02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE

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02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE
L’ARTE DEL COLORE
02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY
PAINT, magazine 2011 n. 2
Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 – 28040 Dormelletto (NO).
email: [email protected]
Stampa a cura di: biemme srl (Milano)
Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 giugno 2011.
Direttore responsabile: Maurizio Poletti
Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni
Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano
Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Giuseppe Fischetti, Barbara Moretti, Nadia Odorico, Michela Petrosino, Francesco Pezzo, Barbara Serra,
Laura Savini, David Lichtneker, Willeke Jongejan.
Un particolare ringraziamento a: Comune di Milano, Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento di Milano; Associazione no-profit Amicigiò
di Arona (NO); Croce Rossa Italiana di Arona (NO); Fondazione Gaetano Bertini, Milano; Fondazione Mediterraneo, maison de la paix; Prof. Massimo Caiazzo, Milano;
Studio di Architettura Luca Scacchetti, Milano; Arch. Riccardo Zanetta, Torino; Studio Rosental, Arch. Giorgio Rosental, Torino; Fondazione Contrada Torino Onlus,
Arch. Germano Tagliasacchi; Gruppo Ordine s.r.l., Torino; Pierluigi Mutti; Arch. Antonio Mariniello, Napoli.
Foto di: Luca Casonato, Corinne Fortier, Emanuele Sandon, Maria Vernetti, Pino Milana, Barbara Moretti, Arianna Storoni, Nadia Odorico, David Lichtneker.
I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte.
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www.fsc.org
MISTO
Carta
COLOREDIT
L’edItorIaLe dI MaurIzIo PoLettI
PRIMO PIANO
L’eCCeLLeNza deL CoLore
I colori ritrovati
COLORAMENTE
L’IMPortaNza deL CoLore
Per non dimenticare Pompei
/
4
/
6
/
3
10
La forma del colore / 12
Il colore in cucina /
DI TUTTI I COLORI
IMProNte dI Moda, CostuMe e LIfestyILe
Rosso
/
14
2
L’edItorIaLe dI MaurIzIo PoLettI
IL fasCINo deLL’IMPerfezIoNe
Ai lettori.
Vorrei dedicare questo spazio ad alcune riflessioni sul significato che noi dovremmo attribuire alle
azioni di restauro e di ripristino sia che esse si riferiscano a case e monumenti, sia che riguardino la
realizzazione dei Piani del Colore.
Queste attività rappresentano per noi una delle principali linee strategiche che ci hanno consentito e ci
consentono di essere riconosciuti come leader nel nostro mercato.
Vorrei citare alcuni passaggi di un libro di Roberto Peregalli, edito da Bompiani, dal titolo “I luoghi e la
polvere, sulla bellezza dell’imperfezione”. In questo libro, tra le altre cose, l’autore sostiene che “lasciando
parlare i luoghi, ascoltandoli nei loro recessi reconditi, tra le onde della memoria, cha da tempi lontani
emergono fino ad ora, bisognerebbe cercare un tratto quasi impercettibile, un segno che di soppiatto, in
punta di piedi, non demolisca con la foga della conquista, ma, come quando si vuole aggiustare una falla
in un muro con povere assi di legno, perché tutto non crolli, puntelli con cura e rispetto quello che resta”.
Parlando poi di restauro: “Se si restaurano monumenti, i materiali utilizzati dovrebbero essere trattati
come se il tempo avesse lasciato una traccia dentro di loro. Invece quasi sempre i colori, non essendovi
più la dimestichezza con l’uso delle terre, sono scelti in modo incongruo. Sono brutti”.
Queste tesi mi trovano molto d’accordo.
I luoghi, le case, le facciate sono imperfette perché hanno attraversato gli oceani del tempo e sono
arrivate fino a noi portando dentro di sé le rughe che li caratterizzano. Fanno parte della loro vita, e la
storia che portano con loro deve essere preservata e difesa dalla tentazione di “plastificarne” l’aspetto.
Cercare di rendere perfetti i luoghi non consentirebbe di poterne vedere l’anima, ma renderebbe tutto
“artificiale”, come spesso purtroppo accade in larga parte della moderna architettura, che tende
a “meravigliare” attraverso le forme degli edifici senza tenere conto del luogo in cui quegli edifici si
trovano, della storia che li circonda, e delle sensazioni perdute di chi si illude di leggere l’anima di quei
luoghi, nascosta sotto il cemento e lo scempio del territorio.
Nel salvaguardare borghi, edifici e monumenti dobbiamo cercare di mantenerne visibile l’anima
che li caratterizza e che singolarmente li distingue.
Questa operazione non è sempre facile, per questa ragione anche nella realizzazione di un Piano
del Colore noi non ci limitiamo a riprodurre artificialmente delle tinte, ma cerchiamo la radice
dell’anima che rende unici gli edifici in continuità e in costante collegamento con il territorio in
cui si trovano.
Dovremmo fare uno sforzo ulteriore che è rappresentato dal cercare di riprodurre lo stato originale delle
facciate, senza disperdere il loro percorso storico. In sostanza dobbiamo preservarle ricercando la loro
origine senza però cancellare del tutto le rughe che ne caratterizzano il percorso di vita, consentendo che
queste possano discretamente emergere per potere raccontare la propria esistenza, il loro trascorso, e
dare emozione a chi le osserva.
Gli architetti dovrebbero a mio parere riflettere su questi temi.
Le nostre città (in tutto il mondo) sono state devastate da opere che nulla hanno a che vedere con
l’anima di quei luoghi. Queste opere spesso caratterizzate dal “gigantismo”, non trasmettono emozioni,
ma stupore. Si pensi ai grattacieli di Dubai o alla piramide d’ingresso del Louvre di Parigi, o ancora alla
ruota panoramica di Londra, all’opera realizzata in Piazzale Cadorna a Milano.
Nessuna emozione, ma solo meraviglia per oggetti artificiali, che nella loro plasticità trascurano
completamente i luoghi della memoria distruggendone l’anima. Dove sono le rughe della storia? In molti
di questi casi sono state per sempre cancellate, insieme alle emozioni che sapevano trasmetterci.
Maurizio Poletti
Amministratore Delegato Akzo Nobel Coatings S.p.A.
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I COLORI RITROvATI
AKZONOBEL RIscOPRE LA BELLEZZA DEL MUsEO DEL RIsORGIMENTO
IN OccAsIONE DEI 150 ANNI DELL’UNITà D’ITALIA.
In linea con le indicazioni ricevute dalla committenza del Comune di Milano, AkzoNobel ha curato il progetto per la manutenzione e il ripristino
del colore delle facciate del cortile interno e del porticato, del settecentesco Palazzo Moriggia, attuale sede del Museo del Risorgimento di
Milano. L’intervento è stato effettuato in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in accordo con il Comune di Milano,
Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento.
A
ppena 5 settimane per concludere il
restauro del cortile interno del Museo
del Risorgimento di Milano, uno dei
luoghi simbolo per i festeggiamenti dei 150
anni dell’Unità d’Italia. AkzoNobel ha messo
a disposizione tutta la sua esperienza, per
riportare alla luce la bellezza originaria degli
intonaci e manufatti decorativi in litocemento,
ricostruiti nel secondo dopoguerra, del
settecentesco Palazzo del Piermarini, nel cuore
di Brera.
FOTOgRAFO
lUCA CASONATO.
Palazzo Moriggia attuale sede del Museo del
Risorgimento, in via Borgonuovo a Milano, a
due passi dal Teatro alla Scala: 5 settimane di
lavoro per una superficie di circa 1000 mq su tre
livelli incluso il porticato e l’androne di ingresso;
15 persone impiegate su più turni per un totale
di oltre 3000 ore di lavoro (compreso il sabato)
per riconsegnare alla città tutta la bellezza
originaria dell’antico Palazzo.
A causa delle pessime condizioni in cui
versavano i serramenti, è stato necessario
intervenire anche sulle persiane, 48 in tutto di
cui 10 completamente ricostruite, e anche su
24 finestre solo per il lato esterno. I lavori sono
proseguiti senza sosta, nel rispetto del regolare
svolgimento delle attività del museo.
“Siamo molto orgogliosi di aver partecipato
attivamente alle celebrazioni per i 150 anni
dell’Unità d’Italia. Come professionisti del
settore, ma ancor prima come uomini e donne
che vivono e lavorano in una terra ricca di storia e
cultura, dove convivono tradizione e modernità,
abbiamo accettato senza esitazione la proposta
di contribuire al restauro delle facciate del
Museo del Risorgimento a Milano.
PARTICOlARE DEllA VOlTA A BOTTE.
ProjeCt MaNager:
Armando Fagotto, Coordinatore Nazionale Rapporti
Committenza, Akzo Nobel Coatings S.p.A.
Progetto e dIrezIoNe LavorI:
Dott. Arch. Riccardo Zanetta, Torino
CoordINatore Per La sICurezza IN
fase dI ProgettazIoNe ed eseCuzIoNe:
Dott. Arch. Emanuele Lucini, Milano
resPoNsabILe dI CaNtIere:
Geometra Matteo Cataneo, Milano
dIrezIoNe deI LavorI:
Arch. Antonio R. Mariniello
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IMPrese eseCutrICI
opere di restauro:
Cooperativa per il Restauro S.p.A., Milano
opere edili e da decoratore:
Riva impresa restauri Italia s.r.l., Robecco S/N (MI)
opere Provvisionali:
Gruppo di Falco s.r.l., Opera (MI)
L’eCCeLLeNza deL CoLore
Un’opportunità dall’alto valore culturale e
professionale. Un’esperienza che ci lega ancor
più alla città di Milano dopo i lavori di restauro
alle facciate e manutenzione delle cromie
del Teatro alla Scala nel 1999 e nel 2004” ha
dichiarato Maurizio Poletti, amministratore
delegato di akzo Nobel Coatings s.p.a.
Dal 1975 ad oggi, il complesso architettonico
ha subito sostanziali trasformazioni e interventi
manutentivi che ne hanno modificato l’assetto
architettonico ed estetico (come le finiture in
litocemento largamente usate nelle facciate
esterne e nel colonnato del portico, in uso alla
fine del 1800).
Il ciclo proposto è consistito in una diversificata
gamma di prodotti Sikkens, da sempre il
marchio di riferimento per interventi di tipo
storico – architettonico, utilizzato anche per i
Piani del Colore realizzati sino ad oggi su tutto il
territorio italiano.
I lavori sono stati effettuati in accordo con le
indicazioni della Sovrintendenza per i Beni
Architettonici e per il Paesaggio di Milano,
nonché la Direzione Centrale Tecnica - Settore
Tecnico Cultura e Beni Culturali diversi.
Il progetto e la direzione lavori sono stati affidati
all’Arch. Riccardo Zanetta, già collaboratore
di AkzoNobel per la realizzazione del restauro
delle facciate monumentali del Teatro alla Scala.
L’intervento, sostenuto in ogni sua parte
da akzoNobel, ha ripristinato tutto il valore
delle cromie delle superfici dei vari supporti
(intonaci e manufatti lapidei, lignei e metallici)
così da preservare nel tempo il decoro e la
bellezza sobria dell’architettura del Palazzo
del Piermarini.
In particolare, il trattamento di micro sabbiatura,
ha permesso di riportare alla luce la tessitura
e la bellezza delle superfici in litocemento e in
granito rosa di Baveno.
Durante i lavori, è stata garantita la massima
assistenza tecnica e la consulenza in cantiere,
nonché la fornitura di tutti i prodotti (pitture,
smalti e fondi) necessari per le finiture delle
superfici murali e degli infissi richiesti.
PRIMA DEll’INTERVENTO DI RESTAURO.
L’AD POLETTI RICEvE I sALUTI
DEl PRESIDENTE DEllA REPUBBlICA GIORGIO NAPOlITANO
E DEll’EX SINDACO DI MIlANO lETIzIA MORATTI.
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PER NON DIMENTICARE POMPEI
COME SAlVAGUARDARE Il NOSTRO PATRIMONIO.
FOTO DI CORINNE FORTIER / HERITAgE MONTREAL
B
enché non sia antica come Pompei, la
vistosa struttura che svetta con i suoi 15
metri sulla cima di una vecchia latteria in
stile art déco a Montreal (Canada) è certamente
uno dei monumenti più rappresentativi della
città. Col passare degli anni, tuttavia, il
clima rigido e i cambiamenti delle condizioni
ambientali si sono fatti sentire sulla gigantesca
Guaranteed Pure Milk bottle, che la ruggine ha
cominciato lentamente a corrodere.
Non si poteva proprio permettere che ciò
accadesse, per cui - i responsabili della
soprintendenza di Pompei ne prendano buona
nota - la Heritage Montreal ha deciso di
intervenire. L’organizzazione, fondata 30 anni
fa per promuovere e tutelare il patrimonio
architettonico, storico, naturale e culturale
dell’area metropolitana di Montreal, ha richiamato
l’attenzione del pubblico sulle condizioni dello
storico serbatoio sopraelevato e l’anno scorso grazie a un progetto sponsorizzato da AkzoNobel
e da altri partner - i risultati del restauro sono
stati svelati con orgoglio.
“La bottiglia di latte è una parte divertente
della nostra storia, benché tradizionalmente si
pensi che quest’argomento debba per forza
riguardare cose serie” afferma dinu bumbaru, già
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Segretario generale del Consiglio internazionale
per i monumenti e i siti, e attualmente direttore
strategico della Heritage Montreal.
Si è trattato di una splendida idea per
sensibilizzare la gente sulla necessità di
proteggere il proprio patrimonio.
“Essa ci ricorda che ai nostri nonni il latte
veniva consegnato a domicilio, eppure questa
meraviglia veniva lasciata lì a deteriorarsi. Noi
abbiamo voluto dimostrare che è possibile
salvare questi monumenti, specie quando altri
danno una mano con la loro energia e il loro
entusiasmo, e ce l’abbiamo fatta”.
Nel caso della bottiglia di latte, il principale
responsabile era costituito dalle cause naturali.
Da più parti si è asserito che in Italia la Casa dei
gladiatori di Pompei sarebbe crollata a causa
dell’incuria e per la mancanza di fondi statali.
