02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE
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02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE
L’ARTE DEL COLORE 02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY PAINT, magazine 2011 n. 2 Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 – 28040 Dormelletto (NO). email: [email protected] Stampa a cura di: biemme srl (Milano) Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 giugno 2011. Direttore responsabile: Maurizio Poletti Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Giuseppe Fischetti, Barbara Moretti, Nadia Odorico, Michela Petrosino, Francesco Pezzo, Barbara Serra, Laura Savini, David Lichtneker, Willeke Jongejan. Un particolare ringraziamento a: Comune di Milano, Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento di Milano; Associazione no-profit Amicigiò di Arona (NO); Croce Rossa Italiana di Arona (NO); Fondazione Gaetano Bertini, Milano; Fondazione Mediterraneo, maison de la paix; Prof. Massimo Caiazzo, Milano; Studio di Architettura Luca Scacchetti, Milano; Arch. Riccardo Zanetta, Torino; Studio Rosental, Arch. Giorgio Rosental, Torino; Fondazione Contrada Torino Onlus, Arch. Germano Tagliasacchi; Gruppo Ordine s.r.l., Torino; Pierluigi Mutti; Arch. Antonio Mariniello, Napoli. Foto di: Luca Casonato, Corinne Fortier, Emanuele Sandon, Maria Vernetti, Pino Milana, Barbara Moretti, Arianna Storoni, Nadia Odorico, David Lichtneker. I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte. ® www.fsc.org MISTO Carta COLOREDIT L’edItorIaLe dI MaurIzIo PoLettI PRIMO PIANO L’eCCeLLeNza deL CoLore I colori ritrovati COLORAMENTE L’IMPortaNza deL CoLore Per non dimenticare Pompei / 4 / 6 / 3 10 La forma del colore / 12 Il colore in cucina / DI TUTTI I COLORI IMProNte dI Moda, CostuMe e LIfestyILe Rosso / 14 2 L’edItorIaLe dI MaurIzIo PoLettI IL fasCINo deLL’IMPerfezIoNe Ai lettori. Vorrei dedicare questo spazio ad alcune riflessioni sul significato che noi dovremmo attribuire alle azioni di restauro e di ripristino sia che esse si riferiscano a case e monumenti, sia che riguardino la realizzazione dei Piani del Colore. Queste attività rappresentano per noi una delle principali linee strategiche che ci hanno consentito e ci consentono di essere riconosciuti come leader nel nostro mercato. Vorrei citare alcuni passaggi di un libro di Roberto Peregalli, edito da Bompiani, dal titolo “I luoghi e la polvere, sulla bellezza dell’imperfezione”. In questo libro, tra le altre cose, l’autore sostiene che “lasciando parlare i luoghi, ascoltandoli nei loro recessi reconditi, tra le onde della memoria, cha da tempi lontani emergono fino ad ora, bisognerebbe cercare un tratto quasi impercettibile, un segno che di soppiatto, in punta di piedi, non demolisca con la foga della conquista, ma, come quando si vuole aggiustare una falla in un muro con povere assi di legno, perché tutto non crolli, puntelli con cura e rispetto quello che resta”. Parlando poi di restauro: “Se si restaurano monumenti, i materiali utilizzati dovrebbero essere trattati come se il tempo avesse lasciato una traccia dentro di loro. Invece quasi sempre i colori, non essendovi più la dimestichezza con l’uso delle terre, sono scelti in modo incongruo. Sono brutti”. Queste tesi mi trovano molto d’accordo. I luoghi, le case, le facciate sono imperfette perché hanno attraversato gli oceani del tempo e sono arrivate fino a noi portando dentro di sé le rughe che li caratterizzano. Fanno parte della loro vita, e la storia che portano con loro deve essere preservata e difesa dalla tentazione di “plastificarne” l’aspetto. Cercare di rendere perfetti i luoghi non consentirebbe di poterne vedere l’anima, ma renderebbe tutto “artificiale”, come spesso purtroppo accade in larga parte della moderna architettura, che tende a “meravigliare” attraverso le forme degli edifici senza tenere conto del luogo in cui quegli edifici si trovano, della storia che li circonda, e delle sensazioni perdute di chi si illude di leggere l’anima di quei luoghi, nascosta sotto il cemento e lo scempio del territorio. Nel salvaguardare borghi, edifici e monumenti dobbiamo cercare di mantenerne visibile l’anima che li caratterizza e che singolarmente li distingue. Questa operazione non è sempre facile, per questa ragione anche nella realizzazione di un Piano del Colore noi non ci limitiamo a riprodurre artificialmente delle tinte, ma cerchiamo la radice dell’anima che rende unici gli edifici in continuità e in costante collegamento con il territorio in cui si trovano. Dovremmo fare uno sforzo ulteriore che è rappresentato dal cercare di riprodurre lo stato originale delle facciate, senza disperdere il loro percorso storico. In sostanza dobbiamo preservarle ricercando la loro origine senza però cancellare del tutto le rughe che ne caratterizzano il percorso di vita, consentendo che queste possano discretamente emergere per potere raccontare la propria esistenza, il loro trascorso, e dare emozione a chi le osserva. Gli architetti dovrebbero a mio parere riflettere su questi temi. Le nostre città (in tutto il mondo) sono state devastate da opere che nulla hanno a che vedere con l’anima di quei luoghi. Queste opere spesso caratterizzate dal “gigantismo”, non trasmettono emozioni, ma stupore. Si pensi ai grattacieli di Dubai o alla piramide d’ingresso del Louvre di Parigi, o ancora alla ruota panoramica di Londra, all’opera realizzata in Piazzale Cadorna a Milano. Nessuna emozione, ma solo meraviglia per oggetti artificiali, che nella loro plasticità trascurano completamente i luoghi della memoria distruggendone l’anima. Dove sono le rughe della storia? In molti di questi casi sono state per sempre cancellate, insieme alle emozioni che sapevano trasmetterci. Maurizio Poletti Amministratore Delegato Akzo Nobel Coatings S.p.A. 3 I COLORI RITROvATI AKZONOBEL RIscOPRE LA BELLEZZA DEL MUsEO DEL RIsORGIMENTO IN OccAsIONE DEI 150 ANNI DELL’UNITà D’ITALIA. In linea con le indicazioni ricevute dalla committenza del Comune di Milano, AkzoNobel ha curato il progetto per la manutenzione e il ripristino del colore delle facciate del cortile interno e del porticato, del settecentesco Palazzo Moriggia, attuale sede del Museo del Risorgimento di Milano. L’intervento è stato effettuato in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in accordo con il Comune di Milano, Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento. A ppena 5 settimane per concludere il restauro del cortile interno del Museo del Risorgimento di Milano, uno dei luoghi simbolo per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. AkzoNobel ha messo a disposizione tutta la sua esperienza, per riportare alla luce la bellezza originaria degli intonaci e manufatti decorativi in litocemento, ricostruiti nel secondo dopoguerra, del settecentesco Palazzo del Piermarini, nel cuore di Brera. FOTOgRAFO lUCA CASONATO. Palazzo Moriggia attuale sede del Museo del Risorgimento, in via Borgonuovo a Milano, a due passi dal Teatro alla Scala: 5 settimane di lavoro per una superficie di circa 1000 mq su tre livelli incluso il porticato e l’androne di ingresso; 15 persone impiegate su più turni per un totale di oltre 3000 ore di lavoro (compreso il sabato) per riconsegnare alla città tutta la bellezza originaria dell’antico Palazzo. A causa delle pessime condizioni in cui versavano i serramenti, è stato necessario intervenire anche sulle persiane, 48 in tutto di cui 10 completamente ricostruite, e anche su 24 finestre solo per il lato esterno. I lavori sono proseguiti senza sosta, nel rispetto del regolare svolgimento delle attività del museo. “Siamo molto orgogliosi di aver partecipato attivamente alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Come professionisti del settore, ma ancor prima come uomini e donne che vivono e lavorano in una terra ricca di storia e cultura, dove convivono tradizione e modernità, abbiamo accettato senza esitazione la proposta di contribuire al restauro delle facciate del Museo del Risorgimento a Milano. PARTICOlARE DEllA VOlTA A BOTTE. ProjeCt MaNager: Armando Fagotto, Coordinatore Nazionale Rapporti Committenza, Akzo Nobel Coatings S.p.A. Progetto e dIrezIoNe LavorI: Dott. Arch. Riccardo Zanetta, Torino CoordINatore Per La sICurezza IN fase dI ProgettazIoNe ed eseCuzIoNe: Dott. Arch. Emanuele Lucini, Milano resPoNsabILe dI CaNtIere: Geometra Matteo Cataneo, Milano dIrezIoNe deI LavorI: Arch. Antonio R. Mariniello 4 IMPrese eseCutrICI opere di restauro: Cooperativa per il Restauro S.p.A., Milano opere edili e da decoratore: Riva impresa restauri Italia s.r.l., Robecco S/N (MI) opere Provvisionali: Gruppo di Falco s.r.l., Opera (MI) L’eCCeLLeNza deL CoLore Un’opportunità dall’alto valore culturale e professionale. Un’esperienza che ci lega ancor più alla città di Milano dopo i lavori di restauro alle facciate e manutenzione delle cromie del Teatro alla Scala nel 1999 e nel 2004” ha dichiarato Maurizio Poletti, amministratore delegato di akzo Nobel Coatings s.p.a. Dal 1975 ad oggi, il complesso architettonico ha subito sostanziali trasformazioni e interventi manutentivi che ne hanno modificato l’assetto architettonico ed estetico (come le finiture in litocemento largamente usate nelle facciate esterne e nel colonnato del portico, in uso alla fine del 1800). Il ciclo proposto è consistito in una diversificata gamma di prodotti Sikkens, da sempre il marchio di riferimento per interventi di tipo storico – architettonico, utilizzato anche per i Piani del Colore realizzati sino ad oggi su tutto il territorio italiano. I lavori sono stati effettuati in accordo con le indicazioni della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, nonché la Direzione Centrale Tecnica - Settore Tecnico Cultura e Beni Culturali diversi. Il progetto e la direzione lavori sono stati affidati all’Arch. Riccardo Zanetta, già collaboratore di AkzoNobel per la realizzazione del restauro delle facciate monumentali del Teatro alla Scala. L’intervento, sostenuto in ogni sua parte da akzoNobel, ha ripristinato tutto il valore delle cromie delle superfici dei vari supporti (intonaci e manufatti lapidei, lignei e metallici) così da preservare nel tempo il decoro e la bellezza sobria dell’architettura del Palazzo del Piermarini. In particolare, il trattamento di micro sabbiatura, ha permesso di riportare alla luce la tessitura e la bellezza delle superfici in litocemento e in granito rosa di Baveno. Durante i lavori, è stata garantita la massima assistenza tecnica e la consulenza in cantiere, nonché la fornitura di tutti i prodotti (pitture, smalti e fondi) necessari per le finiture delle superfici murali e degli infissi richiesti. PRIMA DEll’INTERVENTO DI RESTAURO. L’AD POLETTI RICEvE I sALUTI DEl PRESIDENTE DEllA REPUBBlICA GIORGIO NAPOlITANO E DEll’EX SINDACO DI MIlANO lETIzIA MORATTI. 5 PER NON DIMENTICARE POMPEI COME SAlVAGUARDARE Il NOSTRO PATRIMONIO. FOTO DI CORINNE FORTIER / HERITAgE MONTREAL B enché non sia antica come Pompei, la vistosa struttura che svetta con i suoi 15 metri sulla cima di una vecchia latteria in stile art déco a Montreal (Canada) è certamente uno dei monumenti più rappresentativi della città. Col passare degli anni, tuttavia, il clima rigido e i cambiamenti delle condizioni ambientali si sono fatti sentire sulla gigantesca Guaranteed Pure Milk bottle, che la ruggine ha cominciato lentamente a corrodere. Non si poteva proprio permettere che ciò accadesse, per cui - i responsabili della soprintendenza di Pompei ne prendano buona nota - la Heritage Montreal ha deciso di intervenire. L’organizzazione, fondata 30 anni fa per promuovere e tutelare il patrimonio architettonico, storico, naturale e culturale dell’area metropolitana di Montreal, ha richiamato l’attenzione del pubblico sulle condizioni dello storico serbatoio sopraelevato e l’anno scorso grazie a un progetto sponsorizzato da AkzoNobel e da altri partner - i risultati del restauro sono stati svelati con orgoglio. “La bottiglia di latte è una parte divertente della nostra storia, benché tradizionalmente si pensi che quest’argomento debba per forza riguardare cose serie” afferma dinu bumbaru, già 6 Segretario generale del Consiglio internazionale per i monumenti e i siti, e attualmente direttore strategico della Heritage Montreal. Si è trattato di una splendida idea per sensibilizzare la gente sulla necessità di proteggere il proprio patrimonio. “Essa ci ricorda che ai nostri nonni il latte veniva consegnato a domicilio, eppure questa meraviglia veniva lasciata lì a deteriorarsi. Noi abbiamo voluto dimostrare che è possibile salvare questi monumenti, specie quando altri danno una mano con la loro energia e il loro entusiasmo, e ce l’abbiamo fatta”. Nel caso della bottiglia di latte, il principale responsabile era costituito dalle cause naturali. Da più parti si è asserito che in Italia la Casa dei gladiatori di Pompei sarebbe crollata a causa dell’incuria e per la mancanza di fondi statali. Ma sono davvero il clima e l’erosione le minacce più gravi per i nostri monumenti storici? e la brama di comfort e di progresso dell’uomo? Gli antichi templi di Angkor Watt in Cambogia, per esempio, sarebbero a rischio perché le condutture di scarico di un tempo sono ostruite e dal terreno viene prelevata troppa acqua allo scopo di rifornire gli alberghi a cinque stelle nelle vicinanze, dimenticando che