Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi vincitori delle 43
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Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi vincitori delle 43
Dicembre 2015 - N. 148 PERIODICO DEL C.U.S.I. FONDATO NEL 1951 DA ALDO DE MARTINO POSTE ITALIANE s.p.a. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi vincitori delle 43 medaglie a Gwangju, in Corea Sport Universitario N. 148 - Dicembre 2015 C.U.S.I. (Centro Universitario Sportivo Italiano) Sede: Roma - Via Brofferio, 7 Tel. (06) 37.22.206 fax (06) 37.24.479 Presidente: Lorenzo Lentini Vice Presidenti: Gianni Ippolito, Eugenio Meschi. Consiglio Federale: Nicola Aprile, Gianluca Bianchi, Carmine Calce, Maurizio Cechini, Francis Cirianni, Elio Cosentino, Cesare Dacarro, Riccardo D’Elicio, Pompeo Leone, Luigi Mazzone, Eugenio Meschi, Marcello Milani, Roberto Rella, Vincenzo Sabatini, Marcello Vasapollo, Michele Ventura. Segretario Generale: Antonio Dima Direttore Tecnico: Mauro Nasciuti Direttore Sanitario: Gianfranco Beltrami Collegio Sindacale: Danilo Zantedeschi - Presidente Collegio dei Probiviri: Enrico Bordi - Presidente Sport Universitario Direttore Responsabile: Ruggero Cornini Direttore Editoriale: Giorgio Gandolfi I testi vanno inviati a [email protected] Le foto a: [email protected] Stampa: Grafiche STEP, Via Barbacini 10/b, 43122 Parma Tel. 0521/771707 - [email protected] Editore: Cusi, Via Brofferio, 7 Roma Autoriz. Tribunale di Parma n. 434 (ottobre 1969) Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana «Sport Universitario», pubblicazione quadrimestrale in cinquemila copie, viene distribuito gratuitamente ad amministratori pubblici, dirigenti centrali e periferici, docenti, studenti, giornalisti, atleti e federazioni sportive, società. La collaborazione è aperta a tutti. Manoscritti e fotografie non si restituiscono. Gli articoli pubblicati possono essere riprodotti citando la fonte. Gli articoli firmati impegnano soltanto la responsabilità degli autori. Di ogni riproduzione è citata la fonte. Un’Universiade da ricordare grazie a un Cusi unito e funzionale di GIANNI IPPOLITO* S olo al ritorno dalla bella avventura dell’Universiade di Gwangju ho cominciato a rilassarmi. Dopo gli storici successi della nostra rappresentativa alle edizioni di Belgrado, Shenzen e Kazan superare o solo raggiungere quei risultati sembrava un’impresa impossibile anche a causa di alcune defezioni dell’ultima ora. Invece con un totale di 43 medaglie di cui 11 d’oro, 15 d’argento e 17 di bronzo che ci collocano al settimo posto nel medagliere non solo abbiamo superato ogni più rosea aspettativa ma ci siamo anche presi grandi soddisfazioni di risultati e di immagine anche per l’oro conquistato dal calcio nella finale con i padroni di casa, oro che ci mancava dalla edizione siciliana del 1997. Per trovare un altro importante oro a squadre dobbiamo tornare indietro fino a Belgrado nel 2009 con la pallavolo femminile. Il merito di tutto questo è degli atleti ma va anche riconosciuto alla squadra organizzativa costruita per l’evento e al puntuale lavoro svolto dalla Commissione tecnica del Cusi anche per un Cusi unito e dalla Segreteria. Almeno un anno di impegno continuo con le Federazioni Sportive con l’intento di allestire la migliore rappresentativa possibile. Alcune di queste hanno risposto, come sempre, in perfetta sintonia con i nostri obiettivi, altre un po’ meno, forse per minore interesse anche da parte degli stessi atleti o per scarsa importanza che viene attribuita ad una manifestazione seconda solo alla Olimpiade. Su questo aspetto dovremo ancora lavorare con un maggior coinvolgimento di tutte le parti interessate. Al rientro da questa ulteriore e preziosa esperienza ho trovato un altro motivo di soddisfazione che per poterlo apprezzare al meglio è necessario leggerlo storicamente in un arco di almeno dieci anni. Quelli che una volta erano i nostri punti di criticità sono stati in buona parte superati, alcuni già da tempo e sono diventati, oggi, i nostri punti di forza facendo funzionare tutto come una macchina ben oliata che non lascia nulla al caso. Una Universiade preparata “a tavolino” con risultati organizzativi più che soddisfacenti: viaggi, logistica, accrediti, materiali, comunicazione hanno consentito alla nostra rappresentativa il miglior soggiorno integrandosi perfettamente con il comitato organizzatore coreano. Un importante passo avanti è stato compiuto anche grazie alla maggiore attenzione riservata al ruolo dei dirigenti Cusi addetti alle varie discipline. Questi, infatti, nel pieno rispetto dell’incarico si sono perfettamente integrati con la disciplina assegnata, alcuni per affinità di pensiero, altri per grande capacità di adattamento al ruolo assegnato consentendo un collegamento reale tra squadre, segreteria organizzativa e capo delegazione. Significativo il comportamento dei componenti il gruppo del canottaggio che pur sacrificati per il decentramento rispetto alla sede di Gwangju hanno affrontato ore di autobus pur di essere presenti con la nostra delegazione alla cerimonia di apertura. Molto migliorato nell’organizzazione anche il settore sanitario che si è dimostrato sempre puntuale nella presenza e nel servizio professionale svolto sia all’interno del villaggio che al seguito delle squadre. Tutta la macchina ha funzionato in una atmosfera priva di tensioni, in una affinità di pensiero e di comportamento che ha fatto di noi tutti una squadra tacitamente consapevole e unita che ha saputo superare inevitabili difficoltà contingenti con eleganza e semplicità tali da far sempre ridurre la portata del problema. Molto resta ancora da fare in un mondo che cambia velocemente ma sono fiducioso nel ritenere che esistano le condizioni favorevoli di crescita e gli uomini giusti per il raggiungimento di tali obiettivi. *Capo Delegazione a Gwangju 2 Un incontro tra celebrazione e progetto L a Sala della Comunicazione al secondo piano del Ministero per l’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, era completamente piena il 25 novembre quando il Ministro Stefania Giannini, nel ruolo di padrona di casa, ha ricevuto gli atleti italiani che si sono distinti vincendo la medaglia d’oro alle Universiadi tenutesi a Gwangju (Korea del Sud) a luglio del 2015. A sottolineare l’importanza dell’evento e per rappresentare l’alto profilo di condivisione progettuale all’interno del mondo dello sport, i giovani atleti sono stati accompagnati dai vertici del Coni, del Cusi e della Crui. Giovanni Malagò, Presidente del Coni; Lorenzo Lentini, Presidente del Cusi; Gaetano Manfredi, Presidente della Crui, con la loro presenza e con il profilo dei propri interventi, hanno stigmatizzato una coesione d’intenti e una partecipazione progettuale tutta rivolta a fare dello sport universitario un volano per la crescita culturale e sociale dell’individuo e della società. Oltre ai presidenti delle tre importanti istituzioni dello sport e dell’Università, in rappresentanza del Coni erano presenti 3 anche il Segretario Generale Roberto Fabbricini e il vice Segretario Generale Carlo Mornati. Mentre a completare la delegazione del Cusi erano presenti il Segretario Generale Antonio Dima; il Vice Presidente Giovanni Ippolito; il Presidente della Commissione tecnica Mauro Nasciuti e i Consiglieri Federali: Aprile, Calce, Cirianni, Dacarro, D’Elicio, Leone, Mazzone, Milani, Rella, Sabatini e il Presidente del CUS Piemonte Orientale Alice Cometti. Significativa anche la presenza di alcuni presidenti di Federazioni sportive e organismi di lega: Carlo Tavecchio, Agostino Abbagnale, Andrea Abodi. Inutile negare che gli incontri istituzionali abbiano spesso il sapore di una liturgia un po’ preconfezionata; di un dovere formale, paludato, che mal si raccorda con le motivazioni profonde che muovono i sentimenti posti alla base del momento che si vuol rappresentare attraverso la sua celebrazione: in questo caso non è stato così. Nessuno dei presenti, siano essi gli atleti, così come i rappresentati delle istituzioni, ha indugiato sull’aspetto ritualistico e formale, ma, al contrario, ha anteposto la sostanza alla forma. In qualche momento anche con un pizzico di irritualità. Ed è anche allontanandosi dal rigore cerimonioso, talvolta suggerito dal luogo in cui si svolgono momenti di incontro così importanti, che si trova il modo per dare sostanza e valenza alle occasioni. Sport e cultura: un binomio inscindibile. Perché sport è Cultura. Il significato stesso di un’Olimpiade così come di una Universiade, risiede sì, nel confronto sportivo; nella competizione; nell’agonismo; nel prevalere sull’altro per il raggiungimento di un risultato eclatante, un risultato da ricordare e che ci faccia ricordare. Ma lo spirito profondo, e quando è troppo profondo è necessario riportarlo a galla, risiede nel valore dell’incontro; della condivisione; dello scambio; della conoscenza; del mettere in comune i valori e gli ideali. Lo sport è cultura in quanto incarna la rappresentazione di un’arte, è parte integrante del concetto di arte. Oggi, ma è un oggi che dura da un po’ troppo tempo, ci troviamo di fronte al rischio di rimettere in discussione alcuni di VALTER ROSSO Foto di Yari Meschini fondamentali e direi, fondanti valori che sono sempre stati il paradigma dello stare insieme, quello stare insieme che trova il suo significante nel dare la propria cultura per ricevere le altre culture. In una parola: l’archetipo della pace. È forse casuale che chi oggi semina gli enzimi per tentare di ribaltare gli alti profili di libertà e democrazia faticosamente conquistati anche attraverso il sacrificio della propria vita, neghi il valore dello sport e ne impedisca la partecipazione diffusa, in particolar modo alle donne? No, non è un caso. Si tratta dello stesso pensiero che alimenta le azioni dissennate volte alla distruzione del patrimonio artistico presente in tante aree del mondo. Negare l’arte significa negare la storia, annullare un passato in funzione di nessun futuro. Negare lo sport significa impedire una rappresentazione culturale, l’arte dello stare insieme; del disvelamento di se stessi. Lo Sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo (Jean Giraudoux). Gli interventi che si sono succeduti sono stati all’insegna dell’impegno che, ognuno per le proprie competenze e per il ruolo che ricopre, metterà in campo per elevare sempre di più il livello della collaborazione e condivisone progettuale finalizzato alla valorizzazione dello sport universitario. Giovanni Malagò, aprendo l’incontro e presentando alla Ministro Giannini i ragazzi, non si è tirato indietro dichiarando le intenzioni e, ancora di più i fatti, che il Coni ha attivato verso il raggiungimento dell’obbiettivo di una sempre maggiore vicinanza al mondo dello sport universitario. Gli ha fatto eco Gaetano Manfredi, impegnando l’organismo che lui presiede a mettere a disposizione strumenti e mezzi per emancipare le idee e mettere a fattore comune gli sforzi per raggiungere un livello di partecipazione allo sport da parte della popolazione universitaria almeno pari a quello di altri Paesi europei. È evidente che le idee, i progetti, lo sforzo e l’impegno di tutti rischiano di restare anatre zoppe se non vengono attivate anche politiche attive in grado di individuare risorse economiche da destinare alla finalizzazione dei buoni propositi. Il Presidente Lorenzo Lentini