scarica lo special della RS 250 preparata da Giovanni
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80 Special APRILIA RS500 V2 SOGNO l nostro primo contatto con la Aprilia RS500V2 di Riccardo Cagnotto è datato agosto 2006, all’ombra del paddock coperto dell’autodromo di Adria. Lui e Giovanni Bertin, proprietario dell’Officina MotoGiò che ha curato numerosi I Testo e foto: Emiliano Perrucca a due tempi Fisico da ginnasta e cuore da centometrista, l’RS 250 equipaggiata con il motore Bimota 500 di Roberto Cagnotto è sogno divenuto realtà aspetti di questa spettacolare trasformazione - erano tutti intenti a far scivolare giù dal vano del loro furgone alcune Aprilia RS 250 apparentemente di serie. Una scena del tutto normale per una giornata di prove libere e la cosa sarebbe passata del tutto inosservata se gli DICEMBRE scarichi Jolly Moto di una delle moto non ci avessero improvvisamente rapito lo sguardo. Troppo grandi e posizionati innaturalmente per essere quelli nel listino della factory di Costa Volpino: sotto a quell’aspetto generale sin troppo sobrio, insomma, non poteva che 2006 celarsi qualcosa di strano e noi, da buoni giornalisti ficcanaso, non potevamo che scoprirlo. Così, dopo un breve scambio di sguardi, siamo passati direttamente all’azione e abbiamo richiesto alcune informazioni. Riccardo, con un lieve accenno di soddisfa- 81 Bastano 5 minuti per svestirla e ritrovare del tutto immutate le proverbiali doti di pulizia e raffinata essenzialità della RS250. Da sinistra: Giovanni Bertin e Riccardo Cagnotto. Dalla loro Impossibile non rimanere colpiti dal codone in carbonio porpassione e da quella di Giuseppe Bertin, padre di Giovanni, è tante - scomponibile - prelevato da una Aprilia RSW 250 nata tra le mura dell’officina MotoGiò questa eccezionale RS. e dagli scarichi Jolly Moto. zione sulle labbra, ci ha svelato l’arcano: sotto le carene originali, graficamente identiche a quelle della RSW 250 ’95 di Max Biaggi, si celava quel cuore V2 che ha fatto entrare nel mito, a dispetto del totale flop commerciale, la Bimota 500 V Due. Ci trovavamo di fronte, dunque, ad una di quelle preparazioni da molti considerate “da sogno”, desiderata da tutti quei proDICEMBRE prietari di RS 250 ormai stufi di prenderle dai 600 di ultima generazione e da chi ha sempre voluto volare tra i cordoli di un autodromo senza doversi appendere ai freni o lottare con pedane e 2006 semi-manubri per cambiare direzione in una S. Un sogno che nella provincia padovana si è materializzato, in meno di 12 mesi, inseguendo, appunto, una curiosità che si era fatta ormai 82 La girante della pompa dell’acqua si è dovuta fare spazio tra le curve della trave destra del telaio, che è stato attentamente fresato e saldato da Giuseppe Bertin. Il cilindro superiore e le componenti ausiliarie colmano quasi tutto lo spazio disponibile tra le due travi in alluminio del sinuoso telaio Aprilia. Sul lato destro del motore appaiono la frizione a secco e la pompa dell’olio. DICEMBRE 2006 morbosa. Trapiantare un propulsore da una moto all’altra, però, non è certamente l’operazione più semplice che si possa eseguire in ambito di tuning sull’RS: quella che può sembrare una delle più semplici ed indolori modifiche da apportare alla moto italiana, infatti, così tanto semplice non è. La miscela di alluminio e magnesio che è stata sartorialmente plasmata attorno alle ristrette misure del 249 cm3 a V di derivazione Suzuki RGV Gamma, infatti, ha richiesto grandi doti di taglia e cuci da parte dello staff veneto - oltre ai già citati Riccardo e Giovanni, infatti, anche il padre di quest’ultimo (Giuseppe) ha dato il suo contributo alla realizzazione dell’opera - per essere ri-plasmata attorno alle forme del V2 500. Tante ma anche drastiche le modifiche apportate al telaio, la più evidente delle quali è stata l’abbandono della culla inferiore in acciaio, che ha trovato nei due nuovi supporti in Avional 7025, saldati con cura sul lato inferiore delle due travi, due valide alternative. Ovviamente, la lunghezza, 83 APRILIA RS500 V2 La vista posteriore esalta la micidiale combinazione tra Vista così, la RS500V2 potrebbe anche essere scambiata per la RSW 250 ufficiale che fu scarico sottosella e