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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
DIREZIONE GENERALE DELLA CONCORRENZA
IV/ A-3
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STUDIO SULL' EVOLUZIONE DELLA
CONCENTRAZIONE NELL'INDUSTRIA
DELLA COSTRUZIONE ELETTRICA
IN ITALIA
- Costruzione di apparecchiature elettroniche ed elettroacustiche
e di apparecchi radio e televisivi (N .I.C.E. 375)
-- Costruzione di apparecchi elettrodomestici (N .I.C.E. 376)
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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
DIREZIONE GENERALE DELLA CONCORRENZA
IV/ A-3
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CONCENTRAZIONE NELL' INDUSTRIA
DELLA COSTRUZIONE ELETTRICA
IN ITALIA
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'/- Costruzione di apparecchiature elettroniche ed elettroacustiche
e di apparecchi radio e televisivi (N .I.C.E. 375)
·- Costruzione di apparecchi elettrodomestici (N .I.C.E. 376)
l V/ 189/74-1
o, l. 0
PREFAZIONE
Questo volume costituisce parte di una serie di studi settoriali
concernenti l'evoluzione della concentrazione nei differenti paesi
membri della Comunità europea.
I rapporti sono stati preparati dai differenti istituti ed esperti
nazionali, incaricati dalla Commissione di realizzare il programma
di studi settoriali in parola.
Poichè si è tenuto conto dell' interesse specifico e generale di
tali rapporti nonchè degli impegni assunti dalla Commissione nei
confronti del Parlamento europeo, si è ritenuto di pubblicarli integralmente nella loro stesura originale.
In proposito, la Commissione, mentre si astiene da ogni commento,
tiene a precisare che la
res~onsabilità
ciroa l'esattezza dei dati
e la fondatezza delle conclusioni che figurano in ogni rapporto
incombe esclusivamente sull' istituto o sull' esperto che ne è autore.
Man mano che - in esecuzione del programma settoriale ancora in
coros - altri rapporti saranno consegnati alla Commissione, si
procederà alla loro pubblicazione.
Parimenti la Commissione provvederà a pubblicare una serie di
documenti e di tabelle di sintesi, allo scopo di fornire alcune
indicazioni che permettano di effettuare un' analisi comparativa
dell' evoluzione della concentrazione nei differenti paesi membri
della Comunità.
COMMISSION DES COMMUNAUTES EUROPEENNES
BRUXELLES
STUDIO SULLA EVOLUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE
NELL'INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI (NICE 376)
E NELLA COSTRUZIONE DI RADIO-TELEVISORI ED
APPARECCHI ELETTRO-ACUSTICI (NICE 375) IN ITALIA
1962 - 1970
Milano, Marzo 1974
I'IDUCIARIA ITALO·SVIZZBRA S.p.A.
MILANO
Divisione
ATOR CONSULENZA AZIENDALE
~--.IDUCIAHI . A.
•
IT. ALO-
S\"JZZI~RA
S.
P.
A.
20123 :MILANO
V I A
V I C 'I' O H
U U U O,
~
Divisione
ATOR CONSULENZA AZIENDALE
Direzione della ricerca
Prof. ANTONIO AMADUZZI
Dott. ROBERTO CAMAGNI
Consulenza per il settore
NICE 375
Dott. GIANCARLO MARTELLI
I NDI CE
Pag.
Parte l.
Parte 2.
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
Parte 3.
3 .l.
3.2.
3.3.
3.4.
- INTRODUZIONE GENERALE SUI PRINCIPALI PROBLEMI
ED ASPETTI DELLA RICERCA
- IL SETTORE DEGLI ELETTRODOMESTICI (NICE 376)
- Esame e delimitazione del settore oggetto di
studio
- L'evoluzione del settore degli elettrodomesti
ci nel decennio 1950/1960
- I dati generali 1962/1970 relativi al settore
NICE 376
- Elenco delle principali aziende operanti n~l
settore nel 1971
- Delimitazione delle ~ziende significative stu
diate con singola indagine diretta
- IL SETTORE: COSTRUZIONE DI APPARECCHI ELETTRO
NICI, RADIO, TELEVISIONE, ELETTRO-ACUSTICI
(NICE 375)
- Esame e delimitazione del settore
- Dati generali 1962/1970 relativi al settore
NICE 375
- Elenco delle principali aziende operanti nel
settore nel 1971
- Evoluzione del settore e concentrazione industriale
- ANALISI DELLA CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE NEL
PERIODO 1962/1970
4.1.
-La concentrazione industriale nel settore:
costruzione di radio, televisori, apparecchi
elettro-acustici e di elettrodomestici
(NICE 375 - 376) dimensione ''imprese"
4.1.1. - Indicazioni generali sul processo di concentrazione economica e finanziaria
4.1.2. - I dati globali di _settore e del campione
4.1.3. -Gli indici di concentrazione calcolati sul to
tale di settore
4.1.4. -Le Concentration Ratios
4.1.5 ... Il sistema di indici di equilibrio dinamico
oligopolistico di Linda
4.1.6. -Conclusioni
2
5
5
6
12
20
22
25
25
25
34
36
Parte 4.
42
43
43
44
47
49
50
53
Pag.
4.2.
4.2.1.
4.2.2.
4.2.3.
4.2.4.
4.2.5.
4.3.
4.3.1.
4.3.2.
4.3.3.
4.3.4.
4.3.5.
- La concentrazione industriale nel settore degli elettrodomestici (NICE 376); dimensione:
unità di attività economica
I dati globale di settore e del campione
- Gli indici calcolati sul totale di settore
- Le Concentration Ratios
- Il sistema di indici di equilibrio dinamico
oligopolistico di Linda
- Conclusioni - indicazioni sulla concentrazio
ne in alcuni product submarkets
- La concentrazione industriale nel settore del
la costruzione di radio, televisori, apparecchi elettro-acustici (NICE 375): unità di attività economica
- I dati globali di settore e del campione
- Gli indici calcolati sul totale di settore
- Le Concentration Ratios
- Il sistema di indici di equilibrio dinamico
oligopolistico di Linda
- Conclusioni
0000000000
55
55
55
56
56
57
60
60
61
61
61
62
-2-
Parte l - Introduzione generale sui principali problemi ed
aspetti della ricerca.
La presente relazione si compone di due parti ideali: la
prima è un approccio di carattere storico-generale alle ca
ratteristiche dei due sub-settori oggetto di studio, allo
interno della categoria delle imprese costruttrici di macchine elettriche: costruzione di apparecchi elettronici,
radio, televisione, elettro-acustici e fabbricazione di ap
parecchi elettrodomestici (rispettivamente i settori 375 e
376 della classificazione NICE).
La seconda parte è costituita~dall'indagine statistico-eco
nomico della concentrazione industriale nei due sub-settori.
Oltre ai dati di un ampio campione di imprese, vengono qui
presentati i risultati dell'indagine quantitativa sui dati
globali dei due sub-settori, relativamente alle variabili
fondamentali oggetto della ricerca e per gli anni che coprono l'arco 1962-1970. Il reperimento di tali dati, come
sarà esposto in seguito, è stato facilitato dalla esistenza di una Associazione di Categoria fra le meglio organizzate, l'A.N.I.E. (Associazione Nazionale Industrie Elettro
tecniche ed Elettroniche), che ci ha permesso, attraverso
la gentile collaborazione dei suoi funzionari, di giungere
alla presentazione di dati omogenei e ben organizzati. E'
questo un motivo di soddisfazione, in quanto conosciamo,
dalla esperienza fatta sui settori in precedenza analizzati, la fondamentale importanza ai fini della elaborazione
di indici statistici, della disponibilità di dati globali
che abhracciLo la totalità del settore.
Aderisce all'A.N.I.E. circa il 95% delle aziende operanti
nel settore, ed essendo esse le più importanti da un punto
di vista dimensionale, possiamo stimare i dati globali for
niti da questa Associazione come riferentesi alla totalità
del settore.
-3-
Le componenti logiche e temporali in cui si è articolato
il lavoro sono:
SEQUENZA DELLE FASI DEL LAVORO
1)
Delimitazione dei due sub-settori oggetto di studio,
attraverso indagini dirette presso l'Associazione di
categoria A.N.I.E. ed informazioni varie tratte da
pubblicazioni specializzate, sulla base delle diretti
ve e delle precisazioni via via forniteci dai ~unzibna
ri c:E.E. e Direttori della ricerca.
2) Analisi qualìtativa delle caratteristiche dei due subsettori e informazioni qu~ntitative sulla loro evoluzione storica nel decennio precedente l'arco temporaìe abbracciato dalla ricerca.
3) Raccolta delle serie storiche dei dati globali dei
due sub-settori (1962-1970).
4) Elencazione delle aziende significative componenti i
due sub-set t or i.
5) Scelta del gruppo significativo di aziende, in modo da
coprire il 70-80% del mercato.
6) Raccolta della serie storica dei bilanci 1962-1970 del
le aziende di cui al punto 5).
7) Indagini dirette dell'Istituto presso le singole azien
de, tendenti a completare le informazioni quantitative
fornite dai bilanci.
8) Stima dei dati mancanti e disaggregazione di ~utto il
materiale secondo le due classificazioni istituzionali:
"entreprise" e "unité d'activité économique"
9) Elaborazione deg1i indici di concentrazione con il con
tributo del Centro Meccanografico della Comunità.
10) Elaborazione di prospetti che riassumano l'evoluzione
degli indici di concentrazione calcolati.
-4-
11) Elaborazione e relazione conclusiva.
Per quanto concerne l'impostazione statistico-metodologica
dello studio, rinviamo qui a quanto detto nelle relazioni
sul settore chimico-farmaceutico, ed in generale alla pras
si usuale degli studi della Commissione.
Per quanto concerne la ripartizione dei dati secondo la di
mensione "entreprises" e "unités d'activité économique",
abbiamo unificato i due sottosettori analizzati nella prima dimensione, data la frequenza con cui le diverse aziende producono contemporaneamente elettrodomestici e radiotelevisori. La nostra proposta è stata discussa ed approva
ta dai funzionari della Commissione.
000000000
-5-
Parte 2 - Il settore degli elettrodomestici (settore 376
della classificazione NICE).
2.1. Esame e delimitazione del settore oggetto di studio
Le aziende costruttrici di elettrodomestici sono organizza
te in un gruppo autonomo all'interno dell'A.N.I.E., l'Asso
ciazione Nazionale Industrie Elettrotecniche ed Elettroniche. La delimitazione delle aziende del gruppo corrisponde
esattamente a quella della classificazione NICE: solo il
5 febbraio 1971 sono entrate a far parte del gruppo le di!
te produttrici di apparecchi termodomestici, cioè quegli
apparecchi che utilizzano fonti di energia differenti da
quella elettrica, che sono esèluse dal settore secondo la
classificazione comunitaria.
E' stato possibile in questo modo reperire dei dati globali di.settore omogenei rispetto a quei dati che sono stati
raccolti nel corso dei contatti con le singole imprese.
Per quanto concerne la diversificazione delle produzioni
delle aziende, ed il problema conseguente della disaggrega
zione dei dati complessivi, il settore in esame presenta
alcune difficoltà. E' stata infatti una frequente politica
delle maggiori aziende italiane quella di diversificare la
loro produzione non solo entro i limiti del campo degli
elettrodomestici ma, .sempre più spesso negli ultimi anni,
anche nel campo degli apparecchi radio e soprattutto dei
televisori; la disaggregazione dei dati non è comunque risultata difficile, anche se questo fenomeno ci ha spinti
alla proposta, citata, di unificare i due settori nella
classificazione per "entreprises"
Per le aziende di dimensioni inferiori il problema invece
non si pone, 3ssendo esse quasi sempre specializzate in un
tipo o pochi tipi di piccoli apparecchi domestici.
In passato ha avuto una certa importanza la produzione di
elettrodomestici in aziende tipicamente operanti in altri
settori; tale produzione è stata in generale successiva-
-6-
mente abbandonata o è diminuita drasticamente di importanza all'interno della produzione nazionale. Possiamo ricordare il caso della FIAT, che nel 1950 produceva più del
60% dei frigoriferi italiani (13.000 unità su 18.500) e
che ne abbandonò la produzione nel 1964; la Breda, che
iniziò la produzione di frigoriferi nel 1954 abbandonandola nel 1960; nel campo degli scaldabagni elettrici si è as
sistito all'uscita della Tecnomasio Brown Boveri ed al ridimensionamento dell'attività della Smalteria Metallurgica
Veneta.
