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rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.42 Pagina 1 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.43 Pagina 2 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.43 Pagina 3 in questo numero RomaLive Pubblicazione mensile ANNO 3 n° 6 - luglio 2007 registrazione tribunale di Roma 110/2005 del 24/03/2005 Editore: Sergio Di Mambro Direttore Responsabile: Sergio Di Mambro Consulenti di redazione: Domenico Dell’Omo Redazione: Viale degli Eroi di Rodi n. 214 Tel. 06/5083731 Grafica: Fabiana Falconi Fabio Zaccaria Stampa: Ripoli snc Hanno collaborato: Valeria De Rentiis, Stefano Ursi, Fabrizio Piciarelli, Fabio Zaccaria, Marta Cecchini, Francesca Colaiocco, Barbara Frascà. www.romalive.org www.romalive.tv www.romalive.fm Per la pubblicità su “RomaLive” e i suoi supplementi, telefonare al numero: 380.3965716 06.5083731 oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected] editoriale - di Sergio Di Mambro 4 L’estate è arrivata 6 all’interno 6 Arriva Shrek 3, una palude per il mio regno 10 11 Musica: una finestra sui Negramaro 11 Teatro: Associazione Culturale Adynaton 12 14 Cucina: Acqua, farina e... 16 Santiago Calatrava: un architetto spagnolo a Roma 17 18 19 20 Riletture... Lo potevo fare anch’io 22 25 26 29 Dossier Municipi Roma XVII - XVIII 30 La Regione Informa Claudio Villa: il “Reuccio” di Rocca Di Papa 12 Ipost: intervista al Commissario Straordinario Giovanni Ialongo L’agricoltura sbarca in città Note storiche: The Smiths 16 Inchiesta: prostituzione: che fare? (parte seconda) Radionica: intervista all’Ing. Luciano Buono Radionica: parlano i pazienti Mercato Macaluso: degrado nel quartiere Marconi La direzione si riserva di valutare i testi pervenuti. Il materiale non verrà restituito. 19 Libreria Giornali e riviste Ramozzi Clara Via Bravetta, 250 Edicola Giornali di Catenacci Marco Via Silvestri alt.336 Edicola Bartolucci Adriana Via Casetta Mattei, 219 Alva di Casucci G. P.zza R. Pilo Farmacia Benassai Viale dei Quattro Venti 73C distribuzione Finito di stampare nel mese di luglio 2007 Edicola Quotidiani e riviste Alviti Armando V.le dei Quattro Venti Edicola Migliaccio Laura Via Donna Olimpia, 218 Edicola Quattro Venti di Tortorici Giulia & C. sas Via dei Quattro Venti, 115 Edicola Pierantoni Paolo Via Portuense, 792 Edicola Grilli Maurizio P.Donna Olimpia rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.43 Pagina 4 editoriale: [ di • Sergio Di Mambro ] Siamo arrivati alla pausa Estiva, le vacanze, il riposo, il lasciarsi andare all’orizzonte. In questo numero di RomaLive abbiamo affrontato una serie di argomenti, credo utili a riflettere anche nel periodo estivo. Politica, cultura, cinema, cucina e tante altre rubriche, grazie al lavoro della redazione tutta. Vorrei soffermarmi però su un argomento importante e parlo del cancro. Nei numeri precedenti ci siamo soffermati nel parlare di varie terapie: quelle convenzionali e quelle alternative. 4:romalive Un viaggio alla scoperta di possibili cure definitive, ma purtroppo la medicina ufficiale offre probabilità di guarigione: approccio chirurgico e poi principalmente quello chemioterapico. Abbiamo scoperto speranze anche nella terapia non convenzionale e ci siamo soffermati su due aspetti: la teoria scientifica assolutamente rivoluzionaria e le testimonianze dei pazienti. Informare vuol dire anche essere utili al prossimo, ci stiamo provando, spesso andando controcorrente. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.43 Pagina 5 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.44 Pagina 6 Shrek 3 Arriva “ Una palude per il mio Regno utti pronti per la terza uscita nelle sale cinematografiche di Shrek, l’orco tenero e buffo tanto amato da grandi e piccini, un successo internazionale dalle proporzioni smisurate. Shrek 3 è la naturale evoluzione della vita di questo personaggio e del suo sviluppo da adulto che deve fare i conti con una nuova realtà: diventare contemporaneamente re e padre. In questa serie, Shrek si circonda di nuovi amici e scopre un nuovo modo di vedere la vita: deve imparare a credere in se stesso e ad assumersi nuove responsabilità, in lotta con la sua dignità perché ha paura di essere re e padre. Il film, diretto da Chris Miller, ha subìto non solo un’evoluzione caratteriale dei personaggi e della narrazione, ma anche un’evoluzione creativa e tecnologica grazie al lavoro meticoloso e ambizioso della DreamworksAnimation, che ha saputo produrre particolari nuances fisiche di alcuni personaggi, accentuandone l’espressività delle emozioni, e creare in maniera impeccabile e straordinaria ambienti e prospettive, incantesimi e paesaggi, dando la sensazione della realtà e del realismo dei personaggi. A rendere Shrek 3 davvero speciale, anche le musiche scelte, un assortimento non indifferente di canzoni rock classiche e colonne sonore composte appositamente per rappresentare alcune scene e particolari stati d’animo dei personaggi, grazie all’abilità del compositore Harry Gregson-Williams che definisce l’ultima serie ironica e in alcuni punti decisamente sovversiva. La storia è di Andrei Adamson, i talenti vocali di Mike Myers (Shrek), Cameron Diaz (Fiona), Eddy Murphy (Ciuchino), Antonio Banderas (il gatto), il giovane Artù (Justin Timberlake), ecc.; alcuni di questi artisti, attori, registi, cantanti e produttori, erano presenti alla conferenza stampa tenutasi T 6:romalive [ di • Marta Cecchini ] nell’Hotel Hassler di Trinità dei Monti (Roma) per presentare il film Shrek 3 che sarà proiettato al cinema dal 31 Agosto. Come avete seguito l’evoluzione del personaggio? Vi piace come si è evoluta la storia? Cameron Diaz: “Amo molto Shrek e i personaggi di Shrek 3 e come si è evoluta la storia. Per realizzare questo film, abbiamo dato il meglio al fine di produrre un film migliore sotto diversi aspetti: è meraviglioso essere parte di questa grande famiglia”. Antonio Banderas: “Nella realizzazione di Shrek 3 si è cercato di essere più ambiziosi, sia per quanto riguarda la tecnologia, la creatività ecc. e sia per la passione che si mette: il mio personaggio, il gatto, sembra essere apparentemente molto piccolo, ma in realtà nella storia si capi- ” sce che è un personaggio sorprendente, un grande personaggio, anche manipolatore. Il film è fonte di grande umorismo e di una forte affermazione culturale”. Justin Timberlake: “Sono d’accordo sul fatto che essere parte di questo film significa essere parte di una famiglia straordinaria, con personaggi altrettanto straordinari. Io ho cercato di tenere il passo, sviluppando al meglio il mio personaggio: un adolescente reale con i suoi spigoli e i suoi sbalzi d’umore, stravolto da una tempesta ormonale, un ragazzo alla scoperta della vita”. A proposito di quanto affermava Banderas sull’elevato livello del film, tecnologico e culturale, oggi il tono dei cartoni animati si è fatto sempre più adulto, un tono quasi cinico oltre che irriverente, quasi un film più adatto ai genitori che ai figli, non crede? Jeffrey Katzenberg: “Fin dall’inizio, abbiamo rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 cercato di creare uno sviluppo narrativo diverso dal solito cartone animato tradizionale, abbiamo puntato su un film che sia divertente ma al contempo complesso e sofisticato, con personaggi satirici, irriverenti, che trasmettono fascino anche verso il mondo degli adulti”. Justin Timberlake: “Sì, sono d’accordo. Credo che Shrek abbia conquistato il mondo degli adulti e il mondo dei ragazzi contemporaneamente… è questo che ha attratto anche me! È un film divertente per tutti!”. Cosa ha trovato più difficile, essere un attore oppure un attore doppiatore di un cartone animato? Antonio Banderas: “Io ho doppiato la versione in spagnolo e in italiano, e nell’interpretare le battute devi stare molto attento anche al movimento labiale, per essere il più fedele possibile al testo originale. Si interpretano le battute in maniera diversa per dare maggiori possibilità al doppiaggio. Si ha comunque una grande libertà di fronte al microfono, diversamente da quando invece si è di fronte a una telecamera. Io mi baso su quello che mi viene dato, ma per lo spagnolo, ad esempio, è più difficile perché è una lingua con molte nuances… e allora mi concentro nel dare un accento Andaluso che risulta essere più simpatico… è molto divertente calarsi nel personaggio e cercare di parlare al suo posto!”. Riguardo la versione italiana, cosa hai provato nel vedere sullo schermo un altro personaggio, quello dei cartoni, parlare con la tua voce? Antonio Banderas: “Credo di avere in parte già risposto alla domanda: ho cercato di attenermi il più possibile al testo italiano, introducendo poche modifiche… ci vuole una grande esperienza per doppiare in diverse lingue! Quando guarderò questo personaggio, vedrò come sono riuscito a rapportarmi a lui, sotto diversi aspetti. La storia è la stessa, il centro è lo stesso, un team creativo che collabora affinché il finale sia un unicum”. Justin Timberlake: “La mia reazione è stata: Oddio sono parte di Shrek! E per questo mi sono sentito onorato e felice!”. Cameron Diaz, tu che hai doppiato Fiona, un personaggio simbolo, diverso dalle principesse belle e magrissime che noi siamo abituati a vedere, cosa ci puoi dire di lei? Cameron Diaz: “È questo il segreto del personaggio di Fiona: noi siamo abituati a vedere questi personaggi famosi bellissimi e statici. Credo che l’esperienza di Fiona sia un esempio per tutti. Fiona insegna ad essere pro-attive nella vita, a reagire per primi, a credere nell’amore e a credere che quello (nel film l’orco) sia il vero amore! È un messaggio valido sia per le donne che per gli uomini: vi sprona ad agire! Siamo abituati a vedere la principessa nella torre che aspetta l’arrivo del principe azzurro… invece Fiona insegna che non dovrebbe essere così: bisogna essere fautrici del proprio destino e degli avvenimenti. La storia spinge le donne ad essere maggiormente reattive e più intelligenti!”. Nella programmazione del film avete previsto l’inserimento tra le colonne sonore di un brano cantato da Justin Timberlake? Justin Timberlake: “Si è pensato che sia più bravo come attore che come cantante… scherzo! Comunque ho recitato intensamente come se avessi cantato per 10 anni di fila! Mi sono divertito molto a girare questo film!”. Cameron Diaz: “Forse nel film non c’era bisogno di una canzone di Justin, non si è ritenuto importante inserire i suoi brani nella programmazione del film”. 13.44 Pagina 7 Ci sono stati momenti buffi quando doppiavate il film? Mi rivolgo in particolare a Cameron Diaz che ha fatto parte di un programma ambientalista, ci si sente cambiati dentro? Antonio Banderas: “Mi sono occupato di diverse attività benefiche fino a quando sono diventato un personaggio pubblico. Nei film come Bordertown oppure ne La casa degli spiriti, film che non hanno avuto molto successo paragonati ad altri, ho sempre cercato di essere presente come attore e come uomo perché sono film con una connota- zione politica molto forte ed è importante per me, come attore, interpretare film di questo tipo, perché noi abbiamo la responsabilità di affrontare quello che avviene in alcuni posti del mondo, come il caso delle persone che ad esempio sono scomparse in Argentina, ecc. Noi, come attori, dobbiamo collaborare affinché questo mondo sia migliore”. Cameron Diaz: “Per quanto riguarda la mia esperienza con Trippin’ (10 episodi girati con MTV alla scoperta di posti esotici del pianeta, allo scopo di aiutarli e preservarli), credo sia stato un progetto veramente importante: sapere come vengono usate le risorse nel mondo e cercare di mantenerle intatte è un grande proposito. Se desideriamo continuare a vivere sulla Terra, dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta, lavorare insieme per salvare la natura del pianeta è nello stesso tempo, anche se egoisticamente, salvare noi stessi e la vita che ci piace condurre, è un impegno essenziale per noi tutti, prioritario. Vi racconto adesso un aned- doto divertente mentre eravamo in sala doppiaggio: la mia équipe mi ha fatto doppiare alcune scene vestita come una geisha, portando in studio candele, una coppa di macedonia e un lenzuolo!”. Cosa ha provato Fiona quando ha scoperto che il doppiatore di Artù era il suo ex fidanzato? “Posso dire che è sicuramente una buona new entry in Shrek!”