Numero 31
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Numero 31
n° XXXI Anno 83 d.G.M. L'Improbabile em ai l : Samizdat Berico i m p rob a b i l e . s a m i zd a t@g m a i l . com Aperiodico di fantacultura e disinformazione ALKASELTZ Ho letto un articolo della solita scienziata americana di qualche eminente istituto di ricerca o università assolutamente sconosciuti il quale diceva che la donna pensa mediamente al sesso una volta al giorno, mentre l’uomo ci pensa in media ogni 57 minuti. Come dire che le donne che dovessero mai pensare al sesso tanto spesso quanto gli uomini soffrirebbero di ninfomania cronica. Mentre, se gli uomini ci pensassero tanto poco quanto le donne, sarebbero quasi dei santi. L’articolo diceva poi che la donna pronuncerebbe una media di circa 20.000 parole al giorno, mentre l’uomo si attesta sulle 7.000 circa. Ma così tutto si spiega! E’ evidente che il sesso è l’unico modo per calmare, otturare la mitragliante logorrea della donna e aumentare, invece, l’ingrugnita tendenza al silenzio dell’uomo. Dio vede e prevede, anche se non provvede. Cerutti Gino 2015: L’ANNO DELLA COPROFAGIA Mani giganti, cervello fino: Gianni Morandi, la cui fama è legata ad alcune canzoni di dubbia ascoltabilità ma soprattutto alle leggendarie attitudini coprofaghe, sembra essere il candidato ideale alla presidenza della repubblica, nobile carica da molti ambita. La sua minuta figura, stimata e derisa, come sovente accade per i più grandi personaggi della storia italiana, potrebbe incarnare perfettamente quella di capo dello stato, da tempo associata ad un’inguaribile abilità nell’ingoiare, senza filtro né opposizione, tutto ciò che il governo è in grado di propinare ai suoi prodi cittadini. Chi meglio di un celebre divoratore di residui corporei può degnamente rappresentare l’interminabile schiera di lavoratori che quotidianamente deve sottostare in silenzio agli ordini impartiti dall’alto? Chi meglio di quel buongustaio di Gianni Morandi, famelico consumatore di alimenti a chilometro zero, può ricoprire un ruolo oramai inutile e obsoleto? Forse molti, ma qualcuno più di tutti. Buon anno e… buon appetito! Ken Folle Fortunello Ovvero quanto mi costa la bolletta dell’acqua Da qualche parte, verso sud. E' ancora buio, l'alba non ancora spuntata. Da una capanna, la luce tremolante di un fuoco, è l'unico segno di vita. Una giovane madre sveglia delicatamente il figlio maggiore. In silenzio si legano in vita un panno colorato, si caricano due capienti otri vuoti sulla testa e si incamminano nel buio. Alba, il sole lentamente sale alto nel cielo, il calore brucia la terra e l'aria. Madre e figlio camminano nel fuoco. Le giare cariche d'acqua ondeggiano leggere in equilibrio sulle loro teste. Ogni tanto una goccia tiepida si mescola al sudore rinfrescandoli, un sollievo. Diverse ore di cammino, diversi chilometri, finalmente casa. Posano a terra i recipienti pieni d'acqua, il resto della famiglia è sveglia da molto, sono affamati. A terra vengono ammonticchiati legna e sterpi, si accende il fuoco. In equilibrio su tre pietre, la madre mette a scaldare l'acqua per il riso in una pesante marmitta. Nell'attesa si avvicina alle due giare, i figli in fila bevono a turno e a piccoli sorsi da una piccola zucca cava. La madre copre con cura il recipiente e sorridendo ai figli "E' una benedizione quel pozzo di acqua potabile", "hai ragione mamma, siamo proprio fortunati". Odori Esco tutte le sere, e ieri sera, seduta al tavolino all'aperto del mio solito bar, mi sono resa conto per la prima volta di quanto possano puzzare le sigarette per chi, come me, ha smesso di fumare da poco più di un mese. Prima di lanciarmi nelle isteriche invettive di chi si lamenta, ma venderebbe volentieri una cugina di terzo grado per un