QC II- Aspetti ambientali: le risorse
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QC II- Aspetti ambientali: le risorse
COMUNE DI MASSAROSA PROVINCIA DI LUCCA SETTORE URBANISTICA EDILIZIA E SVILUPPO ECONOMICO U.O. 1 - URBANISTICA Il Sindaco Fabrizio Larini Progettisti arch. Simone Pedonese urbanista Alberto Tenerani Funzionario settore urbanistica geom. Marco Lippi Collaboratori arch. Giacomo Bacci geom. Sara Benassi Consulenti: analisi geologiche Studio associato Nolledi geologo Dr. Giancarlo Nolledi geologo Dr. Ilaria Bartolini geologo Dr. Paolo Masini geologo jr Cristina Capuzzo analisi idrauliche Ing. Matteo Filippi analisi sismiche geoLUK s.r.l. Valutazione integrata: biologa Dr. Antonella Grazzini agronomo Dr. Francesco Lunardini naturalista Dr. Alessandra Sani arch. Debora Agostini Elaborazione GIS: arch. Paolo Dianda Analisi demografiche: SimurgRicerche Garante: Dr. Massimiliano Lombardi QC II- Aspetti ambientali: le risorse INDICE 1. INTRODUZIONE 1.1- Premessa 5 1.2- L’elaborazione della relazione sullo stato dell’ambiente quale prerequisito per la valutazione 6 ambientale 8 2. INQUADRAMENTO GENERALE 2.1-Inquadramento geografico e cartografico 8 2.2- Inquadramento climatico 12 2.4.1- Precipitazioni 12 2.4.2- Temperature e anemometria 13 3. ANALISI DELLE RISORSE AMBIENTALI 14 3.A LA RISORSA ACQUA 16 Riferimenti normativi 16 3.A.1- INDICATORI DI STATO 18 A.1.1- Le acque superficiali 18 A.1.1.1- La rete idrografica 20 A.1.1.2- Le aree lacustri e palustri 20 Il laghetto di Montramito 20 L’invaso del Brentino 20 Il Lago di Massaciuccoli 22 A.1.2- Le acque sotterranee 31 A.1.2.1 – Le acque termali 31 A.1.2.2 – Le sorgenti 32 A.1.3- La qualità delle acque 37 Le acque superficiali 37 Le acque sotterranee 37 Le sorgenti 38 A.1.4-Le reti idriche 39 A.1.4.1- Fonti di approvvigionamento a scopo acquedottistico 39 A.1.4.12- La rete fognaria 39 3.A.2- INDICATORI DI PRESSIONE 40 A.2.1-Pericolosità geomorfologia e idraulica 40 A.2.2- La rete acquedottistica 40 A.2.3- Fabbisogno idrico 41 A.2.4- La Rete Fognaria 46 A.2.5- Impianti di depurazione civile 48 A.2.6- Impianti di depurazione industriali 49 2 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 A.2.7- Gli allevamenti 49 50 3.A.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI 3.B A.3.1- Risparmio idrico 50 A.3.1. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative 50 A-3-1.b- Gli interventi previsti per attuare il risparmio idrico 52 A.3.2-Tutela qualitativa della risorsa acqua 58 A.3.2. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative 58 A-3-2.b- Gli interventi previsti per attuare la tutela della risorsa acqua 61 2.A.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI 61 LA RISORSA ARIA 62 3.B.1- INDICATORI DI STATO 62 B.1.1- La qualità dell’aria 62 B.1.1.a- Riferimenti normativi 62 B.1.1.b- La qualità dell’aria nel Comune di Massarosa 67 B.1.2 -Sorgenti di inquinamento elettromagnetico 71 B.1.2.a- Riferimenti normativi 71 Linee elettriche 71 Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi 73 Impianti di telefonia cellulare 73 B.1.2.b- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico nel Comune di Massarosa 75 Impianti di telefonia mobile 75 Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi 76 Linee elettriche 76 B.1.3- Il rumore 77 B.1.3.a- Riferimenti normativi 77 Limiti di immissione per le infrastrutture esistenti 79 Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione 80 Normativa regionale 82 B.2-INDICATORI DI PRESSIONE 83 B.2.1- Emissioni civili 83 B.2.2-Emissioni industriali 83 B.2.3-Il traffico veicolare 85 Le infrastrutture viarie 86 L’incidentalità 87 I flussi di traffico 88 B.2.4- I distributori di carburante 90 B.2.5- L’inquinamento elettromagnetico 91 B.2.6- Inquinamento acustico 93 Zonizzazione acustica del Comune di Massarosa 93 L’impatto acustico causato dal traffico veicolare 94 3 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 95 B.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI 3C B.3.1-Qualità dell’aria 95 B.3.2- Inquinamento elettromagnetico 95 B.3.3-Inquinamento acustico 96 B.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI 98 LA RISORSA ENERGIA 99 C.1-INDICATORI DI STATO 99 C.2- INDICATORI DI PRESSIONE 100 C.2.1- I consumi di energia elettrica e di combustibili 100 100 C.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI 3 D- 3.E- C.3.1-Indicazioni per la tutela e l’uso sostenibile della risorsa 100 C.3.2-L’utilizzo delle fonti alternative 101 C.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI 102 IL SISTEMA RIFIUTI 103 D.1-INDICATORI DI STATO 103 D.1.1.a- Riferimenti normativi 103 D.2- INDICATORI DI PRESSIONE 104 D.2.1- La produzione di rifiuti solidi urbani 104 D.2.2- I siti contaminati 107 D.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI 108 D.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI 109 RISORSE NATURALISTICHE, PAESAGGISTICHE E AMBIENTALI 110 E.1 Analisi dell’uso del suolo 110 E.2 Aspetti floristico- vegetazionali 117 E.3 Alberi monumentali 121 E.4 Le cavità ipogee 122 E.5 Il paesaggio 123 E.6 Vincoli di tutela presenti sul territorio 124 E.61- Gli usi civici 124 E.6.2- Aree naturali protette 126 E.6.3-- La Rete Natura 2000 130 E.6.4- Altri vincoli ambientali 134 E.64.1-Area I.B.A. 134 E.6.4.2- Area Ramsar 135 E.6.4.3- Le emergenze geologiche 136 4 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 1.1- Premessa Il Piano Strutturale vigente è stato approvato con Del C.C. n° 51 del 27/04/2004 secondo le procedure previste dalla L.R. 05/95. Con Del C.C. n° 17 del 21/03/2007 è stato adottato il Regolamento Urbanistico. Esso è stato approvato con Del C.C. n° 101 del 06/10/2008, n° 102 del 07/10/2008, n° 103 del 10/10/2008, n° 107 del 10/11/2008. Lo strumento di pianificazione territoriale è precedente - alla promulgazione della nuova legge regionale per il Governo del Territorio n° 01 del 03/01/2005 e dei conseguenti regolamenti di attuazione - all’approvazione del nuovo Piano di Indirizzo Territoriale avvenuta in data 24/07/2007 con Del C.R. n° 72, ai sensi dell’art. 48 della L.R. 01/05 Il dibattito consiliare per procedere all’adozione del regolamento urbanistico ha evidenziato la necessità di apportare alcune modifiche al vigente piano strutturale, precisando alcune linee guida per la progettazione da valutarsi in sede di revisione; inoltre risulta indispensabile procedere all’adeguamento dello strumento di pianificazione alle nuove norme vigenti. Con Del. G.C. n° 11 del 28/02/2008 il Comune di Massarosa ha approvato il documento di avvio per la variante al piano strutturale. Ai sensi dell’art. 16 della L.R. 01/05 Il Responsabile del procedimento è l’Arch. Simone Pedonese, Dirigente del Settore Urbanistica Ai sensi dell’art. 19 della L.R. 01/05 il Garante della Comunicazione è il Dr Massimiliano Lombardi, Responsabile della segreteria Generale. 5 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 1.2- La elaborazione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente quale prerequisito per la valutazione ambientale Dal momento che la valutazione degli effetti ambientali del PS ai sensi della L.R. 05/95 risale al Giugno 2003, si rende necessario aggiornare il quadro conoscitivo con dati più recenti e con contributi significativi apportati da studi e ricerche che il Comune ha finanziato in questi anni riguardo a criticità concernenti il territorio, emerse nel corso dell’elaborazione del Regolamento Urbanistico. Le analisi delle principali risorse devono portare alla definizione di indicatori che permettano un’adeguata valutazione in modo integrato degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana attesi delle azioni previste, anche ai fini della scelta tra le possibili strategie alternative, tra cui l’ipotesi zero. Nel presente Report vengono quindi indagate le seguenti risorse ambientali: - aria - inquinamento elettromagnetico - rumore - acqua - suolo - fauna, flora, habitat - rifiuti - energia Al fine di disporre di elementi utili per le valutazione degli effetti ambientali, per ogni risorsa vengono individuati: 1- INDICATORI DI STATO- è stato analizzato lo status attuale della risorsa, in termini descrittivi e, ove disponibili dati, in maniera quantitativa 2- INDICATORI DI PRESSIONE- sono stati indagati i fattori di pressione sullo stato delle risorse dovuti alle attività umane, sia in maniera descrittiva che mediante valutazioni analitiche di dettaglio (ove disponibili) 3- INDICATORI DI RISPOSTA – sono stati valutati gli elementi di maggiore criticità e verificate le norme vigenti di legge in materia per l’attuazione di interventi mirati alla riduzione/mitigazione al fine del miglioramento dei parametri ambientali. Sono state quindi avanzate soluzioni alternative e proposte operative utili per la pianificazione urbanistica. Da tale analisi emergono quegli elementi di vulnerabilità e criticità che vanno a influenzare, anche in maniera cumulativa, le previsioni di trasformabilità del territorio o che comunque portano alla definizione di misure di mitigazione o di intervento volte a ridurre le fragilità ambientali. Questo documento risulta quindi di fondamentale importanza per definire le direttive che rappresentano obiettivi a largo spettro per ogni sistema ambientale e che indirizzano le previsioni di trasformabilità e le politiche di uso del territorio secondo criteri di sostenibilità nell’ambito del processo di formazione dello strumento di pianificazione territoriale. Le componenti relative agli aspetti geologici sono riportate nella relazione geologica a cura dello Studio Nolledi; le informazioni concernenti la salute umana, la qualità della vita,gli spetti demografici e socio – economici sono descritte nel documento redatto a cura del Dr Agr Francesco Lunardini. 6 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 I dati raccolti sono fondamentali per effettuare le valutazioni di maggior dettaglio riguardanti gli effetti ambientali, territoriali, economici, sociali e sulla salute umana, delle trasformazioni previste; in tale contesto saranno definiti UTOE per UTOE e per il territorio aperto anche vincoli alla trasformabilità ossia quegli elementi che impediscono (nello spazio e nel tempo o per specifici sistemi ambientali) la realizzazione di previsioni che portino a una modifica dello stato dei luoghi o quelle condizioni che comunque vanno inderogabilmente rispettate per realizzare trasformazioni sul territorio. Il presente documento integra quindi le valutazioni degli effetti e la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento di pianificazione territoriale e alla valutazione del processo di attuazione e di realizzazione delle azioni programmate, allegati alla relazione di sintesi. 7 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 2- Inquadramento generale 2.1- Inquadramento geografico e cartografico Il comune di Massarosa è localizzato nella porzione sud-occidentale della Provincia di Lucca, a confine con la Provincia di Pisa, in Toscana settentrionale. Posto a circa 4,5 km dalla costa tirrenica si allunga parallelamente a questa in direzione SSE – NNO per circa 14 km e addentrandosi, da O-SO a E-NE, per un massimo di 8 km comprende la fascia pianeggiante del lago e padule di Massaciuccoli e i rilievi collinari soprastanti che separano la Valfreddana e la parte più alta della valle del Torrente Lucese dalla piana costiera. A Sud confina con il comune di Vecchiano (PI), a Nord e NE con il comune di Camaiore, a Est con quello di Lucca mentre a Ovest con Viareggio. Inquadramento cartografico Il Comune di Massarosa ricade nei seguenti quadranti della cartografia (vecchia Serie) alla scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare: Quadrante 104 I 104 II Denominazione Scala 1:25.000 1:25.000 e nelle seguenti sezione della Carta tecnica regionale alla scala 1: 10.000 SEZIONE 260080 260120 260160 261050 261090 261130 Denominazione Camaiore Viareggio Ovest Torre del Lago Puccini Nocchi Massarosa Filettole Scala 1:10.000 1:10.000 1:10.000 1:10.000 1:10.000 1:10.000 Il territorio comunale di Massarosa, esteso su una superficie complessiva di 69.7 kmq, si può quindi suddividere in 2 porzioni morfologicamente ben distinte: - la fascia collinare, che occupa circa il 45% dell’intero territorio comunale, presenta in genere un’acclività media o medio alta con un’altitudine media sui 200-300 m (vd TAV G4). Le quote maggiori sono raggiunte dai rilievi circostanti il M. Ghilardona, che raggiungono i 450 m s.l.m. - la pianura alluvionale costiera, estesa sul 55% dell’intero territorio comunale e che in parte è compresa nel perimetro del parco Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli All’interno dell’’ambito territoriale sono presenti n.16 frazioni: Massarosa capoluogo, Bargecchia, Bozzano, Compignano, Corsanico, Gualdo, Massaciuccoli, Mommio, Montigiano, Piano del Quercione, Piano di Conca, Piano di Mommio, Pieve a Elici, Quiesa, Stiava, Valpromaro. Nel 1861 la provincia di Lucca comprese definitivamente nel suo ambito territoriale l’intera costa della Versilia. A tale data Massarosa faceva parte del Comune di Viareggio e la sua autonomia venne poi concessa con Regio Decreto n. 5424 in data 18.12.1869, atto costitutivo del Comune. 8 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 2.2- Inquadramento climatico La riviera della Toscana del nord si trova nella zona di transito delle perturbazioni occidentali e, per la relativa vicinanza, è direttamente influenzato dalle basse pressioni che si generano sul Golfo di Genova. Il clima del Comune di Massarosa è fortemente influenzato dall'azione termica del mare, che attenua l'escursione diurna e quella annua; inoltre mantiene l'umidità dell'aria su livelli medi molto elevati. A scala mesoclimatica è opportuno invece considerare l'azione di schermo esercitata dai rilievi sui venti freddi dei quadranti settentrionali e la presenza di foreste litoranee di notevole estensione e delle zone paludose anch'esse piuttosto estese contribuiscono stabilizzazione della temperatura. Per l’analisi storica dei dati climatici sono stati utilizzati i dati relativi alle precipitazioni e temperature rilevati dalla stazione di Pisa e Viareggio, situata a 6 m s.l.m., utilizzando i dati elaborati dal Gruppo di Valutazione delle Risorse Ambientali della Regione Toscana nella pubblicazione “Regime idrico dei suoli e tipi climatici in Toscana”, e dalla stazione meteorologica della Tenuta di S. Rossore, situata a 3 m s.l.m., per i periodi 19401969 e 1960-1984, relativamente alle sole precipitazioni mentre, per gli stessi periodi, le temperature sono quelle rilevate dalla stazione di Pisa. Per i dati attuali sono stati utilizzati i dati rilevati dall’Istituto Nautico “Artiglio” che però non riescono a fornire dati statistici sufficienti per dare indicazioni decennali o ultradecennali. Anche nella redazione dei moderni strumenti di pianificazione a livello provinciale e comunale (Massarosa, Viareggio, Pisa e Vecchiano) non sono stati implementati i dati relativi all’ultimo ventennio. Con questi dati, per interpolazione, vista l’assenza di una stazione in situ si può avere un quadro sufficientemente esaustivo dell’inquadramento climatico dell’area in esame. Temperatura e precipitazioni Il clima del Parco di S.Rossore potremmo definirlo come Mediterraneo umido caratterizzato da notevoli escursioni annuali di temperatura, alte temperature estive, inverni relativamente miti e una piovosità dispersa nel corso di tutto l’anno, con particolare accentuazione in autunno e inverno e carenza idrica nei soli mesi estivi di giugno-luglio. I caratteri pluviometrici di San Rossore, sono legati al passaggio stagionale dei sistemi frontali trasportati dalle perturbazioni occidentali, più frequenti nel semestre freddo, ed alla presenza dei sistemi montuosi contermini che, sia pure in modo attenuato, producono qualche effetto orografico. Una traccia del diverso effetto orografico in relazione alla distanza delle stazioni dal rilievo è osservabile dal confronto tra le precipitazioni di Asciano P. e di Migliarino R, più a ridosso del Monte Pisano e dei Monti di Oltreserchio, e quelle di Cascine Nuove, situata nella punta sud-orientale della Tenuta, in prossimità del corso dell'Arno, che evidenzia uno scarto superiore ai 150 mm annui. La piovosità annuale si attesta intorno agli 800-900 mm annui, valore analogo anche se in genere inferiore a quello relativo a Pisa che risente più marcatamente delle piogge di versante” causate dalla presenza dei rilievi dei monti pisani. La piovosità stagionale presenta una distribuzione che vede piogge intense in autunno (>40%) e inverno (>30%). Anche la primavera è piuttosto piovosa e in certi anni il mese di agosto sono frequenti i temporali a forte intensità, superiori a 10 mm/h, mentre in inverno e primavera prevalgono intensità inferiori a 5 mm/h. Il mese di luglio è normalmente il più arido. La media delle precipitazioni annue, per l’ultimo periodo inserito analizzato (1960-1984) è risultata pari a 932 mm, mentre la distribuzione mensile delle piogge presenta un massimo nel mese di Novembre (rispettivamente 123, 126 e 122 mm), ed un minimo estivo nel mese di Luglio (21, 18 e 22 mm). 9 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - Precipitazioni medie mensili e annue (1956-1985) Le precipitazioni iniziano a decrescere dal mese di Marzo verso il minimo estivo, mentre la concentrazione autunnale delle precipitazioni oscilla fra il 36% ed il 39% delle precipitazioni totali. Nel trimestre Giugno – Luglio – Agosto la somma delle precipitazioni medie supera sempre i 100 mm che sono indice di una estate siccitosa di tipo mediterraneo, calda (la temperatura media del mese più caldo è superiore ai 23°C) e di un clima temperato caldo (con più di 8 mesi a temperatura superiore ai 10°C). I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici. 10 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Le temperature La sintesi di temperature e precipitazioni si ottiene con il diagramma di Bagnolus e Gaussen Nel periodo dal 1960 al 1982 è stata valutata una temperatura media annua da 14,1 °C, temperatura massima di 37 °C e minima di -5,6 °C, massima media 33 °C e minima media -2,6 °C, mese più caldo luglio e mese più freddo gennaio. Il clima sembra essere tipico di un’area di prima transizione tra il regime climatico mediterraneo e quello continentale, considerando anche l’elevata escursione termica annua che è risultata 42,6 °C. Rappresenta un’eccezione l’inverno 1985-1986 dove si è assistito a un’ondata di freddo inusuale, anche se non unica che ha investito l’Italia intera. A Migliarino furono rilevate temperature minime di -13,8 °C con protratte 11 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 persistenze di temperature al di sotto dei dieci gradi nel periodo dal 31 dicembre al 15 gennaio. Altrettanto intensi furono gli episodi di gelo nel 1929 e 1956. A San Rossore l'umidità relativa dell'aria, per la presenza del mare e di estese superfici evapotraspiranti, si mantiene costantemente su valori molto elevati, raggiungendo spesso la saturazione. I valori massimi, com'è prevedibile, si osservano in tutti i mesi durante la notte e nelle prime ore del giorno, mentre il valore minimo mensile si registra fra luglio e agosto, dalle ore dieci alle dodici (65%). Talvolta si possono osservare, con lo spirare dei venti di mare o di terra, variazioni repentine e molto accentuate dell'umidità e valori minimi estremamente ridotti (17%, 23 settembre 1975). I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici. Graf. Stazione di S. Rossore - periodo 1960-1984: diagramma di Bagnouls e Gaussen Tipo climatico : Umido; clima temperato caldo (con più di 8 mesi a temperatura superiore ai 10°C) con estate siccitosa di tipo mediterraneo, calda T° media del mese più caldo è superiore ai 23°C T° media annua è compresa fra i 14,8 e i 15°C Il mese più caldo è Luglio, il mese più freddo Gennaio. 12 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Carta estratta da il “Regime idrico dei suoli e tipi climatici in Toscana”, Venti Il regime dei venti mostra una polarizzazione delle frequenze attorno ai venti del secondo quadrante (ESE e SE 30% circa). Altre direzioni ben rappresentate sono l’ovest (ponente) e l’est (levante). Le calme (ovvero situazioni in cui non vi sono circolazioni d’aria superiori a 3,6 km/h) coprono solo il 5% del totale e sono più frequenti in inverno. In estate, infatti, compare un regime di brezze locali che, seppure senza dar vita a una circolazione generale, si muovono con velocità superiori al limite che istituisce la condizione di “calma di vento”. I venti più veloci sono quelli di mare, da sud (mezzogiorno), sud-est (scirocco), ovest (ponente) e in particolare il libeccio che soffia da sud-ovest. Per usare termini tecnici impiegati dei metereologi, il vento “regnante” in base alle frequenze ha direzione Est-Sud-Est, vicino quindi allo scirocco e il levante. In base invece alla velocità media annua possiamo considerare “dominante” la direzione Ovest-Sud-Ovest, tra il libeccio e il ponente, cui dobbiamo la più spettacolari mareggiate alle quali spesso seguono i più drammatici tramonti della riviera. Nel semestre invernale dominano i venti orientali mentre nel semestre estivo prendono il sopravvento quelli occidentali, per lo più brezze di mare. In inverno i venti occidentali (come il libeccio) sono meno frequenti degli orientali, ma molto intensi e violenti. I venti orientali (levante e scirocco) sono altamente ricchi di umidità e piogge, come anche il libeccio che soprattutto in primavera risulta piovoso per oltre il 50% dei casi. 13 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Radiazione e soleggiamento Il soleggiamento, com'è noto, indica il numero di ore giornaliere, mensili o annue in cui la radiazione solare diretta supera una determinata soglia di intensità. In mancanza di stazioni di misura più prossime, le condizioni del soleggiamento dell’area in esame , su terreno scoperto o sopra le chiome degli alberi, possono essere rappresentate dai valori di Pisa e di Viareggio 14 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 A Pisa il soleggiamento medio è di 2349 ore all'anno, pari al 55 % del valore teorico, con la seguente distribuzione stagionale: 618 ore in primavera, 885 ore in estate, 518 ore in autunno e 328 ore in inverno. A Viareggio, per la relativa vicinanza al Massiccio Apuano che, specialmente nel semestre caldo, induce una notevole nuvolosità orografica, i valori sono inferiori di circa il 10%. La media annua della radiazione solare diretta a Pisa ammonta a 283 cal/cm2/giorno, con valori estremi di 96 e di 470 cal/cm2/giomo rispettivamente in dicembre e in luglio. I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici. 15 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3- Analisi delle risorse ambientali 3.A- Sistema acqua Riferimenti normativi Il D.Lgs 152/06 (“Disposizioni sulla tutela delle acque reflue urbane e recepimento della Dir 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della Dir. 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dell’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole” e successive modificazioni e integrazioni) costituisce la normativa quadro in materia di inquinamento idrico. In linea con gli orientamenti comunitari, il legislatore sposta l’attenzione dal controllo del singolo scarico (come accadeva con la precedente Legge Merli n° 319/1976) all’insieme dei fattori che determinano l’inquinamento del corpo idrico. Vengono quindi prioritariamente espressi gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi di qualità per specifica destinazione ai fini della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, precisando una tempistica sia per la definizione della classe di qualità dei corpi idrici significativi sia per il miglioramento della stessa fino allo stato “buono” entro il 31 dicembre 2016. Vengono inoltre individuate aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento: aree sensibili, zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, zone vulnerabili da prodotti fitosanitari. Il piano di tutela delle acque costituisce un piano stralcio di settore del Piano di Bacino (Art. 17 c.6 D.Lgs 152/99 e s.m.i.); è stato approvato con Del.C.R.T. n°06 del 25-01-2005; si compone di 7 volumi, uno per ogni bacino. Il territorio comunale ricade all’interno del bacino regionale pilota del Fiume Serchio, istituito ai sensi dell’art. 30 della L. 183/89, con D.M. del 01/07/1989 e richiamato dall’art. 2 della L.R. 91/98. Esso è stato individuato dal ministero dei Lavori Pubblici, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente per le particolari condizioni di dissesto idrogeologico, di rischio sismico e di inquinamento delle acque. E’ gestito dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio, con sede a Lucca e, al termine della fase sperimentale, rientrerà all’interno del Bacino Regionale Toscana Nord. Nel febbraio 2007 con delibera n° 150 è stato adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Serchio il Progetto di Piano di Bacino, stralcio Bilancio Idrico del Bacino del Lago di Massaciuccoli. Dalla elaborazione del bilancio idrico risulta un deficit idrico di circa 32 milioni m3 ed il livello del lago, conseguentemente, scende al di sotto di quello del mare da giugno a ottobre compresi, richiamando così acqua salata di origine marina in tutta la piana costiera. Questa grave situazione si intreccia con i problemi dell’agricoltura locale nel senso che il vecchio padule del lago è stato ristretto con arginature nei primi decenni del Novecento e l’area circostante, posta fino a 3–4 metri sotto del livello del mare, è utilizzata anche a fini agricoli con prelievi delle acque dal lago nel periodo estivo, mentre la bonifica idraulica restituisce acqua al lago stesso arricchita però di inquinanti di origine agricola (nitrati e fosfati in primis), aggravando così l’eutrofizzazione del lago, la subsidenza del territorio circostante oltre che il deficit idrico esistente. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 16 Per affrontare tale grave situazione nel Progetto di Piano sono state elaborate delle norme di pianificazione, concordate con la Regione Toscana, incentrate sul risparmio idrico sia idropotabile che agricolo e su una possibile riconversione dell’agricoltura. Il Piano prevede interventi strutturali e non; tra quelli strutturali il più strategico e importante per risolvere i problemi quantitativi e qualitativi del lago è quello di una derivazione controllata di acqua dal fiume Serchio, già inserita in un apposito Accordo di Programma del Ministero dell’Ambiente che, compatibilmente con il Deflusso Minimo Vitale del Serchio, prevede di immettere acqua dolce dal fiume nel lago, permettendo così di ristabilire i livelli idrici originali. Fino all’approvazione del Piano di Bacino, Stralcio Bilancio idrico del bacino del Lago di Massaciuccoli, le Norme di Progetto di Piano dichiarate immediatamente vincolanti (art. 38, 38 bis, 38 ter, 38 quater e la Direttiva n. 5) assumono valenza di misure di salvaguardia. Le misure di salvaguardia restano in vigore fino all’approvazione del Piano di bacino e comunque per un periodo non superiore a tre anni. L’iter procedurale avrà conclusione con l’Approvazione del Piano di Bacino Stralcio in oggetto, di competenza del Consiglio della Regione Toscana. L’art. 11 della L.36/94 prevede l’affidamento all’Autorità d’Ambito del compito della gestione del servizio idrico integrato mediante una convenzione. Il Comune di Massarosa rientra nell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) n. 1 “Toscana Nord” gestito dalla Soc. GAIA. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 17 3.A.1- INDICATORI DI STATO A.1.1- Le acque superficiali Il Lago di Massaciuccoli/Canale della Burlamacca, con Del C.R. n° 225 del 10/03/2003, sono stati individuati all’interno del sottobacino idrologico “Lago di Massaciuccoli”, quali corpi idrici significativi in base al criterio “acque superficiali interne – criteri dimensionali”. Lo stato di qualità ambientale è espresso come SAL (Tab 9 All. 1 D.L.gs 152/99 e succ. modifiche e integrazioni). Ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs 152/99 e successive modificazioni e integrazioni, il Lago di Massaciuccoli rientra tra le acque dolci richiedenti protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci in quanto ricade all’interno del parco regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli. Per quanto riguarda le aree a specifica tutela, con Del CR n° 172 del 08/10/2003 il Lago di Massaciuccoli è stato individuato quale area sensibile (ai sensi dell’art. 18 e dell’Allegato 6 del DLgs 152/99) e l’area circostante è stata classificata come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ai sensi dell’Art. 19 e dell’Allegato 7/A-I). Al momento non risultano individuate zone vulnerabili da fitofarmaci (ai sensi Art. 20 e dell’Allegato 7/B) . A.1.1.1- La rete idrografica Alcune informazioni del presente capitolo sono tratte dalla relazione tecnica (Geologia – Idraulica – Sismica) redatta dallo Studio Associato Nolledi e allegata ai documenti della presente variante. Nelle aree della pianura costiera il reticolo idrografico risulta totalmente artificiale, realizzato a scopo di bonifica delle aree palustri circostanti il lago di Massaciuccoli mediante canali di acque alte e basse i cui livelli idrici sono gestiti dalle idrovore di Massarosa o di Viareggio. Le acque pompate defluiscono nel bacino lacustre o nei suoi canali immissari. Nella porzione NE della zona collinare e pedecollinare si individuano i bacini del T. Freddana (affluente di destra del F. Serchio) e del T. Lucese. Nelle restanti zone collinari il sistema idrografico si sviluppa in direzione NE-SW dal margine settentrionale del territorio comunale fino alla zona di Quiesa, e in direzione E-W da Quiesa fino al confine meridionale del Comune. Tutta questa porzione confluisce nel sistema di canali di bonifica del Lago e del Padule di Massaciuccoli. All'interno del territorio comunale si nota l'assenza di corsi d'acqua di una certa importanza; infatti il sistema idrografico risulta rappresentato da corsi d'acqua generalmente caratterizzati da portate modeste o addirittura stagionali. In ogni caso, come per la gran parte dei comuni presenti sul territorio Versiliese, la forte acclività collinare e l’esposizione geografica particolarmente soggetta alle perturbazioni di origine atlantica fanno si che, in occasione di eventi di una certa intensità, il reticolo vada fortemente in crisi, con conseguente esposizione di gran parte del territorio comunale a eventi di tipo esondativo. Dal sito web http:/sira.arpat.toscana.it/sira/idrografia/ic_046018.htm si ricava l’elenco dei toponimi dei corsi d’acqua che interessano il Comune di Massarosa. Nome Canale acque alte Canale Burlamacca Lungh nel comune (km) 3 9 Relazione sullo stato dell’ambiente Lungh tot (km) 3 12 Autorità di Bacino Serchio Serchio Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 18 Nome Canale del Confine Canale della Pianaccia Canale la Fossetta Fossa Nuova (7) Fossetto Fossiccio Fosso Bagnaia Fosso Bottini Fosso Burlamacco Fosso Cava Fosso Centralino Fosso Collettore (2) Fosso Collettore (3) Fosso Collettore Centrale Fosso Confine Fosso dei Ceracci Fosso dei Pioppi Fosso del Borrone (2) Fosso del Brentino Fosso del Castagnaccio Fosso Col dei Pini Fosso del Fontanacci Fosso del Piano Fosso del Piccione Fosso del Porto Fosso del Sorbo (7) Fosso dell’Acqua Chiara Fosso della Barra Fosso della Fornella Fosso della Leccia Fosso della Sanza Fosso delle Grotte (3) Fosso delle Pompe Fosso di Fontana Fosso di Piano Fosso Farabolòa Fosso Le Venti Fosso Malfante Fosso Pantaneto Fosso Pioppo del Gatto Fosso porto vecchio Fosso Prunicci Fosso Salvestrino Fosso Sasso Fosso Scarda Fosso Segalare Fosso Sereno (2) Fosso traversa Gora detta di Stiava Romana Gora di Ficaia Gora di Stiava Il Fossetto (3) Rio Bruccone Rio Cospitone Rio degli Sterpeti Rio dei Pianacci Rio dell’Acqua Rio della Frellina Rio della Presa Rio della Scalamata Rio della Tana (3) Rio delle Fontanelle (6) Rio delle Vignette Rio delle Villette Rio di Cagliorata Rio di Chiavarino Rio di Colle Lungo Rio di Ficaia Rio di Fiocchi Rio di Fontanella Rio di Martinuccio Rio di Pastinovelli Lungh nel comune (km) 2 1 3 5 2 2 1 1 1 3 2 1 1 4 <1 <1 <1 1 5 1 1 1 6 4 4 <1 3 <1 1 2 <1 1 2 2 <1 1 5 4 4 3 2 1 1 3 1 1 3 3 2 1 Lungh tot (km) 2 1 3 6 2 2 1 1 1 3 2 1 1 4 3 1 <1 1 5 1 1 2 7 5 4 <1 3 8 1 2 1 1 2 2 <1 4 5 5 4 3 2 2 1 3 1 1 3 3 2 1 3 1 1 1 2 1 1 1 1 <1 1 1 1 1 1 1 <1 2 3 1 1 1 2 1 1 1 1 <1 1 1 1 1 1 1 1 2 Relazione sullo stato dell’ambiente Autorità di Bacino Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Toscana Nord Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Toscana Nord Serchio Serchio Serchio Toscana Nord Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Toscana Nord Serchio Serchio Serchio Toscana Nord Serchio Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 19 Nome Rio di Pignbano Rio di Riitomboli Rio di Sorboli Rio Polle del Morto Rio Salacchino Solco del Metatello Solco di Renipoli Torrente Freddana Lungh nel comune (km) 1 3 1 4 2 <1 1 4 Lungh tot (km) 1 3 1 5 2 <1 2 19 Autorità di Bacino Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio Serchio A.1.1.2- Le aree lacustri e palustri Il Laghetto di Montramito Il Laghetto di Montramito rappresenta il relitto della terminazione nord-occidentale del lago di Massaciuccoli che lambiva Massarosa intorno all’anno Mille. Costituisce quindi l'unica area umida naturale residua nella zona palustre ora bonificata, peraltro inserita tra le emergenze geologiche dal PTC della provincia di Lucca. E’ un piccolo specchio d’acqua dalle sponde melmose che si trova appena ad Est del bivio di Montramito, tra la S.S. n° 439 Sarzanese-Valdera a Nord e un fosso del sistema di canali di acque basse a Sud. A oggi è utilizzato a fini di pesca sportiva. Leggende popolari, fiorite intorno alla presunta origine diabolica della pozza (che sarebbe nata dallo sprofondamento nel sottosuolo di un monastero di religiosi dai comportamenti particolarmente dissoluti), ritenuta senza fondo e impossibile da prosciugarsi derivano dal fatto che le acque sorgive vengono a giorno risalendo lungo una superficie di contatto (tettonica) tra il basamento impermeabile (acquiclude inferiore costituito dagli scisti e filladi della formazione delle "Filladi sericitiche") e l'acquifero calcareo del "Calcare Cavernoso" (acquifero inferiore) che alimenta costantemente il subalveo lacustre. Le manifestazioni si dividono in una sorgente principale, ubicata in prossimità della S.S. Sarzanese-Valdera, e in varie emergenze diffuse sul fondo del laghetto, poco a valle della sorgente suddetta. La presenza di simili manifestazioni freatiche, che possono fra l’altro aver dato luogo a fenomeni di sabbie mobili, devono aver fortemente impressionato la fantasia popolare in tempi passati: la costante alimentazione sotterranea avrebbe vanificato qualsiasi tentativo di prosciugamento, alimentando la credenza di interventi infernali e mantenendo lo specchio lacustre fino a oggi. Attualmente il lago ha una forma sub ellittica a fagiolo e copre un’area di circa 6000mq, livellandosi a 1,5 m s..l.m.; il suo letto giace a 6-7 m dal piano di campagna, ospitando un volume idrico di circa 20.000 mc (A. Giovannini, 1993). L’invaso del Brentino Come i chiari di S. Rocchino rientranti nel bacino lacustre del Massaciuccoli, l’invaso del Brentino rappresenta un invaso estrattivo di sabbie silicee (impiegate nell’escavazione marmifera) localizzato nella depressione di bonifica adiacente al Fosso omonimo. L’escavazione, effettuata in tempi diversi e da diverse ditte, ha lasciato più specchi lacustri di forma e dimensioni differenti, separato da stretti terrapieni transitabili e in parte percorsi da scoline di bonifica pensili, in destra della Gora di Stiava; la superficie idrica copre complessivamente più di 525.000 mq e i maggiori invasi misurano dai 0 ai 25 ,m di profondità, impostandosi su terreni sabbioso- argillosi, di recente origine eolico- lacustre: l’area estrattiva occupa infatti la massima depressione dell’avvallamenti, creatosi in epoca olocenica, fra i tomboli dunali litoranei (su cui oggi sorge Viareggio) e le digitazioni basali delle conoidi deltizie pedemontane; depressione in seguito prosciugata Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 20 mediante drenaggio idromeccanico, con recupero agricolo di aree giacenti anche 2,5 m sotto il livello medio marino. Lo strato superficiale di terreno è costituito da una copertura discontinua di torbe palustri, potenti fino a 4 m (corrispondenti al lago medievale) che forma un acquicludio artesianogeno, sovrapponendosi a potenti spessori acquiferi di sabbie silicee grossolane (25-30 m), impostati a loro volta sul substrato argilloso dello specchio pleistocenico. Le acque del complesso, livellando costantemente a – 1,25 m sotto il livello del mare, per l’azione congiunta dell’intensa evaporazione e del drenaggio operato dagli emungimenti artificiali delle idrovore, sono continuamente ravvenate dalla freatica dell’entroterra. La capacità totale degli invasi si aggira sui 6.000.000mc e la massa liquida si trova costantemente in equilibrio con la falda confinata in forti spessori acquiferi: a causa delle emunsioni artificiali e delle perdite occulte indotte dall’ampia superficie esposta a evaporazione, la superficie freatico-piezometrica si deprime fino a 50 cm sotto il piano di campagna (-05- -2,5 m), ingenerando un convergente richiamo dei diletti liquidi tanto dalla fascia alluvionale pedemontana quanto dai tomboli litoranei. Stante la prevalenza quantitativa degli afflussi pedemontani, prodotti dalla cospicua infiltrazione ai piedi del massiccio apuano, sui modesti gradienti idraulici delle falde salmastre di alimentazione marina, la salinità delle acque degli invasi è limitata, in superficie almeno: alle lame superficiali di acque dolci, infatti, soggiacciono, con profondità variabile tra gli 8 e i 10 m, dipendentemente dall’alimentazione meteorica, lame di acque salmastre e saline stratificate secondo la densità. Le bozze del Brentino fino ai primi anni ’80 sono state interessate dall’escavazione delle sabbie silicee, dai primi anni ’90 sono state utilizzate quali discariche per i fanghi prodotti dalla lavorazione marmoreo-lapidea versiliese (la “marmettola”). Ai sensi delle Norme del Piano di Bacino – Bilancio Idrico del Massaciuccoli Art. 24 “Tutela della falda idrica interessata dalle cave di sabbia silicea presenti nel bacino”, al fine di salvaguardare la falda idrica è fatto divieto di scarico nelle ex cave di sabbia silicea di qualsiasi materiale, compreso i residui della lavorazione del marmo. Il sito di discarica, gestito dalla Soc. Nuova Cosmave è stato chiuso in data 31-12-2007. Sono in fase di predisposizione il piano di bonifica e i necessari interventi di risistemazione e bonifica ambientale. Il sito estrattivo, colmato nel 2002 con la marmettola, è stato oggetto di chiusura e sistemazione finale e sono in corso le ultime operazioni di monitoraggio. Ad oggi si presenta invasa da cannuccia palustre graminacee, leguminose e fauna locale. Su questi terreni passerà il raccordo stradale che collega la zona produttiva di Montramito con il casello autostradale di Viareggio. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 21 Il Lago di Massaciuccoli Il Lago e Padule di Massaciuccoli rientrano nel Piano di bacino del Fiume Serchio, all’interno del sottobacino del Lago di Massaciuccoli. Fig. - Il bacino del Lago di Massaciuccoli Il bacino del Lago di Massaciuccoli ricade nei Comuni di Viareggio (LU), Massarosa (LU) e Vecchiano (PI). Si estende lungo la direttrice N-S compresa tra la Versilia e la pianura pisana; ad Ovest è delimitato dalle dune costiere della Macchia Lucchese e di Migliarino e, a Est, dal crinale dei Monti di Massarosa e di OltreSerchio. Si estende su un’area di circa 89 km2. Lo specchio lacustre misura 6,8 km2 e presenta una profondità tra 1 e 2,5 m (shallow lake) eccetto che nelle ex-cave di sabbia silicea Non presenta la caratteristica forma allungata in direzione della costa dei laghi costieri sia per un interramento naturale progressivo sia a causa delle opere di bonifica che sono state effettuate soprattutto verso Pisa. E’ stato calcolato un volume di 9.000.000 m3. La piana del Lago inizia la sua genesi nel Quaternario a seguito dell’accumulo di sedimenti fluviali (portati dall’Arno e dal Serchio) lungo la linea di costa. L’esame stratigrafico mostra come questo tratto delle più settentrionali delle pianure costiere della Toscana sia stato interessato, prima della fase lacuale, da altre 2 fasi consimili alternate da altrettanti episodi marini. La distanza dalla costa è dovuta alla grande massa dei depositi fluviali portati dal sistema Arno- Serchio e allineati dalle correnti marine contro il lago che in origine non era lontano dal mare; in antichità comunicava infatti con il mare attraverso diverse aperture poste tra le dune litorali e riceveva acque dal Serchio durante le piene del fiume. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 22 Precipitazioni stagionali Alimentazione Lago Apporto acque dalla falda acquifera Acque che confluiscono naturalmente: brevi corsi d’acqua a regime torrentizio detti “gore” che scendono dalle colline tra Quiesa e Massaciuccoli: Fonti immissarie: La RETE IDROGRAFICA •Rio Quiesa: alimentato dalla sorgente Villa Spinola •Rio Bozzano: giunge nel Burlamacca •Rio Grande •Sorgente Laghetto Montramito Acque che confluiscono attraverso opere di bonifica: •Canale Barra-Barretta : da Vecchiano al Lago •Fosso Confine •Fosso La Fossa Nuova: lambisce le colline Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 23 Uscita Lago CANALE BURLAMACCA lungo 9,5 km L’acqua del Lago passa attraverso il sistema di canali posto a Nord del Lago: Le Venti Le Quindici Malfante Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 24 Sottobac IDROVORA 2 km N° Portata max pompe L/sec m3 acqua/anno Acqua pompata/area Sottobac. m3/ km2 16,7 Vecchiano 4 10.500 13.549.680 811.358 5,25 Massaciuccoli 3 6.000 6.701.216 1.276.422 TOTALE DAL CANALE BARRA (Bon. Meridionale) Massarosa: Pioppogatto 3 9.540 4,66 Beatrice 2 1000 1,58 Portovecchio 3 1,85 Quiesa 4 20.250.896 21.505.680 4.614.952 Bon. N-Orientale 1.150-1650 7.674.480 4.857.265 Bon. N-Orientale 1.500 5.895.180 3.186.583 Bon. Nord TOTALE Bon. Settentrionale 35.075.340 TOTALE ACQUA POMPATA 55.326.236 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 25 Si osserva una notevole differenza tra il comprensorio a scolo meccanico posto a sud del Lago rispetto a quello a Nord; una certa differenza esiste anche nella Bonifica Meridionale tra il sottobacino di Massaciuccoli e il sottobacino di Vecchiano. Ragioniamo quanta acqua è pompata relativamente alla superficie del sottobacino Bonifica Acqua pompata/superf. Sottobacino in media m3/km2 Meridionale 0,8-1,2 milioni Nord 3,6 milioni Nord-Orientale 4,7 milioni Le cause presunte: diversa distribuzione delle precipitazioni nel bacino andando verso N-E presenza di acqua di infiltrazione che penetra nelle formazioni calcaree permeabili e semipermeabili delle colline di Massarosa, Quiesa e dei Monti d’Oltre Serchio e che alimenta la falda freatica del Bacino di Massaciuccoli; la bonifica a N è maggiormente alimentata perché a contatto di una zona di raccolta più ampia presenza di acque di ruscellamento provenienti dalle colline di Massarosa che alimentano i canali periferici al sottobacino di Massarosa e Portovecchio; una parte di queste acque è drenata dalla bonifica, causa una non perfetta tenuta degli argini. In pratica, quindi, la quantità d’acqua pompata dalle idrovore è notevolmente superiore ai reali afflussi meteorici all’interno delle aree bonificate. Inoltre, le acque “sollevate” dalle bonifiche, ricche di materiale in sospensione, facilitano l’interramento del Lago. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 26 Il “pompaggio” richiama, tramite la falda, grossi volumi di acqua dalle zone circostanti, soprattutto nelle Bonifiche a Nord del Lago dove vi sono zone di ricarica più vaste Attraverso le aree bonificate circolano grossi volumi di acqua che determinano un LAVAGGIO del terreno con conseguente inquinamento, ad opera degli agenti fertilizzanti, del lago e delle paludi circostanti (EUTROFIZZAZIONE). LE CAUSE DI SQUILIBRIO DELL’ECOSISTEMA - Interramento - Salinizzazione - Eutrofizzazione - Ricambio idrico - Presenza di specie alloctone Interramento Un tempo gli agenti colmatori della depressione erano 9 Il Serchio a Sud 9 Il Camaiore a Nord 9 I Corsi d’acqua ad Est 9 Il mare ad Ovest A oggi, invece, la causa è da ricercare nei canali di scolo meccanico: si pensi che le e aree agricole della Bonifica Meridionale danno un contributo annuo di 1700 tonnellate di solidi sospesi e di 9,5 tonnellate di fosforo totale. Essi determinano: - il progressivo interramento del Lago - l’intorbidimento delle acque (riduzione trasparenza) - alte percentuali di fosforo legato al sedimento rilasciato nelle acque E’ stato calcolato che in 36 anni il volume del Lago è passato da 11.000.000 m3 a 9.000.000 m3; se si va avanti così in 120 anni i sedimenti che giungono nelle acque porteranno alla completa scomparsa del bacino lacustre. Nel 1997 l’Ente Parco ha promosso la redazione di un progetto del tutto innovativo, volto alla riduzione del run-off (dilavamento) di nutrienti e sedimenti dalla Bonifica agricola meridionale nel Canale Barra e quindi nel Lago. L’idea progettuale vedeva la realizzazione di un sistema di fitodepurazione delle acque attraverso le scoline dei campi senza bisogno di dover creare bacini di sedimentazione e di trattamento terziario. Le prescrizioni tenevano conto della pedologia del bacino drenante, dell’uso agricolo effettivo dei suoli e del complesso sistema idraulico e prevedevano: una nuova sagomatura delle scarpe delle scoline così da aumentare la loro portata una diminuzione/aumento del n° di scoline a seconda delle zone Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 27 una suddivisione del bacino in 4 zone a seconda della diversa pedologia dei suoli, responsabile di diversi comportamenti di run-off la realizzazione di fasce inerbite larghe 1 m lateralmente alla scolina, su entrambi gli argini, con la funzione di ritenere sedimenti e parte dei nutrienti (quelli legati al sedimento e non solo) la crescita (con taglio periodico) della vegetazione elofita nelle scoline, tenendo conto della capacità fitodepurante della stessa Salinità 2 sono i meccanismi di distribuzione delle acque salmastre nel Lago: 1. un sistema idrodinamico superficiale 2. un sistema di circolazione sotterranea attraverso il cordone sabbioso (preda dell’escavazione) 1- Nel periodo umido (in genere da Novembre a Febbraio), quando le acque del Lago si trovano sopra il medio mare, la quasi totalità delle acque salmastre risale lungo il fondo del canale Burlamacca fino al laghetto di S. Rocchino che funge da magazzino distributore (nel canale delle Quindici ne passa poca perché è presente una soglia idraulica alla confluenza tra questo canale e il Burlamacca). Nel periodo secco (Giugno- Luglio-Agosto), quando il livello medio del lago è al di sotto di quello marino, invece, prevale l’arrivo diretto di acqua salmastra dal Canale Burlamacca e dalle sue diramazioni sul flusso sotterraneo (anche se questo è comunque maggiore rispetto al periodo umido) Si ha quindi un’ INVERSIONE DEL FLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI che favorisce il richiamo di acque salmastre dal Burlamacca, anche perché le PORTE VINCIANE (risalenti al 1750) non funzionano 2- Le cave raggiungono una profondità massima di 18-20 m e nelle loro acque è possibile rilevare una stratificazione “salina”. Esse svolgono 2 funzioni estremamente critiche per il Lago: ¾ costituiscono dei depositi di raccolta per le acque salmastre che arrivano dal ¾ drenano la falda presente nelle sabbie Burlamacca Per ulteriori approfondimenti vd Cap. 6.3 della relazione tecnica (geologia- idraulica- sismica dello Studio associato Nolledi “Conducimetria” nell’ambito dello studio della idrogeologia delle zone di pianura. Il ricambio idrico Le seguenti informazioni sono tratte dalla relazione tecnica redatta dallo Studio Associato Nolledi allegata ai documenti del QC della viariante. A tale documento si rimanda per ulteriori approfondimenti. Il ricambio idrico consiste nel bilancio tra acque in entrata e acque in uscita dal Lago. Il Piano di Bacino Stralcio “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli” (adottato dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio con Delibera del Comitato Istituzionale N° 150 del 20 febbraio 2007) ha valutato l’entità del deficit idrico esistente all’interno del Bacino del Lago di Massaciuccoli in 32 milioni di metri cubi, valore ottenuto ipotizzando che il sistema - lago, in assenza dell’azione umana, fosse in perfetto equilibrio idrico, presentando un assoluto pareggio tra afflussi e deflussi, e che gli usi antropici rappresentino la vera Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 28 causa dello squilibrio in atto. Da studi di dettaglio emerge che il lago, che probabilmente ha una ricarica essenzialmente pluviometrica e pedemontana superficiale, sta facendo registrare un trend dei livelli idrici in calo essenzialmente a causa dei seguenti fattori: 1. .captazione dalle sorgenti pedecollinari per uso idropotabile; 2. calo delle precipitazioni; 3. emungimenti per usi agricoli; 4. uso intensivo delle idrovore; Il Piano di Bacino si propone di perseguire il riequilibrio del bilancio idrico adottando le seguenti strategie: 1) Pianificazione e programmazione dei seguenti interventi ed azioni, elencati in ordine di priorità: ¾ realizzazione di una grande derivazione dal fiume Serchio per l‘immissione di acqua nel bacino del lago di Massaciuccoli partendo dalla zona di Filettole, ¾ installazione di nuova barriera mobile nel canale Burlamacca (già prevista dal PRAA 2004 – 2006 e dal piano di Bacino); ¾ riconversione dell’attività agricola; ¾ restituzione, all’edificio sito nel comune di Viareggio oggi di proprietà del demanio statale e denominato “Casello idraulico”, delle originarie funzioni di controllo della navigazione sul canale Burlamacca e delle Porte Vinciane; ¾ altri interventi secondari (inversione, nel comune di Vecchiano, dello scolo meccanico della acque, dal lago di Massaciuccoli verso il fiume Serchio; rimozione attraverso pompaggi del sale dalle acque contenute nelle ex cave di sabbia silicea presenti a nord del lago; acquisto di terreni incolti o parzialmente coltivati al fine di allagare aree circostanti al lago). 2) Effettuazione di adeguati monitoraggi per la verifica dell’efficacia degli interventi e delle azioni sopra indicati, composti da: rete di monitoraggio idro-pluviometrico e qualità delle acque del lago esistente; campagne in situ; analisi dei dati derivanti dalla rete ARPA Toscana. 3) Norme di Piano per la regolamentazione dell’uso della risorsa idrica per prelievi antropici. Tali Norme: ¾ impediscono l’incremento dei prelievi delle acque per usi antropici; ¾ stimolano l’individuazione e l’attuazione, da parte dei soggetti competenti, di azioni utili per conseguire risparmio idrico; ¾ individuano adeguate procedure per garantire il recepimento delle disposizioni del Piano nella pianificazione di sviluppo del territorio e di uso del suolo. L’eutrofizzazione Nel 1940 Brunelli e Cannicci descrivevano il Lago come oligotrofo (P=6,55 mg/l) e oligoalino (0,1 gr NaCl /l nel 1937 e 0,8 gr NaCl /l nel 1939) e le acque risultavano limpide e caratterizzate da una rigogliosa vegetazione di macrofite di fondale, comprese alcune specie adesso rare/assenti nel bacino. Queste costituivano un importante nicchia ecologica per zooplancton, pesci, avannotti di pesci, folaghe e, al culmine della catena alimentare vi era la lontra, scomparsa nel 1976. Negli anni ’50 l’incremento della concentrazione dei nutrienti portò il Lago a una condizione di mesotrofia, con un notevole incremento delle macrofite di fondale; superati determinati valori soglia, si è avuto un Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 29 progressivo aumento del fitoplancton accompagnato da una contemporanea riduzione delle macrofite fino a una loro scomparsa dallo specchio acqueo e confinamento in alcuni canali o nei chiari isolati dalla circolazione generale delle acque (dal 1960) Agricoltura intensiva nei sottobacini Aumento del run-off di nutrienti e sedimento Aumento abitanti equivalenti per gli impianti di depurazione non efficienti Aumento dell’apporto di fosforo Aumento della navigazione Cambiamenti politici ed economici Erosione degli argini e aumento della sospensione del sedimento Aumento dell’allevamento di bestiame e abbandono delle vecchie tecniche di gestione del territorio Eutrofizzazione con aumento del fitoplancton Regressione del canneto Perdita di macrofite Sedimento PERDITA DI HABITAT, RIDUZIONE DELLA BIODIVERSITA’, SOSTITUZIONE CON UN SISTEMA DEGRADATO E INSTABILE Uno dei principali indiziati in caso di eutrofizzazione è il Fosforo totale ossia l’insieme del fosforo organico e del fosforo inorganico sottoforma di Sali solubili, ortofosfati e composti minerali. I criteri OCSE del 1982 tengono conto di parametri fisico-chimici quali la temperatura, la conducibilità elettrica, la trasparenza, il pH, l’ossigeno disciolto e la quantità di nutrienti, ossia fosforo totale e azoto totale (dato da NH3 +NO2 +NO3). Status P totale In particolare si calcola il rapporto di Redfield R tra [Sali di N solubili] / [Sali di P-ortofosfati-solubili] Ultraoligotrofia < 4 mg/l in cui le concentrazioni sono espresse in Peso/Volume per Oligotrofia < 10 mg/l determinare il Fattore limitante la crescita delle alghe. Mesotrofia 10-35 mg/l • Se R < 7 N è il fattore limitante Eutrofia 35/100 mg/l • Se R > 15 P è il fattore limitante Ipereutrofia > 100 mg/l • Se 7 < R <15 l’aumento di N o P può favorire la crescita delle alghe Sul Massaciuccoli R risulta sempre < 15 solo nei periodi di non funzionamento delle idrovore; questo dimostra che il pompaggio di acqua dalle bonifiche è fondamentale per determinare il Fattore limitante. Notevoli quantità di Fosforo giungono dal canale Barra e ciò risulta dalle analisi delle acque in uscita dal canale e dalla distribuzione areale di fosforo nei sedimenti del Lago. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 30 Si ha quindi un grosso apporto di nutrienti sia sottoforma disciolta che in forme associate al particellato organico ed inorganico Torbidità L’elevata torbidità delle acque determina: - la riduzione o la scomparsa delle macrofite sommerse - la diminuzione degli invertebrati che le colonizzano - la diminuzione dei pesci e degli uccelli che le utilizzano - la diminuzione di pesci e uccelli consumatori secondari (luccio, anguilla, folaga, varie anatre…) - non crescono più macrofite che con i loro apparati radicali trattenevano il terreno sul fondo del lago: quando c’è molto vento e l’acqua si muove, il fondale ristorna in sospensione aumentando la torbidità A.1.2- Le acque sotterranee Lo studio condotto dallo Studio Associato Nolledi ha messo in risalto l’evoluzione della morfologia della falda freatica della pianura costiera massarosese; la falda interessa tutto lo spessore della sabbie marine sottostanti una coltre limo-torbosa superficiale ed aventi al loro letto depositi impermeabili di natura o di matrice argillosa. La falda trae alimentazione principalmente dalla fascia pedecollinare nella quale sono state riconosciute sei distinte direttrici di ricarica con acque a mineralizzazione medio-bassa. Nella parte centrale della pianura, dove è presente il sistema Lago di Massaciuccoli - Canali si stabilisce un equilibrio tra le acque superficiali e quelle di falda, equilibrio a cui non è estraneo l’effetto drenante operato dalle idrovore nelle adiacenti aree di bonifica. Queste ultime rappresentano infatti i “bassi” freatimetrici di tutta l’area studiata e costituiscono le zone di convergenza delle acque sotterranee. Per approfondimenti si rimanda alla relazione tecnica (Geologia – Idraulica – Sismica) redatta dallo Studio Associato Nolledi, più precisamente ai Cap 4-“Lineamenti idrogeologici generali del territorio comunale”, Cap 5 “Idrogeologia delle zone collinari”, Cap. 6 “Idrogeologia delle zone di pianura”. A.1.2.1 – Le acque termali Con il Decreto dirigenziale R.T. n° 549/2005 è stata rilasciata la concessione Mineraria per acque termali denominata “Sulla Pieve” alla soc. SORICTTE S.r.l. (Società di Ricerche Idro Climato Talasso Terapiche) a seguito del Decreto del Ministero della Sanità del 24-11-2000. e ai sensi della L.R. n°86/1994 (“Norme per la disciplina della ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali”). La concessione interessa un’area di 1.2.70 e ha una durata di 15 anni.;è definita inoltre, una fascia di rispetto costituita da un quadrato con lati di 15 m,, tracciato intorno al pozzo di acqua termale. Dalle analisi chimico fisiche effettuate nell’ambito dell’elaborazione della Relazione Tecnica per ottenere tale concessione, risulta che l’acqua minerale naturale “Fonte delle Fate” che sgorga nell’ambito del permesso di ricerca (rilasciato con Decreto Dirigenziale n° 3431 del 20-05-1996 su un’area di 9.94.6 ha e prorogato per 2 anni con Decreto Dirigenziale n° 2400 del 07-05-1999) nella bonifica del Lago di Massaciuccoli, denominato “Sulla Pieve”, presenta caratteristiche tali da avere proprietà terapeutiche per la balneo fango terapia. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 31 L’acqua risulta limpida, incolore e di odore sulfureo e sapore asprigno con una temperatura media pressoché costante intorno ai 15°C. Per il dettaglio delle analisi si rimanda alla documentazione inviata dalla Regione Toscana al Comune di Massarosa. Importante è sottolineare che, nel’ambito dei pareri forniti dai diversi Enti al momento del rilascio della concessione, la Provincia di Lucca faceva notare che la zona interessata dall’attività è classificata come “area vulnerata da subsidenza” il cui utilizzo è quindi disciplinato dall’art. 21 delle Norme di Attuazione del PTC in base al quale, in tali aree “deve essere evitata l’attivazione di nuovi emungimenti di acque sotterranee, comprese quelle freatiche, nonché gli emungimenti temporanei realizzati per gli scavi sotto falda a esclusione di quelli ragionevolmente definibili modesti per estensione e profondità o i cui effetti siano annullabili attraverso impianti di re immissione in falda, con la sola esclusione, pertanto, degli emungimenti finalizzati al consumo domestico nelle aree non servite da acquedotto e di quelli relativi alle prese d’acqua per lo spegnimento di incendi”. A.1.2.2 – Le sorgenti Lo studio elaborato dallo studio Associato Nolledi nell’ambito della redazione del conoscitivo geologicoidraulico, ha censito 85 sorgenti sul territorio comunale (18 in più rispetto a quante censite nel 2001). Tutte le sorgenti censite sono visualizzate nella TAV. 6 - Carta idrogeologica del territorio comunale. Sono state individuate 3 tipologie prevalenti: a) Sorgenti di trabocco, alimentate da formazioni ad elevata permeabilità, di solito con circuiti estesi e profondi, la cui emergenza è legata alla presenza di uno sbarramento da parte di terreni meno permeabili; tale sbarramento può essere stratigrafico o per faglia. Appartengono a questo tipo le sorgenti di Villa Spada, il “Fontanone” di Bozzano, la sorgente di Montramito e la vecchia sorgente di Stiava, oggi non più esistente come tale per l'abbassamento della piezometrica operato nell'area di emergenza dai pozzi dell'acquedotto di Viareggio. b) Sorgenti di contatto, ubicate al passaggio tra un terreno di permeabilità media o alta ed uno di permeabilità bassa; c) Sorgenti per soglia di permeabilità sovraimposta, generalmente dovute alla sovrapposizione di terreni di copertura recenti, poco permeabili, su zone fratturate di rocce a media permeabilità; queste ultime vengono tamponate e la circolazione idrica così sbarrata dà luogo ad emergenze. Questo è l’elenco delle sorgenti ricadenti in Comune di Massarosa messo a disposizione dal SIT della Provincia di Lucca. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 32 Scheda Oggetto Località 518.036.0 Sorg. La Fontanina Infernetto 518.037.0 Sorg. Varigello 518.093.0 Sorg. Campora 518.068.0 Sorg. 518.069.0 Sorg. Sist. Amb. B.05.0 Prealpi Meridionali Mazzapelle 518.070.0 Sorg. 518.071.0 Sorg. Villa Nicoletti 518.073.0 Sorg. 518.074.0 Sorg. 518.075.0 Sorg. 518.072.0 Sorg. 518.094.0 Sorg. Cucco 518.076.0 Sorg. Aquilata 518.078.0 Sorg. Fosso Bagnaia 518.077.0 Sorg. Massaciuccoli 518.034.0 Sorg. 518.035.0 Sorg. 518.083.0 Sorg. 518.032.0 Sorg. 518.031.0 Sorg. 518.033.0 Sorg. 518.046.0 Sorg. 518.047.0 Sorg. B.05.0 Prealpi Meridionali Villa Pardi Aquilata Il Palazzetto Piantoneto Luciano Poggione Miglianello B.05.0 Prealpi Meridionali Amb. territoriale Amb. Coordinamento Parco Classe Sottoclasse Amb. Fisico Altimetria C G 050 C C E B C G 050 C C D C Uso intorno Accessibilità Utilizzazione DH C C D C C Spec. Vinc. Elenchi CE CG D D CE G D D Vincoli Variante C G 050 C C D C C C B BE D D C G 050 C C D B D B C BCE G D D C G 050 C C E A CD C C BCE G D D D C G 050 C C D A AC A C BE D C G 050 C C H A C C C B D D C G 050 C C E A D C C BCE G D D C G 050 C C E B D C C BCE G D D C G 050 C C E B D C C BCE G D D C G 050 C C D B D C C BCE G D D C G 050 C C D B C C B BE D D C G 050 C C E B D B C BCE G D D C G 050 C C E A D C C BCE G D D C G 050 C C D A C C C BE D D C G 050 C C D D D B C CE G D D C G 050 C C D C D C C CE G D D C G 050 C C D D C B A E D D D D C G 050 C C E A C A C C G 050 C C E B D C C CE C G 050 C C D B C A C E C G 050 C C D B C C C G 050 C C D A C A C G 050 C C D A C D D D D C D D C D D C A D D D D D D D D 518.049.0 Sorg. Acqua Chiara 518.048.0 Sorg. Rio dell'Acqua Chiara C G 050 C C D A E B A E 518.050.0 Sorg. Polla del Morto Rio Polla del Morto C G 050 C C E A D A C CE 518.052.0 Sorg. Valle Cava C G 050 C C E A C A C E 518.055.0 Sorg. Rio Cospitone C G 050 C C G B CD C C CE 518.054.0 Sorg. Colle C G 050 C C E A E C C E Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 G G G D D D D 33 Scheda Oggetto Località Sist. Amb. Amb. territoriale Amb. Coordinamento Parco Classe Sottoclasse Amb. Fisico Altimetria Uso intorno Accessibilità Utilizzazione Vincoli Spec. Vinc. Elenchi Variante 518.051.0 Sorg. Le Bianchine C G 050 C C E B D C C CE G D 518.055.0 Sorg. Rio Cospitone C G 050 C C G B CD C C CE G D D 518.056.0 Sorg. C G 050 C C E A D C C CE G D D 518.058.0 Sorg. C G 050 C C D A C C C BE 518.057.0 Sorg. Bozzano C G 050 C C F A C B C 518.059.0 Sorg. Rio di Pignano C G 050 C C E A D C C CE 518.060.0 Sorg. Fontanelle C G 050 C C D A D B C 518.061.0 Sorg. Fosso delle Fontanelle C G 050 C C E A CD B 518.062.0 Sorg. Bringhetta C G 050 C C E A C 518.063.0 Sorg. Villa Spinola C G 050 C C D A 518.064.0 Sorg. Villa Spinola Villa Spinola C G 050 C C D 518.067.0 Sorg. C G 050 C C 518.066.0 Sorg. C G 050 C Monte Pelara D D D D D G D D CE G D D C CE G D D C C E D D DH B C BCE CG D D B CH B A BCE C D D E B DH A C BCE CG D D C D B DH A C BCE CG D D Monte Quiesa 518.065.0 Sorg. C G 050 C C D B CH A C BCE C D D 518.040.0 Sorg. Rio della Tana C G 050 C C E B DH C C CE CG D D 518.041.0 Sorg. Rio Scesarella C G 050 C C D C DH C C CE CG D D 518.042.0 Sorg. C G 050 C C E D D C C CE G D D 518.039.0 Sorg. C G 050 C C D D D C C CE G D D 518.038.0 Sorg. C G 050 C C E D D C C CE G D D G D D D D D D D D Al Collaccio 518.043.0 Sorg. Faeta C G 050 C C D D D C C CE 518.091.0 Sorg. Fornella C G 050 C C D A BH A A E 518.088.0 Sorg. Fornella C G 050 C C G B DH C C CE 518.018.0 Sorg. Colle B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C C A C 518.007.0 Sorg. Le Pielle B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C D A C CE G D D 518.005.0 Sorg. Martinuccio B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C DH A C CE CG D D Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 G 34 Scheda Oggetto 518.017.0 Sorg. 518.016.0 Sorg. Località Amb. territoriale Amb. Coordinamento Parco Classe Sottoclasse Amb. Fisico Altimetria B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D Sist. Amb. Colle Corsanico Uso intorno Vincoli Spec. Vinc. Accessibilità Utilizzazione Elenchi Variante CH B C D D C A A C D D D D D D 518.008.0 Sorg. B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C C C C 518.003.0 Sorg. B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C DH C C CE 518.004.0 Sorg. B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C C A C E D D 518.002.0 Sorg. B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C C C C E D D 518.001.0 Sorg. Colli Muti B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D B DH B C CE D D 518.024.0 Sorg. Tre Fontane Stiava B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C F A AC C A D D 518.023.0 Sorg. Di Stiava Stiava B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C F A A A A D D 518.020.0 Sorg. Bargecchia B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D B C B C D D 518.021.0 Sorg. Conca di Sopra B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D A C B C D D 518.089.0 Sorg. Il Frantoietto C G 050 C C D A CH C B CE C D D 518.090.0 Sorg. Pradale C D D D D I Pianacci C G 050 C C D B BH C B C C G 050 C C D B C B C E CG CG 518.019.0 Sorg. Monte Meto B.05.0 Prealpi Meridionali 518.011.0 Sorg. Piano di Mommio B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C F A DH C C CE G D D 518.010.0 Sorg. Mommio Castello B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C G B DH C C CE G D D 518.009.0 Sorg. La Fontana B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C C A C E D D Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 35 Scheda Oggetto Località Amb. territoriale Amb. Coordinamento Parco Classe Sottoclasse Amb. Fisico Altimetria B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D Sist. Amb. Uso intorno Vincoli Spec. Vinc. Accessibilità Utilizzazione Elenchi Variante C C C D D C A A C D D 518.012.0 Sorg. 518.013.0 Sorg. 518.014.0 Sorg. Gagliori B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D B C C C D D 518.015.0 Sorg. Campisano B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C CH B C D D 518.006.0 Sorg. Mommio Castello B.05.0 Prealpi Meridionali C G 050 C C D C CH C C E D D 518.092.0 Sorg. Colli di Pedona C G 050 C C D D B C C E D D 518.045.0 Sorg. Case Colombaio 518.032.0 Sorg. 518.030.0 Sorg. 518.026.0 Sorg. 518.027.0 Sorg. 518.028.0 Sorg. 518.029.0 Sorg. Botrici Piantoneto B.05.0 Prealpi Meridionali Sorbo # C G 050 C C D A C A C D D C G 050 C C E A C A C D D C G 050 C C D A C A C D D C G 050 C C F A CH A C C C D D C G 050 C C F A CH C C C C D D C G 050 C C F A CH B C C C D D C G 050 C C F A AH A C C C D D 518.087.0 Sorg. Campo Romano C G 050 C C D A B A C D D 518.022.0 Sorg. Conca di Sopra C G 050 C C D A C B C D D 518.044.0 Sorg. Montramito C G 050 C C F A C A C E D D 518.025.0 Sorg. Il Romito C G 050 C C E B D B C CE D D B.05.0 Prealpi Meridionali Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 G 36 A.1.3- La qualità delle acque Le acque superficiali Non sono disponibili dati concernenti la qualità delle acque superficiali della rete idrografica naturale della collina e di quella artificiale di acque alte della bonifica. Dati sulla qualità delle acque nel Bacino del lago di Massaciuccoli sono disponibili c/o il Consorzio di Bonifica Versilia- Massaciuccoli (Bacino di irrigazione Massaciuccoli Pisano). I campionamenti 2007-2008 sono stati effettuati presso le seguenti località: Laghetto della Gusciona, Fosso Barra (2 punti), Canale Allacciante, Fossa Nuova. Le analisi chimico fisiche interessano i seguenti parametri: pH, conducibilità (mS/cm), solidi totali (g/l), N totale (ppm), cloruri (ppm) nitrati (ppm), solfati (ppm), sodio (ppm) ammonio (ppm) potassio (ppm), magnesio (ppm), calcio (ppm), boro (ppm), SAR, bicarbonati (ppm), carbonati (ppm). Indagini sono effettuate periodicamente anche dal Dipartimento ARPAT di Lucca- Aree Palustri e Laghi. che sta attuando gli interventi per il risanamento dell’ecosistema palustre. Le acque sotterranee Gli scambi tra falda e lago e tra falda e canali, pur essendo abbastanza limitati, sono condizionati dal fenomeno del periodico afflusso (soprattutto nel periodo di siccità estivo-autunnale) di acque marine che risalgono il canale emissario (Burlamacca e affluenti) per la scarsa tenuta delle Porte Vinciane sia quando queste sono chiuse durante le alte maree sia, come è stato verificato dall’Autorità di Bacino del F. Serchio, anche quando queste sono aperte. Il Burlamacca riveste un ruolo particolare perché alimenta di acqua marina l’intero Lago di Massaciuccoli attraverso la ex cava di S. Rocchino. Infatti le acque salse tendono a disporsi, con andamento stratificato, nelle depressioni delle cave di sabbia inattive, in particolare proprio in quella di S. Rocchino. Da tale località le acque salate possono essere trasmesse, attraverso l’acquifero delle sabbie silicee, alle altre cavità limitrofe In tale quadro non è tuttavia da escludere la presenza, in vaste aree intorno al lago e nelle fasce più depresse dell’area paludosa circostante, di corpi idrici relitti a salinità più elevata, con parziale miscelazione con le acque dolci. L’ipotesi era già stata avanzata sulla base dalle sezioni elettrostratigrafiche eseguite da Geotecneco (1975) - Aquater (1980), che mettevano in evidenza un corpo fortemente conduttore dello spessore di 50-60 metri, riferibile sia ad acque salmastre direttamente ricaricate dal Canale Burlamacca, sia ad acque saline fossili. Il livello medio del Lago di Massaciuccoli si mantiene per gran parte dell’anno allo stesso livello del mare ma, alla fine della primavera – inizio estate, il livello si abbassa e risulta inferiore a quello del mare per tutta la durata dei mesi estivi. Ciò provoca un forte richiamo di acque salmastre, come già detto, attraverso il canale Burlamacca. Secondo alcuni autori è probabile anche un richiamo di salinità dai livelli profondi dell’acquifero per depressione della piezometrica. Ne consegue che il lago si sta trasformando in una laguna salmastra. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 37 Le Sorgenti L’Ufficio Ambiente del Comune di Massarosa effettua periodici monitoraggi delle acque di 16 sorgenti che non sono collegate alla rete dell’acquedotto pubblico comunale e vengono utilizzate da un numero elevato di cittadini per gli scopi più disparati, fra i quali naturalmente quello idropotabile è il principale. Le sorgenti monitorate sono le seguenti: 1. Acqua Chiara Via Acquachiara Massarosa 2. Botrici Via delle Sezioni Corsanico 3. Campisano Via di Campisano Corsanico 4. Cospitone Via di Chiatri Bozzano 5. Crociale - Cimitero Via delle Sezioni M.Castello 6. Gomborale Via Canipaletti Stiava 7. La Polletta Via Pietra a Padule Quiesa 8. La Rena Via di Camaiore Gualdo 9. Le Fontanelle P.zza della Chiesa Quiesa 10. Le Serre Via delle Serre Casesi 11. Madonna della Spelonca Via della Fontana Mommio Castello 12. Madonna dell'Acqua Via Sarzanese Sud Quiesa 13. Polla del Morto Via Polla del Morto Massarosa 14. Tre Fontane Via delle Sezioni Corsanico 15. Acqua Bona S. Vic. dell’Acqua Bona Gualdo 16. Pignano Via di Pignana Bozzano Le analisi vengono ripetute tre volte l’anno per monitorare lo stato di salute dell’acquifero della zona e per evidenziare eventuali alterazioni improvvise. I parametri chimico fisici e microbiologici che vengono analizzati, oltre ai consueti colore, odore, sapore e temperatura, sono: Parametri Concentrazione ioni idrogeno Conducibilità elettrica specifica Ferro Ione ammmonio Batteri coliformi a 37°C Unità di misura pH μS/cm a 20°C mg/l mg/l N°/100 ml Valore Riferimento D.Lgs. 31/2001 - D.Lgs. 27/2002 > 6,5 e < 9,5 < 2500 < 0,5 0 Dall’esame dei risultati delle ultime analisi effettuate e dal confronto con i dati degli ultimi 10 anni emerge un quadro generale caratteristico di sorgenti con piccoli bacini di alimentazione e circolazione sotterranea limitata. Sono generalmente acque di buona qualità, con composizione solfato-calcica e una temperature delle acque sorgentizie vicina alla temperatura media annua (14¸15°C). I valori della conducibilità elettrica sono compresi tra 200 ed 800 μS/cm, che corrispondono ad acque medioleggere adatte a qualsiasi tipologia di dieta alimentare. Particolare attenzione bisogna porre alla potabilità che per legge si intende, come totale assenza di carica batterica di qualsiasi tipo. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 38 Le acque delle sorgenti comunali derivando da circuiti superficiali risentono talvolta dell’interazione con le attività umane di superficie e presentano in qualche caso tracce di batteri che comunque, non rappresentano particolari rischi per la salute umana, anche se non consentono di poter classificare tutte le sorgenti come POTABILI Le sorgenti mediamente più “pure” sono quelle dell’Acqua Chiara e della Polla del Morto che negli anni hanno sempre dimostrato un’ottima qualità. Quelle invece maggiormente contaminate sono risultate mediamente quella di Cospitone a Bozzano, quella della Polletta a Quiesa e delle Tre Fontane a Corsanico. Quando si riscontrano valori anomali, viene emessa Ordinanza Sindacale di non potabilità trasmessa ai maggiori organi di stampa e vengono effettuate operazioni di pulizia delle opere di presa. Sul sito web del Comune sono pubblicate le ultime analisi effettuate con la cartografia di riferimento: A.1.4- Le reti idriche A.1.4.1- Fonti di approvvigionamento a scopo acquedottistico Le seguenti informazioni sono tratte dalla relazione redatta dallo Studio Tecnico Signa (dr Guglielmo Chiocciora) per conto della Soc. GAIA S.p.A. nell’ambito del Progetto di riapprovvigiona mento e razionalizzazione del Servizio idropotabile nel territorio comunale di Massarosa. I sistemi di acquedotto del Comune di Massarosa sono basati sulla Sorgente di Villa Spinola a Quiesa. Da questa si dipartono tre condotte, due da Ø 175 mm e una da Ø 350 mm, quest’ultima detta anche Pedemontana, che distribuiscono acqua da Massaciuccoli fino a Piano di Mommio. Il sistema funziona tramite n° 5 stazioni di surpressione in linea (acceleratori). Le frazioni di collina e montagna sono alimentate tramite stazioni di pompaggio. Altre fonti di minore importanza che concorrono all’approvvigionamento idrico del Comune di Massarosa sono: il Pozzo Case Rosse 2 a Massaciuccoli, i Pozzi Cava 1 e 2 a Quiesa, il Pozzo Campo Sportivo a Massarosa, i Pozzi La Chiazza 1 e 2 e la Sorgente Tre Fontane (ex SERMAS) a Stiava. Tutte le altre fonti che fino agli anni “70 concorrevano all’approvvigionamento idrico del territorio comunale sono state abbandonate. La zona industriale di Montramito è alimentata dall’acquedotto di Viareggio. A.1.4.12- La rete fognaria Sono in corso i lavori per l’allacciamento fognario della maggior parte delle frazioni comunali, in particolare di quelle che gravitano all’interno del bacino del Lago e Padule di Massaciuccoli. Il Depuratore di Massarosa non scarica più all’interno del Lago di Massaciuccoli ma nella Gora di Stiava a meno di eventi piovosi di forte intensità; sono comunque previste opere per il trattamento terziario dei reflui a garanzia della tutela della qualità dei corpi idrici recettori. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 39 3.A.2- INDICATORI DI PRESSIONE A.2.1-Pericolosità geomorfologia e idraulica Da considerare quale parte integrante di questo capitolo la carta della vulnerabilità idrogeologica elaborata dallo Studio Nolledi (TAV G8). In essa, alla vulnerabilità intrinseca, sono stati sovrapposti i principali centri di pericolo presenti sul territorio (fonti diffuse di inquinamento potenziale o reale: aree agricole con impiego abbondante di fitofarmaci, concimi chimici, fertirrigazione, aree di discarica incontrollata e controllata, aree inquinate da bonificare, depositi e serbatoi di sostanze inquinanti, altri centri di pericolo connessi ad attività industriali ecc.) arrivando così a definire una vulnerabilità integrata. In particolare sono state evidenziate: - L’ubicazione di tutte le attività estrattive, tutte attualmente dismesse salvo una in loc. Sulla Pieve di acque termali (proprietà Soc. SORICTTE S.r.l.) - Come produttori potenziali o reali di inquinamento sono inoltre riportati: ¾ un’area di accumulo temporaneo RSU posizionata lungo la Strada della Calla Grande; ¾ l’impianto di compostaggio di Pioppogatto, il cui progetto definitivo di bonifica è stato approvato da A.R.P.A.T. (codice LU004); ¾ i cimiteri; ¾ i distributori di carburante; ¾ la rete fognaria; ¾ i principali scarichi di attività produttive autorizzati dall’Amm.ne Provinciale; ¾ le coltivazioni intensive; ¾ le aree industriali (aree omogenee D); ¾ la discarica di marmettola presente presso la ex cava del Brentino. - impianti di depurazione di acque reflue urbane e/o industriali in quanto considerati preventori e/o riduttori di inquinamento - fonti principali soggette ad inquinamento, ovvero i pozzi e le sorgenti a uso acquedottistico e le principali sorgenti a uso pubblico, sono riportati con le relative fasce di rispetto. A.2.2- La rete acquedottistica Antecedentemente gli anni “cinquanta” il Capoluogo e tutte le frazioni erano servite da fonti idriche locali che progressivamente furono abbandonate con l’estensione del sistema di acquedotto originato alla Sorgente Villa Spinola di Quiesa L’acqua prodotta dalla Sorgente di Villa Spinola è di cattiva qualità e i solfati in essa contenuti eccedono di molto il limite prescritto dalla Legge, inoltre il naturale deflusso è soggetto a una costante diminuzione. Nei periodi estivi, durante i momenti di domanda di punta, la produzione della sorgente viene tutta assorbita dall’acquedotto per cui il Rio di Quiesa risulta prosciugato. Attualmente i costi energetici risultano troppo alti in rapporto ai ricavi; le cause sono: la mancanza di serbatoi di accumulo che impone che le stazioni di surpressione siano attive 24/24 ore, e i forti pompaggi necessari per alimentare le frazioni di collina e montagna,. Dai dati forniti da GAIA S.p.A. (Ing. Fiaschi) risulta che a Massarosa il totale delle tubazioni acquedotto è di circa 178 km (a cui vanno aggiunte quelle che servono l’acquedotto di Viareggio). Di queste 138 km sono in Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 40 ferro e dovrebbero essere sostituite perché piccole (circa 63 km con diametro uguale o inferiore a 2’’) o esauste o crivellate dalle correnti galvaniche. E’ in corso un progetto che si propone i seguenti obiettivi: a) miglioramento qualitativo delle acque distribuite in maniera da renderle conformi ai parametri di Legge, b) garantire l’approvvigionamento idrico del territorio conformemente ai programmi di sviluppo fissati dall’Amministrazione Comunale con il Piano Strutturale, c) allineare i costi di produzione ai ricavi. I principali interventi previsti dal progetto sono: 1. captazione della Sorgente “Il Pollone” a Bozzano che tramite rete sarà immessa sulla Pedemontana, 2. costruzione di n° 3 serbatoi per complessivi 2.500 m3 : a Quiesa, a Bozzano e sul Colle La Gulfa, 3. recupero produttivo dei campi pozzi di Callagrande e Piano di Mommio che approvvigioneranno le frazioni Corsanico e Mommio Castello, 4. recupero produttivo del Pozzo SALT e terebrazione di un pozzo produttivo presso la Loc. Acqua Chiara a Massarosa che insieme all’omonima sorgente alimenteranno i sistemi di acquedotto di Mignanello-Polla del Morto e Montigiano-Gualdo, 5. recupero produttivo della Sorgente Mutino a Bozzano per approvvigionare le case alte di Bozzano, 6. rialimentazione del Serbatoio Marcaccio a Piano del Quercione, dai pozzi La Chiazza e dalla Sorgente Tre Fontane (Ex SERMAS) di Stiava tramite la condotta da Ø 500 mm per Viareggio e stazione di pompaggio presso il Campo Sportivo di Stiava, 7. terebrazione di un pozzo produttivo in Località “Alla Presa” presso Gualdo e adduzione fino al Serbatoio di Merlaia, per le frazioni Pieve a Elici, Spezi, Luciano, Panone e tutte le case sparse sul colle del Pitoro, 8. terebrazione di un pozzo produttivo in Località Renipoli presso Valpromaro per rendere indipendente detta frazione dall’acquedotto di Fabbrenti in Comune di Camaiore che accusa grave deficit idrico. I risultati attesi con la realizzazione di detti lavori saranno: 1) i componenti chimici dell’acqua distribuita rientreranno sempre nei limiti fissati dalla Legge, 2) la disponibilità idrica sarà sufficiente a coprire le previsioni di sviluppo stabilite dal Piano Strutturale, 3) le frazioni di pianura saranno tutte servite a gravità, per cui le pressioni saranno più livellate e sarà possibile dismettere le stazioni di surpressione, 4) le economie di gestione saranno pari a 240.000.00 €/anno, a queste si potranno aggiungere altre economie derivanti dalla semplificazione del servizio, 5) i prelievi che saranno fatti dalle sorgenti Villa Spinola e Pollone saranno inferiori alla produzione di minima per cui non si realizzerà più la morte biologica del Rio di Quiesa, come avviene attualmente. A.2.3- Fabbisogno idrico Gli elementi che vanno a formare la domanda d’acqua complessiva sono: 1) la popolazione residente 2) il flusso turistico 3) le attività industriali, artigianali e commerciali 4) le istituzioni pubbliche, quali uffici, caserme, ecc Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 41 Il Gruppo di Lavoro “Monitoraggio Risorsa Acqua, istituito in sede di Conferenza dei Servizi del 12-09-2008 tra i Comuni di Massarosa e di Viareggio e l’ente gestore del servizio idrico integrato G.A.I.A. S.p.A., si propone di verificare periodicamente i risultati ottenuti in tema di risparmio idrico e di monitoraggio delle nuove utenze alle reti idriche. Alla riunione del 03-12-2008 sono stati forniti i dati elaborati da GAIA S.p.A. relativi ai 2 Comuni per gli anni 2005-2006-2007. 2005 Utenti Alberghiero/Stab baln 2006 mc Acq Utenti 2007 mc Acq Utenti mc Acq 5 1266 5 1059 4 2864 Allevamento 18 14043 18 9337 18 7238 Commerciale 550 109947 575 124458 674 114492 Domestico Non residente 1878 299523 1790 218304 1782 186855 Domestico Residente 6969 1046262 7246 1101432 7444 1133966 Assimilato al Pubblico 17 12982 17 11900 10 12126 Pubblico TOTALI 76 32183 76 19358 88 26101 9513 1516206 9727 1485848 10020 1483642 8000 1200000 Utenti 2005 Utenti 2006 7000 Utenti 2007 1000000 mc Acq 2005 mc Acq 2006 6000 mc Acq 2007 800000 4000 600000 mq Acq n° utenti 5000 3000 400000 2000 200000 1000 0 0 Alberghiero/Stab baln Allevamento Commerciale Domestico Non residente Domestico Residente Assimilato al Pubblico Pubblico Si osserva che, dal 2005 al 2007, in totale le utenze sono andate progressivamente aumentando, in particolare quelle del Domestico-Residente, del Commerciale e del Pubblico. Le utenze alberghiere si sono ridotte di una unità, costanti quelle degli allevamenti e in leggero calo quelle del Domestico non residente e dell’assimilato al pubblico. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 42 mc Acq e utenze dal 2005 al 2007 1520000 10100 Utenti mcAcq 10000 1510000 9900 1500000 9700 1490000 mc acq n° utenze 9800 9600 1480000 9500 9400 1470000 9300 9200 1460000 2005 2006 2007 Dal grafico precedente si nota un notevole calo dei consumi idrici totali dal 2005 al 2006 (sopra il 2%) e poi una diminuzione meno evidente tra il 2006 e il 2007. Per quanto riguarda il 2007-2008 GAIA ha fornito i seguenti dati: Utilizzo Utenze Tot Domestico Residente Domestico Non Residente Commerciale Alberghiero / Stab Baln Allevamento Assimilato al Pubblico Pubblico Sogg 7.506 1.673 688 4 18 19 5.298 765 450 2 1 12 Mc Acq 2.208 908 238 2 17 7 1.133.966 186.855 114.492 2.864 7.238 12.126 90 47 43 26.101 9.998 6.575 3.423 1.483.642 Utenze Utilizzo Domestico Residente Domestico Non Residente Non Domestico Piccolo Uso Non Domestico Medio Uso Non Domestico Grande Uso Non Domestico Uso Speciale Non Domestico Uso Agricolo Non Domestico Finalità Sociale 2007 Esen Tot 7.722 1.538 444 172 15 2 26 19 Non Domestico Istituzionale Sogg 5.493 701 303 107 11 0 3 12 2008 Esen 2.229 837 141 65 4 2 23 7 Mc Acq 1.130.530 143.034 13.050 50.828 29.582 27.697 1.666 11.226 99 52 47 32.312 10.037 6.682 3.355 1.439.925 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 43 Utenze Località Tot Sogg BARGECCHIA BOZZANO CORSANICO GUALDO MASSACIUCCOLI MASSAROSA MOMMIO CASTELLO MONTIGIANO PIANO DEL QUERCIONE PIANO DI CONCA PIANO DI MOMMIO PIEVE A ELICI QUIESA 440 1.294 567 116 257 2.173 56 164 456 813 1.189 233 948 19 1.064 29 11 193 1.842 2 50 227 680 706 7 802 421 230 538 105 64 331 54 114 229 133 483 226 146 Esen STIAVA 1.320 1.062 258 TOTALE 10.026 6.694 3.332 Dalla relazione redatta dallo Studio Tecnico Signa (dr Guglielmo Chiocciora) per conto della Soc. GAIA S.p.A. nell’ambito del Progetto di riapprovvigiona mento e razionalizzazione del Servizio idropotabile nel territorio comunale di Massarosa, si ricava che per la domanda d’acqua il flusso turistico a Massarosa risulta poco significativo; sono presenti seconde case utilizzate prevalentemente nel periodo estivo ma complessivamente esercitano un peso irrilevante sul totale delle acque necessarie a soddisfare il fabbisogno idrico. Le realtà industriali sono considerate relativamente poche, in genere di piccole dimensioni e caratterizzate da una bassa domanda idrica, eccetto che lo stabilimento SALOV, oleificio localizzato a Montramito, il cui consumo giornaliero di circa 300 mc. Nel territorio comunale non vi sono caserme o altri insediamenti pubblici di una certa importanza; le scuole pubbliche sono di tipo materne, elementari e medie (non vi sono quelle secondarie) per cui in principio gli allievi sono tutti dei residenti. Risulta quindi che la domanda d’acqua a Massarosa deriva quasi interamente dalla popolazione residente. Per quanto concerne il consumo medio giornaliero di acqua ad uso domestico per utente, espresso in litri/gg, si ha: 2005 Domestico Non residente Domestico Residente Tot. Cons medio/ut/l gg 2006 2007 2008 mc Acq Cons med/ ut/l gg Utenti mc Acq Cons med/ ut/l gg Utenti mc Acq Cons med/ ut/l gg 1878 299523 436,96 1790 218304 334,13 1782 186855 287,28 1538 143.034 254,79 6969 1046262 411,32 7246 1101432 416,45 7444 1133966 417,35 7722 1.130.530 401,106 8847 1320821 409,03 9036 1319736 400,14 9226 1345785 399,64 9260 1.273.564 376,80 Utenti mc Acq Cons med/ ut/l gg Utenti I consumi idrici medi giornalieri per utente a uso domestico non residente sono andati calando sensibilmente negli ultimi 4 anni. Quelli a uso domestico dei residenti sono invece aumentati dal 2005 al 2007 e hanno registrato una diminuzione nel corso del 2008. Nella suddetta relazione, si faceva riferimento a un consumo medio di acqua (fatturato) per abitante nel corso del 2007 pari a circa 175 l/pro capite/giorno. Tale consumo viene incrementato di circa 25 l/gg per tenere conto dei consumi non domestici, giungendo al valore di circa 200 l/pro capite/giorno. Valutate le perdite del 30% si arriva a una domanda di acqua degli abitanti, di 260 l/pro capite/giorno. Inoltre la Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 44 domanda d’acqua del territorio di Massarosa viene calcolata in 63,4 l/sec nelle 24 ore e nei momenti di punta viene stimata in 101,4 l/sec. Nella tab. seguente è stata effettuata la ripartizione della domanda nei vari sistemi e sottosistemi riferita sia alla situazione attuale (2007) che alla previsione 2025. Non sono state considerate le Località Montramito e S. Rocchino perché allacciate sulla linea dell’acquedotto di Viareggio. Considerando che il PS approvato dal comune di Massarosa prevede che il livello medio di vita continuerà a crescere e che le attività ricettive aumenteranno in maniera sensibile, viene stimato che la domanda d’acqua nel 2025 sarà pari a circa 250 l/gg (pari alla dotazione procapite/giorno di 210 l/gg + i consumi non domestici riferiti a unità di popolazione pari a 40 l/gg). Le previsioni di domanda d’acqua nel 2025 saranno di 101,4 l/sec nelle 24 h e di 16,7 l/sec nei momenti di punta. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 45 L’allegato B delle Norme del piano di Bacino conferma che, per l’approvvigionamento idrico del Comune di Massarosa, il prelievo consentito per uso idropotabile è di 141 l/s per un totale di 4446567 mc/anno. Il parere sul Regolamento Urbanistico del Comune di Massarosa espresso da GAIA (Del c.c. n° 17 del 2103-2007) chiarisce che gli interventi di trasformazione urbanistico -edilizia sono ammessi se utilizzano risorse provenienti dal bacino senza determinare incrementi del deficit idrico, così come previsto nelle norme del Piano di bacino del Fiume Serchio (Art. 21-all.B). Integrando le disposizioni e le prescrizioni derivanti da tale parere con i dati elaborati dallo Studio Signa nell’ambito del progetto di approvvigionamento e razionalizzazione del servizio idropotabile nel territorio comunale, si evidenziano le seguenti criticità: 1- Nel periodo estivo le effettive captazioni sono ben al di sotto del limite di fornitura delle concessioni idropotabili in corso. Per fare un esempio la Sorgente di Villa Spinola, principale punto di approvvigionamento del Comune di Massarosa, dagli anni ’50 a oggi ha accusato un calo di portata media annua da 175 l/sec a meno di 100 lit/sec con portate di minima estiva di circa 35 l/sec. Cali consistenti sono stati registrati anche in tutti gli altri punti di approvvigionamento attualmente in uso. 2- La rete di distribuzione di Massarosa non ha serbatoi di accumulo e serbatoi di estremità e lavora su pompe di rilancio poste in serie per cui non è possibile incrementare la quantità distribuita. Nello stesso periodo di massimo calo delle portate disponibili e di massima affluenza turistica si hanno quindi problemi di approvvigionamento in tutte le frazioni collinari o pedemontane poste in quota rispetto alla Sorgente e/o ai piccoli serbatoi alimentati principalmente dalla stessa fonte. Risulta pertanto indispensabile la ricerca di nuove fonti e/o l’attivazione o riattivazione di concessioni o pozzi esistenti comunque di piccola entità se si esclude i pozzi delle Case Rosse a Massaciuccoli. 3- L’80% della rete sia delle frazioni collinari, sia delle frazioni della pianura è costituito da tubazioni in ferro di ridotte dimensioni e spesso quasi completamente intasate da depositi ferrosi. Le tubazioni di adduzione e distribuzione particolarmente quelle che attraversano terreni torbosi e particolarmente aggressivi, sono soggette a perdite diffuse difficilmente rintracciabili anche perché spesso sotto falda (vd. linea principale pedemontana da Quiesa e fino a Pian di Mommio). Inoltre, essendo priva di protezione catodica, la tubazione si arrugginisce e si creano ristagni di acqua torbida mobilizzati dalle transienti generate dall’accensione-spegnimento delle pompe. 4- La rete acquedottistica è stata realizzata per ampliamenti successivi, attuati secondo le necessità del momento 5- GAIA S.pA stima che, attualmente le perdite tecniche, ossia le perdite dalle tubazioni insieme con gli abusi dai privati, siano dell’ordine del 30% dell’acqua immessa in rete. A.2.4- La Rete Fognaria L’area del Massaciuccoli rientra tra le aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento quale area sensibile ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs 152/06 e quale zona vulnerabile da nitrati di origine agricola ai sensi dell’art. 92 dello stesso decreto. Gli scarichi di acque reflue urbane in corpi idrici ricadenti nei bacini drenanti afferenti alle aree sensibili sono disciplinati dall’art. 106. In particolare, le acque Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 46 reflue urbane provenienti da agglomerati con oltre 10.000 abitanti equivalenti, che scaricano in acque recipienti individuate quali aree sensibili, devono essere sottoposte a un trattamento più spinto (Allegato 5). Numerosi sono gli interventi a oggi in corso per migliorare l’efficienza della rete fognaria comunale. E’ in fase di espletamento la gara per il collettamento delle frazioni di Quiesa, Bozzano, Massarosa, Pieve a Elici, Montigiano e Piano del Quercione ossia di quei centri che gravitano sul bacino del Lago di Massaciuccoli: i fondi sono stati stanziati dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’accordo quadro per il risanamento del Lago di Massaciuccoli. Per quanto riguarda la frazione di Montramito, il progetto per il collettamento dei reflui del comparto produttivo- commerciale (a oggi non fornito di impianto fognario ) è in fase di approvazione: i ritardi sono da imputare alla necessità di coordinamento tra diversi enti gestori di servizi (ENEL, rete gas, GAIA) per poter attraversare la S.P. di Montramito. Rispetto al quadro conoscitivo del precedente piano strutturale si evidenzia una notevole implementazione delle condotte fognarie in diverse frazioni e la realizzazione di importanti interventi sugli impianti di depurazione. A oggi non risultano allacciate alla pubblica fognatura alcune frazioni come Bargecchia, Corsanico e molte Gualdo. Relativamente all’estensione della rete fognaria GAIA S.p.A. ha fornito il dato globale, diviso per tipologia di tubazione: Grossi collettori gravità: 19,465 km Grossi collettori pressione: 5,84 km Fognatura a gravità: 36,567 km Picco,e tubazioni in pressione: 0,565 km Questi sono i dati forniti da GAIA in merito ai reflui prodotti nel corso del 2007-2008. Utenze Utilizzo Tot Domestico Residente Domestico Non Residente Commerciale Alberghiero / Stab Baln Allevamento Assimilato al Pubblico Esen Mc Fog + Dep 7.506 1.673 688 4 18 19 5.298 765 450 2 1 12 2.208 908 238 2 17 7 774.542 83.763 54.555 323 4.418 11.769 90 47 43 15.677 9.998 6.575 3.423 945.047 Pubblico Utenze Utilizzo Domestico Residente Domestico Non Residente Non Domestico Piccolo Uso Non Domestico Medio Uso Non Domestico Grande Uso Non Domestico Uso Speciale Non Domestico Uso Agricolo Non Domestico Finalità Sociale 2007 Sogg Tot 7.722 1.538 444 172 15 2 26 19 Non Domestico Istituzionale Sogg 5.493 701 303 107 11 0 3 12 2008 Esen 2.229 837 141 65 4 2 23 7 Mc Fog + Dep 791.327 63.466 8.654 32.636 21.221 0 107 10.670 99 52 47 17.796 10.037 6.682 3.355 945.877 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 47 A.2.5- Impianti di depurazione civile Questi sono i dati forniti da GAIA S.p.A., Gestore unico del Servizio Idrico Integrato dell’AATO n° 1 in merito ai depuratori civili. Nella comunicazione di trasmissione delle informazioni si precisa che i dati relativi agli Abitanti Equivalenti derivano da stime effettuate nel corso del 2005 e a oggi ritenute ancora valide. Impianto di Massarosa Indirizzo: Via Cavalieri di Vittorio Veneto- Massarosa A.E. di progetto: 20.000 A.E. serviti: 13300 Centri abitati/frazioni serviti: Massarosa, Massaciuccoli, Quiesa, Bozzano e Piano del Quercione Corpo idrico recettore: Gora di Stiava (occasionalmente Fosso Pantaneto) Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi prede nitro-nitro con trattamenti primari e secondari (in corso, a opera della stessa Amministrazione comunale, l’Appalto per dotare l’impianto di trattamenti terziari di filtrazione e debatterizzazione) Note: i reflui rientrano nei limiti tabellari qualora lo scarico avvenga, come di norma, nella Gora di Stiava. Quando l’impianto, in condizioni di forte piovosità, scarica nel Fosso Pantaneto, può determinarsi l’occasionale superamento del parametro Fosforo. Impianto di Piano di Mommio Indirizzo: Via del Boccella- Piano di Mommio A.E. di progetto: 8000 A.E. Serviti: 8000 Centri abitati/frazioni serviti: Piano di Mommio, Stiava, Montramito e Piano di Conca Corpo idrico recettore: Fossa Cieca Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi, con trattamenti primari e secondari. Il contenimento dei nitrati viene effettuato con l’applicazione di cicli di aerazione alternati in reattore unico. Note: I reflui rientrano di norma nei limiti tabellari. In periodi di forte piovosità si determina un aumento della portata affluente dell’ordine di 3-4 volte la portata asciutta. Data la mancanza di un vero e proprio scaricatore di piena, ciò determina comunque un sovrafflusso idraulico sull’impianto, con conseguente effetto di wash out e, occasionale superamento di alcuni parametri, segnatamente i Solidi Sospesi Totali. D’accordo con l’Amministrazione Comunale, GAIA sta operando per attivare la condotta premente realizzata dalla stessa Amministrazione Comunale che, convogliando i liquami all’impianto di Lido di Camaiore, consentirà la disattivazione dell’impianto, almeno nel periodo invernale. Con l’occasione sarà realizzato uno scaricatore di piena di adeguata efficienza. Impianto di Panicale Indirizzo: fraz Panicale- Massarosa A.E. di progetto: 500 A.E. serviti: 400 Centri abitati/frazioni serviti: Panicale e Monte Pitoro Corpo idrico recettore: Rio Freddana Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 48 Note: Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi, con trattamenti primari e secondari. Trattandosi di un impianto di potenzialità inferiore a 2000 A.E., la normativa vigente non impone il rispetto di parametri tabellari. Dato che l’impianto verifica i requisiti minimi previsti dalla normativa regionale per i cosiddetti trattamenti appropriati, l’unico obbligo per il Gestore è quello di provvedere a un’adeguata manutenzione dell’impianto, in particolare allontanando periodicamente i fanghi di supero. In prospettiva, si prevede l’eliminazione dell’impianto a seguito di una serie di interventi di completamento della rete fognaria nel Comune di Camaiore. A.2.6- Impianti di depurazione industriali L’industria SALOV, localizzata lungo la Via di Montramito, ha realizzato a proprie spese la condotta fognaria che giunge al depuratore di Viareggio. Ai sensi dell’’art. 105 del D.Lgs 152/06, gli scarichi di acque reflue industriali in acque superficiali devono rispettare i valori –limite di emissione fissati ai sensi dell’art. 101 c. 1 e 2, in funzione del perseguimento degli obiettivi di qualità. Qualora gli scarichi recapitino in reti fognarie, sono sottoposti alle norme tecniche, alle prescrizioni regolamentari e ai valori- limite adottati dall’Autorità d’Ambito competente in base alle caratteristiche dell’impianto e in modo che sia assicurata la tutela del corpo idrico recettore nonché il rispetto della disciplina degli scarichi di acque reflue urbane definita ai sensi dell’art. 101 dello stesso decreto. A.2.7- Gli allevamenti Sul territorio di Massarosa sono presenti 6 allevamenti ovini. I dati sul numero di capi sono stati richiesti nel Febbraio 2009 informalmente dagli uffici tecnici del Comune. Titolare Argentini Riccardo Berti Lorenzi Aldo Bertolini Alberto Cecchi Ulisse Cheli Andrea Coppedè Clemente TOTALE Località Pieve a Elici Bozzano Stiava Piano di Conca Bozzano Stiava N° capi 120 45 160 140 120 nd 585 L’azienda Agricola “Bonifica della Casa Rossa” , che si estende su una superficie di 111,21 ha e ha una SAU di 107 ha, alleva bovini da carne della razza Mucca Pisana e Chianina per un totale di 129 individui (di cui circa 35 vitelli) . nel 2008 risultavano presenti solo 3 capi suini. Ma era previsto un incremento (1 verro, 2 scrofe con suinetti fino a 30 kg di peso, 10 lattonzoli, 10 suinetti da ingrasso). Ogni anno l’azienda, situata in zona vulnerabile di cui all’art. 92 c.6 del D.Lgs 152/2006, deve effettuare una comunicazione al Comune (ai sensi del Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 13/07/2006 n° 32/R) nella quale viene indicata la consistenza dell’allevamento, il calcolo dell’azoto, del quantitativo e del volume di letame e liquami prodotti per ciascuna stalla. L’azienda dispone di 3 stalle, di una concimaia, di una liquamaia (entro la fine del 2008 era previsto l’adeguamento alle disposizioni dell’art. 9, c.9 del regolamento regionale) Gli effluenti (letame e liquame) vengono distribuiti sui terreni di proprietà utilizzati per la coltura di mais, girasole, olivo, grano duro, orzo, mirtillo ed erba medica. Nei documenti presentati al Comune sono dettagliati i calcoli relativi all’azoto prodotto dall’allevamento bovino e suino in termini di effluenti (letame e liquame). Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 49 3.A.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI 3.A.3.1- RISPARMIO IDRICO 3.A.3.1. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative La tutela quantitativa della risorsa acqua e il risparmio idrico sono normati dal Capo II Titolo III (Artt. 94,95,96,97,98,99) e dagli art. 144, 145, 146 del Titolo I sez III del D.Lgs 152/06 Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 29/R del 26/05/2008 (Regolamento di attuazione dell’art. 8 bis della L.R. 81/95 “Norme di attuazione della L. 36/94”. Disposizioni per la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del servizio idrico integrato), sono state definite norme generali finalizzare a promuovere comportamenti tendenti al risparmio e sono stati precisati obblighi e divieti finalizzati a limitare usi impropri della risorsa destinata al consumo umano. Ai sensi dell’art. 12 del Decreto del Presidente della Giunta Regionale 08/09/20008 n°46/R , i titolari di acque reflue industriali che si approvvigionano di acqua da fonti diverse dal pubblico acquedotto sono tenuti: a) a installare uno strumento di misura del volume prelevato; b) a comunicare annualmente i consumi medi mensili risultanti dagli strumenti di registrazione dei prelievi al gestore del SII nel caso lo scarico sia in pubblica fognatura. Come meglio approfondito nella relazione tecnica (geologia-idraulica e sismica) redatta dallo Studio Associato Nolledi le norme del progetto di Piano di Bacino “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli” (adottato dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio con Delibera del Comitato Istituzionale N° 150 del 20 febbraio 2007) prevedono quanto segue: DISPOSIZIONI SULL’USO DELLA RISORSA IDRICA Art. 18) Ambito di applicazione • Difesa delle caratteristiche ambientali e loro non aggravamento rispetto alle condizioni attuali fino alla verifica dell’efficacia dei principali interventi individuati dal Piano. In particolare le disposizioni adottate sono finalizzate ad impedire l’aggravamento del deficit idrico ad opera dell’incremento degli utilizzi antropici della risorsa; • Le nome che limitano l’uso della risorsa idrica saranno riviste al seguito dell’accertamento di significative condizioni ambientali migliorative risultanti dai monitoraggi. Art. 19) Acque superficiali • È fatto divieto di rilasciare nuove concessioni di derivazione da acque superficiali al fine di non aggravare ulteriormente il deficit; • Il rinnovo delle concessioni di derivazione è subordinato alla introduzione nel disciplinare di concessione di modalità di riduzione dei prelievi nel periodo estivo, nonché all’adozione di tecnologie per la razionalizzazione e il risparmio dei consumi. Art. 20) Acque sotterranee • Sono vietate nuove concessioni di derivazione da acque sotterranee; pozzi ad uso domestico sono Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 50 consentiti solo per una portata massima di 0,1 l/sec; • Sono consentiti gli impianti di emungimento provvisori necessari alla realizzazione di scavi sottofalda e gli emungimenti necessari agli impianti di condizionamento a condizione che le portate emunte siano reimmesse in falda. Art. 21) Disposizioni per Pubblici Acquedotti • Incrementi di approvvigionamenti per Pubblici Acquedotti alimentati da sorgenti o pozzi ricadenti entro il perimetro idrogeologico del bacino sono sospesi fino alla verifica dell’efficacia degli interventi strutturali del Piano e sono consentiti solamente i quantitativi di approvvigionamenti esistenti alla data di redazione del Piano (Allegato B); • Eventuali incrementi di fornitura idrica non soddisfacibili con i quantitativi di risorsa forniti dagli approvvigionamenti attuali sono consentiti a condizione che l’ente gestore certifichi che il maggiore approvvigionamento richiesto è soddisfatto a valere su effettivi risparmi idrici conseguiti in base a lavori già effettuati sulla rete idrica e sui serbatoi. • Nuovi allacciamenti idrici sono consentiti solo se rientrano nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento e cioè senza conseguire aumenti delle risorse naturali immesse nella rete idrica come prescritto dal comma 2 ed elencate nella Tabella dell’Allegato B Art. 22) Misure temporanee per la tutela delle acque del lago • Per contenere la salinizzazione delle acque del lago e della falda idrica è ritenuto livello minimo di guardia del lago quello corrispondente alla quota di -0,30 metri s.l.m. all’idrometro di Torre del Lago. Al raggiungimento di tale livello di guardia l’autorità concedente è tenuta ad emettere ordinanza di sospensione delle derivazioni di acqua dal lago; Art. 23) Regolazione della navigazione sul canale Burlamacca • Al fine di limitare l’ingressione di acqua marina attraverso le “Porte Vinciane” nel bacino lacuale, l’ente competente individua le modalità con cui regolare la navigazione garantendo che, allorché il livello idrico del lago si trovi al di sotto del livello del mare venga comunque interdetta la navigazione di transito attraverso le “Porte Vinciane”. AZIONI PER IL CONSEGUIMENTO DEL RISPARMIO IDRICO (Titolo VI) Azioni per il settore agricolo (Direttiva 5) • Utilizzo di tecniche irrigue che a parità di tipologie colturali comportino una maggiore efficienza in termini di risparmio idrico; • Utilizzo di tecniche di aridocoltura; • Utilizzo di colture meno idroesigenti. Azioni per il settore civile, industriale, commerciale (Direttiva 5) Indicazioni per le AATO: Dare prioritariamente esecuzione a idonei interventi sulle reti finalizzate a conseguire risparmio della risorsa idrica; • Valutare l’opportunità dell’applicazione di canoni differenziati che incentivino l’efficienza dell’uso. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 51 Indicazioni per gli enti Locali: • Prevedere per le urbanizzazioni primarie e secondarie l’applicazione di misure di risparmio idrico; • Prevedere l’installazione di rubinetti frangigetto e WC a scarico differenziato; • Prevedere per nuove espansioni e ristrutturazioni urbanistiche reti duali di adduzione; • Prevedere adozioni di soluzioni di risparmio, riuso e riciclo delle risorse; • Prevedere sistemi di intercettazione delle acque meteoriche. art. 21 c.4) Utilizzi dei risparmi conseguiti • Le quantità di risparmio idrico conseguite e quantizzate al seguito dell’avvenuta esecuzione degli interventi per la riduzione del consumo idrico nel settore CIVILE-INDUSTRIALE-COMMERCIALE possono essere utilizzate per nuove richieste di fornitura idrica non soddisfacibili dagli approvvigionamenti dei pubblici acquedotti consentiti dal Piano. Art. 38 bis c1) Disposizioni relative alle trasformazioni del territorio • sono soggetti alle norme di salvaguardia tutti gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia (..) che, utilizzando risorse idriche provenienti dal bacino stesso, determinano un incremento del deficit idrico di ui al presente Piano; Recepimento del Piano negli strumenti di pianificazione (Titolo VII) Piani Strutturali, Regolamenti urbanistici, Piani di Gestione del Parco regionale: L’adozione di tali strumenti relativi al territorio del bacino idrogeologico del Lago di Massaciuccoli e ai territori a essi esterni ma che utilizzano risorse idriche da esso provenienti, ovvero l’adozione e/o l’approvazione di varianti agli stessi, è subordinata alla quantificazione del nuovo fabbisogno idrico (civile, turistico, agricolo, produttivo, commerciale) e alla verifica della disponibilità della risorsa acqua, senza che sia arrecato ulteriore pregiudizio al deficit idrico. A tale scopo, le valutazioni degli effetti ambientali di detti piani devono contenere la verifica del nuovo fabbisogno idrico da assumere come elemento di criticità ambientale e l’individuazione degli interventi di compensazione e mitigazione necessari a ridurre il deficit idrico. Tali S. U. devono altresì contenere direttive, finalizzate alla riduzione del deficit, per la formazione degli ulteriori atti di governo del territorio. L’adozione è subordinata al parere favorevole dell’autorità di Bacino. 3.A-3-1.b- Gli interventi previsti sulla rete acquedottistica Il 28 gennaio 2006 è stato siglato l’“Accordo di programma integrativo per il completamento della tutela delle risorse idriche del lago di Massaciuccoli” tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Regione Toscana, Autorità di Bacino del Fiume Serchio, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Provincia di Lucca, Provincia di Pisa, Consorzio di Bonifica Versilia – Massaciuccoli, Comune di Massarosa, Comune di Viareggio, Comune di Vecchiano. Con questo accordo sono state individuate le azioni e gli interventi necessari a perseguire le finalità individuate e sono stati quantificati i relativi fabbisogni finanziari. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 52 Questi sono gli interventi previsti, gli Enti attuatori e i fondi messi a disposizione: Intervento Fondi € Ente attuatore Progetto preliminare “derivazione dal Fiume Serchio per addurre acque al Lago di Massaciuccoli” Progetto esecutivo e realizzazione “derivazione dal Fiume Serchio per addurre acque al Lago di Massaciuccoli” Completamento della bonifica delle Carbonaie nel bacino di Massaciuccoli Autorità di Bacino Fiume Serchio MATT del Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli RT 110.000,00 17.890.000,00 Comune di Viareggio 2,5 milioni Le modalità di erogazione del finanziamento sono state approvate con il Decreto RT n° 5624 del 14-11-2008. Il Piano Strutturale per gli interventi di pianificazione nel settore acquedotto, fognatura e depurazione a fini idropotabili deve rimandare alla programmazione prevista dal piano d’Ambito vigente (vd comunicazioni A.A.T.O. n° 1 Toscana Nord in data 26-03-2008 a seguito dell’avvio del procedimento della variante al PS). Per poter coprire le previsioni di sviluppo stabilite dal PS, il gestore del servizio idrico integrato aveva individuato una serie di interventi volti a migliorare la rete acquedottistica: - creare nuove fonti di approvvigionamento diffuse sul territorio in maniera di realizzare un’alimentazione distribuita che renda idonea la rete esistente - alimentare la rete da serbatoi che accumulino la risorsa nelle ore notturne per renderla disponibile nelle ore di domanda di punta e che rendano più regolare il flusso nella rete - diluire con le nuove fonti l’acqua di Villa Spinola - creare delle fonti idriche in quota per eliminare o limitare i pompaggi - incrementare la produzione dei pozzi La Chiazza per rialimentare il serbatoio Marcaccio che servirà a gravità Stiava tramite la condotta di Viareggio - riabilitare e riequipaggiare i campi pozzi Piano di Mommio e Callagrande per alimentare in maniera indipendente Corsanico e Mommio Castello - realizzare un pozzo in Loc. Alla Presa per servire Pitoro, Pieve a Elici, Spezi e le altre piccole frazioni di collina. Quando e se la produttività sarà sufficiente saranno alimentati anche Gualdo e Monticiano - realizzazione di un pozzo in Loc. Renipoli per servire Valpromaro - ridurre le perdite della rete sostituendo i tubi della rete delle varie U.T.O.E. previste (ribadito nel parere espresso per il RU) in accordo con il gestore del S.I.I. e a onere della Amministrazione Comunale. Nel parere espresso in merito alla sostenibilità delle azioni del RU rispetto alla necessità di tutela quantitativa della risorsa idrica, GAIA S.p.A. ha proposto ad AATO1 nel POT 2008-2010 una serie di investimenti che potrebbero risolvere nel corso dei prossimi anni le abituali situazioni di carenza e scarsa pressione del periodo estivo e autunnale. Viene inoltre richiesto il rispetto di tutte le norme previste nel regolamento urbanistico e nelle relative norme tecniche di attuazione per il risparmio della risorsa idrica e vengono fornite ulteriori prescrizioni da inserire nei progetti definitivi sia per quanto competenza Comunale sia per quanto di competenza dei Privati, anche ai fini del rilascio delle necessarie concessioni edilizie Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 53 Aree a sviluppo artigianale/industriale - Le reti antincendio dovranno essere alimentate con sistemi alternativi, quindi saranno da prevedere idonei accumuli alimentati con acque di pioggia e/o con scarichi di acque grigie opportunamente trattati a piè di fabbrica o per comparto. Nel regolamento Urbanistico e nel verbale della conferenza del 12/10/2007 sopra menzionata, tale indicazione è presente per la sola area di Montramito a mezzo della realizzazione di idoneo acquedotto industriale - Lo stesso dicasi per tutte le reti di irrigazione, lavaggio piazzali, alimentazione sistemi di condizionamento che dovranno essere alimentate con fonti alternative come sopra (da estendere anche alle altre aree a sviluppo artigianale/industriale). - Tutte le utenze del pubblico acquedotto saranno concesse a condizione che vengano creati a valle dei singoli contatori di utenza idonei sistemi di accumulo e pompaggo. Le utenze saranno dotate di limitatori di flusso (almeno fino alla messa in servizio del futuro serbatoio di accumulo del Comune di Massarosa) - In particolare per le aree di Montramito e Bocchette ribadiamo la necessità di realizzazione di una rete duale all’interno dei comparti e anche dei singoli lotti che possa alimentare tutti gli usi non strettamente idropotabili da alimentare con acque di riuso e/o piovane. Quanto sopra anche se in previsione reti agroindustriali future. Edilizia privata e residenziale - Per i motivi di cui sopra, si dovranno prevedere anche per l’edilizia residenziale idonei sistemi di accumulo e pompaggio a valle dei singoli contatori di utenza che in ogni caso verranno dotati di limitazione (almeno fino alla messa in servizio del futuro serbatoio di accumulo del Comune di Massarosa) - Tutti gli usi diversi da quelli igienici e idropotabili non sono consentiti per cui non potranno essere fornite utenze per usi diversi. - Quanto sopra ad integrazione di quanto previsto nelle NTA del Regolamento urbanistico (art. 45 – Contenimento dei Consumi Idrici) Nel RU è prevista la realizzazione della rete acquedotto industriale che dovrà servire le utenze della zona produttiva di Montramito (Obiettivo 6) caratterizzata dalla presenza di attività con consumi idrici significativi e compatibili con il riutilizzo delle acque reflue trattate: rete che consentirà un risparmio di acqua potabile pari al 40% degli attuali consumi. E’prevista la regimazione del flusso in uscita di alcune fonti site nel territorio comunale direttamente collegate all’acquedotto, in modo da ridurre la quantità di acqua in uscita e assicurare i rimanenti litri-giorno alla rete idrica. Il Piano Operativo Triennale (P.O.T.) 2008-2010 dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (redatto dall’Ente Gestore del Servizio Idrico Integrato GAIA S.p.A. e adottato dal CdA dell’AATO con Deliberazione n° 37 del 10/06/2008) prevede i seguenti obiettivi generali per tutti i comuni rientranti nelle competenze territoriali: Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 54 2008 2009 2010 Totale Grado di Priorità 1-3 Priorità 1-6 10.000 10.000 30.000 3 1 10.000 10.000 10.000 30.000 MG MG MG MG MG MG MG 1 1 1 1 1 1 1 300.000 500.000 600.000 100.000 35.000 40.000 60.000 300.000 500.000 50.000 50.000 20.000 30.000 60.000 300.000 580.000 50.000 20.000 30.000 48.000 900.000 1.580.000 700.000 150.000 75.000 100.000 168.000 MG 1 400.000 400.000 400.000 Installazione di misuratori di portata sorgenti pozzi e NO 4 1 serbatoi 1 Equipaggiamento Pozzi Case Rosse NO 4 1 60.000 Perforazione 2 pozzi in loc. Acqua Chiara e in loc. Colle 1 NO 4 1 100.000 con completamento impiantistica Captazione sorgente laghetto Montramito e collegamento 1 NO 1 110.000 tubazione pedemontana Captazione sorgente Pollone e collegamento alla rete in 1 NO 4 1 80.000 loc. Bozzano 3 Adduttrice da pozzo in loc. Colle a rete di Bozzano NO 4 1 230.000 Adduttrice da pozzi Case Rosse al collegamento con la 3 NO 4 1 900.000 tubazione pedemontana Realizzazione di nuovo serbatoio di compenso a servizio della sorgente di Villa Spinola e della futura alimentazione 4 NO 4 1 200.000 600.000 dai pozzi di Case Rosse mc 2000 compresa la centrale con pompe di rilancio dalla vasca di raccolta della sorgente Zona industriale di Montramito- realizzazione rete 6 distribuzione in concomitanza delle realizzazione della rete NO 6 1 362.000 fognaria Rifacimento di condotte e relativi allacci utenza per 7 MS 1 1 80.000 eliminazione torbidità 7 Ricerca perdite MS 4 1 6000 14.000 Cabina ENEL Stiava: lavori di adeguamento normativo e 9 MS 2 1 30.000 miglioramento Cabine ENEL Piano di Mommmio: lavori di adeguamento 9 MS 2 1 36.000 normativo e miglioramento Completamento della fognatura nera lotto 1: frazioni di 10 NO 6 1 1.000.000 1.1219.000 Montramito e Piano del Quercione Completamento della fognatura nera lotto 2: frazioni di 10 NO 6 1 1.000.000 2.000.000 Montigiano, Pieve a Elici, Massarosa, Quiesa e Bozzano 11 Monitoraggio e video ispezione sulle fognature esistenti MS 5 1 125.000 Impianto di Massarosa, realizzazione sistema terziario e di 13 NO 3 1 675.000 affina mento 14 Realizzazione telecontrollo sulla rete fognaria NO 6 1 365.000 Adeguamento D.Lgs 626/96 di n° 15 stazioni di 16 MS 2 1 52.000 sollevamento Massarosa Totale 3.124.000 6.640.000 Fonte POT 2008-2010 adottato dal CdA dell’AATO con deliberazione n° 37 del 10/06/2008 1 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Totale Anno 10 Denominazione 10.000 Anno 09 Obiettivi 6 1 Anno 08 15 6 Grado di priorità 1-3 15 15 15 15 15 15 15 Priorità 1-6 13 Interventi relativi alle reti di fognatura da realizzare con proventi da fondo vincolato AATO ai sensi dell’art. 155,c.1 D.Lgs 152/2006 Interventi relativi agli impianti di depurazione da realizzare con proventi da fondo vincolato AATO ai sensi dell’art. 155, c.1 D.Lgs n°152/06 Rilevazione reti acquedotto e fognatura Rilevazione utenze fognarie civili e industriali Progetto di comunicazione e informazione Adeguamento nuova articolazione tariffaria Acquisizione strumenti informatici: hardware Acquisizione strumenti informatici: software Realizzazione del laboratorio unico aziendale *** Oneri per acquisizione finanziamento per la realizzazione del Piano degli Investimenti (€ 2.000.000 su 5 anni)*** Realizzazione punti di approvvigionamento pubblico acqua “di qualità” NO/MS Obiettivi 10 Denominazione 120.000 120.000 1.414.000 2.214.000 362.000 150.000 230.000 15.000 35.000 30.000 36.000 2.219.000 3.000.000 125.000 675.000 365.000 52.000 1.699.000 9.463.000 Marzo 2009 55 In sede di Conferenza dei Servizi del 12-09-2008 tra i Comuni di Massarosa e di Viareggio e l’ente gestore del servizio idrico integrato G.A.I.A. S.p.A. è stato istituito il Gruppo di Lavoro “Monitoraggio Risorsa Acqua,”al fine di verificare periodicamente i risultati ottenuti in tema di risparmio idrico e di monitoraggio delle nuove utenze alle reti idriche . Nella stessa occasione è stato sottoscritto un documento in cui si conviene e si stipula che “l’Ente gestore e i Comuni attestano che gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia che utilizzano risorse provenienti dal bacino, fino al raggiungimento del valore previsto nelle Norme all’art. 21 (Allegato B), rientrano nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento e non determinano incremento del deficit idrico, così come definito dal presente Piano Stralcio- Bilancio Idrico”. Il RU presta una particolare attenzione alla qualità ecosistemica degli edifici con specifico riferimento al contenimento dei consumi idrici e il risparmio delle risorse non rinnovabili. L’articolato delle norme tecniche di attuazione allegate al RU prevedono norme e indirizzi di tipo prescrittivo per favorire interventi di elevata qualità ed ecoefficienza. Le norme inoltre premiano gli interventi virtuosi in termini di risparmio di risorsa idrica attraverso bonus volumetrici e incentivi al privato e alle imprese. Tali norme, ancorché adottate, sono immediatamente operative e sono applicate agli interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione e ampliamenti. Nello stesso documento si precisa che l’Ente Gestore del Sistema Idrico Integrato e il Comune di Massarosa attestano che il fabbisogno idrico stimato nelle previsioni del RU adottato (con Del C.C. n° 17 del 21-03-2007), per tutto il territorio comunale, in circa 1.050.000 mc annui, rientra, con riferimento alla utilizzazione della risorsa idrica prelevata all’interno del bacino idrogeologico del Lago di Massaciuccoli, nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento, come definito all’art. 321 c. 3 delle Norme di Piano (allegato B) e non determinano incremento del deficit idrico così come definito dal Piano di Bacino e dalla relativa Relazione. Inoltre: ¾ Nel corso dell’anno scolastico 2007/2008 è stata eseguita una campagna di educazione e sensibilizzazione al risparmio idrico in tutte le scuole presenti sul territorio comunale. ¾ Di concerto con ENEL nel 2006 è stata eseguita una campagna di distribuzione di alcune centinaia di riduttori di portata da applicare agli erogatori delle docce di abitazioni private, capaci di produrre, come meglio specificato dalle schede tecniche, un risparmio fino al 60% di acqua per ogni utenza, riducendo il flusso da 15 l/min a 8-10 l/min. ¾ E’ in corso una campagna di sensibilizzazione della popolazione e monitoraggio chimico e batteriologico sulle principali sorgenti ad uso pubblico . ¾ Alcune Ordinanze del sindaco vietano l’utilizzo delle acque per uso irriguo durante il periodo estivo o il loro prelievo indiscriminato (è stato posto un limite massimo di 15 l) presso le sorgenti pubbliche. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 56 Indicazioni generali Vd Relazione tecnica Studio associato Nolledi Nell’ottica di recepire nella Variante di Piano Strutturale quanto indicato dal Piano di Bacino e considerando anche il parere espresso dall’Autorità di Bacino in merito al Regolamento Urbanistico recentemente approvato dove si sosteneva che “si dovranno quantificare i nuovi fabbisogni idrici per ogni uso e dimostrare, tramite la preventiva realizzazione di adeguate “azioni di risposta”, che il loro soddisfacimento sia ottenibile senza pregiudizio ulteriore del deficit idrico accertato dal presente Piano stralcio”, si espongono di seguito quelle che, a nostro avviso, sono da considerarsi azioni prioritarie per il conseguimento di detto risultato. Si ricorda che le norme del progetto di Piano di Bacino “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli” sopra riportate sono immediatamente vincolanti in qualità di misure di salvaguardia ed hanno durata di tre anni o fino alla approvazione del Piano stesso, che si ricorda viene prima adottato in Comitato Istituzionale e poi approvato in via definitiva dal Consiglio della Regione Toscana. Tali misure di salvaguardia, sovra-ordinate ai piani comunali, prevedono, in particolare all’art. 21 che “nuovi allacciamenti idrici al pubblico acquedotto sono consentiti solo se rientrano nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento, e cioè senza conseguire aumenti delle risorse naturali immesse nella rete idrica …. Il rilascio del permesso di costruire o l’attestazione di conformità delle opere edilizie sono subordinate all’attestazione da parte del gestore del servizio idrico competente del rispetto della prescrizione di cui al primo periodo del presente comma. … Eventuali incrementi di fornitura idrica ….. sono consentiti esclusivamente a condizione che l’Ente gestore del servizio idrico integrato certifichi che il maggiore approvvigionamento richiesto è soddisfatto a valere su effettivi risparmi idrici..”. Alcune possibili azioni da intraprendere nel settore idropotabile, sia dalle nuove utenze che da quelle esistenti, per conseguire il risparmio idrico, sono le seguenti: ¾ Istallazione sulle utenze nuove ed esistenti di un kit frangigetto – riduttore di flusso. Con un costo di circa 10 euro a kit si può conseguire un risparmio di circa il 10% pro-capite dei consumi domestici. Sperimentazioni eseguite in altri comuni hanno evidenziato che, oltre a questo risultato è possibile ottenere anche un risparmio considerevole sui consumi di energia elettrica consumata per i sollevamenti dai serbatoi. Istallazione per tutte le nuove utenze ed anche per le esistenti di cassette di scarico dotate di doppio tasto, o di regolatore di flusso, che eroga quantità di acqua diverse a secondo del bisogno. Con l’adozione di questo accorgimento si può conseguire un ulteriore risparmio di circa il 10% pro-capite dei consumi domestici. ¾ ¾ Campagna di sensibilizzazione per i cittadini sul risparmio idrico Questa operazione, incentrata sulla sensibilizzazione e al coinvolgimento diretto dei cittadini in merito a tale problematica, sarebbe interamente a carico dell’Amm.ne Comunale e da ripetersi periodicamente. I risparmi sono stimati tra il 5 e il 10% sull’esistente. ¾ Istallazione di sistemi di raccolta delle acque meteoriche Utilizzando idonee opere di raccolta delle acque piovane disposte sui tetti, nei giardini, serre o capannoni industriali, sarebbe possibile recuperare tali acque e riutilizzarle per usi compatibili con la loro qualità, ad esempio ad uso di piccola irrigazione, serbatoi antincendio, processi industriali etc… Questa operazione, interamente a carico dei privati, non consente allo stato attuale una previsione sui risultati attesi ma, se adottata in maniera sistematica sul territorio comunale, consentirebbe percentuali di recupero significative. ¾ Reti duali di adduzione L’esecuzioni di reti funzionali all'utilizzo di acque meno pregiate per usi compatibili con la loro qualità consentirebbe un ulteriore risparmio, anch’esso tutto da valutare in funzione della reale esecuzione di tali opere. ¾ Utilizzo dell’acqua dei depuratori Per il lavaggio delle strade o l’irrigazione dei giardini pubblici potrebbe essere utilizzata l’acqua reflua dei depuratori comunali. Il risparmio idrico conseguibile è da stimare. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 57 ¾ Interventi sulla rete di adduzione Attraverso interventi prima di identificazione delle perdite e successivamente di sostituzione e/o parziali riparazioni nella rete stessa si possono ottenere notevoli recuperi. Tali interventi possono essere condotti dal comune o deliberati a livello di ATO, su proposta del comune, e quindi realizzati dal gestore delle acque. ¾ Azioni attraverso la tariffa Attraverso un adeguamento della tariffa che penalizzi i consumi eccessivi in rapporto al numero effettivo dei componenti dei nuclei familiari. Tali interventi possono essere esclusivamente deliberati a livello di ATO. ¾ Azioni di controllo del territorio Attraverso un controllo delle diverse utenze a tappeto sul territorio è possibile reprimere i prelievi non autorizzati e abusivi in particolare durante i periodi estivi e di crisi idrica a seguito di ordinanze del sindaco. 3.A.3.2-Tutela qualitativa della risorsa acqua 3.A.3.2. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative La tutela delle acque dall’inquinamento è normata dal D.Lgs 152/06 (sez seconda). L’utilizzazione agronomica delle acque reflue agroalimentari così costituite a) dagli effluenti di allevamento b) dalle acque di vegetazione ai sensi dell’art. 12, c.1 lett. B) e c.4 della L.R.; c) dalle acque reflue provenienti dalle piccole aziende agroalimentari come individuato dal DM emanato ai sensi dell’art. 12, c.2 del D.Lgs a fini fertirrigui per il recupero delle sostanze nutritive e ammendanti, è normata dall’art. 112 del D.Lgs 152/06 e, a livello regionale, dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale 08/09/2008 n° 46/R. Devono essere tutelate le acque superficiali, le acque sotterranee e il suolo. La scelta delle tecniche di distribuzione deve tenere conto delle caratteristiche idrogeologiche, geomorfologiche e pedologiche del sito, delle condizioni del suolo, del tipo di effluente, delle colture praticate e della loro fase vegetativa. La tecnica prescelta deve comunque assicurare: a) il contenimento della formazione e diffusione, per deriva, di aerosol verso aree non interessate da attività agricola; b) fatti salvi i casi di distribuzione in copertura, l’effettiva incorporazione nel suolo dei liquami e loro assimilati simultaneamente allo spandimento ovvero entro un periodo di tempo successivo idoneo a ridurre le perdite di ammoniaca, per volatilizzazione, il rischio di ruscellamento, la lisciviazione e la formazione di odori sgradevoli; c) l’elevata utilizzazione degli elementi nutritivi; d) l’uniformità di applicazione dell’effluente; e) la prevenzione della percolazione dei nutrienti nei corpi idrici sotterranei. Per quanto riguarda le acque meteoriche dilavanti (AMD) che, in presenza di superfici impermeabili o impermeabilizzanti, possano determinare un rischio oggettivo di trascinamento di sostanze inquinanti, si fa riferimento alle disposizioni dell’art. 113 del D.Lgs 152/06 e del Decreto del Presidente della Giunta Regionale 08/09/2008 n° 46/R. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 58 Gli obiettivi di qualità in merito alle acque destinate alla vita dei pesci del Lago di Massaciuccoli (Artt. 79 e 85 del D.Lgs 152/06), come evidenziato nel Piano di Tutela delle Acque- Vol II Bacino del Fiume Serchio, sono costituiti essenzialmente da: a) mantenimento della conformità per i tratti che la raggiungono; b) ripristino della conformità per i tratti individuati come non idonei; c) progressiva estensione dei tratti designati a tutti i corpi idrici significativi o di rilievo ambientale di ogni bacino Relativamente all’obiettivo di cui alla lettera a) si dovranno attuare provvedimenti di controllo degli scarichi di acque reflue attualmente presenti ed evitare l’aumento della pressione da essi esercitata su un ambiente che già ha raggiunto un buon livello di qualità. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla presenza di sostanze ittiotossiche sia in fase acuta che cronica. Tale azione di sorveglianza e gestione dovrà riferirsi anche alle derivazioni delle acque dai fiumi in modo da garantire gli attuali o maggiori livelli di deflusso minimo fluviale la cui diminuzione avrebbe sicuramente riflessi sulla qualità delle acque. Le 2 azioni sopra indicate potranno trovare utile avvallo e strumento nelle disposizioni previste dal D.Lgs 152/00 agli artt. 45 Comma 8 e 9 relativamente al controllo degli scarichi e all’art. 10 c. 5 per la gestione delle emergenze e delle derivazioni delle acque dai fiumi. Per quanto riguarda l’obiettivo di cui alla lettera b) gli interventi di ripristino, fatte salve situazioni specifiche e locali, rientrano nell’alveo di quelli generali previsti per il raggiungimento dello stato di qualità ambientale dal Piano di Tutela delle Acque. Relativamente all’estensione delle designazioni, la Regione Toscana sta procedendo gradualmente sulla base dei risultati di monitoraggio delle acque. Per la delimitazione delle aree di salvaguardia delle fonti di approvvigionamento idropotabile si fa riferimento all’art. 94 del D.Lgs. n. 152/06. Tale decreto suddivide l’area di salvaguardia in tre zone a diverso livello di attenzione: • Zona di tutela assoluta. La zona di tutela assoluta consiste nella porzione di territorio intorno all’opera di captazione che deve essere adibita esclusivamente alle opere e infrastrutture di servizio della sorgente. Il criterio di delimitazione, come indicato anche dal D. Lgs. 152/06, è di tipo geometrico e consiste in un’area circolare di 10 m di raggio a partire dal punto di captazione. Tale area non è stata riportata in cartografia in quanto non risolvibile graficamente alla scala 1: 10.000 • Zona di rispetto. Per quanto riguarda la zona di rispetto, il D. Lgs. n. 152/06, all’art. 94, comma 6, stabilisce che “in assenza dell’individuazione, da parte della Regione, della zona di rispetto ai sensi del comma 1, la medesima ha un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione”. Il Comune deve indicare tale fascia di rispetto sugli elaborati del PS, indicando anche le attività vietate nell’area di rispetto. • Zona di protezione. La zona di protezione, corrispondente all’area di ricarica della falda idrica sotterranea, coincide con la delimitazione del bacino idrogeologico di ciascuna sorgente ed è ovviamente comprensiva della zona di rispetto e della zona di tutela assoluta. Tale zona – in assenza delle necessarie indicazioni della Regione sui criteri identificativi - non è stata riportata in cartografia. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 59 3.A-3-2.b- Gli interventi previsti per attuare la tutela della risorsa acqua Relativamente alla fognatura, per quanto previsto in realizzazione da parte della Amministrazione Comunale si riportano le seguenti precisazioni sulle prescrizioni a suo tempo fornite - Le linee di fognatura dovranno essere realizzate con tubazioni tipo SN8 - I pozzetti di linea dovranno essere di dimensioni interne 100x100, con chiusini carrabili D400 completi di guarnizioni in gomma - I pozzetti utente dovranno essere progettati e realizzati secondo ns. schemi e comunque al limite della proprietà pubblica. Sono vietati allacci con braga. - Gli eventuali pozzi di sollevamento dovranno essere progettati secondo le prescrizioni del gestore, per opere civili, idrauliche, elettriche ed elettromeccaniche. In particolare si richiede di aggiornare i disegni dei sollevamenti di nuova realizzazione predisponendo un pozzetto di precamera delle dimensioni interne di almeno 2 mt e di profondità pari al pozzo ed aggiungendo un chiusino di ispezione supplementare di luce libera 50x50 in posizione decentrata rispetto all’immissione della precamera. Per quanto riguarda la depurazione è prevista la dismissione dei depuratori di Piano di Mommio e di Panicale e il collettamento delle acque reflue nel depuratore di Lido di Camaiore, soggetto ad ampliamento e implementazione dell’efficacia depurativa (obiettivo 13). La relazione a firma del Dott. Geol. Gerardo Nolledi a supporto del Piano Strutturale del 2001 affermava che “qualunque opera che favorisce l’immissione di acque dolci non inquinate e la riduzione o la eliminazione delle acque marine, nelle loro periodiche invasioni tramite il canale Burlamacca e gli altri corsi d’acqua a esso collegati, è ritenuta favorevole”. In particolare si raccomandava di eseguire le seguenti opere: a) costruzione di arginature e consolidamento delle esistenti; b) risistemazione delle Porte Vinciane o loro sostituzione con un sistema connesso a sensori, in modo da garantire comunque la chiusura degli scambi mare-lago nel periodo estivo; c) depurazione di tutti gli effluenti civili e industriali che si immettono nel sistema; d) limitazione e regimazione dei pompaggi dalla falda pedecollinare e monitoraggio del relativo sistema acquifero sia dal punto di vista piezometrico, sia della qualità delle acque e) limitazione, al minimo indispensabile e comunque entro l’equilibrio della ricarica naturale, dei pompaggi dalla falda lentiforme della zona dunare (al confine con Viareggio), che costituisce la barriera all'ingressione salina sotterranea; f) regimazione delle idrovore in funzione degli scambi idrici tra bonifica e lago, ad evitare gradienti idraulici eccessivi con conseguente richiamo di acqua salmastra dai canali. Ci sembra giusto e doveroso rimarcare come molte di queste opere e indicazioni siano finalmente state oggi recepite dagli enti competenti e siano in fase di progettazione o di realizzazione. Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 60 Sempre nella relazione geologica a supporto del Piano Strutturale del 2001, per quanto riguarda le risorse idriche dell’arco collinare, si precisava che la salvaguardia consisteva nel preservarle dagli eventuali inquinamenti. Il problema è indubbiamente complesso, specialmente per quanto riguarda i bacini delle sorgenti principali, che traggono alimentazione da aree assai estese e poste al di fuori dei confini comunali. D’altra parte, proprio per la consistenza dei circuiti sotterranei e i conseguenti notevoli tempi di permanenza delle acque nel sottosuolo, sussistono i presupposti per una sufficiente autodepurazione nei confronti dei normali inquinanti organici provenienti dall’attività umana in senso lato. Più deboli sono le difese contro eventuali inquinanti chimici, che dovranno in tutti i modi essere evitati, controllando - anche nei territori dei Comuni limitrofi - l’insorgenza di attività industriali a rischio che possano interessare i bacini idrogeologici principali. A. 4- RISORSA ACQUA: INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI o Qualità delle acque dolci superficiali o Qualità delle acque dolci sotterranee o Qualità delle acque destinate alla vita dei pesci o Qualità delle acque destinate al consumo umano. o Fabbisogni idrici o Livello di prelievo delle acque dai corpi idrici (m3/anno di prelievo per uso acquedotti stico, industriale e agricolo) o Prelievi e Consumi idrici da acquedotto a scopo civile. Dotazioni idriche o Prelievi e Consumi idrici da acquedotto a scopo industriale o Capacità di depurazione (bilancio tra carico inquinante totale e capacità depurativa effettiva) o Copertura del servizio idrico e fognario (% popolazione servita da acquedotto e da fognatura) o Risparmio idrico e riutilizzo acque reflue (n° di impianti pubblici di depurazione con riutilizzo di acque reflue e mc/anno riutilizzati) o Percentuale di acque reflue depurate e non depurate Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 61 3.B- La risorsa aria 3.B.1- INDICATORI DI STATO 3.B.1.1- La qualità dell’aria 3.B.1.1.a- Riferimenti normativi La prima normativa relativa alla riduzione dell'inquinamento atmosferico risale al 1966 (n° 615), definita generalmente "legge antismog", che stabiliva competenze eccessivamente frammentate e disponeva la creazione di organi non in grado di funzionare correttamente. La prima disposizione normativa organica ed efficace in materia di inquinamento atmosferico risulta essere il D.P.R. n°203/1988, redatto secondo le linee guida che derivano da tre direttive della Comunità economica europea sulla protezione della qualità dell'aria e sui grandi impianti industriali (Direttive n. 80/779, n. 82/884, n. 85/203). II D.P.R. 203/1988 si applicava dunque agli impianti industriali di produzione di beni o servizi, ivi compresi gli impianti di imprese artigiane nonché agli impianti di pubblica utilità quali quelli che producono energia elettrica o provvedono all'incenerimento di rifiuti. La disciplina prevede la fissazione di valori limite e valori guida di qualità dell'aria con la conseguente imposizione di precise limitazioni a ogni emissione e, in secondo luogo, prevede la necessità di autorizzazione per vecchi e nuovi impianti. Con la legge n. 308/2004 "Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione", il Parlamento ha delegato il Governo a emanare i testi unici relativi alle varie materie ambientali. Per quanto riguarda la normativa in materia di tutela dell'aria, con la legge delega ci si proponeva di ridurre le emissioni in atmosfera attraverso la revisione della disciplina per le emissioni di gas inquinanti in atmosfera. l'integrazione della disciplina relativa alle emissioni provenienti dagli impianti di riscaldamento per uso civile, l'incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, il controllo delle emissioni derivanti dalle attività agricole e zootecniche, l'adozione di strumenti economici e la promozione dell'informazione ai consumatori. Il Parlamento si è occupato anche dell'inquinamento relativo ai gas di scarico dei veicoli, sancendo espressamente che il Governo avrebbe dovuto adottare gli "strumenti economici volti ad incentivare l'uso dei veicoli, combustibili e carburanti che possono contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni e al miglioramento della qualità dell'aria". Il Governo, invece di emanare vari testi unici nelle varie materie ambientali, ha riunito tutta la normativa indicata dalla legge delega in un unico provvedimento, il decreto legislativo 152/06 "Norme in materia ambientale” di cui la Parte Quinta riguarda specificamente le "Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera". Alcune tematiche, quali l'emissione trading, l'incenerimento dei rifiuti, la qualità dell'aria, i tetti nazionali di emissione sono regolati comunque da discipline autonome e quindi esterne al decreto. Successivamente all'emanazione del testo unico in materia ambientale (DLgs 152/06), è stato approvato il D.M. del 16 ottobre 2006 relativo a un programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni di materiale particolato in atmosfera nei centri urbani. Per tali finalità il programma promuove interventi e progetti finalizzati all'attuazione, al monitoraggio, alla valutazione, all'aggiornamento e alla comunicazione delle politiche di gestione della qualità dell'aria e all'informazione e alla sensibilizzazione del pubblico. Attraverso tale decreto, possono essere finanziati gli interventi previsti nei piani e programmi di risanamento della qualità dell'aria, gli 62 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 interventi che comportino la riduzione contemporanea delle emissioni inquinanti, gli interventi finalizzati alla diffusione di informazioni circa i risultati conseguiti mediante l'attuazione dei piani di risanamento della qualità dell'aria e gli interventi basati su campagne di comunicazione, informazione e sensibilizzazione destinate al pubblico. Tali interventi devono naturalmente essere coerenti con le finalità delle normative nazionali e comunitarie in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria. Tale decreto, inoltre, prevede lo sviluppo e la sperimentazione di metodi e strumenti strategici per la valutazione e la gestione della qualità dell'aria, volti ad individuare gli impatti dei diversi settori (quali trasporti, produzione industriale, produzione civile) e garantire una maggiore integrazione della tutela di questa risorsa nei programmi e nelle politiche relative a tali settori. Il decreto si pone anche l'obiettivo di migliorare la base delle conoscenze nazionali e locali ai fini della formulazione, dell'attuazione, della valutazione dei monitoraggio delle politiche di risanamento della qualità dell'aria. Infine, tale decreto promuove il miglioramento della capacità di gestione e di programmazione in materia di tutela dell'aria attraverso la realizzazione di sistemi informatizzati per la raccolta e l'accesso di dati e informazioni a livello nazionale ed anche attraverso la definizione di programmi di formazione. Per raggiungere tale scopo il decreto prevede l'organizzazione di apposite azioni, campagne di comunicazione, workshop e convegni sulle attività svolte in tema di politiche per la tutela della qualità dell'aria. Con Del. C.R.T. n° 44 del 25/06/2008, la Regione Toscana ha approvato il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria (PRRM) 2008-2010, come previsto dal macrobbiettivo C1 “Ridurre la percentuale di popolazione esposta a inquinamento atmosferico” del PRAA (Piano Regionale di Azione Ambientale) 2007-2010 e dal D.Lgs 351/99 (e successivi D.M. Ambiente n° 60/2002 e D.M. Ambiente n° 261/2002). Il Piano individua interventi di tipo A, immediatamente attuabili ed efficaci con l’approvazione del piano stesso e interventi di tipo B, per i quali vengono individuati gli indirizzi e che necessitano di ulteriori atti per darne attuazione da parte della Giunta Regionale. Questa è la definizione data dall’art. 268 c.1 lett. a) del DLgs 152/06 per INQUINAMENTO ATMOSFERICO: ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente CARATTERIZZAZIONE DEGLI INQUINANTI Gli inquinanti atmosferici si suddividono in: a) PRIMARI, cioè emessi tali quali dalle fonti primarie di inquinamento; a seconda della quantità e dimensioni sono ulteriormente suddivisi in macro e microinquinanti; MACRO: CO, CO2, NO, SO2, HC (idrocarburi, tra i quali BENZENE), particelle sospese; MICRO: metalli pesanti (Cr, Cd, Co, Pb, Fe, Mn, ...), composti del Cloro Fluoro e organici; • SECONDARI, cioè quelli prodotti dalla ricombinazione dei primari, in particolare quelli presenti nelle deposizioni umide e secche, come NO2, NO2-, NO3-, SO42-, Cl-, NH4+, O3 ... CO - Il Monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto d’aria; più del 70% del monossido di carbonio presente nella bassa atmosfera è prodotto da autoveicoli alimentati a benzina e a gasolio. E' tossico per l'uomo. 63 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 CO2 - Si forma nelle combustioni e nella decomposizione di sostanze organiche; provoca l'effetto serra. NOx - L'ossido d'azoto viene generato per la maggior parte da processi di combustione dei motori a combustione interna. Oltre che dai motori a scoppio gli NOx sono immessi nell’atmosfera dalle centrali termiche e dalle industrie che utilizzano combustibile; viene prodotto anche per via microbica tramite batteri nitrificanti. E' dannoso per l'uomo e per l'ambiente (smog fotochimico, piogge acide, diminuzione di ozono stratosferico). NO2 è inquinante secondario che si forma nell'aria per reazioni anche fotochimiche che coinvolgono NO e HC (anche in periodo invernale). SO2 - Proviene dalla combustione di combustibili fossili, dalle industrie metallurgiche e chimiche, dalle raffinerie; provoca danni all'uomo e all'ambiente (piogge acide). HC - (Idrocarburi) Derivano dalle combustioni incomplete nei veicoli, sono emessi da industrie chimiche, da raffinerie, dall'evaporazione di combustibili. Sono dannosi per l'uomo (alcuni sono cancarogeni), e per l'ambiente (smog fotochimico). POLVERI - Provengono da processi di combustione, da industrie meccaniche chimiche e dei materiali da costruzione; sono irritanti per l'uomo e dannose per l'ambiente (smog invernale). O3 - Si forma nelle scariche elettriche, per azione di raggi UV, nel ciclo di fotodissociazione di NO2 ed in presenza di idrocarburi e radicali OH. E' dannoso per l'uomo e per l'ambiente (smog fotochimico, piogge acide). Si può formare anche a distanza da fonti di NO e HC, ed in particolare sottovento (caratteristico dei periodi estivi). Lo stato qualitativo dell’aria viene monitorato da due punti di vista: il primo prende in esame i risultati delle campagne di biomonitoraggio a mezzo licheni epifiti realizzate periodicamente dalla Provincia di Lucca, mentre il secondo va a valutare la pressione in termini di emissioni per kmq indotta da parte delle sorgenti lineari, diffuse e puntuali1 presenti nel territorio del Comune con riferimento a CO, PM10 e NOx. Poiché i livelli di sostanze inquinanti presenti in un determinato territorio sono influenzati anche dalle condizioni meteoclimatiche che contribuiscono a creare situazioni di ristagno e di accumulo degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera, la Regione Toscana ha incaricato il La.M.MA.(Laboratorio per la Meteorologia e la Modellistica Ambientale) per uno studio sul grado di diffusività atmosferica presente nella regione. Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione, trasporto e deposizione degli inquinanti. I principali indicatori meteorologici che possono essere posti in relazione con i processi di inquinamento sono: la temperatura dell’aria: in estate le temperature elevate associate a condizioni di stagnazione della massa d’aria sono, in genere, responsabili di valori elevati delle concentrazioni di ozono, mentre in inverno le basse temperature, associate a fenomeni di inversione termica, tendono a confinare gli inquinanti in prossimità della superficie; 1 Tale classificazione delle sorgenti si basa sulla possibilità o meno di localizzarle territorialmente; in particolare: sorgenti puntuali comprendono le sorgenti puntuali (camini) da processi produttivi industriali e i sistemi di distribuzione dei carburanti; le sorgenti diffuse comprendono le sorgenti di emissioni civili da combustione, l’evaporazione di solventi ad uso non industriale, le attività naturali (in modo specifico allevamenti) e il traffico autoveicolare diffuso (non su grandi direttrici); le sorgenti lineari infine comprendono il traffico autoveicolare (su grandi direttrici, statali e provinciali) e i mezzi circolanti sulle linee fluviali e sui grandi nodi di comunicazione (porti, aeroporti). 64 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 le precipitazioni e la nebbia: influenzano la deposizione e la rimozione umida degli inquinanti; il vento (velocità e direzione): la stabilità atmosferica: è un indicatore della turbolenza atmosferica e influenza la concentrazione di un inquinante in atmosfera, la sua dispersione e la sua diluizione Lo studio “Classificazione della diffusività atmosferica nella Regione Toscana“ ha permesso di individuare le aree in cui si possono verificare con maggior frequenza condizioni critiche per la diffusione degli inquinanti ed è stata effettuata una classificazione relativa all’intero territorio regionale in base alle diverse condizioni di diffusività atmosferica. Il risultato è stata la suddivisione del territorio regionale in tre classi di diffusività atmosferica: alta, media e bassa, come evidente dalla seguente mappa. Classi di diffusività degli inquinanti atmosferici in Toscana. Tratto da “Valutazione della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio regionale”, 2000 Giunta Regionale Toscana) Il Comune di Massarosa si trova in un territorio classificato a bassa diffusività. Nella tabella seguente (tratta dal rapporto IRSE 2003) sono indicate a livello regionale le “responsabilità” di 65 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 macrosettori e/o attività per la generazione di emissioni inquinanti che contribuiscono alla determinazione dei livelli di concentrazione misurati. Macrosettore CO % COV % NH3 % NOx % PM10 % SOx % Combustione nell’industria dell’energia e trasformazione fonti energetiche 58 0 30 0 0 0 155 2 17 1 0 0 Impianti di combustione non industriali 6.896 19 1.427 10 8 2 610 7 803 47 107 19 Impianti di combustione industriale e processi con combustione 1,328 4 136 1 12 3 2.159 26 96 6 285 52 Processi produttivi 0 0 783 6 0 0 0 0 4 0 0 0 0 0 310 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5.030 37 0 0 0 0 0 0 0 0 Estrazione fossili distribuzione combustibili Uso di solventi Trasporti stradali 21.753 60 4.154 30 130 27 4.431 54 350 20 135 24 Altre sorgenti mobili 369 1 176 1 0 0 869 11 85 5 21 4 Trattamento e Smaltimento rifiuti 4 0 0 0 0 0 13 0 0 0 4 1 Agricoltura 23 0 158 1 332 69 0 0 13 1 0 0 Natura 5,858 16 1,552 11 0 0 3 0 346 20 0 0 TOT Provinciale 36.289 13.756 483 8.240 1.714 552 I dati mostrano chiaramente quali sono le priorità di intervento per la riduzione di tali fattori di pressione. Per quanto riguarda il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto il principale fattore di incidenza è il traffico stradale che incide con percentuali superiori al 50% sulla produzione totale dell’inquinante; l’agricoltura è causa delle alte concentrazioni di ammoniaca; l’industria (impianti di combustione industriale e processi con combustione) dell’emissione di SOx. Anche il PM10 è strettamente legato al traffico veicolare. Sorgenti puntuali, ossia tutte quelle sorgenti di emissione che sia possibile ed utile localizzare direttamente tramite le loro coordinate geografiche sul territorio, e per le quali è necessaria una caratterizzazione in termini di parametri utili anche per lo studio dei fenomeni di trasporto e diffusione degli inquinanti (cioè da utilizzarsi in applicazioni modellistiche). Oltre alla qualità e quantità di sostanze inquinanti emesse e le coordinate del luogo d’emissione, sono importanti anche altre informazioni su altezza del punto d’emissione, caratteristiche dinamiche dell’emissione (portata dei fumi, velocità d’efflusso, temperatura dei fumi); 1. Sorgenti di emissioni civili dovute alla combustione 2. Sorgenti puntuali da processi produttivi industriali 3. Sistema distributivo dei carburanti Sorgenti diffuse, ossia tutte quelle sorgenti non definite come puntuali o lineari e che necessitano per la stima delle emissioni di un trattamento statistico : 1. Sorgenti di emissioni civili da combustione 2. Sorgenti di emissione da evaporazione di solventi a uso non industriale 3. Attività naturali (in modo specifico allevamenti) 4. Traffico autoveicolare diffuso (su strade urbane ed extraurbane) Sorgenti lineari, tra cui: 1. Traffico autoveicolare (su grandi direttrici quali le autostrade) 2. Linee fluviali e grandi nodi di comunicazione (porti e aeroporti) 66 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.B.1.1.b- La qualità dell’aria nel Comune di Massarosa Dall’inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione in aria ambiente (I.R.S.E., 2003) si ricava la seguente figura nella quale sono evidenti le emissioni totali degli inquinanti principali (tonnellate/anno) per ciascun comune. Fig. Emissioni totali di SO, NO, CO, PM10 (t/a) Si osserva che il Comune di Massarosa presenta valori di NOx che di poco superano il livello minimo (2003). Sul sito web ARPAT- SIRA è riportato un elenco di 65 stazioni toscane per il monitoraggio della qualità dell’aria tramite licheni epifiti come bioindicatori (I.B.L. Indice di Biodiversità Lichenica), nell’ambito di un progetto nazionale promosso da APAT. Le stazioni di campionamento sono costituite da Unità di Campionamento Primarie (UCP) che sono aree aventi una superficie di 1X1 km all’interno delle quali occorre individuare alberi idonei per lo studio della 67 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 biodiversità lichenica. Una stazione è prevista anche nel Comune di Massarosa (n° 895 Coord GB X 1605947,64; Y 4853817,39 ) ma non sono stati effettuati rilevamenti. Per il Comune di Massarosa non esiste un monitoraggio in continuo dei principali parametri inquinanti e neppure dati relativi a campagne effettuate tramite laboratorio mobile. Per una descrizione di massima della qualità dell’aria presente nel Comune di Massarosa e Viareggio (LU) è necessario ricondursi ai dati delle emissioni forniti dall’I.R.S.E ed alla classificazione del territorio regionale effettuata dalla regione Toscana. E’ evidente che le considerazioni di massima che seguono non permettono di valutare in termini di concentrazioni d’ inquinanti il rispetto o meno dei limiti di legge, tuttavia consentono di fornire un quadro conoscitivo sui fattori di pressione presenti nell’area in esame per ricondurli agli effetti che possono indurre su vegetazione ed ecosistemi in particolare. L’Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione (I.R.S.E. - DGR n. 1193/00) fornisce, tra le diverse interpretazioni statistiche, le emissioni disaggregate fino al livello comunale. Le stime sono riferite all’anno 1995, e riguardano le seguenti tipologie di inquinanti: • ossidi di zolfo (SOx); • ossidi di azoto (NOx); • composti organici volatili, con l'esclusione del metano (COV); • monossido di carbonio (CO); • particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron (PM10). Sono di seguito riportati, in tabella, per ogni provincia, i contributi alle emissioni in atmosfera dei parametri inquinanti sopra considerati, suddivisi per tipologia di emissione (diffuse, puntuali e lineari); si nota che per la provincia di Lucca (LU) si registrano i seguenti contributi alle emissioni totali regionali: 9,7% CO, 9,4% COV, 10,3 NOx, 9,8 PM10 e 1,6 SOx. Di queste il contributo nettamente prevalente è associato alle sorgenti di emissione diffuse, fatta eccezione per gli ossidi di zolfo (SOx), per i quali il contributo prevalente è di origine industriale, e cioè legato a sorgenti puntuali. Nella tabella seguente è riportata, per la provincia di Lucca, una suddivisione a livello comunale delle emissioni totali (lineari, puntuali e diffuse) dei vari inquinanti considerati, e la percentuale sul totale provinciale. EMISSIONI TOTALI (TONNELLATE) – COMUNALI IN PROVINCIA DI LUCCA (LU) 68 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Dall’analisi dei dati si nota che il Comune di Massarosa e di Viareggio contribuisco sul totale provinciale con un 19.30 % per il CO, un 16.2 % per i COV, un 17.6 % per gli NOx, un 16.10% per il PM10 ed un 11.5% per gli SOx. 69 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Il D.Lgs. 351/99, attuativo della Dir 96/62/CE, all’art. 6, obbliga le Regioni all’effettuazione della valutazione della qualità dell’aria ambiente nel territorio di competenza e alla sua classificazione secondo le seguenti categorie: • Zone A: i livelli di inquinamento sono inferiori ai limiti stabiliti, non esistono rischi di superamento • Zone B: i livelli di inquinamento rischiano di superare i valori di allarme a causa di episodi acuti di inquinamento • Zone C: i livelli di inquinamento sono superiori ai limiti stabiliti ma inferiori rispetto al margine di superamento/tolleranza temporaneo • Zone D: i livelli di inquinamento sono superiori al margine di superamento temporaneo PROVINCIA DI LUCCA Altopascio Bagni di Lucca Barga Borgo a Mozzano Camaiore Capannori Careggine Castelnuovo Garfagnana Castiglione Garfagnana Coreglia Antelminelli Fabbriche di Vallico Forte dei Marmi Fosciandora Gallicano Giuncugnano Lucca Massarosa Minucciano Molazzana Montecarlo Pescaglia Piazza al Serchio Pietrasanta Pieve Fosciana Porcari S. Romano Garfagnana Seravezza Sillano Stazzema Vagli di Sotto Vergemoli Viareggio Villa Basilica Villa Collemandina CO A A A A A A A A A A A A A A A B A A A A A A A A A A A A A A A B A A NO2 A A A A A A A A A A A A A A A C A A A A A A A A A A A A A A A B A A PM10 B D D B B B B B B B B B B B B D B B B B B B B B B B B B B B B D B B SO2 A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A Pb A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A Benzene A A A A B B A A A A A A A A A C A A A A A A A A A A A A A A A C A A O3 NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC D NC NC NC NC NC NC NC NC D NC NC NC NC NC NC D NC NC Classificazione del territorio regionale sulla base della qualità dell’aria ai fini della protezione della salute umana (Tabella tratta da “Valutazione della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio regionale”, 2000 Dip.to delle Politiche Ambientali e Territoriali – Area Qualità dell’Aria e Rischi Industriali -Giunta Regionale Toscana, 2000). 