. Sig. Miller, che effetto le fa sapere che Lei sarà presente con Shrek nelle prossime generazioni di bambini, al di sopra della Walt Disney? “Un’impressione sicuramente positiva che mi rende orgoglioso di Shrek. Un film divertente e che spezza un po’ la tradizione del passato, ecco perché resterà impresso nella mente di tutti. Riprendo un po’ quello che ha detto precedentemente Cameron Diaz su Fiona: la principessa che non aspetta più l’arrivo del principe che la porterà via sul suo cavallo bianco, una donna reattiva, vincente, che prende in mano la sua vita, reagendo in prima persona”. Con che criterio sono stati scelti i brani per la colonna sonora del film? Per esempio avete scelto il brano dei Wings come sottofondo del funerale del Re, giusto? Aron Warner: “La scelta della musica varia di scena in scena: ascoltiamo prima pezzo per pezzo per vedere se si adatta alla scena, ma capita anche che non riusciamo a trovare il brano giusto, quindi a volte scriviamo dei pezzi appositamente per alcune scene particolari. Ci piace anche riproporre dei brani che abbiamo già ascoltato in passato e che hanno fatto parte di noi e della nostra tradizione musicale”. :7 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.44 Pagina 8 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.45 Pagina 9 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.45 Pagina 10 Una “finestra” sui NEGRAMARO [ di • Francesca Colaiocco ] A poche settimane dall’uscita dell’album “La finestra”, il primo travolgente singolo “Parlami d’amore” è già diventato il tormentone dell’estate. Stiamo parlando dei Negramaro, gruppo rock molto apprezzato dal giovane pubblico e composto da sei ragazzi originari della provincia di Lecce: Giuliano Sangiorgi (voce e chitarra), Emanuele Spedicato (chitarra), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori) e Andrea De Rocco (campionatore). I Negramaro nascono nel 1999 e prendono il nome da un vino caratteristico della loro terra d’origine, il Salento. Due anni dopo vincono il Tim Tour e arrivano alla finale della competizione organizzata da Mtv per la ricerca di nuovi talenti (Brand New). Nel 2003 esce il primo album, “Negramaro”, ma il vero e proprio debutto avviene l’anno successivo con la pubblicazione del secondo lavoro, “000577”: uno dei brani, “Come sempre”, viene scelto da Alessandro D’Alatri per lo spot celebrativo del cinquantesimo anniversario della Rai e da quel momento comincia la loro ascesa. I mesi successivi sono caratterizzati da una serie di concerti, come quello del Primo Maggio a Roma, il 10:romalive M.E.I. di Faenza e l’Arezzo Wave Love Festival. Nel febbraio 2005 esce il nuovo lavoro, “Mentre tutto scorre”, che dopo un solo anno dalla pubblicazione è disco multiplatino. L’album è composto da undici canzoni, tra le quali spiccano la cover de “L’immensità”, storico successo di Don Backy, e la struggente “Solo per te”, accompagnata dalla straordinaria tromba di Paolo Fresu. Con il brano “Mentre tutto scorre” i Negramaro partecipano alla 55esima edizione del Festival di Sanremo, conquistando il Premio della Critica Radio & Tv. Lo stesso singolo, insieme ad altre 7 canzoni, viene scelto da Alessandro D’Alatri per la colonna sonora del film “La febbre”, mentre il videoclip di “Estate”, secondo estratto di “Mentre tutto scorre”, è realizzato da Silvio Muccino: l’ambientazione è Porto Cesareo, nel Salento, e simboleggia un ritorno alle origini del gruppo rock pugliese. Il fortunato anno si conclude con una serie di riconoscimenti, tra cui la vittoria del “Premio Rivelazione” al Festivalbar 2005, l’esibizione del 17 settembre all’Mtv Day di Bologna davanti a un pubblico di ottantamila persone e il “Premio Mia Martini” come gruppo rivelazione dell’anno. I Negramaro continuano a segnare un successo dopo l’altro: il terzo singolo “Solo3minuti” entra stabilmen- te nella top ten delle radio, agli Mtv Europe Music Awards 2005 ricevono il premio come “Best Italian Act”, e al Festivalbar 2006 come “Miglior Performance”. Sempre nel 2006 viene pubblicata l’edizione limitata di “Mentre tutto scorre”, che comprende il dvd dell’esibizione all’Mtv Day dell’anno precedente. “La finestra”, ultima creazione del gruppo, è una raccolta di quattordici canzoni dalle sonorità rock, melodiche ed elettroniche, che indagano il disagio sociale e personale senza essere mai troppo esplicite. Romantiche e malinconiche sono “L’immenso”, “Quel posto che non c’è”, “Una volta tanto (canzone per me)” e “Un passo indietro”, che si alternano a canzoni decisamente movimentate come “La distrazione”, “Giuliano poi sta male” e “Via le mani dagli occhi”. L’attesissimo tour 2007 è partito lo scorso 24 giugno dalla città di Cuneo. Tra le prossime date ricordiamo l’8 luglio al Teatro Antico di Taormina, il 12 all’Arena Flegrea di Napoli, il 14 all’Area Magna Grecia di Catanzaro, il 18 presso Villa Fidelia a Spello (Perugia), il 23 all’Arena di Verona, il 31 luglio al Castello di Barletta, il 7 agosto all’Anfiteatro Romano di Cagliari, il 14 alla Fortezza di Siena e per finire il 16 agosto presso le Cave del Duca a Lecce. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.46 Pagina 11 Claudio Villa il “Reuccio” di Rocca Di Papa [ di • Rossana Bartolozzi ] Il 2 giugno, nel cimitero di Rocca di Papa, è stato inaugurato un murale sulla tomba di Claudio Villa in occasione del ventennale della sua morte. Il cantante, soprannominato “il Reuccio” dominò incontrastato il palcoscenico della canzone italiana e ancor oggi non è stato dimenticato, né dai suoi fans né dalla cittadinanza di Rocca di Papa, a cui lui diede lustro e onore. Nel lontano 1971 Claudio Villa, sollecitato da Nino Bixio, suo amico, decise di stabilirsi nell'amena cittadina, attratto dal luogo salubre, dal verde e, come dice il sindaco Pasquale Boccia, dalla sua bellezza. Oggi nella casa del cantante vive la moglie Patrizia con le due figlie, mentre la villa non lontana, che apparteneva a Nino Bixio, sarà presto trasformata in una Fondazione, centro di studi e di cultura. Il murale, completamente monocromo con vaghi richiami al giallo, è stato realizzato grazie all'amministrazione comunale, il progetto è stato elaborato su un'idea di Donatella Paone, presidentessa dell'associazione Nuova Iride ed è stato realizzato dalle artiste Nevia e Milena Pazzaglini. Rappresenta il cantante seduto su un binario, con chiara allusione alla canzone che lui com- pose nel 1971, Binario, che insieme a Granada è diventata un cult. Accanto, con realistica precisione è raffigurata la sua famosa Guzzi, e più lontano Rocca di Papa e la prima stazione della funivia che andava ad acqua, scomparsa come la seconda. Durante la cerimonia di inaugurazione la moglie Patrizia, commemorando il marito, diceva come lui avesse un carattere irruente, che diceva sempre quello che pensava, quando improvvisamente una capricciosa folata di vento scoprì in parte il dipinto, lasciando attoniti tutti i presenti, Forse “il Reuccio” era lì e voleva segnalare la sua presenza. Associazione Culturale Adynaton [ di • Barbara Frascà ] L’Associazione Culturale Adynaton è stata fondata nel 2001 da Giorgio Spaziani ed Emanuela Giovannini e si occupa prevalentemente di formazione e pedagogia attraverso il teatro, coltivando la creazione di momenti di aggregazione. Quest’associazione è stata fondata grazie all’esperienza e all’impegno umano e professionale che i due soci hanno maturato nel corso del tempo. Ci si riferisce al lavoro svolto dal 1996 al 1998 presso l’Istituto Penitenziario Rebibbia di Roma, Sezione Femminile, che ha portato alla realiz- zazione di alcuni spettacoli diretti da Giorgio Spaziani; al Laboratorio Teatrale tenuto nel 1999 presso il Carcere Giudiziario “Regina Coeli” di Roma, conclusosi con un allestimento teatrale sempre diretto da Giorgio Spaziani; e all’attività svolta, dal 1998 a tutt’oggi, presso il Carcere Minorile “Casal del Marmo” di Roma, concretizzatasi anche questa nella messa in scena di vari spettacoli promossi e patrocinati dal Ministero della Giustizia e dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Roma. Per l’attività a Casal del Marmo l’Associazione ha ricevuto, in questi ultimi due anni, finanziamenti dalla Provincia di Roma, Dipartimento Servizi Sociali e Politiche per la Famiglia, ed è stata sostenuta dal Ministero della Giustizia Minorile e Direzione Generale Personale e Formazione. Nel 2005 ha esteso la propria attività con i minori in condizione di disagio sociale all’esterno, attivando il Laboratorio In Libertà rivolto a ragazzi italiani e stranieri coinvolti in procedimenti penali e ospiti di Case Famiglia e Comunità di accoglienza. Il 13 giugno 2007, alle ore 17.30, presso il Teatro Ghione di via delle Fornaci 37 a Roma, i Ragazzi dell’Istituto penale per i minorenni Casal del Marmo di Roma, insieme ai compagni in libertà, sono stati protagonisti dello spettacolo teatrale “Vox Populi”, a cura di Emanuela Giovannini e Giorgio Spaziani. Sono andate in scena storie di personaggi resi già grandi dalla letteratura teatrale, ma anche storie personali dei ragazzi, monologhi ed improvvisazioni. Il Laboratorio Teatrale a Casal del Marmo è sempre stato un laboratorio di creatività e di libera espressione del pensiero. “Il carcere è una realtà separata – dicono Giorgio Spaziani ed Emanuela Giovannini –, ma noi cerchiamo di divulgarla il più possibile”. Ecco allora che “il teatro diviene la via per entrare in contatto con loro”. Il teatro sia per comunicare quello che si ha dentro, sia per cercare di andare al di fuori della realtà in cui si vive, soprattutto se questa realtà è una galera. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.46 Pagina 12 Acqua, farina e... [ di • Valeria de Rentiis ] Siamo ormai entrati nel tipico caldo estivo e l’appetito è diminuito. La voglia d’accendere i fornelli è andata in vacanza. Che ne dite allora di uno spuntino, che funge anche da antipasto nelle cene con gli amici? Ve ne proponiamo 2 e …buon appetito! Involtini di pane al formaggio con rucola P rivate della crosta i formaggi e dividete ciascuno in 12 bastoncini di 1 cm di spessore circa. Tagliate il pane in 3 lun- ingredienti: (Per 4 persone) • 150 gr Gruyere • 150 gr pecorino • 4 fette di pane per tramezzini • rucola • 12 pomodorini ciliegia • 1 spicchio d'aglio • 5 cucchiai olio extravergine • 20 gr di pinoli • peperoncino • sale ghe strisce, larghe un po' più di due dita. Lavate bene le foglie di 2 mazzetti di rucola e i pomodorini. Distribuite su ogni strisciolina di pane 1 foglia di rucola e un pezzetto di formaggio e arrotolate le striscioline ad involtino. Spellate l'aglio. Riunite nel mixer la rucola rimasta, l'olio, 2 cucchiai d'acqua, i pinoli, l'aglio, un pizzico di peperoncino e il sale. Frullate fino ad ottenere una salsa fluida e cremosa. Sistemate gli involtini su un piatto e decorate a piacere con foglie di rucola e pomodorini tagliati a spicchi. Servite gli involtini con la salsina, in una ciotola a parte. Mozzarelle farcite D ividete a metà la mozzarella e scavatene la polpa con un cucchiaio. Tritatela. Tagliate in 4 un pomodoro ed eliminate i semi. Tritatelo. In una ciotola raccogliete la polpa di mozzarella, il pomodoro tritato, i capperi, i fiocchi di latte, abbondante basilico spezzettato e qual- che filo di erba cipollina tagliuzzato. Condite con olio, sale e pepe nero. Mescolate bene. Riempite con il composto i gusci di mozzarella e teneteli in fresco per mezz'ora. Al momento di servire, tagliate a spicchi il pomodoro e distribuitelo sulla superficie della 12:romalive ingredienti: (Per 4 persone) • 1 mozzarella di bufala grande • 2 pomodori maturi e sodi • 1 cucchiaio di capperi • 1 vaschetta di fiocchi di latte • erba cipollina • 1 mazzetto di basilico • olio extravergine di oliva • sale • pepe nero in grani mozzarella. Appoggiate su foglie di lattuga e servite. Un consiglio: le mozzarelle di bufala migliorano se si immergono per 5 minuti in acqua calda lasciandole nel loro involucro. In alternativa: Per una cena in piedi preparate delle coppette con piccole mozzarelle tagliate a metà. Scavatene la polpa, raccoglietela in una insalatiera e mescolatevi 1 uovo sodo tritato, 1 pomodoro tritato, 1 cucchiaio di capperi, 1 cucchiaio di tonno tritato, 2 cucchiai di maionese, 2 cucchiai di panna densa, sale e pepe. Riempite le coppette di mozzarella con il composto, decorate con foglioline di basilico fresco. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.46 Pagina 13 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.46 Pagina 14 Ipost: Intervista al Commissario Straordinario Giovanni Ialongo ] a cura di Marta Cecchini [ Siamo nella sede dell’Ipost, all’Eur (XII Municipio), in presenza del presidente dell’ipost, Giovanni Ialongo, anzi da quest’anno Commissario Straordinario, dico bene? “Sì, in effetti da Novembre, con decreto del Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo Gentiloni, sono stato nominato Commissario Straordinario. Nella continuità dopo 9 anni da presidente dell’Istituto Postelegrafonici”. Negli anni precedenti abbiamo seguito un po’ l’attività svolta dall’Ipost, possiamo definire quest’Istituto l’eccellenza nel settore dell’erogazione previdenziale? Ci vuole parlare di come siete riusciti a raggiungere questo livello? “Sì, prima però, mi consenta di rivolgere a lei e ai suoi collaboratori un apprezzamento particolare perché seguite, da molto tempo, e con molta attenzione, l’erogazione dei nostri servizi e per l’impegno che avete sempre profuso nell’informare, comunicando le attività e i servizi che eroghiamo ai nostri utenti, non solo nell’ambito di questa circoscrizione, ma di tutto il territorio nazionale. I servizi che noi offriamo sono la previdenza, l’assistenza, la mutualità e il credito. Dopo alcuni anni di rodaggio per una crescente puntualizzazione della macchina organizzativa del nostro ente, siamo riusciti ad offrire i servizi in modo eccellente, sia per quanto riguarda la previdenza, pagando la pensione in tempo reale senza interruzione tra la busta paga di poste italiane al dipendente e il rateo di pensione dell’ipost al neopensionato, sia per quanto riguarda l’assistenza che è stata rimodellata, per dare la possibilità anche ai pensionati di usufruire dei vari benefici. Ecco le nostre iniziative: abbiamo fatto 14:romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 una convenzione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, una convenzione che consente ai nostri pensionati un soggiorno nei mesi di maggio, giugno e luglio, in una bellissima località toscana, dove possono trascorrere 15 giorni non solo di riposo, ma anche seguendo le attività culturali che questa iniziativa consente. Per quanto concerne il credito, lo abbiamo aggiornato: siamo ora in condizione di poter erogare il prestito a tutti i dipendenti che lo chiedono anche on line, accelerando i tempi tra la richiesta e l’erogazione, circa 10 – 15 giorni. Per quanto riguarda i pensionati, ci siamo fatti carico di stabilire una convenzione con un primario Istituto bancario per consentire anche a loro di ottenere prestiti tramite la cessione del quinto del rateo pensionistico. Tutti questi risultati sono stati raggiunti grazie all’impegno costante delle organizzazioni sindacali e di tutti i lavoratori dell’Ente che ho l’onore e l’onere di presiedere, con la carica di Commissario Straordinario. A che punto è la realizzazione del vostro sogno di avere una sede tutta vostra? “In effetti noi qui siamo ospiti di Poste Italiane, anche se graditi dalla società. Speriamo di realizzare il sogno di riportare i nostri lavoratori presso la propria casa come l’ho definita nel corso della convention dei 50 anni dell’ente; la propria casa, perché una parte dei lavoratori dell’ipost prestavano già la loro attività nel complesso di nostra proprietà in via Carlo Spinola. Abbiamo fatto un accordo di programma con il sindaco Veltroni: al comune noi abbiamo ceduto un immobile ad uso scolastico, dove c’è la Scuola Alonzi, il Comune ha concesso all’Ipost la possibilità di costruire su un terreno di nostra proprietà. È partito da poco un concorso per il mi- 13.46 Pagina 15 glior progetto edilizio. Ci auguriamo che parteciperanno qualificati professionisti che presenteranno idee e progetti per la costruzione della nuova sede che sarà costruita in via Cristoforo Colombo, a ridosso del complesso di Spinola. Ora c’è un nuovo governo che ha portato innovazioni, cambiamenti e proposte, una delle quali riguarda l’organizzazione del sistema pensionistico e anche degli enti previdenziali: si parla di un unico Ente previdenziale. Presidente Ialongo, basandosi sulla sua esperienza e sul ricercare Know how al servizio dei cittadini, cosa pensa di questa proposta? “Inizierà nei prossimi giorni il confronto tra il governo e le organizzazioni sindacali previsto dal memorandum sottoscritto già alla fine dell’anno scorso tra le due parti, per la ricerca di un nuovo modello strutturale che dovrà gestire la previdenza del nostro paese. Attraverso l’accorpamento di tutti gli enti in un unico organismo, il governo mira ad ottenere notevoli risparmi di gestione. A tal proposito nutro seri dubbi che si possa raggiungere tale obiettivo. Temo infatti che eventuali risparmi possano andare a scapito della funzionalità e della qualità dei servizi, anche se condivido la politica del governo di riduzione della spesa pubblica. Partecipiamo a questo dibattito convinti che l’esecutivo e le forze sociali sapranno ben rappresentare queste esigenze e questi orientamenti. Per quanto riguarda il nostro Ente, stiamo verificando una soluzione alternativa. Attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali, dei lavoratori delle Poste e dei lavoratori dell’Ipost, che ho incontrato recentemente e in seguito ad una verifica con l’On. Gentiloni e con i rap- presentanti delle Poste Italiane, soprattutto nella persona dell’Amministratore delegato Massimo Sarmi, stiamo valutando la possibilità di trasformare l’Ipost da ente di diritto pubblico non economico ad una fondazione di natura privatistica. A tal proposito abbiamo riscontrato consensi e abbiamo affidato a dei giuristi lo studio di fattibilità che permetterebbe di salvaguardare l’integrità del nostro Ente. Presidente, vuole lanciare un messaggio in occasione del prossimo Forum della Pubblica amministrazione? “Diamo appuntamento a tutti gli utenti e ai cittadini di questo quartiere, confermando non solo la partecipazione attraverso un nostro stand, nell’ambito del Forum presso la nuova fiera di Roma, ma ricordando che, il giorno 22 maggio alle ore 11, alla presenza del Ministro delle Comunicazioni, l’On. Paolo Gentiloni, presenteremo un nostro progetto innovativo, sempre in direzione del miglioramento della qualità dei servizi: un pallino fisso che ha contraddistinto la mia gestione, fin dal 1997: consentire ai nostri utenti di avere servizi efficienti ed efficaci”. L’intervista è stata realizzata da Sergio Di Mambro per la trasmissione televisiva RomaLive. In foto: il Commissario Straordinario dell'Ipost Giovanni Ialongo :15 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.47 Pagina 16 Santiago Calatrava Un architetto spagnolo a Roma [ di • Francesca Colaiocco ] D al 4 luglio al 2 settembre, le Scuderie del Quirinale presentano la mostra “Santiago Calatrava dalle forme all’architettura”, curata da Tomàs Llorens e dedicata al complesso lavoro dell’architetto spagnolo. Le sue opere sono ispirate alla ricerca di modalità espressive originali, con una grande attenzione per le scienze esatte e l’ingegneria e la valorizzazione della plasticità e dell’estetica delle forme. Protagonisti delle creazioni di Santiago Calatrava, nato a Valencia nel 1951, sono il disegno, l’architettura e la scultura. Quest’ultima è basata sul concetto di flusso e di movimento, tratto distintivo della sua opera, e prende vita dai materiali più disparati: dal marmo di Carrara all’ebano, dal granito all’argento. Laureato in architettura nel 1973, Calatrava vince il concorso per il progetto della stazione di Stadelhofen (Zurigo), nella quale è possibile osservare la ricorrente combinazione tra cemento armato e acciaio. Calcolo e conoscenza tecnica rappresentano per lui l’approfondimento di una vocazione che è principalmente artistica: la scultura è il punto di partenza, l’ingegneria 16:romalive “l’arte del possibile” e l’architettura una necessaria conseguenza. Nella scultura “Torus” del 1985, i due cubi poggiati asimmetricamente sulle punte dei coni sono volumi sospesi nello spazio che formano una composizione staticamente controllata ma allo stesso tempo lontana da ogni astratta razionalità. La concezione di “Torus” la ritroviamo in creazioni come l’aeroporto di Bilbao, con quel guscio che partendo da terra prende slancio nell’aria, o nelle due ali spalancate della stazione di Lione. Per Calatrava la perfezione della forma è rappresentata dal movimento, anche solo virtuale. Le opere in esposizione a Roma ricostruiscono un percorso creativo che testimonia il suo amore per il Rinascimento italiano, caratterizzato dalla ricerca di modalità espressive differenti. È così che l’architetto spagnolo incarna la sintesi tra moderno e antico, dove il suo essere decisamente contemporaneo si fonde con forme e temi culturali radicati nel passato. L’esposizione è introdotta dal video “Movimiento”, a testimonianza di quel processo creativo che parte da un’idea e arriva a compimento nella realizzazione di un progetto concreto. Per tutto il periodo della mostra, la terrazza delle Scuderie del Quirinale ospiterà una rassegna cinematografica curata da David Greco e incentrata sul tema del segno architettonico: sedici grandi film che hanno come protagonista la forma della città, reale o immaginaria. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.48 Pagina 17 Riletture... Francesco Bonami, Lo potevo fare anch’io, Mondadori [ di • Fabio Zaccaria ] L’arte Contemporanea può a volte essere davvero ostica e dura da digerire, essendo sempre più spesso basata sul paradosso, configurandosi sempre più come esperienza estetica che fruzione del “bello”. A quanti sarà capitato di osservare alcune opere ed esclamare “Questo potevo farlo anch’io...”, ebbene, Francesco Bonami, uno dei più autorevoli critici e curato- ri di arte contemporanea al mondo, cerca in questo libro di spiegare perché non è esattamente così, perché non potevamo farlo anche noi. “Un libro scritto pensando non agli addetti, ma ai distratti ai lavori [...] una collezione di possibili errori, di giudizi personali e magari a volte di semplici descrizioni della realtà”, come scrive lo stesso autore rispettivamente in apertura e in chiusura del testo. Si tratta in fondo di una piccola guida per godersi l’arte senza troppe ansie intellettuali, ricordando come essa sia, nel concreto, una cosa profondamente umana, che richiede una determinata disposizione d’animo per essere fruita, non necessariamente una saccenza e un’erudizione fini a se stesse. L’autore cerca di spiegare come “stare al gioco” degli artisti di oggi, sparando con uno stile agile e tagliente (anche se la sua ironia, purtroppo, non riesce sempre a cogliere nel segno) giudizi e formulando punti di vista, mantenendo sempre un tono colloquiale che agevola la lettura. In un mercato dell’arte dove la critica ha assunto ormai un ruolo fondamentale, interpretando una parte non sempre positiva, Bonami chiarisce i meccanismi che soggiacciono alle valutazioni milionarie di alcune opere, a cui spesso assistiamo attoniti, incapaci di comprenderne le reali ragioni. Il bello è che non si cala un velo sulle più o meno fisiologiche storture del si- stema: acquistando opre d’arte, è sempre bene ricordarlo, si corre il concreto rischio di essere presi per i fondelli, ma non è stato forse così anche per gli azionisti Parmalat? Il mercato spesso perde il lume della ragione (...non solo il mercato), per le cifre che sborsa e le brutture che strapaga. Dunque ecco che le categorie del “bello” e del “brutto” si rimodulano sotto la spinta del mondo industrializzato, consumista, rapido e a tratti sempre più spersonalizzante, argomenti che entrano di prepotenza nel mondo dell’arte contemporanea che è sempre lì a parlare di noi e delle nostre assurdità, spesso presentandocele in modo brutale, senza i diaframmi del “bello stile” codificato nell’età moderna. In fondo la bella pittura e la bella scultura continueranno sempre ad esistere, magari semplicemente affiancate da nuovi linguaggi che, come ci ricorda Bonami, vanno affrontati con la giusta curiosità e disposizione d’animo, con una voglia di mettersi in gioco che può essere più importante dell’erudizione. Più o meno lo stesso atteggiamento con cui consigliamo di accostarvi alla lettura del libro, che non mancherà di regalare delle insospettabili analogie tra la figura di un artista come Joseph Beuys e Marco Pannella, o spiegarvi perché un orinatoio può diventare una pietra angolare della storia dell’arte. :17 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 15.13 Pagina 18 L'Agricoltura sbarca in città [ di • Valeria De Rentiis ] Il 22 giugno è stato inaugurato, all'interno dello spazio al Foro Italico di RomaEstate, il villaggio Agricoltura in città. Si tratta di una vera e propria isola all'interno della quale per oltre un mese si alterneranno convegni, forum, seminari, uniti a spazi ricreativi per bambini e adulti. Protagonisti ovviamente i prodotti tipici dell'enogastronomia laziale, che in una cornice inedita come quella romana, la faranno da padroni per valorizzare l'agricoltura della Regione. L'Assessore Daniela Valentini ha tagliato il nastro alla presenza del Presidente Marrazzo, facendo da "Cicerone" per gli stand dei tanti produttori presenti. L'Assessore è soddisfatta del lavoro che sta svolgendo per rilanciare l'agricoltura e per dare linfa al comune agricolo più grande d'europa: Roma. "Ci sono tante aziende che venderanno i nostri prodotti d'eccellenza. Ci siamo inventati un vero e proprio villaggio dell'agricoltura dove si possono trovare i prodotti di qualità; un ristorante che cucina