Numero 31

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Numero 31
n°
XXXI
Anno 83 d.G.M.
L'Improbabile
em ai l :
Samizdat Berico
i m p rob a b i l e . s a m i zd a t@g m a i l . com
Aperiodico di fantacultura e disinformazione
ALKASELTZ
Ho letto un articolo della solita
scienziata americana di qualche
eminente istituto di ricerca o
università assolutamente sconosciuti
il quale diceva che la donna pensa
mediamente al sesso una volta al
giorno, mentre l’uomo ci pensa in
media ogni 57 minuti. Come dire che
le donne che dovessero mai pensare
al sesso tanto spesso quanto gli
uomini soffrirebbero di ninfomania
cronica. Mentre, se gli uomini ci
pensassero tanto poco quanto le
donne, sarebbero quasi dei santi.
L’articolo diceva poi che la donna
pronuncerebbe una media di circa
20.000 parole al giorno, mentre
l’uomo si attesta sulle 7.000 circa.
Ma così tutto si spiega! E’ evidente
che il sesso è l’unico modo per
calmare, otturare la mitragliante
logorrea della donna e aumentare,
invece, l’ingrugnita tendenza al
silenzio dell’uomo. Dio vede e prevede,
anche se non provvede.
Cerutti Gino
2015: L’ANNO DELLA
COPROFAGIA
Mani giganti, cervello fino: Gianni
Morandi, la cui fama è legata ad
alcune
canzoni
di
dubbia
ascoltabilità ma soprattutto alle
leggendarie attitudini coprofaghe,
sembra essere il candidato ideale alla
presidenza della repubblica, nobile
carica da molti ambita. La sua
minuta figura, stimata e derisa, come
sovente accade per i più grandi
personaggi della storia italiana,
potrebbe incarnare perfettamente
quella di capo dello stato, da tempo
associata ad un’inguaribile abilità
nell’ingoiare, senza filtro né
opposizione, tutto ciò che il governo è
in grado di propinare ai suoi prodi
cittadini. Chi meglio di un celebre
divoratore di residui corporei può
degnamente
rappresentare
l’interminabile schiera di lavoratori
che quotidianamente deve sottostare
in silenzio agli ordini impartiti
dall’alto? Chi meglio di quel
buongustaio di Gianni Morandi,
famelico consumatore di alimenti a
chilometro zero, può ricoprire un
ruolo oramai inutile e obsoleto? Forse
molti, ma qualcuno più di tutti. Buon
anno e… buon appetito!
Ken Folle
Fortunello
Ovvero quanto mi costa la
bolletta dell’acqua
Da qualche parte, verso sud. E' ancora
buio, l'alba non ancora spuntata. Da una
capanna, la luce tremolante di un fuoco,
è l'unico segno di vita. Una giovane
madre sveglia delicatamente il figlio
maggiore. In silenzio si legano in vita un
panno colorato, si caricano due capienti
otri vuoti sulla testa e si incamminano
nel buio. Alba, il sole lentamente sale alto
nel cielo, il calore brucia la terra e l'aria.
Madre e figlio camminano nel fuoco. Le giare cariche d'acqua ondeggiano
leggere in equilibrio sulle loro teste. Ogni tanto una goccia tiepida si mescola
al sudore rinfrescandoli, un sollievo. Diverse ore di cammino, diversi
chilometri, finalmente casa. Posano a terra i recipienti pieni d'acqua, il resto
della famiglia è sveglia da molto, sono affamati. A terra vengono
ammonticchiati legna e sterpi, si accende il fuoco. In equilibrio su tre pietre,
la madre mette a scaldare l'acqua per il riso in una pesante marmitta.
Nell'attesa si avvicina alle due giare, i figli in fila bevono a turno e a piccoli
sorsi da una piccola zucca cava. La madre copre con cura il recipiente e
sorridendo ai figli "E' una benedizione quel pozzo di acqua potabile", "hai
ragione mamma, siamo proprio fortunati".
Odori
Esco tutte le sere, e ieri sera, seduta
al tavolino all'aperto del mio solito
bar, mi sono resa conto per la prima
volta di quanto possano puzzare le
sigarette per chi, come me, ha smesso
di fumare da poco più di un mese.