Nel 1963 avevano ancora una certa importanza nel settore,
secondo una indagine di Carlo Castellano (1), le seguenti
società, presenti in altri rami di attività per la parte
principale della loro produzione: C.G.E., Manifattura Cera
mica Pozzi, Smalteria Metallurgica Veneta, Rheem Safim,
OSVA, F.E.R. e Merloni. Per queste Società non è stato pos
sibile tuttavia disporre dei dati della produzione di elet
trodomestici; e in conseguenza non sono incluse nel nostro
campione.
2.2. - L'evoluzione del settore degli elettrodomestici nel
decennio 1950/1960.
Alla fine degli anni '40 la struttura produttiva del setto
re era tipicamente artigianale; accanto a tre o quattro im
prese di una certa dimensione (la FIAT e la C.G.E. nel cam
po dei frigoriferi), vivevano circa 5.000 aziende tipicamente familiari con un peso praticamente trascurabile. Il
mercato, dapprima estremamente limitato, cominciò una sensibile espansione a partire dal 1953, anno in cui fu organizzata dall'A.N.I.E. la l. Mostra nazionale degli elettro
domestici. Cominciarono ad apparire marche italiane accanto a quelle straniere, tanto che già nel 1955 il mercato
interno era ~operto per 1'85% da prodotti italtani. Le tap
pe dello sviluppo del settore furono successivamente il
'55-56 in cui si' raggiunse la autosufficienza, ed il '57-58
in cui comunciò l'affermazione della nostra industria sui
mercati internazionali.
(l) Carlo Castellano: L'industria degli elettrodomestici
in Italia. Torino, 1965.
-7-
Questa evoluzione può essere seguita sui dati riportati
nella tabella seguente:
PRODUZIONE E SCAMBI CON L'ESTERO DJ ELETTRODOMESTICI
Anno
1951
1952
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1900
1961
Produzione
Nazionale
3.500
4.500
7.000
45.000
66.000
85.000
91.000
133.000
Importazione
1.125
4.519
&.472
7.302
&.886
7.117
6.314
&.642
6.254
7.950
9.996
Saldo
Esportazione
337
1.017
1.&47
1.892
2.520
3.38&
5.350
7.85Z
15.151
20.820
25.549
.
--
.
+
t
+
+
788
3.502
4.825
5.410
4.366
3.731
964
1.210
6.897
12.870
15.553
Milioni di l.ire
Fonte: Bancaria, 1962 - n. 1.
Parallelamente veniva mutando la struttura produttiva del
settore: l'azienda piccolissima a carattere artigianale
tendeva a trasformarsi o a scomparire, mentre i metodi pro
duttivi si basavano sempre più su procedimenti standardizzati e più ra~ionali. Restava tuttavia un ampio ventaglio
dimensionale, che andava dalla impresa di dimensione medio grande, produttrice
di grandi apparecchi come lavatrici,
,
frigoriferi e scaldabagni, alla piccola impresa specializzata nella fabbricazione di apparecchi n1inori come frullatori, macinacaffé e cos' via.
-8-
Le aziende di dimensione rilevante sono tutte associate al
l ~A. N. ·I. E. , e hanno sempre co per t o circa i l 90-95% de l la
produzione totale di elettrodomestici. La progressione del
loro numero e della mano d'opera occupata mostra per gli
anni 1951/1961 la seguente notevole progressione, indice
di capacità e di competitività rimarchevoli:
AZIENDE ASSOCIATE AL GRUPPO ELETTRODOMESTICI DELL'A.N.I.E.
Anno
N. Aziende
Operai occupati
1951
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961
29
31
30
31
42
46
55
62
98
100
2.000
2.960
2.926
3.128
3.948
4.191
7.731
8.364
9.415
10.053
Fonte: A.N.I.E. e Bancaria, 1969- n. 7
La variabile strategica dello sviluppo delle aziende nel
settore degli elettrodomestici e del loro successo su scala internazionale può essere indiviauata nel decennio
1950/1960 nel raggiungimento di adeguate economie di scala e nella introduzione del progresso tecnico. Da una prima condizione di largo impiego di mano d'opera nelle lavorazioni meccaniche e nel montaggio, si passò progressivamente a una meccanizzazione
del processo produttivo attua,
ta prevalentemente su singole fasi della lavorazione (sta~
paggio delle lamiere, verniciatura, smalteria ecc.) ed attraverso la introduzione di macchine "speciali", che presentano cioè limitati impieghi alternativi. Solo nelle
aziende pi~ grandi e nei primi anni del decennio successivo si fece strada una concezione moderna di organizzazione
-9-
integrata del processo produttivo; una tale concezione pre
supponeva per la sua nascita e la sua messa in opera di
una struttura finanziaria-amministrativa che andava oltre
l'orizzonte dell'azienda a conduzione familiare o personale, anche di medie dimensioni.
La seconda variabile strategica dello sviluppo del settore
fu, per tutto il decennio, il sensibile divario del costo
del lavoro rispetto ai livelli europei. Una indicazione di
massima su tale divario può essere desunta dal seguente
prospetto:
Costo orario del lavoro (salari più oneri a carico del datore di lavoro) per gli opera! dell'industria elettrotecni
ca (n. 37 classificazione NICE)
Anno 1959 - Media in Franchi Belgi
ITALIA
FRANCIA
GERMANIA
salario lordo
23,03
29,02
31,19
+ oneri sociali
33,17
39,81
38,86
Fonte: Istituto Statistico delle Comunità Europee, Costo
della mano d'opera C.E.E. 1959, Bruxelles 1961.
Riportato in: CASTELLANO, op. Cit., pag. 107.
Lo scarto che si può notare, del 20% rispetto alla Francia
e del 17% rispetto alla Germania (considerando i dati del
solo salario lordo tali percentuali salgono rispettivamente al 26 ed al 35%), ha certamente costituito un vantaggio
relativo considerevole soprattutto per le imprese a pi~
bassa intensità di capitale. Il Castellano stima tale vantaggio nell'ordine di un 6% in media di margine globale ri
spetto alle imprese europee dello stesso settore.
•
Analizziamo ora brevemente i tre comparti in cui si divide
il settore degli elettrodomestici, frigoriferi, apparecchi
elettromeccanici ed elettrodinamici e apparecchi elettrotermici .
- lO-
Il frigorifero, il prodotto di punta dell'industria italia
na negli anni '50, era fabbricato in un limitato numero di
grandi stabilimenti; la qualità ed il prezzo in continua
discesa (dalle 1.500 Lire per litro di capacità nel 1950
si scese alle 800 Lire nel 1955, fino alle 400-500 del 19601962) garantirono a questo prodotto il seguente intensissi
mo sviluppo:
PRODUZIONE E SCAMBI CON L'ESTERO DI FRIGORIFERI: 1953-1960
Anno
Quantità
N. dei pezzi
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
65.000
100.000
140.000
200.000
370.000
500.000
750.000
977.000
Valore
milioni di Lire
14.000
24.050
33.614
44.686
54.000
Importazioni
mi lioni di Lire
3.551
2.946
2.155
2.877
1.985
1.943
1.692
1.644
Esportazioni
milioni di Lire
225
97
246
705
1.674
4.433
10.478
16.412
Fonte: A.N.I.E. e Bancaria, 1962 n. l.
Nel commercio internazionale si assiste ad un capovolgimen
to nella direzione degli scambi: importatori fino al 1957,
siamo poi divenuti esportatori per valori interessantissimi.
Gli apparecchi elettromeccanici ed elettrodinamici sono
quelli che impiegano elettricità come forza motrice e sono
costituiti da: lavatrici, frullatori, aspirapolvere, venti
latori, rasoi elettrici, e cos~ via. Il miglioramento del
tenore di vita della famiglia media negli anni '50, unitamente alle not~voli diminuzioni di prezzo, hanno determina
to anche in questo campo una forte espansione. Purtroppo
non esistono statistiche globali che abbraccino l'intero
sottonettore, ed occorre contentarsi di dati sporadici e
riguardanti singoli prodotti. Cos~ per esempio le lavatri-
•
-li-
•
•
ci sono passate da 15.000 pezzi nel 1953, a 78.000 nel 1957,
a 185.000 ael 1960 (per un totale di 13.175 milioni di Lire nell'ultimo anno); gli aspirapolvere sono aumentati da
45.000 pezzi nel 1953 a 56.000 nel 1957, a 65.000 nel 1960;
le lucidatrici infine da 40.000 nel 1953, a 63.000 nel
1957, a 162.000 nel 1960.
Per quanto concerne gli sc~mbi con l'estero, notiamo alla
fine del decennio il permanere di un saldo negativo nonostante il forte aumento delle esportazioni negli ultimi anni:
SCAMBI CON L'ESTERO DI ELETTRODOMESTICI MECCANICI
Anno
Importazioni
milioni di Lire
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1.805
2.306
2.563
2.44&
2.620
2.885
3.181
4.921
Esportazioni
milioni di Lire
270
257
306
305
710
710
2.076
2.955
Fonte: Bancaria, 1962 n. 1
Il mercato degli apparecchi elettrotermici non ha mostrato
negli anni considerati una dinamica degna di nota; si trat
ta infatti di prodotti che di rado creano rivoluzioni di
mercato e ali~ loro diffusione fa ostacolo il consumo piu!
tosto forte di energia.
Possiamo citare a titolo di esempio i dati di produzione
(in milioni di Lire) di alcuni articoli nel 1957 e nel 1959:
scaldaacqua
ferri da stiro
cucine elettriche
cucine miste
2.320
1.320
1.225
1.155
3.26f
1.562
864
1.650
- 12-
SCAMBI CON L'ESTERO DI ELETTRODOMESTICI TERMICI
Anno
Importazioni
milioni di Lire
Esportazioni
mi1ioni di lire
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
534
781
990
965
1.152
1.129
874
1.341
303
381
703
860
1.145
1.130
936
1.053
Fonte: Bancaria, 1962 n. 2.
2.3. - I dati generali 1962-1970 relativi al settore 376 apparecchi elettrodomestici.
Passiamo ora alla analisi quantitativa della evoluzione
del settore degli elettrodomestici negli anni 1962/1969,
osservando l'andamento delle principali variabili che in
teressano la ricerca.
A) NUMERO COMPLESSIVO DELLE IMPRESE OPERANTI NEL SETTORE
Fonte: A.N.I.E.
Anno
N. Impreso
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
116
114
119
126
128
130
135
133
131
- 13-
B) NUMERO DI UNITA' DI ATTIVITA' ECONOMICA
•
Intendiamo per unità di attività economica, seguendo la de
finizione impiegata nelle ricerche precedenti, una produzione che sia merceologicarnente o spazialmente autonoma.
Come abbiamo affermato in precedenza, alcune aziende operanti nel settore attuano una differenziazione produttiva,
che rimane sempre nell'ambito del settore degli elettrodomestici, altre invece costruiscono anche apparecchi radio
e televisori.
Poche aziende operano tipicamente in altri settori produttivi.
Nella presente ricerca non viene considerata come pluralità di attività economiche le differenziazioni all'interno
del sottosettore "elettrodomestici".
C)
FATTURATO
Anno
Miliardi
1962
1963
1904
1965
1966
1907
1968
1969
1970
174,0
208,0
231,9
239,9
275,1
317,9
372,2
l
i
421~0
465,0
Fonte: Nostre stime su dati A.N.I.E. e Bancaria 1969 e 1972.
- 14-
Il fatturato globale di settore è stato stimato sulla base
dei dati A.N.I.E. e dei risultati del nostro campione. Per
una serie di ragioni, connesse al modo di rilevazione, i
dati A.N.I.E. si sono rivelati sottostimati di una percentuale dal 5 all'S%.
E' possibile per alcuni anni disaggregare il dato globale
del fatturato nelle tre prc.duzioni di base del settore in
esame (in questo caso non si è ritenuto opportuno effettua
re la stima integrativa, in quanto l'interesse è centrato
non sul livello assoluto, ma sulla dinamica dei valori e
sul rapporto fra le tre produzioni).
Anno
1962
19&3
1954
1965
1966
1967
19&8
1969
1970
Produzione di
frigoriferi
Elettrodomostici
dinamici
89.318
100.445
108.379
118.218
156.658
183.150
107.738
109.096
125.781
153.790
160.698
178.810
Elettrodomestici
termici
17.762
19.672
20.657
22.399
27.428
37.803
Milioni di Lire.
Fonte: A.N.I.E. e Bancaria.