copertura 180/55 R17. di Max Biaggi… Gli scarichi Jolly Moto sono stati realizzati appositamente per questa special; quello laterale occupa lo spazio delle due espansioni originali della RS 250. l’inclinazione e la tipologia di questi supporti non è casuale: “in realtà non avevamo molti millimetri da giocarci per alloggiare il propulsore - dice Giovanni Bertin - ma con l’aiuto di una maschera in cartone e tenendo come punto fisso il calcolo che abbiamo effettuato in tema di tiro catena, credia- mo di aver trovato un ottimo compromesso”. Il tiro catena, appunto, è stato uno dei principi più importanti che lo staff di MotoGiò ha tenuto in considerazione: “una moto con il tiro-catena sbagliato è, di fatto, una moto ingestibile dice Riccardo Cagnotto - e dopo alcuni calcoli abbiaDICEMBRE mo scelto di posizionare il pignone a 90 mm di distanza dal fulcro del forcellone e 5 mm più in alto rispetto all’altezza da terra dello stesso riferimento”. Misure che hanno richiesto un ulteriore adattamento della trave destra del telaio, che è stata fresata e risaldata con cura nella zona inferiore per fare 2006 posto alla voluminosa girante della pompa dell’acqua, ma anche la ricostruzione e il riposizionamento dell’attacco posteriore del telaio. Oltre che numerosi, dunque, gli interventi al telaio sono stati piuttosto invasivi ma non sono andati ad intaccare uno dei punti di forza della RS, le geometrie: 84 Oltre ad essere estremamente efficace, la frizione a secco Bimota è un elemento tecnico estremamente spettacolare. l’inclinazione del cannotto di sterzo e il forcellone posteriore sono infatti identici a quelli della moto di serie. In realtà una piccola grande novità era stata pensata anche per il forcellone: “l’idea era quella di adattare il più robusto braccio della RSV 1000 - dice Riccardo Cagnotto - ma misure alla maIl tiro catena e il relativo posizionamento del propulsore Bi- no non abbiamo notato difmota 500 nel telaio Aprilia sono stati tra i maggiori proble- ferenze degne di nota e comi da risolvere per l’équipe padovana. sì abbiamo preferito puntare su quanto di buono ci proponeva la nostra RS. In fondo il nostro principale obiettivo era quello di ospitare una gommatura 180/55 R17 e ci siamo riusciti senza problemi.” Rispetto al 150/60 o 160/60 da 17”, ve l’assicuriamo, l’effetto scenico è micidiale. Ma come è stato possibile fare posto ad un pneumatico così generoso? In realtà il forcellone di serie è già in grado I 90,43 cavalli a 8.392 giri/min rilevati al banco sono un valore di tutto rispetto, soprattutto se si considera che in ordine di marcia la RS500V2 ha una massa di appena 135 kg. Il grafico evidenzia una crescita della curva di coppia piuttosto costante, con una leggerissima indecisione appena superati i 5.000 giri/min ma è una volta superati i 6.000 giri/min che la RS500V2 mostra il suo lato migliore… La culla inferiore della RS 250 è stata abbandonata: al suo posto due nuovi supporti in Avional 7025, magistralmente saldati al telaio. DICEMBRE 2006 85 di ospitare una simile gommatura, semmai a non essere idoneo è il cerchio a 5 razze di serie. E’ stato scelto, dunque, di adottare una coppia Marchesini in magnesio con canale da 5,50 pollici dietro e 3,50 davanti, a tutto vantaggio di performance ed estetica anche dell’avantreno, che mette da parte l’agile ma esile 110/70 R17 per far posto ad una più consistente 120/70 R17. Ovviamente per reggere il passo di una trentina di cavalli in più, non è stata rivista solamente la gommatura, ma anche le sospensioni sono completamente inedite. Davanti è stato scelto di adottare una forcella Showa di derivazione 748, mentre dietro il mono è di produzione Öhlins con serbatoio di regolazione esterno Piggy-Back. Una bella accoppiata, che Giovanni Bertin ha saputo mettere a punto grazie alla sua immensa esperienza in tema di sospensioni. In particolar modo è stato piuttosto massiccio il lavoro sulla Showa, che ora vanta un nuovo trattamento al TIN, nuovi pompanti, molle e kit lamelle specifico e, ovviamente, una taratura idonea alla minor massa in gioco. Per l’installazione del mono non c’è stato alcun problema di sorta, mentre la forcella ha richiesto la barenatura a 53 mm della piastra inferiore di