70 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 B.1.2- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico 3.B.1.2.a- Riferimenti normativi L’inquinamento elettromagnetico (altrimenti detto elettrosmog) è provocato dalle radiazioni non ionizzanti, comprese nel range di frequenza 0-300 GHz, emesse da impianti per le radiotelecomunicazioni e dal sistema di produzione, distribuzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici). Con raccomandazione 1999/519/CEE l’Unione Europea ha sollecitato gli Stati membri ad adottare misure efficaci di protezione dai campi elettromagnetici, indicando i limiti di esposizione da osservare per la tutela della salute dei cittadini. L‘Italia ha recepito le disposizioni comunitarie attraverso un articolato impianto normativo: - D.P.C.M. 23/04/1992 “Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno” - D.P.C.M. 28/089/1995 “Norme tecniche procedurali di attuazione del DPCM 23/04/1992 relativamente agli elettrodotti” - D.M. Ambiente 10/0/1998 n° 381 “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana” - Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12-07-1999, pubblicata nella G.U.C.E. n.L. 199 del 30-07-1999, relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione a campi elettromagnetici da 0Hz a 300 GHz - L.36/2001 ”Legge Quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” che ha previsto la formazione di catasti nazionali e regionali delle sorgenti di emissione di radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti. - L.66/2001”Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 23/01/2001 n° 5, recante disposizioni urgenti per il differimento dei termini in materia di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonché per il risanamento di impianti radiotelevisivi”. - DPCM 08/08/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti (G.U. n° 200 del 29-08-2003). Linee elettriche La Regione Toscana ha definito con L.R. 51/99 (“Disposizioni in materia di linee elettriche e impianti elettrici”) e relativo Regolamento di attuazione (n° 9/2000) la disciplina per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di linee e impianti per il trasporto, la trasformazione e la distribuzione di energia elettrica. Si fa quindi riferimento alla normativa nazionale più recente (DPCM 2003) che fissa i limiti di esposizione e i valori di attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici . Le seguenti informazioni di carattere generale sono state ricavate dal sito web ARPAT. Tutti i conduttori di alimentazione elettrica, dagli elettrodotti ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici, producono campi elettrici e magnetici dello stesso tipo. La loro frequenza è sempre 50 Hz (60 Hz negli USA): a questa frequenza il campo elettrico (Volt per metro o V/m) e quello magnetico (microTesla o mT) sono indipendenti; è così possibile trovare molto alto il campo elettrico e assente quello magnetico o viceversa. 71 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non è continuo, e addirittura "all'ombra" di oggetti conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici ecc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Esposizioni significative a questo campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività professionali. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera solitamente abbastanza ben predicibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della potenza assorbita (i consumi). Negli elettrodotti ad alta tensione non è possibile definire una distanza di sicurezza uguale per tutti gli impianti, proprio perché non tutte le linee trasportano la stessa quantità di energia, ma tenendo conto delle caratteristiche tipiche di questi impianti si possono dare delle indicazioni di massima: - per nessun tipo di elettrodotto si possono riscontrare campi superiori ai limiti di legge nelle zone accessibile in prossimità dei cavi; - il campo scende comunque al di sotto dei livelli unanimemente considerati trascurabili (0.2 microTesla) a distanze superiori ai 50 metri per le linee a 130 kV, superiori ai 100 metri per quelli a 220 kV, superiori ai 150 metri per quelli a 380 kV; - nel caso delle cabine di trasformazione campi significativi si possono trovare soltanto entro distanze di qualche metro dal perimetro della cabina stessa: nel caso di appartamenti posizionati sopra la cabina normalmente i campi sono molto contenuti, a eccezione di una piccola regione di pochi metri quadrati posta sulla verticale del trasformatore; campi un po' più intensi si possono trovare nelle stanze direttamente adiacenti a tali impianti. L’art. 4 del DPCM 08/08/2003 precisa che nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore e nella progettazione di nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti alla frequenza di 50 Hz, è fissato l’obiettivo di qualità di 3 T per il valore dell’induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell’arco della 24 h nelle normali condizioni di esercizio. L’art. 6 precisa che per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti deve considerarsi quanto indicato all’art. 4 e bisogna tener conto della portata in corrente in servizio. Se questa risulta superiore a 150 mV deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, altrimenti alle regioni. I gestori provvedono a comunicare i dati per il calcolo e l’ampiezza delle fasce di rispetto ai fini delle verifiche da parte delle autorità competenti. 72 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi Gli impianti di trasmissione e ricezione per la diffusione delle trasmissioni radiofoniche e televisive trasmettono onde radio con frequenze comprese tra alcune centinaia di kHz e alcune centinaia di MHz. A partire da pochi metri di distanza dalle antenne si genera un'onda in cui il campo elettrico e quello magnetico variano insieme. Si può così utilizzare indifferentemente l'unità di misura del campo elettrico (V/m), quella del campo magnetico (microTesla) o anche quella della potenza dell'onda (W/m2) per definirne l'ampiezza. Questa diminuisce rapidamente all'aumentare della distanza dalle antenne emittenti ed è inoltre attenuata sia dalle strutture murarie che dalla vegetazione presente. Questi impianti servono generalmente un'area molto vasta con trasmettitori di grande potenza (10.000100.000 Watt) posizionati su dei rilievi che godono di una buona vista sull'area servita. L'aumento della potenza di trasmissione migliora la qualità del segnale ricevuto e l'ampiezza della zona coperta: questo fatto può indurre ad utilizzare potenze superiori a quelle autorizzate. Gli impianti di diffusione, normalmente collocati lontani dai centri abitati, spesso ricevono il segnale da amplificare tramite collegamenti in alta frequenza, effettuati con impianti molto direttivi e di piccola potenza, direttamente dagli studi di trasmissione. Così, sopra questi edifici, spesso collocati nei centri urbani, compaiono normalmente antenne di foggia varia, che producono campi dello stesso tipo di quelli diffusi dai ripetitori, ma di intensità assai più contenuta e diretti in maniera da non incontrare ostacoli nel loro cammino. La Regione Toscana, che da sola ospita più di 4000 impianti (circa il 7% del totale nazionale), dovendo produrre un parere al Ministero delle Comunicazioni sul Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze televisive ha insediato un'apposita commissione, composta anche da tecnici ARPAT. La commissione ha lavorato per disporre di una mappa aggiornata della situazione, censendo tutti i siti attualmente utilizzati dalle emittenti televisive pubbliche e private e vagliandone, attraverso ARPAT, anche l'impatto dal punto di vista dell'esposizione ai campi elettromagnetici, nella prospettiva di arrivare al risanamento delle situazioni più critiche. Le verifiche condotte da ARPAT, spesso in collaborazione con l'Ispettorato Regionale del Ministero delle Comunicazioni, hanno mostrato il superamento dei limiti nel cinquanta per cento dei casi. La strategia seguita è quindi quella di determinare, in collaborazione con gli Enti Locali, una delocalizzazione degli impianti che impattano aree urbanizzate, o alternativamente di procedere in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni a una variazione dei parametri radioelettrici che comporti da un lato il rispetto dei limiti e dall'altro il mantenimento delle aree di copertura a cui fanno riferimento le specifiche concessioni ministeriali relative ai singoli impianti. La Regione Toscana in attuazione del D.M. 10 settembre 1998 n. 381, ha disciplinato l'autorizzazione all'installazione e alla modifica degli impianti di radiocomunicazione. I controlli che derivano dall'applicazione della legge sono mirati a garantire: 1. il rispetto dei limiti di esposizione e delle misure di cautela, di cui agli articoli 3 e 4 del D.M. 381/1998; 2. l'attuazione, da parte dei soggetti obbligati, delle azioni di risanamento; 3. il mantenimento dei parametri tecnici dell'impianto dichiarati dal gestore. Impianti di telefonia cellulare Informazioni tratte da http://www.arpat.toscana.it/radiazioni/ra_nir_impiantitelefonia.html La telefonia cellulare utilizza onde radio a frequenza un po' più alta (900-2100 Mhz), ma non sostanzialmente diversa, da quella degli impianti di tipo televisivo. Ogni stazione però copre in questo caso 73 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 un'area molto ridotta: infatti il numero di telefonate che l'impianto riesce a supportare contemporaneamente è limitato. E' quindi necessario che il numero di utenti all'interno dell'area servita non sia troppo elevato per evitare congestioni di traffico; inoltre, poiché la trasmissione è bidirezionale, non è possibile migliorare la qualità del servizio aumentando la potenza del trasmettitore, poiché questo migliorerebbe la qualità della ricezione solo in una direzione (dalla stazione verso il telefonino) ma lascerebbe immutata la qualità della trasmissione nell'altro verso (dal telefonino alla stazione). La potenza trasmessa è sostanzialmente uguale per tutti gli impianti e il diverso livello di copertura viene ottenuto variando la qualità dell'antenna (che influenza sia la trasmissione che le ricezione). Per questo motivo le stazioni radio base (è questa la denominazione tecnica dei "ripetitori dei telefonini") sono equipaggiate con antenne che dirigono la poca potenza impiegata soprattutto verso gli utenti lontani, quindi in orizzontale. L'intensità delle onde dirette verso il basso è meno di un centesimo di quella trasmessa nella direzione di massimo irraggiamento: nelle aree sotto le antenne non si trovano dunque mai livelli elevati di campo elettromagnetico. Nonostante le dimensioni, talvolta molto appariscenti, questi impianti irradiano potenze molto contenute che vanno dai 500 W di una stazione con i vecchi impianti TACS (solo alcune TIM) ai 200 W di una stazione dual-band, mentre le nuove stazioni UMTS potranno funzionare con meno di 50 W emessi. Con queste potenze la zona nello spazio nella quale si possono trovare livelli di campo superiori ai valori di tutela dell'attuale normativa (6 V/m) si estende per 40-80 metri davanti alle antenne, normalmente al di sopra dei tetti dei palazzi vicini. Le modalità con cui tale stazioni irradiano i campi dell'area circostante sono molto ben predicibili, in modo che, con un progetto sufficientemente dettagliato degli impianti è possibile garantire che i livelli di campo in tutti i gli edifici circostanti, così come nelle aree occupate stabilmente da comunità di persone, siano inferiori ai limiti di legge. La potenza emessa dalle stazioni radio base non è costante nel tempo: cresce quando il traffico telefonico è intenso, mentre quando questo è scarso, ad esempio la notte, si riduce fino a un valore minimo tipicamente di 15-50 W. Anche il telefonino emette lo stesso tipo di onde delle stazioni radio base seppur con potenze sensibilmente minori (1-2 W). L’autorizzazione all’installazione di nuove stazioni radio base e/o la modifica di quelle esistenti è rilasciata ai gestori dal Comune sulla base di una valutazione preventiva condotta da organi qualificati (ARPAT) in merito all'impatto provocato dai campi elettromagnetici emessi da queste sorgenti. In attuazione del D.M. 381/98 sono state definite le modalità per la richiesta e il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio degli impianti fissi per telecomunicazioni e radiotelevisivi di cui al D.M. 381/98 operanti nell’intervallo di frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz.Nella legge vengono definite le competenze regionali e comunali; i Comuni provvedono infatti al rilascio delle autorizzazioni, all’attuazione delle misure di risanamento, alle funzioni di vigilanza e controllo. 74 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.B.1.2.b- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico nel Comune di Massarosa Impianti di telefonia mobile Il comune di Massarosa ha commissionato uno studio per l’individuazione delle aree sensibili per la pianificazione delle installazioni degli impianti di telefonia mobile sul territorio. Dopo alterne vicende, determinate dal forte interesse suscitato dalla tematica nella popolazione, lo studio POLAB S.r.l. Laboratorio Elettromagnetico e lo studio Ingegneria Ambientale del Dr Ing Walter Bresciani Gatti, insieme a una Commissione composta da cittadini, rappresentanti del Consiglio comunale, amministratori, hanno prodotto in maniera congiunta un documento (Marzo 2005) che: 1- analizza i siti esistenti e individua nuove aree 2- verifica le esigenze di sviluppo dei piani di rete dei gestori 3- definisce i siti idonei a ospitare le stazioni radio base 4- analizza e valuta i campi elettromagnetici indotti 5- Stima la copertura dei servizi I principi e i criteri adottati sono stati i seguenti: - Minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico sul territorio e contenimento del loro incremento previsionale a seguito di nuove installazioni; - Ricerca e impiego preferenziale di aree di proprietà pubblica ove installare gli impianti; - Realizzazione preferenziale di impianti in co-siting ossia la realizzazione di stazioni radio base con più di un gestore - Mitigazione e inserimento ambientale; Questi sono gli impianti attualmente presenti sul territorio comunale Gestore TIM VODAFONE WIND HG3 Codice Massarosa Tipologia GSM-DCS-UMTS LU2017 LU2010 LU3857A 03LU2016C LU015 6324 Localizzazione rotonda svincolo di Massarosa Monte Aquilata- Massaciuccoli Quiesa Via dei Colli Pedona- Monte Meo Stazione di Bozzano Monte S. Jacopo Campo sportivo di Stiava Monte S. Jacopo Campo sportivo di Stiava 6247 Campo sportivo Massarosa UMTS Massarosa Sud Note GSM-UMTS DCS-UMTS DCS-UMTS GSM-DCS-UMTS DCS-UMTS GSM-DCS UMTS Non ancora attivato Nella tabella seguente sono riportate le aree pubbliche ritenute idonee ad accogliere impianti di telefonia mobile (Vd Tav RU) Zona Sito Comunale individuato Massarosa Depuratore Massarosa Depuratore di Massarosa Bozzano Cimitero di Bozzano- Volpame Note Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB ed è utilizzabile per la copertura dell’area di Massarosa centro Il sito non presenta controindicazioni di carattere tecnico-radioelettrico alla installazione di 1 o più SRB per la copertura dell’area di Massarosa centro. Valutazioni di carattere non radioelettrico, come ad es l’impatto visivo, ne sconsigliano l’utilizzo nel presente piano La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Per il sito è previsto l’utilizzo da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Bozzano e parzialmente di Quiesa. 75 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Sito Comunale individuato Zona Note Massarosa Impianto gas Portovecchio Stiava Cimitero di Stiava Corsanico Cimitero Gualdo Cimitero Massarosa Proprietà comunale loc. Colletto H=41 m s.l.m. Non è prevista l’installazione di ulteriori impianti sulla stessa struttura Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB. Per il sito è previsto l’utilizzo da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Massarosa sud, della zona denominata Formace e di Pian del Quercione. Viene inoltre resa possibile l’installazione di ulteriori impianti nella stessa area. Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB. Per il sito è previsto l’utilizzo da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Stiava. Non è prevista l’installazione di ulteriori impianti sulla stessa struttura La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Il sito non presenta controindicazioni di carattere tecnico-radio-elettrico alla installazione di una o più SRB per la copertura dell’area di Gualdo e di altre aree locate nel comune di Camaiore La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Il sito non presenta controindicazioni di carattere tecnico-radio-elettrico alla installazione di una o più SRB per la copertura dell’area di Gualdo e di altre aree locate nel comune di Camaiore Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB ed è utilizzabile per la copertura dell’area di Massarosa sud e in particolare della tratta ferroviaria in direzione sud-est e ovest La seguente tabella indica quale utilizzo di ogni sito comunale viene proposto ai gestori in risposta alle loro richieste di localizzazione N° Zona Sito comunale SC1 Pian di Mommio SC2 SC3 SC4 SC5 SC6 SC7 Pian di Conca Montramito Stiava Pian del Quercione Massarosa Quiesa Impianto Gas strada della calca grande Cimitero Pignano Impianto GAS Campo sportivo Campo sportivo Campo sportivo Campo sportivo Molinaccio SC8 Massarosa Depuratore SC9 SC10 SC11 SC12 SC13 SC14 Massarosa Bozzano Massarosa Stiava Corsanico Gualdo SC15 Massarosa Cimitero di Massarosa Cimitero di Bozzano-Volpame Impianto Gas Portovecchio Cimitero di Stiava Cimitero Cimitero Proprietà comunale loc. Colletto h=41 m s.l.m. Disponibilità per sviluppi futuri Utilizzo Non proposto Si Non proposto Proposto come seconda scelta a WIND Utilizzato da H3G e VODAFONE Proposto ad H3G Utilizzato da H3G Previsto per H3G Proposto come seconda seclta a TIM e a VODAFONE Non proposto Richiesto da H3G e proposto a WIND Proposto a TIM e WIND Proposto a TIM e WIND Richiesto da H3G Richiesto da WIND Si Si no Si No No Proposto a VODAFONE si Si No No Si No No No Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi Non si dispone di dati relativi alla localizzazione dei ripetitori radio- televisivi. Linee elettriche Il territorio di Massarosa è attraversato dalle seguenti linee elettriche principali: - Elettrodotto FF.SS. (Massa - Cascina). La linea ad alta tensione della linea FFSS (L.P. 132 kV MassaCascina Campata 175-177) risulta completamente a carico della zona di pianura. La linea principale pari attraversa una zona inedificata, mentre la linea principale dispari attraversa diverse frazioni, quali: Piano di Mommio, Massarosa e Bozzano, solo marginalmente, Stiava, Piano del Quercione; 76 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - Elettrodotto ENEL 380 KW (La Spezia – Acciaiolo). Questa linea attraversa il territorio comunale in due tratti, in direzione sud-est nord-est toccando il Monte Ghilardona, Col di Gambone fino a nord dell'abitato del Pitoro, per rientrare per un piccolo tratto sopra il nucleo di Prunici; - Elettrodotto ENEL 120 KW (Filettole – Viareggio). Corre prevalentemente in prossimità dell'Autostrada (Bretella A11-A12). Dalla figura seguente, ricavata dai dati forniti dal SIT provinciale, si osserva la presenza di numerose linee a media tensione; la zona completamente priva di reti elettriche corrisponde all’invaso lacustre del Massaciuccoli. B.1.3- Il rumore B.1.3.a- Riferimenti normativi Il DPCM 14/11/1997 (Art. 3) stabilisce che i Comuni devono provvedere alla zonizzazione del territorio in aree acusticamente omogenee basandosi sulla destinazione d’uso dello stesso. In base a tale suddivisione, sono state fissate 3 diverse categorie di limiti: limiti di emissione (valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della stessa), limiti di immissione (valore massimo di rumore che può essere emesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o esterno, misurato in prossimità dei ricettori) e limiti di qualità (intesi come limiti di rumore da rispettare nel breve, medio, lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili al fine di realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge). Lo stesso D.P.C.M. definisce le sei Classi Acustiche in cui deve essere suddiviso il territorio comunale, ognuna delle quali è caratterizzata da limiti propri. 77 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Tabella A del DPCM 14/11/97 CLASSE I – Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici ecc. CLASSE II – Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali. CLASSE III – Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. CLASSE IV – Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. CLASSE V – Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. CLASSE VI – Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate esclusivamente da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Nelle tabelle seguenti vengono riportati i valori limite di emissione, immissione e qualità, per ognuna delle classi acustiche, distinguendo tra tempo di riferimento diurno (dalle ore 06.00 alle ore 22.00) e notturno (dalle ore 22.00 alle ore 06.00). Tabella B del DPCM 14/11/97 Classi di destinazione d’uso del territorio Valori limite di emissione Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00) I aree particolarmente protette 45 35 II aree prevalentemente residenziali 50 40 III aree di tipo misto 55 45 IV aree di intensa attività umana 60 50 V aree prevalentemente industriali 65 55 VI aree esclusivamente industriali 65 65 Tabella C del DPCM 14/11/97 Classi di destinazione d’uso del territorio Valori limite di immissione Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00) I aree particolarmente protette 50 40 II aree prevalentemente residenziali 55 45 III aree di tipo misto 60 50 IV aree di intensa attività umana 65 55 V aree prevalentemente industriali 70 60 VI aree esclusivamente industriali 70 70 Tabella D del DPCM 14/11/97 Classi di destinazione d’uso del territorio Valori di qualità Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00) I aree particolarmente protette 47 37 II aree prevalentemente residenziali 52 42 III aree di tipo misto 57 47 IV aree di intensa attività umana 62 52 V aree prevalentemente industriali 67 57 VI aree esclusivamente industriali 70 70 78 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 In merito al campo di applicazione del DPCM 14/11/97, si evidenziano inoltre i seguenti aspetti: - per le infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime ed aeroportuali i valori limite di immissione non si applicano all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, individuate da decreti di prossima emanazione. All’esterno di tali fasce, dette sorgenti concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. - i valori limite assoluti di immissione e di emissione relativi alle singole infrastrutture dei trasporti, all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, nonché la relativa estensione, saranno fissati con i rispettivi decreti attuativi. - i valori limite differenziali di immissione non si applicano nelle aree classificate nella classe VI (aree industriali). Limiti di immissione per le infrastrutture esistenti Allo stato attuale non è stato ancora emanato il decreto relativo alle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali, anche se esiste comunque una bozza proposta dal Ministero dei lavori Pubblici e approvata da ANAS e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che prevede una regolamentazione della problematica acustica in analogia a quanto già normato per le infrastrutture ferroviarie. Nel nuovo decreto vengono regolamentati i seguenti aspetti: - definizione del concetto di ricettore, area edificata e centro abitato; - classificazione delle infrastrutture stradali; - diversificazione dei limiti acustici fra le infrastrutture esistenti e quelle di nuova realizzazione; - diversificazione delle fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura, in relazione alla tipologia della strada; - la possibilità, che qualora non siano tecnicamente o economicamente conseguibili i limiti di immissione, da parte dell’Ente Gestore di procedere ad interventi diretti sui ricettori, quali finestre e/o protezioni ad hoc di aree all’aperto al di fuori degli edifici. Un altro aspetto importante previsto dal Decreto, in analogia a quanto già in essere per le ferrovie, è il concetto che per le aree non ancora edificate, interessate dall’attraversamento di infrastrutture in esercizio, gli interventi per il rispetto dei limiti di immissione sono a carico del titolare della concessione edilizia rilasciata all’interno delle fasce di pertinenza. In questa ottica la norma, prevede che, una volta fissate delle fasce di rispetto, con dei limiti prestabiliti, sia una responsabilità del costruttore o di chi comunque autorizza la realizzazione dell’opera (Amministrazione Comunale) rispettare i limiti acustici previsti. Questa logica, che a tutt’oggi viene in gran parte disattesa, eviterebbe di creare delle situazioni di edificazione in zone adiacenti alle infrastrutture stradali, senza che queste siano neanche accompagnate da uno studio preliminare di impatto acustico. Entrando nello specifico, il Decreto sulla base della classificazione delle infrastrutture stradali proposta dall’art. 2 del Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 stabilisce che siano fissate delle fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 250 metri a partire dal ciglio della strada per le seguenti tipologie di strade: - autostrade (tipo A); - extraurbane principali (tipo B); 79 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - strade extraurbane secondarie (tipo C); - strade urbane di scorrimento (tipo D). Per le infrastrutture esistenti tale fascia viene suddivisa in due parti, la prima, più vicino all’infrastruttura, della larghezza di 100 metri, denominata fascia A; la seconda, più distante, della larghezza di 150 metri, denominata fascia B. I limiti acustici delle suddette fasce sono poi stabiliti in funzione del traffico circolante lungo le infrastrutture stradali. Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5-11-2001 prevede che le infrastrutture stradali siano raggruppate all’interno di quattro livelli di reti: - rete primaria: di transito, scorrimento; - rete principale: di distribuzione dalla rete primaria alla rete secondaria ed eventualmente alla locale; - rete secondaria: di penetrazione verso la rete locale; - rete locale: di accesso. Di seguito i limiti validi per le infrastrutture esistenti, per le loro varianti e per le nuove infrastrutture in affiancamento a quelle esistenti. Tipo di strada Rete stradale corrispondente A – Autostrada Rete primaria B – Strade extraurbane principali Rete primaria/ principale Estensione fascia (m) 250 C – Strade extraurbane secondarie D – Strade urbane di scorrimento E – Strade urbane di quartiere Fascia A: 100 Fascia B: 150 250 Rete secondaria Rete primaria/principale Rete secondaria Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 Fascia A: 100 Fascia B: 150 30 30 30 30 F – Strade locali Rete locale 30 30 Tipologia Ricettore Scuole, ospedali, case di cura e case di riposo Altri ricettori Altri ricettori Scuole, ospedali, case di cura e case di riposo Altri ricettori Altri ricettori Limiti assoluti (dBA) Notturni Diurni 40 50 60 55 70 65 40 50 60 55 70 65 Strade con traffico: > 500 veicoli/h 55 65 Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h 50 60 Strade con traffico < 50 veicoli/h 45 55 Strade con traffico: > 500 veicoli/h 55 65 Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h 50 60 Strade con traffico < 50 veicoli/h 45 55 Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h 55 65 50 60 45 55 55 65 50 60 45 55 Tab. - Limiti di immissione per le infrastrutture stradali esistenti Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione Il Decreto stabilisce che per le autostrade (tipo A), così come per le strade extraurbane principali (tipo B), le strade extraurbane secondarie (tipo C) e le strade urbane di scorrimento (tipo D) sono fissate delle fasce 80 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 territoriali di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 250 metri a partire dal ciglio della strada. Per le strade urbane di quartiere (tipo E), così come per le strade locali (tipo F), sono fissate delle fasce territoriali di pertinenza fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 30 metri dal bordo carreggiata. I limiti acustici delle suddette fasce sono poi stabiliti in funzione del traffico circolante lungo le infrastrutture stradali. Nella tabella seguente sono riportati i limiti validi per le infrastrutture di nuova realizzazione: Tipo di strada Rete stradale corrispondente Estensione Tipologia Limiti assoluti (dBA) fascia ricettore notturni diurni A – Autostrada Rete primaria 250 m. Scuole *, ospedali, case di cura e case di riposo Altri ricettori residenziali Scuole *, ospedali, case di cura e case di riposo Altri ricettori residenziali Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h Strade con traffico: > 500 veicoli/h Strade con traffico compreso fra 50 e 500 veicoli/h Strade con traffico < 50 veicoli/h 40 50 55 65 40 50 55 55 65 65 50 60 45 55 55 65 50 60 45 55 55 65 50 60 45 55 55 65 50 60 45 55 B – Strade extraurbane principali Rete primaria/ principale C – Strade extraurbane secondarie Rete secondaria D – Strade urbane di scorrimento E – Strade urbane di quartiere F – Strade locali 250 m. 250 m. Rete primaria/principale 250 m. Rete secondaria 30 m. Rete locale 30 m. Tab. Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione Un’importante osservazione riguarda i limiti previsti all’interno delle fasce di pertinenza, definiti per ogni tipologia di infrastruttura stradale. All’art. 6 del Decreto in cui vengono definiti i limiti di immissione per la viabilità secondaria (infrastrutture di tipo C, D, E ed F), si sottolinea come tali limiti siano delle indirizzi generali, ma ogni Comune possa adottarne di diversi. Inoltre vengono indicati anche i criteri per la definizione della classificazione acustica di aree compenetrate da infrastrutture stradali con limiti di fascia diversi da quelli dell’area stessa. In particolare vengono distinti i seguenti casi: ⇒ qualora la strada presenti un valore più basso rispetto alla zona attraversata, la strada viene classificata con lo stesso limite della zona circostante; ⇒ qualora la strada sia posta tra due zone a classificazione acustica differente e superiore a quella propria della strada, la strada viene classificata con il valore acustico della zona con limite più alto; ⇒ qualora la strada abbia un valore limite più alto rispetto alla zona attraversata il valore limite attribuito alla strada non viene variato sulla fascia di pertinenza. 81 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Normativa regionale Con la Legge Regionale n° 89 dell’1 dicembre 1998, la Regione Toscana ha dettato le norme in materia di inquinamento acustico e ha dato le prime indicazioni per il risanamento dell’ambiente esterno ed abitativo. Con la Delibera del Consiglio Regionale n° 7 del 22 febbraio 2000 la Regione Toscana ha definito i criteri e gli indirizzi della pianificazione degli enti locali ai sensi dell’art. 2 della Legge Regionale n° 89. 82 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.B.2- INDICATORI DI PRESSIONE B.2.1- Emissioni civili Non si dispone dei dati riguardanti gli impianti termici dei residenti e le relative emissioni in atmosfera. Il processo di combustione generato dalle caldaie comporta emissioni di sostanze che seppur limitatamente, data la dimensione degli impianti (potenza nominale rispettivamente di 33,6 kW e 52,3 kW), contribuiscono al processo di riscaldamento globale, alla formazione delle cosiddette “piogge acide” e alla produzione di smog fotochimico (anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx). Il comune è servito dalla rete di GAS metano La Sermas SpA è la società che attualmente provvede alla distribuzione del gas metano sul territorio di Massarosa. Il servizio di distribuzione del metano ha inizio dalle due cabine REMI di Montramito e di Porto Vecchio, che prelevano il gas naturale dalla rete nazionale e dopo averlo ridotto a media pressione, lo distribuiscono su tutto il territorio di Massarosa attraverso una rete a media e a bassa pressione lunghe rispettivamente circa 78 Km. La riduzione della pressione da media a bassa viene realizzata attraverso un insieme di 16 cabine di secondo salto localizzate in posizione strategica sull'intera rete e tali da garantire un corretto rifornimento del metano agli utenti finali. Il bacino di utenza della società alla data del 31.12.2008 ammonta a circa 7400 clienti, con un incremento medio annuo di 250 nuovi utenti e con un volume totale di metano distribuito pari a circa 8.500.000 mc/anno. Non risultano allacciate alla rete Gas le frazioni collinari di Pieve a Elici, Montigiano,Gualdo e Valpromaro le altre frazioni del territorio sono generalmente ben servite dalla rete. B.2.2- Emissioni industriali In totale sono state rilasciate autorizzazioni per emissioni in atmosfera dall’anno 2001 all’anno 2008 per n. 52 aziende così suddivise: anno 2001 n. 4 anno 2002 n. 6 anno 2003 n. 9 anno 2004 n. 9 anno 2005 n. 10 anno 2006 n. 4 anno 2007 n. 6 anno 2008 n. 4 Non si dispone dei dati analitici circa le emissioni. IPPC Il D.Lgs 59/2005 “Attuazione integrale della dir 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” estende la normativa IPCC anche ai nuovi impianti colmando quindi quanto previsto dal precedente D.Lgs 372/99 che applicava la norma soltanto a quelli esistenti. 83 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Il decreto disciplina il rilascio, il rinnovo e il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale degli impianti inseriti nell’Allegato I. Dal sito web SIR/ARPAT nel comune di Massarosa risulta presente un impianto IPPC di cui si riporta la scheda: Cod. SIRA 175 T.E.V. Termo Energia Versilia S.p.A.