così la terra si inaridisce e diviene potenzialmente instabile. L’IMPortaNza deL CoLore Bumbaru ha le idee chiare sul motivo principale che sta alla base della rovina dei nostri manufatti, vale a dire la mancanza di manutenzione. “È come non lavarsi i denti” sostiene “i danni non si vedono subito, ma alla fine si arriva a un punto in cui si forma una vasta carie. Lavarsi i denti non è la cosa più emozionante che esista, ma una cura regolare mantiene la bocca in buona salute. Con gli edifici è lo stesso”. I fatti recenti di Pompei sembrerebbero dimostrare queste sue affermazioni. anche il progresso tecnologico ha prodotto i suoi effetti. Spesso la manutenzione media dei moderni manufatti deve essere effettuata solo a intervalli di anni anziché di mesi, cosicché si finisce per dimenticarsi di quanto essa sia importante e la competenza non viene tramandata. Un metodo per salvare le nostre strutture è riconvertirle ad altre destinazioni d’uso, e Bumbaru spera che avvenga proprio questo con Silo 5, un ex silos per cereali nel vecchio porto di Montreal costruito dalla Grand Trunk Rail Company all’inizio del ‘900, che pur non essendo più in funzione dal 1995 la dice lunga sul ruolo storico di Montreal come porto all’avanguardia mondiale per il commercio del grano. “È stato dichiarato non più utile e se ne prevedeva la demolizione, ma siamo riusciti a fermarla” ricorda Bumbaru. “Ora dobbiamo ridargli una nuova vita. La bottiglia di latte è un monumento: potremmo dipingerlo e tanto basterebbe, ma Silo 5 è costituito da un mezzo chilometro di antichi macchinari e rappresenta un patrimonio più complesso”. Come ogni progetto, richiede tempo. “La gente si interessa di sviluppo sostenibile, ma non si rende conto che non è una faccenda in cui basta ‘aggiungere acqua’ per avere risultati immediati”. Il punto della sostenibilità è che è un trend a lungo termine. È come occuparsi di un frutteto: non puoi avere mele finché non pianti dei semi, e non puoi disinteressartene per 15 anni e poi tornare per il raccolto. Devi curarlo ogni giorno”. È una filosofia mutuata dall’altra sponda dell’Atlantico dall’equivalente inglese della Heritage Montreal. Custode di oltre 400 siti storici e archeologici importanti, la english Heritage lavora per salvaguardare il patrimonio del Paese per le generazioni future e ha recentemente pubblicato l’edizione del 2010 dell’Heritage at Risk Register (Registro delle costruzioni a rischio dell’English Heritage) che elenca gli edifici e i monumenti principali del Paese, classificati di grado I e II (ovvero quelli di interesse eccezionale e quelli particolarmente importanti rispettivamente), che rischiano di venire danneggiati o demoliti se non si interviene con urgenza per stabilizzare le loro condizioni. In effetti il numero dei monumenti classificati a rischio è sceso del 17% tra il 1999 e il 2007, ma da quest’ultimo anno in poi si è registrato un sensibile – e preoccupante – rallentamento del tasso annuale di diminuzione. “Uno dei motivi principali per cui le costruzioni sono a rischio è il fatto che sono superflue” spiega rosslyn stuart, direttore della pianificazione e dello sviluppo della english Heritage per l’Inghilterra orientale. “Si è verificata una dismissione senza precedenti di ospedali, scuole, municipi, tribunali e simili. Se il cambiamento di sede avviene rapidamente e lasci trascorrere del tempo tra il momento dell’abbandono dell’occupante precedente e l’arrivo del nuovo, la struttura resta abbandonata per troppo tempo e comincia a decadere.” Inoltre, secondo Rosslyn Stuart, i luoghi di culto sono particolarmente a rischio a causa dei cambiamenti demografici. Se la popolazione diminuisce, si prospetta una competizione tra i devoti e gli altri appassionati di questi edifici per occuparsene e mantenerli in servizio. Lo sviluppo è un altro fattore di rischio: pensate agli edifici ormai lasciati a se stessi; subiscono il degrado e vanno in rovina. Intervenire in fretta è la soluzione, insiste Stuart, ed è anche un’idea valida dal punto di vista economico. “Stiamo invitando la gente a puntare sulla prevenzione: un vecchio adagio dice che chi più spende meno spende. Curate i nostri edifici storici oggi se volete salvarli domani. Sappiamo che le finanze sono sotto forte pressione, ma la via da seguire è “poco e spesso”: è più 7 economico spendere per riparare una grondaia otturata oggi che non spendere 40.000 sterline per riparare il tetto tra cinque anni”. Tuttavia catturare l’interesse del pubblico non è sempre facile, anche se nel Regno Unito la serie TV “Restoration” (che porta alla ribalta siti storici in rovina e invita i telespettatori a votarne uno da salvare mediante una forte sovvenzione) si è rivelata un grande successo. Se questo non sembra forse il sistema più giusto per decidere quali progetti e edifici storici contribuire a salvare, almeno riesce a diffondere efficacemente la pubblica consapevolezza della necessità di salvaguardare il nostro patrimonio. akzoNobel è andata oltre, facendo appello a ideali più estetici per promuovere questa causa. “dai più colore alla tua vita” è una frase evocativa, ma l’impiego delle vernici e dei rivestimenti come parte integrante dell’iniziativa globale della multinazionale olandese, riguarda tanto la tutela del patrimonio di un’area quanto il suo miglioramento dal punto di vista estetico. un programma che traduce in realtà la mission aziendale, ovvero aggiungere più colore alla vita delle persone. Come convincere dunque le persone a impegnarsi nel salvataggio del tessuto della loro storia? Rosslyn Stuart è convinta che sia un buon inizio dimostrare quanto un piccolo intervento possa davvero fare la differenza. “Il progetto Lincolnshire Heritage at Risk mira a far sì che tutti lavorino per salvaguardare il proprio patrimonio storico. Essendo un progetto guidato da una comunità, l’idea consiste nel coinvolgere dei volontari, lavorare attivamente per reclutarne in tutta la contea e dimostrare loro quanto sia facile dare una mano. Per noi è un progetto pilota entusiasmante”. Dinu Bumbaru adotta una duplice strategia: oltre ad impartire lezioni di ristrutturazione della casa (promosse da AkzoNobel) tramite la Heritage Montreal, insegnando alla gente metodi pratici per prendersi meglio cura dei loro mondi personali, egli fa anche una domanda cruda e diretta: “Chiedo alla gente se, di qui a 25 anni, sarebbe orgogliosa di confessare ai propri figli o ai propri nipoti di non aver fatto niente e di essere in ultima analisi responsabile per ciò che è stato demolito, abbandonato o dichiarato inagibile. Può suonare sgradevole, ma la realtà è che non fare niente equivale a distruggere, e il fatto di rendersene conto ti dà una nuova prospettiva del futuro”. Il contributo di akzoNobel in Italia. Preservare il patrimonio storico mondiale è una sfida per chiunque ne sia coinvolto: ci offre un’ottima occasione per tenere fede alla nostra promessa di “dare oggi le risposte di domani” (Tomorrow’s Answers Today), oltre a farci capire che la tutela del nostro patrimonio è un tema caldo che richiede un sincero rispetto per il passato. 8 “È necessario disporre di una gamma differenziata di prodotti” spiega Pino Milana, direttore tecnico di akzoNobel deco Italia. “In Italia ci sono tantissimi edifici storici, ragion per cui ci vengono spesso ordinate pitture minerali alla calce o ai silicati. Le pitture acriliche non sarebbero appropriate, perché gli edifici di Roma, Venezia o Milano non devono sembrare dipinti di fresco né avere l’aspetto di una scatola di plastica nuova e lucente. È di importanza fondamentale che il lavoro di restauro sia simpatetico”. Il Piano del Colore di Portofino (2006) è un eccellente esempio della strategia AkzoNobel: uno studio del colore appositamente realizzato da Sikkens - marchio leader sul mercato dei prodotti vernicianti - per illustrare i colori e i materiali specifici da utilizzare in tutti i progetti di restauro del pittoresco borgo ligure. È uno degli innumerevoli progetti analoghi ideati da AkzoNobel per garantire il mantenimento dei caratteri peculiari di una particolare zona a vantaggio delle future generazioni. Fra le altre città che beneficiano di un Piano del Colore figurano: Torino, Centro Storico di Firenze – Quartiere di San Lorenzo, Trieste, Caserta e “Roma Municipio II”. Attualmente AkzoNobel è impegnata nella conclusione del Piano del Colore per Bergamo Alta. “Un Piano del Colore consiste fondamentalmente nella collezione dei colori tipici di una particolare città” continua Milana, “prevede la campionatura e la rimozione degli strati per riscoprire le tonalità originarie”. Altra caratteristica importante, i prodotti impiegati per rivestire le facciate sono autopulenti. “L’inquinamento costituisce un grave rischio per i nostri edifici, nonostante si stia decidendo di vietare il traffico in molte aree. Tuttavia c’è anche un ritorno economico, perché se riusciamo a fornire un prodotto in grado di mantenere un aspetto estetico gradevole per tempi più lunghi, riusciamo anche a contenere i costi di restauro”. Oltre ai Piani del Colore, AkzoNobel in Italia è impegnata anche nella realizzazione di importanti progetti per il restauro di monumenti o edifici storici e contemporanei. Tra i quali è doveroso citare il restauro delle facciate e manutenzione delle cromie del Teatro alla Scala di Milano (1999 e 2004), le facciate del Castello del Valentino di Torino, il Portico di San Luca a Bologna, o il foyer del Teatro Petruzzelli di Bari, fino ai lavori più recenti per il nuovo Museo MACRO di Roma, a firma dell’architetto Odile Decq nel 2010, e il restauro del cortile interno e del porticato del prestigioso Museo del Risorgimento di Milano (marzo 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia). Tra le esperienze di stile più contemporaneo, AkzoNobel ha partecipato ad importanti progetti come la Chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier di Roma, il Palazzo Vela di Gae Aulenti a Torino (2005) e il Vulcano Buono di Nola di Renzo Piano (2008). Testo tratto da Don’t let our heritage turn sour, di Rebecca Parsley, A - AkzoNobel magazine 6/2001. L’IMPortaNza deL CoLore 9 IL COLORE IN CUCINA L’OcchIO è LA PORTA DEL GUsTO. S e è innegabile che ci nutriamo per necessità, ridurre l’alimentazione a una mera esigenza funzionale dell’organismo è davvero un peccato. La percezione “preventiva” di un piacere passa per il cervello e nasce in primo luogo dalla sollecitazione visiva e, dato che il cibo è indubbiamente uno dei piaceri della vita, l’attrazione prende le mosse dalla piacevolezza dello stimolo che raggiunge gli occhi. Solo dopo entrano in gioco olfatto e gusto a chiudere il cerchio. Chiunque abbia visitato un mercato africano, asiatico o sudamericano conosce la formidabile forza di attrazione di quelle fantastiche tavolozze multicolori che sapienti mani dispongono sui banchi. Le incredibili sfumature dei gialli e dei rossi delle mille spezie, l’esplosione dei colori pastello delle verdure locali, spesso corroborati nelle vicinanze dai piumaggi degli animali. E la frutta che racchiude sotto la buccia una polpa dai colori sgargianti. una tempesta di segnali che ne suscita altrettanti collegati alla successiva degustazione di quanto guardiamo. Una collinetta di sumac mediorientale rosso intenso ci suggerisce agnello rosolato o filetti di pesce arrostiti, la solare curcuma stimola la fantasia per preparare pollo, gamberetti e anche verdure debitamente insaporiti. Ma non è necessario varcare gli oceani per sviluppare la capacità di valorizzare i colori in cucina. Il fenomeno della nouvelle cuisine ha portato innovazione nel trattamento e nella scelta delle materie prime, ma ha anche valorizzato la presentazione del piatto, con particolare attenzione agli accostamenti cromatici esaltati anche dalle cotture brevi o a vapore, puntando alla coreografia e modellando gli ingredienti a piccoli e geometrici pezzi. L’eredità di questa esperienza ci insegna che non è necessario essere uno chef, ognuno può esprimere al meglio la sua creatività con un sforzo di fantasia. Ecco un piccolo esempio. Preparate un risotto normale con burro, cipolla e brodo ma usando il riso venere, quello nero. A pochi minuti dal termine aggiungete filetti di pomodoro fresco spellati e foglie di basilico. 