Vincitori e vinti

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Vincitori e vinti
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1,00
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Vincitori e vinti
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Con VicenzaPiù Sport
spazio agli sport dei valori
Anno nuovo, iniziative nuove per VicenzaPiù, che non
solo curerà sempre di più la qualità dell'informazione
e dei commenti, obiettivo primario (direi il 'primo e il
secondo piatto’) di un giornale che vuole consolidarsi
come uno dei possibili riferimenti nel panorama finalmente più articolato della stampa vicentina, ma avrà
anche cura dei suoi lettori con i 'contorni' di proposte
aggiuntive o collaterali. Iniziative non determinanti
nello scegliere una testata, ma comunque utili a caratterizzarla e, perché no?, a preferirla nel dubbio tra
tutti i menù a disposizione.
Nel numero scorso, impreziosito dal mini calendario
con le ragazze della Minetti Infoplus Vicenza, avevamo anticipato che a favorire i lettori di VicenzaPiù si
impegneranno i VicenzaPiù Point, gli esercizi convenzionati con la VicenzaPiù Card. A questo numero alleghiamo, appunto, le Card, che possono essere richieste anche in redazione e presso gli impianti sportivi
dei club di cui VicenzaPiù è Media Partner, dal Vbg
all'As Vicenza, dall'Hockey Diavoli Vicenza alle
Piscine di Vicenza.
Sempre da questo numero offriamo anche tutte le settimane un contorno che assomiglia a una pietanza: il
supplemento VicenzaPiù Sport, otto pagine tutte dedicate ai club sportivi vicentini. Non solo quelli sulle cui
maglie compare la nostra testata, ma tutti quelli che
da tempo hanno dimostrato, per numeri di praticanti,
di spettatori, di aziende e di attività a loro vicine, che
è solo per la pigrizia di chi edita e scrive i giornali che
si parla e si scrive meno di sport definiti erroneamente minori rispetto al calcio (di cui pure parleremo
anche se con accenti particolari e, una volta tanto,
dopo gli "altri sport"). Sport che andrebbero anche
promossi per i valori che portano con sé, in una società sempre più massacrata dallo stress generato dall'arrivismo a tutti i costi o dalle necessità insoddisfatte
per i costi eccessivi della vita di oggi. La famiglia uccide più della mafia, denunciava in settimana La
Repubblica: "su dieci assassinii 3 avvengono in famiglia ... per passioni o interessi che finiscono nel sangue: sei delitti su 10 avvengono in casa ... le vittime
della mafia sono il 24,4% ...". La maggior parte degli
omicidi in famiglia avviene al Nord, sottolinea poi l'articolo, con la Lombardia che è "la regione dove nel
2005 sono avvenuti il maggior numero di delitti dentro le mura domestiche". Ecco allora che le 8 pagine
del supplemento gratuito VicenzaPiù Sport aggiungono alla testata di cronaca e commenti il contorno dell'informazione sportiva VicenzaPiù Style, e sono
anche il nostro modesto contributo per dare una vetrina alle cose positive e lontane dagli eccessi.
Pressato dagli Americani, Prodi dice sì
al raddoppio Ederle. Ma non è finita qui:
il fronte del No presidia il Dal Molin.
Vicenza nuova Val di Susa?
da pagina 4
Giovanni Coviello
Giustizia
in coma,
parlano avvocati
e giudici
da pagina 6
Clement:
"Niente segreti,
siamo massoni"
a pagina 11
Anno 2 nr. 42 - Sabat0 20 gennaio 2007
Studenti,
boom
degli affitti.
In nero
a pagina 8
Stefano
e Patrizio,
i vicentini
a Sanremo
a pagina 12
3
SPECIALE
20 GENNAIO 2007
"Il governo ha tradito il programma" attacca il segretario di Rc. "I responsabili? I Ds"
Lovato (Rifondazione): "Il sì
al Dal Molin, tomba dell'Unione"
DI
ALESSIO MANNINO
Un governo di
"traditori"
e
un'altra picconata su una sempre
più
disunita
Unione vicentina. E' questo il
bilancio che il
segretario provinciale di
Rifondazione Comunista,
Ezio Lovato, trae dal
"martedì nero" del sì di
Prodi alla nuova base
Usa. E per il prossimo
futuro, in vista di provinciali 2007 e comunali
2008, si dice pronto ad
aprire ai delusi di ogni
parte.
Rifondazione e gli altri partiti
della sinistra radicale legheranno la questione Dal Molin
al rifinanziamento della missione militare in Afghanistan
e a una revisione della politica
estera nazionale?
Sicuramente. La missione non
tù militari.
Parliamoci chiaro:
Vicenza,
città-simbolo del
centrodestra, in
realtà conta zero
nei
pensieri
dell'Unione
a
Roma. E' così?
Bisognerebbe girare la domanda alle
componenti moderate dell'Unione.
Ora è arrivato il
momento, per i
militanti e anche i
votanti dei Ds in
particolare, di chiedersi cosa sono
diventati e che
Ezio Lovato, segretario provinciale
ruolo hanno nella
di Rifondazione Comunista
maggioranza.
Il
sottosegretario alla
si rifinanzia, questo è chiaro, e
Difesa Forcieri, a quanto mi
a maggior ragione dopo querisulta, si è speso parecchio a
sta decisione vergognosa. Il
favore del sì, giusto per fare
governo sta tradendo il suo
un esempio.
stesso programma, che preveConsiglieri comunali e di
de la ridefinizione delle servicircoscrizione e semplici
In omaggio la tessera utilizzabile in tutti i VicenzaPiù Point
Sconti e agevolazioni. Ecco la VicenzaPiù Card
Dopo il calendario della Minetti regalato la
settimana scorsa, VicenzaPiù torna in edicola
per il secondo numero del 2007 con una
nuova iniziativa dedicata a lettori, amici e a
tutte le persone che ne seguono il lavoro.
Come annunciato, con l'edizione di sabato 20
gennaio verrà allegata in omaggio la
VicenzaPiù Card, una tessera che permette di
ottenere agevolazioni di vario tipo in molti
negozi e agenzie di servizi della città.
Ereditando il programma dei VicenzaVolley
Point, infatti, le testate del gruppo Più Media
comunicazione (VicenzaPiù e VicenzaPiù
Sport), possono adesso contare sull'appoggio
dei VicenzaPiù Point, una settantina di attività commerciali convenzionate che garantiranno sconti e condizioni vantaggiose ai possessori della Card: nell'elenco rientrano esercizi
pubblici come bar, birrerie, ristoranti e alberghi; negozi di abbigliamento, di
prodotti biologici, di gastronomia,
di biciclette, di ottica, di computer
e di arredamento; servizi come
carrozzerie, autofficine, gommisti,
concessionari di auto, centri di
benessere e di estetica, parrucchieri; e ancora assicurazioni,
palestre, agenzie di scommesse e
agenzie viaggi.
La lista completa dei VicenzaPiù
Point e maggiori informazioni
(anche per le aziende che volessero aderire all'iniziativa) sono
disponibili sul sito internet
www.vicenzapiu.com, oppure scrivendo a marketing@volleyvicen-
za.it o a [email protected]. Ma si intuisce
che le possibilità di utilizzo della VicenzaPiù
Card sono davvero numerose. Non va dimenticato, inoltre, che la tessera - ritirabile anche
al Palacia in occasione delle partite della
Minetti - permette anche di ottenere dei vantaggi per la fruizione delle varie attività organizzate dal gruppo Vicenza Volley (ad esempio sconti alle partite, sconti sul merchandising, sconti per i corsi e per i camp, facilitazioni per le trasferte) e delle altre società aderenti al progetto.
E le novità non sono finite. Come noterete
sfogliando il giornale, da questa settimana la
sezione dedicata allo sport è più ricca e più
ampia. Un vero e proprio inserto di otto pagine, che può anche essere staccato e conservato a parte. Un altro piccolo "regalo" ai nostri
lettori.
iscritti vicentini ai Ds, ai
Verdi, alla Margherita e
alle altre forze di centrosinistra si sono autosospesi o pensano di farlo,
se non addirittura gettare
la tessera. Che ne pensa?
E' evidente che questo è un
segnale all'Unione nazionale.
Ma qui c'è una valutazione
delle responsabilità da fare:
non tutti i partiti sono
responsabili dell'esito della
vicenda, ma solo alcuni. Noi
federazione vicentina di Rc,
poi, siamo "anomali": non ci
riconosciamo nella maggioranza bertinottiana del partito, e quelli che ci accusavano di mettere troppi paletti
all'alleanza con gli altri partiti ora ci danno ragione.
Si è aperto uno spazio
politico
trasversale.
R i f o n d a z i o n e ,
Comunisti
Italiani,
Verdi e Italia dei Valori
lasceranno l'Unione per
fra fronte con movimenti popolari, ad esempio i
leghisti
ribelli
(Comencini,
Equizi),
magari verso una lista
locale "no Dal Molin"?
Attualmente ci stiamo confrontando con il resto
dell'Unione su un programma scritto nelle secrete dei
partiti "riformisti". Quindi
per ora non è utile pensare a
una lista di quel tipo.
Tuttavia Rifondazione è
disponibile a confrontarsi
per ipotesi di alleanze e
accordi sulla base di un programma condiviso.
Converrà che dopo la
"mazzata" del via libera
al Dal Molin americano,
il solco che divide moderati
e
radicali
dell'Unione si è ancor
più approfondito.
Oggettivamente è così. E chiedo ai compagni dei Ds di decidere da che parte stare. Non è
possibile assistere allo spettacolo di un ambasciatore americano che viene a dare ordini
e alcuni ministri di una precisa provenienza politica, e
penso ad Amato, che si espongono per il sì.
www.vicenzapiu.com
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20 GENNAIO 2007
SPECIALE
L'editto rumeno
Analisi della situazione dopo il sì del governo alla Ederle 2. La prospettiva ora si chiama "Val Susa"
DI
ALESSIO MANNINO
La
settimana
scorsa avevamo
dato per ammainata la bandiera a
stelle e strisce su
Camp Vicenza.
Martedì 16 gennaio, il Presidente del Consiglio
Romano Prodi ha smentito le
voci che facevano atterrare
l´altra metà della 173° brigata di
parà statunitensi vicino ad
Aviano e di conseguenza sbaraccare la Ederle - così come poi ha
rivelato in televisione il ministro
degli esteri D´Alema. Prodi ha
dichiarato, con formula volutamente ambigua, la "non opposizione" del governo alla pressante richiesta americana, messo
con le spalle al muro dalle
recenti iniziative dell´ambasciatore Ronald Spogli. E l´ha fatto,
cosa curiosa, da Bucarest: dopo
quello bulgaro, l´editto romeno.
Una decisione che scarica formalmente sulla Vicenza "di centrodestra" la responsabilità
della faccenda nel frattempo
diventata caso nazionale, in
quanto trattasi di un "problema
di natura urbanistico-territoriale, non politico". Quindi secon-
do il governo (al cui interno i
maggiori fan del "sì" sono stati
Giuliano Amato e Clemente
Mastella), una volta fatto salvo il
rapporto con Washington per
quanto concerne la politica estera, il peso sociale, ambientale,
viabilistico ed economico ricadrà sul Comune. Magari attraverso un referendum, come da
giorni chiesto dal segretario Ds
Fassino e da mesi dai comitati
vicentini anti-Dal Molin. Alla
via referendaria - che secondo
un sondaggio di Ilvo Diamanti
di alcuni mesi fa darebbe i contrari a Vicenza e Caldogno al
60% - ora si accodano un po´
tutti quei partiti della sinistra
radicale che non intendono
mollare la partita. E
che anzi ne faranno la
leva per ridiscutere la
politica
militare
dell´Italia (leggi: via le
t r u p p e
dall´Afghanistan). Ma
il referendum cittadino ha tempi lunghi:
non è stato nemmeno
raggiunto un giudizio
di
ammissibilità,
impantanato com´è
fra ricusazioni e lungaggini burocratiche.
Ciò che appare più realistico - e pericoloso,
per i sostenitori della
Ederle 2 nonché per il
questore
Rotondi,
finora
capace
di
mediare e intrattenere
buoni rapporti con gli
anti-Dal Molin - è
l´ipotesi "No Tav",
scritta che già compare
sul tendone che fa da
"presidio
permanente"
a
Rettorgole, a pochi passi da
dove sorgerà la caserma. Sarà
un´altra Val Susa, promettono i
Disobbedienti, appoggiati da
Rifondazione,
Comunisti
Italiani e Verdi. Ma anche dai
comitati popolari, leghisti vecchio stampo, associazioni pacifiste e da mamme e studenti che,
come nella valle piemontese, già
portano viveri, vin brulè e tanta
rabbia contro "una decisione" ha detto il sottosegretario alla
presidenza Enrico Letta ai
deputati di centrosinistra in
rivolta - "che il governo è stato
costretto a prendere". Da chi si
può immaginarlo, in cambio di
cosa si sa: un indotto raddoppiato per le aziende locali, unite
massicciamente per il sì con
Calearo (Assindustria) in testa;
e la frustrazione di una mobilitazione senza eguali nella storia
di Vicenza, a fronte di un consiglio comunale favorevole per un
solo voto.
L´opzione "Val Susa" ha
un´arma forse sottovalutata
dalla sua: mentre per l´alta
velocità i tempi sono biblici, per
il raddoppio della Ederle sono
stretti, strettissimi, al massimo
di 6 mesi (entro cioè la chiusura
del bilancio al Congresso americano, a settembre). Se i cantieri
verranno bloccati, il governo
dovrà ritornare sui suoi passi.
Sempre che non ricorra all´uso
della forza, facendo scoppiare
una grana dagli esiti imprevedibili.
Il popolo delle pentole non
aveva messo in conto l´antico
adagio: il diavolo fa le pentole,
non i coperchi.
Via libera di Prodi, chi vince e chi perde in Italia
Enrico Hullweck. Il sindaco azzurro può essere soddisfatto: Prodi ha dovuto riconoscere il sì
del Comune (assieme ai pareri favorevoli di
Provincia e Regione). "Al governo ci sono persone responsabili" ha dichiarato. Ora però dovrà
gestire la sua Val Susa.
Romano Prodi. Il premier ha voluto attenuare, ha scritto il Corriere della Sera, "l´immagine
di un´Unione subalterna alle componenti antiamericane". Ma secondo i critici - tra questi,
com´è ovvio, Hullweck - ha fatto un autogol
incredibile sostenendo di "non essere stato
informato dal precedente governo". E quando
rispondeva in parlamento alle interrogazioni,
sapeva di ciò che parlava? Il suo ministro Arturo
Parisi di certo era informatissimo da tempo. La
verità gioca ancora al rimpallo, com´è sempre
stato in questa intricata vicenda.
Centrodestra. La Casa della Libertà vicentina
gongola: vedere gli avversari, a seconda dei casi,
furibondi o disperati, è impagabile. "L´antiamericanismo ha fallito", è stato il refrain nei pressi
di Forza Italia e An. E sempre sul chiodo degli
"antiamerikani" continueranno a battere gli
esponenti di centrodestra, girando il coltello
nella piaga dell´Unione.
Centrosinistra. La coalizione che governa a
Roma e sta all´opposizione a Vicenza subisce
una grave crisi di rigetto da parte degli elettori
berici: chi vuole restituire la tessera, chi si autosospende, chi giura di non votare più per il proprio partito e per l´Unione, che nel programma
giurava di "ridefinire", non ampliare, le servitù
militari. Sul banco degli imputati in particolare
la maggioranza riformista dei Ds, che si era
allontanata dalla protesta di piazza già da
dicembre e che ora dovrà fronteggiare una contestazione feroce da parte della sinistra interna.
Laura&Lalla. Le parlamentari Lalla Trupia
(Ds, sinistra interna) e Laura Fincato
(Margherita) hanno dovuto ammettere che i
ministri del loro governo hanno mentito.
Assieme a un altro centinaio di onorevoli e senatori dell´Unione, però, preparano un appello.
Servirà?
Italia dei valori (variabili). Lo strano caso di
dottor Jekill (Francesco Di Bartolo) e mr Hide
(Antonio Di Pietro): il primo, responsabile
vicentino dell´Italia dei Valori, contrarissimo
alla base; il secondo, favorevole con la seguente
motivazione: "facciamo parte di un'alleanza
internazionale e non potevamo derogare dai
nostri obblighi. Adesso il governo ... in pratica
passerà la parola finale all'amministrazione di
Vicenza che, se dirà di sì, confermerà quanto
deciso da Prodi". Perché Di Bartolo non informa
il ministro che il Comune il suo sì l´ha già dato?
Economia&dollari. Calearo, Sbalchiero,
Menarin, Rebecca e gli imprenditori vicentini
che secondo il presidente della Banca Popolare
di Vicenza Gianni Zonin rappresentano in toto
la città ("Vicentini oppositori? Non ne conosco.
Ho parlato in queste settimane con centinaia di
imprenditori. Non ce n´è uno, che sia contrario", Corriere della Sera 15-1-2007) esultano: i
dollari dell´indotto, argomento principale dei
favorevoli, arriverà. Calearo annuncia migliori
dazi per l´oro (ma è il governo a trattare la
materia) e un´università americana (gli Usa
però non ne hanno mai fatto cenno).
Democrazia. La fiaccolata, con annessa occupazione per un´ora esatta della stazione ferroviaria, ha mostrato quale è il sentimento di delusione che attraversa il popolo No-Dal Molin:
sembrava un funerale. Solo al presidio adesso
c´è aria di festa e di speranza: è lì, davanti alla
ruspe, che si giocherà la partita. Ma aver bruciato finte tessere elettorali, il malcontento verso i
partiti, gli insulti verso i politici locali di centrosinistra più moderati e la richiesta di loro dimis-
sioni, la sfiducia verso un referendum che molti
ritengono ormai inutile: tutto questo rende palpabile la disillusione verso la democrazia rappresentativa, che non sembra più garantire differenze fra le scelte di una parte politica rispetto
a quella avversaria.
Dignità nazionale. "Il governo ha dimostrato
che ha le palle e che l´Italia è un Paese di grande dignità", ha detto il ministro Clemente
Mastella (Udeur), che a Vicenza ha attivato in
questi mesi il suo proconsole Mauro Fabris per
un sì condizionato (allo spostamento della base
in un sito meno "impattante", come il versante
militare del Dal Molin). Il suo ex mentore, il presidente emerito Francesco Cossiga, in nome
della sovranità gli risponde annunciando "un
disegno di legge per cancellare gli accordi fra
Italia e Usa che sostengono le basi americane".
Come suggeriva tempo fa una riflessione dell´ex
ambasciatore e columnist conservatore Sergio
Romano, bisogna capire se l´Italia ha ancora
interesse a concedere pezzi del proprio territorio
sovrano ad un alleato che segue politiche da noi
non necessariamente condivise. Secondo
Romano, infatti, dire sì sempre agli Usa non è
esattamente un modo per difendere la dignità
nazionale.
A.M.
5
SPECIALE
20 GENNAIO 2007
I dipendenti civili sono 744, quelli delle aziende italiane 2000. Ecco la verità sui lavoratori "salvati" dal via libera di Prodi
No alla base, cosa sarebbe successo
agli Ederle workers
DI
ALESSIO MANNINO
Lavoratori Ederle:
arma di ricatto,
gruppo da tutelare
o caso di strumentalizzazione politico-affaristica?
Dopo il sì del
governo alla Ederle
2, un problema passato. Ma per
mesi l'argomento "lavoratori a
rischio disoccupazione" ha tenuto
banco come leva favorevole al progetto Usa. Fra organici inventati,
mezze verità e improvvise infatuazioni per le vittime del precariato.
Cifre a caso
Prima di tutto, il numero delle
persone coinvolte. Sono rimbalzate cifre come al Lotto, mentre la
realtà non può che essere una: 744
sono i dipendenti civili con un
contratto collettivo nazionale
riguardante in modo specifico
"cittadini italiani" presso "organismi militari della comunità atlantica o di quelli dei singoli Stati
esteri che ne fanno parte" (cioè,
nella maggior parte dei casi come
a Vicenza, gli Stati Uniti). Questo
lo dice la legge n° 98 del 9 marzo
1971, che è la norma di riferimento per il personale delle basi Nato
e americane in Italia. A questi si
aggiungono altri 2000 lavoratori
che quotidianamente entrano a
Camp Ederle con un pass, e che
invece sono alla dipendenze di
aziende locali presenti all'interno
della struttura a sovranità americana in virtù di appalti rinnovati
periodicamente. Per essere ancora
L'ingresso delle Ederle. Le polemiche riguardano anche la vecchia
base e il suo peso sull'economia locale
più chiari: i 744 prendono lo stipendio (piuttosto alto, in media
circa 2 mila euro) direttamente
dall'esercito statunitense; i duemila dell'indotto hanno normali
contratti privati ciascuno col proprio datore di lavoro (i nomi più
grossi: Maltauro, CMR, Onama,
Stimamiglio, Della Valle, Ma
Impianti, Serman, Casarotto,
Alibus).