- Pioppogatto Sede: Via della Pieve, 1- 55054 Massarosa Tipologia: Impianti per l’eliminazione dei rifiuti non pericolosi Codice NOSE: 109.07 Codice NASE: 90 Codice IPPC 5.3- Gestione dei rifiuti: impianti per l’eliminazione o il recupero dei rifiuti non pericolosi quali definiti nell’Allegato A della Dir 75/442/CEE ai punti D8, D9 con capacità superiore a 50 T/die. Codice ISTAT attività economica: O 90001 Attività impianto: smaltimento rifiuti Oggetto sociale: la società ha per oggetto lo svolgimento di tutte le attività oggetto del rapporto di concessione in essere tra la Regione Toscana e il raggruppamento temporaneo di imprese costituito tra la Termomeccanica S.p.A. e il consorzio. Fatto salvo quanto disposto dall’art. 5 c. 5 e ferme restando le informazioni richieste dalla normativa concernente aria, acqua, suolo e rumore, la domanda per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale deve comunque contenere: a) l’impianto, il tipo e la portata delle sue attività b) le materie prime e ausiliarie, le sostanze e l’energia usate o prodotte dall’impianto; c) le fonti di emissione dell’impianto; d) lo stato del sito di ubicazione dell’impianto; e) il tipo e l’entità delle emissioni dell’impianto in ogni settore ambientale, nonché un’identificazione degli effetti significativi delle emissioni sull’ambiente; f) la tecnologia utilizzata e le altre tecniche in uso per prevenire le emissioni dall’impianto oppure per ridurle; g) le misure di prevenzione e di recupero dei rifiuti prodotti dall’impianto; h) le misure previste per controllare le emissioni nell’ambiente “nonché le attività di autocontrollo e di controllo programmato che richiede l’intervanto dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici e delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente”; i) le eventuali principali alternative prese in esame dal gestore, in forma sommaria; j) le altre misure previste per ottemperare ai principi di cui all’art. 3. La procedura vede il coinvolgimento dell’Autorità competente ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, la quale può convocare, se necessario, apposita conferenza dei servizi e si esprime entro 150 gg. 84 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Ai sensi dell’art. 5 c.14 l’autorizzazione ambientale integrata sostituisce a ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizioni di legge e dalle relative norme di attuazione (di cui all’elenco riportato in allegato II dello stesso Decreto), fatte salve le disposizioni relative al controllo di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (Dir. 96/82/CEE) e quanto disposto dalla Dir 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la dir. 96/61/CEE. Questo è l’elenco delle autorizzazioni ambientali da considerare sostituite dalla autorizzazione integrata ambientale: 1- autorizzazione alle emissioni in atmosfera, fermi restando i profili concernenti aspetti sanitari (D.P,R. 203/1988) 2- autorizzazione allo scarico (D.Lgs 152/99) 3- autorizzazione alla realizzazione e modifica di impianti di smaltimento o recupero rifiuti (D.Lgs 22/97) 4- autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento o recupero dei rifiuti (D.Lgs 22/1997 art. 28) 5- autorizzazione allo smaltimenti degli apparecchi contenenti Pcb-Pct (D.lgs 209/1999 art. 7) 6- autorizzazione alla raccolta ed eliminazione oli usati (D.Lgs 95/1992) 7- autorizzazione all’utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura (D.Lgs 95/1992 ) 8- comunicazione ex art. 33 del D.Lgs 22/1997 per gli impianti non ricadenti nella categoria 5 dell’allegato I Si rammenta che l’elencazione da riferimento, in gran parte , a normative abrogate e sostituite dal D.Lgs 152/06 e s.m.i. Per gli impianti esistenti è stata fissata la data del 31/93/2008 per adeguarsi alle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale. B.2.3-Il traffico veicolare Il traffico veicolare è causa di inquinamento atmosferico e acustico. Per quanto riguarda le emissioni inquinanti dei veicoli a motore era già stato emanato un decreto ministeriale il 20 febbraio 2003 di recepimento della direttiva 2002/51/CE che introduceva nuovi valori limite alle emissioni inquinanti prodotte dai veicoli a motore a due o tre ruote. Il decreto ministeriale più recente in materia di tutela dell'aria è quello del 29 gennaio 2007 relativo al recepimento della direttiva 2005/55/CE concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri, relativamente ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti gassosi e di particolati prodotti da motori ad accensione spontanea destinati alla propulsione di veicoli e contro l'emissione di inquinanti gassosi prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas naturale o con gas di petrolio liquefatto destinati alla propulsione di veicoli. II decreto dà le definizioni di alcuni termini quali "veicolo", "motore ad accensione spontanea o a gas", "veicolo ecologico migliorativo". Inoltre stabilisce i requisiti che devono avere i motori ad accensione spontanea o a gas. Nel caso in cui tali requisiti non siano soddisfatti o qualora le emissioni di inquinanti gassosi e di particolato e l'opacità del fumo prodotte dal motore non siano conformi ai valori limite fissati sempre dallo stesso decreto, non è consentito il rilascio dell'omologazione CE ed è rifiutata anche l'omologazione nazionale. Qualora non siano rispettati tali limiti non è consentita 85 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 l'immatricolazione, la vendita, l'immissione in circolazione o l'utilizzo dei veicoli nuovi azionati da un motore ad accensione spontanea o a gas e la vendita o l'utilizzazione di motori nuovi ad accensione spontanea o a gas. Nonostante l'emanazione di questi nuovi decreti il quadro normativo rimane ancora lacunoso. Pertanto ai fine di gestire correttamente le problematiche connesse alla tutela dell'aria e della salute dell'uomo si è fatto sempre più ricorso, da parte dei sindaci, alle ordinanze d'urgenza che risultano comunque essere misure d'emergenza che non risolvono però i problemi all'origine. Precisamente, in casi di emergenza connessi al traffico e all'inquinamento atmosferico o acustico, o in altre circostanze straordinarie, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, di intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio. Con Legge 230/2007 ha introdotto all’art. 157 le modifiche al codice della strada che riguardano il divieto di accensione del motore dei veicoli a motore in determinate situazioni per consentire il funzionamento dell'impianto di condizionamento d'aria sanzionando tutti quegli automobilisti che, sprezzanti dei rispetto della salute pubblica, quando si fermano o sostano con il motore acceso - anche per ragioni diverse dal condizionamento o riscaldamento, cioè per una breve sosta o per il carico e scarico delle merci - inquinano l'aria. Il divieto, comunque, non si estende all'arresto della marcia per traffico (congestione della circolazione o incidenti). Le emissioni sonore derivano dal motore e dai sistemi di scappamento dei vari veicoli (componente meccanica), dall’interazione fra pneumatico e fondo stradale (rumore di rotolamento) e dall’interazione con l’aria (rumore aerodinamico). Le infrastrutture viarie Il territorio di Massarosa è attraversato da una rete principale in senso nord-ovest sud-est: La strada statale Sarzanese Valdera costituisce la direttrice di collegamento più importante fra Lucca Camaiore e Pietrasanta, attraversando le frazioni delle colline quali: Quiesa, Bozzano, Massarosa, Piano del Quercione, Piano di Mommio. E’ classificata come strada extraurbana secondaria (categoria C ai sensi del Codice della Strada). La strada Provinciale n. 445 di Montramito si innesta nella Sarzanese e collega Lucca a Viareggio attraversando in senso trasversale la pianura in territorio di Massarosa, servendo un insediamento industriale e artigianale piuttosto consistente. L’Autostrada (infrastruttura viaria di classe A ai sensi del codice della strada), quasi completamente in viadotto e a carico del territorio collinare, è dotata di uno svincolo (casello autostradale entrato in esercizio da poco tempo): in parte essa consente un parziale alleggerimento del carico di traffico che altrimenti graverebbe sulla stata stradale, in quanto con provvedimento Ministeriale fino a settembre 2009 il transito nella tratta Massarosa-Viareggio esclude il pagamento del pedaggio autostradale. E’ comunque prevedibile che, al momento in cui verrà introdotto il pagamento del pedaggio, parte del traffico attualmente ricadente sull’autostrada passi sulla statale Sarzanese con conseguente ulteriore incremento del traffico e conseguentemente delle problematiche ambientali. Esistono poi tutta una serie di altri collegamenti viari secondari, che dalla S.S.Sarzanese portano verso i centri della collina e in alcuni casi si collegano con la valle Camaiorese e della Freddana. E’ altresì importante il reticolo delle strade vicinali esistenti sia nelle parti di pianura che di collina 86 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Questo è lo sviluppo dei tratti stradali più importanti che attraversano il territorio Strade Statali km. 14 Strade Provinciali Km. 92 Autostrade Km. 11 Strade Comunali km. 114 L’incidentalità Di seguito si riportano i dati relativi agli incidenti stradali oggetto di rilievo da parte del Comando di Polizia Municipale di Massarosa nell’anno 2005 lungo la principale viabilità: Strada S.P. di Montramito SR Sarzanese S.P. Canipaletti TOTALE Loc Montramito Montramito Massarosa Massarosa Svincolo A11 Piano del Quercione Quiesa Piano di Mommio Bozzano Piano di Conca Monte Quiesa Stiava 2005 N° 19 37 29 8 15 13 12 9 8 4 6 179 2008 N° 9 26 15 9 24 8 10 101 su 179 tot Nell’anno 2006 si sono verificati nel territorio comunale 225 incidenti; nel 2007 un totale di 166 incidenti: non si dispone della localizzazione di tali sinistri. Del 2008 si conosce il totale (179) ed è riportato il dettaglio di quelli occorsi lungo la S.S. Sarzanese (n° 101, ossia il 56,5 %). Anche nel 2005 il totale risulta di 179 incidenti ma la percentuale di quelli verificatisi sulla S.S. Sarzanese (n° 154) è maggiore ossia pari all’86%. Non sono disponibili dati circa la mole di traffico (in termini di n° di veicoli circolanti) lungo la viabilità comunale. Risulta comunque evidente, sia per il ruolo di direttrice di collegamento lungo il fondovalle di tutte le frazioni con Lucca e con la costa della Versilia, sia per i dati oggetti sull’incidentalità che il tracciato attuale della S.S. Sarzanese costituisce un elemento di criticità per il territorio. 87 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 I flussi di traffico Non disponendo di dati recenti relativi ai flussi di traffico in termini di n° e tipologia di veicoli circolanti su ogni direttrice, sono state riportate le tabelle ISTAT riferite al censimento 2001, relative al pendolarismo. Questi dati, oltre a fornire un quadro della mobilità dei residenti all’interno e fuori dal Comune, è utile anche per comprendere eventuali problematiche legate alla distanza dai luoghi di lavoro e dai servizi essenziali utili per poter orientare la pianificazione verso scelte strategiche sostenibili volte al miglioramento della qualità della vita Luogo di destinazione Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Studio), per Comuni LUOGO valori assoluti COMUNI Stesso comune della dimora abituale 46018 Massarosa 1.878 Fuori del comune 1.360 valori percentuali Totale Stesso comune della dimora abituale 3.238 Fuori del comune 58,00 Totale 42,00 100,00 Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Lavoro), per Comuni LUOGO COMUNI 46018 valori assoluti Stesso comune delle dimora abituale Massarosa 2.587 valori percentuali Fuori del comune Stesso comune delle dimora abituale Totale 4.064 6.651 38,90 Fuori del comune Totale 61,10 100,00 Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Totale), per Comuni LUOGO COMUNI 46018 Massarosa valori assoluti Stesso comune delle Fuori del comune dimora abituale 4.465 5.424 Totale 9.889 valori percentuali Stesso comune delle Fuori del Totale dimora abituale comune 45,15 54,85 100,00 Dalle tabelle precedenti si osserva che la maggior parte dei pendolari per motivi di lavoro si sposta fuori dai confini comunali. I pendolari per motivi di studio in prevalenza rimangono a Massarosa: tale percentuale è determinata prevalentemente dai ragazzi in età scolare (scuola dell’obbligo) che frequentano istituti presenti sul territorio comunale. Le scuole materne e dell’infanzia e le scuole elementari primarie sono infatti presenti nella maggior parte delle frazioni. A Massarosa e a Piano di Conca si trovano gli istituti comprensivi. Nel Comune non sono presenti istituti d’istruzione secondaria. La percentuale del 42% comprende pertanto i ragazzi iscritti alle scuole superiori e gli studenti universitari. Nel PTC della Provincia di Lucca si fa presente che “i maggiori flussi di mobilità pendolare interessano la zona della Versilia e più precisamente gli scambi tra il Comune di Viareggio e i confinanti Camaiore e Massarosa”. 88 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Mezzi di trasporto utilizzati Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (studio) per Comuni mezzo utilizzato Mezzo pubblico COMUNI Totale 46018 Massarosa 1.108 Mezzo privato di cui: autobus urbano, aziendale, scolastico 524 Totale Di cui: auto privata (conducente) 2.038 Di cui: auto privata (passeggero) 258 Altro mezzo(11) Totale 2 3.148 1.200 Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (lavoro) per Comuni mezzo utilizzato Mezzo pubblico COMUNI Totale 46018 Massarosa Mezzo privato di cui: autobus urbano, aziendale, scolastico 158 Di cui: auto privata (conducente) Totale 73 6.150 Di cui: auto privata (passeggero) 4.839 Altro mezzo(11) Totale 43 6.351 269 Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (totale) per Comuni mezzo utilizzato Mezzo pubblico COMUNI Mezzo privato di cui: autobus urbano, Totale aziendale, scolastico 46018 Massarosa 1.266 Di cui: auto privata (conducente) Totale 597 8.188 Altro mezzo(11) Di cui: auto privata (passeggero) 5.097 1.469 45 Totale 9.499 Gli spostamenti per motivi di studio sfruttano prevalentemente i mezzi pubblici; quelli per motivi di lavoro avvengono con auto privata. Tempo impiegato per lo spostamento Pendolari per tempo impiegato per motivo dello spostamento (Studio) per Comuni Tempo impiegato Da 16 a Oltre Comuni Totale Fino a 15 Da 31 a 45 Da 46 a 60 30 60 minuti minuti minuti minuti minuti Massarosa 1.858 776 283 136 95 3.148 Fino a 15 minuti 59,02 Tempo impiegato % Da 16 a Da 31 a Da 46 a 30 45 minuti 60 minuti minuti 24,65 8,99 4,32 Pendolari per tempo impiegato per motivo dello spostamento (Lavoro) per Comuni Tempo impiegato Comuni Massarosa Fino a 15 minuti 3.244 Da 16 a 30 minuti 2.346 Da 31 a 45 minuti 527 Oltre Totale 60 minuti 3,02 100,00 Tempo impiegato % Da 46 a 60 minuti Oltre 60 minuti Totale Fino a 15 minuti 145 89 6.351 51,08 Da 16 a 30 minuti 36,94 Da 31 a 45 minuti 8,30 Da 46 a 60 minuti 2,28 Oltre Totale 60 minuti 1,40 100,00 In media gli spostamenti per motivi di studio si svolgono su brevi distanze e richiedono un tempo medio fino ai 15 minuti; i tempi medi impiegati per spostamenti di lavoro si aggirano intorno ai 30 minuti. 89 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Sempre dal PTC della Provincia di Lucca si ricavano alcuni rilevamenti relativi al territorio di Massarosa effettuati nelle seguenti postazioni: n° 6 Denominazione Viareggio- S.P. Montramito (via dei Glicini) Rilevazione invernale Rilevazione estiva Veicoli leggeri Veicoli pesanti % pes Veicoli leggeri Veicoli pesanti % pes 11415 427 3,6 11995 911 7,1 7 Quiesa- S.S. 439 (Caffè centrale) 5612 216 3,7 3739 86 2,2 8 Massarosa-Casello A12 (Conad) 5954 317 5,1 5787 386 6,3 3154 356 10,1 2348 309 11,6 8053 403 4,8 7029 277 3,8 5974 139 2,3 5508 216 3,8 10 11 12 Pian di Mommio- via Ghivizzani (Farmacia) Montramito- S.S. 439 (rist. Ferro) Montramito – S.P. 34 di Stiava (Ponte sotto A12) 44 Massarosa- S.S. 439 (Conad) 11501 1135 9,0 14283 246 1,7 45 Pian di Mommio- S.S. 439 (Farmacia) 9.207 911 9,0 7618 340 4,3 B.2.4- I distributori di carburante Sul territorio comunale sono presenti 6 impianti di distribuzione carburante : ELF- Via Sarzanese- Quiesa TOTAL- Via MontramitoTOTAL- Via Matteotti – Stiava (anche GAS e GPL) I.P. Via Montramito- Stiava Q8 Via sezioni- Piano di Conca I.P.- Via Sezioni- Bargecchia AGIP- Via Sarzanese- Bozzano TAMOlL- Via Sarzanese- Massarosa A Stiava, in Via Provinciale di Montramito, si trova anche l’impianto S.I.M. che fornisce metano. 90 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 B.2.5- Inquinamento elettromagnetico Reti elettriche Le Ferrovie dello Stato hanno comunicato (Prot. 18466 del 27/07/2007) che, in base a propri calcoli, condotti in assenza di metodologie ufficiali, la distanza tra le porzioni abitabili dei fabbricati e l’asse mediana della linea A..T. deve essere maggiore o uguale a 16,00 m. Esiste quindi una fascia di rispetto, con vincolo di in edificabilità pari a 16 m su ciascun lato della linea ferroviaria. Stazioni Radio base La verifica dell’impatto elettromagnetico indotto sul comune di Massarosa dalle stazioni radio base presenti e da quelle previste non ha rivelato criticità (Relazione di sintesi della pianificazione per l’installazione delle stazioni radio base sul territorio del Comune di Massarosa-LU polab s.r.l. Laboratorio Elettromagnetico; Studio ingegneria ambientale Dr Ing W. Bresciani Gatti, Marzo 2005). In particolare sono stati analizzati nel dettaglio le località campo sportivo “il Molinaccio”, campo sportivo Massarosa centro e il campo sportivo “loc. Stiava” (Dr Ing. Walter Bresciani Gatti, 2004). Il Comune, tramite l’assessorato all’Ambiente effettua attività costanti di monitoraggio dei campi elettromagnetici prodotti dalle stazioni radio base per telefonia nei luoghi che presentano particolari criticità o con presenza di particolari ricettori (presenza di persone anziane, bambini o ammalati). A tale scopo viene utilizzata una centralina di rilevamento alimentata da energia fotovoltaica che avverte in caso di superamento dei limiti imposti e che è identica a quella usata dall’ARPAT così che i dati raccolti risultino omogenei e quindi confrontabili. I dati ricavati sono pubblicati sul sito web del Comune. Si riportano alcune informazioni tratte dal suddetto sito in merito ai monitoraggi effettuati presso 2 localizzazioni ritenute “sensibili”. Dall’analisi dei risultati disponibili emerge che il limite di attenzione più cautelativo, attualmente imposto dalla normativa in vigore e pari a 6 V, non risulta mai superato in nessuno dei siti monitorati. 91 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 ASILO DI MASSAROSA La centralina è stata posizionata all’esterno, nel cortile della scuola, nella posizione meglio indicata nella planimetria e documentata dalla foto allegata. Dal 13/03 al 02/07/2006. CAMPO SPORTIVO DI STIAVA In questo caso la centralina è stata posizionata all’esterno, all’interno del giardino di un privato cittadino, che si trova lungo l’asse di massima emissione. Dall’11/09 all’8/10/2006 92 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 B.2.6- Inquinamento acustico Zonizzazione acustica del Comune Con Deliberazione CC del 6.10.2008 n. 100 del è stato approvato il piano di classificazione acustica elaborato da Dott. Geol. Agostino Cei e dal Dott. Ing. Oreste Pucci nel settembre 2003. Il territorio comunale si presenta così zonizzato: a) Classe VI, zona esclusivamente industriale, (70/70 dBA). L’unica area ricadente nella classe VI è quella occupata dall’industria di lavorazione di materiale lapideo di via del Brentino. La scelta è giustificata sia dal tipo di industria che occupa l’area, sia dalla lontananza dai primi insediamenti residenziali e consente l’introduzione delle zone omogenee contigue di passaggio tra la classe VI e la classe IV. b) Classe V (70/60 dBA) . Sono le aree industriali di Montramito, quella di nuova istituzione delle Bocchette e l’area di rispetto confinante con la zona di classe VI di v. del Brentino. Sono aree in cui il rumore è generato principalmente dal traffico veicolare indotto dalla presenza delle attività industriali e/o commerciali. Le attività che vi sorgono sono a limitato impatto acustico e ben si armonizzano con questa classificazione e per rispettare i limiti di zona è sufficiente confinare adeguatamente le sorgenti sonore che normalmente vengono poste all’esterno senza troppo riguardo all’ambiente (compressori, unità di trattamento area, estrattori centrifughi ecc.). c) La classe IV (65/55 dBA) è presente sia come fascia di rispetto della classe V sia come “aree di intensa attività umana” e vi sono stati inseriti i centri urbani di STIAVA, MASSAROSA, PIAN DEL QUERCIONE, PIAN DI MOMMIO, PIANO DI CONCA e le vie di attraversamento con traffico intenso. I centri di BARGECCHIA, QUIESA e di CORSANICO vi rientrano in corrispondenza della viabilità di attraversamento. L’individuazione della classe IV come la III è stata fatta prendendo in considerazione la densità di popolazione, la densità di attività artigianali, la densità degli esercizi commerciali e uffici, la prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie e le aree con limitata presenza di piccole industrie. I rilievi fonometrici effettuati hanno confermato l’inserimento di tali aree urbane nelle classi IV. d) La classe III (60/50 dBA). Tali zone sono tipiche delle aree con densità abitativa media e con limitata presenza di attività artigianali e commerciali. In genere senza problematiche particolari anche se è sempre auspicabile, per le aree residenziali, limitare al massimo il rumore ambientale. Le aree inserite in questa classe sono quelle di rispetto della classe IV e le aree agricole. Quest’ultime sono state qui inserite per consentire l’utilizzo di mezzi meccanici durante l’espletamento delle attività. In particolare l’area confinante con il parco regionale “Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli” presenta livelli di rumore d’immissione propri della classe I; i limiti di questa classe escluderebbero la possibilità di utilizzo di mezzi meccanici limitando così l’attività agricola.. e) Classe II (55/45 dBA). Sono state inserite in questa classe le aree collinari poste al di sopra della curva di livello di 100m e le aree immediatamente confinanti col lago di Massaciuccoli. La classificazione è stata adottata per salvaguardare tali zone in cui l’aspetto naturalistico e paesaggistico riveste particolare importanza. f) Fascia di rispetto Ferrovia e Autostrada. La normativa, circa il rumore prodotto da autoveicoli, non è ancora definita. Sono stati fissati valori limite di emissione, i valori assoluti di immissione, i valori di attenzione e di qualità per tutte le 6 classi delle zone acusticamente omogenee ma restano escluse proprio 93 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 le "fasce di pertinenza" delle infrastrutture dei trasporti.(D.P.C.M.14.11.1997). Per queste è ragionevole ipotizzare che verranno trattate come già è stato fatto per infrastrutture ferroviarie per le quali sono state fissate delle fasce di 250m per lato dall’asse viario. All’interno di questa è stato individuata una fascia di 100 m indicata come Fascia A ed una di 150m indicata come Fascia B in cui dovranno essere applicati i limiti previsti dalla normativa sopra citata. L’impatto acustico causato dal traffico veicolare Per quanto riguarda l’inquinamento acustico causato dal traffico veicolare, l’ARPAT- Dipartimento Provinciale di Lucca nel settembre 2008 ha effettuato una specifica indagine fonometrica lungo la via Sarzanese Valdera, in 2 differenti postazioni ubicate l’una a Piano di Mommio e l’altra in Piazza degli Alpini a Massarosa. Le indagini sono state condotte sulla base di quanto disposto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16/03/1998 “Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”. Le valutazioni risultano le seguenti. Per quanto concerne la postazione di Piano di Mommmio il valore medio settimanale diurno del livello equivalente, calcolato partendo dai dati del Leq orari rilevati, è risultato di 69,0 dB(A) per l’unica settimana di campionamento. Il valore medio settimanale notturno del livello equivalente, calcolato come sopra, è invece risultato di 62,5 dB (A). Per quanto concerne la postazione Pza degli Alpini a Massarosa si ha invece in valore medio settimanale diurno del livello equivalente pari a 67,5 dB (A), sulle 2 settimane di rilevazione. Il Leq notturno è pari a 61,00dB (A) nella prima settimana e a 61,5 dB (A) nella seconda. Per quanto concerne l’autostrada A11-A12 Lucca- Viareggio, all’amministrazione comunale sono pervenute diverse osservazioni a seguito della pubblicazione del Piano di Contenimento e Abbattimento del Rumore e sulla mappatura acustica da parte cittadini che abitano nei nuclei limitrofi e comunque compresi nella fascia B (55 dB notturni). Problemi in prossimità degli abitati di Piano di Conca, di Piano del Quercione e Massarosa Capoluogo anche per un possibile effetto di sovrapposizione di altre sorgenti sonore, come la Sarzanese. Inoltre, all’interno delle fasce di mappatura acustica, risultano presenti alcuni recettori sensibili quali le scuole di Piano di Conca, di Piano del Quercione, materne elementari e medie, nonché una scuola dell’infanzia presente a Massarosa loc. Sterpeti. Sono pervenute anche segnalazioni in merito al rumore provocato dai rifrattori antiabbagliamento e di protezione per le cadute, soprattutto in particolari condizioni atmosferiche, quando soffia un forte vento. Il Comune ha quindi chiesto formalmente (in data 16-07.2008) alla società SALT puntuali verifiche alle segnalazioni e la predisposizione di sistemi di abbattimento dell’inquinamento acustico 94 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 B.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI B.3.1-Qualità dell’aria Per quanto riguarda la tutela della qualità dell’aria si raccomanda quanto segue: a) evitare intasamenti del traffico b) da tenere presente che non è solo lo smog a mettere in pericolo la nostra salute. Anche tra le mura domestiche l’aria che respiriamo non è pulita per una forma insidiosa di inquinamento legata all’impiego di agenti fisici, chimici e biologici contenuti nei materiali da costruzione e nei prodotti che usiamo ogni giorno nelle nostre case. Sono i cosiddetti inquinanti indoor, caratteristici degli ambienti chiusi che si mescolano ai contaminanti provenienti dall’esterno, rendendo l’aria di casa peggiore di quella esterna. Per contrastare questo problema almeno negli edifici pubblici si dovrebbe favorire l’acquisto di arredi certificati; c) altra fonte inquinante è il radon, gas naturale radioattivo noto ormai da tempo come una delle potenziali cause di tumore ai polmoni. Il radon è presente nel sottosuolo e la maggiore concentrazione si riscontra in rocce e materiali da costruzione contenenti elevate percentuali di uranio e di radio (tufi, graniti e porfidi). I rimedi per limitare le concentrazioni di questo gas negli spazi chiusi sono relativamente semplici ed economici: la corretta ventilazione dei locali consente un costante ricambio d’aria e quindi una maggiore rarefazione del gas. Per quanto riguarda le nuove costruzioni, può essere utile, ad esempio, dotare il basamento di schermi impermeabili, per limitare il passaggio del radon dal terreno all’ambiente; d) nella pianificazione urbanistica tenere conto della zonizzazione acustica del territorio verificando le distanze tra le are industriali e le aree edificabili; e) proteggere gli edifici dai rumori provenienti sia dall’esterno che da atri ambienti interni attraverso interventi di coibentazione acustica; f) incentivare il traffico ciclistico attraverso la realizzazione di piste ciclabili; l’utilizzo della bicicletta rappresenta una valida alternativa ai veicoli a motore: implementare la mobilità ciclabile significa concorrerete alla riduzione di emissione di gas inquinanti nell’atmosfera e al decongestionamento del traffico urbano; g) porre particolare cura nella coibentazione termica degli edifici e privilegiare forme di energia alternative all’uso di combustibili al fine di ridurre il consumo energetico con conseguente diminuzione dell’inquinamento atmosferico; h) per incoraggiare i cittadini a ridurre l’uso della propria auto è fondamentale creare una rete di collegamenti ciclabili continua, sicura e ben riconoscibile, nonché integrata con altre forme di mobilità B.3.2- Inquinamento elettromagnetico Lo scopo delle politiche regionali in merito a elettrodotti, stazioni radio base, e gli impianti di diffusione sonora e televisiva è la minimizzazione dell’esposizione attraverso una corretta localizzazione degli impianti, piuttosto che un intervento sul numero degli impianti stessi (Segnali Ambientali 2006). A seguito dei risultati dello studio commissionato allo studio POLAB S.r.l. Laboratorio Elettromagnetico e allo studio Ingegneria Ambientale del Dr Ing Walter Bresciani Gatti in merito alla pianificazione per l’installazione 95 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 delle stazioni radio base sul territorio di Massarosa (Marzo 2005), il Comune ha elaborato una bozza di Regolamento per l’installazione degli impianti di ricetrasmissione non ancora approvato (Gennaio 2007) al fine di assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli stessi anche nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, oltre che della salute e del benessere della popolazione. Concerne quindi sia le stazioni radio- base che i ripetitori per reti di diffusione, distribuzione dedicate alla radiodiffusione sonora e televisiva quali televisione analogica, televisione digitale terrestre, radio FM e AM, radio digitale, DAB, ponte radio, WI-FI e WI-FI max, per reti a radiofrequenza dedicate alle emergenze sanitarie e alla protezione civile, nonché per reti radio a banda larga punto- multi punto nelle bande di frequenza assegnate. B.3.3-Inquinamento acustico La prevenzione dell’inquinamento acustico e il risanamento del territorio costituiscono aspetti di estrema importanza perla qualità della vita dei cittadini. Risulta fondamentale: i) prevedere zone di rispetto fra a aree a diversa zonizzazione; j) evitare la frammistione fra attività produttive e residenza; k) definire criteri precisi per i pubblici esercizi, con riferimento a orari di apertura, possibilità di permettere musica dal vivo e di karaoke; l) verificare la presenza di parcheggi e vie di accesso che riducano il disagio dei residenti legato all’afflusso e al deflusso dei clienti; pianificare la riduzione delle emissioni sonore derivanti dal traffico veicolare (sistemazione delle pavimentazioni riducendo le asperità, utilizzo di asfalti fonoassorbenti, realizzazione di rotonde, etc.) Queste sono le disposizioni prescrittive indicate nel piano di classificazione acustica: Sono state individuate prima le aree corrispondenti alle classi estreme (I,VI ed anche V) per poi procedere all’assegnazione delle altre classi, seguendo i criteri e i parametri descritti al punto 4 delle linee guida regionali. Classe VI, - aree esclusivamente industriali - Valori limiti assoluti di immissione del rumore: diurno (6:00 22:00) 70 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 70 dBA. Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. È ammessa la coesistenza in tale aree delle abitazioni occupate dal personale con funzioni di custodia. In tale caso dovranno prevedersi U.I. unifamiliari e con involucri edilizi capaci di realizzare un isolamento acustico in modo da limitare il livello di rumore ambientale ad un valore massimo di 35 dBA nel periodo notturno giacché per essa non si applica il criterio differenziale (art. 2 comma 2 del decreto) Classe V, - aree prevalentemente industriali.- Valori limiti assoluti di immissione del rumore: diurno (6:00 22:00) 70 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 60 dBA(70/60 dBA). Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. Differisce dalla precedente per il fatto che per le abitazioni vale il criterio differenziale quindi sarà necessario definire delle fasce di rispetto fra l'area industriale e le prime unità abitative. Tali zone dovranno essere dimensionate tenendo conto delle sorgenti coinvolte. In queste zone dovranno essere limitate al massimo la presenza di abitazioni. Classe IV, - aree di intensa attività umana – (Valori limiti assoluti di immissione del rumore diurno (6:00 22:00) 65 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 55 dBA 96 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con elevata presenza di attività commerciali ed uffici, con presenza di attività artigianali e con limitata presenza di piccole industrie. In queste aree in nessun caso dovranno essere inserite grandi industrie. I centri urbani ed in prossimità delle arterie di comunicazione, nei quali si rilevi livelli di rumore ambientale superiori ai limiti stabiliti per questa classe e prodotti da traffico veicolare; dovranno essere oggetto di adeguati piani di risanamento. Classe III, -aree di tipo misto – (Valori limiti assoluti di immissione del rumore :diurno (6:00 - 22:00) 60 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 50 dBA. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione con presenza di attività commerciali, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali. Aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Attività derivanti da insediamenti zootecnici rilevanti o da impianti di trasformazione del prodotto agricolo, sono da ritenersi attività produttive e quindi incompatibili con questa classe. La presenza di traffico veicolare di attraversamento che produce livelli di rumore ambientale superiori ai limiti della classe, dovrà essere oggetto di piani di risanamento. La nuova viabilità che interessa queste aree dovrà rispettare i limiti di zona. Classe II, -aree destinate ad uso prevalentemente residenziale- (Valori limiti assoluti di immissione del rumore : diurno (6:00 - 22:00) 55 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 45 dBA. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività industriali e artigianali. Quindi dovranno essere prive quasi totalmente di attività commerciali, servizi ecc. e destinate soltanto alla funzione abitativa, purché sufficientemente distanti dalle principali direttrici di traffico. Sono certamente escluse le aree che ospitano la grande distribuzione o addensamenti commerciali. Classe I, - aree particolarmente protette – Valori limiti assoluti di immissione del rumore diurno (6:00 - 22:00) 50 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 40 dBA. Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere,scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico ecc.. Non sono presenti nel territorio comunale aree inserite in questa classe . Aree destinate a spettacolo a carattere temporaneo, ovvero mobile, ovvero all’aperto. Per ospitare spettacoli e manifestazioni a carattere temporaneo, ovvero mobile,ovvero all’aperto sono state designate le aree : Massaciuccoli, di Montramito, di Bozzano, di Massarosa, di Piano del Quercione e di Bargecchia prevalentemente destinate allo svolgimento di sagre paesane. 97 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3..B.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI Qualità dell’aria o Livelli esistenti (concentrazioni medie annue) o Emissioni di inquinanti atmosferici per sorgente (NOx, SOx, NH3, C.O.V., PM10, Benzene, Pb) o Biomonitoraggio della qualità dell’aria o Superamento dei valori obiettivo di qualità dell’aria o Aree a rischio di qualità dell’aria o Popolazione esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiori ai valori limite o Rete di monitoraggio della qualità dell’aria Inquinamento acustico o Livelli sonori rilevati nelle aree urbane e lungo le infrastrutture stradali o Classificazione acustica o Popolazione esposta al’inquinamento acustico o N° delle segnalazioni pervenute o N° degli interventi di controllo o Piani di risanamento acustico attuati Inquinamento elettromagnetico e radiazioni ionizzanti o N° di SRB per la telefonia mobile e di impianti di diffusione radio e televisiva sul territorio o N° di superamenti dei limiti normativi dovuti a SRB e a impianti RTV o N° di pareri e interventi di controllo su SRB, RTV ed elettrodotti o Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento elettromagnetico 98 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.C-LA RISORSA ENERGIA 3.C.1- INDICATORI DI STATO Il settore energetico riguarda tutti i settori dell’economia (agricoltura, trasporti, industria, terziario e domestico) ed esercita significativi impatti sull’ambiente, in particolare sull’inquinamento dell’aria e sui cambiamenti climatici. Infatti esso è responsabile dell’emissione della maggior parte della CO2 in atmosfera e di quantità significative di altri gas serra di natura antropica, come il metano, il protossido di azoto, gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi, l’esafluoruro di zolfo. La ripartizione delle competenze in materia di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia, in attuazione della legge 3/2001 di revisione del titolo V della Costituzione in Toscana, è stata normata dalla L.R. 39/2005. Con questa vengono ridefinite le funzioni della Regione nelle diverse attività energetiche e delineati i nuovi strumenti di programmazione in materia di energia (il PIER, Piano di Indirizzo Energetico Regionale); viene anche istituita l’Agenzia Regionale dell’Energia (REA). Le fonti alternative Tipologia di impianti per la produzione di energia da fonti “rinnovabili”: a) idroelettrici ad acqua fluente Da valutarsi nel dettaglio il rispetto del rilascio del DMV e ogni eventuale impatto sugli ecosistemi acquatici e ripariali. Ove necessario, richiedere adeguato studio di impatto ambientale o di verifica ex L.R. 79/98 e s.m.i. e, qualora interessi un Sito della Rete Ecologica Natura 2000 (anche regionale) è obbligatoria la redazione della relazione di incidenza sai sensi della L.R. 56/00 e s.m.i. b) eolici Da valutarsi nel dettaglio anche nel rispetto delle linee guida regionali. Necessario un approfondito studio di impatto ambientale o di verifica ex L.R. 79/98 e s.m.i. e, qualora interessi un Sito della Rete Ecologica Natura 2000 (anche regionale) è obbligatoria la redazione della relazione di incidenza sai sensi della L.R. 56/00 e s.m.i. Vietata l’installazione all’interno delle ZPS c) alimentati a biomasse per la produzione di energia termica ed elettrica. In questo caso è importante è rispettare le prescrizioni minime imposte dalla legislazione vigente. - Le biomasse utilizzabili devono ricadere tra quelle ammissibili ai sensi dell’allegato X al Dlgs 03/04/2006 n° 152 (“Norme in materia ambientale”) e s.m.i. - Meglio se le biomasse utilizzate risultano esclusivamente di provenienza nazionale e ancor più se di provenienza locale (o di poco lontano), per ridurre gli impatti dovuti al trasporto (inquinamento atmosferico, aumento del traffico veicolare a livello locale, aumento del rischio di incidenti stradali, e potenziale rischio di sversamenti) ed evitare di bruciare materiali di origine incerta (quindi anche potenzialmente inquinati o inquinanti). - I generatori di calore devono presentare emissioni compatibili con i limiti fissati dall’allegato IX del Dlgs 03/04/2006 n° 152 (“Norme in materia ambientale”) e s.m.i 99 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.C.2- INDICATORI DI PRESSIONE 3.C.2.1- I consumi di energia elettrica e di combustibili A livello regionale (Segnali Ambientali 2006) tutti i settori dell’economia, eccetto quello agricolo, mostrano una crescita persistente dei rispettivi consumi energetici. In particolare dalla metà degli anni ’90 si sono avuti forti incrementi nei consumi energetici nel settore dei trasporti (+14%) e nel settore domestico e terziario (+18%); nel settore dell’industria l’aumento è stato del 10% tra il 1995 e il 2003. Se si considerano i consumi elettrici la crescita è stata superiore rispetto al PIL in tutti i settori: nel periodo 1995-2004 nel settore terziario il 43%, nel settore industria il 22%, nel settore domestico il 14%. Non si dispone di dati relativi ai consumi energetici sul territorio comunale (richiesti a ENEL). Nella tabella seguente si riportano i dati relativi ai consumi di combustibili nel 2006, intesi come quantità di benzina, gasolio, GPL erogati dagli impianti presenti sul territorio comunale. I dati sono stati forniti dalla Regione Toscana- Direzione dello Sviluppo Economico Settore Commercio. Società Insegna Indirizzo Erogato 2006 Benzina SP Gasolio GPL ENI SPA AGIP Via Sarzanese 01284749 00800472 Casali Pietro IP Via Prov. Montramito 00893975 00833235 SIRTAM S.r.l. TAMOIL Via Sarzanese 01518110 01172783 Sopeti TOTAL FINA Via Prov. Montramito 00849620 00727435 Agostini Giuliano TOTAL FINA Via Matteotti 05894596 00474702 00078539 SIM SRL METANO SPRINT Via Prov. Montramito n.a. n.a. n.a. Giambastiani P. IP Via Sezioni-Bargecchia 00213674 00114795 Lovi Alberto TOTAL FINA Via Sarzanese Sud- 00402808 00188295 Agostini Leonello Q8 Via Sezioni- Piano di Conca 00727340 00608853 3.C.