Prima di lanciarmi nelle isteriche
invettive di chi si lamenta, ma
venderebbe volentieri una cugina di
terzo grado per un tiro di paglia,
meglio se Marlboro rossa, mi sono
soffermata un attimo sulla nuova
funzionalità del mio naso, e, sorpresa,
mi sono messa ad annusare con
attenzione l'aria circostante. Ho
scoperto, poco più di un minuto dopo,
che la tizia carina con gli occhi
bistrati seduta al tavolino accanto al
mio, emanava l'inconfondibile odor di
sudore di certe camicette sintetiche,
tanto belline, ma assolutamente
importabili dopo le prime due volte
che ci esci e muovi un solo passo. Il
suo moroso, che la guardava con aria
vogliosa e romantica, forse trovava
sexy quell'odore, sebbene non avesse
nulla di selvaggio, ma certamente
qualcosa di stantio. Lui, d'altra parte,
non poteva certo aprire bocca, visto
che il suo loden demodé emanava un
inconfondibile odore di nuvole di
gambero, segno che probabilmente la
sera prima i due si tenevano per
mano al ristorante cinese all'angolo.
La signora impellicciata che stava
entrando con piglio da femmina
dominatrice,
indossava
un
costosissimo profumo francese, dal
nome evocativo, che svelava, ben
prima del reale accadimento dei fatti,
una lingerie al limite del sadomaso,
che nascondeva, ma esibiva, i gusti
sessuali di quelle che oggi,
crudelmente, vengono chiamate MILF.
Il suo accompagnatore, invece,
sapeva banalmente di bergamotto,
segno che lui, la MILF, non era
assolutamente
in
grado
di
fronteggiarla, men che meno dopo
due Spritz Campari e col freno
inibitore dimenticato sul sedile
posteriore del SUV in leasing. I due
ragazzotti che si attardavano sotto il
portico non potevano che sapere di
ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata
Continua a pag. 2
1
tabacco, in prima battuta, ma sotto
sotto anche delle canne di gangia del
dopo scuola, e di mentina, in vista del
ceffone che attende il nerd brufoloso
quando la mamma gli annusa l'alito
con la scusa di un bacio.
All'improvviso mi sono sentita
ubriaca di quel fortissimo miscuglio
di odori, così mi sono alzata, e ho
deciso di cambiare aria. Già, così si
dice.... E ho avuto così un flash
improvviso, e mi sono accorta che
anche i giorni a volte puzzano e a
volte hanno un buon odore, e molto,
molto di più le notti, ciascuna delle
quali ha un odore inconfondibile, cui
quasi nessuno fa caso, sbagliando
alla grande. Perché, con un po' di
abitudine, si potrebbe intuire se
quella certa sera si raccatterà un
due di picche o si farà goal, o se sarà
sera da multe, da lite col moroso, da
primo bacio con quella gnocca che
occhieggi al tuo bar da settimane, o
se a un certo punto ci prenderà la
tristezza cosmica da balla pianzotta,
oppure l'allegria di una cena con gli
amici che te la ricordi per una
settimana. E, in tutti questi anni, io
non ci avevo mai fatto caso, al
profumo della notte. E adesso che lo
so, la domanda è: quanti sono i
messaggi a cui non facciamo caso,
proprio lì, sotto il nostro naso???
Amanda Lear
Il Canton del ALMANACCO METEOROPATICO
GENNAIO 2015
Fromboliere
Un periodico oggi mi informa che in
Cina il governo ha imposto a tutti i
ristoranti una peculiare ricetta
culinaria e la sua corretta,
millimetrica esecuzione, altrimenti
scattano
inflessibili
sanzioni
pecuniarie e bastonate a ritmo di
metronomo. Si tratta del famoso suino
rosso stufato, altresì noto come il
maiale alla Mao che, apparentemente,
Un mese difficile. Il tempo scorre in
continuazione ma lo si percepisce solo in
determinate ricorrenze. Capodanno apre a
nuove speranze, feste, bevute, epifanie. Il
malumore di tornare al lavoro va a braccetto
con un freddo tanto gelido da ghiacciare lo
spirito.
Liete Novelle
Gommone naufragato al largo di Malta, 85 immigrati clandestini tratti
in salvo dalla Marina, 20 potenziali immigrati clandestini dispersi in
mare.
Ucraina, durante uno scontro tra Kiev e i separatisti filorussi è stato
coinvolto un autobus di civili, 13 morti e 20 feriti.
