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dalle province
Servizio Digitale d'Informazione SJ
Vol. XIX, No. 02 , 05 febbraio 2015
DALLE PROVINCE
CIAD: Per un'educazione di qualità
Offrire un'educazione di qualità nelle 26 scuole rurali di Fe y Alegría Chad è un'autentica sfida, visto che la domanda di
accesso all'educazione integrale di Fe y Alegría continua ad aumentare. Nell'anno accademico 2013-14, Fe y Alegría Chad ha
cominciato a realizzare il suo piano strategico, della durata prevista di nove anni, dal 2013 al 2022, diviso in tre tappe di tre
anni ognuna. La prima tappa di questo piano ha tre obiettivi fondamentali: 1) la realizzazione di tre modelli di centri di
educazione prescolare; 2) il miglioramento della qualità dei centri di educazione secondaria e 3) la creazione di un centro di Fe y Alegría
Fe y Alegría di formazione tecnica e professionale. Durante il primo anno della prima tappa di questo piano, i centri di
educazione prescolare di Fe y Alegría Chad sono aumentati da 17 a 26, e fanno parte dei 2.000 centri prescolari (per bambini
dai 3 ai 5 anni) che esistono in tutto il paese, senza contare quelli di Ndjamena; inoltre, Fe y Alegría sta preparando due
modelli di centri di educazione prescolare nei paesi di Bokyo e Biga. Nell'ottobre del 2014, 53 studenti, appartenenti alla
prima promozione del centro di formazione tecnica e professionale di Fe y Alegría, hanno completato i corsi di laurea in
cinque discipline: meccanica automobilistica, elettronica, elettricità, informatica e industria alberghiera. Fortunatamente il
centro offrirà l'opportunità a circa 70 studenti di far parte di una seconda promozione nelle stesse discipline e, questa volta,
l'offerta formativa verrà arricchita anche da sartoria e metallurgia.
INDIA: Un movimento di alfabetizzazione
Trevor Miranda condivide questa esperienza: "Tutto è partito da un'idea, un sogno nato da un'esperienza di incontro
ravvicinato con i poveri tribali durante il mio terz'anno. Mi trovavo in un'area rurale remota, a un centinaio di chilometri da
Nashik. Tutto era ancora molto primitivo a quel tempo, non c'erano nemmeno i gabinetti! Ciò che mi colpì era che mentre
mi prendevo cura di cento bambini del convitto, ce n'erano a centinaia che non avevano alcuna possibilità di scolarizzazione,
e vivevano in totale libertà nella foresta. Questa esperienza mi ha lasciato un segno, e ho deciso allora che avrei dedicato la
mia vita all'istruzione dei bambini poveri che crescevano in condizioni svantaggiate. In effetti, questi ultimi 18 anni dei miei
28 di vita sacerdotale li ho spesi così! Nel 1981 ho avviato il REAP, programma di azione educativa in ambito rurale, che si
proponeva di favorire l'istruzione dei bambini tribali. Una volta ordinato sacerdote, sono stato assegnato all'ufficio del
Procuratore. Essendone la sede in città, nel 1987 ho esteso l'attività del REAP ai bambini di strada. Sviluppandosi il percorso
educativo del REAP, è cresciuta anche l'esigenza di insegnanti preparati. Dovevamo formare ex-novo insegnanti selezionati a
livello locale, per cui abbiamo deciso di istituire nostri centri di formazione. L'investimento nella formazione di nostri
insegnanti ha determinato il successo del nostro movimento per l'alfabetizzazione. Fin dall'inizio avevo ben chiaro che
l'alfabetizzazione cui eravamo dediti doveva portare a una trasformazione sociale; e nessuno è più capace delle donne di
apportare cambiamenti. Oggi gli oltre 200 gruppi di autosostegno del REAP si battono in difesa dei diritti delle donne e
mirano a fare di esse agenti di trasformazione in seno alle proprie comunità. Un tempo relegate a incombenze strettamente
domestiche, le donne hanno ora voce in capitolo su questioni inerenti la vita quotidiana della comunità. Dal seme piantato
anni fa è cresciuta una possente quercia sotto i cui rami trova protezione una moltitudine di donne e bambini. La
trasformazione è davvero in atto". Per maggiori informazioni:
www.sjweb.info/sjs /
INGHILTERRA: Padre Brown
Un gesuita di Londra ha ricoperto il ruolo di consulente religioso nella terza serie del BBC Drama su Padre Brown che ha
cominciato ad andare in onda sulla BBC1 da questo mese di gennaio. Il P. Tony Nye S.J., della chiesa dei gesuiti di Farm
Street, è stato invitato a rivedere il testo e ad assistere alla registrazione della serie televisiva basata sul personaggio del