tiro di paglia, meglio se Marlboro rossa, mi sono soffermata un attimo sulla nuova funzionalità del mio naso, e, sorpresa, mi sono messa ad annusare con attenzione l'aria circostante. Ho scoperto, poco più di un minuto dopo, che la tizia carina con gli occhi bistrati seduta al tavolino accanto al mio, emanava l'inconfondibile odor di sudore di certe camicette sintetiche, tanto belline, ma assolutamente importabili dopo le prime due volte che ci esci e muovi un solo passo. Il suo moroso, che la guardava con aria vogliosa e romantica, forse trovava sexy quell'odore, sebbene non avesse nulla di selvaggio, ma certamente qualcosa di stantio. Lui, d'altra parte, non poteva certo aprire bocca, visto che il suo loden demodé emanava un inconfondibile odore di nuvole di gambero, segno che probabilmente la sera prima i due si tenevano per mano al ristorante cinese all'angolo. La signora impellicciata che stava entrando con piglio da femmina dominatrice, indossava un costosissimo profumo francese, dal nome evocativo, che svelava, ben prima del reale accadimento dei fatti, una lingerie al limite del sadomaso, che nascondeva, ma esibiva, i gusti sessuali di quelle che oggi, crudelmente, vengono chiamate MILF. Il suo accompagnatore, invece, sapeva banalmente di bergamotto, segno che lui, la MILF, non era assolutamente in grado di fronteggiarla, men che meno dopo due Spritz Campari e col freno inibitore dimenticato sul sedile posteriore del SUV in leasing. I due ragazzotti che si attardavano sotto il portico non potevano che sapere di ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata Continua a pag. 2 1 tabacco, in prima battuta, ma sotto sotto anche delle canne di gangia del dopo scuola, e di mentina, in vista del ceffone che attende il nerd brufoloso quando la mamma gli annusa l'alito con la scusa di un bacio. All'improvviso mi sono sentita ubriaca di quel fortissimo miscuglio di odori, così mi sono alzata, e ho deciso di cambiare aria. Già, così si dice.... E ho avuto così un flash improvviso, e mi sono accorta che anche i giorni a volte puzzano e a volte hanno un buon odore, e molto, molto di più le notti, ciascuna delle quali ha un odore inconfondibile, cui quasi nessuno fa caso, sbagliando alla grande. Perché, con un po' di abitudine, si potrebbe intuire se quella certa sera si raccatterà un due di picche o si farà goal, o se sarà sera da multe, da lite col moroso, da primo bacio con quella gnocca che occhieggi al tuo bar da settimane, o se a un certo punto ci prenderà la tristezza cosmica da balla pianzotta, oppure l'allegria di una cena con gli amici che te la ricordi per una settimana. E, in tutti questi anni, io non ci avevo mai fatto caso, al profumo della notte. E adesso che lo so, la domanda è: quanti sono i messaggi a cui non facciamo caso, proprio lì, sotto il nostro naso??? Amanda Lear Il Canton del ALMANACCO METEOROPATICO GENNAIO 2015 Fromboliere Un periodico oggi mi informa che in Cina il governo ha imposto a tutti i ristoranti una peculiare ricetta culinaria e la sua corretta, millimetrica esecuzione, altrimenti scattano inflessibili sanzioni pecuniarie e bastonate a ritmo di metronomo. Si tratta del famoso suino rosso stufato, altresì noto come il maiale alla Mao che, apparentemente, Un mese difficile. Il tempo scorre in continuazione ma lo si percepisce solo in determinate ricorrenze. Capodanno apre a nuove speranze, feste, bevute, epifanie. Il malumore di tornare al lavoro va a braccetto con un freddo tanto gelido da ghiacciare lo spirito. Liete Novelle Gommone naufragato al largo di Malta, 85 immigrati clandestini tratti in salvo dalla Marina, 20 potenziali immigrati clandestini dispersi in mare. Ucraina, durante uno scontro tra Kiev e i separatisti filorussi è stato coinvolto un autobus di civili, 