10 L’IMPortaNza deL CoLore 11 LA FORMA DEL COLORE cLIMA cROMATIcO NEI LUOGhI DI cURA. D opo la definizione di Clima Cromatico, affrontiamo come il colore viene applicato e percepito in un ambiente di lavoro particolare come quello medico-dentistico. un tema delicato e di estrema attualità, date le condizioni nelle quali si trovano talvolta ad operare i professionisti del settore, ignari – loro malgrado – dell’importanza di un giusto accostamento di colore quando si interviene su un paziente. abbiamo chiesto al Prof. Caiazzo, designer e color consultant, nonché vicepresidente della IaCC International association of Color Consultants di illustrarci brevemente la sua esperienza. un argomento insolito e forse poco noto ai progettisti…ma come si definisce lo studio del colore in un ambiente particolare come quello medico? ILLUsTRAZIONE DI ELENA vON HEssEN. I cOLORI ABBINATI AI cENTRI ENERGETIcI. BIOGRAFIA 12 Massimo Caiazzo, vicepresidente per l’Italia del Comitato Internazionale dello IaCC International association of Color Consultants (www.iaccna.org), l’associazione che riunisce i progettisti del colore più antica del mondo. dal 1990 al 2006 ha collaborato con l’atelier Mendini di Milano. dal 2003 è docente di Cromatologia presso l’accademia di verona e di corsi di approfondimento sul colore nella progettazione a Milano presso la Nuova accademia di belle arti (Naba), la domus academy e il dipartimento di nuove tecnologie dell’accademia di brera. Nella sua attività di Color Consultant, ha sviluppato studi cromatici in diversi settori: nautico, automobilistico, trasporto pubblico, arredo, architettura d’interni, design, moda, exhibit design nell’ideazione di eventi e performance e in ambito artistico. Nel 2010 è autore dell’intervento no-profit di riqualificazione cromatica degli interni della chiesa di santa Maria Maggiore a Mirabella eclano (xI sec) in provincia di avellino. Nel 2009 coordina con anna barbara il workshop a premi “Coloriamo il Mondo”, un concorso che si pone l’obiettivo di promuovere la cultura progettuale del colore per valorizzare e recuperare il territorio urbano. riservato agli studenti del Politecnico, della Nuova accademia di belle arti e della domus accademy di Milano e dell’accademia di verona. Nel 2008, per la prima volta in europa, sviluppa l’intervento di riqualificazione cromatica di un istituto di pena, con il progetto no-profit “Colore al carcere di bollate”. Nel 2006 partecipa alla x° biennale di architettura di venezia (eventi collaterali della selezione ufficiale) con il suo progetto “Nuovo Paesaggio Cromatico”: un’installazione esperienzale e una scenografia dinamica, sulle relazioni tra colore, percezione artistica e pratica del quotidiano, che ha coinvolto anche musicisti e neuroscienziati. Nel 2005 per il “festival della Mente” di sarzana presenta il workshop “La nuova percezione del colore” che registra il tutto esaurito. suoi lavori sono esposti nelle collezioni del “Museum fur Kunst und gewerbe” di amburgo, del “Musèe Les arts dècoratifs” del Louvre di Parigi e del”Museum 4th block of ecological art” di Kiev. Esistono pochissimi testi che affrontano con rigore scientifico gli effetti del colore nei luoghi di cura e tra questi i più significativi son stati pubblicati da due insigni studiosi: il dottor Heinrich Frieling, (fondatore e primo presidente della IACC) psicologo, biologo, filosofo, già fondatore dell’Institute of Color Psychology in Germania e il professore Frank Mahnke (presidente della IACC attualmente in carica), che per primo ha elaborato il disciplinare internazionale relativo al clima cromatico nei luoghi di cura. Per formulare un progetto efficace sono necessarie conoscenze umanistiche e scientifiche in grado di guidare il designer nella scelta delle tecniche e dei materiali più idonei alla sua realizzazione. Per questo solo una formazione interdisciplinare offre gli strumenti necessari a soddisfare, in questo specifico ambito della progettazione, le esigenze funzionali ed estetiche che consentono di ottenere una piena integrazione tra uomo e ambiente costruito. Lo studio del colore in ambito medico e ospedaliero riveste un’importanza fondamentale anche nel percorso formativo di IACC. Nel corso della mia attività professionale, più volte mi sono confrontato con problematiche legate al rapporto tra ergonomia cromatica e benessere del fruitore. Ultimamente ho sviluppato il progetto cromatico e delle sorgenti luminose di uno studio dentistico con una superficie complessiva di circa 130 mq che si trova all’interno di un meraviglioso edificio liberty nei pressi di piazza Duse a Milano, in fase di completamento mentre scriviamo. Quali tonalità avete usato? Il progetto è incentrato sull’uso accurato del colore e della luce artificiale, e si sviluppa con la volontà di pervenire ad un risultato che non sia meramente estetico ma che sappia anche esprimere un più esteso concetto di “igiene” del “luogo di cura” sottolineandone la funzione terapeutica anche sul piano visivo. Il clima cromatico, oltre a ottimizzare la percezione dei volumi, della temperatura e del tempo trascorso a seconda della tipologia e della funzione degli spazi è impostata su due livelli complementari: da un lato lo “scenario visivo” del personale sanitario - un primo livello “attivo” di grande responsabilità del medico che fornisce la terapia -, dall’altro quello dei pazienti - un secondo livello “ricettivo” per farli sentire a proprio agio. Le attività sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, che quotidianamente vengono svolte in uno studio dentistico necessitano di condizioni di visibilità costante. Più specificatamente il progetto è stato formulato con l’obbiettivo di incrementare l’ergonomia visiva degli ambienti e risolvere le problematiche “metameriche” che investono l’illuminazione e la percezione della temperatura del colore. “Il contesto ricettivo deve coniugare armoniosamente la piacevolezza dell’ambiente e il benessere dell’utenza e del personale non medico alleviando la tensione dei pazienti offrendo loro un ambiente confortevole e cangiante”. Come si è intervenuto per rispondere efficacemente alle necessità di medico e paziente? Nelle postazioni operative, sono stati inseriti due elementi colorati di forma circolare che con funzioni diverse supportano sia il paziente che il dentista. Sul soffitto, in prossimità della poltrona del paziente, è stato collocato un disco color indaco, del diametro di circa cinquanta centimetri realizzato con pigmenti in polvere, che consente di assorbire, a livello psicologico, sia i suoni acuti e stridenti degli strumenti del dentista che la stessa percezione del dolore da parte del paziente. Infatti, in base alle associazioni acustiche assegnate da Heinrich Frieling, all’interno di un ambiente, i colori caldi amplificano le sensazioni sonore, mentre quelli freddi e scuri assorbono i rumori. L’indaco è considerato il colore che meglio riesce ad attutire sia la percezione del rumore che del dolore prima sul piano fisiologico e poi psicologico. Sulla parete destra invece, un disco di colore turchese consente al dentista, che si trova ad operare costantemente in un contesto cromatico in cui domina il rosso-rosato del sangue o delle gengive, di ristabilire condizioni di percezione normale e “compensare” la prolungata visualizzazione del rosso. L’IMPortaNza deL CoLore Il nostro cervello infatti decodifica le informazioni trasmesse dall’occhio stimolato dalla visione semplice o composita di determinate forme e colori, producendo una visione successiva del tutto inesistente nella realtà. Questo fenomeno avviene dopo aver fissato a lungo un singolo colore o una sequenza di tonalità. Successivamente, osservando uno sfondo bianco, nel caso di un singolo colore, apparirà il suo opposto (complementare o polare), mentre nel caso si tratti di una sequenza di tonalità, questa apparirà ribaltata. e dal punto di vista dell’igiene? Un altro aspetto importante è quello legato all’igiene degli ambienti medici che, per garantire un’azione germicida efficace deve eliminare anche tutti quei batteri che hanno sviluppato una fortissima resistenza agli antibiotici e ai disinfettanti tradizionali. Studi recenti hanno evidenziato come la luce violetta, pur essendo innocua per i tessuti umani, abbia un forte potere sterilizzante. Nelle postazioni chirurgiche, oltre alla presenza delle sorgenti di luce violetta, per garantire la massima azione germicida, le pareti sono state verniciate con un’idropittura murale a base di ioni d’argento, lavabile ed efficace nell’inibire la proliferazione di batteri. Per identificare le tonalità più adatte ai vari contesti, ho lavorato su gamme cromatiche specifiche come il pervinca chiaro, il glicine, il lavanda, colori che anticamente si usavano addirittura nelle sale di anatomia. Un altro aspetto rilevante in ambito dentistico, soprattutto nelle operazioni ricostruttive dei denti e delle protesi è legato alla percezione delle diverse gradazioni di bianco, normalmente falsate a causa di fenomeni metamerici. La metameria infatti è un fenomeno ottico che si verifica quando due colori che appaiono identici sotto una certa luce, mostrano tonalità differenti se illuminati con una luce diversa. Per ottimizzare la percezione dei bianchi è necessario adottare particolari accorgimenti volti ad ottenere una temperatura delle sorgenti d’illuminazione simile a quella solare. e come viene affrontato questo particolare settore? Il nord Europa dimostra maggiore consapevolezza dei benefici di un clima cromatico efficace, anche per la necessità di far fronte alla carenza di luce naturale che è molto sentita. Infatti proprio da paesi come la Finlandia e la Scandinavia, arrivano i più interessanti sistemi d’illuminazione ottenuta con speciali fluorescenze che diffondono una luce molto simile a quella solare che rende il contesto più “naturale” e quindi vivibile. In nord Europa, gli ambienti, soprattutto d’inverno, sono davvero poco luminosi, e proprio per questo le persone non rinunciano al colore. In Italia, buona parte dei progettisti sembra non tenere in alcun conto la temperatura del colore delle sorgenti luminose. Troppi progettisti, pur rispettando le normative che prevedono l’eliminazione delle lampadine a incandescenza, si ostinano a utilizzare sorgenti standard dimenticando che la percezione degli ambienti cambia radicalmente nel corso delle stagioni. La temperatura della luce interferisce persino con la percezione dell’incarnato. Sino ad oggi nel panorama italiano sono mancate occasioni di studio e di approfondimento di questo tema specifico delle applicazioni del colore. Per questo molti progetti riflettono ancora una logica autoreferenziale che conduce inevitabilmente allo “sterile narcisismo”. dischi indaco e verde per le sale mediche, e per le altre stanze come la sala di attesa? La tavolozza della sala d’attesa è composta da otto tonalità declinate in diversi gradi di saturazione che si accordano al parquet e al bellissimo soffitto decorato. Le diverse temperature di colore proiettano ombre sia calde che fredde mentre l’illuminazione perimetrale celata in una cornice trasforma il soffitto in una volta luminosa. Concludendo devo sottolineare che se da un lato l’eccessivo uso del bianco negli ospedali per dare la sensazione di igiene è un’applicazione sbagliata poiché essendo un colore privo di effetti psicoterapeutici rende gli ambienti asettici, freddi e distanti dalle persone, dall’altro devo ammettere che purtroppo oggi nei luoghi di cura si sta diffondendo una “voglia di colore” non supportata da una adeguata “cultura del colore” che si traduce in tendenze chiassose e ipercolorate che riducono il colore a mero fattore estetico limitandosi ad un approccio superficiale che risulta spontaneista e dannoso, sia per il personale sanitario che per i pazienti. Infine, erroneamente, il colore viene considerato come un elemento di svago per distrarre e infondere allegria. Intenzioni ammirevoli, ma questo tipo di approccio resta lacunoso. A volte per esempio si riscontrano degli eccessi di verde alle pareti poiché il luogo comune lo identifica come un colore rilassante che rimanda alla natura mentre in realtà la gamma del verde interferisce con l’incarnato. Questo significa che il colore viene usato come semplice decorazione, imponendo arbitrarie combinazioni cromatiche che non fanno altro che amplificare la condizione di fragilità della “malattia” e non la speranza di “guarigione”. Anche se sembra scontato desidero sottolineare che livello di apprezzamento estetico generale costituisce anche uno dei principali motivi di fidelizzazione del paziente. Infine, un altro tema di grande attualità è il risparmio energetico. Razionalizzando il numero di apparecchi illuminanti e scegliendo le sorgenti più adatte è possibile incrementare la luminosità degli ambienti e ridurre i consumi. Massimo Caiazzo, 2011 – tutti i diritti riservati Comitato esecutivo IaCC Italia – vicepresidenza: Prof. Massimo Caiazzo – alzaia Naviglio Pavese, 274 – 20124 Milano. [email protected]. 