Comiso insegna
Cosa averebbero rischiato tutti
questi lavoratori? I loro destini
vanno separati. I 700 e passa
avrebbero potuto avvalersi di un
decreto legge del 1991 (il n° 108,
convertito in legge lo stesso anno)
con cui il governo Andreotti faceva fronte allo smantellamento
della base di Comiso concedendo
un'indennità di disoccupazione ad
alcuni dipendenti licenziati, fino
al loro reintegro in qualche branca
dello Stato. In pratica si sarebbe
dovuto pregare perché il ministero del Tesoro trovasse la copertura finanziaria per "ammortizzare"
la rabbia dei disoccupati fintanto
che non si fosse escogitata una
soluzione per ognuno di loro.
Alcuni sarebbero potuti andare in
prepensionamento. Una parte,
dicono nei due soli due sindacati
ammessi dagli Americani nelle
loro caserme, la Cisl e la Uil,
sarebbe stata smistata in ministeri e uffici statali (non di enti locali).
30%?100%!
Questa parte equivarrebbe a un
30% degli Ederle workers, hanno
stimato i sindacalisti. Anche qui:
si tratta di una previsione fatta in
base al fatto che la legge del '91 si
richiamava a un'altra (la n° 427
del 1975) che riguardava i "lavoratori dell'edilizia e affini". In pratica solo muratori, geometri e simili sarebbero garantiti. Non solo: si
stabiliva anche che occorreva
avere almeno un anno di anzianità. Sostenere che tale situazione si
sarebbe ripetuta tal quale per il
caso Vicenza, però, è un'interpretazione tutta da verificare sul
campo, cioè al tavolo di un'eventuale trattativa con lo Stato. Tanto
è vero che quella stessa legge, al
comma 14 dell'articolo 2, testualmente dichiara che "le disposizioni previste dalla legge 9 marzo
1971 n° 98 sono estese a tutti i cittadini italiani che, come civili,
abbiano prestato servizio continuativo" nelle basi e che, "per il
personale di cui al presente
comma", cioè per tutti costoro, "si
applica un trattamento pari" a
quello "speciale di disoccupazione" in favore di "dipendenti licenziati da imprese edili e affini".
Quel 30%, in altre parole, poteva
essere il 100%: il problema, come
sempre, è scovare fra le pieghe del
bilancio i soldi necessari per l'indennità temporanea e il successivo ricollocamento. I duemila "privati", invece, avevano quattro prospettive: o venire riassorbiti dalle
rispettive ditte in altre mansioni
di lavoro; o andare in pre-pensionamento; o ricevere una lettera di
trasferimento, cioè andare a lavorare in altri luoghi dove opera la
propria azienda; o essere licenziati e finire in mobilità.
Vertenza mai cominciata
Ma ora, dopo l'ok governativo,
nessuna bolla di disoccupazione si
gonfierà come alla Maddalena in
Sardegna, dove i dipendenti attendono di sapere l'esito del braccio
di ferro sindacale. Grazia Chisin
della Uil Tucs berica era pronta "a
far vedere i sorci verdi al governo
su copertura finanziaria, tempi di
ricollocamento, inquadramento e
riqualificazione professionale".
Oscar Mancini, segretario provinciale della Cgil, da sempre schierata per il No, si sarebbe battuto a
oltranza, giura, "contro i licenziamenti". Non vedendo in ciò alcuna
contraddizione con l'opposizione
al Dal Molin Usa: "Usare l'argomento della disoccupazione in
cambio del via libera al raddoppio
è stato del tutto strumentale,
come se un'impresa dicesse: o mi
fai costruire un'altra fabbrica dove
voglio o altrimenti chiudo".
Vertenza archiviata, ormai.
Proteste davanti all'attuale base Usa. Meno evidenti le
manifestazioni per il Sì, patrocinate dai lavoratori italiani
dell'Ederle
Strumentalizzare, una questione
(anche) economica
Strumentalizzazioni. Su quella
operata dai partiti politici, di
destra e di sinistra, è già stato
scritto in abbondanza. Un "dettaglio" su tutti: il comitato dei
dipendenti (scambiato per quello "del Sì") ha come portavoce il
capogruppo di Forza Italia in
zona 4 Roberto Cattaneo, il
quale non fa mistero di voler
capitalizzare la notorietà conquistata candidandosi alle
Provinciali. Invece per la strumentalizzazione operata dalle
categorie
economiche
(Assindustria, Assoartigiani,
Confcommercio, Apindustria) -
andata in scena negli scorsi
giorni con una raffica di interviste e comunicati - è facile osservare, come fa Mancini, che "non
pare aver visto Calearo,
Sbalchiero o Zonin agitarsi per i
1500 posti di lavoro persi alla
Marzotto". Comprensibile e
legittima paura di perdere floridi affari (pericolo scampato);
ma con un'ansia "da licenziamento" che suona un po' stonata in bocca ad abituali tifosi
della "flessibilità" e degli "inevitabili sacrifici".
A.M.
INCHIESTA
6
20 GENNAIO 2007
Lo sfacelo va avanti da anni nell'indifferenza di Roma. Dati, cifre e storia del coma giudiziario berico
Giustizia allo sfascio,
prezzo da pagare per il nuovo tribunale?
DI ALESSIO
MANNINO
Una giustizia
ingiusta.
E'
quella che ogni
giorno
viene
smaltita
con
fatica immane
nelle aule di
Vicenza, oberata da montagne di procedimenti che si ammassano
senza speranza di essere
risolti prima di 8-10 anni.
I dati raccolti nella
"dichiarazione di fallimento" presentata lo scorso dicembre dei legali
berici suonano la campana
a morto per il diritto ai
cittadini a giustizia reale,
cioè veloce ed efficiente:
un magistrato ogni 15.718
abitanti, un totale di 27
giudici e 87 amministrativi, 48 mila cause per 16
magistrati fra Vicenza e
Schio, più di mille fascicoli ciascuno. Tutto ciò fa
del tribunale di Vicenza
l'ultimo in Italia quanto al
Il tribunale di Vicenza si sposterà all’ex Cotorossi
rapporto di numero di
magistrati e impiegati
rispetto al bacino d'utenza
che supera le 600 mila
persone, in gran parte alle
prese con cause civili di
natura economica.
Il dramma è spesso banale: come nella carenza di
cancelleria e cancellieri.
L'ingolfamento di pratiche
porta così a errori, insolvenze e rinvii che fanno
dell'amministrazione
della giustizia a Vicenza
una macchina elefantiaca
non molto dissimile da
quelle di certi tribunali
meridionali. "È sufficiente
sbagliare un termine o
ritardare un deposito di
documenti che il processo
slitta di mesi con
ricadute di anni" ha
detto poco tempo fa
il
fondatore
dell'Associazione
Veneta per la difesa
del cittadino Ileno
Bronzin, in visita
dal presidente reggente del tribunale
vicentino Giuseppe
Bozza. "I giudici
stessi - ha chiarito sono così oberati di
fascicoli, che a volte
non hanno il tempo
materiale per valutare con la dovuta
attenzione le cause.
Da
tutto
questo
discendono conseguenze
che sono pagate dal cittadino".
Quel che è certo è che dell'emergenza
all'ombra
della Basilica, Csm e ministero della giustizia si
siano bellamente dimenticati nonostante i ripetuti
appelli inviati a Roma. Sin
dal 2000, quando firma-
rono un documento unitario e lo spedirono agli
uffici romani, gli ordini
professionali, il presidente del tribunale, il procuratore e la sezione locale
dell'Associazione nazionale magistrati si sono fatti
sentire a più riprese.
Risposta: 23 milioni di
euro per finanziare la
nuova sede che dovrebbe
aprire i battenti l'anno
prossimo all'ex Cotorossi
su un terreno ceduto da
una
società
della
Fininvest in cambio di un
centro direzionale-commerciale. La promessa fu
fatta dall'allora guardasigilli, il leghista Roberto
Castelli, venuto in città su
richiesta del collega di
partito Stefano Stefani. Il
legittimo sospetto è che
quella concessione di
denaro fece da contropartita alla grana del fascicolo "Vicenza", cestinato nel
dimenticatoio dei problemi non urgenti.
7
20 GENNAIO 2007
INCHIESTA
Per il giudice civile Marcello Colasanto, i disagi di oggi
nascono dalle carenze di organico degli anni scorsi
Vita da giudice: "Dare risposte in tempi
così lunghi è una mortificazione"
Cancellerie intasate e udienze sovraffollate.
Ecco le difficoltà quotidiane dei legali della città
Code e sgomitate,
la dura giornata di un avvocato
. Eppure succede".
Per non parlare, poi, delle cancelle"Se uno non vede come si rie, una vera e propria giungla con
lavora in tribunale, non cui avvocati e impiegati degli studi
ci crede". A parlare così è legali devono combattere quotidiaun giovane avvocato namente. "È un disastro - conferma
vicentino - giovane ma la segretaria dello studio legale di
con dieci anni abbondan- Luigi -. Dalla disorganizzazione che
ti di attività alle spalle - c'è capita che si perdano i fascicoli, o
parlantina sciolta (potrebbe essere che le comunicazioni per gli avvocadiversamente?), giacca e cravatta ti, le cosiddette memorie, saltino
d'ordinanza. E subito dopo aggiun- fuori con settimane o mesi di ritarge. "La giornata tipo di un avvocato? do: ad esempio, ti viene consegnato
Non esiste". E c'è da credergli, ad a gennaio un atto protocollato in
ascoltare come i giorni passino tra ottobre. Senza contare, poi, che ci
appuntamenti con i clienti, creditori sono sempre code infinite: quando
che non vogliono pagare, udienze in hai pratiche da consegnare in cangiro per la provincia e puntatine in celleria sai già che ci vorrà tutta la
tribunale.
mattinata. Con il rischio di non comE lì cominciano i guai. Qualche binare niente se arriva l'orario di
esempio? "Basta pensare alle cosid- chiusura e tu non sei ancora riuscito
dette prime udienze, che di solito ad entrare, anche se sei in fila da
vengono fissate ad un orario ormai un'ora e mezza".
famoso, e cioè alle ore 9 e seguenti - Inconvenienti ormai normali per chi
racconta l'avvocato, che chiameremo lavora negli uffici legali, anche se la
Luigi -. Il che vuol dire che dalle 9 in situazione si è complicata negli ultipoi ci sono dieci, venti, a volte anche mi anni. "Una volta non era così - è
trenta cause, e l'ordine in cui la tua di nuovo l'avvocato ad intervenire -.
verrà discussa è solo una questione Le cancellerie aprivano alle 8,30 e
di prestanza fisica. Nel senso che i chiudevano alle 13, e non c'era quefascicoli sono tutti nella stanza del sto intasamento. Adesso il contengiudice, e chi riesce ad agguantare il zioso è aumentato, il numero dei
proprio prima degli altri e sottoporlo giudici è in calo, il personale è decial magistrato per primo ha la prece- samente diminuito e gli orari sono
denza. Quindi ci si trova in venti o ridotti".
trenta a sgomitare in una stanza".
Il risultato è il caos, o quasi. Si spieSembra impossibile, ma funziona gano anche così i tempi ormai infinicosì. E tutto è complicato, oltre che ti della giustizia vicentina. "Poi i
dalle croniche carenze di personale, clienti si arrabbiano con l'avvocato da una certa disorganizzazione. A continua Luigi -, ma non capiscono
volte le udienze in cui sono previste che anche noi siamo impotenti di
testimonianze dirette, che notoria- fronte a questa situazione. Le senmente richiedono un bel po' di tenze, che dovrebbero arrivare entro
tempo, vengono messe in program- 60 giorni dall'ultima udienza, a volte
ma ad inizio mattinata, col risultato arrivano dopo un anno, un anno e
che tutte le udienze successive slitta- mezzo, ed è capitato anche che qualno di ore. "Non ha senso fissare cuno ci abbia chiesto se non stavamo
un'udienza con testimoni alle 9,15 e tenendo nascosto il verdetto, perché
la successiva alle 9,30, quando si sa gli sembrava impossibile che ci
perfettamente che la prima prenderà volesse tanto tempo. A volte, tanto
almeno un'ora - rimarca l'avvocato - per dare l'idea, invitiamo i clienti in
udienza anche se non è
strettamente necessario,
perché si rendano conto
delle condizioni in cui si
lavora: e quando vedono
che il corridoio dove ci
sono le stanze delle
udienze è più affollato
dei mercatini di Natale,
intasato da una vera e
propria muraglia umana
in cui devi farti largo a
gomitate, di solito capiscono. Ma se uno non
Carenza di personale e disorganizzazione dei tribunali vede, non ci crede".
Appunto.
sono i veri nemici degli avvocati
DI
Il giudice Colasanto. Sulla scrivania una montagna di casi: "Ci vorrà tempo
per smaltirli"
In tribunale per dieci ore al giorno,
dalle 8 e un quarto della mattina alle
6 e mezza di sera. "Anche se - precisa con un sorriso Marcello
Colasanto, uno dei magistrati della
sezione civile del tribunale di
Vicenza - in mezzo c'è un'ora di
pausa pranzo e una pausa caffé". E
via così per cinque giorni e mezzo la
settimana, dal lunedì al mezzogiorno
di sabato.
Eppure nemmeno un ritmo di lavoro
tanto serrato è sufficiente a smaltire
gli arretrati che si sono accumulati
negli ultimi anni."La mia giornata
tipo? - continua Colasanto - Chiarito
che ogni giudice ha il suo modo di
organizzarsi, per noi di solito le mattinate , io ne faccio quattro alla settimana, sono dedicate alle udienze.
Il resto è dedicato allo studio dei
fascicoli e alla redazione delle sentenze".
Detta così sembra normale routine.
Il problema è che il numero delle
cause da esaminare è ormai talmente esagerato che non si riesce a starci dietro. "Gli organici dei tribunali
sono decisi dal ministero dopo aver
sentito il parere del Consiglio superiore della magistratura - aggiunge
ancora il magistrato -, e in teoria il
numero di magistrati dovrebbe essere tale da permettere di smaltire
tutte le cause. Il fatto è che, storicamente, dal gennaio 2003 ad oggi, e
quindi per quattro anni, l'organico
del tribunale di Vicenza è sempre
stato minore di quello previsto: c'è
chi va in pensione, chi si trasferisce,
chi è a casa malato o in maternità.
Nel 2005 siamo arrivati ad essere la
metà di quanto previsto dalla pianta
organica, e ancora oggi mancano il
presidente e un giudice. Si capisce
che se il lavoro che è stato calcolato
per dieci magistrati viene spalmato
su nove, otto, a volte cinque persone, si causa una situazione di disagio, e un rallentamento nel dare le
risposte che diventa intollerabile".
Adesso la situazione di emergenza,
tutto sommato, è rientrata, ma i
quattro anni appena passati hanno
lasciato in dote un carico di arretrato difficile da smaltire: "Ci vorrà
tempo e costanza di organico", riconosce Colasanto. E intanto i tempi
per la conclusione di una causa civile sono ormai vicini al decennio. "A
volte è una mortificazione non essere in grado di assicurare ai cittadini
una risposta veloce, come dovrebbe
essere. Anche se va detto che il
nostro primo interlocutore, il nostro
pubblico, sono gli avvocati, e credo
siano loro a trovarsi maggiormente
in difficoltà quando devono spiegare
al cliente che l'udienza successiva
sarà a tre anni di distanza. Un po'
come capita ai capitreno, che raccolgono le lamentele dei passeggeri
anche se non è colpa loro. Certo che
anche per noi, comunque, i tempi
così dilatati rendono tutto più faticoso".
L. M.
LUCA MATTEAZZI
ATTUALITÀ
8
20 GENNAIO 2007
In città cresce il mercato degli affitti per studenti. Trovare una stanza non è più un problema, ma il sospetto è che spesso si paghi in nero
A.A.A. studente serio e tranquillo cercasi
DI LUCA MATTEAZZI
"Affittasi stanza
singola arredata
in appartamento
tricamere, zona
San Marco, 232
euro mensili +
spese condominiali". "A ragazza seria e tranquilla affittasi camera singola,
300 euro mensili, per condividere ampio appartamento in
zona stazione". "Sto cercando
una persona per dividere una
bella casa con cucina grande e
camino, posto libero in camera doppia, 200 euro al mese
tutto compreso, zona Porta
Padova".
Basta dare un'occhiata alle
bacheche universitarie (o, per
chi non frequenta l'università,
a quelle delle biblioteca) per
rendersi conto che il mercato
degli alloggi per studenti sta
attraversando un momento di
vivacità. Negli ultimi mesi il
numero di annunci è decisamente aumentato, e le offerte
si sono moltiplicate: dai più
economici letti in una stanza
da dividere con altri alle
camere singole in appartamenti signorili, trovare una
sistemazione sta diventando
sempre più facile, con prezzi
che oscillano da un minimo di
150 euro (cifra molto rara, a
dire il vero) ad un massimo di
circa 300 euro, e che mediamente si attestano attorno ai
200 - 250 euro al mese, a
seconda delle condizioni dell'abitazione
e
della
zona."Rispetto agli anni passati la situazione si è sistemata e non ho sentito di persone
che abbiano problemi a trovare casa - conferma Andrea
Graziani,
rappresentante
degli studenti di ingegneria -.
In passato c'erano meno
posti, probabilmente anche
perché i privati conoscevano
poco questa possibilità e non
pubblicavano
annunci.
Adesso invece la cose stanno
cambiando, e si sta muovendo
un bel giro".
I quartieri più gettonati, a
quanto pare, sono quelli centrali e quelli della zona attorno allo Stadio, i più comodi
alle aule e alla stazione. Dati
ufficiali, però, non ce ne sono.
Quello che si può dire è che
sui circa tremila iscritti all'università vicentina, oltre il 50
per cento arriva da fuori sede
(quasi tutti dal Veneto), ma
quanti di questi si fermino a
dormire in città e quanti siano
invece pendolari è difficile
stabilirlo. All'unica residenza
"istituzionale", quella dell'Esu
di San Silvestro, dove sono
disponibili 45 letti in camere
singole o doppie, i posti sono
tutti occupati (una stanza singola costa 250 euro al mese,
una doppia 220, ma in questo
caso la cifra comprende tutte
le utenze, l'accesso gratuito ad
internet, l'uso di palestra e
lavanderia). Per il resto bisogna affidarsi alle impressioni,
e la sensazione è che il grosso
dei movimenti sfugga ai controlli.
La conferma arriva dal flop
dell'accordo per l'affitto agevolato agli studenti lanciato
dal Comune nel 2004: promossa con l'intenzione di
regolarizzare il mercato,
offrendo contratti certi ai
ragazzi e sgravi fiscali ai proprietari, la convenzione è
rimasta lettera morta. "Non
mi è mai capitato di fare contratti di questo tipo", conferma Paola Scalco, responsabile
dell'Anpe,
l'Associazione
nazionale dei proprietari edilizi. Una situazione che si può
spiegare con il ricorso ad altre
forme di accordo (come i contratti per gli affitti agevolati)
o, come sospetta Fulvio
Rebesani, segretario provinciale del Sunia (il sindacato
degli inquilini), con il fatto
che molte trattative avvengono sottobanco: "È tutta una
cosa che si svolge un po' di
nascosto - denuncia -. Credo
che quello degli affitti universitari sia uno dei mercati più
incontrollati e in cui c'è la
maggior percentuale di nero.
Tutto avviene in modo informale, con un appartamento
che viene affittato a più persone e con gli studenti che subentrano l'uno all'altro".
Boom di annunci all'università di Vicenza
I numeri dell'ateneo berico
L'università di Vicenza
arriva ormai a tremila
iscritti. Per la precisione,
nell'anno
accademico
2005-2006, il numero di
iscrizioni è arrivato a
2.809, di cui 1.530 ai vari
indirizzi di ingegneria
(gestionale, meccanica,
elettronica), 1.004 ad
economia
(commercio
internazionale, economia
e amministrazione delle
imprese, economia inter-
nazionale) e 275 al corso
di medicina veterinaria,
indirizzo di sicurezza e
igiene alimentare.
I laureati dal 1995 ad
oggi, invece, sono già
3.964, in gran parte ingegneri (3.472, di cui oltre
2.00 con indirizzo gestionale. Numeri decisamente
più piccoli, almeno per
ora, per i laureati in economia (418) e medicina
veterinaria (74).
