Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi vincitori delle 43

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Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi vincitori delle 43
Dicembre 2015 - N. 148
PERIODICO DEL C.U.S.I.
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(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2, DCB PARMA
Il Ministro Giannini ha ricevuto i Campioni del Cusi
vincitori delle 43 medaglie a Gwangju, in Corea
Sport Universitario
N. 148 - Dicembre 2015
C.U.S.I.
(Centro Universitario Sportivo Italiano)
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Sport Universitario
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Un’Universiade da ricordare
grazie a un Cusi unito e funzionale
di GIANNI IPPOLITO*
S
olo al ritorno dalla bella avventura dell’Universiade di Gwangju
ho cominciato a rilassarmi.
Dopo gli storici successi della
nostra rappresentativa alle edizioni di Belgrado, Shenzen e Kazan superare o solo
raggiungere quei risultati sembrava un’impresa impossibile anche a causa di alcune
defezioni dell’ultima ora.
Invece con un totale di 43 medaglie di cui
11 d’oro, 15 d’argento e 17 di bronzo che ci
collocano al settimo posto nel medagliere
non solo abbiamo superato ogni più rosea
aspettativa ma ci siamo anche presi grandi soddisfazioni di risultati e di immagine
anche per l’oro conquistato dal calcio nella
finale con i padroni di casa, oro che ci mancava dalla edizione siciliana del 1997.
Per trovare un altro importante oro a squadre dobbiamo tornare indietro fino a Belgrado nel 2009 con la pallavolo femminile.
Il merito di tutto questo è degli atleti ma va
anche riconosciuto alla squadra organizzativa costruita per l’evento e al puntuale
lavoro svolto dalla Commissione tecnica
del Cusi anche per un Cusi unito e dalla
Segreteria. Almeno un anno di impegno
continuo con le Federazioni Sportive con
l’intento di allestire la migliore rappresentativa possibile.
Alcune di queste hanno risposto, come
sempre, in perfetta sintonia con i nostri
obiettivi, altre un po’ meno, forse per minore interesse anche da parte degli stessi
atleti o per scarsa importanza che viene
attribuita ad una manifestazione seconda solo alla Olimpiade. Su questo aspetto
dovremo ancora lavorare con un maggior
coinvolgimento di tutte le parti interessate. Al rientro da questa ulteriore e preziosa
esperienza ho trovato un altro motivo di
soddisfazione che per poterlo apprezzare al
meglio è necessario leggerlo storicamente in un arco di almeno dieci anni. Quelli
che una volta erano i nostri punti di criticità
sono stati in buona parte superati, alcuni
già da tempo e sono diventati, oggi, i nostri punti di forza facendo funzionare tutto
come una macchina ben oliata che non lascia nulla al caso.
Una Universiade preparata “a tavolino” con
risultati organizzativi più che soddisfacenti:
viaggi, logistica, accrediti, materiali, comunicazione hanno consentito alla nostra
rappresentativa il miglior soggiorno integrandosi perfettamente con il comitato organizzatore coreano. Un importante passo
avanti è stato compiuto anche grazie alla
maggiore attenzione riservata al ruolo dei
dirigenti Cusi addetti alle varie discipline.
Questi, infatti, nel pieno rispetto dell’incarico si sono perfettamente integrati con la
disciplina assegnata, alcuni per affinità di
pensiero, altri per grande capacità di adattamento al ruolo assegnato consentendo
un collegamento reale tra squadre, segreteria organizzativa e capo delegazione.
Significativo il comportamento dei componenti il gruppo del canottaggio che pur
sacrificati per il decentramento rispetto alla
sede di Gwangju hanno affrontato ore di
autobus pur di essere presenti con la nostra delegazione alla cerimonia di apertura.
Molto migliorato nell’organizzazione anche
il settore sanitario che si è dimostrato sempre puntuale nella presenza e nel servizio
professionale svolto sia all’interno del villaggio che al seguito delle squadre.
Tutta la macchina ha funzionato in una atmosfera priva di tensioni, in una affinità di
pensiero e di comportamento che ha fatto
di noi tutti una squadra tacitamente consapevole e unita che ha saputo superare
inevitabili difficoltà contingenti con eleganza e semplicità tali da far sempre ridurre la
portata del problema.
Molto resta ancora da fare in un mondo
che cambia velocemente ma sono fiducioso nel ritenere che esistano le condizioni
favorevoli di crescita e gli uomini giusti per
il raggiungimento di tali obiettivi.
*Capo Delegazione a Gwangju
2
Un incontro tra celebrazione e progetto
L
a Sala della Comunicazione al
secondo piano del Ministero per
l’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, era completamente piena
il 25 novembre quando il Ministro Stefania
Giannini, nel ruolo di padrona di casa, ha
ricevuto gli atleti italiani che si sono distinti
vincendo la medaglia d’oro alle Universiadi
tenutesi a Gwangju (Korea del Sud) a luglio del 2015. A sottolineare l’importanza
dell’evento e per rappresentare l’alto profilo di condivisione progettuale all’interno
del mondo dello sport, i giovani atleti sono
stati accompagnati dai vertici del Coni, del
Cusi e della Crui. Giovanni Malagò, Presidente del Coni; Lorenzo Lentini, Presidente
del Cusi; Gaetano Manfredi, Presidente della Crui, con la loro presenza e con il profilo
dei propri interventi, hanno stigmatizzato
una coesione d’intenti e una partecipazione
progettuale tutta rivolta a fare dello sport
universitario un volano per la crescita culturale e sociale dell’individuo e della società. Oltre ai presidenti delle tre importanti
istituzioni dello sport e dell’Università, in
rappresentanza del Coni erano presenti
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anche il Segretario Generale Roberto Fabbricini e il vice Segretario Generale Carlo
Mornati. Mentre a completare la delegazione del Cusi erano presenti il Segretario
Generale Antonio Dima; il Vice Presidente Giovanni Ippolito; il Presidente della
Commissione tecnica Mauro Nasciuti e i
Consiglieri Federali: Aprile, Calce, Cirianni,
Dacarro, D’Elicio, Leone, Mazzone, Milani,
Rella, Sabatini e il Presidente del CUS Piemonte Orientale Alice Cometti. Significativa
anche la presenza di alcuni presidenti di Federazioni sportive e organismi di lega: Carlo Tavecchio, Agostino Abbagnale, Andrea
Abodi.
Inutile negare che gli incontri istituzionali
abbiano spesso il sapore di una liturgia un
po’ preconfezionata; di un dovere formale,
paludato, che mal si raccorda con le motivazioni profonde che muovono i sentimenti posti alla base del momento che si vuol
rappresentare attraverso la sua celebrazione: in questo caso non è stato così. Nessuno dei presenti, siano essi gli atleti, così
come i rappresentati delle istituzioni, ha indugiato sull’aspetto ritualistico e formale,
ma, al contrario, ha anteposto la sostanza
alla forma. In qualche momento anche con
un pizzico di irritualità. Ed è anche allontanandosi dal rigore cerimonioso, talvolta
suggerito dal luogo in cui si svolgono momenti di incontro così importanti, che si
trova il modo per dare sostanza e valenza
alle occasioni.
Sport e cultura: un binomio inscindibile.
Perché sport è Cultura. Il significato stesso
di un’Olimpiade così come di una Universiade, risiede sì, nel confronto sportivo;
nella competizione; nell’agonismo; nel prevalere sull’altro per il raggiungimento di un
risultato eclatante, un risultato da ricordare e che ci faccia ricordare. Ma lo spirito
profondo, e quando è troppo profondo è
necessario riportarlo a galla, risiede nel valore dell’incontro; della condivisione; dello
scambio; della conoscenza; del mettere in
comune i valori e gli ideali. Lo sport è cultura in quanto incarna la rappresentazione
di un’arte, è parte integrante del concetto
di arte. Oggi, ma è un oggi che dura da un
po’ troppo tempo, ci troviamo di fronte al
rischio di rimettere in discussione alcuni
di VALTER ROSSO
Foto di Yari Meschini
fondamentali e direi, fondanti valori che
sono sempre stati il paradigma dello stare
insieme, quello stare insieme che trova il
suo significante nel dare la propria cultura
per ricevere le altre culture. In una parola:
l’archetipo della pace.
È forse casuale che chi oggi semina gli
enzimi per tentare di ribaltare gli alti profili
di libertà e democrazia faticosamente conquistati anche attraverso il sacrificio della
propria vita, neghi il valore dello sport e
ne impedisca la partecipazione diffusa, in
particolar modo alle donne? No, non è un
caso. Si tratta dello stesso pensiero che alimenta le azioni dissennate volte alla distruzione del patrimonio artistico presente in
tante aree del mondo. Negare l’arte significa negare la storia, annullare un passato in
funzione di nessun futuro. Negare lo sport
significa impedire una rappresentazione
culturale, l’arte dello stare insieme; del disvelamento di se stessi. Lo Sport consiste
nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo (Jean Giraudoux).
Gli interventi che si sono succeduti sono
stati all’insegna dell’impegno che, ognuno
per le proprie competenze e per il ruolo
che ricopre, metterà in campo per elevare
sempre di più il livello della collaborazione e condivisone progettuale finalizzato
alla valorizzazione dello sport universitario. Giovanni Malagò, aprendo l’incontro
e presentando alla Ministro Giannini i ragazzi, non si è tirato indietro dichiarando le
intenzioni e, ancora di più i fatti, che il Coni
ha attivato verso il raggiungimento dell’obbiettivo di una sempre maggiore vicinanza
al mondo dello sport universitario. Gli ha
fatto eco Gaetano Manfredi, impegnando
l’organismo che lui presiede a mettere a
disposizione strumenti e mezzi per emancipare le idee e mettere a fattore comune
gli sforzi per raggiungere un livello di partecipazione allo sport da parte della popolazione universitaria almeno pari a quello di
altri Paesi europei.
È evidente che le idee, i progetti, lo sforzo e
l’impegno di tutti rischiano di restare anatre
zoppe se non vengono attivate anche politiche attive in grado di individuare risorse
economiche da destinare alla finalizzazione
dei buoni propositi. Il Presidente Lorenzo
Lentini rivolgendosi in modo particolare ai
giovani atleti in sala protagonisti alla recente Universiade ha ricordato come “Lo sport
è strumento di pace, legalità e intercultura.
A unire gli atleti sono soprattutto i valori e
gli ideali in cui si crede. I valori dello sport
sono l’amicizia, la lealtà, la solidarietà, l’impegno, il coraggio, il miglioramento di sé,
la pace. Si tratta di ideali universali, validi
per tutti e in ogni tempo”. Ma successivamente, rivolgendosi alla Ministro Stefania
Giannini, non ha mancato di far notare i
tagli sui finanziamenti destinati al Cusi,
tagli significativi, che risultano essere una
zavorra eccessiva che rischia di rallentare il
grande movimento in atto nel mondo dello sport universitario. E con quel “tocco”
di informalità, ma di lucida chiarezza che
caratterizza i suoi interventi, Lentini ha definito “una punizione immeritata” il taglio
economico subito. Continuando l’intervento, il Presidente ha esposto ai giovani atleti
presenti e ai rappresentanti delle Istituzioni
il progetto Camminare Insieme. Un’idea,
un percorso progettuale fortemente voluto
dal Cusi e che ha trovato immediata e convinta partecipazione da parte del Coni così
come determinante si è rivelata l’adesione
della Crui. Camminare Insieme è un laboratorio aperto che guarda con attenzione e
si rivolge a tutti quei soggetti, istituzionali
e non, che vedono nello sport universitario un luogo in cui far confluire esperienze
passate e visione di prospettiva. Un incubatore di idee, di ricerca di innovazione,
capace di guardare ad un orizzonte ampio
così come chiede la sempre più variegata e
complessa società contemporanea.
Prima dell’intervento conclusivo della Ministro, hanno preso la parola due atleti
vincitori della medaglia d’oro a Guwangju:
la studentessa/nuotatrice Laura Letrari e il
laureato/calciatore Filippo Corti. Entrambi
hanno rivissuto e fatto vivere ai presenti
l’esperienza personale e sportiva. Il significato della partecipazione ad una manifestazione sportiva che vede la presenza di
oltre diecimila atleti in rappresentanza di
oltre centosessanta Paesi. Particolarmente
apprezzabile l’intervento di Filippo Corti per
la sua capacità di guardare al domani. Quel
tipo di domani che inizia il giorno dopo l’aver smesso di fare l’atleta, il calciatore. Corti
ha mostrato grande lucidità e saggezza. Ha
allontanato da sé il luogo comune del calciatore solo pallone e pallone e niente più
mettendo in evidenza una generazione di
giovani atleti capaci di coniugare lo studio
e lo sport; la passione e la prospettiva. Ci è
sembrato di leggere nelle parole del calciatore i prodromi di una meglio gioventù in
arrivo, di un esercito – questo sì, virtuoso
– capace di mettere in moto quel processo
di crescita in grado di progettare un futuro
vero non troppo lontano dal presente.