rivolgendosi in modo particolare ai giovani atleti in sala protagonisti alla recente Universiade ha ricordato come “Lo sport è strumento di pace, legalità e intercultura. A unire gli atleti sono soprattutto i valori e gli ideali in cui si crede. I valori dello sport sono l’amicizia, la lealtà, la solidarietà, l’impegno, il coraggio, il miglioramento di sé, la pace. Si tratta di ideali universali, validi per tutti e in ogni tempo”. Ma successivamente, rivolgendosi alla Ministro Stefania Giannini, non ha mancato di far notare i tagli sui finanziamenti destinati al Cusi, tagli significativi, che risultano essere una zavorra eccessiva che rischia di rallentare il grande movimento in atto nel mondo dello sport universitario. E con quel “tocco” di informalità, ma di lucida chiarezza che caratterizza i suoi interventi, Lentini ha definito “una punizione immeritata” il taglio economico subito. Continuando l’intervento, il Presidente ha esposto ai giovani atleti presenti e ai rappresentanti delle Istituzioni il progetto Camminare Insieme. Un’idea, un percorso progettuale fortemente voluto dal Cusi e che ha trovato immediata e convinta partecipazione da parte del Coni così come determinante si è rivelata l’adesione della Crui. Camminare Insieme è un laboratorio aperto che guarda con attenzione e si rivolge a tutti quei soggetti, istituzionali e non, che vedono nello sport universitario un luogo in cui far confluire esperienze passate e visione di prospettiva. Un incubatore di idee, di ricerca di innovazione, capace di guardare ad un orizzonte ampio così come chiede la sempre più variegata e complessa società contemporanea. Prima dell’intervento conclusivo della Ministro, hanno preso la parola due atleti vincitori della medaglia d’oro a Guwangju: la studentessa/nuotatrice Laura Letrari e il laureato/calciatore Filippo Corti. Entrambi hanno rivissuto e fatto vivere ai presenti l’esperienza personale e sportiva. Il significato della partecipazione ad una manifestazione sportiva che vede la presenza di oltre diecimila atleti in rappresentanza di oltre centosessanta Paesi. Particolarmente apprezzabile l’intervento di Filippo Corti per la sua capacità di guardare al domani. Quel tipo di domani che inizia il giorno dopo l’aver smesso di fare l’atleta, il calciatore. Corti ha mostrato grande lucidità e saggezza. Ha allontanato da sé il luogo comune del calciatore solo pallone e pallone e niente più mettendo in evidenza una generazione di giovani atleti capaci di coniugare lo studio e lo sport; la passione e la prospettiva. Ci è sembrato di leggere nelle parole del calciatore i prodromi di una meglio gioventù in arrivo, di un esercito – questo sì, virtuoso – capace di mettere in moto quel processo di crescita in grado di progettare un futuro vero non troppo lontano dal presente. La Ministro Stefania Giannini riallacciandosi proprio alle parole di chi l’ha preceduta, ha puntato lo zoom proprio sul grande significato simbolico dello sport agganciato allo studio e del ruolo fondamentale degli organismi preposti a tale compito. Il Ministero innanzitutto. Da sportiva e appassionata di calcio, si è detta particolarmente compiaciuta nel vedere tanti giovani coniugare lo sport allo studio. Rispondendo alla “provocazione” del Presidente Lentini, non ha mancato di sottolineare che la riduzione dei finanziamenti destinati al Cusi non sono stati una decisione punitiva, ma l’operazione si è inserita in un quadro più ampio di revisione della spesa. Al tempo stesso si è fatta carico dell’impegno di analizzare la situazione generale immaginando scenari diversi a breve. Applaudendo al progetto Camminare Insieme, ha voluto rimarcare come l’aggregazione di più soggetti attivi e autorevoli su una progettualità condivisa sia il viatico giusto per il raggiungimento degli obbiettivi che ci si pone. 4 Il villaggio, si fa per dire, che ha ospitato l’Universiade ed il panorama della città, chiamata la città della luce dai coreani. Simbolo della grande industria automobilistica e di quella all’avanguardia nella telefonia e nell’elettronica. I treni ad alta velocità viaggiano a 500 km orari. Da un mondo a un altro mondo, Gwangju dall’inviato nella Corea del Sud, GIORGIO GANDOLFI D ieci ore di volo all’andata e dodici nel ritorno: puntualità coreana nei viaggi, coincidenze annullate in Italia. Ma era tale l’entusiasmo di noi tutti dopo il successo degli universitari del calcio e delle altre 42 medaglie, per le belle giornate trascorse nel villaggio di Gwangju, l’eccezionale ospitalità ed il tifo da casa nostra, che mettendo piede a Roma certi dettagli non facevano effetto. E poi Andrea Abodi, il presidente della Lega Calcio di B, fautore di questa Nazionale vincente in stretta sintonia col presidente del Cusi, Lorenzo Lentini e con quello della Federcalcio, Tavecchio per non dire del segretario generale Michele Uva, aveva fatto per due volte il viaggio da Roma a Seul e poi a Gwangju per non perdersi una finale 5 che si è trasformata in un inno vincente. Oltretutto trasmessa nel mondo in diretta Tv e da noi in Italia all’ora di pranzo. Una ripresa doppiamente speciale, come tecnica d’immagini (siamo o non siamo nella patria della Samsung?). In altra pagina vi mo- striamo gli schermi giganti degli stadi (e la definizione incredibile dei dettagli) e come successo di gol e di emozioni. Finalmente una nazionale all’altezza dell’impegno dell’Universiade in un torneo tecnicamente superiore a quelli del passato ma ugualMorosini bomber e monello mente stravinto con una sconfitta di misura proprio con la Corea del Sud che aveva messo in campo una nazionale davvero formidabile, frutto del lavoro di alcuni mesi. La differenza fra l’edizione record di Kazan è stata dunque di una medaglia sfuggita in diverse circostanze a cominciare dal nuoto per finire alla pallanuoto, dalla scherma al canottaggio, in situazioni che hanno visto gli azzurri del Cusi gareggiare all’altezza delle prime nazioni classificate. Una spinta dall’atletica e da altri sport meno vigorosi e questa sarebbe diventata la Nazionale record delle Universiadi. Possiamo accontentarci, anzi dobbiamo accontentarci perchè il lavoro della presidenza, della commissione tecnica e della segreteria è stato davvero eccezionale in una competizione che tecnicamente ha fatto un ulteriore salto di qualità e di partecipazione. Bastava dare un’occhiata all’oceanico ingresso di russi, americani, cinesi e coreani, tanto per citarne alcuni per chiedersi: come faremo a competere con loro. Invece ci siamo riusciti portando a casa 43 medaglie, gli applausi degli sportivissimi tifosi coreani, delle altre delegazioni e della Fisu. Un bilancio prestigioso A ncora una volta il Cusi, memore di alcune precedenti edizioni, ha affidato il delicato e importante incarico di Capo Delegazione a Gianni Ippolito, presidente del Cus Sassari. Come vice il segretario generale Antonio Dima e il presidente del Cus Teramo, Nicola Aprile del quale potrete ammirare in altre pagine il tocco di palla degno di ottimi calciatori. A Ippolito, abbiamo rivolto alcune domande sull’organizzazione e sui risultati degli azzurri a questa manifestazione che ha registrato nuovi record. Ecco le sue risposte in merito al viaggio, il medagliere e l’importante lavoro svolto dalla segreteria del Cusi. Fermo restando che ancora una volta la sua presenza è stata sempre impeccabile come quella degli altri cussini al suo fianco. IL VIAGGIO I collegamenti aerei interni Seoul – Gwangju (400 km) sono meno Il Capo Delegazione Gianni Ippolito risponde alle nostre domande sulla festosa partecipazione all’Universiade nel Sud della Corea Un simpatico...scorcio della delegazione Cusi: da sinistra Sabatini, Orsillo Da Carro, Dima, Ippolito, Rella, Leone e Protani. vantaggiosi di quelli Mosca – Kazan (1.000 km) e per questo la decisione di utilizzare i collegamenti su gomma (autobus refrigerati, autostrade principali, bagaglio al seguito…) garantiti peraltro dal comitato organizzatore con il risparmio del costo dell’aereo della tratta interna e senza nessuno svantaggio temporale, in quanto l’aeroporto di collegamento interno di Seoul non è quello internazionale di Incheon ma il vecchio aeroporto. La quasi totalità delle delegazioni, non a caso, ha scelto la nostra soluzione. Ippolito con Aprile, Sabatini, Zanda, Ciaschini e alcuni degli attachè prima della sfilata inaugurale. LA CUCINA Il paragone con Kazan per quanto riguarda la cucina è improponibile perché in Russia il trattamento è stato superiore ad ogni più rosea previsione non solo per qualità ma 6 anche per varietà (celiachi compresi). A Kazan c’erano le forme intere di Parmigiano, a Gwangju c’era il… parmesan. Dal punto di vista generale, è stata peraltro una buona edizione senza gli sfarzi di Kazan e forse senza gli stessi soldi (a mia memoria è la prima volta che la Coca Cola non supporta l’Universiade) ma i due grandi sponsor locali Samsung e Hunday hanno garantito i trasporti, i collegamenti e i risultati in tempo reale. MEDAGLIERE Da Belgrado a Kazan il medagliere si è arricchito e migliorato in ogni edizione. Prima della partenza per la Corea sembrava irraggiungibile il risultato conseguito in Russia delle quarantaquattro medaglie. Ne abbiamo totalizzate quarantatre ma di metallo pregiato, migliorando la qualità seppure con un numero inferiore di atleti rispetto a Kazan. Puntuali sono arrivate le medaglie del nuoto, della scherma, del tiro a volo, del canottaggio e finalmente, dopo Sicilia 1997, quella del calcio. Non c’è dubbio che quando si dialoga con le Federazioni e queste capiscono il valore e l’importanza dell’Universiade le sinergie aumentano a vantaggio dai risultati. L’Europeo di Baku ha creato qualche sovrapposizione per alcuni atleti ma con un po’ di buona volontà in più si poteva fare meglio. 