romanziere G.K. Chesterton, per verificare l'autenticità e l'accuratezza nella presentazione della figura del sacerdote cattolico
prima del Vaticano II. Padre Brown è un personaggio che si ispira a P. John O'Connor (1870-1952), parroco a Bradford, che
ebbe parte nella conversione di Chesterton al cattolicesimo nel 1922. Padre Brown è stato il protagonista di 51 brevi episodi
di indagini poliziesche scritti da Chesterton e adattate per la televisione, il cinema e la radio. Tra gli attori che hanno
impersonato il ruolo del "basso e tarchiato prete cattolico, malvestito e con un grande ombrello in mano" figurano Alec
Guinness, Kenneth More e Andrew Sachs. In questo adattamento della BBC il ruolo è ricoperto da Mark Williams. La
seconda serie di Padre Brown, nel 2014, ha avuto un indice di ascolto del 25% durante le trasmissioni pomeridiane (circa
1,9 milioni di persone). "Il successo di questa seconda serie, ha detto il produttore esecutivo Will Trotter, ha dimostrato che
gli spettatori hanno preso veramente a cuore Mark William nel personaggio di Padre Brown. Siamo contenti di poter
continuare a dar vita a personaggi tanto amati".
ITALIA: L'amicizia tra Macerata e Shanghai
La Fondazione Padre Matteo Ricci di Macerata e lo Xuhui Cultural Bureau di Shanghai hanno deciso di rafforzare la loro
amicizia attraverso lo scambio dei busti di bronzo di due grandi personalità delle loro rispettive città: Matteo Ricci, il grande
missionario gesuita che aprì le porte all'evangelizzazione e agli scambi culturali con la Cina, e Paul Xu Guangqi, un
mandarino alla corte imperiale di Pechino, uomo di scienza e discepolo del Ricci. Il busto di Xu Guangqi, scolpito dall'artista
Yang Dongbai, è stato donato a Macerata il 24 gennaio. La sua ubicazione non è stata ancora decisa, ma molti vorrebbero
collocarlo nel giardino di fronte alla sede della Fondazione Padre Matteo Ricci che è anche la sede di un seminario
missionario. Il busto di Matteo Ricci, scolpito dall'artista Emanuele Barsanti, era già stato consegnato il 7 novembre 2014 ed è
stato posto nel giardino-mausoleo di Xu Guangqi, a pochi centinaia di metri dalla St Ignatius Cathedral, la cattedrale di
Shanghai. Nel frattempo va avanti il processo per la causa di beatificazione di Matteo Ricci. Il 14 novembre 2014 è stata
completata la fase diocesana del processo e gli atti sono stati consegnati alla Congregazione per le Cause dei Santi a Roma
per i passi ulteriori che dovranno accertare l'eroicità delle virtù del Ricci. In Cina e in molte parti del mondo si chiede che la
beatificazione di Matteo Ricci sia fatta insieme a quella del suo discepolo Paul Xu Guangqi, considerato il fondatore della
comunità cristiana di Shanghai.
POLONIA: Piotr Skarga verso la beatificazione
Piotr Skarga S.J. è una figura di predicatore ben conosciuta nella storia della Polonia. Era nato nel 1536 a Grojec, nei pressi di
Varsavia ed era stato ordinato sacerdote nel 1564. Cinque anni dopo entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù e fece i suoi
studi accademici a Roma. Tornato in patria lavorò in molte città, incluso Lviv e Vilnius, dove divenne il primo rettore della
Vilnius Academy. A Cracovia cominciò a lavorare nel 1584. Era ben conosciuto per il suo impegno caritativo, in particolare
per un sistema di prestiti senza interesse, il St. Nicholas' Fund, per le ragazze che non potevano pagarsi la dote. Padre Skarga
era anche un patriota polacco modello e un brillante predicatore al servizio del re della Polonia, Sigismondo III Vasa. Per la
sua oratoria è stato chiamato "il Bossuet polacco". E' stato anche un prolifico scrittore e il suo libro Zywoty swietych ("Vite
dei Santi") è stato per secoli uno dei libri più popolari in lingua polacca. Morì il 27 settembre 1612 e fu sepolto nella Chiesa
dei Santi Pietro e Paolo a Cracovia. L'8 dicembre 2014 è stato aperto ufficialmente il suo processo di beatificazione alla
presenza del cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e già segretario di Giovanni Paolo II con queste parole:
"Nel nome di Dio diamo inizio al processo di beatificazione e canonizzazione di un eccellente religioso e di un grande
sacerdote (...). E' un magnifico esempio di persona che ha vissuto realmente la vita consacrata diventando un dono per la
Chiesa e la società".
