22 agosto 2009

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22 agosto 2009
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
N. 301 - ANNO XI - EURO 1,50
GALLIO
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Il comune presta soldi per
l’avvio di attività commerciali
ed artigianali
Educazione
Il cimbro a scuola
non si studia,
ma si vive
ROANA
SABATO 22 AGOSTO 2009
FOZA
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Sulle elezioni indaga la Procura
Dopo le perquisizioni e gli
interrogatori si attendono
gli sviluppi. Il sindaco:
“Nessun disturbo”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
Un capolavoro
di Chiomento
per il nuovo
museo
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Ad Asiago da tutto il mondo
Nell’ultimo weekend di agosto, la festa degli emigranti veneti
di Francesco Tognon
settembre nelle scuole dell’Altopiano non accadrà nulla di particolare che già non si facesse; si cercherà solo di migliorare e di condividere le buone pratiche con il maggior numero di docenti. Innanzitutto si farà riferimento alla
specificità locale, riconosciuta da una legge nazionale, di essere un territorio in cui vive una minoranza linguistica. Quello che la scuola sta cercando di
attuare non è che i bambini tornino a parlare cimbro,
visto che non è possibile, ma impegnarsi perché conoscano il significato dei toponimi che ogni giorno
incontrano nel territorio o alcune delle espressioni
cimbre più comuni. Conoscere questo patrimonio li
renderà più sicuri e coltiverà un senso di appartenenza verso un territorio in cui riconoscersi e in cui
ritrovare legami con chi ci ha preceduto. In questa
ottica i nostri alunni continueranno a studiare sul campo, e non solo sui testi, il nostro meraviglioso ambiente e la sua storia.
contina a pagina 5
Bentornati fratelli cari
A
Lusiana
Lusiana
In 2 pagine
tanti flash
di questa
estate
di Giancarlo Bortoli e Lucio Spagnolo
È per noi tutti una grande gioia
poter ospitare sulla nostra terra
altopianese la 2^ festa dei Veneti
nel Mondo. Siamo onorati ed orgogliosi di ricevere l’abbraccio di
tutta la nostra Gente che nel tempo lontano o più recente, ha dovuto lasciare la propria casa per
raggiungere i più diversi paesi del
mondo. “ Emigranti nostalgia e
speranza!” Nostalgia dei propri
cari, del proprio paese, nostalgia
della propria casa, degli amici.
Speranza di poter costruire un
avvenire migliore per sé e per i
propri figli, speranza che la vita
sorrida anche in paese lontano.
Benvenuti! Bentornati a tutti! Vogliamo salutarvi, come fratelli cari.
Bentornati fratelli, perché siamo
nati nella stessa terra, perché abbiamo imparato a parlare veneto,
e per noi altopianesi, prima ancora, a parlare cimbro, perché ab-
biamo visto le stesse montagne,
le stesse pianure, abbiamo sentito il profumo e ascoltato il silenzio degli stessi boschi!
Fratelli cari ai nostri cuori e sempre presenti nel cuore di ognuno di noi! Anche se la distanza
fisica è grande, anche se la geografia ci insegna che siamo
magari “dall’altra parte del mondo” ci sentiamo sempre intimamente uniti a voi e vi sentiamo
sempre vicini e partecipi delle nostre giornate. Che sia una festa
vera, una festa intima e familiare,
la vostra e la nostra festa.Grazie
alla Regione del Veneto che ha
voluto istituire la “Festa dei Veneti
nel mondo”. Grazie a tutti voi emigranti che rendete la festa preziosa con la vostra partecipazione,
con il vostro entusiasmo, con il
vostro grande cuore.
Boolkent! Benvenuti!
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GreenStyle
Superenalotto
Il pino mugo
invade i pascoli
d’alta quota
Al via un
progetto di
ripristino
ambientale
La febbre
febbre da
da mega
mega jackpot
jackpot
La
contagia anche
anche l’Altopiano.
l’Altopiano.
contagia
Grafica Altopiano
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Asiago
I bambini e lo
sport: comune,
scuola e società
sportive
progettano
insieme attività
propedeutiche
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l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
www.giornalealtopiano.it
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EVENTI
ATTUALITA’
Una valigia e del formaggio
avvolto in un fagotto portato
dalla madre; lo sguardo attento del padre verso il treno
in arrivo; lo sguardo smarrito del bimbo che lancia l’ultima
occhiata
verso
l’Altopiano. La statua all’emigrante, che non a caso
si trova davanti alla stazione
di Asiago e di fronte all’entrata della sede della Comunità Montana, ben rappresenta un’epopea, quella delle
grandi ondate migratorie italiane, che a distanza di tanti
anni non è possibile dimenticare. A tenere vivo un ricordo che per moltissimi veneti
significa almeno un parente
da qualche parte del mondo,
ci pensa la Giornata dei
Veneti nel Mondo. Arrivata
alla sua seconda edizione
(l’anno scorso si è svolta a
Pedavena), la festa sarà ospitata quest’anno da Asiago,
terra che tra gli anni ‘20 e gli
anni ‘50 del secolo scorso ha
visto molti dei suoi figli prendere spago e valigia e fuggire dalla miseria, per cercare
un futuro migliore in posti lontani. Alla festa interverranno politici regionali, parla-
Veneti nel mondo, la festa è ad Asiago
La grande famiglia degli emigranti veneti si riunisce in Altopiano nell’ultimo
weekend di agosto. Attese almeno 1500 persone. Non mancherà la delegazione della
Comunità Montana di Melbourne con il suo presidente Luciano Benetti
mentari veneti,
amministratori
comunali, dirigenti istituzionali, associazioni Veneti nel
Mondo, rappresentanti di Circoli in Italia e
nel mondo. E,
naturalmente, i
festeggiati: gli
emigranti ed ex
emigranti che
dal Veneto partirono
per
l’”estero”. La
giornata permetterà loro di
riunirsi e di raccontare le proprie esperienze.
«La Regione – spiega l’assessore ai flussi migratori
Oscar De Bona – ha voluto
introdurre un nuovo capitolo
nei rapporti tra cittadini residenti e oriundi veneti che vivono ed operano nei cinque
continenti: un’occasione di
festa in cui si incontrano
emigranti, ex emigranti e loro
familiari e tutti coloro che sono
legati al mondo dell’emigrazione, insieme alle associazioni e ai circoli».
Molte le storie di questi pionieri. Tutte differenti ma tutte
molto simili, storie di povera
gente che, come dicevano i
“veci” dovevano partire, an-
Un cuco in omaggio ai più giovani
È nel secondo dopoguerra
che si è registrato il più alto
tasso di emigrazione
dall’altopiano di Asiago.