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI E DI MONITORAGGIO C.3.1-Indicazioni per la tutela e l’uso sostenibile della risorsa La Regione Toscana con il Piano Energetico Regionale (PER) del 2000 si prefiggeva una riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera dell’ordine di circa 10 milioni di tonnellate all’anno, 3 milioni in più di quanto spetterebbe alla Toscana sulla base della percentuale del 6,5 % fissata dal protocollo di Kyoto da raggiungersi entro il 2010. Già lo stesso PER, sulla base delle priorità stabilite dalla L.R. 45/1997, promuoveva l’uso di fonti rinnovabili e la loro integrazione con le attività produttive e urbane: l’energia eolica (per cui è previsto un incremento entro il 2010 di 300 megawatt in 92 possibili aree eoliche), la cogenerazione con gas metano, la produzione di energia elettrica da rifiuti o sottoprodotti del loro trattamento. In Toscana il 23% dell’energia prodotta origina già da fonti rinnovabili, in particolare da centrali idroelettriche e geotermoelettriche. Inoltre si prevedeva la realizzazione di iniziative di razionalizzazione e di riduzione per limitare i consumi. Entro il 2010 si ipotizzava quindi di arrivare a : 100 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - un risparmio energetico di 3.3 Mtep, pari al 28% dell’intero consumo regionale; - un incremento della potenza elettrica installata di circa 1600 MW dei quali oltre 1000 da fonti rinnovabili e assimilate per l’incentivazione delle quali sono previsti speciali contributi in conto capitale provenienti da fondi comunitari (FERS e FEOGA), da fondi nazionali (Carbon Tax) e attraverso fondi Regionali (accisa sulla benzina). Per raggiungere tali obiettivi, inoltre, la L.R. 1/2005 (“Norme per il governo del territorio”, Titolo IV Capo II e Titolo VIII Capo III) promuove la diffusione dell’Edilizia Sostenibile, ossia la realizzazione di edifici costruiti secondo criteri rispettosi dell’ambiente, che consumino meno risorse energetiche e idriche, che garantiscano il benessere abitato delle persone e che siano realizzati con materiali non soltanto sicuri per la salute degli utenti ma il cui processo di vita non danneggi l’ambiente. La Giunta Regionale ha approvato con Deliberazione n° 322/2005 una istruzione tecnica costituita da 3 strumenti esplicativi (“Linee Guida regionali per l’Edilizia Sostenibile”; “Manuale dell’Edilizia Sostenibile”; “Elenco dei Materiali per l’Edilizia Sostenibile”) per la qualità urbana e ambientale che consentirà alle amministrazioni comunali di attuare, in modo oggettivo e omogeneo su tutto il territorio regionale, l’accesso agli incentivi economici e urbanistici previsti dall’art. 146 della stessa L.R. 1/2005. C.3.2-L’utilizzo delle fonti alternative Il motto del nuovo Piano di Indirizzo Energetico Regionale 2007-2010 “Consumare di meno, produrre di più” e ciò si realizza mediante 3 azioni: - Più efficienza . Meno Sprechi - Più rinnovabili. Meno emissioni - Uscire dal fossile per salvare il clima La toscana si pone 3 obiettivi “europei” da realizzare entro il 2020: 1- ridurre i consumi di energia del 20% mediante Riduzione dell’8% dei consumi attuali attraverso le imprese, le aziende, i Comuni - Incentivare i Comuni a sostituire gli impianti di illuminazione (356mila punti luce che nel 2005 hanno consumato 369GWh) con tecnologie e impianti più efficienti - Sostenere gli interventi di risparmio ed efficienza energetica nel settore industriale - Incentivare le imprese a realizzare 200 MW termici di cogenerazione a gas metano (piccole centrali per la produzione di calore ed elettricità) - Indirizzare gli interventi delle aziende e delle imprese di gestione del gas metano che devono realizzare (con il 3% del fatturato) interventi verso lo sviluppo dell’efficienza e delle fonti rinnovabili Riduzione del 12% dei consumi energetici grazie a incentivi, da parte di Governo e Regione, per le abitazioni e le imprese - La Finanziaria 2007 prevede fino al 2010 sgravi fiscali del 55% sugli investimenti per il risparmio energetico realizzati nelle abitazioni - Entro il 2010 la Regione vuole installare 630mila mq di pannelli solari per produrre acqua calda: 12,6 volte in più rispetto ai 50mila mq attuali. Un contributo regionale fino a 1000 € potrà essere aggiunto a quelli previsti dalla Finanziaria 2007 101 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - Distretto energetici abitativi: entro il 2010 saranno realizzate, con un investimento regionale di 5 milioni, oltre 20 localizzazioni (500 nuovi alloggi) ad altissima efficienza, con risparmi energetici del 40-50%. - Regolamento sulla qualificazione energetica degli edifici. Entro il giugno 2008: obbligatorio installare pannelli solari sui nuovi edifici. Conterrà anche la certificazione energetica degli edifici, che registri i risparmi realizzati contribuendo a dare valore agli immobili. - Il recepimento della direttiva europea 2006/32/CEE che prevede, in 9 anni, una riduzione del 9% dei consumi 2- produrre con fonti rinnovabili il 20% dell’energia consumata (elettrica + termica) - arrivare al 40% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili - arrivare al 10% dell’energia termica da fonti rinnovabili - sostituire il 10% delle benzine con biocarburanti - Aumentare di circa 10 volte la produzione di energia mediante la realizzazione di 25 centrali eoliche da 15-25 Mw (dagli attuali 27,8 a 300 MW). Il Lamma sta realizzando una mappa con le zone più vocate e prive di vincoli ambientali. - Passare dagli attuali 3 a 150 Mw di fotovoltaico (aumentare di 50 volte). Gli edifici pubblici dovranno essere dotati di pannelli solari per l’acqua calda come ha fatto la Regione con il Meyer e come è previsto per i 4 nuovi ospedali delle Apuane, di Lucca, Pistoia e Prato. La Regione firmerà accordi con ordini professionali, impiantisti, banche per favorire l’installazione del fotovoltaico su abitazioni, industrie, grandi distribuzioni, laboratori. - Potenziare la geotermia passando dagli attuali 711 Mw a 911 Mw (+28%) - Potenziare l’idroelettrico passando dagli attuali 318 ai 418 Mw (+31%) sfruttando piccoli impianti con procedure semplificate a livello provinciale - Potenziale l’uso delle biomasse passando dagli attuali 71 a 171 Mw (+240%) basandosi su impianti termici di piccole dimensioni: da 0,8 a 1,2 Mw e su filiere corte nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio 3- ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera del 20% ossia di 7,20 milioni di tonnellate all’anno 2 milioni in meno per l’aumento dell’uso delle fonti rinnovabili per produzione di energia elettrica pulita; 5,2 milioni in meno per la riduzione dei consumi nell’industria, nella mobilità, nelle abitazioni - incentivare l’uso dei mezzi pubblici (treno e tramvia) per ridurre il traffico giornaliero di automezzi e conseguentemente lo smog (CO2, NOx, PM10) 3.C.4 Indicatori per il monitoraggio degli effetti o Consumi energetici o Consumi elettrici o Consumi di carburanti o Emissioni gas serra – emissioni di CO2 da usi energetici per sorgente o Produzione energetica locale: fonti rinnovabili e assimilate 102 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.D- Il sistema rifiuti 3.D.1-INDICATORI DI STATO D.1.1.a- Riferimenti normativi Si riporta di seguito la definizione di rifiuto urbano RU, e di raccolta differenziata RD (secondo il D.Lgs 152/06) : “Sono rifiuti urbani : a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti a uso di civile abitazione; b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti a usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera g); c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade e aree pubbliche o sulle strade e aree private comunque soggette a uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali”. La raccolta differenziata è: “la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee”. Queste sono le scadenze imposte dal decreto Ronchi in merito alla percentuale di raccolta differenziata: Scadenze Art24 D.L.22/97 Obiettivo Periodo di riferimento Per il calcolo dell’efficienza Termine di presentazione delle schede di rilevamento da parte dei Comuni ad ARRR 3/03/2005 35% 1/01/2004-31/12/2004 anno solare 01/03/2005 3/03/200X 35% 1/01/200X-1 - 31/12/200X-1 anno solare 01/03/200X TLe scadenze imposte dal Decreto Ronchi (DLgs 22/97 e s.m.i.) per le percentuali di raccolta differenziata Il Comune di Massarosa rientra all’interno dell’ATO 2 che raggruppa tutti i Comune della Provincia di Lucca. Lo strumento fondamentale attraverso cui opera l’A.T.O. è il Piano Industriale per la gestione dei rifiuti urbani (2004-2008), pubblicato nel Supplemento parte IV^ n. 143 del Bollettino Ufficiale della Regione Toscana (B.U.R.T.) n. 38 del 21.09.2005 103 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.D.2- INDICATORI DI PRESSIONE 3.D.2.1-La produzione di rifiuti solidi urbani I dati sono stati ricavati dal sito web dell’ATO 2 rifiuti. Nella tabella seguente sono riportate le quantità di rifiuti prodotte annualmente dal 1998 al 2007, 1998 20101 % RD su RSU + RD RSU TOT t/anno/ab RSU TOT t/anno RD tot t/anno/ab RD tot. t/anno RSU t/anno/ab RSU t/anno Abitanti Anno distinguendo tra RSU tot, RSU (rifiuti solidi urbani indifferenziati) e RD (raccolta differenziata). 9812,000 0,488 1630,100 0,081 11442,100 0,569 14,840 1999 20286 11148,240 0,550 3735,920 0,184 14884,160 0,734 26,150 2000 20426 12144,060 0,595 5066,030 0,248 17210,090 0,843 30,680 2001 20480 11185,230 0,546 4882,060 0,238 16067,300 0,785 31,650 2002 20548 11902,540 0,579 4257,112 0,207 18159,650 0,884 27,440 2003 21212 11567,470 0,545 4443,150 0,209 16010,620 0,755 29,520 2004 21618 11097,400 0,513 5201,390 0,241 16298,790 0,754 33,950 2005 21902 11010,430 0,503 4492,350 0,205 15503,280 0,708 30,830 2006 22101 10996,430 0,498 3974,040 0,180 14970,470 0,677 28,240 2007 22513 11177,440 0,496 4091,070 0,182 15268,510 0,678 28,500 23000 20000 RSU TOT t/anno Abitanti 18000 22500 16000 22000 14000 21500 12000 abitanti t/anno 21000 10000 20500 8000 20000 6000 19500 4000 19000 2000 0 18500 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 104 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Dalla tabella e dal grafico relativo alle quantità di RSU tot prodotti dal 1998 al 2007 si osserva che, dopo una fase di incremento dal 1999 al 2002, negli anni successivi si è assistito a progressivo calo nonostante l’aumento della popolazione. 0,900 RSU TOT t/anno/ab 0,800 0,700 t/anno/ab 0,600 0,500 0,400 0,300 0,200 0,100 0,000 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Dal grafico precedente risulta evidente che, dal 2002, la produzione procapite di rifiuti solidi urbani (sia indifferenziati che differenziati) è andata diminuendo, molto probabilmente a seguito di campagne di sensibilizzazione e di una maggiore coscienza ecologica dei cittadini. Per quanto riguarda la raccolta differenziata si riportano i seguenti grafici relativi alla produzione annuale tot e per abitante. RSU tot e RD tot e media annua per abitante 20000 1,0 RD tot. RSU tot 18000 0,9 RSU per ab 16000 0,8 14000 0,7 12000 0,6 10000 0,5 8000 0,4 6000 0,3 4000 0,2 2000 0,1 0 t/anno/ab t/anno RD per ab 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 105 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 % RD su (RSU + RD) 34,0 35,0 30,7 % RD su RSU + RD 31,7 30,8 29,5 30,0 28,5 28,2 27,4 26,2 25,0 20,0 14,8 15,0 10,0 5,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 La raccolta differenziata si attesta su valori non superiori alle 5200 t/anno, valore registrato nel 2004, raggiungendo il 34% di percentuale rispetto al totale degli RSU. Negli ultimi anni tale percentuale risulta più bassa, intorno al 28,5%, sicuramente inferiore a quanto previsto dal decreto Ronchi. Per quanto riguarda la merceologia dei rifiuti differenziati si hanno i seguenti dati: Raccolta differenziata 2007 Stracci Batterie Pile esauste 2006 Farmaci scaduti 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00 60,00 t/anno 106 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Raccolta differenziata 2007 Legno 2006 Metallo Sfalci, potature e legname 2005 Organico grandi utenti 2004 Organico utenze domestiche (esclusi composter dom.) Plastiche 2003 Vetro 2002 Carta, cartone 2001 2000 1999 1998 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 t/anno Il Comune di Massarosa fa parte del ciclo di raccolta rifiuti del sistema Versilia, i sette Comuni conferiscono tramite ERSU e SEA i rifiuti all’impianto di selezione e compostaggio di Pioppogatto, gli stessi vengono selezionati e trattati, una parte di C.D.R. viene trasferita alla linee dell’impianto di termovalorizzazione di “Falascaia” nel comune di Pietrasanta. Il Comune di Massarosa effettua la raccolta differenziata porta a porta attualmente nel Capoluogo e nella frazione di Stiava e attraverso due stazioni ecologiche di conferimento. La frazione di rifiuti viene inviata a recupero attraverso consorzi di recupero plastica e vetro, mentre la carta viene trasferita nel ciclo delle cartiere. Il compost prodotto nell’impianto di “pioppo gatto” viene venduto per scopi industriali e agricoli. Il Comune distribuisce ai cittadini che né fanno richiesta la compostiera e contenitori specifici per la raccolta del vetro della plastica e degli olii alimentari. D.2.2- I siti contaminati I seguenti dati sono stati tratti dal sito web ARPAT/SIRA nel gennaio 2009. Codice SIRA 1612 LU1700-043 Autostrada A12 SALT 2138 LU1700-090 Ditta autotrasporti Franciosi 400 LU004 1987 693 LU1799-072 LU1700-003 Codice sito Denominazione Ex discarica comunale di Pioppogatto Fosso Gora di Stiava Oleificio ex SAIS Indirizzo Stato sito Loc. Viareggio Via Sarzanese - Ponte dei cavalli Attestazione di non necessità della bonifica Loc. Pioppogatto Progetto definitivo di bonifica approvato Via Poggio delle viti -Stiava Via del Palazzo-Stiava Messa in sicurezza di emergenza Piano di caratterizzazione presentato Attestazione di non necessità della bonifica 107 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 LU004- Pioppogatto Comune di Massarosa Tipo: Discarica RSU Superficie: mq 22.500 Volume: mc 67500 Ipotesi di intervento: Messa in sicurezza Descrizione: La discarica di Pioppogatto è situata nel Comune di Massarosa, all’interno della bonifica settentrionale del Lago. E’ costituita da due vasche. La prima vasca , in cui sono stati smaltiti circa 120000 mc di rifiuti, non è provvista di impermeabilizzazione, è stata attivata nel 1976 e disattivata nel 1992. La seconda vasca, munita di sistema di impermeabilizzazione, è stata costruita a circa 50 m dalla prima vasca, ma non si rileva la separazione, ed è stata utilizzata dal 1992 al 199… per il deposito di rifiuti giornalieri e per il trasferimento di una parte dei rifiuti derivanti dalla prima vasca. Da indagini effettuate su richiesta della Procura di Lucca, nel 1993, risultava che la base della discarica fosse in contatto con la falda freatica, la quale sembra addirittura risalire all’interno del corpo della discarica; le acque di ruscellamento, non esistendo un sistema di raccolta, defluivano direttamente nel fosso di bonifica e quindi nel sistema idrologico del Lago. Sono stati presentati diversi progetti di bonifica. 3.D.3-INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI Il D.Lgs 152/06 “Testo Unico sull’Ambiente” prevede che le pubbliche amministrazioni perseguano iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti mediante lo sviluppo di tecnologie pulite, l’immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire (o il meno possibile) a incrementare la quantità di rifiuti e attraverso lo sviluppo di tecniche per l’eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti. Nell’ATO 2, a livello di area di raccolta, il 2006 ha fatto registrare incrementi maggiori della produzione di rifiuti urbani totali nella Piana e Media Valle (+2,7%), seguita dalla Garfagnana (+ 2%) e dalla Versilia (+1,9%) Il Piano Regionale dei Rifiuti (1998) prevedeva una riduzione del 5-15% della produzione media pro-capite di RU entro il 2003 e il Piano provinciale del 1999 (approvato nel 2002) fissava una percentuale di riduzione per il 2003 tra il 3,5 e il 7,6%; tale obiettivo è ulteriormente rafforzato dal Piano Regionale di Sviluppo 20062010 (approvato il 19/07/2006) che prevede una riduzione nella produzione di RU del 15% (rispetto al 2004) entro il 2010. I dati elaborati invece mostrano un leggero incremento della produzione pro capite di rifiuti solidi urbani totali. E’ da comprendere se tale maggiore produzione pro capite di rifiuti urbani sia davvero causata da un più elevato livello dei consumi di cittadini o sia dovuta a un maggior livello di assimilazione di rifiuti non domestici (agli urbani). Le basse percentuali di raccolta differenziata rendono indispensabile l’attuazione di politiche di informazione e formazione mirate, circa: - l’uso di materiali riciclabili in sostituzione di materiali non recuperabili anche mediante il coinvolgimento dei soggetti economici della produzione e distribuzione dei beni 108 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - separazione efficace della frazione organica del rifiuto - allontanamento dal circuito dei rifiuti urbani i rifiuti delle attività produttive e commerciali A tale scopo il Comune ha attuato il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti con l’ambizioso obiettivo di raggiungere una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno il 50% per l’anno 2009. 3.D.4-- Indicatori per il monitoraggio degli effetti o Produzione di rifiuti urbani (RU totali e pro capite) o Percentuale raccolta differenziata o Autosufficienza gestionale a livello di ATO o Rifiuti urbani smaltiti in discarica o Impianti di selezione e trattamento o Impianti di recupero energia o Produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi o Produzione di rifiuti speciali di grandi aziende o comparti produttivi 109 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3.E – Risorse naturalistiche, paesaggistiche e ambientali E.1 - Analisi dell’uso del suolo I dati relativi all’uso del suolo del territorio comunale sono stati dedotti dagli strati informativi del PTC (scala 1: 10.000) di Lucca, del Corine Land Cover (scala 1: 100.000) aggiornato al 2000, del quadro conoscitivo Tav. 1 e Tav. 2 del Piano Strutturale Comunale. Per quanto riguarda la copertura forestale e le sue componenti sono stati elaborati anche i dati dedotti dalla Carta della Vegetazione Forestale del Bacino del Fiume Serchio, che tuttavia non comprende in toto il territorio comunale, poiché una porzione, precisamente la zona del Fosso Prunicci (NO) che drena nel Fosso di Camaiore, non fa parte del territorio ricadente sotto l’Autorità di Bacino del Fiume Serchio. Analisi del Corine Land Cover 2000 Superfici (Ha) Categoria uso suolo (Livello 3) Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 38,85 Aree industriali o commerciali 77,17 Aree prev. occup.da colture agrarie, con spazi nat. 46,78 Bacini d'acqua 953,94 Boschi di conifere 367,26 Boschi di latifoglie Boschi misti Corsi d'acqua, canali e idrovie Paludi interne Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori Seminativi in aree non irrigue 73,44 1049,88 56,52 660,83 6,53 1594,93 Sistemi colturali e particellari permanenti 338,09 Tessuto urbano discontinuo 686,96 Uliveti 923,63 Tab.1 – Uso del suolo Corine e superfici in ettari relative al Comune di Massarosa Fig.1 - Uso del suolo Corine e superfici percentuali relative al Comune di Massarosa 110 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Fig. 2 - Carta dell’uso del suolo al 3 livello Corine Land Cover del Comune di Massarosa Analisi dell’uso suolo PTC Lucca Categoria di uso del suolo affioramenti rocciosi, erosione superficiale aree urbanizzate associazioni ripariali boschi di latifoglie colture protette (serre-tunnels) frutteti impianti per arboricoltura incolti non produttivi invasi artificiali laghi oliveti praterie di crinale prati-pascoli seminativi (arborei-irrigui-semplici) siti d'escavazione verde d'interesse territoriale vigneti vivai zone umide Superfici (Ha) 9,75 687,96 0,57 1400,95 40,99 1,29 19,42 9,89 0,76 1087,98 740,19 0,18 16,43 2161,28 7,45 5,31 38,61 1,47 623,88 Tab. 2 – Uso del suolo PTC e superfici in ettari relative al Comune di Massarosa 111 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Fig. 3 - Uso del suolo PTC e superfici percentuali relative al Comune di Massarosa Fig. 4 – Carta dell’uso del suolo secondo PTC del Comune di Massarosa 112 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Analisi della Carta della vegetazione forestale sperimentale del bacino del Fiume Serchio La carta forestale del bacino pilota del fiume Serchio è una carta tematica che rappresenta la copertura forestale al momento del rilevamento o dei successivi aggiornamenti, mediante una tipologia fisionomicocolturale essenzialmente descrittiva. Il grado di dettaglio dell'elaborato mette in condizione di conoscere con precisione le reali estensioni dei boschi, la loro precisa ubicazione e le caratteristiche qualitative dei soprassuoli forestali (composizione specifica, tipo di governo, densità media). Ai sensi dell’art. 3 della L.R. 21 marzo 2000, n. 39 e succ. mod. ed integr., si definisce bosco qualsiasi area, di estensione non inferiore a 2000 m2 e di larghezza maggiore di 20 m, misurata al piede delle piante di confine, coperta da vegetazione arborea forestale spontanea o d’origine artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo, che abbia una densità non inferiore a 500 piante per ettaro oppure tale da determinare, con la proiezione orizzontale delle chiome, una copertura del suolo pari ad almeno il venti per cento. Costituiscono altresì bosco: i castagneti da frutto e le sugherete; le aree già boscate nelle quali l’assenza del soprassuolo arboreo o una sua copertura inferiore al venti per cento abbiano carattere temporaneo e siano ascrivibili a interventi selvicolturali o d’utilizzazione oppure a danni per eventi naturali, accidentali o per incendio; le formazioni costituite da vegetazione forestale arbustiva esercitanti una copertura del suolo pari ad almeno il quaranta per cento. Fig. 5 - Carta dei Tipi forestali della porzione comunale ricadente nell’Autorità di Bacino del Serchio 113 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 ETICHETTA 0.0.0.0.0.0 Uso Suolo - - Categorie forestali Tipi forestali - - 3.1.1.2.C.1 Leccete 3.1.1.3.C.1 3.1.1.3.CO.1 Boschi a prevalere di latifoglie 3.1.13.2.C.1 3.1.15.1.CF.1 3.2.6.1.F.1 Territori boscati 3.1.14.3.C.1 3.1.15.1.C.1 Boschi a prevalere di conifere 3.3.14.3.CF.1 Castagneti 3.3.15.1.C.1 3.3.6.1.F.1 Pinete di pino domestico Pinete di pino marittimo 4.11.2.2.0.5 4.13.2.2.0.5 4.152.0.0.0.0 aree seminaturali 3.3.6.3.CF.1 Macchia mediterrane aa portamento arbustivo cespuglieti e arbusteti Pascoli arborati o cespugliati 81-100% 6,52 Orno – lecceta con roverella nelle zone interne Ceduo a regime Ceduo in conversione e fustaia transitoria 81-100% 96,52 81-100% 29,01 Ceduo a regime 81-100% 0,16 Ceduo a regime 81-100% 8,94 Ceduo a regime Ceduo a regime Ceduo frammisto ad alto fusto 81-100% 81-100% 0,01 71,40 81-100% 7,30 Fustaia 81-100% 102,61 Fustaia 81-100% 462,72 81-100% 28,99 81-100% 8,47 81-100% 212,75 Fustaia 81-100% 0,60 Fustaia 81-100% 117,77 Ceduo frammisto ad alto fusto 81-100% 142,17 - 41-100% 47,29 - 41-100% 5,60 Macchie mediterranee - - - 6,33 Pineta di clima suboceanico di pino marittimo a Ulex europaeus Pineta mediterranea di pino marittimo su macchia acidofila Robinieto d’impianto 3.3.15.1.CF.1 Boschi misti di latifoglie e conifere Ceduo a regime Castagneto acidofilo Robinieti 3.3.5.4.F.1 76,52 Robinieto d’impianto 3.2.6.3.F.1 Sup. (ha) - Robinieti Pinete di pino marittimo Cop.% - Castagneti 3.1.13.5.C.1 1 Lecceta di transizione a boschi di caducifoglie Ostrieto mesofilo a Sesleria argentea delle Apuane Ostrieto termofilo dei calcari marnosi ad Asparagus acutifolius Castagneto acidofilo Ostrieti Governo Pineta planiziale mesoigrofila di pino domestico Pineta di clima suboceanico di pino marittimo a Ulex europaeus Pineta mediterranea di pino marittimo su macchia acidofila Ceduo frammisto ad alto fusto Ceduo a regime Ceduo frammisto ad alto fusto Macchia bassa mesomediterranea - Totale 1431,66 Tab. 3 - Copertura forestale del territorio comunale e caratteristiche fisionomico colturali del della porzione comunale ricadente nell’Autorità di Bacino del Serchio 1 Per esigenze grafiche le voci di legenda sono state abbreviate, di seguito di riportano per intero. Ceduo a regime (semplice o matricinato, composto o intensamente matricinato con copertura delle matricine inferiore al 70%, a sterzo) Ceduo invecchiato (semplice o matricinato, composto o intensamente matricinato con copertura delle matricine inferiore al 70%, a sterzo , con età dei polloni superiore a 36 anni) Castagneto da frutto abbandonato (non vi sono segni recenti di pratiche colturali) Soprassuolo non governato o dove non è possibile identificare una forma di governo Ceduo frammisto ad alto fusto (mosaico di fustaie e cedui misti) Fustaia (coetanea, disetanea, irregolare) 114 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Tav. 2 del Quadro conoscitivo del Piano Strutturale: Carta dell’ Uso del Suolo del Territorio aperto La carta dell’uso del suolo del territorio aperto elaborata nell’ambito del Quadro conoscitivo del Piano Strutturale è articolata così come nel campo “Legenda Uso Suolo PS” della tabella che segue. I dati relativi all’estensione in ha sono stati calcolati in modo automatico in area GIS sui tematismi vettoriali forniti dall’Amministrazione comunale. LEGENDA USO SUOLO PS Zone umide (657,65 ha) Boschi di latifoglie (299,57 ha) Canneto palustre 479,48 Cannuccia e falasco 79,99 Sfagnete 3,85 Tifa 31,98 Falascheti 44,63 Macrofite acquatiche 17,72 Castagneti 22,36 Latifoglie a roverella, carpino e cerro 104,41 Latifoglie mesoigrofile e igrofile 4,66 Ostrieti 2,36 Querceti di roverella Boschi di conifere (627,76 ha) Boschi di sclerofille (47,20 ha) Boschi misti (141,25 ha) Colture permanenti (1186,20 ha) Sup. (ha) 3,65 Robinieti 146,27 Pioppete 15,86 Cipressi 1,06 Pineta di pino domestico 2,08 Pinete di pino marittimo 623,85 Presenza di abeti 0,77 Leccete 47,20 Pino marittimo e castagno 24,18 Sclerofille e conifere 34,82 Sclerofille e latifoglie 23,01 Latifoglie e conifere 59,24 Frutteti 45,57 Oliveti 912,80 Oliveti terrazzati in abbandono 119,02 Olivocoltura, coltivazioni miste 71,28 Vigneti 37,53 Seminativi (1525,05 ha) Orto-florocoltura 169,58 Seminativi 1355,47 Aree aperte (420,77) Incolti 169,19 Radure e praterie 251,58 Verde ornamentale 62,33 Lago, chiari, canali 1064,02 Territorio insediato 843,00 Zone non agricole a verde artificiale (62,33 ha) Corpi d’acqua (1064,02 ha) Tab. 4 – Uso del suolo e superfici in ha del Comune di Massarosa secondo dati PS 115 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Fig. 6 - Uso del suolo PS e superfici percentuali Considerazioni generali Nonostante certe incoerenze dei dati dovuti alla diversa scala di elaborazione, alla diversa tipologia di legenda adottata, nonché alla data di realizzazione e al territorio complessivo analizzato, tutte le fonti confermano che l’uso del suolo presenta un’articolazione piuttosto complessa e diversificata, in virtù della particolare posizione geografica, della morfologia e dell’orografia del territorio comunale. Tenendo conto dei dati dedotti dagli strati informativi messi a disposizione dal SIT comunale, circa il 39% dell’intera area è destinata al settore agricolo che si distingue nettamente in colture permanenti e seminativi comprese le serre e l’orto-floro-vivaismo. Delle prime circa il 93% è rappresentato dall’olivicoltura, che domina incontrastata in ambito collinare, dove le sistemazioni di versante a terrazzi e a ciglioni costituiscono un elemento di forte identità paesaggistica. Diffusi generalmente in tutti i versanti a esposizione favorevole, gli oliveti si concentrano particolarmente nella fascia compresa fra Miglianello e la fattoria di Campo Romano. Circa il 10% è in fase di abbandono mentre circa il 6% si presenta in coltura mista. A testimonianza dell’antica origine della coltivazione dell’olivo, si ricorda, in località Pian del Quercione, l”ulivo dei trenta zoccoli” inserito tra gli alberi monumentali d’Italia. Ridotta la superficie destinata a vigneto e a frutteto, coltura quest’ultima più diffusa nella zona della bonifica, dove prevalgono le aree destinate a seminativo. La coltivazione predominante è quella del mais, talora integrata da soia e girasole e da qualche coltivazione orticola estensiva. Negli ultimi decenni si è assistito al progressivo affermarsi dell’agricoltura intensiva con conseguente perdita della diversificazione colturale e paesaggistica. In effetti, per consentire la meccanizzazione delle operazioni colturali, sono aumentate le anche le dimensioni degli appezzamenti. Sempre in ambito planiziale, sono diffuse le colture protette, che in diversi casi, versano in condizioni di totale abbandono e incuria. Si ricorda inoltre la presenza di prati destinati al pascolo, che seppur ridotto, è ancora presente nell’area di bonifica. Laddove cessano le attività agro-pastorali o dove le condizioni edafiche sono sfavorevoli, prevalgono gli incolti che spesso si 116 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 caratterizzano come prati umidi o fragmiteti (canneti a Phragmites australis) moderatamente igrofili in pianura, e come felceti e roveti nel settore collinare. Sia nella fascia collinare che in quella planiziale accanto al paesaggio agricolo e urbano è forte la presenza di elementi di evidente naturalità. Da un lato il complesso del Lago e del Padule di Massaciuccoli caratterizzato dal vasto specchio d’acqua e dalle cinture esterne in cui dominano le formazioni a grandi elofite come i canneti a Phragmites australis e i falascheti a Cladium mariscus intervallati dai chiari di caccia e dai canali, dall’altro il sistema, talvolta frammentato e disgiunto, dei boschi collinari. Circa il 16% dell’area comunale è caratterizzata da copertura forestale. Secondo quanto riportato dall’uso del suolo del PS e dalla Carta della vegetazione forestale del bacino del Serchio, prevalgono le pinete a pino marittimo (Pinus pinaster), specie spesso consociata anche alle latifoglie e presente nei castagneti cedui. Decisamente inferiore la copertura da imputare ai boschi di latifoglie a prevalenza di specie quercine e ai boschi di sclerofille di transizione presenti alle esposizioni meridionali e su pendii piuttosto acclivi caratterizzati da litotipi di natura carbonatica. Tra le tipologie forestali una certa attenzione deve essere rivolta ai robinieti, che tra i boschi decidui risultano i più estesi. Robinia pseudoacacia, specie alloctona nordamericana, presenta - per la notevole rusticità e per la facilità di diffusione gamica e agamica – una spiccata invasività. La presenza di castagneti nelle aree più elevate e alle esposizioni settentrionali potrebbe essere interpretata come residuo di boschi in passato più diffusi e oggi ridotti per le mutate condizioni socioeconomiche. Le aree urbanizzate formano una fascia pressoché continua nell’area pedecollinare e si insinuano più internamente laddove i rilievi arretrano verso nord per la presenza di ampi fondovalle che sfumano nelle aree planiziali di bonifica. Si crea così un’interruzione tra il sistema agricolo e naturale della collina e quello della pianura, già sottolineato dall’asse autostradale A11-12. Più sparsi e integrati i centri abitati collinari che fanno capo ad antichi presidi del territorio. Il sistema urbanizzato che si sviluppa da Piano di Mommio a Massarosa si protende anche verso Viareggio localizzandosi preferenzialmente nell’area di Montramito dove parallelamente alla gora di Stiava si concentra un’area industriale – artigianale in progressiva espansione. Nella zona, a ridosso del confine comunale con Viareggio, si localizzano anche ex-cave di sabbia in parte occupate da specchi d’acqua artificiali derivanti dalle passate attività di scavo, in parte destinate a impianti di frantumazione inerti. Si sottolinea che l’area di San Rocchino, il vicino impianto di compostaggio e la ex discarica di Pioppo Gatto costituiscono un elemento di forte fragilità poiché in diretta connessione con il biotopo lacustre. E.2 - Aspetti floristici e vegetazionali Per una più agevole descrizione dell’assetto floristico-vegetazionale del comune è opportuno distinguere l’area planiziale e lacustre da quella collinare, dove le diverse condizioni morfologiche ed edafiche si esprimono rispettivamente con comunità azonali nella prima e con tipologie zonali nella seconda. Area planiziale e lacustre L’area planiziale del comune, come già sottolineato, è caratterizzata dal sistema lacustre e palustre del Massaciuccoli, circondato da ampie zone di bonifica in gran parte destinate all’agricoltura. Una fitta trama di canali e scoline secondarie è idraulicamente connessa con il lago. 117 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Poiché il lago e le aree palustri circostanti sono ricomprese all’interno del SIR-pSIC-ZPS “Lago e Palude di Massaciuccoli”, per una descrizione più dettagliata si rimanda al Quadro Conoscitivo della Relazione di incidenza alla Variante del Piano Strutturale di Massarosa. Dal punto di vista vegetazionale si possono essenzialmente distinguere 2 aspetti: le comunità di idrofite che popolano lo specchio d’acqua (compresi i chiari realizzati a scopo venatorio o conservazionistico) e i canali, le comunità elofitiche legate alle cinture esterne del lago che assumono carattere palustre. Alle prime si riferiscono cenosi di rizofite e/o pleustofite natanti e flottanti che si distribuiscono al margine del cratere lacustre o in alcuni specchi secondari, ma anche lungo alcuni canali della bonifica. Purtroppo a causa dell’eutrofizzazione e di altre criticità (specie esotiche, salinizzazione ecc.), l’estensione e la diversità di queste tipologie vegetazionali, hanno subito un rapido decremento e molte specie di interesse conservazionistico non sono state raccertate o si sono rarefatte. Le cinture esterne sono colonizzate da estese comunità elofitiche di cui Phragmites australis e Cladium mariscus sono le specie più rappresentative. Possono formare comunità a se stanti o popolamenti misti. Dal punto di vista della diversità vegetale, i cladieti o falascheti risultano di maggior interesse conservazionistico e, nonostante la competitività di Phragmites australis, sono ancora ben rappresentati. Si tratta di aspetti di impronta atlantica o centroeuropea che in Italia sono ridotti e piuttosto localizzati. Anche la normativa comunitaria e regionale sulla biodiversità (Dir. 92/43 CEE; L.R. 56/00) ne riconosce il pregio e li elegge ad habitat di interesse. La florula è assai diversificata e ospita elementi di pregio conservazionistico. Il canneto palustre o fragmiteto presenta una composizione meno eterogenea, Phragmites australis tende infatti a soppiantare altre specie più esigenti. Inoltre le pratiche, seppur abusive, dell’incendio a scopo venatorio, ne aumentano la diffusione e deprimono le altre specie. Il canneto si protende anche lungo i canali che solcano le aree agricole e tende a invadere le zone abbandonate più depresse che non si interfacciano direttamente con lo specchio palustre, garantendo così una certa connettività laddove il territorio è stato profondamente modificato. Anche se meno estesi, in prossimità dello specchio d’acqua si stanno espandendo comunità a Typha angustifolia, particolarmente estesi nel settore meridionale del lago. Infine, anche se l’estensione si è ridotta progressivamente e la localizzazione è variata nel tempo, persistono comunità caratterizzate da muschi del genere Sphagnum, che ospitano specie rare e di particolare interesse biogeografico e conservazionistico. Localmente sono conosciuti come aggallati, proprio perché si insediano su materiale organico galleggiante e spesso sono invasi dalla stessa Phragmites. Si tratta di comunità microterme di significato relittuale, sopravvissute ai cambiamenti climatici grazie a particolari condizioni stazionali e all’effetto tampone che le zone umide hanno sul clima. Qui sopravvivono specie rare e vulnerabili di grande significato fitogeografico. Nelle aree dove si assiste a un progressivo interramento compaiono fanerofite igrofile come Alnus glutinosa, specie propria di boschi palustri planiziali. L’area di bonifica, come ricordato, è prevalentemente vocata all’agricoltura. La distesa dei seminativi è spesso interrotta da boschetti di Eucalyptus sp.pl., genere di alberi di origine australiana e quindi senza interesse naturalistico, perché di origine esclusivamente artificiale. Ridotte le alberate a prevalenza di Populus alba, che meriterebbero di essere salvaguardate. 