La Ministro Stefania Giannini riallacciandosi proprio alle parole di chi l’ha preceduta,
ha puntato lo zoom proprio sul grande significato simbolico dello sport agganciato
allo studio e del ruolo fondamentale degli
organismi preposti a tale compito. Il Ministero innanzitutto. Da sportiva e appassionata di calcio, si è detta particolarmente
compiaciuta nel vedere tanti giovani coniugare lo sport allo studio. Rispondendo alla
“provocazione” del Presidente Lentini, non
ha mancato di sottolineare che la riduzione
dei finanziamenti destinati al Cusi non sono
stati una decisione punitiva, ma l’operazione si è inserita in un quadro più ampio di
revisione della spesa.
Al tempo stesso si è fatta carico dell’impegno di analizzare la situazione generale immaginando scenari diversi a breve. Applaudendo al progetto Camminare Insieme, ha
voluto rimarcare come l’aggregazione di
più soggetti attivi e autorevoli su una progettualità condivisa sia il viatico giusto per
il raggiungimento degli obbiettivi che ci si
pone.
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Il villaggio, si fa per dire,
che ha ospitato l’Universiade
ed il panorama della città,
chiamata la città della
luce dai coreani. Simbolo
della grande industria
automobilistica e di quella
all’avanguardia nella
telefonia e nell’elettronica.
I treni ad alta velocità
viaggiano a 500 km orari.
Da un mondo a un altro mondo, Gwangju
dall’inviato nella Corea del Sud, GIORGIO GANDOLFI
D
ieci ore di volo all’andata e dodici nel ritorno: puntualità coreana
nei viaggi, coincidenze annullate
in Italia. Ma era tale l’entusiasmo di noi tutti dopo il successo degli universitari del calcio e delle altre 42 medaglie,
per le belle giornate trascorse nel villaggio
di Gwangju, l’eccezionale ospitalità ed il
tifo da casa nostra, che mettendo piede a
Roma certi dettagli non facevano effetto. E
poi Andrea Abodi, il presidente della Lega
Calcio di B, fautore di questa Nazionale
vincente in stretta sintonia col presidente
del Cusi, Lorenzo Lentini e con quello della
Federcalcio, Tavecchio per non dire del segretario generale Michele Uva, aveva fatto
per due volte il viaggio da Roma a Seul e
poi a Gwangju per non perdersi una finale
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che si è trasformata in un inno vincente.
Oltretutto trasmessa nel mondo in diretta
Tv e da noi in Italia all’ora di pranzo. Una ripresa doppiamente speciale, come tecnica
d’immagini (siamo o non siamo nella patria della Samsung?). In altra pagina vi mo-
striamo gli schermi giganti degli stadi (e la
definizione incredibile dei dettagli) e come
successo di gol e di emozioni. Finalmente una nazionale all’altezza dell’impegno
dell’Universiade in un torneo tecnicamente
superiore a quelli del passato ma ugualMorosini bomber e monello
mente stravinto con una sconfitta di misura proprio con la Corea del Sud che aveva
messo in campo una nazionale davvero
formidabile, frutto del lavoro di alcuni mesi.
La differenza fra l’edizione record di Kazan
è stata dunque di una medaglia sfuggita in
diverse circostanze a cominciare dal nuoto
per finire alla pallanuoto, dalla scherma al
canottaggio, in situazioni che hanno visto
gli azzurri del Cusi gareggiare all’altezza
delle prime nazioni classificate. Una spinta
dall’atletica e da altri sport meno vigorosi
e questa sarebbe diventata la Nazionale
record delle Universiadi. Possiamo accontentarci, anzi dobbiamo accontentarci perchè il lavoro della presidenza, della commissione tecnica e della segreteria è stato
davvero eccezionale in una competizione
che tecnicamente ha fatto un ulteriore salto
di qualità e di partecipazione. Bastava dare
un’occhiata all’oceanico ingresso di russi,
americani, cinesi e coreani, tanto per citarne alcuni per chiedersi: come faremo a
competere con loro. Invece ci siamo riusciti portando a casa 43 medaglie, gli applausi
degli sportivissimi tifosi coreani, delle altre
delegazioni e della Fisu.
Un bilancio
prestigioso
A
ncora una volta il Cusi,
memore di alcune
precedenti edizioni,
ha affidato il delicato
e importante incarico di Capo
Delegazione a Gianni Ippolito,
presidente del Cus Sassari.
Come vice il segretario generale
Antonio Dima e il presidente del
Cus Teramo, Nicola Aprile del quale
potrete ammirare in altre pagine
il tocco di palla degno di ottimi
calciatori. A Ippolito, abbiamo rivolto
alcune domande sull’organizzazione
e sui risultati degli azzurri a questa
manifestazione che ha registrato
nuovi record. Ecco le sue risposte
in merito al viaggio, il medagliere
e l’importante lavoro svolto dalla
segreteria del Cusi. Fermo restando
che ancora una volta la sua presenza
è stata sempre impeccabile come
quella degli altri cussini al suo fianco.
IL VIAGGIO
I collegamenti aerei interni Seoul
– Gwangju (400 km) sono meno
Il Capo
Delegazione
Gianni Ippolito
risponde
alle nostre
domande
sulla festosa
partecipazione
all’Universiade
nel Sud della
Corea
Un simpatico...scorcio della delegazione Cusi:
da sinistra Sabatini, Orsillo Da Carro, Dima, Ippolito, Rella, Leone e Protani.
vantaggiosi di quelli Mosca – Kazan
(1.000 km) e per questo la decisione
di utilizzare i collegamenti su gomma
(autobus refrigerati, autostrade
principali, bagaglio al seguito…)
garantiti peraltro dal comitato
organizzatore con il risparmio
del costo dell’aereo della tratta
interna e senza nessuno svantaggio
temporale, in quanto l’aeroporto di
collegamento interno di Seoul non è
quello internazionale di Incheon ma il
vecchio aeroporto.
La quasi totalità delle delegazioni, non
a caso, ha scelto la nostra soluzione.
Ippolito con Aprile, Sabatini, Zanda, Ciaschini e alcuni degli attachè prima della sfilata inaugurale.
LA CUCINA
Il paragone con Kazan per quanto
riguarda la cucina è improponibile
perché in Russia il trattamento è
stato superiore ad ogni più rosea
previsione non solo per qualità ma
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anche per varietà (celiachi compresi).
A Kazan c’erano le forme intere di
Parmigiano, a Gwangju c’era il…
parmesan.
Dal punto di vista generale, è stata
peraltro una buona edizione senza
gli sfarzi di Kazan e forse senza gli
stessi soldi (a mia memoria è la
prima volta che la Coca Cola non
supporta l’Universiade) ma i due
grandi sponsor locali Samsung e
Hunday hanno garantito i trasporti,
i collegamenti e i risultati in tempo
reale.
MEDAGLIERE
Da Belgrado a Kazan il medagliere si è
arricchito e migliorato in ogni edizione.
Prima della partenza per la
Corea sembrava irraggiungibile il
risultato conseguito in Russia delle
quarantaquattro medaglie.
Ne abbiamo totalizzate quarantatre
ma di metallo pregiato, migliorando
la qualità seppure con un numero
inferiore di atleti rispetto a Kazan.
Puntuali sono arrivate le medaglie
del nuoto, della scherma, del tiro a
volo, del canottaggio e finalmente,
dopo Sicilia 1997, quella del calcio.
Non c’è dubbio che quando si
dialoga con le Federazioni e queste
capiscono il valore e l’importanza
dell’Universiade le sinergie
aumentano a vantaggio dai risultati.
L’Europeo di Baku ha creato qualche
sovrapposizione per alcuni atleti ma
con un po’ di buona volontà in più si
poteva fare meglio.
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La presenza di dirigenti federali
all’Universiade serve a migliorare la
conoscenza di questa manifestazione
seconda solo all’Olimpiade.
Pienamente coinvolto il Presidente di
Lega Abodi che già sta pensando alla
squadra per la prossima edizione.
Meravigliato ed emotivamente
coinvolto il dirigente federale della
pallacanestro femminile che non
credeva che il livello fosse così alto
dispiacendosi di aver lasciato a casa
alcune atlete impegnate nell’Europeo
di Baku.
Dobbiamo sperare, per il
futuro, di incontrare dirigenti
Federali pienamente consapevoli
dell’importanza dell’Universiade e
uomini animati della nostra stessa
passione ed entusiasmo.
UN ANNO DI LAVORO
Anche in questa edizione
miglioramento continuo dello staff
CUSI che ha lavorato per oltre un
anno alla partecipazione della nostra
delegazione all’Universiade.
Commissione tecnica, segreteria,
dirigenti CUSI, staff sanitario hanno
predisposto con cura la nostra
partecipazione superando ogni
possibile problema e rendendo tutto
facile, anche quello che facile non
era.
Ritengo che anche in questa edizione
abbiamo superato brillantemente la
prova rappresentando al meglio lo
sport, le nostre Università, il nostro
Paese.
Una foto beneaugurale quellla del Presidente Lorenzo Lentini e di Antonio Dima con Massimo
Piscedda, allenatore della Nazionale universitaria di calcio che ha riportato il titolo in Italia
dopo 18 anni. Un successo netto sottolineato dagli applausi degli sportivissimi tifosi coreani di
Gwangju che è praticamente la capitale industriale della Corea.
LO STAFF DEL CUSI
ALL’UNIVERSIADE
GIANNI IPPOLITO CAPO DELEGAZIONE
ANTONIO DIMA VICE CAPO
NICOLA APRILE VICE CAPO
FRANCIS CIRIANNI OFFICIAL
ANGELO ORSILLO SEGRETERIA
VINCENZO SABATINI OFFICIAL
CESARE DACARRO OFFICIAL
POMPEO LEONE OFFICIAL
RICCARDO D’ELICIO OFFICIAL
STEFANO ARRICA OFFICIAL
ALICE COMETTI OFFICIAL
MARCELLO VASAPOLLO OFFICIAL
MAURIZIO CECHINI OFFICIAL
CARMINE CALCE OFFICIAL
ROBERTO RELLA OFFICIAL
YARI MESCHINI SEGRETERIA
EMANUELE PROTANI SEGRETERIA
STAFF MEDICI
GIANFRANCO BELTRAMI
ANDREA PELLEGRINI
FRANCO ZANDA
CLAUDIO SECCI
NICOLA COIANA
FRANCESCO BIZZARRI
ROBERTA PILI
DAVIDE GIUSEPPE D’ELICIO
FISIOTERAPISTI
HUGO RAMON PEREZ MOLTO
FRANCESCA GIRASOLE
MICHELE GATTI
MARIA LUISA SODDU
ELENA LAI
MASSIMO ROSSI
NAZARENO ROCCHETTI
GIAMPIETRO MAINARDI
UFFICIO STAMPA
GIORGIO GANDOLFI
Un ottimo lavoro a tuttocampo
Davide D’Elicio e Michele Gatti... naturalmente
scherzano nella tensione della lunga attesa.
G
rande impegno in ogni
momento con le giornate
che non finivano mai
finendo per cenare quando
gli altri stavano andando a letto ma
questa è la routine di un’Universiade.
Chi c’è stato, sa cosa vuol dire. E
se poi notate qualcuno che sorride
durante la giornata la colpa può anche
essere dell’obiettivo, come succede
al Capo delegazione Gianni Ippolito.
Come si può stare seri in mezzo a
tante ragazze così allegre? È quello
che pensa anche il segretario generale
del Cusi, Antonio Dima che posa con
una delle coreane costrette a stare
ferme per diverse ore in attesa del
via della sfilata, portandosi appresso
questa scatola destinata ad accendersi
col nome della nazione rappresentata.
Come si nota a fianco, il via vai
alla segreteria è incessante e ci
si siede dove capita come fanno
Mauro Nasciuti – in un attimo di
pausa del suo impegno con la
Fisu – e Angelo Orsillo, sempre più
prezioso nell’ambito Cusi. Dietro di
loro l’implacabile Yari Meschini, il
mago del computer, una memoria
prodigiosa, deve averla assimilata
dagli apparecchi che manovra. E poi
il magnifico gruppo che attornia il
Presidente della Lega Calcio di serie
B, Andrea Abodi con Fabio Ferappi
della Federazione, il medico Franco
Zanda, il suo collega Francesco
Bizzarri, un simpatico personaggio
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che ne sa più di Moggi sul calcio,
un’enciclopedia vivente, il baffo
malizioso da moschettiere del re
quindi Gianni Ippolito, un altro medico
Nicola Coiana, amico di tutti da tanti
anni, il sorriso che ricorda quello
dell’indimenticato Presidente, Lilli
Coiana, suo papà e poi la mole di
Nicola Aprile, vice capo delegazione
che sovrasta tutti anche come
impegno. Infine un rappresentante
della capitale, un altro consigliere
federale, Pompeo Leone, un dirigente
che sa adeguarsi ad ogni situazione
sempre con lo spirito vincente.