Metà del paese di allora partì
per trasferirsi in Belgio,
Francia, America, Brasile,
Argentina, Australia. Nel
censimento del 1921
l’altopiano contava infatti
quasi 40 mila abitanti: oggi
ce ne sono 21 mila. La maggior parte degli emigranti
erano persone molto giova-
ni, con meno di 20 anni, in
viaggio verso posti ignoti, stipati in navi che sembrava
non arrivassero mai a destinazione. Basti pensare che
per raggiungere l’Australia si
impiegavano anche più di 2
mesi. E non era certo una
crociera di piacere.
I discendenti di quei viaggiatori oggi sono molti e sembra
siano animati dal desiderio di
conoscere le proprie origini
e di visitare la patria dei loro
nonni. Proprio ai loro nonni –
ed anche ai loro padri – è dedicata la statua all’ emigrante, la stessa statua che l’Artista Aurelio Forte ha riprodotto in miniatura. I giovani di
questa “terza generazione”
che verranno ad Asiago, il 29
e 30 agosto, ritroveranno le
loro radici da portare a casa
assieme ad un “cucheto” preparato dal signor Valente del
“Museo dei cuchi” di Cesuna
in omaggio.
dare all’estero per
“postarse ben”.
«Dicevano proprio così e a quei
tempi, prima delle
e-mail, in ogni
casa si aspettava
con ansia notizie
dal postino sui
famigliari lontani sottolinea Lucio
Spagnolo, vicepresidente della
Comunità Montana - Ho subito accettato con grande entusiasmo
l’iniziativa della
Regione proprio
per il valore affettivo ed etico che
lega l’altopiano all’emigrazione: la
porta di ogni casa nei nostri
paesi è stata aperta per qualcuno che se n’è andato lontano, per il mondo, e per noi è
un dovere ospitare in forma
solenne la festa dei nostri emigranti».
La notizia della giornata dell’
emigrante Veneto ha già fatto il giro dei continenti, tanto
che sono previste circa 1500
persone alla manifestazione.
Alcuni di loro, circa un centinaio, fin da ora la stanno
aspettando ad Asiago, in quanto hanno fatto coincidere le
ferie estive proprio per essere presenti all’appuntamento.
Altri ancora partiranno apposta per non mancare alla loro
festa. È il caso della delegazione della Comunità Montana di Melbourne, composta da
asiaghesi doc e loro discenti,
il cui presidente, Luciano
Benetti, sarà ospite graditissimo dell’evento.
Il programma della manifestazione
La Giornata dei Veneti nel mondo per l’anno 2009 è stata
realizzata in collaborazione con il Comune di Asiago e la
Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni.
Per l’organizzazione la Giunta Regionale si è avvalsa della
collaborazione dell’Ente Vicentini Nel Mondo” di Vicenza.
L’apertura della manifestazione è prevista per sabato 29
agosto alle ore 20 con una serata musicale e la partecipazione di tre cori, al Centro Congressi “Millepini” e successiva premiazione, in Piazza Carli, del concorso “Formaggio
Asiago sotto le stelle”.
Domenica 30 agosto il programma prevede l’arrivo degli
emigranti, delle delegazioni e dei rappresentanti dei Comuni. Nella mattinata, con inizio alle ore 10.30, si svolgerà la
sfilata per le vie e nelle piazze di Asiago del gruppo culturale “Arti per via” di Bassano del Grappa (rassegna degli
antichi mestieri della civiltà rurale veneta). Nel primo pomeriggio, dopo il pranzo servito dal gruppo Alpini e dai Gruppi
di base, ritrovo ancora al Centro Congressi “Millepini” per
gli interventi delle rappresentanze degli emigrati e delle autorità, tra cui il sindaco di Asiago, i presidenti della Provincia di Vicenza e della Comunità Montana e l’Assessore
regionale De Bona.
Seguirà la consegna del “Bronzo dell’Emigrante” alla famiglia di Mario Rigoni Stern, a ricordo dello scrittore. Alle ore
15.30 è prevista la sfilata di delegazioni, bandiere e labari,
accompagnati dalla Banda Musicale “Monte Lemerle” di
Cesuna, fino all’Ossario dove sarà celebrata la Santa Messa con l’accompagnamento del Coro Asiago. La giornata si
concluderà con la cerimonia dell’ammaina bandiera e, a
seguire, alle ore 17, con la ricostruzione di un antico mercato, spettacolo di tradizione popolare veneta del gruppo “Arti
per via” in piazza Carli.
“Va’ pensiero”, o “Fratelli d’Italia”?
Sondaggio del Giornale Altopiano sulle preferenze dei lettori in merito all’Inno Nazionale. Basta inviare
un sms allo 3339921430 con scritto: “Mameli” o “Verdi”. I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero.
Per la verità cominciavamo a preoccuparci. L’assenza di un
motivetto musicale con cui alimentare le paranoiche giornate di ferie cominciava a farsi sentire in queste calde giornate
agostane. Ed ecco, in extremis, che il tormentone stile “Vamos
alla plaja” è stato sostituito da due “dischi d’oro” della storia
italiana, autori ne furono 150 anni fa Mameli e Verdi. I due
brani per l’estate ci vengono offerti dal leader leghista
Umberto Bossi, che, a conti fatti, si accorge di averla sparata un po’ grossa e ridimensiona le dichiarazioni fatte alla stampa, accusando i giornalisti di aver volutamente travisato le
sue parole. Ma i buoi ormai son scappati dalla stalla, e quella
stampa messa sul banco degli imputati ora alimenta con gusto il fuoco di paglia generato dalla scintilla che, a ragione, in
molti acclamano col termine di Nazionalismo. “Va pensiero”
o “Fratelli d’Italia”? Ci sono pochi anni tra le due composizioni, ma sugli spartiti insistono due chiavi diverse per gli strumenti, una ha i colori della bandiera italiana, l’altra ricorda
più la facciata di teatri operistici sul modello della Scala milanese, fors’anche quell’Arena scaligera costruita durante gli
splendori dell’impero romano. In fondo “Roma ladrona” qual-
cosa di buono ci ha dunque lasciato.
Ma gli italiani cosa ne pensano? Sembra che per i TG nazionali ad aver voce in capitolo siano solo i vacanzieri
spaparanzati lungo le coste tra ombrelloni a sedie a sdraio,
noi andiamo quindi in controtendenza chiedendo il parere agli
amici lettori che ci leggono dall’alto dei nostri 1000 metri.
