Calci e pugni, terrore in villa «È stata una notte da incubo»

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Calci e pugni, terrore in villa «È stata una notte da incubo»
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Cronaca Verona
Corriere di Verona Venerdì 5 Luglio 2013
L’aggressione Tre malviventi con passamontagna sono entrati in una dimora da sogno di Cisano
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VR
La decisione Sospese le deroghe
Calci e pugni, terrore in villa
«È stata una notte da incubo»
Il racconto della padrona di casa: mai sentito mio marito urlare così
BARDOLINO — Si sono trovati davanti nel cuore della
notte tre uomini incappucciati con il passamontagna e i
guanti di lana alle mani, che
ripetutamente hanno sferrato
calci e pugni al proprietario
della casa, un grosso imprenditore edile di mezza età. E’
successo martedì notte nella
«Beverly hills» di Bardolino,
in una delle tante ville in via
Costabella, la strada panoramica di mezza collina che dal
capoluogo si dirige verso Cisano-Calmasino. Lì vi si trovano le più belle dimore del paese, una di seguito all’altra,
quasi tutte con piscina e vista
mozzafiato sul lago di Garda.
Come nei peggiori incubi, la
coppia originaria del mantovano, ma che vive da anni in
via Costabella, molto nota a
Bardolino e che vuole mantenere l’anonimato, ha vissuto
una notte da incubo.
Lei è un personaggio del
mondo culturale: scrittrice e
poetessa, gestisce un’agenzia
che produce testi radiofonici.
Lui ristruttura
case da sogno.
Anche la loro,
600 metri quadrati affacciati
sul lago, è stata
pubblicata sulle
più importanti
riviste del settore. Sono stati
fortunati, poteva finire molto
male: i tre uomini, armati di
arnesi da scasso e con in mano un lungo cacciavite appuntito, quando il marito della
donna ha iniziato ad urlare di
chiamare la polizia, si sono dati alla fuga, limitandosi a sfilare l’orologio di un certo valore che l’uomo aveva al polso.
Ma erano già in casa da qualche minuto, avevano già tolto
le fodere dei cuscini appoggiati a terra nel salotto, per utilizzarli come sacche per la refurtiva.
«Erano circa le tre di notte
- racconta la padrona di casa,
ancora molto scossa dall’accaduto - io ero nel sottotetto
che stavo scrivendo un articolo da consegnare a breve, ma
mi ero appisolata sul computer. Mi sono svegliata per le
urla disumane di mio marito
E.P.
al piano di sotto: non lo avevo mai sentito urlare con quella voce». La donna, in un primo momento ha pensato che
il marito stesse male, perchè
quella sera, prima di andare a
letto, non si era sentito tanto
bene. E’ per quello che non
avevano nemmeno attivato il
sistema di allarme di ultima
generazione, che registra il
più piccolo movimento esterno. Al piano terra le finestre si
affacciano sul porticato, facili
quindi da scavalcare. Lì si trova anche la camera dove il marito stava dormendo. Attiguo
c’è il bagno, stanza da dove sono entrati i tre malviventi.
«Mio marito si è alzato per andare in bagno - riprende a raccontare la scrittrice -, ma
quando è stato sulla porta della camera, chiusa da una semplice tenda araba, si è trovato
davanti questi tre uomini, di
media corporatura, giovani.
C’era anche la tivù accesa. Solo
uno di loro parlava e ha intimato a mio marito
ripetutamente
"zitto", ma dall’inflessione della parola, gli è
sembrato fosse
dell’Est Europa». Era il «capo
branco», poichè
gli altri due uomini, sono apparsi più timorosi. «Mio marito è un uomo
alto un metro e novanta e ha
molta forza, così istintivamente ha reagito, ma è stato subito assalito. Hanno anche tentato di immobilizzarlo, avvolgendolo nella tenda appesa
sulla porta della camera, ma
lui si è liberato. Nella collutazione gli hanno sferrato numerosi calci alle gambe e pugni dappertutto, ma anche
lui, per difendersi, ha risposto con altrettanti colpi. Sono
finiti a terra, ma quando mio
marito ha iniziato a urlare di
chiamare la polizia, i malviventi sono scappati dalla finestra del soggiorno».
La famiglia ha sporto denuncia ai carabinieri della caserma di Bardolino. Ora devono solo superare lo choc del
peggiore degli incubi.
