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in questo numero
RomaLive Pubblicazione mensile
ANNO 3 n° 6 - luglio 2007
registrazione tribunale di Roma
110/2005 del 24/03/2005
Editore:
Sergio Di Mambro
Direttore Responsabile:
Sergio Di Mambro
Consulenti di redazione:
Domenico Dell’Omo
Redazione:
Viale degli Eroi di Rodi n. 214
Tel. 06/5083731
Grafica:
Fabiana Falconi
Fabio Zaccaria
Stampa:
Ripoli snc
Hanno collaborato:
Valeria De Rentiis, Stefano Ursi,
Fabrizio Piciarelli, Fabio Zaccaria,
Marta Cecchini, Francesca
Colaiocco, Barbara Frascà.
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supplementi, telefonare al
numero: 380.3965716 06.5083731 oppure inviare una
mail all’indirizzo
[email protected]
editoriale - di Sergio Di Mambro
4
L’estate è arrivata
6
all’interno
6
Arriva Shrek 3,
una palude per il mio regno
10
11
Musica: una finestra sui Negramaro
11
Teatro: Associazione Culturale
Adynaton
12
14
Cucina: Acqua, farina e...
16
Santiago Calatrava: un
architetto spagnolo a Roma
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Riletture... Lo potevo fare anch’io
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Dossier Municipi Roma XVII - XVIII
30
La Regione Informa
Claudio Villa:
il “Reuccio” di Rocca Di Papa
12
Ipost: intervista al Commissario
Straordinario Giovanni Ialongo
L’agricoltura sbarca in città
Note storiche: The Smiths
16
Inchiesta:
prostituzione: che fare? (parte seconda)
Radionica: intervista all’Ing. Luciano Buono
Radionica: parlano i pazienti
Mercato Macaluso:
degrado nel quartiere Marconi
La direzione si riserva di valutare i
testi pervenuti. Il materiale non
verrà restituito.
19
Libreria Giornali e riviste Ramozzi Clara Via Bravetta, 250
Edicola Giornali di Catenacci Marco Via Silvestri alt.336
Edicola Bartolucci Adriana Via Casetta Mattei, 219
Alva di Casucci G. P.zza R. Pilo
Farmacia Benassai Viale dei Quattro Venti 73C
distribuzione
Finito di stampare nel mese di
luglio 2007
Edicola Quotidiani e riviste Alviti Armando V.le dei Quattro Venti
Edicola Migliaccio Laura Via Donna Olimpia, 218
Edicola Quattro Venti di Tortorici Giulia & C. sas Via dei
Quattro Venti, 115
Edicola Pierantoni Paolo Via Portuense, 792
Edicola Grilli Maurizio P.Donna Olimpia
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editoriale:
[ di • Sergio Di Mambro ]
Siamo arrivati alla pausa Estiva, le vacanze, il
riposo, il lasciarsi andare all’orizzonte.
In questo numero di RomaLive abbiamo
affrontato una serie di argomenti, credo utili
a riflettere anche nel periodo estivo.
Politica, cultura, cinema, cucina e tante altre
rubriche, grazie al lavoro della redazione
tutta.
Vorrei soffermarmi però su un argomento
importante e parlo del cancro.
Nei numeri precedenti ci siamo soffermati
nel parlare di varie terapie: quelle convenzionali e quelle alternative.
4:romalive
Un viaggio alla scoperta di possibili cure
definitive, ma purtroppo la medicina ufficiale offre probabilità di guarigione: approccio
chirurgico e poi principalmente quello chemioterapico.
Abbiamo scoperto speranze anche nella
terapia non convenzionale e ci siamo soffermati su due aspetti: la teoria scientifica assolutamente rivoluzionaria e le testimonianze
dei pazienti.
Informare vuol dire anche essere utili al prossimo, ci stiamo provando, spesso andando
controcorrente.
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Shrek 3
Arriva
“
Una palude per il mio Regno
utti pronti per la terza uscita nelle sale cinematografiche di Shrek, l’orco tenero e
buffo tanto amato da grandi e piccini,
un successo internazionale dalle proporzioni smisurate. Shrek 3 è la naturale evoluzione della vita
di questo personaggio e del suo sviluppo da adulto che deve fare i conti con una nuova realtà:
diventare contemporaneamente re e padre. In
questa serie, Shrek si circonda di nuovi amici e
scopre un nuovo modo di vedere la vita: deve imparare a credere in se stesso e ad assumersi nuove
responsabilità, in lotta con la sua dignità perché
ha paura di essere re e padre.
Il film, diretto da Chris Miller, ha subìto non solo un’evoluzione caratteriale dei personaggi e
della narrazione, ma anche un’evoluzione creativa e tecnologica grazie al lavoro meticoloso e
ambizioso della DreamworksAnimation, che
ha saputo produrre particolari nuances fisiche di
alcuni personaggi, accentuandone l’espressività
delle emozioni, e creare in maniera impeccabile
e straordinaria ambienti e prospettive, incantesimi e paesaggi, dando la sensazione della realtà
e del realismo dei personaggi. A rendere Shrek 3
davvero speciale, anche le musiche scelte, un assortimento non indifferente di canzoni rock classiche
e colonne sonore composte appositamente per
rappresentare alcune scene e particolari stati d’animo dei personaggi, grazie all’abilità del compositore
Harry Gregson-Williams che definisce l’ultima serie ironica e in alcuni punti decisamente sovversiva.
La storia è di Andrei Adamson, i talenti vocali di
Mike Myers (Shrek), Cameron Diaz (Fiona), Eddy
Murphy (Ciuchino), Antonio Banderas (il gatto),
il giovane Artù (Justin Timberlake), ecc.; alcuni di
questi artisti, attori, registi, cantanti e produttori, erano presenti alla conferenza stampa tenutasi
T
6:romalive
[ di • Marta Cecchini ]
nell’Hotel Hassler di Trinità dei Monti (Roma) per
presentare il film Shrek 3 che sarà proiettato al
cinema dal 31 Agosto.
Come avete seguito l’evoluzione del personaggio? Vi piace come si è evoluta la
storia?
Cameron Diaz: “Amo molto Shrek e i personaggi di Shrek 3 e come si è evoluta la storia.
Per realizzare questo film, abbiamo dato il meglio al fine di produrre un film migliore sotto
diversi aspetti: è meraviglioso essere parte di
questa grande famiglia”.
Antonio Banderas: “Nella realizzazione di Shrek
3 si è cercato di essere più ambiziosi, sia per
quanto riguarda la tecnologia, la creatività ecc.
e sia per la passione che si mette: il mio personaggio, il gatto, sembra essere apparentemente
molto piccolo, ma in realtà nella storia si capi-
”
sce che è un personaggio sorprendente, un
grande personaggio, anche manipolatore. Il film
è fonte di grande umorismo e di una forte affermazione culturale”.
Justin Timberlake: “Sono d’accordo sul fatto che
essere parte di questo film significa essere parte
di una famiglia straordinaria, con personaggi altrettanto straordinari. Io ho cercato di tenere il
passo, sviluppando al meglio il mio personaggio:
un adolescente reale con i suoi spigoli e i suoi
sbalzi d’umore, stravolto da una tempesta ormonale, un ragazzo alla scoperta della vita”.
A proposito di quanto affermava Banderas
sull’elevato livello del film, tecnologico e
culturale, oggi il tono dei cartoni animati
si è fatto sempre più adulto, un tono quasi cinico oltre che irriverente, quasi un film
più adatto ai genitori che ai figli, non crede?
Jeffrey Katzenberg: “Fin dall’inizio, abbiamo
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cercato di creare uno sviluppo narrativo diverso dal solito cartone animato tradizionale,
abbiamo puntato su un film che sia divertente
ma al contempo complesso e sofisticato, con
personaggi satirici, irriverenti, che trasmettono
fascino anche verso il mondo degli adulti”.
Justin Timberlake: “Sì, sono d’accordo. Credo
che Shrek abbia conquistato il mondo degli
adulti e il mondo dei ragazzi contemporaneamente… è questo che ha attratto anche me! È
un film divertente per tutti!”.
Cosa ha trovato più difficile, essere un attore oppure un attore doppiatore di un
cartone animato?
Antonio Banderas: “Io ho doppiato la versione
in spagnolo e in italiano, e nell’interpretare le battute devi stare molto attento anche al movimento
labiale, per essere il più fedele possibile al testo
originale. Si interpretano le battute in maniera diversa per dare maggiori possibilità al doppiaggio.
Si ha comunque una grande libertà di fronte al
microfono, diversamente da quando invece si è
di fronte a una telecamera. Io mi baso su quello
che mi viene dato, ma per lo spagnolo, ad esempio, è più difficile perché è una lingua con molte
nuances… e allora mi concentro nel dare un accento Andaluso che risulta essere più simpatico…
è molto divertente calarsi nel personaggio e cercare di parlare al suo posto!”.
Riguardo la versione italiana, cosa hai provato nel vedere sullo schermo un altro
personaggio, quello dei cartoni, parlare con
la tua voce?
Antonio Banderas: “Credo di avere in parte già
risposto alla domanda: ho cercato di attenermi
il più possibile al testo italiano, introducendo
poche modifiche… ci vuole una grande esperienza per doppiare in diverse lingue! Quando
guarderò questo personaggio, vedrò come sono riuscito a rapportarmi a lui, sotto diversi
aspetti. La storia è la stessa, il centro è lo stesso, un team creativo che collabora affinché il
finale sia un unicum”.
Justin Timberlake: “La mia reazione è stata:
Oddio sono parte di Shrek! E per questo mi sono sentito onorato e felice!”.
Cameron Diaz, tu che hai doppiato Fiona,
un personaggio simbolo, diverso dalle principesse belle e magrissime che noi siamo
abituati a vedere, cosa ci puoi dire di lei?
Cameron Diaz: “È questo il segreto del personaggio di Fiona: noi siamo abituati a vedere
questi personaggi famosi bellissimi e statici.
Credo che l’esperienza di Fiona sia un esempio
per tutti. Fiona insegna ad essere pro-attive nella vita, a reagire per primi, a credere nell’amore
e a credere che quello (nel film l’orco) sia il vero amore! È un messaggio valido sia per le donne
che per gli uomini: vi sprona ad agire! Siamo
abituati a vedere la principessa nella torre che
aspetta l’arrivo del principe azzurro… invece
Fiona insegna che non dovrebbe essere così: bisogna essere fautrici del proprio destino e degli
avvenimenti. La storia spinge le donne ad essere maggiormente reattive e più intelligenti!”.
Nella programmazione del film avete previsto l’inserimento tra le colonne sonore di
un brano cantato da Justin Timberlake?
Justin Timberlake: “Si è pensato che sia più bravo come attore che come cantante… scherzo!
Comunque ho recitato intensamente come se
avessi cantato per 10 anni di fila! Mi sono divertito molto a girare questo film!”.
Cameron Diaz: “Forse nel film non c’era bisogno di una canzone di Justin, non si è ritenuto
importante inserire i suoi brani nella programmazione del film”.
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Ci sono stati momenti buffi quando doppiavate il film? Mi rivolgo in particolare a
Cameron Diaz che ha fatto parte di un programma ambientalista, ci si sente cambiati
dentro?
Antonio Banderas: “Mi sono occupato di diverse attività benefiche fino a quando sono diventato
un personaggio pubblico. Nei film come Bordertown
oppure ne La casa degli spiriti, film che non hanno avuto molto successo paragonati ad altri, ho
sempre cercato di essere presente come attore e
come uomo perché sono film con una connota-
zione politica molto forte ed è importante per
me, come attore, interpretare film di questo tipo,
perché noi abbiamo la responsabilità di affrontare quello che avviene in alcuni posti del mondo,
come il caso delle persone che ad esempio sono
scomparse in Argentina, ecc. Noi, come attori,
dobbiamo collaborare affinché questo mondo sia
migliore”.
Cameron Diaz: “Per quanto riguarda
la mia esperienza con Trippin’ (10
episodi girati con MTV alla scoperta di posti esotici del pianeta,
allo scopo di aiutarli e preservarli), credo sia stato un progetto
veramente importante: sapere come vengono usate le
risorse nel mondo e cercare di mantenerle intatte è
un grande proposito. Se desideriamo continuare a vivere
sulla Terra, dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta,
lavorare insieme per salvare la natura del pianeta è nello stesso
tempo, anche se egoisticamente,
salvare noi stessi e la vita che ci
piace condurre, è un impegno essenziale per noi tutti, prioritario.
Vi racconto adesso un aned-
doto divertente mentre eravamo in sala doppiaggio: la mia équipe mi ha fatto doppiare
alcune scene vestita come una geisha, portando in studio candele, una coppa di macedonia
e un lenzuolo!”.
Cosa ha provato Fiona quando ha scoperto che il doppiatore di Artù era il suo ex
fidanzato?
“Posso dire che è sicuramente una buona new
entry in Shrek!”.
Sig. Miller, che effetto le fa sapere che Lei sarà presente con Shrek nelle prossime generazioni
di bambini, al di sopra della Walt Disney?
“Un’impressione sicuramente positiva che mi
rende orgoglioso di Shrek. Un film divertente e
che spezza un po’ la tradizione del passato, ecco perché resterà impresso nella mente di tutti.