Siete contenti del vecchio inno? Oppure volete cambiarlo con
l’operistica aria del Nabucco? La scelta dovrebbe essere dispensata da influenze politiche, una preferenza dettata da
altre variabili quali la conoscenza storica dall’unità d’Italia ad
oggi, dai gusti musicali, dalla propensione che ognuno ha per
il testo o l’orecchiabilità di una lirica. Affidiamo quindi ai lettori
la possibilità di manifestare le predilezioni inviando un SMS al
numero 3339921430, basterà scrivere sul messaggio:
“Mameli” (per votare l’inno attuale), oppure “Verdi” (se si
reputa giusto cambiare). I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero del giornale. Come organo di stampa rimaniamo
ovviamente super partes, quindi non ci schieriamo a coorte,
né siam pronti alla morte. In palio, una volta tanto, non c’è
nulla, a vincere come sempre sarà solo la storia.
G.D.F.
Lo trovi nelle librerie di Asiago
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Dopo il Water Party e il Concerto del 16 agosto, ecco uno degli appuntamenti più suggestivi
ATTUALITA’
La Notte più bella è quella Nera
Domenica 23 un altro evento: al Cinema Lux c’è il direttore della Mostra del cinema di Venezia Marco Mueller
Quattro eventi frecompagnia:
Da sinistra Alessia
Danese, Alessandra
schi, frizzanti e oriYuri, Matteo
Rampazzo eletta
ginali
hanno
Beccucci e i
Reginetta del Bosco
contraddistinto
Bastard Sons
2009 e Eleonora
Varotto
l’agosto asiaghese.
of Dioniso di X
Il 14 agosto, al MuFactor, anticiseo dell’acqua, si è
pati dai vincitenuto il Water Partori del proty, gradito cocktail
gramma di Rai
di divertimento,
Due del 2008,
buona musica e
gli
Aram
cultura che si è preQuartet e da
sentato come il priSergio Muniz
mo vero e proprio
vincitore della
evento della stagioseconda edine
turistica
zione dell’Isoasiaghese. Nello
la dei Famosi.
sfondo naturale delPurtroppo, le
la
Località
incombenti
Kaberlaba, è stata
nuvole non
allestita una discohanno risparteca all’aperto,
miato il capodove i ragazzi, acl u o g o
corsi per mezzo di
altopianese,
un bus navetta gralasciando intuito, hanno potuto
compiuto il
ballare i più grandi
concerto che
successi della musi sarebbe
Foto: Paolo Basso
sica dance di tutti i
concluso con
tempi, accompagnati dalla dove la sedicenne di Asiago le interpretazioni di Alessangradita presenza di sei Alessandra Rampazzo è sta- dra Amoroso e Valerio Scanu
cubiste/i che hanno animato ta eletta Reginetta del Bosco, di Amici. Nonostante ciò, la
la serata. All’atmosfera di- la notte asiaghese è stata ri- serata ha costituito un evensimpegnata dell’esterno, si è scaldata da un concerto che to strepitoso per i giovani (e
voluta accompagnare una è andato incontro al gusto dei non solo) e ha riempito le vie
location più impegnata: il giovani e delle famiglie. Dopo del centro di residenti, turisti,
Museo dell’acqua, visitabile i fuochi artificiali, si sono esi- musica e condivisione.
a un prezzo speciale.
biti sul palco alcuni volti che Si spera che in questo fine
Il 16 agosto, invece, dopo la sono entrati nelle nostre case settimana le condizioni
tradizionale Festa del Prunno negli ultimi mesi, tenendoci metereologiche siano buone;
infatti, per questo sabato (22
agosto) è prevista la terza
edizione della Notte Nera,
che quest’anno celebra l’anno internazionale dell’astronomia, ricorrendo nel 2009 il
quarantesimo anniversario
dello sbarco dell’uomo sulla
luna. L’evento, forse il più
suggestivo tra quelli proposti,
avrà quest’anno una programmazione molto densa
che avrà inizio già dal pomeriggio, all’insegna dell’aggregazione, della magia e della
sensibilizzazione verso la
problematica dell’inquinamento luminoso.
In Piazzetta Monte Zebio,
avrà luogo, dalle 17, un laboratorio astronomico rivolto ai bambini, a cui farà
seguito una divertente rappresentazione teatrale a loro destinata (alle ore
21).
A partire dalle
21, verranno
spente le luci
artificiali e
verranno
accese
quelle naturali dei candelabri; partirà così la notte
Marco
magica di Asiago:
Mueller
dalle conferenze
astronomiche re-
alizzate davanti al Duomo all’osservazione guidata della
stelle che si terrà davanti alla
chiesa si San Rocco, dagli
intermezzi musicali alla presenza di artisti della notte lungo le vie del centro.
Per l’occasione, rimarrà
aperto anche il Museo “Le
Carceri” che proporrà il raffinatissimo Scalco Party:
soffusa musica jazz, banchetto galileiano e visita gratuita alla mostra antologica di
Giorgio Scalco. Alle 22.30,
faranno la loro
comparsa le
baccanti,
che si caleranno dalla
torre civica
verso il municipio di
Asiago: il momento costituirà
il clou di una serata che si concluderà alle 24 circa. In caso
di maltempo l’evento sarà rinviato a lunedì 24.
Domenica 23 agosto, in collaborazione con l’Associazione
Effetto Cinema si terrà un altro evento che porterà ad
Asiago un pizzico di prestigio
in più; aspettando la 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il cinema Lux ospiterà, alle ore 21,
Marco Mueller, direttore della
mostra che illustrerà il film
Below sea level; presente all’evento
sarà
anche
Gianfranco Rosi, regista del
film che poi sarà proiettato
nella sala asiaghese (l’ingresso è gratuito). “Si tratta di
un evento di grande
rilevanza culturale per
Asiago – sostiene l’Assessore al Turismo Roberto
Rigoni – un’iniziativa che
potrà aprire ampi scenari di promozione per il
nostro territorio e che
potrà valorizzare ulteriormente la nostra
grande vocazione turistica grazie alla proficua collaborazione avviata con il direttore
della mostra del cinema
di
Venezia
Marco
Mueller”.
Martina Rossi
Sapor d’acqua natìa
Completate le piazze,
ora il via agli asfalti
Nonostante l’attenzione dell’amministrazione comunale
sia ancora focalizzata sulla stagione turistica in corso, il piano delle opere pubbliche da
attuare prima dell’arrivo dell’inverno è già stato stilato.
Terminati i lavori di rifacimento
della piazzetta Alpini ad
Asiago e della piazza di Sasso, ora l’amministrazione si
concentrerà sulla bitumazione
di numerose strade comunali.
