Il mattino ha l`oro in bocca
Transcript
Il mattino ha l`oro in bocca
Il mattino ha l’oro in bocca Regia: Sceneggiatura: Fotografia: Montaggio: Musica: Scenografia: Interpreti: Produzione: Distribuzione: Durata: Origine: Francesco Patierno Francesco Patierno, Marco Baldini Mauro Marchetti Renata Salvatore Pivio, Aldo De Scalzi Tommaso Bordone Elio Germano (Marco), Laura Chiatti (Cristiana), Martina Stella (Cristina), Carlo Monni (padre di Marco), Gerardo Amato (Frankie), Corrado Fortuna (Rosario), Donato Placido (Giggetto), Umberto Orsini (zio Lino), Gian Marco Tognazzi (Danny), Dario Vergassola (direttore di Radio Deejay), Fiorenza Pieri (Lucia) Marco Poccioni e Marco Valsania per Rodeo Drive S.r.l. Medusa 100 min Italia, 2007 LA CARRIERA DI FRANCESCO PATIERNO TRA REGIA E SCRITTURA Francesco Patierno nasce a Napoli nel 1964 e si iscrive alla facoltà di Architettura. Dopo la laurea, diventa direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria Roma Italy Comunication. Con il passare degli anni emerge la sua passione per la regia che lo porta inizialmente a specializzarsi nella realizzazione di documentari, videoclip e spot pubblicitari. Il primo passo verso il cinema avviene nel 1996 con Quel giorno, cortometraggio presentato in anteprima alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e successivamente proiettato in altre importanti manifestazioni internazionali. Esordisce nel lungometraggio nel 2002 con Pater Familias, film presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama che racconta, con uno stile incandescente e sequenze shock, la violenza dell’hinterland partenopeo. Francesco Patierno, grazie alla pellicola, ottiene la candidatura come miglior regista esordiente sia ai David di Donatello che ai Nastri d’Argento. Nello stesso anno conferma il suo interesse verso le tematiche sociali realizzando il documentario Zero per “C’era una volta”, un’opera che si sofferma sui terribili omicidi perpetrati a Bangalore per l’appropriazione delle doti femminili. Il 2007 è l’anno del ritorno al lungometraggio con Il mattino ha l’oro in bocca, il film di questa sera, tratto liberamente dall’autobiografia di Marco Baldini, famoso deejay italiano. Nel 2008, insieme ad Alex Infascelli, lavora alla trasposizione di una fortunata serie argentina Mujeres Asesisnas. Donne assassine, questo il titolo italiano, viene trasmessa su Fox Crime e ottiene un enorme successo. A quattro anni di distanza dal suo precedente film, Patierno torna al cinema con Cose dell’altro mondo, una divertente commedia che affronta con ironia e intelligenza il tema dell’immigrazione. La pellicola, liberamente ispirata a Un giorno senza messicani di Sergio Arau e Jareli Arizmendi, si scaglia contro il razzismo becero e la volgarità di alcune derive politiche. Il 2012 è l’anno della pubblicazione del suo primo romanzo, Il giostraio, un thriller-noir divulgato da Caracò, giovane casa editrice. Lo scorso gennaio è uscito nelle sale cinematografiche il suo ultimo lungometraggio, La gente che sta bene, una favola nera che contiene una riflessione sarcastica sulla crisi finanziaria che stiamo vivendo. LE INSIDIE DEL GIOCO D’AZZARDO: ASCESA E DECLINO DI UN DEEJAY Il mattino ha l’oro in bocca è la frase scelta da Stanley Kubrick per la versione italiana di Shining: Francesco Patierno la riutilizza (rifacendosi anche al famoso proverbio) per intitolare il suo adattamento sul grande schermo del romanzo autobiografico di Marco Baldini, Il giocatore. Il film descrive la parabola del famoso deejay che, arrivato da Firenze a Milano, costruisce insieme a Rosario Fiorello uno dei programmi più popolari della storia radiofonica. Il successo in ambito professionale è però controbilanciato da una vita privata piuttosto turbolenta, regolata dai meccanismi perversi legati alla sua dipendenza dal gioco d’azzardo. Questa malattia viene affrontata dal regista seguendo gli stilemi tipici della commedia, alternando momenti di euforia, dettati dalle conquiste lavorative e dalle vincite, all’inevitabile declino, necessario per una successiva rinascita. La discesa negli inferi del protagonista viene raccontata senza moralismi né didascalismi, il regista napoletano sceglie infatti di rappresentare i vizi e le virtù di Marco in maniera distaccata, lasciando un eventuale giudizio allo spettatore. Molte delle sequenze sono quindi costruite sulla base di questa decisione, mirando più alla comicità involontaria del personaggio principale che a virtuosismi estetico – emozionali. Tutto il film è incentrato sulla figura del protagonista e sul suo percorso in un mondo pericoloso. La sua esistenza non viene semplicemente guardata, ma viene vissuta in prima persona e Francesco Patierno cerca di entrare visivamente all’interno di un ambiente che appare a tratti surreale. Tutto il resto è rappresentato, quasi in maniera sfocata, sullo sfondo: la radio e le hit del momento, il lato criminale, gli anni Ottanta e i personaggi di contorno. Le interazioni più significative di Marco sono legate al gioco d’azzardo e l’unica figura ad emergere dal vuoto dei suoi sentimenti è quella del padre, pronto a tutto per dare una mano al figlio. È proprio in questo rapporto che il regista abbandona momentaneamente il cinismo e il distacco del suo “eroe”, che si muove all’interno di Milano alla continua ricerca di emozioni estreme, per superare il disagio della sua esistenza. Come si situa il gioco d’azzardo all’interno della narrazione? Per affrontare un tema poco praticato dal cinema italiano, Francesco Patierno ha optato per una scelta all’insegna della verosimiglianza: ha infatti cercato di farsi piacere l’argomento e ha descritto questa figura particolarissima, che veniva picchiata per strada dagli strozzini e un attimo dopo era in grado di far ridere tutta Italia dai microfoni di Radio Deejay. È proprio questa dicotomia del personaggio l’aspetto più interessante del film. Altri film sull’argomento: La stangata (1973) è una delle pellicole più famose sul tema, con le performance straordinarie di Paul Newman e Robert Redford. Si segnalano inoltre Il giocatore (1998), storia di uno studente di giurisprudenza interpretato da Matt Damon che viene attratto dal gioco del poker, e California Poker di Robert Altman (1974). In Italia, oltre a Regalo di Natale (1986) e La rivincita di Natale (2004) di Pupi Avati, tratta l’argomento anche Il passato è una terra straniera, film di Daniele Vicari, tratto dal romanzo omonimo di Gianrico Carofiglio, che racconta la discesa nella corruzione e nel vortice del gioco di uno studente modello appartenente alla borghesia di Bari. A cura di Sergio Grega Cineforum Marco Pensotti Bruni www.cineforumpensottilegnano.it Legnano, 19 / 03 / 2014