Riprendo un po’ quello che ha detto precedentemente Cameron Diaz su Fiona: la principessa
che non aspetta più l’arrivo del principe che la
porterà via sul suo cavallo bianco, una donna reattiva, vincente, che prende in mano
la sua vita, reagendo in prima persona”.
Con che criterio sono stati scelti i brani per la colonna sonora del film?
Per esempio avete scelto il brano dei Wings come sottofondo
del funerale del Re, giusto?
Aron Warner: “La scelta della
musica varia di scena in scena:
ascoltiamo prima pezzo per
pezzo per vedere se si adatta
alla scena, ma capita anche che
non riusciamo a trovare il brano
giusto, quindi a volte scriviamo dei pezzi appositamente per alcune scene
particolari. Ci piace anche riproporre
dei brani che abbiamo già ascoltato in
passato e che hanno fatto parte di noi
e della nostra tradizione musicale”.
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Una “finestra” sui
NEGRAMARO
[ di • Francesca Colaiocco ]
A
poche settimane dall’uscita dell’album
“La finestra”, il primo travolgente
singolo “Parlami d’amore” è già
diventato il tormentone dell’estate. Stiamo
parlando dei Negramaro, gruppo rock molto
apprezzato dal giovane pubblico e composto
da sei ragazzi originari della provincia di Lecce:
Giuliano Sangiorgi (voce e chitarra), Emanuele
Spedicato (chitarra), Ermanno Carlà (basso),
Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori) e Andrea De Rocco
(campionatore).
I Negramaro nascono nel 1999 e prendono il
nome da un vino caratteristico della loro terra
d’origine, il Salento. Due anni dopo vincono il
Tim Tour e arrivano alla finale della competizione organizzata da Mtv per la ricerca di nuovi
talenti (Brand New). Nel 2003 esce il primo
album, “Negramaro”, ma il vero e proprio
debutto avviene l’anno successivo con la pubblicazione del secondo lavoro, “000577”: uno
dei brani, “Come sempre”, viene scelto da
Alessandro D’Alatri per lo spot celebrativo del
cinquantesimo anniversario della Rai e da quel
momento comincia la loro ascesa. I mesi successivi sono caratterizzati da una serie di concerti, come quello del Primo Maggio a Roma, il
10:romalive
M.E.I. di Faenza e l’Arezzo Wave Love Festival.
Nel febbraio 2005 esce il nuovo lavoro,
“Mentre tutto scorre”, che dopo un solo anno
dalla pubblicazione è disco multiplatino.
L’album è composto da undici canzoni, tra le
quali spiccano la cover de “L’immensità”, storico successo di Don Backy, e la struggente “Solo
per te”, accompagnata dalla straordinaria
tromba di Paolo Fresu. Con il brano “Mentre
tutto scorre” i Negramaro partecipano alla
55esima edizione del Festival di Sanremo, conquistando il Premio della Critica Radio & Tv. Lo
stesso singolo, insieme ad altre 7 canzoni, viene
scelto da Alessandro D’Alatri per la colonna
sonora del film “La febbre”, mentre il videoclip
di “Estate”, secondo estratto di “Mentre tutto
scorre”, è realizzato da Silvio Muccino: l’ambientazione è Porto Cesareo, nel Salento, e
simboleggia un ritorno alle origini del gruppo
rock pugliese. Il fortunato anno si conclude
con una serie di riconoscimenti, tra cui la vittoria del “Premio Rivelazione” al Festivalbar
2005, l’esibizione del 17 settembre all’Mtv Day
di Bologna davanti a un pubblico di ottantamila persone e il “Premio Mia Martini” come
gruppo rivelazione dell’anno. I Negramaro
continuano a segnare un successo dopo l’altro:
il terzo singolo “Solo3minuti” entra stabilmen-
te nella top ten delle radio, agli Mtv Europe
Music Awards 2005 ricevono il premio come
“Best Italian Act”, e al Festivalbar 2006 come
“Miglior Performance”. Sempre nel 2006
viene pubblicata l’edizione limitata di “Mentre
tutto scorre”, che comprende il dvd dell’esibizione all’Mtv Day dell’anno precedente.
“La finestra”, ultima creazione del gruppo, è
una raccolta di quattordici canzoni dalle sonorità rock, melodiche ed elettroniche, che indagano il disagio sociale e personale senza essere mai troppo esplicite. Romantiche e malinconiche sono “L’immenso”, “Quel posto che
non c’è”, “Una volta tanto (canzone per me)”
e “Un passo indietro”, che si alternano a canzoni decisamente movimentate come “La distrazione”, “Giuliano poi sta male” e “Via le
mani dagli occhi”. L’attesissimo tour 2007 è
partito lo scorso 24 giugno dalla città di
Cuneo. Tra le prossime date ricordiamo l’8
luglio al Teatro Antico di Taormina, il 12
all’Arena Flegrea di Napoli, il 14 all’Area
Magna Grecia di Catanzaro, il 18 presso Villa
Fidelia a Spello (Perugia), il 23 all’Arena di
Verona, il 31 luglio al Castello di Barletta, il 7
agosto all’Anfiteatro Romano di Cagliari, il 14
alla Fortezza di Siena e per finire il 16 agosto
presso le Cave del Duca a Lecce.
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Claudio Villa
il “Reuccio” di Rocca Di Papa
[ di • Rossana Bartolozzi ]
Il 2 giugno, nel cimitero di Rocca di Papa, è
stato inaugurato un murale sulla tomba di
Claudio Villa in occasione del ventennale
della sua morte. Il cantante, soprannominato
“il Reuccio” dominò incontrastato il palcoscenico della canzone italiana e ancor oggi
non è stato dimenticato, né dai suoi fans né
dalla cittadinanza di Rocca di Papa, a cui lui
diede lustro e onore.
Nel lontano 1971 Claudio Villa, sollecitato da
Nino Bixio, suo amico, decise di stabilirsi nell'amena cittadina, attratto dal luogo salubre,
dal verde e, come dice il sindaco Pasquale
Boccia, dalla sua bellezza.
Oggi nella casa del cantante vive la moglie
Patrizia con le due figlie, mentre la villa non
lontana, che apparteneva a Nino Bixio, sarà
presto trasformata in una Fondazione, centro
di studi e di cultura.
Il murale, completamente monocromo con
vaghi richiami al giallo, è stato realizzato grazie all'amministrazione comunale, il progetto è
stato elaborato su un'idea di Donatella Paone,
presidentessa dell'associazione Nuova Iride ed
è stato realizzato dalle artiste Nevia e Milena
Pazzaglini.
Rappresenta il cantante seduto su un binario,
con chiara allusione alla canzone che lui com-
pose nel 1971, Binario, che insieme a
Granada è diventata un cult. Accanto, con
realistica precisione è raffigurata la sua famosa Guzzi, e più lontano Rocca di Papa e la
prima stazione della funivia che andava ad
acqua, scomparsa come la seconda.
Durante la cerimonia di inaugurazione la
moglie Patrizia, commemorando il marito,
diceva come lui avesse un carattere irruente,
che diceva sempre quello che pensava, quando improvvisamente una capricciosa folata di
vento scoprì in parte il dipinto, lasciando
attoniti tutti i presenti, Forse “il Reuccio” era
lì e voleva segnalare la sua presenza.
Associazione Culturale Adynaton
[ di • Barbara Frascà ]
L’Associazione Culturale Adynaton è stata
fondata nel 2001 da Giorgio Spaziani ed
Emanuela Giovannini e si occupa prevalentemente di formazione e pedagogia attraverso
il teatro, coltivando la creazione di momenti
di aggregazione. Quest’associazione è stata
fondata grazie all’esperienza e all’impegno
umano e professionale che i due soci hanno
maturato nel corso del tempo. Ci si riferisce
al lavoro svolto dal 1996 al 1998 presso
l’Istituto Penitenziario Rebibbia di Roma,
Sezione Femminile, che ha portato alla realiz-
zazione di alcuni spettacoli diretti da Giorgio
Spaziani; al Laboratorio Teatrale tenuto nel
1999 presso il Carcere Giudiziario “Regina
Coeli” di Roma, conclusosi con un allestimento teatrale sempre diretto da Giorgio
Spaziani; e all’attività svolta, dal 1998 a tutt’oggi, presso il Carcere Minorile “Casal del
Marmo” di Roma, concretizzatasi anche questa nella messa in scena di vari spettacoli promossi e patrocinati dal Ministero della Giustizia
e dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e
Architettonici di Roma. Per l’attività a Casal del
Marmo l’Associazione ha ricevuto, in questi ultimi due anni, finanziamenti dalla Provincia di
Roma, Dipartimento Servizi Sociali e Politiche
per la Famiglia, ed è stata sostenuta dal Ministero della Giustizia Minorile e Direzione
Generale Personale e Formazione.
Nel 2005 ha esteso la propria attività con i
minori in condizione di disagio sociale all’esterno, attivando il Laboratorio In Libertà
rivolto a ragazzi italiani e stranieri coinvolti in
procedimenti penali e ospiti di Case Famiglia e
Comunità di accoglienza.
Il 13 giugno 2007, alle ore 17.30, presso il
Teatro Ghione di via delle Fornaci 37 a Roma,
i Ragazzi dell’Istituto penale per i minorenni
Casal del Marmo di Roma, insieme ai compagni in libertà, sono stati protagonisti dello
spettacolo teatrale “Vox Populi”, a cura di
Emanuela Giovannini e Giorgio Spaziani. Sono
andate in scena storie di personaggi resi già
grandi dalla letteratura teatrale, ma anche storie personali dei ragazzi, monologhi ed improvvisazioni.
Il Laboratorio Teatrale a Casal del Marmo è
sempre stato un laboratorio di creatività e di
libera espressione del pensiero. “Il carcere è
una realtà separata – dicono Giorgio Spaziani
ed Emanuela Giovannini –, ma noi cerchiamo
di divulgarla il più possibile”. Ecco allora che “il
teatro diviene la via per entrare in contatto con
loro”. Il teatro sia per comunicare quello che si
ha dentro, sia per cercare di andare al di fuori
della realtà in cui si vive, soprattutto se questa
realtà è una galera.
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Acqua, farina e...
[ di • Valeria de Rentiis ]
Siamo ormai entrati nel tipico caldo estivo e
l’appetito è diminuito. La voglia d’accendere i
fornelli è andata in vacanza. Che ne dite allora
di uno spuntino, che funge anche da antipasto
nelle cene con gli amici? Ve ne proponiamo 2 e
…buon appetito!
Involtini di pane al formaggio con rucola
P
rivate della crosta i formaggi e dividete ciascuno in 12 bastoncini di 1 cm di
spessore circa. Tagliate il pane in 3 lun-
ingredienti: (Per 4 persone)
• 150 gr Gruyere
• 150 gr pecorino
• 4 fette di pane per tramezzini
• rucola
• 12 pomodorini ciliegia
• 1 spicchio d'aglio
• 5 cucchiai olio extravergine
• 20 gr di pinoli
• peperoncino
• sale
ghe strisce, larghe un po' più di due dita.
Lavate bene le foglie di 2 mazzetti di rucola e
i pomodorini. Distribuite su ogni strisciolina di
pane 1 foglia di rucola e un pezzetto di formaggio e arrotolate le striscioline ad involtino.
Spellate l'aglio. Riunite nel mixer la rucola
rimasta, l'olio, 2 cucchiai d'acqua, i pinoli, l'aglio, un pizzico di peperoncino e il sale.
Frullate fino ad ottenere una salsa fluida e cremosa. Sistemate gli involtini su un piatto e
decorate a piacere con foglie di rucola e
pomodorini tagliati a spicchi. Servite gli involtini con la salsina, in una ciotola a parte.
Mozzarelle farcite
D
ividete a metà la mozzarella e scavatene la polpa con un cucchiaio.
Tritatela. Tagliate in 4 un pomodoro
ed eliminate i semi. Tritatelo.
In una ciotola raccogliete la polpa di mozzarella, il pomodoro tritato, i capperi, i fiocchi di
latte, abbondante basilico spezzettato e qual-
che filo di erba cipollina tagliuzzato. Condite
con olio, sale e pepe nero. Mescolate bene.
Riempite con il composto i gusci di mozzarella e teneteli in fresco per mezz'ora.
Al momento di servire, tagliate a spicchi il
pomodoro e distribuitelo sulla superficie della
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ingredienti: (Per 4 persone)
• 1 mozzarella di bufala grande
• 2 pomodori maturi e sodi
• 1 cucchiaio di capperi
• 1 vaschetta di fiocchi di latte
• erba cipollina
• 1 mazzetto di basilico
• olio extravergine di oliva
• sale
• pepe nero in grani
mozzarella. Appoggiate su foglie di lattuga e
servite.
Un consiglio: le mozzarelle di bufala migliorano se si immergono per 5 minuti in acqua
calda lasciandole nel loro involucro.
In alternativa:
Per una cena in
piedi
preparate
delle coppette con
piccole mozzarelle
tagliate a metà.
Scavatene la polpa, raccoglietela in una insalatiera e mescolatevi 1
uovo sodo tritato, 1 pomodoro tritato, 1
cucchiaio di capperi, 1 cucchiaio di tonno tritato, 2 cucchiai di maionese, 2 cucchiai di
panna densa, sale e pepe. Riempite le coppette di mozzarella con il composto, decorate con foglioline di basilico fresco.