ROMA: I gesuiti e il film Silenzio
Il P. McCuarta e i suoi collaboratori dell'Archivium Romanum Societatis Jesu stanno collaborando strettamente con il
personale della Paramount Pictures per la produzione dell'atteso film Silenzio di Martin Scorsese, di cui sono iniziate le
riprese lunedì 19 gennaio. Il cast comprende Liam Neeson, Adam Driver, Tadanobu Asano, e l'"Uomo Ragno" Andrew
Garfield. Numerosi altri esperti della Compagnia, a Los Angeles, hanno collaborato alla pre-produzione, tra questi l'italiano
Emilio Zanetti, scelto poi, insieme a un confratello, per seguire le riprese che avverranno a Taiwan. Silenzio è tratto dal
romanzo dello scrittore cattolico giapponese Shusaku Endo che ebbe grande successo alla sua pubblicazione, nel 1966. Il
romanzo è ambientato in Giappone al tempo della violenta persecuzione contro i cristiani iniziata nel 1587 con lo shogun
(generale) Hideyoshi e continuata poi dallo shogun Tokugawa a partire dal 1614. Un gran numero di fedeli e molti missionari
e sacerdoti locali morirono martiri, spesso in seguito a terribili torture. La figura centrale del romanzo, e del film, è il
missionario gesuita portoghese Cristovão Ferreira che, sottoposto alla tortura, rinuncia alla propria fede. Nella tormentata
vicenda di quest'uomo, Endo trasferisce molti dei problemi e delle discussioni, che sono attuali anche oggi, sull'atteggiamento
dei giapponesi nei confronti della religione cattolica e del cristianesimo in generale. Il film uscirà nelle sale alla fine di
quest'anno.
SPAGNA: Lavori in corso a Manresa
La "Cueva de Manresa" è il palcoscenico di uno degli episodi più importanti della biografia di Sant'Ignazio di Loyola. Qui
egli visse una profonda esperienza spirituale e da qui scaturì il cuore degli Esercizi Spirituali. In vista della preparazione del
quinto centenario dell'arrivo di Sant'ignazio a Manresa, che si celebrerà nel 2022, la Cueva ha dato il via ad un progetto di
ristrutturazione che ha come scopo di permettere al visitatore di avvicinarsi al luogo con l'esperienza originale che ebbe
Ignazio, ma rispettando allo stesso tempo gli elementi che la tradizione storica e artistica hanno apportato alla Cueva. Gli
interventi da eseguire sono il risultato di un lungo processo di studio e riflessione della Compagnia di Gesù, che ha potuto
contare sull'appoggio del Padre Generale, Adolfo Nicolás. Il principale obiettivo è recuperare l'ambiente di roccia e pietra, che
permetterà al visitatore di entrare in sintonia con il luogo come lo conobbe Ignazio. Per questo verrà rimosso il marmo del
1900 che copre la parte inferiore della parete destra, lasciando la roccia a vista. Questo elemento verrà spostato in un nuovo
spazio dove i visitatori potranno ricevere le spiegazioni. Anche l'ingresso del corridoio che porta alla Cueva avrà una vetrata
per favorire il clima di preghiera.
USA: Premio a studiosi gesuiti
Il gesuita Padre John W.O'Malley e l'Institute of Jesuit Sources (IJS) sono stati premiati dalla American Catholic Historical
Association (ACHA). Il P. O'Malley ha ricevuto il premio John Gilmary Shea per il suo libro "Trent: What Happened at the
Council" (Trento, cosa avvenne al Concilio) e l'Istituto ha ricevuto il premio Distinguished Service, ritirato a suo nome
dall'ex direttore, il gesuita Padre John Padberg. L'American Catholic Historical Association, fondata nel 1919 per favorire
l'approfondimento della ricerca scientifica nel campo della storia cattolica, riconosce il lavoro di ricerca degli studiosi
premiando ogni anno tre libri che abbiano come tema storia cattolica e biografia e riconosce i contributi di studiosi,
insegnanti ed istituzioni attraverso i suoi premi annuali. Il premio John Gilmary Shea viene assegnato ad un libro giudicato il
migliore e più originale contributo alla conoscenza della storia della Chiesa cattolica. Il libro di Padre O'Malley ripercorre la
storia del Concilio di Trento, tenutosi in Italia dal 1545 al 1563. Nelle motivazioni per l'assegnazione del premio si legge:
"Con una chiarezza e una grazia che lo rendono una piacevole lettura, e una ricchezza e precisione scientifica che ne fanno
uno strumento utile agli esperti, il libro di O'Malley, il primo in lingua inglese e di fatto il migliore in qualsiasi lingua, offre la
descrizione di uno degli eventi più complessi e cruciali della storia religiosa cattolica".
