QC II- Aspetti ambientali: le risorse

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QC II- Aspetti ambientali: le risorse
COMUNE DI MASSAROSA
PROVINCIA DI LUCCA
SETTORE URBANISTICA EDILIZIA E SVILUPPO
ECONOMICO U.O. 1 - URBANISTICA
Il Sindaco
Fabrizio Larini
Progettisti
arch. Simone Pedonese
urbanista Alberto Tenerani
Funzionario settore urbanistica
geom. Marco Lippi
Collaboratori
arch. Giacomo Bacci
geom. Sara Benassi
Consulenti:
analisi geologiche
Studio associato Nolledi
geologo Dr. Giancarlo Nolledi
geologo Dr. Ilaria Bartolini
geologo Dr. Paolo Masini
geologo jr Cristina Capuzzo
analisi idrauliche Ing. Matteo Filippi
analisi sismiche geoLUK s.r.l.
Valutazione integrata:
biologa Dr. Antonella Grazzini
agronomo Dr. Francesco Lunardini
naturalista Dr. Alessandra Sani
arch. Debora Agostini
Elaborazione GIS:
arch. Paolo Dianda
Analisi demografiche:
SimurgRicerche
Garante:
Dr. Massimiliano Lombardi
QC II- Aspetti ambientali: le risorse
INDICE
1. INTRODUZIONE
1.1- Premessa
5
1.2- L’elaborazione della relazione sullo stato dell’ambiente quale prerequisito per la valutazione
6
ambientale
8
2. INQUADRAMENTO GENERALE
2.1-Inquadramento geografico e cartografico
8
2.2- Inquadramento climatico
12
2.4.1- Precipitazioni
12
2.4.2- Temperature e anemometria
13
3.
ANALISI DELLE RISORSE AMBIENTALI
14
3.A
LA RISORSA ACQUA
16
Riferimenti normativi
16
3.A.1- INDICATORI DI STATO
18
A.1.1- Le acque superficiali
18
A.1.1.1- La rete idrografica
20
A.1.1.2- Le aree lacustri e palustri
20
Il laghetto di Montramito
20
L’invaso del Brentino
20
Il Lago di Massaciuccoli
22
A.1.2- Le acque sotterranee
31
A.1.2.1 – Le acque termali
31
A.1.2.2 – Le sorgenti
32
A.1.3- La qualità delle acque
37
Le acque superficiali
37
Le acque sotterranee
37
Le sorgenti
38
A.1.4-Le reti idriche
39
A.1.4.1- Fonti di approvvigionamento a scopo acquedottistico
39
A.1.4.12- La rete fognaria
39
3.A.2- INDICATORI DI PRESSIONE
40
A.2.1-Pericolosità geomorfologia e idraulica
40
A.2.2- La rete acquedottistica
40
A.2.3- Fabbisogno idrico
41
A.2.4- La Rete Fognaria
46
A.2.5- Impianti di depurazione civile
48
A.2.6- Impianti di depurazione industriali
49
2
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A.2.7- Gli allevamenti
49
50
3.A.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
3.B
A.3.1- Risparmio idrico
50
A.3.1. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative
50
A-3-1.b- Gli interventi previsti per attuare il risparmio idrico
52
A.3.2-Tutela qualitativa della risorsa acqua
58
A.3.2. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative
58
A-3-2.b- Gli interventi previsti per attuare la tutela della risorsa acqua
61
2.A.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
61
LA RISORSA ARIA
62
3.B.1- INDICATORI DI STATO
62
B.1.1- La qualità dell’aria
62
B.1.1.a- Riferimenti normativi
62
B.1.1.b- La qualità dell’aria nel Comune di Massarosa
67
B.1.2 -Sorgenti di inquinamento elettromagnetico
71
B.1.2.a- Riferimenti normativi
71
Linee elettriche
71
Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi
73
Impianti di telefonia cellulare
73
B.1.2.b- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico nel Comune di Massarosa
75
Impianti di telefonia mobile
75
Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi
76
Linee elettriche
76
B.1.3- Il rumore
77
B.1.3.a- Riferimenti normativi
77
Limiti di immissione per le infrastrutture esistenti
79
Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione
80
Normativa regionale
82
B.2-INDICATORI DI PRESSIONE
83
B.2.1- Emissioni civili
83
B.2.2-Emissioni industriali
83
B.2.3-Il traffico veicolare
85
Le infrastrutture viarie
86
L’incidentalità
87
I flussi di traffico
88
B.2.4- I distributori di carburante
90
B.2.5- L’inquinamento elettromagnetico
91
B.2.6- Inquinamento acustico
93
Zonizzazione acustica del Comune di Massarosa
93
L’impatto acustico causato dal traffico veicolare
94
3
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B.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
3C
B.3.1-Qualità dell’aria
95
B.3.2- Inquinamento elettromagnetico
95
B.3.3-Inquinamento acustico
96
B.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
98
LA RISORSA ENERGIA
99
C.1-INDICATORI DI STATO
99
C.2- INDICATORI DI PRESSIONE
100
C.2.1- I consumi di energia elettrica e di combustibili
100
100
C.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
3 D-
3.E-
C.3.1-Indicazioni per la tutela e l’uso sostenibile della risorsa
100
C.3.2-L’utilizzo delle fonti alternative
101
C.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
102
IL SISTEMA RIFIUTI
103
D.1-INDICATORI DI STATO
103
D.1.1.a- Riferimenti normativi
103
D.2- INDICATORI DI PRESSIONE
104
D.2.1- La produzione di rifiuti solidi urbani
104
D.2.2- I siti contaminati
107
D.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
108
D.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
109
RISORSE NATURALISTICHE, PAESAGGISTICHE E AMBIENTALI
110
E.1
Analisi dell’uso del suolo
110
E.2
Aspetti floristico- vegetazionali
117
E.3
Alberi monumentali
121
E.4
Le cavità ipogee
122
E.5
Il paesaggio
123
E.6
Vincoli di tutela presenti sul territorio
124
E.61- Gli usi civici
124
E.6.2- Aree naturali protette
126
E.6.3-- La Rete Natura 2000
130
E.6.4- Altri vincoli ambientali
134
E.64.1-Area I.B.A.
134
E.6.4.2- Area Ramsar
135
E.6.4.3- Le emergenze geologiche
136
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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1.1- Premessa
Il Piano Strutturale vigente è stato approvato con Del C.C. n° 51 del 27/04/2004 secondo le procedure
previste dalla L.R. 05/95.
Con Del C.C. n° 17 del 21/03/2007 è stato adottato il Regolamento Urbanistico. Esso è stato approvato con
Del C.C. n° 101 del 06/10/2008, n° 102 del 07/10/2008, n° 103 del 10/10/2008, n° 107 del 10/11/2008.
Lo strumento di pianificazione territoriale è precedente
-
alla promulgazione della nuova legge regionale per il Governo del Territorio n° 01 del 03/01/2005 e
dei conseguenti regolamenti di attuazione
-
all’approvazione del nuovo Piano di Indirizzo Territoriale avvenuta in data 24/07/2007 con Del C.R.
n° 72, ai sensi dell’art. 48 della L.R. 01/05
Il dibattito consiliare per procedere all’adozione del regolamento urbanistico ha evidenziato la necessità di
apportare alcune modifiche al vigente piano strutturale, precisando alcune linee guida per la progettazione
da valutarsi in sede di revisione; inoltre risulta indispensabile procedere all’adeguamento dello strumento di
pianificazione alle nuove norme vigenti.
Con Del. G.C. n° 11 del 28/02/2008 il Comune di Massarosa ha approvato il documento di avvio per la
variante al piano strutturale.
Ai sensi dell’art. 16 della L.R. 01/05 Il Responsabile del procedimento è l’Arch. Simone Pedonese,
Dirigente del Settore Urbanistica
Ai sensi dell’art. 19 della L.R. 01/05 il Garante della Comunicazione è il Dr Massimiliano Lombardi,
Responsabile della segreteria Generale.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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1.2- La elaborazione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente quale prerequisito per la valutazione
ambientale
Dal momento che la valutazione degli effetti ambientali del PS ai sensi della L.R. 05/95 risale al Giugno 2003,
si rende necessario aggiornare il quadro conoscitivo con dati più recenti e con contributi significativi apportati
da studi e ricerche che il Comune ha finanziato in questi anni riguardo a criticità concernenti il territorio,
emerse nel corso dell’elaborazione del Regolamento Urbanistico.
Le analisi delle principali risorse devono portare alla definizione di indicatori che permettano un’adeguata
valutazione in modo integrato degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana
attesi delle azioni previste, anche ai fini della scelta tra le possibili strategie alternative, tra cui l’ipotesi zero.
Nel presente Report vengono quindi indagate le seguenti risorse ambientali:
-
aria
-
inquinamento elettromagnetico
-
rumore
-
acqua
-
suolo
-
fauna, flora, habitat
-
rifiuti
-
energia
Al fine di disporre di elementi utili per le valutazione degli effetti ambientali, per ogni risorsa vengono
individuati:
1- INDICATORI DI STATO- è stato analizzato lo status attuale della risorsa, in termini descrittivi e, ove
disponibili dati, in maniera quantitativa
2- INDICATORI DI PRESSIONE- sono stati indagati i fattori di pressione sullo stato delle risorse dovuti
alle attività umane, sia in maniera descrittiva che mediante valutazioni analitiche di dettaglio (ove
disponibili)
3-
INDICATORI DI RISPOSTA – sono stati valutati gli elementi di maggiore criticità e verificate le
norme vigenti di legge in materia per l’attuazione di interventi mirati alla riduzione/mitigazione al fine
del miglioramento dei parametri ambientali. Sono state quindi avanzate soluzioni alternative e
proposte operative utili per la pianificazione urbanistica.
Da tale analisi emergono quegli elementi di vulnerabilità e criticità che vanno a influenzare, anche in maniera
cumulativa, le previsioni di trasformabilità del territorio o che comunque portano alla definizione di misure di
mitigazione o di intervento volte a ridurre le fragilità ambientali.
Questo documento risulta quindi di fondamentale importanza per definire le direttive che rappresentano
obiettivi a largo spettro per ogni sistema ambientale e che indirizzano le previsioni di trasformabilità e le
politiche di uso del territorio secondo criteri di sostenibilità nell’ambito del processo di formazione dello
strumento di pianificazione territoriale.
Le componenti relative agli aspetti geologici sono riportate nella relazione geologica a cura dello Studio
Nolledi; le informazioni concernenti la salute umana, la qualità della vita,gli spetti demografici e socio –
economici sono descritte nel documento redatto a cura del Dr Agr Francesco Lunardini.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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I dati raccolti sono fondamentali per effettuare le valutazioni di maggior dettaglio riguardanti gli effetti
ambientali, territoriali, economici, sociali e sulla salute umana, delle trasformazioni previste; in tale contesto
saranno definiti UTOE per UTOE e per il territorio aperto anche vincoli alla trasformabilità ossia quegli
elementi che impediscono (nello spazio e nel tempo o per specifici sistemi ambientali) la realizzazione di
previsioni che portino a una modifica dello stato dei luoghi
o quelle condizioni che comunque vanno
inderogabilmente rispettate per realizzare trasformazioni sul territorio.
Il presente documento integra quindi le valutazioni degli effetti e la definizione del sistema di
monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento di pianificazione territoriale e alla valutazione del
processo di attuazione e di realizzazione delle azioni programmate, allegati alla relazione di sintesi.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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2- Inquadramento generale
2.1- Inquadramento geografico e cartografico
Il comune di Massarosa è localizzato nella porzione sud-occidentale della Provincia di Lucca, a confine con
la Provincia di Pisa, in Toscana settentrionale. Posto a circa 4,5
km dalla costa tirrenica si allunga
parallelamente a questa in direzione SSE – NNO per circa 14 km e addentrandosi, da O-SO a E-NE, per un
massimo di 8 km comprende la fascia pianeggiante del lago e padule di Massaciuccoli e i rilievi collinari
soprastanti che separano la Valfreddana e la parte più alta della valle del Torrente Lucese dalla piana
costiera. A Sud confina con il comune di Vecchiano (PI), a Nord e NE con il comune di Camaiore, a Est con
quello di Lucca mentre a Ovest con Viareggio.
Inquadramento cartografico
Il Comune di Massarosa ricade nei seguenti quadranti della cartografia (vecchia Serie) alla scala 1:25.000
dell’Istituto Geografico Militare:
Quadrante
104 I
104 II
Denominazione
Scala
1:25.000
1:25.000
e nelle seguenti sezione della Carta tecnica regionale alla scala 1: 10.000
SEZIONE
260080
260120
260160
261050
261090
261130
Denominazione
Camaiore
Viareggio Ovest
Torre del Lago Puccini
Nocchi
Massarosa
Filettole
Scala
1:10.000
1:10.000
1:10.000
1:10.000
1:10.000
1:10.000
Il territorio comunale di Massarosa, esteso su una superficie complessiva di 69.7 kmq, si può quindi
suddividere in 2 porzioni morfologicamente ben distinte:
-
la fascia collinare, che occupa circa il 45% dell’intero territorio comunale, presenta in genere
un’acclività media o medio alta con un’altitudine media sui 200-300 m (vd TAV G4). Le quote
maggiori sono raggiunte dai rilievi circostanti il M. Ghilardona, che raggiungono i 450 m s.l.m.
-
la pianura alluvionale costiera, estesa sul 55% dell’intero territorio comunale e che in parte è
compresa nel perimetro del parco Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli
All’interno dell’’ambito territoriale sono presenti n.16 frazioni: Massarosa capoluogo, Bargecchia, Bozzano,
Compignano, Corsanico, Gualdo, Massaciuccoli, Mommio, Montigiano, Piano del Quercione, Piano di
Conca, Piano di Mommio, Pieve a Elici, Quiesa, Stiava, Valpromaro.
Nel 1861 la provincia di Lucca comprese definitivamente nel suo ambito territoriale l’intera costa della
Versilia. A tale data Massarosa faceva parte del Comune di Viareggio e la sua autonomia venne poi
concessa con Regio Decreto n. 5424 in data 18.12.1869, atto costitutivo del Comune.
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2.2- Inquadramento climatico
La riviera della Toscana del nord si trova nella zona di transito delle perturbazioni occidentali e, per la
relativa vicinanza, è direttamente influenzato dalle basse pressioni che si generano sul Golfo di Genova.
Il clima del Comune di Massarosa è fortemente influenzato dall'azione termica del mare, che attenua
l'escursione diurna e quella annua; inoltre mantiene l'umidità dell'aria su livelli medi molto elevati. A scala
mesoclimatica è opportuno invece considerare l'azione di schermo esercitata dai rilievi sui venti freddi dei
quadranti settentrionali e la presenza di foreste litoranee di notevole estensione e delle zone paludose
anch'esse piuttosto estese contribuiscono stabilizzazione della temperatura.
Per l’analisi storica dei dati climatici sono stati utilizzati i dati relativi alle precipitazioni e temperature rilevati
dalla stazione di Pisa e Viareggio, situata a 6 m s.l.m., utilizzando i dati elaborati dal Gruppo di Valutazione
delle Risorse Ambientali della Regione Toscana nella pubblicazione “Regime idrico dei suoli e tipi climatici in
Toscana”, e dalla stazione meteorologica della Tenuta di S. Rossore, situata a 3 m s.l.m., per i periodi 19401969 e 1960-1984, relativamente alle sole precipitazioni mentre, per gli stessi periodi, le temperature sono
quelle rilevate dalla stazione di Pisa. Per i dati attuali sono stati utilizzati i dati rilevati dall’Istituto Nautico
“Artiglio” che però non riescono a fornire dati statistici
sufficienti per dare indicazioni decennali o
ultradecennali. Anche nella redazione dei moderni strumenti di pianificazione a livello provinciale e comunale
(Massarosa, Viareggio, Pisa e Vecchiano) non sono stati implementati i dati relativi all’ultimo ventennio. Con
questi dati, per interpolazione, vista l’assenza di una stazione in situ si può avere un quadro sufficientemente
esaustivo dell’inquadramento climatico dell’area in esame.
Temperatura e precipitazioni
Il clima del Parco di S.Rossore potremmo definirlo come Mediterraneo umido caratterizzato da notevoli
escursioni annuali di temperatura, alte temperature estive, inverni relativamente miti e una piovosità dispersa
nel corso di tutto l’anno, con particolare accentuazione in autunno e inverno e carenza idrica nei soli mesi
estivi di giugno-luglio.
I caratteri pluviometrici di San Rossore, sono legati al passaggio stagionale dei sistemi frontali trasportati
dalle perturbazioni occidentali, più frequenti nel semestre freddo, ed alla presenza dei sistemi montuosi
contermini che, sia pure in modo attenuato, producono qualche effetto orografico. Una traccia del diverso
effetto orografico in relazione alla distanza delle stazioni dal rilievo è osservabile dal confronto tra le
precipitazioni di Asciano P. e di Migliarino R, più a ridosso del Monte Pisano e dei Monti di Oltreserchio, e
quelle di Cascine Nuove, situata nella punta sud-orientale della Tenuta, in prossimità del corso dell'Arno, che
evidenzia uno scarto superiore ai 150 mm annui.
La piovosità annuale si attesta intorno agli 800-900 mm annui, valore analogo anche se in genere inferiore a
quello relativo a Pisa che risente più marcatamente delle piogge di versante” causate dalla presenza dei
rilievi dei monti pisani. La piovosità stagionale presenta una distribuzione che vede piogge intense in
autunno (>40%) e inverno (>30%). Anche la primavera è piuttosto piovosa e in certi anni il mese di agosto
sono frequenti i temporali a forte intensità, superiori a 10 mm/h, mentre in inverno e primavera prevalgono
intensità inferiori a 5 mm/h. Il mese di luglio è normalmente il più arido.
La media delle precipitazioni annue, per l’ultimo periodo inserito analizzato (1960-1984) è risultata pari a 932
mm, mentre la distribuzione mensile delle piogge presenta un massimo nel mese di Novembre
(rispettivamente 123, 126 e 122 mm), ed un minimo estivo nel mese di Luglio (21, 18 e 22 mm).
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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-
Precipitazioni medie mensili e
annue (1956-1985)
Le precipitazioni iniziano a decrescere dal mese di Marzo verso il minimo estivo, mentre la concentrazione
autunnale delle precipitazioni oscilla fra il 36% ed il 39% delle precipitazioni totali.
Nel trimestre Giugno – Luglio – Agosto la somma delle precipitazioni medie supera sempre i 100 mm che
sono indice di una estate siccitosa di tipo mediterraneo, calda (la temperatura media del mese più caldo è
superiore ai 23°C) e di un clima temperato caldo (con più di 8 mesi a temperatura superiore ai 10°C).
I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e
precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Le temperature
La sintesi di temperature e precipitazioni si ottiene con il diagramma di Bagnolus e Gaussen
Nel periodo dal 1960 al 1982 è stata valutata una temperatura media annua da 14,1 °C, temperatura
massima di 37 °C e minima di -5,6 °C, massima media 33 °C e minima media -2,6 °C, mese più caldo luglio
e mese più freddo gennaio.
Il clima sembra essere tipico di un’area di prima transizione tra il regime climatico mediterraneo e quello
continentale, considerando anche l’elevata escursione termica annua che è risultata 42,6 °C. Rappresenta
un’eccezione l’inverno 1985-1986 dove si è assistito a un’ondata di freddo inusuale, anche se non unica che
ha investito l’Italia intera. A Migliarino furono rilevate temperature minime di -13,8 °C con protratte
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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persistenze di temperature al di sotto dei dieci gradi nel periodo dal 31 dicembre al 15 gennaio. Altrettanto
intensi furono gli episodi di gelo nel 1929 e 1956. A San Rossore l'umidità relativa dell'aria, per la presenza
del mare e di estese superfici evapotraspiranti, si mantiene costantemente su valori molto elevati,
raggiungendo spesso la saturazione. I valori massimi, com'è prevedibile, si osservano in tutti i mesi durante
la notte e nelle prime ore del giorno, mentre il valore minimo mensile si registra fra luglio e agosto, dalle ore
dieci alle dodici (65%). Talvolta si possono osservare, con lo spirare dei venti di mare o di terra, variazioni
repentine e molto accentuate dell'umidità e valori minimi estremamente ridotti (17%, 23 settembre 1975).
I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e
precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici.
Graf. Stazione di S. Rossore - periodo 1960-1984: diagramma di Bagnouls e Gaussen
Tipo climatico : Umido; clima temperato caldo (con più di 8 mesi a temperatura superiore ai 10°C) con estate
siccitosa di tipo mediterraneo, calda
T° media del mese più caldo è superiore ai 23°C
T° media annua è compresa fra i 14,8 e i 15°C
Il mese più caldo è Luglio, il mese più freddo Gennaio.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
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Carta estratta da il “Regime idrico dei
suoli e tipi climatici in Toscana”,
Venti
Il regime dei venti mostra una polarizzazione delle frequenze attorno ai venti del secondo quadrante (ESE e
SE 30% circa). Altre direzioni ben rappresentate sono l’ovest (ponente) e l’est (levante). Le calme (ovvero
situazioni in cui non vi sono circolazioni d’aria superiori a 3,6 km/h) coprono solo il 5% del totale e sono più
frequenti in inverno. In estate, infatti, compare un regime di brezze locali che, seppure senza dar vita a una
circolazione generale, si muovono con velocità superiori al limite che istituisce la condizione di “calma di
vento”. I venti più veloci sono quelli di mare, da sud (mezzogiorno), sud-est (scirocco), ovest (ponente) e in
particolare il libeccio che soffia da sud-ovest. Per usare termini tecnici impiegati dei metereologi, il vento
“regnante” in base alle frequenze ha direzione Est-Sud-Est, vicino quindi allo scirocco e il levante. In base
invece alla velocità media annua possiamo considerare “dominante” la direzione Ovest-Sud-Ovest, tra il
libeccio e il ponente, cui dobbiamo la più spettacolari mareggiate alle quali spesso seguono i più drammatici
tramonti della riviera. Nel semestre invernale dominano i venti orientali mentre nel semestre estivo prendono
il sopravvento quelli occidentali, per lo più brezze di mare. In inverno i venti occidentali (come il libeccio)
sono meno frequenti degli orientali, ma molto intensi e violenti. I venti orientali (levante e scirocco) sono
altamente ricchi di umidità e piogge, come anche il libeccio che soprattutto in primavera risulta piovoso per
oltre il 50% dei casi.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
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Radiazione e soleggiamento
Il soleggiamento, com'è noto, indica il numero di ore giornaliere, mensili o annue in cui la radiazione solare
diretta supera una determinata soglia di intensità. In mancanza di stazioni di misura più prossime, le
condizioni del soleggiamento dell’area in esame , su terreno scoperto o sopra le chiome degli alberi,
possono essere rappresentate dai valori di Pisa e di Viareggio
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
A Pisa il soleggiamento medio è di 2349 ore all'anno, pari al 55 % del valore teorico, con la seguente
distribuzione stagionale: 618 ore in primavera, 885 ore in estate, 518 ore in autunno e 328 ore in inverno. A
Viareggio, per la relativa vicinanza al Massiccio Apuano che, specialmente nel semestre caldo, induce una
notevole nuvolosità orografica, i valori sono inferiori di circa il 10%. La media annua della radiazione solare
diretta a Pisa ammonta a 283 cal/cm2/giorno, con valori estremi di 96 e di 470 cal/cm2/giomo
rispettivamente in dicembre e in luglio.
I dati stazionali rilevati dalla stazione dell’Istituto nautico “Artiglio” di Viareggio relativi a temperature e
precipitazioni per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 sono riportati nei seguenti grafici.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
3- Analisi delle risorse ambientali
3.A- Sistema acqua
Riferimenti normativi
Il D.Lgs 152/06 (“Disposizioni sulla tutela delle acque reflue urbane e recepimento della Dir 91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della Dir. 91/676/CEE relativa alla protezione delle
acque dell’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole” e successive modificazioni e
integrazioni) costituisce la normativa quadro in materia di inquinamento idrico. In linea con gli orientamenti
comunitari, il legislatore sposta l’attenzione dal controllo del singolo scarico (come accadeva con la
precedente Legge Merli n° 319/1976) all’insieme dei fattori che determinano l’inquinamento del corpo idrico.
Vengono quindi prioritariamente espressi gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi di qualità per
specifica destinazione ai fini della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, precisando
una tempistica sia per la definizione della classe di qualità dei corpi idrici significativi sia per il miglioramento
della stessa fino allo stato “buono” entro il 31 dicembre 2016.
Vengono inoltre individuate aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di
risanamento: aree sensibili, zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, zone vulnerabili da prodotti
fitosanitari.
Il piano di tutela delle acque costituisce un piano stralcio di settore del Piano di Bacino (Art. 17 c.6 D.Lgs
152/99 e s.m.i.); è stato approvato con Del.C.R.T. n°06 del 25-01-2005; si compone di 7 volumi, uno per
ogni bacino.
Il territorio comunale ricade all’interno del bacino regionale pilota del Fiume Serchio, istituito ai sensi dell’art.
30 della L. 183/89, con D.M. del 01/07/1989 e richiamato dall’art. 2 della L.R. 91/98. Esso è stato individuato
dal ministero dei Lavori Pubblici, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente per le particolari condizioni di
dissesto idrogeologico, di rischio sismico e di inquinamento delle acque. E’ gestito dall’Autorità di Bacino del
Fiume Serchio, con sede a Lucca e, al termine della fase sperimentale, rientrerà all’interno del Bacino
Regionale Toscana Nord.
Nel febbraio 2007 con delibera n° 150 è stato adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del
fiume Serchio il Progetto di Piano di Bacino, stralcio Bilancio Idrico del Bacino del Lago di Massaciuccoli.
Dalla elaborazione del bilancio idrico risulta un deficit idrico di circa 32 milioni m3 ed il livello del lago,
conseguentemente, scende al di sotto di quello del mare da giugno a ottobre compresi, richiamando così
acqua salata di origine marina in tutta la piana costiera.
Questa grave situazione si intreccia con i problemi dell’agricoltura locale nel senso che il vecchio padule del
lago è stato ristretto con arginature nei primi decenni del Novecento e l’area circostante, posta fino a 3–4
metri sotto del livello del mare, è utilizzata anche a fini agricoli con prelievi delle acque dal lago nel periodo
estivo, mentre la bonifica idraulica restituisce acqua al lago stesso arricchita però di inquinanti di origine
agricola (nitrati e fosfati in primis), aggravando così l’eutrofizzazione del lago, la subsidenza del territorio
circostante oltre che il deficit idrico esistente.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
16
Per affrontare tale grave situazione nel Progetto di Piano sono state elaborate delle norme di pianificazione,
concordate con la Regione Toscana, incentrate sul risparmio idrico sia idropotabile che agricolo e su una
possibile riconversione dell’agricoltura. Il Piano prevede interventi strutturali e non; tra quelli strutturali il più
strategico e importante per risolvere i problemi quantitativi e qualitativi del lago è quello di una derivazione
controllata di acqua dal fiume Serchio, già inserita in un apposito Accordo di Programma del Ministero
dell’Ambiente che, compatibilmente con il Deflusso Minimo Vitale del Serchio, prevede di immettere acqua
dolce dal fiume nel lago, permettendo così di ristabilire i livelli idrici originali.
Fino all’approvazione del Piano di Bacino, Stralcio Bilancio idrico del bacino del Lago di Massaciuccoli, le
Norme di Progetto di Piano dichiarate immediatamente vincolanti (art. 38, 38 bis, 38 ter, 38 quater e la
Direttiva n. 5) assumono valenza di misure di salvaguardia.
Le misure di salvaguardia restano in vigore fino all’approvazione del Piano di bacino e comunque per un
periodo non superiore a tre anni.
L’iter procedurale avrà conclusione con l’Approvazione del Piano di Bacino Stralcio in oggetto, di
competenza del Consiglio della Regione Toscana.
L’art. 11 della L.36/94 prevede l’affidamento all’Autorità d’Ambito del compito della gestione del servizio
idrico integrato mediante una convenzione. Il Comune di Massarosa rientra nell’Ambito Territoriale Ottimale
(ATO) n. 1 “Toscana Nord” gestito dalla Soc. GAIA.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
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3.A.1- INDICATORI DI STATO
A.1.1- Le acque superficiali
Il Lago di Massaciuccoli/Canale della Burlamacca, con Del C.R. n° 225 del 10/03/2003, sono stati individuati
all’interno del sottobacino idrologico “Lago di Massaciuccoli”, quali corpi idrici significativi in base al
criterio “acque superficiali interne – criteri dimensionali”. Lo stato di qualità ambientale è espresso come SAL
(Tab 9 All. 1 D.L.gs 152/99 e succ. modifiche e integrazioni).
Ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs 152/99 e successive modificazioni e integrazioni, il Lago di Massaciuccoli
rientra tra le acque dolci richiedenti protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci in
quanto ricade all’interno del parco regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli.
Per quanto riguarda le aree a specifica tutela, con Del CR n° 172 del 08/10/2003 il Lago di Massaciuccoli è
stato individuato quale area sensibile (ai sensi dell’art. 18 e dell’Allegato 6 del DLgs 152/99) e l’area
circostante è stata classificata come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ai sensi dell’Art. 19 e
dell’Allegato 7/A-I). Al momento non risultano individuate zone vulnerabili da fitofarmaci (ai sensi Art. 20 e
dell’Allegato 7/B) .
A.1.1.1- La rete idrografica
Alcune informazioni del presente capitolo sono tratte dalla relazione tecnica (Geologia – Idraulica – Sismica) redatta
dallo Studio Associato Nolledi e allegata ai documenti della presente variante.
Nelle aree della pianura costiera il reticolo idrografico risulta totalmente artificiale, realizzato a scopo di
bonifica delle aree palustri circostanti il lago di Massaciuccoli mediante canali di acque alte e basse i cui
livelli idrici sono gestiti dalle idrovore di Massarosa o di Viareggio. Le acque pompate defluiscono nel bacino
lacustre o nei suoi canali immissari.
Nella porzione NE della zona collinare e pedecollinare si individuano i bacini del T. Freddana (affluente di
destra del F. Serchio) e del T. Lucese.
Nelle restanti zone collinari il sistema idrografico si sviluppa in direzione NE-SW dal margine settentrionale
del territorio comunale fino alla zona di Quiesa, e in direzione E-W da Quiesa fino al confine meridionale del
Comune.
Tutta questa porzione confluisce nel sistema di canali di bonifica del Lago e del Padule di Massaciuccoli.
All'interno del territorio comunale si nota l'assenza di corsi d'acqua di una certa importanza; infatti il sistema
idrografico risulta rappresentato da corsi d'acqua generalmente caratterizzati da portate modeste o
addirittura stagionali. In ogni caso, come per la gran parte dei comuni presenti sul territorio Versiliese, la
forte acclività collinare e l’esposizione geografica particolarmente soggetta alle perturbazioni di origine
atlantica fanno si che, in occasione di eventi di una certa intensità, il reticolo vada fortemente in crisi, con
conseguente esposizione di gran parte del territorio comunale a eventi di tipo esondativo.
Dal sito web http:/sira.arpat.toscana.it/sira/idrografia/ic_046018.htm si ricava l’elenco dei toponimi dei corsi
d’acqua che interessano il Comune di Massarosa.
Nome
Canale acque alte
Canale Burlamacca
Lungh nel comune (km)
3
9
Relazione sullo stato dell’ambiente
Lungh tot (km)
3
12
Autorità di Bacino
Serchio
Serchio
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
18
Nome
Canale del Confine
Canale della Pianaccia
Canale la Fossetta
Fossa Nuova (7)
Fossetto
Fossiccio
Fosso Bagnaia
Fosso Bottini
Fosso Burlamacco
Fosso Cava
Fosso Centralino
Fosso Collettore (2)
Fosso Collettore (3)
Fosso Collettore Centrale
Fosso Confine
Fosso dei Ceracci
Fosso dei Pioppi
Fosso del Borrone (2)
Fosso del Brentino
Fosso del Castagnaccio
Fosso Col dei Pini
Fosso del Fontanacci
Fosso del Piano
Fosso del Piccione
Fosso del Porto
Fosso del Sorbo (7)
Fosso dell’Acqua Chiara
Fosso della Barra
Fosso della Fornella
Fosso della Leccia
Fosso della Sanza
Fosso delle Grotte (3)
Fosso delle Pompe
Fosso di Fontana
Fosso di Piano
Fosso Farabolòa
Fosso Le Venti
Fosso Malfante
Fosso Pantaneto
Fosso Pioppo del Gatto
Fosso porto vecchio
Fosso Prunicci
Fosso Salvestrino
Fosso Sasso
Fosso Scarda
Fosso Segalare
Fosso Sereno (2)
Fosso traversa
Gora detta di Stiava Romana
Gora di Ficaia
Gora di Stiava
Il Fossetto (3)
Rio Bruccone
Rio Cospitone
Rio degli Sterpeti
Rio dei Pianacci
Rio dell’Acqua
Rio della Frellina
Rio della Presa
Rio della Scalamata
Rio della Tana (3)
Rio delle Fontanelle (6)
Rio delle Vignette
Rio delle Villette
Rio di Cagliorata
Rio di Chiavarino
Rio di Colle Lungo
Rio di Ficaia
Rio di Fiocchi
Rio di Fontanella
Rio di Martinuccio
Rio di Pastinovelli
Lungh nel comune (km)
2
1
3
5
2
2
1
1
1
3
2
1
1
4
<1
<1
<1
1
5
1
1
1
6
4
4
<1
3
<1
1
2
<1
1
2
2
<1
1
5
4
4
3
2
1
1
3
1
1
3
3
2
1
Lungh tot (km)
2
1
3
6
2
2
1
1
1
3
2
1
1
4
3
1
<1
1
5
1
1
2
7
5
4
<1
3
8
1
2
1
1
2
2
<1
4
5
5
4
3
2
2
1
3
1
1
3
3
2
1
3
1
1
1
2
1
1
1
1
<1
1
1
1
1
1
1
<1
2
3
1
1
1
2
1
1
1
1
<1
1
1
1
1
1
1
1
2
Relazione sullo stato dell’ambiente
Autorità di Bacino
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Toscana Nord
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Toscana Nord
Serchio
Serchio
Serchio
Toscana Nord
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Toscana Nord
Serchio
Serchio
Serchio
Toscana Nord
Serchio
Variante al PS Comune di Massarosa
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Nome
Rio di Pignbano
Rio di Riitomboli
Rio di Sorboli
Rio Polle del Morto
Rio Salacchino
Solco del Metatello
Solco di Renipoli
Torrente Freddana
Lungh nel comune (km)
1
3
1
4
2
<1
1
4
Lungh tot (km)
1
3
1
5
2
<1
2
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Autorità di Bacino
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
Serchio
A.1.1.2- Le aree lacustri e palustri
Il Laghetto di Montramito
Il Laghetto di Montramito rappresenta il relitto della terminazione nord-occidentale del lago di Massaciuccoli
che lambiva Massarosa intorno all’anno Mille. Costituisce quindi l'unica area umida naturale residua nella
zona palustre ora bonificata, peraltro inserita tra le emergenze geologiche dal PTC della provincia di Lucca.
E’ un piccolo specchio d’acqua dalle sponde melmose che si trova appena ad Est del bivio di Montramito, tra
la S.S. n° 439 Sarzanese-Valdera a Nord e un fosso del sistema di canali di acque basse a Sud. A oggi è
utilizzato a fini di pesca sportiva.
Leggende popolari, fiorite intorno alla presunta origine diabolica della pozza (che sarebbe nata dallo
sprofondamento nel sottosuolo di un monastero di religiosi dai comportamenti particolarmente dissoluti),
ritenuta senza fondo e impossibile da prosciugarsi derivano dal fatto che le acque sorgive vengono a giorno
risalendo lungo una superficie di contatto (tettonica) tra il basamento impermeabile (acquiclude inferiore
costituito dagli scisti e filladi della formazione delle "Filladi sericitiche") e l'acquifero calcareo del "Calcare
Cavernoso" (acquifero inferiore) che alimenta costantemente il subalveo lacustre. Le manifestazioni si
dividono in una sorgente principale, ubicata in prossimità della S.S. Sarzanese-Valdera, e in varie
emergenze diffuse sul fondo del laghetto, poco a valle della sorgente suddetta.
La presenza di simili manifestazioni freatiche, che possono fra l’altro aver dato luogo a fenomeni di sabbie
mobili, devono aver fortemente impressionato la fantasia popolare in tempi passati: la costante
alimentazione sotterranea avrebbe vanificato qualsiasi tentativo di prosciugamento, alimentando la credenza
di interventi infernali e mantenendo lo specchio lacustre fino a oggi.
Attualmente il lago ha una forma sub ellittica a fagiolo e copre un’area di circa 6000mq, livellandosi a 1,5 m
s..l.m.; il suo letto giace a 6-7 m dal piano di campagna, ospitando un volume idrico di circa 20.000 mc (A.
Giovannini, 1993).
L’invaso del Brentino
Come i chiari di S. Rocchino rientranti nel bacino lacustre del Massaciuccoli, l’invaso del Brentino
rappresenta un invaso estrattivo di sabbie silicee (impiegate nell’escavazione marmifera) localizzato nella
depressione di bonifica adiacente al Fosso omonimo. L’escavazione, effettuata in tempi diversi e da diverse
ditte, ha lasciato più specchi lacustri di forma e dimensioni differenti, separato da stretti terrapieni transitabili
e in parte percorsi da scoline di bonifica pensili, in destra della Gora di Stiava; la superficie idrica copre
complessivamente più di 525.000 mq e i maggiori invasi misurano dai 0 ai 25 ,m di profondità, impostandosi
su terreni sabbioso- argillosi, di recente origine eolico- lacustre: l’area estrattiva occupa infatti la massima
depressione dell’avvallamenti, creatosi in epoca olocenica, fra i tomboli dunali litoranei (su cui oggi sorge
Viareggio) e le digitazioni basali delle conoidi deltizie pedemontane; depressione in seguito prosciugata
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
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mediante drenaggio idromeccanico, con recupero agricolo di aree giacenti anche 2,5 m sotto il livello medio
marino.
Lo strato superficiale di terreno è costituito da una copertura discontinua di torbe palustri, potenti fino a 4 m
(corrispondenti al lago medievale) che forma un acquicludio artesianogeno, sovrapponendosi a potenti
spessori acquiferi di sabbie silicee grossolane (25-30 m), impostati a loro volta sul substrato argilloso dello
specchio pleistocenico.
Le acque del complesso, livellando costantemente a – 1,25 m sotto il livello del mare, per l’azione congiunta
dell’intensa evaporazione e del drenaggio operato dagli emungimenti artificiali delle idrovore, sono
continuamente ravvenate dalla freatica dell’entroterra.
La capacità totale degli invasi si aggira sui 6.000.000mc e la massa liquida si trova costantemente in
equilibrio con la falda confinata in forti spessori acquiferi: a causa delle emunsioni artificiali e delle perdite
occulte indotte dall’ampia superficie esposta a evaporazione, la superficie freatico-piezometrica si deprime
fino a 50 cm sotto il piano di campagna (-05- -2,5 m), ingenerando un convergente richiamo dei diletti liquidi
tanto dalla fascia alluvionale pedemontana quanto dai tomboli litoranei. Stante la prevalenza quantitativa
degli afflussi pedemontani, prodotti dalla cospicua infiltrazione ai piedi del massiccio apuano, sui modesti
gradienti idraulici delle falde salmastre di alimentazione marina, la salinità delle acque degli invasi è limitata,
in superficie almeno: alle lame superficiali di acque dolci, infatti, soggiacciono, con profondità variabile tra gli
8 e i 10 m, dipendentemente dall’alimentazione meteorica, lame di acque salmastre e saline stratificate
secondo la densità.
Le bozze del Brentino fino ai primi anni ’80 sono state interessate dall’escavazione delle sabbie silicee, dai
primi anni ’90 sono state utilizzate quali discariche per i fanghi prodotti dalla lavorazione marmoreo-lapidea
versiliese (la “marmettola”). Ai sensi delle Norme del Piano di Bacino – Bilancio Idrico del Massaciuccoli Art.
24 “Tutela della falda idrica interessata dalle cave di sabbia silicea presenti nel bacino”, al fine di
salvaguardare la falda idrica è fatto divieto di scarico nelle ex cave di sabbia silicea di qualsiasi materiale,
compreso i residui della lavorazione del marmo.