13 morti e 20 feriti. Santi del mese a detta di lui, lo ha reso più intelligente. Un piatto forte insomma, un piatto che credo sarebbe utile imporre senza pietà a tutta quella classe politica italiana che ancora osa definirsi di sinistra al fine di risollevarla dal paciugoso baratro telenovelistico in cui, con tanta sfacciata infingardaggine, è ridicolmente sprofondata. Per una vera rifondazione, maiale alla Mao per tutti! Uguccione Sommaruga Il Freddurino Il proverbio del freakettone: tutte le strade portano aroma Gustavo Lacanna Rissa all’Unione Ciechi. Sono botte da orbi Sig. ra Baldo Lo stoccafisso più stupido? Il baccalà mentecatto Swurz Amo chi ha qualcosa a cui pensare Flavia Vento L’esercito arruola Rocco Siffredi: “Ci serve uno straTega” Diodo Illuminato amante del tradizionale formaggio greco: il profeta Mr. Ph Presentatore TV muore per scossa elettrica : era un buon conduttore La Vercellina Pessimo ristorante del Nevada: Las Vegan Amedeo Minghia Film spinto tratto da un noto colossal: Uccelli di rovere Gianfiore Manero San Giovese protettore della goliardia San Martino di Castrozza beniamino degli sport invernali Malattie di stagione Influenza: vivendo in comode case asettiche e riscaldate, viaggiando in macchine riscaldate e lavorando in luoghi riscaldati il primo colpo d'aria vi è fatale. I filtri dei termoconvettori raccolgono microbi e germi, li allevano e li rimettono in circolo, occhio agli uffici e ai luoghi chiusi. Se già ne siete affetti, una normale cura a base di antibiotici non serve; con le porcherie che ingeriamo consumando polli grossi come avvoltoi e pomodori fuori stagione non c'è medicina che vi salvi. Espettorare denso muco agevola la guarigione ma è indecoroso. Sifilide: attenzione a questa infelice malattia venerea. Il clima rigido ci spinge a trovare calore; la trasmissione per via sessuale la rende estremamente popolare durante la stagione fredda. Non c'è cura e vi costringerebbe a giacere con lo stesso partner fino alla fine dei vostri giorni, che comunque non saranno molti. Propositi Fa freddo. Hai inaugurato il nuovo anno bevendo e mangiando come se non ci fosse un domani. Hai trascorso le feste a letto influenzato, ti sei rotto una gamba andando a sciare, lavorare ti avvelena le giornate e la luce del sole non fai in tempo a vederla. In realtà non hai nulla di sensato per cui vivere, le tue continue lamentele ne sono la prova. Se non riesci a risolvere le tue grane, se ricadi sempre nei medesimi tranelli, se senti il bisogno di continue distrazioni, la vita non fa per te. Taci! Fai qualcosa o falla finita! La vita è breve ma puoi sempre renderla cortissima, un po' di buona volontà. Microelzeviro dal Fronte Le guerre d’indipendenza italiane costituiscono una lettura divertente e permettono di assaporare con un sorriso (eroico?) le ragioni profonde di questa miserevole Italietta che, come un fiacco teatrino ambulante di provincia, viaggia su di un trenino borbonico che da tempo ha perso il suo debole slancio. Beppe Sardella ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata 2 IL BELATO Un nuovo, interessante fenomeno si è diffuso in rete: il belato. Cos’è il belato? Fondamentalmente è un punto di vista, generalmente polemico, su qualsivoglia argomento, espresso via social network. Il belato è stilato da un individuo online, iscritto a Facebook, a Twitter o a una qualsiasi turpitudine consimile. Il belato si compie con un rituale ben preciso: il belatore (o belante non si sa) ha quasi sempre la pancia piena (spesso infatti il belato avviene dopo cena), si rimbocca le maniche quasi si accingesse a costruire l’Empire State Building, assume il cipiglio tipico di chi sta per conquistare il mondo, si sgranchisce le dita, si avvicina al computer e lo guarda intensamente. Poi