Ma sono davvero il clima e l’erosione le
minacce più gravi per i nostri monumenti
storici? e la brama di comfort e di progresso
dell’uomo? Gli antichi templi di Angkor Watt
in Cambogia, per esempio, sarebbero a rischio
perché le condutture di scarico di un tempo sono
ostruite e dal terreno viene prelevata troppa acqua
allo scopo di rifornire gli alberghi a cinque stelle
nelle vicinanze, dimenticando che così la terra si
inaridisce e diviene potenzialmente instabile.
L’IMPortaNza deL CoLore
Bumbaru ha le idee chiare sul motivo principale
che sta alla base della rovina dei nostri manufatti,
vale a dire la mancanza di manutenzione.
“È come non lavarsi i denti” sostiene “i danni
non si vedono subito, ma alla fine si arriva a un
punto in cui si forma una vasta carie. Lavarsi i
denti non è la cosa più emozionante che esista,
ma una cura regolare mantiene la bocca in
buona salute. Con gli edifici è lo stesso”. I fatti
recenti di Pompei sembrerebbero dimostrare
queste sue affermazioni.
anche il progresso tecnologico ha prodotto i
suoi effetti. Spesso la manutenzione media dei
moderni manufatti deve essere effettuata solo a
intervalli di anni anziché di mesi, cosicché si finisce
per dimenticarsi di quanto essa sia importante e
la competenza non viene tramandata.
Un metodo per salvare le nostre strutture
è riconvertirle ad altre destinazioni d’uso, e
Bumbaru spera che avvenga proprio questo con
Silo 5, un ex silos per cereali nel vecchio porto
di Montreal costruito dalla Grand Trunk Rail
Company all’inizio del ‘900, che pur non essendo
più in funzione dal 1995 la dice lunga sul ruolo
storico di Montreal come porto all’avanguardia
mondiale per il commercio del grano.
“È stato dichiarato non più utile e se ne
prevedeva la demolizione, ma siamo riusciti
a fermarla” ricorda Bumbaru. “Ora dobbiamo
ridargli una nuova vita. La bottiglia di latte è
un monumento: potremmo dipingerlo e tanto
basterebbe, ma Silo 5 è costituito da un mezzo
chilometro di antichi macchinari e rappresenta
un patrimonio più complesso”. Come ogni
progetto, richiede tempo. “La gente si interessa
di sviluppo sostenibile, ma non si rende conto
che non è una faccenda in cui basta ‘aggiungere
acqua’ per avere risultati immediati”. Il punto
della sostenibilità è che è un trend a lungo
termine. È come occuparsi di un frutteto: non
puoi avere mele finché non pianti dei semi, e
non puoi disinteressartene per 15 anni e poi
tornare per il raccolto. Devi curarlo ogni giorno”.
È una filosofia mutuata dall’altra sponda
dell’Atlantico dall’equivalente inglese della
Heritage Montreal. Custode di oltre 400 siti
storici e archeologici importanti, la english
Heritage lavora per salvaguardare il patrimonio
del Paese per le generazioni future e ha
recentemente pubblicato l’edizione del 2010
dell’Heritage at Risk Register (Registro delle
costruzioni a rischio dell’English Heritage) che
elenca gli edifici e i monumenti principali del
Paese, classificati di grado I e II (ovvero quelli di
interesse eccezionale e quelli particolarmente
importanti rispettivamente), che rischiano di
venire danneggiati o demoliti se non si interviene
con urgenza per stabilizzare le loro condizioni.
In effetti il numero dei monumenti classificati a
rischio è sceso del 17% tra il 1999 e il 2007, ma
da quest’ultimo anno in poi si è registrato un
sensibile – e preoccupante – rallentamento del
tasso annuale di diminuzione.
“Uno dei motivi principali per cui le costruzioni
sono a rischio è il fatto che sono superflue”
spiega rosslyn stuart, direttore della
pianificazione e dello sviluppo della english
Heritage per l’Inghilterra orientale.
“Si è verificata una dismissione senza precedenti
di ospedali, scuole, municipi, tribunali e simili.
Se il cambiamento di sede avviene rapidamente
e lasci trascorrere del tempo tra il momento
dell’abbandono dell’occupante precedente e
l’arrivo del nuovo, la struttura resta abbandonata
per troppo tempo e comincia a decadere.”
Inoltre, secondo Rosslyn Stuart, i luoghi di culto
sono particolarmente a rischio a causa dei
cambiamenti demografici.
Se la popolazione diminuisce, si prospetta una
competizione tra i devoti e gli altri appassionati
di questi edifici per occuparsene e mantenerli
in servizio. Lo sviluppo è un altro fattore di
rischio: pensate agli edifici ormai lasciati a se
stessi; subiscono il degrado e vanno in rovina.
Intervenire in fretta è la soluzione, insiste Stuart,
ed è anche un’idea valida dal punto di vista
economico.
“Stiamo invitando la gente a puntare sulla
prevenzione: un vecchio adagio dice che chi
più spende meno spende. Curate i nostri edifici
storici oggi se volete salvarli domani. Sappiamo
che le finanze sono sotto forte pressione,
ma la via da seguire è “poco e spesso”: è più
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economico spendere per riparare una grondaia
otturata oggi che non spendere 40.000 sterline
per riparare il tetto tra cinque anni”. Tuttavia
catturare l’interesse del pubblico non è sempre
facile, anche se nel Regno Unito la serie TV
“Restoration” (che porta alla ribalta siti storici
in rovina e invita i telespettatori a votarne uno
da salvare mediante una forte sovvenzione)
si è rivelata un grande successo. Se questo
non sembra forse il sistema più giusto
per decidere quali progetti e edifici storici
contribuire a salvare, almeno riesce a diffondere
efficacemente la pubblica consapevolezza della
necessità di salvaguardare il nostro patrimonio.
akzoNobel è andata oltre, facendo appello
a ideali più estetici per promuovere questa
causa. “dai più colore alla tua vita” è una
frase evocativa, ma l’impiego delle vernici
e dei rivestimenti come parte integrante
dell’iniziativa globale della multinazionale
olandese, riguarda tanto la tutela del
patrimonio di un’area quanto il suo
miglioramento dal punto di vista estetico. un
programma che traduce in realtà la mission
aziendale, ovvero aggiungere più colore alla
vita delle persone.
Come convincere dunque le persone a
impegnarsi nel salvataggio del tessuto della
loro storia? Rosslyn Stuart è convinta che sia
un buon inizio dimostrare quanto un piccolo
intervento possa davvero fare la differenza. “Il
progetto Lincolnshire Heritage at Risk mira a far
sì che tutti lavorino per salvaguardare il proprio
patrimonio storico. Essendo un progetto guidato
da una comunità, l’idea consiste nel coinvolgere
dei volontari, lavorare attivamente per reclutarne
in tutta la contea e dimostrare loro quanto sia
facile dare una mano. Per noi è un progetto
pilota entusiasmante”.
Dinu Bumbaru adotta una duplice strategia:
oltre ad impartire lezioni di ristrutturazione
della casa (promosse da AkzoNobel) tramite
la Heritage Montreal, insegnando alla gente
metodi pratici per prendersi meglio cura dei loro
mondi personali, egli fa anche una domanda
cruda e diretta: “Chiedo alla gente se, di qui a 25
anni, sarebbe orgogliosa di confessare ai propri
figli o ai propri nipoti di non aver fatto niente e
di essere in ultima analisi responsabile per ciò
che è stato demolito, abbandonato o dichiarato
inagibile. Può suonare sgradevole, ma la realtà
è che non fare niente equivale a distruggere,
e il fatto di rendersene conto ti dà una nuova
prospettiva del futuro”.
Il contributo di akzoNobel in Italia.
Preservare il patrimonio storico mondiale è una
sfida per chiunque ne sia coinvolto: ci offre
un’ottima occasione per tenere fede alla nostra
promessa di “dare oggi le risposte di domani”
(Tomorrow’s Answers Today), oltre a farci capire
che la tutela del nostro patrimonio è un tema
caldo che richiede un sincero rispetto per il
passato.
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“È necessario disporre di una gamma
differenziata di prodotti” spiega Pino Milana,
direttore tecnico di akzoNobel deco Italia.
“In Italia ci sono tantissimi edifici storici, ragion
per cui ci vengono spesso ordinate pitture
minerali alla calce o ai silicati. Le pitture acriliche
non sarebbero appropriate, perché gli edifici di
Roma, Venezia o Milano non devono sembrare
dipinti di fresco né avere l’aspetto di una scatola
di plastica nuova e lucente. È di importanza
fondamentale che il lavoro di restauro sia
simpatetico”.
Il Piano del Colore di Portofino (2006) è un
eccellente esempio della strategia AkzoNobel:
uno studio del colore appositamente realizzato
da Sikkens - marchio leader sul mercato dei
prodotti vernicianti - per illustrare i colori e i
materiali specifici da utilizzare in tutti i progetti
di restauro del pittoresco borgo ligure. È uno
degli innumerevoli progetti analoghi ideati da
AkzoNobel per garantire il mantenimento dei
caratteri peculiari di una particolare zona a
vantaggio delle future generazioni. Fra le altre
città che beneficiano di un Piano del Colore
figurano: Torino, Centro Storico di Firenze –
Quartiere di San Lorenzo, Trieste, Caserta e
“Roma Municipio II”. Attualmente AkzoNobel
è impegnata nella conclusione del Piano del
Colore per Bergamo Alta.
“Un Piano del Colore consiste fondamentalmente
nella collezione dei colori tipici di una particolare
città” continua Milana, “prevede la campionatura
e la rimozione degli strati per riscoprire le tonalità
originarie”. Altra caratteristica importante, i
prodotti impiegati per rivestire le facciate sono
autopulenti. “L’inquinamento costituisce un
grave rischio per i nostri edifici, nonostante si
stia decidendo di vietare il traffico in molte aree.
Tuttavia c’è anche un ritorno economico, perché
se riusciamo a fornire un prodotto in grado di
mantenere un aspetto estetico gradevole per
tempi più lunghi, riusciamo anche a contenere
i costi di restauro”.
Oltre ai Piani del Colore, AkzoNobel in Italia
è impegnata anche nella realizzazione di
importanti progetti per il restauro di monumenti
o edifici storici e contemporanei. Tra i quali
è doveroso citare il restauro delle facciate
e manutenzione delle cromie del Teatro alla
Scala di Milano (1999 e 2004), le facciate del
Castello del Valentino di Torino, il Portico di San
Luca a Bologna, o il foyer del Teatro Petruzzelli
di Bari, fino ai lavori più recenti per il nuovo
Museo MACRO di Roma, a firma dell’architetto
Odile Decq nel 2010, e il restauro del cortile
interno e del porticato del prestigioso Museo
del Risorgimento di Milano (marzo 2011, in
occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia).
Tra le esperienze di stile più contemporaneo,
AkzoNobel ha partecipato ad importanti progetti
come la Chiesa Dives in Misericordia di Richard
Meier di Roma, il Palazzo Vela di Gae Aulenti
a Torino (2005) e il Vulcano Buono di Nola di
Renzo Piano (2008).
Testo tratto da Don’t let our heritage turn sour,
di Rebecca Parsley, A - AkzoNobel magazine
6/2001.
L’IMPortaNza deL CoLore
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IL COLORE IN CUCINA
L’OcchIO è LA PORTA
DEL GUsTO.
S
e è innegabile che ci nutriamo per necessità, ridurre l’alimentazione a una mera esigenza
funzionale dell’organismo è davvero un peccato. La percezione “preventiva” di un piacere
passa per il cervello e nasce in primo luogo dalla sollecitazione visiva e, dato che il cibo è
indubbiamente uno dei piaceri della vita, l’attrazione prende le mosse dalla piacevolezza dello stimolo
che raggiunge gli occhi.
Solo dopo entrano in gioco olfatto e gusto a chiudere il cerchio.
Chiunque abbia visitato un mercato africano, asiatico o sudamericano conosce la formidabile forza
di attrazione di quelle fantastiche tavolozze multicolori che sapienti mani dispongono sui banchi.
Le incredibili sfumature dei gialli e dei rossi delle mille spezie, l’esplosione dei colori pastello delle
verdure locali, spesso corroborati nelle vicinanze dai piumaggi degli animali.
E la frutta che racchiude sotto la buccia una polpa dai colori sgargianti.
una tempesta di segnali che ne suscita altrettanti collegati alla successiva degustazione
di quanto guardiamo. Una collinetta di sumac mediorientale rosso intenso ci suggerisce agnello
rosolato o filetti di pesce arrostiti, la solare curcuma stimola la fantasia per preparare pollo, gamberetti
e anche verdure debitamente insaporiti.
Ma non è necessario varcare gli oceani per sviluppare la capacità di valorizzare i colori in cucina.
Il fenomeno della nouvelle cuisine ha portato innovazione nel trattamento e nella scelta delle
materie prime, ma ha anche valorizzato la presentazione del piatto, con particolare attenzione agli
accostamenti cromatici esaltati anche dalle cotture brevi o a vapore, puntando alla coreografia e
modellando gli ingredienti a piccoli e geometrici pezzi.
L’eredità di questa esperienza ci insegna che non è necessario essere uno chef, ognuno può esprimere
al meglio la sua creatività con un sforzo di fantasia. Ecco un piccolo esempio.
Preparate un risotto normale con burro, cipolla e brodo ma usando il riso venere, quello nero.
A pochi minuti dal termine aggiungete filetti di pomodoro fresco spellati e foglie di basilico.
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L’IMPortaNza deL CoLore
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LA FORMA DEL COLORE
cLIMA cROMATIcO
NEI LUOGhI DI cURA.
D
opo la definizione di Clima Cromatico, affrontiamo come il colore viene applicato e percepito
in un ambiente di lavoro particolare come quello medico-dentistico. un tema delicato e di
estrema attualità, date le condizioni nelle quali si trovano talvolta ad operare i professionisti
del settore, ignari – loro malgrado – dell’importanza di un giusto accostamento di colore quando si
interviene su un paziente. abbiamo chiesto al Prof. Caiazzo, designer e color consultant, nonché
vicepresidente della IaCC International association of Color Consultants di illustrarci brevemente
la sua esperienza.
un argomento insolito e forse poco noto ai progettisti…ma come si definisce lo studio del colore in
un ambiente particolare come quello medico?