la nostra enogastronomia; uno spazio dibattiti, uno spazio per i bambini. Sarà un momento per stare insieme, un punto di aggregazione, un raduno del mondo agricolo - dice l'Assessore Valentini - Il 19 luglio faremo un incontro con il Ministro Paolo De Castro e chiameremo gli agricoltori a stare qui, dopo un concerto con Tosca. Insomma un modo per vivere l'agricoltura in una grande città come Roma". Anche i bambini che accompagneranno i propri genitori e che vorranno trascorrere del tempo divertendosi ed imparando potranno sfruttare gli spazi ludico-ricreativi del villaggio. "Ci sarà 18:romalive un'area dedicata all'educazione alimentare, alla cultura enogastronomica, alle agroenergie alternative, ai problemi dell'acqua e della siccità, all'educazione alimentare, un'area dedicata ai divertimenti - prosegue la Valentini - Il venerdì ci sarà un ristorante solo per bambini perchéabbiamo pensato anche alla parte di educazione alimentare. Un'area dove si sta insieme e ci si diverte. Ci sarà un'area con le nostre pubblicazioni: delle cartoline che potranno esser compilate dai cittadini che vorranno avere delle informazioni dalla nostra Regione e un'area dedicata alle nostre province. Perché Roma è il più grande comune agricolo d'Europa ed è per noi dell'agricoltura un grosso valore aggiunto. Da qui avverrà lo sbocco per l'agricoltura." Anche il Presidente della Regione Lazio è soddisfatto ma ritiene che si possa fare ancora molto per l'agricoltura: "L'agricoltura è una risorsa per Roma e Roma è una risorsa per l'agricoltura. Potrebbe essere una novità per chi è miope. Per chi invece sa guardare più lontano vedrà Roma con il suo verde e la sua campagna, che ancora sono nel comune. Ma Roma deve anche saper interagire con tutte le altre province e con tutti i comuni. Il Lazio ha una ricchezza che è l'agricoltura, in tutte le sue declinazioni: ad esempio nelle capacità delle energie rinnovabili e riutilizzabili. Per tutelare i tanti produttori e consumatori secondo Marrazzo le strade sono due: "In primo In foto: l’Assessore Daniela Valentini luogo abbiamo già costruito le condizioni ovvero le Leggi per tutelare i produttori. Ora è il caso di applicarle e di dare competitività all'Arsial. Per quanto riguarda i consumatori punteremo sulla sicurezza che passa per la qualità, che passa per una politica dei prezzi seri". Anche l'assessore Valentini è per il rilancio dei nostri prodotti: "Conoscere i nostri prodotti, assaggiarli, degustarli e poi comprarli. Per poter stare meglio, in salute e in benessere, per fare in modo che le nostre aziende possano crescere economicamente e soprattutto non abbandonare la terra e i campi che rappresentano un altro modo di vivere e di mangiare". Punti delicati che verranno trattati saranno l'emergenza acqua e il risparmio energetico: "E si parlerà anche di agroenergie alternative, di educazione alimentare, di commercializzazione. Ci sarà anche un seminario sulla pesca e si parlerà di distretti rurali e agroalimentari. Si parlerà di un po’ di tutto perché vogliamo raccontare ciò che facciamo e che siamo; a Roma, ai cittadini romani e per chiamare il nostro mondo agricolo, per riscoprire in città la campagna romana" conclude la Valentini. Alla presentazione della manifestazione erano presenti anche i rappresentanti delle cooperative. Abbiamo intervistato Enrico D'Agostino, presidente della Lega Coop Lazio. Cosa significa portare l'agricoltura in città? "Significa far conoscere a tutti i prodotti del Lazio ma significa soprattutto farli conoscere non attraverso le varie intermediazioni che a volte ci sono nell'agricoltura ma tentando di far rapportare direttamente i produttori con i consumatori. Molto spesso questo non avviene e questa occasione è adatta per questo tipo di prodotti". Abbiamo ascoltato anche il vicepresidente vicario della Lega Regionale Cooperative e Mutue del Lazio, Giuseppe Codispoti. Quanto è importante far conoscere l'agricoltura e i suoi prodotti? "Abbiamo lavorato insieme alla Regione e all'Arsial per la costruzione di questo avvenimento all'interno dell'estate romana ma è una grande iniziativa che coinvolge il meglio dell'agricoltura laziale nel tentativo di portare dentro Roma tutto il meglio che c'è della produzione agricola laziale. Roma è un grande mercato ma non sempre le filiere agricole lo riescono a penetrare. Quest'iniziativa s'inserisce nella giusta direzione, tra le tante organizzate dall'Assessorato. Prima di tutto Roma è una grande opportunità e crediamo che questa iniziativa serva proprio a coglierla". rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.48 Pagina 19 The S miths note storiche [ di • Fabio Zaccaria ] Da noi suonerebbe più o meno come “i signori Rossi”, una sorta di manifesto programmatico, in controtendenza con le sigle altisonanti e improbabili che le band del periodo erano solite usare. Gli Smiths sono ancora oggi al centro del dibattito che anima la critica musicale inglese alla ricerca spasmodica di loro degni successori. Era la primavera del 1982 quando nella grigia Manchester il chitarrista Johnny Marr (vero nome John Maher, contratto per differenziarsi dall’omonimo batterista dei Buzzcocks) e Stephen Patrick Morrissey si uniscono agli amici Andy Rourke (al basso) e Mike Joyce alla batteria, iniziando, con il singolo Hand in Glove, una delle più straordinarie avventure del pop anni Ottanta. Ancora una volta, in ossequio al destino di tante grandi band della storia del Rock moderno, la linfa vitale del gruppo scaturisce dal dualismo e dalla rivalità di due personalità dominanti: così fu per Lennon e McCartney, Jagger e Richards, Page e Plant, e così fu per Morrissey e Marr. Innamorato del decadentismo, amante di Oscar Wilde come dei poeti e degli chansonnier francesi, dedito al culto di James Dean, Stephen Morrissey si impone da subito per la singolarità del suo personaggio: movenze languide e voce lamentosa, non si nega il gusto della provocazione tagliente, irritante a volte ai limiti della gratuità (celebre il caso del suo brano da solista National Front Disco, che diede adito a sue presunte simpatie per il Fronte Nazionale), e lo fa stando tutto sommato al gioco della stampa, pronta a gridare alla genialità in caso della polemica azzeccata ma altrettanto solerte nel seppellirti al primo bersaglio non pefettamente centrato. Accusato di istigazione alla pedofilia per alcune sue liriche, riuscirà a codificare uno stile del tutto complementare all’altro pilastro della band: il chitarrista Johnny Marr. Troppo raramente si sente citare Marr nella lista dei grandi chitarristi moderni, e si tratta senza dubbio, lo affermiamo con assoluta convinzione, di una delle più grandi sviste della critica musicale odierna. Fu soprattutto grazie a lui se gli Smiths forgiarono lo stile che li rese grandi, uno stile che superava gli stereotipi del Punk, la cui spinta propulsiva risultava inesorabilmente in declino, recuperando un pop d’autore organizzato attorno ad accordi dal sapore quasi jazzistico, reintroducendo una complessità tecnica fuori dal comune e utilizzando la dodici corde elettrica in modo assolutamente efficace e originale. Un mix di questo genere non fece fatica ad affermarsi nel circuito delle radio indipendenti, e ben presto il mercato discografico fiutò l’affare: di lì a breve vide la luce The Smiths, album omonimo uscito per la Rough Trade nel febbraio del 1984. Elemento fondamentale per comprendere il vero e proprio culto legato alla band di Manchester è il fattore estetico: gli Smiths cantano la rivincita nei confronti del machismo imperante, dando voce all’emarginazione, intellettuale più che sociale, e il ruolo giocato dai testi di Morrissey in tal senso appare fondamentale. Le citazioni letterarie, gli strali violenti contro istituzioni consolidate e intoccabili come la Corona britannica, l’analisi psicologica di personaggi dalla moralità ambigua e violente invettive contro una sgradita modernità (Impicca il benedetto DJ / Perché la musica che suona insistentemente / non dice niente di me e della mia vita, canteranno qualche tempo dopo) sono tutti elementi di un microcosmo dalle fondamenta instabili ma dall’impatto poetico e musicale devastante. Erano anni in cui iniziava a imperare l’oscurantismo postpunk, materializzatosi in parte nel movimento del Dark-Rock: tutte reazioni ad un comune senso di disillusione, smarrimento privo di prospettive, indotto anche dalle politiche neoliberiste della Tatcher che non esitava a falciare le classi operaie di cui Manchester era in parte simbolo, e stravolgere la fisionimia sociale del paese sotto la spinta di privatizzazioni sfrenate. Gli Smiths saranno, assieme ad altri artisti di spicco come Paul Weller, parte del movimento Red Wedge (Cuneo Rosso), a sostegno delle mobilitazioni dei lavoratori delle miniere, con tantissimi gruppi e artisti inglesi ad organizzare concerti, festival e serate per raccogliere i fondi necessari ai sindacati per proseguire la lotta. Al di là dell’impegno sociale, la band non impiega molto ad ottenere un successo commerciale consistente, e già nel 1985 dà vita al secondo album Meat Is Murder, una tappa di passaggio obbligata per approdare al successivo capolavoro The Queen Is Dead, del 1986. Successo non privo di conseguenze, visto che le tensioni interne iniziano ben presto a evidenziare lacerazioni generate dal dispotismo di Morrissey, dalla depressione di Marr, e dalla tossicodipendenza del bassista Rourke, che verrà temporaneamente estromesso e sostituito per poi essere reintegrato nella band. Ma è proprio in brani dalla ironia feroce e corrosiva come Frankly Mr. Shankly o Cemetery Gates, o nella perfezione formale di canzoni come There Is a Light That Never Goes Out o Some Girls are Bigger Than Others, che si consolida il loro mito musicale e poetico. Un pomeriggio l’emittente Radio 1 avrà la geniale idea di diffondere in serrata successione la notizia del disastro di Chernobyl al brano I’m Your Man degli Wham!, sarà lo spunto per la rabbiosa Panic, massimo successo commerciale degli Smiths, con Morrissey a suggerire una fine consona per il DJ in questione e Marr a tessere sferraglianti trame elettriche con la sua Rickenbacker, il tutto immortalato da uno splendido video del regista Derek Jarman. Tuttavia i rapporti con il mercato discografico iniziano a farsi sempre più complicati e i rapporti con il managment e l’etichetta discografica sempre meno buoni, nonostante l’astro degli Smiths sia al massimo del suo fulgore. Le attese non saranno deluse dall’ultimo Strangeways Here We Come, uscito nel settembre del 1987, che contiene un brano dal titolo profetico: I Started Something I Couln’t Finish (Ho iniziato qualcosa che non posso concludere), solo una delle tante tracce disseminate nel disco quale segnale d’una irreparabile crisi. Un senso di finitudine claustrofobica che porterà in breve tempo i membri della band a una estenuante lotta legale per i diritti d’autore, affondando così in una triste marea di carte bollate e assegni con molti zeri la loro avventura. Quattro, perché in fondo, a livello musicale, è giusto rivalutare l’apporto della sezione ritmica Rourke-Joyce, solida e concreta come poche, e soprattutto elemento forse secondario ma indispensabile per la singolarità del sound degli Smiths. Ovvio che, come già ricordato, stare al gioco di due primedonne del calibro di Morrissey e Marr, avrebbe permesso al massimo di interrogarsi su chi fosse l’incudine e chi il martello, senza speranza di fuggire all’ovvio schiacciamento. La loro eredità è un fantasma che aleggia ancora oggi sull’odierno pop britannico, alla continua ricerca di degni epigoni della band mancuniana, impresa ardua e, oseremmo dire, nemmeno del tutto necessaria. Accusato spesso di fare musica per una generazione di depressi in crisi di astinenza Morrissey era solito rispondere: “Può darsi, ma queste persone sono importanti, tutti i nostri desideri contano. Altrimenti per chi dovremmo cantare? Per la Tatcher?”