Il sito di discarica, gestito dalla Soc. Nuova Cosmave è stato chiuso in data 31-12-2007. Sono in fase di
predisposizione il piano di bonifica e i necessari interventi di risistemazione e bonifica ambientale.
Il sito estrattivo, colmato nel 2002 con la marmettola, è stato oggetto di chiusura e sistemazione finale e
sono in corso le ultime operazioni di monitoraggio. Ad oggi si presenta invasa da cannuccia palustre
graminacee, leguminose e fauna locale. Su questi terreni passerà il raccordo stradale che collega la zona
produttiva di Montramito con il casello autostradale di Viareggio.
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Il Lago di Massaciuccoli
Il Lago e Padule di Massaciuccoli rientrano nel Piano di bacino del Fiume Serchio, all’interno del sottobacino
del Lago di Massaciuccoli.
Fig. - Il bacino del Lago di Massaciuccoli
Il bacino del Lago di Massaciuccoli ricade nei Comuni di Viareggio (LU), Massarosa (LU) e Vecchiano (PI).
Si estende lungo la direttrice N-S compresa tra la Versilia e la pianura pisana; ad Ovest è delimitato dalle
dune costiere della Macchia Lucchese e di Migliarino e, a Est, dal crinale dei Monti di Massarosa e di
OltreSerchio.
Si estende su un’area di circa 89 km2. Lo specchio lacustre misura 6,8 km2 e presenta una profondità tra 1 e
2,5 m (shallow lake) eccetto che nelle ex-cave di sabbia silicea Non presenta la caratteristica forma
allungata in direzione della costa dei laghi costieri sia per un interramento naturale progressivo sia a causa
delle opere di bonifica che sono state effettuate soprattutto verso Pisa. E’ stato calcolato un volume di
9.000.000 m3.
La piana del Lago inizia la sua genesi nel Quaternario a seguito dell’accumulo di sedimenti fluviali (portati
dall’Arno e dal Serchio) lungo la linea di costa.
L’esame stratigrafico mostra come questo tratto delle più settentrionali delle pianure costiere della Toscana
sia stato interessato, prima della fase lacuale, da altre 2 fasi consimili alternate da altrettanti episodi marini.
La distanza dalla costa è dovuta alla grande massa dei depositi fluviali portati dal sistema Arno- Serchio e
allineati dalle correnti marine contro il lago che in origine non era lontano dal mare; in antichità comunicava
infatti con il mare attraverso diverse aperture poste tra le dune litorali e riceveva acque dal Serchio durante
le piene del fiume.
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Precipitazioni
stagionali
Alimentazione Lago
Apporto acque dalla falda
acquifera
Acque che confluiscono naturalmente:
brevi corsi d’acqua a regime torrentizio detti “gore” che scendono dalle
colline tra Quiesa e Massaciuccoli:
Fonti immissarie:
La RETE
IDROGRAFICA
•Rio Quiesa: alimentato dalla sorgente Villa Spinola
•Rio Bozzano: giunge nel Burlamacca
•Rio Grande
•Sorgente Laghetto Montramito
Acque che confluiscono attraverso opere di bonifica:
•Canale Barra-Barretta : da Vecchiano al Lago
•Fosso Confine
•Fosso La Fossa Nuova: lambisce le colline
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Uscita Lago
CANALE BURLAMACCA lungo 9,5 km
L’acqua del Lago passa attraverso il sistema di canali posto a Nord del Lago:
Le Venti
Le Quindici
Malfante
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Sottobac
IDROVORA
2
km
N°
Portata max
pompe
L/sec
m3 acqua/anno
Acqua pompata/area Sottobac.
m3/ km2
16,7
Vecchiano
4
10.500
13.549.680
811.358
5,25
Massaciuccoli
3
6.000
6.701.216
1.276.422
TOTALE DAL CANALE BARRA (Bon. Meridionale)
Massarosa:
Pioppogatto
3
9.540
4,66
Beatrice
2
1000
1,58
Portovecchio
3
1,85
Quiesa
4
20.250.896
21.505.680
4.614.952 Bon. N-Orientale
1.150-1650
7.674.480
4.857.265 Bon. N-Orientale
1.500
5.895.180
3.186.583 Bon. Nord
TOTALE Bon. Settentrionale
35.075.340
TOTALE ACQUA POMPATA
55.326.236
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Si osserva una notevole differenza tra il comprensorio a scolo meccanico posto a sud del Lago rispetto a
quello a Nord; una certa differenza esiste anche nella Bonifica Meridionale tra il sottobacino di Massaciuccoli
e il sottobacino di Vecchiano. Ragioniamo quanta acqua è pompata relativamente alla superficie del
sottobacino
Bonifica
Acqua pompata/superf. Sottobacino in media
m3/km2
Meridionale
0,8-1,2 milioni
Nord
3,6 milioni
Nord-Orientale
4,7 milioni
Le cause presunte:
diversa distribuzione delle precipitazioni nel bacino andando verso N-E
presenza di acqua di infiltrazione che penetra nelle formazioni calcaree permeabili e semipermeabili
delle colline di Massarosa, Quiesa e dei Monti d’Oltre Serchio e che alimenta la falda freatica del
Bacino di Massaciuccoli; la bonifica a N è maggiormente alimentata perché a contatto di una zona di
raccolta più ampia
presenza di acque di ruscellamento provenienti dalle colline di Massarosa che alimentano i canali
periferici al sottobacino di Massarosa e Portovecchio; una parte di queste acque è drenata dalla
bonifica, causa una non perfetta tenuta degli argini.
In pratica, quindi, la quantità d’acqua pompata dalle idrovore è notevolmente superiore ai reali afflussi
meteorici all’interno delle aree bonificate.
Inoltre, le acque “sollevate” dalle bonifiche, ricche di materiale in sospensione, facilitano l’interramento del
Lago.
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Il “pompaggio” richiama, tramite la falda, grossi volumi di acqua dalle zone circostanti, soprattutto nelle
Bonifiche a Nord del Lago dove vi sono zone di ricarica più vaste
Attraverso le aree bonificate circolano grossi volumi di acqua che determinano un LAVAGGIO del terreno
con conseguente inquinamento, ad opera degli agenti fertilizzanti, del lago e delle paludi circostanti
(EUTROFIZZAZIONE).
LE CAUSE DI SQUILIBRIO DELL’ECOSISTEMA
-
Interramento
-
Salinizzazione
-
Eutrofizzazione
-
Ricambio idrico
-
Presenza di specie alloctone
Interramento
Un tempo gli agenti colmatori della depressione erano
9
Il Serchio a Sud
9
Il Camaiore a Nord
9
I Corsi d’acqua ad Est
9
Il mare ad Ovest
A oggi, invece, la causa è da ricercare nei canali di scolo meccanico: si pensi che le e aree agricole della
Bonifica Meridionale danno un contributo annuo di 1700 tonnellate di solidi sospesi e di 9,5 tonnellate di
fosforo totale.
Essi determinano:
-
il progressivo interramento del Lago
-
l’intorbidimento delle acque (riduzione trasparenza)
-
alte percentuali di fosforo legato al sedimento rilasciato nelle acque
E’ stato calcolato che in 36 anni il volume del Lago è passato da 11.000.000 m3 a 9.000.000 m3; se si va
avanti così in 120 anni i sedimenti che giungono nelle acque porteranno alla completa scomparsa del bacino
lacustre.
Nel 1997 l’Ente Parco ha promosso la redazione di un progetto del tutto innovativo, volto alla riduzione del
run-off (dilavamento) di nutrienti e sedimenti dalla Bonifica agricola meridionale nel Canale Barra e quindi nel
Lago. L’idea progettuale vedeva la realizzazione di un sistema di fitodepurazione delle acque attraverso le
scoline dei campi senza bisogno di dover creare bacini di sedimentazione e di trattamento terziario.
Le prescrizioni tenevano conto della pedologia del bacino drenante, dell’uso agricolo effettivo dei suoli e del
complesso sistema idraulico e prevedevano:
una nuova sagomatura delle scarpe delle scoline così da aumentare la loro portata
una diminuzione/aumento del n° di scoline a seconda delle zone
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una suddivisione del bacino in 4 zone a seconda della diversa pedologia dei suoli, responsabile di
diversi comportamenti di run-off
la realizzazione di fasce inerbite larghe 1 m lateralmente alla scolina, su entrambi gli argini, con la
funzione di ritenere sedimenti e parte dei nutrienti (quelli legati al sedimento e non solo)
la crescita (con taglio periodico) della vegetazione elofita nelle scoline, tenendo conto della capacità
fitodepurante della stessa
Salinità
2 sono i meccanismi di distribuzione delle acque salmastre nel Lago:
1. un sistema idrodinamico superficiale
2. un sistema di circolazione sotterranea attraverso il cordone sabbioso (preda dell’escavazione)
1- Nel periodo umido (in genere da Novembre a Febbraio), quando le acque del Lago si trovano sopra il
medio mare, la quasi totalità delle acque salmastre risale lungo il fondo del canale Burlamacca fino al
laghetto di S. Rocchino che funge da magazzino distributore (nel canale delle Quindici ne passa poca
perché è presente una soglia idraulica alla confluenza tra questo canale e il Burlamacca).
Nel periodo secco (Giugno- Luglio-Agosto), quando il livello medio del lago è al di sotto di quello marino,
invece, prevale l’arrivo diretto di acqua salmastra dal Canale Burlamacca e dalle sue diramazioni sul flusso
sotterraneo (anche se questo è comunque maggiore rispetto al periodo umido)
Si ha quindi un’ INVERSIONE DEL FLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI che favorisce il richiamo di
acque salmastre dal Burlamacca, anche perché le PORTE VINCIANE (risalenti al 1750) non funzionano
2- Le cave raggiungono una profondità massima di 18-20 m e nelle loro acque è possibile rilevare una
stratificazione “salina”.
Esse svolgono 2 funzioni estremamente critiche per il Lago:
¾
costituiscono dei depositi di raccolta per le acque salmastre che arrivano dal
¾
drenano la falda presente nelle sabbie
Burlamacca
Per ulteriori approfondimenti vd Cap. 6.3 della relazione tecnica (geologia- idraulica- sismica dello Studio
associato Nolledi “Conducimetria” nell’ambito dello studio della idrogeologia delle zone di pianura.
Il ricambio idrico
Le seguenti informazioni sono tratte dalla relazione tecnica redatta dallo Studio Associato Nolledi allegata ai
documenti del QC della viariante. A tale documento si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Il ricambio idrico consiste nel bilancio tra acque in entrata e acque in uscita dal Lago.
Il Piano di Bacino Stralcio “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli” (adottato dall’Autorità di
Bacino del Fiume Serchio con Delibera del Comitato Istituzionale N° 150 del 20 febbraio 2007) ha valutato
l’entità del deficit idrico esistente all’interno del Bacino del Lago di Massaciuccoli in 32 milioni di metri cubi,
valore ottenuto ipotizzando che il sistema - lago, in assenza dell’azione umana, fosse in perfetto equilibrio
idrico, presentando un assoluto pareggio tra afflussi e deflussi, e che gli usi antropici rappresentino la vera
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
28
causa dello squilibrio in atto.
Da studi di dettaglio emerge che il lago, che probabilmente ha una ricarica essenzialmente pluviometrica e
pedemontana superficiale, sta facendo registrare un trend dei livelli idrici in calo essenzialmente a causa dei
seguenti fattori:
1. .captazione dalle sorgenti pedecollinari per uso idropotabile;
2. calo delle precipitazioni;
3. emungimenti per usi agricoli;
4. uso intensivo delle idrovore;
Il Piano di Bacino si propone di perseguire il riequilibrio del bilancio idrico adottando le seguenti strategie:
1) Pianificazione e programmazione dei seguenti interventi ed azioni, elencati in ordine di priorità:
¾
realizzazione di una grande derivazione dal fiume Serchio per l‘immissione di acqua nel bacino del
lago di Massaciuccoli partendo dalla zona di Filettole,
¾
installazione di nuova barriera mobile nel canale Burlamacca (già prevista dal PRAA 2004 – 2006 e
dal piano di Bacino);
¾
riconversione dell’attività agricola;
¾
restituzione, all’edificio sito nel comune di Viareggio oggi di proprietà del demanio statale e
denominato “Casello idraulico”, delle originarie funzioni di controllo della navigazione sul canale
Burlamacca e delle Porte Vinciane;
¾
altri interventi secondari (inversione, nel comune di Vecchiano, dello scolo meccanico della acque,
dal lago di Massaciuccoli verso il fiume Serchio; rimozione attraverso pompaggi del sale dalle acque
contenute nelle ex cave di sabbia silicea presenti a nord del lago; acquisto di terreni incolti o
parzialmente coltivati al fine di allagare aree circostanti al lago).
2) Effettuazione di adeguati monitoraggi per la verifica dell’efficacia degli interventi e delle azioni
sopra indicati, composti da: rete di monitoraggio idro-pluviometrico e qualità delle acque del lago
esistente; campagne in situ; analisi dei dati derivanti dalla rete ARPA Toscana.
3) Norme di Piano per la regolamentazione dell’uso della risorsa idrica per prelievi antropici. Tali Norme:
¾
impediscono l’incremento dei prelievi delle acque per usi antropici;
¾
stimolano l’individuazione e l’attuazione, da parte dei soggetti competenti, di azioni utili per
conseguire risparmio idrico;
¾
individuano adeguate procedure per garantire il recepimento delle disposizioni del Piano nella
pianificazione di sviluppo del territorio e di uso del suolo.
L’eutrofizzazione
Nel 1940 Brunelli e Cannicci descrivevano il Lago come oligotrofo (P=6,55 mg/l) e oligoalino (0,1 gr NaCl /l
nel 1937 e 0,8 gr NaCl /l nel 1939) e le acque risultavano limpide e caratterizzate da una rigogliosa
vegetazione di macrofite di fondale, comprese alcune specie adesso rare/assenti nel bacino. Queste
costituivano un importante nicchia ecologica per zooplancton, pesci, avannotti di pesci, folaghe e, al culmine
della catena alimentare vi era la lontra, scomparsa nel 1976.
Negli anni ’50 l’incremento della concentrazione dei nutrienti portò il Lago a una condizione di mesotrofia,
con un notevole incremento delle macrofite di fondale; superati determinati valori soglia, si è avuto un
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
29
progressivo aumento del fitoplancton accompagnato da una contemporanea riduzione delle macrofite fino a
una loro scomparsa dallo specchio acqueo e confinamento in alcuni canali o nei chiari isolati dalla
circolazione generale delle acque (dal 1960)
Agricoltura
intensiva nei
sottobacini
Aumento del run-off
di nutrienti e
sedimento
Aumento
abitanti
equivalenti
per
gli
impianti di depurazione
non efficienti
Aumento
dell’apporto di
fosforo
Aumento della
navigazione
Cambiamenti
politici ed
economici
Erosione degli argini e
aumento della
sospensione del
sedimento
Aumento
dell’allevamento
di bestiame e
abbandono delle
vecchie tecniche
di gestione del
territorio
Eutrofizzazione con aumento del fitoplancton
Regressione
del canneto
Perdita di
macrofite
Sedimento
PERDITA DI HABITAT, RIDUZIONE DELLA BIODIVERSITA’, SOSTITUZIONE CON UN SISTEMA DEGRADATO E INSTABILE
Uno dei principali indiziati in caso di eutrofizzazione è il Fosforo totale ossia l’insieme del fosforo organico e
del fosforo inorganico sottoforma di Sali solubili, ortofosfati e composti minerali.
I criteri OCSE del 1982 tengono conto di parametri fisico-chimici quali la temperatura, la conducibilità
elettrica, la trasparenza, il pH, l’ossigeno disciolto e la quantità di nutrienti, ossia fosforo totale e azoto totale
(dato da NH3 +NO2 +NO3).
Status
P totale
In particolare si calcola il rapporto di Redfield R tra
[Sali di N solubili] / [Sali di P-ortofosfati-solubili]
Ultraoligotrofia < 4 mg/l
in cui le concentrazioni sono espresse in Peso/Volume per
Oligotrofia
< 10 mg/l
determinare il Fattore limitante la crescita delle alghe.
Mesotrofia
10-35 mg/l
•
Se R < 7
N è il fattore limitante
Eutrofia
35/100 mg/l
•
Se R > 15
P è il fattore limitante
Ipereutrofia
> 100 mg/l
•
Se 7 < R <15
l’aumento di N o P può favorire la crescita
delle alghe
Sul Massaciuccoli R risulta sempre < 15 solo nei periodi di non funzionamento delle idrovore; questo
dimostra che il pompaggio di acqua dalle bonifiche è fondamentale per determinare il Fattore limitante.
Notevoli quantità di Fosforo giungono dal canale Barra e ciò risulta dalle analisi delle acque in uscita dal
canale e dalla distribuzione areale di fosforo nei sedimenti del Lago.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
30
Si ha quindi un grosso apporto di nutrienti sia sottoforma disciolta che in forme associate al particellato
organico ed inorganico
Torbidità
L’elevata torbidità delle acque determina:
-
la riduzione o la scomparsa delle macrofite sommerse
-
la diminuzione degli invertebrati che le colonizzano
-
la diminuzione dei pesci e degli uccelli che le utilizzano
-
la diminuzione di pesci e uccelli consumatori secondari (luccio, anguilla, folaga, varie anatre…)
-
non crescono più macrofite che con i loro apparati radicali trattenevano il terreno sul fondo del lago:
quando c’è molto vento e l’acqua si muove, il fondale ristorna in sospensione aumentando la
torbidità
A.1.2- Le acque sotterranee
Lo studio condotto dallo Studio Associato Nolledi ha messo in risalto l’evoluzione della morfologia della falda
freatica della pianura costiera massarosese; la falda interessa tutto lo spessore della sabbie marine
sottostanti una coltre limo-torbosa superficiale ed aventi al loro letto depositi impermeabili di natura o di
matrice argillosa.
La falda trae alimentazione principalmente dalla fascia pedecollinare nella quale sono state riconosciute sei
distinte direttrici di ricarica con acque a mineralizzazione medio-bassa.
Nella parte centrale della pianura, dove è presente il sistema Lago di Massaciuccoli - Canali si stabilisce un
equilibrio tra le acque superficiali e quelle di falda, equilibrio a cui non è estraneo l’effetto drenante operato
dalle idrovore nelle adiacenti aree di bonifica. Queste ultime rappresentano infatti i “bassi” freatimetrici di
tutta l’area studiata e costituiscono le zone di convergenza delle acque sotterranee.
Per approfondimenti si rimanda alla relazione tecnica (Geologia – Idraulica – Sismica) redatta dallo Studio
Associato Nolledi, più precisamente ai Cap 4-“Lineamenti idrogeologici generali del territorio comunale”, Cap
5 “Idrogeologia delle zone collinari”, Cap. 6 “Idrogeologia delle zone di pianura”.
A.1.2.1 – Le acque termali
Con il Decreto dirigenziale R.T. n° 549/2005 è stata rilasciata la concessione Mineraria per acque termali
denominata “Sulla Pieve” alla soc. SORICTTE S.r.l. (Società di Ricerche Idro Climato Talasso Terapiche) a
seguito del Decreto del Ministero della Sanità del 24-11-2000. e ai sensi della L.R. n°86/1994 (“Norme per la
disciplina della ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali”). La concessione interessa un’area di
1.2.70 e ha una durata di 15 anni.;è definita inoltre, una fascia di rispetto costituita da un quadrato con lati di
15 m,, tracciato intorno al pozzo di acqua termale.
Dalle analisi chimico fisiche effettuate nell’ambito dell’elaborazione della Relazione Tecnica per ottenere tale
concessione, risulta che l’acqua minerale naturale “Fonte delle Fate” che sgorga nell’ambito del permesso di
ricerca (rilasciato con Decreto Dirigenziale n° 3431 del 20-05-1996 su un’area di 9.94.6 ha e prorogato per 2
anni con Decreto Dirigenziale n° 2400 del 07-05-1999) nella bonifica del Lago di Massaciuccoli, denominato
“Sulla Pieve”, presenta caratteristiche tali da avere proprietà terapeutiche per la balneo fango terapia.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
31
L’acqua risulta limpida, incolore e di odore sulfureo e sapore asprigno con una temperatura media
pressoché costante intorno ai 15°C.
Per il dettaglio delle analisi si rimanda alla documentazione inviata dalla Regione Toscana al Comune di
Massarosa.
Importante è sottolineare che, nel’ambito dei pareri forniti dai diversi Enti al momento del rilascio della
concessione, la Provincia di Lucca faceva notare che la zona interessata dall’attività è classificata come
“area vulnerata da subsidenza” il cui utilizzo è quindi disciplinato dall’art. 21 delle Norme di Attuazione del
PTC in base al quale, in tali aree “deve essere evitata l’attivazione di nuovi emungimenti di acque
sotterranee, comprese quelle freatiche, nonché gli emungimenti temporanei realizzati per gli scavi sotto falda
a esclusione di quelli ragionevolmente definibili modesti per estensione e profondità o i cui effetti siano
annullabili attraverso impianti di re immissione in falda, con la sola esclusione, pertanto, degli emungimenti
finalizzati al consumo domestico nelle aree non servite da acquedotto e di quelli relativi alle prese d’acqua
per lo spegnimento di incendi”.
A.1.2.2 – Le sorgenti
Lo studio elaborato dallo studio Associato Nolledi nell’ambito della redazione del conoscitivo geologicoidraulico, ha censito 85 sorgenti sul territorio comunale (18 in più rispetto a quante censite nel 2001).
Tutte le sorgenti censite sono visualizzate nella TAV. 6 - Carta idrogeologica del territorio comunale.
Sono state individuate 3 tipologie prevalenti:
a) Sorgenti di trabocco, alimentate da formazioni ad elevata permeabilità, di solito con circuiti estesi e
profondi, la cui emergenza è legata alla presenza di uno sbarramento da parte di terreni meno permeabili;
tale sbarramento può essere stratigrafico o per faglia.
Appartengono a questo tipo le sorgenti di Villa Spada, il “Fontanone” di Bozzano, la sorgente di
Montramito e la vecchia sorgente di Stiava, oggi non più esistente come tale per l'abbassamento della
piezometrica operato nell'area di emergenza dai pozzi dell'acquedotto di Viareggio.
b) Sorgenti di contatto, ubicate al passaggio tra un terreno di permeabilità media o alta ed uno di
permeabilità bassa;
c) Sorgenti per soglia di permeabilità sovraimposta, generalmente dovute alla sovrapposizione di terreni
di copertura recenti, poco permeabili, su zone fratturate di rocce a media permeabilità; queste ultime
vengono tamponate e la circolazione idrica così sbarrata dà luogo ad emergenze.
Questo è l’elenco delle sorgenti ricadenti in Comune di Massarosa messo a disposizione dal SIT della
Provincia di Lucca.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
32
Scheda
Oggetto
Località
518.036.0
Sorg. La
Fontanina
Infernetto
518.037.0
Sorg.
Varigello
518.093.0
Sorg.
Campora
518.068.0
Sorg.
518.069.0
Sorg.
Sist. Amb.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
Mazzapelle
518.070.0
Sorg.
518.071.0
Sorg.
Villa Nicoletti
518.073.0
Sorg.
518.074.0
Sorg.
518.075.0
Sorg.
518.072.0
Sorg.
518.094.0
Sorg.
Cucco
518.076.0
Sorg.
Aquilata
518.078.0
Sorg.
Fosso Bagnaia
518.077.0
Sorg.
Massaciuccoli
518.034.0
Sorg.
518.035.0
Sorg.
518.083.0
Sorg.
518.032.0
Sorg.
518.031.0
Sorg.
518.033.0
Sorg.
518.046.0
Sorg.
518.047.0
Sorg.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
Villa Pardi
Aquilata
Il Palazzetto
Piantoneto
Luciano
Poggione
Miglianello
B.05.0 Prealpi
Meridionali
Amb.
territoriale
Amb.
Coordinamento
Parco
Classe
Sottoclasse
Amb.
Fisico
Altimetria
C
G
050
C
C
E
B
C
G
050
C
C
D
C
Uso
intorno
Accessibilità
Utilizzazione
DH
C
C
D
C
C
Spec.
Vinc.
Elenchi
CE
CG
D
D
CE
G
D
D
Vincoli
Variante
C
G
050
C
C
D
C
C
C
B
BE
D
D
C
G
050
C
C
D
B
D
B
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
E
A
CD
C
C
BCE
G
D
D
D
C
G
050
C
C
D
A
AC
A
C
BE
D
C
G
050
C
C
H
A
C
C
C
B
D
D
C
G
050
C
C
E
A
D
C
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
E
B
D
C
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
E
B
D
C
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
D
B
D
C
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
D
B
C
C
B
BE
D
D
C
G
050
C
C
E
B
D
B
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
E
A
D
C
C
BCE
G
D
D
C
G
050
C
C
D
A
C
C
C
BE
D
D
C
G
050
C
C
D
D
D
B
C
CE
G
D
D
C
G
050
C
C
D
C
D
C
C
CE
G
D
D
C
G
050
C
C
D
D
C
B
A
E
D
D
D
D
C
G
050
C
C
E
A
C
A
C
C
G
050
C
C
E
B
D
C
C
CE
C
G
050
C
C
D
B
C
A
C
E
C
G
050
C
C
D
B
C
C
C
G
050
C
C
D
A
C
A
C
G
050
C
C
D
A
C
D
D
D
D
C
D
D
C
D
D
C
A
D
D
D
D
D
D
D
D
518.049.0
Sorg. Acqua
Chiara
518.048.0
Sorg.
Rio dell'Acqua
Chiara
C
G
050
C
C
D
A
E
B
A
E
518.050.0
Sorg. Polla
del Morto
Rio Polla del
Morto
C
G
050
C
C
E
A
D
A
C
CE
518.052.0
Sorg.
Valle Cava
C
G
050
C
C
E
A
C
A
C
E
518.055.0
Sorg.
Rio Cospitone
C
G
050
C
C
G
B
CD
C
C
CE
518.054.0
Sorg.
Colle
C
G
050
C
C
E
A
E
C
C
E
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
G
G
G
D
D
D
D
33
Scheda
Oggetto
Località
Sist. Amb.
Amb.
territoriale
Amb.
Coordinamento
Parco
Classe
Sottoclasse
Amb.
Fisico
Altimetria
Uso
intorno
Accessibilità
Utilizzazione
Vincoli
Spec.
Vinc.
Elenchi
Variante
518.051.0
Sorg.
Le Bianchine
C
G
050
C
C
E
B
D
C
C
CE
G
D
518.055.0
Sorg.
Rio Cospitone
C
G
050
C
C
G
B
CD
C
C
CE
G
D
D
518.056.0
Sorg.
C
G
050
C
C
E
A
D
C
C
CE
G
D
D
518.058.0
Sorg.
C
G
050
C
C
D
A
C
C
C
BE
518.057.0
Sorg.
Bozzano
C
G
050
C
C
F
A
C
B
C
518.059.0
Sorg.
Rio di Pignano
C
G
050
C
C
E
A
D
C
C
CE
518.060.0
Sorg.
Fontanelle
C
G
050
C
C
D
A
D
B
C
518.061.0
Sorg.
Fosso delle
Fontanelle
C
G
050
C
C
E
A
CD
B
518.062.0
Sorg.
Bringhetta
C
G
050
C
C
E
A
C
518.063.0
Sorg.
Villa Spinola
C
G
050
C
C
D
A
518.064.0
Sorg. Villa
Spinola
Villa Spinola
C
G
050
C
C
D
518.067.0
Sorg.
C
G
050
C
C
518.066.0
Sorg.
C
G
050
C
Monte Pelara
D
D
D
D
D
G
D
D
CE
G
D
D
C
CE
G
D
D
C
C
E
D
D
DH
B
C
BCE
CG
D
D
B
CH
B
A
BCE
C
D
D
E
B
DH
A
C
BCE
CG
D
D
C
D
B
DH
A
C
BCE
CG
D
D
Monte Quiesa
518.065.0
Sorg.
C
G
050
C
C
D
B
CH
A
C
BCE
C
D
D
518.040.0
Sorg.
Rio della Tana
C
G
050
C
C
E
B
DH
C
C
CE
CG
D
D
518.041.0
Sorg.
Rio Scesarella
C
G
050
C
C
D
C
DH
C
C
CE
CG
D
D
518.042.0
Sorg.
C
G
050
C
C
E
D
D
C
C
CE
G
D
D
518.039.0
Sorg.
C
G
050
C
C
D
D
D
C
C
CE
G
D
D
518.038.0
Sorg.
C
G
050
C
C
E
D
D
C
C
CE
G
D
D
G
D
D
D
D
D
D
D
D
Al Collaccio
518.043.0
Sorg.
Faeta
C
G
050
C
C
D
D
D
C
C
CE
518.091.0
Sorg.
Fornella
C
G
050
C
C
D
A
BH
A
A
E
518.088.0
Sorg.
Fornella
C
G
050
C
C
G
B
DH
C
C
CE
518.018.0
Sorg.
Colle
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
C
A
C
518.007.0
Sorg.
Le Pielle
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
D
A
C
CE
G
D
D
518.005.0
Sorg.
Martinuccio
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
DH
A
C
CE
CG
D
D
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
G
34
Scheda
Oggetto
518.017.0
Sorg.
518.016.0
Sorg.
Località
Amb.
territoriale
Amb.
Coordinamento
Parco
Classe
Sottoclasse
Amb.
Fisico
Altimetria
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
Sist. Amb.
Colle
Corsanico
Uso
intorno
Vincoli
Spec.
Vinc.
Accessibilità
Utilizzazione
Elenchi
Variante
CH
B
C
D
D
C
A
A
C
D
D
D
D
D
D
518.008.0
Sorg.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
C
C
C
518.003.0
Sorg.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
DH
C
C
CE
518.004.0
Sorg.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
C
A
C
E
D
D
518.002.0
Sorg.
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
C
C
C
E
D
D
518.001.0
Sorg.
Colli Muti
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
B
DH
B
C
CE
D
D
518.024.0
Sorg. Tre
Fontane
Stiava
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
F
A
AC
C
A
D
D
518.023.0
Sorg. Di
Stiava
Stiava
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
F
A
A
A
A
D
D
518.020.0
Sorg.
Bargecchia
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
B
C
B
C
D
D
518.021.0
Sorg.
Conca di Sopra
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
A
C
B
C
D
D
518.089.0
Sorg.
Il Frantoietto
C
G
050
C
C
D
A
CH
C
B
CE
C
D
D
518.090.0
Sorg.
Pradale
C
D
D
D
D
I Pianacci
C
G
050
C
C
D
B
BH
C
B
C
C
G
050
C
C
D
B
C
B
C
E
CG
CG
518.019.0
Sorg.
Monte Meto
B.05.0 Prealpi
Meridionali
518.011.0
Sorg.
Piano di Mommio
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
F
A
DH
C
C
CE
G
D
D
518.010.0
Sorg.
Mommio Castello
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
G
B
DH
C
C
CE
G
D
D
518.009.0
Sorg.
La Fontana
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
C
A
C
E
D
D
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
35
Scheda
Oggetto
Località
Amb.
territoriale
Amb.
Coordinamento
Parco
Classe
Sottoclasse
Amb.
Fisico
Altimetria
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
Sist. Amb.
Uso
intorno
Vincoli
Spec.
Vinc.
Accessibilità
Utilizzazione
Elenchi
Variante
C
C
C
D
D
C
A
A
C
D
D
518.012.0
Sorg.
518.013.0
Sorg.
518.014.0
Sorg.
Gagliori
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
B
C
C
C
D
D
518.015.0
Sorg.
Campisano
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
CH
B
C
D
D
518.006.0
Sorg.
Mommio Castello
B.05.0 Prealpi
Meridionali
C
G
050
C
C
D
C
CH
C
C
E
D
D
518.092.0
Sorg.
Colli di Pedona
C
G
050
C
C
D
D
B
C
C
E
D
D
518.045.0
Sorg.
Case Colombaio
518.032.0
Sorg.
518.030.0
Sorg.
518.026.0
Sorg.
518.027.0
Sorg.
518.028.0
Sorg.
518.029.0
Sorg.
Botrici
Piantoneto
B.05.0 Prealpi
Meridionali
Sorbo
#
C
G
050
C
C
D
A
C
A
C
D
D
C
G
050
C
C
E
A
C
A
C
D
D
C
G
050
C
C
D
A
C
A
C
D
D
C
G
050
C
C
F
A
CH
A
C
C
C
D
D
C
G
050
C
C
F
A
CH
C
C
C
C
D
D
C
G
050
C
C
F
A
CH
B
C
C
C
D
D
C
G
050
C
C
F
A
AH
A
C
C
C
D
D
518.087.0
Sorg.
Campo Romano
C
G
050
C
C
D
A
B
A
C
D
D
518.022.0
Sorg.
Conca di Sopra
C
G
050
C
C
D
A
C
B
C
D
D
518.044.0
Sorg.
Montramito
C
G
050
C
C
F
A
C
A
C
E
D
D
518.025.0
Sorg.
Il Romito
C
G
050
C
C
E
B
D
B
C
CE
D
D
B.05.0 Prealpi
Meridionali
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
G
36
A.1.3- La qualità delle acque
Le acque superficiali
Non sono disponibili dati concernenti la qualità delle acque superficiali della rete idrografica naturale della
collina e di quella artificiale di acque alte della bonifica.
Dati sulla qualità delle acque nel Bacino del lago di Massaciuccoli sono disponibili c/o il Consorzio di Bonifica
Versilia- Massaciuccoli (Bacino di irrigazione Massaciuccoli Pisano). I campionamenti 2007-2008 sono stati
effettuati presso le seguenti località: Laghetto della Gusciona, Fosso Barra (2 punti), Canale Allacciante,
Fossa Nuova.
Le analisi chimico fisiche interessano i seguenti parametri: pH, conducibilità (mS/cm), solidi totali (g/l), N
totale (ppm), cloruri (ppm) nitrati (ppm), solfati (ppm), sodio (ppm) ammonio (ppm) potassio (ppm), magnesio
(ppm), calcio (ppm), boro (ppm), SAR, bicarbonati (ppm), carbonati (ppm).
Indagini sono effettuate periodicamente anche dal Dipartimento ARPAT di Lucca- Aree Palustri e Laghi. che
sta attuando gli interventi per il risanamento dell’ecosistema palustre.
Le acque sotterranee
Gli scambi tra falda e lago e tra falda e canali, pur essendo abbastanza limitati, sono condizionati dal
fenomeno del periodico afflusso (soprattutto nel periodo di siccità estivo-autunnale) di acque marine che
risalgono il canale emissario (Burlamacca e affluenti) per la scarsa tenuta delle Porte Vinciane sia quando
queste sono chiuse durante le alte maree sia, come è stato verificato dall’Autorità di Bacino del F. Serchio,
anche quando queste sono aperte. Il Burlamacca riveste un ruolo particolare perché alimenta di acqua
marina l’intero Lago di Massaciuccoli attraverso la ex cava di S. Rocchino. Infatti le acque salse tendono a
disporsi, con andamento stratificato, nelle depressioni delle cave di sabbia inattive, in particolare proprio in
quella di S. Rocchino. Da tale località le acque salate possono essere trasmesse, attraverso l’acquifero delle
sabbie silicee, alle altre cavità limitrofe
In tale quadro non è tuttavia da escludere la presenza, in vaste aree intorno al lago e nelle fasce più
depresse dell’area paludosa circostante, di corpi idrici relitti a salinità più elevata, con parziale miscelazione
con le acque dolci. L’ipotesi era già stata avanzata sulla base dalle sezioni elettrostratigrafiche eseguite da
Geotecneco (1975) - Aquater (1980), che mettevano in evidenza un corpo fortemente conduttore dello
spessore di 50-60 metri, riferibile sia ad acque salmastre direttamente ricaricate dal Canale Burlamacca, sia
ad acque saline fossili.
Il livello medio del Lago di Massaciuccoli si mantiene per gran parte dell’anno allo stesso livello del mare ma,
alla fine della primavera – inizio estate, il livello si abbassa e risulta inferiore a quello del mare per tutta la
durata dei mesi estivi.
Ciò provoca un forte richiamo di acque salmastre, come già detto, attraverso il canale Burlamacca. Secondo
alcuni autori è probabile anche un richiamo di salinità dai livelli profondi dell’acquifero per depressione della
piezometrica. Ne consegue che il lago si sta trasformando in una laguna salmastra.
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37
Le Sorgenti
L’Ufficio Ambiente del Comune di Massarosa effettua periodici monitoraggi delle acque di 16 sorgenti che
non sono collegate alla rete dell’acquedotto pubblico comunale e vengono utilizzate da un numero elevato di
cittadini per gli scopi più disparati, fra i quali naturalmente quello idropotabile è il principale.
Le sorgenti monitorate sono le seguenti:
1. Acqua Chiara Via Acquachiara Massarosa
2. Botrici Via delle Sezioni Corsanico
3. Campisano Via di Campisano Corsanico
4. Cospitone Via di Chiatri Bozzano
5. Crociale - Cimitero Via delle Sezioni M.Castello
6. Gomborale Via Canipaletti Stiava
7. La Polletta Via Pietra a Padule Quiesa
8. La Rena Via di Camaiore Gualdo
9. Le Fontanelle P.zza della Chiesa Quiesa
10. Le Serre Via delle Serre Casesi
11. Madonna della Spelonca Via della Fontana Mommio Castello
12. Madonna dell'Acqua Via Sarzanese Sud Quiesa
13. Polla del Morto Via Polla del Morto Massarosa
14. Tre Fontane Via delle Sezioni Corsanico
15. Acqua Bona S. Vic. dell’Acqua Bona Gualdo
16. Pignano Via di Pignana Bozzano
Le analisi vengono ripetute tre volte l’anno per monitorare lo stato di salute dell’acquifero della zona e per
evidenziare eventuali alterazioni improvvise. I parametri chimico fisici e microbiologici che vengono analizzati,
oltre ai consueti colore, odore, sapore e temperatura, sono:
Parametri
Concentrazione ioni idrogeno
Conducibilità elettrica specifica
Ferro
Ione ammmonio
Batteri coliformi a 37°C
Unità di misura
pH
μS/cm a 20°C
mg/l
mg/l
N°/100 ml
Valore Riferimento
D.Lgs. 31/2001 - D.Lgs. 27/2002
> 6,5 e < 9,5
< 2500
< 0,5
0
Dall’esame dei risultati delle ultime analisi effettuate e dal confronto con i dati degli ultimi 10 anni emerge un
quadro generale caratteristico di sorgenti con piccoli bacini di alimentazione e circolazione sotterranea
limitata. Sono generalmente acque di buona qualità, con composizione solfato-calcica e una temperature
delle acque sorgentizie vicina alla temperatura media annua (14¸15°C).
I valori della conducibilità elettrica sono compresi tra 200 ed 800 μS/cm, che corrispondono ad acque medioleggere adatte a qualsiasi tipologia di dieta alimentare.
Particolare attenzione bisogna porre alla potabilità che per legge si intende, come totale assenza di carica
batterica di qualsiasi tipo.
Relazione sullo stato dell’ambiente
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38
Le acque delle sorgenti comunali derivando da circuiti superficiali risentono talvolta dell’interazione con le
attività umane di superficie e presentano in qualche caso tracce di batteri che comunque, non rappresentano
particolari rischi per la salute umana, anche se non consentono di poter classificare tutte le sorgenti come
POTABILI
Le sorgenti mediamente più “pure” sono quelle dell’Acqua Chiara e della Polla del Morto che negli anni
hanno sempre dimostrato un’ottima qualità.
Quelle invece maggiormente contaminate sono risultate mediamente quella di Cospitone a Bozzano, quella
della Polletta a Quiesa e delle Tre Fontane a Corsanico.
Quando si riscontrano valori anomali, viene emessa Ordinanza Sindacale di non potabilità trasmessa ai
maggiori organi di stampa e vengono effettuate operazioni di pulizia delle opere di presa.
Sul sito web del Comune sono pubblicate le ultime analisi effettuate con la cartografia di riferimento:
A.1.4- Le reti idriche
A.1.4.1- Fonti di approvvigionamento a scopo acquedottistico
Le seguenti informazioni sono tratte dalla relazione redatta dallo Studio Tecnico Signa (dr Guglielmo
Chiocciora) per conto della Soc. GAIA S.p.A. nell’ambito del Progetto di riapprovvigiona mento e
razionalizzazione del Servizio idropotabile nel territorio comunale di Massarosa.
