"Le monde ou rien": il rap franco-maghrebino nelle vele di Scampia

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"Le monde ou rien": il rap franco-maghrebino nelle vele di Scampia
Yalla ~ Stranieri in Campania
Servizio di Mediazione Culturale della Regione Campania
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"Le monde ou rien": il rap franco-maghrebino nelle vele di
Scampia
Una video-clip "Le monde ou rien" che alterna immagini delle vele di Scampia con luoghi
della periferia parigina, un video virale che su youtube dal giugno di quest'anno raccoglie già
oltre 10 milioni di visualizzazioni e un successo sempre più esplosivo soprattutto in Francia e in
Belgio. Sono i PNL, gruppo rap franco-maghrebino composto da due fratelli (nickname Ademo
e N.O.S) provenienti dalla banlieu des Tarterets, Corbeil Essonne, periferia sud di Parigi. Un
progetto inizialmente anonimo come tanti e poi capace di attrarre l'attenzione del pubblico e
della critica internazionale come testimoniano gli articoli sul Guardian e tante riviste di settore.
PNL sta per "Peace N Lovés", "pace e.. contanti" esplicita e autoironica dichiarazione d'intenti
che gioca sul significato gergale del termine lovés. Il video sulle vele di Scampia allude
esplicitamente al successo mondiale della serie fiction Gomorra ("Je suis plus Savastano que
Ciro"...) e sicuramente capitalizza il fittizio senso di avventura e di "rischio" nel cantare e girare
in un luogo diventato un simbolo globale della banlieu più feroce e cruda. La dedica a quanto
pare è a Jacques Mesrine, figura controversa e romantica di rapinatore anni '70, passato dai
rapporti con l'OAS a quelli con Action Directe...
Insomma ci sono tutti gli ingredienti per accusarli di facili orientalismi e per catapultare
quest'operazione dei PNL nel calderone polemico sulla rappresentazione "criminalizzante" e
monodimensionale di Scampia. Polemiche non prive a loro volta di strumentalità politiche e
posizionamenti elettorali.
Con ogni probabilità Ademo e N.O.S. nulla sanno della storia effettiva degli abitanti, della lotta
del comitato della vela gialla per ottenere alternative dignitose e la distruzione del ghetto. Il
tentativo di riprogettare dal basso un quartiere che secondo una definizione di Vittorio
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Passeggio, storico punto di riferimento del comitato, "è un'autostrada con i palazzi in mezzo".
"Vele carceri speciali" urlavano pochi giorni fà in corteo gli abitanti della vela celeste, così
individuata da un colore della facciata ormai estinto. Erano in piazza per respingere un nuovo
rischio di sgombero per "inabitabilità della struttura" e chiedevano lo stanziamento delle risorse
per il diritto alla casa e per dotare Scampia di una serie di infrastrutture socialmente vitali. I
tantissimi gruppi hip hop autoctoni che hanno già scelto queste piramidi di cemento come
scenografia dei propri pezzi, magari non conosceranno tutte le tappe di una storia che comincia
alla fine degli anni '70, ma hanno chiaramente molta più confidenza col contesto.
Eppure... eppure a guardarlo con più rispetto il progetto dei PNL non è un pacchetto patinato e
preconfezionato per surfare sulla scia del consumo globale delle crime-story. Innanzi tutto è un
progetto indipendente e realizzato con poche risorse (anche se ora avranno presumibilmente la
fila delle etichette alla porta di casa e bisognerà vedere che scelte faranno). Un immaginario
abbastanza coeso che vede protagonisti sempre lo stesso giro di amici della banlieu parigina,
facce credibili di un racconto quanto meno coerente. Un melting pot post-coloniale che
corrisponde a legami reali e vite condivise. "Que la famille" è del resto il nome del primo EP di
un certo successo, liberamente scaricabile e pubblicato appena il marzo scorso, seppure i due
protagonisti abbiano una storia artistica antecedente. "Le monde Chico" è invece l'album
uscito da poche settimane che sta scalando le classifiche in Francia, malgrado Ademo e N.O.S
sembrino sottrarsi alla pubblicità mainstream.
Le storie dei PNL, pur con il consueto corollario di metafore anatomiche, non sembrano
costrette a inseguire gli stereotipi più crudi e scontati, le miserie esibizioniste in cui è precipitata
tanta parte del rap, ma restituiscono una certa malinconia del vivere, la rabbia complicata di chi
magari spaccia per necessità ma sente i suoi sogni personali dentro una bolla. Sono pezzi
capaci di creare un'atmosfera, dove qualche strofa di egotrip non è gratuito narcisismo e non
distrugge l'esperienza emozionale. Nel testo di "Le monde ou rien" troviamo echi di una
denuncia sociale implicita che a qualcuno ricorderà magari il fulminante "'O Bbuono e 'o
malamente", uno dei pezzi d'esordio degli Almamegretta.
Esageriamo probabilmente, ma c'è dell'anima in questo hip hop, anche se è difficile trovare
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parentele nella scena francese, neanche con quello più militante o impegnato di Keny Arkana o
dei marsigliesi IAM (il cui leader Akhenaton pure è di origini partenopee e ha collaborato coi
napoletanissimi Co'Sang). Niente di rivoluzionario per carità... Sono però più assimilabili al
cloud-rap con frasi per niente didascaliche ma semanticamente allusive e criptiche, con
un'architettura a matrioska del significante (e il solito abuso della gergalità) e una struttura
musicale più lenta e ariosa. O almeno al rap-alternativo, non rifiutando contaminazioni musicali
al limite della melodia. L'intesa tra i due è affinata in un'alchimia che rende a volte difficile
distinguere chi sta sul beat (la base).
Tecnicamente fanno un uso sistematico dell'auto-tune che sicuramente farà storcere il naso ai
puristi del genere. Come essi stessi spiegano non è un uso in post-produzione per limare il
suono delle canzoni ma la rimodulazione del vocoder (il voice encoder ndr) si sviluppa insieme
al pezzo, alla ricerca del taglio giusto, di un atmosfera coerente. Con la libertà espressiva che
solo chi non ha problemi di "esibizione" si può permettere: "Non sono un vero rapper - ammette
Ademo in una rara dichiarazione - senza il vocoder sarei fregato"...
Quanto alle vele di Scampia, ridotte a icona distopica di una banlieu familiare, diventano il
tramite di un gruppo che, come tanti altri, fa della rielaborazione di immaginari globali
un'esperienza artistica (da Dragon Ball al Libro della Giungla) e di questa contemporaneità
glocale una scelta. Non sono perciò una novità in un repertorio, quello dei PNL, ricco di citazioni
dai manga, dalle fiction e dall'infosfera. Se non per la possibilità dei due artisti di andarci di
persona, attraversandole direttamente come un'eterotopia, un luogo per raggiungere altri luoghi.
Un luogo per tornare a casa e raccontare la vita dei propri amici di sempre. Escamotage
sicuramente furbo, ma non disonesto nella resa. Perchè senza segnare nulla di particolarmente
innovativo o imperdibile, i PNL sanno cosa sono le periferie popolari, i "quartieri programmati
pe' reati" come cantano i 99posse. E hanno qualcosa da dire. E da far ascoltare.
E chissà, forse nella determinazione degli abitanti al superamento delle vele, più o meno
consapevolmente, c'è anche questo: cancellare le vele dal suolo di Scampia per consegnarle
finalmente al loro destino di simbolo globale... e garantire invece un futuro diverso al proprio
quartiere. Su uno striscione era scritto: "Cosa vuole Scampia? Tutto!". Le monde ou rien.
(foto di Luca Pignataro)
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