. :19 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.48 Pagina 20 PROSTITUZIONE: parte seconda • ? che fare Intervista al Presidente dell’associazione Erythros: Dott. Daniel Zagghay [ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli ] Presidente Zagghay, di cosa si occupa la Sua Associazione? Erythros è un’associazione di promozione sociale, multietnica, formata prevalentemente da immigrati. Quali sono gli obiettivi e le finalità? Innanzitutto la difesa dei diritti dei soggetti più deboli. Siamo orientati nella lotta contro la tratta degli esseri umani. Parliamo del fenomeno della prostituzione: perché non viene estirpato? In prevalenza parliamo di vittime della tratta, ci sono donne costrette a prostituirsi. E la costrizione da cosa dipende? Ci sono vari modi per cadere nella coercizione: le donne africane, nigeriane ad esempio, vengono in Italia perché stipulano, ignare, un accordo con quello che poi diventerà il loro aguzzino, per lavorare. Solo successivamente si rendono conto d’essere state ingannate e vengono avviate alla prostituzione. Questo inganno viene escogitato perché stiamo parlando di un tessuto sociale molto debole in cui le persone non sono in grado di difendersi, non avendo la percezione del denaro. A queste donne viene detto che in Italia ci sarà la possibilità di guadagnare con contratti da 50100 mila euro. Una volta entrate nel racket della prostituzione è difficilissimo uscirne. Ragazze minorenni provengono quasi esclusivamente dall’Est europeo mentre le donne africane sono già maggiorenni. Le donne africane vengono ricattate in ugual modo rispetto alle donne dell’Est? Le ragazze trovano già nel loro paese d’origine una situazione di degrado. Quando vengono in Italia sanno in che contesto si trovano. Fanno un accordo con lo sfruttatore che promette di cedere il 50% dei guadagni, ma solo il 20 % al massimo entrerà nelle loro tasche. In questo modo non avranno soldi a sufficienza per sopravvivere da sole e saranno costrette a restare nel giro. Il protettore fa di tutto per tenere le ragazze in strada perché ovviamente costituiscono fonte di guadagno. I veri protettori non vengono mai arrestati, solo i pesci più piccoli finiscono in galera poiché hanno la funzione di “guardiani”. Un’organizzazione criminale straniera può occupare le strade italiane senza alcun problema? Questo tipo di organizzazioni ha, a livello ipotetico, agganci con il mondo della malavita organizzata, o comunque con la criminalità locale. Cosa fate per aiutare le ragazze che sono per strada? Le ragazze che escono dal giro vengono spesso aiutate dai clienti. Solitamente i nostri volontari si fingono clienti per avvicinare le ragazze e toglierle dalla strada e dal giro. Per farle uscire dal giro, l’Associazione deve pagare soldi? Noi siamo un’associazione contro la tratta, e non scendiamo a patti con queste persone, anche perché la possibilità di avere altre ragazze da sfruttare porta gli aguzzini a rinunciare a qualsiasi tipo di minaccia. Oltretutto attirerebbero l’attenzione su di loro, e non sarebbe utile ai loro scopi. La nostra associazione opera dal 1995 e ha portato fuori molte ragazze pur non operando nei loro paesi d’origine. Cosa pensa della prostituzione volontaria? Credo che chiunque sia libero di fare ciò che pensa, chi vuole farlo in maniera volontaria può. Noi principalmente ci occupiamo della tratta dunque dello sfruttamento. Intervista al Dott. Francesco De Cicco, Primo Dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato Quale lavoro svolge il Suo ufficio per contrastare la prostituzione? Questo è il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, inserito nell’ambito della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Qui coordiniamo tutte le attività investigative che le 103 squadre mobili, situate sull’intero territorio nazionale, svolgono quotidianamente. È un’azione di raccordo informativo-investigativa che riguarda le fenomenologie criminali più gravi, più efferate, come i reati contro la persona, il patrimonio, 20:romalive l’immigrazione clandestina e il traffico di droga. Ha parlato di lavoro di coordinamento anche per la prostituzione. Quali sono i paesi da cui provengono principalmente queste ragazze? Prevalentemente oggi abbiamo uno scenario abbastanza complesso per quanto riguarda la presenza di cittadini stranieri sul nostro territorio. Da alcuni anni provengono dai paesi dell’area balcanica, dall’Africa, in particolare dalla Nigeria, dall’Asia, in particolare dalla Cina. Naturalmente parliamo di organizzazioni criminali complesse dedite a diversi reati particolarmente gravi, uno dei quali è lo sfruttamento della prostituzione. Un fenomeno dilagante è quello della prostituzione minorile. Ci troviamo a Roma, dove la realtà è sconcertante. Che cosa può fare la Polizia? Quello che possiamo fare noi è mettere in azione un’attività investigativa su coloro che sfruttano le ragazze minorenni, sulle organizzazioni. Naturalmente quest’azione di contrasto non rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 deve limitarsi al nostro paese ma deve estendersi anche agli altri paesi, da cui ha origine il traffico. È per questo che tramite l’Interpol e tramite accordi bilaterali siglati con altri paesi, ad esempio la Romania, cerchiamo con uno scambio d’investigatori d’individuare il luogo da cui partono le ragazze e le minorenni e dove gli sfruttatori cominciano la loro attività illecita in cooperazione con altri soggetti dediti nel nostro paese. Quindi deve essere un’azione coordinata. Qual è la soglia tra pedofilia e prostituzione minorile? Evidentemente il legislatore ha fissato una soglia d’età al di sotto della quale si parla di pedofilia, altrimenti diciamo che si tratta di prostituzione minorile. In ogni caso si parla di reati molto gravi, puniti severamente. Chi va con una minore tra i 14 e i 18 anni in cambio di soldi commette il gravissimo reato della prostituzione minorile. Al di sotto di quest’età parliamo di pedofilia. Che cosa si può fare per recuperare le ragazze che vogliono uscire dal giro? Il legislatore già da un po’ di anni, dal 1998, ha istituito il Testo Unico sull’immigrazione: la Legge Turco-Napoletano, che ha introdotto un articolo decisamente importante per chi è vittima dello sfruttamento ma anche per gli investigatori e per la magistratura. Parliamo dell’articolo 18. Per le immigrate clandestine è prevista la possibilità del rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, soprattutto per le ragazze che decidono di dissociarsi, voltare pagina chiedendo aiuto. Attraverso le forze dell’ordine, la magistratura e le associa- 13.48 Pagina 21 zioni di volontariato, le ONG, è possibile fare un discorso di recupero per le donne che decidono di uscire dal giro. ritorio nazionale. Oggi, attraverso internet, vengono commessi reati anche gravi, tra cui lo sfruttamento della prostituzione e della pedofilia. Cosa intendono fare le istituzioni per risolvere il problema della prostituzione? La cooperazione internazionale è una delle forme di contrasto più significative e remunerative anche a livello di risultati. Sono stati siglati degli accordi con alcuni paesi, ad esempio la Romania, proprio nel dicembre scorso. Il Ministero dell’Interno ha firmato un accordo bilaterale di cooperazione con il suo omologo rumeno che prevede uno scambio di investigatori e strutture investigative parallele. Questo è un metodo di controllo congiunto alle frontiere, ed è lo strumento migliore per contrastare queste organizzazioni che oggi sono molto complesse e sono disseminate a macchia d’olio su tutto il territorio mondiale. Ci parla delle ultime operazioni della Polizia di Stato? A gennaio si è svolta l’operazione cosiddetta “Spartacus” contro lo sfruttamento della prostituzione, che ha visto coinvolte diverse città italiane, coordinata dal Servizio Centrale Operativo e che ha permesso l’arresto di oltre 800 trafficanti prevalentemente dall’Est europeo. Si trattava di organizzazioni nell’area balcanica che sfruttavano donne, sempre provenienti da quell’area, in diverse regioni del centro nord e alcune del sud Italia. In quel contesto siamo riusciti ad individuare anche appartamenti in cui venivano sfruttate queste donne e siamo riusciti ad arrestare i proprietari italiani, consapevoli di ciò che veniva compiuto all’interno di essi. Cosa pensa della punibilità dei clienti? Non spetta a me dire se può servire o meno. Quello che serve è combattere le organizzazioni e coloro che sfruttano la prostituzione, sui trafficanti. Sulla punibilità lasciamo agli addetti ai lavori il giudizio. Servirebbe un maggior supporto tecnologico alla Polizia per poter lavorare meglio? Spesso ci confrontiamo con strutture di altri paesi e devo dire che le nostre apparecchiature sono già moderne e all’avanguardia. Non dimentichiamo che il nostro paese ha a disposizione la polizia postale e delle comunicazioni che vigila anche su internet, e che svolge indagini tecnologiche grazie anche a ramificazioni su tutto il ter- :21 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.48 Pagina 22 DOSSIER Municipi XVIII - XVII [ a cura della • Marta Cecchini e Valeria De Rentiis ] DOSSIER XVIII: I COMITATI DI QUARTIERE Il Comitato di quartiere Valle Aurelia Intervista al sig. Cerruti Sig. Cerruti vuole aggiornarci sulle problematiche di viabilità nel territorio? La situazione non è cambiata di molto, sono poche le migliorie apportate dal Municipio. Per il momento è stata effettuata la potatura degli alberi del primo tratto di via Anastasio II fino alla stazione di Valle Aurelia, tralasciando però il tratto che giunge fino a piazzale degli Eroi. Un problema importante da segnalare che crea disagi agli automobilisti, a rischio incidenti, è la pressocchè assente segnalazione stradale orizzontale della zona Prati, Trionfale e Aurelio. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblico? Non viaggiano regolarmente! Nello specifico, capita per esempio che bisogna attendere alla fermata del 31 circa mezz’ora prima di vedere arrivare il bus e a volte dopo un’attesa così lunga, capita che ne passino tre in contemporanea, a dimostrazione del fatto che non esiste una seria organizzazione dell’Atac nel territorio, per non parlare poi della segnalazione elettronica malfunzionante delle paline e della poca attendibilità riferita agli orari e ai tempi di attesa previsti. Ultimamente ha notato una maggiore presenza dei vigili urbani? Sinceramente ancora nessun riscontro: continua ad essere assente un controllo capillare nelle strade principali da parte dei vigili urbani e chi conosce bene via Boccea è consapevole del fatto che per percorrere 200 mt è necessario imbarcarsi in una fila di circa mezz’ora: veramente incredibile! I vigili dovrebbero essere più presenti nel territorio, nei suoi punti nevralgici, facendo il loro dovere regolamentando il traffico, allo scopo di evitare il caos che esiste per le strade del nostro Municipio. Vuole segnalare altre problematiche che ha riscontrato nel Municipio? Si. Mi è capitato di partecipare recentemente ad una manifestazione contro le ultime decisioni prese dalla Sanità in merito alla imminente chiusura di alcuni reparti dell’ambulatorio S. Tommaso D’Aquino, quello di radiologia e del laboratorio d’analisi. E, visto il mio ruolo attivo di membro del Tribunale per i diritti del malato e il servizio di volontariato che svolgo bisettimanalmente, sono venuto a conoscenza direttamente dal responsabile di radiologia e cardiologia che i due reparti entro l’estate verranno chiusi. Veramente uno scandalo, calcolando che l’ambulatorio è frequentato da una vasta densità di persone anziane che hanno una estrema necessità di cure e di usufruire dunque dei due ambulatori. Collaboro, sia attivamente che moralmente con la gente che è sempre più rassegnata dalle ultime novità apportate dalla Sanità laziale. Spero vivamente che prosegua con esito positivo la raccolta di circa 1000 firme che presto saranno presentate al Municipio XVIII per evitare la chiusura dei due ambulatori. Restiamo quindi in attesa di sviluppi politici. Sono state già chiuse recentemente le strutture ambulatoriali di piazza Adriana, di via Plinio e quelle di via Fornovo. Purtroppo sono cittadino anch’io, e dico purtroppo per tutto quello che sono costretto a vedere, a volte inerme, perchè sono ancora troppi i problemi da risolvere all’interno del nostro Municipio. DOSSIER XVII: I COMITATI DI QUARTIERE Comitato Liberi Cittadini di Prati Intervista al presidente Franco Martinelli Presidente Martinelli, nella precedente intervista abbiamo parlato dei problemi in generale riscontrati sul territorio. Qual è la situazione odierna? Sicuramente più andiamo avanti e più la situazione degenera. Il nostro problema in questo momento è il mercato trionfale, lasciato nel più totale degrado da oltre due anni. I banchi sono fatiscenti e i commercianti si lamentano per l’impossibilità di lavorare. In più la clientela è diminuita anche a causa della concorrenza dei supermercati sorti in zone limitrofe al mercato. Speriamo la situazione migliori al più presto per tutelare una struttura storica qual è il mercato trionfale. Quali altri problemi ci sono nel Municipio XVII? Sicuramente di viabilità. Inoltre le strade sono senza manutenzione ed è difficile anche percorrerle. Il nostro è un municipio abitato prevalentemente da anziani e in estate si svuota per la massiccia presenza di uffici che chiudono per le ferie. E poi le case sono costose, è difficile che qualcuno venga ad abitare qui. Proprio per questo motivo speriamo di riuscire ad attivare un numero per le persone che resteranno sole, una sorta di numero verde. Le associazioni