I sistemi di acquedotto del Comune di Massarosa sono basati sulla Sorgente di Villa Spinola a Quiesa.
Da questa si dipartono tre condotte, due da Ø 175 mm e una da Ø 350 mm, quest’ultima detta anche
Pedemontana, che distribuiscono acqua da Massaciuccoli fino a Piano di Mommio.
Il sistema funziona tramite n° 5 stazioni di surpressione in linea (acceleratori).
Le frazioni di collina e montagna sono alimentate tramite stazioni di pompaggio.
Altre fonti di minore importanza che concorrono all’approvvigionamento idrico del Comune di Massarosa
sono: il Pozzo Case Rosse 2 a Massaciuccoli, i Pozzi Cava 1 e 2 a Quiesa, il Pozzo Campo Sportivo a
Massarosa, i Pozzi La Chiazza 1 e 2 e la Sorgente Tre Fontane (ex SERMAS) a Stiava.
Tutte le altre fonti che fino agli anni “70 concorrevano all’approvvigionamento idrico del territorio comunale
sono state abbandonate.
La zona industriale di Montramito è alimentata dall’acquedotto di Viareggio.
A.1.4.12- La rete fognaria
Sono in corso i lavori per l’allacciamento fognario della maggior parte delle frazioni comunali, in particolare di
quelle che gravitano all’interno del bacino del Lago e Padule di Massaciuccoli.
Il Depuratore di Massarosa non scarica più all’interno del Lago di Massaciuccoli ma nella Gora di Stiava a
meno di eventi piovosi di forte intensità; sono comunque previste opere per il trattamento terziario dei reflui a
garanzia della tutela della qualità dei corpi idrici recettori.
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Marzo 2009
39
3.A.2- INDICATORI DI PRESSIONE
A.2.1-Pericolosità geomorfologia e idraulica
Da considerare quale parte integrante di questo capitolo la carta della vulnerabilità idrogeologica elaborata
dallo Studio Nolledi (TAV G8).
In essa, alla vulnerabilità intrinseca, sono stati sovrapposti i principali centri di pericolo presenti sul territorio
(fonti diffuse di inquinamento potenziale o reale: aree agricole con impiego abbondante di fitofarmaci,
concimi chimici, fertirrigazione, aree di discarica incontrollata e controllata, aree inquinate da bonificare,
depositi e serbatoi di sostanze inquinanti, altri centri di pericolo connessi ad attività industriali ecc.) arrivando
così a definire una vulnerabilità integrata.
In particolare sono state evidenziate:
-
L’ubicazione di tutte le attività estrattive, tutte attualmente dismesse salvo una in loc. Sulla Pieve di
acque termali (proprietà Soc. SORICTTE S.r.l.)
-
Come produttori potenziali o reali di inquinamento sono inoltre riportati:
¾ un’area di accumulo temporaneo RSU posizionata lungo la Strada della Calla Grande;
¾ l’impianto di compostaggio di Pioppogatto, il cui progetto definitivo di bonifica è stato approvato
da A.R.P.A.T. (codice LU004);
¾ i cimiteri;
¾ i distributori di carburante;
¾ la rete fognaria;
¾ i principali scarichi di attività produttive autorizzati dall’Amm.ne Provinciale;
¾ le coltivazioni intensive;
¾ le aree industriali (aree omogenee D);
¾ la discarica di marmettola presente presso la ex cava del Brentino.
-
impianti di depurazione di acque reflue urbane e/o industriali in quanto considerati preventori e/o
riduttori di inquinamento
-
fonti principali soggette ad inquinamento, ovvero i pozzi e le sorgenti a uso acquedottistico e le
principali sorgenti a uso pubblico, sono riportati con le relative fasce di rispetto.
A.2.2- La rete acquedottistica
Antecedentemente gli anni “cinquanta” il Capoluogo e tutte le frazioni erano servite da fonti idriche locali che
progressivamente furono abbandonate con l’estensione del sistema di acquedotto originato alla Sorgente
Villa Spinola di Quiesa
L’acqua prodotta dalla Sorgente di Villa Spinola è di cattiva qualità e i solfati in essa contenuti eccedono di
molto il limite prescritto dalla Legge, inoltre il naturale deflusso è soggetto a una costante diminuzione. Nei
periodi estivi, durante i momenti di domanda di punta, la produzione della sorgente viene tutta assorbita
dall’acquedotto per cui il Rio di Quiesa risulta prosciugato.
Attualmente i costi energetici risultano troppo alti in rapporto ai ricavi; le cause sono: la mancanza di serbatoi
di accumulo che impone che le stazioni di surpressione siano attive 24/24 ore, e i forti pompaggi necessari
per alimentare le frazioni di collina e montagna,.
Dai dati forniti da GAIA S.p.A. (Ing. Fiaschi) risulta che a Massarosa il totale delle tubazioni acquedotto è di
circa 178 km (a cui vanno aggiunte quelle che servono l’acquedotto di Viareggio). Di queste 138 km sono in
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
40
ferro e dovrebbero essere sostituite perché piccole (circa 63 km con diametro uguale o inferiore a 2’’) o
esauste o crivellate dalle correnti galvaniche.
E’ in corso un progetto che si propone i seguenti obiettivi:
a) miglioramento qualitativo delle acque distribuite in maniera da renderle conformi ai parametri di Legge,
b) garantire l’approvvigionamento idrico del territorio conformemente ai programmi di sviluppo fissati
dall’Amministrazione Comunale con il Piano Strutturale,
c) allineare i costi di produzione ai ricavi.
I principali interventi previsti dal progetto sono:
1. captazione della Sorgente “Il Pollone” a Bozzano che tramite rete sarà immessa sulla Pedemontana,
2. costruzione di n° 3 serbatoi per complessivi 2.500 m3 : a Quiesa, a Bozzano e sul Colle La Gulfa,
3. recupero produttivo dei campi pozzi di Callagrande e Piano di Mommio che approvvigioneranno le
frazioni Corsanico e Mommio Castello,
4. recupero produttivo del Pozzo SALT e terebrazione di un pozzo produttivo presso la Loc. Acqua
Chiara a Massarosa che insieme all’omonima sorgente alimenteranno i sistemi di acquedotto di
Mignanello-Polla del Morto e Montigiano-Gualdo,
5. recupero produttivo della Sorgente Mutino a Bozzano per approvvigionare le case alte di Bozzano,
6. rialimentazione del Serbatoio Marcaccio a Piano del Quercione, dai pozzi La Chiazza e dalla
Sorgente Tre Fontane (Ex SERMAS) di Stiava tramite la condotta da Ø 500 mm per Viareggio e
stazione di pompaggio presso il Campo Sportivo di Stiava,
7. terebrazione di un pozzo produttivo in Località “Alla Presa” presso Gualdo e adduzione fino al
Serbatoio di Merlaia, per le frazioni Pieve a Elici, Spezi, Luciano, Panone e tutte le case sparse sul
colle del Pitoro,
8. terebrazione di un pozzo produttivo in Località Renipoli presso Valpromaro per rendere indipendente
detta frazione dall’acquedotto di Fabbrenti in Comune di Camaiore che accusa grave deficit idrico.
I risultati attesi con la realizzazione di detti lavori saranno:
1) i componenti chimici dell’acqua distribuita rientreranno sempre nei limiti fissati dalla Legge,
2) la disponibilità idrica sarà sufficiente a coprire le previsioni di sviluppo stabilite dal Piano Strutturale,
3) le frazioni di pianura saranno tutte servite a gravità, per cui le pressioni saranno più livellate e sarà
possibile dismettere le stazioni di surpressione,
4) le economie di gestione saranno pari a 240.000.00 €/anno, a queste si potranno aggiungere altre
economie derivanti dalla semplificazione del servizio,
5) i prelievi che saranno fatti dalle sorgenti Villa Spinola e Pollone saranno inferiori alla produzione di minima
per cui non si realizzerà più la morte biologica del Rio di Quiesa, come avviene attualmente.
A.2.3- Fabbisogno idrico
Gli elementi che vanno a formare la domanda d’acqua complessiva sono:
1) la popolazione residente
2) il flusso turistico
3) le attività industriali, artigianali e commerciali
4) le istituzioni pubbliche, quali uffici, caserme, ecc
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Il Gruppo di Lavoro “Monitoraggio Risorsa Acqua, istituito in sede di Conferenza dei Servizi del 12-09-2008
tra i Comuni di Massarosa e di Viareggio e l’ente gestore del servizio idrico integrato G.A.I.A. S.p.A., si
propone di verificare periodicamente i risultati ottenuti in tema di risparmio idrico e di monitoraggio delle
nuove utenze alle reti idriche. Alla riunione del 03-12-2008 sono stati forniti i dati elaborati da GAIA S.p.A.
relativi ai 2 Comuni per gli anni 2005-2006-2007.
2005
Utenti
Alberghiero/Stab baln
2006
mc Acq
Utenti
2007
mc Acq
Utenti
mc Acq
5
1266
5
1059
4
2864
Allevamento
18
14043
18
9337
18
7238
Commerciale
550
109947
575
124458
674
114492
Domestico Non residente
1878
299523
1790
218304
1782
186855
Domestico Residente
6969
1046262
7246
1101432
7444
1133966
Assimilato al Pubblico
17
12982
17
11900
10
12126
Pubblico
TOTALI
76
32183
76
19358
88
26101
9513
1516206
9727
1485848
10020
1483642
8000
1200000
Utenti 2005
Utenti 2006
7000
Utenti 2007
1000000
mc Acq 2005
mc Acq 2006
6000
mc Acq 2007
800000
4000
600000
mq Acq
n° utenti
5000
3000
400000
2000
200000
1000
0
0
Alberghiero/Stab baln
Allevamento
Commerciale
Domestico Non
residente
Domestico Residente Assimilato al Pubblico
Pubblico
Si osserva che, dal 2005 al 2007, in totale le utenze sono andate progressivamente aumentando, in
particolare quelle del Domestico-Residente, del Commerciale e del Pubblico. Le utenze alberghiere si sono
ridotte di una unità, costanti quelle degli allevamenti e in leggero calo quelle del Domestico non residente e
dell’assimilato al pubblico.
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42
mc Acq e utenze dal 2005 al 2007
1520000
10100
Utenti
mcAcq
10000
1510000
9900
1500000
9700
1490000
mc acq
n° utenze
9800
9600
1480000
9500
9400
1470000
9300
9200
1460000
2005
2006
2007
Dal grafico precedente si nota un notevole calo dei consumi idrici totali dal 2005 al 2006 (sopra il 2%) e poi
una diminuzione meno evidente tra il 2006 e il 2007.
Per quanto riguarda il 2007-2008 GAIA ha fornito i seguenti dati:
Utilizzo
Utenze
Tot
Domestico Residente
Domestico Non Residente
Commerciale
Alberghiero / Stab Baln
Allevamento
Assimilato al Pubblico
Pubblico
Sogg
7.506
1.673
688
4
18
19
5.298
765
450
2
1
12
Mc Acq
2.208
908
238
2
17
7
1.133.966
186.855
114.492
2.864
7.238
12.126
90
47
43
26.101
9.998
6.575
3.423
1.483.642
Utenze
Utilizzo
Domestico Residente
Domestico Non Residente
Non Domestico Piccolo Uso
Non Domestico Medio Uso
Non Domestico Grande Uso
Non Domestico Uso Speciale
Non Domestico Uso Agricolo
Non Domestico Finalità Sociale
2007
Esen
Tot
7.722
1.538
444
172
15
2
26
19
Non Domestico Istituzionale
Sogg
5.493
701
303
107
11
0
3
12
2008
Esen
2.229
837
141
65
4
2
23
7
Mc Acq
1.130.530
143.034
13.050
50.828
29.582
27.697
1.666
11.226
99
52
47
32.312
10.037
6.682
3.355
1.439.925
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
43
Utenze
Località
Tot
Sogg
BARGECCHIA
BOZZANO
CORSANICO
GUALDO
MASSACIUCCOLI
MASSAROSA
MOMMIO CASTELLO
MONTIGIANO
PIANO DEL QUERCIONE
PIANO DI CONCA
PIANO DI MOMMIO
PIEVE A ELICI
QUIESA
440
1.294
567
116
257
2.173
56
164
456
813
1.189
233
948
19
1.064
29
11
193
1.842
2
50
227
680
706
7
802
421
230
538
105
64
331
54
114
229
133
483
226
146
Esen
STIAVA
1.320
1.062
258
TOTALE
10.026
6.694
3.332
Dalla relazione redatta dallo Studio Tecnico Signa (dr Guglielmo Chiocciora) per conto della Soc. GAIA
S.p.A. nell’ambito del Progetto di riapprovvigiona mento e razionalizzazione del Servizio idropotabile nel
territorio comunale di Massarosa, si ricava che per la domanda d’acqua il flusso turistico a Massarosa risulta
poco significativo; sono presenti seconde case utilizzate prevalentemente nel periodo estivo ma
complessivamente esercitano un peso irrilevante sul totale delle acque necessarie a soddisfare il fabbisogno
idrico. Le realtà industriali sono considerate relativamente poche, in genere di piccole dimensioni e
caratterizzate da una bassa domanda idrica, eccetto che lo stabilimento SALOV, oleificio localizzato a
Montramito, il cui consumo giornaliero di circa 300 mc.
Nel territorio comunale non vi sono caserme o altri insediamenti pubblici di una certa importanza; le scuole
pubbliche sono di tipo materne, elementari e medie (non vi sono quelle secondarie) per cui in principio gli
allievi sono tutti dei residenti. Risulta quindi che la domanda d’acqua a Massarosa deriva quasi interamente
dalla popolazione residente.
Per quanto concerne il consumo medio giornaliero di acqua ad uso domestico per utente, espresso in litri/gg,
si ha:
2005
Domestico
Non residente
Domestico
Residente
Tot. Cons
medio/ut/l gg
2006
2007
2008
mc Acq
Cons med/
ut/l gg
Utenti
mc Acq
Cons med/
ut/l gg
Utenti
mc Acq
Cons med/
ut/l gg
1878
299523
436,96
1790
218304
334,13
1782
186855
287,28
1538
143.034
254,79
6969
1046262
411,32
7246
1101432
416,45
7444
1133966
417,35
7722
1.130.530
401,106
8847
1320821
409,03
9036
1319736
400,14
9226
1345785
399,64
9260
1.273.564
376,80
Utenti
mc Acq
Cons med/
ut/l gg
Utenti
I consumi idrici medi giornalieri per utente a uso domestico non residente sono andati calando sensibilmente
negli ultimi 4 anni. Quelli a uso domestico dei residenti sono invece aumentati dal 2005 al 2007 e hanno
registrato una diminuzione nel corso del 2008.
Nella suddetta relazione, si faceva riferimento a un consumo medio di acqua (fatturato) per abitante nel
corso del 2007 pari a circa 175 l/pro capite/giorno. Tale consumo viene incrementato di circa 25 l/gg per
tenere conto dei consumi non domestici, giungendo al valore di circa 200 l/pro capite/giorno. Valutate le
perdite del 30% si arriva a una domanda di acqua degli abitanti, di 260 l/pro capite/giorno. Inoltre la
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Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
44
domanda d’acqua del territorio di Massarosa viene calcolata in 63,4 l/sec nelle 24 ore e nei momenti di punta
viene stimata in 101,4 l/sec.
Nella tab. seguente è stata effettuata la ripartizione della domanda nei vari sistemi e sottosistemi riferita sia
alla situazione attuale (2007) che alla previsione 2025.
Non sono state considerate le Località Montramito e S. Rocchino perché allacciate sulla linea
dell’acquedotto di Viareggio.
Considerando che il PS approvato dal comune di Massarosa prevede che il livello medio di vita continuerà a
crescere e che le attività ricettive aumenteranno in maniera sensibile, viene stimato che la domanda d’acqua
nel 2025 sarà pari a circa 250 l/gg (pari alla dotazione procapite/giorno di 210 l/gg + i consumi non domestici
riferiti a unità di popolazione pari a 40 l/gg). Le previsioni di domanda d’acqua nel 2025 saranno di 101,4
l/sec nelle 24 h e di 16,7 l/sec nei momenti di punta.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
45
L’allegato B delle Norme del piano di Bacino conferma che, per l’approvvigionamento idrico del
Comune di Massarosa, il prelievo consentito per uso idropotabile è di 141 l/s per un totale di
4446567 mc/anno.
Il parere sul Regolamento Urbanistico del Comune di Massarosa espresso da GAIA (Del c.c. n° 17 del 2103-2007) chiarisce che gli interventi di trasformazione urbanistico -edilizia sono ammessi se utilizzano
risorse provenienti dal bacino senza determinare incrementi del deficit idrico, così come previsto nelle norme
del Piano di bacino del Fiume Serchio (Art. 21-all.B). Integrando le disposizioni e le prescrizioni derivanti da
tale parere con i dati elaborati dallo Studio Signa nell’ambito del progetto di approvvigionamento e
razionalizzazione del servizio idropotabile nel territorio comunale, si evidenziano le seguenti criticità:
1- Nel periodo estivo le effettive captazioni sono ben al di sotto del limite di fornitura delle concessioni
idropotabili in corso. Per fare un esempio la Sorgente di Villa Spinola, principale punto di
approvvigionamento del Comune di Massarosa, dagli anni ’50 a oggi ha accusato un calo di portata
media annua da 175 l/sec a meno di 100 lit/sec con portate di minima estiva di circa 35 l/sec. Cali
consistenti sono stati registrati anche in tutti gli altri punti di approvvigionamento attualmente in uso.
2- La rete di distribuzione di Massarosa non ha serbatoi di accumulo e serbatoi di estremità e lavora su
pompe di rilancio poste in serie per cui non è possibile incrementare la quantità distribuita. Nello
stesso periodo di massimo calo delle portate disponibili e di massima affluenza turistica si hanno
quindi problemi di approvvigionamento in tutte le frazioni collinari o pedemontane poste in quota
rispetto alla Sorgente e/o ai piccoli serbatoi alimentati principalmente dalla stessa fonte. Risulta
pertanto indispensabile la ricerca di nuove fonti e/o l’attivazione o riattivazione di concessioni o pozzi
esistenti comunque di piccola entità se si esclude i pozzi delle Case Rosse a Massaciuccoli.
3- L’80% della rete sia delle frazioni collinari, sia delle frazioni della pianura è costituito da tubazioni in
ferro di ridotte dimensioni e spesso quasi completamente intasate da depositi ferrosi. Le tubazioni di
adduzione e distribuzione particolarmente quelle che attraversano terreni torbosi e particolarmente
aggressivi, sono soggette a perdite diffuse difficilmente rintracciabili anche perché spesso sotto falda
(vd. linea principale pedemontana da Quiesa e fino a Pian di Mommio). Inoltre, essendo priva di
protezione catodica, la tubazione si arrugginisce e si creano ristagni di acqua torbida mobilizzati dalle
transienti generate dall’accensione-spegnimento delle pompe.
4- La rete acquedottistica è stata realizzata per ampliamenti successivi, attuati secondo le necessità del
momento
5- GAIA S.pA stima che, attualmente le perdite tecniche, ossia le perdite dalle tubazioni insieme con gli
abusi dai privati, siano dell’ordine del 30% dell’acqua immessa in rete.
A.2.4- La Rete Fognaria
L’area del Massaciuccoli rientra tra le aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e
di risanamento quale area sensibile ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs 152/06 e quale zona vulnerabile da nitrati
di origine agricola ai sensi dell’art. 92 dello stesso decreto. Gli scarichi di acque reflue urbane in corpi idrici
ricadenti nei bacini drenanti afferenti alle aree sensibili sono disciplinati dall’art. 106. In particolare, le acque
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
46
reflue urbane provenienti da agglomerati con oltre 10.000 abitanti equivalenti, che scaricano in acque
recipienti individuate quali aree sensibili, devono essere sottoposte a un trattamento più spinto (Allegato 5).
Numerosi sono gli interventi a oggi in corso per migliorare l’efficienza della rete fognaria comunale. E’ in fase
di espletamento la gara per il collettamento delle frazioni di Quiesa, Bozzano, Massarosa, Pieve a Elici,
Montigiano e Piano del Quercione ossia di quei centri che gravitano sul bacino del Lago di Massaciuccoli: i
fondi sono stati stanziati dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’accordo quadro per il risanamento del
Lago di Massaciuccoli.
Per quanto riguarda la frazione di Montramito, il progetto per il collettamento dei reflui del comparto
produttivo- commerciale (a oggi non fornito di impianto fognario ) è in fase di approvazione: i ritardi sono da
imputare alla necessità di coordinamento tra diversi enti gestori di servizi (ENEL, rete gas, GAIA) per poter
attraversare la S.P. di Montramito.
Rispetto al quadro conoscitivo del precedente piano strutturale si evidenzia una notevole implementazione
delle condotte fognarie in diverse frazioni e la realizzazione di importanti interventi sugli impianti di
depurazione.
A oggi non risultano allacciate alla pubblica fognatura alcune frazioni come Bargecchia, Corsanico e molte
Gualdo.
Relativamente all’estensione della rete fognaria GAIA S.p.A. ha fornito il dato globale, diviso per tipologia di
tubazione:
Grossi collettori gravità: 19,465 km
Grossi collettori pressione: 5,84 km
Fognatura a gravità: 36,567 km
Picco,e tubazioni in pressione: 0,565 km
Questi sono i dati forniti da GAIA in merito ai reflui prodotti nel corso del 2007-2008.
Utenze
Utilizzo
Tot
Domestico Residente
Domestico Non Residente
Commerciale
Alberghiero / Stab Baln
Allevamento
Assimilato al Pubblico
Esen
Mc Fog + Dep
7.506
1.673
688
4
18
19
5.298
765
450
2
1
12
2.208
908
238
2
17
7
774.542
83.763
54.555
323
4.418
11.769
90
47
43
15.677
9.998
6.575
3.423
945.047
Pubblico
Utenze
Utilizzo
Domestico Residente
Domestico Non Residente
Non Domestico Piccolo Uso
Non Domestico Medio Uso
Non Domestico Grande Uso
Non Domestico Uso Speciale
Non Domestico Uso Agricolo
Non Domestico Finalità Sociale
2007
Sogg
Tot
7.722
1.538
444
172
15
2
26
19
Non Domestico Istituzionale
Sogg
5.493
701
303
107
11
0
3
12
2008
Esen
2.229
837
141
65
4
2
23
7
Mc Fog + Dep
791.327
63.466
8.654
32.636
21.221
0
107
10.670
99
52
47
17.796
10.037
6.682
3.355
945.877
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47
A.2.5- Impianti di depurazione civile
Questi sono i dati forniti da GAIA S.p.A., Gestore unico del Servizio Idrico Integrato dell’AATO n° 1 in merito
ai depuratori civili. Nella comunicazione di trasmissione delle informazioni si precisa che i dati relativi agli
Abitanti Equivalenti derivano da stime effettuate nel corso del 2005 e a oggi ritenute ancora valide.
Impianto di Massarosa
Indirizzo: Via Cavalieri di Vittorio Veneto- Massarosa
A.E. di progetto: 20.000
A.E. serviti: 13300
Centri abitati/frazioni serviti: Massarosa, Massaciuccoli, Quiesa, Bozzano e Piano del Quercione
Corpo idrico recettore: Gora di Stiava (occasionalmente Fosso Pantaneto)
Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi prede nitro-nitro con trattamenti primari e secondari (in
corso, a opera della stessa Amministrazione comunale, l’Appalto per dotare l’impianto di trattamenti terziari
di filtrazione e debatterizzazione)
Note: i reflui rientrano nei limiti tabellari qualora lo scarico avvenga, come di norma, nella Gora di Stiava.
Quando l’impianto, in condizioni di forte piovosità, scarica nel Fosso Pantaneto, può determinarsi
l’occasionale superamento del parametro Fosforo.
Impianto di Piano di Mommio
Indirizzo: Via del Boccella- Piano di Mommio
A.E. di progetto: 8000
A.E. Serviti: 8000
Centri abitati/frazioni serviti: Piano di Mommio, Stiava, Montramito e Piano di Conca
Corpo idrico recettore: Fossa Cieca
Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi, con trattamenti primari e secondari. Il contenimento dei
nitrati viene effettuato con l’applicazione di cicli di aerazione alternati in reattore unico.
Note: I reflui rientrano di norma nei limiti tabellari. In periodi di forte piovosità si determina un aumento della
portata affluente dell’ordine di 3-4 volte la portata asciutta. Data la mancanza di un vero e proprio scaricatore
di piena, ciò determina comunque un sovrafflusso idraulico sull’impianto, con conseguente effetto di wash
out e, occasionale superamento di alcuni parametri, segnatamente i Solidi Sospesi Totali. D’accordo con
l’Amministrazione Comunale, GAIA sta operando per attivare la condotta premente realizzata dalla stessa
Amministrazione Comunale che, convogliando i liquami all’impianto di Lido di Camaiore, consentirà la
disattivazione dell’impianto, almeno nel periodo invernale. Con l’occasione sarà realizzato uno scaricatore di
piena di adeguata efficienza.
Impianto di Panicale
Indirizzo: fraz Panicale- Massarosa
A.E. di progetto: 500
A.E. serviti: 400
Centri abitati/frazioni serviti: Panicale e Monte Pitoro
Corpo idrico recettore: Rio Freddana
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
48
Note: Tipologia di trattamento: impianto a fanghi attivi, con trattamenti primari e secondari. Trattandosi di un
impianto di potenzialità inferiore a 2000 A.E., la normativa vigente non impone il rispetto di parametri
tabellari. Dato che l’impianto verifica i requisiti minimi previsti dalla normativa regionale per i cosiddetti
trattamenti appropriati, l’unico obbligo per il Gestore è quello di provvedere a un’adeguata manutenzione
dell’impianto, in particolare allontanando periodicamente i fanghi di supero. In prospettiva, si prevede
l’eliminazione dell’impianto a seguito di una serie di interventi di completamento della rete fognaria nel
Comune di Camaiore.
A.2.6- Impianti di depurazione industriali
L’industria SALOV, localizzata lungo la Via di Montramito, ha realizzato a proprie spese la condotta fognaria
che giunge al depuratore di Viareggio.
Ai sensi dell’’art. 105 del D.Lgs 152/06, gli scarichi di acque reflue industriali in acque superficiali devono
rispettare i valori –limite di emissione fissati ai sensi dell’art. 101 c. 1 e 2, in funzione del perseguimento degli
obiettivi di qualità. Qualora gli scarichi recapitino in reti fognarie, sono sottoposti alle norme tecniche, alle
prescrizioni regolamentari e ai valori- limite adottati dall’Autorità d’Ambito competente in base alle
caratteristiche dell’impianto e in modo che sia assicurata la tutela del corpo idrico recettore nonché il rispetto
della disciplina degli scarichi di acque reflue urbane definita ai sensi dell’art. 101 dello stesso decreto.
A.2.7- Gli allevamenti
Sul territorio di Massarosa sono presenti 6 allevamenti ovini. I dati sul numero di capi sono stati richiesti nel
Febbraio 2009 informalmente dagli uffici tecnici del Comune.
Titolare
Argentini Riccardo
Berti Lorenzi Aldo
Bertolini Alberto
Cecchi Ulisse
Cheli Andrea
Coppedè Clemente
TOTALE
Località
Pieve a Elici
Bozzano
Stiava
Piano di Conca
Bozzano
Stiava
N° capi
120
45
160
140
120
nd
585
L’azienda Agricola “Bonifica della Casa Rossa” , che si estende su una superficie di 111,21 ha e ha una
SAU di 107 ha, alleva bovini da carne della razza Mucca Pisana e Chianina per un totale di 129 individui (di
cui circa 35 vitelli) . nel 2008 risultavano presenti solo 3 capi suini. Ma era previsto un incremento (1 verro, 2
scrofe con suinetti fino a 30 kg di peso, 10 lattonzoli, 10 suinetti da ingrasso).
Ogni anno l’azienda, situata in zona vulnerabile di cui all’art. 92 c.6 del D.Lgs 152/2006, deve effettuare una
comunicazione al Comune (ai sensi del Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 13/07/2006 n°
32/R) nella quale viene indicata la consistenza dell’allevamento, il calcolo dell’azoto, del quantitativo e del
volume di letame e liquami prodotti per ciascuna stalla.
L’azienda dispone di 3 stalle, di una concimaia, di una liquamaia (entro la fine del 2008 era previsto
l’adeguamento alle disposizioni dell’art. 9, c.9 del regolamento regionale) Gli effluenti (letame e liquame)
vengono distribuiti sui terreni di proprietà utilizzati per la coltura di mais, girasole, olivo, grano duro, orzo,
mirtillo ed erba medica. Nei documenti presentati al Comune sono dettagliati i calcoli relativi all’azoto
prodotto dall’allevamento bovino e suino in termini di effluenti (letame e liquame).
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
49
3.A.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
3.A.3.1- RISPARMIO IDRICO
3.A.3.1. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative
La tutela quantitativa della risorsa acqua e il risparmio idrico sono normati dal Capo II Titolo III (Artt.
94,95,96,97,98,99) e dagli art. 144, 145, 146 del Titolo I sez III del D.Lgs 152/06
Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 29/R del 26/05/2008 (Regolamento di attuazione
dell’art. 8 bis della L.R. 81/95 “Norme di attuazione della L. 36/94”. Disposizioni per la riduzione e
l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del servizio idrico integrato), sono state
definite norme generali finalizzare a promuovere comportamenti tendenti al risparmio e sono stati precisati
obblighi e divieti finalizzati a limitare usi impropri della risorsa destinata al consumo umano.
Ai sensi dell’art. 12 del Decreto del Presidente della Giunta Regionale 08/09/20008 n°46/R , i titolari di
acque reflue industriali che si approvvigionano di acqua da fonti diverse dal pubblico acquedotto sono tenuti:
a) a installare uno strumento di misura del volume prelevato;
b) a comunicare annualmente i consumi medi mensili risultanti dagli strumenti di registrazione dei
prelievi al gestore del SII nel caso lo scarico sia in pubblica fognatura.
Come meglio approfondito nella relazione tecnica (geologia-idraulica e sismica) redatta dallo Studio
Associato Nolledi le norme del progetto di Piano di Bacino “Bilancio idrico del bacino del lago di
Massaciuccoli” (adottato dall’Autorità di Bacino del Fiume Serchio con Delibera del Comitato Istituzionale N°
150 del 20 febbraio 2007) prevedono quanto segue:
DISPOSIZIONI SULL’USO DELLA RISORSA IDRICA
Art. 18) Ambito di applicazione
•
Difesa delle caratteristiche ambientali e loro non aggravamento rispetto alle condizioni attuali fino
alla verifica dell’efficacia dei principali interventi individuati dal Piano. In particolare le disposizioni
adottate sono finalizzate ad impedire l’aggravamento del deficit idrico ad opera dell’incremento degli
utilizzi antropici della risorsa;
•
Le nome che limitano l’uso della risorsa idrica saranno riviste al seguito dell’accertamento di
significative condizioni ambientali migliorative risultanti dai monitoraggi.
Art. 19) Acque superficiali
•
È fatto divieto di rilasciare nuove concessioni di derivazione da acque superficiali al fine di non
aggravare ulteriormente il deficit;
•
Il rinnovo delle concessioni di derivazione è subordinato alla introduzione nel disciplinare di
concessione di modalità di riduzione dei prelievi nel periodo estivo, nonché all’adozione di tecnologie
per la razionalizzazione e il risparmio dei consumi.
Art. 20) Acque sotterranee
•
Sono vietate nuove concessioni di derivazione da acque sotterranee; pozzi ad uso domestico sono
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
50
consentiti solo per una portata massima di 0,1 l/sec;
•
Sono consentiti gli impianti di emungimento provvisori necessari alla realizzazione di scavi sottofalda
e gli emungimenti necessari agli impianti di condizionamento a condizione che le portate emunte
siano reimmesse in falda.
Art. 21) Disposizioni per Pubblici Acquedotti
•
Incrementi di approvvigionamenti per Pubblici Acquedotti alimentati da sorgenti o pozzi ricadenti
entro il perimetro idrogeologico del bacino sono sospesi fino alla verifica dell’efficacia degli interventi
strutturali del Piano e sono consentiti solamente i quantitativi di approvvigionamenti esistenti alla
data di redazione del Piano (Allegato B);
•
Eventuali incrementi di fornitura idrica non soddisfacibili con i quantitativi di risorsa forniti dagli
approvvigionamenti attuali sono consentiti a condizione che l’ente gestore certifichi che il maggiore
approvvigionamento richiesto è soddisfatto a valere su effettivi risparmi idrici conseguiti in base a
lavori già effettuati sulla rete idrica e sui serbatoi.
•
Nuovi allacciamenti idrici sono consentiti solo se rientrano nella capienza attuale dell’acquedotto di
riferimento e cioè senza conseguire aumenti delle risorse naturali immesse nella rete idrica come
prescritto dal comma 2 ed elencate nella Tabella dell’Allegato B
Art. 22) Misure temporanee per la tutela delle acque del lago
•
Per contenere la salinizzazione delle acque del lago e della falda idrica è ritenuto livello minimo di
guardia del lago quello corrispondente alla quota di -0,30 metri s.l.m. all’idrometro di Torre del Lago.
Al raggiungimento di tale livello di guardia l’autorità concedente è tenuta ad emettere ordinanza di
sospensione delle derivazioni di acqua dal lago;
Art. 23) Regolazione della navigazione sul canale Burlamacca
•
Al fine di limitare l’ingressione di acqua marina attraverso le “Porte Vinciane” nel bacino lacuale,
l’ente competente individua le modalità con cui regolare la navigazione garantendo che, allorché il
livello idrico del lago si trovi al di sotto del livello del mare venga comunque interdetta la navigazione
di transito attraverso le “Porte Vinciane”.
AZIONI PER IL CONSEGUIMENTO DEL RISPARMIO IDRICO
(Titolo VI) Azioni per il settore agricolo (Direttiva 5)
•
Utilizzo di tecniche irrigue che a parità di tipologie colturali comportino una maggiore efficienza in
termini di risparmio idrico;
•
Utilizzo di tecniche di aridocoltura;
•
Utilizzo di colture meno idroesigenti.
Azioni per il settore civile, industriale, commerciale (Direttiva 5)
Indicazioni per le AATO:
Dare prioritariamente esecuzione a idonei interventi sulle reti finalizzate a conseguire risparmio della risorsa
idrica;
•
Valutare l’opportunità dell’applicazione di canoni differenziati che incentivino l’efficienza dell’uso.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
51
Indicazioni per gli enti Locali:
•
Prevedere per le urbanizzazioni primarie e secondarie l’applicazione di misure di risparmio idrico;
•
Prevedere l’installazione di rubinetti frangigetto e WC a scarico differenziato;
•
Prevedere per nuove espansioni e ristrutturazioni urbanistiche reti duali di adduzione;
•
Prevedere adozioni di soluzioni di risparmio, riuso e riciclo delle risorse;
•
Prevedere sistemi di intercettazione delle acque meteoriche.
art. 21 c.4) Utilizzi dei risparmi conseguiti
•
Le quantità di risparmio idrico conseguite e quantizzate al seguito dell’avvenuta esecuzione degli
interventi per la riduzione del consumo idrico nel settore CIVILE-INDUSTRIALE-COMMERCIALE
possono essere utilizzate per nuove richieste di fornitura idrica non soddisfacibili dagli
approvvigionamenti dei pubblici acquedotti consentiti dal Piano.
Art. 38 bis c1) Disposizioni relative alle trasformazioni del territorio
• sono soggetti alle norme di salvaguardia tutti gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia (..)
che, utilizzando risorse idriche provenienti dal bacino stesso, determinano un incremento del deficit
idrico di ui al presente Piano;
Recepimento del Piano negli strumenti di pianificazione (Titolo VII)
Piani Strutturali, Regolamenti urbanistici, Piani di Gestione del Parco regionale:
L’adozione di tali strumenti relativi al territorio del bacino idrogeologico del Lago di Massaciuccoli e ai
territori a essi esterni ma che utilizzano risorse idriche da esso provenienti, ovvero l’adozione e/o
l’approvazione di varianti agli stessi, è subordinata alla quantificazione del nuovo fabbisogno idrico (civile,
turistico, agricolo, produttivo, commerciale) e alla verifica della disponibilità della risorsa acqua, senza
che sia arrecato ulteriore pregiudizio al deficit idrico. A tale scopo, le valutazioni degli effetti ambientali di
detti piani devono contenere la verifica del nuovo fabbisogno idrico da assumere come elemento di
criticità ambientale e l’individuazione degli interventi di compensazione e mitigazione necessari a ridurre il
deficit idrico. Tali S. U. devono altresì contenere direttive, finalizzate alla riduzione del deficit, per la
formazione degli ulteriori atti di governo del territorio. L’adozione è subordinata al parere favorevole
dell’autorità di Bacino.
3.A-3-1.b- Gli interventi previsti sulla rete acquedottistica
Il 28 gennaio 2006 è stato siglato l’“Accordo di programma integrativo per il completamento della tutela delle
risorse idriche del lago di Massaciuccoli” tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Regione
Toscana, Autorità di Bacino del Fiume Serchio, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della
Toscana, Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Provincia di Lucca, Provincia di Pisa, Consorzio
di Bonifica Versilia – Massaciuccoli, Comune di Massarosa, Comune di Viareggio, Comune di Vecchiano.
Con questo accordo sono state individuate le azioni e gli interventi necessari a perseguire le finalità
individuate e sono stati quantificati i relativi fabbisogni finanziari.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
52
Questi sono gli interventi previsti, gli Enti attuatori e i fondi messi a disposizione:
Intervento
Fondi €
Ente attuatore
Progetto preliminare “derivazione dal Fiume Serchio
per addurre acque al Lago di Massaciuccoli”
Progetto esecutivo e realizzazione “derivazione dal
Fiume Serchio per addurre acque al Lago di
Massaciuccoli”
Completamento della bonifica delle Carbonaie nel
bacino di Massaciuccoli
Autorità di Bacino
Fiume Serchio
MATT
del
Consorzio
di
Bonifica
Versilia Massaciuccoli
RT
110.000,00
17.890.000,00
Comune di Viareggio
2,5 milioni
Le modalità di erogazione del finanziamento sono state approvate con il Decreto RT n° 5624 del 14-11-2008.
Il Piano Strutturale per gli interventi di pianificazione nel settore acquedotto, fognatura e depurazione a fini
idropotabili deve rimandare alla programmazione prevista dal piano d’Ambito vigente (vd comunicazioni
A.A.T.O. n° 1 Toscana Nord in data 26-03-2008 a seguito dell’avvio del procedimento della variante al PS).
Per poter coprire le previsioni di sviluppo stabilite dal PS, il gestore del servizio idrico integrato aveva
individuato una serie di interventi volti a migliorare la rete acquedottistica:
-
creare nuove fonti di approvvigionamento diffuse sul territorio in maniera di realizzare
un’alimentazione distribuita che renda idonea la rete esistente
-
alimentare la rete da serbatoi che accumulino la risorsa nelle ore notturne per renderla
disponibile nelle ore di domanda di punta e che rendano più regolare il flusso nella rete
-
diluire con le nuove fonti l’acqua di Villa Spinola
-
creare delle fonti idriche in quota per eliminare o limitare i pompaggi
-
incrementare la produzione dei pozzi La Chiazza per rialimentare il serbatoio Marcaccio che
servirà a gravità Stiava tramite la condotta di Viareggio
-
riabilitare e riequipaggiare i campi pozzi Piano di Mommio e Callagrande per alimentare in
maniera indipendente Corsanico e Mommio Castello
-
realizzare un pozzo in Loc. Alla Presa per servire Pitoro, Pieve a Elici, Spezi e le altre piccole
frazioni di collina. Quando e se la produttività sarà sufficiente saranno alimentati anche Gualdo e
Monticiano
-
realizzazione di un pozzo in Loc. Renipoli per servire Valpromaro
-
ridurre le perdite della rete sostituendo i tubi della rete delle varie U.T.O.E. previste (ribadito nel
parere espresso per il RU) in accordo con il gestore del S.I.I. e a onere della Amministrazione
Comunale.
Nel parere espresso in merito alla sostenibilità delle azioni del RU rispetto alla necessità di tutela quantitativa
della risorsa idrica, GAIA S.p.A. ha proposto ad AATO1 nel POT 2008-2010 una serie di investimenti che
potrebbero risolvere nel corso dei prossimi anni le abituali situazioni di carenza e scarsa pressione del
periodo estivo e autunnale.
