Vincitori e vinti
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Vincitori e vinti
euro 1,00 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Vincitori e vinti Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Con VicenzaPiù Sport spazio agli sport dei valori Anno nuovo, iniziative nuove per VicenzaPiù, che non solo curerà sempre di più la qualità dell'informazione e dei commenti, obiettivo primario (direi il 'primo e il secondo piatto’) di un giornale che vuole consolidarsi come uno dei possibili riferimenti nel panorama finalmente più articolato della stampa vicentina, ma avrà anche cura dei suoi lettori con i 'contorni' di proposte aggiuntive o collaterali. Iniziative non determinanti nello scegliere una testata, ma comunque utili a caratterizzarla e, perché no?, a preferirla nel dubbio tra tutti i menù a disposizione. Nel numero scorso, impreziosito dal mini calendario con le ragazze della Minetti Infoplus Vicenza, avevamo anticipato che a favorire i lettori di VicenzaPiù si impegneranno i VicenzaPiù Point, gli esercizi convenzionati con la VicenzaPiù Card. A questo numero alleghiamo, appunto, le Card, che possono essere richieste anche in redazione e presso gli impianti sportivi dei club di cui VicenzaPiù è Media Partner, dal Vbg all'As Vicenza, dall'Hockey Diavoli Vicenza alle Piscine di Vicenza. Sempre da questo numero offriamo anche tutte le settimane un contorno che assomiglia a una pietanza: il supplemento VicenzaPiù Sport, otto pagine tutte dedicate ai club sportivi vicentini. Non solo quelli sulle cui maglie compare la nostra testata, ma tutti quelli che da tempo hanno dimostrato, per numeri di praticanti, di spettatori, di aziende e di attività a loro vicine, che è solo per la pigrizia di chi edita e scrive i giornali che si parla e si scrive meno di sport definiti erroneamente minori rispetto al calcio (di cui pure parleremo anche se con accenti particolari e, una volta tanto, dopo gli "altri sport"). Sport che andrebbero anche promossi per i valori che portano con sé, in una società sempre più massacrata dallo stress generato dall'arrivismo a tutti i costi o dalle necessità insoddisfatte per i costi eccessivi della vita di oggi. La famiglia uccide più della mafia, denunciava in settimana La Repubblica: "su dieci assassinii 3 avvengono in famiglia ... per passioni o interessi che finiscono nel sangue: sei delitti su 10 avvengono in casa ... le vittime della mafia sono il 24,4% ...". La maggior parte degli omicidi in famiglia avviene al Nord, sottolinea poi l'articolo, con la Lombardia che è "la regione dove nel 2005 sono avvenuti il maggior numero di delitti dentro le mura domestiche". Ecco allora che le 8 pagine del supplemento gratuito VicenzaPiù Sport aggiungono alla testata di cronaca e commenti il contorno dell'informazione sportiva VicenzaPiù Style, e sono anche il nostro modesto contributo per dare una vetrina alle cose positive e lontane dagli eccessi. Pressato dagli Americani, Prodi dice sì al raddoppio Ederle. Ma non è finita qui: il fronte del No presidia il Dal Molin. Vicenza nuova Val di Susa? da pagina 4 Giovanni Coviello Giustizia in coma, parlano avvocati e giudici da pagina 6 Clement: "Niente segreti, siamo massoni" a pagina 11 Anno 2 nr. 42 - Sabat0 20 gennaio 2007 Studenti, boom degli affitti. In nero a pagina 8 Stefano e Patrizio, i vicentini a Sanremo a pagina 12 3 SPECIALE 20 GENNAIO 2007 "Il governo ha tradito il programma" attacca il segretario di Rc. "I responsabili? I Ds" Lovato (Rifondazione): "Il sì al Dal Molin, tomba dell'Unione" DI ALESSIO MANNINO Un governo di "traditori" e un'altra picconata su una sempre più disunita Unione vicentina. E' questo il bilancio che il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Ezio Lovato, trae dal "martedì nero" del sì di Prodi alla nuova base Usa. E per il prossimo futuro, in vista di provinciali 2007 e comunali 2008, si dice pronto ad aprire ai delusi di ogni parte. Rifondazione e gli altri partiti della sinistra radicale legheranno la questione Dal Molin al rifinanziamento della missione militare in Afghanistan e a una revisione della politica estera nazionale? Sicuramente. La missione non tù militari. Parliamoci chiaro: Vicenza, città-simbolo del centrodestra, in realtà conta zero nei pensieri dell'Unione a Roma. E' così? Bisognerebbe girare la domanda alle componenti moderate dell'Unione. Ora è arrivato il momento, per i militanti e anche i votanti dei Ds in particolare, di chiedersi cosa sono diventati e che Ezio Lovato, segretario provinciale ruolo hanno nella di Rifondazione Comunista maggioranza. Il sottosegretario alla si rifinanzia, questo è chiaro, e Difesa Forcieri, a quanto mi a maggior ragione dopo querisulta, si è speso parecchio a sta decisione vergognosa. Il favore del sì, giusto per fare governo sta tradendo il suo un esempio. stesso programma, che preveConsiglieri comunali e di de la ridefinizione delle servicircoscrizione e semplici In omaggio la tessera utilizzabile in tutti i VicenzaPiù Point Sconti e agevolazioni. Ecco la VicenzaPiù Card Dopo il calendario della Minetti regalato la settimana scorsa, VicenzaPiù torna in edicola per il secondo numero del 2007 con una nuova iniziativa dedicata a lettori, amici e a tutte le persone che ne seguono il lavoro. Come annunciato, con l'edizione di sabato 20 gennaio verrà allegata in omaggio la VicenzaPiù Card, una tessera che permette di ottenere agevolazioni di vario tipo in molti negozi e agenzie di servizi della città. Ereditando il programma dei VicenzaVolley Point, infatti, le testate del gruppo Più Media comunicazione (VicenzaPiù e VicenzaPiù Sport), possono adesso contare sull'appoggio dei VicenzaPiù Point, una settantina di attività commerciali convenzionate che garantiranno sconti e condizioni vantaggiose ai possessori della Card: nell'elenco rientrano esercizi pubblici come bar, birrerie, ristoranti e alberghi; negozi di abbigliamento, di prodotti biologici, di gastronomia, di biciclette, di ottica, di computer e di arredamento; servizi come carrozzerie, autofficine, gommisti, concessionari di auto, centri di benessere e di estetica, parrucchieri; e ancora assicurazioni, palestre, agenzie di scommesse e agenzie viaggi. La lista completa dei VicenzaPiù Point e maggiori informazioni (anche per le aziende che volessero aderire all'iniziativa) sono disponibili sul sito internet www.vicenzapiu.com, oppure scrivendo a marketing@volleyvicen- za.it o a [email protected]. Ma si intuisce che le possibilità di utilizzo della VicenzaPiù Card sono davvero numerose. Non va dimenticato, inoltre, che la tessera - ritirabile anche al Palacia in occasione delle partite della Minetti - permette anche di ottenere dei vantaggi per la fruizione delle varie attività organizzate dal gruppo Vicenza Volley (ad esempio sconti alle partite, sconti sul merchandising, sconti per i corsi e per i camp, facilitazioni per le trasferte) e delle altre società aderenti al progetto. E le novità non sono finite. Come noterete sfogliando il giornale, da questa settimana la sezione dedicata allo sport è più ricca e più ampia. Un vero e proprio inserto di otto pagine, che può anche essere staccato e conservato a parte. Un altro piccolo "regalo" ai nostri lettori. iscritti vicentini ai Ds, ai Verdi, alla Margherita e alle altre forze di centrosinistra si sono autosospesi o pensano di farlo, se non addirittura gettare la tessera. Che ne pensa? E' evidente che questo è un segnale all'Unione nazionale. Ma qui c'è una valutazione delle responsabilità da fare: non tutti i partiti sono responsabili dell'esito della vicenda, ma solo alcuni. Noi federazione vicentina di Rc, poi, siamo "anomali": non ci riconosciamo nella maggioranza bertinottiana del partito, e quelli che ci accusavano di mettere troppi paletti all'alleanza con gli altri partiti ora ci danno ragione. Si è aperto uno spazio politico trasversale. R i f o n d a z i o n e , Comunisti Italiani, Verdi e Italia dei Valori lasceranno l'Unione per fra fronte con movimenti popolari, ad esempio i leghisti ribelli (Comencini, Equizi), magari verso una lista locale "no Dal Molin"? Attualmente ci stiamo confrontando con il resto dell'Unione su un programma scritto nelle secrete dei partiti "riformisti". Quindi per ora non è utile pensare a una lista di quel tipo. Tuttavia Rifondazione è disponibile a confrontarsi per ipotesi di alleanze e accordi sulla base di un programma condiviso. Converrà che dopo la "mazzata" del via libera al Dal Molin americano, il solco che divide moderati e radicali dell'Unione si è ancor più approfondito. Oggettivamente è così. E chiedo ai compagni dei Ds di decidere da che parte stare. Non è possibile assistere allo spettacolo di un ambasciatore americano che viene a dare ordini e alcuni ministri di una precisa provenienza politica, e penso ad Amato, che si espongono per il sì. www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO [email protected] Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza [email protected] & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Redattori LUCA MATTEAZZI [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO [email protected] Collaborano: GIOVANNI MAGALOTTI GIULIANO CORÀ REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 Redazioni ROVIGO TREVISO TRENTO Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Stampa Stampato dalla Penta graph S.r.l. via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 25 maggio 2006 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000 4 20 GENNAIO 2007 SPECIALE L'editto rumeno Analisi della situazione dopo il sì del governo alla Ederle 2. La prospettiva ora si chiama "Val Susa" DI ALESSIO MANNINO La settimana scorsa avevamo dato per ammainata la bandiera a stelle e strisce su Camp Vicenza. Martedì 16 gennaio, il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha smentito le voci che facevano atterrare l´altra metà della 173° brigata di parà statunitensi vicino ad Aviano e di conseguenza sbaraccare la Ederle - così come poi ha rivelato in televisione il ministro degli esteri D´Alema. Prodi ha dichiarato, con formula volutamente ambigua, la "non opposizione" del governo alla pressante richiesta americana, messo con le spalle al muro dalle recenti iniziative dell´ambasciatore Ronald Spogli. E l´ha fatto, cosa curiosa, da Bucarest: dopo quello bulgaro, l´editto romeno. Una decisione che scarica formalmente sulla Vicenza "di centrodestra" la responsabilità della faccenda nel frattempo diventata caso nazionale, in quanto trattasi di un "problema di natura urbanistico-territoriale, non politico". Quindi secon- do il governo (al cui interno i maggiori fan del "sì" sono stati Giuliano Amato e Clemente Mastella), una volta fatto salvo il rapporto con Washington per quanto concerne la politica estera, il peso sociale, ambientale, viabilistico ed economico ricadrà sul Comune. Magari attraverso un referendum, come da giorni chiesto dal segretario Ds Fassino e da mesi dai comitati vicentini anti-Dal Molin. Alla via referendaria - che secondo un sondaggio di Ilvo Diamanti di alcuni mesi fa darebbe i contrari a Vicenza e Caldogno al 60% - ora si accodano un po´ tutti quei partiti della sinistra radicale che non intendono mollare la partita. E che anzi ne faranno la leva per ridiscutere la politica militare dell´Italia (leggi: via le t r u p p e dall´Afghanistan). Ma il referendum cittadino ha tempi lunghi: non è stato nemmeno raggiunto un giudizio di ammissibilità, impantanato com´è fra ricusazioni e lungaggini burocratiche. Ciò che appare più realistico - e pericoloso, per i sostenitori della Ederle 2 nonché per il questore Rotondi, finora capace di mediare e intrattenere buoni rapporti con gli anti-Dal Molin - è l´ipotesi "No Tav", scritta che già compare sul tendone che fa da "presidio permanente" a Rettorgole, a pochi passi da dove sorgerà la caserma. Sarà un´altra Val Susa, promettono i Disobbedienti, appoggiati da Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi. Ma anche dai comitati popolari, leghisti vecchio stampo, associazioni pacifiste e da mamme e studenti che, come nella valle piemontese, già portano viveri, vin brulè e tanta rabbia contro "una decisione" ha detto il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta ai deputati di centrosinistra in rivolta - "che il governo è stato costretto a prendere". Da chi si può immaginarlo, in cambio di cosa si sa: un indotto raddoppiato per le aziende locali, unite massicciamente per il sì con Calearo (Assindustria) in testa; e la frustrazione di una mobilitazione senza eguali nella storia di Vicenza, a fronte di un consiglio comunale favorevole per un solo voto. L´opzione "Val Susa" ha un´arma forse sottovalutata dalla sua: mentre per l´alta velocità i tempi sono biblici, per il raddoppio della Ederle sono stretti, strettissimi, al massimo di 6 mesi (entro cioè la chiusura del bilancio al Congresso americano, a settembre). Se i cantieri verranno bloccati, il governo dovrà ritornare sui suoi passi. Sempre che non ricorra all´uso della forza, facendo scoppiare una grana dagli esiti imprevedibili. Il popolo delle pentole non aveva messo in conto l´antico adagio: il diavolo fa le pentole, non i coperchi. Via libera di Prodi, chi vince e chi perde in Italia Enrico Hullweck. Il sindaco azzurro può essere soddisfatto: Prodi ha dovuto riconoscere il sì del Comune (assieme ai pareri favorevoli di Provincia e Regione). "Al governo ci sono persone responsabili" ha dichiarato. Ora però dovrà gestire la sua Val Susa. Romano Prodi. Il premier ha voluto attenuare, ha scritto il Corriere della Sera, "l´immagine di un´Unione subalterna alle componenti antiamericane". Ma secondo i critici - tra questi, com´è ovvio, Hullweck - ha fatto un autogol incredibile sostenendo di "non essere stato informato dal precedente governo". E quando rispondeva in parlamento alle interrogazioni, sapeva di ciò che parlava? Il suo ministro Arturo Parisi di certo era informatissimo da tempo. La verità gioca ancora al rimpallo, com´è sempre stato in questa intricata vicenda. Centrodestra. La Casa della Libertà vicentina gongola: vedere gli avversari, a seconda dei casi, furibondi o disperati, è impagabile. "L´antiamericanismo ha fallito", è stato il refrain nei pressi di Forza Italia e An. E sempre sul chiodo degli "antiamerikani" continueranno a battere gli esponenti di centrodestra, girando il coltello nella piaga dell´Unione. Centrosinistra. La coalizione che governa a Roma e sta all´opposizione a Vicenza subisce una grave crisi di rigetto da parte degli elettori berici: chi vuole restituire la tessera, chi si autosospende, chi giura di non votare più per il proprio partito e per l´Unione, che nel programma giurava di "ridefinire", non ampliare, le servitù militari. Sul banco degli imputati in particolare la maggioranza riformista dei Ds, che si era allontanata dalla protesta di piazza già da dicembre e che ora dovrà fronteggiare una contestazione feroce da parte della sinistra interna. Laura&Lalla. Le parlamentari Lalla Trupia (Ds, sinistra interna) e Laura Fincato (Margherita) hanno dovuto ammettere che i ministri del loro governo hanno mentito. Assieme a un altro centinaio di onorevoli e senatori dell´Unione, però, preparano un appello. Servirà? Italia dei valori (variabili). Lo strano caso di dottor Jekill (Francesco Di Bartolo) e mr Hide (Antonio Di Pietro): il primo, responsabile vicentino dell´Italia dei Valori, contrarissimo alla base; il secondo, favorevole con la seguente motivazione: "facciamo parte di un'alleanza internazionale e non potevamo derogare dai nostri obblighi. Adesso il governo ... in pratica passerà la parola finale all'amministrazione di Vicenza che, se dirà di sì, confermerà quanto deciso da Prodi". Perché Di Bartolo non informa il ministro che il Comune il suo sì l´ha già dato? Economia&dollari. Calearo, Sbalchiero, Menarin, Rebecca e gli imprenditori vicentini che secondo il presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin rappresentano in toto la città ("Vicentini oppositori? Non ne conosco. Ho parlato in queste settimane con centinaia di imprenditori. Non ce n´è uno, che sia contrario", Corriere della Sera 15-1-2007) esultano: i dollari dell´indotto, argomento principale dei favorevoli, arriverà. Calearo annuncia migliori dazi per l´oro (ma è il governo a trattare la materia) e un´università americana (gli Usa però non ne hanno mai fatto cenno). Democrazia. La fiaccolata, con annessa occupazione per un´ora esatta della stazione ferroviaria, ha mostrato quale è il sentimento di delusione che attraversa il popolo No-Dal Molin: sembrava un funerale. Solo al presidio adesso c´è aria di festa e di speranza: è lì, davanti alla ruspe, che si giocherà la partita. Ma aver bruciato finte tessere elettorali, il malcontento verso i partiti, gli insulti verso i politici locali di centrosinistra più moderati e la richiesta di loro dimis- sioni, la sfiducia verso un referendum che molti ritengono ormai inutile: tutto questo rende palpabile la disillusione verso la democrazia rappresentativa, che non sembra più garantire differenze fra le scelte di una parte politica rispetto a quella avversaria. Dignità nazionale. "Il governo ha dimostrato che ha le palle e che l´Italia è un Paese di grande dignità", ha detto il ministro Clemente Mastella (Udeur), che a Vicenza ha attivato in questi mesi il suo proconsole Mauro Fabris per un sì condizionato (allo spostamento della base in un sito meno "impattante", come il versante militare del Dal Molin). Il suo ex mentore, il presidente emerito Francesco Cossiga, in nome della sovranità gli risponde annunciando "un disegno di legge per cancellare gli accordi fra Italia e Usa che sostengono le basi americane". Come suggeriva tempo fa una riflessione dell´ex ambasciatore e columnist conservatore Sergio Romano, bisogna capire se l´Italia ha ancora interesse a concedere pezzi del proprio territorio sovrano ad un alleato che segue politiche da noi non necessariamente condivise. Secondo Romano, infatti, dire sì sempre agli Usa non è esattamente un modo per difendere la dignità nazionale. A.M. 5 SPECIALE 20 GENNAIO 2007 I dipendenti civili sono 744, quelli delle aziende italiane 2000. Ecco la verità sui lavoratori "salvati" dal via libera di Prodi No alla base, cosa sarebbe successo agli Ederle workers DI ALESSIO MANNINO Lavoratori Ederle: arma di ricatto, gruppo da tutelare o caso di strumentalizzazione politico-affaristica? Dopo il sì del governo alla Ederle 2, un problema passato. Ma per mesi l'argomento "lavoratori a rischio disoccupazione" ha tenuto banco come leva favorevole al progetto Usa. Fra organici inventati, mezze verità e improvvise infatuazioni per le vittime del precariato. Cifre a caso Prima di tutto, il numero delle persone coinvolte. Sono rimbalzate cifre come al Lotto, mentre la realtà non può che essere una: 744 sono i dipendenti civili con un contratto collettivo nazionale riguardante in modo specifico "cittadini italiani" presso "organismi militari della comunità atlantica o di quelli dei singoli Stati esteri che ne fanno parte" (cioè, nella maggior parte dei casi come a Vicenza, gli Stati Uniti). Questo lo dice la legge n° 98 del 9 marzo 1971, che è la norma di riferimento per il personale delle basi Nato e americane in Italia. A questi si aggiungono altri 2000 lavoratori che quotidianamente entrano a Camp Ederle con un pass, e che invece sono alla dipendenze di aziende locali presenti all'interno della struttura a sovranità americana in virtù di appalti rinnovati periodicamente. Per essere ancora L'ingresso delle Ederle. Le polemiche riguardano anche la vecchia base e il suo peso sull'economia locale più chiari: i 744 prendono lo stipendio (piuttosto alto, in media circa 2 mila euro) direttamente dall'esercito statunitense; i duemila dell'indotto hanno normali contratti privati ciascuno col proprio datore di lavoro (i nomi più grossi: Maltauro, CMR, Onama, Stimamiglio, Della Valle, Ma Impianti, Serman, Casarotto, Alibus). Comiso insegna Cosa averebbero rischiato tutti questi lavoratori? I loro destini vanno separati. I 700 e passa avrebbero potuto avvalersi di un decreto legge del 1991 (il n° 108, convertito in legge lo stesso anno) con cui il governo Andreotti faceva fronte allo smantellamento della base di Comiso concedendo un'indennità di disoccupazione ad alcuni dipendenti licenziati, fino al loro reintegro in qualche branca dello Stato. In pratica si sarebbe dovuto pregare perché il ministero del Tesoro trovasse la copertura finanziaria per "ammortizzare" la rabbia dei disoccupati fintanto che non si fosse escogitata una soluzione per ognuno di loro. Alcuni sarebbero potuti andare in prepensionamento. Una parte, dicono nei due soli due sindacati ammessi dagli Americani nelle loro caserme, la Cisl e la Uil, sarebbe stata smistata in ministeri e uffici statali (non di enti locali). 