazione dei fotogrammi, 2.selezione tra marca luminosa e opaca, 3.bilanciamento dei carrelli portafotogrammi, 4.azzeramento dei registri di memoria del GDR3. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 18 Descrizione Periferica GDR • • Il GDR sugli appositi display mostra i valori xP, yP, zP che identificano la posizione della marca di collimazione nello spazio del modello. La x e la y non sono in scala ma in coordinate millimetriche mentre la z è visualizzata nella scala imposta. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 19 Descrizione Periferica GDR • La periferica GDR permette alcune selezioni: scelta tra piedi e metri come unità di misura, imposizione della scala nelle Z, imposizione di X,Y,Z di riferimento. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 20 Descrizione Tavolo da disegno e pantografo • • Al carrello centrale è collegata un asta che trasmette il movimento ad un pantografo di ingrandimento (o riduzione). Una punta scrivente, il cui abbassarsi è controllato da un pedale e un elettromagnete, consente di tracciare il disegno del percorso della marca di collimazione. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 21 MODALITA’ D’USO • Predisposizioni. – – – – Dimensionamento preliminare del modello. Orientamento interno. Orientamento relativo. Orientamento assoluto e dimensionamento definitivo del modello. • La restituzione. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 22 DIMENSIONAMENTO PRELIMINARE DEL MODELLO Se la scala del fotogramma è 1/n e si vuole avere un modello in scala 1/s ed, inoltre la base misurata sul fotogramma (distanza misurata sul fotogramma tra il punto principale e l’omologo del punto principale dell’altro fotogramma) è bf, allora la base da imporre nel restitutore dovrà essere b = bf⋅(1/s)⋅(1/n) = bf⋅n/s nell’unità di misura scelta per bf (generalmente mm). •Se il rapporto tra B/H (con B base di presa e H altezza relativa di volo, distanza dall’ oggetto) è minore di 1/4 o di 1/3 allora è opportuno utilizzare il giunto doppio. •In questo caso per imporre la base di restituzione b le graduazioni dello strumento dovranno segnalare la quantità b* = b+50[mm]. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 23 Orientamento interno ORIENTAMENTO INTERNO • Imposizione della distanza focale. • Posizionamento dei fotogrammi (Posizionamento del punto principale di ogni fotogramma in coincidenza con la marca centrale della piastra portalastra relativa e inserimento dei portalastra). 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 24 Orientamento interno Imposizione della distanza focale alle camere di restituzione. • • • • • 1. Togliere la scocca di protezione al di sopra della camera. 2. Sbloccare la vite 1 e la vite 2. 3. Facendo particolare attenzione a non sganciare l’ingranaggio del contatore (3) dall’ingranaggio della ghiera (4), ruotare la ghiera fino ad imporre il valore della focale desiderata. N.B. Il contatore indica i millimetri, la graduazione della ghiera è divisa in centesimi di millimetro. 4. Serrare le viti (1) e (2). 5. Eseguire la stessa operazione al controlaterale. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 25 Orientamento interno Posizionamento dei fotogrammi. • Distacco portalastre. • Estrazione fotogrammi portalastra. • Inserimento fotogrammi portalstra. 22/11/2002 dei dei dai dei nei I.T.P. Guido Luciani 26 Orientamento interno Distacco dei portalastre. • • • • • • • 1. Bloccare i movimenti del carrello stringendo le viti di blocco x(1) e y(2). 2. Abbassare le aste degli illuminatori. 3. Liberare la vite senza fine (1) della regolazione della k dalla cremagliera (2)rutando l’apposita levetta (3) verso l’esterno. 4. Sostenere il portalastra. 5. Liberare il portalastra abbassando la levetta (5). 6. Capovolgere, ruotandolo attorno l’asse y, il portalastra e posarlo sul tavolo illuminato. 7. Ripetere le operazioni per il controlaterale e posare il portalastra al fianco del precedente non invertendo il portalastra destro con il sinistro. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 27 Orientamento interno Apertura dei portalastra. • • • 1. Sbloccare e alzare la barra laterale di allarme di fine corsa. 2. Liberare il vetro coprifotogramma ruotando in senso antiorario le viti (1) e poi le viti (2). Pulire il coprilastra se necessario (con cartine ottiche o carta soffice e alcool) limitandosi, se possibile, alla parte esterna. Attenzione a non provocare graffi. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 28 Orientamento interno Inserimento dei fotogrammi • • • • • • 1. Presentare i fotogrammi in posizione “corretta” (rispettando le posizioni visuali presa di sinistra posta a sinistra; posizioni relative di sinistra-destra alto-basso rispettate nel fotogramma. 