7 La presenza di dirigenti federali all’Universiade serve a migliorare la conoscenza di questa manifestazione seconda solo all’Olimpiade. Pienamente coinvolto il Presidente di Lega Abodi che già sta pensando alla squadra per la prossima edizione. Meravigliato ed emotivamente coinvolto il dirigente federale della pallacanestro femminile che non credeva che il livello fosse così alto dispiacendosi di aver lasciato a casa alcune atlete impegnate nell’Europeo di Baku. Dobbiamo sperare, per il futuro, di incontrare dirigenti Federali pienamente consapevoli dell’importanza dell’Universiade e uomini animati della nostra stessa passione ed entusiasmo. UN ANNO DI LAVORO Anche in questa edizione miglioramento continuo dello staff CUSI che ha lavorato per oltre un anno alla partecipazione della nostra delegazione all’Universiade. Commissione tecnica, segreteria, dirigenti CUSI, staff sanitario hanno predisposto con cura la nostra partecipazione superando ogni possibile problema e rendendo tutto facile, anche quello che facile non era. Ritengo che anche in questa edizione abbiamo superato brillantemente la prova rappresentando al meglio lo sport, le nostre Università, il nostro Paese. Una foto beneaugurale quellla del Presidente Lorenzo Lentini e di Antonio Dima con Massimo Piscedda, allenatore della Nazionale universitaria di calcio che ha riportato il titolo in Italia dopo 18 anni. Un successo netto sottolineato dagli applausi degli sportivissimi tifosi coreani di Gwangju che è praticamente la capitale industriale della Corea. LO STAFF DEL CUSI ALL’UNIVERSIADE GIANNI IPPOLITO CAPO DELEGAZIONE ANTONIO DIMA VICE CAPO NICOLA APRILE VICE CAPO FRANCIS CIRIANNI OFFICIAL ANGELO ORSILLO SEGRETERIA VINCENZO SABATINI OFFICIAL CESARE DACARRO OFFICIAL POMPEO LEONE OFFICIAL RICCARDO D’ELICIO OFFICIAL STEFANO ARRICA OFFICIAL ALICE COMETTI OFFICIAL MARCELLO VASAPOLLO OFFICIAL MAURIZIO CECHINI OFFICIAL CARMINE CALCE OFFICIAL ROBERTO RELLA OFFICIAL YARI MESCHINI SEGRETERIA EMANUELE PROTANI SEGRETERIA STAFF MEDICI GIANFRANCO BELTRAMI ANDREA PELLEGRINI FRANCO ZANDA CLAUDIO SECCI NICOLA COIANA FRANCESCO BIZZARRI ROBERTA PILI DAVIDE GIUSEPPE D’ELICIO FISIOTERAPISTI HUGO RAMON PEREZ MOLTO FRANCESCA GIRASOLE MICHELE GATTI MARIA LUISA SODDU ELENA LAI MASSIMO ROSSI NAZARENO ROCCHETTI GIAMPIETRO MAINARDI UFFICIO STAMPA GIORGIO GANDOLFI Un ottimo lavoro a tuttocampo Davide D’Elicio e Michele Gatti... naturalmente scherzano nella tensione della lunga attesa. G rande impegno in ogni momento con le giornate che non finivano mai finendo per cenare quando gli altri stavano andando a letto ma questa è la routine di un’Universiade. Chi c’è stato, sa cosa vuol dire. E se poi notate qualcuno che sorride durante la giornata la colpa può anche essere dell’obiettivo, come succede al Capo delegazione Gianni Ippolito. Come si può stare seri in mezzo a tante ragazze così allegre? È quello che pensa anche il segretario generale del Cusi, Antonio Dima che posa con una delle coreane costrette a stare ferme per diverse ore in attesa del via della sfilata, portandosi appresso questa scatola destinata ad accendersi col nome della nazione rappresentata. Come si nota a fianco, il via vai alla segreteria è incessante e ci si siede dove capita come fanno Mauro Nasciuti – in un attimo di pausa del suo impegno con la Fisu – e Angelo Orsillo, sempre più prezioso nell’ambito Cusi. Dietro di loro l’implacabile Yari Meschini, il mago del computer, una memoria prodigiosa, deve averla assimilata dagli apparecchi che manovra. E poi il magnifico gruppo che attornia il Presidente della Lega Calcio di serie B, Andrea Abodi con Fabio Ferappi della Federazione, il medico Franco Zanda, il suo collega Francesco Bizzarri, un simpatico personaggio 9 che ne sa più di Moggi sul calcio, un’enciclopedia vivente, il baffo malizioso da moschettiere del re quindi Gianni Ippolito, un altro medico Nicola Coiana, amico di tutti da tanti anni, il sorriso che ricorda quello dell’indimenticato Presidente, Lilli Coiana, suo papà e poi la mole di Nicola Aprile, vice capo delegazione che sovrasta tutti anche come impegno. Infine un rappresentante della capitale, un altro consigliere federale, Pompeo Leone, un dirigente che sa adeguarsi ad ogni situazione sempre con lo spirito vincente. Quelli che mancano della delegazione ma appaiono nel gruppetto coi messicani (la simpaticissima Roberta Pili che sembra così giovane (ma lo è) che a Cagliari all’ospedale quando si presenta le chiedono: Ma lei è davvero il medico? E lei glielo dimostra subito coi fatti. Poi Hugo Ramon Perez Molto al quale basta presentarsi per fare capire con quei nomi altosonati che è un cubano, anche se oramai è più italiano di molti di noi come spirito e impegno. I volti di Massimo Rossi e Francesco Delli Noci emergono a fianco degli ospiti quindi ancora Nicola Coiana e per finire Elena Lai, sempre deliziosamente simpatica. Infine il bacio dello... scandalo: due azzurri in vena di prodezza baciano simultaneamente una delle più belle provocando l’“hoooo” di stupore delle colleghe. Le “Black Eagles” delle forze aeree coreane danno il via all’inaugurazione All’improvviso all’orizzonte un boato preannunciò l’arrivo delle Frecce dell’Aviazione coreana, le “Black Eagles”, in posizione “Flying V” che passarono sullo stadio per un saluto corale: iniziava così il lungo pomeriggio di attesa, il tradizionale preambolo contrassegnato dalle foto ricordo, da quelle comuni con i rappresentanti di altri paesi, il biglietto da visita all’insegna dell’amicizia giovanile e dello sport universitario della Fisu. Una festa campestre quella iniziale caratterizzata dalla foto di gruppo degli azzurri ai quali è bastato il via per fare scattare telefonini e macchina fotografiche per ricordare una giornata importante della loro vita., la 28° Universiade. Nelle foto sotto la sfida fra Beltrami e Rocchetti, partito in anticipo, arbitro D’Elicio; lo staff sanitario e il bandolero stanco, Rocchetti da Cingoli. FOTO SPORT UNIVERSITARIO 11 De Memme, la portabandiera U na cerimonia, quella della 28° Universiade estiva, nell meridione della Corea del sud, a Gwangju, che è stata un giusto mix tra modernità ed antiche tradizioni coreane, tra musica e coreografie d’impatto realizzate grazie allo strenuo lavoro di tantissimi volontari. Una volta che la bandiera coreana e l’inno del paese asiatico ha risuonato all’interno del World Cup Stadion – il cui nome ricorda che in questo impianto si giocò il Mondiale di calcio – “il vero spettacolo” ha avuto inizio. Temi come “Light, The Birth of Youth”, “The Fetal Movement” ed ancora “Encounter & Harmony” hanno dato colore e profondità ad una performance che ha portato a disegnare un’enorme “U” alternando immagini capaci di unire la tradizione alla modernità della Corea del Sud. Gwangju è anche conosciuta come la “Città della Luce” e si è visto durante questa cerimonia. L’onore di portare la bandiera spetta ad una nuotatrice, Martina De Memme, grande protagonista nella vasca di Kazan: Eccola col suo sorriso davvero luminoso, una figura che ispira simpatia. Sarà la più fotograta degli italiani prima, durante e dopo l’inaugurazione. 12 La città della luce al buio “Sognate in grande” L l’invito del Presidente Gallien ai 12mila atleti a cerimonia è arrivata al culmine con i due discorsi ufficiali dei due co-presidenti del Comitato organizzatore, Yoon Janghyun e Kim Hwangsik, oltre al presidente della Fisu, Claude-Louis Gallien: “Sognate in grande” è stato il messaggio di Gallien nei confronti dei 12mila partecipanti. “Non dovranno esserci limiti alle vostre ambizioni”. Durante questa Universiade, facciamo in modo di essere ambiziosi insieme perchè, competendo così e non uno contro l’altro, si può davvero raggiungere la vittoria, quella vera, che si raggiunge conquistando se stessi. Competere vi aiuterà a raggiungere questo obiettivo”. A seguire le parole del presidente della Repubblica, Park Geun-hye, prima delle note dell’inno Fisu, “Gaudeamus Igitur”. La musica è stata poi il leit-motiv della cerimonia spaziando dalle più popolari band e volti del K-pop all’opera. 14 L’ingresso al buio totale per meglio fare risaltare la luce dell’involucro portato a braccio dalle ragazze che precedono le varie nazionali. Poi l’accensione a intervalli con licenza per tutti di fare i matti. Per questo gli azzurri non stanno mai indietro ad alcuno. Tutti ad immedesimarsi in protagonisti in quel grande podio che è stato lo stadio coreano. Con l’auspicio, ancora una volta, che lo sport sia davvero il messaggio di pace e di amicizia anche se, oltre Seul, la capitale, qualcuno fa finta d niente. Con l’augurio che tutto il mondo, attraverso le immagini di Eurosport, abbia visto questo spettacolo, spesso improvvisato da parte della gioventù più bella e simpatica in attesa di ammirarla sui campi. 15 Le ragazze del tiro sbancano Gwangju D ove arrivano, vincono: succede negli Emirati Arabi, è successo a Gwangju dove gareggiano, s’impongono e l’indomani ripartono verso altre mete. Un gruppo compatto, simpatico, a cominciare dalle ragazze, tipo Silvana Stanco che oltre alle due medaglie ha battuto anche il record del mondo universitario e presenta così un biglietto da visita ragguardevole. Come Federica Caporuscio e Valeria Raffaelli d’altronde, grande classe, precisione impeccabile e sangue freddo in ogni occasione. Ci vuole anche questo, soprattutto questo per gareggiare al caldo e al freddo, a latitudini diverse. Ma è tale il loro entusiasmo che passano sopra ad ogni ostacolo. In campo maschile le firme eccellenti sono state quelle di Andrea Vescovi, 21 anni, universitario di Pavia di scienze motorie che ha vinto la gara individuale e poi nel double trap a squadre con Alessandro Chianese, iscritto all’Unicumano a scienze politiche e a Ignazio Tronca conquistando 400 punti contro i 398 della Russia. I COMPLIMENTI DEL CONSIGLIERE CUSI ROBERTO RELLA Nella mia qualità di consigliere federale e referente per gli sport di tiro al volo a Gwangju, non posso che esprimere la mia piena soddisfazione per i risultati ottenuti dagli azzurri, capaci di riportare un cospicuo bottino di medaglie. È stata per me la prima esperienza a un’Universiade e ritengo, dopo aver vissuto questo fantastico evento sportivo, che mi è stata data una invidiabile opportunità. Il semplice fatto di trovarsi a contatto con quella parte della gioventù mondiale cresciuta seguendo i valori dello sport, giovani universitari e nello stesso tempo sportivi alcuni dei quali rappresenteranno certamente la classe dirigente del futuro, non può che essere un motivo di soddisfazione e di crescita in tutti i sensi per chi ha la fortuna di parteciparvi. Sono particolarmente soddisfatto della prestazione dei nostri ragazzi del tiro al volo. Il gruppo nel suo complesso si è dimostrato coeso comportandosi benissimo sia in pedana che fuori. 16 Le quarantatre medaglie azzurre Disciplina Arco Atletica Scherma Scherma Scherma Scherma Judo Canottaggio Canottaggio Canottaggio Canottaggio Canottaggio Canottaggio Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Shooting Calcio Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Nuoto Water Polo Totale Atleti Polidori, Leotti, Fanti Stefania Strumillo Leonardo Affede Baroglio, Bruttini, Ferraris, Buzzi Monaco, Mancini, Palumbo, Calissi Paroli, Trani, Schiavone, Biondo Matteo Piras Ferrares, Simone, Federico Ustolin Zileri, Carcano, Lovisolo, Borsini Quaranta, Parma, Schisano, Serpico Eleonora Trivella, Valentina Rodini Molteni, Mulas Martini Silvana Maria Stanco Stanco, Raffaelli, Caporuscio Federica Caporuscio Valerio Grazini Grazini, Miotto, Meoni Morandini, Tazza, Palmeri Michael Palmieri Chianase, Vescovi, Tronca Andrea Vescovi Alessandro Chianese Manfredini, Savelloni, Paleari, Faragò, Meccariello, Masi, Berra, Sabato, Cappelletti, Regoli, Morosini, Dezi, Cerrai, Mora, Bergamini, Corti, Truzzi, Masini, Maestrelli, Biasci. Christopher Ciccarese Piero Codia Martina Rita Caramignoli Martina De Memme Luca Pizzamiglio Marco Belotti Elena Di Liddo Piero Codia Martina De Memme Andrea Toniato Martina Carraro Alessia Poleri Martina Rita Caramignoli Pezzato, Di Liddo, Letrari, Galizi Arianna Bridi Laria Raimondi Matteo Furlan Mario Sanzullo Oliva, Vespa, Coppoli, Esposito, Foglio, Mirarchi, Dolce, Lanzoni, Nora, Damonte, Gitto, Bruni, Marziali. 