La Pietra: una cava ed officina di scheggiatura del diaspro di 5000

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La Pietra: una cava ed officina di scheggiatura del diaspro di 5000
La Pietra: una cava ed officina di scheggiatura
del diaspro di 5000 anni fa.
Sulla riva sinistra del torrente Farma, tra gli estesi boschi cedui che circondano il paese di Torniella,
si trova il grande sperone roccioso chiamato La Pietra, composto principalmente di radiolarite.
Questa, più comunemente nota con il nome “diaspro”, è una roccia sedimentaria simile alla selce,
di colore principalmente rosso e giacente in strati non molto spessi e fittamente sovrapposti.
Oltre ad essere un sito di grande importanza dal punto di vista naturalistico, lo spettacolare
affioramento di La Pietra fu teatro, durante la Preistoria, di importanti attività artigianali legate allo
sfruttamento della radiolarite. Le comunità dell’età del Rame (3500-2200 a.C.) utilizzarono la
zona come cava ed area di lavorazione specializzata (officina) per la produzione di semilavorati
(preforme) destinati principalmente alla fabbricazione di punte per armi da getto. Tali manufatti
andavano presumibilmente a costituire la scorta di artigiani itineranti, che si spostavano sul
territorio visitando i diversi villaggi. Qui dalle preforme realizzavano, probabilmente su
commissione, varie tipologie di oggetti (punte di freccia e di giavellotto, lame di pugnale). Questi
potevano essere utilizzati in vita per la guerra e per la caccia oppure essere deposti come beni di
prestigio e indicatori di status nelle sepolture rinvenute numerose nelle grotte della Toscana centromeridionale.
Essendo la radiolarite una roccia silicea molto dura, le tracce dell'attività preistorica di cavatura si
sono conservate perfettamente sulla parete rocciosa, dove sono individuabili aree di estrazione che
si spingono anche ad altezze che potevano essere raggiunte soltanto con il supporto di scale o di
impalcature.
Fig. 1: Dettaglio del fronte di cava su cui sono chiaramente visibili le impronte dei colpi inferti dagli artigiani
dell’età del Rame.
La preparazione in posto delle preforme è documentata dalla grande quantità dei residui di
lavorazione (dispersi su un'area di circa 3 ettari). Tra gli oggetti sparsi sul terreno vi sono molti
ciottoli raccolti dagli artigiani preistorici sul greto del Farma e impiegati come martelli per abbattere
gli strati.
A partire dai blocchetti di radiolarite staccati dalla parete si procedeva alla realizzazione delle
preforme attraverso l'impiego di percussori in pietra e in materia dura organica (ad esempio in palco
di cervo) di diverse dimensioni, applicando i principi tecnici della scheggiatura che erano stati per
migliaia di anni patrimonio culturale delle società umane, ma che proprio nell'età del Rame
raggiunsero un alto grado di specializzazione.
Fig. 2 –Schema semplificato della lavorazione delle punte a partire da un blocchetto di radiolarite. I
manufatti da 2 a 4 sono preforme ritrovate nel sito di La Pietra. In questo caso la cuspide di
giavellotto ottenuta misura 11 cm di lunghezza.
Il fenomeno dello sfruttamento intensivo della materia prima litica, ovvero delle pietre utilizzabili
per la scheggiatura, durante l'età del Rame non è ristretto al caso di La Pietra. Lungo l'area costiera
della Toscana e sulle dorsali dell'Appennino Settentrionale tra Toscana, Liguria ed l'Emilia vi sono
svariati affioramenti di radiolarite e alcuni di essi mostrano tracce di cavatura preistorica. Allo
stesso tempo, la selce, spesso ottenuta più agevolmente sotto forma di ciottolo nel greto dei torrenti,
venne sfruttata per lo stesso tipo di produzioni artigianali lungo tutta l'area adriatica dell'Italia
centrale.
Ad oggi la cava di radiolarite maggiormente conosciuta è quella di Valle Lagorara (La Spezia) che
è stata oggetto di un'indagine archeologica approfondita e presenta molti aspetti in comune con La
Pietra .
Il grande impegno che le società umane del tempo misero nella catena produttiva di quelle che
erano, nella maggior parte dei casi, armi per la guerra (sia che venissero effettivamente utilizzate sia
che andassero a nutrire un'ideologia guerriera attraverso la loro deposizione rituale come oggetti
di accompagnamento del defunto) è testimonianza dell'elevata bellicosità che caratterizzava queste
popolazioni.