La residenza San Silvestro, dove si trovano gli alloggi gestiti
dall'Esu (l'azienda regionale per il diritto allo studio universitario)
ATTUALITÀ
9
20 GENNAIO 2007
Nei racconti degli infermieri i disagi e le difficoltà di chi lavora al San Bortolo.
Ma la sanità vicentina funziona
Ospedale promosso, con riserva
DI LUCA MATTEAZZI
Le
inchieste
dell'Espresso
sulla situazione
disastrosa
del
Policlinico
Umberto I di
Roma, prontamente ribattezzato dai media
nazionali il "Policlinico degli
orrori", hanno riportato sotto
i riflettori il problema della
malasanità, svelando casi di
disordine, sporcizia, degrado
difficilmente immaginabili.
Per qualche giorno non s'è
parlato d'altro, e il ministero
ha subito inviato i Nas a controllare le condizioni di tutti i
nosocomi d'Italia. Il San
Bortolo ha superato l'ispezione senza problemi, cosa su cui
del resto non c'erano molti
dubbi. Ma per capire davvero
cosa succede all'interno della
cittadella della salute vicentina siamo andati a sentire chi,
all'ospedale, ci passa buona
parte della propria vita.
Infermieri e operatori che al
San Bortolo ci lavorano da
tempo, e che possono spiegare
forse meglio di chiunque altro
cosa funziona e cosa no. Ecco
i loro racconti, da cui la sanità
vicentina esce sostanzialmente promossa. Anche se problemi e difficoltà non mancano.
Il part-time?
Un miraggio
Organici ridotti, lavoro in
aumento, compiti sempre più
complessi. Per gli infermieri
del San Bortolo sono questi i
principali punti critici della
loro professione. "C'è carenza
di personale - conferma
Andrea Bottega, rappresentante sindacale del Nursind (il
sindacato infermieristico) con
sedici anni di esperienza in
corsia -, e questo vuol dire che
se il tuo collega si ammala, ti
Per chi lavora al San Bortolo le difficoltà non mancano. Ma la sanità
vicentina, nel complesso, gode di buona salute
potrebbe capitare di saltare il
turno di riposo per garantire il
servizio. Oppure di dover saltare le ferie. Anche perché,
mentre il numero di infermieri rimane costante o diminuisce, i servizi aumentano, e i
compiti sono sempre più
complicati. In chirurgia plastica siamo gli stessi infermieri di 10 anni fa, ma oggi
seguiamo anche una dozzina
di interventi al giorno. E i
pazienti che prima restavano
ricoverati per giorni adesso
vengono dimessi in poco
tempo: questo vuol dire che
dobbiamo essere in grado di
curare prima e curare
meglio".
Altra questione delicata è
quella del part-time. Con un
organico composto per tre
quarti da donne, sono in tante
a richiedere l'orario ridotto
per poter dedicare più tempo
alla famiglia, ma i posti disponibili sono esauriti da tempo.
"Non ci sono possibilità, e
questo è uno dei motivi di sofferenza - continua Bottega -.
Così come i parcheggi: ce ne
sono pochi, e spesso bisogna
diventare matti per arrivare al
posto di lavoro".
Nonostante le difficoltà, rassicura l'infermiere, il San
Bortolo continua ad essere un
ospedale sicuro e di qualità.
"Guardando anche a quello
che avviene negli altri reparti,
ho l'impressione che la qualità
del servizio sia ottima: l'ospedale è pulito, confortevole e
sicuro: i casi di errore sono
rarissimi, e questo vuol dire
che l'assistenza che riusciamo
a garantire è comunque
buona".
Struttura vecchia,
ma al Suem è tutto ok
"Sono positiva, qui le cose
funzionano". Anche Eleonora,
infermiera
professionale
approdata al Suem dopo sette
anni di esperienza al Pronto
Soccorso, difende la qualità
dell'assistenza garantita dall'ospedale
di
Vicenza.
"Essendo reparti di emergenza siamo in una condizione un
po' particolare, ma noi non
abbiamo problemi di organico
- aggiunge -. Capita di saltare
qualche turno di riposo, quando ci sono malattie o infortuni, ma nel complesso riusciamo a gestire gli orari senza
troppi problemi. Lo stesso per
il materiale, non ci sono man-
canze, e anche come corsi di
preparazione siamo molto
organizzati".
Qualche pecca, comunque,
c'è. "Se devo dire una mancanza parlerei del fatto che
non ci sono supporti psicologici: il nostro lavoro è duro, ci
troviamo di fronte a situazioni
tragiche, e un sostegno sarebbe necessario. Tempo fa era
stato fatto qualcosa, ma poi
l'iniziativa non è andata avanti. E servirebbe anche una
palestra, perché molti colleghi, soprattutto quelli più
anziani, cominciano a risentire di vari acciacchi dopo tanti
anni di servizio".
Poi ci sono i problemi strutturali, ma la soluzione, in questi
casi, appare lontana, se non
impossibile. "Quando sono
arrivata qui mi ha colpito la
struttura, che per alcuni
aspetti è assurda - conclude
Eleonora -. Per andare dal
Pronto Soccorso a geriatria,
ad esempio, bisogna attraversare per forza dei lunghi corridoi sotterranei: sono puliti, e
noi facciamo di tutto per
tenerli curati, ma il disagio
c'è".
Laboratorio con vista
sui piccioni
"Va detto che fra poco ci trasferiremo e quindi la situazione migliorerà presto". Sonia
(il nome è di fantasia) mette
subito le mani avanti, ma la
situazione dei laboratori di
analisi del San Bortolo in cui
lavora non è certo ottimale. In
un ambiente delicato, in cui si
maneggiano provette, campioni di tessuti e sacche di
sangue - racconta - ci sono
spesso "infiltrazioni d'acqua e
umidità, che non sono le condizioni ideali. Oppure d'estate, quando teniamo le finestre
aperte perché non sempre il
condizionatore funziona, ci
troviamo con i piccioni sui
davanzali: e dire che dovremmo lavorare in condizioni
protette".
Difetti di una struttura ormai
datata ma che, nel complesso,
continua a fare il proprio
dovere. "Come attrezzature e
come strumentazione siamo
messi bene, anche se mi
hanno detto che in un laboratorio vicino c'erano delle
apparecchiature che sono
rimaste imballate per un po'
per mancanza di spazio - continua Sonia -. Con il trasferimento
nei
nuovi
locali,comunque,
avremo
ambienti più grandi, locali a
norma, stanza con i filtri e l'aria condizionata, in modo da
essere in linea con le normative
europee.
Altrimenti
dovrebbero chiudere".
10
GIOVANI
20 GENNAIO 2007
Fra curva sud, concerti e cortei, ecco cosa si vede digitando "Vicenza" sul sito di filmati più cliccato del mondo
Piccoli cameraman crescono. Su You Tube
DI
ALESSIO MANNINO
Ci eravamo abituati ad apprendere le notizie in
tempo reale, grazie
ai normali siti web
d'informazione. Ci
eravamo affezionati a stringere amicizie a
distanza, prima con l'email, poi
con la chat e ora con MySpace,
sorta di comunità virtuale in cui
ognuno ha la propria pagina on
line autogestita. E ora, sempre
all'insegna del "fai da te", siamo
giunti alla videoteca globale
fatta in casa: con You Tube (vedi
l'altro articolo in questo pagina)
ognuno può mettere in linea un
proprio video. E cosa hanno
messo i vicentini? Molto sport,
parecchio divertimento serale,
ridanciane scene di ordinaria
stupidità e anche qualche piccolo capolavoro artigianale. In
tutto 16 pagine da 20 filmati ciascuna.
Calcio, che passione!
Primo in classifica come numero di riprese (il più delle volte
tramite cellulare) non poteva
che essere il gioco nazionale per
eccellenza. Goal, rigori, azioni
ma soprattutto tifosi che
immortalano se stessi in curva:
il circo degli spalti è il più gettonato fra gli obbiettivi dei webvideoamatori. A volte anche con
un pizzico di ironia, come nell'esilarante inquadratura di una
non più giovane e non snellissima donna che dona ai fan del
Vicenza un balletto d'incoraggiamento per i biancorossi.
Resistono le testimonianze
trionfali dell'euforia post-finale
Mondiali.
Quelli della notte
Secondo posto per le buie e
vagamente inquietanti angolazioni sul popolo della notte, con
preferenza sui loro idoli, i dj, e le
loro fumanti consolle. Alcune
sono girati come dei veri e propri "spot", ricreando l'atmosfera
del locale, il "mood" della serata:
come per Dj Dax al Bar Sartea,
ad esempio.
Simpatiche canaglie.
Abbondano filmini con smorfie,
battute, allegre conversazioni
innaffiate dallo spritz, scenette
volutamente idiote. Cioè tutto il
materiale più pregiato per i
ragazzi fatto dai ragazzi. Franx
80 è orgoglioso di mostrare al
mondo il party organizzato per
la sua ragazza al Totem. Una
chicca (con dubbio): in "Benny
Hill 4DI, School movie", un'intera classe delle superiori si dà a
una strenua battaglia a colpi di
astucci e zaini, genialmente
accompagnata dalla sigla,
appunto, del Benny Hill Show.
In due diversi momenti sembra
però che ci sia il professore in
Spogliarelliste, teatro Olimpico, combattenti, serate alcoliche,
calcio e Dal Molin: è questa la Vicenza che si può vedere sulla
"tv" più seguita su internet
aula, ma l'obiettivo è troppo
veloce e non si vede bene.
Insegnante buontempone o
anarchia subìta?
Volley da vedere
Non poche le interviste a bordo
campo a giocatrici e all'allenatrice Manù Benelli della squadra
di pallavolo cittadina. La realizzazione è del sito Volleyrosa.net.
Giornalismo sportivo online che
per diffondersi usa i canali più
vicini ai giovani.
Lauree da ridere
Strano, dei laureati vicentini
costretti al rito etilico del papiro
ce n'è solo uno finito alla gogna
pubblica di You Tube, il
"Noghi". Confidiamo in un rapido contagio presso i goliardi
nostrani, certamente desiderosi
di esporre al pubblico ludibrio le
loro vittime.
Flamenco all'Olimpico
Più d'un video è dedicato allo
spettacolo musicale a base di
chitarra e flamenco del Pedro
Javier Gonzales Trio. E siamo
così venuti a conoscenza che
l'antico e nobile Teatro
Olimpico di Andrea Palladio fa
da cornice a eventi più moderni
di drammi classici e balletti in
tutù.
Musica musica musica
Band locali (e non) si autopromuovono offrendo spezzoni dei
propri concerti: segnaliamo le
Nasties, i Partner in Crime, i
Gonzales, una cover band degli
U2. Pochini. I musicisti preferiscono MySpace: lì possono inserire mp3 e videoclip insieme. A
far loro da controcanto i "Pueri
Cantores", coro giovanile in
tight di cui si possono ascoltare
le celestiali voci in occasione
della Messa dello scorso Natale
nella chiesa di San Marco.
Anti-Dal Molin informatico
La protesta contro la base americana al Dal Molin giunge
anche qui. Tre gli esempi da
ricordare. Il video-appello a partecipare alla manifestazione del
2 dicembre 2006, che evidentemente deve avere raggiunto lo
scopo, data l'alta affluenza del
corteo. Un ben sapiente e ben
fatto collage di immagini della
marcia, documento muto di una
giornata campale. L'infuocato
discorso del consigliere comunale di Rifondazione Comunista
e storico Emilio Franzina
durante la seduta del 26 ottobre
scorso che ha sancito il sì del
Comune alla Ederle 2: memorabili gli epiteti e la foga del professore contro assessori ed
esponenti del centrodestra,
indimenticabile la sua faccia
stravolta dalla passione oratoria.
Combattenti di strada…
Sono gli "Street fighters": è questo il nome dei video confezionati da ragazzi che si rincorrono,
si saltano addosso, si scambiano
colpi di arti marziali e si danno
botte da orbi. Tutto nei parchi e
nelle strade di Vicenza e paesi
limitrofi,
e
tutto
finto.
Ricordano molto le bonarie
zuffe alla Bud Spencer.
…e di campagna
Anonimi (perché coperti dal
passamontagna) autori di guerriglie fra casolari e campagne
della provincia danno un assaggio del combattimento con armi
finte, muniti di divisa mimetica
e di repressa propensione al cecchinaggio.
I nuovi Marco Polo. L'utente
"Mibaasd" ci regala il filmato
forse più bello: la cronaca per
immagini, con relativo sottofondo di musica struggente, del
viaggio di "Cirpo&Il Cugino" in
Cina, Mongolia e Siberia. Due
ragazzi vicentini che fanno una
vacanza non sappiamo se intelligente, ma sicuramente molto
originale e, a giudicare dagli
orizzonti e dalle steppe, col
sapore dell'avventura.
Hot movie
Dulcis in fundo, non si poteva
non citare il piccante backstage
di un calendario di ballerine di
lap dance realizzato a Vicenza:
la bionda Chiara e la mora
Charlotte deliziano il visitatore
mentre posano seguendo gli
scatti del fotografo.
Il motore di ricerca video ultima frontiera del web
Parola d'ordine: "mediatizza te stesso"
Lo slogan è "broadcast yourself": trasmetti te stesso. Cioè
crea da te la comunicazione che
vuoi, che ti piace, che intendi
far conoscere al tuo prossimo
informatizzato.
E' l'ultima frontiera di Internet,
e si chiama You Tube. Fondato
nel 2005 da tre ex dipendenti
di un altro gigante del web, il
mercato online eBay, e acquistata per 1 miliardo e 300
milioni di euro da Google nell'ottobre scorso, il primo motore di ricerca di video del mondo
ha un tale successo da essere
ormai considerato un fenomeno sociale.
Secondo la logica democratica
della Rete, chiunque sia iscritto
(basta una banale registrazione
gratuita) può far vedere a una
potenziale platea di 100 milioni
di utenti quotidiani la clip del
proprio gruppo musicale, il
momento clou del compleanno
della nonna, il goal ripreso col
telefonino o la via crucis dell'amico laureato.
O anche, come la cronaca ci ha
mostrato, le umiliazioni di
docenti e disabili per mano di
bulli esibizionisti. Perfino l'accorato appello di un malato terminale, Pergiorgio Welby, al
Capo dello Stato. Una libertà di
contenuti illimitata, nonostante i divieti su pornografia, violenza e materiale illegale. Tanto
è vero che fra i miliardi di video
ospitati da You Tube si può
anche trovare un numero sempre maggiore di film piratati e
filmati scioccanti (l'ultimo, cliccatissimo, è stato il video integrale dell'impiccagione di
Saddam Hussein).
Le agenzie pubblicitarie gongolano, e gli internettari, soprattutto giovani, sono felici di sentirsi sempre più "ombelico del
mondo" grazie a una telecamera e una connessione.
A.M.
Chad Hurley e Steve Chen, fondatori di You Tube
SUPPLEMENTO
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Sfida senza confini
As Vicenza, Marta Corà
lascia la panchina
a pagina II
Tre i vicentini che quest'anno hanno voluto affrontare il deserto
nella storica Dakar. Per due di loro l'avventura è terminata quasi
subito, mentre Alberto Ronconi ha vinto la sua scommessa
saper lottare alla ma Picco segue passo passo il
pari con il suo pilota. "Per essere alla sua
C o n t i n e n t e prima competizione Alberto si
Nero,
non è comportato benissimo - raclasciandosi inti- conta Picco - : ha dimostrato
morire
dalla fin da subito di sapersi adattadurezza delle re alla dura realtà dell'Africa.
tappe, che pos- In questo tipo di competizione
sono arrivare a devi essere sempre pronto ad
12 ore di moto.
affrontare qualsiasi situazione,
Dietro alla pre- accanto alle difficoltà però c'è il
parazione del grande fascino di un'avventucentauro vicen- ra. Con la sua Yamaha 450 è
tino c'è l'ombra stato iscritto nella categoria
di Franco Picco "marathon", un gruppo partiUn momento della Dakar. Anche i vicentini uno che nel suo colare, in cui il pilota non può
si sono mossi alla conquista del deserto
palmares si per- cambiare i pezzi della sua
mette 8 "Dakar" moto, è concesso solo ripararli.
naio a Dakar, dopo 7.915 km in moto, 6 in macchina e 2 Per questo gli ho raccomandacomplessivi di viaggio tra gara come assistenza all'attivo. to di andare tranquillo, e di
e trasferimenti. La corsa dal Quest'anno non è riuscito a non forzare troppo. Ora atten2005 non parte più dalla partecipare come assistenza, diamo il responso della gara".
Francia, bensì dalla penisola
Iberica, prima da Barcellona,
poi, negli ultimi due anni da
Lisbona, con la prima tappa
che va dalla capitale portoghese a Portimao.
Al fascino irresistibile di questa competizione non hanno
saputo resistere anche tre
vicentini: Miki Biasion,
Giorgio Albiero e Alberto
Ronconi rispettivamente a
bordo di un'auto, un camion e
una moto (Biasion su una
Pandakar rosso ferrari, Albiero
su un Eurocargo Iveco incariLa Panda di Miki Biasol purtroppo si è quasi subito
cato dell'assistenza alle Panda
arenata in Marocco
in gara, e Ronconi su una
Yamaha 450). All'inizio
di questa avventura si
devono fare i conti
numerose incognite,
con problemi tecnici,
guai fisici, tempeste di
sabbia, e tra i primi a
soccombere c'è stato il
duetto Biasion- Albiero.
La Panda e l'Eurocargo
Iveco si sono fermati
alla quinta giornata, la
seconda di vero deserto,
in pieno Marocco. Un
ritiro di sicuro amaro
per il due volte campione del mondo rally.
L'unico vicentino a continuare è così Ronconi,
alla sua prima esperienSabbia e temperature inferna- za nel deserto africano.
li: il tracciato della gara è tra i Il pilota vicentino di 46
più impegnativi del mondo
anni ha dato prova di
TOMMASO QUAGGIO
Il suo inventore,
Thierry
Sabine, amava
definirla con
questa frase:
"una sfida per
quanti partecipano, un sogno
per quanti stanno a guardare". Questa è la
Parigi-Dakar. Tutto cominciò
nell'ormai lontano 1977 quanto Sabine si perse con la sua
motocicletta nel deserto libico.
Tornato in Francia sano e
salvo, decise di far provare l'esperienza a quante più persone possibili, organizzando
quella che sarebbe presto
diventata la corsa motoristica
più emozionante e pericolosa
del mondo. Quest'anno la
Dakar è arrivata alla 29° edizione, non senza polemiche e
come sua tradizione, purtroppo, anche con alcuni incidenti
mortali.
Nonostante questo spettro,
comunque, il 2007 segna un
record di partecipanti: la
corsa, che volge al termine
questo fine settimana, ha visto
al via ben 250 motociclette,
187 macchine e 88 camion, per
un totale di 525 equipaggi a
contendersi la vittoria lungo le
quindici tappe che faranno
arrivare la carovana il 21 genDI
Peppe Nica, il capitano
delle giovani del Volley
a pagina III
Ketty Manfrin, uno sprint
verso la moda
a pagina IV
Intervista a Danilo Preto,
nuovo ad del Vicenza
a pagina VIII
Anno 2 nr. 3 - Sabat0 20 gennaio 2007 Supplemento al numero 42 del settimanale VicenzaPiù
II
20 GENNAIO 2007
sport
Marta Corà da l'addio alla squadra. Ora le biancorosse devono ritrovare fiducia e morale. Partendo dal rientro di Ilaria Chemello
Miracolo salvezza, l'As Vicenza alla ricerca di un tecnico
DI
SILVIA MALAMAN
L'addio del tecnico Marta Corà
all'Asd Vicenza
è arrivato. La
notizia era nell'aria, ma forse
qualcuno sperava davvero che le dimissioni
dell'allenatrice restassero
solo un'ipotesi remota.
In primis le stesse ragazze
che con Marta Corà avevano
lottato e sofferto per la
prima metà di un campionato difficilissimo, fatto di
tanti insuccessi intervallati
da un paio di vittorie. E
forse proprio questi risultati
che stentavano, ed ancora
stentano, ad arrivare (per
una squadra che oltre alla
salvezza sul campo deve cercare anche quella societaria), hanno fatto pendere
l'ago della bilancia dell'ormai ex tecnico dalla parte
del "no". Ora le redini
dell'Asd Vicenza sono passate al presidente Claudio
Corà, è lui che per il momento sta allenando le ragazze,
come ai vecchi tempi, prima
dell'arrivo della figlia Marta
in panchina.