ILLUsTRAZIONE DI ELENA vON HEssEN.
I cOLORI ABBINATI AI cENTRI ENERGETIcI.
BIOGRAFIA
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Massimo Caiazzo, vicepresidente per l’Italia del
Comitato Internazionale dello IaCC International
association of Color Consultants (www.iaccna.org),
l’associazione che riunisce i progettisti del colore più
antica del mondo. dal 1990 al 2006 ha collaborato
con l’atelier Mendini di Milano. dal 2003 è docente di
Cromatologia presso l’accademia di verona e di corsi
di approfondimento sul colore nella progettazione
a Milano presso la Nuova accademia di belle arti
(Naba), la domus academy e il dipartimento di nuove
tecnologie dell’accademia di brera. Nella sua attività
di Color Consultant, ha sviluppato studi cromatici
in diversi settori: nautico, automobilistico, trasporto
pubblico, arredo, architettura d’interni, design, moda,
exhibit design nell’ideazione di eventi e performance
e in ambito artistico. Nel 2010 è autore dell’intervento
no-profit di riqualificazione cromatica degli interni
della chiesa di santa Maria Maggiore a Mirabella
eclano (xI sec) in provincia di avellino.
Nel 2009 coordina con anna barbara il workshop a
premi “Coloriamo il Mondo”, un concorso che si pone
l’obiettivo di promuovere la cultura progettuale del
colore per valorizzare e recuperare il territorio urbano.
riservato agli studenti del Politecnico, della Nuova
accademia di belle arti e della domus accademy
di Milano e dell’accademia di verona. Nel 2008, per
la prima volta in europa, sviluppa l’intervento di
riqualificazione cromatica di un istituto di pena, con il
progetto no-profit “Colore al carcere di bollate”.
Nel 2006 partecipa alla x° biennale di architettura di
venezia (eventi collaterali della selezione ufficiale)
con il suo progetto “Nuovo Paesaggio Cromatico”:
un’installazione esperienzale e una scenografia
dinamica, sulle relazioni tra colore, percezione artistica
e pratica del quotidiano, che ha coinvolto anche
musicisti e neuroscienziati. Nel 2005 per il “festival
della Mente” di sarzana
presenta il workshop
“La nuova percezione
del colore” che registra
il tutto esaurito. suoi
lavori sono esposti nelle
collezioni del “Museum
fur Kunst und gewerbe”
di amburgo, del “Musèe
Les arts dècoratifs”
del Louvre di Parigi e
del”Museum 4th block
of ecological art” di
Kiev.
Esistono pochissimi testi che affrontano con rigore scientifico gli effetti del colore nei luoghi di cura e tra
questi i più significativi son stati pubblicati da due insigni studiosi: il dottor Heinrich Frieling, (fondatore e
primo presidente della IACC) psicologo, biologo, filosofo, già fondatore dell’Institute of Color Psychology
in Germania e il professore Frank Mahnke (presidente della IACC attualmente in carica), che per primo ha
elaborato il disciplinare internazionale relativo al clima cromatico nei luoghi di cura.
Per formulare un progetto efficace sono necessarie conoscenze umanistiche e scientifiche in grado di
guidare il designer nella scelta delle tecniche e dei materiali più idonei alla sua realizzazione. Per questo
solo una formazione interdisciplinare offre gli strumenti necessari a soddisfare, in questo specifico ambito
della progettazione, le esigenze funzionali ed estetiche che consentono di ottenere una piena integrazione
tra uomo e ambiente costruito. Lo studio del colore in ambito medico e ospedaliero riveste un’importanza
fondamentale anche nel percorso formativo di IACC. Nel corso della mia attività professionale, più volte mi
sono confrontato con problematiche legate al rapporto tra ergonomia cromatica e benessere del fruitore.
Ultimamente ho sviluppato il progetto cromatico e delle sorgenti luminose di uno studio dentistico con una
superficie complessiva di circa 130 mq che si trova all’interno di un meraviglioso edificio liberty nei pressi
di piazza Duse a Milano, in fase di completamento mentre scriviamo.
Quali tonalità avete usato?
Il progetto è incentrato sull’uso accurato del colore e della luce artificiale, e si sviluppa con la volontà di
pervenire ad un risultato che non sia meramente estetico ma che sappia anche esprimere un più esteso
concetto di “igiene” del “luogo di cura” sottolineandone la funzione terapeutica anche sul piano visivo.
Il clima cromatico, oltre a ottimizzare la percezione dei volumi, della temperatura e del tempo trascorso a
seconda della tipologia e della funzione degli spazi è impostata su due livelli complementari: da un lato lo
“scenario visivo” del personale sanitario - un primo livello “attivo” di grande responsabilità del medico che
fornisce la terapia -, dall’altro quello dei pazienti - un secondo livello “ricettivo” per farli sentire a proprio
agio. Le attività sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, che quotidianamente vengono svolte in uno studio
dentistico necessitano di condizioni di visibilità costante. Più specificatamente il progetto è stato formulato
con l’obbiettivo di incrementare l’ergonomia visiva degli ambienti e risolvere le problematiche “metameriche”
che investono l’illuminazione e la percezione della temperatura del colore.
“Il contesto ricettivo deve coniugare armoniosamente la piacevolezza dell’ambiente e il benessere
dell’utenza e del personale non medico alleviando la tensione dei pazienti offrendo loro un ambiente
confortevole e cangiante”.
Come si è intervenuto per rispondere efficacemente alle necessità di medico e paziente?
Nelle postazioni operative, sono stati inseriti due elementi colorati di forma circolare che con funzioni
diverse supportano sia il paziente che il dentista. Sul soffitto, in prossimità della poltrona del paziente, è
stato collocato un disco color indaco, del diametro di circa cinquanta centimetri realizzato con pigmenti
in polvere, che consente di assorbire, a livello psicologico, sia i suoni acuti e stridenti degli strumenti del
dentista che la stessa percezione del dolore da parte del paziente. Infatti, in base alle associazioni acustiche
assegnate da Heinrich Frieling, all’interno di un ambiente, i colori caldi amplificano le sensazioni sonore,
mentre quelli freddi e scuri assorbono i rumori. L’indaco è considerato il colore che meglio riesce ad attutire
sia la percezione del rumore che del dolore prima sul piano fisiologico e poi psicologico.
Sulla parete destra invece, un disco di colore turchese consente al dentista, che si trova ad operare
costantemente in un contesto cromatico in cui domina il rosso-rosato del sangue o delle gengive, di
ristabilire condizioni di percezione normale e “compensare” la prolungata visualizzazione del rosso.
L’IMPortaNza deL CoLore
Il nostro cervello infatti decodifica le informazioni
trasmesse dall’occhio stimolato dalla visione
semplice o composita di determinate forme e
colori, producendo una visione successiva del tutto
inesistente nella realtà. Questo fenomeno avviene
dopo aver fissato a lungo un singolo colore o una
sequenza di tonalità. Successivamente, osservando
uno sfondo bianco, nel caso di un singolo colore,
apparirà il suo opposto (complementare o polare),
mentre nel caso si tratti di una sequenza di tonalità,
questa apparirà ribaltata.
e dal punto di vista dell’igiene?
Un altro aspetto importante è quello legato
all’igiene degli ambienti medici che, per garantire
un’azione germicida efficace deve eliminare
anche tutti quei batteri che hanno sviluppato una
fortissima resistenza agli antibiotici e ai disinfettanti
tradizionali. Studi recenti hanno evidenziato come
la luce violetta, pur essendo innocua per i tessuti
umani, abbia un forte potere sterilizzante. Nelle
postazioni chirurgiche, oltre alla presenza delle
sorgenti di luce violetta, per garantire la massima
azione germicida, le pareti sono state verniciate
con un’idropittura murale a base di ioni d’argento,
lavabile ed efficace nell’inibire la proliferazione
di batteri. Per identificare le tonalità più adatte ai
vari contesti, ho lavorato su gamme cromatiche
specifiche come il pervinca chiaro, il glicine,
il lavanda, colori che anticamente si usavano
addirittura nelle sale di anatomia.
Un altro aspetto rilevante in ambito dentistico,
soprattutto nelle operazioni ricostruttive dei denti
e delle protesi è legato alla percezione delle
diverse gradazioni di bianco, normalmente falsate
a causa di fenomeni metamerici.
La metameria infatti è un fenomeno ottico che si
verifica quando due colori che appaiono identici
sotto una certa luce, mostrano tonalità differenti
se illuminati con una luce diversa.
Per ottimizzare la percezione dei bianchi è
necessario adottare particolari accorgimenti
volti ad ottenere una temperatura delle sorgenti
d’illuminazione simile a quella solare.
e come viene affrontato questo particolare
settore?
Il nord Europa dimostra maggiore consapevolezza
dei benefici di un clima cromatico efficace, anche
per la necessità di far fronte alla carenza di luce
naturale che è molto sentita. Infatti proprio da
paesi come la Finlandia e la Scandinavia, arrivano
i più interessanti sistemi d’illuminazione ottenuta
con speciali fluorescenze che diffondono una
luce molto simile a quella solare che rende il
contesto più “naturale” e quindi vivibile. In nord
Europa, gli ambienti, soprattutto d’inverno, sono
davvero poco luminosi, e proprio per questo le
persone non rinunciano al colore. In Italia, buona
parte dei progettisti sembra non tenere in alcun
conto la temperatura del colore delle sorgenti
luminose. Troppi progettisti, pur rispettando le
normative che prevedono l’eliminazione delle
lampadine a incandescenza, si ostinano a
utilizzare sorgenti standard dimenticando che
la percezione degli ambienti cambia radicalmente
nel corso delle stagioni. La temperatura della
luce interferisce persino con la percezione
dell’incarnato. Sino ad oggi nel panorama
italiano sono mancate occasioni di studio e di
approfondimento di questo tema specifico delle
applicazioni del colore. Per questo molti progetti
riflettono ancora una logica autoreferenziale che
conduce inevitabilmente allo “sterile narcisismo”.
dischi indaco e verde per le sale mediche, e
per le altre stanze come la sala di attesa?
La tavolozza della sala d’attesa è composta
da otto tonalità declinate in diversi gradi di
saturazione che si accordano al parquet e al
bellissimo soffitto decorato.
Le diverse temperature di colore proiettano
ombre sia calde che fredde mentre l’illuminazione
perimetrale celata in una cornice trasforma il
soffitto in una volta luminosa.
Concludendo devo sottolineare che se da un
lato l’eccessivo uso del bianco negli ospedali per
dare la sensazione di igiene è un’applicazione
sbagliata poiché essendo un colore privo
di effetti psicoterapeutici rende gli ambienti
asettici, freddi e distanti dalle persone, dall’altro
devo ammettere che purtroppo oggi nei luoghi
di cura si sta diffondendo una “voglia di colore”
non supportata da una adeguata “cultura del
colore” che si traduce in tendenze chiassose e
ipercolorate che riducono il colore a mero fattore
estetico limitandosi ad un approccio superficiale
che risulta spontaneista e dannoso, sia per il
personale sanitario che per i pazienti.
Infine, erroneamente, il colore viene considerato
come un elemento di svago per distrarre e
infondere allegria. Intenzioni ammirevoli, ma
questo tipo di approccio resta lacunoso. A volte
per esempio si riscontrano degli eccessi di verde
alle pareti poiché il luogo comune lo identifica
come un colore rilassante che rimanda alla natura
mentre in realtà la gamma del verde interferisce
con l’incarnato. Questo significa che il colore viene
usato come semplice decorazione, imponendo
arbitrarie combinazioni cromatiche che non fanno
altro che amplificare la condizione di fragilità della
“malattia” e non la speranza di “guarigione”.
Anche se sembra scontato desidero sottolineare
che livello di apprezzamento estetico generale
costituisce anche uno dei principali motivi di
fidelizzazione del paziente.
Infine, un altro tema di grande attualità è il
risparmio energetico. Razionalizzando il numero
di apparecchi illuminanti e scegliendo le sorgenti
più adatte è possibile incrementare la luminosità
degli ambienti e ridurre i consumi.
Massimo Caiazzo, 2011 – tutti i diritti riservati
Comitato esecutivo IaCC Italia – vicepresidenza: Prof.
Massimo Caiazzo – alzaia Naviglio Pavese, 274 – 20124
Milano. [email protected].
13
ROssO
NUMERO 1.
R
osso di sera bel tempo si spera”, “rosso CocaCola”, “Campari Red Passion”, “rosso Ferrari” o
“rosso Ducati”: che sia per un modo di dire, che sia il colore della bibita più bevuta del mondo,
o per specificare una tipologia di rosso associandolo a marchi talmente apprezzati che ormai
lo rappresentano, il rosso è uno dei colori più famosi d’Italia, forse anche perché proprio del tricolore
fa parte.
Il rosso non è solo uno dei colori più usati oggigiorno, fin dall’antichità detiene diversi primati: è il primo
colore ad aver avuto un nome, è il colore che più facilmente colpisce i sensi, se è vero che è il primo
colore per citazione spontanea, ed è il primo colore dell’arcobaleno.
Un buon inizio per “un colore come un altro”.
Ma quali sono le origini del rosso?
La parola rosso, dal latino “rutilus e ruber”, “sangue e vita”, rappresenta il corpo, la materia.
Nella simbologia, in quella antica come nella più moderna, il colore rosso ha aspetti sia positivi che
negativi e simboleggia sì vita, ma anche morte: da un lato è amore e passione, energia, gioia e festività;
dall’altro è il colore della violenza, dell’ira, di Marte, dio della guerra, della ferocia e del sangue.
Nell’onirico il rosso è un eccitante e simboleggia il mettersi in gioco, l’azione in contrapposizione alla
teoria, oltre a significare un sentimento di bisogno di protezione e di calore.
Nei sogni il rosso vive sul filo delle contrapposizioni: può rappresentare infatti creazione o distruzione,
amore o odio, vita o morte.
Il rosso è anche il colore delle prostitute e questo ne rappresenta il suo simbolismo più terreno, legato
all’amore carnale, e infatti nell’Apocalisse, la grande prostituta è vestita di porpora e di scarlatto.
