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(Microsoft PowerPoint - terapia madre bambino 29 gen 14 da
Le psicoterapie madre-bambino
1
“I bambini ammirano i
loro genitori, in seguito
li giudicano, raramente
li perdonano”
Oscar Wilde
2
Funzioni genitoriali
Interesse per le competenze in
evoluzione del bambino
Attribuzione di significato all’attività del
bambino
Condivisione del potere
Affermazione del senso di sé in
espansione e dell’identità
Validazione dell’importanza continua del
bambino per la madre-padre
Accettazione e gestione degli impulsi
Essere disponibile al bisogno
Tolleranza sia della regressione che
della crescente autonomia
Costituire una base sicura
(Attaccamento)
3
Modello classico
Diade madre-bambino
Bambino più grande
Modello dialettico
Da: Fonagy & Target, 2001 Cortina: Modello classico e modello
dialettico della formazione dell’oggetto contenente
4
Il contributo
di Selma Freiberg
“Selma Fraiberg ha rivoluzionato il nostro modo di
considerare la situazione madre-bambino collocando le
fantasie e i ricordi materni esattamente al centro – dal
punto di vista pratico (vale a dire clinico) – di un
processo patogeno che produce una relazione genitorebambino disturbata o la formazione di un sintomo nel
bambino […] come indica l’espressione che agisce nella
mente della madre. L’aver situato la rappresentazione
materna proprio al centro della situazione clinica
genitore-bambino ha segnato l’inizio della «psichiatria
infantile » di orientamento psicoanalitico: in un certo
senso un nuovo settore […]” (Stern, 1995).
5
“Ghosts in the nursery”
(Fraiberg, 1975).
Secondo l’Autrice, uno dei concetti centrali è
che il bambino che presenta un disagio, un
sintomo, è …
6
“(Il b.no è) diventato il rappresentante di
figure del passato dei genitori o un
rappresentante di un aspetto del sé del
genitore che è stato ripudiato o negato. (...)
Nel trattamento, noi esaminiamo con i
genitori il passato e il presente allo scopo di
liberare loro e i loro figli dagli antichi fantasmi
che hanno invaso la nursery …
7
… e quindi dobbiamo fare nessi significativi
tra il passato e il presente attraverso
interpretazioni che porteranno alla
consapevolezza. Nello stesso tempo … noi
manteniamo l’attenzione sul bambino
offrendo informazioni e discussioni sullo
sviluppo. Andiamo avanti e indietro, tra
passato e presente, tra genitore e bambino,
ma torniamo sempre al bambino” Selma
Fraiberg, 1980
8
La presenza del bambino nelle
sedute
Rivoluzionaria quando la Fraiberg l’ha introdotta, ora
conditio sine qua non per il trattamento dei
bambini :
i temi, l’interazione gen-bambino, le difese, le
sfumature emotive, lo sviluppo del bambino possono
essere identificati in modi che non sarebbero
possibili solo attraverso i resoconti dei genitori
La presenza del bambino permette all’intervento
un’immediatezza emotiva che non potrebbe essere
riprodotta se i genitori stessero ricordando una
scena particolare
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Non sempre i passato è la chiave per
sanare il presente, soprattutto quando un
genitore non si affida al linguaggio come
forma primaria di autoespressione,
quando non ha una mentalità psicologica
o quando il suo funzionamento psichico è
tropo fragile o limitato.
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Le psicoterapie madre-bambino
durante la prima infanzia. Il modello di Cramer e
Palacio Espasa
Caratteristiche principali
Sono rivolte alla relazione piuttosto che all’individuo
Bambini al di sotto dei 24 mesi (soprattutto)
Brevità: circa 6 sedute (3
12) ( 20 nel ns progetto)
Il 75% delle consultazioni in psichiatria infantile per bambini di
età inferiore ai 4 anni si conclude dopo non più di 10 sedute
Potenziale valore preventivo
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Differenze con una terapia
individuale dell’adulto
(Presenza del bambino)
Funzionamento psichico (post-partum)
della madre che ha un bambino piccolo
Punto di entrata della consultazione: la
madre dichiara un sintomo del bambino
e non un sintomo proprio
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Il funzionamento mentale del
post-partum
Rapidità dei cambiamenti soggettivi, interattivi e
sintomatici
Notevole mobilizzazione psichica della madre (capacità
di stabilire legami, accesso all’insight, mobilizzazione
degli affetti)
Contributo del bambino (temperamento, attivazione di
strategie di attaccamento)
Inclusione del bambino nell’organizzazione psichica
della madre (e del padre) (rappresentazione del b.no
come estensione psichica del genitore)
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Cambiamenti dei genitori nel
post-partum 2
I genitori devono trasferire gli investimenti dal
bambino immaginario al bambino reale, con il
lutto che ciò comporta
Identificandosi con il proprio genitore, la madre
(il padre) proietta sul bambino i suoi aspetti
infantili. Se queste proiezioni riguardano parti
odiate, scisse, il bambino viene vissuto come
un nemico o come un predatore.