13 ROssO NUMERO 1. R osso di sera bel tempo si spera”, “rosso CocaCola”, “Campari Red Passion”, “rosso Ferrari” o “rosso Ducati”: che sia per un modo di dire, che sia il colore della bibita più bevuta del mondo, o per specificare una tipologia di rosso associandolo a marchi talmente apprezzati che ormai lo rappresentano, il rosso è uno dei colori più famosi d’Italia, forse anche perché proprio del tricolore fa parte. Il rosso non è solo uno dei colori più usati oggigiorno, fin dall’antichità detiene diversi primati: è il primo colore ad aver avuto un nome, è il colore che più facilmente colpisce i sensi, se è vero che è il primo colore per citazione spontanea, ed è il primo colore dell’arcobaleno. Un buon inizio per “un colore come un altro”. Ma quali sono le origini del rosso? La parola rosso, dal latino “rutilus e ruber”, “sangue e vita”, rappresenta il corpo, la materia. Nella simbologia, in quella antica come nella più moderna, il colore rosso ha aspetti sia positivi che negativi e simboleggia sì vita, ma anche morte: da un lato è amore e passione, energia, gioia e festività; dall’altro è il colore della violenza, dell’ira, di Marte, dio della guerra, della ferocia e del sangue. Nell’onirico il rosso è un eccitante e simboleggia il mettersi in gioco, l’azione in contrapposizione alla teoria, oltre a significare un sentimento di bisogno di protezione e di calore. Nei sogni il rosso vive sul filo delle contrapposizioni: può rappresentare infatti creazione o distruzione, amore o odio, vita o morte. Il rosso è anche il colore delle prostitute e questo ne rappresenta il suo simbolismo più terreno, legato all’amore carnale, e infatti nell’Apocalisse, la grande prostituta è vestita di porpora e di scarlatto. Ma lo stesso colore simboleggia l’amore celeste, la passione per Cristo, ed è il colore del Sacro Cuore. A conferma del fatto che ogni simbolo ha aspetti positivi e negativi. Anche nell’Egitto dei faraoni, per esempio, il rosso (“Desher”) assumeva significati diversi a seconda dei contesti: veniva considerato benefico quando simboleggiava la vita, ma aveva significati malefici e negativi quando veniva associato all’aridità del deserto, parola che deriva proprio dal colore rosso. Nei secoli scorsi il rosso è sempre stato simbolo di regalità. Il prezioso color porpora è il colore tipico degli abiti religiosi. I cardinali, per esempio, vestono di rosso sia per ricordare il sangue dei martiri della Chiesa, sia perché dona loro regalità. “ 14 IMProNte dI Moda, CostuMe e LIfestyLe Oggi il rosso, per la sua comprovata capacità di attirare l’attenzione, viene utilizzato nei segnali di pericolo e di emergenza, o più semplicemente per indicare un debito, da cui l’espressione “essere in rosso”. Ma questo colore appare da secoli anche nella letteratura. A partire da “Il rosso e il nero” di Stendhal fino ad arrivare al “Rossovermiglio” di Benedetta Cibrario, passando per “Il libro rosso” di Jung, “Autunno rosso porpora” di Elena e Michela Martignoni, “Rosso Malpelo” di Verga o “Rosso Floyd” di Michele Mari, senza considerare il mondo delle fiabe dove “Cappuccetto Rosso” resta un evergreen (tanto da diventare un film prodotto recentemente), questo colore ha influenzato la produzione di moltissimi autori, non solo in campo letterario ma anche artistico, musicale e cinematografico. Lo stesso Keith Haring diceva: “Il rosso è uno dei colori più forti. Come il sangue: colpisce l’occhio”. E nella musica, nostrana e non, appare nei titoli di diversi album, a partire da “The red album” dei Beatles fino a “Rossorelativo” di Tiziano Ferro, ma anche “Album rosso” degli Yo-Yo Mundi, “RossoNoemi” della cantante che ha raggiunto il successo grazie alla partecipazione a X-Factor e a San Remo, o il brano dal titolo “Rosso” di Nicolò Fabi. Neanche “la settima arte” è esente dall’influenza di questo colore, basti pensare a “Profondo rosso” di Dario Argento, a “Caccia a ottobre rosso”, al “Film rosso” della famosa trilogia di Kieslowski o all’opera anni ’80 dell’intramontabile Gene Wilder , “La signora in rosso”. E se ne “La signora in rosso” è l’uomo, rappresentato nel suo stereotipo di uomo-ingenuo, ad essere attratto da un’avvenente donna dai vestiti porpora, oggi potremmo anche avere un sequel tutto al contrario. Da una recente ricerca dell’Università di Rochester e dell’Università di Monaco infatti, è emerso che sono proprio le donne ad essere attratte dagli uomini in rosso. “Il rosso è sempre stato considerato un colore sexy se indossato da una donna, ma i nostri risultati suggeriscono che il legame tra il rosso e il sesso vale anche per gli uomini” ha spiegato Andrew Elliott, uno degli autori della ricerca. Il rosso è quindi il colore dell’attrazione e della sensualità, il colore capace di rendere più affascinanti e attraenti uomini e donne, insomma, il colore in grado di aprirvi le porte a una notte a “luci rosse”. 15 il colore è ovunque, basta cercarlo. IL COLORE è OvUNqUE, BAsTA cERcARLO. NOTIZIE & PRIMIZIE 02-2011 AkZONOBEL MAgAZINE - TOMORROW’S ANSWERS TODAY PAINT, magazine 2011 n. 2 Periodico pubblicato da Akzo Nobel Coatings S.p.A., Decorative Paints Italia. Via Giovanni Pascoli, 11 – 28040 Dormelletto (NO). email: [email protected] Stampa a cura di: biemme srl (Milano) Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 giugno 2011. Direttore responsabile: Maurizio Poletti Coordinamento Editoriale: Direzione Marketing, Arianna Storoni Realizzazione grafica e design: casiraghi greco&, Milano Hanno collaborato a questo numero: Roberto Meregalli, Giuseppe Fischetti, Barbara Moretti, Nadia Odorico, Michela Petrosino, Francesco Pezzo, Barbara Serra, Laura Savini, David Lichtneker, Willeke Jongejan. Un particolare ringraziamento a: Comune di Milano, Settore Promozione e Cooperazione Culturale, e Museo del Risorgimento di Milano; Associazione no-profit Amicigiò di Arona (NO); Croce Rossa Italiana di Arona (NO); Fondazione Gaetano Bertini, Milano; Fondazione Mediterraneo, maison de la paix; Prof. Massimo Caiazzo, Milano; Studio di Architettura Luca Scacchetti, Milano; Arch. Riccardo Zanetta, Torino; Studio Rosental, Arch. Giorgio Rosental, Torino; Fondazione Contrada Torino Onlus, Arch. Germano Tagliasacchi; Gruppo Ordine s.r.l., Torino; Pierluigi Mutti; Arch. Antonio Mariniello, Napoli. Foto di: Luca Casonato, Corinne Fortier, Emanuele Sandon, Maria Vernetti, Pino Milana, Barbara Moretti, Arianna Storoni, Nadia Odorico, David Lichtneker. I testi pubblicati possono essere riprodotti liberamente salvo citazioni della fonte. ® www.fsc.org MISTO Carta COLOREDIT L’edItorIaLe dI roberto MeregaLLI COLORNEWs / 3 4 uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo / Una festa dell’architettura per l’architettura Presto un Piano del colore per Bergamo Alta / Il Technical center si rinnova / Totem della pace / 6 5 4 successo per la prima edizione della fiera colore / “Let’s colour” video di AkzoNobel / AkzoNobel accende la Formula 1 / COLORvIsTA La ParoLa aLL’esPerto Tendenza colore 2011 COLORIAMO IL MONDO 9 9 8 10 / 12 / Nuovi colori in piazza carignano a Torino best ProjeCts chiesa di s.Antonio di Padova in Poggiomarino (NA) / PROgETTIAMO INsIEME 16 fare beNe agLI oCCHI e aL Cuore / AkzoNobel per l’ex oratorio s.Basilio a Milano casaoz a Torino / 17 community Program / 17 UN MONDO DI COLORI Le NovItà dI aKzoNobeL sikkens, herbol, hammerite / 18 14 2 L’edItorIaLe dI roberto MeregaLLI eNtrare NeL vIvo… deL CoLore! Eccoci finalmente giunti al secondo numero di Paint, spero tanto che la prima edizione vi sia piaciuta, noi nel frattempo abbiamo continuato a lavorare alla seconda uscita dell’anno che oggi ho il piacere di introdurvi. Vi anticipo che in questa sezione di “Notizie & Primizie” entriamo nel vivo di svariate attività, interessanti, particolari e inusuali che abbiamo seguito con cura in questi ultimi mesi: si inizia con il successo della prima edizione della Fiera Colore di Piacenza, si passa poi al nostro Akzo Nobel Technical Center che ha completamente rinnovato il suo aspetto in “pixel” colorati, fino alle importanti sponsorizzazioni quali il Festival dell’Architettura di Torino di luglio e sempre a Torino il Totem della Pace, in occasione dei 150 anni d’Italia. Ovviamente ci piace anche correre (ma in sicurezza!), magari su una vettura di Formula 1, e allora eccoci a bordo della McLaren con la sponsorizzazione di AkzoNobel. Una riflessione ed un approfondimento a parte per “Progettiamo Insieme”, dove si parla di quello che noi internamente chiamiamo “Community Program” ovvero di tutte quella serie di attività di supporto ed aiuto che come azienda socialmente responsabile ed attenta alla comunità in cui viviamo facciamo per aiutare le persone, le istituzioni e gli enti. Questo è un aspetto fondamentale del nostro futuro. Troppo spesso in passato, ma ancora oggi, le aziende private (aggiungo a maggior ragione “le multinazionali”) sono viste come un tipo di impresa che pensa solo al profitto, alla crescita del fatturato, ad investire in pubblicità per promuovere i propri prodotti, dimenticandosi delle persone che ci lavorano ma soprattutto del contesto sociale e geografico in cui opera. akzoNobel ha sempre dimostrato una certa vicinanza al proprio territorio di appartenenza, dove è nata e cresciuta, e cerchiamo di mostrarci attenti alle esigenze della comunità locale. Quando possibile, cerchiamo di offrire il nostro contributo attraverso donazioni di nostri prodotti, oppure grazie all’intervento anche di nostri dipendenti con il coinvolgimento di tutti, per aiutare chi ne ha più bisogno e portare un po’ di colore e serenità in ambienti meno fortunati. Non vogliamo sostituirci all’attività di un’associazione no profit, ma possiamo fare la nostra parte per aiutare chi ne ha bisogno. Vogliamo essere (e pensiamo già di esserlo) un’azienda che cresce con sani profitti e fatturati, dove per sani intendiamo che una parte degli investimenti e delle persone sono dedicati a supportare la comunità che ci circonda. A questo punto, mi viene facile spiegare ed integrare il “Community Program” al nostro motto, italiano, europeo, mondiale: “Adding Color to People’s lives”, “Aggiungere colore nelle vita delle persone” è la nostra missione aziendale in qualsiasi parte del mondo e lo facciamo anche sostenendo le comunità che ci circondano. Ne riparleremo sicuramente. Ma adesso mi fermo qui, non voglio togliervi tempo per sfogliare il nostro magazine. Approfitto dell’occasione per augurare una buona estate a tutti! Roberto Meregalli Direttore Marketing Akzo Nobel Coatings S.p.A., Deco Italia. 3 UNA FEsTA DELL’ARCHITETTURA PER L’ARCHITETTURA I cOLORI DI UNA cITTà chE sA GUARDARE AL NUOvO chE AvANZA sENZA DIMENTIcARE IL sUO PAssATO. A rchitettura in città” è il tema portante della prima edizione del festival dell’architettura 2011, che si terrà a torino dal 14 al 17 luglio. L’evento è organizzato da oat – ordine degli architetti di torino – e in particolare dalla sua fondazione. Un Festival dedicato ai temi dell’architettura, del paesaggio, del progetto e della città. Una festa aperta a tutti i cittadini, con appuntamenti diversi che prevedono il coinvolgimento di un pubblico più ampio, non solo di addetti ai lavori. “ akzoNobel da sempre vicina ai temi dell’architettura e del paesaggio urbano, partecipa come main sponsor all’evento, attraverso il suo marchio leader sikkens. Una realtà consolidata quella di Torino, dove Sikkens ha partecipato nel corso degli anni, con il suo servizio gratuito di consulenza, a numerosi progetti per il recupero del colore ed a progetti di restauro e ristrutturazione delle facciate; come l’intervento di restauro dedicato alla facciata del Castello del Valentino, sede della Facoltà di Architettura, realizzato nel 2005. Fra i più recenti la ristrutturazione del Palavela, su progetto dell’Arch. Gae Aulenti, realizzato in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, e dell’insieme architettonico che comprende il Teatro Carignano, realizzato puntualmente per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, più una serie di realizzazioni su tutto il territorio cittadino e i comuni limitrofi, dove Sikkens è presente con la sua rete di distributori autorizzati. Sikkens dal 1958 partecipa alla storia di questa città, che sta vivendo una vera e propria rinascita, non solo culturale, grazie ad un tessuto urbano animato e ricco di iniziative, che guarda al futuro puntando a nuovi talenti. Protesa alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, alla messa in opera di progetti per il recupero di ex zone industriali e alla realizzazione di nuove infrastrutture, Torino si pone come una realtà che punta al cambiamento e all’innovazione senza dimenticare il suo passato. È in questo contesto che una multinazionale come AkzoNobel ritrova quel radicato senso di appartenenza territoriale che la contraddistingue, divenendo perno per il lancio di iniziative contemporanee. AkzoNobel con Sikkens aderisce con entusiasmo all’iniziativa di OAT e della sua Fondazione, per essere vicini alla città, ai suoi abitanti uniti nella loro diversità, legati ad un passato illustre che ha dato i natali alla nostra nazione, e consapevoli di una storia sociale e culturale più recente spesso caratterizzata da toni controversi. L’Ordine degli Architetti di Torino e la Fondazione OAT sono da tempo impegnati nella promozione dell’architettura come “espressione culturale essenziale dell’identità di ogni paese, che riveste interesse pubblico e costituisce un patrimonio della comunità”. Quattro giorni di iniziative, proposte da vari enti e soggetti culturali territoriali, ciascuno secondo la lettura e le caratteristiche che gli sono proprie, con la partecipazione di numerosi comuni limitrofi a Torino: Moncalieri, Nichelino, Grugliasco, Collegno, Rivalta, Avigliana, Settimo, San Mauro, Rivoli, Ivrea. PREsTO UN PIANO DEL COLORE PER BERgAMO ALTA sINERGIA TRA MONDO AccADEMIcO E IMPREsA. P roseguono a pieno ritmo i lavori per la messa a punto del Piano del Colore di città alta. Secondo il crono-programma definito con il Comune di Bergamo, la consegna dello Studio è prevista per la fine dell’anno. Il Piano, illustrato ampiamente lo scorso anno durante la Fiera Edile, è coordinato da AkzoNobel, già protagonista dei Piani del Colore di Portofino nel 2006, di Roma Municipio II e Firenze Quartiere di San Lorenzo, solo per citare i più recenti in ordine di tempo. Nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, AkzoNobel celebra la bellezza architettonica della città dei Mille con un Piano del Colore dedicato alla rivalutazione delle sue cromie originali. Un altro importante contributo, dall’alto valore culturale e professionale, dopo il restauro del Museo del Risorgimento di Milano terminato ad aprile e ampiamente apprezzato dalle più alte cariche dello Stato, con la visita eccezionale del Presidente della Repubblica a fine marzo. Il progetto vede la partecipazione dell’Università di Bergamo, CST Centro Studi sul Territorio “Lelio Pagani”, sotto la direzione scientifica della professoressa Juanita Schiavini e del professore Fulvio Adobati oltre ad un qualificato team di esperti dell’urbanistica, del restauro architettonico e del colore, coordinati dalla multinazionale già leader nel settore. Nell’ultimo anno è stata portata a termine la ricerca storica e il rilievo geometrico di tutte le facciate. Da aprile il team di lavoro sta finalizzando la mappatura dei vari materiali degli edifici (intonaco, pietra ecc.) e, parallelamente, l’analisi dello stato di fatto delle cromie attuali. Il passaggio conclusivo di questo studio vedrà la definizione della tavolozza colori e la normativa del piano. A conclusione del percorso di studio, il Piano del Colore di Città Alta diverrà un punto di riferimento importante per il restauro degli edifici e garanzia per il rispetto della tradizione cromatica dei palazzi del centro storico di Bergamo. 