Santi del mese
a detta di lui, lo ha reso più
intelligente. Un piatto forte insomma,
un piatto che credo sarebbe utile
imporre senza pietà a tutta quella
classe politica italiana che ancora
osa definirsi di sinistra al fine di
risollevarla dal paciugoso baratro
telenovelistico in cui, con tanta
sfacciata
infingardaggine,
è
ridicolmente sprofondata. Per una
vera rifondazione, maiale alla Mao
per tutti!
Uguccione Sommaruga
Il Freddurino
Il proverbio del freakettone: tutte le strade portano aroma
Gustavo Lacanna
Rissa all’Unione Ciechi. Sono botte da orbi
Sig. ra Baldo
Lo stoccafisso più stupido? Il baccalà mentecatto
Swurz
Amo chi ha qualcosa a cui pensare
Flavia Vento
L’esercito arruola Rocco Siffredi: “Ci serve uno straTega”
Diodo
Illuminato amante del tradizionale formaggio greco: il pro­feta
Mr. Ph
Presentatore TV muore per scossa elettrica : era un buon conduttore
La Vercellina
Pessimo ristorante del Nevada: Las Vegan
Amedeo Minghia
Film spinto tratto da un noto colossal: Uccelli di rovere
Gianfiore Manero
San Giovese ­ protettore della goliardia
San Martino di Castrozza ­ beniamino degli sport invernali
Malattie di stagione
Influenza: vivendo in comode case asettiche e riscaldate, viaggiando
in macchine riscaldate e lavorando in luoghi riscaldati il primo colpo
d'aria vi è fatale. I filtri dei termoconvettori raccolgono microbi e
germi, li allevano e li rimettono in circolo, occhio agli uffici e ai luoghi
chiusi. Se già ne siete affetti, una normale cura a base di antibiotici
non serve; con le porcherie che ingeriamo consumando polli grossi
come avvoltoi e pomodori fuori stagione non c'è medicina che vi salvi.
Espettorare denso muco agevola la guarigione ma è indecoroso.
Sifilide: attenzione a questa infelice malattia venerea. Il clima rigido ci
spinge a trovare calore; la trasmissione per via sessuale la rende
estremamente popolare durante la stagione fredda. Non c'è cura e vi
costringerebbe a giacere con lo stesso partner fino alla fine dei vostri
giorni, che comunque non saranno molti.
Propositi
Fa freddo. Hai inaugurato il nuovo anno bevendo e mangiando come
se non ci fosse un domani. Hai trascorso le feste a letto influenzato, ti
sei rotto una gamba andando a sciare, lavorare ti avvelena le giornate
e la luce del sole non fai in tempo a vederla. In realtà non hai nulla di
sensato per cui vivere, le tue continue lamentele ne sono la prova. Se
non riesci a risolvere le tue grane, se ricadi sempre nei medesimi
tranelli, se senti il bisogno di continue distrazioni, la vita non fa per
te. Taci! Fai qualcosa o falla finita! La vita è breve ma puoi sempre
renderla cortissima, un po' di buona volontà.
Microelzeviro dal Fronte
Le
guerre
d’indipendenza
italiane
costituiscono una lettura divertente e
permettono di assaporare con un sorriso
(eroico?) le ragioni profonde di questa
miserevole Italietta che, come un fiacco
teatrino ambulante di provincia, viaggia su
di un trenino borbonico che da tempo ha
perso il suo debole slancio.
Beppe Sardella
ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata
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IL BELATO
Un nuovo, interessante fenomeno si è
diffuso in rete: il belato. Cos’è il
belato? Fondamentalmente è un
punto di vista, generalmente
polemico, su qualsivoglia argomento,
espresso via social network. Il belato
è stilato da un individuo online,
iscritto a Facebook, a Twitter o a una
qualsiasi turpitudine consimile. Il
belato si compie con un rituale ben
preciso: il belatore (o belante non si
sa) ha quasi sempre la pancia piena
(spesso infatti il belato avviene dopo
cena), si rimbocca le maniche quasi
si accingesse a costruire l’Empire
State Building, assume il cipiglio
tipico di chi sta per conquistare il
mondo, si sgranchisce le dita, si
avvicina al computer e lo guarda
intensamente. Poi redige una
filippica, la rilegge due o tre volte e
alla fine, con solennità, pigia il tasto
“pubblica”. Soddisfatto del suo
operato, va a poltrire sul divano, o a
fare le collanine con le conchiglie.
