Anziani e tutele, la webcam del giudice negli ospizi

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Anziani e tutele, la webcam del giudice negli ospizi
Coinvolti il Pio Albergo Trivulzio e la residenza Anni Azzurri
Anziani e tutele, la webcam del giudice negli ospizi
Grazie alla tecnologia non sarà più necessario portare i degenti in tribuna
BAGGINA
Il Pio Albergo
Trivulzio e
la residenza
Anni Azzurri,
sono
i due ospizi
che saranno
coinvolti
dal progetto
della sezione
tutele
del tribunale
Luca Fazzo
• Basta con il costoso, defatigante e un po' avvilente andirivieni di anziani in barella dagli ospizi verso il Palazzo di
giustizia, dove centinaia di loro sono costretti a presentarsi
per un triste compito: permettere al giudice di verificare di
persona la loro fragilità mentale, e la necessità di provvedere
d'autorità a decisioni che un
tempo prendevano da soli.
Presto il progresso tecnologico consentirà al magistrato di
collegarsi via Internet alla residenza dove i vecchietti si trovano ricoverati, vederli in faccia, ascoltare ove possibile le
loro voci: in modo da essere
sicuro che siano davvero incapaci di intendere ai propri bisogni e ai propri affari. I primi
ospizi a venire coinvolti nella
sperimentazione saranno il
Pio Albergo Trivulzio, meglio
noto come «Baggina» e la residenza Anni Azzurri.
L'innovazione, senza precedenti in Italia, è stata voluta
dai magistrati della sezione
Tutele del tribunale. Sono lo-
ro, in caso di incapacità, a dover decidere sulla destinazione dei beni. Sono oltre tremila
i casi di cui i giudici delle Tutele devono occuparsi ogni anno, e di questi quasi il venti
per cento riguarda anziani
non autosufficienti, non più in
grado di camminare sulle proprie gambe, e che finora devono essere portati in ambulanza fino in tribunale, dove spesso sono costretti a lunghe attese in corridoio o in cortile. É
un passaggio reso obbligato
dalla legge, che stabilisce che
in questi casi i cittadini siano
sentiti dal giudice, per evitare
che (come a volte purtroppo
accade) il loro stato di infermi-
RISORSE
Il piano doveva partire
già tempo fa, ma non
c'erano le telecamere
tà sia solo una invenzione dei
parenti per mettere le mani
sul patrimonio.
L'allungamento della vita
media ha aumentato sensibil-
ANNI AZZURRI
mente il numero dei casi per i
quali si rende necessario l'intervento dei giudici, che (a differenza di quanto avveniva fino a poco fa) utilizzano il meno possibile lo strumento
dell'interdizione legale, preferendo modalità meno brutali
di intervento. «Si può immaginare - spiegano alla sezione
Tutele - quando sia umiliante
per un uomo che ha lavorato
per tutta la vita accettare il fatto di trovarsi interdetto, ufficialmente proclamato incapace di tutto». Così si preferisce
affidare le decisioni direttamente al giudice, o nominare
nei casi più complessi un amministratore di sostegno.
In ogni caso, però, il magistrato è obbligato a sentire
l'anziano prima della decisione. Così il giudice Ilaria Mazzei si è fatta promotrice
dell'idea degli interrogatori
virtuali, fatta propria dai suoi
colleghi. Il progetto prevede
che il magistrato dalla sua
stanza si colleghi al ricovero
attraverso Lines, una programma di voip. Nella residenza si
troveranno insieme all'ospite
il direttore amministrativo o
un suo delegato, chiamati a
certificare come pubblici ufficiali l'identità dell'anziano. Le
dichiarazioni di questi potranno venire registrate direttamente sul computer del magistrato o verbalizzate a mano.
A impedire il decollo dell'esperimento era finora il più banale dei problemi: la mancanza
delle telecamere da collegare
al computer. Ma ieri il pacco
con le webcam faceva mostra
di se nella stanza della dottoressa Mazzei.