redige una filippica, la rilegge due o tre volte e alla fine, con solennità, pigia il tasto “pubblica”. Soddisfatto del suo operato, va a poltrire sul divano, o a fare le collanine con le conchiglie. Il belato può affrontare svariati argomenti, che spaziano dall’azione del governo al contenuto delle trasmissioni televisive, dal come ci si guarda, ci si tocca, ci si bacia, alle vicende legate al personaggio famoso, dallo sport alla marca di collirio più o meno consigliata a Natale, Pasqua e Ferragosto. In realtà, non è poi così importante il contenuto, l’importante, per il belatore, è esprimere il proprio dissenso. Se oggi il belatore disapprova il metodo di confezionamento delle insalate in sacchetto, domani disapproverà l’installazione dell’antenna TV sul tetto dei vicini. Il belatore dissente, questo è il suo ruolo. Il belatore, a sua insaputa, produce un altro fenomeno sempre più diffuso. Si chiama, scientificamente, “amici repulsa” e significa letteralmente “rifiuto dell’amico”. Molto spesso infatti, gli amici dei belatori, stanchi di leggere pippe interminabili sulla mediocrità del genere umano, preferiscono togliere il belatore dagli amici, adducendo scusanti quali “perdonami, mi è scappato il mouse sul pulsante ‘togli dagli amici’”. Perché il belato si chiama così? Per diversi motivi. Innanzitutto per la facilità con cui si bela. Sono sufficienti un computer, un collegamento a internet e l’iscrizione a un social network. Di solito, dietro al belato non v’è nessuna ricerca e quindi neanche il minimo sforzo per documentarne il contenuto. Il belato si fa da casa, al caldo, non occorre neanche prendere l’autobus. Non occorre essere iscritti all’albo dei belatori, non occorre spendere un euro e non occorre studiare una strategia di marketing per raggiungere più lettori possibile. Inoltre è scritto da una persona auto inseritasi nell’enorme gregge virtuale; idealmente, è una pecora, la quale vuole fare la parte del lupo, ma che sempre pecora rimane, in quanto sbraita contro altre pecore e quindi, bela. La cosa che più mi diverte è che, probabilmente, nessun belatore leggerà mai questo articolo. In primis perché il belatore, per sua natura, bela ma non ascolta e, una volta pigiato il tasto “pubblica”, non vuol saperne di sentire l’opinione altrui (è troppo faticoso). In secondo luogo perché questo non è il mezzo di comunicazione del belatore: è fatto di carta e inchiostro ed è troppo pesante da alzare e portare agli occhi. Ah… dimenticavo… se questo articolo può sembrare un belato, ricordo che ho contribuito a impaginarlo, pagarne le copie, ritirarle in copisteria, piegarle e distribuirle. Gigi Trombetta Calcio di rigore Vien da pensare che la libertà, come una moglie che ingrassa, o un marito che russa e perde i capelli, per chi lo o li ha, dopo un po’ stufa. Se così fosse, ora mi spiego le guerre, le distruzioni, i totalitarismi, gli eccidi, le schiavitù, null’altro che degli eccitanti, delle maniere per sfuggire alla noia della libertà, libertà piana, arcadica, bovina, piatta, ronzante, libertà ovvia, pallosa, libera, senza costrizioni, senza fatica, oziosa, marcia e marcescente, libertà impudica, troia, corrompente, concupiscente, lasciva, vedete, tutti quei termini e aggettivi che uno getta qua e là per poi trasformarsi in assassino fascista o comunista (tanto per rimanere nel limitato comprendonio eurocentrico) e imbastire una nuova ragionevole limitazione della libertà, nuove cacce alle streghe, nuove notti dei lunghi coltelli, etc., affinché la gente torni ad averne un gusto nuovo, sano, fresco, pimpante, e questo, credo, perché certa gente, della libertà, non ha saputo fare buon uso. C’è infatti chi per anni ha giocato a fare il libero lamentandosi di non esserlo interamente quando invece lo era, e