Le due piazze sono costate circa 200 mila euro, 130 mila
quella di Asiago e 70 mila quello di Sasso, e sono frutto di una
progettazione interna all’ufficio tecnico comunale. La
piazzetta degli Alpini riporta al
suo centro in logo dell’Adunata degli Alpini del 2006 ed è
anche predisposta per un
eventuale futuro monumento
o altri elementi di arredo urbano. “L’ufficio tecnico ha
fatto un lavoro encomiabile
progettando lavori che hanno
riconsegnato alla comunità
due aree ora più belle e godibili
– commenta l’assessore ai
Lavori Pubblici Giampaolo
Rigoni - In entrambe le piazze
sono state rifatti i sottoservizi
e poi la loro pavimentazione delimitando l’area al traffico
veicolare con paletti. In più alcuni posti auto persi nella
piazzetta degli Alpini sono stati recuperati nel piazzale realizzato nell’area condominiale
adiacente”. Per quanto riguarda i marciapiedi già a fine agosto dovrebbero partire i lavori
di rifacimento di quello che affianca i giardini pubblici fino all’inizio di Via Verdi e quello di
Piazza II Risorgimento dal lato
dei negozi fino all’inizio di Via
Lobbia. Le strade che saranno asfaltate sono le vie Morar,
Zocchi, Ebene, Oberdan e
Pennar. Verrà anche completamente rifatta la strada che
dalla contrada Morar porta alla
zona artigianale fino ai confini
con il territorio di Roana una
volta che sarà completata la
posa del metanodotto nel
sottostrada, motivo per cui i lavori sulle strade in questa zona
tardavano ad essere avviati. “Siamo consapevoli che questi lavori comporteranno qualche disagio – commenta l’assessore –
Ma sono necessari oltre che segnalati e attesi dalla stessa cittadinanza”. Gerardo Rigoni
“Sono un asino. Creativo, però!”
L'altra faccia della scuola:
quella profumata, libera, veloce e appassionata. Quella
che si consuma tra il giugno
delle prime spiagge e il settembre dei campi dorati di
grano, tra una pagella scarabocchiata e un diario pronto
per essere istoriato di graffiti,
tra la fatica dell'anno passato e l'ansia di un anno a venire. Perchè tra giugno e settembre va in onda l'altra faccia della scuola, dove i programmi ministeriali sono stilati dagli studenti, i libri da acquistare dipendono dalle loro
passioni, gli orari delle lezioni
variano con il mutare del tempo e delle emozioni. E' il periodo dove la scuola diventa
creatività, passione e inventiva, dove la mattina t'alzi col
sorriso perchè t'attende quel
museo da visitare, quel libro
da leggere, quell'autore d'andare a scoprire, quell'escursione ideata nel silenzio della
notte. O nel vespro di qualche aperitivo sorseggiato nella piazzetta in compagnia.
Bella la scuola frequentata
d'estate: perchè la staticità
dell'apprendimento diventa
mobile, la noia dello star se-
duti si cancella camminando,
l'apatia di certi insegnanti tramonta sotto le cuffiette di un
Ipod acceso. Sarebbero da
valutare anche al termine
dell'estate i nostri ragazzi.
Perchè tutti son capaci di studiare il giorno prima dell'esame, imparare un libro a memoria sotto l'ansia di una bocciatura, essere galanti e cortesi per ben figurare all'interrogazione. Ma il vero volto
della loro curiosità lo si misura quando il tempo sta nelle loro mani. Appena ritirata
la pagella li vedi imbarcarsi
per Londra, Edimburgo,
Cambridge e Dublino: alla ricerca di quell'inglese perfetto che li renda cittadini malleabili di un mondo in continua ebollizione. Li attende lo
studio, la scuola, l'apprendimento: eppure partono
fischiettando, in frotta, col
sorriso nei passi. Perchè hanno scelto loro di rinunciare
alla “vita del muretto” pur di
non apparire stranieri nei loro
sogni. E farsi trovare preparati quando il primo treno
aprirà loro le porte della vita.
E chi non va sulla lingua, sceglie gli stage professionali: per
dare concretezza alla semplice teoria della scuola, per
mettere via qualche soldino,
per sentirsi più liberi di fronte a quel maglione che conquista lo sguardo sotto le luci
del prossimo Natale. Ma c'è
anche chi, borsa in spalla e
quintali di sopportazione già
allertata, sceglie le settimane sportive: per inseguire un
sogno, per gustare il profumo della fatica, per affinare
e affilare quel fisico che, sotto
sforzo, aiuta a ideare sogni
fantastici. Settimane d'allenamento, serate in cui si rincasa presto, magliette sudate al
mattino e profumate nel
meriggio, simulazioni e ripetute per abbassare d'un secondo il proprio record, ideare una nuova traiettoria
per il goal, sfidare quello
spuntone di roccia, migliorare quella prestazione in
salita. Conquistarsi la fiducia di quell'allenatore. “Credere, obbedire, combattere” sta scritto ancora in
quella che un tempo era una
vecchia dogana, appena oltre il confine del vecchio
impero austro - ungarico. E'
d'estate che si crede con li-
bertà alla vera passione,
che si obbedisce ai sussulti
del proprio animo, che ci si
anima per i propri ideali. E'
d'estate che il sapere ritrova il suo antico sapore:
quello che dai libri t'accompagnava fin sul limite di un
futuro da inventarsi da zero.
Certamente ci son alunni
che, asini nell'immaginario
dell'insegnamento, asini rimarranno per tutti gli anni
a venire e le bocciature a
passare. Ma un'estate da
protagonisti varrà loro, all'ingresso del nuovo anno, il
titolo di “asino creativo”.
Dove per creatività s'intende la voglia di conoscere,
d'apprendere, di rischiare.
Di mostrare che sotto quella faccia da alunno negligente c'era una curiosità
pronta a farsi accendere nel
caso fosse stata trafitta da
una parola capace di immaginazione. E d'affettuosa
comprensione. Con buona
pace di chi pensa ancora
che per fare una scuola basti una cattedra, un registro
e uno sguardo spento ma professionale.
Don Marco Pozza
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Sabato 22 agosto 2009
ATTUALITA’
l’Altopiano
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Mega jackpot al Superenalotto
Uno solo riderà, in milioni piangeranno
Un sacerdote, un militare, una badante ucraina, un pensionato e un dipendente comunale. Cinque
punti di vista sulla vincita da sballo. Chi sogna ad occhi aperti, chi gioca ma ha paura di vincere….
“È uscito?”. “No, forse sabato prossimo”. “Ma si dai, tanto
è tutto truccato”.
Discorsi da bar, dalla parrucchiera, sul sagrato della chiesa
finita la messa della domenica
mattina. In una estate che non
offre gran che di tormentoni,
ogni due giorni i telegiornali nazionali aprono con una serie di
numeri e la previsione di un
montepremi in aumento per la
prossima estrazione. Il jackpot
al Super Enalotto, tecnicamente
definito “il 6”, agita senza limiti
i sonni dei “puntatori” italiani.
C’è ancora tempo per tornare
a bramosie più terra terra, ai
miseri 10, 100 mila euro dei
Gratta e Vinci che sbancano il
giornalaio sotto casa,
quisquiglie al confronto degli
otto zeri, insomma bruscolini.