30%?100%! Questa parte equivarrebbe a un 30% degli Ederle workers, hanno stimato i sindacalisti. Anche qui: si tratta di una previsione fatta in base al fatto che la legge del '91 si richiamava a un'altra (la n° 427 del 1975) che riguardava i "lavoratori dell'edilizia e affini". In pratica solo muratori, geometri e simili sarebbero garantiti. Non solo: si stabiliva anche che occorreva avere almeno un anno di anzianità. Sostenere che tale situazione si sarebbe ripetuta tal quale per il caso Vicenza, però, è un'interpretazione tutta da verificare sul campo, cioè al tavolo di un'eventuale trattativa con lo Stato. Tanto è vero che quella stessa legge, al comma 14 dell'articolo 2, testualmente dichiara che "le disposizioni previste dalla legge 9 marzo 1971 n° 98 sono estese a tutti i cittadini italiani che, come civili, abbiano prestato servizio continuativo" nelle basi e che, "per il personale di cui al presente comma", cioè per tutti costoro, "si applica un trattamento pari" a quello "speciale di disoccupazione" in favore di "dipendenti licenziati da imprese edili e affini". Quel 30%, in altre parole, poteva essere il 100%: il problema, come sempre, è scovare fra le pieghe del bilancio i soldi necessari per l'indennità temporanea e il successivo ricollocamento. I duemila "privati", invece, avevano quattro prospettive: o venire riassorbiti dalle rispettive ditte in altre mansioni di lavoro; o andare in pre-pensionamento; o ricevere una lettera di trasferimento, cioè andare a lavorare in altri luoghi dove opera la propria azienda; o essere licenziati e finire in mobilità. Vertenza mai cominciata Ma ora, dopo l'ok governativo, nessuna bolla di disoccupazione si gonfierà come alla Maddalena in Sardegna, dove i dipendenti attendono di sapere l'esito del braccio di ferro sindacale. Grazia Chisin della Uil Tucs berica era pronta "a far vedere i sorci verdi al governo su copertura finanziaria, tempi di ricollocamento, inquadramento e riqualificazione professionale". Oscar Mancini, segretario provinciale della Cgil, da sempre schierata per il No, si sarebbe battuto a oltranza, giura, "contro i licenziamenti". Non vedendo in ciò alcuna contraddizione con l'opposizione al Dal Molin Usa: "Usare l'argomento della disoccupazione in cambio del via libera al raddoppio è stato del tutto strumentale, come se un'impresa dicesse: o mi fai costruire un'altra fabbrica dove voglio o altrimenti chiudo". Vertenza archiviata, ormai. Proteste davanti all'attuale base Usa. Meno evidenti le manifestazioni per il Sì, patrocinate dai lavoratori italiani dell'Ederle Strumentalizzare, una questione (anche) economica Strumentalizzazioni. Su quella operata dai partiti politici, di destra e di sinistra, è già stato scritto in abbondanza. Un "dettaglio" su tutti: il comitato dei dipendenti (scambiato per quello "del Sì") ha come portavoce il capogruppo di Forza Italia in zona 4 Roberto Cattaneo, il quale non fa mistero di voler capitalizzare la notorietà conquistata candidandosi alle Provinciali. Invece per la strumentalizzazione operata dalle categorie economiche (Assindustria, Assoartigiani, Confcommercio, Apindustria) - andata in scena negli scorsi giorni con una raffica di interviste e comunicati - è facile osservare, come fa Mancini, che "non pare aver visto Calearo, Sbalchiero o Zonin agitarsi per i 1500 posti di lavoro persi alla Marzotto". Comprensibile e legittima paura di perdere floridi affari (pericolo scampato); ma con un'ansia "da licenziamento" che suona un po' stonata in bocca ad abituali tifosi della "flessibilità" e degli "inevitabili sacrifici". A.M. INCHIESTA 6 20 GENNAIO 2007 Lo sfacelo va avanti da anni nell'indifferenza di Roma. Dati, cifre e storia del coma giudiziario berico Giustizia allo sfascio, prezzo da pagare per il nuovo tribunale? DI ALESSIO MANNINO Una giustizia ingiusta. E' quella che ogni giorno viene smaltita con fatica immane nelle aule di Vicenza, oberata da montagne di procedimenti che si ammassano senza speranza di essere risolti prima di 8-10 anni. I dati raccolti nella "dichiarazione di fallimento" presentata lo scorso dicembre dei legali berici suonano la campana a morto per il diritto ai cittadini a giustizia reale, cioè veloce ed efficiente: un magistrato ogni 15.718 abitanti, un totale di 27 giudici e 87 amministrativi, 48 mila cause per 16 magistrati fra Vicenza e Schio, più di mille fascicoli ciascuno. Tutto ciò fa del tribunale di Vicenza l'ultimo in Italia quanto al Il tribunale di Vicenza si sposterà all’ex Cotorossi rapporto di numero di magistrati e impiegati rispetto al bacino d'utenza che supera le 600 mila persone, in gran parte alle prese con cause civili di natura economica. Il dramma è spesso banale: come nella carenza di cancelleria e cancellieri. L'ingolfamento di pratiche porta così a errori, insolvenze e rinvii che fanno dell'amministrazione della giustizia a Vicenza una macchina elefantiaca non molto dissimile da quelle di certi tribunali meridionali. "È sufficiente sbagliare un termine o ritardare un deposito di documenti che il processo slitta di mesi con ricadute di anni" ha detto poco tempo fa il fondatore dell'Associazione Veneta per la difesa del cittadino Ileno Bronzin, in visita dal presidente reggente del tribunale vicentino Giuseppe Bozza. "I giudici stessi - ha chiarito sono così oberati di fascicoli, che a volte non hanno il tempo materiale per valutare con la dovuta attenzione le cause. Da tutto questo discendono conseguenze che sono pagate dal cittadino". Quel che è certo è che dell'emergenza all'ombra della Basilica, Csm e ministero della giustizia si siano bellamente dimenticati nonostante i ripetuti appelli inviati a Roma. Sin dal 2000, quando firma- rono un documento unitario e lo spedirono agli uffici romani, gli ordini professionali, il presidente del tribunale, il procuratore e la sezione locale dell'Associazione nazionale magistrati si sono fatti sentire a più riprese. Risposta: 23 milioni di euro per finanziare la nuova sede che dovrebbe aprire i battenti l'anno prossimo all'ex Cotorossi su un terreno ceduto da una società della Fininvest in cambio di un centro direzionale-commerciale. La promessa fu fatta dall'allora guardasigilli, il leghista Roberto Castelli, venuto in città su richiesta del collega di partito Stefano Stefani. Il legittimo sospetto è che quella concessione di denaro fece da contropartita alla grana del fascicolo "Vicenza", cestinato nel dimenticatoio dei problemi non urgenti. 7 20 GENNAIO 2007 INCHIESTA Per il giudice civile Marcello Colasanto, i disagi di oggi nascono dalle carenze di organico degli anni scorsi Vita da giudice: "Dare risposte in tempi così lunghi è una mortificazione" Cancellerie intasate e udienze sovraffollate. Ecco le difficoltà quotidiane dei legali della città Code e sgomitate, la dura giornata di un avvocato . Eppure succede". Per non parlare, poi, delle cancelle"Se uno non vede come si rie, una vera e propria giungla con lavora in tribunale, non cui avvocati e impiegati degli studi ci crede". A parlare così è legali devono combattere quotidiaun giovane avvocato namente. "È un disastro - conferma vicentino - giovane ma la segretaria dello studio legale di con dieci anni abbondan- Luigi -. Dalla disorganizzazione che ti di attività alle spalle - c'è capita che si perdano i fascicoli, o parlantina sciolta (potrebbe essere che le comunicazioni per gli avvocadiversamente?), giacca e cravatta ti, le cosiddette memorie, saltino d'ordinanza. E subito dopo aggiun- fuori con settimane o mesi di ritarge. "La giornata tipo di un avvocato? do: ad esempio, ti viene consegnato Non esiste". E c'è da credergli, ad a gennaio un atto protocollato in ascoltare come i giorni passino tra ottobre. Senza contare, poi, che ci appuntamenti con i clienti, creditori sono sempre code infinite: quando che non vogliono pagare, udienze in hai pratiche da consegnare in cangiro per la provincia e puntatine in celleria sai già che ci vorrà tutta la tribunale. mattinata. Con il rischio di non comE lì cominciano i guai. Qualche binare niente se arriva l'orario di esempio? "Basta pensare alle cosid- chiusura e tu non sei ancora riuscito dette prime udienze, che di solito ad entrare, anche se sei in fila da vengono fissate ad un orario ormai un'ora e mezza". famoso, e cioè alle ore 9 e seguenti - Inconvenienti ormai normali per chi racconta l'avvocato, che chiameremo lavora negli uffici legali, anche se la Luigi -. Il che vuol dire che dalle 9 in situazione si è complicata negli ultipoi ci sono dieci, venti, a volte anche mi anni. "Una volta non era così - è trenta cause, e l'ordine in cui la tua di nuovo l'avvocato ad intervenire -. verrà discussa è solo una questione Le cancellerie aprivano alle 8,30 e di prestanza fisica. Nel senso che i chiudevano alle 13, e non c'era quefascicoli sono tutti nella stanza del sto intasamento. Adesso il contengiudice, e chi riesce ad agguantare il zioso è aumentato, il numero dei proprio prima degli altri e sottoporlo giudici è in calo, il personale è decial magistrato per primo ha la prece- samente diminuito e gli orari sono denza. Quindi ci si trova in venti o ridotti". trenta a sgomitare in una stanza". Il risultato è il caos, o quasi. Si spieSembra impossibile, ma funziona gano anche così i tempi ormai infinicosì. E tutto è complicato, oltre che ti della giustizia vicentina. "Poi i dalle croniche carenze di personale, clienti si arrabbiano con l'avvocato da una certa disorganizzazione. A continua Luigi -, ma non capiscono volte le udienze in cui sono previste che anche noi siamo impotenti di testimonianze dirette, che notoria- fronte a questa situazione. Le senmente richiedono un bel po' di tenze, che dovrebbero arrivare entro tempo, vengono messe in program- 60 giorni dall'ultima udienza, a volte ma ad inizio mattinata, col risultato arrivano dopo un anno, un anno e che tutte le udienze successive slitta- mezzo, ed è capitato anche che qualno di ore. "Non ha senso fissare cuno ci abbia chiesto se non stavamo un'udienza con testimoni alle 9,15 e tenendo nascosto il verdetto, perché la successiva alle 9,30, quando si sa gli sembrava impossibile che ci perfettamente che la prima prenderà volesse tanto tempo. A volte, tanto almeno un'ora - rimarca l'avvocato - per dare l'idea, invitiamo i clienti in udienza anche se non è strettamente necessario, perché si rendano conto delle condizioni in cui si lavora: e quando vedono che il corridoio dove ci sono le stanze delle udienze è più affollato dei mercatini di Natale, intasato da una vera e propria muraglia umana in cui devi farti largo a gomitate, di solito capiscono. Ma se uno non Carenza di personale e disorganizzazione dei tribunali vede, non ci crede". Appunto. sono i veri nemici degli avvocati DI Il giudice Colasanto. Sulla scrivania una montagna di casi: "Ci vorrà tempo per smaltirli" In tribunale per dieci ore al giorno, dalle 8 e un quarto della mattina alle 6 e mezza di sera. "Anche se - precisa con un sorriso Marcello Colasanto, uno dei magistrati della sezione civile del tribunale di Vicenza - in mezzo c'è un'ora di pausa pranzo e una pausa caffé". E via così per cinque giorni e mezzo la settimana, dal lunedì al mezzogiorno di sabato. Eppure nemmeno un ritmo di lavoro tanto serrato è sufficiente a smaltire gli arretrati che si sono accumulati negli ultimi anni."La mia giornata tipo? - continua Colasanto - Chiarito che ogni giudice ha il suo modo di organizzarsi, per noi di solito le mattinate , io ne faccio quattro alla settimana, sono dedicate alle udienze. Il resto è dedicato allo studio dei fascicoli e alla redazione delle sentenze". Detta così sembra normale routine. Il problema è che il numero delle cause da esaminare è ormai talmente esagerato che non si riesce a starci dietro. "Gli organici dei tribunali sono decisi dal ministero dopo aver sentito il parere del Consiglio superiore della magistratura - aggiunge ancora il magistrato -, e in teoria il numero di magistrati dovrebbe essere tale da permettere di smaltire tutte le cause. Il fatto è che, storicamente, dal gennaio 2003 ad oggi, e quindi per quattro anni, l'organico del tribunale di Vicenza è sempre stato minore di quello previsto: c'è chi va in pensione, chi si trasferisce, chi è a casa malato o in maternità. Nel 2005 siamo arrivati ad essere la metà di quanto previsto dalla pianta organica, e ancora oggi mancano il presidente e un giudice. Si capisce che se il lavoro che è stato calcolato per dieci magistrati viene spalmato su nove, otto, a volte cinque persone, si causa una situazione di disagio, e un rallentamento nel dare le risposte che diventa intollerabile". Adesso la situazione di emergenza, tutto sommato, è rientrata, ma i quattro anni appena passati hanno lasciato in dote un carico di arretrato difficile da smaltire: "Ci vorrà tempo e costanza di organico", riconosce Colasanto. E intanto i tempi per la conclusione di una causa civile sono ormai vicini al decennio. "A volte è una mortificazione non essere in grado di assicurare ai cittadini una risposta veloce, come dovrebbe essere. Anche se va detto che il nostro primo interlocutore, il nostro pubblico, sono gli avvocati, e credo siano loro a trovarsi maggiormente in difficoltà quando devono spiegare al cliente che l'udienza successiva sarà a tre anni di distanza. Un po' come capita ai capitreno, che raccolgono le lamentele dei passeggeri anche se non è colpa loro. Certo che anche per noi, comunque, i tempi così dilatati rendono tutto più faticoso". L. M. LUCA MATTEAZZI ATTUALITÀ 8 20 GENNAIO 2007 In città cresce il mercato degli affitti per studenti. Trovare una stanza non è più un problema, ma il sospetto è che spesso si paghi in nero A.A.A. studente serio e tranquillo cercasi DI LUCA MATTEAZZI "Affittasi stanza singola arredata in appartamento tricamere, zona San Marco, 232 euro mensili + spese condominiali". "A ragazza seria e tranquilla affittasi camera singola, 300 euro mensili, per condividere ampio appartamento in zona stazione". "Sto cercando una persona per dividere una bella casa con cucina grande e camino, posto libero in camera doppia, 200 euro al mese tutto compreso, zona Porta Padova". Basta dare un'occhiata alle bacheche universitarie (o, per chi non frequenta l'università, a quelle delle biblioteca) per rendersi conto che il mercato degli alloggi per studenti sta attraversando un momento di vivacità. Negli ultimi mesi il numero di annunci è decisamente aumentato, e le offerte si sono moltiplicate: dai più economici letti in una stanza da dividere con altri alle camere singole in appartamenti signorili, trovare una sistemazione sta diventando sempre più facile, con prezzi che oscillano da un minimo di 150 euro (cifra molto rara, a dire il vero) ad un massimo di circa 300 euro, e che mediamente si attestano attorno ai 200 - 250 euro al mese, a seconda delle condizioni dell'abitazione e della zona."Rispetto agli anni passati la situazione si è sistemata e non ho sentito di persone che abbiano problemi a trovare casa - conferma Andrea Graziani, rappresentante degli studenti di ingegneria -. In passato c'erano meno posti, probabilmente anche perché i privati conoscevano poco questa possibilità e non pubblicavano annunci. Adesso invece la cose stanno cambiando, e si sta muovendo un bel giro". I quartieri più gettonati, a quanto pare, sono quelli centrali e quelli della zona attorno allo Stadio, i più comodi alle aule e alla stazione. Dati ufficiali, però, non ce ne sono. Quello che si può dire è che sui circa tremila iscritti all'università vicentina, oltre il 50 per cento arriva da fuori sede (quasi tutti dal Veneto), ma quanti di questi si fermino a dormire in città e quanti siano invece pendolari è difficile stabilirlo. All'unica residenza "istituzionale", quella dell'Esu di San Silvestro, dove sono disponibili 45 letti in camere singole o doppie, i posti sono tutti occupati (una stanza singola costa 250 euro al mese, una doppia 220, ma in questo caso la cifra comprende tutte le utenze, l'accesso gratuito ad internet, l'uso di palestra e lavanderia). Per il resto bisogna affidarsi alle impressioni, e la sensazione è che il grosso dei movimenti sfugga ai controlli. La conferma arriva dal flop dell'accordo per l'affitto agevolato agli studenti lanciato dal Comune nel 2004: promossa con l'intenzione di regolarizzare il mercato, offrendo contratti certi ai ragazzi e sgravi fiscali ai proprietari, la convenzione è rimasta lettera morta. "Non mi è mai capitato di fare contratti di questo tipo", conferma Paola Scalco, responsabile dell'Anpe, l'Associazione nazionale dei proprietari edilizi. Una situazione che si può spiegare con il ricorso ad altre forme di accordo (come i contratti per gli affitti agevolati) o, come sospetta Fulvio Rebesani, segretario provinciale del Sunia (il sindacato degli inquilini), con il fatto che molte trattative avvengono sottobanco: "È tutta una cosa che si svolge un po' di nascosto - denuncia -. Credo che quello degli affitti universitari sia uno dei mercati più incontrollati e in cui c'è la maggior percentuale di nero. Tutto avviene in modo informale, con un appartamento che viene affittato a più persone e con gli studenti che subentrano l'uno all'altro". Boom di