gram. AGGETTIVO (sintesi) - Istituto Tecnico Commerciale e per

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gram. AGGETTIVO (sintesi) - Istituto Tecnico Commerciale e per
L’AGGETTIVO
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espande e precisa il significato del nome cui si riferisce;
concorda morfologicamente con il nome cui si riferisce, cioè prende numero e genero del nome.
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sono una categoria grammaticale
possono avere vari gradi:
variabile; si uniscono ai nomi
positivo, comparativo, superlativo
per precisarne qualità o determinazioni
[il “grado è la misura in cui viene espressa una qualità]
Gli aggettivi:
- non hanno autonomia dal punto di vista morfo-sintattico, cioè non possono stare da soli, ma dipendono
sempre dai nomi
- non hanno genere e numero propri, ma prendono genere e numero del nome, cioè concordano nel
genere e nel numero con il nome cui si riferiscono
- si dividono in due gruppi: a) aggettivi qualificativi, b) aggettivi determinativi
- possono essere uniti al nome direttamente oppure mediante il verbo essere (= ausiliare essere) o un
verbo copulativo (= copula)
- possono essere “sostantivati” (= aggettivi sostantivati), cioè essere considerati come nomi veri e propri.
Tipi di aggettivi: abbiamo detto che la caratteristica degli aggettivi è che si uniscono ai nomi per precisarne
QUALITA’ o DETERMINAZIONI; pertanto, in base al loro significato, vengono divisi in due gruppi:
-
AGGETTIVI QUALIFICATIVI = esprimono particolari qualità o caratteristiche del nome, della
persona, dell’animale o della cosa indicata dal nome 
es. “Franca aveva una figura slanciata e snella, un volto pallido messo in evidenza dai capelli scuri”.
es. “nuovo, lungo, triste, buono, alto, rosso, bianco, vecchio, veloce”
Gli aggettivi qualificativi:
- hanno vari “gradi”  bello, più bello, bellissimo
- possono essere sostantivati  il giovane, il rosso, ecc
-
AGGETTIVI DETERMINATIVI = determinano, cioè distinguono e specificano il nome cui sono
aggiunti, precisandone il possesso, la relazione, la quantità ecc 
es. “Alcuni ragazzi erano accompagnati dai loro genitori”
es. “mio, tuo, questo, quello, poco, molto, qualche, uno, due, tre, primo, secondo”
Gli aggettivi determinativi:
- soltanto alcuni possono avere il grado superlativo  pochissimo, moltissimo
ecc
- molti hanno funzione di pronome  questo, molto, parecchio ecc
La FORMA DEGLI AGGETTIVI: per quanto riguarda la forma gli aggettivi possono essere divisi in due
gruppi/classi:
- aggettivi che terminano in “o”  variano nel genere e nel numero  brutto, tenero, azzurro, tanto,
poco ecc (brutto/a/e/i ecc)
- aggettivi che terminano in “e”  variano solo nel numero  veloce, sapiente, capace, sottile, quale
(veloci, sapienti, capaci, sottili, quali ecc)
aggettivi 1^ classe:
maschile
femminile
sing.
-o
-a
aggettivi 2^ classe:
m/f
-e
plur.
-i
-e
 tenero, teneri
 tenera, tenere
-i
 capace, capaci
La forma degli aggettivi dipende grammaticalmente dal nome a cui sono legati, in quanto concordano nel
genere e nel numero con il nome cui si riferiscono:
il vestito nuovo (m. sing.)
la giacca nuova (f. sing.)


i vestiti nuovi (m. plurale)
le giacche nuove (f. plurale)
N.B. Quando l’aggettivo si riferisce a più nomi di genere differente, conviene mettere prima il nome femminile
poi quello maschile  “sedia e banco piccoli”, “cartella e zaino grandi”
AGGETTIVI QUALIFICATIVI:
 esprimono un giudizio di qualità in rapporto al nome, indicano caratteristiche di persone, animali e cose
 rendono un testo più completo, preciso
 ampliano la descrizione
 esprimono stati d’animo, impressioni, giudizi
 arricchiscono il significato delle frasi
POSIZIONE DELL’AGGETTIVO RISPETTO AL NOME:
a) quando l’aggettivo precede il nome, serve per esprimere un giudizio di valore, ovvero l’opinione o
l’impressione di chi parla; in questi casi l’aggettivo svolge una funzione accessoria:
“Ho comprato una grande auto”, “Marco conosce una simpatica ragazza”, “Mio fratello…”, “Questo
foglio…”
“Una certa notizia” = una notizia particolare
“Un curioso personaggio” = un personaggio bizzarro
“Una povera donna” = una donna triste, infelice
“Diversi libri” = molti libri
b) quando l’aggettivo segue il nome, serve a definire/distinguere quel nome, per cui svolge una funzione
necessaria/essenziale:
 “Ho comprato l’auto grande” (= non quella piccola), “Marco conosce una ragazza simpatica” (= non una
antipatica).