VIETNAM: 400 anni di presenza
Sono state più di 3000 le persone che domenica 18 gennaio si sono unite ai gesuiti a Ho Chi Minh City nei solenni
festeggiamenti per il quarto centenario dell'arrivo dei gesuiti in Vietnam. Il gesuita mons. Cosmas Hoang van Dat, vescovo
della diocesi di Bac Ninh vicino Hanoi nel Vietnam del Nord ha celebrato la santa messa a Thu Duc, un sobborgo di Ho Chi
Minh City dove la Compagnia conta diverse opere. Da diversi punti dell'Asia e dell'Europa sono giunti, per unirsi alle
celebrazioni, quindici vescovi e altri gesuiti, compreso il Padre Generale, Adolfo Nicolás. Gli incontri e il programma sono
stati incentrati sulle esperienze e strategie dei primi gesuiti, un italiano e due portoghesi, dal momento del loro arrivo nel 1615
a Cua Han, vicino Da Nang, come accompagnatori di altri cristiani giapponesi che sfuggivano alle persecuzioni in atto contro
i cristiani in Giappone. Arrivati con lo scopo iniziale di servire i giapponesi, i primi gesuiti rivolsero presto la loro attenzione
al popolo vietnamita, all'epoca suddiviso in due regni, Il Tonchino a Nord e la Cocincina a Sud. L'arrivo in Vietnam avvenne
poco dopo la morte di Matteo Ricci a Pechino nel 1610 e l'approccio all'opera missionaria seguì il suo stile. Il più noto tra i
primi gesuiti che giunsero nel paese fu il francese Alexandre de Rhodes (1591-1660), il cui lavoro portò all'adozione dei
caratteri romani nella lingua vietnamita, in uso ancora oggi. I gesuiti lasciarono il Vietnam 158 anni dopo il loro arrivo in
seguito alla soppressione della Compagnia. Vi fecero ritorno nel 1957 su invito del governo sudvietnamita che chiedeva di
essere aiutato per dare impulso alle università. A ciò si aggiunse la richiesta da parte dei vescovi del Vietnam di contribuire
alla formazione del clero locale. Tutto finì nel 1975 quando la guerra del Vietnam terminò con la vittoria del Vietnam del
Nord, comunista. Vennero espulsi quarantuno gesuiti stranieri e dei ventisei gesuiti vietnamiti la metà finì quasi subito in
prigione. Gli altri furono arruolati o impiegati nelle aziende statali. Oggi in Vietnam si contano 210 gesuiti di cui 140 in
formazione.
GESUITICA
Curiosità storica. Nel libro The First Jesuits P. John O'Malley apre una finestra sull'ingenuità dei primi missionari. Quando
nel XVI secolo i gesuiti evangelizzarono il Brasile, il vescovo locale, Pedro Sardinha, si trovò esteriormente solidale con loro
ma non tutto quello che facevano era di suo gradimento, in particolare il modo di confessare. I gesuiti spesso non sapevano la
lingua del penitente, e la soluzione pratica era istruire dei ragazzi che fungessero da interpreti. Il penitente raccontava il suo
peccato al ragazzo, questi a sua volta lo riferiva al sacerdote e infine riportava al penitente la risposta del gesuita. Il vescovo
protestava sul fatto che nella chiesa tale pratica non si usava. I gesuiti rispondevano che il metodo funzionava. Da Roma non
arrivava alcuna obiezione, eccetto la raccomandazione che fosse salvaguardato con cura il segreto di quanto confessato. Così
il vescovo consentì di utilizzare un interprete quando necessario, ma insistendo che questi fosse "un uomo retto e prudente".
Sarebbe rimasto scioccato a scoprire che ogni tanto i gesuiti affidavano il compito a delle donne brasiliane. Lodando una di
loro nel 1552 un gesuita dichiarò: "Penso che come confessore sia più brava di me". Quattro anni dopo il povero vescovo
Sardinha fu richiamato in Portogallo, ma naufragò durante il viaggio e fu ucciso e mangiato dai suoi assassini. ( Jesuit Irish
News).
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