Intanto da Bolzano a Mazzara
del Vallo si meditano investimenti su atolli caraibici, sfogliando giornali appoggiati in
sala d’attesa dal dentista, ove
si
reclamizzano
ville
hollywoodiane con piscina a
forma di cuore e fuoriserie con
diamanti alle maniglie e volante
in avorio, magari c’è chi prova
pure a leggere Il Sole 24 e Milano Finanza, “Hai visto mai che
poi con la Borsa raddoppio”.
Beato il possessore della cartella che sbancherà la Sisal, e
tutti gli altri giocatori giù all’inferno, nel dantesco girone degli invidiosi. Circa 300 miliardi
delle vecchie lire, miliardo più
miliardo meno, una camionata
di soldi che però non cadranno
dal cielo, ma giungono dagli
stessi italiani che da mesi versano pesanti gocce nel mare del
montepremi. È come se un
paziente malato si infilasse l’ago
della flebo al braccio, dopo essersi attaccato l’altro capo della cannetta all’arteria femorale.
Un circuito chiuso dove il plasma monetario alimenta solo la
speranza, il miraggio. Si perché la cieca fortuna non premierà tutti, neanche tanti per la
verità. Pierre De Coubertin diceva che importante è partecipare, ma qui non si tratta di
sport olimpici, fondamentale al
lotto è vincere e portare a casa
i soldini, tanti, troppi in questo
caso. Il rischio è l’overdose pecuniaria che toglie il fiato e
riempie di adrenalina il provato
portafogli.
Non tutti comunque la pensano allo stesso modo, in un variegato campione di intervistati
c’è chi critica questa forma di
arricchimento “a cascata”, c’è
poi chi considera positivo far
sognare i lavoratori italiani con
una chimera più che virtuale,
addirittura qualcuno gioca ma
spera di non vincere, non così
tanto almeno.
Bertillo Traverso da Cesuna,
classe 1930, non ha dubbi in
merito: “A me piacerebbe vincerli tutti quei soldi, però non
ne faccio una mania, gioco
solo la schedina da due colonne, se faccio il 6 bene, altrimenti amen. Anni fa la dea
bendata mi ha già baciato. Nel
1950, quando lavoravo come
emigrante in Australia, vinsi 6
milioni di lire, una bella cifra
per l’epoca, sufficiente a comprare sei o sette appartamenti.
Col gruzzolo acquistai dei terreni, una volta lottizzati sono
aumentati di valore. Ho fatto
qualche viaggio, ho visto il deserto, ma ho continuato a lavorare. Se arriva nelle mie tasche tutto quel capitale, non
cambierò nemmeno la mia vecchia Ford Fiesta. Se anche mi
compro una macchina nuova,
poi, dovrei ancora guidarla io,
quindi tanto vale. Di sicuro aiuterei i parenti a risolvere i loro
piccoli problemi economici e
farei felici 3 o 4 banche mettendo il resto del gruzzolo al
sicuro. Però niente acquisti con
computer, lì qualche furbastro
mi asciugherebbe il conto”.
Di diverso avviso è don Stefano Margola, giovane parroco
di Treschè Conca: “Come
uomo di Chiesa non approvo
queste estreme situazioni che
portano milioni di persone a
sognare l’effimero. Ho già avuto modo di affermare in una
recente omelia che la fragilità
umana è indotta quotidianamente a sbagliare dalle tentazioni, una è il danaro. E lo Stato
non offre esempi positivi mettendo in palio cifre di questa
portata, è evidente che sfrutta
la crisi economica e le necessità che ha la gente di fantasticare per sanare il bilancio, quei
buchi causati da sprechi, sperperi e non oculata gestione della res pubblica. Concludo ammonendo coloro che in caso di
vincita assicurano di versarne
buona parte in beneficenza,
credo poco a queste promesse
virtuali, e ricordiamoci che
l’affetto delle persone non si
compra con offerte che non
sono costate nessuna fatica.
Comunque il cruccio di sapere
come spendere tutti quei soldi
non rientra tra i miei problemi, non gioco al Lotto.
Anche Vittorio Magnabosco
mostra una sorta di scetticismo
verso questa forma di arricchimento. Lavora per il Comune
di Roana e confessa di puntare
ogni tanto qualche colonna al
Super Enalotto: “Ma ho quasi
timore di vincere cifre esorbitanti – dichiara – non vorrei che
tanti miliardi finissero col mettere allo sbando la mia famiglia. Ho tre figli, a loro cerco
di far capire i valori che veramente contano. Se d’un tratto
ci trovassimo ricchi sfondati,
non saprebbero mai cosa vuol
dire vivere del proprio lavoro,
e la salute per i miei cari non
riuscirei comunque a garantirla con i soldi. Inoltre passerei
il resto dei miei giorni nel terrore di rapimenti o estorsioni.
Guardiamo come vivono i
magnati del petrolio o i capitani d’industria, sempre sotto
scorta, scarsa intimità
famigliare, libertà limitata. No,
no, meglio vincere pochi spic-
cioli da spendere senza angosce, senza l’invidia di chi ti
abita vicino. Se proprio la fortuna mi venisse a cercare, donerei buona parte a istituti per
la ricerca contro i tumori, è un
investimento anche quello, a
fin di bene”.
Di tutt’altro avviso è Natalia
Moshinska, simpatica ucraina
di 39 anni, da sette anni lavora
come badante in Italia e per
qualche giorno rimane
sull’Altopiano ad accudire una
anziana signora. “Non ho mai
giocato, nemmeno alle tombole – dice - nel mio paese la
vostra lotteria si chiama Sport
Lotto e non si è mai avvicinata a queste cifre impressionanti. Non sono fortunata e quindi butterei i soldi se provassi a
giocare. Se proprio dovessi
puntare qualche euro e vincere
così tanti milioni, penso che
donerei tanto alle nostre “Scola Internata”, l’equivalente dei
vostri orfanotrofi. In Ucraina
ci sono molti istituti dove vengono educati i bambini abbandonati da famiglie con problemi legati a alcol e droga. Ci
sono molte storie tristi là dentro, mi stanno molto a cuore
quei poveri ragazzi senza un
futuro. Di sicuro tornerei subi-
to in patria dai miei cari, continuerei a lavorare, aprendo un
negozio tutto mio. Ma sono solo
sogni”.
Infine Giuseppe Luongo, militare professionista di 28 anni,
in forze col suo reparto presso
una caserma di fanteria motorizzata del nord Italia, per due
settimane si trova a Roana in
licenza estiva. Da buon napoletano verace non disdegna
qualche puntatina al lotto.
“d’accordo è solo un gioco –
dichiara – e non deve diventare una mania. Ma come dice il
proverbio “chi non rischia non
rosica”. Le possibilità di azzeccare la combinazione giusta
sono bassissime, ma solo puntando ci si può aspettare di vincere, fino ad estrazione avvenuta la speranza è grande e
regala il piacere dell’attesa.