Il favorevole andamento della produzione nell'arco di tempo considerato è ascrivibile, per quanto concerne gli anni 1964/1970, in massima parte allo sviluppo delle esportazioni. La domanda interna ha mostrato infatti una dinamica particolarmente attiva, negli anni successivi al boom
econotaico (1962 e 1963): ostacoli di not~vole importanza
hanno rappresentato la crisi congiunturale degli anni 1964
e 1965, la modesta ripresa economica (1966 e 1967) accompa
gnata da una endemica depressione della domanda aggregata
interna, ed infine nell'ultima parte del periodo le ripercussioni sui bilanci familiari delle lotte sindacali e una
,.
- 15-
certa saturazione del mercato.
I prezzi medi dei prodotti hanno mostrato nel corso del pe
riodo un andamento piuttosto stabile, e per certi articoli
anche moderate diminuzioni nel corso degli ultimi anni.
D) DIPENDENTI
Anno
N. dipendenti
1962
19&3
19&4
.1965
1966
19&7
1968
1969
1970
27.200
30.040
31.181
31.463
33.993
35.648
42.035
47.013
51.710
Fonte: Nostre stime su dati A.N.I.E e Bancaria.
Anche per questa variabile, il confronto coi dati del cam
pione ha reso necessaria una integrazione dei dati globali A.N.I.E. in una misura molto maggiore rispetto ai valo
ri del fatturato.
E) MASSA SALARIALE
Non è stato possibile reperire direttamente il dato globalP di settore per quanto concerne la massa dei salari paga
ti e dei contributi a carico dei datorl di lavoro negli an
ni in considerazione .
•
- 16-
Un dato largamente orientativo può tuttavia essere stimato
sulla base dei seguenti indicatori:
- i dati pubblicati mensilmente dall'A.N.I.E. relativi al
carico salariale medio orario (retribuzione media minima più oneri contrattuali più contributi) dell'intero
settore elettrotecnico, ed al numero di ore di lavoro ef
fettuate in un anno (date teorico, che non considera le ore
straordinarie e quelle perdute per scioperi);
- i dati del costo di lavoro effettivo per addetto rilevati nella nostra indagine campionaria sulle grandi imprese del settore.
l
Carico salariale
medio orario (agosto)
A.N.I.E. (Lire)
Anno
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1908
1969
1970
l
:
427,095
551,060
600,523
612,486
628,574
695,890
716,786
825,482
1.095 '152
l
li
Ore di lavoro
effettive annue
A.N .I.E.
Massa salariale
(milioni di lire)
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.854
30.000
40.350
46.047
47.758
52.821
63.512
75.326
95.667
135.513
Fonte: Bollettino A.N.I.E. -Nostra elaborazione.
F) UTILE NETTQ
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determj
nabile.
G) INVESTIMENTI LORDI
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determi
nabile.
- 17-
H) CAPITALI PROPRI
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determi
nabile.
I) IMPORTAZIONI
Anno
Importazioni
totali
1962
19&3
1904
1965
1966
1967
1968
1969
1970
11.289
24.345
19.882
17.335
23.00&
23.22&
30.233
31.720
31.256
Apparecchi
refrigeranti
10.281
14.751
12.537
Elettrodomestici
dinamici
Elettrodomestici
termici
9.550
11.891
14.217
3.394
3.590
4.964
El ettrodom8stici
dir.amici
Elettrodomestici
termici
"71.271
84.832
88.210
2.795
3.296
8.532
Milioni di Lire
Fonte: A.N.I.E. e Bancaria.
L) ESPORTAZIONI
Anno
Importazioni
totali
1962
1963
1964
1965
1966
1907
1968
1969
1970
34.000
49.901
64.787
105.601
147.9l4
180. 781•
22&.856
255.075
284.397
Apparecchi
refrigeranti
·10&. 111
138. 72G
159.332
.
Milioni di Lire
Fonte: A.N.I.E. e Bancaria.
-
- 18-
M) CASH-FLOW
Come già concordato in occasione delle precedenti ricerche,
intendiamo per cash-flow la somma di utili e ammortamenti
d'esercizio.
"·
Per il settore considerato globalmente tale variabile non
è determinabile.
N) VALORE NETTO DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO
Tali variabili non sono in alcun modo determinabili in Ita
lia al momento attuale, e ciò sia a livello globale di set
tore sia a livello di singole aziende.
Tali variabili, come pure in precedenza si era verificato,
non saranno prese in considerazione nella ricerca.
O) IL MERCATO INTERNO
Vorremmo presentare, a conclusione della rassegna di infor
mazioni quantitative sulla evoluzione delle principali variabili del settore "elettrodomestici", i risultati di una
indagine compiuta dalla Banca d'Italia nel marzo-aprile
1968, relativa alla diffusione di alcuni elettrodomestici
in Italia.
Alcuni apparecchi "base" hanno presentato la seguente evoluzione fra il 1967 ed il 1968:
Su 100 famiglie possedevano:
febbraio '67
marzo '68
- frigorifero
59,9
67,7
- lavatrice
32,2
39,9
- aspirapolvere, lucidatrice
16,1
19,0
1,5
2,7
18,0
18,0
- lavastoviglie
- frullatore
Fonte: Bancaria, 1969 n. 7
- 19-
L'analisi della correlazione fra livello di reddito familiare e possesso di un elettrodomestico ha dato risultati
positivi indiscutibili. L'analisi della diffusione degli
stessi apparecchi elettrodomestici secondo la ripartizione geografica e l'ampiezza del Comune di residenza ha con
validato l'ipotesi precedente di una importanza determinante del reddito sull'acquisto di elettrodomestici come
si può agevolmente intuire dallo specchietto seguente:
DIFFUSIONE DEGLI ELETTRODOMESTICI
FRIGORIFERO
LAVATRICE
ASPIRAPOLVERE
LUCIDATRICE
LAVASTOVIGLIE
79,1
74,6
74,9
48,5
49,9
45
44,1
43,3
29,7
33,5
27,5
2,9
2,2
3,4
2,4
1,9
56,4
60,6
59,2
81,8
80,2
30,7
35,2
37,6
52,1
46,7
11,1
11,4
a) secondo la ripartizione geografica:
-
Nord-occidentale
Nord·orientale
Cenfro
Sud
Isole
23~6
21,8
7,3
6,6
b) secondo l'ampiezza demografica del
Comune di residenza:
-
fino a 5.000 abitanti
da 5.000 a 20.000
da 20.000 a 50.000
da 50.000 a 200.000
oltre 200.000
17,4
26
30,3
1,3
2,9
1,9
4,3
3
P) CONCLUSIONI
Concludendo, possiamo affermare la nostra soddisfazione
per il materiale quantitativo raccolto; esso permette la
elaborazione di tutti gli indici contemplati nella ricerca per la grande maggioranza delle variabili significative.
- 20-
2.4. - Elenco delle principali aziende operanti nel settore
in esame nel 1971.
In collaborazione con l'A.N.I.E., è stato possibile predisporre per il settore 376 un elenco della quasi totalità
delle aziende operanti nel 1971.
AMP ITALIA S.p.A. - Collegno
AREILOS di R. Rognani - Soliera
ARIETE- BIMAK S.r.l. -Calenzano
ARRIGO MAROCCHI - Suzzara
ASPERA FRIGO S.p.A. - Torino
ATLANTIC ELECTRIC S.p.A. - Milano
AUTOVOX S.p.A. - Roma
BJM S.r.l. -Milano
BRUNI ALFONSO & C. - Milano
CANDY S.p.A. - Brugherio
CAPPELLINI & ROSSI S.r.l. -Milano
COGEN - ELECTRIC S.n.c. - Gravellona Toce
COMPAGNIA SINGER S.p.A. - Leini
COSTRUZIONE ELETTROMECCANICHE SPECIALIZZATE UGO BOLDRINI Brescia
CROUZET S.p.A. - Milano
DELCHI S.p.A. - Villasanta
EATON ELPA S.p.A. - Casale Monferrato
ELCHIM S.p.A. - Milano
ELECTROLUX S.p.A. - Milano
ELETTRODOMESTICI REM S.r.l. -Milano
ELETTRODOMESTICI SAN GIORGIO - La Spezia
ELIO BAGGIO - Bassano del Grappa
EMERSON ELECTRONICS S.p.A. - Firenze
EXTRASTYLE S.r.l. -Milano
FABER PLAST S.p.A. - Fabriano
F.A.I.~. di Simonato Cav. Arrigc- San Giovanni Lupatoto
FARGAS S.p.A. - Milano
F.A.R.R. S.r.l. -Rescaldina
FIMI S.p.A. - Milano
FONDERIA LUIGI FILIBERTI - Cavaria
F.LLI DEL ~~GRO S.p.A. - Pescia
FR~TELLI ONOFRI S.p.A. - Cassago B.
GENERAL LUX 8.n.c. - Cormano
- 21-
•
GIRMI SUBALPINA S.p.A. - Omegna-Cireggio
GREEN GRAS S.p.A. - Milano
GUTRIS S.p.A. - Milano
HOLZER ITALIA S.p.A. - Belluno
IDROPI' S.n.c. - San Giovanni Lupatoto
IGNIS S.p.A. - Comerio
IMIT S.p.A. - Castelletto T.
INDESIT INDUSTRIA ELETTRODGMESTICI ITALIANA S.p.A. Orbassano
INDUSTRIE A. ZANUSSI S.p.A. - Pordenone
INFIN NOVA - Milano
INFIN S.a.s. - Prodotti Magnadyne - Torino
IRE S.p.A. Industrie Riunite Eurodomestici - Cassinetta di
Biadronno
IRES S.p.A. - Industrie Riunite Eurodomestici Siena - Siena
KARSER S.r.l. -Roma
KELLY ITALIANA S.p.A. - Cernusco S/N
LAMAL Laminati Alluminio S.p.A. - Milano
LA PAVONI S.p.A. - Milano
LA TERMOZETA S.r.l. -Parabiago
LESA COSTRUZIONI ELETTROMECCANICHE S.p.A. - Milano
LIGMAR S.p.A. - Milano
LOFRA & C. S.r.l. - Treponti di Teolo
MAGIC CHEF ITALIANA S.p.A. - Torino
MALLORY TIMERS CONTINENTAL S.p.A. - Frosinone
MENOWATT di Chierici e Salvi - Società di fatto - Firenze
MERLONI S.p.A. - Fabriano
MORPHY RICHARDS ITALIANA S.p.A. - Roma
NECCHI S.p.A. - Pavia
NEOWATT B.C. S.r.l. -Milano
NIVEN LA SOVRANA S.p.A. - Sorbolo
OCEAN S.p.A. - Verolanuova
OFFICINE ELETTROMECCANICHE ZANUZZI BRUNO - Cusano M.
OFFICINE RIBER S.a.s. - Binasco
O~ffiE S.a.s. - Monza
O.T.M. - Cassina de' Pecchi
PEZZONI O. - Milano
PHILIPS S.p.A: - Milano
PRODOTTI ETERPHON - Torino
QUEEN LUX - Milano
RADIOMARELLI - Sesto San Giovanni
- 22-
RANCO CONTROLS S.p.A. - Lomazzo
RENT S.a.s. - Torino
RHEEM RADI S.p.A. - Rovereto
RICAGNI ELETTRODOMESTICI S.p.A. - Milano
SABAF S.p.A. - Lumezzate S.S.
SAMET S.p.A. - Bassano del Grappa
SCARIONI & C. S.r.l. -Milano
S.G.R. SOCIETA' GENERALE ELETTROOOMESTICI S.p.A. - Grassobbj.o
SICER S.n.c. - Torino
SIEMENS ELETTRA S.p.A. - Milano
S.I.L.T.A.L. S.p.A. -Abbiategrasso
SITAM - Modena
SMALTERIA METALLURGICA VENETA S.p.A. - Bassano del Grappa
SMALTERIE METALLURGICHE EMILIANE SMEG - Guastalla
SOREL - Milano
S.p.A. R. BIALETTI & C. - Crusinallo
S.p.A. TERIMA - Baggiovara
STYLE S.p.A. - Torino
SUNBEAM ITALIANA S.p.A. - Milano
TAPIES S.r.l. -Milano
TECNOINDUSTRIA S.r.l.
Milano
TI.ELLE Termoplastica Lombarda S.r.l. -Milano
TORNADO ITALIA S.p.A. - Milano
TRIPLEX S.p.A. - Solaro
VORWERK FOLLETTO S.p.A. - Milano
WESTMAN S.p.A. - Milano
WONDER NEOVOLTA S.p.A. - Milano
ZEROWATT S.p.A. - Milano
ZOPPAS FERDINANDO S.p.A. - Conegliano Veneto.