Viene inoltre richiesto il rispetto di tutte le norme previste nel regolamento urbanistico e nelle relative norme
tecniche di attuazione per il risparmio della risorsa idrica e vengono fornite ulteriori prescrizioni da inserire
nei progetti definitivi sia per quanto competenza Comunale sia per quanto di competenza dei Privati, anche
ai fini del rilascio delle necessarie concessioni edilizie
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
53
Aree a sviluppo artigianale/industriale
-
Le reti antincendio dovranno essere alimentate con sistemi alternativi, quindi saranno da
prevedere idonei accumuli alimentati con acque di pioggia e/o con scarichi di acque grigie
opportunamente trattati a piè di fabbrica o per comparto. Nel regolamento Urbanistico e nel
verbale della conferenza del 12/10/2007 sopra menzionata, tale indicazione è presente per la
sola area di Montramito a mezzo della realizzazione di idoneo acquedotto industriale
-
Lo stesso dicasi per tutte le reti di irrigazione, lavaggio piazzali, alimentazione sistemi di
condizionamento che dovranno essere alimentate con fonti alternative come sopra (da
estendere anche alle altre aree a sviluppo artigianale/industriale).
-
Tutte le utenze del pubblico acquedotto saranno concesse a condizione che vengano creati a
valle dei singoli contatori di utenza idonei sistemi di accumulo e pompaggo. Le utenze saranno
dotate di limitatori di flusso (almeno fino alla messa in servizio del futuro serbatoio di accumulo
del Comune di Massarosa)
-
In particolare per le aree di Montramito e Bocchette ribadiamo la necessità di realizzazione di
una rete duale all’interno dei comparti e anche dei singoli lotti che possa alimentare tutti gli usi
non strettamente idropotabili da alimentare con acque di riuso e/o piovane. Quanto sopra anche
se in previsione reti agroindustriali future.
Edilizia privata e residenziale
-
Per i motivi di cui sopra, si dovranno prevedere anche per l’edilizia residenziale idonei sistemi di
accumulo e pompaggio a valle dei singoli contatori di utenza che in ogni caso verranno dotati di
limitazione (almeno fino alla messa in servizio del futuro serbatoio di accumulo del Comune di
Massarosa)
-
Tutti gli usi diversi da quelli igienici e idropotabili non sono consentiti per cui non potranno
essere fornite utenze per usi diversi.
-
Quanto sopra ad integrazione di quanto previsto nelle NTA del Regolamento urbanistico (art. 45
– Contenimento dei Consumi Idrici)
Nel RU è prevista la realizzazione della rete acquedotto industriale che dovrà servire le utenze della zona
produttiva di Montramito (Obiettivo 6) caratterizzata dalla presenza di attività con consumi idrici significativi e
compatibili con il riutilizzo delle acque reflue trattate: rete che consentirà un risparmio di acqua potabile pari
al 40% degli attuali consumi.
E’prevista la regimazione del flusso in uscita di alcune fonti site nel territorio comunale direttamente
collegate all’acquedotto, in modo da ridurre la quantità di acqua in uscita e assicurare i rimanenti litri-giorno
alla rete idrica.
Il Piano Operativo Triennale (P.O.T.) 2008-2010 dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (redatto dall’Ente
Gestore del Servizio Idrico Integrato GAIA S.p.A. e adottato dal CdA dell’AATO con Deliberazione n° 37 del
10/06/2008) prevede i seguenti obiettivi generali per tutti i comuni rientranti nelle competenze territoriali:
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
54
2008
2009
2010
Totale
Grado di
Priorità 1-3
Priorità 1-6
10.000
10.000
30.000
3
1
10.000
10.000
10.000
30.000
MG
MG
MG
MG
MG
MG
MG
1
1
1
1
1
1
1
300.000
500.000
600.000
100.000
35.000
40.000
60.000
300.000
500.000
50.000
50.000
20.000
30.000
60.000
300.000
580.000
50.000
20.000
30.000
48.000
900.000
1.580.000
700.000
150.000
75.000
100.000
168.000
MG
1
400.000
400.000
400.000
Installazione di misuratori di portata sorgenti pozzi e
NO
4
1
serbatoi
1
Equipaggiamento Pozzi Case Rosse
NO
4
1
60.000
Perforazione 2 pozzi in loc. Acqua Chiara e in loc. Colle
1
NO
4
1
100.000
con completamento impiantistica
Captazione sorgente laghetto Montramito e collegamento
1
NO
1
110.000
tubazione pedemontana
Captazione sorgente Pollone e collegamento alla rete in
1
NO
4
1
80.000
loc. Bozzano
3
Adduttrice da pozzo in loc. Colle a rete di Bozzano
NO
4
1
230.000
Adduttrice da pozzi Case Rosse al collegamento con la
3
NO
4
1
900.000
tubazione pedemontana
Realizzazione di nuovo serbatoio di compenso a servizio
della sorgente di Villa Spinola e della futura alimentazione
4
NO
4
1
200.000
600.000
dai pozzi di Case Rosse mc 2000 compresa la centrale
con pompe di rilancio dalla vasca di raccolta della sorgente
Zona industriale di Montramito- realizzazione rete
6
distribuzione in concomitanza delle realizzazione della rete NO
6
1
362.000
fognaria
Rifacimento di condotte e relativi allacci utenza per
7
MS
1
1
80.000
eliminazione torbidità
7
Ricerca perdite
MS
4
1
6000
14.000
Cabina ENEL Stiava: lavori di adeguamento normativo e
9
MS
2
1
30.000
miglioramento
Cabine ENEL Piano di Mommmio: lavori di adeguamento
9
MS
2
1
36.000
normativo e miglioramento
Completamento della fognatura nera lotto 1: frazioni di
10
NO
6
1
1.000.000
1.1219.000
Montramito e Piano del Quercione
Completamento della fognatura nera lotto 2: frazioni di
10
NO
6
1
1.000.000
2.000.000
Montigiano, Pieve a Elici, Massarosa, Quiesa e Bozzano
11
Monitoraggio e video ispezione sulle fognature esistenti
MS
5
1
125.000
Impianto di Massarosa, realizzazione sistema terziario e di
13
NO
3
1
675.000
affina mento
14
Realizzazione telecontrollo sulla rete fognaria
NO
6
1
365.000
Adeguamento D.Lgs 626/96 di n° 15 stazioni di
16
MS
2
1
52.000
sollevamento
Massarosa Totale
3.124.000
6.640.000
Fonte POT 2008-2010 adottato dal CdA dell’AATO con deliberazione n° 37 del 10/06/2008
1
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Totale
Anno 10
Denominazione
10.000
Anno 09
Obiettivi
6
1
Anno 08
15
6
Grado di
priorità 1-3
15
15
15
15
15
15
15
Priorità 1-6
13
Interventi relativi alle reti di fognatura da realizzare con proventi da
fondo vincolato AATO ai sensi dell’art. 155,c.1 D.Lgs 152/2006
Interventi relativi agli impianti di depurazione da realizzare con
proventi da fondo vincolato AATO ai sensi dell’art. 155, c.1 D.Lgs
n°152/06
Rilevazione reti acquedotto e fognatura
Rilevazione utenze fognarie civili e industriali
Progetto di comunicazione e informazione
Adeguamento nuova articolazione tariffaria
Acquisizione strumenti informatici: hardware
Acquisizione strumenti informatici: software
Realizzazione del laboratorio unico aziendale ***
Oneri per acquisizione finanziamento per la realizzazione del Piano
degli Investimenti (€ 2.000.000 su 5 anni)***
Realizzazione punti di approvvigionamento pubblico acqua “di qualità”
NO/MS
Obiettivi
10
Denominazione
120.000
120.000
1.414.000
2.214.000
362.000
150.000
230.000
15.000
35.000
30.000
36.000
2.219.000
3.000.000
125.000
675.000
365.000
52.000
1.699.000
9.463.000
Marzo 2009
55
In sede di Conferenza dei Servizi del 12-09-2008 tra i Comuni di Massarosa e di Viareggio e l’ente gestore
del servizio idrico integrato G.A.I.A. S.p.A. è stato istituito il Gruppo di Lavoro “Monitoraggio Risorsa
Acqua,”al fine di verificare periodicamente i risultati ottenuti in tema di risparmio idrico e di monitoraggio delle
nuove utenze alle reti idriche . Nella stessa occasione è stato sottoscritto un documento in cui si conviene e
si stipula che “l’Ente gestore e i Comuni attestano che gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia che
utilizzano risorse provenienti dal bacino, fino al raggiungimento del valore previsto nelle Norme all’art. 21
(Allegato B), rientrano nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento e non determinano incremento
del deficit idrico, così come definito dal presente Piano Stralcio- Bilancio Idrico”.
Il RU presta una particolare attenzione alla qualità ecosistemica degli edifici con specifico riferimento al
contenimento dei consumi idrici e il risparmio delle risorse non rinnovabili. L’articolato delle norme
tecniche di attuazione allegate al RU prevedono norme e indirizzi di tipo prescrittivo per favorire interventi
di elevata qualità ed ecoefficienza. Le norme inoltre premiano gli interventi virtuosi in termini di risparmio
di risorsa idrica attraverso bonus volumetrici e incentivi al privato e alle imprese. Tali norme, ancorché
adottate, sono immediatamente operative e sono applicate agli interventi di nuova costruzione, di
ristrutturazione e ampliamenti.
Nello stesso documento si precisa che l’Ente Gestore del Sistema Idrico Integrato e il Comune di
Massarosa attestano che il fabbisogno idrico stimato nelle previsioni del RU adottato (con Del
C.C. n° 17 del 21-03-2007), per tutto il territorio comunale, in circa 1.050.000 mc annui, rientra, con
riferimento alla utilizzazione della risorsa idrica prelevata all’interno del bacino idrogeologico del
Lago di Massaciuccoli, nella capienza attuale dell’acquedotto di riferimento, come definito all’art.
321 c. 3 delle Norme di Piano (allegato B) e non determinano incremento del deficit idrico così
come definito dal Piano di Bacino e dalla relativa Relazione.
Inoltre:
¾
Nel corso dell’anno scolastico 2007/2008 è stata eseguita una campagna di educazione e
sensibilizzazione al risparmio idrico in tutte le scuole presenti sul territorio comunale.
¾
Di concerto con ENEL nel 2006 è stata eseguita una campagna di distribuzione di alcune centinaia
di riduttori di portata da applicare agli erogatori delle docce di abitazioni private, capaci di produrre,
come meglio specificato dalle schede tecniche, un risparmio fino al 60% di acqua per ogni utenza,
riducendo il flusso da 15 l/min a 8-10 l/min.
¾
E’ in corso una campagna di sensibilizzazione della popolazione e monitoraggio chimico e
batteriologico sulle principali sorgenti ad uso pubblico .
¾
Alcune Ordinanze del sindaco vietano l’utilizzo delle acque per uso irriguo durante il periodo estivo o
il loro prelievo indiscriminato (è stato posto un limite massimo di 15 l) presso le sorgenti pubbliche.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
56
Indicazioni generali
Vd Relazione tecnica Studio associato Nolledi
Nell’ottica di recepire nella Variante di Piano Strutturale quanto indicato dal Piano di Bacino e considerando
anche il parere espresso dall’Autorità di Bacino in merito al Regolamento Urbanistico recentemente
approvato dove si sosteneva che “si dovranno quantificare i nuovi fabbisogni idrici per ogni uso e dimostrare,
tramite la preventiva realizzazione di adeguate “azioni di risposta”, che il loro soddisfacimento sia ottenibile
senza pregiudizio ulteriore del deficit idrico accertato dal presente Piano stralcio”, si espongono di seguito
quelle che, a nostro avviso, sono da considerarsi azioni prioritarie per il conseguimento di detto risultato.
Si ricorda che le norme del progetto di Piano di Bacino “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli”
sopra riportate sono immediatamente vincolanti in qualità di misure di salvaguardia ed hanno durata di tre
anni o fino alla approvazione del Piano stesso, che si ricorda viene prima adottato in Comitato Istituzionale e
poi approvato in via definitiva dal Consiglio della Regione Toscana.
Tali misure di salvaguardia, sovra-ordinate ai piani comunali, prevedono, in particolare all’art. 21 che “nuovi
allacciamenti idrici al pubblico acquedotto sono consentiti solo se rientrano nella capienza attuale
dell’acquedotto di riferimento, e cioè senza conseguire aumenti delle risorse naturali immesse nella rete
idrica …. Il rilascio del permesso di costruire o l’attestazione di conformità delle opere edilizie sono
subordinate all’attestazione da parte del gestore del servizio idrico competente del rispetto della prescrizione
di cui al primo periodo del presente comma. … Eventuali incrementi di fornitura idrica ….. sono consentiti
esclusivamente a condizione che l’Ente gestore del servizio idrico integrato certifichi che il maggiore
approvvigionamento richiesto è soddisfatto a valere su effettivi risparmi idrici..”.
Alcune possibili azioni da intraprendere nel settore idropotabile, sia dalle nuove utenze che da quelle
esistenti, per conseguire il risparmio idrico, sono le seguenti:
¾ Istallazione sulle utenze nuove ed esistenti di un kit frangigetto – riduttore di flusso.
Con un costo di circa 10 euro a kit si può conseguire un risparmio di circa il 10% pro-capite dei consumi
domestici. Sperimentazioni eseguite in altri comuni hanno evidenziato che, oltre a questo risultato è possibile
ottenere anche un risparmio considerevole sui consumi di energia elettrica consumata per i sollevamenti dai
serbatoi.
Istallazione per tutte le nuove utenze ed anche per le esistenti di cassette di scarico dotate
di doppio tasto, o di regolatore di flusso, che eroga quantità di acqua diverse a secondo del
bisogno.
Con l’adozione di questo accorgimento si può conseguire un ulteriore risparmio di circa il 10% pro-capite dei
consumi domestici.
¾
¾ Campagna di sensibilizzazione per i cittadini sul risparmio idrico
Questa operazione, incentrata sulla sensibilizzazione e al coinvolgimento diretto dei cittadini in merito a tale
problematica, sarebbe interamente a carico dell’Amm.ne Comunale e da ripetersi periodicamente. I risparmi
sono stimati tra il 5 e il 10% sull’esistente.
¾ Istallazione di sistemi di raccolta delle acque meteoriche
Utilizzando idonee opere di raccolta delle acque piovane disposte sui tetti, nei giardini, serre o capannoni
industriali, sarebbe possibile recuperare tali acque e riutilizzarle per usi compatibili con la loro qualità, ad
esempio ad uso di piccola irrigazione, serbatoi antincendio, processi industriali etc… Questa operazione,
interamente a carico dei privati, non consente allo stato attuale una previsione sui risultati attesi ma, se
adottata in maniera sistematica sul territorio comunale, consentirebbe percentuali di recupero significative.
¾ Reti duali di adduzione
L’esecuzioni di reti funzionali all'utilizzo di acque meno pregiate per usi compatibili con la loro qualità
consentirebbe un ulteriore risparmio, anch’esso tutto da valutare in funzione della reale esecuzione di tali
opere.
¾ Utilizzo dell’acqua dei depuratori
Per il lavaggio delle strade o l’irrigazione dei giardini pubblici potrebbe essere utilizzata l’acqua reflua dei
depuratori comunali. Il risparmio idrico conseguibile è da stimare.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
57
¾ Interventi sulla rete di adduzione
Attraverso interventi prima di identificazione delle perdite e successivamente di sostituzione e/o parziali
riparazioni nella rete stessa si possono ottenere notevoli recuperi. Tali interventi possono essere condotti dal
comune o deliberati a livello di ATO, su proposta del comune, e quindi realizzati dal gestore delle acque.
¾ Azioni attraverso la tariffa
Attraverso un adeguamento della tariffa che penalizzi i consumi eccessivi in rapporto al numero effettivo dei
componenti dei nuclei familiari. Tali interventi possono essere esclusivamente deliberati a livello di ATO.
¾ Azioni di controllo del territorio
Attraverso un controllo delle diverse utenze a tappeto sul territorio è possibile reprimere i prelievi non
autorizzati e abusivi in particolare durante i periodi estivi e di crisi idrica a seguito di ordinanze del sindaco.
3.A.3.2-Tutela qualitativa della risorsa acqua
3.A.3.2. a- Obiettivi generali di tutela dettati dalle normative
La tutela delle acque dall’inquinamento è normata dal D.Lgs 152/06 (sez seconda).
L’utilizzazione agronomica delle acque reflue agroalimentari così costituite
a) dagli effluenti di allevamento
b) dalle acque di vegetazione ai sensi dell’art. 12, c.1 lett. B) e c.4 della L.R.;
c) dalle acque reflue provenienti dalle piccole aziende agroalimentari come individuato dal DM
emanato ai sensi dell’art. 12, c.2 del D.Lgs
a fini fertirrigui per il recupero delle sostanze nutritive e ammendanti, è normata dall’art. 112 del D.Lgs
152/06 e, a livello regionale, dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale 08/09/2008 n° 46/R.
Devono essere tutelate le acque superficiali, le acque sotterranee e il suolo.
La scelta delle tecniche di distribuzione deve tenere conto delle caratteristiche idrogeologiche,
geomorfologiche e pedologiche del sito, delle condizioni del suolo, del tipo di effluente, delle colture praticate
e della loro fase vegetativa. La tecnica prescelta deve comunque assicurare:
a) il contenimento della formazione e diffusione, per deriva, di aerosol verso aree non interessate da
attività agricola;
b) fatti salvi i casi di distribuzione in copertura, l’effettiva incorporazione nel suolo dei liquami e loro
assimilati simultaneamente allo spandimento ovvero entro un periodo di tempo successivo idoneo a
ridurre le perdite di ammoniaca, per volatilizzazione, il rischio di ruscellamento, la lisciviazione e la
formazione di odori sgradevoli;
c) l’elevata utilizzazione degli elementi nutritivi;
d) l’uniformità di applicazione dell’effluente;
e) la prevenzione della percolazione dei nutrienti nei corpi idrici sotterranei.
Per quanto riguarda le acque meteoriche dilavanti (AMD) che, in presenza di superfici impermeabili o
impermeabilizzanti, possano determinare un rischio oggettivo di trascinamento di sostanze inquinanti, si fa
riferimento alle disposizioni dell’art. 113 del D.Lgs 152/06 e del Decreto del Presidente della Giunta
Regionale 08/09/2008 n° 46/R.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
58
Gli obiettivi di qualità in merito alle acque destinate alla vita dei pesci del Lago di Massaciuccoli (Artt. 79 e
85 del D.Lgs 152/06), come evidenziato nel Piano di Tutela delle Acque- Vol II Bacino del Fiume Serchio,
sono costituiti essenzialmente da:
a) mantenimento della conformità per i tratti che la raggiungono;
b) ripristino della conformità per i tratti individuati come non idonei;
c) progressiva estensione dei tratti designati a tutti i corpi idrici significativi o di rilievo ambientale di
ogni bacino
Relativamente all’obiettivo di cui alla lettera a) si dovranno attuare provvedimenti di controllo degli scarichi di
acque reflue attualmente presenti ed evitare l’aumento della pressione da essi esercitata su un ambiente
che già ha raggiunto un buon livello di qualità. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla presenza di
sostanze ittiotossiche sia in fase acuta che cronica. Tale azione di sorveglianza e gestione dovrà riferirsi
anche alle derivazioni delle acque dai fiumi in modo da garantire gli attuali o maggiori livelli di deflusso
minimo fluviale la cui diminuzione avrebbe sicuramente riflessi sulla qualità delle acque. Le 2 azioni sopra
indicate potranno trovare utile avvallo e strumento nelle disposizioni previste dal D.Lgs 152/00 agli artt. 45
Comma 8 e 9 relativamente al controllo degli scarichi e all’art. 10 c. 5 per la gestione delle emergenze e
delle derivazioni delle acque dai fiumi.
Per quanto riguarda l’obiettivo di cui alla lettera b) gli interventi di ripristino, fatte salve situazioni specifiche e
locali, rientrano nell’alveo di quelli generali previsti per il raggiungimento dello stato di qualità ambientale dal
Piano di Tutela delle Acque. Relativamente all’estensione delle designazioni, la Regione Toscana sta
procedendo gradualmente sulla base dei risultati di monitoraggio delle acque.
Per la delimitazione delle aree di salvaguardia delle fonti di approvvigionamento idropotabile si fa
riferimento all’art. 94 del D.Lgs. n. 152/06. Tale decreto suddivide l’area di salvaguardia in tre zone a diverso
livello di attenzione:
•
Zona di tutela assoluta. La zona di tutela assoluta consiste nella porzione di territorio intorno
all’opera di captazione che deve essere adibita esclusivamente alle opere e infrastrutture di servizio
della sorgente. Il criterio di delimitazione, come indicato anche dal D. Lgs. 152/06, è di tipo
geometrico e consiste in un’area circolare di 10 m di raggio a partire dal punto di captazione. Tale
area non è stata riportata in cartografia in quanto non risolvibile graficamente alla scala 1: 10.000
•
Zona di rispetto. Per quanto riguarda la zona di rispetto, il D. Lgs. n. 152/06, all’art. 94, comma 6,
stabilisce che “in assenza dell’individuazione, da parte della Regione, della zona di rispetto ai sensi
del comma 1, la medesima ha un’estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o
di derivazione”. Il Comune deve indicare tale fascia di rispetto sugli elaborati del PS, indicando
anche le attività vietate nell’area di rispetto.
•
Zona di protezione. La zona di protezione, corrispondente all’area di ricarica della falda idrica
sotterranea, coincide con la delimitazione del bacino idrogeologico di ciascuna sorgente ed è
ovviamente comprensiva della zona di rispetto e della zona di tutela assoluta. Tale zona – in
assenza delle necessarie indicazioni della Regione sui criteri identificativi - non è stata riportata in
cartografia.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
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3.A-3-2.b- Gli interventi previsti per attuare la tutela della risorsa acqua
Relativamente alla fognatura, per quanto previsto in realizzazione da parte della Amministrazione Comunale
si riportano le seguenti precisazioni sulle prescrizioni a suo tempo fornite
-
Le linee di fognatura dovranno essere realizzate con tubazioni tipo SN8
-
I pozzetti di linea dovranno essere di dimensioni interne 100x100, con chiusini carrabili D400
completi di guarnizioni in gomma
-
I pozzetti utente dovranno essere progettati e realizzati secondo ns. schemi e comunque al
limite della proprietà pubblica. Sono vietati allacci con braga.
-
Gli eventuali pozzi di sollevamento dovranno essere progettati secondo le prescrizioni del
gestore, per opere civili, idrauliche, elettriche ed elettromeccaniche. In particolare si richiede di
aggiornare i disegni dei sollevamenti di nuova realizzazione predisponendo un pozzetto di
precamera delle dimensioni interne di almeno 2 mt e di profondità pari al pozzo ed aggiungendo
un chiusino di ispezione supplementare di luce libera 50x50 in posizione decentrata rispetto
all’immissione della precamera.
Per quanto riguarda la depurazione è prevista la dismissione dei depuratori di Piano di Mommio e di
Panicale e il collettamento delle acque reflue nel depuratore di Lido di Camaiore, soggetto ad ampliamento e
implementazione dell’efficacia depurativa (obiettivo 13).
La relazione a firma del Dott. Geol. Gerardo Nolledi a supporto del Piano Strutturale del 2001 affermava che
“qualunque opera che favorisce l’immissione di acque dolci non inquinate e la riduzione o la eliminazione
delle acque marine, nelle loro periodiche invasioni tramite il canale Burlamacca e gli altri corsi d’acqua a
esso collegati, è ritenuta favorevole”.
In particolare si raccomandava di eseguire le seguenti opere:
a) costruzione di arginature e consolidamento delle esistenti;
b) risistemazione delle Porte Vinciane o loro sostituzione con un sistema connesso a sensori, in modo da
garantire comunque la chiusura degli scambi mare-lago nel periodo estivo;
c) depurazione di tutti gli effluenti civili e industriali che si immettono nel sistema;
d) limitazione e regimazione dei pompaggi dalla falda pedecollinare e monitoraggio del relativo sistema
acquifero sia dal punto di vista piezometrico, sia della qualità delle acque
e) limitazione, al minimo indispensabile e comunque entro l’equilibrio della ricarica naturale, dei pompaggi
dalla falda lentiforme della zona dunare (al confine con Viareggio), che costituisce la barriera
all'ingressione salina sotterranea;
f) regimazione delle idrovore in funzione degli scambi idrici tra bonifica e lago, ad evitare gradienti idraulici
eccessivi con conseguente richiamo di acqua salmastra dai canali.
Ci sembra giusto e doveroso rimarcare come molte di queste opere e indicazioni siano finalmente state oggi
recepite dagli enti competenti e siano in fase di progettazione o di realizzazione.
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
60
Sempre nella relazione geologica a supporto del Piano Strutturale del 2001, per quanto riguarda le risorse
idriche dell’arco collinare, si precisava che la salvaguardia consisteva nel preservarle dagli eventuali
inquinamenti.
Il problema è indubbiamente complesso, specialmente per quanto riguarda i bacini delle sorgenti principali,
che traggono alimentazione da aree assai estese e poste al di fuori dei confini comunali. D’altra parte,
proprio per la consistenza dei circuiti sotterranei e i conseguenti notevoli tempi di permanenza delle acque
nel sottosuolo, sussistono i presupposti per una sufficiente autodepurazione nei confronti dei normali
inquinanti organici provenienti dall’attività umana in senso lato. Più deboli sono le difese contro eventuali
inquinanti chimici, che dovranno in tutti i modi essere evitati, controllando - anche nei territori dei Comuni
limitrofi - l’insorgenza di attività industriali a rischio che possano interessare i bacini idrogeologici principali.
A. 4- RISORSA ACQUA: INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
o
Qualità delle acque dolci superficiali
o
Qualità delle acque dolci sotterranee
o
Qualità delle acque destinate alla vita dei pesci
o
Qualità delle acque destinate al consumo umano.
o
Fabbisogni idrici
o
Livello di prelievo delle acque dai corpi idrici (m3/anno di prelievo per uso acquedotti
stico, industriale e agricolo)
o
Prelievi e Consumi idrici da acquedotto a scopo civile. Dotazioni idriche
o
Prelievi e Consumi idrici da acquedotto a scopo industriale
o
Capacità di depurazione (bilancio tra carico inquinante totale e capacità depurativa
effettiva)
o
Copertura del servizio idrico e fognario (% popolazione servita da acquedotto e da
fognatura)
o
Risparmio idrico e riutilizzo acque reflue (n° di impianti pubblici di depurazione con
riutilizzo di acque reflue e mc/anno riutilizzati)
o
Percentuale di acque reflue depurate e non depurate
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
61
3.B- La risorsa aria
3.B.1- INDICATORI DI STATO
3.B.1.1- La qualità dell’aria
3.B.1.1.a- Riferimenti normativi
La prima normativa relativa alla riduzione dell'inquinamento atmosferico risale al 1966 (n° 615), definita
generalmente "legge antismog", che stabiliva competenze eccessivamente frammentate e disponeva la
creazione di organi non in grado di funzionare correttamente.
La prima disposizione normativa organica ed efficace in materia di inquinamento atmosferico risulta essere il
D.P.R. n°203/1988, redatto secondo le linee guida che derivano da tre direttive della Comunità economica
europea sulla protezione della qualità dell'aria e sui grandi impianti industriali (Direttive n. 80/779, n. 82/884,
n. 85/203). II D.P.R. 203/1988 si applicava dunque agli impianti industriali di produzione di beni o servizi, ivi
compresi gli impianti di imprese artigiane nonché agli impianti di pubblica utilità quali quelli che producono
energia elettrica o provvedono all'incenerimento di rifiuti. La disciplina prevede la fissazione di valori limite e
valori guida di qualità dell'aria con la conseguente imposizione di precise limitazioni a ogni emissione e, in
secondo luogo, prevede la necessità di autorizzazione per vecchi e nuovi impianti. Con la legge n. 308/2004
"Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale e
misure di diretta applicazione", il Parlamento ha delegato il Governo a emanare i testi unici relativi alle varie
materie ambientali. Per quanto riguarda la normativa in materia di tutela dell'aria, con la legge delega ci si
proponeva di ridurre le emissioni in atmosfera attraverso la revisione della disciplina per le emissioni di gas
inquinanti in atmosfera. l'integrazione della disciplina relativa alle emissioni provenienti dagli impianti di
riscaldamento per uso civile, l'incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, il controllo delle
emissioni derivanti dalle attività agricole e zootecniche, l'adozione di strumenti economici e la promozione
dell'informazione ai consumatori. Il Parlamento si è occupato anche dell'inquinamento relativo ai gas di
scarico dei veicoli, sancendo espressamente che il Governo avrebbe dovuto adottare gli "strumenti
economici volti ad incentivare l'uso dei veicoli, combustibili e carburanti che possono contribuire
significativamente alla riduzione delle emissioni e al miglioramento della qualità dell'aria". Il Governo, invece
di emanare vari testi unici nelle varie materie ambientali, ha riunito tutta la normativa indicata dalla legge
delega in un unico provvedimento, il decreto legislativo 152/06 "Norme in materia ambientale” di cui la Parte
Quinta riguarda specificamente le "Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in
atmosfera". Alcune tematiche, quali l'emissione trading, l'incenerimento dei rifiuti, la qualità dell'aria, i tetti
nazionali di emissione sono regolati comunque da discipline autonome e quindi esterne al decreto.
Successivamente all'emanazione del testo unico in materia ambientale (DLgs 152/06), è stato approvato il
D.M. del 16 ottobre 2006 relativo a un programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale
connesse al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni di materiale particolato in
atmosfera nei centri urbani. Per tali finalità il programma promuove interventi e progetti finalizzati
all'attuazione, al monitoraggio, alla valutazione, all'aggiornamento e alla comunicazione delle politiche di
gestione della qualità dell'aria e all'informazione e alla sensibilizzazione del pubblico. Attraverso tale decreto,
possono essere finanziati gli interventi previsti nei piani e programmi di risanamento della qualità dell'aria, gli
62
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
interventi che comportino la riduzione contemporanea delle emissioni inquinanti, gli interventi finalizzati alla
diffusione di informazioni circa i risultati conseguiti mediante l'attuazione dei piani di risanamento della
qualità dell'aria e gli interventi basati su campagne di comunicazione, informazione e sensibilizzazione
destinate al pubblico. Tali interventi devono naturalmente essere coerenti con le finalità delle normative
nazionali e comunitarie in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria. Tale decreto, inoltre,
prevede lo sviluppo e la sperimentazione di metodi e strumenti strategici per la valutazione e la gestione
della qualità dell'aria, volti ad individuare gli impatti dei diversi settori (quali trasporti, produzione industriale,
produzione civile) e garantire una maggiore integrazione della tutela di questa risorsa nei programmi e nelle
politiche relative a tali settori. Il decreto si pone anche l'obiettivo di migliorare la base delle conoscenze
nazionali e locali ai fini della formulazione, dell'attuazione, della valutazione dei monitoraggio delle politiche
di risanamento della qualità dell'aria. Infine, tale decreto promuove il miglioramento della capacità di gestione
e di programmazione in materia di tutela dell'aria attraverso la realizzazione di sistemi informatizzati per la
raccolta e l'accesso di dati e informazioni a livello nazionale ed anche attraverso la definizione di programmi
di formazione. Per raggiungere tale scopo il decreto prevede l'organizzazione di apposite azioni, campagne
di comunicazione, workshop e convegni sulle attività svolte in tema di politiche per la tutela della qualità
dell'aria.
Con Del. C.R.T. n° 44 del 25/06/2008, la Regione Toscana ha approvato il Piano regionale di risanamento e
mantenimento della qualità dell’aria (PRRM) 2008-2010, come previsto dal macrobbiettivo C1 “Ridurre la
percentuale di popolazione esposta a inquinamento atmosferico” del PRAA (Piano Regionale di Azione
Ambientale) 2007-2010 e dal D.Lgs 351/99 (e successivi D.M. Ambiente n° 60/2002 e D.M. Ambiente n°
261/2002). Il Piano individua interventi di tipo A, immediatamente attuabili ed efficaci con l’approvazione del
piano stesso e interventi di tipo B, per i quali vengono individuati gli indirizzi e che necessitano di ulteriori atti
per darne attuazione da parte della Giunta Regionale.
Questa è la definizione data dall’art. 268 c.1 lett. a) del DLgs 152/06 per INQUINAMENTO
ATMOSFERICO: ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o
più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute
umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi
legittimi dell’ambiente
CARATTERIZZAZIONE DEGLI INQUINANTI
Gli inquinanti atmosferici si suddividono in:
a)
PRIMARI, cioè emessi tali quali dalle fonti primarie di inquinamento; a seconda della quantità e
dimensioni sono ulteriormente suddivisi in macro e microinquinanti;
MACRO: CO, CO2, NO, SO2, HC (idrocarburi, tra i quali BENZENE), particelle sospese;
MICRO: metalli pesanti (Cr, Cd, Co, Pb, Fe, Mn, ...), composti del Cloro Fluoro e organici;
•
SECONDARI, cioè quelli prodotti dalla ricombinazione dei primari, in particolare quelli presenti
nelle deposizioni umide e secche, come NO2, NO2-, NO3-, SO42-, Cl-, NH4+, O3 ...
CO - Il Monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto
d’aria; più del 70% del monossido di carbonio presente nella bassa atmosfera è prodotto da autoveicoli
alimentati a benzina e a gasolio. E' tossico per l'uomo.
63
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
CO2 - Si forma nelle combustioni e nella decomposizione di sostanze organiche; provoca l'effetto serra.
NOx - L'ossido d'azoto viene generato per la maggior parte da processi di combustione dei motori a
combustione interna. Oltre che dai motori a scoppio gli NOx sono immessi nell’atmosfera dalle centrali
termiche e dalle industrie che utilizzano combustibile; viene prodotto anche per via microbica tramite batteri
nitrificanti. E' dannoso per l'uomo e per l'ambiente (smog fotochimico, piogge acide, diminuzione di ozono
stratosferico). NO2 è inquinante secondario che si forma nell'aria per reazioni anche fotochimiche che
coinvolgono NO e HC (anche in periodo invernale).
SO2 - Proviene dalla combustione di combustibili fossili, dalle industrie metallurgiche e chimiche, dalle
raffinerie; provoca danni all'uomo e all'ambiente (piogge acide).
HC - (Idrocarburi) Derivano dalle combustioni incomplete nei veicoli, sono emessi da industrie chimiche, da
raffinerie, dall'evaporazione di combustibili. Sono dannosi per l'uomo (alcuni sono cancarogeni), e per
l'ambiente (smog fotochimico).
POLVERI - Provengono da processi di combustione, da industrie meccaniche chimiche e dei materiali da
costruzione; sono irritanti per l'uomo e dannose per l'ambiente (smog invernale).
O3 - Si forma nelle scariche elettriche, per azione di raggi UV, nel ciclo di fotodissociazione di NO2 ed in
presenza di idrocarburi e radicali OH. E' dannoso per l'uomo e per l'ambiente (smog fotochimico, piogge
acide). Si può formare anche a distanza da fonti di NO e HC, ed in particolare sottovento (caratteristico dei
periodi estivi).
Lo stato qualitativo dell’aria viene monitorato da due punti di vista: il primo prende in esame i risultati delle
campagne di biomonitoraggio a mezzo licheni epifiti realizzate periodicamente dalla Provincia di Lucca,
mentre il secondo va a valutare la pressione in termini di emissioni per kmq indotta da parte delle sorgenti
lineari, diffuse e puntuali1 presenti nel territorio del Comune con riferimento a CO, PM10 e NOx.
Poiché i livelli di sostanze inquinanti presenti in un determinato territorio sono influenzati anche dalle
condizioni meteoclimatiche che contribuiscono a creare situazioni di ristagno e di accumulo degli inquinanti
nei bassi strati dell’atmosfera, la Regione Toscana ha incaricato il La.M.MA.(Laboratorio per la Meteorologia
e la Modellistica Ambientale) per uno studio sul grado di diffusività atmosferica presente nella regione.
Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione, trasporto e
deposizione degli inquinanti. I principali indicatori meteorologici che possono essere posti in relazione con i
processi di inquinamento sono:
ƒ
la temperatura dell’aria: in estate le temperature elevate associate a condizioni di stagnazione della
massa d’aria sono, in genere, responsabili di valori elevati delle concentrazioni di ozono, mentre in
inverno le basse temperature, associate a fenomeni di inversione termica, tendono a confinare gli
inquinanti in prossimità della superficie;
1
Tale classificazione delle sorgenti si basa sulla possibilità o meno di localizzarle territorialmente; in particolare:
sorgenti puntuali comprendono le sorgenti puntuali (camini) da processi produttivi industriali e i sistemi di distribuzione
dei carburanti; le sorgenti diffuse comprendono le sorgenti di emissioni civili da combustione, l’evaporazione di solventi
ad uso non industriale, le attività naturali (in modo specifico allevamenti) e il traffico autoveicolare diffuso (non su grandi
direttrici); le sorgenti lineari infine comprendono il traffico autoveicolare (su grandi direttrici, statali e provinciali) e i mezzi
circolanti sulle linee fluviali e sui grandi nodi di comunicazione (porti, aeroporti).
64
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
ƒ
le precipitazioni e la nebbia: influenzano la deposizione e la rimozione umida degli inquinanti;
ƒ
il vento (velocità e direzione):
ƒ
la stabilità atmosferica: è un indicatore della turbolenza atmosferica e influenza la concentrazione di
un inquinante in atmosfera, la sua dispersione e la sua diluizione
Lo studio “Classificazione della diffusività atmosferica nella Regione Toscana“ ha permesso di
individuare le aree in cui si possono verificare con maggior frequenza condizioni critiche per la diffusione
degli inquinanti ed è stata effettuata una classificazione relativa all’intero territorio regionale in base alle
diverse condizioni di diffusività atmosferica.
Il risultato è stata la suddivisione del territorio regionale in tre classi di diffusività atmosferica: alta, media e
bassa, come evidente dalla seguente mappa.
Classi di diffusività degli inquinanti
atmosferici
in
Toscana.
Tratto
da
“Valutazione della qualità dell’aria ambiente
e classificazione del territorio regionale”,
2000 Giunta Regionale Toscana)
Il Comune di Massarosa si trova in un territorio classificato a bassa diffusività.
Nella tabella seguente (tratta dal rapporto IRSE 2003) sono indicate a livello regionale le “responsabilità” di
65
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
macrosettori e/o attività per la generazione di emissioni inquinanti che contribuiscono alla determinazione dei
livelli di concentrazione misurati.
Macrosettore
CO
%
COV
%
NH3
%
NOx
%
PM10
%
SOx
%
Combustione nell’industria dell’energia e
trasformazione fonti energetiche
58
0
30
0
0
0
155
2
17
1
0
0
Impianti di combustione non industriali
6.896
19
1.427
10
8
2
610
7
803
47
107
19
Impianti di combustione industriale e
processi con combustione
1,328
4
136
1
12
3
2.159
26
96
6
285
52
Processi produttivi
0
0
783
6
0
0
0
0
4
0
0
0
0
0
310
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
5.030
37
0
0
0
0
0
0
0
0
Estrazione
fossili
distribuzione
combustibili
Uso di solventi
Trasporti stradali
21.753
60
4.154
30
130
27
4.431
54
350
20
135
24
Altre sorgenti mobili
369
1
176
1
0
0
869
11
85
5
21
4
Trattamento e Smaltimento rifiuti
4
0
0
0
0
0
13
0
0
0
4
1
Agricoltura
23
0
158
1
332
69
0
0
13
1
0
0
Natura
5,858
16
1,552
11
0
0
3
0
346
20
0
0
TOT Provinciale
36.289
13.756
483
8.240
1.714
552
I dati mostrano chiaramente quali sono le priorità di intervento per la riduzione di tali fattori di pressione. Per
quanto riguarda il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto il principale fattore di incidenza è il traffico
stradale che incide con percentuali superiori al 50% sulla produzione totale dell’inquinante; l’agricoltura è
causa delle alte concentrazioni di ammoniaca; l’industria (impianti di combustione industriale e processi con
combustione) dell’emissione di SOx. Anche il PM10 è strettamente legato al traffico veicolare.