Ma lo stesso colore simboleggia l’amore celeste, la passione per Cristo, ed è il colore del Sacro Cuore.
A conferma del fatto che ogni simbolo ha aspetti positivi e negativi.
Anche nell’Egitto dei faraoni, per esempio, il rosso (“Desher”) assumeva significati diversi a seconda
dei contesti: veniva considerato benefico quando simboleggiava la vita, ma aveva significati malefici
e negativi quando veniva associato all’aridità del deserto, parola che deriva proprio dal colore rosso.
Nei secoli scorsi il rosso è sempre stato simbolo di regalità. Il prezioso color porpora è il colore tipico
degli abiti religiosi. I cardinali, per esempio, vestono di rosso sia per ricordare il sangue dei martiri della
Chiesa, sia perché dona loro regalità.
“
14
IMProNte dI Moda, CostuMe e LIfestyLe
Oggi il rosso, per la sua comprovata capacità di
attirare l’attenzione, viene utilizzato nei segnali
di pericolo e di emergenza, o più semplicemente
per indicare un debito, da cui l’espressione
“essere in rosso”.
Ma questo colore appare da secoli anche nella
letteratura. A partire da “Il rosso e il nero” di
Stendhal fino ad arrivare al “Rossovermiglio”
di Benedetta Cibrario, passando per “Il libro
rosso” di Jung, “Autunno rosso porpora” di
Elena e Michela Martignoni, “Rosso Malpelo”
di Verga o “Rosso Floyd” di Michele Mari,
senza considerare il mondo delle fiabe dove
“Cappuccetto Rosso” resta un evergreen (tanto
da diventare un film prodotto recentemente),
questo colore ha influenzato la produzione di
moltissimi autori, non solo in campo letterario
ma anche artistico, musicale e cinematografico.
Lo stesso Keith Haring diceva: “Il rosso è uno
dei colori più forti. Come il sangue: colpisce
l’occhio”. E nella musica, nostrana e non, appare
nei titoli di diversi album, a partire da “The red
album” dei Beatles fino a “Rossorelativo” di
Tiziano Ferro, ma anche “Album rosso” degli
Yo-Yo Mundi, “RossoNoemi” della cantante
che ha raggiunto il successo grazie alla
partecipazione a X-Factor e a San Remo, o il
brano dal titolo “Rosso” di Nicolò Fabi.
Neanche “la settima arte” è esente
dall’influenza di questo colore, basti pensare a
“Profondo rosso” di Dario Argento, a “Caccia
a ottobre rosso”, al “Film rosso” della famosa
trilogia di Kieslowski o all’opera anni ’80
dell’intramontabile Gene Wilder , “La signora in
rosso”. E se ne “La signora in rosso” è l’uomo,
rappresentato nel suo stereotipo di uomo-ingenuo,
ad essere attratto da un’avvenente donna dai
vestiti porpora, oggi potremmo anche avere un
sequel tutto al contrario.
Da una recente ricerca dell’Università di
Rochester e dell’Università di Monaco infatti, è
emerso che sono proprio le donne ad essere
attratte dagli uomini in rosso.
“Il rosso è sempre stato considerato un colore
sexy se indossato da una donna, ma i nostri
risultati suggeriscono che il legame tra il rosso e
il sesso vale anche per gli uomini” ha spiegato
Andrew Elliott, uno degli autori della ricerca.
Il rosso è quindi il colore dell’attrazione e
della sensualità, il colore capace di rendere
più affascinanti e attraenti uomini e donne,
insomma, il colore in grado di aprirvi le porte a
una notte a “luci rosse”.
15
il colore è ovunque,
basta cercarlo.
IL COLORE è OvUNqUE,
BAsTA cERcARLO.
NOTIZIE & PRIMIZIE
02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY
PAINT, magazine 2011 n. 2
Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 – 28040 Dormelletto (NO).
email: [email protected]
Stampa a cura di: biemme srl (Milano)
Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 giugno 2011.
Direttore responsabile: Maurizio Poletti
Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni
Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano
Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Giuseppe Fischetti, Barbara Moretti, Nadia Odorico, Michela Petrosino, Francesco Pezzo, Barbara Serra,
Laura Savini, David Lichtneker, Willeke Jongejan.
Un particolare ringraziamento a: Comune di Milano, Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento di Milano; Associazione no-profit Amicigiò
di Arona (NO); Croce Rossa Italiana di Arona (NO); Fondazione Gaetano Bertini, Milano; Fondazione Mediterraneo, maison de la paix; Prof. Massimo Caiazzo, Milano;
Studio di Architettura Luca Scacchetti, Milano; Arch. Riccardo Zanetta, Torino; Studio Rosental, Arch. Giorgio Rosental, Torino; Fondazione Contrada Torino Onlus,
Arch. Germano Tagliasacchi; Gruppo Ordine s.r.l., Torino; Pierluigi Mutti; Arch. Antonio Mariniello, Napoli.
Foto di: Luca Casonato, Corinne Fortier, Emanuele Sandon, Maria Vernetti, Pino Milana, Barbara Moretti, Arianna Storoni, Nadia Odorico, David Lichtneker.
I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte.
®
www.fsc.org
MISTO
Carta
COLOREDIT
L’edItorIaLe dI roberto MeregaLLI
COLORNEWs
/
3
4
uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo /
Una festa dell’architettura per l’architettura
Presto un Piano del colore per Bergamo Alta /
Il Technical center si rinnova /
Totem della pace /
6
5
4
successo per la prima edizione della fiera colore /
“Let’s colour” video di AkzoNobel /
AkzoNobel accende la Formula 1 /
COLORvIsTA
La ParoLa aLL’esPerto
Tendenza colore 2011
COLORIAMO IL MONDO
9
9
8
10
/
12
/
Nuovi colori in piazza carignano a Torino
best ProjeCts
chiesa di s.Antonio di Padova in Poggiomarino (NA) /
PROgETTIAMO INsIEME
16
fare beNe agLI oCCHI e aL Cuore /
AkzoNobel per l’ex oratorio s.Basilio a Milano
casaoz a Torino /
17
community Program /
17
UN MONDO DI COLORI
Le NovItà dI aKzoNobeL
sikkens, herbol, hammerite
/
18
14
2
L’edItorIaLe dI roberto MeregaLLI
eNtrare NeL vIvo… deL CoLore!
Eccoci finalmente giunti al secondo numero di Paint, spero tanto che la prima edizione vi sia piaciuta,
noi nel frattempo abbiamo continuato a lavorare alla seconda uscita dell’anno che oggi ho il piacere
di introdurvi.
Vi anticipo che in questa sezione di “Notizie & Primizie” entriamo nel vivo di svariate attività, interessanti,
particolari e inusuali che abbiamo seguito con cura in questi ultimi mesi: si inizia con il successo della
prima edizione della Fiera Colore di Piacenza, si passa poi al nostro Akzo Nobel Technical Center che
ha completamente rinnovato il suo aspetto in “pixel” colorati, fino alle importanti sponsorizzazioni quali
il Festival dell’Architettura di Torino di luglio e sempre a Torino il Totem della Pace, in occasione dei 150
anni d’Italia. Ovviamente ci piace anche correre (ma in sicurezza!), magari su una vettura di Formula 1,
e allora eccoci a bordo della McLaren con la sponsorizzazione di AkzoNobel.
Una riflessione ed un approfondimento a parte per “Progettiamo Insieme”, dove si parla di quello che
noi internamente chiamiamo “Community Program” ovvero di tutte quella serie di attività di supporto
ed aiuto che come azienda socialmente responsabile ed attenta alla comunità in cui viviamo facciamo
per aiutare le persone, le istituzioni e gli enti.
Questo è un aspetto fondamentale del nostro futuro. Troppo spesso in passato, ma ancora oggi, le
aziende private (aggiungo a maggior ragione “le multinazionali”) sono viste come un tipo di impresa
che pensa solo al profitto, alla crescita del fatturato, ad investire in pubblicità per promuovere i
propri prodotti, dimenticandosi delle persone che ci lavorano ma soprattutto del contesto sociale e
geografico in cui opera. akzoNobel ha sempre dimostrato una certa vicinanza al proprio territorio
di appartenenza, dove è nata e cresciuta, e cerchiamo di mostrarci attenti alle esigenze della
comunità locale. Quando possibile, cerchiamo di offrire il nostro contributo attraverso donazioni di
nostri prodotti, oppure grazie all’intervento anche di nostri dipendenti con il coinvolgimento di tutti, per
aiutare chi ne ha più bisogno e portare un po’ di colore e serenità in ambienti meno fortunati.
Non vogliamo sostituirci all’attività di un’associazione no profit, ma possiamo fare la nostra parte per
aiutare chi ne ha bisogno. Vogliamo essere (e pensiamo già di esserlo) un’azienda che cresce con
sani profitti e fatturati, dove per sani intendiamo che una parte degli investimenti e delle persone sono
dedicati a supportare la comunità che ci circonda.
A questo punto, mi viene facile spiegare ed integrare il “Community Program” al nostro motto, italiano,
europeo, mondiale: “Adding Color to People’s lives”, “Aggiungere colore nelle vita delle persone” è la
nostra missione aziendale in qualsiasi parte del mondo e lo facciamo anche sostenendo le comunità
che ci circondano. Ne riparleremo sicuramente.
Ma adesso mi fermo qui, non voglio togliervi tempo per sfogliare il nostro magazine.
Approfitto dell’occasione per augurare una buona estate a tutti!
Roberto Meregalli
Direttore Marketing Akzo Nobel Coatings S.p.A., Deco Italia.
3
UNA FEsTA DELL’ARCHITETTURA
PER L’ARCHITETTURA
I cOLORI DI UNA cITTà chE sA GUARDARE AL NUOvO
chE AvANZA sENZA DIMENTIcARE IL sUO PAssATO.
A
rchitettura in città” è il tema portante della prima edizione
del festival dell’architettura 2011, che si terrà a torino
dal 14 al 17 luglio. L’evento è organizzato da oat –
ordine degli architetti di torino – e in particolare dalla sua
fondazione. Un Festival dedicato ai temi dell’architettura, del
paesaggio, del progetto e della città. Una festa aperta a tutti i
cittadini, con appuntamenti diversi che prevedono il coinvolgimento
di un pubblico più ampio, non solo di addetti ai lavori.
“
akzoNobel da sempre vicina ai temi dell’architettura e del
paesaggio urbano, partecipa come main sponsor all’evento,
attraverso il suo marchio leader sikkens. Una realtà consolidata
quella di Torino, dove Sikkens ha partecipato nel corso degli anni,
con il suo servizio gratuito di consulenza, a numerosi progetti per
il recupero del colore ed a progetti di restauro e ristrutturazione
delle facciate; come l’intervento di restauro dedicato alla facciata
del Castello del Valentino, sede della Facoltà di Architettura,
realizzato nel 2005. Fra i più recenti la ristrutturazione del Palavela,
su progetto dell’Arch. Gae Aulenti, realizzato in occasione delle
Olimpiadi invernali del 2006, e dell’insieme architettonico che
comprende il Teatro Carignano, realizzato puntualmente per le
celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, più una serie di realizzazioni su tutto il territorio cittadino e i
comuni limitrofi, dove Sikkens è presente con la sua rete di distributori autorizzati.
Sikkens dal 1958 partecipa alla storia di questa città, che sta vivendo una vera e propria rinascita, non
solo culturale, grazie ad un tessuto urbano animato e ricco di iniziative, che guarda al futuro puntando a
nuovi talenti. Protesa alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, alla messa in opera di progetti
per il recupero di ex zone industriali e alla realizzazione di nuove infrastrutture, Torino si pone come una
realtà che punta al cambiamento e all’innovazione senza dimenticare il suo passato.
È in questo contesto che una multinazionale come AkzoNobel ritrova quel radicato senso di appartenenza
territoriale che la contraddistingue, divenendo perno per il lancio di iniziative contemporanee.
AkzoNobel con Sikkens aderisce con entusiasmo all’iniziativa di OAT e della sua Fondazione, per essere vicini
alla città, ai suoi abitanti uniti nella loro diversità, legati ad un passato illustre che ha dato i natali alla nostra
nazione, e consapevoli di una storia sociale e culturale più recente spesso caratterizzata da toni controversi.
L’Ordine degli Architetti di Torino e la Fondazione OAT sono da tempo impegnati nella promozione
dell’architettura come “espressione culturale essenziale dell’identità di ogni paese, che riveste interesse
pubblico e costituisce un patrimonio della comunità”. Quattro giorni di iniziative, proposte da vari enti e
soggetti culturali territoriali, ciascuno secondo la lettura e le caratteristiche che gli sono proprie, con la
partecipazione di numerosi comuni limitrofi a Torino: Moncalieri, Nichelino, Grugliasco, Collegno, Rivalta,
Avigliana, Settimo, San Mauro, Rivoli, Ivrea.
PREsTO UN PIANO
DEL COLORE PER
BERgAMO ALTA
sINERGIA TRA MONDO
AccADEMIcO E IMPREsA.
P
roseguono a pieno ritmo i lavori per la
messa a punto del Piano del Colore di città
alta. Secondo il crono-programma definito
con il Comune di Bergamo, la consegna dello
Studio è prevista per la fine dell’anno. Il Piano,
illustrato ampiamente lo scorso anno durante
la Fiera Edile, è coordinato da AkzoNobel, già
protagonista dei Piani del Colore di Portofino nel
2006, di Roma Municipio II e Firenze Quartiere
di San Lorenzo, solo per citare i più recenti in
ordine di tempo.
Nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni
dell’Unità d’Italia, AkzoNobel celebra la bellezza
architettonica della città dei Mille con un Piano
del Colore dedicato alla rivalutazione delle sue
cromie originali. Un altro importante contributo,
dall’alto valore culturale e professionale, dopo il
restauro del Museo del Risorgimento di Milano
terminato ad aprile e ampiamente apprezzato
dalle più alte cariche dello Stato, con la visita
eccezionale del Presidente della Repubblica a
fine marzo.
Il progetto vede la partecipazione dell’Università
di Bergamo, CST Centro Studi sul Territorio
“Lelio Pagani”, sotto la direzione scientifica
della professoressa Juanita Schiavini e del
professore Fulvio Adobati oltre ad un qualificato
team di esperti dell’urbanistica, del restauro
architettonico e del colore, coordinati dalla
multinazionale già leader nel settore.