Quelli che mancano della delegazione
ma appaiono nel gruppetto coi
messicani (la simpaticissima Roberta
Pili che sembra così giovane (ma lo è)
che a Cagliari all’ospedale quando si
presenta le chiedono: Ma lei è davvero
il medico? E lei glielo dimostra subito
coi fatti. Poi Hugo Ramon Perez Molto
al quale basta presentarsi per fare
capire con quei nomi altosonati che
è un cubano, anche se oramai è più
italiano di molti di noi come spirito
e impegno. I volti di Massimo Rossi
e Francesco Delli Noci emergono
a fianco degli ospiti quindi ancora
Nicola Coiana e per finire Elena Lai,
sempre deliziosamente simpatica.
Infine il bacio dello... scandalo: due
azzurri in vena di prodezza baciano
simultaneamente una delle più belle
provocando l’“hoooo” di stupore delle
colleghe.
Le “Black Eagles” delle forze aeree coreane
danno il via all’inaugurazione
All’improvviso all’orizzonte
un boato preannunciò l’arrivo
delle Frecce dell’Aviazione coreana,
le “Black Eagles”, in posizione “Flying V”
che passarono sullo stadio per un saluto corale:
iniziava così il lungo pomeriggio di attesa,
il tradizionale preambolo contrassegnato dalle foto ricordo,
da quelle comuni con i rappresentanti di altri paesi, il biglietto da visita
all’insegna dell’amicizia giovanile e dello sport universitario della Fisu.
Una festa campestre quella iniziale caratterizzata
dalla foto di gruppo degli azzurri ai quali è bastato il via
per fare scattare telefonini e macchina fotografiche
per ricordare una giornata importante della loro vita., la 28° Universiade.
Nelle foto sotto la sfida fra Beltrami e Rocchetti, partito in anticipo, arbitro D’Elicio; lo staff sanitario e il bandolero stanco, Rocchetti da Cingoli.
FOTO SPORT UNIVERSITARIO
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De Memme, la portabandiera
U
na cerimonia, quella della
28° Universiade estiva,
nell meridione della Corea
del sud, a Gwangju, che è
stata un giusto mix tra modernità ed
antiche tradizioni coreane, tra musica
e coreografie d’impatto realizzate
grazie allo strenuo lavoro di tantissimi
volontari. Una volta che la bandiera
coreana e l’inno del paese asiatico ha
risuonato all’interno del World Cup
Stadion – il cui nome ricorda che in
questo impianto si giocò il Mondiale di
calcio – “il vero spettacolo” ha avuto
inizio. Temi come “Light, The Birth of
Youth”, “The Fetal Movement” ed ancora
“Encounter & Harmony” hanno dato
colore e profondità ad una performance
che ha portato a disegnare un’enorme
“U” alternando immagini capaci di unire
la tradizione alla modernità della Corea
del Sud. Gwangju è anche conosciuta
come la “Città della Luce” e si è visto
durante questa cerimonia.
L’onore di portare la bandiera spetta ad una
nuotatrice, Martina De Memme, grande
protagonista nella vasca di Kazan: Eccola col
suo sorriso davvero luminoso, una figura che
ispira simpatia. Sarà la più fotograta degli
italiani prima, durante e dopo l’inaugurazione.
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La città della luce
al buio
“Sognate in grande” L
l’invito del
Presidente Gallien
ai 12mila atleti
a cerimonia è arrivata al
culmine con i due discorsi
ufficiali dei due co-presidenti
del Comitato organizzatore,
Yoon Janghyun e Kim Hwangsik, oltre
al presidente della Fisu, Claude-Louis
Gallien: “Sognate in grande” è stato il
messaggio di Gallien nei confronti dei
12mila partecipanti. “Non dovranno
esserci limiti alle vostre ambizioni”.
Durante questa Universiade, facciamo
in modo di essere ambiziosi insieme
perchè, competendo così e non
uno contro l’altro, si può davvero
raggiungere la vittoria, quella vera, che
si raggiunge conquistando se stessi.
Competere vi aiuterà a raggiungere
questo obiettivo”. A seguire le parole
del presidente della Repubblica, Park
Geun-hye, prima delle note dell’inno
Fisu, “Gaudeamus Igitur”. La musica
è stata poi il leit-motiv della cerimonia
spaziando dalle più popolari band e
volti del K-pop all’opera.
14
L’ingresso al buio totale per meglio fare
risaltare la luce dell’involucro portato
a braccio dalle ragazze che precedono
le varie nazionali. Poi l’accensione a
intervalli con licenza per tutti di fare
i matti. Per questo gli azzurri non
stanno mai indietro ad alcuno. Tutti
ad immedesimarsi in protagonisti in
quel grande podio che è stato lo stadio
coreano. Con l’auspicio, ancora una volta,
che lo sport sia davvero il messaggio di
pace e di amicizia anche se, oltre Seul, la
capitale, qualcuno fa finta d niente. Con
l’augurio che tutto il mondo, attraverso le
immagini di Eurosport, abbia visto questo
spettacolo, spesso improvvisato da parte
della gioventù più bella e simpatica in
attesa di ammirarla sui campi.
15
Le ragazze del tiro sbancano Gwangju
D
ove arrivano, vincono:
succede negli Emirati Arabi,
è successo a Gwangju dove
gareggiano, s’impongono e l’indomani
ripartono verso altre mete. Un gruppo
compatto, simpatico, a cominciare
dalle ragazze, tipo Silvana Stanco che
oltre alle due medaglie ha battuto
anche il record del mondo universitario
e presenta così un biglietto da visita
ragguardevole.
Come Federica Caporuscio e Valeria
Raffaelli d’altronde, grande classe,
precisione impeccabile e sangue
freddo in ogni occasione. Ci vuole
anche questo, soprattutto questo
per gareggiare al caldo e al freddo,
a latitudini diverse. Ma è tale il loro
entusiasmo che passano sopra ad ogni
ostacolo. In campo maschile le firme
eccellenti sono state quelle di Andrea
Vescovi, 21 anni, universitario di Pavia
di scienze motorie che ha vinto la
gara individuale e poi nel double trap
a squadre con Alessandro Chianese,
iscritto all’Unicumano a scienze politiche
e a Ignazio Tronca conquistando 400
punti contro i 398 della Russia.
I COMPLIMENTI DEL CONSIGLIERE CUSI ROBERTO RELLA
Nella mia qualità di consigliere federale
e referente per gli sport di tiro al volo
a Gwangju, non posso che esprimere
la mia piena soddisfazione per i
risultati ottenuti dagli azzurri, capaci
di riportare un cospicuo bottino di
medaglie. È stata per me la prima
esperienza a un’Universiade e ritengo,
dopo aver vissuto questo fantastico
evento sportivo, che mi è stata data una
invidiabile opportunità.
Il semplice fatto di trovarsi a contatto
con quella parte della gioventù
mondiale cresciuta seguendo i valori
dello sport, giovani universitari e nello
stesso tempo sportivi alcuni dei quali
rappresenteranno certamente la classe
dirigente del futuro, non può che essere
un motivo di soddisfazione e di crescita
in tutti i sensi per chi ha la fortuna di
parteciparvi.
Sono particolarmente soddisfatto della
prestazione dei nostri ragazzi del tiro
al volo. Il gruppo nel suo complesso
si è dimostrato coeso comportandosi
benissimo sia in pedana che fuori.
16
Le quarantatre medaglie azzurre
Disciplina
Arco
Atletica
Scherma
Scherma
Scherma
Scherma
Judo
Canottaggio
Canottaggio
Canottaggio
Canottaggio
Canottaggio
Canottaggio
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Shooting
Calcio
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Nuoto
Water Polo
Totale
Atleti
Polidori, Leotti, Fanti
Stefania Strumillo
Leonardo Affede
Baroglio, Bruttini, Ferraris, Buzzi
Monaco, Mancini, Palumbo, Calissi
Paroli, Trani, Schiavone, Biondo
Matteo Piras
Ferrares, Simone, Federico Ustolin
Zileri, Carcano, Lovisolo, Borsini
Quaranta, Parma, Schisano, Serpico
Eleonora Trivella, Valentina Rodini
Molteni, Mulas
Martini
Silvana Maria Stanco
Stanco, Raffaelli, Caporuscio
Federica Caporuscio
Valerio Grazini
Grazini, Miotto, Meoni
Morandini, Tazza, Palmeri
Michael Palmieri
Chianase, Vescovi, Tronca
Andrea Vescovi
Alessandro Chianese
Manfredini, Savelloni, Paleari, Faragò,
Meccariello, Masi, Berra, Sabato,
Cappelletti, Regoli, Morosini, Dezi,
Cerrai, Mora, Bergamini, Corti, Truzzi,
Masini, Maestrelli, Biasci.
Christopher Ciccarese
Piero Codia
Martina Rita Caramignoli
Martina De Memme
Luca Pizzamiglio
Marco Belotti
Elena Di Liddo
Piero Codia
Martina De Memme
Andrea Toniato
Martina Carraro
Alessia Poleri
Martina Rita Caramignoli
Pezzato, Di Liddo, Letrari, Galizi
Arianna Bridi
Laria Raimondi
Matteo Furlan
Mario Sanzullo
Oliva, Vespa, Coppoli, Esposito,
Foglio, Mirarchi, Dolce, Lanzoni, Nora,
Damonte, Gitto, Bruni, Marziali.
17
Specialità
Compound M. Team
Lancio del disco
Sciuabola Maschile
Spada Maschile Team
Fioretto F. Team
Fioretto M.Team
68 kg Maschile
2-Maschile
4 Maschile
LWA Maschile
LW2X Femminile
LW2X Maschile
Singolo Sculls M.
Trap femminile
Trap Femminile
Trap Femminile
Trap Maschile
Trap Team Maschile
Skeet Team Maschile
Skeet Maschile
Double Trap Maschile
Double Trap Maschile
Double Trap Maschile
Calcio
Oro
Argento
Bronzo
O
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O
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O
O
O
Dorso 100 Maschile
50 m.Farfalla maschile
Stile libero 1500 F.
O
400 stile libero F.
50 m.Dorso M.
100 stile libero M.
100 farfalla F.
100 m. Farfalla M.
200 stile libero F.
50 m. Rana M.
50 m. Rana Femminile
200 m. Rana femminile
800 stile libero F.
4x100 stile libero F.
O
10 km Open Water F.
O
10 km Open Water F.
10 Km. Open M.
10 km Open M.
Team Maschile
11
O
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O
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O
O
O
O
O
O
15
17
Dall’alto Grazzini; la reginetta della lunga distanza, Arianna
Bridi, il calciatore Curti con Ferappi, Nasciuti e Orsillo, il
trionfo nella scherma e le relazioni internazionali di Ippolito.
... gran gol di testa nella finale
con la Corea del Sud
Morosini in gol contro l’Irlanda e poi...
...e Dima disse: vincerà l’Italia battendo in finale
U
na partenza sprint per
gli azzurri del calcio, una
cinquina rifilata al Canada
e tutto sembrava dove
filare liscio o comunque scorrevole.
Poi il brusco ritorno alla realtà con la
sconfitta a opera dei padroni di casa,
la Corea del sud.
Una rete di differenza e una partita
da analizzare a fondo, insomma una
di quelle gare negative nel risultato
ma non nella sostanza.
Tanto è vero che nel ritorno in
pullman verso Gwangju, Antonio
Dima, segretario generale de Cusi
Giorgio Gandolfi da Gwangju
che ama il calcio ma in modo
intelligente e non viscerale disse una
frase che rimase impressa a molti
visto da quale copyright proveniva:
“L’Italia vincerà l’oro del calcio
battendo in finale proprio la Corea
del sud”. Immaginarsi le discussioni,
le scommesse con il professor
Bizzari che diceva la sua e non
collimava per niente con la profezia
di Dima. Anzi alcuni ipotizzavano un
quarto posto.
Dima aveva analizzato a fondo il
programma affermando che con
una vittoria e un pareggio saremmo
arrivati in semifinale e poi...