"Marta ha fatto tantissimo
per Vicenza, tenendo in
piedi una situazione disagia-
La prima metà del campionato si è rivelata
molto dura per il l'Asd
ta - commenta Claudio Corà
-. Ora si sta cercando di fare
l'impossibile per cui capisco
le sue dimissioni. La mia
posizione per il momento è
ibrida, ma spero che le cose
si sistemino al più presto. La
squadra sta bene, e il recupero della capitana Ilaria
Chemello lo vedo come il
primo grande acquisto di
questa parentesi di mercato".
Per dare stabilità alla società
il nome di Antonio Concato è
mai stato avanzato? "Con
Concato non credo vi siano
spiragli, e poi la vedrei come
un'idea semplicemente legata ad un ricordo del passato".
Prima dell'inizio della stagione,
infatti,
Antonio
Concato aveva proposto a
Claudio Corà una sorta di
operazione di subentro, ma
dopo trattative complesse
alla fine non si arrivò a
nulla."La nostra proposta
era stata fatta - ha detto con
la sua solita impassibilità
Concato -; per il momento,
dunque, non ci sono altre
novità; un nostro rientro lo
vedo comunque difficile, ma
non impossibile".
Detto questo ora l'Asd ha
solo bisogno di fatti concreti, di punti che permettono
alla squadra, quella che ogni
settimana scende in campo
mettendocela tutta per vincere, di risollevarsi il morale
e di invertire questa tendenza negativa.
Certo, il disastroso girone
d'andata ha lasciato il segno,
il Vicenza occupa la posizione di fanalino di coda del
girone Nord della serie A2 a
quota quattro punti, ma la
speranza di salire non deve
mai venire meno.
"Anche senza Marta dovremo cercare di dare il massimo - ha spiegato la giovane
ala, classe 1986, Erica
Caracciolo - . Personalmente
dalle sue dimissioni non l'ho
più vista, comunque penso
che le telefonerò nei prossimi giorni. Ora ad allenarci è
Claudio e con lui e tutta
un'altra cosa; ha il carattere
più forte di Marta e forse
questo è un bene poiché ci
sprona sempre a dare il massimo e a crescere. Oltretutto
ci conosce di più essendo
stato il nostro allenatore lo
scorso anno e ha già messo
in chiaro che il nostro obiettivo deve essere a tutti i costi
la salvezza. In questo ci aiuterà anche Ilaria Chemello
che sembra essersi ripresa
dopo il periodo di stop. Il
suo è un recupero importante sia come figura di capitana per la squadra, sia come
apporto di esperienza e di
bravura in campo".
Marta Corà. "Ha fatto tanto,
tenendo in piedi una situazione disagiata" commenta il
presidente della As Basket
Le ragazze Under 13, targate CPS, si aggiudicano il Primo Torneo giovanile di Natale svoltosi ad Abano Terme
Inizio d'anno col botto per le giovani speranze del VBG
La squadra allenata da Massimo
Bernardini, sotto l'assistenza di
Marta Cattani, sta crescendo
sempre di più. Un fatto messo
ulteriormente in evidenza dalla
vittoria conquista a Padova nel
1° Torneo giovanile di Natale
dove le biancorosse sono cresciute col passare dei giorni.
Nella prima partita, infatti,
disputata contro le padroni di
casa dell'Abano, le giovani
Under 13 hanno subito per tutto
l'incontro i tagli delle avversarie
mostrando una scarsa condizione atletica. Nella seconda partita
contro il Giants Marghera, le
biancorosse hanno faticato solamente nel primo parziale contro
le veloci giocatrici veneziane, poi
nel secondo periodo si sono portate sopra di dodici punti, trascinate in alto dalla coppia FantonProspero. La Finale per il primo
posto si è disputata ancora contro l'Abano ma, questa volta, la
musica è stata decisamente
diversa e le vicentine hanno
dimostrato sul parquet patavino
tutta la loro grinta. A coronamento della vittoria anche l'elezione, da parte dei tecnici delle
squadre partecipanti, del capitano Silvia Fanton come miglior
giocatrice
del
torneo.
Ovviamente molto soddisfatto
della sua squadra, composta da
giovanissimi talenti, è mister
Bernardini: "Sono contento
delle ragazze perché vedo che
stanno crescendo e migliorando
sempre più; non bisogna dimenticare che il loro impegno è doppio poiché partecipano sia al
campionato under 13, sia a quello dell'under 14 eccellenza.
Questo comporta una mole di
lavoro non trascurabile che prevede due partite alla settimana,
una al sabato e una alla domenica, e tre allenamenti suddivisi
nei restanti giorni. Oltretutto
spesso faccio anche una seduta
di lavoro facoltativa e devo dire
che la certezza della loro passione mi arriva anche dal numero
di presenze durante questo allenamento non obbligatorio: sono
sempre una dozzina su diciannove atlete totali. Ci tengo anche
a sottolineare che Silvia
Fanton e Eleonora Zanetti
fanno parte del "Progetto
azzurrine" e dunque si allenano tutte le domeniche e i
lunedì a Mestre; al progetto
partecipano sette giocatrici
classe 1992, sette classe 1993
e due classe 1994. Nove atlete, inoltre, si stanno allenando circa una volta ogni due
settimane per la selezione
provinciale delle migliori
cestiste classe 1994 e 1995
che parteciperanno al "Trofeo
delle Province" in programma l'11 febbraio a Caerano
San Marco in provincia di
Treviso. Non è detto che tutte
e nove avranno l'occasione di
partecipare alla manifestazio-
ne, ma spero che qualcuna
venga selezionata". E se si chiede a Bernardini il segreto per
una squadra così unita ci si
sente rispondere: "Il rapporto di
amicizia, già comunque esisten-
te tra le atlete che si conoscono
dalle elementari, lo consolidiamo andando a mangiarci una
pizza tutti assieme alla fine di
ogni partita".
S.M.
La under 13 femminile della Vbg
III
20 GENNAIO 2007
sport
Intervista a Peppe Nica, allenatore della formazione di B2 e dell'under 18 del
gruppo Vicenza Volley. In palestra "costruisce" atlete
che vincono gli scudetti; a casa velieri in miniatura
DI
PAOLO MUTTERLE
Peppe, partiamo dall'inizio…
"Sono nato nel settembre del '64 a
Piano di Sorrento.
Ho iniziato a lavorare presto: a 16
anni ero già cameriere, prima nei ristoranti e poi
sulle navi. Nel frattempo studiavo
e mi sono diplomato come macchinista navale nello storico Istituto
Nautico "Nino Bixio". Dopo due
esperienze come allievo comandante di macchina in una petroliera, ho lasciato perdere perché quella vita non mi piaceva. Ho passato
quasi un anno vedendo solo i porti
da lontano, sfiorando Texas,
Panama, Trinidad, passando per le
coste dell'Arabia e del Nord
Un capitano di lungo corso
per la Novello Vicenza
Europa, navigando dall'Oceano
Pacifico a Taiwan, senza mai mettere piede sulla terraferma".
E cosa hai fatto quando ti sei
stancato?
"Mi sono messo a fare il muratore.
Avevo 24-25 anni, e ho cominciato
a specializzarmi nell'impiantistica.
Dopo qualche anno avevo una
ditta mia, ma ho preferito lavorare
come libero professionista per
avere un po' di tempo per la pallavolo".
Il volley, la tua grande passione…
"A dire il vero è nata da un ripiego… Il mio primo amore è stato il
calcio. Ero una sorta di terzinomediano, un po' alla Salvatore
Bagni, ma molto più scarso…
Infatti a 15 anni ho mollato e ho
provato con la pallavolo, che a
La passione "segreta" di Peppe: realizzare velieri in miniatura
Sorrento è il secondo sport. Nel
volley ho avuto qualche soddisfazione in più, anche se non sono
arrivato a livelli altissimi, serie C al
massimo".
E la prima panchina?
"All'età di 28 anni. Mio cugino mi
ha chiesto di lasciare il gioco e di
allenare l'under 14 della Libertas
Piano. Avevo ricevuto delle proposte per giocare in B2, ma sapevo
che non mi sarei migliorato più di
tanto, mentre mi intrigava la possibilità di fare un'esperienza nuova.
Smettere di giocare però è stata
molto dura, all'inizio mi faceva
male vedere i miei ex compagni in
campo. Come allenatore ho iniziato subito bene, e con l'under 14
siamo arrivati alle fasi nazionali.
Nello stesso anno con le ragazze
dell'under 16 ci siamo classificati
quinti, nel campionato vinto dalla
Carrarese di Giannetti (il primo
allenatore di Maurizia Cacciatori,
n.d.r.). Mentre lo vedevo esultare
per il successo, con un misto di
invidia e di sfida, ho deciso che
anch'io sarei arrivato a quel risultato".
Come sono stati i primi anni
da allenatore?
"Molto difficili… la prima squadra
della Libertas era in C1, ma la
società non aveva molti soldi e
quando avevamo le trasferte più
lontane in Puglia, cinque ore di
pullman, si partiva il sabato mattina e ogni ragazza portava qualcosa
da mangiare… Non ci potevamo
Dopo il periodo di riposo natalizio riparte il campionato
della formazione biancorossa
Hockey, i Diavoli tornano in pista
DI SABRINA
NICOLI
Riprende il campionato per
Caoduro Diavoli Vicenza che la
scorsa settimana ha osservato un
turno di riposo. Quindi il primo
appuntamento ufficiale del 2007
per i biancorossi è domenica 21
gennaio contro Draghi Torino. I
Diavoli saranno al completo, con
il rientro anche di Filippo Pozzan,
recuperato dopo l'assenza prenatalizia a causa della pubalgia. In
dubbio, invece, chi verrà schierato dal coach Corso in porta, visto
il buon stato di forma del secondo
portiere Bertoldi, in attesa che
venga conclusa al più presto
prima della chiusura del mercato,
la trattativa con Jure Penko, il
forte portiere sloveno, lo scorso
anno in forza al Padova, con il
quale la società è in contatto.
Non ci saranno i nuovi, Fabio
Rigoni e Luca Roffo, che si uniranno ai Diavoli verso fine febbraio, al termine dei loro impegni
nell'hockey ghiaccio. La scorsa
stagione ha potuto contare anche
sugli ottimi risultati della serie B
e del settore giovanile, per il
quale la società biancorossa ha
sempre avuto una grande attenzione. La formazione di serie B,
guidata da mister Lordachioiu,
ha ottenuto nel 2006 il secondo
posto nelle finali di Coppa di
Lega e il terzo posto in campionato con un eccellente girone di
ritorno con nove vittorie su dieci
partite giocate, mentre la
Primavera e gli allievi si sono ben
comportati ottenendo delle
buone soddisfazioni anche in
alcuni tornei a livello regionale.
Per il campionato 2006/2007 la
società biancorossa ha deciso di
apportare in prima e seconda
squadra alcuni cambiamenti
significativi, puntando molto di
più sui giovani e sul loro entusiasmo, tenendo comunque conto
della necessità di maturare, di
giocare e fare esperienza insieme
per creare un gruppo compatto e
competitivo.
Con la prima squadra a riposo
infatti c'è stato largo spazio alla
serie B e alle giovanili: la formazione guidata da Lordachioiu, è
tornata da Forlì con bottino
pieno grazie anche al supporto di
alcuni elementi della prima squadra, come il portiere Bertoldi,
Dalle Ave, Maran e Antonio
Bellinaso.
neanche fermare
all'autogrill, perché
già il viaggio era
costoso. Con le giovanili spesso vincevamo la fase regionale, poi è arrivata la
fusione con il Centro
Ester, l'altro grande
vivaio
della
Campania, e il
primo titolo nazionale under 15 vinto
nel
2001
con
Valentina Tirozzi, le
sorelle Monica e
Maria De Gennaro,
Giusy
Astarita,
Gabriella Vico… una
Peppe Nica. "La più grande
squadra fortissima,
soddisfazione? Moky in serie A"
tanto che nello stesso anno vincemmo il Trofeo delle tite, per tutto quello che ci ruota
Regioni, e la selezione campana intorno, per l'organizzazione… Un
era composta per 11/12 dalle giorno non mi dispiacerebbe tornostre ragazze… L'anno successivo narci, se ne avrò la possibilità e le
feci il bis alle nazionali con l'under capacità".
15 della Libertas Sorrento, che era Che caratteristiche deve avere
la denominazione della squadra l'atleta ideale da allenare?
dopo la fusione tra Piano e "Ti rispondo con un nome:
Stefania Paccagnella. In tutte le
Sorrento."
ragazze che ho allenato ho trovato
Poi la chiamata a Vicenza…
"Proprio in occasione delle fasi un difetto, in lei non ancora. Pacca
nazionali mi avvicinò un dirigente è una professionista incredibile,
biancorosso che mi propose di sempre disposta all'allenamento,
venire a Vicenza con Astarita e al dialogo, al lavoro".
Monica De Gennaro. Non è stata Sei scaramantico?
una scelta facile, perché per me ha "Sono napoletano… Ho le mie scasignificato lasciare il lavoro, il ramanzie, ma non esasperate. Ho
paese, abbandonare tutto… D'altra una lavagnetta vecchia e schifosa
parte era un treno che passava, che mi porta bene, e anche se queun'occasione che ho tentato e fino st'anno ne ho una nuova di zecca,
ad oggi non me ne sono sicura- puoi star sicuro che quando ho una
partita importante non ho dubbi
mente pentito."
Qual è stata la più grande sod- su quale usare".
Cosa fai quando non sei in
disfazione da allenatore?
"Ne ho avute tante, ma nessuna è palestra?
pari a vedere Moky in serie A. "Il veliero! Ho sempre avuto una
Conosco Monica da quando aveva passione per i lavori manuali.
sette anni e veniva a guardare gli Anche in questo ci metto tutta la
allenamenti di sua sorella mia esperienza e mi ci dedico con
Giuseppina, e l'ho allenata da tanto amore, come in tutte le cose
quando ne aveva undici. Vederla che faccio. La passione per il
giocare ad altissimo livello e poi in modellismo è nata a Vicenza, ed è
nazionale è una soddisfazione più stata quasi una necessità… Senza
grande di qualsiasi scudetto. A offesa, ma qui non c'è molto da
questa aggiungo Astarita, Tirozzi e fare. A Sorrento si vive per strada,
Marchioron, che metto subito quando sono lì non ho un attimo
dopo solo perché non sono ancora tranquillo. Arrivato qui mi sono
in A1, ma presto ci arriveranno. trovato ad avere un sacco di tempo
Anche quella di allenare la Minetti libero e all'inizio mi ero impigrito,
Infoplus nel 2004 è stata un'espe- guardavo molta tv. Sono partito da
rienza esaltante, bellissima, di cui modellini semplici e adesso
costruisco dei velieri abbastanza
sono grato alla società".
Che differenza c'è tra allenare complessi, ci impiego anche cinque, sei mesi.
le giovanili e una Serie A?
"Entrambe sono due esperienze Peppe, capitano di lungo
affascinanti. Le giovani è bello corso… Dove può approdare
vederle crescere, e poi giocare in la Novello Vicenza?
prima squadra e magari debuttare "È una nave ancora in costruzione,
con la nazionale… dà una gioia però già la facciamo navigare…
indescrivibile. Ma anche la serie A Stiamo rettificando i pezzi, alla fine
ha il suo fascino per un allenatore, del campionato vedremo a che
per come vengono studiate le par- velocità può viaggiare".
IV
20 GENNAIO 2007
sport
La vicentina Ketty Manfrin è pronta per la nuova stagione:
"Punto a qualche vittoria importante. E mi piacerebbe sfilare in passerella"
Miss ciclismo: "Dopo la bicicletta
sogno un futuro da modella"
DI SILVIA MALAMAN
La stagione ciclistica deve
ancora iniziare, ma per Ketty
Manfrin è già tempo di successi. La giovane atleta vicentina,
che corre per il Team Frw
Gauss Rdz, ha infatti vinto il
concorso
on
line
"Miss
Ciclismo" indetto dal sito internet
www.ciclismo-online.it.
Con 2.123 voti i visitatori del
portale hanno dunque fatto sì
che Manfrin salisse sul gradino
più alto del podio sbaragliando
tutte le altre ventitre pretendenti con un curriculum da
modelle professioniste. La bella
venticinquenne attribuisce il
successo ad una catena organizzatissima di voti creata da
parenti e amici ed ora spera già
in un futuro sfavillante diviso
tra set fotografici e gare in sella
ad una bicicletta.
Com'è arrivata l'idea di
iscriversi
a
"Miss
Ciclismo"? La concorrenza, inoltre, era particolarmente agguerrita e abituata ai riflettori.
"Sì, infatti al concorso ero l'unica vera ciclista, le altre erano
tutte ragazze che di professione
fanno le modelle. La mia partecipazione è avvenuta per gioco;
ho spedito le mie foto e ho
sparso la voce. Così, grazie ai
voti di tutti quelli che mi conoscono, soprattutto dei miei
amici che hanno fatto una vera
Alcuni degli scatti con cui Ketty Manfrin ha vinto il sondaggio di "ciclismo-online.it"
e propria azione pubblicitaria,
e dei semplici visitatori del sito,
sono arrivata prima. Salendo
sul gradino più alto del podio
ho vinto un viaggio, con destinazione ancora da definirsi, e
dei servizi fotografici".
Quella di "Miss Ciclismo" è
stata la sua prima apparizione davanti ad una macchina fotografica?
"No, avevo già fatto dei servizi
fotografici in passato, soprattutto ho prestato la mia immagine per alcuni cataloghi di
biciclette. Oltretutto adesso
poserò per un'azienda bolognese che lavora nel campo dei
profumi".
Si sente a suo agio durante
gli scatti?
"Certo, mi sono sempre diverti-
Correrà con il team Frw-Gauss-Rdz,
diretto dalla berica ed ex azzurra Luisiana Pegoraro
E' già stata tricolore e maglia azzurra
Quella di Ketty Manfrin è già una carriera
di tutto rispetto, caratterizzata da parecchie soddisfazioni tra cui oltre una trentina di vittorie su strada e un titolo tricolore nelle categorie giovanili. Nel proprio
curriculum, inoltre, la vicentina può vantare la convocazione in maglia azzurra ai
Campionati del mondo su strada a Verona
nel 1999 e ai campionati d'Europa su pista
a Brno (Repubblica Ceca) nel 2001. Per
quanto riguarda questa stagione Kettj farà
ancora parte del Frw-Gauss-Rdz con sede
a Forlì; le tredici atlete saranno dirette
dall'ex azzurra Luisiana Pegoraro.
Manfrin e la friulana Martina Corazza rappresenteranno le sole conferme del team
rispetto al 2006, per il resto la squadra
sarà composta da nuovi arrivi. Tra gli
acquisti della compagine presieduta da
Patrizia Barchi figureranno: l'ex campionessa d'Italia 2005 e più volte azzurra ai
campionati mondiali ed europei, la toscana Silvia Parietti, l'ex campionessa europea su pista, la cremonese Eleonora
Soldosarà,
la
marchigiana
Tania
Belvederesi, e la bielorussa, campionessa
europea in carica nell'inseguimento individuale, Tatsiana Sharakova. Da non perdere di vista saranno anche le russe Elena
Kuchinskaya e Yulia Martissova, e la messicana Veronica Leas Balderas. A completare la squadra, poi, ci penseranno le giovanissime Sara Biondi, Marina Onofri,
Elena Cimatti e Sabrina Zogli.
ta molto. Forse ho avuto la fortuna di trovare persone molto
brave che hanno saputo mettermi a mio agio. Spero che l'aver
vinto "Miss Ciclismo" mi possa
aprire qualche porta in questa
direzione.
Personalmente
penso di essere più portata per
i servizi fotografici che per la
passarella, anche se non ho mai
provato a sfilare. Comunque mi
piacerebbe in generale trovare
uno sbocco nel mondo della
moda, ma in particolare sarebbe magnifico poter fare degli
spot".
Tra la moda e il ciclismo
quale sceglierebbe?
"Il ciclismo che è la mia vera
passione. Sono diciannove anni
che corro in sella ad una bici, di
cui sei da professionista. Ho
iniziato da piccola e la scintilla
è scattata andando a vedere
una gara dei miei cugini. Sono
tornata a casa e ho annunciato
ai miei genitori la volontà di
correre in bici; loro naturalmente non erano d'accordo e
mi hanno proposto sport più
femminili come la pallavolo.
Nulla da fare, ormai avevo deciso e il tempo mi ha dato ragione. Ora mamma e papà sono i
fondatori del mio fan club".
Cosa l'aspetta nella prossima stagione?