annunci all'università di Vicenza I numeri dell'ateneo berico L'università di Vicenza arriva ormai a tremila iscritti. Per la precisione, nell'anno accademico 2005-2006, il numero di iscrizioni è arrivato a 2.809, di cui 1.530 ai vari indirizzi di ingegneria (gestionale, meccanica, elettronica), 1.004 ad economia (commercio internazionale, economia e amministrazione delle imprese, economia inter- nazionale) e 275 al corso di medicina veterinaria, indirizzo di sicurezza e igiene alimentare. I laureati dal 1995 ad oggi, invece, sono già 3.964, in gran parte ingegneri (3.472, di cui oltre 2.00 con indirizzo gestionale. Numeri decisamente più piccoli, almeno per ora, per i laureati in economia (418) e medicina veterinaria (74). La residenza San Silvestro, dove si trovano gli alloggi gestiti dall'Esu (l'azienda regionale per il diritto allo studio universitario) ATTUALITÀ 9 20 GENNAIO 2007 Nei racconti degli infermieri i disagi e le difficoltà di chi lavora al San Bortolo. Ma la sanità vicentina funziona Ospedale promosso, con riserva DI LUCA MATTEAZZI Le inchieste dell'Espresso sulla situazione disastrosa del Policlinico Umberto I di Roma, prontamente ribattezzato dai media nazionali il "Policlinico degli orrori", hanno riportato sotto i riflettori il problema della malasanità, svelando casi di disordine, sporcizia, degrado difficilmente immaginabili. Per qualche giorno non s'è parlato d'altro, e il ministero ha subito inviato i Nas a controllare le condizioni di tutti i nosocomi d'Italia. Il San Bortolo ha superato l'ispezione senza problemi, cosa su cui del resto non c'erano molti dubbi. Ma per capire davvero cosa succede all'interno della cittadella della salute vicentina siamo andati a sentire chi, all'ospedale, ci passa buona parte della propria vita. Infermieri e operatori che al San Bortolo ci lavorano da tempo, e che possono spiegare forse meglio di chiunque altro cosa funziona e cosa no. Ecco i loro racconti, da cui la sanità vicentina esce sostanzialmente promossa. Anche se problemi e difficoltà non mancano. Il part-time? Un miraggio Organici ridotti, lavoro in aumento, compiti sempre più complessi. Per gli infermieri del San Bortolo sono questi i principali punti critici della loro professione. "C'è carenza di personale - conferma Andrea Bottega, rappresentante sindacale del Nursind (il sindacato infermieristico) con sedici anni di esperienza in corsia -, e questo vuol dire che se il tuo collega si ammala, ti Per chi lavora al San Bortolo le difficoltà non mancano. Ma la sanità vicentina, nel complesso, gode di buona salute potrebbe capitare di saltare il turno di riposo per garantire il servizio. Oppure di dover saltare le ferie. Anche perché, mentre il numero di infermieri rimane costante o diminuisce, i servizi aumentano, e i compiti sono sempre più complicati. In chirurgia plastica siamo gli stessi infermieri di 10 anni fa, ma oggi seguiamo anche una dozzina di interventi al giorno. E i pazienti che prima restavano ricoverati per giorni adesso vengono dimessi in poco tempo: questo vuol dire che dobbiamo essere in grado di curare prima e curare meglio". Altra questione delicata è quella del part-time. Con un organico composto per tre quarti da donne, sono in tante a richiedere l'orario ridotto per poter dedicare più tempo alla famiglia, ma i posti disponibili sono esauriti da tempo. "Non ci sono possibilità, e questo è uno dei motivi di sofferenza - continua Bottega -. Così come i parcheggi: ce ne sono pochi, e spesso bisogna diventare matti per arrivare al posto di lavoro". Nonostante le difficoltà, rassicura l'infermiere, il San Bortolo continua ad essere un ospedale sicuro e di qualità. "Guardando anche a quello che avviene negli altri reparti, ho l'impressione che la qualità del servizio sia ottima: l'ospedale è pulito, confortevole e sicuro: i casi di errore sono rarissimi, e questo vuol dire che l'assistenza che riusciamo a garantire è comunque buona". Struttura vecchia, ma al Suem è tutto ok "Sono positiva, qui le cose funzionano". Anche Eleonora, infermiera professionale approdata al Suem dopo sette anni di esperienza al Pronto Soccorso, difende la qualità dell'assistenza garantita dall'ospedale di Vicenza. "Essendo reparti di emergenza siamo in una condizione un po' particolare, ma noi non abbiamo problemi di organico - aggiunge -. Capita di saltare qualche turno di riposo, quando ci sono malattie o infortuni, ma nel complesso riusciamo a gestire gli orari senza troppi problemi. Lo stesso per il materiale, non ci sono man- canze, e anche come corsi di preparazione siamo molto organizzati". Qualche pecca, comunque, c'è. "Se devo dire una mancanza parlerei del fatto che non ci sono supporti psicologici: il nostro lavoro è duro, ci troviamo di fronte a situazioni tragiche, e un sostegno sarebbe necessario. Tempo fa era stato fatto qualcosa, ma poi l'iniziativa non è andata avanti. E servirebbe anche una palestra, perché molti colleghi, soprattutto quelli più anziani, cominciano a risentire di vari acciacchi dopo tanti anni di servizio". Poi ci sono i problemi strutturali, ma la soluzione, in questi casi, appare lontana, se non impossibile. "Quando sono arrivata qui mi ha colpito la struttura, che per alcuni aspetti è assurda - conclude Eleonora -. Per andare dal Pronto Soccorso a geriatria, ad esempio, bisogna attraversare per forza dei lunghi corridoi sotterranei: sono puliti, e noi facciamo di tutto per tenerli curati, ma il disagio c'è". Laboratorio con vista sui piccioni "Va detto che fra poco ci trasferiremo e quindi la situazione migliorerà presto". Sonia (il nome è di fantasia) mette subito le mani avanti, ma la situazione dei laboratori di analisi del San Bortolo in cui lavora non è certo ottimale. In un ambiente delicato, in cui si maneggiano provette, campioni di tessuti e sacche di sangue - racconta - ci sono spesso "infiltrazioni d'acqua e umidità, che non sono le condizioni ideali. Oppure d'estate, quando teniamo le finestre aperte perché non sempre il condizionatore funziona, ci troviamo con i piccioni sui davanzali: e dire che dovremmo lavorare in condizioni protette". Difetti di una struttura ormai datata ma che, nel complesso, continua a fare il proprio dovere. "Come attrezzature e come strumentazione siamo messi bene, anche se mi hanno detto che in un laboratorio vicino c'erano delle apparecchiature che sono rimaste imballate per un po' per mancanza di spazio - continua Sonia -. Con il trasferimento nei nuovi locali,comunque, avremo ambienti più grandi, locali a norma, stanza con i filtri e l'aria condizionata, in modo da essere in linea con le normative europee. Altrimenti dovrebbero chiudere". 10 GIOVANI 20 GENNAIO 2007 Fra curva sud, concerti e cortei, ecco cosa si vede digitando "Vicenza" sul sito di filmati più cliccato del mondo Piccoli cameraman crescono. Su You Tube DI ALESSIO MANNINO Ci eravamo abituati ad apprendere le notizie in tempo reale, grazie ai normali siti web d'informazione. Ci eravamo affezionati a stringere amicizie a distanza, prima con l'email, poi con la chat e ora con MySpace, sorta di comunità virtuale in cui ognuno ha la propria pagina on line autogestita. E ora, sempre all'insegna del "fai da te", siamo giunti alla videoteca globale fatta in casa: con You Tube (vedi l'altro articolo in questo pagina) ognuno può mettere in linea un proprio video. E cosa hanno messo i vicentini? Molto sport, parecchio divertimento serale, ridanciane scene di ordinaria stupidità e anche qualche piccolo capolavoro artigianale. In tutto 16 pagine da 20 filmati ciascuna. Calcio, che passione! Primo in classifica come numero di riprese (il più delle volte tramite cellulare) non poteva che essere il gioco nazionale per eccellenza. Goal, rigori, azioni ma soprattutto tifosi che immortalano se stessi in curva: il circo degli spalti è il più gettonato fra gli obbiettivi dei webvideoamatori. A volte anche con un pizzico di ironia, come nell'esilarante inquadratura di una non più giovane e non snellissima donna che dona ai fan del Vicenza un balletto d'incoraggiamento per i biancorossi. Resistono le testimonianze trionfali dell'euforia post-finale Mondiali. Quelli della notte Secondo posto per le buie e vagamente inquietanti angolazioni sul popolo della notte, con preferenza sui loro idoli, i dj, e le loro fumanti consolle. Alcune sono girati come dei veri e propri "spot", ricreando l'atmosfera del locale, il "mood" della serata: come per Dj Dax al Bar Sartea, ad esempio. Simpatiche canaglie. Abbondano filmini con smorfie, battute, allegre conversazioni innaffiate dallo spritz, scenette volutamente idiote. Cioè tutto il materiale più pregiato per i ragazzi fatto dai ragazzi. Franx 80 è orgoglioso di mostrare al mondo il party organizzato per la sua ragazza al Totem. Una chicca (con dubbio): in "Benny Hill 4DI, School movie", un'intera classe delle superiori si dà a una strenua battaglia a colpi di astucci e zaini, genialmente accompagnata dalla sigla, appunto, del Benny Hill Show. In due diversi momenti sembra però che ci sia il professore in Spogliarelliste, teatro Olimpico, combattenti, serate alcoliche, calcio e Dal Molin: è questa la Vicenza che si può vedere sulla "tv" più seguita su internet aula, ma l'obiettivo è troppo veloce e non si vede bene. Insegnante buontempone o anarchia subìta? Volley da vedere Non poche le interviste a bordo campo a giocatrici e all'allenatrice Manù Benelli della squadra di pallavolo cittadina. La realizzazione è del sito Volleyrosa.net. Giornalismo sportivo online che per diffondersi usa i canali più vicini ai giovani. Lauree da ridere Strano, dei laureati vicentini costretti al rito etilico del papiro ce n'è solo uno finito alla gogna pubblica di You Tube, il "Noghi". Confidiamo in un rapido contagio presso i goliardi nostrani, certamente desiderosi di esporre al pubblico ludibrio le loro vittime. Flamenco all'Olimpico Più d'un video è dedicato allo spettacolo musicale a base di chitarra e flamenco del Pedro Javier Gonzales Trio. E siamo così venuti a conoscenza che l'antico e nobile Teatro Olimpico di Andrea Palladio fa da cornice a eventi più moderni di drammi classici e balletti in tutù. Musica musica musica Band locali (e non) si autopromuovono offrendo spezzoni dei propri concerti: segnaliamo le Nasties, i Partner in Crime, i Gonzales, una cover band degli U2. Pochini. I musicisti preferiscono MySpace: lì possono inserire mp3 e videoclip insieme. A far loro da controcanto i "Pueri Cantores", coro giovanile in tight di cui si possono ascoltare le celestiali voci in occasione della Messa dello scorso Natale nella chiesa di San Marco. Anti-Dal Molin informatico La protesta contro la base americana al Dal Molin giunge anche qui. Tre gli esempi da ricordare. Il video-appello a partecipare alla manifestazione del 2 dicembre 2006, che evidentemente deve avere raggiunto lo scopo, data l'alta affluenza del corteo. Un ben sapiente e ben fatto collage di immagini della marcia, documento muto di una giornata campale. L'infuocato discorso del consigliere comunale di Rifondazione Comunista e storico Emilio Franzina durante la seduta del 26 ottobre scorso che ha sancito il sì del Comune alla Ederle 2: memorabili gli epiteti e la foga del professore contro assessori ed esponenti del centrodestra, indimenticabile la sua faccia stravolta dalla passione oratoria. Combattenti di strada… Sono gli "Street fighters": è questo il nome dei video confezionati da ragazzi che si rincorrono, si saltano addosso, si scambiano colpi di arti marziali e si danno botte da orbi. Tutto nei parchi e nelle strade di Vicenza e paesi limitrofi, e tutto finto. Ricordano molto le bonarie zuffe alla Bud Spencer. …e di campagna Anonimi (perché coperti dal passamontagna) autori di guerriglie fra casolari e campagne della provincia danno un assaggio del combattimento con armi finte, muniti di divisa mimetica e di repressa propensione al cecchinaggio. I nuovi Marco Polo. L'utente "Mibaasd" ci regala il filmato forse più bello: la cronaca per immagini, con relativo sottofondo di musica struggente, del viaggio di "Cirpo&Il Cugino" in Cina, Mongolia e Siberia. Due ragazzi vicentini che fanno una vacanza non sappiamo se intelligente, ma sicuramente molto originale e, a giudicare dagli orizzonti e dalle steppe, col sapore dell'avventura. Hot movie Dulcis in fundo, non si poteva non citare il piccante backstage di un calendario di ballerine di lap dance realizzato a Vicenza: la bionda Chiara e la mora Charlotte deliziano il visitatore mentre posano seguendo gli scatti del fotografo. Il motore di ricerca video ultima frontiera del web Parola d'ordine: "mediatizza te stesso" Lo slogan è "broadcast yourself": trasmetti te stesso. Cioè crea da te la comunicazione che vuoi, che ti piace, che intendi far conoscere al tuo prossimo informatizzato. E' l'ultima frontiera di Internet, e si chiama You Tube. Fondato nel 2005 da tre ex dipendenti di un altro gigante del web, il mercato online eBay, e acquistata per 1 miliardo e 300 milioni di euro da Google nell'ottobre scorso, il primo motore di ricerca di video del mondo ha un tale successo da essere ormai considerato un fenomeno sociale. Secondo la logica democratica della Rete, chiunque sia iscritto (basta una banale registrazione gratuita) può far vedere a una potenziale platea di 100 milioni di utenti quotidiani la clip del proprio gruppo musicale, il momento clou del compleanno della nonna, il goal ripreso col telefonino o la via crucis dell'amico laureato. O anche, come la cronaca ci ha mostrato, le umiliazioni di docenti e disabili per mano di bulli esibizionisti. Perfino l'accorato appello di un malato terminale, Pergiorgio Welby, al Capo dello Stato. Una libertà di contenuti illimitata, nonostante i divieti su pornografia, violenza e materiale illegale. Tanto è vero che fra i miliardi di video ospitati da You Tube si può anche trovare un numero sempre maggiore di film piratati e filmati scioccanti (l'ultimo, cliccatissimo, è stato il video integrale dell'impiccagione di Saddam Hussein). Le agenzie pubblicitarie gongolano, e gli internettari, soprattutto giovani, sono felici di sentirsi sempre più "ombelico del mondo" grazie a una telecamera e una connessione. A.M. Chad Hurley e Steve Chen, fondatori di You Tube SUPPLEMENTO DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Sfida senza confini As Vicenza, Marta Corà lascia la panchina a pagina II Tre i vicentini che quest'anno hanno voluto affrontare il deserto nella storica Dakar. Per due di loro l'avventura è terminata quasi subito, mentre Alberto Ronconi ha vinto la sua scommessa saper lottare alla ma Picco segue passo passo il pari con il suo pilota. "Per essere alla sua C o n t i n e n t e prima competizione Alberto si Nero, non è comportato benissimo - raclasciandosi inti- conta Picco - : ha dimostrato morire dalla fin da subito di sapersi adattadurezza delle re alla dura realtà dell'Africa. tappe, che pos- In questo tipo di competizione sono arrivare a devi essere sempre pronto ad 12 ore di moto. affrontare qualsiasi situazione, Dietro alla pre- accanto alle difficoltà però c'è il parazione del grande fascino di un'avventucentauro vicen- ra. Con la sua Yamaha 450 è tino c'è l'ombra stato iscritto nella categoria di Franco Picco "marathon", un gruppo partiUn momento della Dakar. Anche i vicentini uno che nel suo colare, in cui il pilota non può si sono mossi alla conquista del deserto palmares si per- cambiare i pezzi della sua mette 8 "Dakar" moto, è concesso solo ripararli. naio a Dakar, dopo 7.915 km in moto, 6 in macchina e 2 Per questo gli ho raccomandacomplessivi di viaggio tra gara come assistenza all'attivo. to di andare tranquillo, e di e trasferimenti. La corsa dal Quest'anno non è riuscito a non forzare troppo. Ora atten2005 non parte più dalla partecipare come assistenza, diamo il responso della gara". Francia, bensì dalla penisola Iberica, prima da Barcellona, poi, negli ultimi due anni da Lisbona, con la prima tappa che va dalla capitale portoghese a Portimao. Al fascino irresistibile di questa competizione non hanno saputo resistere anche tre vicentini: Miki Biasion, Giorgio Albiero e Alberto Ronconi rispettivamente a bordo di un'auto, un camion e una moto (Biasion su una Pandakar rosso ferrari, Albiero su un Eurocargo Iveco incariLa Panda di Miki Biasol purtroppo si è quasi subito cato dell'assistenza alle Panda arenata in Marocco in gara, e Ronconi su una Yamaha 450). All'inizio di questa avventura si devono fare i conti numerose incognite, con problemi tecnici, guai fisici, tempeste di sabbia, e tra i primi a soccombere c'è stato il duetto Biasion- Albiero. La Panda e l'Eurocargo Iveco si sono fermati alla quinta giornata, la seconda di vero deserto, in pieno Marocco. Un ritiro di sicuro amaro per il due volte campione del mondo rally. L'unico vicentino a continuare è così Ronconi, alla sua prima esperienSabbia e temperature inferna- za nel deserto africano. li: il tracciato della gara è tra i Il pilota vicentino di 46 più impegnativi del mondo anni ha dato prova di TOMMASO QUAGGIO Il suo inventore, Thierry Sabine, amava definirla con questa frase: "una sfida per quanti partecipano, un sogno per quanti stanno a guardare". Questa è la Parigi-Dakar. Tutto cominciò nell'ormai lontano 1977 quanto Sabine si perse con la sua motocicletta nel deserto libico. Tornato in Francia sano e salvo, decise di far provare l'esperienza a quante più persone possibili, organizzando quella che sarebbe presto diventata la corsa motoristica più emozionante e pericolosa del mondo. Quest'anno la Dakar è arrivata alla 29° edizione, non senza polemiche e come sua tradizione, purtroppo, anche con alcuni incidenti mortali. Nonostante questo spettro, comunque, il 2007 segna un record di partecipanti: la corsa, che volge al termine questo fine settimana, ha visto al via ben 250 motociclette, 187 macchine e 88 camion, per un totale di 525 equipaggi a contendersi la vittoria lungo le quindici tappe che faranno arrivare la carovana il 21 genDI Peppe Nica, il capitano delle giovani del Volley a pagina III Ketty Manfrin, uno sprint verso la moda a pagina IV Intervista a Danilo Preto, nuovo ad del Vicenza a pagina VIII Anno 2 nr. 3 - Sabat0 20 gennaio 2007 Supplemento al numero 42 del settimanale VicenzaPiù II 20 GENNAIO 2007 sport Marta Corà da l'addio alla squadra. Ora le biancorosse devono ritrovare fiducia e morale. Partendo dal rientro di Ilaria Chemello Miracolo salvezza, l'As Vicenza alla ricerca di un tecnico DI SILVIA MALAMAN L'addio del tecnico Marta Corà all'Asd Vicenza è arrivato. La notizia era nell'aria, ma forse qualcuno sperava davvero che le dimissioni dell'allenatrice restassero solo un'ipotesi remota. In primis le stesse ragazze che con Marta Corà avevano lottato e sofferto per la prima metà di un campionato difficilissimo, fatto di tanti insuccessi intervallati da un paio di vittorie. E forse proprio questi risultati che stentavano, ed ancora stentano, ad arrivare (per una squadra che oltre alla salvezza sul campo deve cercare anche quella