collezionisti di arte contemporanea
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collezionisti di arte contemporanea
COLLEZIONISTI DI ARTE CONTEMPORANEA _ Blog NICK MAUSS, Indipendenza Studio, apertura oggi, 31 ottobre, ore 18-21. E’ curioso il silenzio che ha circondato una presenza ritenuta “aliena”, rispetto al panorama romano, quella di Indipendenza Studio (Piazza Indipendenza, ingresso via dei Mille 6): già lo spazio ed il modo di ristrutturarlo è assolutamente insolito per il panorama romano: un IV piano di un vecchio palazzo romano, inizio ‘900, pieno ancora di carte e stoffe ‘900 sulle pareti, spesso soffitti decorati, ovviamente con la mano dell’epoca; una spettacolosa terrazza al piano di sopra. Il restauro che conducemmo (studio MDAA di Roma) in un serrato dibattito con il proprietario-collezionista, Marco Zevi, e con Emanuela Campoli e Gill Presti, fatta appena un po’ di pulizia, ha lasciato stoffe rovinate, tubi in vista, lacerti delle carte con i buchi riempiti di stucco bianco, patchwork di vecchi pavimenti, vecchi tubi ed impianti in vista. Rispetto alle vecchie gallerie bianche, tirate ed illuminate con il neon, è passata un’epoca geologica (Comme des Garcons docet). Il programma di lavoro viene da fuori: il rigoroso programma, soprattutto attento ai giovani newyorkesi con attenzioni processuali, di CampoliPresti (Londra, ex Sutton Lane, oggi Londra e Parigi Campolipresti). Un loro storico collezionista, Marco Zevi appunto, mette a disposizione lo spazio anche a Roma. A oggi quasi un anno di lavoro con la possibilità di seguire alcune esperienze veramente interessanti, che a Roma non sarebbe stato possibile vedere (basti ricordare la mostra di Reena Spaulings, gruppo attivo anche con una galleria a New York, dove i primi di gennaio dell’anno scorso vidi un’indimenticabile mostra di Klara Liden, sempre area Campolipresti, ma non solo, ovviamente). Ieri sera ho avuto la possibilità di vedere in preview una bellissima mostra, che apre ufficialmente stasera, da non perdere, se si vogliono avere attenzioni alle cose nuove che si muovono: Nick Mauss. L’artista è giovanissimo, nato 1980, tedesco di origine, newyorkese di adozione. Giovane ma non sconosciuto, sia per la Biennale del Whitney 2012 (ove Mauss ha ricostruito con stoffe e dipinti i muri di una stanza di Christian Bérard, pittore e scenografo parigino degli anni ’30), sia per la nota ed interessante 303 Gallery, con cui collabora a New York. Dunque, già da questi riferimenti, Mauss è colto, guarda indietro alla storia dell’arte, pesca nei suoi album di disegni fatti e rifatti all’infinito un po’ dappertutto: “Settimane o anche anni possono passare dopo aver iniziato un disegno. Posso ritornarci su e non riconoscerlo più; o essere in grado di relazionarmi a quello che c’è, lavorando così con qualcosa di alieno. Alla fine, mentre i segni trovano una loro coerenza sulla pagina, mi piace la sensazione che essi siano stati applicatio da davanti e da dietro, come un ricordo che non riesco a ricordare”, scrive Mauss. I suoi tratti cancellati, rivisti, rielaborati, ove ti sembra di riconoscere qualcosa che sta nella tua cultura visiva, ma sempre con difficoltà a riconoscimenti evidenti, dialoga con una sensibilità straordinaria coi i segni e le tracce sbiadite della storia di questo vecchi appartamento. Il dialogo, sensibile ed elegantissimo, si focalizza soprattutto, è il cuore della mostra, sulle ceramiche: una felice collaborazione con un grande ceramista italiano (Gatti, che avevamo conosciuto soprattutto con Ontani), tutta finalizzata ai pezzi di questa mostra, ha riportato su questa materia certe volte lucida, in certe stanze non facilmente leggibile in termini materici, i tratti incerti di una ricerca raffinata quanto apertissima. Una presenza giovane assolutamente da tenere d’occhio ed una mostra bellissima, apertura questa sera ore 18-21. Massimo d’Alessandro