"Quest'anno in squadra saremo
in tredici, e credo nella nostra
competitività. Da marzo farò un
po' su e giù da Vicenza a Forlì,
ma non sarà un problema; invece si dovrà partire subito carichi poiché la prima gara che mi
aspetta sarà la Coppa del
Mondo, e poi via fino ad ottobre".
Qual è la prima gara che ti
viene in mente dall'inizio
della tua carriera?
"Sono i due Campionati italiani
che ho vinto quando avevo
rispettivamente sedici e diciassette anni, mentre la corsa più
importante, nella quale mi sono
piazzata ventiquattresima, è
stata il Campionato del Mondo
che si è svolto in provincia di
Verona quando avevo vent'anni".
Ma cosa fa Manfrin tra una
stagione e l'altra?
"Naturalmente mi alleno ogni
giorno, ma a tempo perso faccio
anche la parrucchiera perché
mi piace. Oltretutto adesso
sono single e ho più tempo da
dedicare a me stessa, alle mie
passioni, e alla bici; la mia ultima storia, durata cinque anni, è
infatti finita da poco".
E per il futuro cosa si
aspetta?
"Pensando in grande vorrei che
ci fossero dei successi importanti in sella e poi, come ho già
detto prima, che mi si aprisse
qualche porta nel mondo della
moda".
V
20 GENNAIO 2007
sport
Si apre la stagione dell'orienteering: sabato 20, a Creazzo, una
prova aperta a tutti inaugura il circuito "Inverno Berico"
Lo sport dei boschi torna in città
DI
PAOLO MUTTERLE
Si apre sabato 20
gennaio ufficialmente il nuovo
anno dell'orienteering. Lo "sport
dei boschi" ritorna in questo inizio
di stagione nei centri cittadini,
precisamente in quello di
Creazzo, che già l'anno scorso in
questo periodo aveva ospitato
una gara promozionale. Visto il
successo della prima edizione,
Erebus Orientamento, Atletica
Union e Pro Loco di Creazzo
hanno voluto riproporre la
"grande caccia ai punti", una
prova di orienteering a sequenza libera aperta a tutti. I concorrenti riceveranno una carta
topografica del paese, sulla
quale saranno segnati alcuni
punti di controllo da visitare nel
tempo massimo di sessanta
minuti. Risulterà vincitore chi
per primo riuscirà a trovare
tutte le "lanterne", i tipici
segnali di stoffa bianco e arancione sparsi all'interno della
Alcuni momenti di una gara di orienteering. A Creazzo
sono attesi molti ragazzi delle scuole elementari e medie
zona di gara, in questo caso
costituita dalle strade, dai vicoli
e dai parchi del paese.
Caratteristica fondamentale di
questo sport è che il territorio,
cittadino, montuoso o collinare
che sia, si trasforma in una
naturale "palestra a cielo aperto".
Alle 15 dal locale Polisportivo è
prevista la partenza in simultanea dei concorrenti, che si
proietteranno tra le vie e i giar-
dini dei dintorni provvisti solamente di mappa e cartellinotestimone. Ogni lanterna è
infatti corredata da una pinza
punzonatrice, con cui i partecipanti devono timbrare il cartellino per testimoniare l'avvenuto
passaggio. Sei le categorie di
gara, differenziate in base all'età; ma si potrà partecipare
anche in gruppo.
Promotore dell'evento e organizzatore è l'atleta di casa
Inverno Berico
Massimo Sartori: "Per il
by Erebus Orientamento Vicenza
secondo anno Creazzo
sarà invasa per un pome1a prova 20 gennaio
Creazzo
riggio da orientisti esperti
2a prova 4 febbraio
Soghe
ed esordienti di ogni età.
3a prova 25 febbraio
Caldogno
La cartina è stata ingran4a prova 4 marzo
Valmarana
dita e aggiornata per l'occasione. Ci aspettiamo
almeno duecento iscritti, tra cui
il presidente della società cittamolti ragazzi delle scuole eledina Renzo Donatello - è quello
mentari e medie. Per questo
di avvicinare nuovi appassionaconsigliamo di venire al
ti alla disciplina. In questo iniPolisportivo con un'ora di antizio di stagione la nostra società
cipo per l'iscrizione".
vuole dedicarsi soprattutto alla
La tappa di Creazzo sarà valida
promozione; per questo invitiacome ouverture dell'Inverno
mo tutti coloro che vogliono
Berico, un circuito promozionaprovare il nostro sport per la
le di orienteering promosso
prima volta e proponiamo dei
dall'Erebus Vicenza in collabopercorsi semplici e adatti a tutti.
razione con il Comitato
A chi già pratica l'orienteering a
Vicentino Sport nella Natura.
livello agonistico diamo comunSono quattro le prove previste:
que la possibilità di effettuare
dopo quella di oggi 20 gennaio,
un allenamento e di riprendere
la seconda è prevista a Soghe di
in mano la cartina dopo la
Arcugnano per domenica 4 febpausa invernale; le gare più tecbraio, poi a Caldogno il 25 dello
niche arriveranno più avanti,
stesso mese e la finale di
come i nostri Highlands Open,
Valmarana il 4 marzo, con
l'evento che ancora una volta
maglietta ricordo per chi parteorganizzeremo a fine giugno
ciperà a tutte e quattro le prove.
negli
splendidi
boschi
"Lo scopo del circuito - racconta
dell'Altopiano di Asiago".
In tre giorni di esposizione il trofeo vinto a Berlino è stato ammirato da oltre 20mila persone
Campana: "È il segno che c'è voglia di un calcio pulito"
Vicentini, tutti pazzi per la Coppa
DI
FRANCESCO CAVALLARO
La coppa del mondo come una reliquia di Padre Pio. Perdonateci l'accostamento profano-sacro, ma è
solo per rendere l'idea. Lo scorso
fine settimana la Loggia del
Capitaniato in piazza dei Signori è
stata letteralmente "presa d'assalto" (sono dichiarazioni dell'Ufficio
Stampa dell'Associazione Italiana
Calciatori); tutti in coda - bambini,
ragazzi, mamme, papà e nonni - ad
ammirare il trofeo vinto dalla
Nazionale di calcio ai Mondiali in
Germania nella splendida notte del
9 luglio 2006. Che per la prima
volta veniva esposto in una città
che non fosse sede di una partita
dell'Italia. Un regalo che i vicentini
hanno apprezzato. E molto.
Secondo le stime, oltre 20mila persone fra venerdì, sabato e domenica hanno fatto una capatina all'interno della Loggia. Ne abbiamo
viste di tutte i colori: ragazzi
impazziti che, cellulare alla mano,
fotografavano la coppa da tutte le
angolazioni possibili e immaginabili; o chi, per la troppa ressa,
Loggia del Capitaniato: migliaia di vicentini hanno reso
omaggio alla Worldcup
rinunciava a mettersi in coda e
chiedeva agli uomini della sicurezza di scattare una foto al trofeo.
Qualcuno avrebbe voluto anche
alzare quella meravigliosa coppa;
impresa impossibile, dato che la
stessa era protetta e guardata a
vista, giorno e notte. A fare da contorno alcune gigantografie che
ritraevano gli azzurri durante i
festeggiamenti in campo; immancabile la foto di Lippi che bacia la
coppa con il sigaro in mano.
Un'icona che rimarrà nella storia.
Smaltita la sbornia della tre giorni,
Sergio Campana, presidente della
vicentina Aic (Associazione italiana calciatori), tira le somme dell'evento. "Sinceramente non mi
aspettavo un afflusso così massiccio, dichiara l'avvocato; è stato
emozionante e al tempo stesso
impressionante vedere l'affetto
della nostra città, e dell'intero
Veneto, nei confronti della coppa
del mondo. Da Vicenza è arrivato
un segnale forte, non possiamo far
finta di niente: la gente ha ancora
tanta voglia di un calcio pulito,
all'insegna dei più alti valori quali,
per esempio, lealtà e regolarità dei
campionati. Ed è proprio dal
campo, in particolare dalla vittoria
della nostra Nazionale, che occorre
ripartire per ridare dignità al
mondo del calcio. In questo senso
la coppa del mondo, conquistata da
un gruppo di ragazzi straordinari,
diventa il simbolo di civiltà sportiva; è anche un messaggio di speranza perché le cose cambino in
meglio al più presto". Ma allora il
calcio è davvero in crisi? Risponde
Campana: "A guardare i dati delle
presenze nei nostri stadi sembrerebbe di sì; paghiamo ciò che è
avvenuto con la vicenda Calciopoli:
molta gente si è schifata e non
vuole più sentir parlare di pallone.
Non solo. Gli stadi sono scomodi, i
biglietti costano troppo e le televisioni hanno invaso tutto ciò che
c'era da invadere. Ogni giorno possiamo assistere ad una partita
comodamente seduti sul nostro
divano.
Così
non
và.
Rimbocchiamoci tutti quanti le
maniche e ripartiamo dai felici
Mondiali di Germania; altrimenti il
futuro del calcio sarà sempre più
nero".
CCE
VII
sport
20 GENNAIO 2007
La proposta del ministro Melandri è stata inserita nella Finanziaria 2007
per avvicinare i giovani alla pratica sportiva. Ma ci sono ancora troppi punti oscuri
Rebus detrazioni, dal Governo
si attende chiarezza
DI TOMMASO QUAGGIO
A regime le detrazioni per l'attività
sportiva saranno attive dal prossimo anno. Per il momento le disposizioni espresse nella finanziaria
2007 su questo argomento non
sono chiarissime e si attendono,
per usare un termine tecnico, delle
"circolari esplicative" che chiariscano quello che sta divenendo per
molti cittadini, ma non solo, un
rebus. Il documento economico
infatti parla di "detrazione fiscale
fino a 210 euro per i figli dai 5 ai 18
anni sostenute per l'iscrizione e
l'abbonamento a piscine, palestre
ed altri impianti sportivi destinati
alla pratica sportiva dilettantistica". Non è chiaro però se sarà l'in-
sentata nel 2008
sui redditi del 2007,
ma questa incertezza rischia di sminuire il valore stesso
della proposta. A
fare chiarezza su
questo dilemma
sarà il Ministero
competente, ma se
Tutti d'accordo per avvicinare lo sport ai bambi- a prevalere sarà la
seconda interpretani. Ma i fondi previsti sono bassi
zione da una spesa
tera cifra ad essere detratta o se massima di 210 euro si potranno
invece si potrà detrarre il 19%, con detrarre circa 40 euro, che scenderelativo sconto sull'imposta lorda ranno proporzionalmente al calare
per gli oneri sostenuti dai contri- del tetto fissato per legge: un po'
buenti.
quello che accade per le spese
Certo manca ancora del tempo, la mediche o per il mantenimento di
detrazione infatti dovrà essere pre- un figlio in un asilo nido. Meglio di
Satira: ecco come il rampollo della famiglia Agnelli è riuscito a tornare alla ribalta
Juventus e Italia, attenti al Lapo!
tattato da nerboruti rapTornato ai fasti e alla gloria
presentanti del Nostro, di
delle interviste in ginocchio
nome Patrizia e Samantha,
sulla (sua) stampa e sulla tv
ha negato la sua disponibi(di regime), non potevamo
lità: "Non sono un uomo
non omaggiare il Lapo
per tutte le stagioni. E
nazionale. Dopotutto, il giosoprattutto per tutte le
vin Elkann, mago del marbanane".
keting, in quell'ottobre
Guido, i' vorrei che tu e
2005 ebbe la sola colpa di
Lapo e io… Non sia mai
operare una transazione
detto che l'Infante di Casa
non ortodossa con un forniAgnelli non sia attento a
tore di servizi ad alta penecontribuire alla vita cultutrazione
commerciale,
rale del Paese: pronta una
complice una ricerca chimiLapo Elkann, nipote di Gianni Agnelli
nuova edizione della
co-industriale provata di
Letteratura Italiana (finanziata da
tro l'immoralità moderna: come
persona. Ecco quali sono i progetti
fondi italo-libici) in cui compaiono
testimonial il Nostro, insignito di
futuri del nostro beniamino, colto
poesie, romanzi, racconti o qualsirecente dai Savoia con il Collare
interprete dell'evolversi dei gusti di
voglia componimento in cui ci sia il
dell'Ordine dei Cavalieri della
massa e acuto autore di aforismi
nome di Lapo. Incalzato sul perché
Polvere Bianca, pare abbia in
che fanno rimpiangere l'augusto
di un così originale "canone", il
mente di ricorrere al Papa. Le indinonno Gianni ("Moggi e Giraudo?
Dandy dell'Utilitaria ha detto: "La
screzioni dicono che la scelta sia
Sono come Caino e Babele" o
letteratura è un po' come il cinema:
caduta su di lui per via del colore
"Anche l'ottico vuole la sua parte").
al di fuori dei Vanzina tutto il resto
della tonaca, così attraente e così
Lapo Alberto. L'immaginifico
è spazzatura".
pura. I teocon, i neocon e gli a-teoinventore di marchi accuratamenLapo di genio. Il vero asso nella
con (Ferrara, Pera e autori minori)
te preparati dai plotoni di pubblicimanica per il rilancio della sua
hanno fatto vibrare la loro demotari Fiat imprigionati nelle secrete
immagine, il Lapo transnazionale
cratica e occidentale approvazione
del Lingotto, il roscio con la erre
l'ha però trovato in un autentico
per il gesto che riconosce al
moscia, vuole comprarsi il brand
colpo di genio: "Mi cambierò i conPontefice un ruolo di primo piano
di Lupo Alberto trasformandolo in
notati e mi farò uguale al Nonno,
e d'esempio: "Neanche noi abbiauna storia su un levriero torinese,
facendomi tatuare il polsino della
mo avuto tanto pelo sullo stomaco
Lapo Alberto, che sfratta gli altri
camicia con su l'orologio". Georg
finora. Ci congratuliamo per l'inianimali dalla fattoria dopo esserseW. Bush, che come si sa ha perioziativa".
la comprata, fa sparare al lupo e
dici colloqui con Dio, ha fatto sapeBanane e Laponi. Una nota
corteggia un gallo. Protesta delle
re tramite Henry Kissinger che da
azienda produttrice dei gustosi
associazioni animaliste e dei fan
Lassù l'Avvocato pare abbia indefrutti tropicali ha accettato la prodei fumetti con un senso logico e
cifrabilmente
commentato:
posta del Degno Erede di creare il
una morale.
"Siamo diventati una repubblica
bollino "Lapo". L'Uomo del
Il Lapo perde il vizio ma non il
delle banane".
Monte, che ormai ha 97 anni, conpelo. Lancio della campagna con-
nulla certo, ma a conti fatti un po'
pochino per le tasche dei contribuenti.
La discussione che ruota attorno a
questo tema ha coinvolto molte
personalità del mondo dello sport.
Tutti concordando sulla bontà di
una scelta del genere che nelle
intenzioni cerca di rendere più
accessibile lo sport per i giovani.
Molti però sottolineano come la
cifra sia troppo bassa dato che per
le famiglie italiane lo sport dei
ragazzi è una spesa alle volte non
indifferente, soprattutto nel caso di
nuclei familiari con più bambini,
anche se la detrazione dovrebbe
essere a figlio.
Il disegno nasce dopo la pubblicazione da parte dell'Unione
Europea di uno studio sull'obesità,
dove risultava colpito anche il
nostro Paese con un dato allarmante: 4milioni di persone
sovrappeso, e con due bambini
obesi su dieci. Un'idea apprezzabi-
le che cerca quindi di prevenire
questa vera e propria malattia
sociale e che incentiva i giovani a
praticare attività fisica senza pesare, almeno in parte, sul bilancio
della famiglia. Si tratta di un primo
passo che potrebbe portare con se
altre novità.
"Per il momento attendiamo qualche chiarimento da parte del
Ministero delle Finanze - spiega
Andrea Menato, commercialista
del Coni -. Si è aperta una forte
discussione in materia e ci sono
ancora da chiarire degli aspetti
importanti come ad esempio la
modulistica che dovrà essere presentata per chiedere la detrazione;
allo stesso modo si deve chiarire
l'aspetto della ricevuta, dovrà essere un'auto certificazione o una ricevuta dell'effettivo pagamento.
Insomma attendiamo le circolari
esplicative da parte del Ministero
per avere il quadro competo della
situazione".
Giovanna Melandri con Cannavaro e la World Cup
VIII
sport
20 GENNAIO 2007
Affidati a Danilo Preto, nuovo amministratore delegato della società biancorossa, gli incarichi operativi di Cassingena
"Ci salveremo, abbiamo delle responsabilità verso i tifosi"
Il Vicenza nelle mani di Preto
"Punto tutto sulla collegialità"
DI
FRANCESCO CAVALLARO
La stanza dei bottoni del
Vicenza ha un nuovo timoniere. Un manager navigato,
in grado di far filare tutto
liscio come l'olio: almeno
così si spera in quel di via
Schio. Dove, giratela come
volete, serve davvero un po'
d'ordine. Danilo Preto - 57
anni, vicentino doc, una laurea in scienze politiche e il
tesserino da giornalista
pubblicista - è stato nominato amministratore delegato della società biancorossa.
La presentazione ufficiale lo
scorso 7 gennaio, con il presidente Sergio Cassingena a
fargli da garante; il primo
tifoso vicentino, dopo il
malore che lo ha colto inaspettatamente il 26 novembre, è stato costretto dai
medici a diminuire i suoi
impegni. Sulla carta non
cambia niente, Cassingena
rimarrà il presidente in
carica; tuttavia, per un
tempo non ancora precisato,
dovrà rimanere lontano da
emozioni forti. In particolare niente partite del Vicenza
e una presenza minore in
termini di tempo ed energie
spese all'interno della società.
Largo a Preto dunque, suo
uomo di fiducia, attualmente responsabile dei rapporti
politico-istituzionali e marketing e comunicazione
della Sisa. A lui faranno
carico gli stessi poteri e
deleghe
esercitati
da
Cassingena; e, tra le altre
mansioni, rappresenterà il
Vicenza nelle riunioni di
Lega. Non che il nuovo
amministratore
delegato
abbia avuto un esordio fortunato
al
"Menti".
Tutt'altro. A questo proposito, è stata sconsolante la
prova offerta da Schwoch
(lui neanche tanto per la
verità) e compagni in occasione della gara interna contro il Brescia. Benino il
primo tempo, poi è successo
il patatrac. Anche Preto, pur
essendo un dirigente, avrà il
suo bel da fare fino al termine della stagione per conquistare la tanto sospirata
sulle scelte tecniche c'era niente che girava per il
prese da mister verso giusto. Preto analizza
Gregucci. Ho massi- così il momento per così
ma fiducia nel suo dire "interlocutorio" della
operato; io faccio il squadra: "Premesso che la
mio lavoro, gestisco maglia biancorossa, che ha
la società insieme ai più di cento anni di storia,
miei collaboratori. va onorata sempre e comunE non ho nessuna que. Esigo una certa profesintenzione di intro- sionalità anche da parte dei
mettermi in scelte giocatori che la indossano
che non mi riguar- ogni settimana. Il glorioso
dano. E poi c'è già passato non va solo ricordaPaolo Cristallini, il to e basta. Anche e sopratdirettore
della tutto per tutti i nostri tifosi
prima squadra, che che ci sostengono sabato
fa da ponte fra la dopo sabato, nonostante i
società e i giocatori. risultati alterni. Abbiamo
Accetterò di buon delle responsabilità nei loro
grado anche i consi- confronti, non possiamo
gli; anche dentro ad permetterci di deluderli
una società si vince ulteriormente; la squadra, il
e si perde tutti mitico Vicenza, è un patriDanilo Preto, nuovo ad del Vicenza: la salvezza è anche nelle sue mani
monio dell'intera città che
assieme".
salvezza. Fortuna che ha le Preto: "È necessario miglio- A proposito di risultati, rin- va valorizzato sotto ogni
idee ben chiare; e il nuovo rare l'organizzazione all'in- cuorante il Vicenza prima aspetto. Io ci metterò tutto
ruolo mica lo spaventa. terno della società, nel della sosta natalizia. Male me stesso. Sono convinto
Anzi, è carico al punto giu- rispetto dei ruoli e delle sin- contro il Brescia; sembra di che alla fine ci salveremo
gole responsabilità. Ciò non essere tornati indietro di per la gioia di tutti i nostri
sto.
"Ho accettato subito l'inca- significa che metterò bocca qualche mese, quando non affezionati sostenitori".
rico - commenta l'ad -; non
ci ho pensato nemmeno un
secondo. Si dice che gli
amici si vedono nel momento del bisogno: ecco cosi è
capitato anche a me. Sono
orgoglioso che Cassingena
abbia puntato su di me.