societaria), hanno fatto pendere l'ago della bilancia dell'ormai ex tecnico dalla parte del "no". Ora le redini dell'Asd Vicenza sono passate al presidente Claudio Corà, è lui che per il momento sta allenando le ragazze, come ai vecchi tempi, prima dell'arrivo della figlia Marta in panchina. "Marta ha fatto tantissimo per Vicenza, tenendo in piedi una situazione disagia- La prima metà del campionato si è rivelata molto dura per il l'Asd ta - commenta Claudio Corà -. Ora si sta cercando di fare l'impossibile per cui capisco le sue dimissioni. La mia posizione per il momento è ibrida, ma spero che le cose si sistemino al più presto. La squadra sta bene, e il recupero della capitana Ilaria Chemello lo vedo come il primo grande acquisto di questa parentesi di mercato". Per dare stabilità alla società il nome di Antonio Concato è mai stato avanzato? "Con Concato non credo vi siano spiragli, e poi la vedrei come un'idea semplicemente legata ad un ricordo del passato". Prima dell'inizio della stagione, infatti, Antonio Concato aveva proposto a Claudio Corà una sorta di operazione di subentro, ma dopo trattative complesse alla fine non si arrivò a nulla."La nostra proposta era stata fatta - ha detto con la sua solita impassibilità Concato -; per il momento, dunque, non ci sono altre novità; un nostro rientro lo vedo comunque difficile, ma non impossibile". Detto questo ora l'Asd ha solo bisogno di fatti concreti, di punti che permettono alla squadra, quella che ogni settimana scende in campo mettendocela tutta per vincere, di risollevarsi il morale e di invertire questa tendenza negativa. Certo, il disastroso girone d'andata ha lasciato il segno, il Vicenza occupa la posizione di fanalino di coda del girone Nord della serie A2 a quota quattro punti, ma la speranza di salire non deve mai venire meno. "Anche senza Marta dovremo cercare di dare il massimo - ha spiegato la giovane ala, classe 1986, Erica Caracciolo - . Personalmente dalle sue dimissioni non l'ho più vista, comunque penso che le telefonerò nei prossimi giorni. Ora ad allenarci è Claudio e con lui e tutta un'altra cosa; ha il carattere più forte di Marta e forse questo è un bene poiché ci sprona sempre a dare il massimo e a crescere. Oltretutto ci conosce di più essendo stato il nostro allenatore lo scorso anno e ha già messo in chiaro che il nostro obiettivo deve essere a tutti i costi la salvezza. In questo ci aiuterà anche Ilaria Chemello che sembra essersi ripresa dopo il periodo di stop. Il suo è un recupero importante sia come figura di capitana per la squadra, sia come apporto di esperienza e di bravura in campo". Marta Corà. "Ha fatto tanto, tenendo in piedi una situazione disagiata" commenta il presidente della As Basket Le ragazze Under 13, targate CPS, si aggiudicano il Primo Torneo giovanile di Natale svoltosi ad Abano Terme Inizio d'anno col botto per le giovani speranze del VBG La squadra allenata da Massimo Bernardini, sotto l'assistenza di Marta Cattani, sta crescendo sempre di più. Un fatto messo ulteriormente in evidenza dalla vittoria conquista a Padova nel 1° Torneo giovanile di Natale dove le biancorosse sono cresciute col passare dei giorni. Nella prima partita, infatti, disputata contro le padroni di casa dell'Abano, le giovani Under 13 hanno subito per tutto l'incontro i tagli delle avversarie mostrando una scarsa condizione atletica. Nella seconda partita contro il Giants Marghera, le biancorosse hanno faticato solamente nel primo parziale contro le veloci giocatrici veneziane, poi nel secondo periodo si sono portate sopra di dodici punti, trascinate in alto dalla coppia FantonProspero. La Finale per il primo posto si è disputata ancora contro l'Abano ma, questa volta, la musica è stata decisamente diversa e le vicentine hanno dimostrato sul parquet patavino tutta la loro grinta. A coronamento della vittoria anche l'elezione, da parte dei tecnici delle squadre partecipanti, del capitano Silvia Fanton come miglior giocatrice del torneo. Ovviamente molto soddisfatto della sua squadra, composta da giovanissimi talenti, è mister Bernardini: "Sono contento delle ragazze perché vedo che stanno crescendo e migliorando sempre più; non bisogna dimenticare che il loro impegno è doppio poiché partecipano sia al campionato under 13, sia a quello dell'under 14 eccellenza. Questo comporta una mole di lavoro non trascurabile che prevede due partite alla settimana, una al sabato e una alla domenica, e tre allenamenti suddivisi nei restanti giorni. Oltretutto spesso faccio anche una seduta di lavoro facoltativa e devo dire che la certezza della loro passione mi arriva anche dal numero di presenze durante questo allenamento non obbligatorio: sono sempre una dozzina su diciannove atlete totali. Ci tengo anche a sottolineare che Silvia Fanton e Eleonora Zanetti fanno parte del "Progetto azzurrine" e dunque si allenano tutte le domeniche e i lunedì a Mestre; al progetto partecipano sette giocatrici classe 1992, sette classe 1993 e due classe 1994. Nove atlete, inoltre, si stanno allenando circa una volta ogni due settimane per la selezione provinciale delle migliori cestiste classe 1994 e 1995 che parteciperanno al "Trofeo delle Province" in programma l'11 febbraio a Caerano San Marco in provincia di Treviso. Non è detto che tutte e nove avranno l'occasione di partecipare alla manifestazio- ne, ma spero che qualcuna venga selezionata". E se si chiede a Bernardini il segreto per una squadra così unita ci si sente rispondere: "Il rapporto di amicizia, già comunque esisten- te tra le atlete che si conoscono dalle elementari, lo consolidiamo andando a mangiarci una pizza tutti assieme alla fine di ogni partita". S.M. La under 13 femminile della Vbg III 20 GENNAIO 2007 sport Intervista a Peppe Nica, allenatore della formazione di B2 e dell'under 18 del gruppo Vicenza Volley. In palestra "costruisce" atlete che vincono gli scudetti; a casa velieri in miniatura DI PAOLO MUTTERLE Peppe, partiamo dall'inizio… "Sono nato nel settembre del '64 a Piano di Sorrento. Ho iniziato a lavorare presto: a 16 anni ero già cameriere, prima nei ristoranti e poi sulle navi. Nel frattempo studiavo e mi sono diplomato come macchinista navale nello storico Istituto Nautico "Nino Bixio". Dopo due esperienze come allievo comandante di macchina in una petroliera, ho lasciato perdere perché quella vita non mi piaceva. Ho passato quasi un anno vedendo solo i porti da lontano, sfiorando Texas, Panama, Trinidad, passando per le coste dell'Arabia e del Nord Un capitano di lungo corso per la Novello Vicenza Europa, navigando dall'Oceano Pacifico a Taiwan, senza mai mettere piede sulla terraferma". E cosa hai fatto quando ti sei stancato? "Mi sono messo a fare il muratore. Avevo 24-25 anni, e ho cominciato a specializzarmi nell'impiantistica. Dopo qualche anno avevo una ditta mia, ma ho preferito lavorare come libero professionista per avere un po' di tempo per la pallavolo". Il volley, la tua grande passione… "A dire il vero è nata da un ripiego… Il mio primo amore è stato il calcio. Ero una sorta di terzinomediano, un po' alla Salvatore Bagni, ma molto più scarso… Infatti a 15 anni ho mollato e ho provato con la pallavolo, che a La passione "segreta" di Peppe: realizzare velieri in miniatura Sorrento è il secondo sport. Nel volley ho avuto qualche soddisfazione in più, anche se non sono arrivato a livelli altissimi, serie C al massimo". E la prima panchina? "All'età di 28 anni. Mio cugino mi ha chiesto di lasciare il gioco e di allenare l'under 14 della Libertas Piano. Avevo ricevuto delle proposte per giocare in B2, ma sapevo che non mi sarei migliorato più di tanto, mentre mi intrigava la possibilità di fare un'esperienza nuova. Smettere di giocare però è stata molto dura, all'inizio mi faceva male vedere i miei ex compagni in campo. Come allenatore ho iniziato subito bene, e con l'under 14 siamo arrivati alle fasi nazionali. Nello stesso anno con le ragazze dell'under 16 ci siamo classificati quinti, nel campionato vinto dalla Carrarese di Giannetti (il primo allenatore di Maurizia Cacciatori, n.d.r.). Mentre lo vedevo esultare per il successo, con un misto di invidia e di sfida, ho deciso che anch'io sarei arrivato a quel risultato". Come sono stati i primi anni da allenatore? "Molto difficili… la prima squadra della Libertas era in C1, ma la società non aveva molti soldi e quando avevamo le trasferte più lontane in Puglia, cinque ore di pullman, si partiva il sabato mattina e ogni ragazza portava qualcosa da mangiare… Non ci potevamo Dopo il periodo di riposo natalizio riparte il campionato della formazione biancorossa Hockey, i Diavoli tornano in pista DI SABRINA NICOLI Riprende il campionato per Caoduro Diavoli Vicenza che la scorsa settimana ha osservato un turno di riposo. Quindi il primo appuntamento ufficiale del 2007 per i biancorossi è domenica 21 gennaio contro Draghi Torino. I Diavoli saranno al completo, con il rientro anche di Filippo Pozzan, recuperato dopo l'assenza prenatalizia a causa della pubalgia. In dubbio, invece, chi verrà schierato dal coach Corso in porta, visto il buon stato di forma del secondo portiere Bertoldi, in attesa che venga conclusa al più presto prima della chiusura del mercato, la trattativa con Jure Penko, il forte portiere sloveno, lo scorso anno in forza al Padova, con il quale la società è in contatto. Non ci saranno i nuovi, Fabio Rigoni e Luca Roffo, che si uniranno ai Diavoli verso fine febbraio, al termine dei loro impegni nell'hockey ghiaccio. La scorsa stagione ha potuto contare anche sugli ottimi risultati della serie B e del settore giovanile, per il quale la società biancorossa ha sempre avuto una grande attenzione. La formazione di serie B, guidata da mister Lordachioiu, ha ottenuto nel 2006 il secondo posto nelle finali di Coppa di Lega e il terzo posto in campionato con un eccellente girone di ritorno con nove vittorie su dieci partite giocate, mentre la Primavera e gli allievi si sono ben comportati ottenendo delle buone soddisfazioni anche in alcuni tornei a livello regionale. Per il campionato 2006/2007 la società biancorossa ha deciso di apportare in prima e seconda squadra alcuni cambiamenti significativi, puntando molto di più sui giovani e sul loro entusiasmo, tenendo comunque conto della necessità di maturare, di giocare e fare esperienza insieme per creare un gruppo compatto e competitivo. Con la prima squadra a riposo infatti c'è stato largo spazio alla serie B e alle giovanili: la formazione guidata da Lordachioiu, è tornata da Forlì con bottino pieno grazie anche al supporto di alcuni elementi della prima squadra, come il portiere Bertoldi, Dalle Ave, Maran e Antonio Bellinaso. neanche fermare all'autogrill, perché già il viaggio era costoso. Con le giovanili spesso vincevamo la fase regionale, poi è arrivata la fusione con il Centro Ester, l'altro grande vivaio della Campania, e il primo titolo nazionale under 15 vinto nel 2001 con Valentina Tirozzi, le sorelle Monica e Maria De Gennaro, Giusy Astarita, Gabriella Vico… una Peppe Nica. "La più grande squadra fortissima, soddisfazione? Moky in serie A" tanto che nello stesso anno vincemmo il Trofeo delle tite, per tutto quello che ci ruota Regioni, e la selezione campana intorno, per l'organizzazione… Un era composta per 11/12 dalle giorno non mi dispiacerebbe tornostre ragazze… L'anno successivo narci, se ne avrò la possibilità e le feci il bis alle nazionali con l'under capacità". 15 della Libertas Sorrento, che era Che caratteristiche deve avere la denominazione della squadra l'atleta ideale da allenare? dopo la fusione tra Piano e "Ti rispondo con un nome: Stefania Paccagnella. In tutte le Sorrento." ragazze che ho allenato ho trovato Poi la chiamata a Vicenza… "Proprio in occasione delle fasi un difetto, in lei non ancora. Pacca nazionali mi avvicinò un dirigente è una professionista incredibile, biancorosso che mi propose di sempre disposta all'allenamento, venire a Vicenza con Astarita e al dialogo, al lavoro". Monica De Gennaro. Non è stata Sei scaramantico? una scelta facile, perché per me ha "Sono napoletano… Ho le mie scasignificato lasciare il lavoro, il ramanzie, ma non esasperate. Ho paese, abbandonare tutto… D'altra una lavagnetta vecchia e schifosa parte era un treno che passava, che mi porta bene, e anche se queun'occasione che ho tentato e fino st'anno ne ho una nuova di zecca, ad oggi non me ne sono sicura- puoi star sicuro che quando ho una partita importante non ho dubbi mente pentito." Qual è stata la più grande sod- su quale usare". Cosa fai quando non sei in disfazione da allenatore? "Ne ho avute tante, ma nessuna è palestra? pari a vedere Moky in serie A. "Il veliero! Ho sempre avuto una Conosco Monica da quando aveva passione per i lavori manuali. sette anni e veniva a guardare gli Anche in questo ci metto tutta la allenamenti di sua sorella mia esperienza e mi ci dedico con Giuseppina, e l'ho allenata da tanto amore, come in tutte le cose quando ne aveva undici. Vederla che faccio. La passione per il giocare ad altissimo livello e poi in modellismo è nata a Vicenza, ed è nazionale è una soddisfazione più stata quasi una necessità… Senza grande di qualsiasi scudetto. A offesa, ma qui non c'è molto da questa aggiungo Astarita, Tirozzi e fare. A Sorrento si vive per strada, Marchioron, che metto subito quando sono lì non ho un attimo dopo solo perché non sono ancora tranquillo. Arrivato qui mi sono in A1, ma presto ci arriveranno. trovato ad avere un sacco di tempo Anche quella di allenare la Minetti libero e all'inizio mi ero impigrito, Infoplus nel 2004 è stata un'espe- guardavo molta tv. Sono partito da rienza esaltante, bellissima, di cui modellini semplici e adesso costruisco dei velieri abbastanza sono grato alla società". Che differenza c'è tra allenare complessi, ci impiego anche cinque, sei mesi. le giovanili e una Serie A? "Entrambe sono due esperienze Peppe, capitano di lungo affascinanti. Le giovani è bello corso… Dove può approdare vederle crescere, e poi giocare in la Novello Vicenza? prima squadra e magari debuttare "È una nave ancora in costruzione, con la nazionale… dà una gioia però già la facciamo navigare… indescrivibile. Ma anche la serie A Stiamo rettificando i pezzi, alla fine ha il suo fascino per un allenatore, del campionato vedremo a che per come vengono studiate le par- velocità può viaggiare". IV 20 GENNAIO 2007 sport La vicentina Ketty Manfrin è pronta per la nuova stagione: "Punto a qualche vittoria importante. E mi piacerebbe sfilare in passerella" Miss ciclismo: "Dopo la bicicletta sogno un futuro da modella" DI SILVIA MALAMAN La stagione ciclistica deve ancora iniziare, ma per Ketty Manfrin è già tempo di successi. La giovane atleta vicentina, che corre per il Team Frw Gauss Rdz, ha infatti vinto il concorso on line "Miss Ciclismo" indetto dal sito internet www.ciclismo-online.it. Con 2.123 voti i visitatori del portale hanno dunque fatto sì che Manfrin salisse sul gradino più alto del podio sbaragliando tutte le altre ventitre pretendenti con un curriculum da modelle professioniste. La bella venticinquenne attribuisce il successo ad una catena organizzatissima di voti creata da parenti e amici ed ora spera già in un futuro sfavillante diviso tra set fotografici e gare in sella ad una bicicletta. Com'è arrivata l'idea di iscriversi a "Miss Ciclismo"? La concorrenza, inoltre, era particolarmente agguerrita e abituata ai riflettori. "Sì, infatti al concorso ero l'unica vera ciclista, le altre erano tutte ragazze che di professione fanno le modelle. La mia partecipazione è avvenuta per gioco; ho spedito le mie foto e ho sparso la voce. Così, grazie ai voti di tutti quelli che mi conoscono, soprattutto dei miei amici che hanno fatto una vera Alcuni degli scatti con cui Ketty Manfrin ha vinto il sondaggio di "ciclismo-online.it" e propria azione pubblicitaria, e dei semplici visitatori del sito, sono arrivata prima. Salendo sul gradino più alto del podio ho vinto un viaggio, con destinazione ancora da definirsi, e dei servizi fotografici". Quella di "Miss Ciclismo" è stata la sua prima apparizione davanti ad una macchina fotografica? "No, avevo già fatto dei servizi fotografici in passato, soprattutto ho prestato la mia immagine per alcuni cataloghi di biciclette. Oltretutto adesso poserò per un'azienda bolognese che lavora nel campo dei profumi". Si sente a suo agio durante gli scatti? "Certo, mi sono sempre diverti- Correrà con il team Frw-Gauss-Rdz, diretto dalla berica ed ex azzurra Luisiana Pegoraro E' già stata tricolore e maglia azzurra Quella di Ketty Manfrin è già una carriera di tutto rispetto, caratterizzata da parecchie soddisfazioni tra cui oltre una trentina di vittorie su strada e un titolo tricolore nelle categorie giovanili. Nel proprio curriculum, inoltre, la vicentina può vantare la convocazione in maglia azzurra ai Campionati del mondo su strada a Verona nel 1999 e ai campionati d'Europa su pista a Brno (Repubblica Ceca) nel 2001. Per quanto riguarda questa stagione Kettj farà ancora parte del Frw-Gauss-Rdz con sede a Forlì; le tredici atlete saranno dirette dall'ex azzurra Luisiana Pegoraro. Manfrin e la friulana Martina Corazza rappresenteranno le sole conferme del team rispetto al 2006, per il resto la squadra sarà composta da nuovi arrivi. Tra gli acquisti della compagine presieduta da Patrizia Barchi figureranno: l'ex campionessa d'Italia 2005 e più volte azzurra ai campionati mondiali ed europei, la toscana Silvia Parietti, l'ex campionessa europea su pista, la cremonese Eleonora Soldosarà, la marchigiana Tania Belvederesi, e la bielorussa, campionessa europea in carica nell'inseguimento individuale, Tatsiana Sharakova. Da non perdere di vista saranno anche le russe Elena Kuchinskaya e Yulia Martissova, e la messicana Veronica Leas Balderas. A completare la squadra, poi, ci penseranno le giovanissime Sara Biondi, Marina Onofri, Elena Cimatti e Sabrina Zogli. ta molto. Forse ho avuto la fortuna di trovare persone molto brave che hanno saputo mettermi a mio agio. Spero che l'aver vinto "Miss Ciclismo" mi possa aprire qualche porta in questa direzione. Personalmente penso di essere più portata per i servizi fotografici che per la passarella, anche se non ho mai provato a sfilare. Comunque mi piacerebbe in generale trovare uno sbocco nel mondo della moda, ma in particolare sarebbe magnifico poter fare degli spot". Tra la moda e il ciclismo quale sceglierebbe? "Il ciclismo che è la mia vera passione. Sono diciannove anni che corro in sella ad una bici, di cui sei da professionista. Ho iniziato da piccola e la scintilla è scattata andando a vedere una gara dei miei cugini. Sono tornata a casa e ho annunciato ai miei genitori la volontà di correre in bici; loro naturalmente non erano d'accordo e mi hanno proposto sport più femminili come la pallavolo. Nulla da fare, ormai avevo deciso e il tempo mi ha dato ragione. Ora mamma e papà sono i fondatori del mio fan club". Cosa l'aspetta nella prossima stagione? "Quest'anno in squadra saremo in tredici, e credo nella