Le ricerche archeologiche a La Pietra vogliono contribuire alla comprensione di questa importante
tematica ed, in generale, dei grandi cambiamenti socio-economici che caratterizzarono l'età del
Rame. Tali cambiamenti si legano fortemente all'introduzione della metallurgia ed è interessante, a
questo proposito, notare come La Pietra si trovi su un confine non soltanto storico ma anche
geografico rispetto alla lavorazione dei metalli. Il sito si colloca, infatti, sulle prime propaggini
meridionali delle Colline Metallifere dove vi sono giacimenti di rame che furono tra i primi ad
essere sfruttati nella penisola italiana.
Lo scavo e il progetto di ricerca
Figura 3: L’area indagata nel 2014 vista dall’alto
Le ricerche nel sito geo-archeologico di La Pietra sono condotte dal Dipartimento di Scienze
Fisiche Naturali e della Terra- Unità di Ricerca Preistoria e Antropologia- dell’Università di Siena,
in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Parco Tecnologico
e Archeologico delle Colline Metallifere, la Provincia di Grosseto, il Comune di Roccastrada e il
Corpo Forestale dello Stato.
Le prime indagini stratigrafiche effettuate a La Pietra hanno portato alla luce un’area di
scheggiatura della radiolarite situata su un piccolo terrazzo naturalmente riparato, a ridosso
dell’affioramento.
Qui si è conservato per migliaia di anni un cumulo pressoché intatto di detrito proveniente
dall'attività di cava e di officina e che rappresenta il risultato dall'azione di uno o più artigiani che
lavorarono in quel punto per un breve periodo di tempo. Gli scarti, come in altre aree intorno
all'affioramento, sono costituiti da schegge, da blocchetti di radiolarite, da frammenti di percussori
in pietra e da preforme frammentarie, abbandonate a diversi stadi di lavorazione, a causa di difetti
della materia prima o di incidenti di lavorazione.
Dallo strato scavato sono stati prelevati dei carboni di legna, sui quali è stata effettuata una
datazione al radiocarbonio che ha restituito un'età che ricade nella piena età del Rame (2800 a.C.
Circa), confermando l'attribuzione cronologica e culturale basata sulle caratteristiche dei materiali
rinvenuti nel sito.
Attraverso lo studio degli scarti di produzione recuperati durante lo scavo è possibile ricostruire nel
dettaglio le tecniche utilizzate dagli artigiani preistorici, oltre a stimare approssimativamente la
quantità di preforme prodotte a La Pietra. Un parte importante delle ricerche è rivolta a svelare la
destinazione finale delle armi in pietra fabbricate con le radiolariti della val di Farma. Ciò può
essere realizzato attraverso un'indagine mineralogica e chimica da effettuare sulle punte di freccia in
radiolarite rinvenute nei siti dell'età del Rame, a partire dalla regione circostante la Pietra. Tale
indagine, ancora a livello sperimentale, dovrebbe permettere di identificare, servendosi anche di una
collezione geologica di confronto, l’affioramento geologico dal quale fu prelevata la radiolarite
utilizzata per fabbricare quegli oggetti
I dati derivati dai diversi approcci di studio, se integrati tra loro, possono fornire rilevanti
informazioni non solo per meglio comprendere la posizione e l'importanza di La Pietra nel quadro
socio-economico e culturale dell'età del Rame in Italia centrale, ma anche per rintracciare antiche
rotte commerciali preistoriche fra le quali la valle del Farma rappresentava, molto probabilmente,
un'importante direttrice.
Il sito di La Pietra è stato presentato in convegni tematici di livello internazionale ed è noto grazie
alla sua pubblicazione in articoli scientifici sia in Italia che all’estero.
2013:
Progetto di ricerca di La Pietra viene presentato a Nizza al convegno ) Ressources lithiques,
productions et transferts entre Alpes et Méditerranée (pubblicazione in corso).
2014:
I risultati del primo anno di indagini a La Pietra vengono presentati a Burgos (Spagna) al XVII
Convegno Mondiale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche
Figura 4: Particolare del Poster presentato al congresso di Burgos (2014)
Bibliografia:
Gambassini P., Marroni G. (1998) – Scoperta di una cava preistorica di diaspro in val di Farma,
Rassegna di Archeologia, 15, p. 51-54.
Brunoa D.E., Crowleyc B. E, Gutake J.M., Moroni A., Nazarenkog O.V., Oheim K. B., D. A. Ruban,
Tiess G., Zorina S. O. (2014) “Paleogeography as geological heritage: Developing geosite
classification”, Earth-Science Reviews 138, 300–312.