sterzo, mentre per quella superiore l’officina padovana ha scelto di adottare direttamente quella della Ducati 748 dalla quale deriva la forcella. E dalla stessa bicilindrica “made in Borgo Panigale” giunge anche l’impianto frenante an- APRILIA RS500 V2 Vista la irrecuperabile mancanza di spazio, i carburatori Dell’Orto VHSB39 sono disposti trasversalmente e non longitudinalmente come sulla Bimota 500V2. Questo ha L’avantreno della RS 250 è stato completamente rimpiazza- creato qualche grattacapo in to da una più performante combinazione forcella Showa e termini di posizionamento e impianto frenante Brembo di derivazione Ducati 748. realizzazione dell’airbox. Lo scarico corre sinuoso verso il codone posteriore. Da notare come ogni centimetro disponibile sia stato minuziosamente sfruttato dalla Jolly Moto per la realizzazione di questo unico impianto di scarico. DICEMBRE 2006 86 La potenza del V2 Bimota ha richiesto l’adozione di un ammortizzatore di sterzo WP regolabile. Ancora i nostri amici nella loro ben attrezzata officina. teriore, interamente marchiato Brembo e dotato di due dischi da 320 mm abbracciati da pinze assiali a quattro pistoncini. Dietro, invece, disco e pinza sono quelli della RS 250 di serie, più che sufficienti all’impiego. Da un punto di vista ciclistico sono poche le critiche che si possono muovere alla RS500V2 di Cagnotto il quale si è rivelato oltremodo felice dell’assetto adottato, che consente di sfruttare a fondo la reatti- Il monoammortizzatore posteriore è un Öhlins completamente regolabile. Il forcellone è quello della RS 250 di serie, ma in un primo momento era stato scelto di adottare quello più generoso della RSV 1000. vità assicurata da un passo che si può definire minuscolo: appena 1.370 mm. Non c’è, in ogni caso, solamente il valore di passo a rendere estremamente maneggevole questa speciale RS, ma anche una massa davvero molto contenuta che è del tutto simile a quella imposta alle 500 da GP sino alla loro definitiva messa al bando: 135 kg. Ma passiamo al pezzo forte di questa RS500V2, che è il propulsore Bimota 500. Si tratta di uno dei motori da mezzo litro 2T più interessanti mai costruiti, per via della sua compattezza e delle performance che è in grado di offrire. Caratterizzato da una V di 90° tra i due cilindri, il bicilindrico romagnolo ebbe alcuni problemi di gioventù per via dell’iniezione elettronica, ma con l’arrivo dei due carburatori Dell’Orto VHSB39 ogni problema fu risolto. Per i 498,760 cm3 che scaturiscono da un alesaggio di 72,0 mm e una corsa di 61,25 mm, con un rapporto di compressione di 12:1, i tecnici Bimota dichiararono 110 CV all’albero a 9.000 giri/min e 9 kgm di coppia Come si vede in questa foto, parte dei condotti del refrige- La strumentazione è quella della Bimota 500 V2. Il limitatorante sono stati rifatti ad hoc. re è fissato a 10.500 giri/min. DICEMBRE 2006 87 APRILIA RS500 V2 Nella vista laterale sinistra del motore si possono vedere l’at- Il propulsore della Bimota 500 un istante dopo la conclutuatore della frizione, la bobina del cilindro superiore e la sione dei lavori di verifica. Per lui ora c’è un nuovo centraggio dell’albero motore, mentre la parte termica è rimasta lunga tubazione del refrigerante. pressoché immutata. massima ad 8.000 giri/min. Alla ruota, ovviamente, le cose cambiano e dalla rullata della RS500V2 di Riccardo Cagnotto si leggono comunque valori estremamente interessanti: 90,43 CV a 8.392 giri/min e 7,96 kgm di coppia massima a 7.820 giri/min, che equivale ad un rapporto peso/potenza reale di 1,49 kg per CV. Rispetto all’esemplare di serie, le modifiche non sono sostanziali ma comunque numerose. La più delicata riguarda il centraggio dell’albero motore, per il quale è stata scelta la strada degli spessoramenti all’esterno dei cuscinetti a differenza della soluzione originale che prevede gli spessori tra albero e cuscinetto. Una soluzione quella proposta da Bimota, sicuramente funzionale, ma che in passato ha creato alcuni problemi di affidabilità, forse anche per via della ristretta dimensione del foro sul carter motore dedicato alla lubrificazione, che in questo caso è stato leggermente allargato. Sono stati rivisti, inoltre, i pacchi lamellari