16 luglio NAZ FI. Giù le mani da Villa Fabbricotti e giardino

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16 luglio NAZ FI. Giù le mani da Villa Fabbricotti e giardino
Giù le mani daVifia Fabbrïcottï e giardino
I CITTADINI che hanno
dato vita al Comitato Villa
Fabbricotti, non ci stanno
e dicono no alla vendita della villa e del suo parco storico: «Ci stupisce trovare
nell'elenco di vendita questi beni. Lungi dall'essere
inutilizzati e degradati, la
villa è sede dell'ufficio di
promozione economica della Regione e di un'associazione di disabili, e il suo
parco è frequentato da famiglie, ragazzi, anziani e anche disabili». Per questo oltre 300 cittadini hanno sottoscritto e consegnato lunedì una lettera a Enrico Rossi e a Dario Nardella: «Al
presidente della Regione scrivono - chiediamo con
fermezza di rimuovere la
villa e il parco dall'elenco
dei beni vendibili, e di individuare una diversa e più
adeguata modalità per la
sua gestione e tutela. E al
sindaco Nardella e al consiglio comunale, cui spetterebbe decidere sull'eventuale modifica della destinazio-
- i
«Un bene collettiva
Vo li
o evitare
la privatizzazione»
li volantino di protesta
ne d'uso del parco, di non
avallare in ogni caso tale
scelta, avendo a cuore la memoria storica, la salute e il
benessere dei cittadini e del-
la collettività». Il parco rappresenta da decenni, per
l'intero quartiere e la cittadinanza, un luogo d'incontro, aggregazione, benessere e salute. «Chiudere questo spazio - denuncia il Comitato - avrebbe quindi un
impatto deleterio sull'intera zona e i suoi equilibri sociali e urbanistici, alterandone
irrimediabilmente
l'assetto, la vivibilità e il fascino. Il parco è destinato a
uso di verde pubblico, e la
villa ci risulta inoltre essere
un bene giuridicamente invendibile, al pari di Palazzo
Pitti, poiché sottoposto a
vincolo architettonico, paesaggistico, storico e ambientale. L'edificio, che già adesso è tutt'alto che inutilizzato, sarebbe ad esempio in
grado di ospitare i tanti uffici della Regione o di altri
enti pubblici. La villa potrebbe essere data in gestione a terzi, anche privati,
per finalità culturali, sociali
o associazionistiche, fermo
restando il vincolo all'utilizzo pubblico, come accade
con successo a villa Strozzi». «Stiamo perfezionando
il nostro statuto - spiega Susanna Cecchi del Comitato
- in maniera tale da poter intervenire anche impugnando eventuali atti amministrativi di queste amministrazioni, nel caso di una
eventuale vendita. Siamo
dunque intenzionati a combattere sotto ogni profilo
questa speculazione che il
presidente Rossi intenderebbe fare su villa Fabbricotti. Per evitare che finisca, nella migliore delle ipotesi, nelle mani di investitori intenzionati a farne lussuosi resort; o nella peggiore, condannata all'abbandono e al degrado».
Maurizio Costanzo
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