Nell’ultimo anno è stata portata a termine la
ricerca storica e il rilievo geometrico di tutte
le facciate. Da aprile il team di lavoro sta
finalizzando la mappatura dei vari materiali degli
edifici (intonaco, pietra ecc.) e, parallelamente,
l’analisi dello stato di fatto delle cromie attuali. Il
passaggio conclusivo di questo studio vedrà la
definizione della tavolozza colori e la normativa
del piano. A conclusione del percorso di studio, il
Piano del Colore di Città Alta diverrà un punto di
riferimento importante per il restauro degli edifici
e garanzia per il rispetto della tradizione cromatica
dei palazzi del centro storico di Bergamo.
4
IN cOLLABORAZIONE cON L’AccADEMIA DI BRERA.
T
erminati in primavera i lavori di tinteggiatura delle pareti esterne della sede di Castelletto
ticino di akzoNobel. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’accademia di
brera, scuola di Progettazione artistica per l’Impresa, grazie ad un workshop, condotto
dall’architetto Luca scacchetti, dedicato all’uso del colore in ambienti industriali. “Progettare
con il colore - Intervento sulle cromie dei prospetti di un edificio industriale” , proposto lo scorso
anno, è nato dall’idea di far incontrare il mondo accademico con l’industria, per approfondire
le tematiche relative all’uso del colore in ambienti industriali, nel rispetto dello spazio e della
natura circostante.
di Luca Scacchetti
L’esperienza svolta collegialmente tra il
workshop dell’accademia di belle arti di
brera di Milano e akzoNobel con tema la sede
del Technical Center AkzoNobel di Castelletto
Ticino e la ricerca di una sua differente identità
architettonica attraverso le cromie, ha dei
caratteri così unici e straordinari, che in qualche
modo potremo definirla esperienza esemplare,
capace di suggerire ad altre situazioni e ad
altre scuole un possibile e fattivo rapporto tra
scuola e industria. Dopo anni di ragionamenti
e speculazioni intellettuali sulla necessità di
ritrovare questo rapporto o, per traslazione un
rapporto più generale tra mondo produttivo e
mondo culturale, la riuscita di questa minuta
e pur importantissima esperienza, spiega
come tutta la possibile chiave di svolta sia
nel binomio disponibilità-responsabilità
e come solo l’inseparabilità dei due termini
possa rappresentare un interessante strada
metodologica.
Per disponibilità non si intende ovviamente una
disponibilità economica, quanto più in generale
una vera e propria cultura dell’accogliere in
sé, senza preclusioni, ovvero la disponibilità
dell’industria ad introdurre in sé procedimenti
culturali, entro il proprio corpo industriale,
la disponibilità ad ascoltare e a rischiare per
condividere anche idee esterne e non proprie.
E questa stessa disponibilità è quella che deve
mostrare il mondo della scuola e dell’accademia
nell’accogliere l’industria e le sue componenti
di “forzato realismo”, smussando le pretese
teoriche intellettuali, piegandole ed adattandole
alle situazioni reali e quotidiane. Si tratta quindi
di una disponibilità a smussare le proprie
identità con quelle dell’altro, una disponibilità
ed una possibilità di mediazione concreta, che
è poi crescita per ambedue.
Ma questo atteggiamento è già di per sé un
atteggiamento di responsabilità, nel momento
in cui si accetta un punto di vista esterno
con cui cercare di confrontarsi e attraverso
cui crescere in modo “un po’ differente”, ci
si assume una responsabilità allargata, che
misura scelte e passi cercando di non negare
nell’azione ma che cerca anzi di esaltare proprio
nei fatti dimostrata disponibilità nel momento
del progetto. Così potremmo dire che la
disponibilità ad accogliere le posizioni dell’altro
genera il progetto e la responsabilità di essere
conseguenti a quell’incontro genera l’opera e il
manufatto.
È così, credo, che si è arrivati ad avere in corso
l’ultimazione della sede tecnica di Castelletto
Ticino con un’immagine completamente
differente. Un’immagine nata all’Accademia nel
workshop, che si è modificata ed è maturata
nell’incontro con gli aspetti reali e pratici, con
le reali possibilità realizzative si è smussata e
trasformata e divenuta lavoro degli studenti
e dell’azienda al contempo in una doppia
disponibilità ad accettare e a modificarsi in una
assunzione di responsabilità reciproca e solo
così si è fatta opera.
Riguardando insieme la nuova immagine della
sede di Castelletto Ticino e i disegni iniziali,
potremmo dire che tutto è cambiato e che tutto
è rimasto uguale.
È come guardare una persona adulta e le sue
foto da bambino, tutto è cambiato eppure tutto
è uguale: carattere, fisionomia, tratti generali.
I disegni, il progetto iniziale, come quell’adulto,
sono solo cresciuti e maturati nell’incontro con
la realtà e lì, divenendo condivisi, hanno trovato
la loro verità. Ciò è avvenuto grazie alla grande
disponibilità e responsabilità di AkzoNobel e
dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo
IL TECHNICAL CENTER sI RINNOvA
5
TOTEM DELLA PACE
AKZONOBEL cELEBRA IL TRIcOLORE A TORINO.
S
i è svolta il 4 maggio a Torino, la cerimonia
di inaugurazione del totem della Pace
della fondazione Mediterraneo, in
occasione delle celebrazioni per l’unità
d’Italia. AkzoNobel è sponsor tecnico dell’opera
dello scultore Mario Molinari. Nella vela tricolore,
un rinnovato messaggio di pace e coesione tra
i popoli, a firma Sikkens.
Dopo le esperienze di Napoli al Teatro San
Carlo, di Roma a Palazzo della Farnesina
sede del Ministero degli Esteri, e di altri centri
minori come Pescasseroli, in Abruzzo, e Gaeta,
AkzoNobel ha contribuito significativamente
alla realizzazione del Totem della Pace di Torino
attraverso una fornitura gratuita di prodotti
vernicianti e una continuativa assistenza in
fase di cantiere. Presenti alla cerimonia di
inaugurazione le principali autorità locali, tra cui
l’allora uscente Sindaco Sergio Chiamparino e
il Presidente della Provincia Antonio Saitta, che
hanno pubblicamente ringraziato AkzoNobel
per il prezioso contributo, oltre a rappresentanti
istituzionali dei diversi paesi che aderiscono al
progetto della Fondazione Mediterraneo.
La vela tricolore del Totem svetta in un’ampia
area della città - punto nevralgico per il traffico
cittadino tra corso Regina Margherita e Corso
Lecce - e rappresenta un simbolo di pace nel
cuore di quella che fu la prima capitale d’Italia.
Settima, in ordine di tempo realizzata fino ad oggi
in Italia, l’opera, in acciaio zincato e calcestruzzo,
è costituita da una vela e un basamento con due
semicerchi. Oltre 15 metri di altezza per la vela
(16 in tutto se si considera la base di appoggio)
e una superficie di 9x6 metri.
I prodotti Sikkens usati: Redox BL Multiprimer,
Rubbol BL Satin, Alpha Grond e Alpha BL Top
Mat, un insieme di tinte che vanno dal tricolore
6
della vela al nero del basamento, in grado di
rispondere efficacemente alle azioni aggressive
degli agenti atmosferici a cui l’opera sarà
sottoposta data la sua esposizione esterna.
sikkens supporta il progetto della fondazione
con una fornitura gratuita di prodotti per la
messa in opera di circa 200 esemplari del
totem (per un totale di circa 30.000 mq) che
verranno realizzati nei prossimi 4 anni.
I colori utilizzati normalmente per la scultura
sono il rosso per la vela, sorretta da due
semicerchi nero, arancio-giallo. In questo
caso è stata realizzata una personalizzazione
esclusiva per l’opera in occasione dei 150 anni
dell’unità d’Italia.
“AkzoNobel è lieta di dare il suo contributo
per questa iniziativa, ancor di più perché si
pone all’interno delle celebrazioni per l’Unità
d’Italia che ci ha visti recentemente protagonisti
diretti per il progetto di restauro del Museo
del Risorgimento di Milano. E siamo onorati
di questa inaugurazione a Torino, città natale
dello scultore Molinari. Il fine socioculturale del
progetto e il suo singolare aspetto cromatico,
hanno destato immediatamente il nostro
interesse e la decisione di aderire in qualità di
sponsor tecnico” ha affermato Maurizio Poletti,
amministratore delegato di akzo Nobel
Coatings s.p.a.
L’opera di Molinari è stata adottata dalla
Fondazione Mediterraneo come simbolo per
promuovere il dialogo tra i popoli e diffondere un
messaggio di integrazione sociale e di pace fra
le diverse culture del bacino del Mediterraneo.
Ispiratore e promotore del progetto la
Fondazione Mediterraneo, che ha lanciato l’idea
del Totem già nel 1997.
uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo
L’ex sINdaCo sergIo CHIaMParINo
IN UN MOMENTO DEll’INAUGURAzIONE.
7
sUCCEssO
PER LA PRIMA
EDIZIONE DELLA
FIERA COLORE
PROTAGONIsTI hERBOL
E POLYFILLA PRO.
D
al 18 al 20 marzo presso il polo fieristico
di Piacenza si è tenuta la prima edizione
della Fiera Colore a cui ha partecipato
anche AkzoNobel.
La Fiera Colore è stata un primo esperimento,
sicuramente di successo come confermano
dati alla mano, di una manifestazione fieristica
completamente dedicata al settore delle pitture
e vernici per l’edilizia. Un evento che trae le sue
origini dalle esperienze passate del vecchio
SAIE 2 di Bologna, ultima manifestazione in cui
il nostro settore era l’elemento centrale di una
fiera professionale.
Presenti alla manifestazione tutte le principali
aziende con i relativi marchi commerciali con
una prevalenza di orientamento al segmento
professionale quindi all’applicatore o più
in generale imprese di tinteggiatura e di
ristrutturazione. I numeri della Fiera parlano di un
afflusso di oltre 10.000 visitatori, principalmente
operatori professionali che hanno concentrato la
loro visita soprattutto nella mattinata, grazie
all’organizzazione ed arrivo di pullman dalle
principali città italiane, gestiti dalla neonata
associazione aIdeL Associazione Italiana
Distributori Edilizia Leggera).
All’interno della 3 giorni di fiera sono stati
organizzati numerosi convegni e dibattiti che
hanno completato l’offerta, il prestigio e la
visibilità della manifestazione. Unico neo della
manifestazione, la concomitanza con il lungo
ponte per le celebrazioni dell’Unità d’Italia del
17 marzo (festività decisa successivamente
alla programmazione della fiera), che ha spinto
alcuni operatori a disertare l’evento. AkzoNobel
è stata fra le prime aziende ad aderire alla
manifestazione di Piacenza, credendo fin da
subito alla valenza dell’evento.
L’area espositiva era molto ampia e dedicata
a Herbol e Polyfilla Pro, marchi relativamente
giovani in Italia essendo stato Herbol, lanciato
due anni fa e Polyfilla-Pro solo alla fine del
2010. Lo stand di circa 200 mq, posizionato
strategicamente all’inizio del padiglione e in
posizione centrale subito dopo l’ingresso della
fiera, era suddiviso in due aree separate da
un corridoio centrale ma, allo stesso tempo,
unite da un ampio portale raffigurante i due
marchi di prodotto. Da un lato l’area dedicata
all’accoglienza clienti, con servizio lounge bar
e spazi per incontri riservati, dall’ altro lato una
zona open space dove i visitatori potevano
vedere e toccare con mano i prodotti Herbol
e Polyfilla-Pro suddivisi, grazie a dei totem
espositivi colorati, secondo il criterio delle
categorie prodotto. Infine, a corredo del tutto,
è stata allestita una piccola casa (con divano,
televisore LCD ed elementi di arredo) dove
all’esterno è stato applicato Herbol Symbotech
e all’interno Herbol Zenit PU 5.
Durante la manifestazione, sono stati organizzati
incontri personalizzati con una selezione mirata
di distributori Herbol per la condivisione delle
strategie future legate al brand.
A margine della fiera, AkzoNobel ha poi
organizzato per i suoi ospiti una serata in
“costume”, una cena con “delitto” presso il
prestigioso Castello di San Pietro in Cerro.
8
sI AGGIUDIcA IL TED AwARD.
U
na campagna ispirata e un video
emozionale accendono i colori dell’iniziativa
“Let’s Colour” di akzoNobel (Adding
color to people’s lives) che si aggiudica
una menzione speciale come Ads Worth
Spreading (il significato italiano del premio
è “campagne che vale la pena raccontare”)
dell’organizzazione TED.
Diretto da Adam Berg e realizzato da Euro RSCG
di Londra, il film di 2 minuti - pensato per una
diffusione via web - cattura subito l’attenzione
rimandando l’utente in un caleidoscopico viaggio
nel mondo, dove le persone di diverse nazionalità
e culture si ritrovano insieme per colorare i loro
spazi abitativi, quartieri, e facciate di edifici,
trasformando degli ambienti grigi e spenti in
luoghi vivi e pieni di colore.
Il brand di riferimento del video è Dulux, uno dei
più importanti della gamma AkzoNobel presente
nei mercati anglosassoni. In Italia AkzoNobel è
presente con i marchi Sikkens, Herbol e altre
linee di prodotti come Hammerite, Polyfilla e
Polyfilla Pro (stucchi e rasanti professionali) e la
linea legno Xyladecor e Xylamon.
Più di 1000 le adesioni e un panel di 24 esperti
hanno votato il video “Let’s Colour” di AkzoNobel
come uno dei migliori finalisti. La giuria di TED
ha così motivato la scelta: “Il messaggio
espresso dal video è stato emozionante e
coinvolgente, rendersi conto che la vita assume
un altro aspetto se vissuta a colori e che talvolta
non c’è niente di meglio di una latta di vernice per
migliore l’ambiente in cui ci troviamo”.
Il commento finale di un membro della giuria è
stato “un progetto perfetto nel quale investire”.