Sorgenti puntuali, ossia tutte quelle sorgenti di emissione che sia possibile ed utile localizzare direttamente
tramite le loro coordinate geografiche sul territorio, e per le quali è necessaria una caratterizzazione in termini
di parametri utili anche per lo studio dei fenomeni di trasporto e diffusione degli inquinanti (cioè da utilizzarsi in
applicazioni modellistiche). Oltre alla qualità e quantità di sostanze inquinanti emesse e le coordinate del luogo
d’emissione, sono importanti anche altre informazioni su altezza del punto d’emissione, caratteristiche
dinamiche dell’emissione (portata dei fumi, velocità d’efflusso, temperatura dei fumi);
1. Sorgenti di emissioni civili dovute alla combustione
2. Sorgenti puntuali da processi produttivi industriali
3. Sistema distributivo dei carburanti
Sorgenti diffuse, ossia tutte quelle sorgenti non definite come puntuali o lineari e che necessitano per la stima
delle emissioni di un trattamento statistico :
1. Sorgenti di emissioni civili da combustione
2. Sorgenti di emissione da evaporazione di solventi a uso non industriale
3. Attività naturali (in modo specifico allevamenti)
4. Traffico autoveicolare diffuso (su strade urbane ed extraurbane)
Sorgenti lineari, tra cui:
1. Traffico autoveicolare (su grandi direttrici quali le autostrade)
2. Linee fluviali e grandi nodi di comunicazione (porti e aeroporti)
66
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3.B.1.1.b- La qualità dell’aria nel Comune di Massarosa
Dall’inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione in aria ambiente (I.R.S.E., 2003) si ricava la seguente
figura nella quale sono evidenti le emissioni totali degli inquinanti principali (tonnellate/anno) per ciascun
comune.
Fig. Emissioni totali di SO, NO, CO, PM10 (t/a)
Si osserva che il Comune di Massarosa presenta valori di NOx che di poco superano il livello minimo (2003).
Sul sito web ARPAT- SIRA è riportato un elenco di 65 stazioni toscane per il monitoraggio della qualità
dell’aria tramite licheni epifiti come bioindicatori (I.B.L. Indice di Biodiversità Lichenica), nell’ambito di un
progetto nazionale promosso da APAT.
Le stazioni di campionamento sono costituite da Unità di Campionamento Primarie (UCP) che sono aree
aventi una superficie di 1X1 km all’interno delle quali occorre individuare alberi idonei per lo studio della
67
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
biodiversità lichenica. Una stazione è prevista anche nel Comune di Massarosa (n° 895 Coord GB X
1605947,64; Y 4853817,39 ) ma non sono stati effettuati rilevamenti.
Per il Comune di Massarosa non esiste un monitoraggio in continuo dei principali parametri inquinanti e
neppure dati relativi a campagne effettuate tramite laboratorio mobile. Per una descrizione di massima della
qualità dell’aria presente nel Comune di Massarosa e Viareggio (LU) è necessario ricondursi ai dati delle
emissioni forniti dall’I.R.S.E ed alla classificazione del territorio regionale effettuata dalla regione Toscana.
E’ evidente che le considerazioni di massima che seguono non permettono di valutare in termini di
concentrazioni d’ inquinanti il rispetto o meno dei limiti di legge, tuttavia consentono di fornire un quadro
conoscitivo sui fattori di pressione presenti nell’area in esame per ricondurli agli effetti che possono indurre
su vegetazione ed ecosistemi in particolare.
L’Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione (I.R.S.E. - DGR n. 1193/00) fornisce, tra le diverse
interpretazioni statistiche, le emissioni disaggregate fino al livello comunale.
Le stime sono riferite all’anno 1995, e riguardano le seguenti tipologie di inquinanti:
•
ossidi di zolfo (SOx);
•
ossidi di azoto (NOx);
•
composti organici volatili, con l'esclusione del metano (COV);
•
monossido di carbonio (CO);
•
particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron (PM10).
Sono di seguito riportati, in tabella, per ogni provincia, i contributi alle emissioni in atmosfera dei parametri
inquinanti sopra considerati, suddivisi per tipologia di emissione (diffuse, puntuali e lineari); si nota che per la
provincia di Lucca (LU) si registrano i seguenti contributi alle emissioni totali regionali: 9,7% CO, 9,4% COV,
10,3 NOx, 9,8 PM10 e 1,6 SOx. Di queste il contributo nettamente prevalente è associato alle sorgenti di
emissione diffuse, fatta eccezione per gli ossidi di zolfo (SOx), per i quali il contributo prevalente è di origine
industriale, e cioè legato a sorgenti puntuali.
Nella tabella seguente è riportata, per la provincia di Lucca, una suddivisione a livello comunale delle emissioni
totali (lineari, puntuali e diffuse) dei vari inquinanti considerati, e la percentuale sul totale provinciale.
EMISSIONI TOTALI
(TONNELLATE)
–
COMUNALI IN
PROVINCIA DI
LUCCA (LU)
68
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Dall’analisi dei dati si nota che il Comune di Massarosa e di Viareggio contribuisco sul totale provinciale con
un 19.30 % per il CO, un 16.2 % per i COV, un 17.6 % per gli NOx, un 16.10% per il PM10 ed un 11.5% per gli
SOx.
69
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Il D.Lgs. 351/99, attuativo della Dir 96/62/CE, all’art. 6, obbliga le Regioni all’effettuazione della valutazione
della qualità dell’aria ambiente nel territorio di competenza e alla sua classificazione secondo le seguenti
categorie:
•
Zone A: i livelli di inquinamento sono inferiori ai limiti stabiliti, non esistono rischi di superamento
•
Zone B: i livelli di inquinamento rischiano di superare i valori di allarme a causa di episodi acuti di
inquinamento
•
Zone C: i livelli di inquinamento sono superiori ai limiti stabiliti ma inferiori rispetto al margine di
superamento/tolleranza temporaneo
•
Zone D: i livelli di inquinamento sono superiori al margine di superamento temporaneo
PROVINCIA DI LUCCA
Altopascio
Bagni di Lucca
Barga
Borgo a Mozzano
Camaiore
Capannori
Careggine
Castelnuovo Garfagnana
Castiglione Garfagnana
Coreglia Antelminelli
Fabbriche di Vallico
Forte dei Marmi
Fosciandora
Gallicano
Giuncugnano
Lucca
Massarosa
Minucciano
Molazzana
Montecarlo
Pescaglia
Piazza al Serchio
Pietrasanta
Pieve Fosciana
Porcari
S. Romano Garfagnana
Seravezza
Sillano
Stazzema
Vagli di Sotto
Vergemoli
Viareggio
Villa Basilica
Villa Collemandina
CO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
A
A
NO2
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
C
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
A
A
PM10
B
D
D
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
D
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B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
D
B
B
SO2
A
A
A
A
A
A
A
A
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A
A
A
A
A
A
A
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A
A
A
A
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A
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A
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A
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A
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Pb
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
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A
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A
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A
A
A
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A
A
A
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A
A
A
A
A
A
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A
A
A
A
B
B
A
A
A
A
A
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A
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A
A
A
A
A
A
A
A
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A
A
A
A
C
A
A
O3
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
D
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
NC
D
NC
NC
NC
NC
NC
NC
D
NC
NC
Classificazione del territorio regionale sulla base della qualità dell’aria ai fini della protezione della salute umana (Tabella
tratta da “Valutazione della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio regionale”, 2000 Dip.to delle Politiche
Ambientali e Territoriali – Area Qualità dell’Aria e Rischi Industriali -Giunta Regionale Toscana, 2000).
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
B.1.2- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico
3.B.1.2.a- Riferimenti normativi
L’inquinamento elettromagnetico (altrimenti detto elettrosmog) è provocato dalle radiazioni non ionizzanti,
comprese nel range di frequenza 0-300 GHz, emesse da impianti per le radiotelecomunicazioni e dal
sistema di produzione, distribuzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di
trasformazione, elettrodomestici).
Con raccomandazione 1999/519/CEE l’Unione Europea ha sollecitato gli Stati membri ad adottare misure
efficaci di protezione dai campi elettromagnetici, indicando i limiti di esposizione da osservare per la tutela
della salute dei cittadini. L‘Italia ha recepito le disposizioni comunitarie attraverso un articolato impianto
normativo:
- D.P.C.M. 23/04/1992 “Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla
frequenza industriale nominale (50Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”
- D.P.C.M. 28/089/1995 “Norme tecniche procedurali di attuazione del DPCM 23/04/1992 relativamente
agli elettrodotti”
- D.M. Ambiente 10/0/1998 n° 381 “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di
radiofrequenza compatibili con la salute umana”
- Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12-07-1999, pubblicata nella G.U.C.E. n.L. 199
del 30-07-1999, relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione a campi elettromagnetici da
0Hz a 300 GHz
- L.36/2001 ”Legge Quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici” che ha previsto la formazione di catasti nazionali e regionali delle sorgenti di emissione
di radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti.
- L.66/2001”Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 23/01/2001 n° 5, recante disposizioni
urgenti per il differimento dei termini in materia di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali,
nonché per il risanamento di impianti radiotelevisivi”.
- DPCM 08/08/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete
(50 Hz) generati dagli elettrodotti (G.U. n° 200 del 29-08-2003).
Linee elettriche
La Regione Toscana ha definito con L.R. 51/99 (“Disposizioni in materia di linee elettriche e impianti elettrici”)
e relativo Regolamento di attuazione (n° 9/2000) la disciplina per l’esercizio delle funzioni amministrative in
materia di linee e impianti per il trasporto, la trasformazione e la distribuzione di energia elettrica. Si fa quindi
riferimento alla normativa nazionale più recente (DPCM 2003) che fissa i limiti di esposizione e i valori di
attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici .
Le seguenti informazioni di carattere generale sono state ricavate dal sito web ARPAT.
Tutti i conduttori di alimentazione elettrica, dagli elettrodotti ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici,
producono campi elettrici e magnetici dello stesso tipo. La loro frequenza è sempre 50 Hz (60 Hz negli USA):
a questa frequenza il campo elettrico (Volt per metro o V/m) e quello magnetico (microTesla o mT) sono
indipendenti; è così possibile trovare molto alto il campo elettrico e assente quello magnetico o viceversa.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un
buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si
ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non è continuo, e addirittura "all'ombra" di oggetti
conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici ecc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il
campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della
popolazione. Esposizioni significative a questo campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività
professionali. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli
ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera solitamente abbastanza
ben predicibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere
causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica.
L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i
conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della
potenza assorbita (i consumi).
Negli elettrodotti ad alta tensione non è possibile definire una distanza di sicurezza uguale per tutti gli
impianti, proprio perché non tutte le linee trasportano la stessa quantità di energia, ma tenendo conto delle
caratteristiche tipiche di questi impianti si possono dare delle indicazioni di massima:
-
per nessun tipo di elettrodotto si possono riscontrare campi superiori ai limiti di legge nelle zone
accessibile in prossimità dei cavi;
-
il campo scende comunque al di sotto dei livelli unanimemente considerati trascurabili (0.2
microTesla) a distanze superiori ai 50 metri per le linee a 130 kV, superiori ai 100 metri per quelli a 220
kV, superiori ai 150 metri per quelli a 380 kV;
-
nel caso delle cabine di trasformazione campi significativi si possono trovare soltanto entro distanze
di qualche metro dal perimetro della cabina stessa: nel caso di appartamenti posizionati sopra la cabina
normalmente i campi sono molto contenuti, a eccezione di una piccola regione di pochi metri quadrati
posta sulla verticale del trasformatore; campi un po' più intensi si possono trovare nelle stanze
direttamente adiacenti a tali impianti.
L’art. 4 del DPCM 08/08/2003 precisa che nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di
aree gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non
inferiori a 4 ore e nella progettazione di nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di
linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della progressiva minimizzazione
dell’esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti alla frequenza di 50 Hz, è
fissato l’obiettivo di qualità di 3 T per il valore dell’induzione magnetica, da intendersi come mediana dei
valori nell’arco della 24 h nelle normali condizioni di esercizio.
L’art. 6 precisa che per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti deve considerarsi quanto
indicato all’art. 4 e bisogna tener conto della portata in corrente in servizio. Se questa risulta superiore a 150
mV deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, altrimenti alle
regioni. I gestori provvedono a comunicare i dati per il calcolo e l’ampiezza delle fasce di rispetto ai fini delle
verifiche da parte delle autorità competenti.
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Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi
Gli impianti di trasmissione e ricezione per la diffusione delle trasmissioni radiofoniche e televisive
trasmettono onde radio con frequenze comprese tra alcune centinaia di kHz e alcune centinaia di MHz.
A partire da pochi metri di distanza dalle antenne si genera un'onda in cui il campo elettrico e quello
magnetico variano insieme. Si può così utilizzare indifferentemente l'unità di misura del campo elettrico
(V/m), quella del campo magnetico (microTesla) o anche quella della potenza dell'onda (W/m2) per definirne
l'ampiezza. Questa diminuisce rapidamente all'aumentare della distanza dalle antenne emittenti ed è inoltre
attenuata sia dalle strutture murarie che dalla vegetazione presente.
Questi impianti servono generalmente un'area molto vasta con trasmettitori di grande potenza (10.000100.000 Watt) posizionati su dei rilievi che godono di una buona vista sull'area servita. L'aumento della
potenza di trasmissione migliora la qualità del segnale ricevuto e l'ampiezza della zona coperta: questo fatto
può indurre ad utilizzare potenze superiori a quelle autorizzate. Gli impianti di diffusione, normalmente
collocati lontani dai centri abitati, spesso ricevono il segnale da amplificare tramite collegamenti in alta
frequenza, effettuati con impianti molto direttivi e di piccola potenza, direttamente dagli studi di trasmissione.
Così, sopra questi edifici, spesso collocati nei centri urbani, compaiono normalmente antenne di foggia varia,
che producono campi dello stesso tipo di quelli diffusi dai ripetitori, ma di intensità assai più contenuta e
diretti in maniera da non incontrare ostacoli nel loro cammino.
La Regione Toscana, che da sola ospita più di 4000 impianti (circa il 7% del totale nazionale), dovendo
produrre un parere al Ministero delle Comunicazioni sul Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze
televisive ha insediato un'apposita commissione, composta anche da tecnici ARPAT. La commissione ha
lavorato per disporre di una mappa aggiornata della situazione, censendo tutti i siti attualmente utilizzati
dalle emittenti televisive pubbliche e private e vagliandone, attraverso ARPAT, anche l'impatto dal punto di
vista dell'esposizione ai campi elettromagnetici, nella prospettiva di arrivare al risanamento delle situazioni
più critiche. Le verifiche condotte da ARPAT, spesso in collaborazione con l'Ispettorato Regionale del
Ministero delle Comunicazioni, hanno mostrato il superamento dei limiti nel cinquanta per cento dei casi. La
strategia seguita è quindi quella di determinare, in collaborazione con gli Enti Locali, una delocalizzazione
degli impianti che impattano aree urbanizzate, o alternativamente di procedere in collaborazione con il
Ministero delle Comunicazioni a una variazione dei parametri radioelettrici che comporti da un lato il rispetto
dei limiti e dall'altro il mantenimento delle aree di copertura a cui fanno riferimento le specifiche concessioni
ministeriali relative ai singoli impianti.
La Regione Toscana in attuazione del D.M. 10 settembre 1998 n. 381, ha disciplinato l'autorizzazione
all'installazione e alla modifica degli impianti di radiocomunicazione. I controlli che derivano dall'applicazione
della legge sono mirati a garantire:
1. il rispetto dei limiti di esposizione e delle misure di cautela, di cui agli articoli 3 e 4 del D.M. 381/1998;
2. l'attuazione, da parte dei soggetti obbligati, delle azioni di risanamento;
3. il mantenimento dei parametri tecnici dell'impianto dichiarati dal gestore.
Impianti di telefonia cellulare
Informazioni tratte da http://www.arpat.toscana.it/radiazioni/ra_nir_impiantitelefonia.html
La telefonia cellulare utilizza onde radio a frequenza un po' più alta (900-2100 Mhz), ma non
sostanzialmente diversa, da quella degli impianti di tipo televisivo. Ogni stazione però copre in questo caso
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un'area molto ridotta: infatti il numero di telefonate che l'impianto riesce a supportare contemporaneamente è
limitato. E' quindi necessario che il numero di utenti all'interno dell'area servita non sia troppo elevato per
evitare congestioni di traffico; inoltre, poiché la trasmissione è bidirezionale, non è possibile migliorare la
qualità del servizio aumentando la potenza del trasmettitore, poiché questo migliorerebbe la qualità della
ricezione solo in una direzione (dalla stazione verso il telefonino) ma lascerebbe immutata la qualità della
trasmissione nell'altro verso (dal telefonino alla stazione). La potenza trasmessa è sostanzialmente uguale
per tutti gli impianti e il diverso livello di copertura viene ottenuto variando la qualità dell'antenna (che
influenza sia la trasmissione che le ricezione). Per questo motivo le stazioni radio base (è questa la
denominazione tecnica dei "ripetitori dei telefonini") sono equipaggiate con antenne che dirigono la poca
potenza impiegata soprattutto verso gli utenti lontani, quindi in orizzontale. L'intensità delle onde dirette
verso il basso è meno di un centesimo di quella trasmessa nella direzione di massimo irraggiamento: nelle
aree sotto le antenne non si trovano dunque mai livelli elevati di campo elettromagnetico.
Nonostante le dimensioni, talvolta molto appariscenti, questi impianti irradiano potenze molto contenute che
vanno dai 500 W di una stazione con i vecchi impianti TACS (solo alcune TIM) ai 200 W di una stazione
dual-band, mentre le nuove stazioni UMTS potranno funzionare con meno di 50 W emessi. Con queste
potenze la zona nello spazio nella quale si possono trovare livelli di campo superiori ai valori di tutela
dell'attuale normativa (6 V/m) si estende per 40-80 metri davanti alle antenne, normalmente al di sopra dei
tetti dei palazzi vicini. Le modalità con cui tale stazioni irradiano i campi dell'area circostante sono molto ben
predicibili, in modo che, con un progetto sufficientemente dettagliato degli impianti è possibile garantire che i
livelli di campo in tutti i gli edifici circostanti, così come nelle aree occupate stabilmente da comunità di
persone, siano inferiori ai limiti di legge. La potenza emessa dalle stazioni radio base non è costante nel
tempo: cresce quando il traffico telefonico è intenso, mentre quando questo è scarso, ad esempio la notte, si
riduce fino a un valore minimo tipicamente di 15-50 W.
Anche il telefonino emette lo stesso tipo di onde delle stazioni radio base seppur con potenze sensibilmente
minori (1-2 W).
L’autorizzazione all’installazione di nuove stazioni radio base e/o la modifica di quelle esistenti è rilasciata ai
gestori dal Comune sulla base di una valutazione preventiva condotta da organi qualificati (ARPAT) in merito
all'impatto provocato dai campi elettromagnetici emessi da queste sorgenti.
In attuazione del D.M. 381/98 sono state definite le modalità per la richiesta e il rilascio dell’autorizzazione
all’esercizio degli impianti fissi per telecomunicazioni e radiotelevisivi di cui al D.M. 381/98 operanti
nell’intervallo di frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz.Nella legge vengono definite le competenze
regionali e comunali; i Comuni provvedono infatti al rilascio delle autorizzazioni, all’attuazione delle misure di
risanamento, alle funzioni di vigilanza e controllo.
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3.B.1.2.b- Sorgenti di inquinamento elettromagnetico nel Comune di Massarosa
Impianti di telefonia mobile
Il comune di Massarosa ha commissionato uno studio per l’individuazione delle aree sensibili per la
pianificazione delle installazioni degli impianti di telefonia mobile sul territorio. Dopo alterne vicende,
determinate dal forte interesse suscitato dalla tematica nella popolazione, lo studio POLAB S.r.l. Laboratorio
Elettromagnetico e lo studio Ingegneria Ambientale del Dr Ing Walter Bresciani Gatti, insieme a una
Commissione composta da cittadini, rappresentanti del Consiglio comunale, amministratori, hanno prodotto
in maniera congiunta un documento (Marzo 2005) che:
1- analizza i siti esistenti e individua nuove aree
2- verifica le esigenze di sviluppo dei piani di rete dei gestori
3- definisce i siti idonei a ospitare le stazioni radio base
4- analizza e valuta i campi elettromagnetici indotti
5- Stima la copertura dei servizi
I principi e i criteri adottati sono stati i seguenti:
-
Minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico sul territorio e contenimento del loro incremento
previsionale a seguito di nuove installazioni;
-
Ricerca e impiego preferenziale di aree di proprietà pubblica ove installare gli impianti;
-
Realizzazione preferenziale di impianti in co-siting ossia la realizzazione di stazioni radio base con
più di un gestore
-
Mitigazione e inserimento ambientale;
Questi sono gli impianti attualmente presenti sul territorio comunale
Gestore
TIM
VODAFONE
WIND
HG3
Codice
Massarosa
Tipologia
GSM-DCS-UMTS
LU2017
LU2010
LU3857A
03LU2016C
LU015
6324
Localizzazione
rotonda svincolo di Massarosa
Monte Aquilata- Massaciuccoli
Quiesa
Via dei Colli Pedona- Monte Meo
Stazione di Bozzano
Monte S. Jacopo
Campo sportivo di Stiava
Monte S. Jacopo
Campo sportivo di Stiava
6247
Campo sportivo Massarosa
UMTS
Massarosa Sud
Note
GSM-UMTS
DCS-UMTS
DCS-UMTS
GSM-DCS-UMTS
DCS-UMTS
GSM-DCS
UMTS
Non
ancora
attivato
Nella tabella seguente sono riportate le aree pubbliche ritenute idonee ad accogliere impianti di telefonia
mobile (Vd Tav RU)
Zona
Sito Comunale
individuato
Massarosa
Depuratore
Massarosa
Depuratore
di Massarosa
Bozzano
Cimitero di
Bozzano- Volpame
Note
Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB ed è utilizzabile per la
copertura dell’area di Massarosa centro
Il sito non presenta controindicazioni di carattere tecnico-radioelettrico alla installazione di 1 o più
SRB per la copertura dell’area di Massarosa centro. Valutazioni di carattere non radioelettrico, come
ad es l’impatto visivo, ne sconsigliano l’utilizzo nel presente piano
La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Per il sito è
previsto l’utilizzo da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Bozzano e parzialmente di Quiesa.
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Sito Comunale
individuato
Zona
Note
Massarosa
Impianto gas
Portovecchio
Stiava
Cimitero di Stiava
Corsanico
Cimitero
Gualdo
Cimitero
Massarosa
Proprietà comunale loc.
Colletto
H=41 m s.l.m.
Non è prevista l’installazione di ulteriori impianti sulla stessa struttura
Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB. Per il sito è previsto
l’utilizzo da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Massarosa sud, della zona denominata
Formace e di Pian del Quercione. Viene inoltre resa possibile l’installazione di ulteriori impianti nella
stessa area.
Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB. Per il sito è previsto l’utilizzo
da parte di 2 gestori per la copertura dell’area di Stiava. Non è prevista l’installazione di ulteriori
impianti sulla stessa struttura
La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Il sito non
presenta controindicazioni di carattere tecnico-radio-elettrico alla installazione di una o più SRB per
la copertura dell’area di Gualdo e di altre aree locate nel comune di Camaiore
La localizzazione è stata proposta da un gestore e risulta essere su proprietà comunale. Il sito non
presenta controindicazioni di carattere tecnico-radio-elettrico alla installazione di una o più SRB per
la copertura dell’area di Gualdo e di altre aree locate nel comune di Camaiore
Il sito non presenta controindicazioni alla installazione di una o più SRB ed è utilizzabile per la
copertura dell’area di Massarosa sud e in particolare della tratta ferroviaria in direzione sud-est e
ovest
La seguente tabella indica quale utilizzo di ogni sito comunale viene proposto ai gestori in risposta alle loro
richieste di localizzazione
N°
Zona
Sito comunale
SC1
Pian di Mommio
SC2
SC3
SC4
SC5
SC6
SC7
Pian di Conca
Montramito
Stiava
Pian del Quercione
Massarosa
Quiesa
Impianto Gas strada della calca
grande
Cimitero Pignano
Impianto GAS
Campo sportivo
Campo sportivo
Campo sportivo
Campo sportivo Molinaccio
SC8
Massarosa
Depuratore
SC9
SC10
SC11
SC12
SC13
SC14
Massarosa
Bozzano
Massarosa
Stiava
Corsanico
Gualdo
SC15
Massarosa
Cimitero di Massarosa
Cimitero di Bozzano-Volpame
Impianto Gas Portovecchio
Cimitero di Stiava
Cimitero
Cimitero
Proprietà comunale loc. Colletto
h=41 m s.l.m.
Disponibilità per
sviluppi futuri
Utilizzo
Non proposto
Si
Non proposto
Proposto come seconda scelta a WIND
Utilizzato da H3G e VODAFONE
Proposto ad H3G
Utilizzato da H3G
Previsto per H3G
Proposto come seconda seclta a TIM e a
VODAFONE
Non proposto
Richiesto da H3G e proposto a WIND
Proposto a TIM e WIND
Proposto a TIM e WIND
Richiesto da H3G
Richiesto da WIND
Si
Si
no
Si
No
No
Proposto a VODAFONE
si
Si
No
No
Si
No
No
No
Impianti fissi per le telecomunicazioni e radiotelevisivi
Non si dispone di dati relativi alla localizzazione dei ripetitori radio- televisivi.
Linee elettriche
Il territorio di Massarosa è attraversato dalle seguenti linee elettriche principali:
- Elettrodotto FF.SS. (Massa - Cascina). La linea ad alta tensione della linea FFSS (L.P. 132 kV MassaCascina Campata 175-177) risulta completamente a carico della zona di pianura. La linea principale pari
attraversa una zona inedificata, mentre la linea principale dispari attraversa diverse frazioni, quali: Piano di
Mommio, Massarosa e Bozzano, solo marginalmente, Stiava, Piano del Quercione;
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- Elettrodotto ENEL 380 KW (La Spezia – Acciaiolo). Questa linea attraversa il territorio comunale in due
tratti, in direzione sud-est nord-est toccando il Monte Ghilardona, Col di Gambone fino a nord dell'abitato del
Pitoro, per rientrare per un piccolo tratto sopra il nucleo di Prunici;
- Elettrodotto ENEL 120 KW (Filettole – Viareggio). Corre prevalentemente in prossimità dell'Autostrada
(Bretella A11-A12).
Dalla figura seguente, ricavata dai dati forniti dal SIT provinciale, si osserva la presenza di numerose linee a
media tensione; la zona completamente priva di reti elettriche corrisponde all’invaso lacustre del
Massaciuccoli.
B.1.3- Il rumore
B.1.3.a- Riferimenti normativi
Il DPCM 14/11/1997 (Art. 3) stabilisce che i Comuni devono provvedere alla zonizzazione del territorio in
aree acusticamente omogenee basandosi sulla destinazione d’uso dello stesso. In base a tale suddivisione,
sono state fissate 3 diverse categorie di limiti: limiti di emissione (valore massimo di rumore che può essere
emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della stessa), limiti di immissione (valore massimo di
rumore che può essere emesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o esterno, misurato in
prossimità dei ricettori) e limiti di qualità (intesi come limiti di rumore da rispettare nel breve, medio, lungo
periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili al fine di realizzare gli obiettivi di tutela
previsti dalla legge). Lo stesso D.P.C.M. definisce le sei Classi Acustiche in cui deve essere suddiviso il
territorio comunale, ognuna delle quali è caratterizzata da limiti propri.
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Tabella A del DPCM 14/11/97
CLASSE I – Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un
elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago,
aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici ecc.
CLASSE II – Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane
interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata
presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali.
CLASSE III – Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di
attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata
presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano
macchine operatrici.
CLASSE IV – Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico
veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di
attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali,
le aree con limitata presenza di piccole industrie.
CLASSE V – Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti
industriali e con scarsità di abitazioni.
CLASSE VI – Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate esclusivamente da
attività industriali e prive di insediamenti abitativi.
Nelle tabelle seguenti vengono riportati i valori limite di emissione, immissione e qualità, per ognuna delle
classi acustiche, distinguendo tra tempo di riferimento diurno (dalle ore 06.00 alle ore 22.00) e notturno
(dalle ore 22.00 alle ore 06.00).
Tabella B del DPCM 14/11/97
Classi di destinazione d’uso del territorio
Valori limite di emissione
Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00)
I aree particolarmente protette
45
35
II aree prevalentemente residenziali
50
40
III aree di tipo misto
55
45
IV aree di intensa attività umana
60
50
V aree prevalentemente industriali
65
55
VI aree esclusivamente industriali
65
65
Tabella C del DPCM 14/11/97
Classi di destinazione d’uso del territorio
Valori limite di immissione
Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00)
I aree particolarmente protette
50
40
II aree prevalentemente residenziali
55
45
III aree di tipo misto
60
50
IV aree di intensa attività umana
65
55
V aree prevalentemente industriali
70
60
VI aree esclusivamente industriali
70
70
Tabella D del DPCM 14/11/97
Classi di destinazione d’uso del territorio
Valori di qualità
Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00)
I aree particolarmente protette
47
37
II aree prevalentemente residenziali
52
42
III aree di tipo misto
57
47
IV aree di intensa attività umana
62
52
V aree prevalentemente industriali
67
57
VI aree esclusivamente industriali
70
70
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
In merito al campo di applicazione del DPCM 14/11/97, si evidenziano inoltre i seguenti aspetti:
-
per le infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime ed aeroportuali i valori limite di immissione non si
applicano all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, individuate da decreti di prossima emanazione.
All’esterno di tali fasce, dette sorgenti concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione.
-
i valori limite assoluti di immissione e di emissione relativi alle singole infrastrutture dei trasporti,
all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, nonché la relativa estensione, saranno fissati con i
rispettivi decreti attuativi.
-
i valori limite differenziali di immissione non si applicano nelle aree classificate nella classe VI (aree
industriali).
Limiti di immissione per le infrastrutture esistenti
Allo stato attuale non è stato ancora emanato il decreto relativo alle fasce di pertinenza delle infrastrutture
stradali, anche se esiste comunque una bozza proposta dal Ministero dei lavori Pubblici e approvata da
ANAS e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che prevede una regolamentazione della
problematica acustica in analogia a quanto già normato per le infrastrutture ferroviarie.
Nel nuovo decreto vengono regolamentati i seguenti aspetti:
-
definizione del concetto di ricettore, area edificata e centro abitato;
-
classificazione delle infrastrutture stradali;
-
diversificazione dei limiti acustici fra le infrastrutture esistenti e quelle di nuova realizzazione;
-
diversificazione delle fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura, in relazione alla tipologia della
strada;
-
la possibilità, che qualora non siano tecnicamente o economicamente conseguibili i limiti di immissione,
da parte dell’Ente Gestore di procedere ad interventi diretti sui ricettori, quali finestre e/o protezioni ad
hoc di aree all’aperto al di fuori degli edifici.
Un altro aspetto importante previsto dal Decreto, in analogia a quanto già in essere per le ferrovie, è il
concetto che per le aree non ancora edificate, interessate dall’attraversamento di infrastrutture in esercizio,
gli interventi per il rispetto dei limiti di immissione sono a carico del titolare della concessione edilizia
rilasciata all’interno delle fasce di pertinenza. In questa ottica la norma, prevede che, una volta fissate delle
fasce di rispetto, con dei limiti prestabiliti, sia una responsabilità del costruttore o di chi comunque autorizza
la realizzazione dell’opera (Amministrazione Comunale) rispettare i limiti acustici previsti. Questa logica, che
a tutt’oggi viene in gran parte disattesa, eviterebbe di creare delle situazioni di edificazione in zone adiacenti
alle infrastrutture stradali, senza che queste siano neanche accompagnate da uno studio preliminare di
impatto acustico.
Entrando nello specifico, il Decreto sulla base della classificazione delle infrastrutture stradali proposta
dall’art. 2 del Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 stabilisce che siano fissate delle fasce territoriali
di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 250 metri a partire dal ciglio della strada per le seguenti tipologie di
strade:
-
autostrade (tipo A);
-
extraurbane principali (tipo B);
79
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
strade extraurbane secondarie (tipo C);
-
strade urbane di scorrimento (tipo D).
Per le infrastrutture esistenti tale fascia viene suddivisa in due parti, la prima, più vicino all’infrastruttura, della
larghezza di 100 metri, denominata fascia A; la seconda, più distante, della larghezza di 150 metri,
denominata fascia B.
I limiti acustici delle suddette fasce sono poi stabiliti in funzione del traffico circolante lungo le infrastrutture
stradali.
Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5-11-2001 prevede che le infrastrutture stradali
siano raggruppate all’interno di quattro livelli di reti:
-
rete primaria: di transito, scorrimento;
-
rete principale: di distribuzione dalla rete primaria alla rete secondaria ed eventualmente alla locale;
-
rete secondaria: di penetrazione verso la rete locale;
-
rete locale: di accesso.
Di seguito i limiti validi per le infrastrutture esistenti, per le loro varianti e per le nuove infrastrutture in
affiancamento a quelle esistenti.
Tipo di strada
Rete stradale
corrispondente
A – Autostrada
Rete primaria
B – Strade extraurbane
principali
Rete primaria/ principale
Estensione fascia
(m)
250
C – Strade extraurbane
secondarie
D – Strade urbane di
scorrimento
E – Strade urbane di
quartiere
Fascia A: 100
Fascia B: 150
250
Rete secondaria
Rete primaria/principale
Rete secondaria
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
Fascia A: 100
Fascia B: 150
30
30
30
30
F – Strade locali
Rete locale
30
30
Tipologia
Ricettore
Scuole, ospedali, case di cura e
case di riposo
Altri ricettori
Altri ricettori
Scuole, ospedali, case di cura e
case di riposo
Altri ricettori
Altri ricettori
Limiti assoluti (dBA)
Notturni
Diurni
40
50
60
55
70
65
40
50
60
55
70
65
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
55
65
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
50
60
Strade con traffico < 50 veicoli/h
45
55
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
55
65
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
50
60
Strade con traffico < 50 veicoli/h
45
55
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
55
65
50
60
45
55
55
65
50
60
45
55
Tab. - Limiti di immissione per le infrastrutture stradali esistenti
Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione
Il Decreto stabilisce che per le autostrade (tipo A), così come per le strade extraurbane principali (tipo B), le
strade extraurbane secondarie (tipo C) e le strade urbane di scorrimento (tipo D) sono fissate delle fasce
80
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
territoriali di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 250 metri a partire dal ciglio della strada. Per le strade
urbane di quartiere (tipo E), così come per le strade locali (tipo F), sono fissate delle fasce territoriali di
pertinenza fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura stessa di 30 metri dal bordo carreggiata.
I limiti acustici delle suddette fasce sono poi stabiliti in funzione del traffico circolante lungo le infrastrutture
stradali.
Nella tabella seguente sono riportati i limiti validi per le infrastrutture di nuova realizzazione:
Tipo di strada
Rete stradale
corrispondente
Estensione
Tipologia
Limiti assoluti (dBA)
fascia
ricettore
notturni
diurni
A – Autostrada
Rete primaria
250 m.
Scuole *, ospedali, case di cura e
case di riposo
Altri ricettori residenziali
Scuole *, ospedali, case di cura e
case di riposo
Altri ricettori residenziali
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
Strade con traffico: > 500 veicoli/h
Strade con traffico compreso fra 50
e 500 veicoli/h
Strade con traffico < 50 veicoli/h
40
50
55
65
40
50
55
55
65
65
50
60
45
55
55
65
50
60
45
55
55
65
50
60
45
55
55
65
50
60
45
55
B – Strade extraurbane
principali
Rete primaria/ principale
C – Strade extraurbane
secondarie
Rete secondaria
D – Strade urbane di
scorrimento
E – Strade urbane di
quartiere
F – Strade locali
250 m.
250 m.
Rete primaria/principale
250 m.
Rete secondaria
30 m.
Rete locale
30 m.
Tab. Limiti di immissione per le infrastrutture di nuova realizzazione
Un’importante osservazione riguarda i limiti previsti all’interno delle fasce di pertinenza, definiti per ogni
tipologia di infrastruttura stradale.
All’art. 6 del Decreto in cui vengono definiti i limiti di immissione per la viabilità secondaria (infrastrutture di
tipo C, D, E ed F), si sottolinea come tali limiti siano delle indirizzi generali, ma ogni Comune possa
adottarne di diversi.
Inoltre vengono indicati anche i criteri per la definizione della classificazione acustica di aree compenetrate
da infrastrutture stradali con limiti di fascia diversi da quelli dell’area stessa. In particolare vengono distinti i
seguenti casi:
⇒ qualora la strada presenti un valore più basso rispetto alla zona attraversata, la strada viene classificata
con lo stesso limite della zona circostante;
⇒ qualora la strada sia posta tra due zone a classificazione acustica differente e superiore a quella propria
della strada, la strada viene classificata con il valore acustico della zona con limite più alto;
⇒ qualora la strada abbia un valore limite più alto rispetto alla zona attraversata il valore limite attribuito alla
strada non viene variato sulla fascia di pertinenza.
81
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Normativa regionale
Con la Legge Regionale n° 89 dell’1 dicembre 1998, la Regione Toscana ha dettato le norme in materia di
inquinamento acustico e ha dato le prime indicazioni per il risanamento dell’ambiente esterno ed abitativo.
Con la Delibera del Consiglio Regionale n° 7 del 22 febbraio 2000 la Regione Toscana ha definito i criteri
e gli indirizzi della pianificazione degli enti locali ai sensi dell’art. 2 della Legge Regionale n° 89.
82
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3.B.2- INDICATORI DI PRESSIONE
B.2.1- Emissioni civili
Non si dispone dei dati riguardanti gli impianti termici dei residenti e le relative emissioni in atmosfera.
Il processo di combustione generato dalle caldaie comporta emissioni di sostanze che seppur limitatamente,
data la dimensione degli impianti (potenza nominale rispettivamente di 33,6 kW e 52,3 kW), contribuiscono
al processo di riscaldamento globale, alla formazione delle cosiddette “piogge acide” e alla produzione di
smog fotochimico (anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx).
Il comune è servito dalla rete di GAS metano
La Sermas SpA è la società che attualmente provvede alla distribuzione del gas metano sul territorio di
Massarosa. Il servizio di distribuzione del metano ha inizio dalle due cabine REMI di Montramito e di Porto
Vecchio, che prelevano il gas naturale dalla rete nazionale e dopo averlo ridotto a media pressione, lo
distribuiscono su tutto il territorio di Massarosa attraverso una rete a media e a bassa pressione lunghe
rispettivamente circa 78 Km.
La riduzione della pressione da media a bassa viene realizzata attraverso un insieme di 16 cabine di
secondo salto localizzate in posizione strategica sull'intera rete e tali da garantire un corretto rifornimento del
metano agli utenti finali.
Il bacino di utenza della società alla data del 31.12.2008 ammonta a circa 7400 clienti, con un incremento
medio annuo di 250 nuovi utenti e con un volume totale di metano distribuito pari a circa 8.500.000 mc/anno.
Non risultano allacciate alla rete Gas le frazioni collinari di Pieve a Elici, Montigiano,Gualdo e Valpromaro le
altre frazioni del territorio sono generalmente ben servite dalla rete.
B.2.2- Emissioni industriali
In totale sono state rilasciate autorizzazioni per emissioni in atmosfera dall’anno 2001 all’anno 2008 per n.
52 aziende così suddivise:
anno 2001 n. 4
anno 2002 n. 6
anno 2003 n. 9
anno 2004 n. 9
anno 2005 n. 10
anno 2006 n. 4
anno 2007 n. 6
anno 2008 n. 4
Non si dispone dei dati analitici circa le emissioni.
IPPC
Il D.Lgs 59/2005 “Attuazione integrale della dir 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate
dell’inquinamento” estende la normativa IPCC anche ai nuovi impianti colmando quindi quanto previsto dal
precedente D.Lgs 372/99 che applicava la norma soltanto a quelli esistenti.
83
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Il decreto disciplina il rilascio, il rinnovo e il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale degli impianti
inseriti nell’Allegato I.
Dal sito web SIR/ARPAT nel comune di Massarosa risulta presente un impianto IPPC di cui si riporta la
scheda:
Cod. SIRA 175
T.E.V. Termo Energia Versilia S.p.A.- Pioppogatto
Sede: Via della Pieve, 1- 55054 Massarosa
Tipologia:
Impianti per l’eliminazione dei rifiuti non pericolosi
Codice NOSE: 109.07 Codice NASE: 90
Codice IPPC 5.3- Gestione dei rifiuti: impianti per l’eliminazione o il recupero dei rifiuti non pericolosi quali
definiti nell’Allegato A della Dir 75/442/CEE ai punti D8, D9 con capacità superiore a 50 T/die.