17 Specialità Compound M. Team Lancio del disco Sciuabola Maschile Spada Maschile Team Fioretto F. Team Fioretto M.Team 68 kg Maschile 2-Maschile 4 Maschile LWA Maschile LW2X Femminile LW2X Maschile Singolo Sculls M. Trap femminile Trap Femminile Trap Femminile Trap Maschile Trap Team Maschile Skeet Team Maschile Skeet Maschile Double Trap Maschile Double Trap Maschile Double Trap Maschile Calcio Oro Argento Bronzo O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O Dorso 100 Maschile 50 m.Farfalla maschile Stile libero 1500 F. O 400 stile libero F. 50 m.Dorso M. 100 stile libero M. 100 farfalla F. 100 m. Farfalla M. 200 stile libero F. 50 m. Rana M. 50 m. Rana Femminile 200 m. Rana femminile 800 stile libero F. 4x100 stile libero F. O 10 km Open Water F. O 10 km Open Water F. 10 Km. Open M. 10 km Open M. Team Maschile 11 O O O O O O O O O O O O O O O O 15 17 Dall’alto Grazzini; la reginetta della lunga distanza, Arianna Bridi, il calciatore Curti con Ferappi, Nasciuti e Orsillo, il trionfo nella scherma e le relazioni internazionali di Ippolito. ... gran gol di testa nella finale con la Corea del Sud Morosini in gol contro l’Irlanda e poi... ...e Dima disse: vincerà l’Italia battendo in finale U na partenza sprint per gli azzurri del calcio, una cinquina rifilata al Canada e tutto sembrava dove filare liscio o comunque scorrevole. Poi il brusco ritorno alla realtà con la sconfitta a opera dei padroni di casa, la Corea del sud. Una rete di differenza e una partita da analizzare a fondo, insomma una di quelle gare negative nel risultato ma non nella sostanza. Tanto è vero che nel ritorno in pullman verso Gwangju, Antonio Dima, segretario generale de Cusi Giorgio Gandolfi da Gwangju che ama il calcio ma in modo intelligente e non viscerale disse una frase che rimase impressa a molti visto da quale copyright proveniva: “L’Italia vincerà l’oro del calcio battendo in finale proprio la Corea del sud”. Immaginarsi le discussioni, le scommesse con il professor Bizzari che diceva la sua e non collimava per niente con la profezia di Dima. Anzi alcuni ipotizzavano un quarto posto. Dima aveva analizzato a fondo il programma affermando che con una vittoria e un pareggio saremmo arrivati in semifinale e poi... In effetti contro i coreani per gli azzurri il pomeriggio era stato molto sfortunato in quanto due traverse non sono poche nel computo calcistico di una gara disputata davanti a cinquemila spettatori e conclusa sotto la pioggia. “Avevamo bisogno di tirare il fiato – dissero diversi azzurri – e in effetti non si era ancora smaltito il fuso orario e il viaggio di dieci ore da Roma. I fatti avrebbero loro dato ragione. I coreani, al contrario, erano freschissimi sebbene reduci da un mese di ritiro. A questo punto bisognava vincere o comunque non perdere con i cinesi, quelli di Taipei e così è stato: un buon pareggio dell’Italia di Massimo Piscedda col possesso di palla al 59 per cento della gara contro i fallosi avversari (15 punizioni contro 11) dovuti anche al gioco veloce degli azzurri, a giocatori arrembanti come Dezi, un capitano a tutto campo, Morosini e Meccariello. Dezi ha 21 anni, è di proprietà del Napoli, gioca nel Crotone, ha già indossato la maglia della 18 Azzurri, che balletto volante! L’episodio cruciale ad inizio partita: l’epulsione del coreano dopo il fallo di Park, decretato dall’arbitro russo. la Corea del Sud! nazionale under 21. A questo punto è obbligatorio battere gli irlandesi, avversari scorbutici come dimostreranno in campo. Il risultato di 1 a 0 propiziato da un gol di Morosini dopo un autentico slalom di Dezi viene difeso con molta attenzione dall’Italia che sfiora ripetutamente il raddoppio con un bilancio di otto conclusioni nella porta avversaria, nessuna da parte degli irlandesi. Azzurri dunque in semifinale contro il Giappone, una delle nostre bestie nere all’Universiade quindi uno 19 spauracchio da sfatare. Ma c’è sempre la profezia di Antonio Dima da fare rispettare, gli azzurri non possono scherzare. All’arrivo sul campo di Yeonggwang, ad una cinquantina di chilometri da Gwangju, gli azzurri sono accolti dalla musica della locale orchestra sinfonica: non era mai successo ai calciatori nostrani, altro che le risse, le bottigliate, qui i sorrisi si sprecano assieme alla cordialità dei padroni di casa. La Nazionale di serie B gioca una bella partita anche se il migliore in campo sarà Guardate con che sintonia i nostri baldi campioni si elevano nel cielo per fermare la punizione avversaria: Faragò, Meccariello e Mora, formidabili! il portiere azzurro, Manfredini del Modena. Para tutto il parabile anche alcuni rigori quando si arriva ai tempi supplementari dal dischetto. In un clima torrido con il 90 per cento di umidità Manfredini si supera parando almeno tre pallegol e poi nei rigori respingendo uno e inducendo i giapponesi a sbagliarne due. Decisivi i tiri di Meccariello, Berra e Cappelletti che colpivano Maekawa senza pietà. Nel ricevere a Roma la notizia della qualificazione per la finale con la Corea del Sud, il presidente della Lega, Andrea Abodi segnala che sta prendendo l’aereo per ritornare a Gwangju: è una partita che non può ignorare, vale bene le dodici ore di viaggio. Volete vedere che la profezia di Dima si sta avverando? C’è un altro dato beneaugurale e cioè la precedente vittoria dell’Italia all’Universiade, quella siciliana quando battemmo in finale proprio la Corea del Sud! Diciotto anni dopo gli azzurri tornano sul podio ed è una festa bellissima sottolineata dagli applausi degli sportivissimi tifosi coreani che hanno accettato la superiorità, a suon di gol, degli arrembanti azzurri. Davanti a 20mila spettatori, con la partita trasmessa in diretta nel mondo da parte di Eurosport (in Italia l’hanno data alle 12) l’Italia ha dato un saggio delle proprie possibilità con un gioco a tutto campo, ben orchestrato dal centrocampo e concretizzato dalle punte. L’Italia è stata favorita dall’espulsione di un coreano, il difensore Park, che verrà pareggiata nella ripresa da quella di Biasci. Capitan Dezi è sceso in campo febbricitante ma non poteva certamente rinunciare. Ai gol in successione di Regoli e nella ripresa di Morosini, che ha scoperto la vocazione di bomber, hanno contribuito due giocatori solidi e interpretativi come Sabato e Mora e poi le solite parate di Manfredini (al quale in queste giornate la società emiliana ha confermato il contratto) e il resto del gruppo elogiato da Piscedda con parole e abbracci affettuosi. Saputo della profezia di Dima, il presidente della Lega è andato a complimentarsi con lui, come abbiamo fatto tutti noi tornando in albergo sul pullman e cantando a nostra volta l’inno di Mameli. I CAMPIONI di PISCEDDA Alberto Andrea Paleari, Daniele Cappelletti, Filippo Berra, Stefano Truzzi, Biagio Meccariello, Roberto Sabato, Luca Mora, Paolo Pancrazio Faragò, Tommaso Biasci, Leonardo Morosini, Jacopo Dezi, Nicolò Manfredini, Federico Masi, Paolo Regoli, Lorenzo Cerrai, Francesco Bergamini, Tommaso Maestrelli, Filippo Corti, Bernardo Masini, Luca Savelloni. La formazione della finale: in piedi Regoli, Manfredini, Cappelletti, Mora, Faragò, Meccariello, Biasci, Berra, Sabato, Dezi, Morosini. 21 Gioia e allegria in campo e fuori col presidente della Lega Calcio di serie B, Andrea Abodi e il direttore tecnico del Cusi, Mauro Nasciuti. A sinistra Mora e il bomber Morosini, autore di 4 gol seguito da Meccariello e Biasci con 2, Dazi, Berra, Cappelletti e Rigoli con una rete. Vendetta, tremenda vendetta... D ire Corea, per noi passati da Renzo e Lucia a Renzi e Madia, non è il massimo della vita. Dal 1966 Corea (del Nord, non importa) è diventata per tutti, e per sempre, sinonimo di vergogna, non semplicemente di sconfitta. Come un pugno in faccia all’orgoglio di una nazione, e non solo di una nazionale. E Middlesbrough, la città inglese che ne scortò il sinistro impatto, la Waterloo del nostro sconcerto. Mondiali: Corea del Nord uno, Italia zero. Risolse il gol di Pak doo-ik, che molti, per molto, spacciarono per dentista, invece no, insegnava educazione fisica. Era l’Italia di Mondino Fabbri, con Giacomo Bulgarelli in campo zoppo (e insostituibile, visto che i cambi non erano ancora permessi) e un certo Riva – sì, proprio lui: Gigi Riva – aggregato alla comitiva come turista. Speciale di ROBERTO BECCANTINI Ricordo, a beneficio dei più giovani, che ci sarebbe bastato un pareggio. Eliminati come fummo al primo turno da una combriccola di «Ridolini» (secondo la definizione di Ferruccio Valcareggi, assistente del ct), potete immaginare cosa successe al ritorno. Il termine «Corea» venne innalzato al rango di calamità naturale. Una sorta di plebiscito: colombe, gufi, sciacalli, tutti. C’è poi stata un’altra Corea (del Sud, questa volta), non meno sportivamente tragica: la Corea di un arbitro ecuadoriano. Byron Moreno aspettò al varco l’Italia di Giovani Trapattoni. Erano gli ottavi dei Mondiali 2002, a Daejeon: ci diede un rigore contro, ci espulse Francesco Totti, ci privò di un gol valido: casalingo fino al midollo, prese – e ottenne – fiaschi per fischi. Amen. Nell’ovale l’espulsione del coreano Park Dongij dopo l’entrataccia su Morosini quindi la festa in tribuna di Antonio Dima, Francis Cirianni, Gianni Ippolito, Franco Zanda, Francesco Bizzarri, Francesca Girasole, Michele Gatti e Sara Colarossi. FOTO SPORT UNIVERSITARIO La marcatura d’apertura di Biasci (11’) che poi esulta e nella pagina a fianco la rete conclusiva di Morosini al 54’ per poi festeggiare con Mora e l’accorrente Berra. Per trovare una Corea calcisticamente felix, dobbiamo balzare all’Universiade del luglio scorso, e precipitarci a Gwangju, teatro di una finale che ci ha permesso di regolare piccole, grandi pendenze. Il secco 3-0 che la squadra di Massimo Piscedda ha inflitto ai sud-coreani costituisce una medaglia al valore e al sudore. A questi livelli il glamour è l’ultima cosa: siamo in ambito di Lega di serie B, puro artigianato, zero fanfare, zero strascichi. Si lavora 22 Una medaglia al valore dopo tante amarezze... Il gran gol di Tommaso Biasci, 21 anni. dietro le quinte, pochi iniziati ne conoscono i calendari, i sacrifici, i casti e remoti impatti sui luna park televisivi. Non ci aggiudicavamo il titolo dal 1997, quando la «bella» si tenne a Palermo. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. È la faccia laboriosa dello sport che, per uscire dal ghetto, ha bisogno di imprese e non di semplici vittorie. L’Universiade ha un fascino, romantico ma fragile, che soltanto gli archeologi dei sentimenti conservano, sottraendolo alla ragnatele degli archivi e agli eccessi dello «show must go on». Chi scrive, deve proprio all’Universiade il battesimo del fuoco a «Tuttosport». Era l’estate del 1970: appena sbarcato da Bologna, venni spedito al Palasport di Parco Ruffini per seguire il torneo di ba- 23 sket. Come era nei voti, si arrivò alla finale tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Vinsero i sovietici, il cui allenatore, Vladimir Kondrashin, parlava poco e gesticolava molto. L’Urss di Sergej e Aleksandr Belov contro gli Usa di Jim McDaniels e George McGinnis. Gli americani s’inventarono una zona 1-3-1 che le carabine di Sergej Belov e compagni (naturalmente) sforacchiarono da tutte le posizioni. Due anni dopo, la rivincita olimpica di Monaco di Baviera sfociò in una vera e propria guerra «fredda». Tutta colpa di quei maledettissimi tre secondi che William Jones, il Blatter dei canestri, fece rigiocare d’imperio. Gli Stati Uniti spalancarono il ferro all’estro ribaldo di Aleksandr Belov e, inviperiti, disertarono la premiazione. Urss-Usa 51-50: era la prima volta che perdevano l’oro del basket. Ma torniamo a Gwangju. Nello sport italiano era già entrata nel 1988, e sempre attraverso il calcio. La Corea del Sud aveva ospitato niente meno che l’Olimpiade, l’edizione poi passata alla storia per il doping di Ben Johnson. L’Italia del pallone – che Dino Zoff, precettato d’urgenza dalla Juventus bonipertiana, aveva consegnato a Francesco Rocca – giocò proprio allo stadio Mu Dung di Gwangju la partita con lo Zambia. In teoria, una formalità. Gli azzurri erano reduci da una squillante vittoria contro Guatemala (5-2). E che azzurri: Stefano Tacconi in porta, Ciro Ferrara, Mauro Tassotti, Roberto Cravero e Roberto Galia in difesa, Giuseppe Iachini, Lui- gi De Agostini e Angelo Colombo a metà campo, Massimo Mauro un po’ regista un po’ ala tattica, Pietro Paolo Virdis e Andrea Carnevale coppia d’attacco. Una formalità? Fate voi: Italia zero, Zambia quattro. Tripletta di Kalusha Bwalya. Ero inviato per la «Gazzetta dello Sport». Il calcio olimpico non rientrava nelle priorità editoriali. Candido Cannavò, il mio direttore, era stato chiaro: «Minchia, Beck, non penserai mica di cavartela con così poco?». Dalle cinquanta righe previste lo spazio schizzò a una pagina. Il fuso orario favorevole mi diede una mano. Rientrai in albergo e cominciai a pestare i tasti del tandy. A Gwangju, Corea del Sud, dove l’Italia universitaria si sarebbe laureata campione. Gioia in campo e gioia in tribuna per una vittoria che inseguivamo da 18 anni, dall’indimenticabile successo di Palermo 1997. Ieri e oggi accostati dal trionfo del calcio. Dima può sorridere, la sua profezia si è avverata. Festeggiano in campo Franco Zanda e Carmine Calce coi giocatori; in tribuna Francesco Bizzarri, Francis Cirianni, Angelo Orsillo, Francesca Girasole, Sara Colarossi. 