già lavorano in questo senso e fanno in modo di creare delle oasi durante l’estate per raggiungere le persone sole. Come sono i rapporti con il Municipio? I rapporti sono buoni, anche se in questo momento stanno aspettando il taglio del nastro per la riqualificazione del mercato. Comitato Oslavia Intervista al presidente Antonio Tiberti Il Comitato Oslavia è nato con l’intento di monitorare la costruzione di un box auto di 300 posti sulla via omonima. Presidente cosa è cambiato in questi mesi? Purtroppo non ci sono novità rilevanti. C’è ancora l’incertezza sul volume del parcheggio, non sappiamo se sarà di 300 o 150 posti auto e se sorgerà su uno o due piani. Questo 22:romalive nonostante ci sia stato un impegno pubblico da parte del Sindaco e del suo delegato, insieme alla presidente del Municipio con un comunicato stampa inviato al Tg3 Lazio in cui si faceva presente che, per motivi di carattere pubblico non sarebbe stato costruito un box con più di 150 posti auto. Sono passati 2 mesi e oggi non c’è ancora un tavolo di confronto con noi del comitato. Nel 2001 ci fu una delibera del Municipio in cui si chiedeva all’unanimità un tavolo istituzionale di confronto. Da gennaio 2007 intanto i lavori proseguono e la ditta continua a rivendicare due piani e non uno. Se la costruzione fosse su due piani si sposterebbe anche l’asse prospettico di Piazza Mazzini. Il progetto è stato bocciato dalla rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.48 Pagina 23 rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 Sovrintendenza del Consiglio Comunale di Roma, dal Tribunale Civile, dal TAR e dal Servizio giardini del Comune. Questi ultimi li hanno bloccati più volte. Per quale motivo i lavori proseguono? Ci sono indagini della Finanza mai smentite. E’ possibile che ci sia una compiacenza. Pensi che il giudice ha documentalmente archiviato la pratica perché non sono stati riscontrati 13.48 Pagina 24 reati penalmente perseguibili. Cosa accade oggi? Nel maggio 2006, quindi un anno fa, il Consiglio Comunale, su pressione dei cittadini chiese una consulenza super partes all’istituto d’ingegneria dell’Università “La Sapienza “di Roma. Ovviamente il progetto venne bocciato ma da allora nulla è cambiato. Contro il “ghetto” di Piazzale Clodio 5 proposte per una migliore viabilità Vivere a piazzale Clodio è oggi un’impresa altamente rischiosa per gli abitanti del quartiere, che rischiano ogni giorno di essere investiti sulle strisce, facendo slalom tra le auto che sfrecciano, senza semafori e recinzioni adeguati per la tutela dei diritti dei pedoni, senza spazi conformi alle loro esigenze: un “ghetto” dentro un megaparcheggio, tra i più grandi di Roma, dal quale è difficile uscire. Ecco allora alcune proposte concrete da parte degli inquilini che abitano nei fabbricati adiacenti al palazzo di Giustizia, per risolvere i problemi di viabilità di piazzale Clodio: - rendere più sicuro l’attraversamento centrale di piazzale Clodio, tinteggiando di frequente le strisce pedonali a doppio colore, apponendo in alto uno striscione con la scritta “Rallentare” e realizzando, prima delle strisce, una base in sampietrini che spinga gli automobilisti a rallentare oppure un semaforo a luce gialla lampeggiante, infine, la realizzazione di un passaggio pedonale protetto con recinzioni adeguate; - per l’attraversamento della Circonvallazione Clodia da Via Golametto a Via delle Giuliana si propone un sistema semaforico con tempi di attesa ridotti che non scoraggino il pedone e non lo spingano ad attraversare con semaforo rosso, causando incidenti; - inoltre, per evitare caos ed incidenti si propone che il flusso di auto proveniente da Viale Mazzini sia incanalato obbligatoriamente a destra costringendolo a fare la rotatoria della piazza, consentendo ai Bus che escono dal capolinea diretti a viale Mazzini, di girare subito a sinistra senza dover percorrere tutta la piazza; - si richiede la presenza dei vigili urbani, attualmente assenti, per sanzionare soste in doppia fila, l’occupazione dei posti riservati agli handicap, il mancato rispetto di precedenza sulle strisce e i parcheggi sulle strisce centrali della piazza, procedendo con le necessarie rimozioni; - si propone la realizzazione di percorsi protetti per rendere più semplice la vita quotidiana delle persone anziane, delle persone con bimbi in carrozzina, con handicap e dei ciclisti. In Particolare: 1. percorso da via Golametto a via Teulada (capolinea BUS). Il marciapiede è occupato prima da bancarelle, che occupano spazi più ampi di quelli assegnati e poi da auto regolar- mente parcheggiate sui marciapiedi, si propone di spostare le bancarelle sul piazzale limitrofo di via Casale Strozzi; di rialzare considerevolmente il marciapiedi o di dotarlo di recinzione metallica (tipo sede stradale tram); 2. percorso viale Mazzini. Si propone di realizzare nella sede centrale verde del viale un percorso dedicato a bici e carrozzelle, garantendo gli attraversamenti stradali con appositi parapedonali; 3. un percorso dedicato analogo potrebbe essere realizzato, anche in via sperimentale, allargando un marciapiedi in via Giuliana in modo da facilitare anche il percorso verso il mercato. Queste proposte sono la testimonianza del senso di responsabilità e civiltà degli abitanti del quartiere che, oltre a denunciare i problemi di viabilità della piazza, cercano di proporre soluzioni tangibili per restituire serenità ai pedoni e per una migliore circolazione delle auto: un appello diretto alle amministrazioni per far si che intervengano con misure adeguate, in nome di una sana viabilità. DOSSIER XVII: LE PARROCCHIE Parrocchia di Santa Regina Apostolorum Intervista al parroco Don Paolo Don Paolo quali sono i maggiori disagi degli abitanti del Municipio? La zona di Prati è spopolata e utilizzata solo per gli uffici: ce ne sono troppi e la maggior parte degli abitanti sono anziani. Quindi i principali problemi sono di sicurezza, sociali ed economici. I ragazzi vengono coinvolti nelle attività della parrocchia? I giovani sono pochi, anche se la mia parrocchia è frequentata. La stiamo ristrutturando perché ci sono pochi ambienti e i ragazzi non hanno gli spazi necessari e punti di riferimento. In genere praticano sport. In più nella parrocchia è presente l’Opera del Segretariato sociale per la Vita, che si interessa ai ragazzi, alle ragazze in difficoltà, alle giovani madri con grossi problemi, sia italiane che straniere. In questo periodo sono al Villaggio Olimpico, dove c’è un nutrito servizio per i poveri con assistenza e distribuzione del vestiario. Quali attività saranno organizzate in futuro? Da settembre ci sarà il commercio equo-solidale, un punto di solidarietà, promosso dalla Caritas. DOSSIER XVII: I CENTRI ANZIANI Centro Anziani Borgo Pio Intervista alla presidente Anna Mastrocco Sig. ra Anna, come procedono le cose al Centro? Sinceramente non è cambiato nulla in questi mesi. L’unica nota positiva è che probabilmente inizieranno i lavori nel giardino sul retro della struttura. Per l’estate come vi state organizzando? 24:romalive Non organizziamo nulla perché siamo davvero in pochi. In più ora s’è creato un gruppetto che si chiude in una stanza per fumare cosi scoraggia gli altri a frequentare il Centro. Quali problemi ci sono nel Municipio? Credo gli stessi che ci sono anche nel resto di Roma: buche, strade dissestate, sanpietrini rovinati. Diventa pericoloso camminare anche sui marciapiedi ma le cose non cambiano. Bisognerebbe creare più zone pedonali e predisporre qualche vigile in più. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.49 Pagina 25 Intervista all’Ing. Luciano Buono [ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ] Negli ultimi numeri abbiamo parlato di Radionica con il Prof. Giuseppe Genovesi e con l'Ing. Luciano Buono. Molte persone hanno deciso di curarsi con la Radionica per diverse patologie. Vogliamo approfondire i postulati scientifici che sono alla base di tale tecnica innovativa. Spesso durante le interviste si è fatto riferimento alla Meccanica Quantistica, con l'Ing. Luciano Buono Presidente dell'Associazione Fulvio Di Pascale. Vogliamo approfondire tali concetti. Ing. Luciano Buono ci vuole parlare dei fondamenti della Meccanica Quantistica? La Meccanica Quantistica si basa su sei principi fondamentali, quello che ci interessa è il secondo: "è possibile che in determinate condizioni la materia possa comunicare a distanza o scaturire dal nulla". Per quanto concerne la comunicazione a distanza ne abbiamo parlato già precedentemente. Molte riviste scientifiche hanno comunicato tali esperimenti, che riguardano semplicemente l'interferenza a distanza tra elettroni che ruotano sullo stesso orbitale. Una volta separati e posti a qualsiasi distanza, qualsiasi interferenza esterna su uno dei due elettroni produce simultaneamente un cambiamento di "spin" dell'altro (spin: rotazione dell'elettrone attorno al proprio asse). La cosa importante che mi interessa comunicare ai lettori è che la "materia possa scaturire dal nulla". Intanto vediamo cosa si intende per "nulla". Per poter entrare nel merito dobbiamo introdurre la fisica di Severi e Pannaria che parla di un mondo reale che è il nostro, di un'an- timateria che non è quella a cui comunemente si fa riferimento, ma è l'antimateria del mondo L’Ing. Luciano Buono reale ossia i negativi del mondo che noi vediamo, infine c'è una materia pura che è un particolare luogo dove ci sono tutte le particelle prime della materia combinata. Che cosa è questo "nulla"? Una prima definizione è che il "nulla" è da dove proviene la materia. Quindi Severi e Pannaria l'hanno chiamata l'antimateria, possiamo parlare di negativi della materia combinata. Con questa fisica riusciamo a spiegare la Radionica in quanto la "Radionica lavora sull'antimateria per migliorare la materia". Vorrei aggiungere che ogni realtà fisica combinata, ha il proprio negativo nell'antimateria. Se la materia e l'antimateria vengono a contatto cosa succede? Si annullano. Ciò che lei sta dicendo mi porta con i ricordi al "Triangolo delle Bermuda" e cioè nell'immaginario collettivo alla scomparsa di navi e aerei mai ritrovati. Colpa dell'antimateria venuta a contatto con la materia? È come se ci fosse una porta aperta con l'antimateria, i negativi attraverso tale porta vengono a contatto con i positivi della materia combinata e si annullano. Un esempio scientifico avviene nel Sincrotrone dove particelle porta- foto di G. Mete te ad elevata velocità urtando altre particelle danno luogo al fenomeno del contatto tra materia e antimateria creando l'annullamento delle particelle duali. Ing. Buono ci vuole spiegare il "Principio di Scambio" di Severi e Pannaria? Il Principio di Scambio di Severi e Pannaria crea le basi per spiegare fenomeni che altrimenti sarebbero inspiegabili con la "Teoria dell'Antimondo". Il Principio di Scambio evidenzia discontinuità nello spazio e nel tempo ammettendo "un quanto minimo di tempo e un quanto minimo di spazio". Lo spazio- tempo nella fisica classica è inteso continuo, in realtà lo spazio- tempo è discreto e ciò permette di spiegare tanti fenomeni inspiegabili. L'equazione della materia di Severi e Pannaria spiegano anche il Principio di Indeterminazione di Haisenberg. Ing. Buono la seguente figura parla di spazio, interspazio e antispazio ci vuole spiegare nel dettaglio? Nel mondo combinato esiste uno spazio sotto il quale non si può andare. Abbiamo uno spazio minimo, e un tempo minimo. (L’intervista continua a pag. 28 •) :25 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.49 Pagina 26 Radionica: parlano i pazienti [ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ] Continua il viaggio nel mondo della radionica, abbiamo incontrato una serie di pazienti insieme al prof. Genovesi. Il primo paziente che abbiamo incontrato è la sig.ra Emanuela Giannantoni, la quale ci parla della sua esperienza. Aveva un problema legato al diabete e per questo si era rivolta alla medicina non ufficiale e quindi alla radionica. La Sig.ra Emanuela Giannantoni Mi ero documentata attraverso libri, avevo avuto l’esperienza diretta di un parente che malato di cancro che si era curato con la radionica con risultati soddisfacenti, quindi ho deciso di usarla anche io. Quali risultati ha ottenuto con la radionica? Ho ritrovato le forze, un equilibrio psicofisico e una buona qualità della vita. Che tipo di cura ha dovuto fare? Ho dovuto seguire una dieta, prendere delle polveri, delle erbe, fare degli infusi, e ho ritrovato un equilibrio psicofisico notevole. Dopo aver ascoltato la signora Giannantoni, vogliamo sapere qualcosa in più dal prof. Genovesi. Che disturbi aveva prima di rivolgersi alla radionica? Sentivo una stanchezza estrema e non riuscivo nemmeno a camminare. Come mai non si è rivolta alla medicina ufficiale? Preferisco cure alternative, nel corso degli anni ho avuto dei problemi di salute come tante persone e mi sono rivolta alla medicina ufficiale, ma le esperienze non sono state positive perché nel giovamento della malattia si sono create una serie di sintomatologie tali da creare altri problemi fisici e quindi, dopo tali esperienze non molto positive, ho deciso di cambiare. A proposito di medicina ufficiale, vorrei portare una delle mie ultime esperienze: lo scorso inverno mi sono trovata con un problema di emiparesi facciale. Sono andata dal medico di base che ha ritenuto diagnosticare una forma di ictus. Non gli ho creduto e mi sono rivolta al prof. Genovesi il quale ha definito tutt’altra patologia. Come cura mi ha dato tre dosi uniche di una polvere fitoterapica appositamente preparata per la mia malattia, e nel giro di pochissimo tempo tutto si è risolto. Come è arrivata alla radionica? 