Il belato può affrontare svariati
argomenti, che spaziano dall’azione
del governo al contenuto delle
trasmissioni televisive, dal come ci si
guarda, ci si tocca, ci si bacia, alle
vicende legate al personaggio famoso,
dallo sport alla marca di collirio più o
meno consigliata a Natale, Pasqua e
Ferragosto. In realtà, non è poi così
importante il contenuto, l’importante,
per il belatore, è esprimere il proprio
dissenso. Se oggi il belatore
disapprova
il
metodo
di
confezionamento delle insalate in
sacchetto, domani disapproverà
l’installazione dell’antenna TV sul
tetto dei vicini. Il belatore dissente,
questo è il suo ruolo.
Il belatore, a sua insaputa, produce
un altro fenomeno sempre più
diffuso. Si chiama, scientificamente,
“amici
repulsa”
e
significa
letteralmente “rifiuto dell’amico”.
Molto spesso infatti, gli amici dei
belatori, stanchi di leggere pippe
interminabili sulla mediocrità del
genere umano, preferiscono togliere il
belatore dagli amici, adducendo
scusanti quali “perdonami, mi è
scappato il mouse sul pulsante ‘togli
dagli amici’”.
Perché il belato si chiama così? Per
diversi motivi. Innanzitutto per la
facilità con cui si bela. Sono
sufficienti un computer, un
collegamento a internet e l’iscrizione
a un social network. Di solito, dietro
al belato non v’è nessuna ricerca e
quindi neanche il minimo sforzo per
documentarne il contenuto. Il belato
si fa da casa, al caldo, non occorre
neanche prendere l’autobus. Non
occorre essere iscritti all’albo dei
belatori, non occorre spendere un
euro e non occorre studiare una
strategia
di
marketing
per
raggiungere più lettori possibile.
Inoltre è scritto da una persona auto­
inseritasi
nell’enorme
gregge
virtuale; idealmente, è una pecora, la
quale vuole fare la parte del lupo, ma
che sempre pecora rimane, in quanto
sbraita contro altre pecore e quindi,
bela.
La cosa che più mi diverte è che,
probabilmente, nessun belatore
leggerà mai questo articolo. In primis
perché il belatore, per sua natura,
bela ma non ascolta e, una volta
pigiato il tasto “pubblica”, non vuol
saperne di sentire l’opinione altrui (è
troppo faticoso). In secondo luogo
perché questo non è il mezzo di
comunicazione del belatore: è fatto di
carta e inchiostro ed è troppo pesante
da alzare e portare agli occhi. Ah…
dimenticavo… se questo articolo può
sembrare un belato, ricordo che ho
contribuito a impaginarlo, pagarne le
copie, ritirarle in copisteria, piegarle e
distribuirle.
Gigi Trombetta
Calcio di rigore
Vien da pensare che la libertà, come una moglie che ingrassa, o un marito
che russa e perde i capelli, per chi lo o li ha, dopo un po’ stufa. Se così fosse,
ora mi spiego le guerre, le distruzioni, i totalitarismi, gli eccidi, le schiavitù,
null’altro che degli eccitanti, delle maniere per sfuggire alla noia della
libertà, libertà piana, arcadica, bovina, piatta, ronzante, libertà ovvia,
pallosa, libera, senza costrizioni, senza fatica, oziosa, marcia e marcescente,
libertà impudica, troia, corrompente, concupiscente, lasciva, vedete, tutti
quei termini e aggettivi che uno getta qua e là per poi trasformarsi in
assassino fascista o comunista (tanto per rimanere nel limitato
comprendonio eurocentrico) e imbastire una nuova ragionevole limitazione
della libertà, nuove cacce alle streghe, nuove notti dei lunghi coltelli, etc.,
affinché la gente torni ad averne un gusto nuovo, sano, fresco, pimpante, e
questo, credo, perché certa gente, della libertà, non ha saputo fare buon uso.
