L`esposizione a radiazione ultravioletta (UV) non

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L`esposizione a radiazione ultravioletta (UV) non
Dipartimento di Prevenzione Medico - SSD Salute ed Ambiente - Via Statuto n. 5 - 20121 Milano
L’esposizione a radiazione ultravioletta (UV) non coerente da parte dei lavoratori e degli utenti
dei solarium e dei centri estetici del territorio della ASL di Milano
INTRODUZIONE
Fin dal 1992 le radiazioni ultraviolette prodotte dalle lampade solari e dai lettini solari sono state classificate della IARC come probabilmente cancerogene (gruppo 2A), mentre le radiazioni solari erano state classificate
cancerogene (gr. 1). Nel 2012 la IARC ha modificato la classificazione dei dispositivi abbronzanti emittenti UV in CANCEROGENI, ( gr. 1)( IARC Monographs-100D) perché tali dispositivi causano il melanoma maligno cutaneo e il melanoma oculare e un’associazione positiva è stata osservata tra l’uso di dispositivi abbronzanti emittenti UV e il carcinoma a cellule squamose della pelle.
La grande diffusione dell’abbronzatura artificiale tra la popolazione, soprattutto giovanile, può creare un problema di salute pubblica per la crescente numerosità delle persone esposte e dei centri abbronzatura. Infatti i
dati epidemiologici mostrano un’incidenza dei melanomi in crescita costante in tutto il mondo e che sia addirittura raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Quanto sopra giustifica l’adozione di interventi di vigilanza sull’uso dei dispositivi per l’abbronzatura artificiale.
Per definire meglio i contorni del fenomeno abbiamo condotto dal 2006 al 2009 un’indagine conoscitiva, in cui sono stati presi in esame un campione di 49 solarium e centri estetici che impiegano lampade UV nel territorio della ASL, con l’obiettivo di verificare la gestione dei rischi per lavoratori e utenti dal punto di vista radioprotezionistico. Dai risultati delle verifiche effettuate (Atti Convegno Nazionale “dBA 2010” - Modena, 6 e 7/10/10) è emersa scarsa rispondenza delle installazioni alle norme tecniche, mancanza di formazione dei lavoratori addetti, esposizione non controllata, mancanza di informazioni agli utenti sui possibili rischi legati all’esposizione specie se ripetuta; assenza di un controllo medico preventivo degli utenti.
Il 12 maggio 2011 è stato emanato il Decreto n. 110 recante il ”Regolamento di attuazione dell’art 10, c.1 della legge 4 gennaio 1990, n.1 relativo agli apparecchi elettromeccanici utilizzati per l’attività di estetica”, che
aggiorna l’elenco degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico e definisce per ciascuno di essi una scheda tecnico-informativa recante le caratteristiche tecnico-dinamiche, i meccanismi di regolamentazione, le
modalità di esercizio e di applicazione e le cautele d’ uso. Tale decreto stabilisce importanti novità per le apparecchiature ad UV, tra cui il divieto di esporre ad UV i minori di 18 anni, le donne in gravidanza, i soggetti
con patologie dermatologiche che possono essere aggravate dall’esposizione ad UV. Il decreto stabilisce, inoltre, che l’irradianza efficace eritemale non deve essere superiore a 0,3 W/m2.
Perciò tra il 2011 e il 2012 abbiamo condotto una ulteriore indagine volta a valutare i livelli di esposizione a radiazioni UV non coerenti per i lavoratori e gli utenti degli apparecchi per abbronzatura.
OBIETTIVI
1. Individuare eventuali criticità nella gestione del rischio da esposizione a radiazione UV non coerente, in particolare:
a.) indagare la rispondenza delle installazioni di lampade UV alle norme tecniche CEI EN 60335-2-27: 2005 e al D.M. 110/2011;
b.) analizzare le modalità di esposizione a radiazione ultravioletta dei lavoratori e degli utenti dei solarium e centri estetici;
2. Valutare il livello di esposizione a radiazioni ultraviolette non coerenti;
3. Individuare possibili interventi di prevenzione primaria per la gestione del rischio da esposizione a radiazioni ultraviolette non coerenti.
MATERIALI E METODI
La valutazione dei livelli di rischio e di esposizione a radiazione UV non coerente ha riguardato 15 solarium e centri estetici per un
totale di 50 sorgenti appartenenti alle seguenti tipologie: lampade facciali, docce solari, lettini solari, ad alta e bassa pressione,
rappresentative di quelle generalmente impiegate per l'abbronzatura artificiale.
Le misure di irradianza sono state eseguite sulle seguenti tipologie di apparecchiature abbronzanti presenti nei solarium e centri estetici del territorio della ASL di Milano:
Lampada Facciale
a bassa e alta pressione
Tipologia apparecchiature
Quantità
Doccia solare
a bassa e alta pressione
18
Lettino solare
a bassa e alta pressione
23
9
Per ogni sorgente è stata effettuata:
1. una ricognizione dell'installazione ai requisiti di cui alla norma tecnica CEI EN 60335-2-27 e al D.M. 110/2011, mediante specifico modulo di raccolta dati ("Modulo di registrazione"), predisposto
dalla ASL di Milano;
2. la misura, nel punto di massima esposizione, dell'irradianza totale mediante un sistema spettrofotometrico;
3. la stima dell'irradianza efficace, applicando allo spettro rilevato la curva di efficacia biologica, per tenere conto della diversa azione di ciascuna lunghezza d’onda sui bersagli biologici.