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Ipost:
Intervista al Commissario Straordinario
Giovanni Ialongo
] a cura di Marta Cecchini [
Siamo nella sede dell’Ipost, all’Eur (XII
Municipio), in presenza del presidente
dell’ipost, Giovanni Ialongo, anzi da quest’anno Commissario Straordinario, dico
bene?
“Sì, in effetti da Novembre, con decreto
del Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo
Gentiloni, sono stato nominato Commissario
Straordinario. Nella continuità dopo 9 anni da presidente dell’Istituto Postelegrafonici”.
Negli anni precedenti abbiamo seguito un
po’ l’attività svolta dall’Ipost, possiamo
definire quest’Istituto l’eccellenza nel settore dell’erogazione previdenziale? Ci vuole
parlare di come siete riusciti a raggiungere questo livello?
“Sì, prima però, mi consenta di rivolgere
a lei e ai suoi collaboratori un apprezzamento particolare perché seguite, da molto
tempo, e con molta attenzione, l’erogazione dei nostri servizi e per l’impegno che
avete sempre profuso nell’informare, comunicando le attività e i servizi che eroghiamo
ai nostri utenti, non solo nell’ambito di
questa circoscrizione, ma di tutto il territorio nazionale.
I servizi che noi offriamo sono la previdenza, l’assistenza, la mutualità e il credito.
Dopo alcuni anni di rodaggio per una crescente puntualizzazione della macchina
organizzativa del nostro ente, siamo riusciti ad offrire i servizi in modo eccellente,
sia per quanto riguarda la previdenza, pagando la pensione in tempo reale senza
interruzione tra la busta paga di poste italiane al dipendente e il rateo di pensione
dell’ipost al neopensionato, sia per quanto riguarda l’assistenza che è stata rimodellata,
per dare la possibilità anche ai pensionati di usufruire dei vari benefici.
Ecco le nostre iniziative: abbiamo fatto
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una convenzione con l’Opera Romana
Pellegrinaggi, una convenzione che consente ai nostri pensionati un soggiorno
nei mesi di maggio, giugno e luglio, in
una bellissima località toscana, dove possono trascorrere 15 giorni non solo di
riposo, ma anche seguendo le attività culturali che questa iniziativa consente.
Per quanto concerne il credito, lo abbiamo aggiornato: siamo ora in condizione
di poter erogare il prestito a tutti i dipendenti che lo chiedono anche on line,
accelerando i tempi tra la richiesta e l’erogazione, circa 10 – 15 giorni.
Per quanto riguarda i pensionati, ci siamo fatti carico di stabilire una convenzione
con un primario Istituto bancario per consentire anche a loro di ottenere prestiti
tramite la cessione del quinto del rateo
pensionistico.
Tutti questi risultati sono stati raggiunti
grazie all’impegno costante delle organizzazioni sindacali e di tutti i lavoratori
dell’Ente che ho l’onore e l’onere di presiedere, con la carica di Commissario
Straordinario.
A che punto è la realizzazione del vostro sogno di avere una sede tutta vostra?
“In effetti noi qui siamo ospiti di Poste
Italiane, anche se graditi dalla società.
Speriamo di realizzare il sogno di riportare i nostri lavoratori presso la propria
casa come l’ho definita nel corso della
convention dei 50 anni dell’ente; la propria casa, perché una parte dei lavoratori
dell’ipost prestavano già la loro attività
nel complesso di nostra proprietà in via
Carlo Spinola.
Abbiamo fatto un accordo di programma
con il sindaco Veltroni: al comune noi abbiamo ceduto un immobile ad uso scolastico,
dove c’è la Scuola Alonzi, il Comune ha
concesso all’Ipost la possibilità di costruire su un terreno di nostra proprietà.
È partito da poco un concorso per il mi-
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glior progetto edilizio. Ci auguriamo che
parteciperanno qualificati professionisti
che presenteranno idee e progetti per la
costruzione della nuova sede che sarà costruita in via Cristoforo Colombo, a ridosso
del complesso di Spinola.
Ora c’è un nuovo governo che ha portato innovazioni, cambiamenti e proposte,
una delle quali riguarda l’organizzazione del sistema pensionistico e anche
degli enti previdenziali: si parla di un
unico Ente previdenziale. Presidente
Ialongo, basandosi sulla sua esperienza e sul ricercare Know how al servizio
dei cittadini, cosa pensa di questa proposta?
“Inizierà nei prossimi giorni il confronto
tra il governo e le organizzazioni sindacali previsto dal memorandum sottoscritto
già alla fine dell’anno scorso tra le due
parti, per la ricerca di un nuovo modello
strutturale che dovrà gestire la previdenza del nostro paese.
Attraverso l’accorpamento di tutti gli enti in un unico organismo, il governo mira
ad ottenere notevoli risparmi di gestione.
A tal proposito nutro seri dubbi che si
possa raggiungere tale obiettivo.
Temo infatti che eventuali risparmi possano andare a scapito della funzionalità
e della qualità dei servizi, anche se condivido la politica del governo di riduzione
della spesa pubblica.
Partecipiamo a questo dibattito convinti
che l’esecutivo e le forze sociali sapranno ben rappresentare queste esigenze e
questi orientamenti. Per quanto riguarda
il nostro Ente, stiamo verificando una soluzione alternativa.
Attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali, dei lavoratori delle Poste
e dei lavoratori dell’Ipost, che ho incontrato recentemente e in seguito ad una
verifica con l’On. Gentiloni e con i rap-
presentanti delle Poste Italiane, soprattutto nella persona dell’Amministratore
delegato Massimo Sarmi, stiamo valutando la possibilità di trasformare l’Ipost da
ente di diritto pubblico non economico
ad una fondazione di natura privatistica.
A tal proposito abbiamo riscontrato consensi e abbiamo affidato a dei giuristi lo
studio di fattibilità che permetterebbe di
salvaguardare l’integrità del nostro Ente.
Presidente, vuole lanciare un messaggio in occasione del prossimo Forum
della Pubblica amministrazione?
“Diamo appuntamento a tutti gli utenti e
ai cittadini di questo quartiere, confermando non solo la partecipazione attraverso
un nostro stand, nell’ambito del Forum
presso la nuova fiera di Roma, ma ricordando che, il giorno 22 maggio alle ore
11, alla presenza del Ministro delle
Comunicazioni, l’On. Paolo Gentiloni, presenteremo un nostro progetto innovativo,
sempre in direzione del miglioramento della qualità dei servizi: un pallino fisso che
ha contraddistinto la mia gestione, fin dal
1997: consentire ai nostri utenti di avere servizi efficienti ed efficaci”.
L’intervista è stata realizzata da Sergio Di
Mambro per la trasmissione televisiva
RomaLive.
In foto: il Commissario Straordinario dell'Ipost
Giovanni Ialongo
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romalive
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Santiago Calatrava
Un architetto spagnolo a Roma
[ di • Francesca Colaiocco ]
D
al 4 luglio al 2 settembre, le Scuderie
del Quirinale presentano la mostra
“Santiago Calatrava dalle forme all’architettura”, curata da Tomàs Llorens e dedicata
al complesso lavoro dell’architetto spagnolo. Le
sue opere sono ispirate alla ricerca di modalità
espressive originali, con una grande attenzione
per le scienze esatte e l’ingegneria e la valorizzazione della plasticità e dell’estetica delle forme.
Protagonisti delle creazioni di Santiago Calatrava,
nato a Valencia nel 1951, sono il disegno, l’architettura e la scultura. Quest’ultima è basata sul
concetto di flusso e di movimento, tratto distintivo della sua opera, e prende vita dai materiali
più disparati: dal marmo di Carrara all’ebano, dal
granito all’argento. Laureato in architettura nel
1973, Calatrava vince il concorso per il progetto
della stazione di Stadelhofen (Zurigo), nella quale è possibile osservare la ricorrente combinazione
tra cemento armato e acciaio. Calcolo e conoscenza tecnica rappresentano per lui l’approfondimento
di una vocazione che è principalmente artistica:
la scultura è il punto di partenza, l’ingegneria
16:romalive
“l’arte del possibile” e l’architettura una necessaria conseguenza. Nella scultura “Torus” del
1985, i due cubi poggiati asimmetricamente sulle punte dei coni sono volumi sospesi nello spazio
che formano una composizione staticamente
controllata ma allo stesso tempo lontana da ogni
astratta razionalità. La concezione di “Torus” la
ritroviamo in creazioni come l’aeroporto di Bilbao,
con quel guscio che partendo da terra prende
slancio nell’aria, o nelle due ali spalancate della
stazione di Lione. Per Calatrava la perfezione della forma è rappresentata dal movimento, anche
solo virtuale. Le opere in esposizione a Roma ricostruiscono un percorso creativo che testimonia
il suo amore per il Rinascimento italiano, caratterizzato dalla ricerca di modalità espressive
differenti. È così che l’architetto spagnolo incarna la sintesi tra moderno e antico, dove il suo
essere decisamente contemporaneo si fonde con
forme e temi culturali radicati nel passato.
L’esposizione è introdotta dal video “Movimiento”,
a testimonianza di quel processo creativo che
parte da un’idea e arriva a compimento nella realizzazione di un progetto concreto.
Per tutto il periodo della mostra, la terrazza delle Scuderie del Quirinale ospiterà una rassegna
cinematografica curata da David Greco e incentrata sul tema del segno architettonico: sedici
grandi film che hanno come protagonista la forma della città, reale o immaginaria.
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Riletture...
Francesco Bonami, Lo potevo fare anch’io, Mondadori
[ di • Fabio Zaccaria ]
L’arte Contemporanea può a volte essere davvero ostica e dura da digerire, essendo sempre
più spesso basata sul paradosso, configurandosi sempre più come esperienza estetica che
fruzione del “bello”. A quanti sarà capitato di
osservare alcune opere ed esclamare “Questo
potevo farlo anch’io...”, ebbene, Francesco
Bonami, uno dei più autorevoli critici e curato-
ri di arte contemporanea al mondo, cerca in
questo libro di spiegare perché non è esattamente così, perché non potevamo farlo anche
noi. “Un libro scritto pensando non agli addetti, ma ai distratti ai lavori [...] una collezione di
possibili errori, di giudizi personali e magari a
volte di semplici descrizioni della realtà”, come
scrive lo stesso autore rispettivamente in apertura e in chiusura del testo. Si tratta in fondo
di una piccola guida per godersi l’arte senza
troppe ansie intellettuali, ricordando come
essa sia, nel concreto, una cosa profondamente umana, che richiede una determinata disposizione d’animo per essere fruita, non
necessariamente una saccenza e un’erudizione fini a se stesse. L’autore cerca di spiegare
come “stare al gioco” degli artisti di oggi, sparando con uno stile agile e tagliente (anche se
la sua ironia, purtroppo, non riesce sempre a
cogliere nel segno) giudizi e formulando punti
di vista, mantenendo sempre un tono colloquiale che agevola la lettura. In un mercato
dell’arte dove la critica ha assunto ormai un
ruolo fondamentale, interpretando una parte
non sempre positiva, Bonami chiarisce i meccanismi che soggiacciono alle valutazioni
milionarie di alcune opere, a cui spesso assistiamo attoniti, incapaci di comprenderne le
reali ragioni. Il bello è che non si cala un velo
sulle più o meno fisiologiche storture del si-
stema: acquistando opre d’arte, è sempre
bene ricordarlo, si corre il concreto rischio di
essere presi per i fondelli, ma non è stato forse
così anche per gli azionisti Parmalat? Il mercato spesso perde il lume della ragione (...non
solo il mercato), per le cifre che sborsa e le
brutture che strapaga. Dunque ecco che le
categorie del “bello” e del “brutto” si rimodulano sotto la spinta del mondo industrializzato, consumista, rapido e a tratti sempre più
spersonalizzante, argomenti che entrano di
prepotenza nel mondo dell’arte contemporanea che è sempre lì a parlare di noi e delle
nostre assurdità, spesso presentandocele in
modo brutale, senza i diaframmi del “bello
stile” codificato nell’età moderna. In fondo la
bella pittura e la bella scultura continueranno
sempre ad esistere, magari semplicemente
affiancate da nuovi linguaggi che, come ci
ricorda Bonami, vanno affrontati con la giusta
curiosità e disposizione d’animo, con una
voglia di mettersi in gioco che può essere più
importante dell’erudizione. Più o meno lo stesso atteggiamento con cui consigliamo di accostarvi alla lettura del libro, che non mancherà
di regalare delle insospettabili analogie tra la
figura di un artista come Joseph Beuys e Marco Pannella, o spiegarvi perché un orinatoio
può diventare una pietra angolare della storia
dell’arte.
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L'Agricoltura
sbarca in città
[ di • Valeria De Rentiis ]
Il 22 giugno è stato inaugurato, all'interno dello
spazio al Foro Italico di RomaEstate, il villaggio Agricoltura in città. Si tratta di una vera e
propria isola all'interno della quale per oltre un
mese si alterneranno convegni, forum, seminari,
uniti a spazi ricreativi per bambini e adulti.
Protagonisti ovviamente i prodotti tipici dell'enogastronomia laziale, che in una cornice inedita come quella romana, la faranno da padroni
per valorizzare l'agricoltura della Regione.