24 25 Il canottaggio che sa vincere T di Cesare Dacarro angeum Lake – La nazionale del canottaggio ha lasciato dietro di sé germi di autentico sport universitario. Personalmente ho lasciato gli azzurri con l’augurio di potere rivivere presto un’esperienza analoga e felice come quella dell’Universiade. Ognuno – ne sono sicuro – è convinto di avere fatto parte di una squadra, medaglie vinte o no. Ne abbiamo parlato a lungo nelle riunioni “tecniche” per analizzare la nostra visione dello sport agonistico, dello sport universitario, delle vittorie e delle sconfitte; il nostro discorso non si è concluso: siamo convinti che l’e- dizione dell’Universiade di Gwangju lascerà un segno e sarà la base su cui costruire un canottaggio universitario migliore. La FIC ha iscritto dodici equipaggi: le medaglie vinte sono sei, un risultato notevole. Ci lasciamo con la convinzione che il successo ottenuto sia da attribuire all’intera squadra, e non solo ai singoli. È retorica: sono le solite parole di circostanza? Chiedete ai canottieri perché hanno deciso di partecipare tutti alla cerimonia di apertura dell’Universiade, sopportando un lungo tragitto dal Kensington resort allo stadio di Gwangju, nella notte coreana. Lo sprint vittorioso del duo azzurro alla boa del traguardo 26 Di seguito sono riportati i risultati delle regate, sono indicati i protagonisti che hanno gareggiato nello spirito del “Camminare Insieme”. Raffica di medaglie nella prima giornata di regate sul lago Tangeum. Nel due senza senior maschile l’Italia vince la medaglia d’argento (Simone Ferrarese, Federico Ustolin - CC Saturnia); due atleti di grande simpatia e serietà, ai quali l’argento va anche un po’ stretto. Un affascinante equipaggio quello del quattro senza senior femminile. La regata è dominata delle ucraine. Le azzurre non riescono ad annullare Il distacco accumulato nella prima parte della regata, per loro l’esperienza coreana si conclude con il 5° posto in finale, superate al fotofinish dal Canada per due centesimi. Nel quattro senza pesi leggeri maschile in finale l’Italia incontra Giappone, Germania, Olanda. Dopo i mille metri l’Italia attacca e mantiene la terza posizione (Michele Quaranta-Pro Monopoli, Federico Parma-CC Saturnia, Francesco Schisano-CN Stabia, Vincenzo Serpico-Fiamme Oro). Un equipaggio caratterizzato da una scanzonata simpatia. Doppio pesi leggeri femminile: la Germania, seguita dal Giappone e dalla Polonia, conduce la gara. L’Italia, in seconda posizione, subisce nel finale l’attacco della Polonia che riesce a sopravanzare le azzurre sul traguardo per soli 9 centesimi. Medaglia di bronzo per l’Italia (Eleonora Trivella-VVF Billi, Valentina Rodini-SC Bissolati). Rodini e Trivella hanno messo in campo una determinazione che fa presagire ad un grande futuro. Quattro senza senior maschile. 1. Germania, 2. Olanda, 3. Italia (Guglielmo Carcano-SC Moltrasio, Pietro Zileri Dal Verme-SC Firenze, Luca Lovisolo-RCC Cerea, Matteo Borsini-SC Limite), a metà gara la barca azzurra perde contatto e transita al quarto posto 27 dopo essere stata superata dall’Ucraina. La barca azzurra nel finale attacca e si piazza terza. Finalmente un primo posto nella seconda giornata di finali nel doppio PL maschile. La medaglia d’oro è stata conquistata da Simone Molteni (CUS Pavia) e Matteo Mulas (CLT Terni) che, per soli 59 centesimi, hanno battuto l’Ucraina al termine di un serrate memorabile che ha frantumato uno ad uno gli avversari e i cuori degli spettatori. Una gara che passerà alla storia e che ricorderemo a lungo. L’argento è stato vinto dal singolo senior di Simone Martini (SC Padova) al termine di un finale al cardiopalmo col lituano Zygimantas Galisanskis. Simone è il capitano della squadra; un gigante. L’ultima giornata ha visto anche il 5° posto del singolo pesi leggeri maschile, di Antonio Vicino (CRV Italia), e i due sesti posti del singolo pesi leggeri femminile, di Giorgia Lo Bue (SC Palermo), e del doppio maschile senior di Federico Garibaldi e Davide Mumolo (SC Elpis). In finale B il doppio di Elsa Carparelli (Monopoli 2005) e Benedetta Bellio (SS Murcarolo) si è piazzato ottavo, mentre Eleonora Denich (Nazario Sauro) nel singolo ha chiuso la sua finalina dodicesima. Premi & bei ricordi Anche in questa Universiade c’era un concorso fotografico che ha visto l’affermazione di due atleti: il primo premio è andato a questa foto...romantica, la ragazza che dà un bacio alla pallina da golf, molto meglio, ci è sembrato, l’accostamento fra la pedata del manifesto e l’atleta dal vivo che avverte la botta. Sotto il ducato di Parma: da sinistra il dr. Andrea Pellegrini con Michele Gatti, il professor Gianfranco Beltrami e Francesca Girasole dello staff medico. Quindi il segretario generale della Fisu, Eric Saintrond sempre disponibile per ogni frangente in amichevole dialogo con Cirianni e Sabatini. Quindi Hugo Perez Molto alle prese coi due simpatici pupazzi dell’Universiade. Infine la più ammirata della Fisu in tribuna d’onore... Con due rinforzi, basket da podio I l carattere delle ragazze del basket, affidate alla mano esperta di un tecnico come Roberto Ricchini (al suo fianco un coach come Gianluca Abignente) lo si è visto non tanto nelle vittorie quanto nelle sconfitte, come ad esempio, quella con gli Stati Uniti. Ovvero la grande favorita del torneo che è stata messa spesso alle corde dagli arrembaggi delle azzurre, dalle prodezze della Carangelo, mattatrice contro le cinesi nella gara vinta per 83 a 49. Contro le favorite americane una sconfitta onorevole, 80 a 68, con l’Italia che in diverse occasioni si è portata a ridosso delle avversarie dopo avere chiuso il primo tempo 49 a 40. Con una realizzatrice più efficace, c’era ma è rimasta in Italia con problemi di salute più che fisici, Sullo stile americano, la palestra che ha ospitato il torneo di basket con pochi accorgimenti diventa un teatro per alcune migliaia di spettatori! 28 l’Italia di Ricchini avrebbe fatto un figurone a questo torneo, potremmo raccontare un’altra storia. Un bravo comunque a queste azzurre che hanno affrontato a viso aperto le americane apparse spesso eccessivamente caricate sotto lo sguardo benevole degli arbitri. Ricordiamole: Melchiori, Carangelo, Dotto, Pertile, Quarta, Gambac, Miccoli, Tognalini, Meroni, Bocchetta e Bona. Da sottolineare il tifo appassionato e sincero dei coreani alle esibizioni dell’Italia. Quando ci si mette, a costo di fare uso del suo dialetto sardo, Stefano Arrica smuove le montagne. Il suo dialogo coi coreani che non volevano dargli una vettura per portarlo assieme agli altri delegati italiani alla gara del basket, avrebbe meritato una ripresa cinematografica. Soprattutto col sonoro. Accontentatevi di alcune foto abbastanza esplicative. Alla fine ha prevalso la simpatia di questa gente che quando 29 LE MEDAGLIE DEL CUSI AI GIOCHI s’impegna non finge di non capire e conferma tutta la simpatia che ha per tutto quanto è italiano. In effetti in diverse occasioni gli sportivi locali hanno tifato più per gli azzurri che non per gli avversari come si è riscontrato in UsaItalia: ad ogni canestro delle ragazze di Ricchini le tribune sembravano crollare. Chissà cosa sarebbe successo se avessero vinto! Località oro argento bronzo Torino '59 18 9 9 Sofia '61 3 1 P.Alegre '63 3 5 11 Budapest '65 6 2 1 Tokio '67 4 5 9 Torino '70 4 4 7 Mosca '73 2 6 Roma '75** 5 1 1 Sofia '77 1 3 3 Mexico C.'79 3 2 5 Bucarest '81 6 4 3 Edmonton '83 9 10 6 Kobe '85 5 5 5 Zagabria '87 12 8 10 Duisburg '89 8 3 5 Sheffield '91 6 7 8 Buffalo '93 5 9 11 Fukuoka '95 3 7 11 Sicilia '97 7 14 10 P.Mallorca '99 6 12 9 Pechino 2001 8 8 6 Daegu 2003 2 5 5 Izmir 2005 5 6 13 Bangkok '07 6 6 9 Belgrado '09 6 14 11 Shenzhen '11 12 5 13 Kazan '13 6 17 21 Gwangju '15 11 15 17 ** Solo Atletica totali 36 4 19 9 18 15 8 7 7 10 13 25 15 30 16 21 25 21 31 27 24 12 24 21 31 30 44 43 Fioretto femminile tutto d’oro E ra arrivata proprio dalla sciabola di un azzurro la prima medaglia dell’universiade azzurra: Leonardo Affede dell’Università della Sapienza di Roma aveva rotto il fronte portando a casa un bronzo nella prova individuale dopo avere perso contro il coreano Jonghun Song la possibilità di arrivare più in alto. Ci sarebbero riuscite le azzurre del fioretto vincendo contro la tradizionale rivale, la Francia in una finale caratterizzata dalle eccessive proteste delle avversarie. Ben dirette dal tecnico Matteo Zennaro le ragazze italiane si sono imposte con sette punti di vantaggio mentre gli azzurri della spada salivano a loro volta sul palco avendo ottenuto il bronzo dopo Francia e Ukraina. La felicità comunque li ha accomunati nella foto ricordo: Luca Ferrari, Lorenzo Brutti, Andrea Baroglio, Lorenzo Buzzi, Beatrice Monaco, Francesca Palumbo, Olga Callissi e Camilla Mancini Quella delle azzurre è stata una vera e propria “prova di forza”, attestata dagli score dei singoli assalti affrontati e vinti. Ai quarti infatti le fiorettiste italiane si sono imposte per 45-33 contro la Cina, mentre in semifinale il punteggio ha visto l’Italia avere la meglio sulla Polonia per 45-35. La seconda medaglia di giornata è stata invece quella di bronzo conquistata nella prova a squadre di spada maschile, grazie al quartetto composto da Andrea Baroglio, Lorenzo Buzzi, Lorenzo Bruttini e Luca Ferraris. Un vero e proprio finale thrilling è stato quello vissuto dagli azzurri, nell’assalto contro l’Ungheria valido per il terzo gradino del podio. La squadra italiana, infatti, ha dominato tutto l’assalto, giungendo alla fine dell’ottavo e penultimo parziale sul punteggio di 37-28. L’ultima frazione, con in pedana per l’Italia Andrea Baroglio, ha visto l’ungherese Mark Hanczvikkel, tentare l’impresa avviando una rimonta che, alla fine, lo ha portato ad un parziale di 16-8 nei confronti 30 Piras che bella sorpresa nel judo dell’azzurro, capace però di mettere a segno l’ultima e decisiva stoccata che ha fissato il punteggio sul 4544 che è valso il bronzo per l’Italia. Gli azzurri avevano iniziato la 31 La terza giornata di combattimenti all’Universiade ha regalato all’Italia una bella medaglia nel judo grazie al ventunenne Matteo Piras, che si è