118 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Area collinare E’ in corrispondenza della parte collinare che, in mosaico o nella fascia altitudinale soprastante agli oliveti, si concentra la copertura forestale del territorio comunale. Come già evidenziato, i boschi più diffusi sono le pinete a Pinus pinaster, in cui il sottobosco si caratterizza per le particolari condizioni stazionali. Si distingue infatti una pineta di clima suboceanico dove il sottobosco è dominato dal ginestrone (Ulex europaeus), a cui si affiancano le eriche (Erica arborea, E. scoparia) e corbezzolo (Arbutus unedo), che invece prevalgono negli aspetti più mediterranei dove il pino sovrasta una fitta e intricata macchia acidofila. Le pinete potrebbero costituire un aspetto di sostituzione di originari boschi di latifoglie o sclerofille xerofili, che sopravvivono limitatamente nel territorio comunale, ma che più si avvicinano alla vegetazione potenziale dei luoghi. La diffusione del pino e degli arbusti pirofiti è favorita dagli incendi, in conseguenza ai quali si possono rinnovare in massa, l’uno da seme e gli altri da ceppaia. Tra le specie arboree, subordinati al pino si possono ritrovare cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus pubescens), orniello (Fraxinus ornus), leccio (Quercus ilex) e castagno (Castanea sativa). In aree di modeste dimensioni si può riscontrare la presenza di pinete a pino domestico (Pinus pinea) come presso le località di Fontanelle e Colletto. In alcune aree compaiono anche abeti, ma il loro ruolo è marginale, sia per l’eventuale interesse forestale che paesaggistico. Si ricorda inoltre la presenza di cipressi (Cupressus sempervirens) sparsi nel territorio, generalmente lungo le vecchie vie di comunicazione. I boschi di roverella dominante e i boschi misti di quest’ultima specie con cerro (Quercus cerris) e carpino nero (Ostrya carpinifolia) hanno una distribuzione frammentaria e un’estensione piuttosto modesta. Tra le altre latifoglie si ricordano l’acero campestre (Acer campestre), i sorbi (Sorbus domestica, S. torminalis). Il sottobosco è ricco di specie fra cui il biancospino (Crataegus monogyna), le eriche (Erica arborea, E. scoparia), le ginestre (Genista tinctoria, Cytisus scoparius), la coronilla (Coronilla hemerus). Qua e là si ritrova il pungitopo (Ruscus aculeatus) che può formare anche estesi popolamenti. Talvolta può prevalere il carpino, per formare dei consorzi di limitata estensione a carattere termofilo. Nel complesso boschi di latifoglie costituiscono un elemento di interesse conservazionistico: la loro importanza è da mettere in relazione al fatto che sono rappresentativi degli antichi boschi naturali presenti originariamente in aree più vaste. Nell’ambito dei boschi decidui, persistono lembi ridotti di castagneto. Si tratta di cedui che occupano i versanti settentrionali e le quote maggiori. L’area di maggior concentrazione è quella di Gualdo, in corrispondenza del Monte Ghilardona. Il tipo di riferimento (castagneto acidofilo) è contraddistinto da un sottobosco di impronta acidofila subatlantica con Calluna vulgaris, Teucrium scorodonia, Pteridium aquilinum, Avenella flexuosa. Diffuse specie arbustive come Erica arborea e alberelli di agrifoglio (Ilex aquifolium). I versanti che occupano presentano tracce di sistemazioni agricole a testimoniare la passata presenza di castagneti da frutto, oggi del tutto scomparsi. Le leccete, che, per la partecipazione di orniello e roverella, si manifestano spesso in aspetti di transizione verso il bosco decidue termoxerofilo, si distribuiscono nel settore orientale e sud-orientale del comune, sopra l’abitato di Massaciuccoli, presso Compignano, in corrispondenza del Monte Pelara e lungo le propaggini meridionali dei monti di Chiatri. Quando il soprassuolo è maturo il numero delle specie che partecipano al sottobosco è piuttosto limitato ma dove l’insolazione è maggiore, compaiono la lentaggine (Viburnus tinus), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), la strappabrache (Smilax aspera), la fillirea (Phyllirea angustifolia), la robbia (Rubia peregrina), la coronilla (Coronilla emerus), il 119 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 trifoglino irsuto (Dorycnium hirsutum) ecc. e nei casi di maggior degrado verso la macchia mediterranea, si ritrovano il lentisco (Pistacia lentiscus), il terebinto (P. terebinthus), l’euforbia cespugliosa (Euphorbia characias), il legno puzzo (Rhamnus alaternus). Le varie facies della lecceta insieme ai querceti misti costituiscono l’aspetto più prossimo alla vegetazione forestale potenziale della zona e per questo meritano particolare attenzione, specifiche misure di gestione e salvaguardia. Lungo gli impluvi, nelle vallecole e lungo i versanti più freschi si insediano boschi di neoformazione a Robinia pseudoacacia, specie nordamericana che si diffonde spontaneamente con caratteri di vera e propria invasività. Spesso sostituisce le formazioni ripariali lungo i torrenti, si insinua nei boschi recentemente diradati o nei terreni abbandonati dall’agricoltura. I robinieti hanno un sottobosco ricco di specie nitrofile come rovi (Rubus sp.pl.) e sambuco nero (Sambucus nigra). E’ possibile la presenza di matricine di castagno e di querce che testimoniano la composizione del bosco precedente. Le cenosi ripariali sono piuttosto ridotte e si rinvengono tracce lungo alcuni corsi d’acqua dei versanti settentrionali, nei quali le specie più rappresentative sono l’ontano nero (Alnus glutinosa) e il pioppo (Populus alba). Questi consorzi, rappresentano un elemento di fragilità, non tanto dal punto di vista selvicolturale, quanto perché alterano il carattere paesaggistico dei luoghi e le caratteristiche della biodiversità locale. Dai ripetuti incendi che hanno interessato la compagine boschiva derivano macchie basse mesomediterranee caratterizzate da specie già presenti nel sottobosco della pineta e in misura minore della lecceta. Le specie frequenti sono Erica arborea, E. scoparia, Arbutus unedo, Ulex europaeus e Spartium junceum. Alcune di queste specie colonizzano anche gli ex-oliveti, mentre in quelli di più recente abbandono si registra un’ingressione di rovo e felce aquilina (Pteridium aquilinum) e nelle zone moderatamente più umide di Arundo donax. 120 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.3 - Gli alberi monumentali del territorio comunale La Regione Toscana con la L.R. 60/98 promuove la tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali. Ai sensi dell’art. 2 sono considerati alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico: a. gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età dimensioni possono essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità; b. gli alberi che hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali. Tra gli individui citati nell’elenco regionale degli alberi monumentali istituito ai sensi dell’art. 3 della stessa legge, è presente l’olivo dei “ Trenta zoccoli” (Olea europea L.) localizzato a Pian del Quercione, nel comune di Massarosa. Nella Relazione Tecnica del Piano Strutturale vigente accanto all’olivo è stata acnhe segnalata la presenza di altri interessanti individui. Di seguito si riportano per ciascuno sintetiche informazioni: OLIVO DEI TRENTA ZOCCOLI - (Olea europaea L.) LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO INTERVENTI E MISURE PROPOSTE OSSERVAZIONI Piano del Quercione Altezza: 8 m; Circonferenza: 11 m; Data di Impianto: non segnalata. Età: è stata stimata 1700 -2000anni discrete nessuna costante monitoraggio al fine di combattere si tratta di uno degli alberi più vecchi d’Italia PALMA DELLE CANARIE - (Phoenix canariensis Chabaud) LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO INTERVENTI E MISURE PROPOSTE OSSERVAZIONI Parco Villa Ginori - Loc. La Piaggetta Altezza: 10 m (media); Circonferenza: 1 m (media); numero di esemplari: numerosi; Data di Impianto: fine ‘800 buone nessuno ripulitura delle foglie disseccate da eseguire con le dovute cautele onde evitare il danneggiamento di eventuali nidi di ardeidi o strigiformi si tratta del complesso di palme più spettacolare della Toscana settentrionale LECCIO - (Quercus ilex L.) LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO INTERVENTI E MISURE PROPOSTE OSSERVAZIONI Montigiano, loc. al Termine Altezza: 13m - Circonferenza: 3,4 m; Numero di esemplari: 1; data di Impianto: non segnalata abbastanza buone nessuno costante monitoraggio al fine di combattere sul nascere eventuali patologie questo individuo, insieme a quello di Montemagno nel Comune di Camaiore, rappresentano gli esemplari più grandi finora noti per le colline versiliesi 121 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 ROVERELLA - (Quercus pubescens Willd.) LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO INTERVENTI E MISURE PROPOSTE OSSERVAZIONI Via/Località: S.S. 439 al bordo di un tornante Altezza: 18 m; Circonferenza: 1,30 m; Numero di esemplari: 1; Data di Impianto: non segnalata. età stimata 100-120 anni buone Nessuno. Essendo posizionata su una strada è necessario prestare attenzione ad eventuali lavori di manutenzione o di servizio che coinvolgano scavi in profondità nessuno nessuna CIPRESSO CALVO - (Taxodium distichum (L.) Richard) LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO INTERVENTI E MISURE PROPOSTE OSSERVAZIONI Via/Località: Strada Comunale Ginori ed omonima villa. Loc. La Piaggetta Altezza: 15 ml (media); Circonferenza: 1,20 m (media) Numero di esemplari: diversi; Data di Impianto: fine ‘800. abbastanza buone nessuno ripulitura dal secco lungo la strada esisteva un altro individuo distrutto da un fulmine alcuni anni fa E.4 – Le cavità ipogee Nel territorio comunale sono presenti alcune cavità ipogee, di cui si ricordano le grotte delle Fate di Ritomboli a Mommio, dove sono stati ritrovati importanti reperti preistorici. 122 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.5 - Il paesaggio Nella Relazione Tecnica al Piano Strutturale Vigente, alla quale si rimanda per una conoscenza più dettagliata, è stata fatta un’analisi del paesaggio comunale sia esaminandone le modalità percettive sia attraverso l’individuazione ed analisi iconologica di aree di paesaggio omogenee e di elementi paesaggistici peculiari. All'interno del territorio comunale si riconoscono alcune grandi regioni formali: la pianura, il lago e la collina che nell’insieme concorrono alla plurale identità paesaggistica di Massarosa. In ciascun aspetto si individuano ulteriori articolazioni: la pianura si mostra ordinata da varie trame, idrauliche, stradali e poderali; l'area lacustre si distingue nel vero e proprio lago e nell'insieme dei canali maggiori di deflusso delle acque; il fronte collinare si rivela discontinuo per la presenza di conche vallive, mentre il manto arboreo rivela la presenza di boschi nei versanti più interni. Le infrastrutture operano anch’esse delle importanti partizioni: la pianura tripartita dalla strada provinciale di Montramito (e dall'area industriale da essa innervata) e dalla ferrovia Lucca - Viareggio (coincidente in buona parte con il limite settentrionale del parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli); la strada statale pedecollinare Sarzanese-Valdera, che di fronte alla conca di Stiava segna una cesura nella pianura, definendo così una zona planiziaria interna ed una esterna. Anche la stessa area lacustre si suddivide in una settentrionale, sorta artificialmente per allagamento di cave, elemento che va a inserirsi nel già articolato sistema delle acque. Nel territorio comunale sono state classificate nove categorie omogenee di paesaggi peculiari: 1. Il sistema delle acque 2. La pianura 3. La collina rimodellata 4. I boschi 5. La collina urbanizzata 6. La Sarzanese-Valderana 7. L'Autostrada 8. L'area industriale di Montramito 9. Le serre Ne deriva un assetto ibrido del paesaggio contemporaneo del quale i principali aspetti di degrado paesaggistico si individuano nella presenza dell’asse autostradale, nell’urbanizzazione collinare, nell'area industriale di Montramito, in molti segmenti della Sarzanese-Valdera, nella dispersione episodica delle serre. In corrispondenza delle aree di pregio paesistico, è necessario potenziare le qualità preservandole attraverso la tutela attiva, e le situazioni di qualità potenziale, da attuare attraverso una trasformazione indirizzata. 123 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.6 - Vincoli di tutela presenti sul territorio E.6.1 - Gli usi civici Con l’istruttoria demaniale sull’intero territorio storico del Comune di Massarosa del 30 settembre 1995 a cura dell’Arch Michele Fusillo, incaricato con Del G.R. n° 8470 del 05-09-1994 (Regione Toscana- D.pto Agricoltura e Foreste - Ufficio Uso Civici e Demani Collettivi) è stata condotta una indagine storico giuridica relativa all’esistenza di diritti di demani civici di cui alla Legge 1766/27. L’analisi, particolarmente complessa e articolata, porta alla conclusione che il Comune di Massarosa, secondo quanto emerge dal catasto, non è interessato di beni di uso civico ed è titolare di beni che, per la maggior parte, sono da ricondurre a frazioni residue di aree fabbricabili, a zone di rispetto e a sporadici terreni agricoli che risultano ancora concessi a livello. Questo perchè, a seguito delle bonifiche effettuate ai sensi di varie leggi e decreti, i diritti che le popolazioni detenevano su queste terre sono stati prima sospesi e poi definitivamente aboliti con il taglio dei boschi e la riduzione a coltura delle stesse terre, con la formazione delle “chiuse” che, dapprima assegnate a livello e poi definitivamente alienate, consentorono la definitiva privatizzazione dei beni. In altri termini le terre bonificate e definitivamente trasformate in terre agricole e successivamente urbanizzate, sono da ritenersi allodio, proprietà privata, per cui non essendo intervenuta alcuna dichiarazione di usi civici su terre private nel Comune di Massarosa, ai sensi dell’art. 3 della L. 1766/27, gli usi derivati da titolo, a eccezione di quello di pesca, risultano estinti. Solo il diritto di pesca, anch’esso derivante da titolo e per sua natura non influenzato dalle bonifiche, risulta essere ancora praticabile su alcuni corsi d’acqua presenti sul territorio in esame. Le prime tracce di questo diritto sono a favore della Comunità di Massaciuccoli e risalgono al 1428, quando, vigendo un regime di compartecipazione alla proprietà del Lago di Massaciuccoli, venne diviso in 48 parti e 2/48 di esso vennero intestati al Comune di Massaciuccoli, che qui esercitava diritto di pesca. Tale demanio fu successivamente alienato alle varie famiglie lucchesi che si aggiudicarono poi l’intera proprietà del Lago. Dal momento che, ai sensi dell’art. 10 del RD 332/28 l’uso di pesca non è soggetto a divisione, esso viene riconosciuto alla Comunità di Massaciuccoli che risiede in quella parte di territorio individuato al N.C.T. del Comune di Massarosa nei fogli di mappa n° 58, 59, 63, 64, 65, 66. Anche l’antica comunità di Massarosa possedeva il diritto di pesca nel Lago di Massaciuccoli ottenuto nel 1486 dal Capitolo di S Martino. Nell’atto il Capitolo di S. Martino trasferiva a favore di Ser Bartolomeo, sindaco e rappresentante del Comune di Massarosa, “tutti i diritti, le azioni, le ragioni, le facoltà, le comodità e le utilità...sulle marine (il terreno posto tra il lido del mare e il padule di natura boscosa), sulle pasture agresti (i pascoli nei campi), silvestri (nelle foreste), gli aldii (i terreni coltivati dai semiliberi), le acque (i corpi d’acqua presenti nel territorio)”. Tra le “acque” intestate ai Canonici per esercitarvi il diritto di pesca, vi era anche la Piscaria di Colubraria nel Lago di Massaciuccoli (che compare anche nei riconoscimenti imperiali di Erico VI del 1196 e di Federico I del 1178), sito in quella zona compresa tra la foce della Fossa Malfante e la Fossa delle Venti. Il diritto di pesca quindi, in conclusione all’indagine, si estende, oltre che al suddetto Cesto di Colubraia, anche su tutti i corsi d’acqua, tra quelli oggi esistenti e laddove risulta praticabile l’esercizio della pesca, presenti nella ex Sezione I del Vecchio Catasto, tra cui: 1- Fosso il Portovecchio; 2- Fosso il Pantaneto; 124 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 3- Fosso La Burlamacca (in parte); 4- Fosso la Pieve (in parte); 5- Fosso detto il Fossina (in parte); 6- Fosso detto l’Argine di Prete Piero; 7- Fossa delle Venti (in parte); 8- Fossa Mansi (in parte); 9- Rio di Porto-Vecchio; 10- Rio Nuovo; 11- Rio dell’Acqua Chiara; 12- Rio della Polla del Morto; 13- Rio degli Sterpeti; 14- Rio di Ficaglia; 15- Rio di Vallacava I diritti dipesca sui beni suddetti risultano qundi da attribuire a tutta la popolazione residente nella ex sezione I di Massarosa che oggi al N.C.T. corrisponde ai fogli n° 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43. I diritti di pesca nel lago a favore della Comunità di Massaciuccoli e di Massarosa, nonchè quelli su altri corsi d’acqua presenti nella sezione di Massarosa, ai sensi dell’art. 10 del R.D. 332/1928, avrebbero dovuto esercitarsi in base a uno specifico regolamento. Per quanto concerne i diritti di uso derivanti da consuetudine come quelli di falascare e di raccogliere erbe nei paduli di Bozzano che oggi sono passati a proprietà privata, non essendo stata presentata denuncia di usi civici sulle terre private entro i termini previsti dall’at. 3 della L. 1766/27, tali terreni risultano immuni da usi civici. 125 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.6.2 - Aree naturali protette Parco Regionale Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli Istituzione: L.R. n° 61 del 13/12/1979 Ente di gestione: Ente Parco Regionale (istituto con L.R. n° 24 del 16/03/1994) Estensione: 15.791 ha Fig. 1 – Parco Regionale Migliarino-S. Rossore Massaciuccoli Il piano del parco regionale, quale strumento di tutela dei valori naturali ed ambientali fa riferimento ai contenuti di cui al comma 1 e 2 dell'art. 12 della L.394 del 6/12/1994. Il piano ha efficacia di dichiarazione di pubblico generale interesse, di urgenza e indifferibilità per gli 126 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 interventi in esso previsti. Il Piano del Parco di Migliarino S. Rossore Massaciuccoli è stato approvato con Deliberazione del consiglio Regionale n° 515 del 12- 12-1989 (“Approvazione del piano territoriale del parco naturale di Migliarino S. Rossore Massaciuccoli) e modificato con Deliberazione del Consiglio Regionale n° 223 del 10-09-1991 (“Modifiche urgenti al Piano Territoriale del parco naturale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli in attuazione della L.R. 42/1991. Controdeduzioni). Con L.R. n° 24 del 16-03-1994 si è provveduto alla soppressione del Consorzio e alla istituzione dell’Ente Parco. Il Piano si compone di 3 elaborati: - relazione - norme tecniche di attuazione - cartografia in scala 1: 10.000 (17 tavole) Questo strumento di pianificazione ha l’efficacia di piano urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali di cui alla L. 431/85 art. 1 bis e s.m.i. e costituisce atto di QRCT sull’uso della fascia costiera interessata dal parco. Inoltre l’efficacia è uguale in tutta l’area del parco, limitatamente alle discipline paesaggistiche, urbanistiche ed edilizie per garantire l’unitarietà paesaggistica e urbanistica territoriale all’interno degli ambiti delle Tenute/Fattorie/Comparti in cui lo stesso territorio è suddiviso. Questi sono: - Tenuta di Tombolo - Tenta di Coltano e Castagnolo - Tenuta di S. Rossore - Tenuta di Migliarino - Lago e Padule di Massaciuccoli - Padule Meridionale di Massaciuccoli (Fattoria di Vecchiano) - Tenuta Borbone e Macchia Lucchese Il Comune di Massarosa rientra nella Tenuta del Lago e Padule Settentrionale. All’art. 13, c. 6 della L.R. 24/94 si precisa che le disposizioni del Piano, nelle aree contigue al Parco, limitatamente alle materie paesaggistiche, urbanistiche ed edilizie, si sostituiscono alle disposizioni difformi contenute negli strumenti urbanistici comunali. Per quanto riguarda le altre materie, per le aree contigue si fa riferimento all’art. 25 della L.R. 49/95 che, recependo quanto dettato dall’art. 32 della L. 394/91, affida alla Provincia, previa accordi con gli organismi di gestione dell’area protetta, il compito di definire piani e programmi e le eventuali misure di disciplina della caccia, della pesca, delle attività estrattive e per la tutela dell'ambiente, ove occorra intervenire per assicurare la conservazione dei valori delle aree stesse All’art. 6 si precisa che Per le zone costituenti riferimento ambientale per l’assetto del Parco il piano territoriale si attua attraverso piani di gestione e regolamenti d’uso tesi all’esecuzione di specifici progetti o piani di settore finalizzati al mantenimento dell’esistente, al ripristino di morfologie preesistenti dei luoghi e alla costruzione di elementi di 127 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 connessione tra le varie connotazioni naturalistiche del territorio; piani di gestione e regolamenti definiscono anche le funzioni ricreative e produttive compatibili con il mantenimento, il restauro e il ripristino dell’assetto paesaggistico e lo disciplinano nel tempo. (…) La realizzazione del Parco consiste nel pervenire, mediante l’insieme degli interventi operativi, al risanamento, al ripristino dell’ambiente alterato e anche alla costruzione di elementi di connessione tra le varie connotazioni naturalistiche del suo territorio; in base a questa logica gli interventi sui riferimenti strutturali, ambientali, infrastrutturali, esistenti o di progetto, devono adeguarsi al rispetto della particolare natura dei luoghi. I piani di gestione del parco e i regolamenti d’uso, in riferimento anche ai progetti generali di settore o di intervento specifico, di iniziativa pubblica o privata, individuano tempi, modalità e mezzi necessari all’attuazione di previsioni e prescrizioni riguardanti le particolari localizzazioni e le distinte situazioni ambientali. All’interno parco regionale, in Comune di Massarosa inoltre, ricadono le Riserve Naturali di Punta Grande, del Chiarone e del Chiuso del Lago. Le finalità e le attività previste e consentite all’interno delle Riserve Naturali di Punta Grande e del Chiarone sono definite all’art. 10 delle Norme di Attuazione del Piano di Gestione della Tenuta “Padule Settentrionale e Lago di Massaciuccoli “ In particolare: Le riserve naturali sono gestite in stretto rapporto con l’Ente Parco. Scopo delle riserve naturali è la manutenzione, difesa e ricostruzione degli habitat naturali. L’uso per le altre finalità di tale riserve, o di parte di esse è subordinato alle finalità di protezione, valorizzazione e potenziamento dell’ambiente naturale e storico paesaggistico. L’Ente Parco tutela le Riserve Naturali, prevenendo le cause che possono alterare gli equilibri presenti. Nelle Riserve Naturali sono ammessi i seguenti interventi: 1) Miglioramento e tutela del patrimonio naturale esistente e ricostruzione degli habitat scomparsi; 2) Opere ed interventi necessari allo svolgimento della educazione naturalistica; 3) Opere necessarie allo svolgimento delle attività scientifiche. Art. 10.1 - Riserva naturale di “Punta Grande” La riserva comprende la parte centrale del Padule di Massaciuccoli. E’ un ambiente palustre di grande importanza per la presenza di numerose emergenze floristiche e ornitologiche per le quali bisogna adottare efficaci misure di protezione. Interventi previsti: - Taglio della vegetazione palustre e della cannuccia per il mantenimento della diversità faunistica da attuarsi a rotazione nel rispetto dei periodi di nidificazione dell’avifauna ed eliminazione del materiale sfalciato; - Realizzazione di camminamenti ed osservatori nella parte meridionale; - Realizzazione di torre di avvistamento e antincendio a sud della riserva. - Realizzazione di enclosures per la biomanipolazione: - Installazione di una centralina di rilevamento della qualità delle acque. 128 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - Chiusura dei canali Centralino, Punta Grande e Fosso Morto. - Per gli interventi sulla vegetazione si darà avvio ad un piano di tagli che tenga della specificità floristica e vegetazionale (da praticare a rotazione ogni 4 anni). Art. 10.2 - Riserva naturale del “Chiarone” La riserva è situata nella parte sud-orientale della tenuta e presenta un’alternanza tra zone a vegetazione palustre e specchi d’acqua. La gestione della riserva è attualmente affidata alla LIPU attraverso apposita convenzione. Questa varietà di ambienti favorisce la ricchezza delle presenze faunistiche. Interventi previsti: - - Centro anatidi, con funzione prevalentemente didattica e riproduttiva - Realizzazione e mantenimento di osservatorio e camminamenti Sfalcio a rotazione della vegetazione in relazione al mantenimento degli ecosistemi a sfagno. Le finalità e le attività previste e consentite all’interno della Riserva Naturale orientata Chiuso del Lago (RN6) sono definite all’art. 14 delle Norme di Attuazione del Piano di Gestione della “Tenuta di Migliarino e Fattoria di Vecchiano“ Nelle aree di riserva orientata gli ecosistemi, di rilevante importanza scientifica e naturalistica, contengono elementi estranei alla naturalità dei luoghi e sono previsti interventi adeguati volti al raggiungimento delle caratteristiche originarie degli ecosistemi. La fruizione è ammessa e comunque disciplinata nel tempo e nella quantità. Sono ammesse strutture semplici e in materiali lignei, anche permanenti, a basso impatto visivo per le osservazioni delle comunità viventi e la raccolta dei dati scientifici. Nelle riserve naturali orientate di Bocca di Serchio, Bufalina e Chiuso del Lago deve essere mantenuta e regolamentata la tradizionale fruizione sociale. Nella riserva naturale orientata del Chiuso del Lago, per la parte appartenente al Demanio Civico delle popolazioni di Vecchiano, Nodica, Avane e Filettole, restano salvi i diritti reali delle collettività locali, che sono esercitati secondo il Regolamento d’Uso del Parco, che dovrà tener conto delle consuetudini locali. L’edificio denominato “Casina dei Cacciatori” posto allo sbocca della fossa Magna, potrà avere nuove destinazioni collegate alle iniziative del Parco (osservatorio, foresteria, ristoro) nell’ambito degli interventi per la realizzazione di strutture dell’Ente in connessione con la fruibilità della riserva stessa e del percorso navigabile della fossa Magna. 129 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.6.3 - La Rete Natura 2000 Fig. 2 – La rete Natura 2000. Il SIIR-pSIC-ZPS “Lago di Massaciuccoli” Codice Natura 2000: IT512 Tipologia: SIR- pSIC-ZPS Denominazione: “Lago e Padule di Massaciuccoli” Atti legislativi di riferimento per l’istituzione e la perimetrazione: Del CR 06/04 Estensione: ha Coordinate: Latitudine: Longitudine: Altitudine: Min: m s.l.m. Max: m s.l.m Regione biogeografia: Mediterranea 130 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Ai sensi dell’art. 6 della Dir 92/43/CEE, degli artt. 4 e 7 del D.P.R. 357/97 (modificato dal D.P.R. 120/03) e conseguentemente dell’art. 12 della L.R. 56/00, con Delibera G.R. n° 644/2004 la Regione Toscana ha approvato le “Norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale (SIR)”. In tale atto per ciascun Sito, sono individuati gli elementi di interesse naturalistico presenti, le emergenze, gli elementi di criticità rilevati all’interno e nell’intorno del sito, i principali obiettivi di conservazione da perseguire e le necessarie misure di conservazione da adottare. All’art. 6 della Dir 92/43/CEE si precisa che “…gli Stati membri stabiliscono le misure di conservazione necessarie che implicano, all’occorrenza, appropriati piani di gestione specifici o integrati a altri piani di sviluppo e opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all’allegato I e delle specie di cui all’allegato II presenti nei sito”. Per i siti che sostituiscono la rete ecologica regionale si deve far riferimento anche agli habitat naturali e alle specie di interesse regionale elencati negli allegati della L.R. 56/00. Sono quindi da prevedere misure esplicite finalizzate a raggiungere gli obiettivi generali della direttiva, cioè “…il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e di flora di interesse comunitario”, tenendo conto “…delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali.” La Regione Toscana, avendo emanato la Deliberazione relativa alle misure di conservazione nel 2004, ha precorso quanto reso obbligatorio dal decreto del Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17-10-2007 nel quale sono stati definiti i “criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) “. I criteri minimi individuati all’art. 2 del D.M. 2007 insieme alle norme vigenti della Regione Toscana, costituiscono un fondamentale riferimento anche per le valutazioni di incidenza di piani, progetti e interventi che riguardino il territorio del SIR o le aree circostanti ad esso e che comunque possano interferire con le specie e gli habitat per i quali il Sito Natura 2000 è stato designato. Si riportano di seguito gli obiettivi di conservazione e le misure previste estratti dalla scheda relativa al SIRpSIC- ZPS “Lago e Padule di Massaciuccoli” (Del G.R. 5644/04). SIR 25 = 25B Lago e Padule di Massaciuccoli - (ex Lago di Massaciuccoli) (IT5120021) Tipo sito anche pSIC e ZPS CARATTERISTICHE DEL SITO Estensione 1.908,01 ha Presenza di area protetta:Sito interamente compreso nel Parco Regionale "Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli" o nella sua area contigua. Altri strumenti di tutela: Presenza di un’Oasi faunistica a gestione LIPU. Tipologia ambientale prevalente:Vasto specchio d’acqua dolce, circondato da formazioni elofitiche (canneti e cladieti), torbiere e vegetazione igrofila flottante. Altre tipologie ambientali rilevanti:Boschetti igrofili, specchi d’acqua profonda originati dall’estrazione della sabbia. 131 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Principali emergenze HABITAT Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000 Cod. Corine Cod. Nat.2000 All. Dir. 92/43/CEE 54,6 7150 AI* 53,3 7210 AI* Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a Rhynchospora alba e/o R. fusca. Paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana FITOCENOSI Aggallati a Drosera del Lago di Massaciuccoli (Lucca). Fitocenosi a Cladium mariscus del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. SPECIE VEGETALI Hibiscus palustris (ibisco di palude) – rara specie igrofila. Drosera rotundifolia (drosera a foglie rotonde) – rarissima specie igrofila della torbiere. Marsilea quadrifolia – rara specie igrofila. Associazioni igrofile ricche di specie rare. Diffusa presenza di Periploca graeca, rara liana presente nei boschi umidi di litorale nelle aree umide retrodunali. SPECIE ANIMALI (AI) Acrocephalus paludicola (pagliarolo, Uccelli) – Specie globalmente minacciata di estinzione, nel sito è migratrice irregolare. (AI) Botaurus stellaris (tarabuso, Uccelli) – Presente con una popolazione che era la principale a scala nazionale, la cui consistenza si è drasticamente ridotta negli ultimissimi anni. (AI) Aythya nyroca (moretta tabaccata, Uccelli) – Migratrice. (AI) Circus aeruginosus (falco di palude, Uccelli) – Nidificante e svernante. (AII) Emys orbicularis (testuggine d’acqua, Rettili) – La presenza della specie nel sito è molto dubbia. È in corso una ricerca per definirne lo status su tutto il territorio del Parco. Importante area di sosta per specie migratrici. Consistenti popolamenti nidificanti di specie rare di Passeriformi di canneto. Principale sito di nidificazione della Toscana dell’airone rosso Ardea purpurea. Principali elementi di criticità interni al sito - Inquinamento delle acque, con gravi fenomeni di eutrofizzazione e morie primaverili ed estive di pesci e uccelli, crolli nei popolamenti di uccelli svernanti e nidificanti. - Presenza massiccia di specie alloctone invasive (pesci, gambero rosso). - Profonda alterazione delle comunità vegetali (scomparsa quasi completa delle macrofite di fondale) e animali. - Interrimento. - Fondo fangoso con elevati livelli di inquinamento. 132 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 - Attività venatoria e conseguente disturbo (nell’area contigua), abbattimenti illegali (anche a carico del tarabuso, come recentemente accertato). - Crollo della popolazione nidificante di tarabuso per cause in parte sconosciute. - Problemi di gestione legati alla presenza di numerose aree di proprietà privata all’interno del sito. Principali elementi di criticità esterni al sito - Agricoltura intensiva nelle aree circostanti. - Presenza di due discariche controllate (Carbonaie e Pioppogatto). - Aree circostanti a elevata urbanizzazione. - Presenza di depuratori che scaricano nel lago (anche se è in progetto il loro allontamento). - Ingressione di acqua marina dal Canale Burlamacca, per il cattivo funzionamento delle Porte Vinciane. PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE Principali obiettivi di conservazione a) Miglioramento della qualità delle acque (EE). b) Conservazione delle vaste estensioni di vegetazione elofitica e idrofitica, con adeguati livelli di eterogeneità (EE). c) Tutela della popolazione nidificante di tarabuso (EE). d) Ripristino di condizioni ecologiche adatte allo sviluppo di vegetazione sommersa (E). e) Controllo delle specie alloctone (E). f) Tutela della fitocenosi a drosera (E). Indicazioni per le misure di conservazione - Prosecuzione/intensificazione degli interventi per il miglioramento della qualità delle acque e per il rallentamento dei fenomeni di interrimento e salinizzazione (EE). - Prosecuzione/intensificazione delle azioni di controllo della fauna alloctona (E). - Prosecuzione degli interventi di gestione della vegetazione elofitica (E). - Azioni di sensibilizzazione e sorveglianza per la riduzione degli abbattimenti illegali di tarabuso (E). - Sistemazione e gestione della rete idraulica (canali e fossi) nel Padule (M). - Sistemazione e gestione degli aggallati con presenza di sfagnete e boschi igrofili (la mancanza di azioni di gestione permette a queste strutture galleggianti di spostarsi nel Lago, creando talvolta problemi, più o meno rilevanti) (B). Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Non necessario. Il Parco sta affrontando la maggior parte delle problematiche evidenziate, in modo congruente con gli obiettivi di gestione del sito. Necessità di piani di settore Potrebbe essere utile un piano di gestione dell’area palustre, che definisca precisi obiettivi (superfici a “chiaro”, interventi necessari, modalità operative). Appare estremamente necessario anche un coordinamento della gestione agricola e idraulica delle aree circostanti. 133 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 Come previsto dall’art. 15 c.2 della L.R. 56/00, come modificato dall’art. 195 della L.R. 1/2005, “ gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R. 1/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D, o sui geotopi di importanza regionale di cui all’art. 11, devono contenere, ai fini dell’effettuazione della valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/97, apposita relazione di incidenza”. Inoltre l’art. 196 della L.R. 01/05 ha introdotto il comma 2 bis all’art. 15 della L.R. 56/00: La relazione di cui al c. 2 integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all’art. 16, c. 3, della L.R. 01/05, ai fini dell’individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul geotopo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi” La relazione di incidenza è stata elaborata nell’ambito della suddetta procedura e risulta allegata al presente documento (Allegato A). E.6.4 - Altri vincoli ambientali E.6.4.1 - IBA 077: Denominazione: “Lago e Padule di Massaciuccoli” Il Lago di Massaciuccoli è inserito nell’inventario delle Important Bird Area individuate da BirdLife International nel 1989 (Gariboldi, Rizzi, Casale, 2000). previste dalla Direttiva “Uccelli” all’art. 4 si applicano direttamente alle IBA. 134 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.6.4.2 - Area Ramsar Con Del. G.R. n° 231 del 15-03-2004 la Giunta Regionale Toscana ha avanzato richiesta di riconoscimento quali zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar per 7 aree, tra cui anche un’ampia porzione del territorio ricadente all’interno del Parco Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli che include anche il Lago e Padule di Massaciuccoli. La presenza di un’area Ramsar implica che: 1. Ai sensi dell’art. 18 del DLvo 152/99 e succ. modificazioni le zone umide individuate ai sensi della convenzione di Ramsar del 02/02/1971, rientrano nelle aree sensibili per cui la Regione deve individuare i bacini drenanti e all’interno di questi identificare quelli scarichi provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane che, contribuendo all’inquinamento sono da assoggettare al trattamento di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 32. 2. Ai sensi dell’art. 146 del D.L.vo 490/99 le zone umide individuate ai sensi della Convenzione di Ramsar rientrano tra i beni tutelati per legge. 3. Ai sensi dell’art. 5 della LR 79/98 sono sottoposti a valutazione ambientale progetti che ricadono in aree interessate da elementi di tutela delle risorse essenziali così come definiti dai commi 1 e 2 dell’art. 2 della L.R 5/95, ed individuate dagli strumenti di pianificazione di ogni livello, con soglie dimensionali (indicate negli allegati della stessa L.R. 79//98) ridotte del 50 % 135 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009 E.6.4.3 – Le emergenze geologiche Il Laghetto di Montramito costituisce una emergenza geologica riconosciuta dal PTC di Lucca. L’articolo 64 delle Norme del PTC (Titolo IV “Disposizioni finalizzate alla tutela dell’identità culturale del territorio”, Capo I “Il territorio rurale” Sezione II “Gli specifici elementi a prevalenza di naturalità”) precisa che i piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali generali , anche in riferimento al c. 5 dell’art. 33 del PIT, verificano, integrano e dettagliano le individuazioni delle emergenze geologiche effettuate dalle tavole B.2 dello stesso PTC e dettano disposizioni volte a mantenerne e valorizzarne i caratteri distintivi, con l’osservanza dei seguenti commi. 2. Nelle emergenze geologiche sono ammissibili: a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici; b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico, ove non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici 3. Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti: a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o mineralogici; b) l’introduzione di qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non autoctone. 4. Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti di iniziativa pubblica, definiti d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti, volti a prevedere e a disciplinare le attività ammissibili e, in particolare: a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli astuti scientifici autorizzati b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di percorsi e di spazi di sosta, di impianti tecnici di modesta entità, per favorire l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati. 5. Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile la seguente utilizzazione: - attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio 136 Relazione sullo stato dell’ambiente Variante al PS Comune di Massarosa Marzo 2009