Codice ISTAT attività economica: O 90001
Attività impianto: smaltimento rifiuti
Oggetto sociale: la società ha per oggetto lo svolgimento di tutte le attività oggetto del rapporto di
concessione in essere tra la Regione Toscana e il raggruppamento temporaneo di imprese costituito tra
la Termomeccanica S.p.A. e il consorzio.
Fatto salvo quanto disposto dall’art. 5 c. 5 e ferme restando le informazioni richieste dalla normativa
concernente aria, acqua, suolo e rumore, la domanda per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale
deve comunque contenere:
a) l’impianto, il tipo e la portata delle sue attività
b) le materie prime e ausiliarie, le sostanze e l’energia usate o prodotte dall’impianto;
c) le fonti di emissione dell’impianto;
d) lo stato del sito di ubicazione dell’impianto;
e) il tipo e l’entità delle emissioni dell’impianto in ogni settore ambientale, nonché un’identificazione degli
effetti significativi delle emissioni sull’ambiente;
f)
la tecnologia utilizzata e le altre tecniche in uso per prevenire le emissioni dall’impianto oppure per
ridurle;
g) le misure di prevenzione e di recupero dei rifiuti prodotti dall’impianto;
h) le misure previste per controllare le emissioni nell’ambiente “nonché le attività di autocontrollo e di
controllo programmato che richiede l’intervanto dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente e per i
servizi tecnici e delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente”;
i)
le eventuali principali alternative prese in esame dal gestore, in forma sommaria;
j)
le altre misure previste per ottemperare ai principi di cui all’art. 3.
La procedura vede il coinvolgimento dell’Autorità competente ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrata
ambientale, la quale può convocare, se necessario, apposita conferenza dei servizi e si esprime entro 150
gg.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Ai sensi dell’art. 5 c.14 l’autorizzazione ambientale integrata sostituisce a ogni effetto ogni altra
autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizioni di legge e dalle
relative norme di attuazione (di cui all’elenco riportato in allegato II dello stesso Decreto), fatte salve le
disposizioni relative al controllo di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (Dir.
96/82/CEE) e quanto disposto dalla Dir 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un
sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la dir.
96/61/CEE.
Questo è l’elenco delle autorizzazioni ambientali da considerare sostituite dalla autorizzazione integrata
ambientale:
1- autorizzazione alle emissioni in atmosfera, fermi restando i profili concernenti aspetti sanitari (D.P,R.
203/1988)
2- autorizzazione allo scarico (D.Lgs 152/99)
3- autorizzazione alla realizzazione e modifica di impianti di smaltimento o recupero rifiuti (D.Lgs 22/97)
4- autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento o recupero dei rifiuti (D.Lgs 22/1997 art. 28)
5- autorizzazione allo smaltimenti degli apparecchi contenenti Pcb-Pct (D.lgs 209/1999 art. 7)
6- autorizzazione alla raccolta ed eliminazione oli usati (D.Lgs 95/1992)
7- autorizzazione all’utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura (D.Lgs 95/1992 )
8- comunicazione ex art. 33 del D.Lgs 22/1997 per gli impianti non ricadenti nella categoria 5 dell’allegato I
Si rammenta che l’elencazione da riferimento, in gran parte , a normative abrogate e sostituite dal D.Lgs
152/06 e s.m.i.
Per gli impianti esistenti è stata fissata la data del 31/93/2008 per adeguarsi alle prescrizioni contenute
nell’autorizzazione integrata ambientale.
B.2.3-Il traffico veicolare
Il traffico veicolare è causa di inquinamento atmosferico e acustico.
Per quanto riguarda le emissioni inquinanti dei veicoli a motore era già stato emanato un decreto ministeriale
il 20 febbraio 2003 di recepimento della direttiva 2002/51/CE che introduceva nuovi valori limite alle
emissioni inquinanti prodotte dai veicoli a motore a due o tre ruote.
Il decreto ministeriale più recente in materia di tutela dell'aria è quello del 29 gennaio 2007 relativo al
recepimento della direttiva 2005/55/CE concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri,
relativamente ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti gassosi e di particolati prodotti
da motori ad accensione spontanea destinati alla propulsione di veicoli e contro l'emissione di inquinanti
gassosi prodotti dai motori ad accensione comandata alimentati con gas naturale o con gas di petrolio
liquefatto destinati alla propulsione di veicoli. II decreto dà le definizioni di alcuni termini quali "veicolo",
"motore ad accensione spontanea o a gas", "veicolo ecologico migliorativo". Inoltre stabilisce i requisiti che
devono avere i motori ad accensione spontanea o a gas. Nel caso in cui tali requisiti non siano soddisfatti o
qualora le emissioni di inquinanti gassosi e di particolato e l'opacità del fumo prodotte dal motore non siano
conformi ai valori limite fissati sempre dallo stesso decreto, non è consentito il rilascio dell'omologazione CE
ed è rifiutata anche l'omologazione nazionale. Qualora non siano rispettati tali limiti non è consentita
85
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
l'immatricolazione, la vendita, l'immissione in circolazione o l'utilizzo dei veicoli nuovi azionati da un motore
ad accensione spontanea o a gas e la vendita o l'utilizzazione di motori nuovi ad accensione spontanea o a
gas. Nonostante l'emanazione di questi nuovi decreti il quadro normativo rimane ancora lacunoso.
Pertanto ai fine di gestire correttamente le problematiche connesse alla tutela dell'aria e della salute
dell'uomo si è fatto sempre più ricorso, da parte dei sindaci, alle ordinanze d'urgenza che risultano
comunque essere misure d'emergenza che non risolvono però i problemi all'origine. Precisamente, in casi di
emergenza connessi al traffico e all'inquinamento atmosferico o acustico, o in altre circostanze straordinarie,
il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici,
nonché, di intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di
apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio. Con Legge 230/2007 ha introdotto all’art. 157
le modifiche al codice della strada che riguardano il divieto di accensione del motore dei veicoli a motore in
determinate situazioni per consentire il funzionamento dell'impianto di condizionamento d'aria sanzionando
tutti quegli automobilisti che, sprezzanti dei rispetto della salute pubblica, quando si fermano o sostano con il
motore acceso - anche per ragioni diverse dal condizionamento o riscaldamento, cioè per una breve sosta o
per il carico e scarico delle merci - inquinano l'aria. Il divieto, comunque, non si estende all'arresto della
marcia per traffico (congestione della circolazione o incidenti).
Le emissioni sonore derivano dal motore e dai sistemi di scappamento dei vari veicoli (componente
meccanica), dall’interazione fra pneumatico e fondo stradale (rumore di rotolamento) e dall’interazione con
l’aria (rumore aerodinamico).
Le infrastrutture viarie
Il territorio di Massarosa è attraversato da una rete principale in senso nord-ovest sud-est:
La strada statale Sarzanese Valdera costituisce la direttrice di collegamento più importante fra Lucca
Camaiore e Pietrasanta, attraversando le frazioni delle colline quali: Quiesa, Bozzano, Massarosa, Piano del
Quercione, Piano di Mommio. E’ classificata come strada extraurbana secondaria (categoria C ai sensi del
Codice della Strada).
La strada Provinciale n. 445 di Montramito si innesta nella Sarzanese e collega Lucca a Viareggio
attraversando in senso trasversale la pianura in territorio di Massarosa, servendo un insediamento
industriale e artigianale piuttosto consistente.
L’Autostrada (infrastruttura viaria di classe A ai sensi del codice della strada), quasi completamente in
viadotto e a carico del territorio collinare, è dotata di uno svincolo (casello autostradale entrato in esercizio
da poco tempo): in parte essa consente un parziale alleggerimento del carico di traffico che altrimenti
graverebbe sulla stata stradale, in quanto con provvedimento Ministeriale fino a settembre 2009 il transito
nella tratta Massarosa-Viareggio esclude il pagamento del pedaggio autostradale.
E’ comunque prevedibile che, al momento in cui verrà introdotto il pagamento del pedaggio, parte del traffico
attualmente ricadente sull’autostrada passi sulla statale Sarzanese con conseguente ulteriore incremento
del traffico e conseguentemente delle problematiche ambientali.
Esistono poi tutta una serie di altri collegamenti viari secondari, che dalla S.S.Sarzanese portano verso i
centri della collina e in alcuni casi si collegano con la valle Camaiorese e della Freddana.
E’ altresì importante il reticolo delle strade vicinali esistenti sia nelle parti di pianura che di collina
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Questo è lo sviluppo dei tratti stradali più importanti che attraversano il territorio
Strade Statali km. 14
Strade Provinciali Km. 92
Autostrade Km. 11
Strade Comunali km. 114
L’incidentalità
Di seguito si riportano i dati relativi agli incidenti stradali oggetto di rilievo da parte del Comando di Polizia
Municipale di Massarosa nell’anno 2005 lungo la principale viabilità:
Strada
S.P. di Montramito
SR Sarzanese
S.P. Canipaletti
TOTALE
Loc
Montramito
Montramito
Massarosa
Massarosa Svincolo A11
Piano del Quercione
Quiesa
Piano di Mommio
Bozzano
Piano di Conca
Monte Quiesa
Stiava
2005
N°
19
37
29
8
15
13
12
9
8
4
6
179
2008
N°
9
26
15
9
24
8
10
101 su 179 tot
Nell’anno 2006 si sono verificati nel territorio comunale 225 incidenti; nel 2007 un totale di 166 incidenti: non
si dispone della localizzazione di tali sinistri. Del 2008 si conosce il totale (179) ed è riportato il dettaglio di
quelli occorsi lungo la S.S. Sarzanese (n° 101, ossia il 56,5 %).
Anche nel 2005 il totale risulta di 179 incidenti ma la percentuale di quelli verificatisi sulla S.S. Sarzanese (n°
154) è maggiore ossia pari all’86%.
Non sono disponibili dati circa la mole di traffico (in termini di n° di veicoli circolanti) lungo la viabilità
comunale. Risulta comunque evidente, sia per il ruolo di direttrice di collegamento lungo il fondovalle di tutte
le frazioni con Lucca e con la costa della Versilia, sia per i dati oggetti sull’incidentalità che il tracciato attuale
della S.S. Sarzanese costituisce un elemento di criticità per il territorio.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
I flussi di traffico
Non disponendo di dati recenti relativi ai flussi di traffico in termini di n° e tipologia di veicoli circolanti su ogni
direttrice, sono state riportate le tabelle ISTAT riferite al censimento 2001, relative al pendolarismo. Questi
dati, oltre a fornire un quadro della mobilità dei residenti all’interno e fuori dal Comune, è utile anche per
comprendere eventuali problematiche legate alla distanza dai luoghi di lavoro e dai servizi essenziali utili per
poter orientare la pianificazione verso scelte strategiche sostenibili volte al miglioramento della qualità della
vita
Luogo di destinazione
Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Studio), per Comuni
LUOGO
valori assoluti
COMUNI
Stesso comune della
dimora abituale
46018
Massarosa
1.878
Fuori del
comune
1.360
valori percentuali
Totale
Stesso comune della
dimora abituale
3.238
Fuori del
comune
58,00
Totale
42,00 100,00
Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Lavoro), per Comuni
LUOGO
COMUNI
46018
valori assoluti
Stesso comune delle
dimora abituale
Massarosa
2.587
valori percentuali
Fuori del comune
Stesso comune delle
dimora abituale
Totale
4.064
6.651
38,90
Fuori del comune
Totale
61,10 100,00
Pendolari per luogo di destinazione per motivo dello spostamento (Totale), per Comuni
LUOGO
COMUNI
46018
Massarosa
valori assoluti
Stesso comune delle
Fuori del comune
dimora abituale
4.465
5.424
Totale
9.889
valori percentuali
Stesso comune delle
Fuori del
Totale
dimora abituale
comune
45,15
54,85 100,00
Dalle tabelle precedenti si osserva che la maggior parte dei pendolari per motivi di lavoro si sposta fuori dai
confini comunali. I pendolari per motivi di studio in prevalenza rimangono a Massarosa: tale percentuale è
determinata prevalentemente dai ragazzi in età scolare (scuola dell’obbligo) che frequentano istituti presenti
sul territorio comunale. Le scuole materne e dell’infanzia e le scuole elementari primarie sono infatti presenti
nella maggior parte delle frazioni. A Massarosa e a Piano di Conca si trovano gli istituti comprensivi. Nel
Comune non sono presenti istituti d’istruzione secondaria. La percentuale del 42% comprende pertanto i
ragazzi iscritti alle scuole superiori e gli studenti universitari.
Nel PTC della Provincia di Lucca si fa presente che “i maggiori flussi di mobilità pendolare interessano la
zona della Versilia e più precisamente gli scambi tra il Comune di Viareggio e i confinanti Camaiore e
Massarosa”.
88
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Mezzi di trasporto utilizzati
Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (studio) per Comuni
mezzo utilizzato
Mezzo pubblico
COMUNI
Totale
46018
Massarosa
1.108
Mezzo privato
di cui: autobus
urbano, aziendale,
scolastico
524
Totale
Di cui: auto privata
(conducente)
2.038
Di cui: auto privata
(passeggero)
258
Altro
mezzo(11)
Totale
2
3.148
1.200
Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (lavoro) per Comuni
mezzo utilizzato
Mezzo pubblico
COMUNI
Totale
46018
Massarosa
Mezzo privato
di cui: autobus urbano,
aziendale, scolastico
158
Di cui: auto privata
(conducente)
Totale
73
6.150
Di cui: auto privata
(passeggero)
4.839
Altro
mezzo(11)
Totale
43
6.351
269
Pendolari per mezzo di trasporto utilizzato per motivo dello spostamento (totale) per Comuni
mezzo utilizzato
Mezzo pubblico
COMUNI
Mezzo privato
di cui: autobus urbano,
Totale
aziendale, scolastico
46018
Massarosa
1.266
Di cui: auto privata
(conducente)
Totale
597
8.188
Altro
mezzo(11)
Di cui: auto privata
(passeggero)
5.097
1.469
45
Totale
9.499
Gli spostamenti per motivi di studio sfruttano prevalentemente i mezzi pubblici; quelli per motivi di
lavoro avvengono con auto privata.
Tempo impiegato per lo spostamento
Pendolari per tempo impiegato per motivo dello spostamento (Studio) per Comuni
Tempo impiegato
Da 16 a
Oltre
Comuni
Totale
Fino a 15
Da 31 a 45 Da 46 a 60
30
60
minuti
minuti
minuti
minuti
minuti
Massarosa
1.858
776
283
136
95 3.148
Fino a 15
minuti
59,02
Tempo impiegato %
Da 16 a
Da 31 a
Da 46 a
30
45 minuti 60 minuti
minuti
24,65
8,99
4,32
Pendolari per tempo impiegato per motivo dello spostamento (Lavoro) per Comuni
Tempo impiegato
Comuni
Massarosa
Fino a 15
minuti
3.244
Da 16 a
30 minuti
2.346
Da 31 a
45 minuti
527
Oltre
Totale
60
minuti
3,02 100,00
Tempo impiegato %
Da 46 a 60
minuti
Oltre 60
minuti
Totale
Fino a 15
minuti
145
89
6.351
51,08
Da 16 a
30 minuti
36,94
Da 31 a 45
minuti
8,30
Da 46 a
60 minuti
2,28
Oltre Totale
60
minuti
1,40 100,00
In media gli spostamenti per motivi di studio si svolgono su brevi distanze e richiedono un tempo medio fino
ai 15 minuti; i tempi medi impiegati per spostamenti di lavoro si aggirano intorno ai 30 minuti.
89
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Sempre dal PTC della Provincia di Lucca si ricavano alcuni rilevamenti relativi al territorio di Massarosa
effettuati nelle seguenti postazioni:
n°
6
Denominazione
Viareggio- S.P. Montramito (via dei
Glicini)
Rilevazione invernale
Rilevazione estiva
Veicoli leggeri
Veicoli pesanti
% pes
Veicoli leggeri
Veicoli pesanti
% pes
11415
427
3,6
11995
911
7,1
7
Quiesa- S.S. 439 (Caffè centrale)
5612
216
3,7
3739
86
2,2
8
Massarosa-Casello A12 (Conad)
5954
317
5,1
5787
386
6,3
3154
356
10,1
2348
309
11,6
8053
403
4,8
7029
277
3,8
5974
139
2,3
5508
216
3,8
10
11
12
Pian di Mommio- via Ghivizzani
(Farmacia)
Montramito- S.S. 439 (rist. Ferro)
Montramito – S.P. 34 di Stiava (Ponte
sotto A12)
44
Massarosa- S.S. 439 (Conad)
11501
1135
9,0
14283
246
1,7
45
Pian di Mommio- S.S. 439 (Farmacia)
9.207
911
9,0
7618
340
4,3
B.2.4- I distributori di carburante
Sul territorio comunale sono presenti 6 impianti di distribuzione carburante :
ELF- Via Sarzanese- Quiesa
TOTAL- Via MontramitoTOTAL- Via Matteotti – Stiava (anche GAS e GPL)
I.P. Via Montramito- Stiava
Q8 Via sezioni- Piano di Conca
I.P.- Via Sezioni- Bargecchia
AGIP- Via Sarzanese- Bozzano
TAMOlL- Via Sarzanese- Massarosa
A Stiava, in Via Provinciale di Montramito, si trova anche l’impianto S.I.M. che fornisce metano.
90
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
B.2.5- Inquinamento elettromagnetico
Reti elettriche
Le Ferrovie dello Stato hanno comunicato (Prot. 18466 del 27/07/2007) che, in base a propri calcoli, condotti
in assenza di metodologie ufficiali, la distanza tra le porzioni abitabili dei fabbricati e l’asse mediana della
linea A..T. deve essere maggiore o uguale a 16,00 m. Esiste quindi una fascia di rispetto, con vincolo di in
edificabilità pari a 16 m su ciascun lato della linea ferroviaria.
Stazioni Radio base
La verifica dell’impatto elettromagnetico indotto sul comune di Massarosa dalle stazioni radio base presenti e
da quelle previste non ha rivelato criticità (Relazione di sintesi della pianificazione per l’installazione delle
stazioni radio base sul territorio del Comune di Massarosa-LU polab s.r.l. Laboratorio Elettromagnetico;
Studio ingegneria ambientale Dr Ing W. Bresciani Gatti, Marzo 2005).
In particolare sono stati analizzati nel dettaglio le località campo sportivo “il Molinaccio”, campo sportivo
Massarosa centro e il campo sportivo “loc. Stiava” (Dr Ing. Walter Bresciani Gatti, 2004).
Il Comune, tramite l’assessorato all’Ambiente effettua attività costanti di monitoraggio dei campi
elettromagnetici prodotti dalle stazioni radio base per telefonia nei luoghi che presentano particolari criticità o
con presenza di particolari ricettori (presenza di persone anziane, bambini o ammalati).
A tale scopo viene utilizzata una centralina di rilevamento alimentata da energia fotovoltaica che avverte in
caso di superamento dei limiti imposti e che è identica a quella usata dall’ARPAT così che i dati raccolti
risultino omogenei e quindi confrontabili. I dati ricavati sono pubblicati sul sito web del Comune. Si riportano
alcune informazioni tratte dal suddetto sito in merito ai monitoraggi effettuati presso 2 localizzazioni ritenute
“sensibili”.
Dall’analisi dei risultati disponibili emerge che il limite di attenzione più cautelativo, attualmente imposto
dalla normativa in vigore e pari a 6 V, non risulta mai superato in nessuno dei siti monitorati.
91
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
ASILO DI MASSAROSA
La centralina è stata posizionata all’esterno, nel cortile della scuola, nella posizione meglio indicata nella
planimetria e documentata dalla foto allegata. Dal 13/03 al 02/07/2006.
CAMPO SPORTIVO DI STIAVA
In questo caso la centralina è stata posizionata all’esterno, all’interno del giardino di un privato cittadino, che
si trova lungo l’asse di massima emissione. Dall’11/09 all’8/10/2006
92
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
B.2.6- Inquinamento acustico
Zonizzazione acustica del Comune
Con Deliberazione CC del 6.10.2008 n. 100 del è stato approvato il piano di classificazione acustica
elaborato da Dott. Geol. Agostino Cei e dal Dott. Ing. Oreste Pucci nel settembre 2003.
Il territorio comunale si presenta così zonizzato:
a) Classe VI, zona esclusivamente industriale, (70/70 dBA). L’unica area ricadente nella classe VI è quella
occupata dall’industria di lavorazione di materiale lapideo di via del Brentino. La scelta è giustificata sia dal
tipo di industria che occupa l’area, sia dalla lontananza dai primi insediamenti residenziali e consente
l’introduzione delle zone omogenee contigue di passaggio tra la classe VI e la classe IV.
b) Classe V (70/60 dBA) . Sono le aree industriali di Montramito, quella di nuova istituzione delle Bocchette
e l’area di rispetto confinante con la zona di classe VI di v. del Brentino. Sono aree in cui il rumore è
generato principalmente dal traffico veicolare indotto dalla presenza delle attività industriali e/o commerciali.
Le attività che vi sorgono sono a limitato impatto acustico e ben si armonizzano con questa classificazione e
per rispettare i limiti di zona è sufficiente confinare adeguatamente le sorgenti sonore che normalmente
vengono poste all’esterno senza troppo riguardo all’ambiente (compressori, unità di trattamento area,
estrattori centrifughi ecc.).
c) La classe IV (65/55 dBA) è presente sia come fascia di rispetto della classe V sia come “aree di intensa
attività umana” e vi sono stati inseriti i centri urbani di STIAVA, MASSAROSA, PIAN DEL QUERCIONE,
PIAN DI MOMMIO, PIANO DI CONCA e le vie di attraversamento con traffico intenso. I centri di
BARGECCHIA, QUIESA e di CORSANICO vi rientrano in corrispondenza della viabilità di attraversamento.
L’individuazione della classe IV come la III è stata fatta prendendo in considerazione la densità di
popolazione, la densità di attività artigianali, la densità degli esercizi commerciali e uffici, la prossimità di
strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie e le aree con limitata presenza di piccole industrie.
I rilievi fonometrici effettuati hanno confermato l’inserimento di tali aree urbane nelle classi IV.
d) La classe III (60/50 dBA). Tali zone sono tipiche delle aree con densità abitativa media e con limitata
presenza di attività artigianali e commerciali.
In genere senza problematiche particolari anche se è sempre auspicabile, per le aree residenziali, limitare al
massimo il rumore ambientale.
Le aree inserite in questa classe sono quelle di rispetto della classe IV e le aree agricole. Quest’ultime sono
state qui inserite per consentire l’utilizzo di mezzi meccanici durante l’espletamento delle attività.
In particolare l’area confinante con il parco regionale “Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli” presenta livelli
di rumore d’immissione propri della classe I; i limiti di questa classe escluderebbero la possibilità di utilizzo di
mezzi meccanici limitando così l’attività agricola..
e) Classe II (55/45 dBA). Sono state inserite in questa classe le aree collinari poste al di sopra della curva di
livello di 100m e le aree immediatamente confinanti col lago di Massaciuccoli. La classificazione è stata
adottata per salvaguardare tali zone in cui l’aspetto naturalistico e paesaggistico riveste particolare
importanza.
f) Fascia di rispetto Ferrovia e Autostrada. La normativa, circa il rumore prodotto da autoveicoli, non è
ancora definita. Sono stati fissati valori limite di emissione, i valori assoluti di immissione, i valori di
attenzione e di qualità per tutte le 6 classi delle zone acusticamente omogenee ma restano escluse proprio
93
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
le "fasce di pertinenza" delle infrastrutture dei trasporti.(D.P.C.M.14.11.1997). Per queste è ragionevole
ipotizzare che verranno trattate come già è stato fatto per infrastrutture ferroviarie per le quali sono state
fissate delle fasce di 250m per lato dall’asse viario. All’interno di questa è stato individuata una fascia di 100
m indicata come Fascia A ed una di 150m indicata come Fascia B in cui dovranno essere applicati i limiti
previsti dalla normativa sopra citata.
L’impatto acustico causato dal traffico veicolare
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico causato dal traffico veicolare, l’ARPAT- Dipartimento
Provinciale di Lucca nel settembre 2008 ha effettuato una specifica indagine fonometrica lungo la via
Sarzanese Valdera, in 2 differenti postazioni ubicate l’una a Piano di Mommio e l’altra in Piazza degli Alpini a
Massarosa.
Le indagini sono state condotte sulla base di quanto disposto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del
16/03/1998 “Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”.
Le valutazioni risultano le seguenti.
Per quanto concerne la postazione di Piano di Mommmio il valore medio settimanale diurno del livello
equivalente, calcolato partendo dai dati del Leq orari rilevati, è risultato di 69,0 dB(A) per l’unica settimana di
campionamento. Il valore medio settimanale notturno del livello equivalente, calcolato come sopra, è invece
risultato di 62,5 dB (A).
Per quanto concerne la postazione Pza degli Alpini a Massarosa si ha invece in valore medio settimanale
diurno del livello equivalente pari a 67,5 dB (A), sulle 2 settimane di rilevazione.
Il Leq notturno è pari a 61,00dB (A) nella prima settimana e a 61,5 dB (A) nella seconda.
Per quanto concerne l’autostrada A11-A12 Lucca- Viareggio, all’amministrazione comunale sono pervenute
diverse osservazioni a seguito della pubblicazione del Piano di Contenimento e Abbattimento del Rumore e
sulla mappatura acustica da parte cittadini che abitano nei nuclei limitrofi e comunque compresi nella fascia
B (55 dB notturni). Problemi in prossimità degli abitati di Piano di Conca, di Piano del Quercione e
Massarosa Capoluogo anche per un possibile effetto di sovrapposizione di altre sorgenti sonore, come la
Sarzanese. Inoltre, all’interno delle fasce di mappatura acustica, risultano presenti alcuni recettori sensibili
quali le scuole di Piano di Conca, di Piano del Quercione, materne elementari e medie, nonché una scuola
dell’infanzia presente a Massarosa loc. Sterpeti.
Sono pervenute anche segnalazioni in merito al rumore provocato dai rifrattori antiabbagliamento e di
protezione per le cadute, soprattutto in particolari condizioni atmosferiche, quando soffia un forte vento.
Il Comune ha quindi chiesto formalmente (in data 16-07.2008) alla società SALT puntuali verifiche alle
segnalazioni e la predisposizione di sistemi di abbattimento dell’inquinamento acustico
94
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
B.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
B.3.1-Qualità dell’aria
Per quanto riguarda la tutela della qualità dell’aria si raccomanda quanto segue:
a) evitare intasamenti del traffico
b) da tenere presente che non è solo lo smog a mettere in pericolo la nostra salute. Anche tra le mura
domestiche l’aria che respiriamo non è pulita per una forma insidiosa di inquinamento legata
all’impiego di agenti fisici, chimici e biologici contenuti nei materiali da costruzione e nei prodotti che
usiamo ogni giorno nelle nostre case. Sono i cosiddetti inquinanti indoor, caratteristici degli ambienti
chiusi che si mescolano ai contaminanti provenienti dall’esterno, rendendo l’aria di casa peggiore di
quella esterna. Per contrastare questo problema almeno negli edifici pubblici si dovrebbe favorire
l’acquisto di arredi certificati;
c) altra fonte inquinante è il radon, gas naturale radioattivo noto ormai da tempo come una delle
potenziali cause di tumore ai polmoni. Il radon è presente nel sottosuolo e la maggiore
concentrazione si riscontra in rocce e materiali da costruzione contenenti elevate percentuali di
uranio e di radio (tufi, graniti e porfidi). I rimedi per limitare le concentrazioni di questo gas negli
spazi chiusi sono relativamente semplici ed economici: la corretta ventilazione dei locali consente
un costante ricambio d’aria e quindi una maggiore rarefazione del gas. Per quanto riguarda le
nuove costruzioni, può essere utile, ad esempio, dotare il basamento di schermi impermeabili, per
limitare il passaggio del radon dal terreno all’ambiente;
d) nella pianificazione urbanistica tenere conto della zonizzazione acustica del territorio verificando le
distanze tra le are industriali e le aree edificabili;
e) proteggere gli edifici dai rumori provenienti sia dall’esterno che da atri ambienti interni attraverso
interventi di coibentazione acustica;
f)
incentivare il traffico ciclistico attraverso la realizzazione di piste ciclabili; l’utilizzo della bicicletta
rappresenta una valida alternativa ai veicoli a motore: implementare la mobilità ciclabile significa
concorrerete alla riduzione di emissione di gas inquinanti nell’atmosfera e al decongestionamento
del traffico urbano;
g) porre particolare cura nella coibentazione termica degli edifici e privilegiare forme di energia
alternative all’uso di combustibili al fine di ridurre il consumo energetico con conseguente
diminuzione dell’inquinamento atmosferico;
h) per incoraggiare i cittadini a ridurre l’uso della propria auto è fondamentale creare una rete di
collegamenti ciclabili continua, sicura e ben riconoscibile, nonché integrata con altre forme di
mobilità
B.3.2- Inquinamento elettromagnetico
Lo scopo delle politiche regionali in merito a elettrodotti, stazioni radio base, e gli impianti di diffusione
sonora e televisiva è la minimizzazione dell’esposizione attraverso una corretta localizzazione degli impianti,
piuttosto che un intervento sul numero degli impianti stessi (Segnali Ambientali 2006).
A seguito dei risultati dello studio commissionato allo studio POLAB S.r.l. Laboratorio Elettromagnetico e allo
studio Ingegneria Ambientale del Dr Ing Walter Bresciani Gatti in merito alla pianificazione per l’installazione
95
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
delle stazioni radio base sul territorio di Massarosa (Marzo 2005), il Comune ha elaborato una bozza di
Regolamento per l’installazione degli impianti di ricetrasmissione non ancora approvato (Gennaio 2007) al
fine di assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli stessi anche nel rispetto del
paesaggio e dell’ambiente, oltre che della salute e del benessere della popolazione. Concerne quindi sia le
stazioni radio- base che i ripetitori per reti di diffusione, distribuzione dedicate alla radiodiffusione sonora e
televisiva quali televisione analogica, televisione digitale terrestre, radio FM e AM, radio digitale, DAB, ponte
radio, WI-FI e WI-FI max, per reti a radiofrequenza dedicate alle emergenze sanitarie e alla protezione civile,
nonché per reti radio a banda larga punto- multi punto nelle bande di frequenza assegnate.
B.3.3-Inquinamento acustico
La prevenzione dell’inquinamento acustico e il risanamento del territorio costituiscono aspetti di estrema
importanza perla qualità della vita dei cittadini. Risulta fondamentale:
i)
prevedere zone di rispetto fra a aree a diversa zonizzazione;
j)
evitare la frammistione fra attività produttive e residenza;
k) definire criteri precisi per i pubblici esercizi, con riferimento a orari di apertura, possibilità di
permettere musica dal vivo e di karaoke;
l)
verificare la presenza di parcheggi e vie di accesso che riducano il disagio dei residenti legato
all’afflusso e al deflusso dei clienti;
pianificare la riduzione delle emissioni sonore derivanti dal traffico veicolare (sistemazione delle
pavimentazioni riducendo le asperità, utilizzo di asfalti fonoassorbenti, realizzazione di rotonde, etc.)
Queste sono le disposizioni prescrittive indicate nel piano di classificazione acustica:
Sono state individuate prima le aree corrispondenti alle classi estreme (I,VI ed anche V) per poi procedere
all’assegnazione delle altre classi, seguendo i criteri e i parametri descritti al punto 4 delle linee guida
regionali.
Classe VI, - aree esclusivamente industriali - Valori limiti assoluti di immissione del rumore: diurno (6:00 22:00) 70 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 70 dBA.
Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti
abitativi. È ammessa la coesistenza in tale aree delle abitazioni occupate dal personale con funzioni di
custodia. In tale caso dovranno prevedersi U.I. unifamiliari e con involucri edilizi capaci di realizzare un
isolamento acustico in modo da limitare il livello di rumore ambientale ad un valore massimo di 35 dBA nel
periodo notturno giacché per essa non si applica il criterio differenziale (art. 2 comma 2 del decreto)
Classe V, - aree prevalentemente industriali.- Valori limiti assoluti di immissione del rumore: diurno (6:00 22:00) 70 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 60 dBA(70/60 dBA).
Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
Differisce dalla precedente per il fatto che per le abitazioni vale il criterio differenziale quindi sarà necessario
definire delle fasce di rispetto fra l'area industriale e le prime unità abitative.
Tali zone dovranno essere dimensionate tenendo conto delle sorgenti coinvolte.
In queste zone dovranno essere limitate al massimo la presenza di abitazioni.
Classe IV, - aree di intensa attività umana – (Valori limiti assoluti di immissione del rumore diurno (6:00 22:00) 65 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 55 dBA
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con elevata presenza di
attività commerciali ed uffici, con presenza di attività artigianali e con limitata presenza di piccole industrie.
In queste aree in nessun caso dovranno essere inserite grandi industrie. I centri urbani ed in prossimità delle
arterie di comunicazione, nei quali si rilevi livelli di rumore ambientale superiori ai limiti stabiliti per questa
classe e prodotti da traffico veicolare; dovranno essere oggetto di adeguati piani di risanamento.
Classe III, -aree di tipo misto – (Valori limiti assoluti di immissione del rumore :diurno (6:00 - 22:00) 60 dBA,
notturno (22:00 - 06:00) 50 dBA.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con
media densità di popolazione con presenza di attività commerciali, con limitata presenza di attività artigianali
e con assenza di attività industriali. Aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
Attività derivanti da insediamenti zootecnici rilevanti o da impianti di trasformazione del prodotto agricolo,
sono da ritenersi attività produttive e quindi incompatibili con questa classe.
La presenza di traffico veicolare di attraversamento che produce livelli di rumore ambientale superiori ai limiti
della classe, dovrà essere oggetto di piani di risanamento.
La nuova viabilità che interessa queste aree dovrà rispettare i limiti di zona.
Classe II, -aree destinate ad uso prevalentemente residenziale- (Valori limiti assoluti di immissione del
rumore : diurno (6:00 - 22:00) 55 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 45 dBA.
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con
bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività industriali e
artigianali.
Quindi dovranno essere prive quasi totalmente di attività commerciali, servizi ecc. e destinate soltanto alla
funzione abitativa, purché sufficientemente distanti dalle principali direttrici di traffico.
Sono certamente escluse le aree che ospitano la grande distribuzione o addensamenti commerciali.
Classe I, - aree particolarmente protette – Valori limiti assoluti di immissione del rumore diurno (6:00 - 22:00)
50 dBA, notturno (22:00 - 06:00) 40 dBA.
Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro
utilizzazione: aree ospedaliere,scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali,
aree di particolare interesse urbanistico ecc..
Non sono presenti nel territorio comunale aree inserite in questa classe .
Aree destinate a spettacolo a carattere temporaneo, ovvero mobile, ovvero all’aperto.
Per ospitare spettacoli e manifestazioni a carattere temporaneo, ovvero mobile,ovvero all’aperto sono state
designate le aree :
Massaciuccoli, di Montramito, di Bozzano, di Massarosa, di Piano del Quercione e di Bargecchia
prevalentemente destinate allo svolgimento di sagre paesane.
97
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3..B.4-INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI
Qualità dell’aria
o
Livelli esistenti (concentrazioni medie annue)
o
Emissioni di inquinanti atmosferici per sorgente (NOx, SOx, NH3, C.O.V., PM10, Benzene, Pb)
o
Biomonitoraggio della qualità dell’aria
o
Superamento dei valori obiettivo di qualità dell’aria
o
Aree a rischio di qualità dell’aria
o
Popolazione esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiori ai valori limite
o
Rete di monitoraggio della qualità dell’aria
Inquinamento acustico
o
Livelli sonori rilevati nelle aree urbane e lungo le infrastrutture stradali
o
Classificazione acustica
o
Popolazione esposta al’inquinamento acustico
o
N° delle segnalazioni pervenute
o
N° degli interventi di controllo
o
Piani di risanamento acustico attuati
Inquinamento elettromagnetico e radiazioni ionizzanti
o
N° di SRB per la telefonia mobile e di impianti di diffusione radio e televisiva sul territorio
o
N° di superamenti dei limiti normativi dovuti a SRB e a impianti RTV
o
N° di pareri e interventi di controllo su SRB, RTV ed elettrodotti
o
Popolazione potenzialmente esposta a inquinamento elettromagnetico
98
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3.C-LA RISORSA ENERGIA
3.C.1- INDICATORI DI STATO
Il settore energetico riguarda tutti i settori dell’economia (agricoltura, trasporti, industria, terziario e domestico)
ed esercita significativi impatti sull’ambiente, in particolare sull’inquinamento dell’aria e sui cambiamenti
climatici.
Infatti esso è responsabile dell’emissione della maggior parte della CO2 in atmosfera e di quantità
significative di altri gas serra di natura antropica, come il metano, il protossido di azoto, gli idrofluorocarburi, i
perfluorocarburi, l’esafluoruro di zolfo.
La ripartizione delle competenze in materia di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia, in
attuazione della legge 3/2001 di revisione del titolo V della Costituzione in Toscana, è stata normata dalla
L.R. 39/2005. Con questa vengono ridefinite le funzioni della Regione nelle diverse attività energetiche e
delineati i nuovi strumenti di programmazione in materia di energia (il PIER, Piano di Indirizzo Energetico
Regionale); viene anche istituita l’Agenzia Regionale dell’Energia (REA).
Le fonti alternative
Tipologia di impianti per la produzione di energia da fonti “rinnovabili”:
a) idroelettrici ad acqua fluente
Da valutarsi nel dettaglio il rispetto del rilascio del DMV e ogni eventuale impatto sugli ecosistemi acquatici e
ripariali. Ove necessario, richiedere adeguato studio di impatto ambientale o di verifica ex L.R. 79/98 e s.m.i.
e, qualora interessi un Sito della Rete Ecologica Natura 2000 (anche regionale) è obbligatoria la redazione
della relazione di incidenza sai sensi della L.R. 56/00 e s.m.i.
b) eolici
Da valutarsi nel dettaglio anche nel rispetto delle linee guida regionali. Necessario un approfondito studio di
impatto ambientale o di verifica ex L.R. 79/98 e s.m.i. e, qualora interessi un Sito della Rete Ecologica
Natura 2000 (anche regionale) è obbligatoria la redazione della relazione di incidenza sai sensi della L.R.
56/00 e s.m.i. Vietata l’installazione all’interno delle ZPS
c) alimentati a biomasse per la produzione di energia termica ed elettrica.
In questo caso è importante è rispettare le prescrizioni minime imposte dalla legislazione vigente.
-
Le biomasse utilizzabili devono ricadere tra quelle ammissibili ai sensi dell’allegato X al Dlgs
03/04/2006 n° 152 (“Norme in materia ambientale”) e s.m.i.
-
Meglio se le biomasse utilizzate risultano esclusivamente di provenienza nazionale e ancor più se di
provenienza locale (o di poco lontano), per ridurre gli impatti dovuti al trasporto (inquinamento
atmosferico, aumento del traffico veicolare a livello locale, aumento del rischio di incidenti stradali, e
potenziale rischio di sversamenti) ed evitare di bruciare materiali di origine incerta (quindi anche
potenzialmente inquinati o inquinanti).
-
I generatori di calore devono presentare emissioni compatibili con i limiti fissati dall’allegato IX del
Dlgs 03/04/2006 n° 152 (“Norme in materia ambientale”) e s.m.i
99
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3.C.2- INDICATORI DI PRESSIONE
3.C.2.1- I consumi di energia elettrica e di combustibili
A livello regionale (Segnali Ambientali 2006) tutti i settori dell’economia, eccetto quello agricolo, mostrano
una crescita persistente dei rispettivi consumi energetici. In particolare dalla metà degli anni ’90 si sono avuti
forti incrementi nei consumi energetici nel settore dei trasporti (+14%) e nel settore domestico e terziario
(+18%); nel settore dell’industria l’aumento è stato del 10% tra il 1995 e il 2003.
Se si considerano i consumi elettrici la crescita è stata superiore rispetto al PIL in tutti i settori: nel periodo
1995-2004 nel settore terziario il 43%, nel settore industria il 22%, nel settore domestico il 14%.