classificato terzo nella categoria 66 kg. Sconfitto al primo turno dal russo Anzaur Ardanov per ippon, Piras ha poi potuto accedere al tabellone dei ripescaggi grazie alla finale raggiunta proprio da Ardanov. L’azzurro ha così battuto per ippon il mongolo Purevdavaa Bat-Erdene, il brasiliano Marcelo Kenji Fuzita ed il lituano Kestutis Vitkauskas, accedendo alla semifinale per il bronzo. Qui Piras ha ingaggiato una bella battaglia con il kirghizo Bektur Rysmanbekov: entrambi i judoka hanno messo a segno uno yuko, ma il rappresentante dell’Università “Guglielmo Marconi” di Roma ha avuto la meglio grazie al conteggio degli shido (tre a uno), tornando su un podio internazionale dopo il terzo posto ottenuto all’European Open di Sofia. giornata superando ai quarti la Corea del Sud per 45-36, per poi fermarsi in semifinale contro la Francia, poi vincitrice della medaglia d’oro, col punteggio di 45-38. In alto proteste dei tecnici azzurri quindi Cecchinato e la Navarria. Nelle foto, Piras col Consigliere Cusi Pompeo Leone e i compolimenti alla premiazione. Nuoto più che mai protagonista: 18 podi... R isultato storico degli azzurri ai Giochi Mondiali Universitari di nuoto. L’Italia è terza per numero totale di medaglie vinte (18) e quinta per numero di ori (3). Nella settima ed ultima giornata di gare in piscina la medaglia più brillante è quella d’oro delle ragazze della 4x100 mista con 4’00”50, davanti al Giappone con 4’00”61 e agli USA con 4’00”75. Gara spettacolare con Carlotta Zofkova (1’01”29), seguita da Ilaria Scarcella (1’07”23), Elena Di Liddo (57”09) e Laura Letrari (54”89). Formazione cambiata per 3/4 rispetto alla batteria (dove l’Italia è stata terza in 4’04”51) e con Elena Di Liddo unica ad aver gareggiato anche al mattino. Altrettanto prestigiose le altre tre medaglie azzurre; argento di Martina Rita Caramignoli negli 800 stile libero con il record personale di 8’31”80 (precedente 8’30”47 del 21 agosto 2014 a Berlino) e di Alessia Polieri nei 200 farfalla con 2’08”66 e bronzo di Martina Carraro nei 50 rana con 31”11. Nell’edizione precedente a Kazan 2013 le medaglia per l’Italia erano state 13 (2 ori, 2 argenti, 9 bronzi); a Gwangju 2015 Il vice presidente del Cusi, Eugenio Meschi si complimenta con Elena Di Liddo, un oro e un argento. l’Italia è arrivata a 14 (2 ori, 7 argenti, 5 bronzi). L’ottima prestazione della Nazionale di nuoto in Corea si legge anche attraverso le statistiche che indicano 41 presenze in finale rispetto alle 40 gare in programma, di cui 36 individuali (19 femminili e 17 maschili) e 5 di staffetta (3 femminili e 2 maschili). La squadra femminile ha inserito in finale almeno una nuotatrice in tutte le gare ad eccezione dei 200 dorso, gara nella quale Carlotta Zofkova ha rinunciato a disputare le semifinali. La squadra maschile ha avuto almeno un finalista in 15 delle 20 gare non conseguendo un piazzamento nei primi otto posti soltanto negli 800 stile libero, 100 rana, 200 e 400 misti e 4x100 mista. Martina Rita Caramignoli argento negli 800 s.l. grazie anche alle... cure sempre benefiche da parte di Hugo Perez, uno dei preziosi collaboratori del Cusi alle Universiadi. S i è tinta di azzurro la giornata dedicata al nuoto di lunga distanza allo Jangseongho Lake Regatta di Gwangju. Oro e argento per Arianna Bridi (Esercito/RN Trento) con 2 ore 03’19”4 e Ilaria Raimondi (CC Aniene) con 2 ore 03’58”9 tra le ragazze (15 all’arrivo), argento e bronzo per Matteo Furlan (Marina Militare/Team Veneto) in un’ora 55’09”9 e Mario Sanzullo (Fiamme Oro/CC Napoli) in 1 ora 55’11”0 tra i ragazzi (20 all’arrivo). La gara maschile è stata vinta dal russo Anton Evsikov che ha preceduto di tre centesimi Furlan chiudendo in 1 ora 55’09”6. Matteo Furlan ha così ottenuto la migliore prestazione personale assoluta nei 1500 stile libero con 15’13”76. Foto ricordo per gli azzurri protagonisti della lunga distanza col professor Francesco Bizzarri. 32 ...e l’argento della pallanuoto I ragazzi di Alessandro Duspiva chiudono al secondo posto nel Torneo di pallanuoto. Nella finale per il titolo l’Italia ha perso con l’Ungheria 14-13 dopo i tiri di rigore. Soltanto applausi per Alessandro Nora e compagni allo Yeomju Indoor Aquatics Center, dove hanno interpretato una partita brillante dal primo all’ultimo minuto di gioco, rigori compresi. Hanno chiuso il secondo periodo avanti 4-1, ceduto soltanto nel terzo e sono stati raggiunti sul 5-5 a 6’09” dal gol di Batori in superiorità numerica, poi nel quarto sono andati prima avanti 6-5 con Lorenzo Bruni e poi hanno pareggiato 7-7 con Giacomo Lanzoni a 52” dalla fine. Decisivi gli errori di Mirarchi dai cinque metri (un tiro sulla traversa, l’altro parato da Bisztritsanyi) mentre per l’Ungheria ha sbagliato soltanto un tiro, il quarto della prima serie, con Sedlmayer. Bronzo agli Stati Uniti che nella finale per il terzo posto hanno battuto 5-4 la Serbia. Cus Bologna un cambio epocale U n passaggio epocale. Come quello che è avvenuto pochi mesi fa proprio al Cus Bologna. Dalla lunga presidenza di Francesco Franceschetti (1985-2013) al periodo Speciale di ALEX GALLO Dopo l’elezione di Pagni ecco il nuovo Rettore, Francesco Ubertini che subentra a Ivano Dionigi. di commissariamento con Vincenzo Santis al comando e, infine, con l’elezione, a fine marzo, del nuovo Numero Uno biancorosso, Piero Pagni. Per il Cus Bologna un periodo di grande fermento perché dal primo novembre Tre Rettori assieme in una foto storica: da sinistra Ivano Diongi, lo storico Roversi Monaco e il nuovo, Francesco Ubertini, tutti uniti per rendere sempre più prestigiosa, un’Università che è fra le più importanti al mondo. Un giovane Docente con il quale confrontarsi con un rapporto stretto e per una maggiore crescita. scorso l’Alma Mater Studiorum si è affidata a un nuovo rettore. Il Magnifico, l’ottantunesimo della storia dell’università più antica del mondo, risponde al nome di Francesco Ubertini, 45 anni, perugino di origine e docente di ingegneria. Sarà lui l’uomo con il quale dovrà 34 confrontarsi il Cus Bologna, in ripresa rispetto a un anno fa – il periodo del commissariamento era stato necessario perché la società era arrivata a un passo dalla chiusura –, ma ancora “convalescente”, perché servono comunque tempi lunghi per riprendere la diretta via. Il Cus si dovrà così confrontare con questo giovane docente, che prende il posto di Ivano Dionigi, per sei anni, Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum. E il Cus sta già lavorando perché il rapporto stretto in queste ultime stagioni con Dionigi possa proseguire e, magari, crescere. Dionigi, sportivo a tutto tondo nonché grande appassionato di pallacanestro, è stato vicino al Cus Bologna durante il suo mandato. Fondamentale per spingere e promuovere i canestri – a lui sono stati dedicati gli ultimi scudetti e anche i successi internazionali che hanno ribadito come Bologna sia davvero BasketCity anche quando al pallone si aggiunge la feluca –, determinante per consentire al Cus di uscire dal periodo più difficile della sua storia. Dionigi è stato fondamentale non solo per l’appoggio che ha dato a quelli che bonariamente ha sempre chiamato “i miei ragazzi”, ma anche nel mediare tra Cusi e amministrazione comunale, quando pareva che l’acquisto dell’impianto dello Sterlino potesse portare alla chiusura del centro universitario sportivo delle Due Torri. Invece i commissari straordinari – da 35 Lorenzo Lentini ad Antonio Dima allo stesso Vincenzo Santis, che è stato quello operativo negli uffici di via San Giacomo 9/2 – hanno potuto toccare con mano quanto l’Alma Mater si sia riavvicinata al suo braccio sportivo. Comprendendo l’importanza dello sport in una popolazione studentesca che è tra le più numerose in Italia. L’appoggio dell’Alma Mater, oltre a consentire al Cus di uscire da una situazione difficile, ha consentito al centro di restare al top degli atenei italiani per quello che concerne i successi in occasione dei campionati nazionali universitari. RETTORE PER SEI ANNI MAGNIFICO PER SEMPRE Da Dionigi a Ubertini: il Cus Bologna e Piero Pagni intendono proseguire su quella strada che sembra essere stata tracciata negli ultimi anni. E il Cus, salutando Dionigi – al quale a luglio, durante la tradizionale festa, è stata donata una maglia celebrativa “Rettore per 6 anni… Magnifico per sempre” – non può che rendere omaggio anche a Simona Storchi, portavoce del Magnifico Rettore in tutti questi anni, nonché a tutti gli effetti grande estimatrice dell’attività sportiva portata avanti dal Cus Bologna. FOTOSERVIZIO DI GIANNI SCHICCHI La Lectio Magistralis del professor Dionigi “Il primato della parola, la centralità del tempo e quella della politica”. Nel corso della sua ultima uscita pubblica come Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi cita i classici. Da Seneca a Lucrezio, da Cicerone a Tacito. Tanti applausi per il Magnifico che, nel corso della sua lectio magistralis, si sofferma su “Il demone della res publica”, dopo aver esaltato la “Re-Union” che, nel mese di giugno, ha richiamato all’ombra delle Due Torri migliaia di laureati da ogni angolo del globo. Poi, appunto, la res publica. “Di qui – la conclusione di Dionigi – la responsabilità della politica: essere all’altezza delle nuove domande e delle nuove sfide civili ed economiche. L’augurio è che ognuno incontri il demone della res publica: la cosa pubblica, il bene di tutti, la comunanza del destino. L’impegno più urgente, più difficile, più nobile”. I complimenti di alcuni dei personaggi presenti all’intervento del professor Dionigi. In alto Isabella Seragnoli, Gruppo Gd, che ha ricevuto la laurea H.C.. proprio da Dionigi e Lorenzo Sassoli de Bianchi, titolare della Valsoia. Quindi l’on. Ferdinando Casini e il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Cus Bergamo, una nuova stagione, un nuovo Rettore, Morzenti Pellegrini C on un nuovo Rettore, Morzenti Pellegrini che subentra a Stefano Paleari, la cui uscita ha coinciso con l’inaugurazione del nuovo impianto di Dalmine, il Cus Bergamo riparte con nuovo entusiasmo e soprattutto con impianti capaci di mettere le... ali ai piedi degli atleti. Un complesso davvero capace di creare invidia, con una struttura degna di un grande club qual è diventato oramai quello bergamasco. Oltretutto con una felice prospettiva visto che si profila all’orizzonte un progetto nato e condiviso dal professor Paleari e dal Rettore Morzenti Pellegrini con il Comune di Bergamo nonchè con l’Accademia della Guardia di Finanza e la Cassa depositi e Prestiti con la quale è stato stipulato un protocollo d’intesa che prevede, tra l’altro, l’insediamento di nuovi impianti sportivi universitari per 3.750 metri in città, nell’ex Caserma Montelungo, centralissima e nelle vicinanze delle sedi universitarie in Bergamo città. Il prof. Morzenti Pellegrini è docente di diritto amministrativo, con pubblicazioni anche sul mondo dello sport. Ha praticato e pratica sport non agonistico. In qualità di prorettore ai rapporti con il territorio durante i sei anni del mandato del prof. Paleari, è sempre stato vicino al Cus, contribuendo fattivamente alla crescita dello sport universitario. Non per niente ma il centro universitario sportivo di Dalmine, aperto nel 2004 dall’allora Rettore Alberto Castoldi, occupa un’area di tredicimila metri quadrati di cui ora 5.500 coperti. Vale la pena di riassumere quali sono le sue caratteristiche: due palestre