2.5. - Delimitazione delle aziende significative
con singola indagine diretta.
studiat~
Il Castellano, nella sua ricerca citata in precedenza, ave
va potuto stimare che le prime 21 aziende del settore degli elettrodomeétici (considerato in una accezione pià ampia della nostra in quanto vi erano compresi gli apparecchi a gas) rappresentavano nel 1963 1'82,9% del fatturato
globale del settore.
- 23-
•
...
Se a queste aziende si aggiungeva una quota stimata debita
mente del fatturato di 6 aziende non appartenenti tipicamente al settore, e il fatturato di altre 13 aziende, il
fatturato totale di tali 40 aziende copriva circa il 95%
dell'intero settore .
Nel 1963, le prime 21 aziende del settore (escludendo le
so~ietà multisettoriali) erano le seguenti:
1) ZANUSSI INDUSTRIE A.
2) IGNIS S.p.A.
3) INDESIT S.p.A.
4) ZOPPAS S.p.A.
5) CANDY S.p.A.
6) PHILCO ITALIANA S.p.A.
7) TRIPLEX S.p.A.
8) CASTOR S.p.A.
9) FARGAS S.p.A.
10) ATLANTIC ELECTRIC S.p.A.
11) S.I.L.T.A.L. S.p.A.
12) STICE S.p.A.
13) KELVINATOR ITALIANA S.p.A.
14) ALIA S.p.A.
15) ELETTRODOMESTICI S. GIORGIO S.p.A.
16) ONOFRI S.p.A.
17) RADI OFF. BREVETTI S.p.A.
18) ORLANDI IND. TRENT. S.p.A.
19) S.I.G.E.A. S.p.A.
20) DEL MAGRO F.LLI S.p.A.
21) GASFIRE S.p.A. ,
Fatturato
Fatturato
1962
1963
14.258
11.015
12.041
8.000
5.740
3.509
5.,300
4.682
2.895
2.792
3.256
2.110
1.261
913
872
70G
791
567
40.000
24.659
18.000
15.552
15.000
10.000
7.500
7.418
7.300
5.500
5.000
3.500
3.~36
3.167
2.800
1.800
980
980
800
800
700
174.892
Milioni di Lire
- 24-
(Alcuni dati della tabella precedente sono stati stimati
dall'autore. Occorre tener presente che le aziende produ!
triei di elettrodomestici a gas sono escluse dalla nostra
ricerca: il dato totale non è quindi confrontabi.le direttamente coi dati del nostro lavoro).
Nella nostra indagine diretta abbiamo preso contatti con
circa 20 società. Il processo di concentrazione industria
le, che già si intravedeva agli inizi del periodo abbracciato dalla nostra ricerca e che è proceduto piuttosto in
tensamente negli anni immediatamente successivi la crisi
congiunturale (1965 e 1966) e negli ultimi anni del decen
nio, ci ha permesso di controllare con tale numero ristr~!
todi aziende più dell'SO% della produzione del settore:
precisamente, come si vedrà più avanti, 1'84% nel 1962 ed
il 94% nel 1970.
•
- 25-
Parte 3 - Il settore: "Costruzione di apparecchi elettronici - radio - televisione - elettro acustici". (NICE 375)
•
3.1. -Esame e delimitazione del settore oggetto di atudic
Per quanto concerne il settore 375, sono sorte alcune difficoltà di delimitazione.
Nelle statistiche A.N.I.E. infatti il settore denominato:
"radio e televisione civile" comprende, oltre ai radioricevitori, amplificatori, fonovaligie, registratori e televisori (che rientrano perfettamente e sicuramemente nella
classificazione NICE), anche le valvole e le parti staccate.
Alcuni dati tuttavia sono anche forniti secondo una classi
ficazione per gruppi merceologici che non prevede la presenza di parti staccate. Questa seconda classificazione è
stata da noi adottata.
Per quanto concerne la differenziazione produttiva e la
conseguente necessità di disaggregazione dei dati delle
singole aziende, non ci sono state grandi difficoltà, stan
te la diffusa specializzazione produttiva delle aziende
del settore.
Per quanto concerne le aziende di maggiori dimensioni, che
operano spesso anche nel settore degli elettrodomestici,
si veda quanto già detto nei punti 1.e 2. della relazione.
La dimensione delle imprese presenti sul mercato è assai
varia, ma non si raggiunge qui l'enorme ventaglio dimensionale che abbiamo nel settore degli elettrodomestici.
Si tratta per lo più di imprese piccole e medie, a capitale tipicamente privato, che al momento attuale versano
in una situazione economica molto difficile.
3.2. - I dati generali 1962-1970 relativi al settore 375.
Apparecchi radio-televisivi.
Osserviamo l'andamento delle principali variabili economiche prese in considerazione dalla nostra ricerca.
- 26-
A) NUMERO COMPLESSIVO DELLE IMPRESE OPERANTI NEL SETTORE
Anno
N. Imprese
19G2
19&3
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
13&
132
129
124
119
119
85
8'1
7&
Fonte: A.N.I.E.
Non si registra nel caso di questa variabile una divergen
za fra i due casi di presenza o meno delle parti staccate.
B) NUMERO DI UNITA' DI ATTIVITA' ECONOMICA
Il problema più importante che è sorto in questo caso è
stato quello della depurazione dei dati globali d'azienda
dai valori delle parti staccate e della stima per le azien
de maggiori, della quota di produzione di elettrodomestici.
C) FATTURATO
Anno
1962
1963
1964
1965
19&&
19&7
19GB
1909
1970
Miliardi di Lire
Apparec~hi
completi
138,2
150,3
135,7
143,0
157,5
152,3
157,5
1&2,5
181t,O
- 27-
Per avere un'idea dell'evoluzione reale delle vendite, for_
niamo anche il valore dei numeri indici del fatturato a
prezzi costanti per gli ultimi anni del decennio.
Anno
19GG
1907
19GB
1909
1970
Apparecchi completi
e parti staccate
numeri indici a
prezzi costanti
100,0
100,6
107,2
112,9
128,1
Fonte: A.N.I.E.
L'evoluzione delle vendite non ha raggiunto nel decennio
valori eccezionali. Il settore è stato caratterizzato da
una notevole instabilità nei primi 5 anni, vedendo alter
narsi via via momenti di sovrapproduzione e di carenza
di prodotti. Questa tendenza, unitamente alla concorrenza serrata fra le imprese sul piano commerciale, ha
portato negli stessi anni a un ribasso dei prezzi di molti importanti prodotti. Hanno tenuto desto il mercato so
prattutto le introduzioni di nuovi tipi di apparecchi
(televisore portatile, filodiffusione, mangiadischi, registratori a cartuccia incisa) e l'alto livello delle
esportazioni. Ha influito invece in modo deleterio il
continuo rinvio della televisione a colori. Gli anni sue
cessivi, dal 1967 in poi, furono anni di netta depressio
ne per il settore della radio-televis1one: esso è stato
dichiarato nel 1970 in crisi settortale ed è stato costretto a lasciare parte del personale in cassa di integrazione.
- 28-
Le cause di tale stato sono individuate:
- nei sintomi di una saturazione dell'utenza,
- nella onerosa pressione fiscale, aggravata dal 'decretane' del 1970,
- nella mancata attuazione della televisione a colori, e
nello scarso gradimento dei programmi,
- negli alti costi della mano d'opera e del denaro.
D)
DIPENDENTI
Anno
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
N. d)Jlendgnti
23.100
23.674
20.067
20.074
21.848
20.560
20.380
23.572
21.909
Fonte: A.N.I.E.
E) MASSA SALARIALE
Anche oer questo settore siamo ricorsi ad una stima, fonda
ta sul carico salariale medio orario di tutto il settore
el.ettrotecnico che viene mensilmente fornito dal "Bolle t ti
no Variazioni Carico Salariale" dell'A.N.I.E., nonchè sui
risultati della nostra indagine campionaria.
- 29-
Agno
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
Carico salariale
medio orario
427,095
551,060
600,523
612,486
628,574
695.890
716,786
825,482
1.095,152
Ore di lavoro
effettive annue
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.877
1.854
Massa sa1ariale
(milioni)
21.079
27.523
25.730
25.482
28.781
30.419
31.432
35.802
48.584
Nei due grafici seguenti riportiamo gli indici del costo
medio orario del lavoro nel settore elettrotecnico negli
anni 1962/1966 e 1966/1970, e gli indici medi per lo stes
so settore della produzione fatturata pro capite. Tali
grafici sono tratti dalle relazioni A.N.I.E. 1968 e 1971.
- 30-
'170
165
160
155
150
14!;
14[)
135
13"0
12S
120
11S
110
105
---------19ù2
--- ---...........
1963
- - - Indice: mano d'opera (costo)
1954
__
1965
- - - - Indice
produ;:ion~
fallurata pro capile
- 31-
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190
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1958
ANNO 1SBG
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indice
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indico produzione fntturc:.ta pro. .c<'l&>ite
t".O (D
(!!, ..
r~ m
m~mN:of1Cra
(costo)
1%9
1970
1971
- 32-
F) UTILE NETTO
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determi
nabile.
G) INVESTIMENTI LORDI
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determi
nabile.
H) CAPITALI PROPRI
Tale variabile, riferita a tutto il settore, non è determi
nabile.
I) IMPORTAZIONI
Anno
Apparecchi completi
e parti staccate
1962
1963
1964
1965
1966
1967
18,1
22,9
26,1
23,2
25,1
36,9
39,3
58,3
71,4
19GB
1969
1970
Miliardi di Lire
Fonte: A.N.I.E.
Apparecchi completi
7,55
9,72
9,68
9,50
12,21
18 '17
19,33
27,85
28,01
.
- 33-
L) ESPORTAZIONI
..
.
Anno
Apparecchi completi
e parti staccate
1962
1963
1904
1965
1966
1967
1968
1969
1970
15,8
28,3
42,5
52,5
52,6
50,2
67,1
99,1
136,4
Apparecchi completi
5,47
5,67
5,68
11,59
15,43
14,51
30,89
48,32
64,78
Miliardi di Lire
Fonte: A.N.I.E.
M) CASH-FLOW
Tale variabile, riferith a tutto il settore, non è determi
nabile.
N) VALORE NETTO DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO
Tali variabili, come si è detto in precedenza, non saranno
prese in considerazione nella ricerca.
O) CONCLUSIONI
Anche per questo settore, possiamo dirci soddisfatti dei
dati globali che è stato possibile reperire.
L'-indagine diretta è stata effettuata su un campione di
circa 30 imprese.
- 34-
3.3. - Elenco delle principali aziende operanti nel settore in esame nel 1971.
ADMIRAL FORMENTI S.p.A. - Milano
ART ELETTRONICA - Milano
ASTER ELETTRONICA - Milano
ATLANTIC ELECTRIC S.p.A. - Milano
AUGUSTA COSTRUZIONI RADIOELETTRICHE S.a.s. - Rovereto
AUri'OVOX S.p.A. - Roma/Serpentara
BRION VEGA RADIO TELEVISIONE S.a.s. - Milano
COSTRUZIONI ELETTRONICHE TEDAS S.r.l. - Pantalla di Todi
CRESPI & ZARETTI S.r.l. -Cassano d'Adda
DBR S.p.A .. - Vimodrone
DITTA DARIO PRANDONI S.p.A. - Treviglio
DUMONT RADIO AND TELEVISION S:p.A. ITALIANA - Napoli
EFFEPI S.a.s. - Villanova d'Ardenghi
ELETTRONICA SETTENTRIONALE S.a.s. - Calcio
ELETTROPADANA S.n.c. -Brescia
ELMEPHON S.r.l. - Saronno
EMERSON ELECTRONICS S.p.A. - Firenze
EUROPHON S.p.A. - Milano
EXTRASTYLE S.r.l. -Milano
F.A.A.R.T. - Turate
FIMI S.p.A. - Milano
FONIT CETRA S.p.A. - Milano
FONMUSIK - Milano
GALAXI ELECTRONIC COMPANY S.r.l. -Catania
GERMANVOX S.p.A. - Toscanella di Dozza
IGNIS S.p.A. - Comerio
INCIS FRATELLI SEREGNI - Saronno
INDESIT S.p.A. - Orbassano
INDUSTRIE A. ZANUSSI S.p.A. - Pordenone
INFIN NOVA - Milano
INFIN S.a.s. PRODOTTI MAGNADYNE - Torino
I.R.T. IMPERIAL RADIO TELEVISORI - Milano
KORTING ITALIANA S.r.l. -Pavia
LA VOCE DELLA RADIO - Cornaredo
LENCO ITALIANA S.p.A. - Osimo
LESA COSTRUZIONI ELETTROMECCANICHE S.p.A. - Milano
PHILIPS S.p.A. - Milano
- 35-
PRODOTTI ELETTRONICI S.p.A. - Milano
PRODOTTI ETERPHON - Torino
RADIO ELETTROMECCANICA KRUNDAAL - Parma
RADIOMARELLI S.p.A. - Sesto San Giovanni
RADIO VAR S.a.s. - Milano
R.C.F. RADIO CINE FORNITURE S.r.l. - San Maurizio
R.I.E.M. -Milano
SAMBERS ELECTRONICS - Milano
S.E.I. SOCIETA' ELETTRONICA ITALIANA S.p.A. -Ozzano E.