Vincessi io i milioni di euro
forse cadrei in trance dalla felicità. Col senno di poi potrei
cominciare a pensare cosa farne
dei soldi: subito dei regali a
famigliari e amici, un po’ di beneficenza per la ricerca scientifica e investimenti sugli immobili.
Tanti viaggi per visitare il mondo, ma soprattutto vacanze più
lunghe sull’Altopiano, magari
comprare pure una grande casa
quassù per abitarci in maniera
stabile”.
Giovanni Dalle Fusine
Ma quanto valgono 140 milioni di euro?
Sono infinite le cose che si possono fare con una cifra pari a quella messa in palio dall’Enalotto,
eccone una piccola carrellata.
- Il Governo in carica ha fatto un regalo di 140 milioni di euro al Comune di Catania per ripianare
una piccola parte del suo spaventoso e vergognoso deficit di bilancio (oltre 700 milioni di euro).
- Per una priorità fondamentale come il piano casa del governo la cifra stanziata è stata di 150
milioni di euro per l’intero territorio nazionale.
- L’Unione Europea ha indetto un bando da 140 milioni per la ricerca su celle a combustione e
idrogeno. Si tratta di un sistema energetico eco-compatibile per far funzionare autobus a idrogeno,
centrali elettriche che producano energia pulita e computer portatili che rispettino dell’ambiente.
- La liquidazione inizialmente proposta da Porsche per dare il benservito al manager Wendelin
Wiedeking corrispondeva a 140 milioni di euro. A rivelarlo è stato il Financial Times, che ha
citato fonti anonime interne allo storico cda.
- Con un piccolissimo mutuo da affiancare al Jackpot stellare di questi giorni si potrebbe comprare
un nuovo Boeing 787. Benzina, piloti e personale di volo non inclusi nel prezzo.
- Approssimando ad un euro il prezzo di un kg di riso di media qualità, con 140 milioni di euro si
possono comprare 140 mila tonnellate di questo cereale da inviare nei paesi affamati di Africa,
Sud America o Asia.
- Con la vincita del montepremi si potrebbero comprare due B-52 Stratofortress. I B-52 possono
volare per distanze virtualmente illimitate, il velivolo può bombardare con armi di ogni tipo e
anche lanciare missili da crociera. E’ costruito da Boeing Military Airplane Co., ha 8 motori Pratt
& Whitney. Nel prezzo non è compreso l’armamento. L’USAF affermava anni fa di averne ha
disposizione un centinaio.
- In 38 anni la legge che istituiva la società per il ponte sullo Stretto di Messina ha prodotto
14mila pagine di documenti, migliaia di tavole, 11 volumi di lavori preparatori e 2 quintali di
progetti che sono costati al contribuente italiano 73 milioni di euro circa. Se a questi aggiungiamo
i soldi spesi per il progetto antagonista di un tunnel sottomarino, e gli interessi passivi per queste
opere mai realizzate, si arriva per lieve difetto alla somma del jackpot italiano.
La classifica delle megavincite
Tra le vincite più alte di sempre, si ricorda quella da ben 365 milioni di dollari finita in Nebraska
nel febbraio 2006, e quella da 340 milioni dell’ottobre 2005 centrata in Oregon, in entrambi i casi
grazie al Powerball. Anche il Mega Millions si è dato da fare, avendo distribuito, tra i tanti, un
premio da 363 milioni nel maggio 2000 e uno da 325 milioni nell’aprile 2002. Il Mega Millions
arrivò anche a raggiungere un jackpot da 390 milioni, nel marzo del 2007, ma non fu record in
quanto in quell’occasione il bottino venne equamente suddiviso tra due giocatori, uno residente
in Georgia e uno nel New Jersey.
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
5
Lo sport protagonista a scuola
ASIAGO
Dall’itinerario sportivo per gli studenti della Scuola Primaria, con l’avviamento a varie discipline,
alla sensibilizzazione verso il salto con gli sci: all’insegna del recupero della tradizione sportiva.
Fare entrare lo sport a scuola dalla porta principale: ecco
il primo e ambizioso obiettivo del neo eletto Assessore
allo Sport Franco Sella.
Il 18 agosto, nella Sala Giunta del Comune di Asiago, è
stato illustrato il progetto
sportivo che verrà annunciato ufficialmente in occasione della prima consulta dello sport che si terrà a settembre.
Il proposito di Sella è quello
di promuovere l’attività sportiva a partire dalla scuola elementare; per questo ha proposto ai Presidenti delle Società Sportive del settore
ghiaccio di collaborare alla
realizzazione e allo svolgimento di corsi per tutte le classi della
Scuola Elementare di Asiago,
che investano su sport come il
pattinaggio artistico e quello di
velocità e l’hockey.
Questo è il primo passo di un
itinerario che mira ad avvicinare i giovani allo sport e, soprattutto, a quelle discipline identificanti il nostro territorio.
L’intenzione dell’Assessore
allo Sport è quella di proporre
diverse attività per la scuola
primaria; se nei primi mesi dell’anno scolastico i piccoli studenti potranno praticare sport
su ghiaccio, da gennaio a marzo si cercherà di iniziarli allo sci
di fondo, altro sport che caratterizza il nostro Altopiano; da
aprile/maggio, Sella ha propo-
portunità di ambo i
sessi.
Per quanto riguarda la
costituzione di un Liceo Sportivo, sembra
che sia un progetto di
difficile realizzazione;
Franco Sella ha però
assicurato che gli studenti-atleti saranno
agevolati dall’Istituto
di Istruzione Superiore di Asiago, che si è
mostrato propenso ad
avvicinarsi alla realtà
sportiva.
Intanto si attende la
partenza del progetto
sportivo alle elementari, prevista per ottobre; varie sono le questioni in
via di definizione: dagli istruttori disponibili all’orario (rigorosamente scolastico) in cui si
svolgeranno le lezioni, dall’assicurazione dei ragazzi al
calendario delle attività.
Ciò che conta, per ora, è la
collaborazione degli Istituti
Scolastici e delle Società coinvolte e l’intenzione di creare
un progetto che abbia una
continuità negli anni al fine di
identificare Asiago anche con
lo sport che lo ha caratterizzato nella tradizione.
Tutto ciò sarà possibile anche
grazie alla collaborazione non
solo degli enti politico-istituzionali, ma anche delle persone che vorranno collaborare al
progetto. Martina Rossi
sto un corso di atletica indirizzato ai bimbi di III-IV-V elementare e di psicomotricità per i più
piccoli.
Si punta a estendere il progetto
anche agli altri Comuni
dell’Altopiano, dopo una prima
fase di sperimentazione che riguarderà soltanto la scuola primaria di Asiago, causa contingenti ragioni logistiche. La realizzazione del progetto verrà
condotta
in
totale
condivisione con il direttore
della Scuola Elementare Francesco Tognon.