nostra competitività. Da marzo farò un po' su e giù da Vicenza a Forlì, ma non sarà un problema; invece si dovrà partire subito carichi poiché la prima gara che mi aspetta sarà la Coppa del Mondo, e poi via fino ad ottobre". Qual è la prima gara che ti viene in mente dall'inizio della tua carriera? "Sono i due Campionati italiani che ho vinto quando avevo rispettivamente sedici e diciassette anni, mentre la corsa più importante, nella quale mi sono piazzata ventiquattresima, è stata il Campionato del Mondo che si è svolto in provincia di Verona quando avevo vent'anni". Ma cosa fa Manfrin tra una stagione e l'altra? "Naturalmente mi alleno ogni giorno, ma a tempo perso faccio anche la parrucchiera perché mi piace. Oltretutto adesso sono single e ho più tempo da dedicare a me stessa, alle mie passioni, e alla bici; la mia ultima storia, durata cinque anni, è infatti finita da poco". E per il futuro cosa si aspetta? "Pensando in grande vorrei che ci fossero dei successi importanti in sella e poi, come ho già detto prima, che mi si aprisse qualche porta nel mondo della moda". V 20 GENNAIO 2007 sport Si apre la stagione dell'orienteering: sabato 20, a Creazzo, una prova aperta a tutti inaugura il circuito "Inverno Berico" Lo sport dei boschi torna in città DI PAOLO MUTTERLE Si apre sabato 20 gennaio ufficialmente il nuovo anno dell'orienteering. Lo "sport dei boschi" ritorna in questo inizio di stagione nei centri cittadini, precisamente in quello di Creazzo, che già l'anno scorso in questo periodo aveva ospitato una gara promozionale. Visto il successo della prima edizione, Erebus Orientamento, Atletica Union e Pro Loco di Creazzo hanno voluto riproporre la "grande caccia ai punti", una prova di orienteering a sequenza libera aperta a tutti. I concorrenti riceveranno una carta topografica del paese, sulla quale saranno segnati alcuni punti di controllo da visitare nel tempo massimo di sessanta minuti. Risulterà vincitore chi per primo riuscirà a trovare tutte le "lanterne", i tipici segnali di stoffa bianco e arancione sparsi all'interno della Alcuni momenti di una gara di orienteering. A Creazzo sono attesi molti ragazzi delle scuole elementari e medie zona di gara, in questo caso costituita dalle strade, dai vicoli e dai parchi del paese. Caratteristica fondamentale di questo sport è che il territorio, cittadino, montuoso o collinare che sia, si trasforma in una naturale "palestra a cielo aperto". Alle 15 dal locale Polisportivo è prevista la partenza in simultanea dei concorrenti, che si proietteranno tra le vie e i giar- dini dei dintorni provvisti solamente di mappa e cartellinotestimone. Ogni lanterna è infatti corredata da una pinza punzonatrice, con cui i partecipanti devono timbrare il cartellino per testimoniare l'avvenuto passaggio. Sei le categorie di gara, differenziate in base all'età; ma si potrà partecipare anche in gruppo. Promotore dell'evento e organizzatore è l'atleta di casa Inverno Berico Massimo Sartori: "Per il by Erebus Orientamento Vicenza secondo anno Creazzo sarà invasa per un pome1a prova 20 gennaio Creazzo riggio da orientisti esperti 2a prova 4 febbraio Soghe ed esordienti di ogni età. 3a prova 25 febbraio Caldogno La cartina è stata ingran4a prova 4 marzo Valmarana dita e aggiornata per l'occasione. Ci aspettiamo almeno duecento iscritti, tra cui il presidente della società cittamolti ragazzi delle scuole eledina Renzo Donatello - è quello mentari e medie. Per questo di avvicinare nuovi appassionaconsigliamo di venire al ti alla disciplina. In questo iniPolisportivo con un'ora di antizio di stagione la nostra società cipo per l'iscrizione". vuole dedicarsi soprattutto alla La tappa di Creazzo sarà valida promozione; per questo invitiacome ouverture dell'Inverno mo tutti coloro che vogliono Berico, un circuito promozionaprovare il nostro sport per la le di orienteering promosso prima volta e proponiamo dei dall'Erebus Vicenza in collabopercorsi semplici e adatti a tutti. razione con il Comitato A chi già pratica l'orienteering a Vicentino Sport nella Natura. livello agonistico diamo comunSono quattro le prove previste: que la possibilità di effettuare dopo quella di oggi 20 gennaio, un allenamento e di riprendere la seconda è prevista a Soghe di in mano la cartina dopo la Arcugnano per domenica 4 febpausa invernale; le gare più tecbraio, poi a Caldogno il 25 dello niche arriveranno più avanti, stesso mese e la finale di come i nostri Highlands Open, Valmarana il 4 marzo, con l'evento che ancora una volta maglietta ricordo per chi parteorganizzeremo a fine giugno ciperà a tutte e quattro le prove. negli splendidi boschi "Lo scopo del circuito - racconta dell'Altopiano di Asiago". In tre giorni di esposizione il trofeo vinto a Berlino è stato ammirato da oltre 20mila persone Campana: "È il segno che c'è voglia di un calcio pulito" Vicentini, tutti pazzi per la Coppa DI FRANCESCO CAVALLARO La coppa del mondo come una reliquia di Padre Pio. Perdonateci l'accostamento profano-sacro, ma è solo per rendere l'idea. Lo scorso fine settimana la Loggia del Capitaniato in piazza dei Signori è stata letteralmente "presa d'assalto" (sono dichiarazioni dell'Ufficio Stampa dell'Associazione Italiana Calciatori); tutti in coda - bambini, ragazzi, mamme, papà e nonni - ad ammirare il trofeo vinto dalla Nazionale di calcio ai Mondiali in Germania nella splendida notte del 9 luglio 2006. Che per la prima volta veniva esposto in una città che non fosse sede di una partita dell'Italia. Un regalo che i vicentini hanno apprezzato. E molto. Secondo le stime, oltre 20mila persone fra venerdì, sabato e domenica hanno fatto una capatina all'interno della Loggia. Ne abbiamo viste di tutte i colori: ragazzi impazziti che, cellulare alla mano, fotografavano la coppa da tutte le angolazioni possibili e immaginabili; o chi, per la troppa ressa, Loggia del Capitaniato: migliaia di vicentini hanno reso omaggio alla Worldcup rinunciava a mettersi in coda e chiedeva agli uomini della sicurezza di scattare una foto al trofeo. Qualcuno avrebbe voluto anche alzare quella meravigliosa coppa; impresa impossibile, dato che la stessa era protetta e guardata a vista, giorno e notte. A fare da contorno alcune gigantografie che ritraevano gli azzurri durante i festeggiamenti in campo; immancabile la foto di Lippi che bacia la coppa con il sigaro in mano. Un'icona che rimarrà nella storia. Smaltita la sbornia della tre giorni, Sergio Campana, presidente della vicentina Aic (Associazione italiana calciatori), tira le somme dell'evento. "Sinceramente non mi aspettavo un afflusso così massiccio, dichiara l'avvocato; è stato emozionante e al tempo stesso impressionante vedere l'affetto della nostra città, e dell'intero Veneto, nei confronti della coppa del mondo. Da Vicenza è arrivato un segnale forte, non possiamo far finta di niente: la gente ha ancora tanta voglia di un calcio pulito, all'insegna dei più alti valori quali, per esempio, lealtà e regolarità dei campionati. Ed è proprio dal campo, in particolare dalla vittoria della nostra Nazionale, che occorre ripartire per ridare dignità al mondo del calcio. In questo senso la coppa del mondo, conquistata da un gruppo di ragazzi straordinari, diventa il simbolo di civiltà sportiva; è anche un messaggio di speranza perché le cose cambino in meglio al più presto". Ma allora il calcio è davvero in crisi? Risponde Campana: "A guardare i dati delle presenze nei nostri stadi sembrerebbe di sì; paghiamo ciò che è avvenuto con la vicenda Calciopoli: molta gente si è schifata e non vuole più sentir parlare di pallone. Non solo. Gli stadi sono scomodi, i biglietti costano troppo e le televisioni hanno invaso tutto ciò che c'era da invadere. Ogni giorno possiamo assistere ad una partita comodamente seduti sul nostro divano. Così non và. Rimbocchiamoci tutti quanti le maniche e ripartiamo dai felici Mondiali di Germania; altrimenti il futuro del calcio sarà sempre più nero". CCE VII sport 20 GENNAIO 2007 La proposta del ministro Melandri è stata inserita nella Finanziaria 2007 per avvicinare i giovani alla pratica sportiva. Ma ci sono ancora troppi punti oscuri Rebus detrazioni, dal Governo si attende chiarezza DI TOMMASO QUAGGIO A regime le detrazioni per l'attività sportiva saranno attive dal prossimo anno. Per il momento le disposizioni espresse nella finanziaria 2007 su questo argomento non sono chiarissime e si attendono, per usare un termine tecnico, delle "circolari esplicative" che chiariscano quello che sta divenendo per molti cittadini, ma non solo, un rebus. Il documento economico infatti parla di "detrazione fiscale fino a 210 euro per i figli dai 5 ai 18 anni sostenute per l'iscrizione e l'abbonamento a piscine, palestre ed altri impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica". Non è chiaro però se sarà l'in- sentata nel 2008 sui redditi del 2007, ma questa incertezza rischia di sminuire il valore stesso della proposta. A fare chiarezza su questo dilemma sarà il Ministero competente, ma se Tutti d'accordo per avvicinare lo sport ai bambi- a prevalere sarà la seconda interpretani. Ma i fondi previsti sono bassi zione da una spesa tera cifra ad essere detratta o se massima di 210 euro si potranno invece si potrà detrarre il 19%, con detrarre circa 40 euro, che scenderelativo sconto sull'imposta lorda ranno proporzionalmente al calare per gli oneri sostenuti dai contri- del tetto fissato per legge: un po' buenti. quello che accade per le spese Certo manca ancora del tempo, la mediche o per il mantenimento di detrazione infatti dovrà essere pre- un figlio in un asilo nido. Meglio di Satira: ecco come il rampollo della famiglia Agnelli è riuscito a tornare alla ribalta Juventus e Italia, attenti al Lapo! tattato da nerboruti rapTornato ai fasti e alla gloria presentanti del Nostro, di delle interviste in ginocchio nome Patrizia e Samantha, sulla (sua) stampa e sulla tv ha negato la sua disponibi(di regime), non potevamo lità: "Non sono un uomo non omaggiare il Lapo per tutte le stagioni. E nazionale. Dopotutto, il giosoprattutto per tutte le vin Elkann, mago del marbanane". keting, in quell'ottobre Guido, i' vorrei che tu e 2005 ebbe la sola colpa di Lapo e io… Non sia mai operare una transazione detto che l'Infante di Casa non ortodossa con un forniAgnelli non sia attento a tore di servizi ad alta penecontribuire alla vita cultutrazione commerciale, rale del Paese: pronta una complice una ricerca chimiLapo Elkann, nipote di Gianni Agnelli nuova edizione della co-industriale provata di Letteratura Italiana (finanziata da tro l'immoralità moderna: come persona. Ecco quali sono i progetti fondi italo-libici) in cui compaiono testimonial il Nostro, insignito di futuri del nostro beniamino, colto poesie, romanzi, racconti o qualsirecente dai Savoia con il Collare interprete dell'evolversi dei gusti di voglia componimento in cui ci sia il dell'Ordine dei Cavalieri della massa e acuto autore di aforismi nome di Lapo. Incalzato sul perché Polvere Bianca, pare abbia in che fanno rimpiangere l'augusto di un così originale "canone", il mente di ricorrere al Papa. Le indinonno Gianni ("Moggi e Giraudo? Dandy dell'Utilitaria ha detto: "La screzioni dicono che la scelta sia Sono come Caino e Babele" o letteratura è un po' come il cinema: caduta su di lui per via del colore "Anche l'ottico vuole la sua parte"). al di fuori dei Vanzina tutto il resto della tonaca, così attraente e così Lapo Alberto. L'immaginifico è spazzatura". pura. I teocon, i neocon e gli a-teoinventore di marchi accuratamenLapo di genio. Il vero asso nella con (Ferrara, Pera e autori minori) te preparati dai plotoni di pubblicimanica per il rilancio della sua hanno fatto vibrare la loro demotari Fiat imprigionati nelle secrete immagine, il Lapo transnazionale cratica e occidentale approvazione del Lingotto, il roscio con la erre l'ha però trovato in un autentico per il gesto che riconosce al moscia, vuole comprarsi il brand colpo di genio: "Mi cambierò i conPontefice un ruolo di primo piano di Lupo Alberto trasformandolo in notati e mi farò uguale al Nonno, e d'esempio: "Neanche noi abbiauna storia su un levriero torinese, facendomi tatuare il polsino della mo avuto tanto pelo sullo stomaco Lapo Alberto, che sfratta gli altri camicia con su l'orologio". Georg finora. Ci congratuliamo per l'inianimali dalla fattoria dopo esserseW. Bush, che come si sa ha perioziativa". la comprata, fa sparare al lupo e dici colloqui con Dio, ha fatto sapeBanane e Laponi. Una nota corteggia un gallo. Protesta delle re tramite Henry Kissinger che da azienda produttrice dei gustosi associazioni animaliste e dei fan Lassù l'Avvocato pare abbia indefrutti tropicali ha accettato la prodei fumetti con un senso logico e cifrabilmente commentato: posta del Degno Erede di creare il una morale. "Siamo diventati una repubblica bollino "Lapo". L'Uomo del Il Lapo perde il vizio ma non il delle banane". Monte, che ormai ha 97 anni, conpelo. Lancio della campagna con- nulla certo, ma a conti fatti un po' pochino per le tasche dei contribuenti. La discussione che ruota attorno a questo tema ha coinvolto molte personalità del mondo dello sport. Tutti concordando sulla bontà di una scelta del genere che nelle intenzioni cerca di rendere più accessibile lo sport per i giovani. Molti però sottolineano come la cifra sia troppo bassa dato che per le famiglie italiane lo sport dei ragazzi è una spesa alle volte non indifferente, soprattutto nel caso di nuclei familiari con più bambini, anche se la detrazione dovrebbe essere a figlio. Il disegno nasce dopo la pubblicazione da parte dell'Unione Europea di uno studio sull'obesità, dove risultava colpito anche il nostro Paese con un dato allarmante: 4milioni di persone sovrappeso, e con due bambini obesi su dieci. Un'idea apprezzabi- le che cerca quindi di prevenire questa vera e propria malattia sociale e che incentiva i giovani a praticare attività fisica senza pesare, almeno in parte, sul bilancio della famiglia. Si tratta di un primo passo che potrebbe portare con se altre novità. "Per il momento attendiamo qualche chiarimento da parte del Ministero delle Finanze - spiega Andrea Menato, commercialista del Coni -. Si è aperta una forte discussione in materia e ci sono ancora da chiarire degli aspetti importanti come ad esempio la modulistica che dovrà essere presentata per chiedere la detrazione; allo stesso modo si deve chiarire l'aspetto della ricevuta, dovrà essere un'auto certificazione o una ricevuta dell'effettivo pagamento. Insomma attendiamo le circolari esplicative da parte del Ministero per avere il quadro competo della situazione". Giovanna Melandri con Cannavaro e la World Cup VIII sport 20 GENNAIO 2007 Affidati a Danilo Preto, nuovo amministratore delegato della società biancorossa, gli incarichi operativi di Cassingena "Ci salveremo, abbiamo delle responsabilità verso i tifosi" Il Vicenza nelle mani di Preto "Punto tutto sulla collegialità" DI FRANCESCO CAVALLARO La stanza dei bottoni del Vicenza ha un nuovo timoniere. Un manager navigato, in grado di far filare tutto liscio come l'olio: almeno così si spera in quel di via Schio. Dove, giratela come volete, serve davvero un po' d'ordine. Danilo Preto - 57 anni, vicentino doc, una laurea in scienze politiche e il tesserino da giornalista pubblicista - è stato nominato amministratore delegato della società biancorossa. La presentazione ufficiale lo scorso 7 gennaio, con il presidente Sergio Cassingena a fargli da garante; il primo tifoso vicentino, dopo il malore che lo ha colto inaspettatamente il 26 novembre, è stato costretto dai medici a diminuire i suoi impegni. Sulla carta non cambia niente, Cassingena rimarrà il presidente in carica; tuttavia, per un tempo non ancora precisato, dovrà rimanere lontano da emozioni forti. In particolare niente partite del Vicenza e una presenza minore in termini di tempo ed energie spese all'interno della società. Largo a Preto dunque, suo uomo di fiducia, attualmente responsabile dei rapporti politico-istituzionali e marketing e comunicazione della Sisa. A lui faranno carico gli stessi poteri e deleghe esercitati da Cassingena; e, tra le altre mansioni, rappresenterà il Vicenza nelle riunioni di Lega. Non che il nuovo amministratore delegato abbia avuto un esordio fortunato al "Menti". Tutt'altro. A questo proposito, è stata sconsolante la prova offerta da Schwoch (lui neanche tanto per la verità) e compagni in occasione della gara interna contro il Brescia. Benino il primo tempo, poi è successo il patatrac. Anche Preto, pur essendo un dirigente, avrà il suo bel da fare fino al termine della stagione per conquistare la tanto sospirata sulle scelte tecniche c'era niente che girava per il prese da mister verso giusto. Preto analizza Gregucci. Ho massi- così il momento per così ma fiducia nel suo dire "interlocutorio" della operato; io faccio il squadra: "Premesso che la mio lavoro, gestisco maglia biancorossa, che ha la società insieme ai più di cento anni di storia, miei collaboratori. va onorata sempre e comunE non ho nessuna que. Esigo una certa profesintenzione di intro- sionalità anche da parte dei mettermi in scelte giocatori che la indossano che non mi riguar- ogni settimana. Il glorioso dano. E poi c'è già passato non va solo ricordaPaolo Cristallini, il to e basta. Anche e sopratdirettore della tutto per tutti i nostri tifosi prima squadra, che che ci sostengono sabato fa da ponte fra la dopo sabato, nonostante i società e i giocatori. risultati alterni. Abbiamo Accetterò di buon delle responsabilità nei loro grado anche i consi- confronti, non possiamo gli; anche dentro ad permetterci di deluderli una società si vince ulteriormente; la squadra, il e si perde tutti mitico Vicenza, è un patriDanilo Preto, nuovo ad del Vicenza: la salvezza è anche nelle sue mani monio dell'intera città che assieme". salvezza. Fortuna che ha le Preto: "È necessario miglio- A proposito di risultati, rin- va valorizzato sotto ogni idee ben chiare; e il nuovo rare l'organizzazione all'in- cuorante il Vicenza prima aspetto. Io ci metterò tutto ruolo mica lo spaventa. terno della società, nel della sosta natalizia. Male me stesso. Sono convinto Anzi, è carico al punto giu- rispetto dei ruoli e delle sin- contro il Brescia; sembra di che alla fine ci salveremo gole responsabilità. Ciò non essere tornati indietro di per la gioia di tutti i nostri sto. "Ho accettato subito l'inca- significa che metterò bocca qualche mese, quando non affezionati sostenitori". rico - commenta l'ad -; non ci ho pensato nemmeno un secondo. Si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno: ecco cosi è capitato anche a me. Sono orgoglioso che Cassingena abbia puntato su di me. Sono sincero, non conosco il mondo del calcio. Proprio per questo apro le porte a tutti i miei collaboratori. Da qui in avanti la parola d'ordine sarà collegialità. Da parte mia ci metterò grande spirito di dedizione e di sacrificio: garantito al 100 per cento. Per quanto riguarda la parte amministrativa, ho notato che all'interno