l’unica cosa che gli faceva difetto era la coscienza e la voglia di esserlo, libero, perché schiavo del gioco di non esserlo, di protestare a tutti i costi, a ragione non veduta, gente cioè che accusa e accusava altra gente di essere schiava senza sapere (la migliore delle opzioni) che essi stessi erano schiavi delle loro parole preordinate, imparaticce, parole mai pensate e, soprattutto, mai sentite nel cuore, ma solo e sempre assorbite, e che, insomma, han finito per essere dei pappagalli, ma col sacro compito di dare nerbate alla società, prona e addormentata, quando loro paladini dell’avanguardia di non si sa che cosa, o forse sarebbe meglio dire (meglio per loro, dà un’aura di incombente fatalità mistico rivoluzionaria) antesignani del nulla proni e addormentati lo erano più di essa. Bene, scateneremo un’altra guerra, solo per dare nuovo corso e nuovo brio al senso della libertà, e sono sicuro che avremo delle belle sorprese. Un panino al salame, per favore. Sandro Mazzola SOGNI D'ORO Vedi, bambino mio, il buon Gesù ci ha donato un mondo semplice nella sua complessità. Tutto ciò che esiste è composto da differenti combinazioni di atomi; dall'unione di queste particelle microscopiche otteniamo la nostra ricchezza come l'aria che respiriamo, l'acqua con cui ci dissetiamo, i frutti con cui ci nutriamo, il petrolio con cui ci muoviamo, il gas con cui ci riscaldiamo, l'oro con cui ci arricchiamo, il vino con cui festeggiamo, le pellicce con cui ci vestiamo, il coltan con cui comunichiamo. Il miracolo avviene quando gli stessi elementi danno origine alla vita. Pensa solo alle piante che ti regalano l'ossigeno che ti serve per vivere, alle erbe che ti curano, alle alghe che ossigenano l'oceano; e non dimenticare gli animali, ci aiutano nel lavoro, ci vestono, ci nutrono, ci fanno compagnia, ci si affezionano, ci aiutano nei progressi medici, ci ricordano i tempi che furono giocando con noi alla caccia. E’ proprio da una di queste creature che si è evoluto un animale tanto superiore da essersi meritato un regno a sé, l'uomo…come te e come me, figlio mio. Noi siamo gli uomini, è tutto nostro, è tutto per noi, se vuoi qualcosa prendilo, non esitare, allunga una mano e prendilo, non chiedere il permesso a nessuno, ti appartiene. Ma, ahimè, ci sono anche tanti uomini malvagi e bisogna sapersi difendere. Non immagini quanta cattiveria, quanto egoismo c'è nel mondo. Ci sono paesi come il nostro che amano la condivisione, il reciproco scambio, mentre altri vogliono tenere tutta la ricchezza che possiedono per se stessi, anche se non la adoperano. Fortunatamente i paesi più civili e responsabili hanno trovato una preziosa merce di scambio. Le forze di pace portano e installano genuine democrazie con cui è semplice e vantaggioso trovare accordi commerciali che permettano a tutti noi di sopravvivere. E come in tutte le migliori storie umane, il bene vince sempre. Buona notte, amore mio. Mamma Gaia ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata 3 CRUCIVERBA SOUVENIR O MORTE! Qualche giorno fa ho visto la vetrina di un’agenzia di pompe funebri che, tra vari articoli funerari, necrologi, corone etc., reclamizzava anche la possibilità di comporre “ricordini”. Ricordini? Bisogna che passi di là per capire di cosa si tratta. Non nego che la curiosità mi prude un po’ ovunque. Che facciano il calco dell’orecchio del defunto? Una fotocopia del suo apparato genitale (ancor più commovente se il defunto è un maschio, per via del rigor mortis e delle non improbabilissime ultime stille di seme)? Caricature dal vivo, nell’ultimo istante di agonia? Boh. O che oppure propongano una fialetta con l’ultimo respiro esalato? Souvenir miniaturizzati Made in China a esatta immagine della tomba in cui il trapassato riposerà per qualche