SIEMENS ELETTRA S.p.A. - Milano
SOCIETA' ITALIANA TELECOMUNICAZIONI SIEMENS S.p.A. -Milano
S.p.A. DOTT. GALLO ELETTROMECCANICA CONDOR - Milano
S.p.A. GELOSO - Milano
S.p.A. LUIGI COZZI DELL'AQUILA - RADIO MINERVA - Milano
TECNOMASIO ITALIANO BROWN :BOVERI S.p.A. - Milano
TELEFUNKEN RADIO TELEVISIONE S.p.A. - Cinisello Balsamo
TELEWATT S.p.A. - Milano
TRIPLEX S.p.A. - Solaro
VIDEOPLASTIC S.p.A. - Gorlago
VOXON FARET FABBRICA APPARECCHI RADIO E TELEVISIONE S.p.A.
WATT RADIO ELETTRONICA S.p.A. - Torino
WESTMAN S.p.A. - Milano
WILCO ELETTRONICA S.r.l. -Milano
WILSON - Quinto de' Stampi
WINDSOR ITALIANA S.a.s. - Viterbo
ULTRAVOX S.r.l. RADIO TELEVISIONE -Milano
URANYA FEGME FABBRICA EUROPEA GRANDI MARCHE ELETTRONICHE
S.p.A. - Tribiano
Come già detto fra le Società che abbiamo nominato, abbiamo scelto un campione di 30 imprese da contattare con singola indagine diretta.
A causa dell'estrema polverizzazione delle unità produttive del settore, il nostro campione ha coperto poco più del
40% della produzione globale nel 1962, mentre nel 1970 tale percentuale è salita all'SO%) a causa soprattutto della
continua riduzione del numero di imprese operanti.
- 36-
3.4. - Evoluzione nel settore e concentrazione industriale
L'evoluzione del settore non è stata caratterizzata da una
matrice costante. Nei primi cinque anni abbiamo una notevo
le instabilità con alterne inversioni di tendenza della of
ferta e della richiesta: ci sono momenti di soprapproduzio
ne e momenti d1 carenza di prodotti.
Le industrie del settore non sembrano guidate da precisi
criteri manageriali; le ricerche di mercato sono uno strumento poco utilizzato dalle maggiori industrie ed addirittura ignorato dalla maggioranza. L'unica considerazione
che le guida non è la reale potenzialità d'acquisto del
mercato interno od estero (o delle componenti politiche
che possono condizionarla) ma l'ottimistica visione della
capacità di assorbimento di un mercato interno che non può
deludere perchè ha nel suo presente
- varie regioni del sud non ancora sature di televisori mo
nocromatici
- nuovi tipi di apparecchi: televisori portatili, magiadischi, filodiffusione, registratori a cartuccia ecc.
e nel suo futuro
- la televisione a colori
- la stereofonia via radio
Inoltre non vengono ancora fatti dei seri studi sui mercati esteri.
Questa ottica, unitamente alla serrata concorrenza tra le
imprese su un piano commerciale, ha portato negli stessi
anni ad un diffuso ribasso dei prezzi.
Gli anni successivi, dal 1967 al 1970, sono anni di netta
depressione per i~ settore radio-televisivo. Alla mancata
introduzione della televisione a colori si accompagnano
preoccupanti sintomi di saturazione della televisione mono
cromatica, ed il ribasso dei prezzi raggiunge anche quei
nuovi tipi di apparecchi che fino ad allora non erano stati interessati al fenomeno.
- 37-
..
Se la saturazione del mercato del televisore monocromatico
era ampiamente prevedibile, la mancata introduzione della
televisione a colori coglie invece di sorpresa gli operato
ri del settore. Per rendersi conto di quanto ciò possa essere importante basta osservare che nel 1970 oltre i due
terzi dell'intero fatturato del settore sono relativi ai
televisori, benchè il mercato presenti evidenti sintomi di
saturazione.
La decisione è esclusivamente politica e sembra evolversi
in senso positivo a partire dal 1967; nel 1969 tutto sembra pronto per iniziare utilizzando il sistema PAL ed anche gli ambienti ostili alla sua introduzione sembrano ra~
segnati. Proprio in questo periodo hanno luogo le ultime
operazioni di acquisto o di incorporazione tra società ed
in particolare quelle operate
dalla Motorola (USA) nei riguardi della Autovox (1970)
dalla Electrical Michigan
Voxon (1970).
Industries nei riguardi della
In precedenza avevamo avuto quelle operate:
dalla Telefunken nei riguardi della IRT Imperia! (1967)
dalla Grundig nei riguardi della Minerva (1970)
dalla Philips nei riguardi della Phonola (1968)
dalla Ktlrting nei riguardi della Firte (1966).
Tuttavia, nonostante le premesse, le aspettative vanno de
luse: repentinamente viene ribadita la non previsione de_!
la televisione a colori per i prossimi anni. Sembra che a
livello ministeriale questo rappresenti, nei riguardi della
maggiore industria nazionale di autoveicoli, la contropartita di un'iniziativa presa nel settore automobilistico da
parte di un ente di stato. Il rinvie sarebbe stato concordato sulla base di 4/5 anni, in previsione di un futuro
maggior reddito pro-capite in Italia.
-~-
Per di più anche quei tipi di apparecchi che avevano tenuto in qualche modo vivace il mercato negli anni precedenti
(televisori portatili, mangiadischi, filodiffusione, registratori, ecc.) cominciano ad essere condizionati dalle
importazioni dal Giappone e dal Sud Est asiatico.
L'esportazione, se pure in aumento, raramente è organica e
raramente si avvale di precise tecniche di penetrazione: è
un'esportazione che si basa prevalentemente sul rapporto
del mercato nazionale e che, in caso di crisi settoriale
del mercato interno, può riservare delle amare sorprese.
La situazione in atto e più ancora le scarse prospettive
dell'immediato futuro consigliano alcuni a sospendere la
attività e sconsigliano altri dall'intervenire nel settore.
Cessano quegli interventi di acquisto o di incorporazione
che avevano portato capitali nuovi o che avevano ristruttu
rato varie aziende del settore.
Nel 1970 abbiamo in Italia dei sintomi di crisi economica
generale: vengono varati dei provvedimenti prevalentemente
di natura fiscale, alcuni dei quali incidono anche in questo settore. A tutto questo si aggiungano i pesantissimi
aumenti salariali che, dagli ultimi mesi del 1969 alla fine del 1970, portano il costo della mano d'opera ad aumentare di oltre il 40%.
Le aziende del settore che, considerando anche i fabbrican
ti di componenti, ne~ 1962 ammontavano a 136 e che per un
processo di concentrazione nel 1970 si sono ridotte a 76,
si trovano in notevole difficoltà. La situazione si presen
ta particolarmente grave per i fabbricanti di apparecchiature complete, non solo per le piccole aziende prive di
una organica struttura ma anche per varie grosse aziende tra
le quali:
- la Geloso di Milano
- la Dumont Radio and Television
- La Lesa Costruzioni Elettromeccaniche di Milano
- 39-
- la Infin Nova di Milano
- la Infin Magnadyne di Torino
- la Prodotti Eterphon di Torino
- la Telewatt di Milano.
L'intero settore entra in cr1s1; viene dichiarato ufficial
mente in "crisi settoriale" e parte del personale viene
messo in " cassa integrazione". Ma è solo l'inizio; in effetti il 1970 coincide con l'inizio di una violenta crisi
settoriale che esploderà compiutamente nell'anno immediatamente successivo ed in maniera tale che interverrà anche
la GEPI, la finanziaria dello Stato per i salvataggi industriali.
Mostriamo ora una ripartizione del sottosettore nei suoi
"relevant markets" per il 1970.
VALUTAZIONE PRODUZIONE
Apparecchi
- Radioricevitori a valvola
(compresi i radiofonografi)
- Radioricevitori a transistori
- Fonavaligie a valvole
- fonovaligie a transistori
- Regi~tratori a valvole
- Registratori a transistori
- Televisori rnonocromi
- Televisori a colori
- Autoradio (compresi quelli
con riproduttore)
(1970)
Valutazione
produzione
Prezzo medio
fatturato
(valutazione)
750.000
1.950.000
350.000
825.000
100.000
245.000
2.000.000
30.000
19.000
5.400
8.500
5.100
25.000
18.000
64.000
225.000
14.250.000
10.530.000
2.975.000
4.207.500
2.500.000
4.410.000
128.000.000
6.750.000
600.000
17.000
10.200.000
Totali
(000)
183.822.500
======r.====
Fonte: A.N.I.E.
- 40-
IMPORTAZIONE (1970)
Importazione
Apparecchi
• Radioricevitori a valvole
(compresi i radiofonografi)
• Radioricevitori a transistori
• Ampli fica tori
- Fonovaligie a valvole
- Fonovaligie a transistori
- Registratori a valvole
• Registratori a transistori
- Televisori:
• normali monocromi
• portatili monocromi
• consolle monocromi
• a col ori
• Autoradio
l
l
Prezzo medio
fatturato
Totali
(000)
171.999
930.636
2.175
21.462
3.944
-
3.691.470
3.671.177
1.415.263
279.924
11.695
3.273.766
377.078
17.390
6.557.724
82.495
9.148
17.125
1.057
147.682
56.940
37.015
66.630
264.003
14.808
4.697.294
338.621
1.141.041
279.052
2.186.993
..
27.252.401
•::E;;:•:::
Fonte: A.N.I.E.
- 41-
ESPORTAZIONE (1970)
Apparecchi
- Radioricevitori a valvole
(compresi i radiofonografi)
- Radioricevitori a transistori
- Amplificatori
- Fonovaligie a valvole
-Fonovaligie a transistori
- Rggistratori a valvole
• Rggistratori a transistori
- Terevisori :
• normali monocromi
• portatili monocromi
• consolle monocromi
• a colori
~ Autoradio
Esportazione
l
l
Prezzo medio
fatturato
Totali
(000)
576.133
183.753
8.446
14.143
7.220
8.148.446
1.326.803
2.954.639
721.771
10.430
7.528.749
85.221
29.586
2.521.404
536.297
95.072
34.957
28.378
92.729
53.407
49.792
63.876
187.434
14.227
28.642.545
4. 733.846
2.232.928
5.319.027
1.319.279
-
64.727.666
:.=========
Fonte
A.N.I.E.
- 42-
Parte 4 - Analisi della concentrazione industriale nel periodo 1962-1970
Questa parte della relazione è dedicata alla analisi della
concentrazione industriale nel decennio 1962-1970 nel settore degli elettrodomestici e della costruzione di radio,
televisori e apparecchi elettro-acustici{NICE 376-375).
La metodologia della Commissione delle Comunità Europee
prevede due dimensioni di analisi: una dimensione per "imprese", e una per "unità di attività economica". Nel primo
caso viene analizzato un campione di imprese osservate ne!
le loro variabili economiche ~omplessive, senza tenere con
to di eventuali produzioni che non rientrano nei settori a
nalizzati; unica condizione, che le produzioni rientranti
nell'oggetto della presente ricerca costituiscano più del
50% del fatturato complessivo aziendale.
Data la presenza in molte grandi imprese di produzioni che
rientrano sia nel settore elettrodomestici che nel settore
radio-televisori, l'analisi per"imprese" sarà condotta uni
ficando i due settori in esame.