della società ci Il capitano Schwoch. "I risultati devono arrivare anche per rispetto ai tifosi" dice Preto sono delle cose da sistemare; su tutto i vari compiti da svolgere. Punterò molto sulle responsabilità e le competenze: ognuno deve sapere ciò che deve fare, non ci può essere nessun tipo di inadempienza. Questo è un metodo che ho già avuto modo di applicare in passato e che ha dato i suoi risultati". Si gioca al calcio, ma dietro c'è tutto un apparato che deve funzionare come un orologio. Così ci spiega 11 DONNE 20 GENNAIO 2007 Per Marianne Clement, Venerabile Maestro della loggia Khepra, c'è bisogno di trasparenza "E vorrei che le donne partecipassero di più" La massoneria secondo Marianne DI Squadra, compasso e rami d'acacia LUCA MATTEAZZI Segreta forse no, ma riservata, molto riservata, sicuramente sì. Di solito quando si parla di massoneria il pensiero corre ai circoli di intellettuali "iniziati" del Settecento (tra gli altri Mozart, George Washington e Benjamin Franklin), ai moti carbonari dell'Italia del primo Ottocento, oppure, in termini decisamente meno lusinghieri, alle manovre di Licio Gelli e compagni a cavallo degli anni Ottanta. Nella Vicenza di inizio 2007 invece, la massoneria ha la faccia sorridente di una signora come Marianne Clement. Nata al sole delle Mauritius, cresciuta a Londra e poi trasferitasi a Vicenza per motivi familiari ("io mi sento mauritiana, londinese e italiana", sottolinea), la Clement è entrata in contatto con la massoneria oltre vent'anni fa. Oggi è alla guida di una delle Logge massoniche presenti in città, la Loggia Khepra, riconducibile all'Obbedienza del Supremo Consiglio d'Italia e San Marino di Rito Scozzese Antico ed Accettato, e non fa mistero del proprio ruolo. "Ci sono ancora troppi pregiudizi e troppa ignoranza, troppe persone che parlano e scrivono di massoneria senza essere masso- Marianne Clement, nata nelle Mauritius, guida la Loggia Khepra ni, e quindi senza sapere davvero cosa vuol dire - spiega -. E da parte nostra ci sono spesso troppi timori: invece ci vuole un po' di coraggio, anche perché non abbiamo assolutamente nulla da nascondere". Operazione trasparenza, dunque, per tentare di sfatare il luogo comune che dipinge la massoneria come un circolo molto esclusivo e molto poten- Un percorso sospeso tra storia e leggenda Non è facile ricostruire storicamente le vicende che hanno portato alla formazione della massoneria moderna. Generalmente le origini di questa disciplina vengono fatto risalire all'epoca della costruzione del Tempio di Gerusalemme voluta dal re Salomone, e in particolare vengono collegate alla figura di Hiram, un geniale artigiano che avrebbe diretto i lavori. Secondo altre versioni, invece, la massoneria deriverebbe da un ramo dell'Ordine dei Cavalieri Templari, oppure dalle antiche corporazioni di muratori attive già in epoca romana (i Collegia fabrorum), dalle quali si sarebbero poi originate le corporazioni medievali. Per molti storici, tuttavia, la massoneria sarebbe nata solo alla fine del XVII secolo, senza alcun legame con le organizzazioni più antiche. La data citata in tutti i testi è quella del 24 giugno 1717, quando le quattro logge già esistenti a Londra decisero di unirsi per formare la Gran Loggia di Londra, poi diventata la Gran Loggia d'Inghilterra. Da lì la massoneria si diffuse rapidamente in tutta Europa, arrivando nel 1728 in Spagna, nel 1731 a Firenze e in Russia, nel 1733 negli Stati Uniti. In Italia le logge principali sono il Grande Oriente d'Italia e la Gran Loggia d'Italia, Obbedienza di Piazza del Gesù, entrambe presenti oggi anche a Vicenza. te, in cui si intrecciano affari al riparo da sguardi indiscreti. "Assolutamente no, nella massoneria non si entra per coltivare i propri interessi - ribatte il Maestro Venerabile della Loggia Khepra -. Essere massoni vuol dire essere persone impegnate a lavorare per il bene. Per noi l'essere umano è il punto centrale, è un tesoro che va salvaguardato e protetto, e per far questo c'è bisogno di una scuola, di ricevere delle indicazioni. Di solito si pensa che quando si arriva al diploma o alla laurea e si ha un titolo in tasca si è a posto, ma non è così: la nostra istruzione come essere umano come continua? Per questo c'è bisogno di una scuola, una scuola che sia seria, che abbia una tradizione solida alle spalle e che mi dia degli strumenti sani per vivere in questo mondo. Ecco cos'è la massoneria, una scuola di vita". Viene in mente il celebre aforisma di Bernardo di Chartres secondo cui le persone sono nani che camminano sulle spalle di giganti. A sentire la Clement anche i massoni seguono un po' questa filosofia: guardare al passato per trovare dei principi guida per le scelte di ogni giorno. "Valori come il rispetto per la famiglia, l'onestà, la tolleranza e la fratellanza, che però vanno coltivati e aggiornati", chiosa la Clement, che poi aggiunge. "Non siamo All'interno dei rituali e delle prati- sono il delta o triangolo equilateche massoniche il ricorso ad ro (rappresenta la trinità , il ritmo immagini simboliche riveste un ternario che sta alla base di molti ruolo di grande importanza. Tra i aspetti dell'esistenza), l'acacia simboli più noti ci sono senza una pianta che non appassisce, dubbio la squadra e il compasso, capace di resistere al freddo e alle i ferri del mestiere di ogni costrut- intemperie, e quindi simbolo di tore (e i massoni si richiamano ai speranza e dell'immortalità delliberi muratori) che qui diventa- l'anima - e il melograno, simbolo no gli strumenti che conducono dell'abbondanza ma anche dell'ualla perfezione, e cioè la rettitudi- nità dei fratelli massoni (all'interne morale (la squadra) e la capa- no di ogni frutto sono presenti, e cità di inventare (il compasso). strettamente connessi, innumeSempre dalla tradizione dei revoli semi). muratori vengono i simboli del filo a piombo (che rappresenta l'equilibrio interiore), del maglio (la forza di volontà), dello scalpello (la capacità di discernimento), della pietra grezza (il massone stesso, su cui si deve lavorare), del regolo (l'armonia) e della cazzuola (la volontà di soccorrere chi è nel bisogno). Squadra e il compasso e altri simboli Altre iconografie tipidella Massoneria nascondono camente massoniche significati profondi una religione, anzi, in qualche modo siamo al di là delle religioni. Nel senso che noi accogliamo persone di tutte le religioni, purché condividano i nostri valori di fondo. Gli unici che non accogliamo sono gli atei, perché non è possibile non credere a nulla". Qualcosa di "misterioso", comunque, rimane. Al di là dei principi generali, gli insegnamenti concreti, i rituali, i simboli, restano avvolti nella riservatezza. Per non parlare dei nomi degli iscritti: una paio di interviste rilasciate dalla Clement in autunno avevano fatto molto rumore per delle velate allusioni a vicentini illustri nelle fila della massoneria berica ("imprenditori, politici, sacerdoti"avevano riportato i quotidiani), ma lei non intende alimentare il gioco del sospetto. "Non voglio ritornare su questo argomento. Quello che posso dire è che chiunque, di qualsiasi professione sia, può entrare. Nella massoneria ci sono persone di ogni estrazione, e non dipende assolutamente dal reddito: è ovvio che c'è un costo, come c'è per tutte le associazio- ni, ma è abbordabile, giusto quello che ci serve per mantenere la sede". Per chi fosse interessato, il riferimento è un indirizzo mail, [email protected]. "Poi ci sono dei colloqui, in cui l'interessato ci fa tutte le domande che ritiene necessarie e anche noi ne facciamo a lui, e vediamo se si può iniziare un percorso insieme". In caso positivo, al nuovo iniziato si aprirà un mondo fatto di incontri in un tempio alla periferia di Vicenza dove, sotto l'iscrizione "A.G.D.G.A.D.U." - acronimo di Alla gloria del grande architetto dell'universo -, si volgono rituali dal sapore arcano ("Il sapere massonico esiste dalla notte dei tempi, e noi usiamo gli strumenti e i simboli che si usavano allora"). E dove alla Clement non dispiacerebbe vedere qualche donna e qualche giovane in più: "I giovani che oggi non sanno dove andare ne avrebbero bisogno conclude -. E non parliamo delle donne! Ce ne sono poche, invece io vorrei che la massoneria ne fosse piena. Donne, fatevi avanti!". 12 INTERVISTA DOPPIA Stefano Centomo, 20 anni di Altissimo, sarà a Sanremo Giovani con la canzone "Bivio" 20 GENNAIO 2007 Patrizio Baù, 34 anni cantautore vicentino, anche lui a Sanremo. Canterà "Peccati di gola" Vicenza: piccola città ...ma per sfondare ci con grandi talenti.... vuole un biglietto aereo In poche parole, come spiegheresti la tua musica a chi non ti conosce? Pop rock commerciale con influenze brit pop. Perchè Sanremo è Sanremo? Che significa secondo te? Sanremo è una manifestazione che fa molto parlare nel bene e nel male! L'importante è saperla sfruttare nel modo giusto. Il Festival è uno spettacolo decrepito o un'utile vetrina? Sanremo, a mio parere, è un'ottima vetrina se si ha qualcosa di buono da offrire. Può essere un trampolino di lancio ma allo stesso tempo può essere un arrivo . Questo dipende sempre da quanto si è pronti per affrontare un palco così importante! Pippo Baudo dal vivo è l'illuminato despota che si dice? Pippo Baudo è una persona semplice e diretta, come lo si vede in TV. Non ha maschere. È la storia della televisione Italiana! Ha dato tanto per la musica italiana scoprendo la Pausini, Giorgia, Bocelli e molti altri artisti del panorama italiano. Cosa farai tutto il giorno a Sanremo in attesa dell'esibizione della sera? Questo ancora non lo so... So gia che sarà una settimana intensa dalla mattina alla sera con interviste alle radio, giornalisti, foto, Tv. Ma cercherò di mantenere la calma e la lucidità. Come si fa a tenere sotto controllo l'emozione quando si è su un palco importante? Semplicemente cerco di non pensarci! Ho sempre fatto così ... Anche durante dei concorsi e altre esibizioni non ho mai pensato a questa cosa perchè, a mio parere, fa solo del male. Qual è stato il tuo primo disco? E quello che ti ha davvero cambiato la vita? Il primo cd è stato La dura legge del gol degli 883. Un cd che ho consumato è stato Stupido Hotel di Vasco (2001). Il tuo cantante (o gruppo) preferito? Diciamo che non c'è un gruppo preferito da sempre. Ogni periodo ascolto qualcosa che mi piace. In questo momento ascolto assiduamente Coldplay, U2 , Red Hot Chili Peppers e Damien Rice... Meglio autodidatta o "imparato" nelle scuole di musica? Una è l'altra messa insieme...Avere le basi della teoria è una cosa, per me, necessaria; poi una volta acquisite le basi si può crescere autonomamente. Tutto dipende dagli obiettivi che uno si pone . Per avere successo nella musica, secondo te quanto contano, da uno a dieci: Il talento: 8 to continuamente per almeno 3 mesi fino a rovinare il disco ( allora c'erano gli LP) e a compromettere il mio rendimento scolastico; ne ero talmente innamorato da dimenticarmi di quasi tutto il resto della mia vita! Il tuo cantante (o gruppo) preferito? In Italia, Lucio Battisti. All'estero i Blur. Meglio autodidatta o "imparato" nelle scuole di musica? In entrambi i casi, è importante il lavoro, la passione e l'umiltà. Per avere successo nella musica, secondo te quanto contano, da uno a dieci: Il talento 6 Lo studio Lo studio: 8 Le conoscenze: 7 e 1/2 La fortuna: 7 A Vicenza e dintorni quali sono le opportunità per un aspirante cantautore? Vicenza è una piccola città che però ha dei grandissimi talenti musicali. A livello di live si può crescere tantissimo. È difficile proporre musica propria, i posti non sono tanti ma ci sono. Nel resto d'Italia ci sono situazioni migliori ma per un cantautore è sempre difficile arrivare agli addetti ai lavori per proporre la propria musica. Se Vicenza fosse un brano musicale che cosa sarebbe? Io la sentirei come una pop-Rock Ballad......Gli angeli di Vasco.... Mai scaricato musica da Internet? Cosa ne pensi di chi lo fa? Sì, da internet ho scaricato musica che in giro non riuscivo a trovare nei negozi....Scaricando la musica da internet però la musica fa difficoltà ad uscire ... In questo modo si uccide la musica. Gioco della torre. Vasco o Ligabue? Salvo Vasco Battisti o De André? Salvo Battisti Beatles o Rolling Stones? Salvo Rolling Stones Britney Spears o Cristina Aguilera? Salvo Britney È vero che cantare/suonare è un buon modo per far colpo sulle ragazze? La musica dà emozione, l'amore è un'emozione. Ma prima di tutto bisogna comunicare... se sai comunicare puoi arrivare alle persone e fare "colpo". Se non comunichi nulla non fai nulla.... Cosa diresti all'altro? E' una persona semplice e buona. Un grosso in bocca al lupo. Ci rivediamo la settimana del Festival. In poche parole, come spiegheresti la tua musica a chi non ti conosce? Semplice, diretta, spontanea. Inoltre, ogni canzone si differenzia dalle altre per stile musicale e per tipo di sound. Perchè Sanremo è Sanremo? Che significa secondo te? Perché non esiste nessun altro festival in Italia che riesca a catalizzare l'attenzione, oltre che del pubblico, della quasi totalità degli addetti ai lavori: dai critici ai giornalisti, dai discografici alle radio fino al mondo della televisione e del gossip. Il Festival è uno spettacolo decrepito o un'utile vetrina? Per un artista giovane è sicuramente una vetrina fondamentale per promuovere il proprio lavoro e per farsi conoscere da un pubblico più vasto. Per un big è un'utile vetrina per rimettersi in carreggiata o per lanciare un nuovo progetto discografico. Per il pubblico può essere uno spettacolo più o meno gradevole a seconda della qualità. Pippo Baudo dal vivo è l'illuminato despota che si dice? Non è né illuminato, né despota, ma un grande professionista animato da una sana vanità e da uno spirito entusiastico che riesce a contagiare tutti quelli che gli stanno intorno. Cosa farai tutto il giorno a Sanremo in attesa dell'esibizione della sera? Scriverò una nuova canzone. Come si fa a tenere sotto controllo l'emozione quando si è su un palco importante? Non esiste un palco più importante di un altro. L'emozione non si può controllare, ma si può solo trasformare. Una lenta respirazione aiuta molto questo processo. Qual è stato il tuo primo disco? E quello che ti ha davvero cambiato la vita? In ambito classico, un Recital di Narciso Yepez per chitarra classica. Un disco che mi ha invece cambiato la vita, nel senso che mi ha aperto nuovi orizzonti musicali, è stato un doppio album di Pat Metheny intitolato "80/81". Questo disco contiene un brano per chitarra acustica intitolato "Goin' Ahead"che ho ascolta- 10 Le conoscenze 8 La fortuna 3 A Vicenza e dintorni quali sono le opportunità per un aspirante cantautore? Ottime, se si prende un biglietto aereo per Roma o per Milano…. E questo vale per tutte le città di provincia. Se Vicenza fosse un brano musicale che cosa sarebbe? Una ballad molto intimista con un arrangiamento musicale scarno e con la presenza tra gli strumenti di un liuto rinascimentale e di un sax soprano. Mai scaricato musica da Internet? Cosa ne pensi di chi lo fa? Quando non c'era internet, registravo le canzoni dalle radio o da MTV. Poi ho imparato l'arte del downloading. L'ho sempre fatto, da un lato, per testare il valore artistico delle canzoni per poi decidere se comprare o meno l'album, dall'altro per ragioni di studio personale. Capita spesso di trovare nelle classifiche delle canzoni che non rientrano nel mio gusto personale, ma che evidentemente vanno analizzate per capire le ragioni del loro successo. Gioco della torre. Vasco o Ligabue? Se proprio devo giocare, salvo Vasco. Battisti o De André? Salvo Battisti Beatles o Rolling Stones? Salvo i Beatles Britney Spears o Cristina Aguilera? Salvo Cristina Aguilera …comunque metterei sotto la torre un morbido materasso… È vero che cantare/suonare è un buon modo per far colpo sulle ragazze? Se si è belli e sexy, probabilmente sì….ma a questo punto, mi chiedo se sia importante saper cantare o suonare. In ogni caso non è per questo motivo che ho deciso di farlo. Cosa diresti all'altro? Un "in bocca al lupo" per questa avventura sanremese…che, comunque vada, sarà un successo! Sono molto curioso di sentire la tua canzone. 