L'Assessore Daniela Valentini ha tagliato il
nastro alla presenza del Presidente Marrazzo,
facendo da "Cicerone" per gli stand dei tanti
produttori presenti.
L'Assessore è soddisfatta del lavoro che sta svolgendo per rilanciare l'agricoltura e per dare linfa
al comune agricolo più grande d'europa: Roma.
"Ci sono tante aziende che venderanno i nostri
prodotti d'eccellenza. Ci siamo inventati un vero
e proprio villaggio dell'agricoltura dove si possono trovare i prodotti di qualità; un ristorante che
cucina la nostra enogastronomia; uno spazio
dibattiti, uno spazio per i bambini. Sarà un
momento per stare insieme, un punto di aggregazione, un raduno del mondo agricolo - dice
l'Assessore Valentini - Il 19 luglio faremo un
incontro con il Ministro Paolo De Castro e chiameremo gli agricoltori a stare qui, dopo un concerto con Tosca. Insomma un modo per vivere l'agricoltura in una grande città come Roma".
Anche i bambini che accompagneranno i propri
genitori e che vorranno trascorrere del tempo
divertendosi ed imparando potranno sfruttare
gli spazi ludico-ricreativi del villaggio. "Ci sarà
18:romalive
un'area dedicata all'educazione alimentare, alla cultura enogastronomica, alle
agroenergie alternative, ai
problemi dell'acqua e della
siccità, all'educazione alimentare, un'area dedicata ai
divertimenti - prosegue la
Valentini - Il venerdì ci sarà
un ristorante solo per bambini perchéabbiamo pensato
anche alla parte di educazione alimentare. Un'area dove
si sta insieme e ci si diverte.
Ci sarà un'area con le nostre
pubblicazioni: delle cartoline
che potranno esser compilate
dai cittadini che vorranno
avere delle informazioni
dalla nostra Regione e un'area dedicata alle nostre province. Perché Roma è il più
grande comune agricolo
d'Europa ed è per noi dell'agricoltura un grosso valore
aggiunto. Da qui avverrà lo
sbocco per l'agricoltura."
Anche il Presidente della
Regione Lazio è soddisfatto
ma ritiene che si possa fare
ancora molto per l'agricoltura: "L'agricoltura è una
risorsa per Roma e Roma è una risorsa per l'agricoltura. Potrebbe essere una novità per chi è
miope. Per chi invece sa guardare più lontano
vedrà Roma con il suo verde e la sua campagna,
che ancora sono nel comune. Ma Roma deve
anche saper interagire con tutte le altre province e con tutti i comuni. Il Lazio ha una ricchezza che è l'agricoltura, in tutte le sue declinazioni: ad esempio nelle capacità delle energie rinnovabili e riutilizzabili.
Per tutelare i tanti produttori e consumatori
secondo Marrazzo le strade sono due: "In primo
In foto: l’Assessore Daniela Valentini
luogo abbiamo già costruito le condizioni ovvero
le Leggi per tutelare i produttori. Ora è il caso di
applicarle e di dare competitività all'Arsial. Per
quanto riguarda i consumatori punteremo sulla
sicurezza che passa per la qualità, che passa per
una politica dei prezzi seri". Anche l'assessore
Valentini è per il rilancio dei nostri prodotti:
"Conoscere i nostri prodotti, assaggiarli, degustarli e poi comprarli. Per poter stare meglio, in
salute e in benessere, per fare in modo che le
nostre aziende possano crescere economicamente
e soprattutto non abbandonare la terra e i campi
che rappresentano un altro modo di vivere e di
mangiare".
Punti delicati che verranno trattati saranno l'emergenza acqua e il risparmio energetico: "E si
parlerà anche di agroenergie alternative, di educazione alimentare, di commercializzazione. Ci
sarà anche un seminario sulla pesca e si parlerà
di distretti rurali e agroalimentari. Si parlerà di
un po’ di tutto perché vogliamo raccontare ciò
che facciamo e che siamo; a Roma, ai cittadini
romani e per chiamare il nostro mondo agricolo,
per riscoprire in città la campagna romana" conclude la Valentini.
Alla presentazione della manifestazione erano
presenti anche i rappresentanti delle cooperative. Abbiamo intervistato Enrico D'Agostino,
presidente della Lega Coop Lazio.
Cosa significa portare l'agricoltura in città?
"Significa far conoscere a tutti i prodotti del
Lazio ma significa soprattutto farli conoscere
non attraverso le varie intermediazioni che a
volte ci sono nell'agricoltura ma tentando di far
rapportare direttamente i produttori con i consumatori. Molto spesso questo non avviene e
questa occasione è adatta per questo tipo di
prodotti".
Abbiamo ascoltato anche il vicepresidente vicario della Lega Regionale Cooperative e Mutue del
Lazio, Giuseppe Codispoti.
Quanto è importante far conoscere l'agricoltura e i suoi prodotti?
"Abbiamo lavorato insieme alla Regione e
all'Arsial per la costruzione di questo avvenimento all'interno dell'estate romana ma è una
grande iniziativa che coinvolge il meglio dell'agricoltura laziale nel tentativo di portare
dentro Roma tutto il meglio che c'è della produzione agricola laziale. Roma è un grande
mercato ma non sempre le filiere agricole lo
riescono a penetrare. Quest'iniziativa s'inserisce nella giusta direzione, tra le tante organizzate dall'Assessorato. Prima di tutto Roma è
una grande opportunità e crediamo che questa
iniziativa serva proprio a coglierla".
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The S miths
note storiche
[ di • Fabio Zaccaria ]
Da noi suonerebbe più o meno come “i
signori Rossi”, una sorta di manifesto programmatico, in controtendenza con le sigle
altisonanti e improbabili che le band del periodo erano solite usare. Gli Smiths sono ancora
oggi al centro del dibattito che anima la critica musicale inglese alla ricerca spasmodica di
loro degni successori. Era la primavera del
1982 quando nella grigia Manchester il chitarrista Johnny Marr (vero nome John Maher,
contratto per differenziarsi dall’omonimo batterista dei Buzzcocks) e Stephen Patrick
Morrissey si uniscono agli amici Andy Rourke
(al basso) e Mike Joyce alla batteria, iniziando,
con il singolo Hand in Glove, una delle più
straordinarie avventure del pop anni Ottanta.
Ancora una volta, in ossequio al destino di
tante grandi band della storia del Rock
moderno, la linfa vitale del gruppo scaturisce
dal dualismo e dalla rivalità di due personalità
dominanti: così fu per Lennon e McCartney,
Jagger e Richards, Page e Plant, e così fu per
Morrissey e Marr.
Innamorato del decadentismo, amante di
Oscar Wilde come dei poeti e degli chansonnier francesi, dedito al culto di James Dean,
Stephen Morrissey si impone da subito per la
singolarità del suo personaggio: movenze languide e voce lamentosa, non si nega il gusto
della provocazione tagliente, irritante a volte
ai limiti della gratuità (celebre il caso del suo
brano da solista National Front Disco, che
diede adito a sue presunte simpatie per il
Fronte Nazionale), e lo fa stando tutto sommato al gioco della stampa, pronta a gridare
alla genialità in caso della polemica azzeccata
ma altrettanto solerte nel seppellirti al primo
bersaglio non pefettamente centrato. Accusato di istigazione alla pedofilia per alcune sue
liriche, riuscirà a codificare uno stile del tutto
complementare all’altro pilastro della band: il
chitarrista Johnny Marr. Troppo raramente si
sente citare Marr nella lista dei grandi chitarristi moderni, e si tratta senza dubbio, lo affermiamo con assoluta convinzione, di una delle
più grandi sviste
della critica musicale odierna. Fu
soprattutto grazie
a lui se gli Smiths
forgiarono lo stile
che li rese grandi,
uno stile che superava gli stereotipi
del Punk, la cui
spinta propulsiva
risultava inesorabilmente in declino, recuperando
un pop d’autore
organizzato attorno ad accordi dal
sapore quasi jazzistico, reintroducendo una complessità
tecnica
fuori dal comune e utilizzando la dodici corde
elettrica in modo assolutamente efficace e originale. Un mix di questo genere non fece fatica ad affermarsi nel circuito delle radio indipendenti, e ben presto il mercato discografico
fiutò l’affare: di lì a breve vide la luce The
Smiths, album omonimo uscito per la Rough
Trade nel febbraio del 1984. Elemento fondamentale per comprendere il vero e proprio
culto legato alla band di Manchester è il fattore estetico: gli Smiths cantano la rivincita nei
confronti del machismo imperante, dando
voce all’emarginazione, intellettuale più che
sociale, e il ruolo giocato dai testi di Morrissey
in tal senso appare fondamentale. Le citazioni
letterarie, gli strali violenti contro istituzioni
consolidate e intoccabili come la Corona britannica, l’analisi psicologica di personaggi
dalla moralità ambigua e violente invettive
contro una sgradita modernità (Impicca il
benedetto DJ / Perché la musica che suona
insistentemente / non dice niente di me e
della mia vita, canteranno qualche tempo
dopo) sono tutti elementi di un microcosmo
dalle fondamenta instabili ma dall’impatto
poetico e musicale devastante. Erano anni in
cui iniziava a imperare l’oscurantismo postpunk, materializzatosi in parte nel movimento
del Dark-Rock: tutte reazioni ad un comune
senso di disillusione, smarrimento privo di
prospettive, indotto anche dalle politiche neoliberiste della Tatcher che non esitava a falciare le classi operaie di cui Manchester era in
parte simbolo, e stravolgere la fisionimia
sociale del paese sotto la spinta di privatizzazioni sfrenate. Gli Smiths saranno, assieme ad
altri artisti di spicco come Paul Weller, parte
del movimento Red Wedge (Cuneo Rosso), a
sostegno delle mobilitazioni dei lavoratori
delle miniere, con tantissimi gruppi e artisti
inglesi ad organizzare concerti, festival e serate per raccogliere i fondi necessari ai sindacati per proseguire la lotta. Al di là dell’impegno
sociale, la band non impiega molto ad ottenere un successo commerciale consistente, e
già nel 1985 dà vita al secondo album Meat Is
Murder, una tappa di passaggio obbligata per
approdare al successivo capolavoro The
Queen Is Dead, del 1986. Successo non privo
di conseguenze, visto che le tensioni interne
iniziano ben presto a evidenziare lacerazioni
generate dal dispotismo di Morrissey, dalla
depressione di Marr, e dalla tossicodipendenza del bassista Rourke, che verrà temporaneamente estromesso e sostituito per poi essere
reintegrato nella band. Ma è proprio in brani
dalla ironia feroce e corrosiva come Frankly
Mr. Shankly o Cemetery Gates, o nella perfezione formale di canzoni come There Is a Light
That Never Goes Out o Some Girls are Bigger
Than Others, che si consolida il loro mito
musicale e poetico. Un pomeriggio l’emittente Radio 1 avrà la geniale idea di diffondere in
serrata successione la notizia del disastro di
Chernobyl al brano I’m Your Man degli
Wham!, sarà lo spunto per la rabbiosa Panic,
massimo successo commerciale degli Smiths,
con Morrissey a suggerire una fine consona
per il DJ in questione e Marr a tessere sferraglianti trame elettriche con la sua Rickenbacker, il tutto immortalato da uno splendido
video del regista Derek Jarman. Tuttavia i rapporti con il mercato discografico iniziano a
farsi sempre più complicati e i rapporti con il
managment e l’etichetta discografica sempre
meno buoni, nonostante l’astro degli Smiths
sia al massimo del suo fulgore. Le attese non
saranno deluse dall’ultimo Strangeways Here
We Come, uscito nel settembre del 1987, che
contiene un brano dal titolo profetico: I
Started Something I Couln’t Finish (Ho iniziato qualcosa che non posso concludere), solo
una delle tante tracce disseminate nel disco
quale segnale d’una irreparabile crisi. Un
senso di finitudine claustrofobica che porterà
in breve tempo i membri della band a una
estenuante lotta legale per i diritti d’autore,
affondando così in una triste marea di carte
bollate e assegni con molti zeri la loro avventura. Quattro, perché in fondo, a livello musicale, è giusto rivalutare l’apporto della sezione ritmica Rourke-Joyce, solida e concreta
come poche, e soprattutto elemento forse
secondario ma indispensabile per la singolarità del sound degli Smiths. Ovvio che, come
già ricordato, stare al gioco di due primedonne del calibro di Morrissey e Marr, avrebbe
permesso al massimo di interrogarsi su chi
fosse l’incudine e chi il martello, senza speranza di fuggire all’ovvio schiacciamento. La
loro eredità è un fantasma che aleggia ancora oggi sull’odierno pop britannico, alla continua ricerca di degni epigoni della band mancuniana, impresa ardua e, oseremmo dire,
nemmeno del tutto necessaria.
Accusato spesso di fare musica per una generazione di depressi in crisi di astinenza
Morrissey era solito rispondere: “Può darsi,
ma queste persone sono importanti, tutti i
nostri desideri contano. Altrimenti per chi
dovremmo cantare? Per la Tatcher?”.
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PROSTITUZIONE:
parte seconda •
?
che fare
Intervista al Presidente dell’associazione Erythros:
Dott. Daniel Zagghay
[ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli ]
Presidente Zagghay, di cosa si occupa la
Sua Associazione?
Erythros è un’associazione di promozione
sociale, multietnica, formata prevalentemente
da immigrati.