26:romalive continuare tale terapia per sempre? Per la riuscita della terapia bisogna che il paziente sia sotto controllo e attraverso successivi input si potrà decidere quali cambiamenti apportare alle formule fitoterapiche costituite secondo una procedura alchemica la cui paternità è del dott. Fulvio Di Pascale. Attraverso tale terapia sicuramente si eliminano gli effetti di dipendenza da farmaci esterni come l’insulina ma anche gli effetti tossici delle cure convenzionali. Il secondo paziente che è stato intervistato è la signora Stefania Perotti, la quale ci parla della sua esperienza. Mi è stato diagnosticato un linfoma B e la prospettiva era la chemioterapia. Ero restia a tale intervento invasivo. Ho ritenuto opportuno cercare alternative, ho conosciuto il prof. Genovesi che mi ha prospettato un approccio diverso, ha deciso di fidarmi e ciò mi ha dato una grande serenità interiore. Ho deciso di lasciare la medicina ufficiale e di affidarmi alla medicina non ufficiale come è appunto l’approccio radionico. Prof. Genovesi come ha curato la signora Giannantoni? Abbiamo tenuto conto degli aspetti metabolici alterati, partendo dal presupposto che si potesse ricostruire una condizione Che sintomi aveva? di funzionalità piuttosto che so- Avevo parecchi sintomi soprattutto ero costanstituirla come accade nella medi- temente stanca, disturbi al fegato, alla milza, cina ufficiale come da protocollo. Per quanto difficoltà a camminare, quindi a fare le cose riguarda il diabete che è considerata una ma- quotidiane disturbi alla gola, alle orecchie, etc. lattia curabile ma non guaribile, e quindi si utilizza o l’insulina o di farmaci che aiutano Come ha riscontrato questo problema? l’utilizzazione del glucosio da parte dei tessu- Attraverso analisi e una biopsia ossea mi è stata ti, quindi una modalità di sostituzione funzio- riscontrata questa malattia. Vorrei ricordare che nale. Invece con la radionica l’obiettivo è quello di ripristinare la Il Prof. Giuseppe Genovesi funzionalità dell’organo. Con la radionica il paziente non dipende più dall’insulina quindi può mangiare dolci come nel caso del diabete? Siccome nel concetto stesso di ricostituzione di funzione, è prevista una strategia dietologica molto precisa. Quindi ricominciare a mangiare dolci sia nel caso del diabete o di altra malattia non costituirebbe un presupposto favorevole per il successo della terapia. Infatti una grossa percentuale della terapia è costituita dalla dieta anche a prescindere dalla radionica. La signora Giannantoni dovrà rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 La Sig.ra Stefania Perotti 13.49 Pagina 27 diagnosticata la malattia, quindi il linfoma B. Come sta curando la signora Stefania? La signora Stefania sta seguendo parallelamente la terapia radionica e la terapia fitoterapia secondo le formule del dott. Fulvio Di Pascale, inoltre una dieta a base di uova verdure e carne rossa. Affrontiamo un altro caso con la signora Gigliola Pantanelli. la medicina ufficiale ha impiegato venti giorni per diagnosticarmi il linfoma B, mentre con la radionica il risultato è stato immediata. Perché ha scelto la radionica? Ho scelto la radionica perché oltre alla malattia c’è la persona che va curata. Dal 24 aprile del 2007 mi è stata riscontrata tale malattia, dopo qualche giorno ho iniziato la cura radionica. Quali sono le sue attuali condizioni di salute? Dopo circa un mese che ho iniziato la cura le mie condizioni sono notevolmente migliorate, ho ripreso a vivere normalmente. Che cura sta facendo? Sto facendo una dieta particolare: con erbe, polveri fitoterapiche e uova. Interpelliamo il prof. Genovesi anche per questo paziente. Nella medicina ufficiale per diagnosticare il linfoma B ci sono voluti venti giorni, quanti giorni ci sono voluti con la radionica? Quando la signora Stefania ci ha contattato non sapeva ancora il risultato della medicina ufficiale. Attraverso una seduta con l’utilizzo della “macchina di Callegari” gli è stata subito La Sig.ra Gigliola Pantanelli Oggi come sta la signora Gigliola? Oggi la signora Gigliola è in buo ne condizioni e la qualità della vita è migliorata. L’ultima paziente è la signora Anna e anche lei soffre di tiroide e ci racconta: da circa tredici anni soffro di tiroide e fino a qualche mese fa mi sono curata con la medicina allopatica, senza ottenere grandi risultati. Ho avuto due tipi di problemi, uno dovuto alla medicina e uno dovuto al nodulo che aumentava di dimensioni. A questo punto, dopo varie visite specialistiche una delle ipotesi era quella di un intervento chirurgico. Ho conosciuto il prof. Genovesi e tramite lui la radionica e ho iniziato a curarmi con questa nuova terapia raggiungendo risultati insperati. Infatti non ho più tachicardia, il nodulo è sceso di dimensioni e la qualità della vita è migliorata. Signora Gigliola che tipo di patologia ha? Dal 1990 ho avuto problemi alla tiroide con la presenza di noduli di cui uno di dimensioni molto elevate, di tre centimetri e mezzo. Ho conosciuto il prof. Genovesi negli anni ’90 e Il prof. Genovesi conferma quello che ci ha mi sono curata sempre con lui. Inizialmente e detto la signora Anna e qui terminano le interfino a qualche mese fa, la cura che ho seguito e viste, in un mondo affascinante ai margini della che mi è stata consigliata dallo stesso professo- vita quotidiana ostacolato dalla medicina trare si basava sulle conoscenze della medicina ufficiale. La situazione fino all’anno scorso è stata La Sig.ra Anna tenuta sotto controllo con alti e bassi. Dall’anno scorso, il nodulo è aumentato ad oltre due centimetri e mezzo creandomi problemi di soffocamento, dolori alla schiena, tachicardia quindi sono stata costretta a fare l’ago aspirato e per tre mesi mi ha fatto seguire un’altra cura medica. Le cose non miglioravano e si consigliava l’intervento. A questo punto grazie alle nuove conoscenze del prof. Genovesi e alla sua collaborazione con l’Associazione Fulvio Di Pascale, e quindi alla radionica, ho rinunciato all’intervento e curandomi con questa nuova terapia: ho iniziato una cura con le erbe, con le polveri secondo le formule del dott. Di Pascale, una dizionale e tenuto fuori dalle specializzazioni dieta. Da aprile ho iniziato tale cura e oggi mi universitarie. Abbiamo intervistato tanti pasento molto meglio, il nodulo è diventato più zienti, spesso cercato di capire cosa si celasse piccolo, respiro benissimo, non ho dietro i loro sguardi: semplicemente gratitudine più tachicardia e inoltre la glice- per chi li ha curati senza sfiorarli con un dito. mia è ritornata nei valori normali. In questo viaggio denso di sorprese e soprattutto ai limiti delle conoscenze scientifiche, un Prof. Genovesi come mai alla mondo nuovo si è materializzato, nella mia signora Gigliola Pantanelli non mente ho percepito, immaginato il mondo reale ha consigliato subito la terapia e l’antimondo, le particelle reali, quelle relative radionica ma la medicina uffi- all’antimateria, spesso la presenza di scienziati come Leonardo da Vinci, come le scoperte scienciale? Negli anni novanta eravamo in tifiche siano state “sezionate” in scoperte da un epoca in cui non conoscevo pubblicare e altre da “bruciare” per conservare il profondamente e non ero esperto proprio potere temporale anche causando soffedell’approccio radionico. Quando renza e morte. Un viaggio denso di speranza, ma le mie conoscenze sull’approccio anche pieno di sofferenza e paura. Un mondo radionico sono diventate suffi- che usa solo ciò che permette ad alcuni di essecienti a padroneggiare le varie re “dei carnali”, tralasciando ciò che potrebbe terapie, e questo grazie all’Asso- dare a ognuno salute, serenità, amore. Una cosa ciazione Fulvio Di Pascale, allora comunque è certa: il mondo non è per fortuna constatando lo stato di salute padroneggiato dall’uomo e il “gioco di Dio” va sempre più precario della pazien- oltre la logica, la ragione, la sete di potere che te le ho consigliato la radionica. anima gli abitanti di questo pianeta. Viaggere mo ancora ai margini della scienza ufficiale. :27 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 (• Continua da pag. 25) Sotto questi valori entriamo "nell' interstizio", dove sono presenti tutti i negativi della materia combinata, mentre nell'antimondo c'è il negativo delle particelle prime cioè la combinazione tra le particelle della materia combinata e i rispettivi negativi. Tale fisica oggi è comprensibile attraverso la Meccanica Quantistica e il secondo principio il quale afferma che la materia può scaturire dal "nulla". Il "nulla" della Meccanica Quantistica è l'interstizio della materia combinata.Se l'interstizio e il mondo vengono a contatto si annullano finendo nell'antimondo. Detto in parole povere bisogna trovare un "linguaggio per comunicare con l'interstizio" affinché agendo sui negativi riusciamo a migliorare la materia. 14.14 Pagina 28 Tornando alla medicina e alla cura delle persone: la Radionica è il mezzo per comunicare con l'interstizio e con i negativi delle persone? Sì la Radionica permette di agire sui negativi dei pazienti in modo da apportare modifiche nel loro mondo reale fino alla guarigione. Vorrei aggiungere che questa è anche una fisica pericolosa e un esempio lo dimostra: al tempo di Reagan si parlò di scudo spaziale che non era una postazione antimissilistica bensì un cuscino di materia pura da mettere sopra le città in modo tale che qualsiasi arma di distruzione di massa attraversandola le avrebbe annullate. Ing. Buono lei perché si è interessato a fenomeni tanto complessi? Avendo conosciuto il dott. Di Pascale, il suo impegno nel guarire le persone mi sono incuriosito e ho approfondito varie conoscenze arrivando alla Radionica, alla Meccanica Quantistica e alla fisica di Severi e Pannaria. Vorrei aggiungere che solo attraverso questa fisica possiamo spiegarci perché avvengono certe guarigioni. Bibliografia “Scientia", Rivista internazionale di sintesi scientifica, F. Pannaria, Ritorno ad Aristotele. Dott. Fulvio Di Pascale, "Il Cancro è un parassita". "Il significato della realtà", dispense di Tiziano Cantalupi rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 15.14 Pagina 29 Mercato Macaluso degrado nel quartiere Marconi [ di • Marta Cecchini ] Impossibile ma vero: dietro una delle vie più prestigiose e commerciali di Roma centro, esiste tutt’ora una struttura dalle condizioni fatiscenti, ovvero il mercato Macaluso, situato dietro viale Marconi. Le misure adottate? Ancora nessuna e peccato che la situazione stia sfuggendo di mano agli enti locali, in particolare mi riferisco all’episodio di criminalità recente che ha causato ingenti danni economici e morali ai commercianti. Lo stato di emergenza, di insicurezza e di abbandono in cui versa il mercato, punto nevralgico della zona, continua a scoraggiare la clientela e il lavoro dei commercianti che si ritrovano a dover fare i conti con infrastrutture e viabilità inadeguata ai servizi offerti. Per questo, siamo andati ad intervistare personalità della politica, confrontandoci anche con il parere dei commercianti. Sig. De Lillo, Consigliere comunale di F.I, qual è la situazione attuale del mercato Macaluso? Di degrado assoluto per quanto riguarda le infrastrutture, accompagnato anche da un degrado economico per gli operatori costretti a lavorare in condizioni non a norma. Non è un mercato che può andare avanti così, senza nessun confort per la clientela, attratta da altri stimoli. Un mercato come questo, in un quartiere così popoloso, dove c’è una concentrazione abnorme di supermercati di grandi cooperative che offrono prodotti competitivi. La vita di un quartiere gira intorno a strutture portanti, come la chiesa, la piazza principale, il municipio e anche il mercato, proprio per questo dobbiamo, per una questione sociale, far sopravvivere il mercato rionale storico, con la possibilità di rinnovarsi. Attualmente persiste un grande