Sono sincero, non conosco il
mondo del calcio. Proprio
per questo apro le porte a
tutti i miei collaboratori. Da
qui in avanti la parola d'ordine sarà collegialità. Da
parte mia ci metterò grande
spirito di dedizione e di
sacrificio: garantito al 100
per cento. Per quanto
riguarda la parte amministrativa, ho notato che
all'interno della società ci
Il capitano Schwoch. "I risultati devono arrivare anche per rispetto ai tifosi" dice Preto
sono delle cose da sistemare; su tutto i vari compiti da
svolgere. Punterò molto
sulle responsabilità e le
competenze: ognuno deve
sapere ciò che deve fare,
non ci può essere nessun
tipo
di
inadempienza.
Questo è un metodo che ho
già avuto modo di applicare
in passato e che ha dato i
suoi risultati".
Si gioca al calcio, ma dietro
c'è tutto un apparato che
deve funzionare come un
orologio. Così ci spiega
11
DONNE
20 GENNAIO 2007
Per Marianne Clement, Venerabile Maestro della loggia Khepra, c'è bisogno di trasparenza
"E vorrei che le donne partecipassero di più"
La massoneria secondo Marianne
DI
Squadra, compasso
e rami d'acacia
LUCA MATTEAZZI
Segreta forse no,
ma
riservata,
molto riservata,
sicuramente sì. Di
solito quando si
parla di massoneria il pensiero
corre ai circoli di intellettuali
"iniziati" del Settecento (tra gli
altri
Mozart,
George
Washington
e
Benjamin
Franklin), ai moti carbonari
dell'Italia del primo Ottocento,
oppure, in termini decisamente
meno lusinghieri, alle manovre
di Licio Gelli e compagni a
cavallo degli anni Ottanta.
Nella Vicenza di inizio 2007
invece, la massoneria ha la faccia sorridente di una signora
come Marianne Clement. Nata
al sole delle Mauritius, cresciuta a Londra e poi trasferitasi a
Vicenza per motivi familiari ("io
mi sento mauritiana, londinese
e italiana", sottolinea), la
Clement è entrata in contatto
con la massoneria oltre vent'anni fa. Oggi è alla guida di una
delle Logge massoniche presenti in città, la Loggia Khepra,
riconducibile all'Obbedienza
del Supremo Consiglio d'Italia e
San Marino di Rito Scozzese
Antico ed Accettato, e non fa
mistero del proprio ruolo. "Ci
sono ancora troppi pregiudizi e
troppa ignoranza, troppe persone che parlano e scrivono di
massoneria senza essere masso-
Marianne Clement, nata nelle Mauritius, guida la Loggia Khepra
ni, e quindi senza sapere davvero cosa vuol dire - spiega -. E da
parte nostra ci sono spesso
troppi timori: invece ci vuole un
po' di coraggio, anche perché
non abbiamo assolutamente
nulla da nascondere".
Operazione trasparenza, dunque, per tentare di sfatare il
luogo comune che dipinge la
massoneria come un circolo
molto esclusivo e molto poten-
Un percorso sospeso
tra storia e leggenda
Non è facile ricostruire storicamente le vicende che
hanno portato alla formazione della massoneria
moderna. Generalmente le
origini di questa disciplina
vengono fatto risalire all'epoca della costruzione del
Tempio di Gerusalemme
voluta dal re Salomone, e in
particolare vengono collegate alla figura di Hiram, un
geniale artigiano che avrebbe diretto i lavori. Secondo
altre versioni, invece, la
massoneria deriverebbe da
un ramo dell'Ordine dei
Cavalieri Templari, oppure
dalle antiche corporazioni
di muratori attive già in
epoca romana (i Collegia
fabrorum), dalle quali si
sarebbero poi originate le
corporazioni medievali.
Per molti storici, tuttavia, la
massoneria sarebbe nata
solo alla fine del XVII secolo, senza alcun legame con
le organizzazioni più antiche. La data citata in tutti i
testi è quella del 24 giugno
1717, quando le quattro
logge già esistenti a Londra
decisero di unirsi per formare la Gran Loggia di
Londra, poi diventata la
Gran Loggia d'Inghilterra.
Da lì la massoneria si diffuse rapidamente in tutta
Europa, arrivando nel 1728
in Spagna, nel 1731 a
Firenze e in Russia, nel 1733
negli Stati Uniti.
In Italia le logge principali
sono il Grande Oriente
d'Italia e la Gran Loggia
d'Italia, Obbedienza di
Piazza del Gesù, entrambe
presenti oggi anche a
Vicenza.
te, in cui si intrecciano affari al
riparo da sguardi indiscreti.
"Assolutamente no, nella massoneria non si entra per coltivare i propri interessi - ribatte il
Maestro Venerabile della Loggia
Khepra -. Essere massoni vuol
dire essere persone impegnate a
lavorare per il bene. Per noi
l'essere umano è il punto centrale, è un tesoro che va salvaguardato e protetto, e per far
questo c'è bisogno di una scuola, di ricevere delle indicazioni.
Di solito si pensa che quando si
arriva al diploma o alla laurea e
si ha un titolo in tasca si è a
posto, ma non è così: la nostra
istruzione come essere umano
come continua? Per questo c'è
bisogno di una scuola, una
scuola che sia seria, che abbia
una tradizione solida alle spalle
e che mi dia degli strumenti
sani per vivere in questo
mondo. Ecco cos'è la massoneria, una scuola di vita".
Viene in mente il celebre aforisma di Bernardo di Chartres
secondo cui le persone sono
nani che camminano sulle spalle di giganti. A sentire la
Clement anche i massoni seguono un po' questa filosofia: guardare al passato per trovare dei
principi guida per le scelte di
ogni giorno. "Valori come il
rispetto per la famiglia, l'onestà, la tolleranza e la fratellanza, che però vanno coltivati e
aggiornati", chiosa la Clement,
che poi aggiunge. "Non siamo
All'interno dei rituali e delle prati- sono il delta o triangolo equilateche massoniche il ricorso ad ro (rappresenta la trinità , il ritmo
immagini simboliche riveste un ternario che sta alla base di molti
ruolo di grande importanza. Tra i aspetti dell'esistenza), l'acacia simboli più noti ci sono senza una pianta che non appassisce,
dubbio la squadra e il compasso, capace di resistere al freddo e alle
i ferri del mestiere di ogni costrut- intemperie, e quindi simbolo di
tore (e i massoni si richiamano ai speranza e dell'immortalità delliberi muratori) che qui diventa- l'anima - e il melograno, simbolo
no gli strumenti che conducono dell'abbondanza ma anche dell'ualla perfezione, e cioè la rettitudi- nità dei fratelli massoni (all'interne morale (la squadra) e la capa- no di ogni frutto sono presenti, e
cità di inventare (il compasso). strettamente connessi, innumeSempre dalla tradizione dei revoli semi).
muratori vengono i
simboli del filo a
piombo (che rappresenta l'equilibrio interiore), del maglio (la
forza di volontà),
dello scalpello (la
capacità di discernimento), della pietra
grezza (il massone
stesso, su cui si deve
lavorare), del regolo
(l'armonia) e della
cazzuola (la volontà
di soccorrere chi è nel
bisogno).
Squadra e il compasso e altri simboli
Altre iconografie tipidella Massoneria nascondono
camente massoniche
significati profondi
una religione, anzi, in qualche
modo siamo al di là delle religioni. Nel senso che noi accogliamo persone di tutte le religioni, purché condividano i
nostri valori di fondo. Gli unici
che non accogliamo sono gli
atei, perché non è possibile non
credere a nulla".
Qualcosa
di
"misterioso",
comunque, rimane. Al di là dei
principi generali, gli insegnamenti concreti, i rituali, i simboli, restano avvolti nella riservatezza. Per non parlare dei
nomi degli iscritti: una paio di
interviste
rilasciate
dalla
Clement in autunno avevano
fatto molto rumore per delle
velate allusioni a vicentini illustri nelle fila della massoneria
berica ("imprenditori, politici,
sacerdoti"avevano riportato i
quotidiani), ma lei non intende
alimentare il gioco del sospetto.
"Non voglio ritornare su questo
argomento. Quello che posso
dire è che chiunque, di qualsiasi
professione sia, può entrare.
Nella massoneria ci sono persone di ogni estrazione, e non
dipende assolutamente dal reddito: è ovvio che c'è un costo,
come c'è per tutte le associazio-
ni, ma è abbordabile, giusto
quello che ci serve per mantenere la sede".
Per chi fosse interessato, il riferimento è un indirizzo mail,
[email protected]. "Poi ci
sono dei colloqui, in cui l'interessato ci fa tutte le domande
che ritiene necessarie e anche
noi ne facciamo a lui, e vediamo
se si può iniziare un percorso
insieme". In caso positivo, al
nuovo iniziato si aprirà un
mondo fatto di incontri in un
tempio alla periferia di Vicenza
dove,
sotto
l'iscrizione
"A.G.D.G.A.D.U." - acronimo di
Alla gloria del grande architetto
dell'universo -, si volgono rituali dal sapore arcano ("Il sapere
massonico esiste dalla notte dei
tempi, e noi usiamo gli strumenti e i simboli che si usavano
allora").
E dove alla Clement non dispiacerebbe vedere qualche donna e
qualche giovane in più: "I giovani che oggi non sanno dove
andare ne avrebbero bisogno conclude -. E non parliamo
delle donne! Ce ne sono poche,
invece io vorrei che la massoneria ne fosse piena. Donne, fatevi
avanti!".
12
INTERVISTA DOPPIA
Stefano Centomo, 20 anni di Altissimo, sarà a
Sanremo Giovani con la canzone "Bivio"
20 GENNAIO 2007
Patrizio Baù, 34 anni cantautore vicentino, anche
lui a Sanremo. Canterà "Peccati di gola"
Vicenza: piccola città ...ma per sfondare ci
con grandi talenti.... vuole un biglietto aereo
In poche parole, come spiegheresti la tua musica a chi non ti conosce?
Pop rock commerciale con influenze brit
pop.
Perchè Sanremo è Sanremo? Che
significa secondo te?
Sanremo è una manifestazione che fa
molto parlare nel bene e nel male!
L'importante è saperla sfruttare nel
modo giusto.
Il Festival è uno spettacolo decrepito o un'utile vetrina?
Sanremo, a mio parere, è un'ottima
vetrina se si ha qualcosa di buono da
offrire. Può essere un trampolino di lancio ma allo stesso tempo può essere un
arrivo . Questo dipende sempre da
quanto si è pronti per affrontare un palco
così importante!
Pippo Baudo dal vivo è l'illuminato
despota che si dice?
Pippo Baudo è una persona semplice e
diretta, come lo si vede in TV. Non ha
maschere. È la storia della televisione
Italiana! Ha dato tanto per la musica italiana scoprendo la Pausini, Giorgia, Bocelli e
molti altri artisti del panorama italiano.
Cosa farai tutto il giorno a Sanremo in
attesa dell'esibizione della sera?
Questo ancora non lo so... So gia che sarà
una settimana intensa dalla mattina alla
sera con interviste alle radio, giornalisti,
foto, Tv. Ma cercherò di mantenere la calma
e la lucidità.
Come si fa a tenere sotto controllo l'emozione quando si è su un palco
importante?
Semplicemente cerco di non pensarci! Ho
sempre fatto così ... Anche durante dei concorsi e altre esibizioni non ho mai pensato
a questa cosa perchè, a mio parere, fa solo
del male.
Qual è stato il tuo primo disco? E quello che ti ha davvero cambiato la vita?
Il primo cd è stato La dura legge del gol degli
883. Un cd che ho consumato è stato
Stupido Hotel di Vasco (2001).
Il tuo cantante (o gruppo) preferito?
Diciamo che non c'è un gruppo preferito da
sempre. Ogni periodo ascolto qualcosa che
mi piace. In questo momento ascolto assiduamente Coldplay, U2 , Red Hot Chili
Peppers e Damien Rice...
Meglio autodidatta o "imparato" nelle
scuole di musica?
Una è l'altra messa insieme...Avere le basi
della teoria è una cosa, per me, necessaria;
poi una volta acquisite le basi si può crescere autonomamente. Tutto dipende dagli
obiettivi che uno si pone .
Per avere successo nella musica,
secondo te quanto contano, da uno a
dieci:
Il talento:
8
to continuamente per almeno 3 mesi fino
a rovinare il disco ( allora c'erano gli LP) e
a compromettere il mio rendimento scolastico; ne ero talmente innamorato da
dimenticarmi di quasi tutto il resto della
mia vita!
Il tuo cantante (o gruppo) preferito?
In Italia, Lucio Battisti. All'estero i Blur.
Meglio autodidatta o "imparato"
nelle scuole di musica?
In entrambi i casi, è importante il lavoro, la
passione e l'umiltà.
Per avere successo nella musica,
secondo te quanto contano, da uno a
dieci:
Il talento
6
Lo studio
Lo studio:
8
Le conoscenze:
7 e 1/2
La fortuna:
7
A Vicenza e dintorni quali sono le
opportunità per un aspirante cantautore?
Vicenza è una piccola città che però ha dei
grandissimi talenti musicali. A livello di live
si può crescere tantissimo. È difficile proporre musica propria, i posti non sono tanti
ma ci sono.
Nel resto d'Italia ci sono situazioni migliori
ma per un cantautore è sempre difficile arrivare agli addetti ai lavori per proporre la
propria musica.
Se Vicenza fosse un brano musicale
che cosa sarebbe?
Io la sentirei
come una pop-Rock
Ballad......Gli angeli di Vasco....
Mai scaricato musica da Internet?
Cosa ne pensi di chi lo fa?
Sì, da internet ho scaricato musica che in
giro non riuscivo a trovare nei
negozi....Scaricando la musica da internet
però la musica fa difficoltà ad uscire ... In
questo modo si uccide la musica.
Gioco della torre. Vasco o Ligabue?
Salvo Vasco
Battisti o De André?
Salvo Battisti
Beatles o Rolling Stones?
Salvo Rolling Stones
Britney Spears o Cristina Aguilera?
Salvo Britney
È vero che cantare/suonare è un buon
modo per far colpo sulle ragazze?
La musica dà emozione, l'amore è un'emozione. Ma prima di tutto bisogna comunicare... se sai comunicare puoi arrivare alle persone e fare "colpo". Se non comunichi nulla
non fai nulla....
Cosa diresti all'altro?
E' una persona semplice e buona. Un grosso
in bocca al lupo. Ci rivediamo la settimana
del Festival.
In poche parole, come spiegheresti la tua
musica a chi non ti conosce?
Semplice, diretta, spontanea. Inoltre, ogni canzone si differenzia dalle altre per stile musicale
e per tipo di sound.
Perchè Sanremo è Sanremo? Che significa secondo te?
Perché non esiste nessun altro festival in Italia
che riesca a catalizzare l'attenzione, oltre che del
pubblico, della quasi totalità degli addetti ai
lavori: dai critici ai giornalisti, dai discografici
alle radio fino al mondo della televisione e del
gossip.
Il Festival è uno spettacolo decrepito o
un'utile vetrina?
Per un artista giovane è sicuramente una vetrina fondamentale per promuovere il proprio
lavoro e per farsi conoscere da un pubblico più
vasto. Per un big è un'utile vetrina per rimettersi in carreggiata o per lanciare un nuovo progetto discografico. Per il pubblico può essere uno
spettacolo più o meno gradevole a seconda
della qualità.
Pippo Baudo dal vivo è l'illuminato
despota che si dice?
Non è né illuminato, né despota, ma un grande
professionista animato da una sana vanità e da
uno spirito entusiastico che riesce a contagiare
tutti quelli che gli stanno intorno.
Cosa farai tutto il giorno a Sanremo in
attesa dell'esibizione della sera?
Scriverò una nuova canzone.
Come si fa a tenere sotto controllo l'emozione quando si è su un palco importante?
Non esiste un palco più importante di un altro.
L'emozione non si può controllare, ma si può
solo trasformare. Una lenta respirazione aiuta
molto questo processo.
Qual è stato il tuo primo disco? E quello
che ti ha davvero cambiato la vita?
In ambito classico, un Recital di Narciso Yepez
per chitarra classica. Un disco che mi ha invece
cambiato la vita, nel senso che mi ha aperto
nuovi orizzonti musicali, è stato un doppio
album di Pat Metheny intitolato "80/81".
Questo disco contiene un brano per chitarra
acustica intitolato "Goin' Ahead"che ho ascolta-
10
Le conoscenze
8
La fortuna
3
A Vicenza e dintorni quali sono le opportunità per un aspirante cantautore?
Ottime, se si prende un biglietto aereo per
Roma o per Milano…. E questo vale per tutte le
città di provincia.
Se Vicenza fosse un brano musicale che
cosa sarebbe?
Una ballad molto intimista con un arrangiamento musicale scarno e con la presenza tra gli
strumenti di un liuto rinascimentale e di un sax
soprano.
Mai scaricato musica da Internet? Cosa
ne pensi di chi lo fa?
Quando non c'era internet, registravo le canzoni dalle radio o da MTV. Poi ho imparato l'arte
del downloading. L'ho sempre fatto, da un lato,
per testare il valore artistico delle canzoni per
poi decidere se comprare o meno l'album, dall'altro per ragioni di studio personale. Capita
spesso di trovare nelle classifiche delle canzoni
che non rientrano nel mio gusto personale, ma
che evidentemente vanno analizzate per capire
le ragioni del loro successo.
Gioco della torre. Vasco o Ligabue?
Se proprio devo giocare, salvo Vasco.
Battisti o De André?
Salvo Battisti
Beatles o Rolling Stones?
Salvo i Beatles
Britney Spears o Cristina Aguilera?
Salvo Cristina Aguilera …comunque metterei
sotto la torre un morbido materasso…
È vero che cantare/suonare è un buon
modo per far colpo sulle ragazze?
Se si è belli e sexy, probabilmente sì….ma a
questo punto, mi chiedo se sia importante
saper cantare o suonare. In ogni caso non è per
questo motivo che ho deciso di farlo.
Cosa diresti all'altro?
Un "in bocca al lupo" per questa avventura sanremese…che, comunque vada, sarà un successo! Sono molto curioso di sentire la tua canzone.
13
20 GENNAIO 2007
CULTURA
Secondo il filosofo "imprenditori e politici dovrebbero riscoprire la filosofia"
Per dare un senso alla vita tutta "lavoro e schei" dell'"homo bericus"
Contro l'ipocrisia vicentina, così parlò Volpi
DI
ALESSIO MANNINO
Un intellettuale
dalla
biblioteca
sterminata
che
lamenta l'arretratezza di autostrade
e treni, come una
delle migliaia partite Iva del profondo Veneto. Un agnostico che
sulla scia del pensatore colombiano reazionario Gómez Dávila,
sua ultima scoperta, nutre un
profondo rispetto per i valori del
cattolicesimo autentico, cioè non
quello di oggi. Un nome che dà
lustro e orgoglio a Vicenza, ma
di cui Vicenza sa poco o nulla.
Un po' anche per "colpa" sua.
Franco Volpi è un filosofo, anzi,
un "modesto cultore della filosofia" (ipse dixit) che nella sua
città natale non ama apparire.
Capofila di quel "covo" di vicentini (Gaetano Rametta, Giovanni
Gurisatti, Fabio Grigenti) che è il
dipartimento di filosofia dell'ateneo di Padova, con una carriera trentennale di docente alle
spalle e una fama internazionale
che l'ha portato in tutto il mondo
come conferenziere o visiting
professor, Volpi scorge in sé
pochi tratti di vicentinità: "La
mia dimensione è un'altra, vivo
qui per una bieca ragione di
comodità, trasferirmi in una
grande città come Milano o
Roma costerebbe troppo".
Anche se poi si lascia scappare
un secondo perché: "anche se
certamente è più a misura d'uomo".
Un pragmatico rapporto di convenienza che fa tutt'uno con il
senso di distanza che lo separa
dai fatti locali: "Tranne sporadici eventi come la commemorazione di quest'anno di Giuseppe
Faggin, mio insegnante di liceo a
cui devo l'amore per la filosofia,
qui molte altre occasioni per
mettere a frutto le mie competenze non ne ho avute". Giusto
qualcosa
all'Accademia
Olimpica, come un convegno
con lo psicanalista e "collega"
filosofo Umberto Galimberti. O
una lezione sull'insostenibile
leggerezza dell'eros secondo lo
scrittore Kundera tenuta al
Pigafetta. D'altronde in città l'ultima esperienza degna di nota
nel suo campo, ricorda Volpi, "è
stata
l'associazione
'Dora
Marcus', con Paolo Vidali e
Giuseppe Barbieri, negli anni
'80".