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Annamaria Schiano
VERONA — «Zittita» la musica by night al Beach Café sul
lungolago Pincherle, a Garda. Così hanno deciso (per ora) i
giudici del Tribunale amministrativo regionale di Venezia,
che con un decreto appena depositato hanno sospeso immediatamente l’efficacia «del provvedimento sindacale numero
7576/2013 del 17.5.2013» con il quale «è stata autorizzata la
società Garda Life s.n.c., che gestisce il pubblico esercizio "Lido Garda" (questo il nome esatto del Beach Cafè al centro del
contendere, ndr) situato in lungolago Pincherle "ad effettuare intrattenimenti musicali senza ballo all’esterno dal 17 maggio al 30 settembre 2013, tutti i giorni da martedì alla domenica dalle ore 18.00 alle ore 24.00, con chiusura alle ore 3.00, in
deroga all’ordinanza sindacale n. 4/2008». Traduzione: musica e suoni, nella fattispecie, dovranno cessare alle 23.30, così
come previsto sul territorio comunale. Non un minuto di più.
Con il decreto appena depositato, inoltre, i giudici hanno disposto la sospensione dell’efficacia «della diffida del 4.6.2013
nella parte in cui ha ribadito l’autorizzazione a protrarre la
musica all’esterno del locale fino alle ore 24.00». Esprimendosi in questo modo, i giudici lagunari hanno di fatto accolto
(almeno per ora) il ricorso presentato da un albergo della zona, evidentemente preoccupato di tutelare il riposo e la tranquillità dei propri ospiti.
In ogni caso, va precisato
che la sospensiva decretata dai
giudici rappresenta una misura temporanea, in attesa dell’udienza in cui si entrerà nel
merito dei fatti (prevista il primo agosto prossimo).
Nelle motivazioni appena
depositate della sospensiva, i Musica dal vivo Stop alle 23,30
giudici spiegano di aver «considerato che le immissioni sonore contestate sono in atto e
sono pubblicizzati nello specifico eventi musicali a partire
dal 7 luglio 2013, mentre la prima camera di consiglio utile è
prevista il giorno 1 agosto 2013; che il bene della salute pubblica, con particolare riferimento agli ospiti dell’albergo ricorrente, appare prevalente sull’interesse commerciale della società controinteressata; che i provvedimenti impugnati - continuano i magistrati - appaiono consentire alla controinteressata una deroga generalizzata, fino al 30 settembre, alla normativa vigente in materia di inquinamento acustico e all’ordinanza sindacale n. 4/2008 sugli orari dei pubblici esercizi, oltre le ipotesi previste dall’ordinamento; che il nuovo regolamento comunale approvato con deliberazione del Consiglio
comunale n. 21 del 26.6.2013, deve comunque ancora entrare
in vigore; che, in specie, la controinteressata deve assicurare
che le immissioni acustiche cessino all’esterno tra le ore
23.30 e le 8.00 e che comunque non superino il valore di 65
decibel, mentre all’interno cessino entro le ore 2.00».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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La villa di Cisano
In alto, una veduta dall’esterno della villa assaltata da tre malviventi martedì notte. Qui sopra, a sinistra
la strada delle ville bene di Bardolino; a destra, la veduta mozzafiato con piscina e lago sullo sfondo
La replica del Sappe all’intervista al Corriere
«La direttrice
del carcere
non sa
cosa succede»
VERONA - «La direttrice della casa circondariale di
Montorio ha commesso un clamoroso autogol». Il
segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo
della polizia penitenziaria) Giovanni Battista Durante,
torna alla carica della direttrice del carcere veronese,
dopo le pesanti accuse (con tanto di richiesta di
dimissioni) lanciate al termine della visita di martedì.
Durante critica il fatto che la dottoressa Bregoli abbia
dichiarato in un’intervista al Corriere di Verona di «non
aver ricevuto alcuna segnalazione di episodi di rilievo»,
relativamente a una rissa tra detenuti avvenuta sabato
scorso. «E’ la dimostrazione che non sa cosa accade
all’interno della struttura che dirige» accusa il
sindacato.
Il paese Una veduta del centro storico di Garda (archivio)
Garda, «vince» l’hotel
Il Tar: stop (per ora)
alla musica by night
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