In effetti contro i coreani per gli
azzurri il pomeriggio era stato molto
sfortunato in quanto due traverse
non sono poche nel computo
calcistico di una gara disputata
davanti a cinquemila spettatori e
conclusa sotto la pioggia. “Avevamo
bisogno di tirare il fiato – dissero
diversi azzurri – e in effetti non si
era ancora smaltito il fuso orario e il
viaggio di dieci ore da Roma. I fatti
avrebbero loro dato ragione.
I coreani, al contrario, erano
freschissimi sebbene reduci da
un mese di ritiro. A questo punto
bisognava vincere o comunque non
perdere con i cinesi, quelli di Taipei
e così è stato: un buon pareggio
dell’Italia di Massimo Piscedda col
possesso di palla al 59 per cento
della gara contro i fallosi avversari
(15 punizioni contro 11) dovuti
anche al gioco veloce degli azzurri, a
giocatori arrembanti come Dezi, un
capitano a tutto campo, Morosini e
Meccariello.
Dezi ha 21 anni, è di proprietà
del Napoli, gioca nel Crotone,
ha già indossato la maglia della
18
Azzurri, che balletto volante!
L’episodio cruciale ad inizio partita: l’epulsione del coreano dopo il
fallo di Park, decretato dall’arbitro russo.
la Corea del Sud!
nazionale under 21. A questo
punto è obbligatorio battere gli
irlandesi, avversari scorbutici come
dimostreranno in campo.
Il risultato di 1 a 0 propiziato da un
gol di Morosini dopo un autentico
slalom di Dezi viene difeso con
molta attenzione dall’Italia che
sfiora ripetutamente il raddoppio
con un bilancio di otto conclusioni
nella porta avversaria, nessuna
da parte degli irlandesi. Azzurri
dunque in semifinale contro il
Giappone, una delle nostre bestie
nere all’Universiade quindi uno
19
spauracchio da sfatare. Ma c’è
sempre la profezia di Antonio
Dima da fare rispettare, gli azzurri
non possono scherzare. All’arrivo
sul campo di Yeonggwang, ad
una cinquantina di chilometri da
Gwangju, gli azzurri sono accolti
dalla musica della locale orchestra
sinfonica: non era mai successo
ai calciatori nostrani, altro che le
risse, le bottigliate, qui i sorrisi si
sprecano assieme alla cordialità
dei padroni di casa. La Nazionale
di serie B gioca una bella partita
anche se il migliore in campo sarà
Guardate con che sintonia i nostri baldi campioni si elevano nel cielo per fermare la punizione
avversaria: Faragò, Meccariello e Mora, formidabili!
il portiere azzurro, Manfredini
del Modena. Para tutto il parabile
anche alcuni rigori quando si
arriva ai tempi supplementari dal
dischetto. In un clima torrido con il
90 per cento di umidità Manfredini
si supera parando almeno tre pallegol e poi nei rigori respingendo
uno e inducendo i giapponesi a
sbagliarne due. Decisivi i tiri di
Meccariello, Berra e Cappelletti che
colpivano Maekawa senza pietà.
Nel ricevere a Roma la notizia della
qualificazione per la finale con la
Corea del Sud, il presidente della
Lega, Andrea Abodi segnala che sta
prendendo l’aereo per ritornare a
Gwangju: è una partita che non può
ignorare, vale bene le dodici ore di
viaggio.
Volete vedere che la profezia di
Dima si sta avverando? C’è un
altro dato beneaugurale e cioè
la precedente vittoria dell’Italia
all’Universiade, quella siciliana
quando battemmo in finale proprio
la Corea del Sud!
Diciotto anni dopo gli azzurri
tornano sul podio ed è una festa
bellissima sottolineata dagli applausi
degli sportivissimi tifosi coreani che
hanno accettato la superiorità, a
suon di gol, degli arrembanti azzurri.
Davanti a 20mila spettatori, con
la partita trasmessa in diretta
nel mondo da parte di Eurosport
(in Italia l’hanno data alle 12)
l’Italia ha dato un saggio delle
proprie possibilità con un gioco
a tutto campo, ben orchestrato
dal centrocampo e concretizzato
dalle punte. L’Italia è stata favorita
dall’espulsione di un coreano,
il difensore Park, che verrà
pareggiata nella ripresa da quella
di Biasci. Capitan Dezi è sceso in
campo febbricitante ma non poteva
certamente rinunciare.
Ai gol in successione di Regoli e
nella ripresa di Morosini, che ha
scoperto la vocazione di bomber,
hanno contribuito due giocatori
solidi e interpretativi come Sabato
e Mora e poi le solite parate di
Manfredini (al quale in queste
giornate la società emiliana ha
confermato il contratto) e il resto
del gruppo elogiato da Piscedda
con parole e abbracci affettuosi.
Saputo della profezia di Dima, il
presidente della Lega è andato
a complimentarsi con lui, come
abbiamo fatto tutti noi tornando in
albergo sul pullman e cantando a
nostra volta l’inno di Mameli.
I CAMPIONI di PISCEDDA
Alberto Andrea Paleari,
Daniele Cappelletti, Filippo Berra,
Stefano Truzzi, Biagio Meccariello,
Roberto Sabato, Luca Mora,
Paolo Pancrazio Faragò,
Tommaso Biasci, Leonardo Morosini,
Jacopo Dezi, Nicolò Manfredini,
Federico Masi, Paolo Regoli,
Lorenzo Cerrai, Francesco Bergamini,
Tommaso Maestrelli, Filippo Corti,
Bernardo Masini, Luca Savelloni.
La formazione della finale: in piedi Regoli, Manfredini, Cappelletti, Mora, Faragò, Meccariello,
Biasci, Berra, Sabato, Dezi, Morosini.
21
Gioia e allegria in campo e fuori col presidente della Lega Calcio di serie B, Andrea Abodi e il
direttore tecnico del Cusi, Mauro Nasciuti. A sinistra Mora e il bomber Morosini, autore di 4 gol
seguito da Meccariello e Biasci con 2, Dazi, Berra, Cappelletti e Rigoli con una rete.
Vendetta, tremenda vendetta...
D
ire Corea, per noi passati da
Renzo e Lucia a Renzi e Madia,
non è il massimo della vita. Dal
1966 Corea (del Nord, non importa) è diventata per tutti, e per sempre,
sinonimo di vergogna, non semplicemente di sconfitta. Come un pugno in faccia
all’orgoglio di una nazione, e non solo di
una nazionale. E Middlesbrough, la città
inglese che ne scortò il sinistro impatto, la
Waterloo del nostro sconcerto. Mondiali:
Corea del Nord uno, Italia zero. Risolse il
gol di Pak doo-ik, che molti, per molto,
spacciarono per dentista, invece no, insegnava educazione fisica. Era l’Italia di
Mondino Fabbri, con Giacomo Bulgarelli
in campo zoppo (e insostituibile, visto
che i cambi non erano ancora permessi)
e un certo Riva – sì, proprio lui: Gigi Riva
– aggregato alla comitiva come turista.
Speciale di ROBERTO BECCANTINI
Ricordo, a beneficio dei più giovani, che
ci sarebbe bastato un pareggio.
Eliminati come fummo al primo turno da
una combriccola di «Ridolini» (secondo
la definizione di Ferruccio Valcareggi, assistente del ct), potete immaginare cosa
successe al ritorno. Il termine «Corea»
venne innalzato al rango di calamità naturale. Una sorta di plebiscito: colombe,
gufi, sciacalli, tutti.
C’è poi stata un’altra Corea (del Sud,
questa volta), non meno sportivamente
tragica: la Corea di un arbitro ecuadoriano. Byron Moreno aspettò al varco l’Italia di Giovani Trapattoni. Erano gli ottavi
dei Mondiali 2002, a Daejeon: ci diede un
rigore contro, ci espulse Francesco Totti,
ci privò di un gol valido: casalingo fino al
midollo, prese – e ottenne – fiaschi per
fischi. Amen.
Nell’ovale l’espulsione del coreano Park Dongij dopo l’entrataccia su Morosini quindi la festa
in tribuna di Antonio Dima, Francis Cirianni, Gianni Ippolito, Franco Zanda, Francesco Bizzarri,
Francesca Girasole, Michele Gatti e Sara Colarossi.
FOTO SPORT UNIVERSITARIO
La marcatura d’apertura di Biasci (11’) che poi esulta e nella pagina a fianco la rete conclusiva
di Morosini al 54’ per poi festeggiare con Mora e l’accorrente Berra.
Per trovare una Corea calcisticamente felix, dobbiamo balzare all’Universiade del
luglio scorso, e precipitarci a Gwangju, teatro di una finale che ci ha permesso di regolare piccole, grandi pendenze. Il secco
3-0 che la squadra di Massimo Piscedda
ha inflitto ai sud-coreani costituisce una
medaglia al valore e al sudore. A questi
livelli il glamour è l’ultima cosa: siamo in
ambito di Lega di serie B, puro artigianato, zero fanfare, zero strascichi. Si lavora
22
Una medaglia al valore dopo tante amarezze... Il gran gol di Tommaso Biasci, 21 anni.
dietro le quinte, pochi iniziati ne conoscono i calendari, i sacrifici, i casti e remoti
impatti sui luna park televisivi. Non ci aggiudicavamo il titolo dal 1997, quando la
«bella» si tenne a Palermo. Tu chiamale,
se vuoi, emozioni.
È la faccia laboriosa dello sport che, per
uscire dal ghetto, ha bisogno di imprese
e non di semplici vittorie. L’Universiade
ha un fascino, romantico ma fragile, che
soltanto gli archeologi dei sentimenti conservano, sottraendolo alla ragnatele degli
archivi e agli eccessi dello «show must go
on». Chi scrive, deve proprio all’Universiade il battesimo del fuoco a «Tuttosport».
Era l’estate del 1970: appena sbarcato da
Bologna, venni spedito al Palasport di
Parco Ruffini per seguire il torneo di ba-
23
sket. Come era nei voti, si arrivò alla finale
tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Vinsero
i sovietici, il cui allenatore, Vladimir Kondrashin, parlava poco e gesticolava molto.
L’Urss di Sergej e Aleksandr Belov contro
gli Usa di Jim McDaniels e George McGinnis. Gli americani s’inventarono una zona
1-3-1 che le carabine di Sergej Belov e
compagni (naturalmente) sforacchiarono
da tutte le posizioni.
Due anni dopo, la rivincita olimpica di Monaco di Baviera sfociò in una vera e propria guerra «fredda». Tutta colpa di quei
maledettissimi tre secondi che William
Jones, il Blatter dei canestri, fece rigiocare d’imperio. Gli Stati Uniti spalancarono
il ferro all’estro ribaldo di Aleksandr Belov
e, inviperiti, disertarono la premiazione.
Urss-Usa 51-50: era la prima volta che
perdevano l’oro del basket.
Ma torniamo a Gwangju. Nello sport italiano era già entrata nel 1988, e sempre
attraverso il calcio. La Corea del Sud aveva ospitato niente meno che l’Olimpiade,
l’edizione poi passata alla storia per il
doping di Ben Johnson. L’Italia del pallone – che Dino Zoff, precettato d’urgenza
dalla Juventus bonipertiana, aveva consegnato a Francesco Rocca – giocò proprio
allo stadio Mu Dung di Gwangju la partita
con lo Zambia. In teoria, una formalità. Gli
azzurri erano reduci da una squillante vittoria contro Guatemala (5-2). E che azzurri: Stefano Tacconi in porta, Ciro Ferrara,
Mauro Tassotti, Roberto Cravero e Roberto Galia in difesa, Giuseppe Iachini, Lui-
gi De Agostini e Angelo Colombo a metà
campo, Massimo Mauro un po’ regista un
po’ ala tattica, Pietro Paolo Virdis e Andrea Carnevale coppia d’attacco.
Una formalità? Fate voi: Italia zero, Zambia quattro. Tripletta di Kalusha Bwalya.
Ero inviato per la «Gazzetta dello Sport».
Il calcio olimpico non rientrava nelle priorità editoriali. Candido Cannavò, il mio direttore, era stato chiaro: «Minchia, Beck,
non penserai mica di cavartela con così
poco?». Dalle cinquanta righe previste lo
spazio schizzò a una pagina. Il fuso orario
favorevole mi diede una mano. Rientrai in
albergo e cominciai a pestare i tasti del
tandy. A Gwangju, Corea del Sud, dove
l’Italia universitaria si sarebbe laureata
campione.
Gioia in campo e gioia in tribuna per
una vittoria che inseguivamo da 18 anni,
dall’indimenticabile successo di Palermo
1997. Ieri e oggi accostati dal trionfo del
calcio. Dima può sorridere, la sua profezia
si è avverata. Festeggiano in campo Franco
Zanda e Carmine Calce coi giocatori; in
tribuna Francesco Bizzarri, Francis Cirianni,
Angelo Orsillo, Francesca Girasole, Sara
Colarossi.