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Cambiamenti dei genitori nel
post-partum 3
Per identificare l’estraneo rappresentato dal
bambino, i genitori gli attribuiscono intenzioni e
caratteristiche, “con il concorso di un’attività
proiettiva così intensa che che potrebbe essere
scambiata per un’idea delirante” (“ha gli occhi
cattivi di mio padre ”)
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Altre caratteristiche del
post-partum
Materializzazione dei fantasmi e delle
rappresentazioni pre-partum
L’incarnazione o il bambino-oggetto
(il bambino diventa la madre, il padre, il
fratello)
Il bambino-struttura: il b.no diventa fonte dei
sensi di colpa (Super Io), o visto come
aggressivo (Es)
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Estraneità degli elementi proiettati sul figlio
Madre di bambina di 2 anni: “mi cerca
mi pungola mi tirannizza, è tutto il
tempo in rivolta, non è affatto la
bambina che mi aspettavo, sognavo
di avere una bambina docile e
tenera, come lo sono stata io:
invece è proprio il contrario. Non ha
niente di mio!
In effetti non conosco affatto mia
figlia”
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Fasi della terapia 1
Sequenza interattiva sintomatica (discrepanza
fra la descrizione materna del bambino e
l’osservazione clinica)
+
Verbalizzazione di proiezioni materne sul
bambino
ipotesi di lavoro
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Indicazioni
Non tanto sulla base del sintomo
ma
delle configurazioni dinamiche
della relazione madre bambino
della relazione che la madre ha
con il terapeuta (pretransfert)
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La terapia breve non è
indicata qualora vi sia:
Patologia materna grave: psicosi, grave
borderline, disturbi psicosomatici gravi,
depressione melanconica
Pretransfert negativo
Patologia del bambino: disarmonie di
sviluppo, psicosi, patologie
psicosomatiche accertate, disturbi
carenziali
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Guidance Interactive
Famiglie che non cooperano in altre terapie
Non viene affrontata la storia del genitore,
né le sue proiezioni
Terapia supportiva, anche con l’uso di video
della relazione genitore-bambino, attraverso i
quali si sottolineano gli aspetti positivi della
interazione e i fraintendimenti circa il
funzionamento del bambino.
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La consultazione partecipata
di Dina Vallino
Il termine “consultazione” la differenzia da una
psicoterapia: “in molti casi costituisce la
preparazione alla terapia analitica del
bambino, la quale procederà invece come
relazione individuale con l’analista con la
consueta riservatezza ed intimità”
(Vallino 2002)
Dedicata a bambini 0-3 anni
prepubertà
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e loro genitori
estensione dell’Infant Observation di
Bick e dell’osservazione infantile di M.
Harris e D. Meltzer.
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Polisemia del termine
“Partecipata”
fondamentale è la partecipazione dei genitori
in seduta,
fondamentale è la partecipazione alla
“atmosfera emotiva” (1992) del gruppo
familiare
fondamentale è rendere partecipi i genitori
delle modalità di osservazione utilizzate dal
terapeuta nel lavoro con i bambini.
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nel bambino si crea “una sofferenza
specifica quando per vari motivi le sue
esperienze mentali non sono capite
dall’ambiente”
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Con il bambino e i genitori si sosta attraverso il
gioco, il disegno o una “storia”.
La consultazione più tipica è svolta in 5 incontri.