4 IN cOLLABORAZIONE cON L’AccADEMIA DI BRERA. T erminati in primavera i lavori di tinteggiatura delle pareti esterne della sede di Castelletto ticino di akzoNobel. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’accademia di brera, scuola di Progettazione artistica per l’Impresa, grazie ad un workshop, condotto dall’architetto Luca scacchetti, dedicato all’uso del colore in ambienti industriali. “Progettare con il colore - Intervento sulle cromie dei prospetti di un edificio industriale” , proposto lo scorso anno, è nato dall’idea di far incontrare il mondo accademico con l’industria, per approfondire le tematiche relative all’uso del colore in ambienti industriali, nel rispetto dello spazio e della natura circostante. di Luca Scacchetti L’esperienza svolta collegialmente tra il workshop dell’accademia di belle arti di brera di Milano e akzoNobel con tema la sede del Technical Center AkzoNobel di Castelletto Ticino e la ricerca di una sua differente identità architettonica attraverso le cromie, ha dei caratteri così unici e straordinari, che in qualche modo potremo definirla esperienza esemplare, capace di suggerire ad altre situazioni e ad altre scuole un possibile e fattivo rapporto tra scuola e industria. Dopo anni di ragionamenti e speculazioni intellettuali sulla necessità di ritrovare questo rapporto o, per traslazione un rapporto più generale tra mondo produttivo e mondo culturale, la riuscita di questa minuta e pur importantissima esperienza, spiega come tutta la possibile chiave di svolta sia nel binomio disponibilità-responsabilità e come solo l’inseparabilità dei due termini possa rappresentare un interessante strada metodologica. Per disponibilità non si intende ovviamente una disponibilità economica, quanto più in generale una vera e propria cultura dell’accogliere in sé, senza preclusioni, ovvero la disponibilità dell’industria ad introdurre in sé procedimenti culturali, entro il proprio corpo industriale, la disponibilità ad ascoltare e a rischiare per condividere anche idee esterne e non proprie. E questa stessa disponibilità è quella che deve mostrare il mondo della scuola e dell’accademia nell’accogliere l’industria e le sue componenti di “forzato realismo”, smussando le pretese teoriche intellettuali, piegandole ed adattandole alle situazioni reali e quotidiane. Si tratta quindi di una disponibilità a smussare le proprie identità con quelle dell’altro, una disponibilità ed una possibilità di mediazione concreta, che è poi crescita per ambedue. Ma questo atteggiamento è già di per sé un atteggiamento di responsabilità, nel momento in cui si accetta un punto di vista esterno con cui cercare di confrontarsi e attraverso cui crescere in modo “un po’ differente”, ci si assume una responsabilità allargata, che misura scelte e passi cercando di non negare nell’azione ma che cerca anzi di esaltare proprio nei fatti dimostrata disponibilità nel momento del progetto. Così potremmo dire che la disponibilità ad accogliere le posizioni dell’altro genera il progetto e la responsabilità di essere conseguenti a quell’incontro genera l’opera e il manufatto. È così, credo, che si è arrivati ad avere in corso l’ultimazione della sede tecnica di Castelletto Ticino con un’immagine completamente differente. Un’immagine nata all’Accademia nel workshop, che si è modificata ed è maturata nell’incontro con gli aspetti reali e pratici, con le reali possibilità realizzative si è smussata e trasformata e divenuta lavoro degli studenti e dell’azienda al contempo in una doppia disponibilità ad accettare e a modificarsi in una assunzione di responsabilità reciproca e solo così si è fatta opera. Riguardando insieme la nuova immagine della sede di Castelletto Ticino e i disegni iniziali, potremmo dire che tutto è cambiato e che tutto è rimasto uguale. È come guardare una persona adulta e le sue foto da bambino, tutto è cambiato eppure tutto è uguale: carattere, fisionomia, tratti generali. I disegni, il progetto iniziale, come quell’adulto, sono solo cresciuti e maturati nell’incontro con la realtà e lì, divenendo condivisi, hanno trovato la loro verità. Ciò è avvenuto grazie alla grande disponibilità e responsabilità di AkzoNobel e dell’Accademia di Belle Arti di Brera. uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo IL TECHNICAL CENTER sI RINNOvA 5 TOTEM DELLA PACE AKZONOBEL cELEBRA IL TRIcOLORE A TORINO. S i è svolta il 4 maggio a Torino, la cerimonia di inaugurazione del totem della Pace della fondazione Mediterraneo, in occasione delle celebrazioni per l’unità d’Italia. AkzoNobel è sponsor tecnico dell’opera dello scultore Mario Molinari. Nella vela tricolore, un rinnovato messaggio di pace e coesione tra i popoli, a firma Sikkens. Dopo le esperienze di Napoli al Teatro San Carlo, di Roma a Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Esteri, e di altri centri minori come Pescasseroli, in Abruzzo, e Gaeta, AkzoNobel ha contribuito significativamente alla realizzazione del Totem della Pace di Torino attraverso una fornitura gratuita di prodotti vernicianti e una continuativa assistenza in fase di cantiere. Presenti alla cerimonia di inaugurazione le principali autorità locali, tra cui l’allora uscente Sindaco Sergio Chiamparino e il Presidente della Provincia Antonio Saitta, che hanno pubblicamente ringraziato AkzoNobel per il prezioso contributo, oltre a rappresentanti istituzionali dei diversi paesi che aderiscono al progetto della Fondazione Mediterraneo. La vela tricolore del Totem svetta in un’ampia area della città - punto nevralgico per il traffico cittadino tra corso Regina Margherita e Corso Lecce - e rappresenta un simbolo di pace nel cuore di quella che fu la prima capitale d’Italia. Settima, in ordine di tempo realizzata fino ad oggi in Italia, l’opera, in acciaio zincato e calcestruzzo, è costituita da una vela e un basamento con due semicerchi. Oltre 15 metri di altezza per la vela (16 in tutto se si considera la base di appoggio) e una superficie di 9x6 metri. I prodotti Sikkens usati: Redox BL Multiprimer, Rubbol BL Satin, Alpha Grond e Alpha BL Top Mat, un insieme di tinte che vanno dal tricolore 6 della vela al nero del basamento, in grado di rispondere efficacemente alle azioni aggressive degli agenti atmosferici a cui l’opera sarà sottoposta data la sua esposizione esterna. sikkens supporta il progetto della fondazione con una fornitura gratuita di prodotti per la messa in opera di circa 200 esemplari del totem (per un totale di circa 30.000 mq) che verranno realizzati nei prossimi 4 anni. I colori utilizzati normalmente per la scultura sono il rosso per la vela, sorretta da due semicerchi nero, arancio-giallo. In questo caso è stata realizzata una personalizzazione esclusiva per l’opera in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia. “AkzoNobel è lieta di dare il suo contributo per questa iniziativa, ancor di più perché si pone all’interno delle celebrazioni per l’Unità d’Italia che ci ha visti recentemente protagonisti diretti per il progetto di restauro del Museo del Risorgimento di Milano. E siamo onorati di questa inaugurazione a Torino, città natale dello scultore Molinari. Il fine socioculturale del progetto e il suo singolare aspetto cromatico, hanno destato immediatamente il nostro interesse e la decisione di aderire in qualità di sponsor tecnico” ha affermato Maurizio Poletti, amministratore delegato di akzo Nobel Coatings s.p.a. L’opera di Molinari è stata adottata dalla Fondazione Mediterraneo come simbolo per promuovere il dialogo tra i popoli e diffondere un messaggio di integrazione sociale e di pace fra le diverse culture del bacino del Mediterraneo. Ispiratore e promotore del progetto la Fondazione Mediterraneo, che ha lanciato l’idea del Totem già nel 1997. uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo L’ex sINdaCo sergIo CHIaMParINo IN UN MOMENTO DEll’INAUGURAzIONE. 7 sUCCEssO PER LA PRIMA EDIZIONE DELLA FIERA COLORE PROTAGONIsTI hERBOL E POLYFILLA PRO. D al 18 al 20 marzo presso il polo fieristico di Piacenza si è tenuta la prima edizione della Fiera Colore a cui ha partecipato anche AkzoNobel. La Fiera Colore è stata un primo esperimento, sicuramente di successo come confermano dati alla mano, di una manifestazione fieristica completamente dedicata al settore delle pitture e vernici per l’edilizia. Un evento che trae le sue origini dalle esperienze passate del vecchio SAIE 2 di Bologna, ultima manifestazione in cui il nostro settore era l’elemento centrale di una fiera professionale. Presenti alla manifestazione tutte le principali aziende con i relativi marchi commerciali con una prevalenza di orientamento al segmento professionale quindi all’applicatore o più in generale imprese di tinteggiatura e di ristrutturazione. I numeri della Fiera parlano di un afflusso di oltre 10.000 visitatori, principalmente operatori professionali che hanno concentrato la loro visita soprattutto nella mattinata, grazie all’organizzazione ed arrivo di pullman dalle principali città italiane, gestiti dalla neonata associazione aIdeL Associazione Italiana Distributori Edilizia Leggera). All’interno della 3 giorni di fiera sono stati organizzati numerosi convegni e dibattiti che hanno completato l’offerta, il prestigio e la visibilità della manifestazione. Unico neo della manifestazione, la concomitanza con il lungo ponte per le celebrazioni dell’Unità d’Italia del 17 marzo (festività decisa successivamente alla programmazione della fiera), che ha spinto alcuni operatori a disertare l’evento. AkzoNobel è stata fra le prime aziende ad aderire alla manifestazione di Piacenza, credendo fin da subito alla valenza dell’evento. L’area espositiva era molto ampia e dedicata a Herbol e Polyfilla Pro, marchi relativamente giovani in Italia essendo stato Herbol, lanciato due anni fa e Polyfilla-Pro solo alla fine del 2010. Lo stand di circa 200 mq, posizionato strategicamente all’inizio del padiglione e in posizione centrale subito dopo l’ingresso della fiera, era suddiviso in due aree separate da un corridoio centrale ma, allo stesso tempo, unite da un ampio portale raffigurante i due marchi di prodotto. Da un lato l’area dedicata all’accoglienza clienti, con servizio lounge bar e spazi per incontri riservati, dall’ altro lato una zona open space dove i visitatori potevano vedere e toccare con mano i prodotti Herbol e Polyfilla-Pro suddivisi, grazie a dei totem espositivi colorati, secondo il criterio delle categorie prodotto. Infine, a corredo del tutto, è stata allestita una piccola casa (con divano, televisore LCD ed elementi di arredo) dove all’esterno è stato applicato Herbol Symbotech e all’interno Herbol Zenit PU 5. Durante la manifestazione, sono stati organizzati incontri personalizzati con una selezione mirata di distributori Herbol per la condivisione delle strategie future legate al brand. A margine della fiera, AkzoNobel ha poi organizzato per i suoi ospiti una serata in “costume”, una cena con “delitto” presso il prestigioso Castello di San Pietro in Cerro. 