Non si dispone di dati relativi ai consumi energetici sul territorio comunale (richiesti a ENEL).
Nella tabella seguente si riportano i dati relativi ai consumi di combustibili nel 2006, intesi come quantità di
benzina, gasolio, GPL erogati dagli impianti presenti sul territorio comunale. I dati sono stati forniti dalla
Regione Toscana- Direzione dello Sviluppo Economico Settore Commercio.
Società
Insegna
Indirizzo
Erogato 2006
Benzina SP
Gasolio
GPL
ENI SPA
AGIP
Via Sarzanese
01284749
00800472
Casali Pietro
IP
Via Prov. Montramito
00893975
00833235
SIRTAM S.r.l.
TAMOIL
Via Sarzanese
01518110
01172783
Sopeti
TOTAL FINA
Via Prov. Montramito
00849620
00727435
Agostini Giuliano
TOTAL FINA
Via Matteotti
05894596
00474702
00078539
SIM SRL
METANO SPRINT
Via Prov. Montramito
n.a.
n.a.
n.a.
Giambastiani P.
IP
Via Sezioni-Bargecchia
00213674
00114795
Lovi Alberto
TOTAL FINA
Via Sarzanese Sud-
00402808
00188295
Agostini Leonello
Q8
Via Sezioni- Piano di Conca
00727340
00608853
3.C.3- INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI E DI MONITORAGGIO
C.3.1-Indicazioni per la tutela e l’uso sostenibile della risorsa
La Regione Toscana con il Piano Energetico Regionale (PER) del 2000 si prefiggeva una riduzione delle
emissioni di anidride carbonica in atmosfera dell’ordine di circa 10 milioni di tonnellate all’anno, 3 milioni in
più di quanto spetterebbe alla Toscana sulla base della percentuale del 6,5 % fissata dal protocollo di Kyoto
da raggiungersi entro il 2010.
Già lo stesso PER, sulla base delle priorità stabilite dalla L.R. 45/1997, promuoveva l’uso di fonti rinnovabili
e la loro integrazione con le attività produttive e urbane: l’energia eolica (per cui è previsto un incremento
entro il 2010 di 300 megawatt in 92 possibili aree eoliche), la cogenerazione con gas metano, la produzione
di energia elettrica da rifiuti o sottoprodotti del loro trattamento.
In Toscana il 23% dell’energia prodotta origina già da fonti rinnovabili, in particolare da centrali idroelettriche
e geotermoelettriche.
Inoltre si prevedeva la realizzazione di iniziative di razionalizzazione e di riduzione per limitare i consumi.
Entro il 2010 si ipotizzava quindi di arrivare a :
100
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
un risparmio energetico di 3.3 Mtep, pari al 28% dell’intero consumo regionale;
-
un incremento della potenza elettrica installata di circa 1600 MW dei quali oltre 1000 da fonti
rinnovabili e assimilate per l’incentivazione delle quali sono previsti speciali contributi in
conto
capitale provenienti da fondi comunitari (FERS e FEOGA), da fondi nazionali (Carbon Tax) e
attraverso fondi Regionali (accisa sulla benzina).
Per raggiungere tali obiettivi, inoltre, la L.R. 1/2005 (“Norme per il governo del territorio”, Titolo IV Capo II e
Titolo VIII Capo III) promuove la diffusione dell’Edilizia Sostenibile, ossia la realizzazione di edifici costruiti
secondo criteri rispettosi dell’ambiente, che consumino meno risorse energetiche e idriche, che garantiscano
il benessere abitato delle persone e che siano realizzati con materiali non soltanto sicuri per la salute degli
utenti ma il cui processo di vita non danneggi l’ambiente. La Giunta Regionale ha approvato con
Deliberazione n° 322/2005 una istruzione tecnica costituita da 3 strumenti esplicativi (“Linee Guida regionali
per l’Edilizia Sostenibile”; “Manuale dell’Edilizia Sostenibile”; “Elenco dei Materiali per l’Edilizia Sostenibile”)
per la qualità urbana e ambientale che consentirà alle amministrazioni comunali di attuare, in modo oggettivo
e omogeneo su tutto il territorio regionale, l’accesso agli incentivi economici e urbanistici previsti dall’art. 146
della stessa L.R. 1/2005.
C.3.2-L’utilizzo delle fonti alternative
Il motto del nuovo Piano di Indirizzo Energetico Regionale 2007-2010 “Consumare di meno, produrre di più”
e ciò si realizza mediante 3 azioni:
-
Più efficienza . Meno Sprechi
-
Più rinnovabili. Meno emissioni
-
Uscire dal fossile per salvare il clima
La toscana si pone 3 obiettivi “europei” da realizzare entro il 2020:
1- ridurre i consumi di energia del 20% mediante
Riduzione dell’8% dei consumi attuali attraverso le imprese, le aziende, i Comuni
-
Incentivare i Comuni a sostituire gli impianti di illuminazione (356mila punti luce che nel 2005 hanno
consumato 369GWh) con tecnologie e impianti più efficienti
-
Sostenere gli interventi di risparmio ed efficienza energetica nel settore industriale
-
Incentivare le imprese a realizzare 200 MW termici di cogenerazione a gas metano (piccole centrali
per la produzione di calore ed elettricità)
-
Indirizzare gli interventi delle aziende e delle imprese di gestione del gas metano che devono
realizzare (con il 3% del fatturato) interventi verso lo sviluppo dell’efficienza e delle fonti rinnovabili
Riduzione del 12% dei consumi energetici grazie a incentivi, da parte di Governo e Regione, per le
abitazioni e le imprese
-
La Finanziaria 2007 prevede fino al 2010 sgravi fiscali del 55% sugli investimenti per il risparmio
energetico realizzati nelle abitazioni
-
Entro il 2010 la Regione vuole installare 630mila mq di pannelli solari per produrre acqua calda: 12,6
volte in più rispetto ai 50mila mq attuali. Un contributo regionale fino a 1000 € potrà essere aggiunto
a quelli previsti dalla Finanziaria 2007
101
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
Distretto energetici abitativi: entro il 2010 saranno realizzate, con un investimento regionale di 5
milioni, oltre 20 localizzazioni (500 nuovi alloggi) ad altissima efficienza, con risparmi energetici del
40-50%.
-
Regolamento sulla qualificazione energetica degli edifici. Entro il giugno 2008: obbligatorio installare
pannelli solari sui nuovi edifici. Conterrà anche la certificazione energetica degli edifici, che registri i
risparmi realizzati contribuendo a dare valore agli immobili.
-
Il recepimento della direttiva europea 2006/32/CEE che prevede, in 9 anni, una riduzione del 9% dei
consumi
2- produrre con fonti rinnovabili il 20% dell’energia consumata (elettrica + termica)
-
arrivare al 40% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili
-
arrivare al 10% dell’energia termica da fonti rinnovabili
-
sostituire il 10% delle benzine con biocarburanti
-
Aumentare di circa 10 volte la produzione di energia mediante la realizzazione di 25 centrali eoliche
da 15-25 Mw (dagli attuali 27,8 a 300 MW). Il Lamma sta realizzando una mappa con le zone più
vocate e prive di vincoli ambientali.
-
Passare dagli attuali 3 a 150 Mw di fotovoltaico (aumentare di 50 volte). Gli edifici pubblici dovranno
essere dotati di pannelli solari per l’acqua calda come ha fatto la Regione con il Meyer e come è
previsto per i 4 nuovi ospedali delle Apuane, di Lucca, Pistoia e Prato. La Regione firmerà accordi
con ordini professionali, impiantisti, banche per favorire l’installazione del fotovoltaico su abitazioni,
industrie, grandi distribuzioni, laboratori.
-
Potenziare la geotermia passando dagli attuali 711 Mw a 911 Mw (+28%)
-
Potenziare l’idroelettrico passando dagli attuali 318 ai 418 Mw (+31%) sfruttando piccoli impianti con
procedure semplificate a livello provinciale
-
Potenziale l’uso delle biomasse passando dagli attuali 71 a 171 Mw (+240%) basandosi su impianti
termici di piccole dimensioni: da 0,8 a 1,2 Mw e su filiere corte nel rispetto dell’ambiente e del
paesaggio
3- ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera del 20% ossia di 7,20 milioni di tonnellate all’anno
2 milioni in meno per l’aumento dell’uso delle fonti rinnovabili per produzione di energia elettrica pulita; 5,2
milioni in meno per la riduzione dei consumi nell’industria, nella mobilità, nelle abitazioni
- incentivare l’uso dei mezzi pubblici (treno e tramvia) per ridurre il traffico giornaliero di automezzi e
conseguentemente lo smog (CO2, NOx, PM10)
3.C.4 Indicatori per il monitoraggio degli effetti
o
Consumi energetici
o
Consumi elettrici
o
Consumi di carburanti
o
Emissioni gas serra – emissioni di CO2 da usi energetici per sorgente
o
Produzione energetica locale: fonti rinnovabili e assimilate
102
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
3.D- Il sistema rifiuti
3.D.1-INDICATORI DI STATO
D.1.1.a- Riferimenti normativi
Si riporta di seguito la definizione di rifiuto urbano RU, e di raccolta differenziata RD (secondo il D.Lgs
152/06) :
“Sono rifiuti urbani :
a)
i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti a uso di civile abitazione;
b)
i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti a usi diversi da quelli di cui alla lettera a),
assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera g);
c)
i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d)
i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade e aree pubbliche o sulle strade e aree
private comunque soggette a uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi
d'acqua;
e)
i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali”.
La raccolta differenziata è: “la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche
omogenee”.
Queste sono le scadenze imposte dal decreto Ronchi in merito alla percentuale di raccolta differenziata:
Scadenze
Art24 D.L.22/97
Obiettivo
Periodo di riferimento
Per il calcolo dell’efficienza
Termine di presentazione delle schede di
rilevamento da parte dei Comuni ad ARRR
3/03/2005
35%
1/01/2004-31/12/2004
anno solare
01/03/2005
3/03/200X
35%
1/01/200X-1 - 31/12/200X-1
anno solare
01/03/200X
TLe scadenze imposte dal Decreto Ronchi (DLgs 22/97 e s.m.i.) per le percentuali di raccolta differenziata
Il Comune di Massarosa rientra all’interno dell’ATO 2 che raggruppa tutti i Comune della Provincia di Lucca.
Lo strumento fondamentale attraverso cui opera l’A.T.O. è il Piano Industriale per la gestione dei rifiuti urbani
(2004-2008), pubblicato nel Supplemento parte IV^ n. 143 del Bollettino Ufficiale della Regione Toscana
(B.U.R.T.) n. 38 del 21.09.2005
103
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
3.D.2- INDICATORI DI PRESSIONE
3.D.2.1-La produzione di rifiuti solidi urbani
I dati sono stati ricavati dal sito web dell’ATO 2 rifiuti.
Nella tabella seguente sono riportate le quantità di rifiuti prodotte annualmente dal 1998 al 2007,
1998 20101
% RD su RSU + RD
RSU TOT t/anno/ab
RSU TOT t/anno
RD tot t/anno/ab
RD tot. t/anno
RSU t/anno/ab
RSU t/anno
Abitanti
Anno
distinguendo tra RSU tot, RSU (rifiuti solidi urbani indifferenziati) e RD (raccolta differenziata).
9812,000 0,488 1630,100 0,081 11442,100 0,569 14,840
1999 20286 11148,240 0,550 3735,920 0,184 14884,160 0,734 26,150
2000 20426 12144,060 0,595 5066,030 0,248 17210,090 0,843 30,680
2001 20480 11185,230 0,546 4882,060 0,238 16067,300 0,785 31,650
2002 20548 11902,540 0,579 4257,112 0,207 18159,650 0,884 27,440
2003 21212 11567,470 0,545 4443,150 0,209 16010,620 0,755 29,520
2004 21618 11097,400 0,513 5201,390 0,241 16298,790 0,754 33,950
2005 21902 11010,430 0,503 4492,350 0,205 15503,280 0,708 30,830
2006 22101 10996,430 0,498 3974,040 0,180 14970,470 0,677 28,240
2007 22513 11177,440 0,496 4091,070 0,182 15268,510 0,678 28,500
23000
20000
RSU TOT t/anno
Abitanti
18000
22500
16000
22000
14000
21500
12000
abitanti
t/anno
21000
10000
20500
8000
20000
6000
19500
4000
19000
2000
0
18500
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
104
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Dalla tabella e dal grafico relativo alle quantità di RSU tot prodotti dal 1998 al 2007 si osserva che, dopo una
fase di incremento dal 1999 al 2002, negli anni successivi si è assistito a progressivo calo nonostante
l’aumento della popolazione.
0,900
RSU TOT t/anno/ab
0,800
0,700
t/anno/ab
0,600
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Dal grafico precedente risulta evidente che, dal 2002, la produzione procapite di rifiuti solidi urbani (sia
indifferenziati che differenziati) è andata diminuendo, molto probabilmente a seguito di campagne di
sensibilizzazione e di una maggiore coscienza ecologica dei cittadini. Per quanto riguarda la raccolta
differenziata si riportano i seguenti grafici relativi alla produzione annuale tot e per abitante.
RSU tot e RD tot e media annua per abitante
20000
1,0
RD tot.
RSU tot
18000
0,9
RSU per ab
16000
0,8
14000
0,7
12000
0,6
10000
0,5
8000
0,4
6000
0,3
4000
0,2
2000
0,1
0
t/anno/ab
t/anno
RD per ab
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
105
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% RD su (RSU + RD)
34,0
35,0
30,7
% RD su RSU + RD
31,7
30,8
29,5
30,0
28,5
28,2
27,4
26,2
25,0
20,0
14,8
15,0
10,0
5,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
La raccolta differenziata si attesta su valori non superiori alle 5200 t/anno, valore registrato nel 2004,
raggiungendo il 34% di percentuale rispetto al totale degli RSU. Negli ultimi anni tale percentuale risulta più
bassa, intorno al 28,5%, sicuramente inferiore a quanto previsto dal decreto Ronchi.
Per quanto riguarda la merceologia dei rifiuti differenziati si hanno i seguenti dati:
Raccolta differenziata
2007
Stracci
Batterie
Pile esauste
2006
Farmaci scaduti
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
t/anno
106
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Marzo 2009
Raccolta differenziata
2007
Legno
2006
Metallo
Sfalci, potature e legname
2005
Organico grandi utenti
2004
Organico utenze domestiche (esclusi composter
dom.)
Plastiche
2003
Vetro
2002
Carta, cartone
2001
2000
1999
1998
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
t/anno
Il Comune di Massarosa fa parte del ciclo di raccolta rifiuti del sistema Versilia, i sette Comuni conferiscono
tramite ERSU e SEA i rifiuti all’impianto di selezione e compostaggio di Pioppogatto, gli stessi vengono
selezionati e trattati, una parte di C.D.R. viene trasferita alla linee dell’impianto di termovalorizzazione di
“Falascaia” nel comune di Pietrasanta.
Il Comune di Massarosa effettua la raccolta differenziata porta a porta attualmente nel Capoluogo e nella
frazione di Stiava e attraverso due stazioni ecologiche di conferimento.
La frazione di rifiuti viene inviata a recupero attraverso consorzi di recupero plastica e vetro, mentre la carta
viene trasferita nel ciclo delle cartiere.
Il compost prodotto nell’impianto di “pioppo gatto” viene venduto per scopi industriali e agricoli.
Il Comune distribuisce ai cittadini che né fanno richiesta la compostiera e contenitori specifici per la raccolta
del vetro della plastica e degli olii alimentari.
D.2.2- I siti contaminati
I seguenti dati sono stati tratti dal sito web ARPAT/SIRA nel gennaio 2009.
Codice
SIRA
1612
LU1700-043
Autostrada A12 SALT
2138
LU1700-090
Ditta autotrasporti Franciosi
400
LU004
1987
693
LU1799-072
LU1700-003
Codice sito
Denominazione
Ex discarica comunale di
Pioppogatto
Fosso Gora di Stiava
Oleificio ex SAIS
Indirizzo
Stato sito
Loc. Viareggio
Via Sarzanese - Ponte dei
cavalli
Attestazione di non necessità della bonifica
Loc. Pioppogatto
Progetto definitivo di bonifica approvato
Via Poggio delle viti -Stiava
Via del Palazzo-Stiava
Messa in sicurezza di emergenza
Piano di caratterizzazione presentato
Attestazione di non necessità della bonifica
107
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
LU004- Pioppogatto
Comune di Massarosa
Tipo: Discarica RSU
Superficie: mq 22.500
Volume: mc 67500
Ipotesi di intervento: Messa in sicurezza
Descrizione:
La discarica di Pioppogatto è situata nel Comune di Massarosa, all’interno della bonifica settentrionale
del Lago. E’ costituita da due vasche. La prima vasca , in cui sono stati smaltiti circa 120000 mc di rifiuti,
non è provvista di impermeabilizzazione, è stata attivata nel 1976 e disattivata nel 1992. La seconda
vasca, munita di sistema di impermeabilizzazione, è stata costruita a circa 50 m dalla prima vasca, ma
non si rileva la separazione, ed è stata utilizzata dal 1992 al 199… per il deposito di rifiuti giornalieri e per
il trasferimento di una parte dei rifiuti derivanti dalla prima vasca. Da indagini effettuate su richiesta della
Procura di Lucca, nel 1993, risultava che la base della discarica fosse in contatto con la falda freatica, la
quale sembra addirittura risalire all’interno del corpo della discarica; le acque di ruscellamento, non
esistendo un sistema di raccolta, defluivano direttamente nel fosso di bonifica e quindi nel sistema
idrologico del Lago.
Sono stati presentati diversi progetti di bonifica.
3.D.3-INDICATORI DI POLITICHE AMBIENTALI
Il D.Lgs 152/06 “Testo Unico sull’Ambiente” prevede che le pubbliche amministrazioni perseguano iniziative
dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti
mediante lo sviluppo di tecnologie pulite, l’immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non
contribuire (o il meno possibile) a incrementare la quantità di rifiuti e attraverso lo sviluppo di tecniche per
l’eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti.
Nell’ATO 2, a livello di area di raccolta, il 2006 ha fatto registrare incrementi maggiori della produzione di
rifiuti urbani totali nella Piana e Media Valle (+2,7%), seguita dalla Garfagnana (+ 2%) e dalla Versilia (+1,9%)
Il Piano Regionale dei Rifiuti (1998) prevedeva una riduzione del 5-15% della produzione media pro-capite di
RU entro il 2003 e il Piano provinciale del 1999 (approvato nel 2002) fissava una percentuale di riduzione
per il 2003 tra il 3,5 e il 7,6%; tale obiettivo è ulteriormente rafforzato dal Piano Regionale di Sviluppo 20062010 (approvato il 19/07/2006) che prevede una riduzione nella produzione di RU del 15% (rispetto al 2004)
entro il 2010. I dati elaborati invece mostrano un leggero incremento della produzione pro capite di rifiuti
solidi urbani totali.
E’ da comprendere se tale maggiore produzione pro capite di rifiuti urbani sia davvero causata da un più
elevato livello dei consumi di cittadini o sia dovuta a un maggior livello di assimilazione di rifiuti non domestici
(agli urbani).
Le basse percentuali di raccolta differenziata rendono indispensabile l’attuazione di politiche di
informazione e formazione mirate, circa:
-
l’uso di materiali riciclabili in sostituzione di materiali non recuperabili anche mediante il coinvolgimento
dei soggetti economici della produzione e distribuzione dei beni
108
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
separazione efficace della frazione organica del rifiuto
-
allontanamento dal circuito dei rifiuti urbani i rifiuti delle attività produttive e commerciali
A tale scopo il Comune ha attuato il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti con l’ambizioso obiettivo di
raggiungere una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno il 50% per l’anno 2009.
3.D.4-- Indicatori per il monitoraggio degli effetti
o
Produzione di rifiuti urbani (RU totali e pro capite)
o
Percentuale raccolta differenziata
o
Autosufficienza gestionale a livello di ATO
o
Rifiuti urbani smaltiti in discarica
o
Impianti di selezione e trattamento
o
Impianti di recupero energia
o
Produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
o
Produzione di rifiuti speciali di grandi aziende o comparti produttivi
109
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3.E – Risorse naturalistiche, paesaggistiche e ambientali
E.1 - Analisi dell’uso del suolo
I dati relativi all’uso del suolo del territorio comunale sono stati dedotti dagli strati informativi del PTC (scala
1: 10.000) di Lucca, del Corine Land Cover (scala 1: 100.000) aggiornato al 2000, del quadro conoscitivo
Tav. 1 e Tav. 2 del Piano Strutturale Comunale. Per quanto riguarda la copertura forestale e le sue
componenti sono stati elaborati anche i dati dedotti dalla Carta della Vegetazione Forestale del Bacino del
Fiume Serchio, che tuttavia non comprende in toto il territorio comunale, poiché una porzione, precisamente
la zona del Fosso Prunicci (NO) che drena nel Fosso di Camaiore, non fa parte del territorio ricadente sotto
l’Autorità di Bacino del Fiume Serchio.
Analisi del Corine Land Cover 2000
Superfici
(Ha)
Categoria uso suolo (Livello 3)
Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione
38,85
Aree industriali o commerciali
77,17
Aree prev. occup.da colture agrarie, con spazi nat.
46,78
Bacini d'acqua
953,94
Boschi di conifere
367,26
Boschi di latifoglie
Boschi misti
Corsi d'acqua, canali e idrovie
Paludi interne
Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori
Seminativi in aree non irrigue
73,44
1049,88
56,52
660,83
6,53
1594,93
Sistemi colturali e particellari permanenti
338,09
Tessuto urbano discontinuo
686,96
Uliveti
923,63
Tab.1 – Uso del suolo Corine e superfici in ettari relative al Comune di Massarosa
Fig.1 - Uso del suolo Corine e superfici percentuali relative al Comune di Massarosa
110
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Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Fig. 2 - Carta dell’uso del suolo al 3 livello Corine Land Cover del Comune di Massarosa
Analisi dell’uso suolo PTC Lucca
Categoria di uso del suolo
affioramenti rocciosi, erosione superficiale
aree urbanizzate
associazioni ripariali
boschi di latifoglie
colture protette (serre-tunnels)
frutteti
impianti per arboricoltura
incolti non produttivi
invasi artificiali
laghi
oliveti
praterie di crinale
prati-pascoli
seminativi (arborei-irrigui-semplici)
siti d'escavazione
verde d'interesse territoriale
vigneti
vivai
zone umide
Superfici
(Ha)
9,75
687,96
0,57
1400,95
40,99
1,29
19,42
9,89
0,76
1087,98
740,19
0,18
16,43
2161,28
7,45
5,31
38,61
1,47
623,88
Tab. 2 – Uso del suolo PTC e superfici in ettari relative al Comune di Massarosa
111
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Fig. 3 - Uso del suolo PTC e superfici percentuali relative al Comune di Massarosa
Fig. 4 – Carta dell’uso del suolo secondo PTC del Comune di Massarosa
112
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Analisi della Carta della vegetazione forestale sperimentale del bacino del Fiume Serchio
La carta forestale del bacino pilota del fiume Serchio è una carta tematica che rappresenta la copertura
forestale al momento del rilevamento o dei successivi aggiornamenti, mediante una tipologia fisionomicocolturale essenzialmente descrittiva. Il grado di dettaglio dell'elaborato mette in condizione di conoscere con
precisione le reali estensioni dei boschi, la loro precisa ubicazione e le caratteristiche qualitative dei
soprassuoli forestali (composizione specifica, tipo di governo, densità media).
Ai sensi dell’art. 3 della L.R. 21 marzo 2000, n. 39 e succ. mod. ed integr., si definisce bosco qualsiasi area,
di estensione non inferiore a 2000 m2 e di larghezza maggiore di 20 m, misurata al piede delle piante di
confine, coperta da vegetazione arborea forestale spontanea o d’origine artificiale, in qualsiasi stadio di
sviluppo, che abbia una densità non inferiore a 500 piante per ettaro oppure tale da determinare, con la
proiezione orizzontale delle chiome, una copertura del suolo pari ad almeno il venti per cento. Costituiscono
altresì bosco: i castagneti da frutto e le sugherete; le aree già boscate nelle quali l’assenza del soprassuolo
arboreo o una sua copertura inferiore al venti per cento abbiano carattere temporaneo e siano ascrivibili a
interventi selvicolturali o d’utilizzazione oppure a danni per eventi naturali, accidentali o per incendio; le
formazioni costituite da vegetazione forestale arbustiva esercitanti una copertura del suolo pari ad almeno il
quaranta per cento.
Fig. 5 - Carta dei Tipi forestali della porzione comunale ricadente nell’Autorità di Bacino del Serchio
113
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Marzo 2009
ETICHETTA
0.0.0.0.0.0
Uso Suolo
-
-
Categorie
forestali
Tipi forestali
-
-
3.1.1.2.C.1
Leccete
3.1.1.3.C.1
3.1.1.3.CO.1
Boschi a
prevalere di
latifoglie
3.1.13.2.C.1
3.1.15.1.CF.1
3.2.6.1.F.1
Territori boscati
3.1.14.3.C.1
3.1.15.1.C.1
Boschi a
prevalere di
conifere
3.3.14.3.CF.1
Castagneti
3.3.15.1.C.1
3.3.6.1.F.1
Pinete di pino
domestico
Pinete di pino
marittimo
4.11.2.2.0.5
4.13.2.2.0.5
4.152.0.0.0.0
aree seminaturali
3.3.6.3.CF.1
Macchia
mediterrane
aa
portamento
arbustivo
cespuglieti e
arbusteti
Pascoli
arborati o
cespugliati
81-100%
6,52
Orno – lecceta con
roverella nelle zone
interne
Ceduo a regime
Ceduo in
conversione e
fustaia transitoria
81-100%
96,52
81-100%
29,01
Ceduo a regime
81-100%
0,16
Ceduo a regime
81-100%
8,94
Ceduo a regime
Ceduo a regime
Ceduo frammisto
ad alto fusto
81-100%
81-100%
0,01
71,40
81-100%
7,30
Fustaia
81-100%
102,61
Fustaia
81-100%
462,72
81-100%
28,99
81-100%
8,47
81-100%
212,75
Fustaia
81-100%
0,60
Fustaia
81-100%
117,77
Ceduo frammisto
ad alto fusto
81-100%
142,17
-
41-100%
47,29
-
41-100%
5,60
Macchie
mediterranee
-
-
-
6,33
Pineta di clima
suboceanico di pino
marittimo a Ulex
europaeus
Pineta mediterranea di
pino marittimo su
macchia acidofila
Robinieto d’impianto
3.3.15.1.CF.1
Boschi misti
di latifoglie e
conifere
Ceduo a regime
Castagneto acidofilo
Robinieti
3.3.5.4.F.1
76,52
Robinieto d’impianto
3.2.6.3.F.1
Sup.
(ha)
-
Robinieti
Pinete di pino
marittimo
Cop.%
-
Castagneti
3.1.13.5.C.1
1
Lecceta di transizione
a boschi di
caducifoglie
Ostrieto mesofilo a
Sesleria argentea
delle Apuane
Ostrieto termofilo dei
calcari marnosi ad
Asparagus acutifolius
Castagneto acidofilo
Ostrieti
Governo
Pineta planiziale
mesoigrofila di pino
domestico
Pineta di clima
suboceanico di pino
marittimo a Ulex
europaeus
Pineta mediterranea di
pino marittimo su
macchia acidofila
Ceduo frammisto
ad alto fusto
Ceduo a regime
Ceduo frammisto
ad alto fusto
Macchia bassa
mesomediterranea
-
Totale
1431,66
Tab. 3 - Copertura forestale del territorio comunale e caratteristiche fisionomico colturali del della porzione comunale
ricadente nell’Autorità di Bacino del Serchio
1
Per esigenze grafiche le voci di legenda sono state abbreviate, di seguito di riportano per intero. Ceduo a regime (semplice o matricinato, composto o
intensamente matricinato con copertura delle matricine inferiore al 70%, a sterzo)
Ceduo invecchiato (semplice o matricinato, composto o intensamente matricinato con copertura delle matricine inferiore al 70%, a sterzo , con età dei
polloni superiore a 36 anni)
Castagneto da frutto abbandonato (non vi sono segni recenti di pratiche colturali)
Soprassuolo non governato o dove non è possibile identificare una forma di governo
Ceduo frammisto ad alto fusto (mosaico di fustaie e cedui misti)
Fustaia (coetanea, disetanea, irregolare)
114
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Tav. 2 del Quadro conoscitivo del Piano Strutturale: Carta dell’ Uso del Suolo del Territorio aperto
La carta dell’uso del suolo del territorio aperto elaborata nell’ambito del Quadro conoscitivo del Piano
Strutturale è articolata così come nel campo “Legenda Uso Suolo PS” della tabella che segue. I dati relativi
all’estensione in ha sono stati calcolati in modo automatico in area GIS sui tematismi vettoriali forniti
dall’Amministrazione comunale.
LEGENDA USO SUOLO PS
Zone umide (657,65 ha)
Boschi di latifoglie
(299,57 ha)
Canneto palustre
479,48
Cannuccia e falasco
79,99
Sfagnete
3,85
Tifa
31,98
Falascheti
44,63
Macrofite acquatiche
17,72
Castagneti
22,36
Latifoglie a roverella, carpino e cerro
104,41
Latifoglie mesoigrofile e igrofile
4,66
Ostrieti
2,36
Querceti di roverella
Boschi di conifere
(627,76 ha)
Boschi di sclerofille
(47,20 ha)
Boschi misti
(141,25 ha)
Colture permanenti (1186,20
ha)
Sup. (ha)
3,65
Robinieti
146,27
Pioppete
15,86
Cipressi
1,06
Pineta di pino domestico
2,08
Pinete di pino marittimo
623,85
Presenza di abeti
0,77
Leccete
47,20
Pino marittimo e castagno
24,18
Sclerofille e conifere
34,82
Sclerofille e latifoglie
23,01
Latifoglie e conifere
59,24
Frutteti
45,57
Oliveti
912,80
Oliveti terrazzati in abbandono
119,02
Olivocoltura, coltivazioni miste
71,28
Vigneti
37,53
Seminativi
(1525,05 ha)
Orto-florocoltura
169,58
Seminativi
1355,47
Aree aperte
(420,77)
Incolti
169,19
Radure e praterie
251,58
Verde ornamentale
62,33
Lago, chiari, canali
1064,02
Territorio insediato
843,00
Zone non agricole a verde
artificiale (62,33 ha)
Corpi d’acqua
(1064,02 ha)
Tab. 4 – Uso del suolo e superfici in ha del Comune di Massarosa secondo dati PS
115
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Fig. 6 - Uso del suolo PS e superfici percentuali
Considerazioni generali
Nonostante certe incoerenze dei dati dovuti alla diversa scala di elaborazione, alla diversa tipologia di
legenda adottata, nonché alla data di realizzazione e al territorio complessivo analizzato, tutte le fonti
confermano che l’uso del suolo presenta un’articolazione piuttosto complessa e diversificata, in virtù della
particolare posizione geografica, della morfologia e dell’orografia del territorio comunale.
Tenendo conto dei dati dedotti dagli strati informativi messi a disposizione dal SIT comunale, circa il 39%
dell’intera area è destinata al settore agricolo che si distingue nettamente in colture permanenti e seminativi
comprese le serre e l’orto-floro-vivaismo. Delle prime circa il 93% è rappresentato dall’olivicoltura, che
domina incontrastata in ambito collinare, dove le sistemazioni di versante a terrazzi e a ciglioni costituiscono
un elemento di forte identità paesaggistica. Diffusi generalmente in tutti i versanti a esposizione favorevole,
gli oliveti si concentrano particolarmente nella fascia compresa fra Miglianello e la fattoria di Campo
Romano. Circa il 10% è in fase di abbandono mentre circa il 6% si presenta in coltura mista.
A testimonianza dell’antica origine della coltivazione dell’olivo, si ricorda, in località Pian del Quercione,
l”ulivo dei trenta zoccoli” inserito tra gli alberi monumentali d’Italia.
Ridotta la superficie destinata a vigneto e a frutteto, coltura quest’ultima più diffusa nella zona della bonifica,
dove prevalgono le aree destinate a seminativo. La coltivazione predominante è quella del mais, talora
integrata da soia e girasole e da qualche coltivazione orticola estensiva. Negli ultimi decenni si è assistito al
progressivo affermarsi dell’agricoltura intensiva con conseguente perdita della diversificazione colturale e
paesaggistica. In effetti, per consentire la meccanizzazione delle operazioni colturali, sono aumentate le
anche le dimensioni degli appezzamenti. Sempre in ambito planiziale, sono diffuse le colture protette, che in
diversi casi, versano in condizioni di totale abbandono e incuria. Si ricorda inoltre la presenza di prati
destinati al pascolo, che seppur ridotto, è ancora presente nell’area di bonifica. Laddove cessano le attività
agro-pastorali o dove le condizioni edafiche sono sfavorevoli, prevalgono gli incolti che spesso si
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caratterizzano come prati umidi o fragmiteti (canneti a Phragmites australis) moderatamente igrofili in
pianura, e come felceti e roveti nel settore collinare.
Sia nella fascia collinare che in quella planiziale accanto al paesaggio agricolo e urbano è forte la presenza
di elementi di evidente naturalità. Da un lato il complesso del Lago e del Padule di Massaciuccoli
caratterizzato dal vasto specchio d’acqua e dalle cinture esterne in cui dominano le formazioni a grandi
elofite come i canneti a Phragmites australis e i falascheti a Cladium mariscus intervallati dai chiari di caccia
e dai canali, dall’altro il sistema, talvolta frammentato e disgiunto, dei boschi collinari.
Circa il 16% dell’area comunale è caratterizzata da copertura forestale. Secondo quanto riportato dall’uso
del suolo del PS e dalla Carta della vegetazione forestale del bacino del Serchio, prevalgono le pinete a pino
marittimo (Pinus pinaster), specie spesso consociata anche alle latifoglie e presente nei castagneti cedui.
Decisamente inferiore la copertura da imputare ai boschi di latifoglie a prevalenza di specie quercine e ai
boschi di sclerofille di transizione presenti alle esposizioni meridionali e su pendii piuttosto acclivi
caratterizzati da litotipi di natura carbonatica. Tra le tipologie forestali una certa attenzione deve essere
rivolta ai robinieti, che tra i boschi decidui risultano i più estesi. Robinia pseudoacacia, specie alloctona
nordamericana, presenta - per la notevole rusticità e per la facilità di diffusione gamica e agamica – una
spiccata invasività. La presenza di castagneti nelle aree più elevate e alle esposizioni settentrionali potrebbe
essere interpretata come residuo di boschi in passato più diffusi e oggi ridotti per le mutate condizioni socioeconomiche.
Le aree urbanizzate formano una fascia pressoché continua nell’area pedecollinare e si insinuano più
internamente laddove i rilievi arretrano verso nord per la presenza di ampi fondovalle che sfumano nelle
aree planiziali di bonifica. Si crea così un’interruzione tra il sistema agricolo e naturale della collina e quello
della pianura, già sottolineato dall’asse autostradale A11-12. Più sparsi e integrati i centri abitati collinari che
fanno capo ad antichi presidi del territorio.
Il sistema urbanizzato che si sviluppa da Piano di Mommio a Massarosa si protende anche verso Viareggio
localizzandosi preferenzialmente nell’area di Montramito dove parallelamente alla gora di Stiava si concentra
un’area industriale – artigianale in progressiva espansione. Nella zona, a ridosso del confine comunale con
Viareggio, si localizzano anche ex-cave di sabbia in parte occupate da specchi d’acqua artificiali derivanti
dalle passate attività di scavo, in parte destinate a impianti di frantumazione inerti. Si sottolinea che l’area di
San Rocchino, il vicino impianto di compostaggio e la ex discarica di Pioppo Gatto costituiscono un elemento
di forte fragilità poiché in diretta connessione con il biotopo lacustre.
E.2 - Aspetti floristici e vegetazionali
Per una più agevole descrizione dell’assetto floristico-vegetazionale del comune è opportuno distinguere
l’area planiziale e lacustre da quella collinare, dove le diverse condizioni morfologiche ed edafiche si
esprimono rispettivamente con comunità azonali nella prima e con tipologie zonali nella seconda.
Area planiziale e lacustre
L’area planiziale del comune, come già sottolineato, è caratterizzata dal sistema lacustre e palustre del
Massaciuccoli, circondato da ampie zone di bonifica in gran parte destinate all’agricoltura. Una fitta trama di
canali e scoline secondarie è idraulicamente connessa con il lago.
117
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
Poiché il lago e le aree palustri circostanti sono ricomprese all’interno del SIR-pSIC-ZPS “Lago e Palude di
Massaciuccoli”, per una descrizione più dettagliata si rimanda al Quadro Conoscitivo della Relazione di
incidenza alla Variante del Piano Strutturale di Massarosa.
Dal punto di vista vegetazionale si possono essenzialmente distinguere 2 aspetti: le comunità di idrofite che
popolano lo specchio d’acqua (compresi i chiari realizzati a scopo venatorio o conservazionistico) e i canali,
le comunità elofitiche legate alle cinture esterne del lago che assumono carattere palustre.
Alle prime si riferiscono cenosi di rizofite e/o pleustofite natanti e flottanti che si distribuiscono al margine del
cratere lacustre o in alcuni specchi secondari, ma anche lungo alcuni canali della bonifica. Purtroppo a
causa dell’eutrofizzazione e di altre criticità (specie esotiche, salinizzazione ecc.), l’estensione e la diversità
di queste tipologie vegetazionali, hanno subito un rapido decremento e molte specie di interesse
conservazionistico non sono state raccertate o si sono rarefatte.
Le cinture esterne sono colonizzate da estese comunità elofitiche di cui Phragmites australis e Cladium
mariscus sono le specie più rappresentative. Possono formare comunità a se stanti o popolamenti misti. Dal
punto di vista della diversità vegetale, i cladieti o falascheti risultano di maggior interesse conservazionistico
e, nonostante la competitività di Phragmites australis, sono ancora ben rappresentati. Si tratta di aspetti di
impronta atlantica o centroeuropea che in Italia sono ridotti e piuttosto localizzati. Anche la normativa
comunitaria e regionale sulla biodiversità (Dir. 92/43 CEE; L.R. 56/00) ne riconosce il pregio e li elegge ad
habitat di interesse. La florula è assai diversificata e ospita elementi di pregio conservazionistico.
Il canneto palustre o fragmiteto presenta una composizione meno eterogenea, Phragmites australis tende
infatti a soppiantare altre specie più esigenti. Inoltre le pratiche, seppur abusive, dell’incendio a scopo
venatorio, ne aumentano la diffusione e deprimono le altre specie. Il canneto si protende anche lungo i
canali che solcano le aree agricole e tende a invadere le zone abbandonate più depresse che non si
interfacciano direttamente con lo specchio palustre, garantendo così una certa connettività laddove il
territorio è stato profondamente modificato.
Anche se meno estesi, in prossimità dello specchio d’acqua si stanno espandendo comunità a Typha
angustifolia, particolarmente estesi nel settore meridionale del lago.
Infine, anche se l’estensione si è ridotta progressivamente e la localizzazione è variata nel tempo, persistono
comunità caratterizzate da muschi del genere Sphagnum, che ospitano specie rare e di particolare interesse
biogeografico e conservazionistico. Localmente sono conosciuti come aggallati, proprio perché si insediano
su materiale organico galleggiante e spesso sono invasi dalla stessa Phragmites. Si tratta di comunità
microterme di significato relittuale, sopravvissute ai cambiamenti climatici grazie a particolari condizioni
stazionali e all’effetto tampone che le zone umide hanno sul clima. Qui sopravvivono specie rare e
vulnerabili di grande significato fitogeografico.
Nelle aree dove si assiste a un progressivo interramento compaiono fanerofite igrofile come Alnus glutinosa,
specie propria di boschi palustri planiziali.
L’area di bonifica, come ricordato, è prevalentemente vocata all’agricoltura. La distesa dei seminativi è
spesso interrotta da boschetti di Eucalyptus sp.pl., genere di alberi di origine australiana e quindi senza
interesse naturalistico, perché di origine esclusivamente artificiale. Ridotte le alberate a prevalenza di
Populus alba, che meriterebbero di essere salvaguardate.