“Una notizia certa” = una notizia sicura
“Un personaggio curioso” = un ficcanaso
“Una donna povera” = una donna priva di mezzi economici
“Libri diversi” = libri differenti
Si collocano sempre dopo il nome:
- gli aggettivi che derivano da un altro nome, tali aggettivi sostituiscono dei complementi indiretti:
“la strada provinciale” (= sta per la strada della provincia)
“l’amore filiale” (= sta per l’amore dei figli)
-gli aggettivi che introducono un complemento indiretto:
“il costume adatto alla festa”, “una stanza piena di libri”
- gli aggettivi che indicano forma, materia:
“tavolo rotondo”, “stanza quadrata”, “busto marmoreo”, “roccia calcarea”
- molti aggettivi che in origine erano participi:
“casa fatiscente”, “carta assorbente”, “lancia spezzata”
Casi particolari:
Aggettivo “buono”  si tronca davanti ai nomi maschili singolari che cominciano per vocale o consonante
(escluse s+consonante, z, ps, gn): un buon servizio, un buon amico
Aggettivi “ciascuno”, “nessuno”, “alcuno”  si troncano allo stesso modo di “buono”: ciascun compagno,
nessun visitatore
Aggettivo “grande”  si può troncare davanti ai nomi maschili e femminili singolari che cominciano per
consonante (escluse s+consonante, z, ps, gn): un gran desideri rio, una gran signora
Aggettivi “bello”, “quello”  al maschile si comportano come l’articolo “lo”:
bell’orologio/begli orologi
bello slancio/begli slanci
bel cane/bei cani
quell’asino/quegli asini
quello zio/quegli zii
quel foglio/quei fogli
bella giacca/belle giacche
quella amica/quelle amiche
bianco/bianchi
amico/nemico/greco  amici, nemici, greci
metallico/metallici
carico, dimentico  carichi, dimentichi
amica/amiche
luogo/luoghi
lunga/lunghe
altruista/ altruiste/altruisti
serio/seri
liscio/lisci
stantìo/stantìi
mogia/mogie
moscia/mosce
saggia/sagge
AGGETTIVI INVARIABILI: non cambiano forma, ad es.:
a) quelli che indicano colori  vestito viola/vestiti viola, gonna viola/gonne viola
b) pari e i suoi derivati  punteggio pari/punteggi pari, gara impari/gare impari
c) perbene, dabbene, dappoco  ragazzo perbene, ragazzi perbene, signora perbene, signore perbene
d) quelli con prefisso anti-+nome  suola antri sdrucciolo, suole antisdrucciolo, squadra/squadre antimafia
e) quasi tutti i numerali cardinali (due, tre, quattro ecc)  tre gatti, tre gatte
f) alcuni agg. indefiniti (ogni, qualunque, qualsiasi, qualche ecc)  ogni libro, ogni pagina
AGGETTIVI SOSTANTIVATI: sono quegli aggettivi che svolgono la funzione di sostantivo, solitamente
preceduti dall’articolo:
“I bambini non sono usciti di casa per il freddo”
“Ho unito l’utile al dilettevole”
Alcuni aggettivi sono ormai considerati nomi 
il futuro, il quotidiano, la metropolitana ecc
Gli aggettivi che si riferiscono agli abitanti di uno stato ecc, diventano nomi propri, con o senza l’iniziale
maiuscola  i tedeschi/i Tedeschi, l’italiano/l’Italiano, lo svedese/lo Svedese ecc
Alcuni vengono utilizzati sia come aggettivi sia come nomi  caldo/il caldo, freddo/il freddo, grande/il
grande, sereno/il sereno, viola/il viola, azzurro/l’azzurro, rosso/il rosso
Alcuni aggettivi al singolare possono essere usati come AVVERBI: a) non è preceduto dall’articolo, b) non si
riferisce a un nome, c) completa il significato del verbo  Camminare veloce, Parlare chiaro; in alcuni casi
può essere sostituito dall’avverbio corrispondente (Camminare velocemente, Parlare chiaramente)
Participi usati come aggettivi: in molti casi il participio presente e passato di numerosi verbi, collocato dopo il
nome, viene usato come aggettivo  Un risultato soddisfacente, Un calcio potente, Una finestra aperta, Un gol
mancato (dal verbo soddisfare, potere, aprire, mancare)
GRADI DELL’AGGETTIVO: Ad es.  bello, più bello/meno bello, bellissimo, il più bello
Aggettivo di grado positivo: quando è usato senza confronti, senza che se ne indichi la misura  Giuseppe si
è procurato una leggera contusione.