Per uno che ha insegnato in
Il filosofo Franco Volpi, vicentino per comodità: "trasferirmi in
una grande città costerebbe troppo"
Francia, Svizzera, Inghilterra e
in Sudamerica, persino, per ben
dieci anni, in Germania "a insegnare la filosofia tedesca ai tedeschi", Vicenza è stretta, angusta,
provinciale: "Se dovessi andarmene, farei come Orfeo: non mi
volterei indietro più di una
volta". Come arretrata è l'Italia,
Paese che ha ancora un gap da
colmare con la modernità:
"Quando stavo in Germania ci
mettevo 20 minuti di macchina
per coprire i 30 chilometri che
mi separavano dall'università, a
Padova ci metto un'ora. In aeroporto devo andare in auto perché non c'è un collegamento
pubblico decente". Un Paese,
inoltre, avaro con la cultura: "Un
solo esempio: perfino a Città del
Messico la biblioteca in cui
andavo era molto meglio di
quelle che ci sono qui".
Negli ambienti che il professore
frequenta abitualmente, siano
grandi università estere o circoli
giornalistico-intellettuali patrii
(collabora stabilmente con il
quotidiano Repubblica), essere
nati in questa cittadina del nord
non conta. Il filo che ancora ve lo
lega viene dagli anni della formazione: "ho studiato al
Patronato, e lì ho avuto un'educazione cattolica che non rinnego, anzi: credo che quei valori
siano importanti per la coesione
sociale. Poi il ginnasio e il liceo
al Pigafetta, e lì ho avuto un'istruzione come Dio comanda",
sottolinea fiero. E ciò che oggi
manca all'"homo bericus" è proprio dare "una forma" a quello
stile di vita fatto di superlavoro e
schei che lo caratterizza: "L'etica
del lavoro in sé è positiva, per-
ché ha creato le condizioni di ricchezza per investire sulla cultura: un tempo il figlio dell'operaio
non andava all'università come
accade adesso". Come dire: far
soldi acquista un senso solo se
glielo si dà per una crescita interiore, culturale e spirituale.
Perché l'assenza di senso, ovvero
il nichilismo a cui Volpi ha dedicato un libro tradotto in varie
lingue, è qui, tra noi: "Il futuro
del mondo è nelle mani della
pornografia e della coca cola",
dice citando l'amato Dávila.
Dalla cui saggezza di cattolico
anti-moderno trae un'altra perla
a commento di una Vicenza ex
"sacrestia d'Italia": "Dávila
afferma che la Chiesa a forza di
aprire le braccia al mondo ha
finito con l'aprire anche le
gambe. Ecco, al cattolicesimo
elettorale che strizza l'occhio alle
moltitudini, preferisco la conversione solitaria".
L'eterna ipocrisia berica vista da
un tollerante "non-moralista":
"Attualmente il vescovo non ha il
potere di ricatto di una volta, ma
i politici fanno a gara per accaparrarsi i voti cattolici, e la città
vive ancora in una certa curialità
di facciata che non vela più un
clima godereccio miserevole".
Secondo Volpi la classe dirigente
vicentina - ma l'identico discorso vale a qualsiasi livello dovrebbe puntare sulla sua
materia: "A chi ha ambizioni di
leadership, negli affari come in
politica, la filosofia può solo far
del bene. In Germania, al centro
universitario della Confindustria
tedesca, insegnavo a ingegneri,
medici, fisici, economisti: perché se si è bravissimi soltanto
nel proprio campo, si è solo degli
idioti specializzati". Ed ecco perché Volpi non disdegna certo di
scendere in quello scottante dell'attualità politica e dire la sua
sul caso del momento, il Dal
Molin: "Trovo demenziale creare
una pista di volo militare a pochi
chilometri
dalla
Basilica
Palladiana. Se gli Hezbollah
nascondono i missili tra le case
civili, perché gli Americani
vogliono fare lo stesso con noi?
Non possono pensare che mi
facciano una base sotto casa e io
stia zitto". Certe cose, suggerisce
il filosofo Volpi, non è bene
prenderle con filosofia.
L'area industriale della città. Per Volpi va bene la "filosofia
degli schei" se permette crescita culturale e spirituale
Sua l'edizione italiana del monumentale Essere e Tempo
Con Heidegger nella Selva Nera del pensiero
Il professor Volpi, classe 1952, è vicentino di
nascita ma cittadino del mondo per professione
e vocazione. Nel 1976 inizia a insegnare, e attualmente è docente ordinario di Storia della
Filosofia all'università di Padova. Per la casa editrice milanese Adelphi, di cui è consulente, ha
inventato nel 1991 la fortunata collana tratta dall'archivio inedito di Arthur Schopenhauer "L'arte
di… (ottenere ragione, essere felici, farsi rispettare, insultare le donne, conoscere se stessi,
invecchiare)". Le sue pubblicazioni più importanti sono "Il nichilismo" (Laterza), il
"Dizionario
delle
opere
filosofiche"
(Mondadori), la "Storia della filosofia" (Laterza).
L'ultima, scritta con Antonio Gnoli, s'intitola
"L'ultimo
sciamano.
Conversazioni
su
Heidegger" (Bompiani). Non si concede ai giornali e alle telecamere se non per "dare un contributo nell'ambito delle mie competenze, altrimenti si rischia di diventare dei tuttologi". Su
Repubblica e sul Giornale di Vicenza scrive
infatti esclusivamente di temi e autori filosofici.
Partecipa volentieri a occasioni pubbliche come
il Festival della Filosofia di Modena (rimanendo
quasi stupito nel parlare "davanti a centinaia di
persone") o le "Vacances de l'Esprit" a Norcia,
nel 2005 (una tre giorni annuale di seminari ad
alto valore scientifico-esistenziale). Del fatto che
a Vicenza l'unico evento simile sia dedicato alla
Bibbia dice: "E' significativo, è indice di una
certa sensibilità Anche se ormai non siamo più la
'sacrestia' ma la 'lap dance' d'Italia". Non si riconosce nell'etichetta di "heideggeriano" ("l'ho solo
studiato a fondo"), ma sua è l'edizione italiana
del monumentale Essere e tempo del pensatore
della Selva Nera. Membro della consulta scientifica di varie riviste, il libro che consiglia per
meglio comprendere la nostra tormentata attualità è di Gómez Dávila, In margine a un testo
implicito (Adelphi): "Un'eccellente biblioterapia:
è un libro a cui aggrapparsi come un naufrago
alla sua tavola galleggiante".
A.M.
RADICI
14
20 GENNAIO 2007
Domenica la dodicesima edizione della spremitura pubblica delle uve da cui si ricava il famoso passito.
Un modo per scoprire tradizioni antiche e gusti nuovi
Torcolato di Breganze, buona la "Prima"
DI LUCA MATTEAZZI
Una volta i grappoli passavano l'autunno appesi alle
travi dei granai,
adesso riposano
per quattro mesi in
moderni e tecnologici fruttai, ma il risultato finale
non cambia: dopo la spremitura e
un adeguato periodo di fermentazione e invecchiamento, dalle botti
escono vini dolci, raffinati ed eleganti, che hanno fatto la storia dell'enologia della provincia.
Il vicentino si conferma una terra
d'elezione per i vini passiti, a cui
proprio in queste settimane sono
dedicate alcune importanti manifestazioni. La settimana scorsa è
andata in scena "I picai del recioto
di Gambellara" (con picai si indicano le travi, ma vuol dire anche
"appesi") con la torchiatura, nella
piazza di Zermeghedo, dei grappoli di garganega, mentre questo fine
settimana toccherà alla vera antesignana di questo genere di iniziative, la Prima del torcolato di
Breganze, giunta quest'anno alla
dodicesima edizione. Dalle 14,30
del pomeriggio di domenica 21
gennaio, la Magnifica Fraglia del
Torcolato sfilerà per le vie del
La spremitura pubblica. Col passare del tempo è diventato un
evento che richiama curiosi e appassionati da tutta la provincia
paese, nominerà i nuovi componenti e quindi darà il via alla torchiatura pubblica del primo mosto
del torcolato 2006. Uno spettacolo
che richiama alla memoria gesti e
abitudini d'altri tempi, con i "vecchi" che suggeriscono come si fa e i
giovani che guardano e imparano.
Un modo, anche, per scoprire
segreti e virtù di un vino le cui origini risalgono probabilmente ai
tempi
della
Serenissima
Repubblica di Venezia, e che negli
ultimi anni ha portato il nome di
Breganze nelle carte dei vini dei
migliori ristoranti d'Italia, e non
solo.
Quel liquore sopraffino
che si fabbrica a
Breganze....
La storia del torcolato è antica quasi quanto quella della
viticoltura vicentina. Come è
stato accuratamente ricostruito da Franca Miotti, le
prime testimonianze storiche
di un vino che potrebbe essere il precursore dell'odierno
torcolato risalgono infatti al
1610, epoca in cui Andrea
Scotto fa un accenno ai "vini
dolci e saporiti" prodotti nella
zona di Breganze. Quasi un
secolo e mezzo più tardi, nel
1754, un altro documento parla del
"dolce vespaiolo" (e per la prima
volta l'idea di un vino dolce è associata all'uva vespaiola), del "liquore
sopraffino che si fabbrica a
Breganze", e del "dolcissimo
Pasquale", un vino che si fa verso
Pasqua con le uve appassite. Se
non è torcolato poco ci manca, ma
per l'esordio ufficiale bisogna
attendere ancora, per la precisione
fino al 1890, anno in cui sulle pagine dell'Agricoltore Vicentino compare per la prima volta il nome torcolato. Nel 1911, infine, il Corriere
della Sera scrive che di Breganze "è
famoso il suo torcolato", segno che
la consacrazione di questo vino da
meditazione è ormai avvenuta
anche a livello nazionale.
Un‘uva che fa impazzire
le vespe
Come vuole la tradizione, il torcolato è ottenuto dalle uve migliori
del più tipico dei vitigni della zona,
il vespaiolo, abbinato a piccole percentuali di tocai e di pedevenda. Il
vespaiolo è un'uva bianca, dolce,
chiamata anche Vespara o
Bresparola perchè quando è matura attira in modo particolare api e
vespe, tanto che a volte vendemmiare diventa un problema. Per la
produzione del torcolato si selezio-
La prima del 2006: il torcolato si ottiene da grappoli lasciati appassire fin dopo Natale
nano i grappoli migliori, che ven- pasticceria, oppure, come consiglia
gono lasciati appassire fino dopo Mariuccia Polesato, responsabile
Natale in ambienti asciutti e aerati, vicentina dell'Associazione italiana
per poi essere torchiati, lasciati fer- sommelier, insieme ad un buon
mentare a lungo e quindi invec- piatto di formaggi. "È ottimo con
chiati in vasche d'acciaio o in botti quelli stagionati, con gli erborinati,
di legno. Il risultato è un vino dora- o anche con uno stravecchio - spieto, dolce ma non stucchevole, con ga -. E se oggi c'è una grande rivaaromi di mela cotta, miele, uvetta e lutazione del torcolato è anche perfrutta secca. Ideale alla fine di un ché i ristoratori hanno cominciato
buon pasto, ma anche come com- a proporlo abbinato ai carrelli dei
pagno di lunghe chiacchierate formaggi". Abbinamenti più "spe(non a caso è definito un vino da rimentali" sono quelli con i piatti a
conversazione), e non solo.
base di fegato, soprattutto quello di
Un toccasana per
volatile, oppure con i crostacei. E ci
puerpere, anemici e
sono anche il panettone al torcoladeboli di cuore
to, l'asiago al torcolato, la sopressa
Le leggende popolari attribuiscono al torcolato, e ovviamente la grapal torcolato proprietà quasi medi- pa di torcolato.
cinali. Considerato un
ottimo
ricostituente,
capace di fortificare il
corpo e lo spirito, era consigliato (in modiche
quantità) alle puerpere
La diatriba è aperta: da dove viene
che dovevano allattare i
il nome torcolato? Secondo una
figli, alle madri che doveprima ipotesi, la parola deriverebvano riprendersi dalle
be dal verbo torcolare (spremere
fatiche del parto e agli
con il torchio), che a sua volta derianemici. Addirittura una
va dal latino torculum, cioè torcere,
locandina pubblicitaria
stringere forte. Questo perché la
dei primi del Novecento
normale pigiatura non è sufficiente
riporta che il torcolato "è
per spremere a dovere i grappoli di
stato riconosciuto genuiuva passita, e bisogna quindi ricorno dall'analisi chimica del
rere al torchio. Secondo un'altra
municipio di Padova per
versione, invece, il nome del vino
le sue qualità toniche ed
da meditazione che ha reso famosa
eccitanti, riesce ottimo in
Breganze è legato ad un'altra fase
tutti i casi di debolezza di
della lavorazione, quella dell'apcuore, nelle dispepsie da
passimento: dopo la vendemmia, i
torbida
funzionalità
grappoli vengono infatti attorcigastrica e nelle convalegliati con uno spago e quindi appescenze di malattie acute e
si alle travi delle soffitte.
consuntive".
Attorcigliare in dialetto si dice
Dolci, formaggi e
"intorcolare", e i grappoli appesi
panettoni
sono indicati come "torcolati", da
Oggi, comunque, il torcui il nome di torcolato.
colato è considerato, giuCuriosamente anche l'altro vino da
stamente, soprattutto un
meditazione vicentino, il recioto di
grande vino da dessert.
Gambellara, ha un'etimologia
L'abbinamento classico
discussa. Secondo alcuni il nome
lo vuole insieme a dolci
potrebbe derivare da un passito
secchi e alla piccola
che già in epoca romana era definito "retico" (ne parlano addirittura
Plinio il Vecchio e Virgilio), ma
sembra più probabile che il termine sia una variazione sul tema del
verbo dialettale "reciotare", cioè
spigolare. O ancora, che il nome
tragga origine dal fatto che per
questo tipo di produzione vengono
selezionate le uve migliori, quelle
ali dei grappoli che sono più esposte al sole e che in dialetto vengono
indicate, guarda caso, come "recie",
orecchie. Inevitabile, in questo
caso, che il vino ottenuto con le
"recie" si chiami recioto.
Nomen omen:
torchiato o attorcigliato?
15
SALA STAMPA
20 GENNAIO 2007
Strage di Erba, quando l'odio è senza controllo
perché la loro psiche è
capita spesso che ai
piatta, non registra né
bambini insegniamo a
Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o
pentimenti né ripensamangiare, a dormire, a
menti. Solo alla fine, per
parlare. Ammiriamo i
nazionale, un articolo che fa riflettere,
sfinimento, una fredda
loro sprazzi di intellidiscutere o arrabbiare. O anche divertire.
confessione,
senza
genza, le loro intuizioni,
Sempre senza alcun commento. Sia il lettore ma poco ci curiamo
manifestare il minimo
a farne, secondo le proprie opinioni
senso di colpa (…).
della qualità del sentiQuando i giudici,
mento che in loro si
appurate le prove,
forma e talvolta, a
condannano
tali
Perchè ci spaventa la male, tra la gravità di un'a- nostra insaputa, non si
imputati, sono soliti
strage di Erba, dove una zione e la sua irrilevan- forma.
appurare la loro facoltà
coppia di vicini uccide una za.(…) Ed è grazie a essa Il sentimento è l'ordi "intendere" e "volere"
madre, il suo bambino, la che impediamo al nostro gano che ci consente
che ovviamente funziononna e la signora della amore di soffocare e al di distinguere cos'è
na
benissimo.
porta accanto? Lo spetta- nostro odio di uccidere. bene e cos'è male, per
Bisognerebbe
però
colo è truce, ma forse quel Ma quando questa dimen- cui Kant arriva a dire
anche valutare la loro
che è inutile definire
che più ci angoscia non è sione non c'è? (…)
capacità di "sentire".
tanto la sua truculenza, Allora siamo alla "psi- cos'è buono e cos'è catE qui si scoprirebbe la
quanto sapere se noi siamo copatia". Un termine tivo, perché ognuno lo
radice di certe condotte
del tutto immuni dai moti coniato dalla psichiatria "sente" naturalmente da
che risultano aberranti
d'animo che hanno provo- dell'800 per designare una sé.
a noi tutti che viviamo
psiche apatica, incapace di Questo criterio, che
cato questa tragedia.
sostenuti dal nostro
Del tutto immuni no. E registrare, a livello emoti- valeva al tempo di Kant,
sentimento, ma che non
il nostro linguaggio lo vo, la differenza tra ciò che oggi vale molto meno.
acquistano alcuna rilerivela quando si abbando- è consentito e ciò che è E la ragione va cercata
vanza per chi il sentina a espressioni che, senza aberrante, tra un'azione nel fatto che i bambini
mento non l'ha mai
freni, tradiscono i nostri senza conseguenze e un'a- di oggi sono sottoposti a
conosciuto, perché a suo
vissuti carichi di odio. Ma zione irreparabile. (…) E troppi stimoli che la loro
tempo non è stato racdal linguaggio solitamente sì, perché la psiche non è psiche infantile non è in
colto, ascoltato, coltivanon passiamo all'azione. A una dote naturale che uno grado di elaborare. (…)
to.
fermarci non è tanto l'uso possiede per il solo fatto Quando gli stimoli sono
Gli psicopatici sono
della ragione, già messa d'esser nato e cresciuto. La eccessivi rispetto alla
un caso limite dell'ufuori gioco dall'odio, ma psiche è qualcosa che si capacità di elaborarli al
mano, ma la psicopatia
quella "dimensione senti- forma attraverso quel vei- bambino restano solo
come tonalità dell'animentale" che registra la colo, così spesso trascura- due possibilità: o "andama a bassa emotività e a
in
angoscia",
o
differenza tra il bene e il to, che è il sentimento. Ora re
scarso sentimento è
"appiattire la proqualcosa che si va difpria psiche" in
fondendo tra i giovani
modo che gli stid'oggi che, nella loro
moli non abbiano
crescita, acquisiscono
più alcuna risovalori
d'intelligenza,
nanza. In questo
prestazione, efficienza,
secondo
caso
E’ una iniziativa di
arrivismo, quando non
siamo alla psicoaddirittura cinismo, nel
patia,
all'apatia
La comunicazione del Nord Est
silenzio del cuore.
della psiche che
100.000 copie settimanali
E quando il cuore tace e
più non elabora e
più non evolve, per- I terribili delitti compiuti nella più non registra le cadenché più non "sente". cittadina in provincia di Como ze del sentimento, il terribile è già accaduto
L'appiattimento del
hanno scosso l'Italia
anche se non approda a
sentimento di solito
non è avvertito, per- cui, per un paio di giorni, i una strage.
ché
l'intelligenza due sostengono il loro Illustrare questi casi è
non subisce per que- alibi, crollando solo dopo opportuno, non per solsto alcun ritardo. 10 ore d'interrogatorio, lecitare la nostra curiosità
quando ormai anche le morbosa, ma per capire
(…)
dove può arrivare la nostra
Nessuna meravi- forze fisiche cedono.
glia
quindi
di La complicità nell'esecu- condotta quando non è
fronte alla fred- zione della strage accomu- accompagnata dal sentidezza e alla luci- na marito e moglie in una mento, e quindi richiamadità con cui la cop- "follia a due", come la psi- re l'attenzione sui processi
pia di Erba conduce, chiatria francese definisce di crescita dei nostri figli,
onde evitare che l'intelliper un mese, la sua casi di questo genere.
vita normale come Accomunati dall'odio per i genza si sviluppi disancose nulla fosse acca- vicini di casa, dopo la stra- rata dal sentimento e
duto, senza lasciar ge i due si accomunano diventi intelligenza lucida,
trapelare emozioni. nell'amore reciproco, con fredda, cinica, e potenzialNessun stupore di un legame che il sangue mente distruttiva.
fronte all'indifferen- versato rende saldissimo,
Umberto Galimberti
za al momento del- nella vicendevole difesa di
Da La Repubblica, 12
l'arresto e di fronte un vincolo di solidarietà
gennaio 2007
all'ostinazione con che nulla riesce a scalfire,
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REGIONE
16
20 GENNAIO 2007
Presentato un progetto per la tracciabilità della carne
A tavola in tutta sicurezza
In Veneto prodotto il 50% della carne nazionale
Il progetto si articola in una serie di attività, la prima delle quali
prevede l'assistenza tecnica per il controllo degli allevamenti al fine
di garantire la qualità e salubrità della carne, partendo dalle materie
prime acquistate o prodotte in azienda e necessarie all'alimentazione dei bovini
"Leggi l'etichetta per conoscere ed
informarti su chi garantisce la
carne che mangi" è il titolo di un
progetto promosso da Unicarve,
l'Associazione Produttori Carni
Bovine del Triveneto e da
Adiconsum, l'Associazione Difesa
Consumatori ed Ambiente e finanziato dalla Regione del Veneto con
120 mila euro. L'iniziativa è stata
presentata nei giorni scorsi a
Lonigo all'Azienda Agricola
Vanzan
Luigi
Silvano,
dall'Assessore regionale alla
Sicurezza Alimentare, Tutela del
Consumatore e Veterinaria Elena
Donazzan, e dai presidenti di
Unicarve Fabiano Barbisan, di
Adiconsum Valter Rigobon , e dal
responsabile
della
Sezione
Zootecnica di Confagricoltura
Luigi Andretta. Il progetto si articola in una serie di attività, la
prima delle quali prevede l'assistenza tecnica per il controllo degli
allevamenti al fine di garantire la
qualità e salubrità della carne, partendo dalle materie prime acqui-
state o prodotte in azienda e necessarie all'alimentazione dei bovini.