Si vuole puntare sugli sport
della nostra tradizione: pattinaggio e sci di fondo in
primis. Manca lo sci di discesa, che sarà sicuramente valorizzato e proposto agli studen-
ti più grandi, e il salto con gli
sci, che merita un discorso a
parte e un’attenzione speciale.
A tal proposito, verrà condotta dall’Assessore Franco Sella una campagna di
sensibilizzazione verso questo
sport che è tra i più rappresentativi del nostro territorio e che
ha portato numerose soddisfazioni ad Asiago, disciplina
per cui Sella assicura di avere
un occhio di riguardo; si pensa alla ricostruzione di un piccolo trampolino, alla formazione di un organico che possa
seguire la preparazione atletica dei ragazzi e alla
ricostituzione di una squadra
maschile ma anche femminile,
evidenziando così le pari op-
Il formaggio sotto il cielo di Asiago
Sabato 29 e domenica 30 la 9^ edizione con il “Concorso Interregionale dei Formaggi
a latte crudo”. In concomitanza si terranno le mostre mercato dei prodotti vicentini
Torna anche quest’anno
nell’Altopiano la manifestazione “Formaggio sotto il cielo di
Asiago”.
L’evento, giunto alla nona edizione, viene realizzato sotto
l’egida di Vicenza Qualità,
Azienda Speciale della Camera
di Commercio di Vicenza, e con
la collaborazione di Coldiretti
Vicenza, ma anche di vari altri
enti e Associazioni
locali e regionali,
nonché delle Amministrazioni dei
Comuni di Asiago,
Conco, Enego,
Foza,
Gallio,
Lusiana, Roana e
Rotzo e delle Proloco locali.
I cultori dei prodotti lattiero caseari
non dovranno perdere l’appuntamento dell’ultimo week
end di agosto. Sabato 29 e domenica 30 si terrà ad
Asiago l’annuale
“Concorso
Interregionale dei
formaggi di montagna a latte crudo”;
quest’anno sarà la
storica Sala delle
Maschere della
Comunità Monta-
na 7 Comuni a fare da location
d’eccezione per la mostra-concorso che premierà l’eccellenza
delle specialità casearie a latte
crudo. Contestualmente avrà
luogo la mostra del formaggio
“Stravecchio di malga”, con
degustazioni dei prodotti e successiva assegnazione del “Premio Città di Asiago”. Nella serata di sabato 29 è previsto anche
il laboratorio didattico “Dal latte al formaggio”, a cura del gruppo di Base di Asiago, che illustrerà i vari passaggi di trasformazione e lavorazione del latte,
con degustazione finale della
tosela. E’ prevista anche la mostra mercato dei prodotti tradizionali vicentini, un’ occasione
per scoprire ed assaggiare - oltre ai formaggi - i molti altri tesor
i
agroalimentari
del territorio
berico.
“Quando una
manifestazione
si avvicina al
traguardo dei
dieci anni commenta
Dino Panozzo,
presidente di
zona
della
Coldiretti e
consigliere di
Vicenza Qualità
- significa che
ha portato dei
buoni risultati
che, in questo
caso, vanno
nella direzione
d e l l a
valorizzazione
dei formaggi di
montagna. Dei
prodotti ecce-
zionali che diventano anche biglietto da visita per l’Altopiano.
Proprio per questo, in un’ottica
di valorizzazione dell’area, saranno presenti con un proprio
stand l’Associazione Strada dei
Vini dei Colli Berici ed il Consorzio del Formaggio Asiago”.
La rassegna si arricchisce di ulteriori spunti di riflessione, con
alcuni eventi che si svolgono
in parallelo: oltre agli stand saranno presenti in piazza Carli il
Corpo Forestale dello Stato e
Vi.Energia, con propri punti informativi, per richiamare l’attenzione sui temi ambientali e sulle
energie rinnovabili, al fine di
accrescere la consapevolezza
dello stretto legame che intercorre tra tutela dell’ambiente e
tutela dei prodotti alimentari tipici.
“Grazie alla Camera di Commercio, a Vicenza Qualità, alla Comunità Montana e ai comuni
coinvolti - afferma Panozzo - riteniamo di essere riusciti a dare
una
buona
immagine
dell’Altopiano. E se finora siamo stati un’importante vetrina
per i formaggi a latte crudo del
Triveneto, se continueremo ad
avere l’aiuto delle istituzioni,
siamo pronti per fare un altro
passo in avanti e fare di Asiago
la vetrina per i formaggi a latte
crudo d’Italia”.
Il cimbro, una lingua antica
che è storia e tradizione
Quando un giornalista mi ha rivolto la domanda: “E’ vero che da
settembre nelle scuole della Direzione didattica di Asiago si insegnerà il dialetto?” sono rimasto interdetto e ho dovuto cercare di
capire cosa intendesse il mio interlocutore (poco prima mi aveva
spiegato che voleva intervistarmi sulla notizia riportata dal Corriere
del Veneto secondo la quale i bambini di terza, quarta e quinta
elementare avrebbero iniziato a studiare il cimbro, antico idioma
dell’Altopiano).
La risposta è stata un chiaro no. Innanzitutto perché il cimbro non
è un dialetto, ma una lingua parlata nel territorio Altopianese per
molti secoli e le cui tracce sono ancor oggi ben presenti nei toponimi,
nei modi di dire, nelle leggende, in alcuni canti tradizionali che permeano questo luogo speciale cullato dai boschi e dai racconti di
Mario Rigoni Stern.
In secondo luogo sono anni che i docenti più sensibili e preparati
utilizzano lo spazio riconosciuto dall’autonomia scolastica per integrare il curricolo nazionale con lo studio dell’ambiente naturale,
storico e culturale dell’Altopiano.
L’anno scorso un progetto denominato “Maestra montagna” ha
visto otre 1000 alunni lavorare sui testi di Mario Rigoni Stern e
Patrizio Rigoni, naturalista e profondo conoscitore della cultura
altopianese, uscire dalle aule scolastiche, immergersi nei boschi e
nei prati al fine di riscoprire la ricchezza del nostro ambiente.
A questo studio, a questa esplorazione è seguito l’allestimento di
una mostra che ha occupato la palestra dell’Istituto superiore di
Asiago (questo per dare un’idea della mole di lavoro prodotto).
Credo sia stato un modo per insegnare storia, per leggere gli stati
d’animo delle persone, per utilizzare la lingua, che difficilmente sarà
dimenticato dai nostri studenti.
Si può capire, da quanto esposto, che non aspetteremo il prossimo
anno scolastico per scoprire il nostro territorio e l’antica parlata
cimbra.