Aggettivo di grado comparativo: quando si stabilisce un confronto, un paragone con un’altra unità  la
borsa è più leggera della valigia, L’albero è alto come la casa.
Il comparativo può essere:
- comparativo di maggioranza
 più…di, /che
- comparativo di minoranza
 meno…di / che
- comparativo di uguaglianza
 così…come, tanto…quanto [nel comparativo di uguaglianza il
secondo termine è detto “secondo termine di paragone”
Aggettivo di grado superlativo assoluto: quando una qualità viene considerata al massimo grado (o minimo),
senza confronto con altri elementi Le giornate dell’estate scorsa erano caldissime, Abbiamo visto un film
molto noioso
- con il suffisso –issimo { Scatola pesantissima}
- con gli avverbi molto, tanto, assai davanti all’aggettivo {Articolo molto interessante}
- con i prefissi arci-, stra-, ultra-, super-, iper- {Fatto arcinoto, Donna straordinaria, Aereo
ultraleggero, Treno superveloce}
- con il raddoppiamento dell’aggettivo  un abbraccio forte forte, un albero grande grande
Aggettivo di grado superlativo relativo: quando il confronto di grado massimo o minimo è con un insieme di
altre unità; si esprime con:
- il più…di / tra /che
- il meno…di /tra /che
La Marmolada è la vetta più alta delle Dolomiti
La via più affollata della città
Il più veloce di tutti gli animali
La persona meno curiosa che io conosca
AGGETTIVI DETERMINATIVI:
-
sono in numero limitato a differenza di quelli qualificativi
possono assumere valore di pronomi
salvo alcune eccezioni concordano nel genere e nel numero col nome cui si riferiscono
servono a determinare, indicare, specificare qualcosa
a seconda del tipo di determinazione, gli aggettivi determinativi sono classificati in:
1) aggettivi determ. possessivi,
2) aggettivi determ. dimostrativi,
3) aggettivi determ. identificativi,
4) aggettivi determ. interrogativi,
5) aggettivi determ. esclamativi,
6) aggettivi determ. numerali.
1) Aggettivi determinativi possessivi: indicano che un certo oggetto appartiene a una persona, determinato
sia l’oggetto posseduto sia la persona che possiede; variano in base al genere, al numero, alla persona;
oltre al possesso indicano anche la relazione (ad es. la mia scuola, il mio amico ecc)
Persona
sing. masc. sing. femm
plur. masc. plur. femm.
1^ sing
MIO
MIA
MIEI
MIE
2^ sing.
TUO
TUA
TUOI
TUE
3^ sing.
SUO
SUA
SUOI
SUE
1^plur.
NOSTRO
NOSTRA
NOSTRI
NOSTRE
2^ plur.
VOSTRO
VOSTRA
VOSTRI
VOSTRE
3^ plur.
LORO
LORO
LORO
LORO ( invariabile)
“Proprio”  agg. determ. Possessivo che si può utilizzare al posto del pronome di 3^ persona singolare e
plurale (suo, loro). Si riferisce solo al soggetto della frase, di terza persona.
Esempio  Paola ha parlato con Michele della propria situazione scolastica.
Si usa anche nelle costruzioni impersonali. Es.  È bene verificare le proprie opinioni.
Si usa quando il soggetto è indefinito o per rafforzare gli altri possessivi. Es. Paolo è venuto fin qui con le
sue proprie gambe.
“Altrui”  agg. determ. Possessivo che significa generalmente di altri, degli altri ed è invariabile.
Generalmente si colloca dopo il nome cui si riferisce.
Es. Devi rispettare le idee altrui, anche se non ti piacciono.
2) Aggettivi determinativi dimostrativi: indicano la posizione di qualcosa rispetto a chi parla o a chi
ascolta; per posizione si intende vicinanza/lontananza nello spazio, nel tempo, nel discorso. Non sono
mai preceduti dall’articolo e precedono sempre il nome e gli attributi del nome. Questi aggettivi
servono a mostrare e o richiamare qualcosa.
Sing. masc.
QUESTO
QUELLO
Sing. femm.
QUESTA
QUELLA
Plur. masc.
QUESTI
QUELLI
Plur. femm.
QUESTE
QUELLE
( vicino a chi parla)
( lontano da chi parla)
Andrea mi ha regalato questo libro.
Quella estate non andammo in vacanza.
Codesto/Codesta  si usa solo in un ambito geografico limitato, nei documenti scritti di tipo burocratico
(ad es. “codesto Istituto…”).
