1. SCHEDA DOCENTE. Nome Italo Cognome Zuffi Corso di titolarità

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1. SCHEDA DOCENTE. Nome Italo Cognome Zuffi Corso di titolarità
1. SCHEDA DOCENTE.
Nome
Cognome
Corso di titolarità
Corso/i di extratitolarità
e-mail
Titoli di studio
Descrizione attività artistico/professionale
Italo
Zuffi
Tecniche per la scultura
[email protected]
Diploma di Pittura; Master of Arts
Italo Zuffi (Imola, 1969) utilizza scultura,
performance e scrittura per creare “non un
disegno totale, bensì una serie indefinita di
stanze” (Pier Luigi Tazzi, 2003), o anche per
esprimere “la prudenza di una persona che si
trovi in un ambiente ostile, all’interno del quale
adottare lo sguardo come finestra sul mondo, e
l’esperienza interiore in funzione di un
cambiamento di stato, crollo, o combustione”
(Chiara Chelotti, 1999).
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di
Bologna (Diploma in Pittura, 1993), e al Central
Saint Martins College of Art & Design di Londra
(Master of Arts, 1997). Nel 2001 gli è stata
assegnata la 'Wheatley Bequest Fellowship in
Fine Art (Sculpture)' presso l’Institute of Art &
Design di Birmingham (GB). Dal 2011 è 'Guest
Lecturer in Performance' presso la Royal
Academy of Art dell'Aja (NL), e dal 2015
insegna presso l'Accademia di Belle Arti di
L'Aquila. Tra i progetti espositivi recenti, mostre
personali al MAN di Nuoro e alla Nomas
Foundation di Roma nel 2015; ha esposto nella
collettiva ALT, Caserma De Sonnaz, Torino, nel
2015, e nel 2014 partecipato alle collettive Le
statue calde / Scultura - Corpo - Azione, 19452013, al museo Marino Marini, Firenze; Per4m,
Artissima, Torino; e Le leggi dell'ospitalità,
galleria P420, Bologna.
Link
2. SCHEDA PROGRAMMA DEL CORSO.
Obiettivi generali del corso
Il corso vuole condurre nell'esplorazione di
processi e linguaggi della scultura in un
contesto contemporaneo di ricerca e
produzione. Con il termine 'scultura' si intende
qui un ambito da tempo evoluto fino a includere
ogni proposizione materica che occupi o
ridefinisca uno spazio dato e la sua fruizione –
non solo 'presenze statiche', ma anche
installazione; interazione con oggetti attraverso
modalità performative; utilizzo di mezzi
elettronici che suggeriscano ulteriori dimensioni
temporali e narrative; esposizione di materiali
generati da processi analitici.
1. SCHEDA DOCENTE.
Nome
Cognome
Corso di titolarità
Corso/i di extratitolarità
e-mail
Titoli di studio
Descrizione attività artistico/professionale
Italo
Zuffi
Tecniche Performative per le Arti Visive
[email protected]
Diploma di Pittura; Master of Arts
Italo Zuffi (Imola, 1969) utilizza scultura,
performance e scrittura per creare “non un
disegno totale, bensì una serie indefinita di
stanze” (Pier Luigi Tazzi, 2003), o anche per
esprimere “la prudenza di una persona che si
trovi in un ambiente ostile, all’interno del quale
adottare lo sguardo come finestra sul mondo, e
l’esperienza interiore in funzione di un
cambiamento di stato, crollo, o combustione”
(Chiara Chelotti, 1999).
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di
Bologna (Diploma in Pittura, 1993), e al Central
Saint Martins College of Art & Design di Londra
(Master of Arts, 1997). Nel 2001 gli è stata
assegnata la 'Wheatley Bequest Fellowship in
Fine Art (Sculpture)' presso l’Institute of Art &
Design di Birmingham (GB). Dal 2011 è 'Guest
Lecturer in Performance' presso la Royal
Academy of Art dell'Aja (NL), e dal 2015
insegna presso l'Accademia di Belle Arti di
L'Aquila. Tra i progetti espositivi recenti, mostre
personali al MAN di Nuoro e alla Nomas
Foundation di Roma nel 2015; ha esposto nella
collettiva ALT, Caserma De Sonnaz, Torino, nel
2015, e nel 2014 partecipato alle collettive Le
statue calde / Scultura - Corpo - Azione, 19452013, al museo Marino Marini, Firenze; Per4m,
Artissima, Torino; e Le leggi dell'ospitalità,
galleria P420, Bologna.
Link
2. SCHEDA PROGRAMMA DEL CORSO.
Obiettivi generali del corso
Il corso vuole orientare in un'esplorazione del
medium della performance, qui intesa come
esposizione in presa diretta del corpo in
relazione con un pubblico. L'approccio didattico
iniziale si basa sul concetto di microperformativo, ovvero un'attenzione alle
potenzialità espressive del corpo che si esprime
nel dettaglio ma non necessariamente mirando
a un risultato drammatico o spettacolare. Si
tratta, inoltre, di un modo di esporsi che non
vuole forzare o produrre inadeguatezza ma che,
al contrario, cerca di aderire il più possibile a
caratteristiche, tempi e attitudini individuali.