Quali sono gli obiettivi e le finalità?
Innanzitutto la difesa dei diritti dei soggetti più
deboli. Siamo orientati nella lotta contro la
tratta degli esseri umani.
Parliamo del fenomeno della prostituzione: perché non viene estirpato?
In prevalenza parliamo di vittime della tratta, ci
sono donne costrette a prostituirsi.
E la costrizione da cosa dipende?
Ci sono vari modi per cadere nella coercizione:
le donne africane, nigeriane ad esempio, vengono in Italia perché stipulano, ignare, un accordo con quello che poi diventerà il loro
aguzzino, per lavorare. Solo successivamente
si rendono conto d’essere state ingannate e
vengono avviate alla prostituzione. Questo
inganno viene escogitato perché stiamo parlando di un tessuto sociale molto debole in cui
le persone non sono in grado di difendersi,
non avendo la percezione del denaro. A queste donne viene detto che in Italia ci sarà la
possibilità di guadagnare con contratti da 50100 mila euro. Una volta entrate nel racket
della prostituzione è difficilissimo uscirne.
Ragazze minorenni provengono quasi esclusivamente dall’Est europeo mentre le donne africane sono già maggiorenni.
Le donne africane vengono ricattate in
ugual modo rispetto alle donne dell’Est?
Le ragazze trovano già nel loro paese d’origine
una situazione di degrado. Quando vengono in
Italia sanno in che contesto si trovano. Fanno
un accordo con lo sfruttatore che promette di
cedere il 50% dei guadagni, ma solo il 20 % al
massimo entrerà nelle loro tasche. In questo
modo non avranno soldi a sufficienza per sopravvivere da sole e saranno costrette a restare
nel giro. Il protettore fa di tutto per tenere le
ragazze in strada perché ovviamente costituiscono fonte di guadagno.
I veri protettori non vengono mai arrestati, solo i pesci più piccoli finiscono in galera poiché
hanno la funzione di “guardiani”.
Un’organizzazione criminale straniera
può occupare le strade italiane senza
alcun problema?
Questo tipo di organizzazioni ha, a livello ipotetico, agganci con il mondo della malavita
organizzata, o comunque con la criminalità
locale.
Cosa fate per aiutare le ragazze che sono
per strada?
Le ragazze che escono dal giro vengono spesso aiutate dai clienti. Solitamente i nostri
volontari si fingono clienti per avvicinare le
ragazze e toglierle dalla strada e dal giro.
Per farle uscire dal giro, l’Associazione
deve pagare soldi?
Noi siamo un’associazione contro la tratta, e
non scendiamo a patti con queste persone,
anche perché la possibilità di avere altre ragazze da sfruttare porta gli aguzzini a rinunciare a
qualsiasi tipo di minaccia. Oltretutto attirerebbero l’attenzione su di loro, e non sarebbe
utile ai loro scopi. La nostra associazione opera
dal 1995 e ha portato fuori molte ragazze pur
non operando nei loro paesi d’origine.
Cosa pensa della prostituzione volontaria?
Credo che chiunque sia libero di fare ciò che
pensa, chi vuole farlo in maniera volontaria
può. Noi principalmente ci occupiamo della
tratta dunque dello sfruttamento.
Intervista al Dott. Francesco De Cicco, Primo Dirigente
del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato
Quale lavoro svolge il Suo ufficio per contrastare la prostituzione?
Questo è il Servizio Centrale Operativo della
Polizia di Stato, inserito nell’ambito della
Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento
della Pubblica Sicurezza. Qui coordiniamo tutte
le attività investigative che le 103 squadre
mobili, situate sull’intero territorio nazionale,
svolgono quotidianamente. È un’azione di raccordo informativo-investigativa che riguarda le
fenomenologie criminali più gravi, più efferate,
come i reati contro la persona, il patrimonio,
20:romalive
l’immigrazione clandestina e il traffico di droga.
Ha parlato di lavoro di coordinamento anche
per la prostituzione. Quali sono i paesi da cui
provengono principalmente queste ragazze?
Prevalentemente oggi abbiamo uno scenario
abbastanza complesso per quanto riguarda la
presenza di cittadini stranieri sul nostro territorio. Da alcuni anni provengono dai paesi dell’area balcanica, dall’Africa, in particolare dalla
Nigeria, dall’Asia, in particolare dalla Cina. Naturalmente parliamo di organizzazioni criminali
complesse dedite a diversi reati particolarmente
gravi, uno dei quali è lo sfruttamento della prostituzione.
Un fenomeno dilagante è quello della prostituzione minorile. Ci troviamo a Roma, dove la
realtà è sconcertante. Che cosa può fare la
Polizia?
Quello che possiamo fare noi è mettere in azione un’attività investigativa su coloro che sfruttano le ragazze minorenni, sulle organizzazioni.
Naturalmente quest’azione di contrasto non
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deve limitarsi al nostro paese ma deve estendersi anche agli altri paesi, da cui ha origine il
traffico. È per questo che tramite l’Interpol e
tramite accordi bilaterali siglati con altri paesi,
ad esempio la Romania, cerchiamo con uno
scambio d’investigatori d’individuare il luogo da
cui partono le ragazze e le minorenni e dove gli
sfruttatori cominciano la loro attività illecita in
cooperazione con altri soggetti dediti nel nostro
paese. Quindi deve essere un’azione coordinata.
Qual è la soglia tra pedofilia e prostituzione
minorile?
Evidentemente il legislatore ha fissato una
soglia d’età al di sotto della quale si parla di
pedofilia, altrimenti diciamo che si tratta di prostituzione minorile. In ogni caso si parla di
reati molto gravi, puniti severamente. Chi va
con una minore tra i 14 e i 18 anni in cambio
di soldi commette il gravissimo reato della prostituzione minorile. Al di sotto di quest’età parliamo di pedofilia.
Che cosa si può fare per recuperare le ragazze che vogliono uscire dal giro?
Il legislatore già da un po’ di anni, dal 1998, ha
istituito il Testo Unico sull’immigrazione: la
Legge Turco-Napoletano, che ha introdotto un
articolo decisamente importante per chi è vittima dello sfruttamento ma anche per gli investigatori e per la magistratura. Parliamo dell’articolo 18. Per le immigrate clandestine è prevista la
possibilità del rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, soprattutto per le ragazze che decidono di dissociarsi,
voltare pagina chiedendo aiuto. Attraverso le
forze dell’ordine, la magistratura e le associa-
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zioni di volontariato, le ONG, è possibile fare un
discorso di recupero per le donne che decidono
di uscire dal giro.
ritorio nazionale. Oggi, attraverso internet, vengono commessi reati anche gravi, tra cui lo sfruttamento della prostituzione e della pedofilia.
Cosa intendono fare le istituzioni per risolvere il problema della prostituzione?
La cooperazione internazionale è una delle
forme di contrasto più significative e remunerative anche a livello di risultati. Sono stati siglati degli accordi con alcuni paesi, ad esempio la
Romania, proprio nel dicembre scorso. Il
Ministero dell’Interno ha firmato un accordo
bilaterale di cooperazione con il suo omologo
rumeno che prevede uno scambio di investigatori e strutture investigative parallele. Questo è
un metodo di controllo congiunto alle frontiere,
ed è lo strumento migliore per contrastare queste organizzazioni che oggi sono molto complesse e sono disseminate a macchia d’olio su
tutto il territorio mondiale.
Ci parla delle ultime operazioni della Polizia
di Stato?
A gennaio si è svolta l’operazione cosiddetta
“Spartacus” contro lo sfruttamento della prostituzione, che ha visto coinvolte diverse città italiane, coordinata dal Servizio Centrale Operativo
e che ha permesso l’arresto di oltre 800 trafficanti prevalentemente dall’Est europeo. Si trattava di organizzazioni nell’area balcanica che
sfruttavano donne, sempre provenienti da quell’area, in diverse regioni del centro nord e alcune del sud Italia. In quel contesto siamo riusciti ad individuare anche appartamenti in cui
venivano sfruttate queste donne e siamo riusciti ad arrestare i proprietari italiani, consapevoli di ciò che veniva compiuto all’interno di essi.
Cosa pensa della punibilità dei clienti?
Non spetta a me dire se può servire o meno.
Quello che serve è combattere le organizzazioni
e coloro che sfruttano la prostituzione, sui trafficanti. Sulla punibilità lasciamo agli addetti ai
lavori il giudizio.
Servirebbe un maggior supporto tecnologico
alla Polizia per poter lavorare meglio?
Spesso ci confrontiamo con strutture di altri
paesi e devo dire che le nostre apparecchiature
sono già moderne e all’avanguardia. Non dimentichiamo che il nostro paese ha a disposizione la
polizia postale e delle comunicazioni che vigila
anche su internet, e che svolge indagini tecnologiche grazie anche a ramificazioni su tutto il ter-
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DOSSIER Municipi XVIII - XVII
[ a cura della • Marta Cecchini e Valeria De Rentiis ]
DOSSIER XVIII: I COMITATI DI QUARTIERE
Il Comitato di quartiere Valle Aurelia
Intervista al sig. Cerruti
Sig. Cerruti vuole aggiornarci sulle problematiche di viabilità nel territorio?
La situazione non è cambiata di molto, sono
poche le migliorie apportate dal Municipio.
Per il momento è stata effettuata la potatura
degli alberi del primo tratto di via Anastasio II
fino alla stazione di Valle Aurelia, tralasciando
però il tratto che giunge fino a piazzale degli
Eroi. Un problema importante da segnalare
che crea disagi agli automobilisti, a rischio
incidenti, è la pressocchè assente segnalazione stradale orizzontale della zona Prati,
Trionfale e Aurelio.
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto
pubblico?
Non viaggiano regolarmente! Nello specifico,
capita per esempio che bisogna attendere alla
fermata del 31 circa mezz’ora prima di vedere arrivare il bus e a volte dopo un’attesa così
lunga, capita che ne passino tre in contemporanea, a dimostrazione del fatto che non esiste una seria organizzazione dell’Atac nel territorio, per non parlare poi della segnalazione
elettronica malfunzionante delle paline e della
poca attendibilità riferita agli orari e ai tempi
di attesa previsti.
Ultimamente ha notato una maggiore
presenza dei vigili urbani?
Sinceramente ancora nessun riscontro: continua ad essere assente un controllo capillare
nelle strade principali da parte dei vigili urbani e chi conosce bene via Boccea è consapevole del fatto che per percorrere 200 mt è
necessario imbarcarsi in una fila di circa mezz’ora: veramente incredibile! I vigili dovrebbero essere più presenti nel territorio, nei suoi
punti nevralgici, facendo il loro dovere regolamentando il traffico, allo scopo di evitare il
caos che esiste per le strade del nostro Municipio.
Vuole segnalare altre problematiche che
ha riscontrato nel Municipio?
Si. Mi è capitato di partecipare recentemente
ad una manifestazione contro le ultime decisioni prese dalla Sanità in merito alla imminente chiusura di alcuni reparti dell’ambulatorio S.
Tommaso D’Aquino, quello di radiologia e del
laboratorio d’analisi. E, visto il mio ruolo attivo
di membro del Tribunale per i diritti del malato
e il servizio di volontariato che svolgo bisettimanalmente, sono venuto a conoscenza direttamente dal responsabile di radiologia e cardiologia che i due reparti entro l’estate verranno chiusi. Veramente uno scandalo, calcolando
che l’ambulatorio è frequentato da una vasta
densità di persone anziane che hanno una
estrema necessità di cure e di usufruire dunque
dei due ambulatori. Collaboro, sia attivamente
che moralmente con la gente che è sempre più
rassegnata dalle ultime novità apportate dalla
Sanità laziale. Spero vivamente che prosegua
con esito positivo la raccolta di circa 1000 firme
che presto saranno presentate al Municipio
XVIII per evitare la chiusura dei due ambulatori. Restiamo quindi in attesa di sviluppi politici.
Sono state già chiuse recentemente le strutture ambulatoriali di piazza Adriana, di via Plinio
e quelle di via Fornovo. Purtroppo sono cittadino anch’io, e dico purtroppo per tutto quello
che sono costretto a vedere, a volte inerme,
perchè sono ancora troppi i problemi da risolvere all’interno del nostro Municipio.
DOSSIER XVII: I COMITATI DI QUARTIERE
Comitato Liberi Cittadini di Prati
Intervista al presidente Franco Martinelli
Presidente Martinelli, nella precedente
intervista abbiamo parlato dei problemi
in generale riscontrati sul territorio. Qual
è la situazione odierna?
Sicuramente più andiamo avanti e più la situazione degenera. Il nostro problema in questo
momento è il mercato trionfale, lasciato nel
più totale degrado da oltre due anni. I banchi
sono fatiscenti e i commercianti si lamentano
per l’impossibilità di lavorare. In più la clientela è diminuita anche a causa della concorrenza dei supermercati sorti in zone limitrofe al
mercato. Speriamo la situazione migliori al più
presto per tutelare una struttura storica qual è
il mercato trionfale.
Quali altri problemi ci sono nel Municipio
XVII?
Sicuramente di viabilità. Inoltre le strade sono
senza manutenzione ed è difficile anche percorrerle. Il nostro è un municipio abitato prevalentemente da anziani e in estate si svuota
per la massiccia presenza di uffici che chiudono per le ferie. E poi le case sono costose, è
difficile che qualcuno venga ad abitare qui.