per sport a squadre da 900 mq ciascuna, suddivisibili in quattro sale corsi; una sala pesi / fitness di 550 mq con 90 postazioni; due sale corsi di 200 mq; un percorso di allenamento esterno di 200 m, coperto e illuminato; due furono gli interventi del presidente del Cusi, Lorenzo Lentini, del Rettore di Brescia, Sergio Pecorelli, del Generale Giuseppe Zafarana, Comandante dell’Accademia della Guardia di Finanza, della prof.ssa Lorella Alessio, Sindaco di Dalmine, dell’avv. Claudia Terzi, Assessore Regionale all’Ambiente e infine del sindaco di Bergamo dr. Giorgio Gori, inoltre altre autorità istituzionali, accademiche e sportive. In un ideale passaggio di testimone il professor Paleari, ha voluto incontrare insieme al nuovo Rettore Remo Morzenti Pellegrini i vincitori di medaglie ai Cnu, complimentandosi con gli studenti e i loro selezionatori per i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza dello sport agonistico di livello, che coinvol- Il professor Stefano Paleari col nuovo Rettore Morzenti Pellegrini, anch’egli appassionato di sport, assieme al Generale Giuseppe Zaferana e la professoressa Lorella Alessio. A sinistra la premiazione dei Campioni ai Campionati Universitari di Salsomaggiore. studi medici; due saune e due bagni turchi; sei spogliatoi per 400 utenti con 60 docce; controllo ingressi e armadietti automatizzato; parcheggio interno per 100 auto e coperto per bici e moto; teleriscaldamento; Impianto fotovoltaico da 100kWp; certificazione qualità Il presidente del Cus, Claudio Bertoletti da diversi anni oramai al vertice dello sport universitario, parla con orgoglio dei dati sulla frequenza e sui risultati: “Ben cinquemila utenti continuativi – dice – più altrettanti che partecipano alle attività di formazione, dell’Università e delle federazioni nazionali. Parlano in modo chiaro le 90 postazioni e i 35 diversi 37 corsi di attività fitness e soprattutto le 30 attività sportive praticate”. Oramai gli sport sono tutti rappresentati e i corsi per gli universitari passano dal fitness, al fitboxing, al cardio fitness, pilates e ancora ginnastica dolce, ginnastica posturale, acrobatica aerea, danza classica, danza moderna, danzafit, gentle yoga, group training, power yoga, tai ji quan, yoga ashtanga e zumba fitness, a cui si aggiungono attività e servizi di recupero funzionale e personal training. E per gli sport dall’aikido, atletica leggera, badminton, calcio a cinque sino al wushu. Ricordiamo ancora che all’inaugurazione ci ge sì poco più del dieci per cento degli studenti iscritti ma che ha un grande valore non solo come esperienza personale ma anche di esempio per tutti. Di particolare rilevanza il fatto che ventidue studenti Campioni Universitari abbiano ottenuto l’integrale rimborso delle tasse d’iscrizione, a testimonianza dell’attenzione dell’Università di Bergamo per i praticanti le attività sportive di alto livello, che si impegnano nello studio e nello sport, partecipando anche alle manifestazioni nazionali di confronto con gli altri atenei. L’iniziativa costituisce la parte sportiva del “Top Ten Student Program”, che premia il merito degli iscritti all’ateneo bergamasco. Premiati anche altri diciassette studenti per le medaglie d’argento e di bronzo. Cus Bologna re del fresbee di ALEX GALLO D i solito, prima di arrivare al finale delle favole c’è una lunga storia da raccontare. Questa volta, partiamo in controtendenza: vi sveliamo subito il finale. La favola è che il Cus Bologna a Wroclaw ha vinto la medaglia d’argento con i maschi e quella di bronzo con le donne nella Champions League di Ultimate Frisbee. Prima di questo risultato straordinario il Cus al massimo aveva conquistato il quinto posto. Ma era partito da posizioni ancora più arretrate. Prima faticando nei Regionals (la fase di qualificazione), poi strappando con le unghie e con i denti il decimo posto, l’ottava piazza, la settima posizione e la quinta. Davide Morri, che nell’ultimate frisbee ha ricoperto tutti i ruoli – giocatore, allenatore, guru, icona, leggenda, ct, nazionale e chi più ne ha più ne metta – era sicuro che il Cus in questa edizione avrebbe raggiunto il podio. E se non ci fossero stati i terribili inglesi di Clapham, campioni per la quinta volta – che proprio il Cus, nei gironi di qualificazione, era riuscito a battere – la bandiera e i colori dell’Alma Mater Studiorum avrebbero sventolato per la gioia di Piero Pagni e del magnifico rettore Ivano Dionigi anche in Polonia. “Abbiamo vinto tutto le partite della fase eliminatoria – dice Davide Morri –. Siamo stati bravi. Siamo cresciuti di partita in partita. Abbiamo sconfitto due volte i Mooncatchers Bruxelles, l’ultima in semifinale. Poi, per l’ultimo atto, i Clapham, che pure avevamo già battuti, si sono rinforzati con due o tre elementi che non c’erano nella fase di qualificazione. E ci hanno supe- L’argento e il bronzo in Champions League con Morri “timoniere”. rati”. Battuti, ma non abbattuti, perché il Cus ci riproverà. Le ragazze più o meno hanno avuto un cammino analogo: solo sono state scottate in finale dalle Icine Londra. Ma contro la Mantis Vienna è arrivato un nuovo successo e la medaglia di bronzo. Chi sono tutti i protagonisti di questa favola? La squadra del Cus Bologna era composta da Michele Gnudi, Lorenzo Arienti, Fabio Coppi, Fabio Tosi, Paolo Prandi, Michele Farina, Bruno Mine, Alberto Tonelli, Massimo Vagliviello, Gabriel Cazzola, Guglielmo Chini, Luca Tognetti, Simone Gasperini, Alessandro Franceschi, Francesco Bernardi, Andrea Mastroianni, Davide Morri, Nasser Mbae, Quentin Rodger, Davide Quarantotto, Ivan Cantù (miglior difensore del torneo), Filippo Simonazzi, Arturo Laffi, Giovanni Santucci e Riccardo Merusi. E le ragazze? Guidate da Rocco Di Michele, Filippo Pavani e Davide Morri erano Greta Melega, Elisa Frangipane, Alice Melega, Ilaria Bonfante, Maria Chiara Frangipane, Eva Tondini, Beatrice Sisana, Federica Cipriani, Francesca Sorrenti, Sara Rabaglia, Laura Farolfi, Caterina Hu Lazzari, Irene Scazzieri, Silvia Pozzoli, Anna Gerner, Barbara Bondi. Non sono mancati i successi individuali: Un successo che ha tanti protagonisti: Alberto Tonelli ha chiuso la sua esperienza con 8 mete e 7 assist, 6 mete e 8 assist per Davide Morri. Sullo stesso livello dei compagni anche Paolo Prandi, 5 mete e 8 assist. In campo femminile Greta Melega è stata votata mvp (ovvero la migliore giocatrice) della fase finale grazie alle 9 mete e ai 14 assist. Irene Scazzieri, 17 mete (con l’aggiunta di 3 assist) è risultata la seconda miglior realizzatrice del torneo, mentre Elisa Frangipane si è tolta la soddisfazione di mettere insieme un bottino di tutto rispetto: 11 mete e 5 assist. Fin qui la fine della favola e tutti i protagonisti. Ma la storia, con questo lieto fine, comincia tanti anni fa. Comincia con la passione di Davide Morri e un centro universitario sportivo che gli dà carta bianca. Così il frisbee diventa un oggetto di culto non solo per gli universitari, ma anche nelle scuole superiori. Il Cus Bologna organizza tornei e manifestazioni alle quali prendono parte migliaia di giovani. Migliaia di giovani che, continuando a giocare, crescono, migliorano, diventano dei fenomeni. Questi fenomeni indossano la maglia dell’Alma Mater Studiorum e, a Wroclaw, raccolgono i frutti di un grande lavoro partito da lontano. 38 Anche samba e zumba nel mese sportivo del Cus Torino I nteressante e intelligente l’iniziativa del Cus Torino: cioè aprire le porte degli impianti sportivi alla cittadinanza per raccogliere adesioni e suggerimenti. Iniziativa che ha avuto un successo quasi inaspettato almeno nei numeri. Alla resa dei conti è emerso che il 75 per cento degli utenti che hanno usufruito dell’iniziativa non erano mai stati iscritti al Cus ed il 35 per cento delle nuove iscrizioni sono arrivate dal “Mese dello sport”. Ben 5.650 le prenotazioni per le prove con l’età media dei praticanti di 23 anni quindi prettamente universitaria. Le strutture del Centro sportivo Universitario sono state così aperte per potere giocare a pallavolo, basket, calcio e golf ma anche per il canottaggio con un dragon boat cioè una canoa da 20 posti con una testa di drago 39 decorativa a prua. Riccardo D’Elicio, presidente del Cus Torino, si è detto entusiasta dell’iniziativa e del successo che ha riscosso: “Noi vogliamo promuovere lo sport a 360 gradi- ha dettoAnche perchè diamo la possibilità di scegliere fra 100 corsi, oltretutto con impianti accessibili dai 6 anni in avanti. Tutti sono stati invitati a provare: dalle 20mila matricole torinesi a studenti delle medie e superiori nonchè agli anziani”. Notevole il numero degli istruttori specie nella pallavolo che registra 650 iscrizioni ma anche il rugby, l’arrampicata e i balli sono stati fra i più gettonati. Pizzica e zumba sono sempre più di moda. Molte le lezioni di golf e di beach volley per il quale il Cus prospetta un campo coperto in sabbia bianca riscaldato d’inverno con un sistema di serpentine. “Zudda Rizza” col Cus Pavia nel corso “con persone disabili” di CARMEN MORRONE Nelle foto di Bruno Rossini Run, i ragazzi di Zudda Rizza durante una gara di trail. U n’esperienza consolidata che quest’anno propone ben due gruppi di partecipanti. Stiamo parlando di Zudda Rizza, l’area di Cus Pavia che promuove lo sport per tutti. Un corso di atletica – corsa sulle diverse distanze, salto in lungo, lancio del peso – a cui partecipano una trentina di ragazzi sotto la guida di cinque istruttori. “Mi piace sottolineare che è un corso con persone disabili e non per persone disabili. Il nostro approccio, infatti, coinvolge il partecipante. Non c’è mai passività”, spiega Francesco De Cortes, ideatore insieme a Cus Pavia, nel 2004, di Zudda Rizza, che in lingua sarda significa pelle d’oca. “Lavorare con persone con disabilità dà molte emozioni. I risultati – ottenuti con perseveranza e preparazione – danno molta gioia a tutti, all’atleta e ai tecnici. Onorando le mie origini sarde, scegliemmo questo nome per la nuova area del Cus dedicata allo Sport per tutti”. Gli atleti di Zudda Rizza sono bambini e giovani adulti soprattutto con disabilità sensoriali, in particolare visive, relazionali- intellettive e motorie. Il corso di Zudda Rizza – che va dal mese di ottobre all’inizio di giugno – è un corso di atletica. “Non voglio aggiungere neppure l’aggettivo adattata – specifica De Cortes –. I nostri ragazzi fanno sport, in particolare atletica, in base alle loro abilità, come tutti gli altri ragazzi che praticano le discipline sportive promosse da Cus Pavia”. Un’esperienza in cui, da subito, ha creduto il presidente del Cus, Cesare Dacarro. “Zudda Rizza – Cus Pavia si inserisce perfettamente nell’ambito dello spirito del progetto Cusi “Camminare insieme” in quanto affronta aspetti specifici dello sport mettendo a disposizione dei soggetti coinvolti nel network dati, studi ed esperienze”. Quest’area di Cus Pavia, infatti, collabora con diverse realtà del territorio. A partire dall’Università, come spiega Dacarro: “Ogni anno sono numerosi gli studenti del corso di laurea magistrale in Scienze motorie che svolgono le ore di tirocinio. Fra i nostri partners annoveriamo la Fondazione Istituto Neurologico Mondino, la Fondazione Maugeri, l’Ospedale san Matteo, la Fondazione Gerolamo Emiliani». Che gioiello il nuovo Cus Insubria sui colli di Varese di GIORGIO GANDOLFI Il tetto ondulato della palestra – di mille metri quadrati – ripropone