13 20 GENNAIO 2007 CULTURA Secondo il filosofo "imprenditori e politici dovrebbero riscoprire la filosofia" Per dare un senso alla vita tutta "lavoro e schei" dell'"homo bericus" Contro l'ipocrisia vicentina, così parlò Volpi DI ALESSIO MANNINO Un intellettuale dalla biblioteca sterminata che lamenta l'arretratezza di autostrade e treni, come una delle migliaia partite Iva del profondo Veneto. Un agnostico che sulla scia del pensatore colombiano reazionario Gómez Dávila, sua ultima scoperta, nutre un profondo rispetto per i valori del cattolicesimo autentico, cioè non quello di oggi. Un nome che dà lustro e orgoglio a Vicenza, ma di cui Vicenza sa poco o nulla. Un po' anche per "colpa" sua. Franco Volpi è un filosofo, anzi, un "modesto cultore della filosofia" (ipse dixit) che nella sua città natale non ama apparire. Capofila di quel "covo" di vicentini (Gaetano Rametta, Giovanni Gurisatti, Fabio Grigenti) che è il dipartimento di filosofia dell'ateneo di Padova, con una carriera trentennale di docente alle spalle e una fama internazionale che l'ha portato in tutto il mondo come conferenziere o visiting professor, Volpi scorge in sé pochi tratti di vicentinità: "La mia dimensione è un'altra, vivo qui per una bieca ragione di comodità, trasferirmi in una grande città come Milano o Roma costerebbe troppo". Anche se poi si lascia scappare un secondo perché: "anche se certamente è più a misura d'uomo". Un pragmatico rapporto di convenienza che fa tutt'uno con il senso di distanza che lo separa dai fatti locali: "Tranne sporadici eventi come la commemorazione di quest'anno di Giuseppe Faggin, mio insegnante di liceo a cui devo l'amore per la filosofia, qui molte altre occasioni per mettere a frutto le mie competenze non ne ho avute". Giusto qualcosa all'Accademia Olimpica, come un convegno con lo psicanalista e "collega" filosofo Umberto Galimberti. O una lezione sull'insostenibile leggerezza dell'eros secondo lo scrittore Kundera tenuta al Pigafetta. D'altronde in città l'ultima esperienza degna di nota nel suo campo, ricorda Volpi, "è stata l'associazione 'Dora Marcus', con Paolo Vidali e Giuseppe Barbieri, negli anni '80". Per uno che ha insegnato in Il filosofo Franco Volpi, vicentino per comodità: "trasferirmi in una grande città costerebbe troppo" Francia, Svizzera, Inghilterra e in Sudamerica, persino, per ben dieci anni, in Germania "a insegnare la filosofia tedesca ai tedeschi", Vicenza è stretta, angusta, provinciale: "Se dovessi andarmene, farei come Orfeo: non mi volterei indietro più di una volta". Come arretrata è l'Italia, Paese che ha ancora un gap da colmare con la modernità: "Quando stavo in Germania ci mettevo 20 minuti di macchina per coprire i 30 chilometri che mi separavano dall'università, a Padova ci metto un'ora. In aeroporto devo andare in auto perché non c'è un collegamento pubblico decente". Un Paese, inoltre, avaro con la cultura: "Un solo esempio: perfino a Città del Messico la biblioteca in cui andavo era molto meglio di quelle che ci sono qui". Negli ambienti che il professore frequenta abitualmente, siano grandi università estere o circoli giornalistico-intellettuali patrii (collabora stabilmente con il quotidiano Repubblica), essere nati in questa cittadina del nord non conta. Il filo che ancora ve lo lega viene dagli anni della formazione: "ho studiato al Patronato, e lì ho avuto un'educazione cattolica che non rinnego, anzi: credo che quei valori siano importanti per la coesione sociale. Poi il ginnasio e il liceo al Pigafetta, e lì ho avuto un'istruzione come Dio comanda", sottolinea fiero. E ciò che oggi manca all'"homo bericus" è proprio dare "una forma" a quello stile di vita fatto di superlavoro e schei che lo caratterizza: "L'etica del lavoro in sé è positiva, per- ché ha creato le condizioni di ricchezza per investire sulla cultura: un tempo il figlio dell'operaio non andava all'università come accade adesso". Come dire: far soldi acquista un senso solo se glielo si dà per una crescita interiore, culturale e spirituale. Perché l'assenza di senso, ovvero il nichilismo a cui Volpi ha dedicato un libro tradotto in varie lingue, è qui, tra noi: "Il futuro del mondo è nelle mani della pornografia e della coca cola", dice citando l'amato Dávila. Dalla cui saggezza di cattolico anti-moderno trae un'altra perla a commento di una Vicenza ex "sacrestia d'Italia": "Dávila afferma che la Chiesa a forza di aprire le braccia al mondo ha finito con l'aprire anche le gambe. Ecco, al cattolicesimo elettorale che strizza l'occhio alle moltitudini, preferisco la conversione solitaria". L'eterna ipocrisia berica vista da un tollerante "non-moralista": "Attualmente il vescovo non ha il potere di ricatto di una volta, ma i politici fanno a gara per accaparrarsi i voti cattolici, e la città vive ancora in una certa curialità di facciata che non vela più un clima godereccio miserevole". Secondo Volpi la classe dirigente vicentina - ma l'identico discorso vale a qualsiasi livello dovrebbe puntare sulla sua materia: "A chi ha ambizioni di leadership, negli affari come in politica, la filosofia può solo far del bene. In Germania, al centro universitario della Confindustria tedesca, insegnavo a ingegneri, medici, fisici, economisti: perché se si è bravissimi soltanto nel proprio campo, si è solo degli idioti specializzati". Ed ecco perché Volpi non disdegna certo di scendere in quello scottante dell'attualità politica e dire la sua sul caso del momento, il Dal Molin: "Trovo demenziale creare una pista di volo militare a pochi chilometri dalla Basilica Palladiana. Se gli Hezbollah nascondono i missili tra le case civili, perché gli Americani vogliono fare lo stesso con noi? Non possono pensare che mi facciano una base sotto casa e io stia zitto". Certe cose, suggerisce il filosofo Volpi, non è bene prenderle con filosofia. L'area industriale della città. Per Volpi va bene la "filosofia degli schei" se permette crescita culturale e spirituale Sua l'edizione italiana del monumentale Essere e Tempo Con Heidegger nella Selva Nera del pensiero Il professor Volpi, classe 1952, è vicentino di nascita ma cittadino del mondo per professione e vocazione. Nel 1976 inizia a insegnare, e attualmente è docente ordinario di Storia della Filosofia all'università di Padova. Per la casa editrice milanese Adelphi, di cui è consulente, ha inventato nel 1991 la fortunata collana tratta dall'archivio inedito di Arthur Schopenhauer "L'arte di… (ottenere ragione, essere felici, farsi rispettare, insultare le donne, conoscere se stessi, invecchiare)". Le sue pubblicazioni più importanti sono "Il nichilismo" (Laterza), il "Dizionario delle opere filosofiche" (Mondadori), la "Storia della filosofia" (Laterza). L'ultima, scritta con Antonio Gnoli, s'intitola "L'ultimo sciamano. Conversazioni su Heidegger" (Bompiani). Non si concede ai giornali e alle telecamere se non per "dare un contributo nell'ambito delle mie competenze, altrimenti si rischia di diventare dei tuttologi". Su Repubblica e sul Giornale di Vicenza scrive infatti esclusivamente di temi e autori filosofici. Partecipa volentieri a occasioni pubbliche come il Festival della Filosofia di Modena (rimanendo quasi stupito nel parlare "davanti a centinaia di persone") o le "Vacances de l'Esprit" a Norcia, nel 2005 (una tre giorni annuale di seminari ad alto valore scientifico-esistenziale). Del fatto che a Vicenza l'unico evento simile sia dedicato alla Bibbia dice: "E' significativo, è indice di una certa sensibilità Anche se ormai non siamo più la 'sacrestia' ma la 'lap dance' d'Italia". Non si riconosce nell'etichetta di "heideggeriano" ("l'ho solo studiato a fondo"), ma sua è l'edizione italiana del monumentale Essere e tempo del pensatore della Selva Nera. Membro della consulta scientifica di varie riviste, il libro che consiglia per meglio comprendere la nostra tormentata attualità è di Gómez Dávila, In margine a un testo implicito (Adelphi): "Un'eccellente biblioterapia: è un libro a cui aggrapparsi come un naufrago alla sua tavola galleggiante". A.M. RADICI 14 20 GENNAIO 2007 Domenica la dodicesima edizione della spremitura pubblica delle uve da cui si ricava il famoso passito. Un modo per scoprire tradizioni antiche e gusti nuovi Torcolato di Breganze, buona la "Prima" DI LUCA MATTEAZZI Una volta i grappoli passavano l'autunno appesi alle travi dei granai, adesso riposano per quattro mesi in moderni e tecnologici fruttai, ma il risultato finale non cambia: dopo la spremitura e un adeguato periodo di fermentazione e invecchiamento, dalle botti escono vini dolci, raffinati ed eleganti, che hanno fatto la storia dell'enologia della provincia. Il vicentino si conferma una terra d'elezione per i vini passiti, a cui proprio in queste settimane sono dedicate alcune importanti manifestazioni. La settimana scorsa è andata in scena "I picai del recioto di Gambellara" (con picai si indicano le travi, ma vuol dire anche "appesi") con la torchiatura, nella piazza di Zermeghedo, dei grappoli di garganega, mentre questo fine settimana toccherà alla vera antesignana di questo genere di iniziative, la Prima del torcolato di Breganze, giunta quest'anno alla dodicesima edizione. Dalle 14,30 del pomeriggio di domenica 21 gennaio, la Magnifica Fraglia del Torcolato sfilerà per le vie del La spremitura pubblica. Col passare del tempo è diventato un evento che richiama curiosi e appassionati da tutta la provincia paese, nominerà i nuovi componenti e quindi darà il via alla torchiatura pubblica del primo mosto del torcolato 2006. Uno spettacolo che richiama alla memoria gesti e abitudini d'altri tempi, con i "vecchi" che suggeriscono come si fa e i giovani che guardano e imparano. Un modo, anche, per scoprire segreti e virtù di un vino le cui origini risalgono probabilmente ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia, e che negli ultimi anni ha portato il nome di Breganze nelle carte dei vini dei migliori ristoranti d'Italia, e non solo. Quel liquore sopraffino che si fabbrica a Breganze.... La storia del torcolato è antica quasi quanto quella della viticoltura vicentina. Come è stato accuratamente ricostruito da Franca Miotti, le prime testimonianze storiche di un vino che potrebbe essere il precursore dell'odierno torcolato risalgono infatti al 1610, epoca in cui Andrea Scotto fa un accenno ai "vini dolci e saporiti" prodotti nella zona di Breganze. Quasi un secolo e mezzo più tardi, nel 1754, un altro documento parla del "dolce vespaiolo" (e per la prima volta l'idea di un vino dolce è associata all'uva vespaiola), del "liquore sopraffino che si fabbrica a Breganze", e del "dolcissimo Pasquale", un vino che si fa verso Pasqua con le uve appassite. Se non è torcolato poco ci manca, ma per l'esordio ufficiale bisogna attendere ancora, per la precisione fino al 1890, anno in cui sulle pagine dell'Agricoltore Vicentino compare per la prima volta il nome torcolato. Nel 1911, infine, il Corriere della Sera scrive che di Breganze "è famoso il suo torcolato", segno che la consacrazione di questo vino da meditazione è ormai avvenuta anche a livello nazionale. Un‘uva che fa impazzire le vespe Come vuole la tradizione, il torcolato è ottenuto dalle uve migliori del più tipico dei vitigni della zona, il vespaiolo, abbinato a piccole percentuali di tocai e di pedevenda. Il vespaiolo è un'uva bianca, dolce, chiamata anche Vespara o Bresparola perchè quando è matura attira in modo particolare api e vespe, tanto che a volte vendemmiare diventa un problema. Per la produzione del torcolato si selezio- La prima del 2006: il torcolato si ottiene da grappoli lasciati appassire fin dopo Natale nano i grappoli migliori, che ven- pasticceria, oppure, come consiglia gono lasciati appassire fino dopo Mariuccia Polesato, responsabile Natale in ambienti asciutti e aerati, vicentina dell'Associazione italiana per poi essere torchiati, lasciati fer- sommelier, insieme ad un buon mentare a lungo e quindi invec- piatto di formaggi. "È ottimo con chiati in vasche d'acciaio o in botti quelli stagionati, con gli erborinati, di legno. Il risultato è un vino dora- o anche con uno stravecchio - spieto, dolce ma non stucchevole, con ga -. E se oggi c'è una grande rivaaromi di mela cotta, miele, uvetta e lutazione del torcolato è anche perfrutta secca. Ideale alla fine di un ché i ristoratori hanno cominciato buon pasto, ma anche come com- a proporlo abbinato ai carrelli dei pagno di lunghe chiacchierate formaggi". Abbinamenti più "spe(non a caso è definito un vino da rimentali" sono quelli con i piatti a conversazione), e non solo. base di fegato, soprattutto quello di Un toccasana per volatile, oppure con i crostacei. E ci puerpere, anemici e sono anche il panettone al torcoladeboli di cuore to, l'asiago al torcolato, la sopressa Le leggende popolari attribuiscono al torcolato, e ovviamente la grapal torcolato proprietà quasi medi- pa di torcolato. cinali. Considerato un ottimo ricostituente, capace di fortificare il corpo e lo spirito, era consigliato (in modiche quantità) alle puerpere La diatriba è aperta: da dove viene che dovevano allattare i il nome torcolato? Secondo una figli, alle madri che doveprima ipotesi, la parola deriverebvano riprendersi dalle be dal verbo torcolare (spremere fatiche del parto e agli con il torchio), che a sua volta derianemici. Addirittura una va dal latino torculum, cioè torcere, locandina pubblicitaria stringere forte. Questo perché la dei primi del Novecento normale pigiatura non è sufficiente riporta che il torcolato "è per spremere a dovere i grappoli di stato riconosciuto genuiuva passita, e bisogna quindi ricorno dall'analisi chimica del rere al torchio. Secondo un'altra municipio di Padova per versione, invece, il nome del vino le sue qualità toniche ed da meditazione che ha reso famosa eccitanti, riesce ottimo in Breganze è legato ad un'altra fase tutti i casi di debolezza di della lavorazione, quella dell'apcuore, nelle dispepsie da passimento: dopo la vendemmia, i torbida funzionalità grappoli vengono infatti attorcigastrica e nelle convalegliati con uno spago e quindi appescenze di malattie acute e si alle travi delle soffitte. consuntive". Attorcigliare in dialetto si dice Dolci, formaggi e "intorcolare", e i grappoli appesi panettoni sono indicati come "torcolati", da Oggi, comunque, il torcui il nome di torcolato. colato è considerato, giuCuriosamente anche l'altro vino da stamente, soprattutto un meditazione vicentino, il recioto di grande vino da dessert. Gambellara, ha un'etimologia L'abbinamento classico discussa. Secondo alcuni il nome lo vuole insieme a dolci potrebbe derivare da un passito secchi e alla piccola che già in epoca romana era definito "retico" (ne parlano addirittura Plinio il Vecchio e Virgilio), ma sembra più probabile che il termine sia una variazione sul tema del verbo dialettale "reciotare", cioè spigolare. O ancora, che il nome tragga origine dal fatto che per questo tipo di produzione vengono selezionate le uve migliori, quelle ali dei grappoli che sono più esposte al sole e che in dialetto vengono indicate, guarda caso, come "recie", orecchie. Inevitabile, in questo caso, che il vino ottenuto con le "recie" si chiami recioto. Nomen omen: torchiato o attorcigliato? 15 SALA STAMPA 20 GENNAIO 2007 Strage di Erba, quando l'odio è senza controllo perché la loro psiche è capita spesso che ai piatta, non registra né bambini insegniamo a Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o pentimenti né ripensamangiare, a dormire, a menti. Solo alla fine, per parlare. Ammiriamo i nazionale, un articolo che fa riflettere, sfinimento, una fredda loro sprazzi di intellidiscutere o arrabbiare. O anche divertire. confessione, senza genza, le loro intuizioni, Sempre senza alcun commento. Sia il lettore ma poco ci curiamo manifestare il minimo a farne, secondo le proprie opinioni senso di colpa (…). della qualità del sentiQuando i giudici, mento che in loro si appurate le prove, forma e talvolta, a condannano tali Perchè ci spaventa la male, tra la gravità di un'a- nostra insaputa, non si imputati, sono soliti strage di Erba, dove una zione e la sua irrilevan- forma. appurare la loro facoltà coppia di vicini uccide una za.(…) Ed è grazie a essa Il sentimento è l'ordi "intendere" e "volere" madre, il suo bambino, la che impediamo al nostro gano che ci consente che ovviamente funziononna e la signora della amore di soffocare e al di distinguere cos'è na benissimo. porta accanto? Lo spetta- nostro odio di uccidere. bene e cos'è male, per Bisognerebbe però colo è truce, ma forse quel Ma quando questa dimen- cui Kant arriva a dire anche valutare la loro che è inutile definire che più ci angoscia non è sione non c'è? (…) capacità di "sentire". tanto la sua truculenza, Allora siamo alla "psi- cos'è buono e cos'è catE qui si scoprirebbe la quanto sapere se noi siamo copatia". Un termine tivo, perché ognuno lo radice di certe condotte del tutto immuni dai moti coniato dalla psichiatria "sente" naturalmente da che risultano aberranti d'animo che hanno provo- dell'800 per designare una sé. a noi tutti che viviamo psiche apatica, incapace di Questo criterio, che cato questa tragedia. sostenuti dal nostro Del tutto immuni no. E registrare, a livello emoti- valeva al tempo di Kant, sentimento, ma che non il nostro linguaggio lo vo, la differenza tra ciò che oggi vale molto meno. acquistano alcuna rilerivela quando si abbando- è consentito e ciò che è E la ragione va cercata vanza per chi il sentina a espressioni che, senza aberrante, tra un'azione nel fatto che i bambini mento non l'ha mai freni, tradiscono i nostri senza conseguenze e un'a- di oggi sono sottoposti a conosciuto, perché a suo vissuti carichi di odio. Ma zione irreparabile. (…) E troppi stimoli che la loro tempo non è stato racdal linguaggio solitamente sì, perché la psiche non è psiche infantile non è in colto, ascoltato, coltivanon passiamo all'azione. A una dote naturale che uno grado di elaborare. (…) to. fermarci non è tanto l'uso possiede per il solo fatto Quando gli stimoli sono Gli psicopatici sono della ragione, già messa d'esser nato e cresciuto. La eccessivi rispetto alla un caso limite dell'ufuori gioco dall'odio, ma psiche è qualcosa che si capacità di elaborarli al mano, ma la psicopatia quella "dimensione senti- forma attraverso quel vei- bambino restano solo come tonalità dell'animentale" che registra la colo, così spesso trascura- due possibilità: o "andama a bassa emotività e a in angoscia", o differenza tra il bene e il to, che è il sentimento. Ora re scarso sentimento è "appiattire la proqualcosa che si va difpria psiche" in fondendo tra i giovani modo che gli stid'oggi che, nella loro moli non abbiano crescita, acquisiscono più alcuna risovalori d'intelligenza, nanza. In questo prestazione, efficienza, secondo caso E’ una iniziativa di arrivismo, quando non siamo alla psicoaddirittura cinismo, nel patia, all'apatia La comunicazione del Nord Est silenzio del cuore. della psiche che 100.000 copie settimanali E quando il cuore tace e più non elabora e più non evolve, per- I terribili delitti compiuti nella più non registra le cadenché più non "sente". cittadina in provincia di Como ze del sentimento, il terribile è già accaduto L'appiattimento del hanno scosso l'Italia anche se non approda a sentimento di solito non è avvertito, per- cui, per un paio di giorni, i una strage. ché l'intelligenza due sostengono il loro Illustrare questi casi è non subisce per que- alibi, crollando solo dopo opportuno, non per solsto alcun ritardo. 