anno prima che arrivino le ruspe sotto un’inarrestabile spinta demografica al grido di “a morte gli stranieri che ci rubano il lavoro, prendono le nostre donne e ammazzano i nostri morti”? Un tavolino a tre piedi per sedute spiritiche? Un gagliardetto di un club di necrofili o la foto e l’indirizzo del becchino che va per la maggiore? Un campione contraffatto dell’ultima manciata di terra gettata sulla bara? Una registrazione dei singhiozzi dei parenti scurocchialuti nel momento dell’estremo saluto? Boh, c’è proprio da dire boh. Domani passo di là e non mi stupirei se quegli indomiti sciacalli dell’agenzia ne sapessero una più del diavolo e che io me ne ritornassi a casa illuminato e accanito come un satanista neofita. Paolo Brosio La domandina del buon figliuolo le parole di 4 o più lettere sono definite in antitesi ORIZZONTALI 1. Ninfa associata al fuoco 6. Non c’è quello doppio 10. Viene se si mangia poca carne 14. E’ caro a Salvini 16. Odiava Heidi 17. Il noi latino 18. Le pari nelle serre 19. Sigla dello ioduro di idrogeno 20. Le comodità della vita 21. Lo stato più esteso del mondo 27. Famoso film… con una brutta colonna sonora 29. La madre di Acrisio di Argo 30. L’inizio del niente 31. Rendono uomini i socini 32. Abbreviazione d’istituto 34. … 102 e 5 35. Vulcano dell’alta Italia 37. Statue che guardano l’entroterra 39. Cifra imprecisata 40. Divinità femminile greca che significa “grido” 42. Zona secca del deserto 44. Si trova a ovest della Costa d’Avorio 46. La notte catalana 47. Lo è anche Elton John 49. Conservatore turco degli anni trenta 51. Opera minore di Mascagni 53. Politica appartenente a un movimento americano di sinistra 54. Chiara e immacolata VERTICALI 1. Destra Nazionale 2. Esaltato, magnificato 3. Sport poco seguito negli Stati Uniti 4. Non produce cioccolato 5. Si ripetono nell’exequatur 6. Cittadina che non produce prodotti caseari 7. Expo senza pari 8. Il Niger sui siti internet 9. E’ poco utilizzata dall’industria alimentare 10. Il diabetico non si preoccupa se l’ha alta 11. Ci precedono nell’amminoacido 12. Sostare, rimanere 13. Il fiume più corto della penisola iberica 14. Se li vedi allo specchio 15. Oppressore, despota 16. Cane di grossa taglia 21. Pubblica vignette proislam 22. Metà Audi 23. Il lob senza centro 24. Verona 25. Iniziali del Tasso 26. Ce l’han la star e il bovaro 27. Tardare senza arare 28. La ama il frettoloso 33. Si ripetono nel dissolto 36. Poiché… non si dice in inglese 38. Tutti 40. La Barbara dei Beach Boys 41. Dèi nordici 43. Diminutivo femminile 45. Il nome della Anais 48. Pari nell’isba 50. Mi precedono nell’anticonformismo 52. L’IRI senza industriale REBUS RAZZISTA (1, 3, 5, 1, 4, 2, 7) Mamma, ma se non bevo acqua così ne rimane di più per quelli che han sete in Africa, faccio bene? Bravo mona, e io poi come faccio a far funzionare la lavastoviglie, eh? Con lo sputo? Adonias Filho Soluzioni n. XXX 90 dopo Mario Tchou OpiGnIoni REBUS (6 8): S Elfi; Epa R; I Gino = SELFIE PARIGINO REBUS (8 5): I Tali a NO; Medi O = ITALIANO MEDIO di Leopoldo Boffalora Essere in pace con sé stessi mentre si è in guerra con tutti gli altri richiede una potenza spirituale che io credo sono in pochissimi ad avere. Se sono fortunati, non lo so. Però spero che quei pochi abbiano l’occasione di incontrarsi e che siano capaci di farsi una silenziosa partitina a briscola davanti a un buon bicchiere di vino, come pure di emettere dei rutti spaventosi, da cetaceo, non fosse altro che per lo sghignazzante godimento solitario di crudeli balenieri giapponesi o norvegesi al largo della Namibia, rutti che fungeranno da dieresi del cosmo e da accento circonflesso dei suoi oramai ridicoli buchi neri. ogni riferimento a persone, fatti o cose è totalmente frutto di un'immaginazione disturbata 4