Obiettivi specifici del corso
Organizzazione del corso
Durata del corso
Modalità d’esame
Bibliografia
Foto del corso
Se la condizione performativa è consapevolezza
di trovarsi in uno stato esposto, scopo del corso
sarà: 1) di riconoscere e definire ciò che ha
necessità e impellenza di essere reso visibile; 2)
di individuare le strategie necessarie per
collocarsi in un ambiente e in una temporalità
particolari, determinati dalla presenza di un
pubblico; 3) di esercitare il corpo a esprimersi e
emozionarsi compiendo un’analisi, in presa
diretta, del suo stato esposto e emozionato
(l'esserci, l'essere presente).
Le lezioni sono sia teoriche (letture e visione di
immagini, e loro commento) che pratiche
(esercizi di movimento, scrittura, uso della
voce). La direzione del lavoro si sviluppa
principalmente a partire da materiali prodotti
internamente al gruppo, in un processo di autogenerazione. Il metodo adottato si basa infatti
sulla capacità di reagire a uno stimolo per creare
ulteriori trame di narrazione e rappresentazione.
Lista: Lavoro di gruppo e attivazione di processi
collaborativi. Attenzione al dettaglio. La
posizione di osservatore e quella di osservato.
La traslazione nello spazio. Dato personale e
narrazione. Concetti di effimero e di persistente.
La mia sarà essenzialmente una regia.
Annuale, a settimane alterne
In sede d'esame si valuterà il lavoro svolto dallo
studente nel corso dell'anno e la sua
partecipazione a una presentazione pubblica di
azioni dal vivo (verso fine anno accademico).
Carmelo Bene e Gilles Deleuze:
Sovrapposizioni, Quodlibet 2002; Thomas
Bernhard: Amras, Einaudi 1989; Thomas
Bernhard: Un bambino, Adelphi 1994; Sven
Lütticken: Life, Once More, Witte de With,
Rotterdam 2005; Sven Lütticken: General
performance, online essay in Eflux no. 31,
gennaio 2012; Giovanni Pascoli Il fanciullino (e il
saggio di Giorgio Agamben), Nottetempo 2012.
L’opera e il pensiero di: Pawel Althamer,
Carmelo Bene, Alexander Sokurov, Jerome Bel,
Marina Abramovic, Paul Mc Carthy, Mike Kelley,
Franz Erhard Walther, Roman Ondak, Gilbert &
George, Bruce Nauman, Gelitin, Jan Lauwers,
Gina Pane, Matthew Barney, Vito Acconci...
N. foto allegate
Obiettivi specifici del corso
Organizzazione del corso
Durata del corso
Modalità d’esame
Bibliografia
Foto del corso
Coadiuvare gli studenti nell'imbastire, o nel
rafforzare, una propria pratica scultorea – sia
sperimentando con materiali e processi (per
affinare l'abilità tecnica di intervenire sulla
materia), sia sviluppando un'attitudine analitica
e auto-riflessiva.
Il corso, condotto sia per via pratica che teorica,
si articola attraverso uno scambio costante con
gli studenti, soprattutto in fase di traduzione
dell'idea da una sua condizione astratta a una
'materica'. Sono previste due esercitazioni
iniziali di gruppo, incentrate su concetti di autonarrazione e auto-rappresentazione. Gli
elaborati così prodotti diverranno occasione di
presentazione pubblica. Nella seconda parte
del corso invece, gli studenti sono invitati a
sviluppare in autonomia un loro progetto
tridimensionale.
Annuale, a settimane alterne
Per l'esame è richiesto l'allestimento e la
presentazione degli elaborati prodotti nel corso
dell'anno, nonché una relazione scritta sui
contenuti della propria ricerca più recente.
Thomas Bernhard: Il soccombente, ed. Adelphi
1999; Georges Didi-Huberman: Scorze, ed.
Nottetempo 2014; Rosalind Krauss: Sculpture
in the Expanded Field (“La Scultura in un
Campo Esteso”), in October primavera 1979;
Rosalind Krauss: Passages in Modern
Sculpture (“Passaggi. Storia della scultura da
Rodin alla Land Art”), Cambridge Mass: The
MIT Press, 1977; Curzio Malaparte: La pelle,
ed. Adelphi 2010; Arturo Martini: Scultura lingua
morta, 1945.
Gli scritti di e su: Bruce Nauman, Richard
Deacon, Enzo Mari, Hamish Fulton, Mario
Merz, Isa Genzken, Mike Kelley, Friedrich
Kiesler, Martin Kippenberger, Dominique
Gonzales-Foerster, Naum Gabo, Roman
Ondak, Kirsten Pieroth...
N. foto allegate