La seconda dimensione di analisi, per "unità di attività e
conomica", considera esclusivamente quella parte della pro
duzione totale delle diverse imprese, che rientra tipicamen
te nell'uno o nell'altro settore. A questo proposito si con
siderano tutte le aziende produttrici, disaggregando i dati
globali che eventualmente riguardassero anche altre produzioni. In questo caso si considerano solo le variabili: fa!
turato, effettivi, massa salariale, le sole disaggregabili
con una certa sicurezza e signi:ficatività. L'analisi per"~
nità di attività economica" sarà effettuata separatamente
per il settore "elettrodomestici" e per la "costruzione di
radio-televisori-apparecchi elettro-acustici"
- 43-
4.1
La concentrazione industriale nel settore:costruzione di radio - televisori - apparecchi elettro-acustici e di elettrodomestici (NICE 375-376). Dimensione:
"imprese".
4.1.1 Indicazioni generali sul processo di concentrazione
economica e finanziaria.
Per quanto riguarda il settore degli elettrodomestici (e le
produzioni di televisori attuate da aziende tipicamente ope
ranti nel settore degli elettrodomestici), negli anni '50
il processo di concentrazione industriale è scaturito dallo
impetuoso sviluppo delle aziende di maggiori dimensioni rispetto alle piccole imprese quasi-artigianali. Esso non ha
portato grandi mutamenti nella struttura amministrativa e
finanziaria delle aziende, che agli inizi del decennio 1960/
1970 erano ancora controllate e dirette per la grande maggioranza dai fondatori e dai loro figli. Il capitale era
per lo più nelle mani di poche persone, legate da stretti
Tapporti familiari, e non vi erano rapporti con gruppi in
dustriali e finanziari esterni alle imprese stesse.
E' stato questo il limite che le aziende maggiori hanno do
vuto superare (non senza traumi) nel decennio 1960/70: un
limite di carattere tecnico-psicologico per quanto concerne
i criteri della direzione aziendale, ed un limite finanziario, che ponevano seri ostacoli alla ulteriore espansione
della produzione su scala europea e mondiale. Il passaggio
della gestione nelle mani di managers, le fusioni soprattu!
to fra grandi imprese, gli accordi e le cessioni di pacchet
ti azionari, l'intervento di due grandi gruppi stranieri,
hanno caratterizzato il settore nella seconda metà del decennio. Possiamo ricordare:
- l'incorporazione della Domowatt nella Singer (1967);
- la fusione Atlantic Electric - Atlantic Manufacturing (1967)
- l'acco~do Philips - Ignis (1969) e l'acquisizione nell'anno successivo di una partecipazione al 50% da parte della
Philips;
- 44-
- la fusione Ariston - San Giorgio;
- l'acquisto del pacchetto di controllo della Triplex da par
te della Zoppas (1969) ;
- l'acquisizione della Zoppas-Triplex da parte della Zanussi (1970), e la successiva incorporazione nel 1973;
- l'incorporazione nella Zanussi di: Gruppo Industriale Elettrodomestici (ex Stice), Zanussi Mel SpA, Casto~ SpA,
!mel SpA (1970) ; Becchi SpA (1971) ;
- gli accordi Zanussi - AEG (1970-71) ;
- l'acquisto del controllo della Ignis da parte della Philips
(1972) .
Per quanto concerne il settore delle radio-TV, le aziende
che operano tipicamente nel settore non hanno mostrato vistosi processi di concentrazione (se escludiamo l'incorporazione della Radiomarelli nella Magneti Marelli del 1968)
a causa dei numerosi vincoli esterni che hanno gravato su!
le possibilità di sviluppo del settore. Intenso è stato al
contrario l'intervento di gruppi stranieri, come abbiamo
ricordato in precedenza al punto 3.4. Il processo di concen
trazione economica si è, in questo settore, verificato attraverso la drastica riduzione delle aziende operanti e la
espulsione dal mercato di imprese non collegate a gruppi
stranieri o ai grandi produttori di elettrodomestici.
4.1.2. - I dati globali di settore e del campione.
Passiamo ora ad esaminare i risultati dell•indagine da noi
condotta, considerando insieme, come si è già detto in pre
cedenza, i due settori analizzati. In questa prima parte
saranno considerati i dati globali delle imprese (dimensio
ne "entreprise", appunto), senza disaggregare le produzioni diverse da quelle in oggetto.
I dati globali di settore sono stati calcolati nel modo seguente: si è aggiunto al valore globale raggiunto dalle imprese singolarmente analizzate, il valore residuo di settore che scaturisce dall'analisi per "unità di attività econo
mica", la sola che si basi su dati tipicamente settoriali e
confrontabili. L'ipotesi che sottostà a tale operazione è
- 45-
che le imprese minori non comprese nel campione operino
esclusivamente in un settore, ipotesi che non sembra lontana dalla realtà. Il valore globale di settore è risulta
to in conseguenza diverso dalla somma dei valori globali
dei due sottosettori (elettrodomestici e radio-televisione),
ed in particolare inferiore, a causa della non presenza
nella classificazione per "imprese" di alcune aziende ope
ranti tipicamente in settori diversi da quelli esaminati.
Il campione di aziende esaminate con specifica indagine di
retta è un campione aperto, a numero variabile di imprese
(da 30 imprese nel 1962 a 35 nel 1966, a 30 imprese di nuo
vo nel 1970): come nei precedenti rapporti, non si è sosti
tuita necessariamente l'impres~ scomparsa nel corso del de
cennio, e si è inserita invece quell'impresa che, nel corso
dello stesso decennio, sia sorta od abbia raggiunto una di
mensione superiore all'impresa più piccola compresa nel cam
pione. Tale variabilità del numero di osservazioni, imposta da considerazioni di carattere economico, non ha diminuito in ogni modo la significatività statistica delle ela
borazioni effettuate, dato il tipo di indici impiegati nel
la ricerca.
Nella tavola n. l, mostriamo l'evoluzione dei dati globali
di settore, per le variabili disponibili: fatturato, effettivi, massa salariale, nonchè "numeri indici" con base
1962 = 100. Il fatturato globale a lire correnti si è raddoppiato nel corso del periodo esaminato, con un andamento
abbastanza uniforme nel tempo, ad eccezione del periodo di
crisi 1964/1965. Il numero di dipendenti è aumentato del
50% ne~ nova anni considerati, con una crisi negli stessi
anni 1964/1965 nei quali l'occupazione è diminuita di circa il 5%. In concomitanza con g~i esposti aumenti del fatturato a degli occupati, la massa Salariale totale è aumen
tata in modo molto più accentuato (N. I. 1970 = 379). Nel
periodo 1962/70 il costo medio annuo del lavoro (salari +
stipendi + oneri sociali + indennità di anzianità) è aumen
tato da Lire 969.000 a Lire 2.436.000.
-%-
Osservando (tavola n. 2) l'andamento delle stesse variabili
calcolate sul totale del campione, notiamo una evoluzione
molto più spiccata; i tre numeri indici del 1970 sono di un
50% circa più alti per il campione che per il settore nel
suo complesso (e vogliamo ricordare a questo proposito che
nei due anni estremi il numero di imprese comprese nel campione è uguale).
Una seconda particolarità che si nota è che, sulle imprese
del campione, la crisi del 1964/1965 ha inciso in modo assai più modesto di quanto non abbia inciso sul settore nel
suo complesso: almeno dal punto di vista della produzione
e della occupazione, le più colpite sono state le imprese
piccole e artigiane. Purtroppo, non essendo disponibili i
dati disaggregati delle esportazioni, non possiamo dire con
certezza quanto questa variabile abbia inciso nel favorire
la tenuta delle imprese maggiori. L'ipotesi sembra verisimile, ~nche osservando solo l'andamento dei dati globali
di settore (parte 2 e 3 del rapporto), che mostrano una
espansione vivacissima in questi due anni (nel 1964 sopra!
tutto per radio-televisione, e nel 1965 soprattutto per
elettrodomestici) e nel successivo 1966.
Il confronto fra gli andamenti del settore e del campione
sintetizzato dall'evoluzione della percentuale occupata dal campione sul totale: per le tre variabili considerate essa passa dal 60% nel 1962 al 90% nel 1970. Il processo
è pressochè continuo nel tempo, ma mostra due anni di intensa accelerazione: il 1964 e il 1970. Sulla base di quanto è
stato detto in precedenza, possiamo affermare che l'aumento
della concentrazione verificatosi nel primo anno (e rilevato nella sua analisi anche da Castellano) dipende soprattutto dalla crisi delle piccole imprese, mentre nel 1970
(ed in genere nella seconda metà del periodo considerato)
esso è stato determinato da precise politiche attuate dalle
grandi imprese, ed in particolare dal gruppo Zanussi. Tutto
ciò naturalmente al di là di quei fattori strutturali che g~
neralmente favoriscono la crescita delle imprese di maggiori
dimensioni, soprattutto nei settori, come questo, in cui pre
vale la produzione di massa.
é
- 47-
Passiamo ora ad esaminare l'andamento delle altre variabili,
per le quali è disponibile il solo dato del campione (tavola n. 3). La variabile "utile netto" mostra nel periodo un
andamento alterno: una grave crisi nel 1964, in parte nel
1965, e nel 1970, e una dinamica positiva nel 1962/1963 e
nel periodo 1966/1968. Complessivamente un andamento insoddisfaciente, se confrontato col parallelo aumento della pro
duzione: nel 1968, anno di massima espansione dei profitti
totali, il margine di profitto netto sul fatturato appare
e ssersi drasticamente ridotto rispetto al 1962. Interessante notare che nel 1965 solo 19 imprese (su 32) hanno presen
tato un utile di bilancio, e nel 1970 solo 12 (su 30).
-
Il giudizio cambia in parte se~osserviamo il cash-flow globale del campione. I periodi critici sono ugualmente visibi
li, ma l'andamento assoluto risulta ampiamente positivo, a!
meno fino al 1968: fino a questo anno,infatti, ed in parte
anche nel 1969, l'andamento di questa variabile è stato esa!
tamente proporzionale all'andamento del fatturato, ed ha garantito margini di profitto lordo sul prezzo di vendita sufficientemente stabili.
Il buon andamento del cash-flow ha sicuramente influenzato
la variabile"investimeuti lordi", che nel decennio ha pure
mostrato un andamento particolarmente brillante. Con l'eccezione del 1965, tutti gli anni compreso il 1970 hanno mostrato buoni livelli generali di investimento.
L'ultima variabile, il "capitale proprio", ha mostrato nel
periodo una dinamica uniforme e molto accentuata; il numero
indice 1970 è il più elevato delle variabili prese in consi
derazione. Anche questa variabile appare dunque altamente si
gnificativa nella spiegazione dell'elevato volume di investi
menti effettuato nel periodo 1962/1970.
4.1.3. -Gli indici di concentrazione calcolati sul totale
di settore.
Osserviamo gli indici di concentrazione che sono calcolati
sulla base dell'intera distribuzione di imprese, comprese e
non comprese nel campione (tavola n. 4). A queste ultime è
-48-
stata assegnata naturalmente una dimensione media,calcolata, come già detto, all'interno della classificazione per
"unità di attività economica". Gli indici di concentrazione che qui consideriamo, sono calcolati solo per quelle va
riabili delle quali è disponibile il dato globale di setto
re: fatturato, effettivi, massa
salariale.
Tutti gli indici, calcolati su tutte le variabili, concordano nell'indicare un forte processo di concentrazione nel
corso del periodo considerato. Analizzando, all'interno
del periodo, l'evoluzione dei diversi anni, ci accorgiamo
innanzitutto della scarsa sensibilità dell'indice di Gini,
allorchè il campione è formato da un numero molto alto di
elementi. Più sensibili appaiono invece gli altri indici,
la varianza (V), l'indice di Herfindhal (H: sono entrambi
indici basati sul quadrato degli scarti, che vengono cos~
amplificati) e l'indice di Entropia (E); tutti questi confermano il forte aumento di concentrazione verificatosi
nel 1964 e 1970, che più sopra abbiamo indicato, e mostrano anche un forte aumento negli anni 1967 e 1968. In questi ultimi due anni la concentrazione è scaturita, evidentemente, soprattutto da un aumento delle disparità dimensionali all'interno del campione.
Quali indicazioni possiamo trarre dall'osservazione comparata degli indici calcolati su variabili differenti? Gli
indici V, H, E, concordano nel rilevare fino al 1964 una
sostanziale omogeneità delle tre variabili nella misura
del grado di concentrazione: fino a quest'anno non è dunque rilevabile una maggiore produttività delle aziende più
grandi, ne un maggiore saggio medio di remunerazione del
fattore lavoro.