“Il colore ha il potere di ispirare tutti noi e sono
molto contento che l’effetto positivo che stiamo
trasmettendo al mercato e alle comunità locali
nelle quali operiamo, sia stato rappresentato
correttamente da questa campagna e dal video
Let’s Colour” ha commentato tex gunning,
direttore generale a livello mondo della
business unit decorative Paints di akzoNobel.
“La campagna per il progetto Let’s Colour rafforza
la nostra posizione di interlocutore autorevole in
fatto di colore, e tende ad incoraggiare sempre
più i nostri utilizzatori finali e clienti a scegliere i
nostri brands per migliorare i loro ambienti.
L’obiettivo è quello di rafforzare sempre di più
tra i nostri clienti ed utenti finali, che l’uso del
colore può davvero generare benefici e migliorare
l’ambiente in cui viviamo”.
uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo
“LET’s COLOUR” vIDEO DI AkZONOBEL
La campagna “Let’s Colour” è stata lanciata a
livello globale nel 2010.
Le riprese sono state effettuate lo scorso anno,
nell’arco di 4 mesi, in paesi come Brasile, India,
Francia e Gran Bretagna.
Gli abitanti dei luoghi filmati sono stati coinvolti
direttamente nelle riprese e sono stati invitati a
colorare realmente quegli spazi spogli e dalle
tonalità grigie, utilizzando i prodotti AkzoNobel.
Numerosi progetti sono stati promossi in altri
paesi come Olanda, Sud Africa, Turkey e Italia,
ed altri ancora sono in previsione.
Per visualizzare il video vincitore del premio
ted, visita www.letscolourproject.com.
È inoltre disponibile la versione “a making
of” del video all’interno del blog: www.
letscolourproject.com/blog
AkZONOBEL ACCENDE LA FORMULA 1
sIGLATO L’AccORDO DI PARTNERshIP TEcNIcA cON LA scUDERIA McLAREN.
D
allo scorso febbraio, tutte le vetture
McLaren dei circuiti Formula 1 mostrano
il logo AkzoNobel sull’alettone posteriore
delle macchine da corsa.
Già partner tecnico dal 2008 per la fornitura di
prodotti vernicianti a marchio Sikkens per il team
Vodafone McLaren Mercedes Formula 1, con il
nuovo accordo quadriennale la multinazionale
olandese rafforza ulteriormente la sua
collaborazione con la casa automobilistica per
la messa a punto di materiali innovativi adatti
alle performance della Formula 1 e delle più
avanzate applicazioni industriali.
“Siamo entusiasti del nuovo accordo con
AkzoNobel” afferma ron dennis, Presidente del
gruppo McLaren “che ci consente di rafforzare
un rapporto consolidato dove entrambe le
aziende stanno dando il meglio per sviluppare
una nuova generazione di prodotti vernicianti
all’avanguardia per il nostro settore”. Il contributo
di AkzoNobel ha consentito di ridurre il peso
complessivo del modello MP4-26 Formula
1 e di dimezzare il tempo di asciugature dello
strato verniciante.
9
TENDENZA COLORE 2011
GREENIsh YELLOw.
sfogliate una qualsiasi rivista di arredamento e di design. Perdetevi nelle vetrine di abbigliamento.
Provate il nuovo maquillage per illuminare le prossime sere di inizio estate. ovunque scoprirete
che il colore di tendenza di quest’anno - spogliati delle tonalità più scure anche se di moda
dell’inverno - è il greenish yellow, cioè il giallo agrume. Complementi di arredo, biancheria
per la casa, effetti decorativi per interni, oggetti da giardinaggio, sandali e accessori moda, il
giallo vivace domina ovunque incontrastato. Quasi ad infondere un rinnovato senso di libertà e
benessere.
BIOGRAFIA
Willeke jongejan, di origine olandese, classe 1971,
diplomata all’accademia di design di eindhoven in
olanda, presso il dipartimento “Man and Living”, per
proseguire gli studi ad Helsinki in finlandia, laureandosi
presso la university of Industrial arts. dal 2000 è senior
Colour designer in akzoNobel, all’interno del centro
del colore “global aesthetic Center”, dove si occupa di
colore in termini di ricerca, tendenze moda, collezioni e
materiali.
LA cOsA pIù ImpORtAnte neLLA vItA
è AmARe ed AppRezzARe queLLO che sI hA.
Per il 2011 la tendenza dominante è “apprezzamento” da
cui derivano alcuni concetti importanti che si traducono
in una serie di tavolozze colore contemporanee, e da
queste il colore dell’anno per il 2011: un luminoso, arioso,
giallo agrume.
In inglese si definisce “greenish yellow” o più
semplicemente giallo agrume, una tonalità leggera,
ariosa, che simboleggia il concetto di “spirito libero”,
energia positiva e divertimento.
Questa tonalità chiara, brillante racchiude in sé un senso
di ottimismo e speranza - un concentrato vitaminico
di purezza e libertà, che rimanda ad una sensazione di
spensieratezza, presa di coscienza, abbinato alla vitalità
e al benessere sprigionati dalla luce del sole. tutti questi
elementi combinati insieme, conducono ad uno stato
d’animo gioioso e di apertura verso l’altro.
Il giallo in psicologia è sempre associato al calore
e soprattutto al sole. una tinta di giallo leggera e
ariosa è associata all’idea di freschezza, benessere
e ricarica. In tutte le sue varianti più frizzanti, il giallo
facilita la comunicazione e l’apprendimento, aiuta a
combattere la fatica e la depressione, contribuendo
contemporaneamente ad accrescere le sensazioni di
benessere e di pensiero positivo, riducendo così i livelli
di ansia e stress.
Questo colore è l’espressione perfetta dell’equilibrio tra
corpo e mente – una buona dose di giallo “succoso” nutre
il corpo e tiene alto il morale, ravviva l’immaginazione,
rafforzando il legame tra ciò che è dentro di noi e quello
che manifestiamo all’esterno. Quella leggera punta
di verde riflette il nostro legame con la natura e con i
manufatti elaborati dall’uomo, creando un legame tra
ciò che è naturale e ciò che è tecnologico. anche se in
maniera diversa, questo colore è estremamente flessibile
e si combina facilmente con sfumature anche contrastanti
per generare abbinamenti di colore inaspettati, frizzanti e
decisi, in base ai toni richiesti. gli accostamenti migliori
sono con colori freddi neutri, con i viola scuro (le bacche
viola dei mirtilli), con un blu fresco tonificante, oppure con
tonalità pastello-sorbetto.
Ma come nasce un colore di tendenza? Che cosa
occorre per trovare una tinta rappresentativa
dell’anno? PAINT incontra Willeke jongejan,
senior Color designer di akzoNobel e
responsabile dell’aesthetic Centre di
sassenheim, alle porte di Amsterdam.
Innanzitutto che cosa è l’aesthetic Centre di
akzoNobel?
Si potrebbe definire un centro di studio del
colore. All’interno della sede olandese di
AkzoNobel, a Sassenheim a pochi chilometri da
Amsterdam, è nata nel 1992 un “centro globale
del colore”, un polo creativo di eccellenza per
lo studio e lo sviluppo del colore nell’ambito del
design, dell’arte e dell’architettura.
Un centro in grado di raccogliere e interpretare
i diversi trend in fatto di colore, moda e design.
Siamo un piccolo gruppo che si occupa di colore
a 360 gradi, dallo studio del colore nei diversi
ambiti, alla concezione di nuove sfumature per
i più differenti supporti da tinteggiare.
Ogni disciplina è coinvolta: l’arte, il design,
l’artigianato. Come color designer, mi occupo
principalmente di individuare quale sarà il
colore più alla moda, il colore che meglio
interpreta il periodo del momento. Il nostro
progetto principale è Colour futurestM, il
risultato di ricerche internazionali del colore che
fa tendenza, e che cerca di prevedere lo stile
globale e le tendenze di design che vengono
successivamente trasformate in tavolozze
colori che sono utilizzate in tutto il mondo.
In questo modo possiamo fornire ai nostri
clienti e fruitori finali, un’interpretazione delle
mode del momento, le principali influenze, e
generare le più diversificate tabelle colore.
Largo alla fantasia dunque…
Si, giusto, fantasia, inventiva ma anche studio,
ricerca, condivisione e interpretazione. Tutti
elementi che ci consentono di elaborare nuovi
modelli di colore legati al design e, ovviamente,
all’edilizia. È fondamentale comprendere il potere
e la percezione che si ha del colore, sia in ambito
privato che industriale.
Qual è l’obiettivo principale dell’aesthetic
Centre? Non è solo una questione di colore
ma anche di materiali, superfici, e dell’utilizzo
che si fa in generale negli ambienti interni e
esterni…
Come leader mondiale del colore e dei prodotti
vernicianti, siamo interessati a tutto ciò che ruota
10
intorno al mondo del colore. Il nostro obiettivo,
la nostra mission è “Aggiungere colore nella
vita delle persone” attraverso attività e progetti
locali per spingere le persone verso un migliore
utilizzo del colore e creando un coinvolgimento
maggiore, per usarlo più spesso nei propri
ambienti, privati e professionali.
Siamo orgogliosi della nostra cultura del colore,
vogliamo promuovere questo nostro “saper
fare” verso i clienti, gli applicatori finali ma
soprattutto nei confronti della gente comune,
di quelle comunità nelle quali operiamo, per
far comprendere sempre di più tutta la forza
espressiva e l’impatto emotivo che può avere
un corretto utilizzo del colore nelle loro vite.
In cosa consiste il progetto Colour futuretM?
Colour FutureTM è il risultato dello studio del
colore a livello di trend e mode del momento,
un progetto portato avanti dal nostro Global
Aesthetic Centre di Sassenheim.
Organizziamo degli incontri su base annuale
con un gruppo di esperti, tra cui creativi,
designer, illustratori, architetti, stilisti, ognuno
in grado di contribuire - attraverso la propria
esperienza e capacità - alla definizione di una
nuova sfumatura di colore rappresentativa
dell’anno che verrà.
Le persone interpellate sono professionisti
provenienti da diverse parti del mondo, Il loro
bacino di ispirazione è molto diversificato: si va
dall’arte alla tecnologia, dal design alla natura,
dall’architettura alla moda, alla musica fino alle
tradizioni più popolari. Il loro punto di vista e le
riflessioni sulle tendenze colore sono raccolte
con un anno di anticipo in Colour FutureTM, lo
strumento in grado di informare nella maniera
più completa e aggiornata possibile sulle
tendenze del colore.
Qual è il colore del 2011? È stata una scelta
difficile?
Il colore per il 2011 è una tonalità di giallo
agrume, leggero, arioso e vibrante, che
rappresenta al meglio l’idea di libertà, in grado
di esprimere un senso di fiducia e ottimismo,
e di trasmettere energia positiva unita ad una
sensazione di benessere, vitalità e freschezza.
Non è stata una scelta difficile, in quanto si è
trattato della naturale evoluzione della tonalità
di azzurro proposta lo scorso anno, una tinta
pastello, chiara, tenue, anch’essa in grado
di infondere una sensazione di benessere e
positività.
La ParoLa aLL’esPerto
Credo che in questo particolare momento,
siamo tutti spinti verso un atteggiamento più
positivo, costruttivo e il colore di quest’anno lo
rappresenta pienamente.
interpretare le varie tendenze, attraverso Color
FutureTM, da cui poi si originano i vari brand e
vengono definite le diverse tabelle colore per
ciascun paese.
Qual è l’elemento più importante e
caratterizzante che bisogna tenere in
considerazione quando scegliete il colore
dell’anno? siete circondati da così tanti
elementi e spunti di riflessione…
È mai accaduto che il colore fosse diverso
da quello che avevate previsto?
È così infatti, ci sono moltissimi elementi che ci
spingono verso la scelta finale.
Innanzitutto il colore deve essere rappresentativo
del momento, e soprattutto deve essere una
tonalità utilizzabile negli interni. Inoltre, i colori
dovrebbero essere sempre diversi di anno in
anno. I nostri riferimenti sono il mondo della
moda, dell’arte, del design e dell’architettura.
Guardando a ciò, abbiamo notato che questa
tonalità di giallo-verde (definito in inglese
come greenish yellow) è utilizzato con sempre
maggior frequenza in questi settori.
akzoNobel è un gruppo internazionale,
presente in numerosi paesi anche in quelli
in via di sviluppo lontani dalla cultura più
occidentale. C’è una differenza tra le diverse
culture su come viene percepito il colore.
Nello studio del colore come riuscite ad
interpretare questa esigenza?
Talvolta mi sono sorpresa di come un colore
cambi da un ambiente all’altro solo per una
diversa illuminazione. Mi è successo di scegliere
un verde oliva in spazi diversi, cambiando
drasticamente da una stanza all’altra per effetto
luminoso, trasformandosi in un grigio spento e
insignificante.
Che cosa cambieresti nel modo in cui
le persone (di età e cultura diversa)
percepiscono il colore?
A mio avviso le persone sono ancora restie
circa l’uso del colore, e nella maggior parte
dei casi non hanno il coraggio di osare… il
mio suggerimento è di buttarsi e… colorare!
Sperimentare… e se non ti convince più quella
tonalità puoi sempre cambiare e rinnovare il
colore. La vernice è uno strumento magnifico
e non è obbligatorio mantenere la stessa tinta
per 10 anni!
Questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso
di avere una “direzione” globale in grado di
11
NUOvI COLORI
IN PIAZZA CARIgNANO A TORINO
REsTAURO E RIsANAMENTO cONsERvATIvO
DELLE FAccIATE DEL TEATRO cARIGNANO.
Il
“salotto” dei torinesi, fulcro dei
festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità
d’Italia che hanno avuto luogo a fine
febbraio, ritrova tutto lo splendore dei suoi
colori originari grazie ad un intervento di
prestigio al settecentesco palazzo del Teatro,
con la collaborazione di Sikkens.