10 ore d'interrogatorio, lecitare la nostra curiosità quando ormai anche le morbosa, ma per capire (…) dove può arrivare la nostra Nessuna meravi- forze fisiche cedono. glia quindi di La complicità nell'esecu- condotta quando non è fronte alla fred- zione della strage accomu- accompagnata dal sentidezza e alla luci- na marito e moglie in una mento, e quindi richiamadità con cui la cop- "follia a due", come la psi- re l'attenzione sui processi pia di Erba conduce, chiatria francese definisce di crescita dei nostri figli, onde evitare che l'intelliper un mese, la sua casi di questo genere. vita normale come Accomunati dall'odio per i genza si sviluppi disancose nulla fosse acca- vicini di casa, dopo la stra- rata dal sentimento e duto, senza lasciar ge i due si accomunano diventi intelligenza lucida, trapelare emozioni. nell'amore reciproco, con fredda, cinica, e potenzialNessun stupore di un legame che il sangue mente distruttiva. fronte all'indifferen- versato rende saldissimo, Umberto Galimberti za al momento del- nella vicendevole difesa di Da La Repubblica, 12 l'arresto e di fronte un vincolo di solidarietà gennaio 2007 all'ostinazione con che nulla riesce a scalfire, E’ in edicola Per la tua pubblicità chiama 045.8015855 - Fax 045.8041460 REGIONE 16 20 GENNAIO 2007 Presentato un progetto per la tracciabilità della carne A tavola in tutta sicurezza In Veneto prodotto il 50% della carne nazionale Il progetto si articola in una serie di attività, la prima delle quali prevede l'assistenza tecnica per il controllo degli allevamenti al fine di garantire la qualità e salubrità della carne, partendo dalle materie prime acquistate o prodotte in azienda e necessarie all'alimentazione dei bovini "Leggi l'etichetta per conoscere ed informarti su chi garantisce la carne che mangi" è il titolo di un progetto promosso da Unicarve, l'Associazione Produttori Carni Bovine del Triveneto e da Adiconsum, l'Associazione Difesa Consumatori ed Ambiente e finanziato dalla Regione del Veneto con 120 mila euro. L'iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Lonigo all'Azienda Agricola Vanzan Luigi Silvano, dall'Assessore regionale alla Sicurezza Alimentare, Tutela del Consumatore e Veterinaria Elena Donazzan, e dai presidenti di Unicarve Fabiano Barbisan, di Adiconsum Valter Rigobon , e dal responsabile della Sezione Zootecnica di Confagricoltura Luigi Andretta. Il progetto si articola in una serie di attività, la prima delle quali prevede l'assistenza tecnica per il controllo degli allevamenti al fine di garantire la qualità e salubrità della carne, partendo dalle materie prime acqui- state o prodotte in azienda e necessarie all'alimentazione dei bovini. Previsti poi l'organizzazione e il controllo di tutte le fasi successive all'allevamento (trasporto del bovino, macellazione, sezionamento, confezionamento) per garantire la tracciabilità del pro- rale al consumatore, coinvolgendolo direttamente attraverso i Gruppi di Acquisto Solidali e in particolare al mondo della scuola con azioni mirate. Si tratta, è stato precisato, del primo progetto in Italia finalizzato a coniugare le esigenze dei produttori con quelle dei consumatori, che si attua appunto con la stretta collaborazione di Unicarve e Adiconsum al fine di dare la più ampia trasparenza possibile alla tracciabilità del prodotto. E proprio questa collaborazione, ha sottolineato l'assessore Donazzan nel suo intervento, è una delle caratteristiche che ha portato la Regione a credere in questo progetto. Il Veneto - ha ricordato - è l'unica Regione in Italia ad avere concentrato in un assessorato le deleghe della tutela del consumatore e della sicurezza alimentare, a dimostrazione dell'attenzione che la giunta ha da subito riservato a questi temi. In Veneto - ha poi aggiunto la Donazzan - la produzione di carne, con il suo 50 per cento di quella nazionale, rappresenta un settore leader, che ha saputo rinnovarsi superando momenti difficili, creando proprio un nuovo rapporto con i consumatori. Un settore che la Regione intende in tutti i modi sostenere, promuovendo anche per la carne veneta un marchio doc. In questo progetto - ha concluso l'assessore Donazzan - la Regione ha voluto esserci, non solo per la credibilità delle associazioni che l'hanno proposto, ma perché ritiene che il suo ruolo debba anche essere quello di garante istituzionale delle produzioni che intende sostenere. Finanziamenti regionali per nuovi autobus dotto e le conseguenti informazioni al consumatore. Prevista infine un'attività di informazione ed educazione alimentari rivolta in gene- Un'altra ventata di "gioventù", sia pur piccola, per gli autobus destinati al trasporto pubblico locale nel Veneto: la Giunta regionale, su iniziativa dell'assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, ha infatti provveduto ad assegnare altri circa 3 milioni 660 mila euro per l'acquisto di nuovi mezzi. "La somma deriva per la quasi totalità da un'eccedenza di fondi derivante dalla stipula dei contratti di mutuo contratti per finanziare il programma di investimenti per il biennio 2004 - 2005; una parte minore, circa 110 mila euro, proviene invece da economie di spesa di un programma precedente". Con l'intervento regionale sarà possibile acquistare 23 autobus in sostituzione di altrettanti mezzi con anzianità di servizio superiore ai 15 anni: "questo porterà l'età media del parco autobus del Veneto a 8,08 anni - ha sottolineato Chisso - rispetto a quella di 8,28 anni dei 3.128 autobus in servizio nel 2006. Un dato, quest'ultimo, che va visto positivamente e che rappresenta l'effetto dei programmi di investimento attivati dalla Regione nell'ultimo lustro. A partire dal 2000 sono stati assegnati complessivamente per queste finalità oltre 214 milioni e mezzo di euro, dei quali quasi 194 milioni già impegnati; questo ha permesso di ridurre di oltre 4 anni la vetustà media del parco regionale, che all'inizio del millennio era di 12,57 anni". La ripartizione delle nuove risorse per area provinciale vede assegnati a Belluno 254.699 euro; a Padova 601.807,14; a Rovigo 156.572,86; a Treviso 503.013,58 euro; a Venezia 907.134,77 euro; a Verona 619.060,41 euro; a Vicenza 618.595,25 euro. Lo specifico impiego delle risorse disponibili è disposto con delibera di Giunta Approvato il riparto dell'ecotassa Si tratta complessivamente di 2 milioni 450 mila euro La Giunta regionale, su proposta dell'assessore alle politiche dell'ambiente, Giancarlo Conta, ha approvato il riparto dei fondi costituiti da parte del gettito che deriva dal tributo sul deposito in discarica dei rifiuti solidi. Si tratta complessivamente di 2 milioni 450 mila euro, che in base alla legge regionale in materia possono essere assegnati per finanziare iniziative volte ad ottimizzare la gestione dei rifiuti e al contenimento della quantità conferita in discarica, nonché azioni di sensibilizzazione e informazione. "I fondi in questione - precisa l'Assessore Conta - derivano dagli introiti a destinazione ambientale provenienti dalla cosiddetta "ecotassa", tributo derivante dal conferimento dei rifiuti in discarica. Il 20 per cento del gettito di tale tributo - ricorda l'Assessore - affluisce in un apposito fondo regionale e viene destinato ad iniziative nel settore della tutela dell'ambiente, in particolare per favorire la minore produzione di rifiuti, per le attività di recupero di materie prime ed energie, per la bonifica dei suoli inquinati, per campagne di informazione e ricerche in materia di raccolta differenziata e smaltimento rifiuti. Lo spe- cifico impiego delle risorse disponibili viene disposto annualmente appunto con delibera di Giunta, previa acquisizione del parere della competente Commissione Consiliare. La proposta approvato dalla Giunta - ricorda ancora - prevede di destinare 1 milione 650 mila euro per la realizzazione di opere e interventi da parte di enti pubblici e 800 mila euro a favore di strutture private". Previsti impianti di smaltimento o recupero che tenendo conto delle tecnologie più avanzate producano minore impatto sul territorio; interventi volti ad ottimizzare i processi di recupero di materia e di energia; centri comunali o intercomunali organizzati e presidiati per l'effettuazione della raccolta finalizzata al corretto smaltimento o al recupero dei rifiuti e avvio di iniziative volte all'adeguamento del sistema tassa - tariffa nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani; interventi di realizzazione e ottimizzazione di fognature e impianti di depurazione di reflui. I progetti finanziati prevedono anche iniziative di comunicazione, comprensione e sensibilizzazioni in materia di raccolta differenziata e gestione rifiuti. 17 REGIONE 20 GENNAIO 2007 Individuati undici diversi settori sui quali avviare dei progetti "Euroregione" entro fine 2007 Nata "trilaterale" Veneto-Friuli Venezia Giulia-Carinzia "Le parti considerano la collaborazione interregionale elemento prioritario per creare le condizioni su cui basare uno sviluppo equilibrato ed integrato dei rispettivi territori, nella prospettiva di costituire forme stabili di cooperazione quale l'Euroregione". E' questo il passaggio chiave di un Protocollo di Collaborazione trilaterale tra le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e il Land della Carinzia, sottoscritto nella sala degli Stemmi del Municipio di Klagenfurt. Il documento, per certi versi storico perché il primo trilaterale dopo vari altri di tipo bilaterale, è stato firmato dal Presidente della Carinzia Jorg Haider, da quello del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e dall'Assessore alle Politiche Istituzionali del Veneto Fabio Gava, su delega diretta del Presidente Giancarlo Galan. "Abbiamo costituito - ha dichiarato Gava al termine del vertice l'embrione centrale della nuova Euroregione a cui da tempo lavoriamo. Grazie all'approvazione di un regolamento europeo che istituisce i Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale (GECT) e che diverrà operativo in agosto, riteniamo possibile arrivare al protocollo multilaterale di nascita dell'Euroregione entro il 2007, auspicando anche il coinvolgimento delle Contee slovene e croate che avevano partecipato al vertice di Passariano (Udine) nel 2005". L'Accordo siglato costituisce l'evoluzione dell'incontro di Passariano del 17 ottobre 2005, nel quale si ragionò di un'ipotesi di Euroregione comprendente anche la Contea slovena dell'Istria e quella croata Litoraneo-Montana; e di quello di Tropolach Hermagor (Carinzia) del 21 febbario 2006, quando le 3 Regioni, nelle more del complicato quadro normativo ed istituzionale nazionale e comunitario, decisero di procedere alla collaborazione transfrontaliera trilaterale, lasciando aperta la possibilità di partecipazione ad altre "entità subnazionali della Slovenia, della Croazia o di altri Paesi confinari che potranno essere successivamente individuati". E' seguito un grosso lavoro di scambio e di identificazione di comuni interessi a possibili progetti e di una stretegia comune verso l'Euroregione, sfociato nel Protocollo di oggi, che indica anche nel particolare i vari ambiti nei quali si svilupperà la collaborazione trilaterale. "Nell'ottica di arrivare alla costituzione formale di un'Euroregione ha sottolineato Gava per parte veneta - abbiamo compiuto oggi un passo rilevante: siamo infatti convinti che sia lo strumento istituzionale più adatto per portare al centro dell'Europa gli interessi comuni e le comuni progettualità di sviluppo. Non a caso - aggiunge Gava - nella premessa al Protocollo di oggi abbiamo concordato sulla necessità di utilizzare in modo coordinato, nei reciproci rapporti di confine tra Italia e Austria, gli strumenti comunitari per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale ed interregionale, con particolare riguardo alla futura politica di sostegni Ue 2007-2013". Vastissimo è l'elenco delle materie sulle quali si concen- trerà la cooperazione trilaterale. Si comincia dalle attività produttive (artigianato, commercio e Pmi) per sviluppare la cooperazione tra imprese e ampliando la rete dell'export tra le 3 Regioni. Quindi le infrastrutture, con la costituzione di un gruppo di lavoro che approfondisca le soluzioni per un colle- gamento infrastrutturale comune; ed il costante raccordo con i competenti organi statali per il potenziamento dei collegamenti ferroviari, dei porti e degli aeroporti nel quadro dei Corridoi Europei "V" e Adriatico attraverso l'asse internazionale Pontebbana (Asse Adriatico Baltico e Asse dei Tauri). Molto articolate anche le progettualità in campo sanitario: si va dalla preparazione di un "Progetto Giovani" sul fronte della violenza, delle droghe e dell'alimentazione, ad un confronto sui rispettivi modelli sanitari d'eccellenza sia ospedalieri che territoriali; da programmi di formazione comune per medici e personale ospedaliero, a collaborazioni nella progettazione europea nell'ambito della sanità pubblica e della ricerca; fino al sostegno del ruolo delle Regioni in Europa, attraverso le opportunità offerte dal Network "Regioni per la Salute" dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In campo turistico si svilupperanno azioni sinergiche verso una comune offerta rivolta a valorizzare a livello internazionale l'area trilaterale su sei ambiti: marketing territoriale, potenzialità delle montagne, bellezze naturali di laghi, città d'arte, castelli e centri storici, cooperazioni tra gli aeroporti e nei settori della cultura e dell'offerta enogastronomica. Per l'agricoltura si lavorerà sulle coltivazioni biologiche, gli agriturismi, la produzione animale, la certificazione dei prodotti, la valorizzazione dei prodotti montani, l'utilizzo delle malghe. Iniziative comuni sono previste anche nell'ambito della protezione civile in previsione o nel caso di eventi dannosi, in quello della tutela del territorio e dello sviluppo della montagna, in quello della cultura, della formazione professionale, della ricerca scientifica, dei rapporti tra Enti Locali ed Associazioni operanti nei tre territori. Sul tavolo ci sono già 94 ideeprogetto di cooperazione, delle quali 56 venete, 21 carinziane e 17 friulane. Nel vertice è stato anche formalizzato l'interesse di Corinzia, Friuli e Veneto a sostenere sia in sede nazionale che comunitaria il progetto di realizzare un asse Baltico-Adriatico, inserendo il suo tracciato nella rete ferroviaria prioritaria dell'Unione Europea, la cui revisione degli orientamenti è fissata per il 2009. In questo senso esiste già una lettera di intenti firmata dai ministri delle infrastrutture di Polonia, Cekia, Slovacchia, Austria e Italia. "È una grande occasione - ha detto Gava - anche per sostenere il potenziamento dei porti e dei sistemi logistici dell'Alto Adriatico". Contributi regionali per servizi di traghetto sul Po La Giunta veneta, su proposta dell'assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, ha provveduto ad impegnare i 10 mila euro in bilancio destinati a contributi sulle spese sostenute dai Comuni per la gestione di collegamenti viari tra rive opposte mediante traghetti, ponti di chiatte e passerelle. "Di fatto si tratta di finanziamenti ad alcune amministrazioni comunali polesani - ha ricordato Chisso - che sostengo- no appunto spese per svolgere questo genere di servizio a favore delle comunità locali, spesso indispensabile considerando le distanze che altrimenti si dovrebbero percorrere per andare da una località all'altra". I 3 milioni di euro saranno ripartiti fra le sette provincie venete Un aiuto regionale per i disabili Per aiutarli nel loro inserimento lavorativo E' di tre milioni di euro il finanziamento approvato dalla Giunta regionale per il diritto al lavoro dei disabili che sarà ripartito fra le sette amministrazioni provinciali venete su relazione dell'Assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro,Elena Donazzan. Si tratta della quota del fondo regionale per l'occupazione dei disabili, alimentato dal bilancio regionale oltre che dai versamenti delle aziende che beneficiano di esoneri dall'obbligo di assunzione e da sanzioni per accertate viola- zioni alla disciplina che ne regola l'obbligo stesso. Il fondo è stato ripartito tra le Province secondo modalità concertate con l'apposita Commissione regionale, che prevedono l'assegnazione dell'80% in base alla popolazione residente e una quota fissa, mentre il 20% del fondo viene suddiviso applicando una parametrazione che assegna maggiori risorse a quelle Province che risultano più efficienti nella spesa. La ripartizione, su cui sono stati acquisiti i pareri richiesti dalla normativa regionale di riferimento, è la seguente: alla Provincia di Belluno 200.923,43 euro, Padova 573.308,51 euro, Rovigo 196.589,00 euro, Treviso 498.963,06 euro, Venezia 561.009,68 euro, Verona 497.334,64 euro, Vicenza 471.871,68 euro. 19 TEMPO LIBERO 20 GENNAIO 2007 In Apocalypto non si contano gli errori storici, ma l'accusa di eccessiva violenza non sta in piedi L'ultimo Gibson, polpettone brutto e mal girato DI GIULIANO CORÀ Vien da pensare che quella di una congiura di matrice sionista contro Mel Gibson sia qualcosa più di una fantasia. E' cominciata con The Passion (2004), film profondamente religioso, accusato di antisemitismo (ma Cristo dov'è stato crocifisso: in Palestina o nel Catai?!). Poi lui che, fermato in macchina ubriaco come una scimmia, si è messo ad offendere i poliziotti con insulti antisemiti. Poi arriva Apocalypto, e salta fuori che la scena in cui il fuggiasco attraversa una distesa di cadaveri è 'offensiva' perché ricorda le distese di ebrei nei lager … Forse è meglio se parliamo di cinema. Questo è un film noioso, e l'espediente della caccia all'uomo è l'unico che tiene in piedi la storia e gli spettatori sulla sedia. E' inge- Mel Gibson sul set di Apocalypto nuo e stereotipo: i cattivi sono 'brutti e cattivi'; i buoni sono belli e amanti della famiglia. E' di modesta fattura e pare girato in studio tra piante di plasti- ca. E' pieno di errori storici. Dalla Repubblica del 5/1/07: "Si vedono arrivare le navi spagnole, i 'buoni' giunti per spazzar via l'impero del male. Errore storico gravissimo. La civiltà maya classica crollò tra l'VIII e il IX secolo d.C., ma gli Spagnoli arrivarono sei secoli dopo". Ancora: "Gibson fa par- lare gli attori in lingua maya moderna. Sbagliato: è come se, in un film su Platone o Aristotele, li facessimo parlare in greco moderno". Infine, inesistenti le accuse di violenza, per un film molto meno sanguinario dell'ultimo degli horror in circolazione. Bastava dire: è un brutto film e se proprio si voleva attaccarlo, far notare qualche infiltrazione cristiano-integralista abbastanza imbarazzante. Quegli spagnoli ieratici che arrivano con la croce in mano, in nome della quale commetteranno il più grande genocidio della storia (altro che Shoah!). Oppure che, tra 'primitivi' seminudi, stupri e violenze, Gibson riesce a non mostrarci nemmeno l'ombra di una tetta … Più che sufficiente per demolirlo, insomma. Mentre così si ottiene il rischio di trasformare Gibson da 'colpevole' in vittima, e di esaltare un film che davvero non se lo merita. Il cadavere di una donna dal passato burrascoso al centro di un intrigo originale e avvincente. E tutto al femminile Il giallo secondo Fruttero si tinge di rosa DI GIOVANNI MAGALOTTI A Carlo Fruttero, che per anni ha fatto coppia sulle copertine dei libri con il compianto Franco Lucentini, sta certo stretta la definizione di autore di genere. "La donna della domenica", "A che punto è la notte?", "Enigma in luogo di mare", per citare solo tre titoli, sono romanzi che oltrepassano la mera classificazione del "giallo". Del genere possiedono la rigorosa costruzione narrativa, ma, a differenza di molti romanzi analoghi, preoccupati unicamente della funzionalità dell'intreccio, si distinguono per l'accuratezza delle ambientazioni e la definizione psicologica, non banale, dei person a g g i . Considerazioni che valgono senz'altro anche per "Donne informate sui fatti", l'ultima fatica dell'ottantenne autore. Una donna è trovata morta in un canale poco fuori Torino, vestita come una prostituta. Presto si scopre che si c h i a m a v a Milena, che aveva alle spalle un passato burrascoso, ma che da tempo si era rifatta una vita. Chi l'ha uccisa? Si tratta di una semplice resa dei conti malavitosa, oppure qualcuno, che conosceva il suo passato, le ha voluto ricordare che non vi poteva sfuggire? O si tratta di una crudele vendetta architettata da chi ora le stava più vicino? "Donne informate sui fatti" è un giallo senza investigatore. La vicenda è raccontata dalle voci, differenti e sempre riconoscibili, di otto donne diverse, fra cui la bidella che casualmente ha rinvenuto il cadavere, la carabiniera che collabora alle indagini, e una vecchia contessa che forse ha visto qualcosa di importante. Sono otto voci che si alternano in modo nient'affatto regolare, e che paiono a tratti dialogare l'una con l'altra in un ping pong quantomeno originale. Ma i meriti di questo romanzo non stanno solo nella struttura. Fruttero racconta l'animo femminile in modo veritiero, evitando ogni stereotipo, e con una profondità di sguardo stupefacente. E al lettore non viene mai il dubbio che, in fondo, si tratti semplicemente di un travestimento letterario. Carlo Fruttero, Donne informate sui fatti, Mondadori, pp. 206, € 16,50