Successivamente, a partire dal 1965, si assiste a questo
fenomeno: il grado di concentrazione è più alto se misurato con la massa salariale, inferiore se misurato con i dipedenti, inferiore ancora se misurato con il fatturato. Le
conclusioni che si possono trarre sono innanzitutto, un
progressivo maggiore costo del lavoro nelle imprese maggio
ri rispetto a quelle più piccole; in secondo luogo un mino
re rapporto "fatturato per dipendente" nelle imprese più
grandi.
- 49-
Quest'ultimo fenomeno può essere spiegato, in pr1m1ssima
approssimazione, da una parte da una diversa politica di
produzione attuata dalle grandi e dalle piccole imprese:
di fronte al rapido aumento del costo del lavoro, le imprese più piccole hanno iniziato una politica di progressivo decentramento di parti staccate e di linee di produzione al di fuori dell'azienda, verso le aziende artigiane, proprio mentre le grandi imprese procedevano, al contrario, nel senso di una sempre maggiore meccanizzazione
interna e integrazione verticale di tutte le diverse pro_
duzioni. D'altra parte, negli anni 1969 e 1970, al fenomeno citato si è certamente aggiunto il maggior onere in
termini di conflittualità sindacale (e quindi di produtti
vità) sopportato dalle impres~ più grandi.
4.1.4. -Le "Concentration Ratios".
Gli indici analizzati nel paragrafo precedente sono indici di "concentrazione relativa"; mettono cioè in evidenza
la disparità esistente fra le imprese di un certo settore.
Osserviamo ora invece un indice di "concentrazione assoluta", che evidenzia la quota del mercato totale detenuta
dalle imprese maggiori: la "concentration ratio", calcolata per il nostro settore sulle prime 4, 8, 10, 12, 20, 30
imprese (tavola n. 5).
Da un punto di vista dinamico, la tavola conferma quanto
era emerso dall'osservazione degli indici precedenti, e cioè
un forte aumento della concentrazione in tutto il periodo
1.962/1970, con punte evidenti negli anni 1964- 1967 - 1968
1970. Essa fornisce altres~ la prova che tale aumento negli ultimi tre anni citati è ascrivibile totalmente alla
dinamica delle prime quattro imprese; ed a questo proposito dobbiamo ricordare che i nostri dati sottostimano il livello di concentrazione in quanto non tengono conto dei legami finanziari fra le aziende, legami che soprattutto nel
1970 erano rilevanti.
Al contrario di quanto verificatosi nella seconda metà del
periodo considerato, l'aumento di concentrazione del 1964
è stato determinato da un più vasto movimento che ha inte-
-50-
ressa t o quasi tutte le imprese del nostro campione (e segnatamente le prime 20), nei confronti delle aziende piccole e
artigiane che, come abbiamo detto, hanno risentito in modo
maggiore della crisi dell'intero sistema economico.
Osservando a livello statico gli indici calcolati su variabili diverse, viene confermato il fenomeno già rilevato, che
vede la maggiore concentrazione (a partire dal 1964/1965)
nelle variabili massa salariale e effettivi. Per quanto con
cerne la spiegazione che abbiamo proposto, possiamo qui pun
tualizzare che la maggiore divergenza (statistica e quindi
di comportamento) è rilevabile fra le prime quattro imprese
(che nel 1970 coprivano oltre il 50% del mercato) e tutte
quelle che restano.
4.1.5. - Il sistema di indici di equilibrio dinamico oligopolistico di Linda.
L'indice di Linda è definito come "la media aritmetica semplice dei (n-1) rapporti (EO) tra la dimensione media delle
prime imprese (i) e la dimensione media delle imprese (n-i)
residue; ciascun rapporto (EO) essendo previamente diviso
per n.". Essendo tale indice calcolato sui dati del campione, esso è disponibile per tutte le 7 variabili prese in
considerazione.
Nelle tavole 6/12 (una per ogni variabile) vengono presentati i grafici dell'andamento di tale indice calcolato per su~
cessive ipotesi di n.: 2,5,10, ..... , 30 ecc.; in ogni tavola
sono rappresentate cinque curve) relative agli anni 1962,
1964, 1967, 1969 (anni considerati nelle precedenti ricerche
dell'Istituto) e 1970.
Una prima uniformità che balza evidente è la forma decrescen
te delle curve di: fatturato, effettivi, massa salariale, ca
pitale proprio. Esse mostrano la massima disparità all'inter
no delle prime due imprese, e la disparità minima all'interno delle prime 20-25 imprese. Il settore risulta cos caratterizzato da una impresa leader, e da un gruppo abbastanza
-51-
omogeneo di imprese medie e medio-grandi. Per quanto concerne il rapporto fra la prima impresa e le altre, esso risulta
fortemente squilibrato a favore della prima negli anni estre
mi 1962 e 1970, ed in questo concordano le quattro variabili
considerate. Se osserviamo l'evoluzione della concentrazione
nel gruppo delle successive 20 imprese notiamo un sensibile
aumento della concentrazione nella seconda parte del periodo:
per le variabili fatturato ed effettivi soprattutto dopo il
1967~ per massa salariale e capitali propri, fin dal 1964.
Interessante notare come l'aumento della concentrazione nel
tempo sia determinato quasi sempre dai movimenti delle prime
10 imprese: le parti successive delle curve strutturali ripropongono la gerarchia definita al livello delle imprese mag
giori (ci riferiamo qui sempre~alle quattro variabili indicate).
Le curve Linda relative alla variabile "utile netto" mostrano un andamento abbastanza, disordinato, come era facile pre
vedere da quanto detto in precedenza. L'estrema variabilità
del campione, dovuta alla frequente presenza di utili negati
vi, toglie molta significatività al calcolo degli indici.
Più interessante l'osservazione dei grafici relativi a Cashflo~ e investimenti, nonostante l'ampia variabilità mostrata.
In tutti gli anni, essi mostrano una accentuata forma a U,
che indica una ampia disparità fra le massime aziende e le
aziende medie, e fra queste ultime e le più piccole. Il bloc
co relativamente omogeneo che abbiamo individuato si restrin
ge, dal punto di vista dei profitti lordi e degli investimen
ti, a circa 15 imprese. L'aumento della concentrazione è anche in questo caso ben visibile, nella seconda metà del perio
do. Nel 1964 le aziende leaders mostrano di essersi avvantaggiate in modo rilevante rispetto alle aziende di classe
inferiore, per quanto concerne il profitto lordo; nel 1967
la curva mostra al contrario un andamento relativamente più
schiacciato, ad indicare una relativa maggiore omogeneità
dei margini di profitto di tutte le classi di imprese. La
curva relativa al 1970 mostra una concentrazione accentuatis
sima, ma dobbiamo ricordare la sua minore significatività,
dato il minor numero di osservazioni.
..
-52-
Per quanto concerne gli investimenti, appare evidente il progressivo maggior intervento delle imprese maggiori del corso
dell'intero periodo, ed in modo particolare dopo il 1967.
Passiamo ora a considerare i grafici 13/17, che mostrano in
ogni anno i rapporti fra gli indici calcolati sulle 7 differenti variabili. Negli anni 1962 e 1964, l'andamento delle
diverse variabili risulta atbastanza concorde; notiamo, allo
interno delle imprese maggiori, una preminenza della prima
impresa per quanto concerne fatturato, dipendenti, salari e
utile netto nél 1962, mentre nel 1964 tale preminenza è rilevabile soprattutto in termini di utili, netti e lordi. Per
tutto il campione, negli stessi anni, è visibile anche se
non in modo spiccato, una mag~iore concentrazione calcolate
sull'utile, netto e lordo, e quindi una preminenza delle
aziende maggiori in questo senso.
Nel 1967 e 1969, le variabili fatturato, effettivi, massa sa
lariale e capitali propri, mostrano livelli di concentrazione del tutto simili, inferiori a quelli delle variabili inve
stimenti, utile lordo e netto. Per queste ultime tre variabi
li possiamo dunque parlare di una larga preminenza delle imprese più grandi in questi anni; la maggiore concentrazione
nelle variabili massa salariale ed effettivi rispetto al fa!
turato, che abbiamo notato osservando gli altri indici di con
centrazione, è anche evidente, ma in una n,isura molto ridotta.
Nel 1970 la situazione appare maggiormente diversificata, anche se ripropone la struttura dei due anni appena analizzati.
Sufficientemente omogeneo l'andamento delle curve relative a
fatturato, effettivi, massa salariale; un poco più elevata la
curva dei capitali propri (ad indicare un ampio processo di
fusioni operate dalle imprese maggiori) e molto elevata la
curva degli investimenti (che indica un profondo processo di
rinnovamento tecnologico operato dalle imprese maggiori, anche in concomitanza col processo di concentrazione finanziaria). Poco significativo l'andamento delle curve di utile net
to e cash-flow, dato il limitato numero di osservazioni, speci~ per la prima variabile.
-53_-
La tavola 18 presenta una sintesi degli andamenti che abbiamo descritto, attraverso l'indice "L medio" di ogni variabile in ciascun anno. Si nota il parallelo andamento nel tempo
delle prime tre variabili, con una progressiva prevalenza de!
la "massa salariale" ed in parte degli effettivi nella secon
da metà del periodo, ad indicare una maggiore quota di valore
aggiunto per unità di prodotto nelle grandi imprese, e, negli
ultimi anni, maggiori saggi salariali medi. La variabile "capitali propri" segue direttamente l'andamento del fatturato,
mentre il "cash-flow" e gli "investimenti lordi" mostrano livelli dell'indice sempre molto alti, in relazione al maggior
livello di capitalizzazione delle imprese maggiori, e ai loro
maggiori margini di profitto lordo.
4.1.6. - Conclusioni.
Nel corso del periodo 1962/1970 si è assistito, in conclusione, ad un accentuato processo di concentrazione, che si è mani
festato nel progressivo aumento della quota di mercato detenuta dalle prime 30 imprese (dal 60 al 90% del totale del settore), ed in un deciso aumento, all'interno di questo gruppo, del
peso delle prime imprese e della prima in particolare. Gli anni fn cui il processo di concentrazione si è verificato in modo più accentuato sono: il 1964, nel quale tutte le imprese
del campione guadagnano posizioni, avendo risentito in modo
meno marcato rispetto alle piccole imprese, della crisi generale, e gli anni 1967 - 1968 - 1970, nei quali sono soprattu!
to le imprese leader che si impongono soprattutto attraverso
la incorporazione di importanti aziende del settore.
Insoddisfaciente appare nel periodo considerato l'andamento
degli utili netti, mentre risultano nettamente positive le di
namiche degli utili lordi (cash-flow) e degli investimenti.
Per questa variabili è stata notata, soprattutto nella secon-da metà del periodo, una chiara preminenza delle grandi impre
se. Un'altra quantità economica che ha mostrato una dinamica
vivacissima è il "capitale proprio" che, dal punto di vista
della sua distribuzione fra le imprese del campione, ha sempre mostrato una concentrazione simile del tutto a quella del
fatturato.
-54-
Un'ultima notazione che vogliamo proporre, anche se solo in
prima approssimazione, è il maggior grado di integrazione ver
ticale mostrato, dal 1964/1965 in poi, dalle prime quattro
aziende nei confronti delle aziende del campione, e di queste ultime nei confronti delle aziende più piccole. Sembra
infatti che le aziende più grandi abbiano seguito una strategia di integrazione e di elevata meccanizzazione dei processi produttivi, specializzandosi in quei prodotti per i
quali maggiori possono essere le economie di scala. La strategia delle imprese più piccole è stata al contrario quella
del decentramento verso aziende artigiane di molte parti del
la produzione, riservandosi le operazioni di assemblaggio o
di maggiore specializzazione. Questa sembra, lo ripetiamo,
una tendenza media che sarebbe·necessario verificare con indici più diretti o con una indagine ad hoc.
000000000000000
-55-
4.2.
- La concentrazione industriale nel settore degli
elettrodomestici (NICE 376)
Dimensione: Unità di attività economica
Passiamo ora ad analizzare il settore degli elettrodomestici,
considerando, per le imprese presenti anche in altri settori,
solo la quota di fatturato-effettivi-massa salariale imputabile al settore in esame. Costituendo questo settore circa
l'BO% del settore globale precedentemente considerato (NICE
375+376), i risultati saranno in larga misura simili ai pre
cedenti: cercheremo perciò di evidenziare solo i punti di
divergenza o di maggior rilievo.
4.2.1. - I dati globali di settore e del campione.