8 sI AGGIUDIcA IL TED AwARD. U na campagna ispirata e un video emozionale accendono i colori dell’iniziativa “Let’s Colour” di akzoNobel (Adding color to people’s lives) che si aggiudica una menzione speciale come Ads Worth Spreading (il significato italiano del premio è “campagne che vale la pena raccontare”) dell’organizzazione TED. Diretto da Adam Berg e realizzato da Euro RSCG di Londra, il film di 2 minuti - pensato per una diffusione via web - cattura subito l’attenzione rimandando l’utente in un caleidoscopico viaggio nel mondo, dove le persone di diverse nazionalità e culture si ritrovano insieme per colorare i loro spazi abitativi, quartieri, e facciate di edifici, trasformando degli ambienti grigi e spenti in luoghi vivi e pieni di colore. Il brand di riferimento del video è Dulux, uno dei più importanti della gamma AkzoNobel presente nei mercati anglosassoni. In Italia AkzoNobel è presente con i marchi Sikkens, Herbol e altre linee di prodotti come Hammerite, Polyfilla e Polyfilla Pro (stucchi e rasanti professionali) e la linea legno Xyladecor e Xylamon. Più di 1000 le adesioni e un panel di 24 esperti hanno votato il video “Let’s Colour” di AkzoNobel come uno dei migliori finalisti. La giuria di TED ha così motivato la scelta: “Il messaggio espresso dal video è stato emozionante e coinvolgente, rendersi conto che la vita assume un altro aspetto se vissuta a colori e che talvolta non c’è niente di meglio di una latta di vernice per migliore l’ambiente in cui ci troviamo”. Il commento finale di un membro della giuria è stato “un progetto perfetto nel quale investire”. “Il colore ha il potere di ispirare tutti noi e sono molto contento che l’effetto positivo che stiamo trasmettendo al mercato e alle comunità locali nelle quali operiamo, sia stato rappresentato correttamente da questa campagna e dal video Let’s Colour” ha commentato tex gunning, direttore generale a livello mondo della business unit decorative Paints di akzoNobel. “La campagna per il progetto Let’s Colour rafforza la nostra posizione di interlocutore autorevole in fatto di colore, e tende ad incoraggiare sempre più i nostri utilizzatori finali e clienti a scegliere i nostri brands per migliorare i loro ambienti. L’obiettivo è quello di rafforzare sempre di più tra i nostri clienti ed utenti finali, che l’uso del colore può davvero generare benefici e migliorare l’ambiente in cui viviamo”. uLtIMe NotIzIe daL MoNdo aKzo “LET’s COLOUR” vIDEO DI AkZONOBEL La campagna “Let’s Colour” è stata lanciata a livello globale nel 2010. Le riprese sono state effettuate lo scorso anno, nell’arco di 4 mesi, in paesi come Brasile, India, Francia e Gran Bretagna. Gli abitanti dei luoghi filmati sono stati coinvolti direttamente nelle riprese e sono stati invitati a colorare realmente quegli spazi spogli e dalle tonalità grigie, utilizzando i prodotti AkzoNobel. Numerosi progetti sono stati promossi in altri paesi come Olanda, Sud Africa, Turkey e Italia, ed altri ancora sono in previsione. Per visualizzare il video vincitore del premio ted, visita www.letscolourproject.com. È inoltre disponibile la versione “a making of” del video all’interno del blog: www. letscolourproject.com/blog AkZONOBEL ACCENDE LA FORMULA 1 sIGLATO L’AccORDO DI PARTNERshIP TEcNIcA cON LA scUDERIA McLAREN. D allo scorso febbraio, tutte le vetture McLaren dei circuiti Formula 1 mostrano il logo AkzoNobel sull’alettone posteriore delle macchine da corsa. Già partner tecnico dal 2008 per la fornitura di prodotti vernicianti a marchio Sikkens per il team Vodafone McLaren Mercedes Formula 1, con il nuovo accordo quadriennale la multinazionale olandese rafforza ulteriormente la sua collaborazione con la casa automobilistica per la messa a punto di materiali innovativi adatti alle performance della Formula 1 e delle più avanzate applicazioni industriali. “Siamo entusiasti del nuovo accordo con AkzoNobel” afferma ron dennis, Presidente del gruppo McLaren “che ci consente di rafforzare un rapporto consolidato dove entrambe le aziende stanno dando il meglio per sviluppare una nuova generazione di prodotti vernicianti all’avanguardia per il nostro settore”. Il contributo di AkzoNobel ha consentito di ridurre il peso complessivo del modello MP4-26 Formula 1 e di dimezzare il tempo di asciugature dello strato verniciante. 9 TENDENZA COLORE 2011 GREENIsh YELLOw. sfogliate una qualsiasi rivista di arredamento e di design. Perdetevi nelle vetrine di abbigliamento. Provate il nuovo maquillage per illuminare le prossime sere di inizio estate. ovunque scoprirete che il colore di tendenza di quest’anno - spogliati delle tonalità più scure anche se di moda dell’inverno - è il greenish yellow, cioè il giallo agrume. Complementi di arredo, biancheria per la casa, effetti decorativi per interni, oggetti da giardinaggio, sandali e accessori moda, il giallo vivace domina ovunque incontrastato. Quasi ad infondere un rinnovato senso di libertà e benessere. BIOGRAFIA Willeke jongejan, di origine olandese, classe 1971, diplomata all’accademia di design di eindhoven in olanda, presso il dipartimento “Man and Living”, per proseguire gli studi ad Helsinki in finlandia, laureandosi presso la university of Industrial arts. dal 2000 è senior Colour designer in akzoNobel, all’interno del centro del colore “global aesthetic Center”, dove si occupa di colore in termini di ricerca, tendenze moda, collezioni e materiali. LA cOsA pIù ImpORtAnte neLLA vItA è AmARe ed AppRezzARe queLLO che sI hA. Per il 2011 la tendenza dominante è “apprezzamento” da cui derivano alcuni concetti importanti che si traducono in una serie di tavolozze colore contemporanee, e da queste il colore dell’anno per il 2011: un luminoso, arioso, giallo agrume. In inglese si definisce “greenish yellow” o più semplicemente giallo agrume, una tonalità leggera, ariosa, che simboleggia il concetto di “spirito libero”, energia positiva e divertimento. Questa tonalità chiara, brillante racchiude in sé un senso di ottimismo e speranza - un concentrato vitaminico di purezza e libertà, che rimanda ad una sensazione di spensieratezza, presa di coscienza, abbinato alla vitalità e al benessere sprigionati dalla luce del sole. tutti questi elementi combinati insieme, conducono ad uno stato d’animo gioioso e di apertura verso l’altro. Il giallo in psicologia è sempre associato al calore e soprattutto al sole. una tinta di giallo leggera e ariosa è associata all’idea di freschezza, benessere e ricarica. In tutte le sue varianti più frizzanti, il giallo facilita la comunicazione e l’apprendimento, aiuta a combattere la fatica e la depressione, contribuendo contemporaneamente ad accrescere le sensazioni di benessere e di pensiero positivo, riducendo così i livelli di ansia e stress. Questo colore è l’espressione perfetta dell’equilibrio tra corpo e mente – una buona dose di giallo “succoso” nutre il corpo e tiene alto il morale, ravviva l’immaginazione, rafforzando il legame tra ciò che è dentro di noi e quello che manifestiamo all’esterno. Quella leggera punta di verde riflette il nostro legame con la natura e con i manufatti elaborati dall’uomo, creando un legame tra ciò che è naturale e ciò che è tecnologico. anche se in maniera diversa, questo colore è estremamente flessibile e si combina facilmente con sfumature anche contrastanti per generare abbinamenti di colore inaspettati, frizzanti e decisi, in base ai toni richiesti. gli accostamenti migliori sono con colori freddi neutri, con i viola scuro (le bacche viola dei mirtilli), con un blu fresco tonificante, oppure con tonalità pastello-sorbetto. Ma come nasce un colore di tendenza? Che cosa occorre per trovare una tinta rappresentativa dell’anno? PAINT incontra Willeke jongejan, senior Color designer di akzoNobel e responsabile dell’aesthetic Centre di sassenheim, alle porte di Amsterdam. Innanzitutto che cosa è l’aesthetic Centre di akzoNobel? Si potrebbe definire un centro di studio del colore. All’interno della sede olandese di AkzoNobel, a Sassenheim a pochi chilometri da Amsterdam, è nata nel 1992 un “centro globale del colore”, un polo creativo di eccellenza per lo studio e lo sviluppo del colore nell’ambito del design, dell’arte e dell’architettura. Un centro in grado di raccogliere e interpretare i diversi trend in fatto di colore, moda e design. Siamo un piccolo gruppo che si occupa di colore a 360 gradi, dallo studio del colore nei diversi ambiti, alla concezione di nuove sfumature per i più differenti supporti da tinteggiare. Ogni disciplina è coinvolta: l’arte, il design, l’artigianato. Come color designer, mi occupo principalmente di individuare quale sarà il colore più alla moda, il colore che meglio interpreta il periodo del momento. Il nostro progetto principale è Colour futurestM, il risultato di ricerche internazionali del colore che fa tendenza, e che cerca di prevedere lo stile globale e le tendenze di design che vengono successivamente trasformate in tavolozze colori che sono utilizzate in tutto il mondo. In questo modo possiamo fornire ai nostri clienti e fruitori finali, un’interpretazione delle mode del momento, le principali influenze, e generare le più diversificate tabelle colore. Largo alla fantasia dunque… Si, giusto, fantasia, inventiva ma anche studio, ricerca, condivisione e interpretazione. Tutti elementi che ci consentono di elaborare nuovi modelli di colore legati al design e, ovviamente, all’edilizia. È fondamentale comprendere il potere e la percezione che si ha del colore, sia in ambito privato che industriale. Qual è l’obiettivo principale dell’aesthetic Centre? Non è solo una questione di colore ma anche di materiali, superfici, e dell’utilizzo che si fa in generale negli ambienti interni e esterni… Come leader mondiale del colore e dei prodotti vernicianti, siamo interessati a tutto ciò che ruota 10 intorno al mondo del colore. Il nostro obiettivo, la nostra mission è “Aggiungere colore nella vita delle persone” attraverso attività e progetti locali per spingere le persone verso un migliore utilizzo del colore e creando un coinvolgimento maggiore, per usarlo più spesso nei propri ambienti, privati e professionali. Siamo orgogliosi della nostra cultura del colore, vogliamo promuovere questo nostro “saper fare” verso i clienti, gli applicatori finali ma soprattutto nei confronti della gente comune, di quelle comunità nelle quali operiamo, per far comprendere sempre di più tutta la forza espressiva e l’impatto emotivo che può avere un corretto utilizzo del colore nelle loro vite. In cosa consiste il progetto Colour futuretM? Colour FutureTM è il risultato dello studio del colore a livello di trend e mode del momento, un progetto portato avanti dal nostro Global Aesthetic Centre di Sassenheim. Organizziamo degli incontri su base annuale con un gruppo di esperti, tra cui creativi, designer, illustratori, architetti, stilisti, ognuno in grado di contribuire - attraverso la propria esperienza e capacità - alla definizione di una nuova sfumatura di colore rappresentativa dell’anno che verrà. Le persone interpellate sono professionisti provenienti da diverse parti del mondo, Il loro bacino di ispirazione è molto diversificato: si va dall’arte alla tecnologia, dal design alla natura, dall’architettura alla moda, alla musica fino alle tradizioni più popolari. Il loro punto di vista e le riflessioni sulle tendenze colore sono raccolte con un anno di anticipo in Colour FutureTM, lo strumento in grado di informare nella maniera più completa e aggiornata possibile sulle tendenze del colore. Qual è il colore del 2011? È stata una scelta difficile? Il colore per il 2011 è una tonalità di giallo agrume, leggero, arioso e vibrante, che rappresenta al meglio l’idea di libertà, in grado di esprimere un senso di fiducia e ottimismo, e di trasmettere energia positiva unita ad una sensazione di benessere, vitalità e freschezza. Non è stata una scelta difficile, in quanto si è trattato della naturale evoluzione della tonalità di azzurro proposta lo scorso anno, una tinta pastello, chiara, tenue, anch’essa in grado di infondere una sensazione di benessere e positività. La ParoLa aLL’esPerto Credo che in questo particolare momento, siamo tutti spinti verso un atteggiamento più positivo, costruttivo e il colore di quest’anno lo rappresenta pienamente. interpretare le varie tendenze, attraverso Color FutureTM, da cui poi si originano i vari brand e vengono definite le diverse tabelle colore per ciascun paese. Qual è l’elemento più importante e caratterizzante che bisogna tenere in considerazione quando scegliete il colore dell’anno? siete circondati da così tanti elementi e spunti di riflessione… È mai accaduto che il colore fosse diverso da quello che avevate previsto? È così infatti, ci sono moltissimi elementi che ci spingono verso la scelta finale. Innanzitutto il colore deve essere rappresentativo del momento, e soprattutto deve essere una tonalità utilizzabile negli interni. Inoltre, i colori dovrebbero essere sempre diversi di anno in anno. I nostri riferimenti sono il mondo della moda, dell’arte, del design e dell’architettura. Guardando a ciò, abbiamo notato che questa tonalità di giallo-verde (definito in inglese come greenish yellow) è utilizzato con sempre maggior frequenza in questi settori. akzoNobel è un gruppo internazionale, presente in numerosi paesi anche in quelli in via di sviluppo lontani dalla cultura più occidentale. C’è una differenza tra le diverse culture su come viene percepito il colore. Nello studio del colore come riuscite ad interpretare questa esigenza? Talvolta mi sono sorpresa di come un colore cambi da un ambiente all’altro solo per una diversa illuminazione. Mi è successo di scegliere un verde oliva in spazi diversi, cambiando drasticamente da una stanza all’altra per effetto luminoso, trasformandosi in un grigio spento e insignificante. Che cosa cambieresti nel modo in cui le persone (di età e cultura diversa) percepiscono il colore? A mio avviso le persone sono ancora restie circa l’uso del colore, e nella maggior parte dei casi non hanno il coraggio di osare… il mio suggerimento è di buttarsi e… colorare! Sperimentare… e se non ti convince più quella tonalità puoi sempre cambiare e rinnovare il colore. La vernice è uno strumento magnifico e non è obbligatorio mantenere la stessa tinta per 10 anni! Questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di avere una “direzione” globale in grado di 11 NUOvI COLORI IN PIAZZA CARIgNANO A TORINO REsTAURO E RIsANAMENTO cONsERvATIvO DELLE FAccIATE DEL TEATRO cARIGNANO. Il “salotto” dei torinesi, fulcro dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia che hanno avuto luogo a fine