24
25
Il canottaggio
che sa vincere
T
di Cesare Dacarro
angeum Lake – La nazionale del
canottaggio ha lasciato dietro di sé
germi di autentico sport universitario. Personalmente ho lasciato
gli azzurri con l’augurio di potere rivivere
presto un’esperienza analoga e felice come
quella dell’Universiade. Ognuno – ne sono
sicuro – è convinto di avere fatto parte di
una squadra, medaglie vinte o no. Ne abbiamo parlato a lungo nelle riunioni “tecniche”
per analizzare la nostra visione dello sport
agonistico, dello sport universitario, delle
vittorie e delle sconfitte; il nostro discorso
non si è concluso: siamo convinti che l’e-
dizione dell’Universiade di Gwangju lascerà
un segno e sarà la base su cui costruire un
canottaggio universitario migliore. La FIC ha
iscritto dodici equipaggi: le medaglie vinte
sono sei, un risultato notevole. Ci lasciamo
con la convinzione che il successo ottenuto sia da attribuire all’intera squadra, e non
solo ai singoli. È retorica: sono le solite parole di circostanza? Chiedete ai canottieri
perché hanno deciso di partecipare tutti alla
cerimonia di apertura dell’Universiade, sopportando un lungo tragitto dal Kensington
resort allo stadio di Gwangju, nella notte
coreana.
Lo sprint vittorioso del duo azzurro
alla boa del traguardo
26
Di seguito sono riportati i risultati delle regate, sono indicati i protagonisti che hanno gareggiato nello spirito del “Camminare
Insieme”. Raffica di medaglie nella prima
giornata di regate sul lago Tangeum. Nel
due senza senior maschile l’Italia vince la
medaglia d’argento (Simone Ferrarese, Federico Ustolin - CC Saturnia); due atleti di
grande simpatia e serietà, ai quali l’argento va anche un po’ stretto. Un affascinante
equipaggio quello del quattro senza senior
femminile. La regata è dominata delle ucraine. Le azzurre non riescono ad annullare Il
distacco accumulato nella prima parte della
regata, per loro l’esperienza coreana si conclude con il 5° posto in finale, superate al
fotofinish dal Canada per due centesimi.
Nel quattro senza pesi leggeri maschile in
finale l’Italia incontra Giappone, Germania,
Olanda. Dopo i mille metri l’Italia attacca e
mantiene la terza posizione (Michele Quaranta-Pro Monopoli, Federico Parma-CC Saturnia, Francesco Schisano-CN Stabia, Vincenzo Serpico-Fiamme Oro). Un equipaggio
caratterizzato da una scanzonata simpatia.
Doppio pesi leggeri femminile: la Germania,
seguita dal Giappone e dalla Polonia, conduce la gara. L’Italia, in seconda posizione, subisce nel finale l’attacco della Polonia che riesce a sopravanzare le azzurre sul traguardo
per soli 9 centesimi. Medaglia di bronzo per
l’Italia (Eleonora Trivella-VVF Billi, Valentina
Rodini-SC Bissolati). Rodini e Trivella hanno
messo in campo una determinazione che fa
presagire ad un grande futuro.
Quattro senza senior maschile. 1. Germania,
2. Olanda, 3. Italia (Guglielmo Carcano-SC
Moltrasio, Pietro Zileri Dal Verme-SC Firenze, Luca Lovisolo-RCC Cerea, Matteo Borsini-SC Limite), a metà gara la barca azzurra
perde contatto e transita al quarto posto
27
dopo essere stata superata dall’Ucraina. La
barca azzurra nel finale attacca e si piazza
terza. Finalmente un primo posto nella seconda giornata di finali nel doppio PL maschile. La medaglia d’oro è stata conquistata da Simone Molteni (CUS Pavia) e Matteo
Mulas (CLT Terni) che, per soli 59 centesimi, hanno battuto l’Ucraina al termine di un
serrate memorabile che ha frantumato uno
ad uno gli avversari e i cuori degli spettatori.
Una gara che passerà alla storia e che ricorderemo a lungo. L’argento è stato vinto dal
singolo senior di Simone Martini (SC Padova) al termine di un finale al cardiopalmo col
lituano Zygimantas Galisanskis. Simone è il
capitano della squadra; un gigante. L’ultima
giornata ha visto anche il 5° posto del singolo pesi leggeri maschile, di Antonio Vicino
(CRV Italia), e i due sesti posti del singolo
pesi leggeri femminile, di Giorgia Lo Bue
(SC Palermo), e del doppio maschile senior
di Federico Garibaldi e Davide Mumolo (SC
Elpis). In finale B il doppio di Elsa Carparelli (Monopoli 2005) e Benedetta Bellio (SS
Murcarolo) si è piazzato ottavo, mentre Eleonora Denich (Nazario Sauro) nel singolo ha
chiuso la sua finalina dodicesima.
Premi & bei ricordi
Anche in questa Universiade c’era un concorso fotografico che ha visto l’affermazione di due atleti: il primo premio è andato a questa foto...romantica, la ragazza
che dà un bacio alla pallina da golf, molto
meglio, ci è sembrato, l’accostamento fra
la pedata del manifesto e l’atleta dal vivo
che avverte la botta.
Sotto il ducato di Parma: da sinistra il
dr. Andrea Pellegrini con Michele Gatti, il
professor Gianfranco Beltrami e Francesca Girasole dello staff medico. Quindi il
segretario generale della Fisu, Eric Saintrond sempre disponibile per ogni frangente in amichevole dialogo con Cirianni
e Sabatini. Quindi Hugo Perez Molto alle
prese coi due simpatici pupazzi dell’Universiade. Infine la più ammirata della Fisu
in tribuna d’onore...
Con due rinforzi, basket da podio
I
l carattere delle ragazze del
basket, affidate alla mano esperta
di un tecnico come Roberto
Ricchini (al suo fianco un coach
come Gianluca Abignente) lo si è visto
non tanto nelle vittorie quanto nelle
sconfitte, come ad esempio, quella
con gli Stati Uniti. Ovvero la grande
favorita del torneo che è stata messa
spesso alle corde dagli arrembaggi delle
azzurre, dalle prodezze della Carangelo,
mattatrice contro le cinesi nella gara
vinta per 83 a 49. Contro le favorite
americane una sconfitta onorevole,
80 a 68, con l’Italia che in diverse
occasioni si è portata a ridosso delle
avversarie dopo avere chiuso il primo
tempo 49 a 40. Con una realizzatrice
più efficace, c’era ma è rimasta in Italia
con problemi di salute più che fisici,
Sullo stile
americano, la
palestra che
ha ospitato
il torneo
di basket
con pochi
accorgimenti
diventa un
teatro per
alcune migliaia
di spettatori!
28
l’Italia di Ricchini avrebbe fatto un
figurone a questo torneo, potremmo
raccontare un’altra storia. Un bravo
comunque a queste azzurre che hanno
affrontato a viso aperto le americane
apparse spesso eccessivamente caricate
sotto lo sguardo benevole degli arbitri.
Ricordiamole: Melchiori, Carangelo,
Dotto, Pertile, Quarta, Gambac, Miccoli,
Tognalini, Meroni, Bocchetta e Bona. Da
sottolineare il tifo appassionato e sincero
dei coreani alle esibizioni dell’Italia.
Quando ci si mette, a costo di fare
uso del suo dialetto sardo, Stefano
Arrica smuove le montagne. Il suo
dialogo coi coreani che non volevano
dargli una vettura per portarlo assieme
agli altri delegati italiani alla gara del
basket, avrebbe meritato una ripresa
cinematografica. Soprattutto col sonoro.
Accontentatevi di alcune foto abbastanza
esplicative. Alla fine ha prevalso la
simpatia di questa gente che quando
29
LE MEDAGLIE DEL CUSI
AI GIOCHI
s’impegna non finge di non capire e
conferma tutta la simpatia che ha per
tutto quanto è italiano. In effetti in
diverse occasioni gli sportivi locali hanno
tifato più per gli azzurri che non per gli
avversari come si è riscontrato in UsaItalia: ad ogni canestro delle ragazze di
Ricchini le tribune sembravano crollare.
Chissà cosa sarebbe successo se
avessero vinto!
Località
oro argento bronzo
Torino '59
18 9
9
Sofia '61
3
1
P.Alegre '63 3
5
11
Budapest '65 6
2
1
Tokio '67
4
5
9
Torino '70
4
4
7
Mosca '73
2
6
Roma '75** 5
1
1
Sofia '77
1
3
3
Mexico C.'79 3
2
5
Bucarest '81 6
4
3
Edmonton '83 9
10
6
Kobe '85
5
5
5
Zagabria '87 12 8
10
Duisburg '89 8
3
5
Sheffield '91 6
7
8
Buffalo '93
5
9
11
Fukuoka '95 3
7
11
Sicilia '97
7 14
10
P.Mallorca '99 6
12
9
Pechino 2001 8
8
6
Daegu 2003 2
5
5
Izmir 2005
5
6
13
Bangkok '07 6
6
9
Belgrado '09 6
14 11
Shenzhen '11 12 5
13
Kazan '13
6
17 21
Gwangju '15 11 15 17
** Solo Atletica
totali
36
4
19
9
18
15
8
7
7
10
13
25
15
30
16
21
25
21
31
27
24
12
24
21
31
30
44
43
Fioretto femminile tutto d’oro
E
ra arrivata proprio dalla
sciabola di un azzurro
la prima medaglia
dell’universiade azzurra:
Leonardo Affede dell’Università
della Sapienza di Roma aveva rotto
il fronte portando a casa un bronzo
nella prova individuale dopo avere
perso contro il coreano Jonghun
Song la possibilità di arrivare più in
alto. Ci sarebbero riuscite le azzurre
del fioretto vincendo contro la
tradizionale rivale, la Francia in una
finale caratterizzata dalle eccessive
proteste delle avversarie. Ben dirette
dal tecnico Matteo Zennaro le
ragazze italiane si sono imposte con
sette punti di vantaggio mentre gli
azzurri della spada salivano a loro
volta sul palco avendo ottenuto il
bronzo dopo Francia e Ukraina. La
felicità comunque li ha accomunati
nella foto ricordo: Luca Ferrari,
Lorenzo Brutti, Andrea Baroglio,
Lorenzo Buzzi, Beatrice Monaco,
Francesca Palumbo, Olga Callissi e
Camilla Mancini Quella delle azzurre
è stata una vera e propria “prova
di forza”, attestata dagli score dei
singoli assalti affrontati e vinti. Ai
quarti infatti le fiorettiste italiane
si sono imposte per 45-33 contro
la Cina, mentre in semifinale il
punteggio ha visto l’Italia avere la
meglio sulla Polonia per 45-35.
La seconda medaglia di giornata
è stata invece quella di bronzo
conquistata nella prova a squadre di
spada maschile, grazie al quartetto
composto da Andrea Baroglio,
Lorenzo Buzzi, Lorenzo Bruttini e
Luca Ferraris.
Un vero e proprio finale thrilling è
stato quello vissuto dagli azzurri,
nell’assalto contro l’Ungheria valido
per il terzo gradino del podio.
La squadra italiana, infatti, ha
dominato tutto l’assalto, giungendo
alla fine dell’ottavo e penultimo
parziale sul punteggio di 37-28.
L’ultima frazione, con in pedana per
l’Italia Andrea Baroglio, ha visto
l’ungherese Mark Hanczvikkel,
tentare l’impresa avviando una
rimonta che, alla fine, lo ha portato
ad un parziale di 16-8 nei confronti
30
Piras che bella
sorpresa nel judo
dell’azzurro, capace però di mettere
a segno l’ultima e decisiva stoccata
che ha fissato il punteggio sul 4544 che è valso il bronzo per l’Italia.
Gli azzurri avevano iniziato la
31
La terza giornata di combattimenti all’Universiade ha regalato all’Italia una bella medaglia nel
judo grazie al ventunenne Matteo Piras, che si è
classificato terzo nella categoria 66 kg. Sconfitto al primo turno dal russo Anzaur Ardanov per
ippon, Piras ha poi potuto accedere al tabellone dei ripescaggi grazie alla finale raggiunta
proprio da Ardanov. L’azzurro ha così battuto
per ippon il mongolo Purevdavaa Bat-Erdene, il
brasiliano Marcelo Kenji Fuzita ed il lituano Kestutis Vitkauskas, accedendo alla semifinale per
il bronzo. Qui Piras ha ingaggiato una bella battaglia con il kirghizo Bektur Rysmanbekov: entrambi i judoka hanno messo a segno uno yuko,
ma il rappresentante dell’Università “Guglielmo
Marconi” di Roma ha avuto la meglio grazie al
conteggio degli shido (tre a uno), tornando su un
podio internazionale dopo il terzo posto ottenuto
all’European Open di Sofia.
giornata superando ai quarti la Corea
del Sud per 45-36, per poi fermarsi
in semifinale contro la Francia, poi
vincitrice della medaglia d’oro, col
punteggio di 45-38.