Proprio per questo motivo speriamo di riuscire ad attivare un numero per le persone che
resteranno sole, una sorta di numero verde.
Le associazioni già lavorano in questo senso e
fanno in modo di creare delle oasi durante l’estate per raggiungere le persone sole.
Come sono i rapporti con il Municipio?
I rapporti sono buoni, anche se in questo
momento stanno aspettando il taglio del
nastro per la riqualificazione del mercato.
Comitato Oslavia
Intervista al presidente Antonio Tiberti
Il Comitato Oslavia è nato con l’intento di
monitorare la costruzione di un box auto
di 300 posti sulla via omonima. Presidente
cosa è cambiato in questi mesi?
Purtroppo non ci sono novità rilevanti. C’è
ancora l’incertezza sul volume del parcheggio, non sappiamo se sarà di 300 o 150 posti
auto e se sorgerà su uno o due piani. Questo
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nonostante ci sia stato un impegno pubblico
da parte del Sindaco e del suo delegato, insieme alla presidente del Municipio con un
comunicato stampa inviato al Tg3 Lazio in cui
si faceva presente che, per motivi di carattere
pubblico non sarebbe stato costruito un box
con più di 150 posti auto. Sono passati 2 mesi
e oggi non c’è ancora un tavolo di confronto
con noi del comitato. Nel 2001 ci fu una delibera del Municipio in cui si chiedeva all’unanimità un tavolo istituzionale di confronto. Da
gennaio 2007 intanto i lavori proseguono e la
ditta continua a rivendicare due piani e non
uno. Se la costruzione fosse su due piani si
sposterebbe anche l’asse prospettico di Piazza
Mazzini. Il progetto è stato bocciato dalla
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Sovrintendenza del Consiglio Comunale di
Roma, dal Tribunale Civile, dal TAR e dal Servizio giardini del Comune. Questi ultimi li
hanno bloccati più volte.
Per quale motivo i lavori proseguono?
Ci sono indagini della Finanza mai smentite.
E’ possibile che ci sia una compiacenza. Pensi
che il giudice ha documentalmente archiviato
la pratica perché non sono stati riscontrati
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reati penalmente perseguibili.
Cosa accade oggi?
Nel maggio 2006, quindi un anno fa, il
Consiglio Comunale, su pressione dei cittadini chiese una consulenza super partes all’istituto d’ingegneria dell’Università “La Sapienza
“di Roma. Ovviamente il progetto venne bocciato ma da allora nulla è cambiato.
Contro il “ghetto” di Piazzale Clodio
5 proposte per una migliore viabilità
Vivere a piazzale Clodio è oggi un’impresa
altamente rischiosa per gli abitanti del quartiere, che rischiano ogni giorno di essere investiti sulle strisce, facendo slalom tra le auto
che sfrecciano, senza semafori e recinzioni
adeguati per la tutela dei diritti dei pedoni,
senza spazi conformi alle loro esigenze: un
“ghetto” dentro un megaparcheggio, tra i
più grandi di Roma, dal quale è difficile uscire. Ecco allora alcune proposte concrete da
parte degli inquilini che abitano nei fabbricati
adiacenti al palazzo di Giustizia, per risolvere i
problemi di viabilità di piazzale Clodio:
- rendere più sicuro l’attraversamento centrale di piazzale Clodio, tinteggiando di frequente le strisce pedonali a doppio colore, apponendo in alto uno striscione con la scritta
“Rallentare” e realizzando, prima delle strisce,
una base in sampietrini che spinga gli automobilisti a rallentare oppure un semaforo a
luce gialla lampeggiante, infine, la realizzazione di un passaggio pedonale protetto con
recinzioni adeguate;
- per l’attraversamento della Circonvallazione
Clodia da Via Golametto a Via delle Giuliana
si propone un sistema semaforico con tempi
di attesa ridotti che non scoraggino il pedone
e non lo spingano ad attraversare con semaforo rosso, causando incidenti;
- inoltre, per evitare caos ed incidenti si propone che il flusso di auto proveniente da Viale
Mazzini sia incanalato obbligatoriamente a
destra costringendolo a fare la rotatoria della
piazza, consentendo ai Bus che escono dal
capolinea diretti a viale Mazzini, di girare subito a sinistra senza dover percorrere tutta la
piazza;
- si richiede la presenza dei vigili urbani,
attualmente assenti, per sanzionare soste in
doppia fila, l’occupazione dei posti riservati
agli handicap, il mancato rispetto di precedenza sulle strisce e i parcheggi sulle strisce
centrali della piazza, procedendo con le
necessarie rimozioni;
- si propone la realizzazione di percorsi protetti per rendere più semplice la vita quotidiana delle persone anziane, delle persone con
bimbi in carrozzina, con handicap e dei ciclisti.
In Particolare:
1. percorso da via Golametto a via Teulada
(capolinea BUS). Il marciapiede è occupato
prima da bancarelle, che occupano spazi più
ampi di quelli assegnati e poi da auto regolar-
mente parcheggiate sui marciapiedi, si propone di spostare le bancarelle sul piazzale limitrofo di via Casale Strozzi; di rialzare considerevolmente il marciapiedi o di dotarlo di
recinzione metallica (tipo sede stradale tram);
2. percorso viale Mazzini. Si propone di realizzare nella sede centrale verde del viale un percorso dedicato a bici e carrozzelle, garantendo gli attraversamenti stradali con appositi
parapedonali;
3. un percorso dedicato analogo potrebbe
essere realizzato, anche in via sperimentale,
allargando un marciapiedi in via Giuliana in
modo da facilitare anche il percorso verso il
mercato.
Queste proposte sono la testimonianza del
senso di responsabilità e civiltà degli abitanti
del quartiere che, oltre a denunciare i problemi di viabilità della piazza, cercano di proporre soluzioni tangibili per restituire serenità ai
pedoni e per una migliore circolazione delle
auto: un appello diretto alle amministrazioni
per far si che intervengano con misure adeguate, in nome di una sana viabilità.
DOSSIER XVII: LE PARROCCHIE
Parrocchia di Santa Regina Apostolorum
Intervista al parroco Don Paolo
Don Paolo quali sono i maggiori disagi
degli abitanti del Municipio?
La zona di Prati è spopolata e utilizzata solo
per gli uffici: ce ne sono troppi e la maggior
parte degli abitanti sono anziani. Quindi i
principali problemi sono di sicurezza, sociali
ed economici.
I ragazzi vengono coinvolti nelle attività
della parrocchia?
I giovani sono pochi, anche se la mia parrocchia è frequentata. La stiamo ristrutturando
perché ci sono pochi ambienti e i ragazzi non
hanno gli spazi necessari e punti di riferimento. In genere praticano sport. In più nella parrocchia è presente l’Opera del Segretariato
sociale per la Vita, che si interessa ai ragazzi,
alle ragazze in difficoltà, alle giovani madri
con grossi problemi, sia italiane che straniere.
In questo periodo sono al Villaggio Olimpico,
dove c’è un nutrito servizio per i poveri con
assistenza e distribuzione del vestiario.
Quali attività saranno organizzate in
futuro?
Da settembre ci sarà il commercio equo-solidale, un punto di solidarietà, promosso dalla
Caritas.
DOSSIER XVII: I CENTRI ANZIANI
Centro Anziani Borgo Pio
Intervista alla presidente Anna Mastrocco
Sig. ra Anna, come procedono le cose al
Centro?
Sinceramente non è cambiato nulla in questi
mesi. L’unica nota positiva è che probabilmente inizieranno i lavori nel giardino sul retro
della struttura.
Per l’estate come vi state organizzando?
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Non organizziamo nulla perché siamo davvero in pochi. In più ora s’è creato un gruppetto che si chiude in una stanza per fumare cosi
scoraggia gli altri a frequentare il Centro.
Quali problemi ci sono nel Municipio?
Credo gli stessi che ci sono anche nel resto di
Roma: buche, strade dissestate, sanpietrini
rovinati. Diventa pericoloso camminare anche
sui marciapiedi ma le cose non cambiano.
Bisognerebbe creare più zone pedonali e predisporre qualche vigile in più.
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Intervista all’Ing. Luciano
Buono
[ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ]
Negli ultimi numeri abbiamo parlato di Radionica
con il Prof. Giuseppe Genovesi e con l'Ing.
Luciano Buono. Molte persone hanno deciso
di curarsi con la Radionica per diverse patologie. Vogliamo approfondire i postulati scientifici
che sono alla base di tale tecnica innovativa.
Spesso durante le interviste si è fatto riferimento alla Meccanica Quantistica, con l'Ing.
Luciano Buono Presidente dell'Associazione
Fulvio Di Pascale. Vogliamo approfondire tali
concetti.
Ing. Luciano Buono ci vuole parlare dei fondamenti della Meccanica Quantistica?
La Meccanica Quantistica si basa su sei principi fondamentali, quello che ci interessa è il secondo:
"è possibile che in determinate condizioni la
materia possa comunicare a distanza o scaturire dal nulla". Per quanto concerne la comunicazione
a distanza ne abbiamo parlato già precedentemente. Molte riviste scientifiche hanno comunicato
tali esperimenti, che riguardano semplicemente l'interferenza a distanza tra elettroni che
ruotano sullo stesso orbitale. Una volta separati e posti a qualsiasi distanza, qualsiasi interferenza
esterna su uno dei due elettroni produce simultaneamente un cambiamento di "spin"
dell'altro (spin: rotazione dell'elettrone attorno
al proprio asse).
La cosa importante che mi interessa comunicare ai lettori è che la "materia possa scaturire
dal nulla". Intanto vediamo cosa si intende per
"nulla". Per poter entrare nel merito dobbiamo introdurre la fisica di Severi e Pannaria che
parla di un mondo reale che è il nostro, di un'an-
timateria che non è quella a cui comunemente si fa riferimento, ma è l'antimateria del mondo L’Ing. Luciano Buono
reale ossia i negativi del mondo che noi vediamo, infine c'è una materia pura che è un
particolare luogo dove ci sono tutte le particelle prime della materia combinata.
Che cosa è questo "nulla"?
Una prima definizione è che il "nulla" è da dove proviene la materia. Quindi Severi e Pannaria
l'hanno chiamata l'antimateria, possiamo parlare di negativi della materia combinata. Con
questa fisica riusciamo a spiegare la Radionica
in quanto la "Radionica lavora sull'antimateria
per migliorare la materia". Vorrei aggiungere
che ogni realtà fisica combinata, ha il proprio
negativo nell'antimateria.
Se la materia e l'antimateria vengono a
contatto cosa succede?
Si annullano.
Ciò che lei sta dicendo mi porta con i ricordi al "Triangolo delle Bermuda" e cioè
nell'immaginario collettivo alla scomparsa di navi e aerei mai ritrovati. Colpa
dell'antimateria venuta a contatto con la
materia?
È come se ci fosse una porta aperta con l'antimateria, i negativi attraverso tale porta vengono
a contatto con i positivi della materia combinata e si annullano. Un esempio scientifico
avviene nel Sincrotrone dove particelle porta-
foto di G. Mete
te ad elevata velocità urtando altre particelle
danno luogo al fenomeno del contatto tra materia e antimateria creando l'annullamento delle
particelle duali.
Ing. Buono ci vuole spiegare il "Principio
di Scambio" di Severi e Pannaria?
Il Principio di Scambio di Severi e Pannaria crea
le basi per spiegare fenomeni che altrimenti sarebbero inspiegabili con la "Teoria dell'Antimondo".
Il Principio di Scambio evidenzia discontinuità
nello spazio e nel tempo ammettendo "un
quanto minimo di tempo e un quanto minimo
di spazio".
Lo spazio- tempo nella fisica classica è inteso
continuo, in realtà lo spazio- tempo è discreto
e ciò permette di spiegare tanti fenomeni
inspiegabili. L'equazione
della materia di Severi
e Pannaria spiegano
anche il Principio di
Indeterminazione di
Haisenberg.
Ing. Buono la seguente
figura parla di spazio, interspazio e
antispazio ci vuole
spiegare nel dettaglio?
Nel mondo combinato esiste uno spazio
sotto il quale non si può
andare. Abbiamo uno
spazio minimo, e un
tempo minimo.
(L’intervista continua a
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Radionica: parlano i pazienti
[ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ]
Continua il viaggio nel mondo della radionica,
abbiamo incontrato una serie di pazienti insieme al prof. Genovesi. Il primo paziente che
abbiamo incontrato è la sig.ra Emanuela Giannantoni, la quale ci parla della sua esperienza.
Aveva un problema legato al diabete e per
questo si era rivolta alla medicina non ufficiale e quindi alla radionica.
La Sig.ra Emanuela Giannantoni
Mi ero documentata attraverso libri, avevo avuto l’esperienza diretta di un parente che malato di cancro che si era curato con la radionica con risultati soddisfacenti, quindi ho deciso di usarla anche io.
Quali risultati ha ottenuto con la radionica?
Ho ritrovato le forze, un equilibrio psicofisico
e una buona qualità della vita.
Che tipo di cura ha dovuto fare?
Ho dovuto seguire una dieta,
prendere delle polveri, delle erbe,
fare degli infusi, e ho ritrovato un
equilibrio psicofisico notevole.