il tema del luogo dove è sorta, Monte Generoso. E’ adagiato sulle morbide colline della città quello che era il Cus dei Laghi e che ora è diventato il Cus Insubria, prendendo il nome dall’Università che ha creato un prestigioso Polo universitario, compreso quello sportivo. Sullo sfondo pennellate delle PreAlpi lombarde, qui ci si arriva attraverso il vialone Monte Generoso, è già un programma. Giustamente ne è fiero l’ing. Eugenio Meschi di esserne il presidente: non tutti possono vantare, a costo zero, una palestra di mille metri quadrati, centro fitness, campi da calcio e calcetto, impianti per tennis, beach volley e pallavolo. Le richieste dalla città sono già numerose: per le due segretarie, Paola e Laura, il lavoro appena iniziato è già intenso. Nella palestra multiforme si allenano il basket giovanile e quello in carrozzella, ci sono corsi di scienze motorie nonchè di pallavolo e atletica per bambini. Il sabato e la domenica c’è la B2 femminile, il basket della Cimberio H.Sport, il mese prossimo sarà di scena anche la terza divisione di pallavolo femminile. Dunque sport per gli universitari ma anche in coabitazione ai cittadini com’è nei programmi del Rettore Alberto Coen Porisini, “Siamo pronti a partire – dice Meschi – anche in quelle iniziativa che stanno registrando ampio successo in altri Cus, come la danza, ad esempio, per non dire della musica e del teatro. Noi dobbiamo essere più che mai depositari della cultura sportiva e tutto ciò si esprime proprio con questi intenti. Ora che abbiamo una sede davvero eccezionale dobbiamo saperla sfruttare sino in fondo nell’interesse dell’Università e della città”. Il Cus Insubria è nato con nuovo logo e nuovo nome per sottolineare un legame ancor più stretto con l’Università degli Studi dell’Insubria. Il Centro Universitario Sportivo – fino a ieri “Dei Laghi” – da sempre punto di riferimento per la promozione e l’organizzazione di attività sportiva universitaria, adesso, grazie alla nuova identità, avrà un rapporto più forte con l’Università degli Studi dell’Insubria, con i suoi studenti, i suoi dipendenti, e con le città di Varese e di Como. Nuove attività e nuova sede – a Varese, all’interno del Campus Universitario di Bizzozero – e un nuovo logo, che, riproponendo il motto “corpus et mentem ad ardua exercitamus”, vede stagliarsi – sui colori ormai divenuti classici del Cus, ossia il rosso il bianco e il nero – due figure stilizzate e il sigillo dell’Insubria, a dare l’imprimatur alla nuova veste grafica del Cus. Dopo la firma dell’accordo fra il Rettore Alberto Coen Parisini e il presidente del Cus, Eugenio Meschi, è diventata 40 Le segretarie al lavoro col presidente: da sinistra Eugenio Meschi, Paola Comolli e Laura Galli. Un terzetto affiatato e operativo a trecentosessanta gradi. operativa la gestione del nuovissimo Palazzetto Sportivo di proprietà dell’Università. Il tutto in base ad una convenzione che regola le modalità di gestione dell’impianto sportivo entrato in funzione dopo l’estate: su 1.600 mq di superficie, la struttura comprende una palestra con una copertura “a onda” in lastre di alluminio, che emulando l’andamento collinare si inserisce perfettamente nel contesto paesaggistico, tribune, una ulteriore “palestrina”, spogliatoi con ingressi separati e indipendenti, gli uffici destinati al Cus Insubria, oltre a due campi polifunzionali esterni. Senza dimenticare il parcheggio che molti Cus invidierebbero. 41 Un Corso di alta formazione sportiva a Napoli Nelle foto: a sinistra l’onorevole Mario Pescante quindi l’avvocato Lorenzo Lentini, presidente del Cusi e il segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini. U n’importante novità nel panorama delle offerte formative in vista dell’Anno Accademico 2015/2016: è stato infatti istituito a Napoli il Corso Europeo di Alta formazione in Management dello sport “Gestione delle società e degli impianti sportivi” High education in sport companies and sport venues management. Promosso dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e dal Cus Napoli, il corso partirà a gennaio 2016 e terminerà con le prove finali dei frequentanti previste a giugno 2016, per un totale di 240 ore d’aula integrate da attività di laboratorio e di stage. Sei le macro aree di riferimento dell’offerta didattica, che spazieranno dalla giurisprudenza alla comunicazione, andando ad approfondire aspetti di economia, gestione aziendale, lingue straniere e soprattutto tematiche prettamente inerenti il mondo dello sport. Il taglio del corso è di- chiaratamente internazionale e lo si evince non solo dalla titolazione in doppia lingua, ma dalla peculiarità che le lezioni si terranno in italiano, in inglese ed in tedesco, con traduzioni simultanee in aula. Inoltre non sono previste limitazioni d’accesso per candidati stranieri o italiani in possesso di titolo estero. Principalmente rivolto a coloro che hanno conseguito una laurea triennale, specialistica/magistrale o quadriennale, possono altresì accedere tutti i possessori del solo diploma di maturità con un curriculum attinente. Le attività formative, coordinate dalla doppia direzione scientifica del Rettore UNISOB prof. Lucio d’Alessandro e dal Presidente del Cus Napoli prof. Elio Cosentino, avranno però un tetto massimo di partecipanti. È stato fissato infatti a trentacinque persone il numero di iscritti in quanto data la praticità dei temi trattati, il Comitato Scientifico ha inteso prediligere per una classe di frequentanti limi- tata in modo da poter monitorare singolarmente i progressi degli studenti. Nomi di prestigio del mondo accademico e della sfera sportiva nazionale costituiscono il Comitato Scientifico: Nadia Carlomagno, Nicolino Castiello, Enricomaria Corbi, Rosaria Giampetraglia, Margherita Musello, Gianfranco Pecchinenda, Paolo Pollice, Fabrizio Manuel Sirignano e Natascia Villani compongono la squadra universitaria che sarà impreziosita dal Segretario Generale del Coni, Roberto Fabbricini, dall’esponente del mondo olimpico, on. Mario Pescate ed altri elencati a fianco. L’inedita piattaforma d’istruzione risponde all’esigenza di formare professionisti con elevate competenze nell’organizzazione sportiva. Il corso è stato strutturato in modo che i frequentanti al termine degli studi siano in grado di colmare la carenza di competenze sul territorio in materia di gestione di società, enti e centri sportivi. L’elenco delle lezioni programmate ed ulteriori dettagli sono indicati nel bando pubblicato sul sito UNISOB (http://www. unisob.na.it/universita/dopolaurea/perfezionamento/sportmanagement/index.htm?vr=1). Gli interessati possono richiedere maggiori informazioni telefonando al Centro Lifelong Learning UNISOB allo 0812522348 ed al CUS Napoli allo 0817621295, oppure inviando una mail agli indirizzi [email protected] o [email protected]. Ecco alcuni dei docenti dei Corsi on. MARIO PESCANTE (Vice presidente CIO) dr. ANDREA MANCINO (Consigliere Nazionale Coni) dr. ROBERTO FABBRICINI (Segretario generale Coni) on. FULVIO BONAVITACOLA (Avvocato amministrativo) avv. LORENZO LENTINI (Presidente del Cusi) dr. LUCIANO BARRA (Esperto Sport Olimpici) gen. GIANNI GOLA (Presidente onorario Consiglio Cism) dr. ALEXANDER WERL (ad FC Koln) dr. LUIGI TARANTINO (olimpico e Maestro di scherma) Il russo Oleg Matytsin nuovo Presidente Fisu Succede al francese Gallien che ha tenuto il ruolo negli ultimi anni con importanti risultati tecnici e di comunicazione. Il nuovo presidente ha cominciato a fare sport dall’età di 15 anni. Ora, 51enne, vive e lavora a Mosca dov’è docente di educazione fisica con una laurea in scienze pedadogiche. Ha ricevuto in questi anni importanti riconoscimenti come il Master nello sport (tennis tavolo) e la laurea honoris causa in diverse Università. È stato Capo delegazione della Russia in diverse Universiadi a cominciare da quella del 2005 ed è Vice presidente del comitato organizzatore di quella invernale del 2019 in programma a Krasnoyarsk. È inoltre autore di ben 70 ricerche scientifiche e monografie Questo il Comitato Centrale della FISU 2015-2019 Presidente: Oleg Matytsin (RUS) 1st Vice-Presidenti: Leonz Eder (SUI) VicePresidenti: Liguo Yang (CHN) – Luciano Cabral (BRA) – Marian Dymalski (POL) – Leopold Senghor (SEN) Tesoriere: Bayasgalan Danzandorj (MGL) 1st Consigliere: Verena Burk (GER) Consiglieri: Byong Jin (KOR) – Tai-Cheng Chen (TPE) – Kairis Ulp (EST) – Fernando Parente (POR) – Hisato Igarashi (JPN) – Rosaura Mendez (CRC) – Omar Al-Hai (UAE) – Kemal Tamer (TUR) – Penninah Kabenge (UGA) – Kenny Chow (HKG) – Kairat Zakiryanov (KAZ) – Anthony Davis (JAM) – Malumbete Ralethe (RSA) – Coleen Dufresne (CAN) – Hilkka Laitinen (FIN) 42 Con un Rettore che ama lo sport a Modena i Cnu estivi del 2016 A bbiamo appena lasciata Parma con Cnu che hanno dato ottimi risultati tecnici e di comunicazione ed eccoci di ritorno in Emilia dove è stata firmata la Convenzione che affida all’Università di Modena, dunque al Cus Modena (e Reggio Emilia) l’onore e l’onere di organizzare i prossimi campionati. Dove si è partiti col piede giusto con la scoperta di un Magnifico Rettore che ama lo sport e lo ha praticato, tantissimo, in gioventù. Ha cominciato da ragazzo a tifare per la scherma a Roma ’60. Si tratta del professor Angelo Oreste Andrisano, persona amabilissima, che opera nel mondo dell’ingegneria meccanica e della 43 robotizzazione ma che ha “confessato”, simpaticamente, un passato sportivo ai tempi universitari avendo praticato scherma, pallavolo, basket e tennis. Dunque con l’ospitalità da parte dell’Università e del Cus Modena si è svolta così la cerimonia della firma della Convenzione presente per il Cusi il segretario generale Antonio Dima che ha dato ufficialità alla manifestazione essendo il presidente Lorenzo Lentini assente per un attacco influenzale. Una cerimonia breve ma simpatica, con il presidente del Cus, Diego Caravaglios, l’assessore allo sport, Giulio Guerzoni, il Delegato del comitato sportivo Unimore, dr. Massimo Milani quindi la rappresentante della Regione Emilia-Romagna, Claudia Serra. E poi per il Cusi, il direttore tecnico, ing. Mario Nasciuti con il collega Vincenzo Sabatini ai quali spetta il compito della verifica degli impianti sportivi già in parte visitati: “Per gli universitari i Cnu possono avere un’atmosfera magica, un ricordo indelebile nel tempo, ve lo dice uno che vi gareggiò per la prima volta nel 1966 – ha esordito Nasciuti – e che da allora non li ha più traditi” per poi annunciare che a Modena ci sarà il primo Cnu ad assegnare il titolo di Campione Accademico”. Cominceremo col golf poi l’anno prossimo ci saranno tiro a segno e tiro a volo quindi la vela. Caravaglios dovrebbe esserne orgoglioso”. Questi Cnu – ha esordito Antonio Dima – saranno un’ulteriore verifica del programma lanciato dal Cusi e dal nostro Presidente Lorenzo Lentini, cioè Camminare insieme che ha lo scopo di sensibilizzare gli universitari con momenti d’incontro e di socializzazione, per crescere assieme sul piano umano, per ricordare che lo sport è anche cultura. Noi del Cusi, la Conferenza dei Rettori, le Università ci crediamo molto. Vorrei ricordare anche che l’anno prossimo festeggeremo a Padova i 70 anni del Cusi: fu proprio là che nel ‘46 sarebbe nato il movimento universitario che avrebbe dato vita al Cusi. A presiederlo c’era un giovane di nome Giorgio Napolitano”. Gli azzurri del calcio Campioni del mondo all’Universiade