La facciata del palazzo del Teatro Carignano,
nell’omonima e centralissima piazza di quella
che fu la capitale del Regno di Sardegna e
poi prima capitale d’Italia, già riedificato a
metà del Settecento dal primo architetto regio
Benedetto Alfieri, fu interamente riplasmata
neanche un secolo più tardi su disegno
dell’architetto Giuseppe Talucchi. Noto come
autore dell’archivio di Stato e dell’ospedale
San Luigi, lavorò nelle immediate vicinanze
del teatro costruendo la facciata della Chiesa
di San Filippo Neri e completando la fabbrica
guariniana del Collegio dei Nobili. Per il Teatro
Carignano l’architetto Talucchi elaborò un
prospetto classicistico che, ispirandosi ai
modelli degli edifici circostanti, si confrontava
senza conflitti con il capolavoro del Guarini del
palazzo dei principi di Carignano. La tipologia
architettonica con i due padiglioni laterali
avanzati e la facciata arretrata sembra quasi
ricalcare l’andamento del palazzo principesco.
Gli apparati decorativi risultano seriali e tutto il
prospetto, oltre il piano terreno, è segnato da un
calligrafico e chiaroscurale bugnato. Attraverso
lo studio stratigrafico degli intonaci sono state
rinvenute le coloriture originali che mostrano
l’adesione di Talucchi al Settecento.
Il fondo ceruleo o gridellino è il colore tipico del
barocco italiano le cui tracce si riscontrano in
molti edifici in Italia e in Europa.
I rilievi richiamano il colore biancastro del
marmo di Gassino con cui vennero costruite a
Torino molte parti architettoniche dei principali
monumenti sei settecenteschi.
Il progetto di restauro e risanamento conservativo,
ha previsto un intervento complesso sulle
facciate dell’edificio caratterizzate da intonaci
originali a calce con effetto superficiale a
granulometria fine.
Le finiture applicate, di tipo sintetico, risultavano
complessivamente degradate con visibili
distacchi e decoesioni della consistenza degli
intonaci oltre ad esfoliazioni delle finiture
superficiali; sui fondi delle facciate e sulle
cornici erano presenti ampie micro cavillature,
fessurazioni, disuniformità ed irregolarità
dei supporti. Tutti gli elementi metallici
manifestavano fenomeni diffusi di ruggine, gli
smalti in opera non offrivano più l’adeguata
protezione nei confronti degli agenti atmosferici.
Tutta la struttura portante dei parapetti in ferro
era in avanzato stato di ossidazione e gli
12
ancoraggi nella pietra risultavano compromessi.
Alcuni parapetti dei balconi necessitavano di
manutenzione urgente.
Nonostante la presenza, in alcuni casi, di rinforzi
eseguiti in epoche passate, la generale stabilità
di questi parapetti era spesso compromessa.
Infine, le lastre in pietra presentavano un degrado
superficiale dovuto all’azione atmosferica,
che aveva generato profonde crepe sugli
spigoli, e alcune porzioni delle lastre erano in
condizione di distacco incipiente con rischio
per l’incolumità dei passanti.
Anche gli elementi in legno, presentavano
finiture fortemente deteriorate, e molte persiane
risultavano fuori quadro e con aggiunte di parti
metalliche eseguite in periodi successivi.
tIPoLogIa dI edIfICIo:
palazzo storico sede del Teatro Carignano
aNNo CostruzIoNe: 1700 circa
ubICazIoNe: piazza Carignano, Torino
CoMMItteNte:
condominio di Piazza Carignano 2, 4 - Torino
condominio di Piazza Carignano 8 - Torino
ProgettIsta e dIrezIoNe LavorI:
Arch. Giorgio Rosental, Torino
www.studiorosental.it
dIrezIoNe artIstICa:
Arch. Germano Tagliasacchi
Fondazione ContradaTorino Onlus, Torino
www.contradatorino.org
Sotto l’alta supervisione della Soprintendenza
Beni Architettonici e Paesaggistici
IMPresa eseCutrICe:
Gruppo Ordine s.r.l., Torino
www.gruppoordine.it
CoordINaMeNto deLLa sICurezza IN
fase dI ProgettazIoNe ed eseCuzIoNe:
Geom. Filippo Rizzo - Studio Ingeo, Collegno (TO)
PerIodo dI eseCuzIoNe LavorI:
dicembre 2010 - febbraio 2011
I numeRI deL cAntIeRe
80
18
giorni di durata del cantiere.
operatori specializzati impiegati per effettuare il
restauro ed il risanamento conservativo delle facciate
dello stabile ospitante il teatro Carignano ed i locali
storici del bar Pepino e ristorante del Cambio.
7
i colori utilizzati prescritti dalla soprintendenza ai
beni architettonici del Piemonte, dalla fondazione
Contradatorino onlus e dall’ufficio Colore della Città di
torino.
2500
i metri quadrati raffiguranti la bandiera
italiana a copertura del ponteggio.
best ProjeCts
FOTOgRAFO
MARIA VERNETTI.
tipologia di intervento: restauro e
risanamento conservativo delle facciate,
dei supporti in muratura, fasce marcapiano,
sottofinestra, balconi, superfici in ferro e
legno, e serramenti.
IntonacI In muratura
Dopo l’accurata rimozione degli intonaci decoesi
e deteriorati dagli effetti della thaumasite ed
ettringite sono state utilizzate malte a base
di calce naturale per effettuare i ripristini
localizzati. Le decorazioni delle superifci dei
fondi e di tutte le parti in rilievo sul filo facciata
sono state effettuate con la pittura Marmorino
ai Silicati, pittura riempitiva a base di silicati di
potassio, previa stesura di fondo ristrutturante
ai silicati di potassio Silgrund; in alcune zone è
stata effettuata una velatura con il medesimo
prodotto decorativo ma di differente tonalità per
creare un effetto vibrante.
SuperfIcI In ferro
Il ciclo d’intervento sulle superfici in ferro e
ghisa, ha previsto lo smontaggio completo in
cantiere delle ringhiere e successivo restauro
in laboratori esterni specializzati; una volta
ripristinati gli elementi in ghisa sono stati
nuovamente riassemblati, dopo aver effettuato
le nuove saldature, e in seguito riposizionati sul
balcone, comprensivi di nuovo mancorrente
in legno naturale e pomoli angolari decorativi
in ottone. Il trattamento di protezione finale è
stato effettuato, su fondo antiruggine Redox AK
1190, mediante l’applicazione di una ripresa di
smalto sintetico ferro micaceo Ferrotech.
LaStre In pIetra deI baLconI
Ad ultimazione dei lavori in muratura, sono state
ricostruite intere porzioni delle lastre di pietra
(lose) dei balconi mediante utilizzo di malte
epossidiche bi-componenti supportate da barre
in vetroresina. Dopo il lavaggio delle superfici è
stato applicato idoneo prodotto idrorepellente
per la protezione dei manufatti.
SuperfIcI In Legno
Per le superfici in legno dei serramenti e delle
persiane presenti in opera, già precedentemente
smaltate, il ciclo di lavorazione ha previsto
lo smontaggio delle persiane sul ponteggio,
il restauro delle parti lignee deteriorate,
la reintegrazione delle parti mancanti e
l’applicazione a finire di Rubbol BL Satin,
smalto satinato acrilico a base acqua, su fondo
sintetico preparatorio riempitivo Cetol DSA.
ammaIna bandIera
Il giorno 24 febbraio molti tra concittadini ed
autorità della Città di Torino e della Regione
Piemonte sono intervenuti per festeggiare
l’inizio dello smontaggio dei ponteggi. I teli
costituenti la bandiera italiana realizzata sul
ponteggio sono stati rimossi alla presenza
delle autorità locali. “Il giallo Torino non è mai
esistito – ha commentato l’Assessore alla
Cultura Fiorenzo Alfieri – quella tinta fu scelta
proprio nel 1961 per dare unicità ai palazzi del
centro storico nella nostra città proprio come si
presentava fino a poco tempo fa questo palazzo
in piazza Carignano”.
“Questo intervento - aggiungono l’architetto
Giorgio Rosental, direttore dei lavori ed il
geometra Carlo Ordine, amministratore delegato
del Gruppo Ordine s.r.l. - frutto di una stretta e
proficua collaborazione tra impresa, progettista e
proprietà, ridona fascino e prestigio alla bellezza
architettonica di Torino regalando nuovo lustro
ad un pezzo della storia d’Italia”.
13
CHIEsA DI s.ANTONIO DI PADOvA
IN POggIOMARINO (NA)
REcUPERO E REsTAURO DEL cOLORE IN UN LUOGO sAcRO.
L’
edificio della Chiesa fu eretto nel 1753
ma venne consacrato a parrocchia
soltanto 50 anni dopo. Il campanile
venne ultimato due secoli più tardi. La Chiesa fu
completamente distrutta nel 1943 dalla ritirata
dei tedeschi dal territorio, e la sua riedificazione
fu terminata subito dopo la seconda guerra
mondiale sull’impianto originario a tre navate
con altarini laterali. I lavori del nuovo campanile
terminarono nel febbraio 1960.
Negli anni successivi vennero fatti numerosi
interventi volti ad abbellire e decorare la Chiesa.
L’ultimo intervento di rinnovamento della Chiesa
nel 1990 al fine di risanare i danni causati dal
terremoto del 1980.
La chiesa ha una pianta rettangolare su tre
navate, una centrale e due laterali. Le murature
perimetrali sono realizzate in elementi lapidei
intonacati. La facciata principale è distinta
in due ordini e termina con un timpano
triangolare. Il prospetto principale è completato
dal campanile a pianta quadrata realizzato
anch’esso in elementi lapidei intonacati e
scandito in verticale da più ordini. L’edificio
presentava al suo esterno lesioni di modesta
entità che evidenziavano tuttavia la possibilità
di eventuali distacchi. L’intonaco delle facciate
esterne risultava ammalorato in più parti
soprattutto nella fascia basamentale, e anche
nella cella campanaria dove si evidenziavano
ferri di armatura; mentre il timpano principale
presentava lesioni dovute alle infiltrazioni e
al danneggiamento delle tegole di copertura.
Tutto il rivestimento marmoreo del presbiterio
risultava danneggiato a tal punto che la
gradinata di accesso all’altare presentava uno
sgretolamento graduale del rivestimento.
tIPoLogIa dI edIfICIo:
storico / sacro
aNNo dI CostruzIoNe:
1753 e successive modifiche
CoMMItteNza:
Parrocchia S. Antonio di Padova,
Poggiomarino (NA)
ProgettIsta:
Arch. Antonio R. Mariniello,
Arch. Eugenia D’Ambrosio,
Arch. Giuseppina Di Martino
dIrezIoNe deI LavorI:
Arch. Antonio R. Mariniello
IMPresa eseCutrICe:
Tekno Domus Restauri, Poggiomarino (NA)
IMPresa dI PItturazIoNe:
Davide Viola, Poggiomarino (NA)
eseCuzIoNe LavorI: 2008 / 2009
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best ProjeCts
tipologia di intervento: restauro e risanamento
conservativo delle facciate, dei supporti in
muratura e superfici in ferro
L’intervento è stato caratterizzato da un
approccio volto al recupero e al restauro di
manufatti antichi facenti parte di un complesso
architettonico più ampio che tiene conto della
sua storia, delle sue caratteristiche peculiari,
morfologiche e tipologiche, per conservare e
allo stesso tempo evidenziare gli interventi che
si sono susseguiti nel tempo. Da qui l’esigenza
di utilizzare prodotti naturali come il grassello di
calce che attualmente rappresenta uno dei pochi
materiali veramente compatibili con la maggior
parte delle opere architettoniche costruite
dall’uomo e che ha la capacità di migliorarsi nel
tempo. La scelta cromatica quindi, non poteva
sottrarsi a tali considerazioni e con l’utilizzo
della “tecnica delle campiture” è stato possibile
evidenziare gli elementi decorativi delle facciate.
La zona destinata al presbiterio è stata quella che
ha subito la trasformazione maggiore. La parete
semicircolare che la separava dal deambulatorio
è stata sostituita da una quinta muraria che ha
permesso di far avanzare il presbiterio stesso,
avvicinando l’altare all’assemblea. Tale quinta
accoglie anche il nuovo tabernacolo in acciaio e
pietra irpina, inglobato in una scultura in legno
policromo e foglie d’oro. La facciata è stata
arricchita grazie all’installazione di due statue
nelle nicchie esistenti, realizzate in pietra irpina,
raffiguranti San Gaspare Bertoni, fondatore
dei padri Stimmatini, e Santa Giovanna Antida
Thouret, protettrice delle suore della Carità.
Sulla facciata è stata inoltre riaperta la grande
vetrata in precedenza visibile solo dall’esterno.
cIcLo SIkkenS
facciate esterne e superfici interne:
2 mani di Ecoras Pennellabile + 3 mani di Alpha
Chalix.
rilievi e decori:
1 mano di Alpha Grond + 2 mani di Alphaloxan.
superfici in ferro:
Ferrodecor.
I cOLORI
La scelta del colore per un luogo sacro/storico richiede l’attenta osservazione degli spazi e della natura dell’attività
che in essi viene svolta, soprattutto in considerazione dell’interazione del colore stesso con la luce e l’oscurità.
Internamente, l’osservazione degli spazi va rivolta alle forme, alla luce naturale e a quella artificiale. L’individuo che si
accinge ad una funzione consona alla destinazione d’uso di uno spazio predispone la sua interiorità a quella funzione.
organizzazione dello spazio, ergonomia, forme e colori non devono ostacolare quella funzione e quegli stati d’animo,
ma anzi devono accompagnare l’attività propria di chi vive quello spazio. La luce naturale modella chiaroscuralmente
e cromaticamente lo spazio interno, al variare della posizione del sole nelle ore della giornata: la luce naturale non è
costante nel tempo. I colori si possono anche suddividere in più affini alla luce e più affini all’ombra, questa suddivisione
è già un’indicazione significativa per il progetto colore, ed è proprio partendo da tale considerazione che la scelta si è
orientata verso colori luminosi che indicassero la sacralità dello spazio e quindi “color crema” per i fondi e il “bianco”
per lesene, cornici, colonne e stucchi.
Per gli esterni occorre cambiare completamente approccio: il colore è strettamente legato a motivi decorativi e
funzionali, ma soprattutto è inscindibile da tutte le altre componenti legate alla forma che determinando lo spazio
diventa l’occasione per le variazioni cromatiche.