Dopo aver ascoltato la signora
Giannantoni, vogliamo sapere
qualcosa in più dal prof. Genovesi.
Che disturbi aveva prima di rivolgersi alla
radionica?
Sentivo una stanchezza estrema e non riuscivo
nemmeno a camminare.
Come mai non si è rivolta alla medicina
ufficiale?
Preferisco cure alternative, nel corso degli anni
ho avuto dei problemi di salute come tante
persone e mi sono rivolta alla medicina ufficiale, ma le esperienze non sono state positive
perché nel giovamento della malattia si sono
create una serie di sintomatologie tali da creare altri problemi fisici e quindi, dopo tali esperienze non molto positive, ho deciso di cambiare. A proposito di medicina ufficiale, vorrei
portare una delle mie ultime esperienze: lo
scorso inverno mi sono trovata con un problema di emiparesi facciale. Sono andata dal medico di base che ha ritenuto diagnosticare una
forma di ictus. Non gli ho creduto e mi sono rivolta al prof. Genovesi il quale ha definito tutt’altra patologia. Come cura mi ha dato tre dosi
uniche di una polvere fitoterapica appositamente preparata per la mia malattia, e nel giro
di pochissimo tempo tutto si è risolto.
Come è arrivata alla radionica?
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continuare tale terapia per sempre?
Per la riuscita della terapia bisogna che il
paziente sia sotto controllo e attraverso successivi input si potrà decidere quali cambiamenti apportare alle formule fitoterapiche costituite secondo una procedura alchemica la
cui paternità è del dott. Fulvio Di Pascale.
Attraverso tale terapia sicuramente si eliminano gli effetti di dipendenza da farmaci esterni
come l’insulina ma anche gli effetti tossici
delle cure convenzionali.
Il secondo paziente che è stato intervistato è
la signora Stefania Perotti, la quale ci parla
della sua esperienza.
Mi è stato diagnosticato un linfoma B e la prospettiva era la chemioterapia. Ero restia a tale
intervento invasivo. Ho ritenuto opportuno cercare alternative, ho conosciuto il prof. Genovesi che mi ha prospettato un approccio diverso, ha deciso di fidarmi e ciò mi ha dato una
grande serenità interiore. Ho deciso di lasciare la medicina ufficiale e di affidarmi alla medicina non ufficiale come è appunto l’approccio radionico.
Prof. Genovesi come ha curato la
signora Giannantoni?
Abbiamo tenuto conto degli aspetti metabolici alterati, partendo dal presupposto che si potesse ricostruire una condizione Che sintomi aveva?
di funzionalità piuttosto che so- Avevo parecchi sintomi soprattutto ero costanstituirla come accade nella medi- temente stanca, disturbi al fegato, alla milza,
cina ufficiale come da protocollo. Per quanto difficoltà a camminare, quindi a fare le cose
riguarda il diabete che è considerata una ma- quotidiane disturbi alla gola, alle orecchie, etc.
lattia curabile ma non guaribile, e quindi si
utilizza o l’insulina o di farmaci che aiutano Come ha riscontrato questo problema?
l’utilizzazione del glucosio da parte dei tessu- Attraverso analisi e una biopsia ossea mi è stata
ti, quindi una modalità di sostituzione funzio- riscontrata questa malattia. Vorrei ricordare che
nale. Invece con la radionica l’obiettivo è quello di ripristinare la
Il Prof. Giuseppe Genovesi
funzionalità dell’organo.
Con la radionica il paziente
non dipende più dall’insulina
quindi può mangiare dolci come nel caso del diabete?
Siccome nel concetto stesso di
ricostituzione di funzione, è prevista una strategia dietologica
molto precisa. Quindi ricominciare a mangiare dolci sia nel caso
del diabete o di altra malattia
non costituirebbe un presupposto favorevole per il successo
della terapia. Infatti una grossa
percentuale della terapia è costituita dalla dieta anche a prescindere dalla radionica.
La signora Giannantoni dovrà
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La Sig.ra Stefania Perotti
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diagnosticata la malattia, quindi
il linfoma B.
Come sta curando la signora
Stefania?
La signora Stefania sta seguendo
parallelamente la terapia radionica e la terapia fitoterapia secondo
le formule del dott. Fulvio Di
Pascale, inoltre una dieta a base
di uova verdure e carne rossa.
Affrontiamo un altro caso con la
signora Gigliola Pantanelli.
la medicina ufficiale ha impiegato venti giorni
per diagnosticarmi il linfoma B, mentre con la
radionica il risultato è stato immediata.
Perché ha scelto la radionica?
Ho scelto la radionica perché oltre alla malattia
c’è la persona che va curata. Dal 24 aprile del
2007 mi è stata riscontrata tale malattia, dopo
qualche giorno ho iniziato la cura radionica.
Quali sono le sue attuali condizioni di salute?
Dopo circa un mese che ho iniziato la cura le
mie condizioni sono notevolmente migliorate,
ho ripreso a vivere normalmente.
Che cura sta facendo?
Sto facendo una dieta particolare: con erbe,
polveri fitoterapiche e uova.
Interpelliamo il prof. Genovesi anche per questo paziente.
Nella medicina ufficiale per diagnosticare il
linfoma B ci sono voluti venti giorni, quanti giorni ci sono voluti con la radionica?
Quando la signora Stefania ci ha contattato
non sapeva ancora il risultato della medicina
ufficiale. Attraverso una seduta con l’utilizzo
della “macchina di Callegari” gli è stata subito
La Sig.ra Gigliola Pantanelli
Oggi come sta la signora Gigliola?
Oggi la signora Gigliola è in buo ne condizioni
e la qualità della vita è migliorata.
L’ultima paziente è la signora Anna e anche
lei soffre di tiroide e ci racconta:
da circa tredici anni soffro di tiroide e fino a
qualche mese fa mi sono curata con la medicina allopatica, senza ottenere grandi risultati.
Ho avuto due tipi di problemi, uno dovuto alla
medicina e uno dovuto al nodulo che aumentava di dimensioni. A questo punto, dopo varie
visite specialistiche una delle ipotesi era quella di un intervento chirurgico. Ho conosciuto il
prof. Genovesi e tramite lui la radionica e ho
iniziato a curarmi con questa nuova terapia
raggiungendo risultati insperati. Infatti non ho
più tachicardia, il nodulo è sceso di dimensioni e la qualità della vita è migliorata.
Signora Gigliola che tipo di
patologia ha?
Dal 1990 ho avuto problemi alla
tiroide con la presenza di noduli
di cui uno di dimensioni molto
elevate, di tre centimetri e mezzo.
Ho conosciuto il prof. Genovesi negli anni ’90 e Il prof. Genovesi conferma quello che ci ha
mi sono curata sempre con lui. Inizialmente e detto la signora Anna e qui terminano le interfino a qualche mese fa, la cura che ho seguito e viste, in un mondo affascinante ai margini della
che mi è stata consigliata dallo stesso professo- vita quotidiana ostacolato dalla medicina trare si basava sulle conoscenze
della medicina ufficiale. La situazione fino all’anno scorso è stata La Sig.ra Anna
tenuta sotto controllo con alti e
bassi. Dall’anno scorso, il nodulo
è aumentato ad oltre due centimetri e mezzo creandomi problemi di soffocamento, dolori alla
schiena, tachicardia quindi sono
stata costretta a fare l’ago aspirato e per tre mesi mi ha fatto
seguire un’altra cura medica. Le
cose non miglioravano e si consigliava l’intervento. A questo punto grazie alle nuove conoscenze
del prof. Genovesi e alla sua collaborazione con l’Associazione
Fulvio Di Pascale, e quindi alla
radionica, ho rinunciato all’intervento e curandomi con questa
nuova terapia: ho iniziato una
cura con le erbe, con le polveri
secondo le formule del dott. Di Pascale, una dizionale e tenuto fuori dalle specializzazioni
dieta. Da aprile ho iniziato tale cura e oggi mi universitarie. Abbiamo intervistato tanti pasento molto meglio, il nodulo è diventato più zienti, spesso cercato di capire cosa si celasse
piccolo, respiro benissimo, non ho dietro i loro sguardi: semplicemente gratitudine
più tachicardia e inoltre la glice- per chi li ha curati senza sfiorarli con un dito.
mia è ritornata nei valori normali. In questo viaggio denso di sorprese e soprattutto ai limiti delle conoscenze scientifiche, un
Prof. Genovesi come mai alla mondo nuovo si è materializzato, nella mia
signora Gigliola Pantanelli non mente ho percepito, immaginato il mondo reale
ha consigliato subito la terapia e l’antimondo, le particelle reali, quelle relative
radionica ma la medicina uffi- all’antimateria, spesso la presenza di scienziati
come Leonardo da Vinci, come le scoperte scienciale?
Negli anni novanta eravamo in tifiche siano state “sezionate” in scoperte da
un epoca in cui non conoscevo pubblicare e altre da “bruciare” per conservare il
profondamente e non ero esperto proprio potere temporale anche causando soffedell’approccio radionico. Quando renza e morte. Un viaggio denso di speranza, ma
le mie conoscenze sull’approccio anche pieno di sofferenza e paura. Un mondo
radionico sono diventate suffi- che usa solo ciò che permette ad alcuni di essecienti a padroneggiare le varie re “dei carnali”, tralasciando ciò che potrebbe
terapie, e questo grazie all’Asso- dare a ognuno salute, serenità, amore. Una cosa
ciazione Fulvio Di Pascale, allora comunque è certa: il mondo non è per fortuna
constatando lo stato di salute padroneggiato dall’uomo e il “gioco di Dio” va
sempre più precario della pazien- oltre la logica, la ragione, la sete di potere che
te le ho consigliato la radionica. anima gli abitanti di questo pianeta. Viaggere
mo ancora ai margini della scienza ufficiale.
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(• Continua da pag. 25)
Sotto questi valori entriamo "nell' interstizio",
dove sono presenti tutti i negativi della materia combinata, mentre nell'antimondo c'è il
negativo delle particelle prime cioè la combinazione tra le particelle della materia combinata
e i rispettivi negativi.
Tale fisica oggi è comprensibile attraverso la
Meccanica Quantistica e il secondo principio il
quale afferma che la materia può scaturire dal
"nulla". Il "nulla" della Meccanica Quantistica
è l'interstizio della materia combinata.Se l'interstizio e il mondo vengono a contatto si annullano
finendo nell'antimondo. Detto in parole povere
bisogna trovare un "linguaggio per comunicare con l'interstizio" affinché agendo sui negativi
riusciamo a migliorare la materia.
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Tornando alla medicina e alla cura delle persone: la Radionica è il mezzo per comunicare
con l'interstizio e con i negativi delle persone?
Sì la Radionica permette di agire sui negativi
dei pazienti in modo da apportare modifiche
nel loro mondo reale fino alla guarigione. Vorrei
aggiungere che questa è anche una fisica pericolosa e un esempio lo dimostra: al tempo di
Reagan si parlò di scudo spaziale che non era
una postazione antimissilistica bensì un cuscino di materia pura da mettere sopra le città in
modo tale che qualsiasi arma di distruzione di
massa attraversandola le avrebbe annullate.
Ing. Buono lei perché si è interessato a fenomeni tanto complessi?
Avendo conosciuto il dott. Di Pascale, il suo impegno nel guarire le persone mi sono incuriosito
e ho approfondito varie conoscenze arrivando
alla Radionica, alla Meccanica Quantistica e alla fisica di Severi e Pannaria.
Vorrei aggiungere che solo attraverso questa
fisica possiamo spiegarci perché avvengono certe guarigioni.
Bibliografia
“Scientia", Rivista internazionale di sintesi scientifica, F. Pannaria, Ritorno ad Aristotele.
Dott. Fulvio Di Pascale, "Il Cancro è un parassita".
"Il significato della realtà", dispense di Tiziano
Cantalupi
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Mercato Macaluso
degrado nel quartiere Marconi
[ di • Marta Cecchini ]
Impossibile ma vero: dietro una delle vie più
prestigiose e commerciali di Roma centro,
esiste tutt’ora una struttura dalle condizioni fatiscenti, ovvero il mercato Macaluso,
situato dietro viale Marconi. Le misure adottate? Ancora nessuna e peccato che la
situazione stia sfuggendo di mano agli enti locali, in particolare mi riferisco all’episodio
di criminalità recente che ha causato ingenti
danni economici e morali ai commercianti.
Lo stato di emergenza, di insicurezza e di
abbandono in cui versa il mercato, punto
nevralgico della zona, continua a scoraggiare la clientela e il lavoro dei commercianti
che si ritrovano a dover fare i conti con infrastrutture e viabilità inadeguata ai servizi
offerti. Per questo, siamo andati ad intervistare personalità della politica, confrontandoci
anche con il parere dei commercianti.
Sig. De Lillo, Consigliere comunale di F.I,
qual è la situazione attuale del mercato Macaluso?
Di degrado assoluto per quanto riguarda le
infrastrutture, accompagnato anche da un
degrado economico per gli operatori costretti
a lavorare in condizioni non a norma. Non
è un mercato che può andare avanti così,
senza nessun confort per la clientela, attratta
da altri stimoli.