disagio sociale, con problemi di parcheggi e di soste in doppia fila non regolamentate dalla figura del vigile. Si deve applicare il Project Financing. Cos’è il Project Financing? Il Project Financing permette di rifare i parchi, i palazzi e gli uffici, dando al privato la possibilità di commercializzare una parte del mercato, costruire i parcheggi sotterranei e, con i soldi del diritto concessorio, rifare il supermercato, concedendo al privato ad esempio l’usufrutto di 99 anni. In questo modo, si può risolvere in parte il problema dei parcheggi e risolvere completamente il problema del mercato. Quali saranno i passi da seguire per l’attuazione di questo progetto? Farò un’interrogazione immediata al Sindaco, all’Assessore e al Presidente del Municipio, indirrò poi una commissione straordinaria e box, si potrebbero realizzare due piani sotto, una a scomparsa di macchine e uno a box, con sopra un plateatico attrezzato con una postazione dove l’anziano possa prendere appuntamenti medici. Rossella Paniconi, consigliere del XV Municipio, vuole lanciare un appello? Mi appello al Sindaco Veltroni e al Presidente Paris perché questi commercianti sono veramente demotivati, non riescono a coprire le spese con quello che guadagnano. Bisogna aiutarli perché hanno diritto di lavorare e vivere. Commercio, con la presenza dell’Assessore Rizzo al Commercio assieme agli operatori, per presentare progetti nuovi per il mercato coinvolgendo anche imprenditori e architetti che vogliono partecipare. Marco Schioppa, quale la sua esperienza da presidente dimissionario del mercato Macaluso? Dimissionario perché mi sono trovato a combattere contro i mulini a vento. Dopo che nel ‘98 si è passati dal mercato fisso a semovibile, abbiamo iniziato a muoverci con richieste specifiche. La nostra richiesta è riportare il mercato da semovibile a fisso, con un plateatico attrezzato come ci avevano promesso nel ’96. Il nostro presidente, invece, vuole far diventare il nostro mercato come quello di piazza Don Cosimato, una piazza storica che ha bisogno di un semovibile. La nostra, al contrario, è una piazza che ha necessità di parcheggi Sig. Isa (banco di casalinghi e detersivi): la situazione del mercato sta degenerando sempre di più, la gente viene sempre meno perché non è più adeguato come i mercati di una volta, le spese poi sono in continuo aumento e noi non riusciamo più ad andare avanti. Sig. Roberto (banco di pescheria): bisogna rifare tutto nuovo, ci vorrebbero parcheggi, ci rimettiamo nelle mani di quelli più grandi di noi. Dovremmo adeguarci con i tempi, visto che siamo quasi nel 2008. Signor Kan Lathif (banco di frutta e verdura): Lavoro in Italia da quasi 11 anni, prima si lavoava, adesso non c’è più lavoro, molta gente non viene più a fare acquisti qui da noi. Abbiamo bisogno di parcheggi e di un mercato sistemato e nuovo. in foto: Il Consigliere comunale di F.I. Sig. De Lillo :29 romalive rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.50 Pagina 30 La Regione informa [ a cura della • reazione ] Al via l'internazionalizzazione delle imprese del Lazio È nel Mediterraneo il nostro futuro cole e medie imprese. L'internazionalizzazione del mercato è entrata nella testa delle istituzioni finalmente e c'è tutta la voglia di far vincere le imprese sul mercato”. E a promuovere il Lazio, incentivando la riscoperta della latinità e delle origini del Mediterraneo è senz’altro Sviluppo Lazio, nella persona del presidente Valori: “Dobbiamo riscoprire le origini della nostra cultura, della nostra latinità. Dobbiamo scoprire la nostra origine. Questa è un’iniziativa molto importante perché il Mediterraneo certamente rappresenta un punto importante nello sviluppo economico ma soprattutto è la nostra destinazione. Non dimentichiamo la storia. Pensi, ed è una cosa di cui parlo oggi per la prima volta, che i cinesi, una grande cultura alla quale sono molto legato, dopo 5000 anni di storia hanno deciso, presso l'Università Si è svolta il 20 giugno scorso presso il Complesso del Vittoriano e in una cornice suggestiva del centro storico di Roma, la seconda giornata del Convegno internazionale “Lazio, tra Europa e Mediterraneo”. Alla presenza dell'Assessore alle Piccole e medie imprese, Francesco De Angelis, e del presidente di Sviluppo Lazio, prof. Giancarlo Elia Valori, i relatori hanno affrontato il discorso della cooperazione e della valorizzazione dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Più di venti paesi presenti con un unico obiettivo: riuscire a far crescere a livello globale il singolo mettendo in campo le proprie risorse diventando trampolino di lancio nel mondo. Fondamentale lo sviluppo culturale prima che economico dove il Lazio funge da crocevia e punto di scambio per i paesi del mediterraneo come ci ha ricordato l'assessore De Angelis: “Il Lazio è la porta del Mediterraneo, soprattutto per la nostra posizione strategica. Ci unisce il mare, la nostra musica, i nostri colori, la nostra cultura, la nostra allegria. Questa è una grande occasione di crescita e sviluppo del tessuto economico e produttivo della nostra Regione, soprattutto per le piccole e medie imprese. Stiamo lavorando molto per l'internazionalizzazione, per accompagnarle per gli investimenti all’estero, per sosternerle e per la promozione e valorizzazione del Made in Italy. Lo stiamo facendo investendo nella ricerca e nell’innovazione ma non ci può essere sviluppo e crescita economica se non 30:romalive In foto: il Presidente di Sviluppo Lazio Prof. Giancarlo Elia Valori c'è crescita culturale. Quest'iniziativa, che pensa al Mediterraneo, è anche una grande occasione di cooperazione tra i popoli”. Ci si prepara dunque all’appuntamento con il 2010, quando cadranno le barriere dei mercati dando il via ad un unico mercato comune mondiale: “Sarà un momento molto importante, in cui cadranno le barriere, nel 2010, e sarà una grande occasione per le nostre imprese, per far vincere il Made in Italy – afferma De Angelis – le opportunità sono tantissime: penso al distretto industriale, al polo tecnoloogico, alle strutture agroalimentari del Lazio. Ci sono tante occasioni che dobbiamo saper cogliere e che dobbiamo saper valorizzare. Noi ce la metteremo tutta, faremo la nostra parte. Abbiamo aperto recentemente uno sportello per l'internazionalizzazione delle pic- In foto: l’Assessore alle Piccole e Medie Imprese Francesco De Angelis di Pechino dove insegno, di riprendere due dinastie importanti: Ang e Tang e soprattutto quello che ha rappresentato l'Impero Romano nel Mediterraneo per studiarlo. Quello che rappresenta anche per il futuro dell’Europa è il Mediterraneo, punto di legame tra i paesi asiatici e l’Occidente, ma anche per i paesi africani”. Per incentivare lo sviluppo del Mediterraneo e dei paesi che vi si affacciano il presidente Valori non ha dubbi: “Molte iniziative nei vari campi, sia economico che culturale. La Regione Lazio sta portando avanti diverse e molteplici iniziative; sono moltissime. Partendo da questa meravigliosa giornata del convegno internazionale al Vittoriano, con i personaggi più importanti del Mediterraneo potremmo sviluppare la cooperazione e collaborazione economica tra i popoli e favorire il partenariato. È quello che sto facendo anche io con delle iniziative economiche rilevanti”. a rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 10/07/2007 13.50 Pagina 31 Nasce Lazio Democratica Nuovo slancio alla politica ] Veltroni è stato grandissimo. Ha suscitato la voglia di vincere e di farcela. Ci sono tutte le condizioni per far vincere il Centro Sinistra, per portare in alto il Partito Democratico in Italia. Veltroni ha parlato di un nuovo partito: un modo per cambiare la politica in Italia. Penso che questo nuovo partito debba cambiare la politica per cambiare la società, per consentire a questo paese di uscire dal tunnel, per una grande rinascita economica, morale e politica. In previsione della nascita del Partito Democratico le forze di Centro-Sinistra cercano aggregazione e partecipazione, soprattutto da parte della gente. Il 29 giugno scorso a Frosinone, in una sala gremita di persone, è stata presentata l’associazione Lazio Democratica, “aperta, dinamica e flessibile” come la definisce il promotore, Francesco De Angelis, assessore alle Pmi della Regione Lazio. La neonata Lazio Democratica nasce con l’intento, come ci dice lo stesso assessore, di favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei giovani nella politica perché “non è vero che sono lontani. È la politica ad essere lontana da loro”. zione ma deve soprattutto riempire di contenuti questo progetto. Dobbiamo portare l’esperienza di questi anni, un modello vincente che ha consentito di far crescere il centro sinistra, di farlo vincere e aprire alle forze migliori della società civile, penso alla vittoria di Michele Marini a Frosinone. C’è un modello che è proprio quello “Frosinone” che può essere un punto di riferimento e che suscita tanta attenzione e simpatia. Noi vogliamo trasferire quest’esperienza nel Partito Democratico e vogliamo soprattutto coinvolgere in questo processo tantissima gente, prevalentemente il popolo. Quindi tra la gente, con la gente. On. De Angelis, Lei ha parlato, presentando la futura associazione, di partecipazione e coinvolgimento. Cosa intende: solo informare i cittadini o coinvolgerli nella vita dell’associazione? Partecipazione a chi ha voglia di partecipare, a chi vuole essere protagonista di questo processo, di questa fase costituente di costruzione del Partito Democratico, e quindi, riempire di contenuti questo progetto e soprattutto essere anche protagonisti. Quindi un’associazione molto aperta alla società civile, al mondo della cultura, dell’associazionismo, dell’impresa, dei giovani, delle donne, insomma a chi ha voglia di cambiare la politica e di rinnovare la società. Il Sen. Goffredo Bettini si è proposto con Democratici in Rete a Roma con convegni e incontri per fare proprio questo: creare un collante, un’associazione aperta a tutti. La Sua sarà in qualche modo collegata a questa esperienza? Certo, una bella iniziativa quella di Bettini. Un’associazione dinamica, aperta e articolata nel territorio che suscita la partecipazione e il coinvolgimento di tanta gente. Soprattutto costruire le condizioni per far crescere la nuova classe dirigente, quindi aprire la politica ai giovani, alle donne. È il nostro obiettivo: un’esperienza straordinaria nel segno della partecipazione. Le tante battaglie che sono per la difesa dei cittadini, soprattutto per costruire il futuro dei nostri figli. Quando si parla di PD si parla di diverse anime che devono convergere in unico progetto. La Sua associazione ha anche questa funzione? Sì, l’associazione deve incoraggiare la partecipa- Veltroni al Lingotto di Torino ha riscosso molto successo nella presentazione della propria candidatura per il Partito Democratico. Oggi nasce Lazio Democratica. Cosa ne pensa? Tanti i giovani presenti oggi: il Partito democratico e Lazio Democratica nascono all’insegna dei giovani? Sì, abbiamo bisogno soprattutto di loro per guardare al futuro. Portano passione, entusiasmo, qui è cresciuta una nuova classe dirigente, giovane, che ha dimostrato di meritare la fiducia dei cittadini, quindi possiamo guardare al futuro di questa associazione con grande serenità. Lazio Democratica può diventare un modello non solo per Roma ma anche per l’Italia? Le province hanno bisogno di Roma perché è una grande risorsa e opportunità ma loro stesse possono essere risorsa per Roma. Ecco perchè Lazio e il riferimento alla nostra Regione nel nome dell’associazione. Questa è una grande opportunità per la Regione Lazio. Il lavoro di questi due anni è stato importante. Portiamo a casa dei grandi risultati, e quindi, anche la nostra Regione torna a sorridere. Una rete di associazioni in tutta la Regione e soprattutto una rete di associazioni aperte alla società civile. Ci saranno tanti giovani, tanti imprenditori, tanta società civile, tanti sindaci, per costruire un grande partito. Quindi tante associazioni, tanti momenti d’aggregazione, e tutto questo serve a riempire il progetto e la proposta del Partito Democratico. Possiamo concludere con uno slogan: forza Lazio Democratica? Sì, forza Lazio Democratica. Sicuramente uno strumento utile. Torno a ripetere che questa sarà un’associazione e non un partito, una corrente del nuovo; non ci sono tentazioni di egemonia. Vuole essere solo un momento di grande partecipazione per costruire tutti assieme il Partito Democratico. Non bastano i Democratici di Sinistra e la Margherita. La fusione a freddo non serve. Dobbiamo aprirci alle tante forze che guardano al progetto con simpatia. Questo vuole fare l’associazione Lazio Democratica. rl luglio 07 def:RLaprile 052.qxd 32:romalive 10/07/2007 13.50 Pagina 32