IL MITO DI CAPE COD - Bollati Boringhieri

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#coglioneSì, #coglioneNo ma siamo sempre la IL MITO DI CAPE COD terra dei cachi | Emigriamo in bicicletta su Su di Francesco Longo pubblicato martedì, 21 gennaio 2014 · Aggiungi un commento Jacopo su #onebook
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Questo pezzo è uscito su Europa. approfondimenti Un faro in lontananza, querce con foglie incrostate dal sale, anticaglie nautiche. Ragazze con costumi architettura interi e cappelli bianchi a tesa larga. Assi di legno stinte. Un forte odore di mare. La letteratura cresce arte vigorosa quando affonda le radici in luoghi mitici. In particolare, la letteratura americana ha reso il suo cinema territorio una geografia di località leggendarie dove i romanzi traggono una linfa benedetta. L’ultima celebrazione di Cape Cod è di Stuard Nadler, nel romanzo che si intitola La fortuna dei Wise (Bollati Boringhieri, pp. 395, euro 18). Il libro copre oltre mezzo secolo di storia americana, dal 1947, quando un aereo della Boston Airways precipita nel mare del New England, a dopo l’11 settembre 2001. cultura economia editoria estratti Dopo l’incidente aereo, il padre del narratore vince una delle prime class action della storia e diventa fiction ricco: «da ragazzo normale, perfino popolare, ero passato a figlio di un avvocato spaccone e filosofia demagogo». La famiglia Wise inizia a mangiare bistecche da Honey’s a New York e aragoste da Nero’s (a fotografia New York), poi si trasferisce a Bluepoint, Cape Cod. A pagina 292 Nadler è ancora intento a descrivere fumetto la conformazione del luogo: «A Bluepoint non c’è una vera e propria cittadina. In quel punto, la giornalismo penisola di Cape Cod si restringe tanto che la strada principale diventa una piccola via di comunicazione inchieste tra le dune, nel paesaggio lunare tra Wellfleet e Provincetown». Un giorno, a Cape Cod, gli occhi del interventi narratore, Hilly, incrociano quelli della ragazza sbagliata: Savannah. È la nipote di Lem Dawson, un nero interviste che trasporta documenti tra la casa del padre di Hilly e quella del suo socio. La visione di Savannah è fatale: «subito mi sentii incapace di muovermi a una velocità normale, o a una qualsiasi, come se sorridendomi mi avesse afferrato le caviglie o le spalle». Si sa, le fanciulle di Cape Cod sono uniche, lo scriveva anche John Cheever: «le ragazze di Cape Cod non hanno idea di cosa sia un pettine. Per pettinarsi usano le lische di merluzzo» (nei racconti di Cheever c’è sempre qualcuno che sogna di comprare una casa estiva a Cape Cod). lavoro letteratura libri musica non fiction politica Un’altra volta lui nota il suo lucidalabbra e realizza: «ero pazzo di lei». Savannah è una ragazza nera e recensioni Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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poesia Gli incontri tra Hilly e Savannah sono pochissimi. Una volta lei gli chiede: «stai flirtando con me?». Data
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povera, lui un ebreo bianco e ricco. Nell’America razzista non sono anni adatti per una loro relazione. religione Infatti una notte decisiva, lei prende l’auto e lo raggiunge. «Savannah disse di voler vedere il mare di reportage notte, e mi prese per il polso tenendo le scarpe nell’altra mano, camminando a piedi nudi nell’erba ritratti alta». Passano in mezzo alle alghe, sotto la luna. Non è più una domanda: «adesso stai flirtando», scrittura radio passa Nat King Cole. È tutto perfetto. Si baciano. Ma fuori dall’auto c’è Lem Dawson. 2/2
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afferma lei. Nella notte calda ci sono solo nugoli di insetti e poche stelle. Tornano alla macchina. La 21-01-2014
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Senza categoria Non si contano gli scrittori americani che hanno celebrato la sabbia, i gabbiani e il vento di Cape Cod. La società penisola è presente già nei due autori fondanti della cultura americana: Thoreau e Melville. Quando il sport narratore di Moby Dick cerca di imbarcarsi sul Pequod, l’uomo a cui si rivolge è ruvido e diffidente: teatro «Non sai niente di balene, scommetto: no?». E Melville spiega: «il vecchiaccio era pieno di pregiudizi televisione isolani, da buon nantuckettese e quacquero; e diffidava non poco di tutti i forestieri che non arrivassero video da Cape Cod o da Vineyard». Ma sono decisamente le passeggiate di Thoreau – dopo aver scritto Walden – ad aver reso leggendario quel braccio di sabbia. Per Thoreau va visitato «durante una tempesta d’autunno o d’inverno». Dove alloggiare? «un faro o una baracca di pescatori sono l’alloggio migliore. Un uomo può starsene lì e gettarsi tutta l’America dietro le spalle». ARCHIVIO Seleziona mese 6 Hilly Wise ha scoperto che Lem legge i documenti del padre ma tace. Il segreto è mantenuto fino a quando, la mattina dopo l’incontro notturno con Savannah, il padre non lo convoca: «Lem mi ha detto di te e della ragazza, e penso che dovremmo parlare prima che qualcuno finisca nei guai». Per Hilly è l’ora della vendetta: fa la spia e Lem è spacciato. Da allora Hilly non cercherà tornare allo stato di grazia di Cape Cod. Agli aghi di pino in terra e ai falchi sospesi in aria. Tornare ai cottage con le porte rosse e alle strade coi pescatori di ostriche. E ritrovare Savannah. Quando si apre la seconda parte del libro sono passati venti anni. Per il New England, Cape Cod è il corrispettivo di Palm Springs per i californiani, l’altro posto in cui, avrebbe detto Thoreau, è possibile «gettarsi tutta l’America dietro le spalle». Entrambi sono luoghi del desiderio. Uno selvaggio (Cape Cod), l’altro consacrato al riposo assoluto (Palm Springs). Entrambi sono: decadenza e indolenza. Bret Easton Ellis faceva dire ad Anne: «è così talmente invitante nuotare e stare distesi accanto alla piscina, sbronzarsi o fare una qualsiasi delle innumerevoli cose decadenti che uno fa a Palm Springs». Per Stuart Nadler: «A Bluepoint non c’è molto altro da fare se non starsene seduti in veranda, o in giardino, o in spiaggia, al sole, con un libro e un bicchiere di tè freddo o una radio che trasmette la partita dei Red Sox – da ascoltare stesi su un’amaca». La fortuna dei Wise ha il grande merito di far tornare i lettori a Cape Cod. Certe volte la letteratura non ha altri compiti. È più che sufficiente rievocare luoghi di pura nostalgia. Farli tornare a vivere con nuove storie e nuovi personaggi. Meglio ancora, se questi luoghi traboccano di dune di sabbia, di alghe secche e di ragazze «sedute sulle assi marce di un tavolo da picnic a leccare coni di gelato alla vaniglia». Categorie: l i b r i, recensioni · T a g : Bret Easton Ellis, Cape Cod, Francesco Longo, J o h n C h e e v e r, Melville, N a t King Cole, S t u a r d N a d l e r, T h o r e a u Aggiungi un commento Nome (richiesto) E­mail (non verrà pubblicata) (richiesto) Sito web c Avvisami via e­mail della presenza di nuovi commenti. d
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