Il variare della luce muta la percezione cromatica di una stessa tinta e le tecniche di colorazione più adeguate per
una viva espressione del colore sono quelle che producono superfici cromatiche non piatte e non omogenee da qui la
scelta della finitura in “grassello di calce”. riconoscere oggettività al colore consente di avvicinarsi al suo linguaggio
e trovare le fonti alle quali hanno attinto i maestri del colore. alle medesime fonti appare necessario attingere con
consapevolezza oggi, se si vogliono creare liberamente luoghi dove la vita pulsi.
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AkZONOBEL
PER L’Ex
ORATORIO
s.BAsILIO
A MILANO.
A
bitare lo spazio del disagio: nuovi usi per
vecchie funzioni”. Con questo slogan la
fondazione milanese gaetano bertini
ha lanciato la IV° edizione di “Fuori Dove” per
portare l’attenzione su un tema controverso
come il rapporto tra il disagio mentale e la
città di Milano. Le periferie delle nostre città
diventano paesaggi urbani testimoni di nuove
forme di aggregazione e cooperazione, dove
nascono e crescono comunità terapeutiche,
social network per costruire un nuovo legame
sociale e dare nuova linfa ad aree spesso
abbandonate.
“
akzoNobel, attenta alle dinamiche sociali dei
nostri centri urbani, ha accolto con favore
l’invito per un suo contributo all’iniziativa
della fondazione milanese per il recupero
dell’ex oratorio s.basilio nella periferia nord
di Milano vicino a via Padova.
La Fondazione Gaetano Bertini si pone l’obiettivo
di promuovere progetti innovativi a favore di
giovani con alle spalle una storia caratterizzata
da disagi psichici o problemi di emarginazione
sociale. Attraverso il piano G.EN.TE, Giovani
e Nuove Tecnologie, la Fondazione punta al
recupero degli spazi dismessi dell’ex oratorio,
per ristrutturarlo e restituirlo alla città con una
nuova prospettiva di solidarietà.
In questo contesto si inserisce il contributo di
AkzoNobel, che attraverso una donazione di
prodotti e materiali vernicianti Sikkens, ha dato
il suo contributo per l’avvio dei lavori di restauro
del nuovo spazio, sotto il coordinamento
dell’architetto Giuseppe Biondo.
L’ex oratorio, caratterizzato da una struttura
anonima dal sapore industriale e circondato
da un ampio spazio verde adibito a campetto
da calcio, si trovava in uno stato di evidente
abbandonato. Attraverso l’utilizzo di una serie di
prodotti Sikkens, come ad esempio idropitture
acriliche e acryl-silossaniche, è stato possibile
intervenire rinnovando l’aspetto generale delle
pareti interne ed esterne grazie anche ad una
scelta mirata dei colori. Bianco per le superfici
più ampie, e un giallo brillante e un blu acceso
per le travi interne delle due sale principali
adibite a laboratorio, eventi e piccolo centro
congressi.
Grazie al concorso “Mind the Difference”, la
Fondazione ha coinvolto un gruppo di giovani
architetti e creativi under 35 per sviluppare delle
proposte per la riprogettazione delle facciate
dell’ex oratorio.
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fare beNe agLI oCCHI e aL Cuore
CAsAOZ A TORINO
UN LUOGO sIMBOLO PER L’OsPITALITà DI BAMBINI
MALATI E DELLE LORO FAMIGLIE.
A
Torino in corso Moncalieri, i Giardini Rodari ospitano, come nelle migliore delle favole,
un luogo aperto alla solidarietà, all’accoglienza e al gioco. CasaOz, inaugurata lo scorso
autunno con una festa alla presenza delle autorità locali e degli sponsor promotori del
progetto, è una struttura colorata a misura di bambino. Il progetto della casa dell’Associazione
Onlus CasaOz è nato con l’obiettivo di aiutare le famiglie di bambini malati a trovare spazi di
normalità quando non possono fare la spola tra casa e ospedale.
Con quindici stanze colorate più quattro mini appartamenti CasaOz vuole restituire alle famiglie
la normalità che una malattia ha interrotto nelle loro vite, offrendo una casa vicina agli ospedali,
dove riposarsi, confrontarsi e magari mangiare un pasto caldo.
Questo importante progetto sul territorio di Torino, è stato portato a termine anche grazie al
contributo di AkzoNobel, che ha offerto gratuitamente i suoi prodotti per la tinteggiatura delle
pareti, interne ed esterne, per un totale di circa 1000 mq, più l’assistenza tecnica in cantiere
durante tutta la fase dei lavori.
CasaOz nasce dalla collaborazione tra pubblico e privato. I terreni del Giardino Rodari messi
a disposizione dalla città; i fondi raccolti attraverso numerosi sponsor, e la collaborazione di
Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino. Il personale presente nella struttura
è composto da 8 educatrici e assistenti sociali, 40 volontari che a rotazione prestano servizio
all’interno della struttura, a sostegno soprattutto delle famiglie che accompagnano i bambini
malati in ospedale.
COMMUNITy PROgRAM
I cOLORI DELLA sOLIDARIETà PER AKZONOBEL.
I
l “Community Program” è il programma di solidarietà di AkzoNobel che offre ai suoi dipendenti, ovunque nel mondo, l’opportunità di definire progetti,
iniziative oppure di supportarne già esistenti che diano un contributo solidale alla propria Comunità di appartenenza.
AkzoNobel offre un contributo in termini economici, oppure attraverso la fornitura gratuita di prodotti vernicianti e la consulenza tecnica per effettuare lavori
di ristrutturazione del colore, il tutto attraverso l’entusiasmo e la partecipazione dei dipendenti, pronti ad aiutare le persone meno fortunate della Comunità in
cui l’azienda stessa opera. Grazie a questa iniziativa, lo scorso anno è stato possibile offrire un prezioso contributo alla Croce Rossa Italiana di Arona (NO),
per l’acquisto di un veicolo di pronto soccorso speciale, una jeep per raggiungere i malati nelle zone impervie.
A gennaio la cerimonia di inaugurazione con le autorità locali.
Per il 2011 è prevista una nuova iniziativa rivolta ai più giovani, a favore dell’Associazione no-profit Amicigiò di Arona. La collaborazione e le attività di
volontariato per l’associazione sono iniziate in primavera e proseguiranno per tutto il 2011. “Molti sono i bambini e i ragazzi che beneficiano del nostro lavoro
e delle nostre risorse, questo ci rende sicuramente orgogliosi dell’organizzazione a cui apparteniamo, come dipendenti, ma innanzitutto come persone.
Il programma è implementato a livello internazionale e tutti i paesi ne sono coinvolti.
Nel nostro territorio mi auguro che sapremo sempre portare un messaggio di collaborazione e solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno” ha affermato
Michela Petrosino, direzione risorse umane e responsabile del progetto “Community Program” di akzoNobel. Un piccolo grande risultato per
AkzoNobel, presente sul territorio del VCO da oltre 50 anni.
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NOvITà
DAL MONDO sIKKENs.
aNtI-graffItI dI sIKKeNs,
I MURI E lE CITTÁ SONO PIÚ PUlITI.
reNovatHerM Il COMPlETAMENTO IDEAlE PER I SISTEMI
DI ISOlAMENTO TERMICO A CAPPOTTO.
Sikkens propone alpha anti-graffiti, l’innovativa
linea di prodotti per esterni adatta all’ambiente
urbano in grado di proteggere i muri dal
danno dei graffiti di strada. A base acqua, la
finitura della gamma Anti-Graffiti può essere
applicata su superfici in muratura, lapidee e
calcestruzzo.
Resistente a diversi cicli di pulizia, Alpha
Anti-Graffiti di Sikkens può essere utilizzata
sia su supporti tinteggiati (con l’esclusione
dei prodotti minerali) sia su superfici non
tinteggiate, formando un film superficiale (non
è sacrificale) che non viene intaccato in caso
di rimozione del graffito.
Dall’esperienza Sikkens nasce renovatherm, l’innovativa gamma di fondi e finiture per
esterni, per sistemi di isolamento termico a cappotto.
La particolare composizione dei prodotti Renovatherm li rende adatti all’applicazione sia su
cappotti di nuova realizzazione, privilegiando le proprietà di idrorepellenza (basso assorbimento
d’acqua) e buona permeabilità, sia per la manutenzione di sistemi già tinteggiati, privilegiando
l’aspetto della permeabilità al vapore per evitare la creazione di barriere, principale causa
della formazione di condensa all’interno del sistema.
La gamma Renovatherm per superfici esterne di Sikkens è composta da 3 prodotti di fondo
e 5 prodotti di finitura:
La nuova linea anti-graffiti si compone di
3 prodotti:
• Alpha Anti-Graffiti Primer
• Alpha Anti-Graffiti Topcoat
• Alpha Anti-Graffiti Remover.
foNdI:
• renovatherm grond, fondo pigmentato a solvente, ad elevata qualità.
• renovatherm Primer, fondo acril-silossanico all’acqua per la preparazione di supporti minerali.
• renovatherm Primer extra, fondo coprente riempitivo ristrutturante a base acril-silossanica,
di aspetto opaco, di alta qualità.
fINIture:
• renovatherm extra, finitura murale silossanica con inerti minerali.
• renovatherm farbe, finitura murale acrilica con additivi silossanici e inerti silicei.
• renovatherm flex, finitura murale acril-silossanica elastomerica.
• renovatherm Putz, rivestimento acril-silossanico
strutturato ad effetto intonaco fine.
• renovatherm regenerate, finitura murale organica
con inerti minerali silicei.
Tutti i prodotti della Linea Renovatherm (ad eccezione
di Renovatherm Primer che è incolore) sono disponibili in
versione bianco ready mix e su macchina colorimetrica.
Grazie alla disponibilità delle basi W05 ed M15
sono realizzabili numerosi colori, permettendo così
di soddisfare le più svariate richieste cromatiche.
Tuttavia, al fine di limitare le sollecitazioni derivanti
dalle escursioni termiche, si consiglia di applicare
colori con un grado di luminosità >50.
CoN aLPHa aeroxaNe, l’ARIA PUlITA È DI CASA.
alpha aeroxane di Sikkens è un’idropittura acril-silossanica con proprietà fotocatalitiche e dall’aspetto opaco
minerale, attiva nella riduzione di sostanze inquinanti presenti nell’aria, in particolare degli ossidi di azoto
(NOx). Il principio su cui si basa questo nuovo prodotto è la fotocatalisi, che permette ai componenti presenti
nella pittura di utilizzare la luce solare per neutralizzare gli agenti inquinanti.
La speciale formulazione di Alpha Aeroxane consente, tramite una reazione chimica, di decomporre e
trasformare le molecole di NOx, riducendo quindi la concentrazione degli inquinanti.
Alpha Aeroxane è autopulente e pertanto non ha la tendenza a trattenere lo sporco. La composizione acrilsilossanica permette di garantire un’elevata permeabilità al vapore acqueo e al tempo stesso una spiccata
idrorepellenza nei confronti dell’acqua piovana. Inoltre possiede una buona resistenza alla crescita dei
microrganismi.
Non sfoglia nel tempo e ha un invecchiamento paragonabile a quello dei prodotti minerali, che notoriamente
avviene tramite sfarinamento superficiale.
Alpha Aeroxane è particolarmente indicato per impieghi in aree urbane caratterizzate da elevati tassi di
inquinamento atmosferico.
Disponibile nel colore bianco e circa 200 tinte pastello/osside delle collezioni MP 170 Plus, Alpha 401 Exterior,
4041 CC e ACC Color Map, che presentano un valore di luminosità non inferiore a 85 (ad esempio F8.06.87).
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hERBOL
Le CertIfICazIoNI tuv
e Iug e L’etICHettatura eLf.
In linea con i più stringenti parametri internazionali in materia di sostenibilità,
molti dei prodotti Herbol vantano prestigiose certificazioni internazionali di
conformità e qualità:
• tuv sud tM-7 per le “vernici a emulsione” versione 06/09.
• sigillo di Qualità rilasciato dall’Istituto per l’Ambiente e la Salute IUG che
garantisce la qualità di anallergico.
• etichettatura eLf “emission-und losemittelfrei” per prodotti con ridotte
emissioni e livelli molto contenuti di Composti Organici Volatili (COV),
molto inferiori rispetto ai requisiti normativi (Herbol <1g/l; normativa
corrente 30 g/l) o addirittura esenti.
NOvITà
hAMMERITE
Le NovItà dI aKzoNobeL
NOvITà
Nuovo HaMMerIte
DIRETTO SU METALLI NON FERROSI.
Hammerite diretto su Metalli non ferrosi è uno smalto
decorativo che si caratterizza per l’eccellente adesione su
supporti in metallo di varia natura (ad esempio alluminio,
acciaio, rame, ottone, lamiera zincata); si applica in una sola
mano senza necessità di utilizzare un prodotto di fondo.
La sua formula innovativa consente di proteggere e
decorare il supporto in metallo con un unico prodotto di
fondo e finitura. Inoltre Hammerite Diretto su Metalli non
ferrosi essicca rapidamente ed è facile da usare.
Hammerite Diretto su Metalli non ferrosi è stato formulato
per garantire un’eccellente copertura in una sola mano.
Herbol, prodotti certificati che osservano l’ambiente.
esPosItore sIKKeNs PER EFFETTI DECORATIVI
ED ESPOSITORE WAPEX.
Lo scorso anno AkzoNobel ha installato presso i maggiori punti
vendita un espositore per la gamma degli effetti decorativi,
con l’obiettivo di illustrare direttamente l’ampia gamma degli
effetti a nostra disposizione.
L’espositore ha una misura di cm 300x80x220 h, comprensivo
di pannelli e monitor LCD da 32 pollici, e chiavetta USB con
materiale fotografico e filmati a disposizione del punto vendita.
L’installazione è dotata anche di raccoglitori e tasche per esporre
le cartelle fotografiche e le brochure dei decorativi Sikkens.
Entro quest’anno, anche la gamma Wapex Decor di Sikkens sarà
arricchita da un espositore dedicato, in grado di mettere maggiormente
in evidenza le peculiarità del prodotto come l’effetto lucido, opaco
e semilucido. L’espositore avrà una misura di cm 147x70x220 h,
comprensivo di pannelli e piastrelle, più una serie di raccoglitori
per il materiale promozionale come brochure e locandine.
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