Un mercato come questo, in un quartiere
così popoloso, dove c’è una concentrazione
abnorme di supermercati di grandi cooperative che offrono prodotti competitivi. La
vita di un quartiere gira intorno a strutture
portanti, come la chiesa, la piazza principale, il municipio e anche il mercato, proprio
per questo dobbiamo, per una questione sociale, far sopravvivere il mercato rionale
storico, con la possibilità di rinnovarsi.
Attualmente persiste un grande disagio sociale, con problemi di parcheggi e di soste in
doppia fila non regolamentate dalla figura
del vigile. Si deve applicare il Project Financing.
Cos’è il Project Financing?
Il Project Financing permette di rifare i parchi, i palazzi e gli uffici, dando al privato la
possibilità di commercializzare una parte del
mercato, costruire i parcheggi sotterranei e,
con i soldi del diritto concessorio, rifare il
supermercato, concedendo al privato ad
esempio l’usufrutto di 99 anni. In questo
modo, si può risolvere in parte il problema
dei parcheggi e risolvere completamente il
problema del mercato.
Quali saranno i passi da seguire per l’attuazione di questo progetto?
Farò un’interrogazione immediata al Sindaco,
all’Assessore e al Presidente del Municipio,
indirrò poi una commissione straordinaria
e box, si potrebbero realizzare due piani sotto, una a scomparsa di macchine e uno a
box, con sopra un plateatico attrezzato con
una postazione dove l’anziano possa prendere appuntamenti medici.
Rossella Paniconi, consigliere del XV
Municipio, vuole lanciare un appello?
Mi appello al Sindaco Veltroni e al Presidente
Paris perché questi commercianti sono veramente demotivati, non riescono a coprire le
spese con quello che guadagnano. Bisogna
aiutarli perché hanno diritto di lavorare e vivere.
Commercio, con la presenza dell’Assessore
Rizzo al Commercio assieme agli operatori,
per presentare progetti nuovi per il mercato
coinvolgendo anche imprenditori e architetti che vogliono partecipare.
Marco Schioppa, quale la sua esperienza da presidente dimissionario del mercato
Macaluso?
Dimissionario perché mi sono trovato a combattere contro i mulini a vento. Dopo che nel
‘98 si è passati dal mercato fisso a semovibile, abbiamo iniziato a muoverci con richieste
specifiche.
La nostra richiesta è riportare il mercato da
semovibile a fisso, con un plateatico attrezzato come ci avevano promesso nel ’96. Il
nostro presidente, invece, vuole far diventare il nostro mercato come quello di piazza
Don Cosimato, una piazza storica che ha bisogno di un semovibile. La nostra, al contrario,
è una piazza che ha necessità di parcheggi
Sig. Isa (banco di casalinghi e detersivi):
la situazione del mercato sta degenerando
sempre di più, la gente viene sempre meno
perché non è più adeguato come i mercati
di una volta, le spese poi sono in continuo
aumento e noi non riusciamo più ad andare
avanti.
Sig. Roberto (banco di pescheria): bisogna rifare tutto nuovo, ci vorrebbero parcheggi,
ci rimettiamo nelle mani di quelli più grandi
di noi. Dovremmo adeguarci con i tempi, visto che siamo quasi nel 2008.
Signor Kan Lathif (banco di frutta e verdura):
Lavoro in Italia da quasi 11 anni, prima si lavoava, adesso non c’è più lavoro, molta gente
non viene più a fare acquisti qui da noi.
Abbiamo bisogno di parcheggi e di un mercato sistemato e nuovo.
in foto: Il Consigliere comunale di F.I.
Sig. De Lillo
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La Regione informa
[ a cura della • reazione ]
Al via l'internazionalizzazione delle imprese del Lazio
È nel Mediterraneo il nostro futuro
cole e medie imprese. L'internazionalizzazione
del mercato è entrata nella testa delle istituzioni finalmente e c'è tutta la voglia di far
vincere le imprese sul mercato”.
E a promuovere il Lazio, incentivando la riscoperta della latinità e delle origini del
Mediterraneo è senz’altro Sviluppo Lazio, nella persona del presidente Valori: “Dobbiamo
riscoprire le origini della nostra cultura, della nostra latinità. Dobbiamo scoprire la nostra
origine. Questa è un’iniziativa molto importante perché il Mediterraneo certamente
rappresenta un punto importante nello sviluppo economico ma soprattutto è la nostra
destinazione. Non dimentichiamo la storia.
Pensi, ed è una cosa di cui parlo oggi per la
prima volta, che i cinesi, una grande cultura
alla quale sono molto legato, dopo 5000 anni di storia hanno deciso, presso l'Università
Si è svolta il 20 giugno scorso presso il Complesso
del Vittoriano e in una cornice suggestiva del
centro storico di Roma, la seconda giornata
del Convegno internazionale “Lazio, tra
Europa e Mediterraneo”.
Alla presenza dell'Assessore alle Piccole e medie imprese, Francesco De Angelis, e del
presidente di Sviluppo Lazio, prof. Giancarlo
Elia Valori, i relatori hanno affrontato il discorso della cooperazione e della valorizzazione
dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Più di venti paesi presenti con un unico obiettivo: riuscire a far crescere a livello globale il
singolo mettendo in campo le proprie risorse diventando trampolino di lancio nel mondo.
Fondamentale lo sviluppo culturale prima che
economico dove il Lazio funge da crocevia e
punto di scambio per i paesi del mediterraneo come ci ha ricordato l'assessore De Angelis:
“Il Lazio è la porta del Mediterraneo, soprattutto per la nostra posizione strategica.
Ci unisce il mare, la nostra musica, i nostri colori, la nostra cultura,
la nostra allegria. Questa è una
grande occasione di crescita e
sviluppo del tessuto economico e produttivo della nostra
Regione, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Stiamo lavorando molto per l'internazionalizzazione, per accompagnarle
per gli investimenti all’estero, per sosternerle e per la promozione e valorizzazione del
Made in Italy. Lo stiamo facendo investendo
nella ricerca e nell’innovazione ma non ci può
essere sviluppo e crescita economica se non
30:romalive
In foto: il Presidente di Sviluppo Lazio
Prof. Giancarlo Elia Valori
c'è crescita culturale.
Quest'iniziativa, che pensa al Mediterraneo,
è anche una grande occasione di cooperazione tra i popoli”. Ci si prepara dunque
all’appuntamento con il 2010, quando cadranno le barriere dei mercati dando il via ad
un unico mercato comune mondiale:
“Sarà un momento molto importante, in cui cadranno le barriere,
nel 2010, e sarà una grande occasione per le nostre imprese,
per far vincere il Made in Italy
– afferma De Angelis – le opportunità sono tantissime: penso
al distretto industriale, al polo tecnoloogico, alle strutture agroalimentari
del Lazio.
Ci sono tante occasioni che dobbiamo saper
cogliere e che dobbiamo saper valorizzare.
Noi ce la metteremo tutta, faremo la nostra
parte. Abbiamo aperto recentemente uno
sportello per l'internazionalizzazione delle pic-
In foto: l’Assessore alle Piccole e Medie Imprese
Francesco De Angelis
di Pechino dove insegno, di riprendere due
dinastie importanti: Ang e Tang e soprattutto quello che ha rappresentato l'Impero Romano
nel Mediterraneo per studiarlo. Quello che
rappresenta anche per il futuro dell’Europa è
il Mediterraneo, punto di legame tra i paesi
asiatici e l’Occidente, ma anche per i paesi
africani”. Per incentivare lo sviluppo del
Mediterraneo e dei paesi che vi si affacciano
il presidente Valori non ha dubbi: “Molte iniziative nei vari campi, sia economico che
culturale. La Regione Lazio sta portando avanti diverse e molteplici iniziative; sono moltissime.
Partendo da questa meravigliosa giornata del
convegno internazionale al Vittoriano, con i
personaggi più importanti del Mediterraneo
potremmo sviluppare la cooperazione e collaborazione economica tra i popoli e favorire
il partenariato. È quello che sto facendo anche io con delle iniziative economiche rilevanti”.
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Nasce Lazio Democratica
Nuovo slancio alla politica
]
Veltroni è stato grandissimo. Ha suscitato la voglia di vincere e di farcela. Ci sono tutte le condizioni
per far vincere il Centro Sinistra, per portare in
alto il Partito Democratico in Italia.
Veltroni ha parlato di un nuovo partito: un
modo per cambiare la politica in Italia.
Penso che questo nuovo partito debba cambiare la politica per cambiare la società, per consentire
a questo paese di uscire dal tunnel, per una grande rinascita economica, morale e politica.
In previsione della nascita del Partito Democratico
le forze di Centro-Sinistra cercano aggregazione
e partecipazione, soprattutto da parte della gente. Il 29 giugno scorso a Frosinone, in una sala
gremita di persone, è stata presentata l’associazione Lazio Democratica, “aperta, dinamica e
flessibile” come la definisce il promotore, Francesco
De Angelis, assessore alle Pmi della Regione Lazio.
La neonata Lazio Democratica nasce con l’intento, come ci dice lo stesso assessore, di favorire
la partecipazione e il coinvolgimento dei giovani nella politica perché “non è vero che sono
lontani. È la politica ad essere lontana da loro”.
zione ma deve soprattutto riempire di contenuti questo progetto. Dobbiamo portare l’esperienza
di questi anni, un modello vincente che ha consentito di far crescere il centro sinistra, di farlo
vincere e aprire alle forze migliori della società
civile, penso alla vittoria di Michele Marini a
Frosinone. C’è un modello che è proprio quello
“Frosinone” che può essere un punto di riferimento e che suscita tanta attenzione e simpatia.
Noi vogliamo trasferire quest’esperienza nel Partito
Democratico e vogliamo soprattutto coinvolgere in questo processo tantissima gente, prevalentemente
il popolo. Quindi tra la gente, con la gente.
On. De Angelis, Lei ha parlato, presentando
la futura associazione, di partecipazione e
coinvolgimento. Cosa intende: solo informare i cittadini o coinvolgerli nella vita
dell’associazione?
Partecipazione a chi ha voglia di partecipare, a
chi vuole essere protagonista di questo processo, di questa fase costituente di costruzione del
Partito Democratico, e quindi, riempire di contenuti questo progetto e soprattutto essere anche
protagonisti. Quindi un’associazione molto aperta alla società civile, al mondo della cultura,
dell’associazionismo, dell’impresa, dei giovani,
delle donne, insomma a chi ha voglia di cambiare la politica e di rinnovare la società.
Il Sen. Goffredo Bettini si è proposto con
Democratici in Rete a Roma con convegni e
incontri per fare proprio questo: creare un
collante, un’associazione aperta a tutti. La
Sua sarà in qualche modo collegata a questa esperienza?
Certo, una bella iniziativa quella di Bettini.
Un’associazione dinamica, aperta e articolata nel
territorio che suscita la partecipazione e il coinvolgimento di tanta gente. Soprattutto costruire
le condizioni per far crescere la nuova classe dirigente, quindi aprire la politica ai giovani, alle
donne. È il nostro obiettivo: un’esperienza straordinaria nel segno della partecipazione. Le tante
battaglie che sono per la difesa dei cittadini, soprattutto per costruire il futuro dei nostri figli.
Quando si parla di PD si parla di diverse anime che devono convergere in unico progetto.
La Sua associazione ha anche questa funzione?
Sì, l’associazione deve incoraggiare la partecipa-
Veltroni al Lingotto di Torino ha riscosso molto successo nella presentazione della propria
candidatura per il Partito Democratico. Oggi nasce Lazio Democratica. Cosa ne pensa?
Tanti i giovani presenti oggi: il Partito democratico e Lazio Democratica nascono
all’insegna dei giovani?
Sì, abbiamo bisogno soprattutto di loro per guardare al futuro. Portano passione, entusiasmo, qui
è cresciuta una nuova classe dirigente, giovane,
che ha dimostrato di meritare la fiducia dei cittadini, quindi possiamo guardare al futuro di
questa associazione con grande serenità.
Lazio Democratica può diventare un modello non solo per Roma ma anche per l’Italia?
Le province hanno bisogno di Roma perché è
una grande risorsa e opportunità ma loro stesse
possono essere risorsa per Roma. Ecco perchè
Lazio e il riferimento alla nostra Regione nel nome dell’associazione. Questa è una grande
opportunità per la Regione Lazio. Il lavoro di questi due anni è stato importante. Portiamo a casa
dei grandi risultati, e quindi, anche la nostra
Regione torna a sorridere. Una rete di associazioni in tutta la Regione e soprattutto una rete
di associazioni aperte alla società civile. Ci saranno tanti giovani, tanti imprenditori, tanta
società civile, tanti sindaci, per costruire un grande partito. Quindi tante associazioni, tanti momenti
d’aggregazione, e tutto questo serve a riempire il progetto e la proposta del Partito Democratico.
Possiamo concludere con uno slogan: forza
Lazio Democratica?
Sì, forza Lazio Democratica. Sicuramente uno strumento utile. Torno a ripetere che questa sarà
un’associazione e non un partito, una corrente
del nuovo; non ci sono tentazioni di egemonia.
Vuole essere solo un momento di grande partecipazione per costruire tutti assieme il Partito
Democratico. Non bastano i Democratici di Sinistra
e la Margherita. La fusione a freddo non serve.
Dobbiamo aprirci alle tante forze che guardano
al progetto con simpatia. Questo vuole fare l’associazione Lazio Democratica.
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