C’è infatti chi per anni ha giocato a fare il libero lamentandosi di non esserlo
interamente quando invece lo era, e l’unica cosa che gli faceva difetto era la
coscienza e la voglia di esserlo, libero, perché schiavo del gioco di non esserlo,
di protestare a tutti i costi, a ragione non veduta, gente cioè che accusa e
accusava altra gente di essere schiava senza sapere (la migliore delle
opzioni) che essi stessi erano schiavi delle loro parole preordinate,
imparaticce, parole mai pensate e, soprattutto, mai sentite nel cuore, ma solo
e sempre assorbite, e che, insomma, han finito per essere dei pappagalli, ma
col sacro compito di dare nerbate alla società, prona e addormentata,
quando loro ­ paladini dell’avanguardia di non si sa che cosa, o forse sarebbe
meglio dire (meglio per loro, dà un’aura di incombente fatalità mistico­
rivoluzionaria) antesignani del nulla ­ proni e addormentati lo erano più di
essa. Bene, scateneremo un’altra guerra, solo per dare nuovo corso e nuovo
brio al senso della libertà, e sono sicuro che avremo delle belle sorprese. Un
panino al salame, per favore.
Sandro Mazzola
SOGNI D'ORO
Vedi, bambino mio, il buon Gesù ci ha
donato un mondo semplice nella sua
complessità. Tutto ciò che esiste è
composto da differenti combinazioni
di atomi; dall'unione di queste
particelle microscopiche otteniamo la
nostra ricchezza come l'aria che
respiriamo, l'acqua con cui ci
dissetiamo, i frutti con cui ci
nutriamo, il petrolio con cui ci
muoviamo, il gas con cui ci
riscaldiamo, l'oro con cui ci
arricchiamo, il vino con cui
festeggiamo, le pellicce con cui ci
vestiamo, il coltan con cui
comunichiamo. Il miracolo avviene
quando gli stessi elementi danno
origine alla vita. Pensa solo alle
piante che ti regalano l'ossigeno che
ti serve per vivere, alle erbe che ti
curano, alle alghe che ossigenano
l'oceano; e non dimenticare gli
animali, ci aiutano nel lavoro, ci
vestono, ci nutrono, ci fanno
compagnia, ci si affezionano, ci
aiutano nei progressi medici, ci
ricordano i tempi che furono
giocando con noi alla caccia. E’
proprio da una di queste creature
che si è evoluto un animale tanto
superiore da essersi meritato un
regno a sé, l'uomo…come te e come
me, figlio mio. Noi siamo gli uomini, è
tutto nostro, è tutto per noi, se vuoi
qualcosa prendilo, non esitare,
allunga una mano e prendilo, non
chiedere il permesso a nessuno, ti
appartiene. Ma, ahimè, ci sono anche
tanti uomini malvagi e bisogna
sapersi difendere. Non immagini
quanta cattiveria, quanto egoismo
c'è nel mondo. Ci sono paesi come il
nostro che amano la condivisione, il
reciproco scambio, mentre altri
vogliono tenere tutta la ricchezza
che possiedono per se stessi, anche
se
non
la
adoperano.
Fortunatamente i paesi più civili e
responsabili hanno trovato una
preziosa merce di scambio. Le forze
di pace portano e installano genuine
democrazie con cui è semplice e
vantaggioso
trovare
accordi
commerciali che permettano a tutti
noi di sopravvivere. E come in tutte
le migliori storie umane, il bene vince
sempre. Buona notte, amore mio.
Mamma Gaia
ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata
3
CRUCIVERBA
SOUVENIR O
MORTE!
Qualche giorno fa ho visto la vetrina
di un’agenzia di pompe funebri che,
tra vari articoli funerari, necrologi,
corone etc., reclamizzava anche la
possibilità di comporre “ricordini”.
Ricordini? Bisogna che passi di là per
capire di cosa si tratta. Non nego che
la curiosità mi prude un po’ ovunque.
Che facciano il calco dell’orecchio del
defunto? Una fotocopia del suo
apparato genitale (ancor più
commovente se il defunto è un
maschio, per via del rigor mortis e
delle non improbabilissime ultime
stille di seme)? Caricature dal vivo,
nell’ultimo istante di agonia? Boh. O
che oppure propongano una fialetta
con l’ultimo respiro esalato?
Souvenir miniaturizzati Made in
China a esatta immagine della tomba
in cui il trapassato riposerà per
qualche anno prima che arrivino le
ruspe sotto un’inarrestabile spinta
demografica al grido di “a morte gli
stranieri che ci rubano il lavoro,
prendono le nostre donne e
ammazzano i nostri morti”? Un
tavolino a tre piedi per sedute
spiritiche? Un gagliardetto di un club
di necrofili o la foto e l’indirizzo del
becchino che va per la maggiore? Un
campione contraffatto dell’ultima
manciata di terra gettata sulla bara?