In alto proteste dei tecnici azzurri quindi
Cecchinato e la Navarria.
Nelle foto, Piras col Consigliere Cusi Pompeo
Leone e i compolimenti alla premiazione.
Nuoto più che mai protagonista:
18 podi...
R
isultato storico degli azzurri ai
Giochi Mondiali Universitari
di nuoto. L’Italia è terza per
numero totale di medaglie
vinte (18) e quinta per numero di ori
(3). Nella settima ed ultima giornata di
gare in piscina la medaglia più brillante
è quella d’oro delle ragazze della 4x100
mista con 4’00”50, davanti al Giappone
con 4’00”61 e agli USA con 4’00”75.
Gara spettacolare con Carlotta Zofkova
(1’01”29), seguita da Ilaria Scarcella
(1’07”23), Elena Di Liddo (57”09) e
Laura Letrari (54”89). Formazione
cambiata per 3/4 rispetto alla batteria
(dove l’Italia è stata terza in 4’04”51)
e con Elena Di Liddo unica ad aver
gareggiato anche al mattino. Altrettanto
prestigiose le altre tre medaglie azzurre;
argento di Martina Rita Caramignoli
negli 800 stile libero con il record
personale di 8’31”80 (precedente
8’30”47 del 21 agosto 2014 a Berlino)
e di Alessia Polieri nei 200 farfalla con
2’08”66 e bronzo di Martina Carraro
nei 50 rana con 31”11. Nell’edizione
precedente a Kazan 2013 le medaglia
per l’Italia erano state 13 (2 ori, 2
argenti, 9 bronzi); a Gwangju 2015
Il vice presidente del Cusi, Eugenio Meschi si complimenta con Elena Di Liddo, un oro e un
argento.
l’Italia è arrivata a 14 (2 ori, 7 argenti, 5
bronzi).
L’ottima prestazione della Nazionale
di nuoto in Corea si legge anche
attraverso le statistiche che indicano
41 presenze in finale rispetto alle 40
gare in programma, di cui 36 individuali
(19 femminili e 17 maschili) e 5 di
staffetta (3 femminili e 2 maschili). La
squadra femminile ha inserito in finale
almeno una nuotatrice in tutte le gare
ad eccezione dei 200 dorso, gara nella
quale Carlotta Zofkova ha rinunciato
a disputare le semifinali. La squadra
maschile ha avuto almeno un finalista
in 15 delle 20 gare non conseguendo
un piazzamento nei primi otto posti
soltanto negli 800 stile libero, 100 rana,
200 e 400 misti e 4x100 mista.
Martina Rita Caramignoli argento negli 800
s.l. grazie anche alle... cure sempre benefiche
da parte di Hugo Perez, uno dei preziosi
collaboratori del Cusi alle Universiadi.
S
i è tinta di azzurro la giornata dedicata al nuoto di lunga distanza
allo Jangseongho Lake Regatta
di Gwangju. Oro e argento per
Arianna Bridi (Esercito/RN Trento) con 2
ore 03’19”4 e Ilaria Raimondi (CC Aniene)
con 2 ore 03’58”9 tra le ragazze (15 all’arrivo), argento e bronzo per Matteo Furlan
(Marina Militare/Team Veneto) in un’ora
55’09”9 e Mario Sanzullo (Fiamme Oro/CC
Napoli) in 1 ora 55’11”0 tra i ragazzi (20
all’arrivo). La gara maschile è stata vinta
dal russo Anton Evsikov che ha preceduto
di tre centesimi Furlan chiudendo in 1 ora
55’09”6. Matteo Furlan ha così ottenuto la
migliore prestazione personale assoluta
nei 1500 stile libero con 15’13”76.
Foto ricordo per gli azzurri protagonisti
della lunga distanza col professor Francesco
Bizzarri.
32
...e l’argento della pallanuoto I
ragazzi di Alessandro Duspiva chiudono al
secondo posto nel Torneo di pallanuoto.
Nella finale per il titolo l’Italia ha perso con
l’Ungheria 14-13 dopo i tiri di rigore. Soltanto applausi per Alessandro Nora e compagni
allo Yeomju Indoor Aquatics Center, dove hanno
interpretato una partita brillante dal primo all’ultimo minuto di gioco, rigori compresi. Hanno chiuso
il secondo periodo avanti 4-1, ceduto soltanto nel
terzo e sono stati raggiunti sul 5-5 a 6’09” dal gol
di Batori in superiorità numerica, poi nel quarto
sono andati prima avanti 6-5 con Lorenzo Bruni
e poi hanno pareggiato 7-7 con Giacomo Lanzoni
a 52” dalla fine. Decisivi gli errori di Mirarchi dai
cinque metri (un tiro sulla traversa, l’altro parato
da Bisztritsanyi) mentre per l’Ungheria ha sbagliato soltanto un tiro, il quarto della prima serie, con
Sedlmayer. Bronzo agli Stati Uniti che nella finale
per il terzo posto hanno battuto 5-4 la Serbia.
Cus Bologna un cambio epocale
U
n passaggio epocale.
Come quello che è
avvenuto pochi mesi fa
proprio al Cus Bologna.
Dalla lunga presidenza di Francesco
Franceschetti (1985-2013) al periodo
Speciale di ALEX GALLO
Dopo l’elezione di Pagni
ecco il nuovo Rettore,
Francesco Ubertini che
subentra a Ivano Dionigi.
di commissariamento con Vincenzo
Santis al comando e, infine, con
l’elezione, a fine marzo, del nuovo
Numero Uno biancorosso, Piero Pagni.
Per il Cus Bologna un periodo di grande
fermento perché dal primo novembre
Tre Rettori assieme in una foto storica: da sinistra Ivano Diongi, lo storico Roversi Monaco
e il nuovo, Francesco Ubertini, tutti uniti per rendere sempre più prestigiosa, un’Università che
è fra le più importanti al mondo.
Un giovane Docente con il quale confrontarsi con un rapporto stretto
e per una maggiore crescita.
scorso l’Alma Mater Studiorum
si è affidata a un nuovo rettore. Il
Magnifico, l’ottantunesimo della storia
dell’università più antica del mondo,
risponde al nome di Francesco Ubertini,
45 anni, perugino di origine e docente di
ingegneria.
Sarà lui l’uomo con il quale dovrà
34
confrontarsi il Cus Bologna, in ripresa
rispetto a un anno fa – il periodo del
commissariamento era stato necessario
perché la società era arrivata a un
passo dalla chiusura –, ma ancora
“convalescente”, perché servono
comunque tempi lunghi per riprendere
la diretta via.
Il Cus si dovrà così confrontare con
questo giovane docente, che prende
il posto di Ivano Dionigi, per sei anni,
Magnifico Rettore dell’Alma Mater
Studiorum. E il Cus sta già lavorando
perché il rapporto stretto in queste
ultime stagioni con Dionigi possa
proseguire e, magari, crescere.
Dionigi, sportivo a tutto tondo nonché
grande appassionato di pallacanestro,
è stato vicino al Cus Bologna durante
il suo mandato. Fondamentale per
spingere e promuovere i canestri – a
lui sono stati dedicati gli ultimi scudetti
e anche i successi internazionali che
hanno ribadito come Bologna sia
davvero BasketCity anche quando
al pallone si aggiunge la feluca –,
determinante per consentire al Cus di
uscire dal periodo più difficile della sua
storia.
Dionigi è stato fondamentale non
solo per l’appoggio che ha dato a
quelli che bonariamente ha sempre
chiamato “i miei ragazzi”, ma anche
nel mediare tra Cusi e amministrazione
comunale, quando pareva che l’acquisto
dell’impianto dello Sterlino potesse
portare alla chiusura del centro
universitario sportivo delle Due Torri.
Invece i commissari straordinari – da
35
Lorenzo Lentini ad Antonio Dima allo
stesso Vincenzo Santis, che è stato
quello operativo negli uffici di via San
Giacomo 9/2 – hanno potuto toccare
con mano quanto l’Alma Mater si sia
riavvicinata al suo braccio sportivo.
Comprendendo l’importanza dello sport
in una popolazione studentesca che è
tra le più numerose in Italia. L’appoggio
dell’Alma Mater, oltre a consentire al
Cus di uscire da una situazione difficile,
ha consentito al centro di restare al
top degli atenei italiani per quello che
concerne i successi in occasione dei
campionati nazionali universitari.
RETTORE PER SEI ANNI
MAGNIFICO PER SEMPRE
Da Dionigi a Ubertini: il Cus Bologna e
Piero Pagni intendono proseguire su
quella strada che sembra essere stata
tracciata negli ultimi anni. E il Cus,
salutando Dionigi – al quale a luglio,
durante la tradizionale festa, è stata
donata una maglia celebrativa “Rettore
per 6 anni… Magnifico per sempre”
– non può che rendere omaggio
anche a Simona Storchi, portavoce
del Magnifico Rettore in tutti questi
anni, nonché a tutti gli effetti grande
estimatrice dell’attività sportiva portata
avanti dal Cus Bologna.
FOTOSERVIZIO DI
GIANNI SCHICCHI
La Lectio Magistralis
del professor Dionigi
“Il primato della parola, la centralità del tempo e
quella della politica”. Nel corso della sua ultima uscita
pubblica come Magnifico Rettore dell’Università di
Bologna, Ivano Dionigi cita i classici. Da Seneca a
Lucrezio, da Cicerone a Tacito. Tanti applausi per il
Magnifico che, nel corso della sua lectio magistralis,
si sofferma su “Il demone della res publica”, dopo
aver esaltato la “Re-Union” che, nel mese di giugno,
ha richiamato all’ombra delle Due Torri migliaia di
laureati da ogni angolo del globo. Poi, appunto,
la res publica. “Di qui – la conclusione di Dionigi
– la responsabilità della politica: essere all’altezza
delle nuove domande e delle nuove sfide civili ed
economiche. L’augurio è che ognuno incontri il
demone della res publica: la cosa pubblica, il bene
di tutti, la comunanza del destino. L’impegno più
urgente, più difficile, più nobile”.
I complimenti di alcuni dei personaggi presenti all’intervento del professor Dionigi. In alto
Isabella Seragnoli, Gruppo Gd, che ha ricevuto la laurea H.C.. proprio da Dionigi e Lorenzo
Sassoli de Bianchi, titolare della Valsoia. Quindi l’on. Ferdinando Casini e il sindaco di Bologna,
Virginio Merola.
Cus Bergamo, una nuova stagione,
un nuovo Rettore, Morzenti Pellegrini
C
on un nuovo Rettore, Morzenti Pellegrini che subentra a Stefano Paleari, la cui uscita ha coinciso con
l’inaugurazione del nuovo impianto
di Dalmine, il Cus Bergamo riparte con nuovo
entusiasmo e soprattutto con impianti capaci di mettere le... ali ai piedi degli atleti. Un
complesso davvero capace di creare invidia,
con una struttura degna di un grande club
qual è diventato oramai quello bergamasco.
Oltretutto con una felice prospettiva visto
che si profila all’orizzonte un progetto nato e
condiviso dal professor Paleari e dal Rettore
Morzenti Pellegrini con il Comune di Bergamo nonchè con l’Accademia della Guardia di
Finanza e la Cassa depositi e Prestiti con la
quale è stato stipulato un protocollo d’intesa che prevede, tra l’altro, l’insediamento di
nuovi impianti sportivi universitari per 3.750
metri in città, nell’ex Caserma Montelungo,
centralissima e nelle vicinanze delle sedi
universitarie in Bergamo città. Il prof. Morzenti Pellegrini è docente di diritto amministrativo, con pubblicazioni anche sul mondo
dello sport. Ha praticato e pratica sport non
agonistico. In qualità di prorettore ai rapporti
con il territorio durante i sei anni del mandato
del prof. Paleari, è sempre stato vicino al Cus,
contribuendo fattivamente alla crescita dello
sport universitario.