febbraio, ritrova tutto lo splendore dei suoi colori originari grazie ad un intervento di prestigio al settecentesco palazzo del Teatro, con la collaborazione di Sikkens. La facciata del palazzo del Teatro Carignano, nell’omonima e centralissima piazza di quella che fu la capitale del Regno di Sardegna e poi prima capitale d’Italia, già riedificato a metà del Settecento dal primo architetto regio Benedetto Alfieri, fu interamente riplasmata neanche un secolo più tardi su disegno dell’architetto Giuseppe Talucchi. Noto come autore dell’archivio di Stato e dell’ospedale San Luigi, lavorò nelle immediate vicinanze del teatro costruendo la facciata della Chiesa di San Filippo Neri e completando la fabbrica guariniana del Collegio dei Nobili. Per il Teatro Carignano l’architetto Talucchi elaborò un prospetto classicistico che, ispirandosi ai modelli degli edifici circostanti, si confrontava senza conflitti con il capolavoro del Guarini del palazzo dei principi di Carignano. La tipologia architettonica con i due padiglioni laterali avanzati e la facciata arretrata sembra quasi ricalcare l’andamento del palazzo principesco. Gli apparati decorativi risultano seriali e tutto il prospetto, oltre il piano terreno, è segnato da un calligrafico e chiaroscurale bugnato. Attraverso lo studio stratigrafico degli intonaci sono state rinvenute le coloriture originali che mostrano l’adesione di Talucchi al Settecento. Il fondo ceruleo o gridellino è il colore tipico del barocco italiano le cui tracce si riscontrano in molti edifici in Italia e in Europa. I rilievi richiamano il colore biancastro del marmo di Gassino con cui vennero costruite a Torino molte parti architettoniche dei principali monumenti sei settecenteschi. Il progetto di restauro e risanamento conservativo, ha previsto un intervento complesso sulle facciate dell’edificio caratterizzate da intonaci originali a calce con effetto superficiale a granulometria fine. Le finiture applicate, di tipo sintetico, risultavano complessivamente degradate con visibili distacchi e decoesioni della consistenza degli intonaci oltre ad esfoliazioni delle finiture superficiali; sui fondi delle facciate e sulle cornici erano presenti ampie micro cavillature, fessurazioni, disuniformità ed irregolarità dei supporti. Tutti gli elementi metallici manifestavano fenomeni diffusi di ruggine, gli smalti in opera non offrivano più l’adeguata protezione nei confronti degli agenti atmosferici. Tutta la struttura portante dei parapetti in ferro era in avanzato stato di ossidazione e gli 12 ancoraggi nella pietra risultavano compromessi. Alcuni parapetti dei balconi necessitavano di manutenzione urgente. Nonostante la presenza, in alcuni casi, di rinforzi eseguiti in epoche passate, la generale stabilità di questi parapetti era spesso compromessa. Infine, le lastre in pietra presentavano un degrado superficiale dovuto all’azione atmosferica, che aveva generato profonde crepe sugli spigoli, e alcune porzioni delle lastre erano in condizione di distacco incipiente con rischio per l’incolumità dei passanti. Anche gli elementi in legno, presentavano finiture fortemente deteriorate, e molte persiane risultavano fuori quadro e con aggiunte di parti metalliche eseguite in periodi successivi. tIPoLogIa dI edIfICIo: palazzo storico sede del Teatro Carignano aNNo CostruzIoNe: 1700 circa ubICazIoNe: piazza Carignano, Torino CoMMItteNte: condominio di Piazza Carignano 2, 4 - Torino condominio di Piazza Carignano 8 - Torino ProgettIsta e dIrezIoNe LavorI: Arch. Giorgio Rosental, Torino www.studiorosental.it dIrezIoNe artIstICa: Arch. Germano Tagliasacchi Fondazione ContradaTorino Onlus, Torino www.contradatorino.org Sotto l’alta supervisione della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici IMPresa eseCutrICe: Gruppo Ordine s.r.l., Torino www.gruppoordine.it CoordINaMeNto deLLa sICurezza IN fase dI ProgettazIoNe ed eseCuzIoNe: Geom. Filippo Rizzo - Studio Ingeo, Collegno (TO) PerIodo dI eseCuzIoNe LavorI: dicembre 2010 - febbraio 2011 I numeRI deL cAntIeRe 80 18 giorni di durata del cantiere. operatori specializzati impiegati per effettuare il restauro ed il risanamento conservativo delle facciate dello stabile ospitante il teatro Carignano ed i locali storici del bar Pepino e ristorante del Cambio. 7 i colori utilizzati prescritti dalla soprintendenza ai beni architettonici del Piemonte, dalla fondazione Contradatorino onlus e dall’ufficio Colore della Città di torino. 2500 i metri quadrati raffiguranti la bandiera italiana a copertura del ponteggio. best ProjeCts FOTOgRAFO MARIA VERNETTI. tipologia di intervento: restauro e risanamento conservativo delle facciate, dei supporti in muratura, fasce marcapiano, sottofinestra, balconi, superfici in ferro e legno, e serramenti. IntonacI In muratura Dopo l’accurata rimozione degli intonaci decoesi e deteriorati dagli effetti della thaumasite ed ettringite sono state utilizzate malte a base di calce naturale per effettuare i ripristini localizzati. Le decorazioni delle superifci dei fondi e di tutte le parti in rilievo sul filo facciata sono state effettuate con la pittura Marmorino ai Silicati, pittura riempitiva a base di silicati di potassio, previa stesura di fondo ristrutturante ai silicati di potassio Silgrund; in alcune zone è stata effettuata una velatura con il medesimo prodotto decorativo ma di differente tonalità per creare un effetto vibrante. SuperfIcI In ferro Il ciclo d’intervento sulle superfici in ferro e ghisa, ha previsto lo smontaggio completo in cantiere delle ringhiere e successivo restauro in laboratori esterni specializzati; una volta ripristinati gli elementi in ghisa sono stati nuovamente riassemblati, dopo aver effettuato le nuove saldature, e in seguito riposizionati sul balcone, comprensivi di nuovo mancorrente in legno naturale e pomoli angolari decorativi in ottone. Il trattamento di protezione finale è stato effettuato, su fondo antiruggine Redox AK 1190, mediante l’applicazione di una ripresa di smalto sintetico ferro micaceo Ferrotech. LaStre In pIetra deI baLconI Ad ultimazione dei lavori in muratura, sono state ricostruite intere porzioni delle lastre di pietra (lose) dei balconi mediante utilizzo di malte epossidiche bi-componenti supportate da barre in vetroresina. Dopo il lavaggio delle superfici è stato applicato idoneo prodotto idrorepellente per la protezione dei manufatti. SuperfIcI In Legno Per le superfici in legno dei serramenti e delle persiane presenti in opera, già precedentemente smaltate, il ciclo di lavorazione ha previsto lo smontaggio delle persiane sul ponteggio, il restauro delle parti lignee deteriorate, la reintegrazione delle parti mancanti e l’applicazione a finire di Rubbol BL Satin, smalto satinato acrilico a base acqua, su fondo sintetico preparatorio riempitivo Cetol DSA. ammaIna bandIera Il giorno 24 febbraio molti tra concittadini ed autorità della Città di Torino e della Regione Piemonte sono intervenuti per festeggiare l’inizio dello smontaggio dei ponteggi. I teli costituenti la bandiera italiana realizzata sul ponteggio sono stati rimossi alla presenza delle autorità locali. “Il giallo Torino non è mai esistito – ha commentato l’Assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri – quella tinta fu scelta proprio nel 1961 per dare unicità ai palazzi del centro storico nella nostra città proprio come si presentava fino a poco tempo fa questo palazzo in piazza Carignano”. “Questo intervento - aggiungono l’architetto Giorgio Rosental, direttore dei lavori ed il geometra Carlo Ordine, amministratore delegato del Gruppo Ordine s.r.l. - frutto di una stretta e proficua collaborazione tra impresa, progettista e proprietà, ridona fascino e prestigio alla bellezza architettonica di Torino regalando nuovo lustro ad un pezzo della storia d’Italia”. 13 CHIEsA DI s.ANTONIO DI PADOvA IN POggIOMARINO (NA) REcUPERO E REsTAURO DEL cOLORE IN UN LUOGO sAcRO. L’ edificio della Chiesa fu eretto nel 1753 ma venne consacrato a parrocchia soltanto 50 anni dopo. Il campanile venne ultimato due secoli più tardi. La Chiesa fu completamente distrutta nel 1943 dalla ritirata dei tedeschi dal territorio, e la sua riedificazione fu terminata subito dopo la seconda guerra mondiale sull’impianto originario a tre navate con altarini laterali. I lavori del nuovo campanile terminarono nel febbraio 1960. Negli anni successivi vennero fatti numerosi interventi volti ad abbellire e decorare la Chiesa. L’ultimo intervento di rinnovamento della Chiesa nel 1990 al fine di risanare i danni causati dal terremoto del 1980. La chiesa ha una pianta rettangolare su tre navate, una centrale e due laterali. Le murature perimetrali sono realizzate in elementi lapidei intonacati. La facciata principale è distinta in due ordini e termina con un timpano triangolare. Il prospetto principale è completato dal campanile a pianta quadrata realizzato anch’esso in elementi lapidei intonacati e scandito in verticale da più ordini. L’edificio presentava al suo esterno lesioni di modesta entità che evidenziavano tuttavia la possibilità di eventuali distacchi. L’intonaco delle facciate esterne risultava ammalorato in più parti soprattutto nella fascia basamentale, e anche nella cella campanaria dove si evidenziavano ferri di armatura; mentre il timpano principale presentava lesioni dovute alle infiltrazioni e al danneggiamento delle tegole di copertura. Tutto il rivestimento marmoreo del presbiterio risultava danneggiato a tal punto che la gradinata di accesso all’altare presentava uno sgretolamento graduale del rivestimento. tIPoLogIa dI edIfICIo: storico / sacro aNNo dI CostruzIoNe: 1753 e successive modifiche CoMMItteNza: Parrocchia S. Antonio di Padova, Poggiomarino (NA) ProgettIsta: Arch. Antonio R. Mariniello, Arch. Eugenia D’Ambrosio, Arch. Giuseppina Di Martino dIrezIoNe deI LavorI: Arch. Antonio R. Mariniello IMPresa eseCutrICe: Tekno Domus Restauri, Poggiomarino (NA) IMPresa dI PItturazIoNe: Davide Viola, Poggiomarino (NA) eseCuzIoNe LavorI: 2008 / 2009 14 best ProjeCts tipologia di intervento: restauro e risanamento conservativo delle facciate, dei supporti in muratura e superfici in ferro L’intervento è stato caratterizzato da un approccio volto al recupero e al restauro di manufatti antichi facenti parte di un complesso architettonico più ampio che tiene conto della sua storia, delle sue caratteristiche peculiari, morfologiche e tipologiche, per conservare e allo stesso tempo evidenziare gli interventi che si sono susseguiti nel tempo. Da qui l’esigenza di utilizzare prodotti naturali come il grassello di calce che attualmente rappresenta uno dei pochi materiali veramente compatibili con la maggior parte delle opere architettoniche costruite dall’uomo e che ha la capacità di migliorarsi nel tempo. La scelta cromatica quindi, non poteva sottrarsi a tali considerazioni e con l’utilizzo della “tecnica delle campiture” è stato possibile evidenziare gli elementi decorativi delle facciate. La zona destinata al presbiterio è stata quella che ha subito la trasformazione maggiore. La parete semicircolare che la separava dal deambulatorio è stata sostituita da una quinta muraria che ha permesso di far avanzare il presbiterio stesso, avvicinando l’altare all’assemblea. Tale quinta accoglie anche il nuovo tabernacolo in acciaio e pietra irpina, inglobato in una scultura in legno policromo e foglie d’oro. La facciata è stata arricchita grazie all’installazione di due statue nelle nicchie esistenti, realizzate in pietra irpina, raffiguranti San Gaspare Bertoni, fondatore dei padri Stimmatini, e Santa Giovanna Antida Thouret, protettrice delle suore della Carità. Sulla facciata è stata inoltre riaperta la grande vetrata in precedenza visibile solo dall’esterno. cIcLo SIkkenS facciate esterne e superfici interne: 2 mani di Ecoras Pennellabile + 3 mani di Alpha Chalix. rilievi e decori: 1 mano di Alpha Grond + 2 mani di Alphaloxan. superfici in ferro: Ferrodecor. I cOLORI La scelta del colore per un luogo sacro/storico richiede l’attenta osservazione degli spazi e della natura dell’attività che in essi viene svolta, soprattutto in considerazione dell’interazione del colore stesso con la luce e l’oscurità. Internamente, l’osservazione degli spazi va rivolta alle forme, alla luce naturale e a quella artificiale. L’individuo che si accinge ad una funzione consona alla destinazione d’uso di uno spazio predispone la sua interiorità a quella funzione. organizzazione dello spazio, ergonomia, forme e colori non devono ostacolare quella funzione e quegli stati d’animo, ma anzi devono accompagnare l’attività propria di chi vive quello spazio. La luce naturale modella chiaroscuralmente e cromaticamente lo spazio interno, al variare della posizione del sole nelle ore della giornata: la luce naturale non è costante nel tempo. I colori si possono anche suddividere in più affini alla luce e più affini all’ombra, questa suddivisione è già un’indicazione significativa per il progetto colore, ed è proprio partendo da tale considerazione che la scelta si è orientata verso colori luminosi che indicassero la sacralità dello spazio e quindi “color crema” per i fondi e il “bianco” per lesene, cornici, colonne e stucchi. Per gli esterni occorre cambiare completamente approccio: il colore è strettamente legato a motivi decorativi e funzionali, ma soprattutto è inscindibile da tutte le altre componenti legate alla forma che determinando lo spazio diventa l’occasione per le variazioni cromatiche. Il variare della luce muta la percezione cromatica di una stessa tinta e le tecniche di colorazione più adeguate per una viva espressione del colore sono quelle che producono superfici cromatiche non piatte e non omogenee da qui la scelta della finitura in “grassello di calce”. riconoscere oggettività al colore consente di avvicinarsi al suo linguaggio e trovare le fonti alle quali hanno attinto i maestri del colore. alle medesime fonti appare necessario attingere con consapevolezza oggi, se si vogliono creare liberamente luoghi dove la vita pulsi. 