Le misure sono state eseguite con uno Spettroradiometro CCD con sonda correttore del coseno marca Avantes modello AvaSpec3648 “Spettroradiometro a fibra ottica ad alta risoluzione”, con le seguenti caratteristiche tecniche:
Banco Ottico
Symmetrical Czerny-Turner, distanza focale 75 mm
Range di lunghezze d’onda
200 – 1100 nm
Risoluzione
0.025 – 20 nm
Rumore strumentale (stray light)
<0.1 %
Rilevatore
CCD Linear Array, 3648 pixels
Segnale/Rumore
350:1
Convertitore AD
16 bit, 1 MHz
Tempo di integrazione
Da 10 µS a 10 minuti
Interfaccia
USB 2.0 ad alta velocità 480 Mbps=60MB/sec
Velocità di trasferimento dati
3,7 ms
L'irradianza efficace è stata assunta quale indice per la quantificazione dell'esposizione cui gli utilizzatori
delle sorgenti, utenti dei solarium e centri estetici, e i lavoratori sono sottoposti.
La valutazione quantitativa dei livelli di esposizione fa riferimento a quelli proposti dall’ICNIRP.
Una volta acquisiti gli spettri di irradianza spettrale per le diverse sorgenti, con risoluzione superiore ad 1 nm
come indicato dalla norma UNI-EN 14255, si è proceduto alla conversione dei files di dati in excel per potere applicare la curva di ponderazione S(λ) e quindi valutare l’irradianza efficace.
RISULTATI
E’ in corso la fase di elaborazione dei dati. Dalle misure effettuate risulta che il 100% del campione esaminato ha dato valori di irradianza efficace eritemale superiore a 0,3 W/m2. I risultati ottenuti sono riportati nelle tabelle e nei grafici sottostanti:
Valori irradianza efficace in LETTINI SOLARI
Valori irradianza efficace in DOCCE SOLARI
Valori irradianza efficace delle LAMPADE FACCIALI
3,5
3
6
3
2,5
5
1,5
1
Irradianza efficace (W/m2)
Irradianza efficace
Irradianza efficace
2,5
2
2
1,5
1
0,5
0,5
0
0
0
1
2
3
4
Num ero progressivo lettino
5
6
7
valori rilevati
valore di riferimento (0,3 W/mq)
4
3
2
1
0
0
5
10
15
Num ero progressivo doccia
20
25
valori rilevati
0
5
10
Num ero progressivo lam pada
valore di riferimento (0,3 W/mq)
15
20
valori rilevati
valore di riferimento (0,3 W/mq)
DISCUSSIONE
•
•
•
I dati di Irradianza efficace rilevati, pur essendo riferiti agli effetti acuti delle radiazioni ultraviolette, fanno presumere la possibilità che l’esposizione della popolazione del territorio della ASL
di Milano alle radiazioni UV artificiali possa aumentare l’incidenza di melanomi maligni e di altre patologie della cute.
E’ tutt’ora in corso la raccolta dei libretti d’uso delle apparecchiature ad UV misurate, che permetterà di confrontare il valore di irradianza dichiarato dal fabbricante dell’apparecchiatura
stessa con quello misurato nel corso della nostra indagine. Dai libretti ad oggi disponibili si evidenziano difformità tra quanto dichiarato dal fabbricante e quanto misurato.
La normativa di settore non prevede l’applicazione di provvedimenti/sanzioni in caso di non rispondenza di tali apparecchiature alle disposizioni normative: questo aspetto rende problematica l’attività di vigilanza e rischia di rendere anche molto difforme la stessa attività sul territorio regionale e nazionale.
CONCLUSIONI
L'analisi delle installazioni e delle modalità di gestione delle sorgenti di radiazione UV non coerente da parte dei gestori dei solarium e centri estetici ha messo in luce grosse criticità nella gestione del rischio da esposizione a dispositivi abbronzanti ad UV per gli utenti di tali apparecchiature.
Per i lavoratori, invece, il rischio risulta più contenuto a seguito della ridotta permanenza negli ambienti in cui sono installate le apparecchiature ad UV.
Pertanto si rileva la necessità di:
1. individuare e mettere in campo interventi di prevenzione primaria per la gestione del rischio da esposizione, quali iniziative di informazione ed educazione alla salute rivolte sia ai gestori che
agli utenti dell’abbronzatura artificiale;
2. proseguire nella campagna di vigilanza e misurazione dell’irradianza prodotta dagli apparecchi ad UV;
3. attivare le associazioni di categoria degli esercizi di estetica perché promuovano interventi di informazione e formazione a beneficio dei loro iscritti;
4. un’attivazione a livello regionale o statale che interloquisca direttamente con i fabbricanti di tali apparecchiature.
Autori: Anita Cappello, Dario Cirelli, Riccardo Di Liberto, Ilaria Miante, Doriana Nazarri, Roberto Tebaldi