Nelle tavole 19 e 20 sono mostrati i dati globali rispettiva
mente del settore e del campione. Gli andamenti sono del tut
to simili a quelli del settore precedentemente analizzato
(che d'ora in poi sarà indicato come "elettromeccanico"); la
sola differenza riguarda gli andamenti, più dinamici, del se!
tore nel suo complesso. Molto più elevato rispetto al caso
precedente il livello di concentrazione, misurato dalla quota
occupata dal campione sul totale di settore, soprattutto nei
primi anni del decennio: esso passa dall'84 al 94% dal 1962
al 1970, con una progressione rapida fino al 1964/1965, un
massimo nel 1968 e una leggera diminuzione negli ultimi due
anni.
4.2.2. - Gli indici calcolati sul totale di settore.
Gli indici calcolati sul totale della distribuzione delle imprese (V, H, E,) 1 anche in questo caso aggiungono ulteriori
informazioni in merito al processo di concentrazione: essi
confermano l'aumento nei primi anni.del periodo, ma aggiungono in modo molto evidente gli anni 1968 e 1970: in questi anni~ evidentemente, il processo di concentrazione ha coinvolto
solo le imprese appartenenti al campione, portando in evidenza le maggiori ma non influenzando i rapporti di forza con la
fascia di imprese escluse dal campione.
-56-
•
Anche in questo caso sono maggior1 1n tutti gli anni gli indici calcolati sugli occupati, a dimostrazione di una maggio
re integrazione verticale delle imprese maggiori .
4.2.3. - Le "Concentration Ratios"
Le percentuali occupate dalle successive classi di imprese
(tavola 22) forniscono ulteriori informazioni. Innanzitutto
il più elevato livello di concentrazione rilevato per il
campione nel suo complesso rispetto al settore "elettromeccanico", è ampiamente da attribuirsi alla posizione preminen
te delle primissime imprese. In secondo luogo, alle stesse
imprese (prime 4) è da attribuire per la sua totalità l'aumento della concentrazione, che in tutte le variabili si rileva, negli anni 1968 e 1970. Per quanto concerne al contrario i primi anni, gli aumenti della concentrazione dipendono
da un movimento più generale, che in ogni modo non interessa
un numero di imprese superiore alle prime 10.
L'osservazione comparata delle diverse variabili, conferma
l'ipotesi della maggiore integrazione verticale delle impre
se più grandi, e restringe il numero di queste ultime alle
prime 4.
4.2.4. - Il sistema di indici di equilibrio dinamicq oligopolistico di Linda.
Analizziamo ora i grafici 23/25, nei quali è sintetizzato
l'andamento delle curve Linda strutturali. Per quanto concerne il fatturato, la posizione della prima impresa relati
vamente a quelle che seguono, appare molto forte negli anni
estremi del periodo. Negli anni intermedi si viene formando
un gruppo abbastanza omogeneo di circa 10-12 imprese, che
accentua la sua distanza dalle imprese che seguono, e che,
al suo interno, non mostra nel tempo grosse ~tture. Per
questa ragione. almeno per gli anni 1962 - 1964 - 1967, le
diverse curve sono in larga parte coincidenti e non evidenziano, fino ad una ipotesi di n pari a 10-15, un aumento
-57-
della concentrazione industriale (il fenomeno è visibile per
tutte le tre variabili). La curva relativa al 1969 (anno in
cui la prima impresa vede diminuire il suo peso nei confronti delle più dirette concorrenti) segue per un buon tratto
questa stessa logica, mentre per n superiore a 8 rivela già
il forte aumento della concentrazione che si avrà nel 1970.
Negli ultimi tre anni del periodo considerato 1968 - 1969 e
1970 la curNa L tocca il punto di minimo in corrispondenza
delle prime 8 imprese: a questo numero si è ridotto negli ul
timi anni il gruppo iniziale sufficientemente omogeneo di im
prese. In questi tre anni possiamo affermare che si è verifi
cato un rilevante aumento della concentrazione.
Osservando in ciascun anno i rapporti intercorrenti fra le
diverse variabili (tavole 26/30), notiamo in tutti gli anni
una larga coincidenza delle curve calcolate sugli effettivi
e sulla massa salariale: non è quindi dimostrabile per il
settore un maggiore tasso di remunerazione del lavoro nelle
aziende maggiori. La curva relativa al fatturat~risulta in
genere coincidente con le due precedenti per n =
4, e inferiore per n. >4: ciò conferma la differenza di struttura
e di politica di lavorazione fra le prime quattro imprese e
le altre. Il fenomeno, che si estrinseca in un minore rappor
to ufatturato per persona occupata", è poi accentuato nel
1969 e 1970 a causa delle maggiori perdite di produzione sop
portate verosimilmente dalle imprese maggiori nel corso delle dure vertenze sindacali di quegli anni.
L'indice "L medio" (tavola 31) ci indica che nel corso del
periodo 1962/1967 la concentrazione all'interno del nostro
campione non è aumentata, ma anzi i rapporti di forza fra le
diverse imprese mediamente si sono andati equilibrando in
qualche misura. Solo negli ultimi tre anni la grande dinamica economica e finanziaria delle imprese leader, e della pri
ma impresa in particolare, ha determinato un aumento spiccato della concentrazione.
4.2.5. -Conclusioni - Indicazioni sulla concentrazione in
alcuni product submarkets .
Rispetto al settore elettromeccanico nel suo complesso (ele_!
trodomestici +radio e televisori), il settore degli elettro
-~-
domestici tout-court mostra un più elevato livello di concentrazione economica, ma una inferiore dinamica della con
centrazione stessa. Fino al 1965 tale processo era determi
nato dalla elevata dinamica complessiva di tutte le imprese appartenenti al nostro campione (ed in particolare ad
un gruppo di circa 12 imprese) che aumentàvano il loro peso nel mercato dall'84 al 95%. All'interno di questo gruppo di imprese, la disparità non aumentava ma diminuiva leg
germente, anche nei successivi 1966 e 1967; solo negli ultimi anni del periodo un vasto processo di acquisizioni e
di fusioni portava in sempre maggiore evidenza le prime 8
aziende del settore e la prima azienda in modo particolare.
Oggi, il gruppo largamente dominante appare, appunto, il
gruppo Zanussi (Zanussi-Zoppas-Triplex-Stice-Becchi-Castor,
ed altre minori). Per il 1970, possiamo stimare le quote
di mercato di questo gruppo nelle diverse produzioni di base, nel modo che segue (tale quota è messa a confronto con
la stifua effettuata da Castellano sulla percentuale occupata dalla impresa maggiore negli stessi mercati nel 1962 e
1964):
1970
1962
1964
- Cucine
47%
10%
18%
- Frigoriferi
28%
35%
5~
- Lavatrici
28%
28%
41%
- Lavastoviglie
25%
- Televisori
10%
Fonte: nostre stime - Castellano: op. cit.
Nel 1971 tali percentuali sono diminuite (fuorchè per i
frigoriferi) in seguito alla profonda crisi economica (e
in parte sindacale) attraversata dal gruppo.
Per quanto concerne le prime tre imprese, possiamo stimare
l'evoluzione della loro quota di mercato nel modo che segue:
1962
1964
1970
- Frigoriferi
54%
71%
9~
- Lavatrici
63%
64%
73%
- Cucine
27%
40%
67%
- Scaldabagni elettrici
Fonte: nostre stime - Castellano: op. cit.
€~
-59-
Nel 1970, le imprese leaders nei diversi mercati sono, con
Zanussi: Merloni e Ignis per le cucine, Ignis ed Indesit per
i frigoriferi, Candy e Indesit per le lavatrici.
A grandi linee possiamo dire che il mercato, dopo le rapide
concentrazioni degli ultimi anni, appare largamente stabiliz
zato attorno agli attuali livelli.
0000000000
-60-
4.3.
- La concentrazione nel settore della costruzione
di radio-televisori-apparecchi elettro-acustici
(NICE 375) : unità di attività economica.
4.3.1. - I dati globali di settore e del campione.
Passiamo ora ad analizzare il settore della costruzione di
radio-televisori ed apparecchi elettro-acustici, senpre
nella classificazione per "unità di attività economica".
Il settore ha mostrato (tavola 32) nel periodo che consideriamo una dinamica molto scarsa della produzione, ed in
conseguenza anche della occupazione che nel 1970 risultava
essere addirittura inferiore a quella del 1962.
Interessante è stata al contrario la dinamica delle imprese
che abbiamo considerato direttamente, che hanno potuto nel
corso dei nove anni aumentare in modo rilevante la loro quo
ta, comunque misurata, sul totale del settore (dal 41 al1'85% eirca ). Tale aumento della concentrazione in un settore praticamente statico, ha determinato, o comunque si è
risolta, nell'uscita di numerose imprese, marginali e non,
dal settore.
Causa non principale, ma comunque non ultima, del fenomeno
esposto, il massiccio aumento del costo del lavoro nel periodo studiato, che ha colpito ugualmente le imprese del
campione e quelle che vi sono escluse. Solo le prime, attraverso l'ampiamente delle loro dimensioni medie, hanno potuto
far fronte a tale aumento con un aumento sensibile della pro
duttività del lavoro.
In modo abbastanza simile a quanto si è verificato nel settore degli elettrodomestici, il processo di concentrazione
(misurato qui dalla quota del campione sul totale del settore - tavola 33) si è manifestato soprattutto negli anni 1964,
in concomitanza con la crisi economica generale, e nel perio
do 1967/1970.
- 61-
4.3.2. - Gli indici calcolati sul totale di settore.
Per quanto concerne la dinamica della concentrazione, questi indici confermano i risultati precedenti. Per quanto
concerne i rapporti fra le tre variabili considerate, essi
mettono in evidenza un maggior livello di concentrazione
nella variabile "massa salariale", ad indicare indirettamente maggiori saggi medi ~i remunerazione del lavoro nelle imprese maggiori. La concentrazione misurata attraverso
gli effettivi risulta nettamente inferiore a quella misurata con la massa salariale, ma superiore a quella misurata
col fatturato; a questo proposito dobbiamo richiamare quanto detto in precedenza riguardo la maggiore integrazione
verticale delle imprese maggi6ri.
4.3.3. - Le"Concentration Ratios"
L'analisi di questi indici mette in rilievo un fenomeno interessante: in questo settore esistono delle disparità nelle dimensioni delle imprese maggiori e nei loro saggi di
crescita, molto inferiori a quelle del settore degli elettrodomestici. L'aumento della concentrazione che si è verificata negli anni che abbiamo detto, è imputabile in larga
misura a quasi tutte le aziende del campione, ed in particolare alle prime 12-15.
4.3.4. - Il sistema di indici di equilibrio dinamico oligopolistico di Linda.
In un ottica dinamica, le curve Linda strutturali (tavole
36/38) confermano quanto detto in merito alla sostanziale
omogeneità dei tassi di sviluppo delle diverse classi di
imprese appartenenti al campione. Le disparità dimensionali
esistono, ma nel tempo non si sono assolutamente accentuate;
l'unica eccezione riguarda la prima impresa, che dal 1967
in poi ha aumentato il suo peso nei confronti di tutte le
imprese residue.
- 62-
Se osserviamo (tavole 39/43) in ciascun anno i rapporti fra
le curve strutturali relative alle tre variabili, notiamo
come solo per la prima impresa la curva del fatturato sia
superiore alle altre, ad indicare una maggiore produttività
del lavoro nell'impresa leader; per tutte le altre imprese
del campione e per tutti gli anni vale quanto detto al punto 4. 3. 2 ..
Gli indici L medi (tavola 44) confermano che in media la
concentrazione all'interno del nostro campione non è aumentata nel tempo. E' questo dunque un tipico caso in cui gli
indici calcolati solo sulle imprese appartenenti al campione sottostimano il livello e la dinamica reale della concentrazione industriale.
4.3.5. - Conclusioni
Nel periodo analizzato il settore ha mostrato una dinamica
molto scarsa che, in concomitanza col sensibile sviluppo
delle imprese maggiori, ha determinato l'uscita di molte
imprese dal mercato.
La concentrazione industriale è aumentata in modo marcato
negli anni 1964 e 1967/1970 come effetto del buon andamento di tutte le imprese del campione; all'interno del campione tuttavia nel tempo si sono mantenuti all'incirca gli
stessi rapporti di forza, se escludiamo una certa maggiore
vivacità (e produttività) della prima azienda.
In prima approssimazione, abbiamo altres~ rilevato maggiori saggi salariali ed una maggiore integrazione verticale
nelle imprese maggiori.
00000000000
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