15 AkZONOBEL PER L’Ex ORATORIO s.BAsILIO A MILANO. A bitare lo spazio del disagio: nuovi usi per vecchie funzioni”. Con questo slogan la fondazione milanese gaetano bertini ha lanciato la IV° edizione di “Fuori Dove” per portare l’attenzione su un tema controverso come il rapporto tra il disagio mentale e la città di Milano. Le periferie delle nostre città diventano paesaggi urbani testimoni di nuove forme di aggregazione e cooperazione, dove nascono e crescono comunità terapeutiche, social network per costruire un nuovo legame sociale e dare nuova linfa ad aree spesso abbandonate. “ akzoNobel, attenta alle dinamiche sociali dei nostri centri urbani, ha accolto con favore l’invito per un suo contributo all’iniziativa della fondazione milanese per il recupero dell’ex oratorio s.basilio nella periferia nord di Milano vicino a via Padova. La Fondazione Gaetano Bertini si pone l’obiettivo di promuovere progetti innovativi a favore di giovani con alle spalle una storia caratterizzata da disagi psichici o problemi di emarginazione sociale. Attraverso il piano G.EN.TE, Giovani e Nuove Tecnologie, la Fondazione punta al recupero degli spazi dismessi dell’ex oratorio, per ristrutturarlo e restituirlo alla città con una nuova prospettiva di solidarietà. In questo contesto si inserisce il contributo di AkzoNobel, che attraverso una donazione di prodotti e materiali vernicianti Sikkens, ha dato il suo contributo per l’avvio dei lavori di restauro del nuovo spazio, sotto il coordinamento dell’architetto Giuseppe Biondo. L’ex oratorio, caratterizzato da una struttura anonima dal sapore industriale e circondato da un ampio spazio verde adibito a campetto da calcio, si trovava in uno stato di evidente abbandonato. Attraverso l’utilizzo di una serie di prodotti Sikkens, come ad esempio idropitture acriliche e acryl-silossaniche, è stato possibile intervenire rinnovando l’aspetto generale delle pareti interne ed esterne grazie anche ad una scelta mirata dei colori. Bianco per le superfici più ampie, e un giallo brillante e un blu acceso per le travi interne delle due sale principali adibite a laboratorio, eventi e piccolo centro congressi. Grazie al concorso “Mind the Difference”, la Fondazione ha coinvolto un gruppo di giovani architetti e creativi under 35 per sviluppare delle proposte per la riprogettazione delle facciate dell’ex oratorio. 16 fare beNe agLI oCCHI e aL Cuore CAsAOZ A TORINO UN LUOGO sIMBOLO PER L’OsPITALITà DI BAMBINI MALATI E DELLE LORO FAMIGLIE. A Torino in corso Moncalieri, i Giardini Rodari ospitano, come nelle migliore delle favole, un luogo aperto alla solidarietà, all’accoglienza e al gioco. CasaOz, inaugurata lo scorso autunno con una festa alla presenza delle autorità locali e degli sponsor promotori del progetto, è una struttura colorata a misura di bambino. Il progetto della casa dell’Associazione Onlus CasaOz è nato con l’obiettivo di aiutare le famiglie di bambini malati a trovare spazi di normalità quando non possono fare la spola tra casa e ospedale. Con quindici stanze colorate più quattro mini appartamenti CasaOz vuole restituire alle famiglie la normalità che una malattia ha interrotto nelle loro vite, offrendo una casa vicina agli ospedali, dove riposarsi, confrontarsi e magari mangiare un pasto caldo. Questo importante progetto sul territorio di Torino, è stato portato a termine anche grazie al contributo di AkzoNobel, che ha offerto gratuitamente i suoi prodotti per la tinteggiatura delle pareti, interne ed esterne, per un totale di circa 1000 mq, più l’assistenza tecnica in cantiere durante tutta la fase dei lavori. CasaOz nasce dalla collaborazione tra pubblico e privato. I terreni del Giardino Rodari messi a disposizione dalla città; i fondi raccolti attraverso numerosi sponsor, e la collaborazione di Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino. Il personale presente nella struttura è composto da 8 educatrici e assistenti sociali, 40 volontari che a rotazione prestano servizio all’interno della struttura, a sostegno soprattutto delle famiglie che accompagnano i bambini malati in ospedale. COMMUNITy PROgRAM I cOLORI DELLA sOLIDARIETà PER AKZONOBEL. I l “Community Program” è il programma di solidarietà di AkzoNobel che offre ai suoi dipendenti, ovunque nel mondo, l’opportunità di definire progetti, iniziative oppure di supportarne già esistenti che diano un contributo solidale alla propria Comunità di appartenenza. AkzoNobel offre un contributo in termini economici, oppure attraverso la fornitura gratuita di prodotti vernicianti e la consulenza tecnica per effettuare lavori di ristrutturazione del colore, il tutto attraverso l’entusiasmo e la partecipazione dei dipendenti, pronti ad aiutare le persone meno fortunate della Comunità in cui l’azienda stessa opera. Grazie a questa iniziativa, lo scorso anno è stato possibile offrire un prezioso contributo alla Croce Rossa Italiana di Arona (NO), per l’acquisto di un veicolo di pronto soccorso speciale, una jeep per raggiungere i malati nelle zone impervie. A gennaio la cerimonia di inaugurazione con le autorità locali. Per il 2011 è prevista una nuova iniziativa rivolta ai più giovani, a favore dell’Associazione no-profit Amicigiò di Arona. La collaborazione e le attività di volontariato per l’associazione sono iniziate in primavera e proseguiranno per tutto il 2011. “Molti sono i bambini e i ragazzi che beneficiano del nostro lavoro e delle nostre risorse, questo ci rende sicuramente orgogliosi dell’organizzazione a cui apparteniamo, come dipendenti, ma innanzitutto come persone. Il programma è implementato a livello internazionale e tutti i paesi ne sono coinvolti. Nel nostro territorio mi auguro che sapremo sempre portare un messaggio di collaborazione e solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno” ha affermato Michela Petrosino, direzione risorse umane e responsabile del progetto “Community Program” di akzoNobel. Un piccolo grande risultato per AkzoNobel, presente sul territorio del VCO da oltre 50 anni. 17 NOvITà DAL MONDO sIKKENs. aNtI-graffItI dI sIKKeNs, I MURI E lE CITTÁ SONO PIÚ PUlITI. reNovatHerM Il COMPlETAMENTO IDEAlE PER I SISTEMI DI ISOlAMENTO TERMICO A CAPPOTTO. Sikkens propone alpha anti-graffiti, l’innovativa linea di prodotti per esterni adatta all’ambiente urbano in grado di proteggere i muri dal danno dei graffiti di strada. A base acqua, la finitura della gamma Anti-Graffiti può essere applicata su superfici in muratura, lapidee e calcestruzzo. Resistente a diversi cicli di pulizia, Alpha Anti-Graffiti di Sikkens può essere utilizzata sia su supporti tinteggiati (con l’esclusione dei prodotti minerali) sia su superfici non tinteggiate, formando un film superficiale (non è sacrificale) che non viene intaccato in caso di rimozione del graffito. Dall’esperienza Sikkens nasce renovatherm, l’innovativa gamma di fondi e finiture per esterni, per sistemi di isolamento termico a cappotto. La particolare composizione dei prodotti Renovatherm li rende adatti all’applicazione sia su cappotti di nuova realizzazione, privilegiando le proprietà di idrorepellenza (basso assorbimento d’acqua) e buona permeabilità, sia per la manutenzione di sistemi già tinteggiati, privilegiando l’aspetto della permeabilità al vapore per evitare la creazione di barriere, principale causa della formazione di condensa all’interno del sistema. La gamma Renovatherm per superfici esterne di Sikkens è composta da 3 prodotti di fondo e 5 prodotti di finitura: La nuova linea anti-graffiti si compone di 3 prodotti: • Alpha Anti-Graffiti Primer • Alpha Anti-Graffiti Topcoat • Alpha Anti-Graffiti Remover. foNdI: • renovatherm grond, fondo pigmentato a solvente, ad elevata qualità. • renovatherm Primer, fondo acril-silossanico all’acqua per la preparazione di supporti minerali. • renovatherm Primer extra, fondo coprente riempitivo ristrutturante a base acril-silossanica, di aspetto opaco, di alta qualità. fINIture: • renovatherm extra, finitura murale silossanica con inerti minerali. • renovatherm farbe, finitura murale acrilica con additivi silossanici e inerti silicei. • renovatherm flex, finitura murale acril-silossanica elastomerica. • renovatherm Putz, rivestimento acril-silossanico strutturato ad effetto intonaco fine. • renovatherm regenerate, finitura murale organica con inerti minerali silicei. Tutti i prodotti della Linea Renovatherm (ad eccezione di Renovatherm Primer che è incolore) sono disponibili in versione bianco ready mix e su macchina colorimetrica. Grazie alla disponibilità delle basi W05 ed M15 sono realizzabili numerosi colori, permettendo così di soddisfare le più svariate richieste cromatiche. Tuttavia, al fine di limitare le sollecitazioni derivanti dalle escursioni termiche, si consiglia di applicare colori con un grado di luminosità >50. CoN aLPHa aeroxaNe, l’ARIA PUlITA È DI CASA. alpha aeroxane di Sikkens è un’idropittura acril-silossanica con proprietà fotocatalitiche e dall’aspetto opaco minerale, attiva nella riduzione di sostanze inquinanti presenti nell’aria, in particolare degli ossidi di azoto (NOx). Il principio su cui si basa questo nuovo prodotto è la fotocatalisi, che permette ai componenti presenti nella pittura di utilizzare la luce solare per neutralizzare gli agenti inquinanti. La speciale formulazione di Alpha Aeroxane consente, tramite una reazione chimica, di decomporre e trasformare le molecole di NOx, riducendo quindi la concentrazione degli inquinanti. Alpha Aeroxane è autopulente e pertanto non ha la tendenza a trattenere lo sporco. La composizione acrilsilossanica permette di garantire un’elevata permeabilità al vapore acqueo e al tempo stesso una spiccata idrorepellenza nei confronti dell’acqua piovana. Inoltre possiede una buona resistenza alla crescita dei microrganismi. Non sfoglia nel tempo e ha un invecchiamento paragonabile a quello dei prodotti minerali, che notoriamente avviene tramite sfarinamento superficiale. Alpha Aeroxane è particolarmente indicato per impieghi in aree urbane caratterizzate da elevati tassi di inquinamento atmosferico. Disponibile nel colore bianco e circa 200 tinte pastello/osside delle collezioni MP 170 Plus, Alpha 401 Exterior, 4041 CC e ACC Color Map, che presentano un valore di luminosità non inferiore a 85 (ad esempio F8.06.87). 18 hERBOL Le CertIfICazIoNI tuv e Iug e L’etICHettatura eLf. In linea con i più stringenti parametri internazionali in materia di sostenibilità, molti dei prodotti Herbol vantano prestigiose certificazioni internazionali di conformità e qualità: • tuv sud tM-7 per le “vernici a emulsione” versione 06/09. • sigillo di Qualità rilasciato dall’Istituto per l’Ambiente e la Salute IUG che garantisce la qualità di anallergico. • etichettatura eLf “emission-und losemittelfrei” per prodotti con ridotte emissioni e livelli molto contenuti di Composti Organici Volatili (COV), molto inferiori rispetto ai requisiti normativi (Herbol <1g/l; normativa corrente 30 g/l) o addirittura esenti. NOvITà hAMMERITE Le NovItà dI aKzoNobeL NOvITà Nuovo HaMMerIte DIRETTO SU METALLI NON FERROSI. Hammerite diretto su Metalli non ferrosi è uno smalto decorativo che si caratterizza per l’eccellente adesione su supporti in metallo di varia natura (ad esempio alluminio, acciaio, rame, ottone, lamiera zincata); si applica in una sola mano senza necessità di utilizzare un prodotto di fondo. La sua formula innovativa consente di proteggere e decorare il supporto in metallo con un unico prodotto di fondo e finitura. Inoltre Hammerite Diretto su Metalli non ferrosi essicca rapidamente ed è facile da usare. Hammerite Diretto su Metalli non ferrosi è stato formulato per garantire un’eccellente copertura in una sola mano. Herbol, prodotti certificati che osservano l’ambiente. esPosItore sIKKeNs PER EFFETTI DECORATIVI ED ESPOSITORE WAPEX. Lo scorso anno AkzoNobel ha installato presso i maggiori punti vendita un espositore per la gamma degli effetti decorativi, con l’obiettivo di illustrare direttamente l’ampia gamma degli effetti a nostra disposizione. L’espositore ha una misura di cm 300x80x220 h, comprensivo di pannelli e monitor LCD da 32 pollici, e chiavetta USB con materiale fotografico e filmati a disposizione del punto vendita. L’installazione è dotata anche di raccoglitori e tasche per esporre le cartelle fotografiche e le brochure dei decorativi Sikkens. Entro quest’anno, anche la gamma Wapex Decor di Sikkens sarà arricchita da un espositore dedicato, in grado di mettere maggiormente in evidenza le peculiarità del prodotto come l’effetto lucido, opaco e semilucido. L’espositore avrà una misura di cm 147x70x220 h, comprensivo di pannelli e piastrelle, più una serie di raccoglitori per il materiale promozionale come brochure e locandine. 19