e sono stati realizzati ex-novo i collettori di aspirazione, che hanno permesso l’installazione trasversale dei carburatori in luogo di quella longitudinale prevista nel progetto Bimota. Una disposizione che ha creato qualche problema alla volumetria del cassonci- DICEMBRE 2006 88 Nel dettaglio il carburatore Dell’Orto e il nuovo collettore di aspirazione a 45°, resosi indispensabile per posizionare al meglio i carburatori nel ridotto spazio concesso da propulsore, telaio e componenti secondarie. Giuseppe Bertin al lavoro sul tornio. Suoi i numerosi interventi sulla parte strutturale della RS500V2. La RS 500V2 al banco prova. no di aspirazione e alla relativa disposizione dello stesso: non c’era altra soluzione se non quella di ricorrere allo sdoppiamento dello stesso e così l’équipe veneta si è ritrovata costretta a realizzare due sottili gusci in vetroresina - sufficienti per le voraci esigenze del propulsore - che sono stati magistralmente incollati sui lati interni delle carene, sfruttando il poco spazio concesso tra quello che è il vestito dell’RS e la sua parte meccanica. Geniale. Ancora una vista del codone monoposto in funzione por- Pistoni, gruppi termici e tetante. state, invece, non hanno suDICEMBRE 2006 bito alcuna modifica mentre gli scarichi sono stati realizzati su misura: moto e motore sono stati ospiti, per qualche settimana, di una delle aziende migliori per questo genere di prodotto, la Jolly Moto, la quale ha confezionato due prodotti davvero unici. Scendendo nel dettaglio lo scarico relativo al cilindro “basso” spunta come l’originale dal lato destro del forcellone, mentre per il cilindro “alto” è stata scelta una espansione piuttosto rettilinea, che passa sotto la sella per terminare in un aggressivo finale in carbonio 89 APRILIA RS500 V2 La pompa dei freni è una Brembo radiale 19x20 mm, mentre la frizione a secco è pilotata da un comando idraulico. che spunta dal codone posteriore: una soluzione comune alle 250 da GP, esattamente come il codone utilizzato… che è in carbonio e di derivazione Aprilia GP. Per quanto concerne la fase di scarico, la complessa elettronica della centralina Bimota - che permette di variare la curva di anticipo e l’apertura delle valvole - è stata affiancata a nuovi motorini per il controllo dell’apertura delle valvole di scarico. Sono gli stessi che comandano la EX-UP della Yamaha R1 e permettono di aumentare pressoché all’infinito il numero di stadi, a differenza delle due singole posizioni offerte dalla soluzione “tradizionale”. In questo caso è stato scelto di tenere completamente aperte le valvole sino a 1.300 giri/min per poi chiudersi quasi completamente sino a 2.000 giri/min iniziando una progressiva apertura sino a quota 10.500 giri/min, ove la crescita del regime di rotazione viene a scontrarsi contro la forza del limitatore di giri elettronico. Tutto come sul Bimota 500, invece, la frizione con comando idraulico e i relativi dischi a Una fase della realizzazione in vetroresina degli airbox. Per ognuno dei lati interni delle carene è stato realizzato un “contenitore d’aria” su misura, calcolato al cm3 per soddisfare le esigenze dei carburatori Dell’Orto. secco (originale): in un futuro molto vicino è in previsione la sostituzione delle molle così come è in via di valutazione l’introduzione di una nuova rapportatura del cambio, con una prima più lunga e le altre cinque marce più ravvicinate. In questo momento il pignone è da 16 denti, mentre la corona è da 38, ma è probabile che in virtù della nuova DICEMBRE rapportatura questi valori siano destinati a cambiare. Questa Aprilia RS500V2 è sostanzialmente in costante work in progress e, dunque, alcuni dettagli non sono ancora curati come ci si potrebbe attendere una super-special come questa. Le pedane, ad esempio, sono quelle un po’ “povere” proposte da Aprilia di serie così come fa un po’ 2006 storcere il naso la semplice piastra di sterzo Ducati. Elementi indubbiamente funzionali all’impiego ma che presto, assicura il proprietario, faranno posto a qualcosa di più ricercato: “l’importante era terminare al meglio la prima fase realizzativa. Per affinare l’estetica ho tutto l’inverno!” Riccardo, hai proprio ragione: la missione è compiuta!