Previsti poi l'organizzazione e il
controllo di tutte le fasi successive
all'allevamento (trasporto del
bovino, macellazione, sezionamento, confezionamento) per
garantire la tracciabilità del pro-
rale al consumatore, coinvolgendolo direttamente attraverso i
Gruppi di Acquisto Solidali e in
particolare al mondo della scuola
con azioni mirate.
Si tratta, è stato precisato, del
primo progetto in Italia finalizzato
a coniugare le esigenze dei produttori con quelle dei consumatori,
che si attua appunto con la stretta
collaborazione di Unicarve e
Adiconsum al fine di dare la più
ampia trasparenza possibile alla
tracciabilità del prodotto. E proprio questa collaborazione, ha sottolineato l'assessore Donazzan nel
suo intervento, è una delle caratteristiche che ha portato la Regione a
credere in questo progetto. Il
Veneto - ha ricordato - è l'unica
Regione in Italia ad avere concentrato in un assessorato le deleghe
della tutela del consumatore e
della sicurezza alimentare, a dimostrazione dell'attenzione che la
giunta ha da subito riservato a
questi temi.
In Veneto - ha poi aggiunto la
Donazzan - la produzione di carne,
con il suo 50 per cento di quella
nazionale, rappresenta un settore
leader, che ha saputo rinnovarsi
superando momenti difficili,
creando proprio un nuovo rapporto con i consumatori. Un settore
che la Regione intende in tutti i
modi sostenere, promuovendo
anche per la carne veneta un marchio doc.
In questo progetto - ha concluso
l'assessore Donazzan - la Regione
ha voluto esserci, non solo per la
credibilità delle associazioni che
l'hanno proposto, ma perché ritiene che il suo ruolo debba anche
essere quello di garante istituzionale delle produzioni che intende
sostenere.
Finanziamenti regionali per nuovi autobus
dotto e le conseguenti informazioni al consumatore. Prevista infine
un'attività di informazione ed educazione alimentari rivolta in gene-
Un'altra ventata di "gioventù", sia
pur piccola, per gli autobus destinati
al trasporto pubblico locale nel
Veneto: la Giunta regionale, su iniziativa dell'assessore alle politiche
della mobilità Renato Chisso, ha
infatti provveduto ad assegnare altri
circa 3 milioni 660 mila euro per l'acquisto di nuovi mezzi. "La somma
deriva per la quasi totalità da un'eccedenza di fondi derivante dalla stipula dei contratti di mutuo contratti
per finanziare il programma di investimenti per il biennio 2004 - 2005;
una parte minore, circa 110 mila
euro, proviene invece da economie
di spesa di un programma precedente". Con l'intervento regionale sarà
possibile acquistare 23 autobus in
sostituzione di altrettanti mezzi con
anzianità di servizio superiore ai 15
anni: "questo porterà l'età media del
parco autobus del Veneto a 8,08 anni
- ha sottolineato Chisso - rispetto a
quella di 8,28 anni dei 3.128 autobus
in servizio nel 2006. Un dato, quest'ultimo, che va visto positivamente
e che rappresenta l'effetto dei programmi di investimento attivati
dalla Regione nell'ultimo lustro. A
partire dal 2000 sono stati assegnati
complessivamente per queste finalità oltre 214 milioni e mezzo di euro,
dei quali quasi 194 milioni già impegnati; questo ha permesso di ridurre
di oltre 4 anni la vetustà media del
parco regionale, che all'inizio del
millennio era di 12,57 anni". La ripartizione delle nuove risorse per area
provinciale vede assegnati a Belluno
254.699 euro; a Padova 601.807,14; a
Rovigo 156.572,86; a Treviso
503.013,58 euro; a Venezia 907.134,77
euro; a Verona 619.060,41 euro; a
Vicenza 618.595,25 euro.
Lo specifico impiego delle risorse disponibili è disposto con delibera di Giunta
Approvato il riparto dell'ecotassa
Si tratta complessivamente di 2 milioni 450 mila euro
La Giunta regionale, su proposta
dell'assessore alle politiche dell'ambiente, Giancarlo Conta, ha
approvato il riparto dei fondi
costituiti da parte del gettito che
deriva dal tributo sul deposito in
discarica dei rifiuti solidi. Si tratta
complessivamente di 2 milioni 450
mila euro, che in base alla legge
regionale in materia possono essere assegnati per finanziare iniziative volte ad ottimizzare la gestione
dei rifiuti e al contenimento della
quantità conferita in discarica,
nonché azioni di sensibilizzazione
e informazione. "I fondi in questione - precisa l'Assessore Conta -
derivano dagli introiti a destinazione ambientale provenienti dalla
cosiddetta "ecotassa", tributo derivante dal conferimento dei rifiuti
in discarica. Il 20 per cento del gettito di tale tributo - ricorda
l'Assessore - affluisce in un apposito fondo regionale e viene destinato ad iniziative nel settore della
tutela dell'ambiente, in particolare
per favorire la minore produzione
di rifiuti, per le attività di recupero
di materie prime ed energie, per la
bonifica dei suoli inquinati, per
campagne di informazione e ricerche in materia di raccolta differenziata e smaltimento rifiuti. Lo spe-
cifico impiego delle risorse disponibili viene disposto annualmente
appunto con delibera di Giunta,
previa acquisizione del parere
della competente Commissione
Consiliare. La proposta approvato
dalla Giunta - ricorda ancora - prevede di destinare 1 milione 650
mila euro per la realizzazione di
opere e interventi da parte di enti
pubblici e 800 mila euro a favore di
strutture private". Previsti impianti di smaltimento o recupero che
tenendo conto delle tecnologie più
avanzate producano minore
impatto sul territorio; interventi
volti ad ottimizzare i processi di
recupero di materia e di energia;
centri comunali o intercomunali
organizzati e presidiati per l'effettuazione della raccolta finalizzata
al corretto smaltimento o al recupero dei rifiuti e avvio di iniziative
volte all'adeguamento del sistema
tassa - tariffa nell'ambito dello
smaltimento dei rifiuti solidi urbani; interventi di realizzazione e
ottimizzazione di fognature e
impianti di depurazione di reflui. I
progetti finanziati prevedono
anche iniziative di comunicazione,
comprensione e sensibilizzazioni
in materia di raccolta differenziata
e gestione rifiuti.
17
REGIONE
20 GENNAIO 2007
Individuati undici diversi settori sui quali avviare dei progetti
"Euroregione" entro fine 2007
Nata "trilaterale" Veneto-Friuli Venezia Giulia-Carinzia
"Le parti considerano la collaborazione interregionale elemento
prioritario per creare le condizioni
su cui basare uno sviluppo equilibrato ed integrato dei rispettivi
territori, nella prospettiva di costituire forme stabili di cooperazione
quale l'Euroregione". E' questo il
passaggio chiave di un Protocollo
di Collaborazione trilaterale tra le
Regioni Veneto e Friuli Venezia
Giulia e il Land della Carinzia,
sottoscritto nella sala degli
Stemmi del Municipio di
Klagenfurt. Il documento, per
certi versi storico perché il primo
trilaterale dopo vari altri di tipo
bilaterale, è stato firmato dal
Presidente della Carinzia Jorg
Haider, da quello del Friuli
Venezia Giulia Riccardo Illy e
dall'Assessore alle Politiche
Istituzionali del Veneto Fabio
Gava, su delega diretta del
Presidente Giancarlo Galan.
"Abbiamo costituito - ha dichiarato Gava al termine del vertice l'embrione centrale della nuova
Euroregione a cui da tempo lavoriamo. Grazie all'approvazione di
un regolamento europeo che istituisce i Gruppi Europei di
Cooperazione Territoriale (GECT)
e che diverrà operativo in agosto,
riteniamo possibile arrivare al
protocollo multilaterale di nascita
dell'Euroregione entro il 2007,
auspicando anche il coinvolgimento delle Contee slovene e
croate che avevano partecipato al
vertice di Passariano (Udine) nel
2005". L'Accordo siglato costituisce l'evoluzione dell'incontro di
Passariano del 17 ottobre 2005, nel
quale si ragionò di un'ipotesi di
Euroregione comprendente anche
la Contea slovena dell'Istria e
quella croata Litoraneo-Montana;
e di quello di Tropolach
Hermagor (Carinzia) del 21 febbario 2006, quando le 3 Regioni,
nelle more del complicato quadro
normativo ed istituzionale nazionale e comunitario, decisero di
procedere alla collaborazione
transfrontaliera
trilaterale,
lasciando aperta la possibilità di
partecipazione ad altre "entità
subnazionali della Slovenia, della
Croazia o di altri Paesi confinari
che potranno essere successivamente individuati". E' seguito un
grosso lavoro di scambio e di
identificazione di comuni interessi
a possibili progetti e di una stretegia comune verso l'Euroregione,
sfociato nel Protocollo di oggi, che
indica anche nel particolare i vari
ambiti nei quali si svilupperà la
collaborazione
trilaterale.
"Nell'ottica di arrivare alla costituzione formale di un'Euroregione ha sottolineato Gava per parte
veneta - abbiamo compiuto oggi
un passo rilevante: siamo infatti
convinti che sia lo strumento istituzionale più adatto per portare al
centro dell'Europa gli interessi
comuni e le comuni progettualità
di sviluppo. Non a caso - aggiunge Gava - nella premessa al
Protocollo di oggi abbiamo concordato sulla necessità di utilizzare in modo coordinato, nei reciproci rapporti di confine tra Italia
e Austria, gli strumenti comunitari per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale ed interregionale, con particolare riguardo alla
futura politica di sostegni Ue
2007-2013". Vastissimo è l'elenco
delle materie sulle quali si concen-
trerà la cooperazione trilaterale. Si
comincia dalle attività produttive
(artigianato, commercio e Pmi)
per sviluppare la cooperazione tra
imprese e ampliando la rete dell'export tra le 3 Regioni. Quindi le
infrastrutture, con la costituzione
di un gruppo di lavoro che approfondisca le soluzioni per un colle-
gamento infrastrutturale comune;
ed il costante raccordo con i competenti organi statali per il potenziamento dei collegamenti ferroviari, dei porti e degli aeroporti
nel quadro dei Corridoi Europei
"V" e Adriatico attraverso l'asse
internazionale Pontebbana (Asse
Adriatico Baltico e Asse dei
Tauri). Molto articolate anche le
progettualità in campo sanitario:
si va dalla preparazione di un
"Progetto Giovani" sul fronte della
violenza, delle droghe e dell'alimentazione, ad un confronto sui
rispettivi modelli sanitari d'eccellenza sia ospedalieri che territoriali; da programmi di formazione comune per medici e personale ospedaliero, a collaborazioni nella progettazione
europea nell'ambito della
sanità pubblica e della ricerca;
fino al sostegno del ruolo delle
Regioni in Europa, attraverso
le opportunità offerte dal
Network "Regioni per la
Salute" dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS).
In campo turistico si svilupperanno azioni sinergiche verso
una comune offerta rivolta a
valorizzare a livello internazionale l'area trilaterale su sei
ambiti: marketing territoriale,
potenzialità delle montagne, bellezze naturali di laghi, città d'arte,
castelli e centri storici, cooperazioni tra gli aeroporti e nei settori
della cultura e dell'offerta enogastronomica. Per l'agricoltura si
lavorerà sulle coltivazioni biologiche, gli agriturismi, la produzione
animale, la certificazione dei prodotti, la valorizzazione dei prodotti montani, l'utilizzo delle malghe. Iniziative comuni sono previste anche nell'ambito della protezione civile in previsione o nel
caso di eventi dannosi, in quello
della tutela del territorio e dello
sviluppo della montagna, in quello della cultura, della formazione
professionale, della ricerca scientifica, dei rapporti tra Enti Locali ed
Associazioni operanti nei tre territori. Sul tavolo ci sono già 94 ideeprogetto di cooperazione, delle
quali 56 venete, 21 carinziane e 17
friulane. Nel vertice è stato anche
formalizzato
l'interesse
di
Corinzia, Friuli e Veneto a sostenere sia in sede nazionale che
comunitaria il progetto di realizzare un asse Baltico-Adriatico,
inserendo il suo tracciato nella
rete
ferroviaria
prioritaria
dell'Unione Europea, la cui revisione degli orientamenti è fissata
per il 2009. In questo senso esiste
già una lettera di intenti firmata
dai ministri delle infrastrutture di
Polonia,
Cekia,
Slovacchia,
Austria e Italia. "È una grande
occasione - ha detto Gava - anche
per sostenere il potenziamento dei
porti e dei sistemi logistici
dell'Alto Adriatico".
Contributi regionali per servizi di traghetto sul Po
La Giunta veneta, su proposta dell'assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, ha provveduto
ad impegnare i 10 mila euro in
bilancio destinati a contributi sulle
spese sostenute dai Comuni per la
gestione di collegamenti viari tra
rive opposte mediante traghetti,
ponti di chiatte e passerelle. "Di fatto
si tratta di finanziamenti ad alcune
amministrazioni comunali polesani
- ha ricordato Chisso - che sostengo-
no appunto spese per svolgere questo genere di servizio a favore delle
comunità locali, spesso indispensabile considerando le distanze che
altrimenti si dovrebbero percorrere
per andare da una località all'altra".
I 3 milioni di euro saranno ripartiti fra le sette provincie venete
Un aiuto regionale per i disabili
Per aiutarli nel loro inserimento lavorativo
E' di tre milioni di euro il
finanziamento
approvato
dalla Giunta regionale per il
diritto al lavoro dei disabili
che sarà ripartito fra le sette
amministrazioni provinciali
venete
su
relazione
dell'Assessore all'Istruzione,
Formazione e Lavoro,Elena
Donazzan. Si tratta della
quota del fondo regionale
per l'occupazione dei disabili, alimentato dal bilancio
regionale oltre che dai versamenti delle aziende che
beneficiano di esoneri dall'obbligo di assunzione e da
sanzioni per accertate viola-
zioni alla disciplina che ne
regola l'obbligo stesso.
Il fondo è stato ripartito tra
le Province secondo modalità concertate con l'apposita
Commissione regionale, che
prevedono l'assegnazione
dell'80% in base alla popolazione residente e una quota
fissa, mentre il 20% del
fondo viene suddiviso applicando una parametrazione
che assegna maggiori risorse
a quelle Province che risultano più efficienti nella spesa.
La ripartizione, su cui sono
stati acquisiti i pareri richiesti dalla normativa regionale
di riferimento, è la seguente:
alla Provincia di Belluno
200.923,43 euro, Padova
573.308,51 euro, Rovigo
196.589,00 euro, Treviso
498.963,06 euro, Venezia
561.009,68 euro, Verona
497.334,64 euro, Vicenza
471.871,68 euro.
19
TEMPO LIBERO
20 GENNAIO 2007
In Apocalypto non si contano gli errori storici, ma l'accusa di eccessiva violenza non sta in piedi
L'ultimo Gibson, polpettone brutto e mal girato
DI GIULIANO CORÀ
Vien da pensare
che quella di una
congiura
di
matrice sionista
contro
Mel
Gibson sia qualcosa più di una
fantasia. E' cominciata con The
Passion (2004), film profondamente religioso, accusato di
antisemitismo (ma Cristo
dov'è stato crocifisso: in
Palestina o nel Catai?!). Poi lui
che, fermato in macchina
ubriaco come una scimmia, si è
messo ad offendere i poliziotti
con insulti antisemiti. Poi arriva Apocalypto, e salta fuori
che la scena in cui il fuggiasco
attraversa una distesa di cadaveri è 'offensiva' perché ricorda le distese di ebrei nei lager
… Forse è meglio se parliamo
di cinema. Questo è un film
noioso, e l'espediente della
caccia all'uomo è l'unico che
tiene in piedi la storia e gli
spettatori sulla sedia. E' inge-
Mel Gibson sul set di Apocalypto
nuo e stereotipo: i cattivi sono
'brutti e cattivi'; i buoni sono
belli e amanti della famiglia. E'
di modesta fattura e pare girato in studio tra piante di plasti-
ca. E' pieno di errori storici.
Dalla Repubblica del 5/1/07:
"Si vedono arrivare le navi spagnole, i 'buoni' giunti per spazzar via l'impero del male.
Errore storico gravissimo. La
civiltà maya classica crollò tra
l'VIII e il IX secolo d.C., ma gli
Spagnoli arrivarono sei secoli
dopo". Ancora: "Gibson fa par-
lare gli attori in lingua maya
moderna. Sbagliato: è come se,
in un film su Platone o
Aristotele, li facessimo parlare
in greco moderno". Infine, inesistenti le accuse di violenza,
per un film molto meno sanguinario dell'ultimo degli horror in circolazione. Bastava
dire: è un brutto film e se proprio si voleva attaccarlo, far
notare qualche infiltrazione
cristiano-integralista abbastanza imbarazzante. Quegli
spagnoli ieratici che arrivano
con la croce in mano, in nome
della quale commetteranno il
più grande genocidio della storia (altro che Shoah!). Oppure
che, tra 'primitivi' seminudi,
stupri e violenze, Gibson riesce
a non mostrarci nemmeno
l'ombra di una tetta … Più che
sufficiente per demolirlo,
insomma.
Mentre così si ottiene il rischio
di trasformare Gibson da 'colpevole' in vittima, e di esaltare
un film che davvero non se lo
merita.
Il cadavere di una donna dal passato burrascoso al centro di un intrigo originale e avvincente. E tutto al femminile
Il giallo secondo Fruttero si tinge di rosa
DI GIOVANNI MAGALOTTI
A Carlo Fruttero,
che per anni ha
fatto coppia sulle
copertine dei libri
con il compianto
Franco Lucentini,
sta certo stretta la
definizione di autore di genere.
"La donna della domenica", "A
che punto è la notte?", "Enigma
in luogo di mare", per citare solo
tre titoli, sono romanzi che
oltrepassano la mera classificazione del "giallo". Del genere
possiedono la rigorosa costruzione narrativa, ma, a differenza
di molti romanzi analoghi,
preoccupati
unicamente
della
funzionalità dell'intreccio, si distinguono per l'accuratezza
delle ambientazioni
e la definizione psicologica,
non
banale, dei person a g g i .
Considerazioni
che valgono senz'altro anche per
"Donne informate sui fatti",
l'ultima fatica
dell'ottantenne autore.
Una donna è trovata morta
in un canale
poco
fuori
Torino, vestita
come una prostituta. Presto
si scopre che si
c h i a m a v a
Milena,
che
aveva alle spalle
un passato burrascoso, ma che da
tempo si era rifatta
una vita.
Chi l'ha uccisa? Si
tratta di una semplice resa dei conti
malavitosa, oppure
qualcuno, che conosceva il suo
passato, le ha voluto ricordare
che non vi poteva sfuggire? O si
tratta di una crudele vendetta
architettata da chi ora le stava
più vicino?
"Donne informate sui fatti" è un
giallo senza investigatore.
La vicenda è raccontata dalle
voci, differenti e sempre riconoscibili, di otto donne diverse, fra
cui la bidella che casualmente ha
rinvenuto il cadavere, la carabiniera che collabora alle indagini,
e una vecchia contessa che forse
ha visto qualcosa di importante.
Sono otto voci che si alternano
in modo nient'affatto regolare, e
che paiono a tratti dialogare
l'una con l'altra in un ping pong
quantomeno originale.
Ma i meriti di questo romanzo
non stanno solo nella struttura.
Fruttero racconta l'animo femminile in modo veritiero, evitando ogni stereotipo, e con una
profondità di sguardo stupefacente. E al lettore non viene mai
il dubbio che, in fondo, si tratti
semplicemente di un travestimento letterario.
Carlo Fruttero,
Donne informate sui fatti,
Mondadori, pp. 206, €
16,50