Non per niente ma il centro universitario
sportivo di Dalmine, aperto nel 2004 dall’allora Rettore Alberto Castoldi, occupa un’area
di tredicimila metri quadrati di cui ora 5.500
coperti. Vale la pena di riassumere quali sono
le sue caratteristiche: due palestre per sport
a squadre da 900 mq ciascuna, suddivisibili
in quattro sale corsi; una sala pesi / fitness
di 550 mq con 90 postazioni; due sale corsi di 200 mq; un percorso di allenamento
esterno di 200 m, coperto e illuminato; due
furono gli interventi del presidente del Cusi,
Lorenzo Lentini, del Rettore di Brescia, Sergio Pecorelli, del Generale Giuseppe Zafarana, Comandante dell’Accademia della Guardia di Finanza, della prof.ssa Lorella Alessio,
Sindaco di Dalmine, dell’avv. Claudia Terzi,
Assessore Regionale all’Ambiente e infine
del sindaco di Bergamo dr. Giorgio Gori, inoltre altre autorità istituzionali, accademiche e
sportive.
In un ideale passaggio di testimone il professor Paleari, ha voluto incontrare insieme
al nuovo Rettore Remo Morzenti Pellegrini i
vincitori di medaglie ai Cnu, complimentandosi con gli studenti e i loro selezionatori per
i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza
dello sport agonistico di livello, che coinvol-
Il professor Stefano Paleari col nuovo Rettore Morzenti Pellegrini, anch’egli appassionato di
sport, assieme al Generale Giuseppe Zaferana e la professoressa Lorella Alessio.
A sinistra la premiazione dei Campioni ai Campionati Universitari di Salsomaggiore.
studi medici; due saune e due bagni turchi;
sei spogliatoi per 400 utenti con 60 docce;
controllo ingressi e armadietti automatizzato;
parcheggio interno per 100 auto e coperto
per bici e moto; teleriscaldamento; Impianto
fotovoltaico da 100kWp; certificazione qualità
Il presidente del Cus, Claudio Bertoletti da
diversi anni oramai al vertice dello sport
universitario, parla con orgoglio dei dati sulla frequenza e sui risultati: “Ben cinquemila
utenti continuativi – dice – più altrettanti che
partecipano alle attività di formazione, dell’Università e delle federazioni nazionali. Parlano
in modo chiaro le 90 postazioni e i 35 diversi
37
corsi di attività fitness e soprattutto le 30 attività sportive praticate”.
Oramai gli sport sono tutti rappresentati e i
corsi per gli universitari passano dal fitness,
al fitboxing, al cardio fitness, pilates e ancora
ginnastica dolce, ginnastica posturale, acrobatica aerea, danza classica, danza moderna,
danzafit, gentle yoga, group training, power
yoga, tai ji quan, yoga ashtanga e zumba fitness, a cui si aggiungono attività e servizi di
recupero funzionale e personal training. E per
gli sport dall’aikido, atletica leggera, badminton, calcio a cinque sino al wushu.
Ricordiamo ancora che all’inaugurazione ci
ge sì poco più del dieci per cento degli studenti iscritti ma che ha un grande valore non
solo come esperienza personale ma anche
di esempio per tutti. Di particolare rilevanza
il fatto che ventidue studenti Campioni Universitari abbiano ottenuto l’integrale rimborso delle tasse d’iscrizione, a testimonianza
dell’attenzione dell’Università di Bergamo per
i praticanti le attività sportive di alto livello,
che si impegnano nello studio e nello sport,
partecipando anche alle manifestazioni nazionali di confronto con gli altri atenei. L’iniziativa costituisce la parte sportiva del “Top Ten
Student Program”, che premia il merito degli
iscritti all’ateneo bergamasco. Premiati anche
altri diciassette studenti per le medaglie d’argento e di bronzo.
Cus Bologna re del fresbee
di ALEX GALLO
D
i solito, prima di arrivare al finale
delle favole c’è una lunga storia da
raccontare. Questa volta, partiamo
in controtendenza: vi sveliamo subito il finale. La favola è che il Cus Bologna a
Wroclaw ha vinto la medaglia d’argento con i
maschi e quella di bronzo con le donne nella
Champions League di Ultimate Frisbee. Prima di
questo risultato straordinario il Cus al massimo
aveva conquistato il quinto posto. Ma era partito
da posizioni ancora più arretrate. Prima faticando nei Regionals (la fase di qualificazione), poi
strappando con le unghie e con i denti il decimo
posto, l’ottava piazza, la settima posizione e la
quinta.
Davide Morri, che nell’ultimate frisbee ha ricoperto tutti i ruoli – giocatore, allenatore, guru,
icona, leggenda, ct, nazionale e chi più ne ha più
ne metta – era sicuro che il Cus in questa edizione avrebbe raggiunto il podio.
E se non ci fossero stati i terribili inglesi di
Clapham, campioni per la quinta volta – che
proprio il Cus, nei gironi di qualificazione, era
riuscito a battere – la bandiera e i colori dell’Alma Mater Studiorum avrebbero sventolato per
la gioia di Piero Pagni e del magnifico rettore
Ivano Dionigi anche in Polonia.
“Abbiamo vinto tutto le partite della fase eliminatoria – dice Davide Morri –. Siamo stati bravi.
Siamo cresciuti di partita in partita. Abbiamo
sconfitto due volte i Mooncatchers Bruxelles,
l’ultima in semifinale. Poi, per l’ultimo atto, i
Clapham, che pure avevamo già battuti, si sono
rinforzati con due o tre elementi che non c’erano nella fase di qualificazione. E ci hanno supe-
L’argento e il bronzo in Champions League
con Morri “timoniere”.
rati”. Battuti, ma non abbattuti, perché il Cus ci
riproverà. Le ragazze più o meno hanno avuto
un cammino analogo: solo sono state scottate
in finale dalle Icine Londra. Ma contro la Mantis
Vienna è arrivato un nuovo successo e la medaglia di bronzo. Chi sono tutti i protagonisti di
questa favola?
La squadra del Cus Bologna era composta da
Michele Gnudi, Lorenzo Arienti, Fabio Coppi,
Fabio Tosi, Paolo Prandi, Michele Farina, Bruno
Mine, Alberto Tonelli, Massimo Vagliviello, Gabriel Cazzola, Guglielmo Chini, Luca Tognetti, Simone Gasperini, Alessandro Franceschi, Francesco Bernardi, Andrea Mastroianni, Davide Morri,
Nasser Mbae, Quentin Rodger, Davide Quarantotto, Ivan Cantù (miglior difensore del torneo),
Filippo Simonazzi, Arturo Laffi, Giovanni Santucci e Riccardo Merusi. E le ragazze? Guidate da
Rocco Di Michele, Filippo Pavani e Davide Morri
erano Greta Melega, Elisa Frangipane, Alice Melega, Ilaria Bonfante, Maria Chiara Frangipane,
Eva Tondini, Beatrice Sisana, Federica Cipriani,
Francesca Sorrenti, Sara Rabaglia, Laura Farolfi,
Caterina Hu Lazzari, Irene Scazzieri, Silvia Pozzoli, Anna Gerner, Barbara Bondi.
Non sono mancati i successi individuali: Un successo che ha tanti protagonisti: Alberto Tonelli
ha chiuso la sua esperienza con 8 mete e 7 assist, 6 mete e 8 assist per Davide Morri. Sullo
stesso livello dei compagni anche Paolo Prandi,
5 mete e 8 assist.
In campo femminile Greta Melega è stata votata mvp (ovvero la migliore giocatrice) della
fase finale grazie alle 9 mete e ai 14 assist. Irene
Scazzieri, 17 mete (con l’aggiunta di 3 assist) è
risultata la seconda miglior realizzatrice del torneo, mentre Elisa Frangipane si è tolta la soddisfazione di mettere insieme un bottino di tutto
rispetto: 11 mete e 5 assist.
Fin qui la fine della favola e tutti i protagonisti.
Ma la storia, con questo lieto fine, comincia tanti
anni fa. Comincia con la passione di Davide Morri e un centro universitario sportivo che gli dà
carta bianca. Così il frisbee diventa un oggetto
di culto non solo per gli universitari, ma anche
nelle scuole superiori. Il Cus Bologna organizza tornei e manifestazioni alle quali prendono
parte migliaia di giovani. Migliaia di giovani che,
continuando a giocare, crescono, migliorano,
diventano dei fenomeni. Questi fenomeni indossano la maglia dell’Alma Mater Studiorum e, a
Wroclaw, raccolgono i frutti di un grande lavoro
partito da lontano.
38
Anche samba e zumba
nel mese sportivo
del Cus Torino
I
nteressante e intelligente
l’iniziativa del Cus Torino:
cioè aprire le porte degli
impianti sportivi alla
cittadinanza per raccogliere
adesioni e suggerimenti. Iniziativa
che ha avuto un successo quasi
inaspettato almeno nei numeri. Alla
resa dei conti è emerso che il 75
per cento degli utenti che hanno
usufruito dell’iniziativa non erano
mai stati iscritti al Cus ed il 35 per
cento delle nuove iscrizioni sono
arrivate dal “Mese dello sport”.
Ben 5.650 le prenotazioni per le
prove con l’età media dei praticanti
di 23 anni quindi prettamente
universitaria. Le strutture del Centro
sportivo Universitario sono state
così aperte per potere giocare a
pallavolo, basket, calcio e golf ma
anche per il canottaggio con un
dragon boat cioè una canoa da
20 posti con una testa di drago
39
decorativa a prua.
Riccardo D’Elicio, presidente del
Cus Torino, si è detto entusiasta
dell’iniziativa e del successo che ha
riscosso: “Noi vogliamo promuovere
lo sport a 360 gradi- ha dettoAnche perchè diamo la possibilità
di scegliere fra 100 corsi, oltretutto
con impianti accessibili dai 6 anni
in avanti. Tutti sono stati invitati
a provare: dalle 20mila matricole
torinesi a studenti delle medie e
superiori nonchè agli anziani”.
Notevole il numero degli istruttori
specie nella pallavolo che registra
650 iscrizioni ma anche il rugby,
l’arrampicata e i balli sono stati
fra i più gettonati. Pizzica e zumba
sono sempre più di moda. Molte
le lezioni di golf e di beach volley
per il quale il Cus prospetta un
campo coperto in sabbia bianca
riscaldato d’inverno con un sistema
di serpentine.
“Zudda Rizza” col Cus Pavia
nel corso “con persone disabili”
di CARMEN MORRONE
Nelle foto di Bruno Rossini Run, i ragazzi di Zudda Rizza durante una gara di trail.
U
n’esperienza
consolidata
che
quest’anno propone ben due gruppi
di partecipanti. Stiamo parlando di
Zudda Rizza, l’area di Cus Pavia che
promuove lo sport per tutti. Un corso di atletica – corsa sulle diverse distanze, salto
in lungo, lancio del peso – a cui partecipano una
trentina di ragazzi sotto la guida di cinque istruttori. “Mi piace sottolineare che è un corso con persone disabili e non per persone disabili. Il nostro
approccio, infatti, coinvolge il partecipante. Non
c’è mai passività”, spiega Francesco De Cortes,
ideatore insieme a Cus Pavia, nel 2004, di Zudda Rizza, che in lingua sarda significa pelle d’oca. “Lavorare con persone con disabilità dà molte
emozioni. I risultati – ottenuti con perseveranza e
preparazione – danno molta gioia a tutti, all’atleta e
ai tecnici. Onorando le mie origini sarde, scegliemmo questo nome per la nuova area del Cus dedicata allo Sport per tutti”. Gli atleti di Zudda Rizza
sono bambini e giovani adulti soprattutto con disabilità sensoriali, in particolare visive, relazionali-
intellettive e motorie. Il corso di Zudda Rizza – che
va dal mese di ottobre all’inizio di giugno – è un
corso di atletica. “Non voglio aggiungere neppure
l’aggettivo adattata – specifica De Cortes –. I nostri
ragazzi fanno sport, in particolare atletica, in base
alle loro abilità, come tutti gli altri ragazzi che praticano le discipline sportive promosse da Cus Pavia”. Un’esperienza in cui, da subito, ha creduto il
presidente del Cus, Cesare Dacarro. “Zudda Rizza
– Cus Pavia si inserisce perfettamente nell’ambito
dello spirito del progetto Cusi “Camminare insieme” in quanto affronta aspetti specifici dello sport
mettendo a disposizione dei soggetti coinvolti nel
network dati, studi ed esperienze”. Quest’area di
Cus Pavia, infatti, collabora con diverse realtà del
territorio. A partire dall’Università, come spiega
Dacarro: “Ogni anno sono numerosi gli studenti
del corso di laurea magistrale in Scienze motorie
che svolgono le ore di tirocinio. Fra i nostri partners annoveriamo la Fondazione Istituto Neurologico Mondino, la Fondazione Maugeri, l’Ospedale
san Matteo, la Fondazione Gerolamo Emiliani».
Che gioiello il nuovo Cus Insubria
sui colli di Varese
di GIORGIO GANDOLFI
Il tetto ondulato della palestra – di mille metri quadrati –
ripropone il tema del luogo dove è sorta, Monte Generoso.