Se necessario si prosegue(consultazione
partecipata prolungata)
Agli incontri con il/i genitore/i e il bambino
seguono incontri con i genitori, per permettere
loro di commentare insieme al terapeuta
quanto emerso nelle sedute congiunte
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Lavoro clinico su identificazioni
patologiche ma anche sulle introiezioni
e identificazioni positive, che possono
ingombrare il campo dello sviluppo
dell’individualità del bambino
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“per potersi mettere nella situazione
mentale” del bambino, il terapeuta
necessita della collaborazione con i
genitori, i quali, benché in difficoltà,
generalmente “hanno competenze
specifiche di intuizione dell’esperienza
del bambino, che sta all’analista
rivalutare, ravvivare e integrare”.
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Il terapeuta sosta nell’“atmosfera emotiva”
della seduta (1992) (aspetti extraverbali,
sensoriali, emozionali) utilizza la propria
“capacità negativa”, in attesa che i significati
di ciò che accade tra genitori e bambini si
chiariscano, utilizzando la propria reverie per
trasformare il clima della seduta, e cogliere i
sentimenti, le emozioni dei personaggi attivi
nel campo di osservazione.
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“[...] Non intendo la consultazione come
terapia familiare o terapia dei genitori
ma come un’occasione unica per il
bambino di parlare di sé e per i genitori
di parlare con lui, con strumenti mediati
dal pensiero psicoanalitico.” (Vallino,
2002)
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“Soffermarsi a guardare un bambino, nella
seduta di Consultazione, porta a
immedesimarsi con lui; a cercare di capire
cosa prova, quali bisogni esprime o magari
comunica. Io stessa, la madre e il padre
staremo con lui senza nessun altro obiettivo
che quello di stare insieme a lui partecipando
al suo gioco.”
31
Più avanti risulterà spontaneo ai genitori
«interpretare» il loro bambino, cosa che
consente a me di compiere verso di lui giusti
passi per una comprensione psicoanalitica.
Rovescio, in un certo senso, l’idea che come
«Esperto» conosco, più dei genitori il loro
figlio. Sottolineo quanto sia sorprendente che
la scelta di una «quotidiana normalità», come
vertice di osservazione, diventi provvida
d’arricchimenti reciproci: tra genitori e
bambino, tra analista e genitori, tra analista e
bambino” (Vallino, 2003)
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Psicoterapia bambino-genitore e
attaccamento
Trasmissione transgenerazionale
dei pattern di attaccamento
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Il genitore distaccato nell’interazione ha più
attitudini passive, o svalutanti, non raccoglie i
momenti di contatto se si manifestano, non è
riflessivo e ha in misura ristretta una teoria
della mente del bambino, quindi le sue
emozioni e le sue motivazioni gli sono ancora
più estranee.
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Il genitore preoccupato ambivalente (E)
può in seduta mostrarsi sopraffatto
dalle emozioni, concentrato su di sé più
frequentemente che sul figlio, con
continue richieste di interazione al
curante, intrusivo in modo ansioso e
iperattivo o aggressivo rispetto al
bambino
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Il genitore non risolto rispetto al lutto o al
trauma (U) può apparire distratto, con
improvvise interruzioni dell’attenzione o
cambiamenti del comportamento durante
l’interazione, se traumatizzato come
sopraffatto dall’insorgenza di una paura non
integrata (frightened frightening)
Il genitore CC si presenta caotico e mutevole
nell’interazione (scissione tra MOI)
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METODO E PROCEDURE
Modello di intervento genitore bambino basato sulla
teoria attaccamento
• Sostegno emotivo al/ai genitori
• Guida allo sviluppo del bambino e della relazione
• Assistenza concreta per i problemi della vita
• Focalizzazione su separazioni traumi lutti maltrattamenti
• Valutazione dei comportamenti osservabili genitore bambino
• Enfasi sull’empatia del genitore e sulla sensibilità ai segnali del
bambino
• Attenzione alle strategie di evitamento della relazione come difesa
dall’ansia
IL MODELLO DI INTERVENTO GENITORE BAMBINO 2
• Modello interdisciplinare e basato sulla teoria dell’attaccamento
e sulla mentalizzazione, dedicato per esempio a giovani madri
alla prima esperienza di maternità e ad alto rischio per
condizioni economiche e sociali
• Il modello è innovativo in quanto a modalità di intervento per la
realtà locale e la regione Lombardia.
