«Noi diabetici abbandonati» Oscar scrive una lettera a Zaia
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«Noi diabetici abbandonati» Oscar scrive una lettera a Zaia
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Per quanto mi riguarda non è certo così». Oscar Beretta ha 41 anni. Impiegato in banca, da quando è venuto al mondo è affetto da diabete mellito: «Sono nato a Crema, e per trent’anni sono stato seguito dal Sistema sanitario lombardo. Poi mi sono trasferito a Cavaion, per amore di una persona e del lago di Garda, e quindi sono passato in carico al sistema Veneto. E la differenza è stata notevole». Non parla della qualità degli ospedali, o della competenza dei medici. «Ho sempre avuto a che fare con ottimi professionisti», sottolinea, «anche ora che sono seguito dal centro diabetologico di Caprino». Il problema è un altro, e riguarda i dispositivi dispensati a chi quotidianamente deve tenere sotto controllo i livelli di glicemia, assumendo insulina anche dieci volte al giorno. Fin dalla nascita Oscar deve monitorare il livello di glicemia pungendo il dito con un apposito ago, e analizzando la goccia di sangue attraverso un’apposita striscia. Deve anche regolare il livello di insulina, perché il suo pancreas non ne produce e allora il glucosio non riesce a penetrare nelle cellule e si accumula nel sangue. Quindi quattro, cinque volte al giorno, deve fare le iniezioni, «anche mentre sono in ufficio, perché quando serve non posso aspettare». Ma la questione, spiega Oscar, è soprattutto economica. «Perché nella Regione che, come sostengono le classifiche, è la più virtuosa dal punto di vista sanitario, gran parte dei costi gravano sulle spalle del malato», si sfoga. Poi puntualizza: «In Lombardia non funziona così». E inizia l’elenco: «Ho bisogno di effettuare quotidianamente otto controlli della glicemia, indispensabili per mantenere un equilibrio glicemico: la Regione Veneto mi passa quattro striscette reattive al giorno, il sistema sanitario lombardo otto. Ad ogni controllo, per evitare infezioni, devo cambiare l’ago per pungere il dito da cui prelevo il sangue: la Regione Veneto mi passa due aghi al giorno, la Lombardia otto». In totale, a spanne, un costo mensile di circa duecento euro. Al quale si aggiungono i disagi, per i quali Oscar fatica ad avere una vita «normale». Disagi che sarebbero evitabili, grazie a innovativi (ma nemmeno così tanto) dispositivi. Un esempio è il misuratore di glicemia sottocutaneo per il monitoraggio continuo: «Costa oltre mille euro, a cui vanno aggiunti 300 euro a bimestre per le attrezzature necessarie al funzionamento», spiega, «ma il Sistema sanitario veneto non lo passa, quello lombardo sì. Vorrei provare anche il microinfusore di insulina Omni Pod, che eviterebbe il disagio delle tante iniezioni quotidiane perché immetterebbe direttamente nel sangue l’insulina di volta in volta necessaria. Ma la Regione Veneto non passa nemmeno questo dispositivo, che costa sui 2000 euro, oltre ai 300 euro al mese per le attrezzature necessarie al suo funzionamento. Il Sistema sanitario lombardo lo passa». Oscar non ci pensa a tornare a vivere nella sua regione d’origine, dove tuttavia due anni fa ha dovuto temporaneamente trasferirsi per un trapianto al pancreas, purtroppo non riuscito. «Amo questa terra e amo la persona con cui vivo», ripete, sottolineando che il problema è un altro: «Col mio stipendio da dipendente pago tutte le tasse. Ma quei diabetici che, a causa di questa malattia invalidante faticano a lavorare, come fanno a sostenere i costi delle cure? Come si può definire virtuosa una Regione che li abbandona così?». Oscar ha scritto una lettera al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Lo ha fatto per sé, e lo ha fatto anche per tutte le persone nelle sue stesse condizioni. Il progetto del traforo è stato ridotto (niente camion e una sola canna). Tu cosa faresti? Va bene anche così Non facciamolo più Facciamo il traforo corto OK ALTRI SONDAGGI Francesca Lorandi COMMENTA PARTECIPA. INVIACI I TUOI COMMENTI Scrivi qui il tuo commento e premi Invia Attenzione: L'intervento non verrà pubblicato fino a quando il moderatore non lo avrà letto ed approvato. I commenti ritenuti inadatti o offensivi non saranno pubblicati. Informativa privacy: L’invio di un commento richiede l’utilizzo di un “cookie di dominio” secondo quanto indicato nella Privacy Policy del sito; l’invio del commento costituisce pertanto consenso informato allo scarico del cookie sul terminale utilizzato. INVIA PAGINE 1 DI 1 Contatti Privacy policy Pubblicità Mappa del sito Società Athesis S.p.A. – Corso Porta Nuova, 67 – I-37122 Verona (VR) – REA: VR-44853 – Cap. soc. i.v.: 1.768.000 Euro – P.IVA e C.F. 00213960230 – Copyright © 2017 – Tutti i diritti riservati Questo sito web utilizza i cookie anche di profilazione al fine di migliorarne la fruibilità. 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