Una registrazione dei singhiozzi dei
parenti scurocchialuti nel momento
dell’estremo saluto? Boh, c’è proprio
da dire boh. Domani passo di là e non
mi stupirei se quegli indomiti sciacalli
dell’agenzia ne sapessero una più del
diavolo e che io me ne ritornassi a
casa illuminato e accanito come un
satanista neofita.
Paolo Brosio
La domandina del buon
figliuolo
le parole di 4 o più lettere sono definite in antitesi
ORIZZONTALI
1. Ninfa associata al fuoco
6. Non c’è quello doppio
10. Viene se si mangia poca carne
14. E’ caro a Salvini
16. Odiava Heidi
17. Il noi latino
18. Le pari nelle serre
19. Sigla dello ioduro di idrogeno
20. Le comodità della vita
21. Lo stato più esteso del mondo
27. Famoso film… con una brutta colonna
sonora
29. La madre di Acrisio di Argo
30. L’inizio del niente
31. Rendono uomini i socini
32. Abbreviazione d’istituto
34. … 102 e 5
35. Vulcano dell’alta Italia
37. Statue che guardano l’entroterra
39. Cifra imprecisata
40. Divinità femminile greca che significa
“grido”
42. Zona secca del deserto
44. Si trova a ovest della Costa d’Avorio
46. La notte catalana
47. Lo è anche Elton John
49. Conservatore turco degli anni trenta
51. Opera minore di Mascagni
53. Politica appartenente a un movimento
americano di sinistra
54. Chiara e immacolata
VERTICALI
1. Destra Nazionale
2. Esaltato, magnificato
3. Sport poco seguito negli Stati Uniti
4. Non produce cioccolato
5. Si ripetono nell’exequatur
6. Cittadina che non produce prodotti
caseari
7. Expo senza pari
8. Il Niger sui siti internet
9. E’ poco utilizzata dall’industria
alimentare
10. Il diabetico non si preoccupa se l’ha
alta
11. Ci precedono nell’amminoacido
12. Sostare, rimanere
13. Il fiume più corto della penisola
iberica
14. Se li vedi allo specchio
15. Oppressore, despota
16. Cane di grossa taglia
21. Pubblica vignette pro­islam
22. Metà Audi
23. Il lob senza centro
24. Verona
25. Iniziali del Tasso
26. Ce l’han la star e il bovaro
27. Tardare senza arare
28. La ama il frettoloso
33. Si ripetono nel dissolto
36. Poiché… non si dice in inglese
38. Tutti
40. La Barbara dei Beach Boys
41. Dèi nordici
43. Diminutivo femminile
45. Il nome della Anais
48. Pari nell’isba
50. Mi precedono nell’anticonformismo
52. L’IRI senza industriale
REBUS RAZZISTA (1, 3, 5, 1, 4, 2, 7)
Mamma, ma se non bevo acqua così ne rimane
di più per quelli che han sete in Africa, faccio
bene? Bravo mona, e io poi come faccio a far
funzionare la lavastoviglie, eh? Con lo sputo?
Adonias Filho
Soluzioni n. XXX ­ 90 dopo Mario Tchou
OpiGnIoni
REBUS (6 8): S Elfi; Epa R; I Gino = SELFIE PARIGINO ­ REBUS (8 5): I
Tali a NO; Medi O = ITALIANO MEDIO
di Leopoldo Boffalora
Essere in pace con sé stessi mentre si è in guerra con tutti gli altri richiede una potenza
spirituale che io credo sono in pochissimi ad avere. Se sono fortunati, non lo so. Però spero
che quei pochi abbiano l’occasione di incontrarsi e che siano capaci di farsi una
silenziosa partitina a briscola davanti a un buon bicchiere di vino, come pure di emettere
dei rutti spaventosi, da cetaceo, non fosse altro che per lo sghignazzante godimento
solitario di crudeli balenieri giapponesi o norvegesi al largo della Namibia, rutti che
fungeranno da dieresi del cosmo e da accento circonflesso dei suoi oramai ridicoli buchi
neri.
ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata
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