E’
adagiato sulle morbide
colline della città
quello che era il Cus
dei Laghi e che ora è
diventato il Cus Insubria, prendendo
il nome dall’Università che ha creato
un prestigioso Polo universitario,
compreso quello sportivo. Sullo sfondo
pennellate delle PreAlpi lombarde,
qui ci si arriva attraverso il vialone
Monte Generoso, è già un programma.
Giustamente ne è fiero l’ing. Eugenio
Meschi di esserne il presidente: non
tutti possono vantare, a costo zero, una
palestra di mille metri quadrati, centro
fitness, campi da calcio e calcetto,
impianti per tennis, beach volley e
pallavolo. Le richieste dalla città sono
già numerose: per le due segretarie,
Paola e Laura, il lavoro appena iniziato
è già intenso. Nella palestra multiforme
si allenano il basket giovanile e quello
in carrozzella, ci sono corsi di scienze
motorie nonchè di pallavolo e atletica
per bambini. Il sabato e la domenica
c’è la B2 femminile, il basket della
Cimberio H.Sport, il mese prossimo
sarà di scena anche la terza divisione di
pallavolo femminile. Dunque sport per
gli universitari ma anche in coabitazione
ai cittadini com’è nei programmi del
Rettore Alberto Coen Porisini,
“Siamo pronti a partire – dice Meschi
– anche in quelle iniziativa che stanno
registrando ampio successo in altri Cus,
come la danza, ad esempio, per non dire
della musica e del teatro. Noi dobbiamo
essere più che mai depositari della
cultura sportiva e tutto ciò si esprime
proprio con questi intenti. Ora che
abbiamo una sede davvero eccezionale
dobbiamo saperla sfruttare sino in
fondo nell’interesse dell’Università e
della città”.
Il Cus Insubria è nato con nuovo logo e
nuovo nome per sottolineare un legame
ancor più stretto con l’Università
degli Studi dell’Insubria. Il Centro
Universitario Sportivo – fino a ieri “Dei
Laghi” – da sempre punto di riferimento
per la promozione e l’organizzazione di
attività sportiva universitaria, adesso,
grazie alla nuova identità, avrà un
rapporto più forte con l’Università
degli Studi dell’Insubria, con i suoi
studenti, i suoi dipendenti, e con le città
di Varese e di Como. Nuove attività e
nuova sede – a Varese, all’interno del
Campus Universitario di Bizzozero – e
un nuovo logo, che, riproponendo il
motto “corpus et mentem ad ardua
exercitamus”, vede stagliarsi – sui
colori ormai divenuti classici del Cus,
ossia il rosso il bianco e il nero – due
figure stilizzate e il sigillo dell’Insubria,
a dare l’imprimatur alla nuova veste
grafica del Cus.
Dopo la firma dell’accordo fra il Rettore
Alberto Coen Parisini e il presidente
del Cus, Eugenio Meschi, è diventata
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Le segretarie al lavoro col presidente: da sinistra Eugenio Meschi, Paola Comolli e Laura Galli.
Un terzetto affiatato e operativo a trecentosessanta gradi.
operativa la gestione del nuovissimo
Palazzetto Sportivo di proprietà
dell’Università.
Il tutto in base ad una convenzione
che regola le modalità di gestione
dell’impianto sportivo entrato in
funzione dopo l’estate: su 1.600 mq
di superficie, la struttura comprende
una palestra con una copertura “a
onda” in lastre di alluminio, che
emulando l’andamento collinare si
inserisce perfettamente nel contesto
paesaggistico, tribune, una ulteriore
“palestrina”, spogliatoi con ingressi
separati e indipendenti, gli uffici
destinati al Cus Insubria, oltre a due
campi polifunzionali esterni. Senza
dimenticare il parcheggio che molti Cus
invidierebbero.
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Un Corso di alta formazione
sportiva a Napoli
Nelle foto: a sinistra l’onorevole Mario Pescante quindi l’avvocato Lorenzo Lentini, presidente
del Cusi e il segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini.
U
n’importante novità nel panorama delle offerte formative in vista
dell’Anno Accademico 2015/2016:
è stato infatti istituito a Napoli il
Corso Europeo di Alta formazione in Management dello sport “Gestione delle società e
degli impianti sportivi” High education in sport
companies and sport venues management.
Promosso dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e dal Cus Napoli, il corso partirà a gennaio 2016 e terminerà con le prove
finali dei frequentanti previste a giugno 2016,
per un totale di 240 ore d’aula integrate da
attività di laboratorio e di stage. Sei le macro
aree di riferimento dell’offerta didattica, che
spazieranno dalla giurisprudenza alla comunicazione, andando ad approfondire aspetti di
economia, gestione aziendale, lingue straniere
e soprattutto tematiche prettamente inerenti
il mondo dello sport. Il taglio del corso è di-
chiaratamente internazionale e lo si evince non
solo dalla titolazione in doppia lingua, ma dalla peculiarità che le lezioni si terranno in italiano, in inglese ed in tedesco, con traduzioni
simultanee in aula. Inoltre non sono previste
limitazioni d’accesso per candidati stranieri o
italiani in possesso di titolo estero. Principalmente rivolto a coloro che hanno conseguito
una laurea triennale, specialistica/magistrale
o quadriennale, possono altresì accedere tutti
i possessori del solo diploma di maturità con
un curriculum attinente. Le attività formative,
coordinate dalla doppia direzione scientifica del
Rettore UNISOB prof. Lucio d’Alessandro e dal
Presidente del Cus Napoli prof. Elio Cosentino,
avranno però un tetto massimo di partecipanti.
È stato fissato infatti a trentacinque persone il
numero di iscritti in quanto data la praticità dei
temi trattati, il Comitato Scientifico ha inteso
prediligere per una classe di frequentanti limi-
tata in modo da poter monitorare singolarmente i progressi degli studenti. Nomi di prestigio
del mondo accademico e della sfera sportiva
nazionale costituiscono il Comitato Scientifico:
Nadia Carlomagno, Nicolino Castiello, Enricomaria Corbi, Rosaria Giampetraglia, Margherita
Musello, Gianfranco Pecchinenda, Paolo Pollice, Fabrizio Manuel Sirignano e Natascia Villani
compongono la squadra universitaria che sarà
impreziosita dal Segretario Generale del Coni,
Roberto Fabbricini, dall’esponente del mondo
olimpico, on. Mario Pescate ed altri elencati
a fianco. L’inedita piattaforma d’istruzione risponde all’esigenza di formare professionisti
con elevate competenze nell’organizzazione
sportiva. Il corso è stato strutturato in modo
che i frequentanti al termine degli studi siano
in grado di colmare la carenza di competenze
sul territorio in materia di gestione di società,
enti e centri sportivi. L’elenco delle lezioni programmate ed ulteriori dettagli sono indicati nel
bando pubblicato sul sito UNISOB (http://www.
unisob.na.it/universita/dopolaurea/perfezionamento/sportmanagement/index.htm?vr=1).
Gli interessati possono richiedere maggiori
informazioni telefonando al Centro Lifelong
Learning UNISOB allo 0812522348 ed al CUS
Napoli allo 0817621295, oppure inviando una
mail agli indirizzi [email protected]
o [email protected].
Ecco alcuni dei docenti dei Corsi
on. MARIO PESCANTE (Vice presidente CIO)
dr. ANDREA MANCINO (Consigliere Nazionale Coni)
dr. ROBERTO FABBRICINI (Segretario generale Coni)
on. FULVIO BONAVITACOLA (Avvocato
amministrativo)
avv. LORENZO LENTINI (Presidente del Cusi)
dr. LUCIANO BARRA (Esperto Sport Olimpici) gen.
GIANNI GOLA (Presidente onorario Consiglio Cism)
dr. ALEXANDER WERL (ad FC Koln)
dr. LUIGI TARANTINO (olimpico e Maestro di
scherma)
Il russo Oleg Matytsin
nuovo Presidente Fisu
Succede al francese Gallien che ha tenuto il
ruolo negli ultimi anni con importanti risultati
tecnici e di comunicazione. Il nuovo presidente
ha cominciato a fare sport dall’età di 15 anni.
Ora, 51enne, vive e lavora a Mosca dov’è docente di educazione fisica con una laurea in
scienze pedadogiche. Ha ricevuto in questi anni
importanti riconoscimenti come il Master nello
sport (tennis tavolo) e la laurea honoris causa
in diverse Università. È stato Capo delegazione
della Russia in diverse Universiadi a cominciare da quella del 2005 ed è Vice presidente del
comitato organizzatore di quella invernale del
2019 in programma a Krasnoyarsk. È inoltre
autore di ben 70 ricerche scientifiche e monografie Questo il Comitato Centrale della FISU
2015-2019 Presidente: Oleg Matytsin (RUS)
1st Vice-Presidenti: Leonz Eder (SUI) VicePresidenti: Liguo Yang (CHN) – Luciano Cabral (BRA) – Marian Dymalski (POL) – Leopold
Senghor (SEN) Tesoriere: Bayasgalan Danzandorj (MGL) 1st Consigliere: Verena Burk (GER)
Consiglieri: Byong Jin (KOR) – Tai-Cheng Chen
(TPE) – Kairis Ulp (EST) – Fernando Parente
(POR) – Hisato Igarashi (JPN) – Rosaura Mendez (CRC) – Omar Al-Hai (UAE) – Kemal Tamer
(TUR) – Penninah Kabenge (UGA) – Kenny
Chow (HKG) – Kairat Zakiryanov (KAZ) – Anthony Davis (JAM) – Malumbete Ralethe (RSA)
– Coleen Dufresne (CAN) – Hilkka Laitinen (FIN)
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Con un Rettore che ama lo sport
a Modena i Cnu estivi del 2016
A
bbiamo appena lasciata
Parma con Cnu che hanno
dato ottimi risultati tecnici e
di comunicazione ed eccoci
di ritorno in Emilia dove è stata firmata la
Convenzione che affida all’Università di
Modena, dunque al Cus Modena (e Reggio
Emilia) l’onore e l’onere di organizzare i
prossimi campionati. Dove si è partiti col
piede giusto con la scoperta di un Magnifico
Rettore che ama lo sport e lo ha praticato,
tantissimo, in gioventù. Ha cominciato da
ragazzo a tifare per la scherma a Roma
’60. Si tratta del professor Angelo Oreste
Andrisano, persona amabilissima, che opera
nel mondo dell’ingegneria meccanica e della
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robotizzazione ma che ha “confessato”,
simpaticamente, un passato sportivo
ai tempi universitari avendo praticato
scherma, pallavolo, basket e tennis. Dunque
con l’ospitalità da parte dell’Università e del
Cus Modena si è svolta così la cerimonia
della firma della Convenzione presente per
il Cusi il segretario generale Antonio Dima
che ha dato ufficialità alla manifestazione
essendo il presidente Lorenzo Lentini
assente per un attacco influenzale. Una
cerimonia breve ma simpatica, con il
presidente del Cus, Diego Caravaglios,
l’assessore allo sport, Giulio Guerzoni, il
Delegato del comitato sportivo Unimore, dr.
Massimo Milani quindi la rappresentante
della Regione Emilia-Romagna, Claudia
Serra. E poi per il Cusi, il direttore tecnico,
ing. Mario Nasciuti con il collega Vincenzo
Sabatini ai quali spetta il compito della
verifica degli impianti sportivi già in parte
visitati: “Per gli universitari i Cnu possono
avere un’atmosfera magica, un ricordo
indelebile nel tempo, ve lo dice uno che vi
gareggiò per la prima volta nel 1966 – ha
esordito Nasciuti – e che da allora non li ha
più traditi” per poi annunciare che a Modena
ci sarà il primo Cnu ad assegnare il titolo
di Campione Accademico”. Cominceremo
col golf poi l’anno prossimo ci saranno
tiro a segno e tiro a volo quindi la vela.
Caravaglios dovrebbe esserne orgoglioso”.
Questi Cnu – ha esordito Antonio Dima –
saranno un’ulteriore verifica del programma
lanciato dal Cusi e dal nostro Presidente
Lorenzo Lentini, cioè Camminare insieme
che ha lo scopo di sensibilizzare gli
universitari con momenti d’incontro e di
socializzazione, per crescere assieme sul
piano umano, per ricordare che lo sport è
anche cultura. Noi del Cusi, la Conferenza
dei Rettori, le Università ci crediamo molto.
Vorrei ricordare anche che l’anno prossimo
festeggeremo a Padova i 70 anni del Cusi:
fu proprio là che nel ‘46 sarebbe nato il
movimento universitario che avrebbe dato
vita al Cusi. A presiederlo c’era un giovane
di nome Giorgio Napolitano”.
Gli azzurri del calcio Campioni del mondo
all’Universiade