118
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Area collinare
E’ in corrispondenza della parte collinare che, in mosaico o nella fascia altitudinale soprastante agli oliveti, si
concentra la copertura forestale del territorio comunale. Come già evidenziato, i boschi più diffusi sono le
pinete a Pinus pinaster, in cui il sottobosco si caratterizza per le particolari condizioni stazionali. Si distingue
infatti una pineta di clima suboceanico dove il sottobosco è dominato dal ginestrone (Ulex europaeus), a cui
si affiancano le eriche (Erica arborea, E. scoparia) e corbezzolo (Arbutus unedo), che invece prevalgono
negli aspetti più mediterranei dove il pino sovrasta una fitta e intricata macchia acidofila.
Le pinete potrebbero costituire un aspetto di sostituzione di originari boschi di latifoglie o sclerofille xerofili,
che sopravvivono limitatamente nel territorio comunale, ma che più si avvicinano alla vegetazione potenziale
dei luoghi. La diffusione del pino e degli arbusti pirofiti è favorita dagli incendi, in conseguenza ai quali si
possono rinnovare in massa, l’uno da seme e gli altri da ceppaia.
Tra le specie arboree, subordinati al pino si possono ritrovare cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus
pubescens), orniello (Fraxinus ornus), leccio (Quercus ilex) e castagno (Castanea sativa).
In aree di modeste dimensioni si può riscontrare la presenza di pinete a pino domestico (Pinus pinea) come
presso le località di Fontanelle e Colletto. In alcune aree compaiono anche abeti, ma il loro ruolo è
marginale, sia per l’eventuale interesse forestale che paesaggistico. Si ricorda inoltre la presenza di cipressi
(Cupressus sempervirens) sparsi nel territorio, generalmente lungo le vecchie vie di comunicazione.
I boschi di roverella dominante e i boschi misti di quest’ultima specie con cerro (Quercus cerris) e carpino
nero (Ostrya carpinifolia) hanno una distribuzione frammentaria e un’estensione piuttosto modesta. Tra le
altre latifoglie si ricordano l’acero campestre (Acer campestre), i sorbi (Sorbus domestica, S. torminalis). Il
sottobosco è ricco di specie fra cui il biancospino (Crataegus monogyna), le eriche (Erica arborea, E.
scoparia), le ginestre (Genista tinctoria, Cytisus scoparius), la coronilla (Coronilla hemerus). Qua e là si
ritrova il pungitopo (Ruscus aculeatus) che può formare anche estesi popolamenti.
Talvolta può prevalere il carpino, per formare dei consorzi di limitata estensione a carattere termofilo.
Nel complesso boschi di latifoglie costituiscono un elemento di interesse conservazionistico: la loro
importanza è da mettere in relazione al fatto che sono rappresentativi degli antichi boschi naturali presenti
originariamente in aree più vaste.
Nell’ambito dei boschi decidui, persistono lembi ridotti di castagneto. Si tratta di cedui che occupano i
versanti settentrionali e le quote maggiori. L’area di maggior concentrazione è quella di Gualdo, in
corrispondenza del Monte Ghilardona. Il tipo di riferimento (castagneto acidofilo) è contraddistinto da un
sottobosco di impronta acidofila subatlantica con Calluna vulgaris, Teucrium scorodonia, Pteridium
aquilinum, Avenella flexuosa. Diffuse specie arbustive come Erica arborea e alberelli di agrifoglio (Ilex
aquifolium). I versanti che occupano presentano tracce di sistemazioni agricole a testimoniare la passata
presenza di castagneti da frutto, oggi del tutto scomparsi.
Le leccete, che, per la partecipazione di orniello e roverella, si manifestano spesso in aspetti di
transizione verso il bosco decidue termoxerofilo, si distribuiscono nel settore orientale e sud-orientale del
comune, sopra l’abitato di Massaciuccoli, presso Compignano, in corrispondenza del Monte Pelara e lungo
le propaggini meridionali dei monti di Chiatri. Quando il soprassuolo è maturo il numero delle specie che
partecipano al sottobosco è piuttosto limitato ma dove l’insolazione è maggiore, compaiono la lentaggine
(Viburnus tinus), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), la strappabrache (Smilax
aspera), la fillirea (Phyllirea angustifolia), la robbia (Rubia peregrina), la coronilla (Coronilla emerus), il
119
Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
trifoglino irsuto (Dorycnium hirsutum) ecc. e nei casi di maggior degrado verso la macchia mediterranea, si
ritrovano il lentisco (Pistacia lentiscus), il terebinto (P. terebinthus), l’euforbia cespugliosa (Euphorbia
characias), il legno puzzo (Rhamnus alaternus).
Le varie facies della lecceta insieme ai querceti misti costituiscono l’aspetto più prossimo alla vegetazione
forestale potenziale della zona e per questo meritano particolare attenzione, specifiche misure di gestione e
salvaguardia.
Lungo gli impluvi, nelle vallecole e lungo i versanti più freschi si insediano boschi di neoformazione a Robinia
pseudoacacia, specie nordamericana che si diffonde spontaneamente con caratteri di vera e propria
invasività. Spesso sostituisce le formazioni ripariali lungo i torrenti, si insinua nei boschi recentemente
diradati o nei terreni abbandonati dall’agricoltura. I robinieti hanno un sottobosco ricco di specie nitrofile
come rovi (Rubus sp.pl.) e sambuco nero (Sambucus nigra). E’ possibile la presenza di matricine di
castagno e di querce che testimoniano la composizione del bosco precedente.
Le cenosi ripariali sono piuttosto ridotte e si rinvengono tracce lungo alcuni corsi d’acqua dei versanti
settentrionali, nei quali le specie più rappresentative sono l’ontano nero (Alnus glutinosa) e il pioppo
(Populus alba).
Questi consorzi, rappresentano un elemento di fragilità, non tanto dal punto di vista selvicolturale, quanto
perché alterano il carattere paesaggistico dei luoghi e le caratteristiche della biodiversità locale.
Dai
ripetuti
incendi
che
hanno
interessato
la
compagine
boschiva
derivano
macchie
basse
mesomediterranee caratterizzate da specie già presenti nel sottobosco della pineta e in misura minore della
lecceta. Le specie frequenti sono Erica arborea, E. scoparia, Arbutus unedo, Ulex europaeus e Spartium
junceum.
Alcune di queste specie colonizzano anche gli ex-oliveti, mentre in quelli di più recente abbandono si registra
un’ingressione di rovo e felce aquilina (Pteridium aquilinum) e nelle zone moderatamente più umide di
Arundo donax.
120
Relazione sullo stato dell’ambiente
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E.3 - Gli alberi monumentali del territorio comunale
La Regione Toscana con la L.R. 60/98 promuove la tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali.
Ai sensi dell’art. 2 sono considerati alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico:
a. gli alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali che per età dimensioni
possono essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità;
b. gli alberi che hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di
vista storico o culturale o a tradizioni locali.
Tra gli individui citati nell’elenco regionale degli alberi monumentali istituito ai sensi dell’art. 3 della stessa
legge, è presente l’olivo dei “ Trenta zoccoli” (Olea europea L.) localizzato a Pian del Quercione, nel
comune di Massarosa.
Nella Relazione Tecnica del Piano Strutturale vigente accanto all’olivo è stata acnhe segnalata la presenza
di altri interessanti individui.
Di seguito si riportano per ciascuno sintetiche informazioni:
OLIVO DEI TRENTA ZOCCOLI - (Olea europaea L.)
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE
MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO
INTERVENTI E MISURE PROPOSTE
OSSERVAZIONI
Piano del Quercione
Altezza: 8 m; Circonferenza: 11 m; Data di Impianto: non segnalata. Età:
è stata stimata 1700 -2000anni
discrete
nessuna
costante monitoraggio al fine di combattere
si tratta di uno degli alberi più vecchi d’Italia
PALMA DELLE CANARIE - (Phoenix canariensis Chabaud)
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE
MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO
INTERVENTI E MISURE PROPOSTE
OSSERVAZIONI
Parco Villa Ginori - Loc. La Piaggetta
Altezza: 10 m (media); Circonferenza: 1 m (media); numero di esemplari:
numerosi; Data di Impianto: fine ‘800
buone
nessuno
ripulitura delle foglie disseccate da eseguire con le dovute cautele
onde evitare il danneggiamento di eventuali nidi di ardeidi o strigiformi
si tratta del complesso di palme più spettacolare della Toscana
settentrionale
LECCIO - (Quercus ilex L.)
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE
MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO
INTERVENTI E MISURE PROPOSTE
OSSERVAZIONI
Montigiano, loc. al Termine
Altezza: 13m - Circonferenza: 3,4 m; Numero di esemplari: 1; data di
Impianto: non segnalata
abbastanza buone
nessuno
costante monitoraggio al fine di combattere sul nascere eventuali
patologie
questo individuo, insieme a quello di Montemagno nel Comune di
Camaiore, rappresentano gli esemplari più grandi finora noti per le colline
versiliesi
121
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
ROVERELLA - (Quercus pubescens Willd.)
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE
MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO
INTERVENTI E MISURE PROPOSTE
OSSERVAZIONI
Via/Località: S.S. 439 al bordo di un tornante
Altezza: 18 m; Circonferenza: 1,30 m; Numero di esemplari: 1; Data di
Impianto: non segnalata. età stimata 100-120 anni
buone
Nessuno. Essendo posizionata su una strada è necessario prestare
attenzione ad eventuali lavori di manutenzione o di servizio che
coinvolgano scavi in profondità
nessuno
nessuna
CIPRESSO CALVO - (Taxodium distichum (L.) Richard)
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
CONDIZIONI VEGETATIVE E SANITARIE
MINACCE ED ELEMENTI DI DISTURBO
INTERVENTI E MISURE PROPOSTE
OSSERVAZIONI
Via/Località: Strada Comunale Ginori ed omonima villa. Loc. La Piaggetta
Altezza: 15 ml (media); Circonferenza: 1,20 m (media) Numero di
esemplari: diversi; Data di Impianto: fine ‘800.
abbastanza buone
nessuno
ripulitura dal secco
lungo la strada esisteva un altro individuo distrutto da un fulmine alcuni
anni fa
E.4 – Le cavità ipogee
Nel territorio comunale sono presenti alcune cavità ipogee, di cui si ricordano le grotte delle Fate di Ritomboli
a Mommio, dove sono stati ritrovati importanti reperti preistorici.
122
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
E.5 - Il paesaggio
Nella Relazione Tecnica al Piano Strutturale Vigente, alla quale si rimanda per una conoscenza più
dettagliata, è stata fatta un’analisi del paesaggio comunale sia esaminandone le modalità percettive sia
attraverso l’individuazione ed analisi iconologica di aree di paesaggio omogenee e di elementi paesaggistici
peculiari. All'interno del territorio comunale si riconoscono alcune grandi regioni formali: la pianura, il lago e
la collina che nell’insieme concorrono alla plurale identità paesaggistica di Massarosa. In ciascun aspetto si
individuano ulteriori articolazioni: la pianura si mostra ordinata da varie trame, idrauliche, stradali e poderali;
l'area lacustre si distingue nel vero e proprio lago e nell'insieme dei canali maggiori di deflusso delle acque; il
fronte collinare si rivela discontinuo per la presenza di conche vallive, mentre il manto arboreo rivela la
presenza di boschi nei versanti più interni. Le infrastrutture operano anch’esse delle importanti partizioni: la
pianura tripartita dalla strada provinciale di Montramito (e dall'area industriale da essa innervata) e dalla
ferrovia Lucca - Viareggio (coincidente in buona parte con il limite settentrionale del parco di Migliarino San
Rossore Massaciuccoli); la strada statale pedecollinare Sarzanese-Valdera, che di fronte alla conca di
Stiava segna una cesura nella pianura, definendo così una zona planiziaria interna ed una esterna. Anche la
stessa area lacustre si suddivide in una settentrionale, sorta artificialmente per allagamento di cave,
elemento che va a inserirsi nel già articolato sistema delle acque.
Nel territorio comunale sono state classificate nove categorie omogenee di paesaggi peculiari:
1.
Il sistema delle acque
2.
La pianura
3.
La collina rimodellata
4.
I boschi
5.
La collina urbanizzata
6.
La Sarzanese-Valderana
7.
L'Autostrada
8.
L'area industriale di Montramito
9.
Le serre
Ne deriva un assetto ibrido del paesaggio contemporaneo del quale i principali aspetti di degrado
paesaggistico si individuano nella presenza dell’asse autostradale, nell’urbanizzazione collinare, nell'area
industriale di Montramito, in molti segmenti della Sarzanese-Valdera, nella dispersione episodica delle serre.
In corrispondenza delle aree di pregio paesistico, è necessario potenziare le qualità preservandole
attraverso la tutela attiva, e le situazioni di qualità potenziale, da attuare attraverso una trasformazione
indirizzata.
123
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
E.6 - Vincoli di tutela presenti sul territorio
E.6.1 - Gli usi civici
Con l’istruttoria demaniale sull’intero territorio storico del Comune di Massarosa del 30 settembre 1995 a
cura dell’Arch Michele Fusillo, incaricato con Del G.R. n° 8470 del 05-09-1994 (Regione Toscana- D.pto
Agricoltura e Foreste - Ufficio Uso Civici e Demani Collettivi) è stata condotta una indagine storico giuridica
relativa all’esistenza di diritti di demani civici di cui alla Legge 1766/27.
L’analisi, particolarmente complessa e articolata, porta alla conclusione che il Comune di Massarosa,
secondo quanto emerge dal catasto, non è interessato di beni di uso civico ed è titolare di beni che, per
la maggior parte, sono da ricondurre a frazioni residue di aree fabbricabili, a zone di rispetto e a sporadici
terreni agricoli che risultano ancora concessi a livello.
Questo perchè, a seguito delle bonifiche effettuate ai sensi di varie leggi e decreti, i diritti che le popolazioni
detenevano su queste terre sono stati prima sospesi e poi definitivamente aboliti con il taglio dei boschi e la
riduzione a coltura delle stesse terre, con la formazione delle “chiuse” che, dapprima assegnate a livello e
poi definitivamente alienate, consentorono la definitiva privatizzazione dei beni.
In altri termini le terre bonificate e definitivamente trasformate in terre agricole e successivamente
urbanizzate, sono da ritenersi allodio, proprietà privata, per cui non essendo intervenuta alcuna
dichiarazione di usi civici su terre private nel Comune di Massarosa, ai sensi dell’art. 3 della L. 1766/27, gli
usi derivati da titolo, a eccezione di quello di pesca, risultano estinti.
Solo il diritto di pesca, anch’esso derivante da titolo e per sua natura non influenzato dalle bonifiche,
risulta essere ancora praticabile su alcuni corsi d’acqua presenti sul territorio in esame. Le prime tracce
di questo diritto sono a favore della Comunità di Massaciuccoli e risalgono al 1428, quando, vigendo un
regime di compartecipazione alla proprietà del Lago di Massaciuccoli, venne diviso in 48 parti e 2/48 di esso
vennero intestati al Comune di Massaciuccoli, che qui esercitava diritto di pesca. Tale demanio fu
successivamente alienato alle varie famiglie lucchesi che si aggiudicarono poi l’intera proprietà del Lago. Dal
momento che, ai sensi dell’art. 10 del RD 332/28 l’uso di pesca non è soggetto a divisione, esso viene
riconosciuto alla Comunità di Massaciuccoli che risiede in quella parte di territorio individuato al N.C.T. del
Comune di Massarosa nei fogli di mappa n° 58, 59, 63, 64, 65, 66.
Anche l’antica comunità di Massarosa possedeva il diritto di pesca nel Lago di Massaciuccoli ottenuto nel
1486 dal Capitolo di S Martino. Nell’atto il Capitolo di S. Martino trasferiva a favore di Ser Bartolomeo,
sindaco e rappresentante del Comune di Massarosa, “tutti i diritti, le azioni, le ragioni, le facoltà, le comodità
e le utilità...sulle marine (il terreno posto tra il lido del mare e il padule di natura boscosa), sulle pasture
agresti (i pascoli nei campi), silvestri (nelle foreste), gli aldii (i terreni coltivati dai semiliberi), le acque (i corpi
d’acqua presenti nel territorio)”.
Tra le “acque” intestate ai Canonici per esercitarvi il diritto di pesca, vi era anche la Piscaria di Colubraria nel
Lago di Massaciuccoli (che compare anche nei riconoscimenti imperiali di Erico VI del 1196 e di Federico I
del 1178), sito in quella zona compresa tra la foce della Fossa Malfante e la Fossa delle Venti.
Il diritto di pesca quindi, in conclusione all’indagine, si estende, oltre che al suddetto Cesto di Colubraia,
anche su tutti i corsi d’acqua, tra quelli oggi esistenti e laddove risulta praticabile l’esercizio della pesca,
presenti nella ex Sezione I del Vecchio Catasto, tra cui:
1- Fosso il Portovecchio;
2- Fosso il Pantaneto;
124
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
3- Fosso La Burlamacca (in parte);
4- Fosso la Pieve (in parte);
5- Fosso detto il Fossina (in parte);
6- Fosso detto l’Argine di Prete Piero;
7- Fossa delle Venti (in parte);
8- Fossa Mansi (in parte);
9- Rio di Porto-Vecchio;
10- Rio Nuovo;
11- Rio dell’Acqua Chiara;
12- Rio della Polla del Morto;
13- Rio degli Sterpeti;
14- Rio di Ficaglia;
15- Rio di Vallacava
I diritti dipesca sui beni suddetti risultano qundi da attribuire a tutta la popolazione residente nella ex sezione
I di Massarosa che oggi al N.C.T. corrisponde ai fogli n° 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43. I diritti di
pesca nel lago a favore della Comunità di Massaciuccoli e di Massarosa, nonchè quelli su altri corsi d’acqua
presenti nella sezione di Massarosa, ai sensi dell’art. 10 del R.D. 332/1928, avrebbero dovuto esercitarsi in
base a uno specifico regolamento.
Per quanto concerne i diritti di uso derivanti da consuetudine come quelli di falascare e di raccogliere erbe
nei paduli di Bozzano che oggi sono passati a proprietà privata, non essendo stata presentata denuncia di
usi civici sulle terre private entro i termini previsti dall’at. 3 della L. 1766/27, tali terreni risultano immuni da
usi civici.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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E.6.2 - Aree naturali protette
Parco Regionale Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli
Istituzione: L.R. n° 61 del 13/12/1979
Ente di gestione:
Ente Parco Regionale (istituto con L.R. n° 24 del 16/03/1994)
Estensione: 15.791 ha
Fig. 1 – Parco Regionale Migliarino-S. Rossore Massaciuccoli
Il piano del parco regionale, quale strumento di tutela dei valori naturali ed ambientali fa riferimento ai
contenuti di cui al comma 1 e 2 dell'art. 12 della L.394 del 6/12/1994.
Il piano ha efficacia di dichiarazione di pubblico generale interesse, di urgenza e indifferibilità per gli
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
interventi in esso previsti.
Il Piano del Parco di Migliarino S. Rossore Massaciuccoli è stato approvato con Deliberazione del consiglio
Regionale n° 515 del 12- 12-1989 (“Approvazione del piano territoriale del parco naturale di Migliarino S.
Rossore Massaciuccoli) e modificato con Deliberazione del Consiglio Regionale n° 223 del 10-09-1991
(“Modifiche urgenti al Piano Territoriale del parco naturale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli in attuazione
della L.R. 42/1991. Controdeduzioni).
Con L.R. n° 24 del 16-03-1994 si è provveduto alla soppressione del Consorzio e alla istituzione dell’Ente
Parco.
Il Piano si compone di 3 elaborati:
-
relazione
-
norme tecniche di attuazione
-
cartografia in scala 1: 10.000 (17 tavole)
Questo strumento di pianificazione ha l’efficacia di piano urbanistico territoriale con specifica considerazione
dei valori paesistici e ambientali di cui alla L. 431/85 art. 1 bis e s.m.i. e costituisce atto di QRCT sull’uso
della fascia costiera interessata dal parco. Inoltre l’efficacia è uguale in tutta l’area del parco, limitatamente
alle discipline paesaggistiche, urbanistiche ed edilizie per garantire l’unitarietà paesaggistica e urbanistica
territoriale all’interno degli ambiti delle Tenute/Fattorie/Comparti in cui lo stesso territorio è suddiviso. Questi
sono:
-
Tenuta di Tombolo
-
Tenta di Coltano e Castagnolo
-
Tenuta di S. Rossore
-
Tenuta di Migliarino
-
Lago e Padule di Massaciuccoli
-
Padule Meridionale di Massaciuccoli (Fattoria di Vecchiano)
-
Tenuta Borbone e Macchia Lucchese
Il Comune di Massarosa rientra nella Tenuta del Lago e Padule Settentrionale.
All’art. 13, c. 6 della L.R. 24/94 si precisa che le disposizioni del Piano, nelle aree contigue al Parco,
limitatamente alle materie paesaggistiche, urbanistiche ed edilizie, si sostituiscono alle disposizioni difformi
contenute negli strumenti urbanistici comunali. Per quanto riguarda le altre materie, per le aree contigue si fa
riferimento all’art. 25 della L.R. 49/95 che, recependo quanto dettato dall’art. 32 della L. 394/91, affida alla
Provincia, previa accordi con gli organismi di gestione dell’area protetta, il compito di definire piani e
programmi e le eventuali misure di disciplina della caccia, della pesca, delle attività estrattive e per la tutela
dell'ambiente, ove occorra intervenire per assicurare la conservazione dei valori delle aree stesse
All’art. 6 si precisa che
Per le zone costituenti riferimento ambientale per l’assetto del Parco il piano territoriale si attua attraverso
piani di gestione e regolamenti d’uso tesi all’esecuzione di specifici progetti o piani di settore finalizzati al
mantenimento dell’esistente, al ripristino di morfologie preesistenti dei luoghi e alla costruzione di elementi di
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Relazione sullo stato dell’ambiente
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Marzo 2009
connessione tra le varie connotazioni naturalistiche del territorio; piani di gestione e regolamenti definiscono
anche le funzioni ricreative e produttive compatibili con il mantenimento, il restauro e il ripristino dell’assetto
paesaggistico e lo disciplinano nel tempo. (…)
La realizzazione del Parco consiste nel pervenire, mediante l’insieme degli interventi operativi, al
risanamento, al ripristino dell’ambiente alterato e anche alla costruzione di elementi di connessione tra le
varie connotazioni naturalistiche del suo territorio; in base a questa logica gli interventi sui riferimenti
strutturali, ambientali, infrastrutturali, esistenti o di progetto, devono adeguarsi al rispetto della particolare
natura dei luoghi. I piani di gestione del parco e i regolamenti d’uso, in riferimento anche ai progetti generali
di settore o di intervento specifico, di iniziativa pubblica o privata, individuano tempi, modalità e mezzi
necessari all’attuazione di previsioni e prescrizioni riguardanti le particolari localizzazioni e le distinte
situazioni ambientali.
All’interno parco regionale, in Comune di Massarosa inoltre, ricadono le Riserve Naturali di Punta Grande,
del Chiarone e del Chiuso del Lago.
Le finalità e le attività previste e consentite all’interno delle Riserve Naturali di Punta Grande e del Chiarone
sono definite all’art. 10 delle Norme di Attuazione del Piano di Gestione della Tenuta “Padule Settentrionale
e Lago di Massaciuccoli “
In particolare:
Le riserve naturali sono gestite in stretto rapporto con l’Ente Parco.
Scopo delle riserve naturali è la manutenzione, difesa e ricostruzione degli habitat naturali.
L’uso per le altre finalità di tale riserve, o di parte di esse è subordinato alle finalità di protezione,
valorizzazione e potenziamento dell’ambiente naturale e storico paesaggistico.
L’Ente Parco tutela le Riserve Naturali, prevenendo le cause che possono alterare gli equilibri presenti.
Nelle Riserve Naturali sono ammessi i seguenti interventi:
1) Miglioramento e tutela del patrimonio naturale esistente e ricostruzione degli habitat scomparsi;
2) Opere ed interventi necessari allo svolgimento della educazione naturalistica;
3) Opere necessarie allo svolgimento delle attività scientifiche.
Art. 10.1 - Riserva naturale di “Punta Grande”
La riserva comprende la parte centrale del Padule di Massaciuccoli.
E’ un ambiente palustre di grande importanza per la presenza di numerose emergenze floristiche e
ornitologiche per le quali bisogna adottare efficaci misure di protezione.
Interventi previsti:
-
Taglio della vegetazione palustre e della cannuccia per il mantenimento della diversità faunistica da
attuarsi a rotazione nel rispetto dei periodi di nidificazione dell’avifauna
ed eliminazione del
materiale sfalciato;
-
Realizzazione di camminamenti ed osservatori nella parte meridionale;
-
Realizzazione di torre di avvistamento e antincendio a sud della riserva.
-
Realizzazione di enclosures per la biomanipolazione:
-
Installazione di una centralina di rilevamento della qualità delle acque.
128
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
Chiusura dei canali Centralino, Punta Grande e Fosso Morto.
-
Per gli interventi sulla vegetazione si darà avvio ad un piano di tagli che tenga della specificità
floristica e vegetazionale (da praticare a rotazione ogni 4 anni).
Art. 10.2 - Riserva naturale del “Chiarone”
La riserva è situata nella parte sud-orientale della tenuta e presenta un’alternanza tra zone a vegetazione
palustre e specchi d’acqua. La gestione della riserva è attualmente affidata alla LIPU attraverso apposita
convenzione.
Questa varietà di ambienti favorisce la ricchezza delle presenze faunistiche.
Interventi previsti:
-
-
Centro anatidi, con funzione prevalentemente didattica e riproduttiva
-
Realizzazione e mantenimento di osservatorio e camminamenti
Sfalcio a rotazione della vegetazione in relazione al mantenimento degli ecosistemi a sfagno.
Le finalità e le attività previste e consentite all’interno della Riserva Naturale orientata Chiuso del Lago
(RN6) sono definite all’art. 14 delle Norme di Attuazione del Piano di Gestione della “Tenuta di Migliarino e
Fattoria di Vecchiano“
Nelle aree di riserva orientata gli ecosistemi, di rilevante importanza scientifica e naturalistica, contengono
elementi estranei alla naturalità dei luoghi e sono previsti interventi adeguati volti al raggiungimento delle
caratteristiche originarie degli ecosistemi. La fruizione è ammessa e comunque disciplinata nel tempo e nella
quantità. Sono ammesse strutture semplici e in materiali lignei, anche permanenti, a basso impatto visivo per
le osservazioni delle comunità viventi e la raccolta dei dati scientifici.
Nelle riserve naturali orientate di Bocca di Serchio, Bufalina e Chiuso del Lago deve essere mantenuta e
regolamentata la tradizionale fruizione sociale.
Nella riserva naturale orientata del Chiuso del Lago, per la parte appartenente al Demanio Civico delle
popolazioni di Vecchiano, Nodica, Avane e Filettole, restano salvi i diritti reali delle collettività locali, che
sono esercitati secondo il Regolamento d’Uso del Parco, che dovrà tener conto delle consuetudini locali.
L’edificio denominato “Casina dei Cacciatori” posto allo sbocca della fossa Magna, potrà avere nuove
destinazioni collegate alle iniziative del Parco (osservatorio, foresteria, ristoro) nell’ambito degli interventi
per la realizzazione di strutture dell’Ente in connessione con la fruibilità della riserva stessa e del percorso
navigabile della fossa Magna.
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Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
E.6.3 - La Rete Natura 2000
Fig. 2 – La rete Natura 2000. Il SIIR-pSIC-ZPS “Lago di Massaciuccoli”
Codice Natura 2000: IT512
Tipologia: SIR- pSIC-ZPS
Denominazione: “Lago e Padule di Massaciuccoli”
Atti legislativi di riferimento per l’istituzione e la perimetrazione: Del CR 06/04
Estensione: ha
Coordinate:
Latitudine:
Longitudine:
Altitudine: Min: m s.l.m. Max: m s.l.m
Regione biogeografia: Mediterranea
130
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Ai sensi dell’art. 6 della Dir 92/43/CEE, degli artt. 4 e 7 del D.P.R. 357/97 (modificato dal D.P.R. 120/03) e
conseguentemente dell’art. 12 della L.R. 56/00, con Delibera G.R. n° 644/2004 la Regione Toscana ha
approvato le “Norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di
Importanza Regionale (SIR)”. In tale atto per ciascun Sito, sono individuati gli elementi di interesse
naturalistico presenti, le emergenze, gli elementi di criticità rilevati all’interno e nell’intorno del sito, i principali
obiettivi di conservazione da perseguire e le necessarie misure di conservazione da adottare.
All’art. 6 della Dir 92/43/CEE si precisa che “…gli Stati membri stabiliscono le misure di conservazione
necessarie che implicano, all’occorrenza, appropriati piani di gestione specifici o integrati a altri piani di
sviluppo e opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze
ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all’allegato I e delle specie di cui all’allegato II presenti nei sito”.
Per i siti che sostituiscono la rete ecologica regionale si deve far riferimento anche agli habitat naturali e alle
specie di interesse regionale elencati negli allegati della L.R. 56/00.
Sono quindi da prevedere misure esplicite finalizzate a raggiungere gli obiettivi generali della direttiva, cioè
“…il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle
specie di fauna e di flora di interesse comunitario”, tenendo conto “…delle esigenze economiche, sociali e
culturali, nonché delle particolarità regionali e locali.”
La Regione Toscana, avendo emanato la Deliberazione relativa alle misure di conservazione nel 2004, ha
precorso quanto reso obbligatorio dal decreto del Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare del 17-10-2007 nel quale sono stati definiti i “criteri minimi uniformi per la definizione di misure di
conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) “.
I criteri minimi individuati all’art. 2 del D.M. 2007 insieme alle norme vigenti della Regione Toscana,
costituiscono un fondamentale riferimento anche per le valutazioni di incidenza di piani, progetti e interventi
che riguardino il territorio del SIR o le aree circostanti ad esso e che comunque possano interferire con le
specie e gli habitat per i quali il Sito Natura 2000 è stato designato.
Si riportano di seguito gli obiettivi di conservazione e le misure previste estratti dalla scheda relativa al SIRpSIC- ZPS “Lago e Padule di Massaciuccoli” (Del G.R. 5644/04).
SIR 25 = 25B Lago e Padule di Massaciuccoli - (ex Lago di Massaciuccoli) (IT5120021)
Tipo sito
anche pSIC e ZPS
CARATTERISTICHE DEL SITO
Estensione
1.908,01 ha
Presenza di area protetta:Sito interamente compreso nel Parco Regionale "Migliarino, San Rossore,
Massaciuccoli" o nella sua area contigua.
Altri strumenti di tutela: Presenza di un’Oasi faunistica a gestione LIPU.
Tipologia ambientale prevalente:Vasto specchio d’acqua dolce, circondato da formazioni elofitiche
(canneti e cladieti), torbiere e vegetazione igrofila flottante.
Altre tipologie ambientali rilevanti:Boschetti igrofili, specchi d’acqua profonda originati dall’estrazione della
sabbia.
131
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Principali emergenze
HABITAT
Nome habitat di cui all'Allegato A1 della L.R. 56/2000
Cod.
Corine
Cod.
Nat.2000
All. Dir. 92/43/CEE
54,6
7150
AI*
53,3
7210
AI*
Piccole depressioni su substrato torboso con comunità a
Rhynchospora alba e/o R. fusca.
Paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium
mariscus e/o Carex davalliana
FITOCENOSI
Aggallati a Drosera del Lago di Massaciuccoli (Lucca).
Fitocenosi a Cladium mariscus del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli.
SPECIE VEGETALI
Hibiscus palustris (ibisco di palude) – rara specie igrofila.
Drosera rotundifolia (drosera a foglie rotonde) – rarissima specie igrofila della torbiere.
Marsilea quadrifolia – rara specie igrofila.
Associazioni igrofile ricche di specie rare.
Diffusa presenza di Periploca graeca, rara liana presente nei boschi umidi di litorale nelle aree umide
retrodunali.
SPECIE ANIMALI
(AI) Acrocephalus paludicola (pagliarolo, Uccelli) – Specie globalmente minacciata di estinzione, nel sito è
migratrice irregolare.
(AI) Botaurus stellaris (tarabuso, Uccelli) – Presente con una popolazione che era la principale a scala
nazionale, la cui consistenza si è drasticamente ridotta negli ultimissimi anni.
(AI) Aythya nyroca (moretta tabaccata, Uccelli) – Migratrice.
(AI) Circus aeruginosus (falco di palude, Uccelli) – Nidificante e svernante.
(AII) Emys orbicularis (testuggine d’acqua, Rettili) – La presenza della specie nel sito è molto dubbia. È in
corso una ricerca per definirne lo status su tutto il territorio del Parco.
Importante area di sosta per specie migratrici.
Consistenti popolamenti nidificanti di specie rare di Passeriformi di canneto.
Principale sito di nidificazione della Toscana dell’airone rosso Ardea purpurea.
Principali elementi di criticità interni al sito
-
Inquinamento delle acque, con gravi fenomeni di eutrofizzazione e morie primaverili ed estive di pesci e
uccelli, crolli nei popolamenti di uccelli svernanti e nidificanti.
-
Presenza massiccia di specie alloctone invasive (pesci, gambero rosso).
-
Profonda alterazione delle comunità vegetali (scomparsa quasi completa delle macrofite di fondale) e
animali.
-
Interrimento.
-
Fondo fangoso con elevati livelli di inquinamento.
132
Relazione sullo stato dell’ambiente
Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
-
Attività venatoria e conseguente disturbo (nell’area contigua), abbattimenti illegali (anche a carico del
tarabuso, come recentemente accertato).
-
Crollo della popolazione nidificante di tarabuso per cause in parte sconosciute.
-
Problemi di gestione legati alla presenza di numerose aree di proprietà privata all’interno del sito.
Principali elementi di criticità esterni al sito
-
Agricoltura intensiva nelle aree circostanti.
-
Presenza di due discariche controllate (Carbonaie e Pioppogatto).
-
Aree circostanti a elevata urbanizzazione.
-
Presenza di depuratori che scaricano nel lago (anche se è in progetto il loro allontamento).
-
Ingressione di acqua marina dal Canale Burlamacca, per il cattivo funzionamento delle Porte Vinciane.
PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE
Principali obiettivi di conservazione
a) Miglioramento della qualità delle acque (EE).
b) Conservazione delle vaste estensioni di vegetazione elofitica e idrofitica, con adeguati livelli di
eterogeneità (EE).
c) Tutela della popolazione nidificante di tarabuso (EE).
d) Ripristino di condizioni ecologiche adatte allo sviluppo di vegetazione sommersa (E).
e) Controllo delle specie alloctone (E).
f)
Tutela della fitocenosi a drosera (E).
Indicazioni per le misure di conservazione
-
Prosecuzione/intensificazione degli interventi per il miglioramento della qualità delle acque e per il
rallentamento dei fenomeni di interrimento e salinizzazione (EE).
-
Prosecuzione/intensificazione delle azioni di controllo della fauna alloctona (E).
-
Prosecuzione degli interventi di gestione della vegetazione elofitica (E).
-
Azioni di sensibilizzazione e sorveglianza per la riduzione degli abbattimenti illegali di tarabuso (E).
-
Sistemazione e gestione della rete idraulica (canali e fossi) nel Padule (M).
-
Sistemazione e gestione degli aggallati con presenza di sfagnete e boschi igrofili (la mancanza di azioni
di gestione permette a queste strutture galleggianti di spostarsi nel Lago, creando talvolta problemi, più o
meno rilevanti) (B).
Necessità di Piano di Gestione specifico del sito
Non necessario. Il Parco sta affrontando la maggior parte delle problematiche evidenziate, in modo
congruente con gli obiettivi di gestione del sito.
Necessità di piani di settore
Potrebbe essere utile un piano di gestione dell’area palustre, che definisca precisi obiettivi (superfici a
“chiaro”, interventi necessari, modalità operative).
Appare estremamente necessario anche un coordinamento della gestione agricola e idraulica delle aree
circostanti.
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Variante al PS Comune di Massarosa
Marzo 2009
Come previsto dall’art. 15 c.2 della L.R. 56/00, come modificato dall’art. 195 della L.R. 1/2005, “ gli atti della
pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei
siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R. 1/2005, qualora siano suscettibili di
produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D, o sui geotopi di importanza regionale di
cui all’art. 11, devono contenere, ai fini dell’effettuazione della valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del
D.P.R. 357/97, apposita relazione di incidenza”.
Inoltre l’art. 196 della L.R. 01/05 ha introdotto il comma 2 bis all’art. 15 della L.R. 56/00:
La relazione di cui al c. 2 integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all’art. 16, c.
3, della L.R. 01/05, ai fini dell’individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul
geotopo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi”
La relazione di incidenza è stata elaborata nell’ambito della suddetta procedura e risulta allegata al presente
documento (Allegato A).
E.6.4 - Altri vincoli ambientali
E.6.4.1 - IBA 077: Denominazione: “Lago e Padule di Massaciuccoli”
Il Lago di Massaciuccoli è inserito nell’inventario delle Important Bird Area individuate da BirdLife
International nel 1989 (Gariboldi, Rizzi, Casale, 2000). previste dalla Direttiva “Uccelli” all’art. 4 si applicano
direttamente alle IBA.
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Marzo 2009
E.6.4.2 - Area Ramsar
Con Del. G.R. n° 231 del 15-03-2004 la Giunta Regionale Toscana ha
avanzato richiesta di riconoscimento quali zone umide di importanza
internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar per 7 aree, tra cui
anche un’ampia porzione del territorio ricadente all’interno del Parco
Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli che include anche il
Lago e Padule di Massaciuccoli.
La presenza di un’area Ramsar implica che:
1. Ai sensi dell’art. 18 del DLvo 152/99 e succ. modificazioni le zone umide individuate ai
sensi della convenzione di Ramsar del 02/02/1971, rientrano nelle aree sensibili per cui
la Regione deve individuare i bacini drenanti e all’interno di questi identificare quelli
scarichi provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane che,
contribuendo all’inquinamento sono da assoggettare al trattamento di cui ai commi 1 e 2
dell’art. 32.
2. Ai sensi dell’art. 146 del D.L.vo 490/99 le zone umide individuate ai sensi della
Convenzione di Ramsar rientrano tra i beni tutelati per legge.
3. Ai sensi dell’art. 5 della LR 79/98 sono sottoposti a valutazione ambientale progetti che
ricadono in aree interessate da elementi di tutela delle risorse essenziali così come
definiti dai commi 1 e 2 dell’art. 2 della L.R 5/95, ed individuate dagli strumenti di
pianificazione di ogni livello, con soglie dimensionali (indicate negli allegati della stessa
L.R. 79//98) ridotte del 50 %
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E.6.4.3 – Le emergenze geologiche
Il Laghetto di Montramito costituisce una emergenza geologica riconosciuta dal PTC di Lucca.
L’articolo 64 delle Norme del PTC (Titolo IV “Disposizioni finalizzate alla tutela dell’identità culturale del
territorio”, Capo I “Il territorio rurale” Sezione II “Gli specifici elementi a prevalenza di naturalità”) precisa che i
piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali generali , anche in riferimento al c. 5 dell’art. 33 del
PIT, verificano, integrano e dettagliano le individuazioni delle emergenze geologiche effettuate dalle tavole
B.2 dello stesso PTC e dettano disposizioni volte a mantenerne e valorizzarne i caratteri distintivi, con
l’osservanza dei seguenti commi.
2. Nelle emergenze geologiche sono ammissibili:
a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici;
b) le opere e le attività volte al miglioramento dell’assetto idrogeologico, ove non in contrasto con gli
aspetti naturalistici e paesaggistici
3. Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti:
a) l’esercizio di attività suscettibili di danneggiare gli elementi geologici o mineralogici;
b) l’introduzione di qualsiasi forma di esemplari di specie vegetali non autoctone.
4. Le emergenze geologiche possono essere oggetto di specifici progetti di iniziativa pubblica, definiti
d’intesa tra tutte le amministrazioni competenti, volti a prevedere e a disciplinare le attività ammissibili e, in
particolare:
a) le attività di studio e di ricerca, a opera degli enti o degli astuti scientifici autorizzati
b) l’eventuale realizzazione di attrezzature di supporto e di servizio, di percorsi e di spazi di sosta, di
impianti tecnici di modesta entità, per favorire l’osservazione e la pubblica fruizione dei beni
interessati.
5. Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile la seguente utilizzazione:
- attività escursionistiche, ricreative, d’osservazione e di studio
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