2. Capovolgere i fotogrammi ruotandoli ognuno attorno all asse x. 3. Porre i fotogrammi in questa posizione nei portalastra gia nella posizione indicata al punto 7) delle istruzioni per il distacco del portalastra (cremagliera verso l’esterno del G7). 4. Posizionamento con l’aiuto di una lente contafili (J min.= 5x) del fotogramma conseguendo la coincidenza delle “reperes” del portalastra con le “reperes” del fotogramma.N.B.E’ consigliabile effettuare un centramento approssimato con la percisione del mezzo millimetro, posare e bloccare (senza serrare le viti) il vetro coprifotogramma, effettuare la collimazione delle reperes in maniera precisa manovrando le code del fotogramma, serrare infine le viti (1)prima e le viti (2) poi per bloccare definitivamente il fotogramma. 5. Ruotare le barre per l’allarme di fine corsa verso l’interno e bloccarle con le apposite levette. Per inserire i portalastra capovolgerli ruotando ognuno attorno ai rispettivi assi y. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 29 Orientamento relativo ORIENTAMENTO RELATIVO • • • L'orientamento relativo si basa sulla rotazione attorno all'asse di presa (k) , attorno all'asse Y (phi) , e attorno all'asse X (omega) di ciascuna camera del restitutore. Per l'orientamento relativo ci si basa sull' annullamento della differenza di altezza(Y) delle due marche. A scopo di controllare tale parallasse si scelgono 5 punti visibili sulla stereocoppia. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 30 Orientamento relativo (1)Correzione delle κ • • • • Il punto 1 dovrà essere prossimo al punto principale del fotogramma sinistro. Il punto 2 dovrà essere prossimo al punto principale del fotogramma destro. Collimato con molta attenzione il punto 1 (annullata la parallasse in X su tale punto: collimazione stereoscopica) resta da annullare la differenza d'altezza tra l’immagine destra e sinistra della marca mediante il registro della κd. Operazione reciproca con collimazione stereoscopica del punto 2 e annullamento della parallasse d'altezza mediante il registro della κs. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 31 Orientamento relativo (2)Correzione delle ϕ • • • • Il punto 3 dovrà avere circa la stessa x del punto 1 ma dovrà discostarsene al massimo per le y di lastra. Il punto 4 dovrà avere circa la stessa x del punto 2 ma dovrà discostarsene al massimo per le y di lastra. Collimazione stereoscopica del punto 3 e annullamento della parallasse d'altezza mediante il registro ϕd. Operazione reciproca per il punto 4 e annullamento della parallasse d'altezza mediante il registro ϕs. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 32 Orientamento relativo (3)Correzione delle ω • • • • • • Il punto 5 sarà scelto in modo d'avere posizione media nelle x tra i punti principali e discostarsi nella direzione delle y dai punti 3 e 4 della massima quantità consentita dalle dimensioni del modello. Collimazione stereoscopica di 5, sovracorrezione della parallasse d’altezza (di circa un terzo) mediante uno dei due registri ωs o ωd. N.B. in alcuni casi, come per la restituzione di S.Stefano, il punto 5 va scelto in alto perche in basso non è accessibile. Si tornano ad eseguire le operazioni dal punto (2) perche la correzione delle ω ha influenzato le ϕ . Entro due o tre iterazioni si giunge ad un orientamento relativo corretto. Per verifica si può controllare se in tutti i punti del modello sia annullata la parallasse d’altezza. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 33 Orientamento assoluto ORIENTAMENTO ASSOLUTO • L’orientamento assoluto può essere eseguito con metodo analogico o semianalitico. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 34 Orientamento assoluto ORIENTAMENTO ASSOLUTO CON METODO ANALOGICO 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 35 Orientamento assoluto Tre traslazioni X, Y, Z Traslazioni in X e Y. • Disegnati nella scala di restituzione i punti di appoggio A,B,C,D,E e collimato sterescopicamente A si fa si che la punta scrivente del pantografo coincida con A traslando il disegno sul tavolo. • Traslazione in Z. • Si impone, mediante il GDR la scala della Z al modello iniziale. • Sempre mediante il GDR si impone la lettura della quota di A in corrispondenza della sua collimazione. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 36 Orientamento assoluto Si esegue una rotazione K • Rotazione Κ • Dopo aver collimato stereoscopicamente B si corregge lo sbandamento genere al ruotando il foglio attorno ad A in maniera che la punta scrivente si trovi sulla retta congiungente A con B. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 37 Dimensionamento del modello (mediante regolazione bx ). la il modello in un ultima fase quando si siano corrette tutte le rotazioni. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 38 Orientamento assoluto Rotazione Φ • • • • • • Si collima uno dei punti di appoggio (A). Si corregge la b in valore proporzionale all’eccesso o alla carenza di misura che si verifica sulla minuta di restituzione. E’ bene dimensionare definitivamente Si imposta sul GDR-3 la quota ZA del punto collimato (A). Si collima un altro punto di appoggio (B)che sia distante quanto possibile da A ma che abbia all’incirca la stessa X. Si legga al GDR-3 la quota ZB* del punto collimato (B). La quota ZB* differirà dalla quota “vera” ZB dell’errore (dislivello) ∆B*-B = ZB -ZB* • Sulla componente XB-XA il dislivello crea un errore che può essere quantificato dalla pendenza: pA-B = ∆B*-B / XB-XA • • La Φ generale è misurata in gradi millesimali che sono, in buona approssimazione, equivalenti al valore millesimale della pendenza. Da quanto sopra risulta evidente la procedura di correzione. • 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 39 Orientamento assoluto Rotazione Ω • • • • • Si collima uno dei punti di appoggio (A). Si imposta sul GDR-3 la quota ZA del punto collimato (A). Si collima un altro punto di appoggio (C)che sia distante quanto possibile da A ma che abbia all’incirca la stessa X. Si legga al GDR-3 la quota ZC* del punto collimato (C). La quota ZC* differirà dalla quota “vera” ZC dell’errore (dislivello) ∆C*-C = ZC -ZC* • Sulla componente XC-XA il dislivello crea un errore che può essere quantificato dalla pendenza: pA-C = ∆C*-C / XC-XA • • La Ω generale è misurata in gradi millesimali che sono, in buona approssimazione, equivalenti al valore millesimale della pendenza. Da quanto sopra risulta evidente la procedura di correzione. • 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 40 Orientamento assoluto ORIENTAMENTO ASSOLUTO CON METODO SEMIANALITICO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • L’orientamento assoluto e il dimensionamento del modello possono essere effettuate in una procedura assistita dal calcolatore mediante il programma GRES compilato dalla Galileo Siscam. Connettere il computer al restitutore. Accendere il restitutore e il computer. Da MS-DOS digitare cd GRES invio e poi STS invio. Collimare il primo punto di appoggio e premere il pedale grande per l’acquisizione Sul video appariranno le ccordinate modello del punto. Si ripete per tuuti i punti di appoggio la stessa procedura di acquisizione. Digitare EDT Scegliere il file con estensione .DAT contenente i dati dei punti di appoggio(in coordinate terreno) oppure introdurre le coordinate terreno dei punti di appoggio in un nuovo file al quale si darà sempre l’estensione .DAT. Digitare nomefile.DAT. Digitare GCW n (con n numero dei punti di appoggio). Digitare i codici dei punti di appoggio. Controllare se i dati copiati dal file corrispondono a quelli voluti. Digitare EXIT. Digitare AOR. Digitare la base di restituzione (in mm) e invio. Digitare il denominatore della scala del modello che si desidera(N.B. utilizzando il pantografo la scala modello non è uguale alla scala di restituzione grafica). Vengono ora forniti a video i dati di correzione della Φ della Ω e di b. Ripetere l’iter se necessario. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 41 La restituzione La restituzione • Una volta predisposto il restitutore, si procede alla restituzione che può avvenire : • disegnando direttamante con il pantografo sul tavolo da disegno oppure • generando un file, gestibile da applicativi di vestizione topografica o, più semplicemente, da programmi CAD. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 42 La restituzione La restituzione • E’ possibile disegnare direttamente le linee di livello bloccando i movimenti Z. • In questo caso si seguirà con la marca di collimazione l’andamento della linea in X e Y, facendo attenzione che la marca non si sdoppi o non sia sollevata rispetto all’oggetto rilevato. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 43 Referenze e bibliografia • Manuale dello strumento. 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 44 COMMIATO Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. “Ma qual’è la pietra che sostiene il ponte? “ chiede Kublai Kan. “Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, ” risponde Marco “ma dalla linea dell’arco che esse formano.” Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: “perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.” Polo risponde: “ senza pietre non c’è arco”. Italo Calvino, Le città invisibili. Foto Coordinatografo 22/11/2002 I.T.P. Guido Luciani 46