• Elastico (più modalità di intervento, centrate sulla famiglia) e
basato su concezioni di effectiveness (la popolazione reale in
arrivo, con ampi criteri di inclusione)
• Manualizzato
Contenuti dell’intervento sul maltrattamento e il trauma
• Promuovere lo sviluppo attraverso il gioco il contatto fisico e il
linguaggio
• Offrire una guida riflessiva e non strutturata per lo sviulppo
• creare comportamenti protettivi adeguati
• Interpretare sentimenti e azioni
• Fornire sostegno emotivo e comunicazione empatica
• Offrire un intervento volto alla gestione del caso e all’assistenza
concreta dei problemi del quotidiano
Mentalizzazione
minding the baby
La funzione riflessiva del sé e
risvolti terapeutici
Scala del Sé Riflessivo:
valuta la chiarezza delle
rappresentazioni del soggetto
relative agli stati mentali degli
altri e al proprio stato mentale
44
Processi del Sé riflessivo e
monitoraggio metacognitivo (Fonagy)
1.
2.
3.
4.
5.
Citazioni specifiche di stati mentali
Sensibilità alle caratteristiche degli stati mentali
Sensibilità per la complessità e la diversità degli stati
mentali
Tentativi di collegare gli stati mentali ai
comportamenti osservati
Comprensione della possibilità di cambiamento degli
stati mentali e dei corrispondenti cambiamenti nel
comportamento
45
Esempio di Sé Riflessivo all’AAI:
“Non potevo sapere cosa avesse in
mente. Poteva reagire lasciandomi
confusa e frustrata. Poi, talvolta,
capivo che era perché aveva avuto un
litigio con papà o qualcosa del genere,
ma questo non avveniva sempre.”
(2. Sensibilità alle caratteristiche degli stati
mentali: Riconoscimento dell’opacità del mondo
mentale degli altri e al tempo stesso del
principio di causalità psichica)
46
“Era sempre gentile e generosa ma
sapevamo che sotto di lei soffriva.
Deve essere stato difficile tirare avanti
da sola”
comprensione del fatto che le
persone possono esprimere emozioni
diverse da quelle che sperimentano
47
“Lo state già facendo”
Attenzione allo sviluppo della
mentalizzazione presente in varia forma
in tutti i modelli, focus dell’intervento in
alcuni (Arietta Slade, Minding the baby).
Utilizzo dei video per favorire la
comprensione dei processi, lo
sviluppo della sensibilità,
dell’attaccamento, la
mentalizzazione …
VIPP: Video-feedback Intervention to Promote Positive Parenting;
VIPP R: Vipp associato alla discussione sulle rappresentazioni.
J. Bakermans-Kranenburg, M. van IJzendoorn, F. Juffer
INDICAZIONI GENERALI SULL’INTERVENTO
E SUGLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
• Nella fase di video-feedback, stimolare le madri a:
• 1. Percepire i segnali del bambino; apprendere ad osservarli.
• 2. Prestare attenzione alle motivazioni del bambino e a ciò che prova.
• 3. Acquisire informazioni sullo sviluppo (I bambini mettono tutto in bocca,
perché...).
• 4. Rispondere ai segnali positivi del bambino.
• 5. Rispondere ai segnali negativi del bambino, specialmente al pianto.
• 6. Reagire adeguatamente ai segnali del bambino (specialmente se si
riscontra una discrepanza tra una corretta percezione e interpretazione del
comportamento del bambino e l’effettiva elaborazione di una risposta
adeguata).
• 7. Acquisire una buona tecnica di consolazione.
• 8. Interferire meno sul comportamento del bambino.
• 9. Adattare i propri tempi a quelli del bambino (molto spesso si tratta di inserire
delle pause).
• 10. Utilizzare il contatto fisico (nel caso in cui le madri raccontano che il bambino
non gradisce stare in braccio o non è «un tipo che ama le coccole»).
• 11. Interagire in modo giocoso col bambino condividendone sentimenti ed
emozioni.
• 12. Trasmettere affetto e calore al bambino (attraverso la voce e l’espressione del
viso) durante l’interazione.
• 13. «Seguire» il bambino aspettando che sia lui a prendere l’iniziativa e reagendo
ad essa (anziché prendere sempre l’iniziativa).
Nella fase di discussione delle esperienze passate,
stimolare:
• 1. L’esplorazione delle proprie esperienze passate e presenti (fare
attenzione a sostenere la madre e a mostrare interesse ed empatia).
• 2. Il riconoscimento e la consapevolezza degli aspetti negativi
relativamente al modo in cui si è stati cresciuti, nel caso in cui questi non
siano stati ancora riconosciuti.