Tale  può essere usato come aggettivo dimostrativo, corrisponde a “questo” o a “quello”, in genere fa
riferimento a qualcosa di cui si è già parlato. Dopo tali parole, Giuseppe tacque.
3) Aggettivi determinativi identificativi: sono STESSO e MEDESIMO. Servono ad esprimere una
identità fra due elementi. Sono poco frequenti e di tono letterario.
Io e Francesca siamo capitati nella stessa classe.
Ci eravamo persi e ritornavamo sempre nella medesima piazza.
Posti dopo un nome o un pronome, STESSO e MEDESIMO hanno valore rafforzativo:
Tu stesso ha i visto Giovanni uscire.
Il ministro medesimo ha smentito la notizia.
4) Aggettivi determinativi indefiniti: esprimono un’idea di quantità imprecisata, indefinita, dando una
indicazione generica. Variano secondo il numero e il genere e concordano col nome cui si riferiscono.
Essi sono poco, molto, tanto, troppo, certo, taluno, alcuno, altro, vario, diverso, tutto, alquanto,
parecchio, altrettanto, qualsiasi, qualunque, qualche, ogni, tale, nessuno…
Ciascuno, alcuno, nessuno  si comportano come gli articoli indeterminativi.
Ciascuno, nessuno  si usano solo al singolare (A ciascun impiegato…A ciascuna impiegata ….)
Ogni, qualche, qualunque, qualsiasi  si usano al singolare, sono invariabili, non hanno il femminile
(Ogni allievo è uscito dalla classe…Ogni allieva è uscita dalla classe)
Alcuno  al singolare si usa solo nelle frasi negative (Non ho ricevuto alcuna lettera), mentre al plurale
ha il significato di un numero ridotto (Alcuni automobilisti sono rimasti bloccati nel traffico)
Alcuni di essi si usano senza l’articolo, altri possono essere preceduti solo dall’articolo
indeterminativo  ogni, alcuno, ciascuno, nessuno, alquanto  una qualunque/qualche persona
Molto, parecchio, troppo, alquanto, poco  possono essere usati come avverbi (Oggi mi sento molto
felice…Quest’uomo corre troppo…)
Quasi tutti possono essere usati come pronomi, quando sostituiscono e sottintendono un nome  Pochi
hanno ricevuto l’invito.
5) Aggettivi determinativi interrogativi ed esclamativi: si usano nelle domande e nelle esclamazioni per
esprimere qualità o quantità relative al nome di riferimento. Esso sono:
CHE
 invariabile
QUALE
 varia soltanto nel numero
QUANTO
 varia nel genere e nel numero
Interrogativi  Che scuola frequenterà Luca? In quali condizioni ti trovi? Quanti libri avete letto?
Esclamativi  Che fatica! Quale meraviglia! Quanta energia!
6) Aggettivi determinativi numerali: esprimo il concetto di numero. Sono di tre tipi:
a) CARDINALI  uno, due, tre ecc;
- esprimono una quantità numerica precisa,
- sono invariabili ad eccezione del maschile/femminile uno/una,
- possono essere scritti sia in lettere sia in cifre arabe (nei testi tecnici e scientifici o nelle tabelle è
preferibile la cifra araba, nei testi narrativi, descrittivi ecc si usano in lettere, ma se il numero è alto o la
parola è troppo lunga si preferisce la cifra araba, solitamente si usano le terre per i numeri da 0-10 e per le
decine (venti, trenta, cento, mille ecc)
- i composti di tre vanno accentati (trentatré, ventitré ecc)
b) ORDINALI  primo, secondo, terzo, quarto ecc.
- indicano l’ordine di successione di una serie numerica,
- sono variabili e concordano col genere e numero del nome,
- i primi dieci sono primo secondo terzo quarto quinto sesto settimo ottavo nono decimo, dopo si aggiunge
il suffisso –esimo  undicesimo, dodicesimo….. trentesimo
- si possono scrivere anche in cifre romane  I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI….XIX, XX,
XXI…XXIX, XXX (trentesimo), XL (quarantesimo), XLI (quarantunesimo), L (cinquantesimo) LI
(cinquantunesimo), LX (sessantesimo), settantesimo LXX, LXX = ottantesimo, XC = novantesimo, C =
centesimo, CI = centunesimo, CC = duecentesimo, CCC = trecentesimo, CD = quattrocentesimo, D =
cinquecentesimo, DC = seicentesimo, CM = novecentesimo, M = Millesimo
c) MOLTIPLICATIVI  doppio, triplo, quadruplo.
- indicano una quantità due, tre o più volte maggiore di un’altra
- sono moltiplicativi anche: duplice, triplice, quadruplice ecc