• 3. La possibilità di rivivere sentimenti dolorosi del passato.
• 4. La consapevolezza di come il modo in cui si è stati cresciuti incida
sullo sviluppo della propria personalità e del proprio comportamento, così
come sul modo di pensare e sui sentimenti attuali.
• 5. La valutazione della relazione con i genitori (passata e presente) per
esempio tentando di ridurre, nel caso siano presenti, le tendenze
all’idealizzazione.
• 6. La comprensione e una disponibilità al perdono nei riguardi dei propri
genitori.
• 7. L’individuazione di percorsi che aiutino a migliorare la relazione con i
genitori e col proprio figlio.
METODO E PROCEDURE
Chi è il paziente?
Sia il bambino che il genitore, la loro
relazione
56
Contributi della teoria dell’a. alla
psicoterapia genitore-bambino
I modelli operativi dell’attaccamento e
dell’accudimento che influenzano il
comportamento del genitore verso il bambino
danno forma anche alla percezione che il
genitore ha del terapeuta (e al transfert)
Ma gli obiettivi dell’attenzione del terapeuta
sono i sentimenti e i comportamenti del
genitore verso il bambino (transfert), non
verso il terapeuta
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… Il terapeuta favorisce una riorganizzazione
dei Modelli Operativi Interni relativi all’attaccamento,
che a loro volta si manifestano in cambiamenti
dell’interazione con il bambino. Con il miglioramento
della capacità di accudimento della madre, si osservano
concomitanti miglioramenti nella qualità della
relazione.
58
Un ostacolo al valore terapeutico di trovare i legami
tra passato e il presente è che molti genitori
sofferenti e ambivalenti scelgono di non parlare della
loro infanzia anche quando sono in trattamento da
molto tempo, sentono i tentativi terapeutici di
trovare tali legami come privi di tatto e invadenti,
preferiscono parlare dell’attuale. Le difese contro
l’ansia sono sentite inconsciamente come troppo
fragili
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In questi casi il progresso terapeutico
può verificarsi se non si spinge il
genitore a discutere il passato
segregato, ma se invece ci si concentra
sugli stati emotivi che riguardano le
relazioni attuali più importanti e si
esplora come questi stati emotivi
possono essere presenti in relazione al
bambino
60
Esperienza di attaccamento correttiva,
esperienza emotiva correttiva:
quando il terapeuta offre la possibilità di
sopportare l’esplorazione degli eventi
emotivi legati all’attaccamento, con empatia,
con il permesso di provare e di esprimere
una gamma di affetti positivi e negativi, si
può assistere a cambiamenti nel modello
operativo di sé in relazione all’attaccamento
61
I comportamenti osservabili nel genitore e
nel figlio sono utilizzati nella psicoterapia
della coppia genitore-bambino come
indicatore di processi psicologici sottostanti,
e questi comportamenti sono usati all’inizio
e alla fine della psicoterapia per valutare
l’efficacia del trattamento
62
Viene data molta importanza
all’aumento dell’empatia materna e
della sensibilità ai segnali del bambino
come mezzo principale per
promuovere la salute mentale del
bambino
L’attaccamento è innato e prioritario e la sua
assenza in un b.no che ha un’età mentale di
almeno 10 mesi suggerisce di identificare
rapidamente le ragioni di questa assenza
L’accudimento è altrettanto innato: quando i
caregiver non sono legati ai figli, qualunque
fattore che comprometta l’accudimento
diventa il focus del trattamento
64
Gli ostacoli ad una sana relazione
genitore bambino sono i primi ad
essere affrontati clinicamente
Il modo in cui i caregiver considerano le
proprie storie di attaccamento indirizza il tipo
di intervento : porre attenzione alle storie di
attaccamento dei caregiver e alle interazioni
qui-e-ora con i propri bambini colloca il
trattamento in un contesto più chiaramente
intergenerazionale.
66
La psicoterapia gen-bam è usata per
concentrare gli interventi sui disturbi di
relazione bambino- caregiver. Altre aree
problematiche del gen vengono affrontate
solo se influenzano negativamente le
relazione
Un bambino può avere relazioni di
attaccamento qualitativamente differenti con
caregiver differenti, e il trattamento deve
essere personalizzato
Rimandi alla teoria psicoanalitica
“Possiamo trovare qui un ponte in cui la teoria dell’attaccamento e la psicoanalisi si
incontrano nell’interfaccia tra modelli operativi interni e identificazione proiettiva. Le
attribuzioni genitoriali rigide e i comportamenti che le esprimono sono
solo le manifestazioni
cognitive, affettive e comportamentali dei modelli operativi dell’attaccamento e del Sé in
relazione all’attaccamento. Il termine «identificazione proiettiva » descrive l’esperienza
psichica preverbale, rudimentale, parallela agli scambi coercitivi e mal sintonizzati tra il
genitore e il bambino, presenti a livello di esperienza corporea e di fantasia inconscia. Le
attribuzioni genitoriali e il loro substrato inconscio, le identificazioni proiettive, sono
sfaccettature del modello operativo che il genitore ha del Sé e della relazione di attaccamento,
che sono state trasmesse ed interiorizzate dal bambino nel corso delle interazioni quotidiane”
(Lieberman, 2004 pag. 141).
68
I principali fattori di cambiamento per raggiungere tali obiettivi sono tre:
1. l’insight dei genitori su come i conflitti intrapsichici si esprimono nell’ambivalenza
verso il bambino cioè la comprensione del ruolo del bambino come destinatario delle
attribuzioni negative del genitore;
2. le esperienze correttive di attaccamento fornite nella relazione terapeutica sia al
bambino che al genitore. L’esperienza di attaccamento correttiva è il processo di
trasformazione più importante per il modello: i genitori attraverso tale esperienza
emotiva modificano inizialmente la rappresentazione di Sé, del Sé in quanto genitore
e del bambino.
3. il potere di apprendere e mettere in pratica forme di interazione mutuamente
soddisfacenti sia tra il genitore ed il terapeuta, sia tra il genitore e il bambino.
69
Angeli nella nursery
“Nei momenti bui, questi angeli nella nursery si schierano contro i loro parenti più famosi
intentando una battaglia con loro per mantenere intatto lo scudo protettivo dell’amore dei
genitori che circonda i bambini e aiuta a proteggere dal danno quando le influenza negative
del passato si ripresentano. I fantasmi e gli angeli coesistono in una tensione dinamica gli uni
con gli altri, lottando per la supremazia in determinati momenti mentre in altri si quietano per
lasciare la persona temporaneamente abitata da una “area libera da conflitti” (Hartmann,
1930) in cui l’adattamento al mondo esterno ha il sopravvento rispetto alle preoccupazioni
intrapsichiche” (Lieberman, 2005).
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Comuni errori terapeutici
1.
“il terapeuta si lascia coinvolgere
dall’esperienza del genitore tanto da
trascurare di includere il bambino nel
processo di comprensione della
situazione”
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2. il terapeuta è “troppo esitante nel far
rientrare il vissuto del bambino nel
processo terapeutico”
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3. Il terapeuta collude con il
maltrattamento del bambino da parte
del genitore
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4. il terapeuta si “identifica a tal punto
con il bambino da non riuscire ad
entrare in sintonia con il vissuto del
genitore”.
74
Take home messages
Importanza del costrutto attaccamento per
la comprensione delle relazioni familiari. In
quest’ottica si pone il non essere neutrali e
non disdegnare di offrire sostegno concreto
Importanza del porsi come “base sicura”,
del funzionare come una figura di
accudimento
Riconoscimento del genitore come alleato
Segnalare prima i comportamenti positivi del
gen. o la sua lettura dei segnali del bambino
e aiutarlo a leggere i segnali del bambino
Evitare, generalmente e almeno in prima
battuta, di segnalare le interazioni negative
se il genitore non le porta alla discussione (in
questo caso il terapeuta può aiutare a
mettere in luce le emozioni in gioco)
Ricordare che gli interventi basati sulla
pressione emotiva o su tentativi di
modificare comportamenti inappropriati
possono essere vissuti come critica,
rappresentare cadute dell’empatia e
possono riattivare difese contro antichi
pattern relazionali aggressivi
Includere il bambino nelle comunicazioni
nelle sedute congiunte!
Possibile utilizzare eventualmente la visione
del filmato dell’incontro, per creare un io
osservatore nel caregiver all’interno
dell’ambiente terapeutico che offre sostegno
e contenimento
Attenzione a favorire la mentalizzazione,
la riflessività del sé

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