Questa introduzione mi permette dunque di asserire che l’attenzione per le tradizioni locali, per la storia, per l’ambiente fa parte del
DNA della nostra tradizione scolastica.
Governi di tendenza diversa hanno ribadito l’importanza che una
parte del curricolo sia scelto dalle scuole in modo autonomo e responsabile. E’ quanto abbiamo fatto in questi anni.
Dunque a settembre sull’Altopiano non accadrà nulla di particolare che già non si facesse; si cercherà solo di migliorare e di condividere le buone pratiche con il maggior numero di docenti.
Innanzitutto si farà riferimento alla specificità locale, riconosciuta
da una legge nazionale, di essere un territorio in cui vive una
minoranza linguistica.
Quello che la scuola sta cercando di attuare non è che i bambini
tornino a parlare cimbro, visto che non è possibile, ma impegnarsi
perché conoscano il significato dei toponimi che ogni giorno incontrano nel territorio o alcune delle espressioni cimbre più comuni. Conoscere questo patrimonio li renderà più sicuri e coltiverà un
senso di appartenenza verso un territorio in cui riconoscersi e in
cui ritrovare legami con chi ci ha preceduto. In questa ottica i nostri
alunni continueranno a studiare sul campo, e non solo sui testi, il
nostro meraviglioso ambiente e la sua storia.
Ma la scuola non è solo questo!
In realtà il nostro sforzo, come professionisti dell’educazione, è
teso ad individuare quali sono le competenze essenziali che i nostri
bambini/ragazzi devono possedere al termine del percorso scolastico. La scuola deve innanzitutto offrire loro gli strumenti per
esercitare la cittadinanza attiva, essere dunque persone dotate di
senso critico, capaci di imparare ad apprendere e pertanto in possesso di alcuni alfabeti essenziali (lingua italiana, capacità di risolvere i problemi, padronanza di almeno una lingua straniera). Se non
riusciremo in questo intento non avremo svolto il nostro dovere di
educatori. Di ciò siamo consapevoli, ma crediamo che conoscere il
territorio non sia in contrasto con quanto appena affermato. Essenziale è come si fa scuola, quali metodologie vengono usate.
Accanto a questi alfabeti essenziali i nostri giovani devono respirare un clima che comunichi loro il rispetto per l’altro, la capacità di
ascoltare e osservare, di riscoprire la bellezza della manualità, di
conoscere e dare voce alle emozioni, di saper vivere come ci ricorda
Delors nel libro “Nell’educazione un tesoro”.
E’ una scuola che non deve essere terreno di scontro tra forze
politiche, ma un laboratorio sul quale costruire il futuro delle nuove
generazioni.
In questo senso i temi oggi in discussione (dialetto nelle scuole;
formazione degli insegnanti; curricolo nazionale e locale) vanno
letti e collocati in un contesto che deve partire da questa irrinunciabile questione: quali sono le competenze essenziali che i nostri
ragazzi devono possedere per essere domani dei cittadini e dei
genitori responsabili, capaci di vivere in un pianeta sempre più
connesso ed interdipendente, come ci ricorda Morin?
Francesco Tognon
Dirigente scolastico – Direzione didattica di Asiago
8
l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
Di Claudio Savelli
Sono molteplici le attività di
cui si occupa l’ufficio patrimonio ed ambiente. L’assessore Guido Carli ci parla di
un progetto di cui il Comune
di Asiago, in collaborazione
con l’Associazione Cacciatori, si sta facendo particolarmente carico: il tentativo
di arginare l’invasione del
pino mugo nei pascoli di alta
quota.
“Innanzitutto bisogna ricordare cos’è il pino mugo:
si tratta di un cespuglio
aghiforme sempreverde,
dal portamento prostrato,
del genere Pinus, molto diffuso sulle nostre montagne.
Il legno veniva impiegato
come legna da ardere, per
la produzione di carbone
da legna e per l’estrazione della resina. Molto apprezzato anche per la preparazione del mugolio
(olio essenziale ad azione
balsamica, impiegato nella cura delle affezioni respiratorie), di sciroppi e di
liquori utilizzando le giovani pigne e i germogli ricchi
di resine. Per il nostro
ecosistema rappresenta un
problema, perché cresce
molto rapidamente e soffoca i pascoli. Negli ultimi
anni, a causa dell’espandersi di questo cespuglio, si è
vista una grossa riduzione
di presenze di galli cedroni,
galli forcelli, di lepri, di
ungulati, per non parlare
della flora, dove larici, mir-
www.giornalealtopiano.it
Altolà al pino mugo
Un progetto per fermare l’avanzata del cespuglio infestante nelle zone alte.
Potrebbe essere impiegato per alimentare un nuovo impianto a biomassa.
tilli, ginepri e kranebet non
trovano più terreni su cui
crescere. La stessa pastorizia bovina e ovina ne risente particolarmente. Molti pascoli che anni fa erano dedicati alla produzione del nostro prelibato latte per l’industria del formaggio sono chiusi, riducendo di molto i capi al
pascolo e quindi anche
l’indotto che può svilupparsi con una maggior produzione di formaggio di
malga. Alla luce di questa
non rosea situazione e spinta dal desiderio di proteggere e di salvaguardare
l’ambiente d’ alta quota,
l’Associazione Cacciatori si
è rivolta al comune di
Guido Carli
assessore al
patrimonio
Asiago per dialogare e per
orchestrare un progetto congiunto. L’obiettivo è arrestare l’invasione silenziosa del
pino mugo”.
“Grazie anche all’intervento e al supporto economico
della Provincia di Vicenza –
continua Carli - a brevissimo, si parla già di fine
mese, partiranno quattro
progetti paralleli per opere di “ripristino ambientale”, in cui si andranno
a effettuare opere di taglio su quattro sezioni di
2000 metri quadrati ciascuna sulle pendici del
monte Portule. Sono progetti obiettivamente molto limitati come superficie
interessata, tuttavia rappresentano un segno tangibile ed un punto di partenza importante per affrontare questa annosa questione.
La volontà quindi dell’Assessorato al Patrimonio e
all’Ambiente di Asiago è
quella anche di comunicare
Porcini e finferli? Qui si trovano sempre!
Niente da fare, almeno finora,
per gli appassionati fungaioli:
la stagione è piuttosto avara,
e più di qualche sporadico ritrovamento non si segnala.
Ma, a parte la soddisfazione
impareggiabile di raccogliere
personalmente i pregiati miceti,
a tutto c’è rimedio: sia per deliziare il palato, che per vantarsi con gli amici del proprio
fiuto, esibendo un bottino consistente nonostante la carenza di materia prima e compiacendosi delle proprie doti di
cercatore. Percorrendo la
strada che porta a Bassano,
nei pressi della Trattoria
Fontanella c’è un posto comodo comodo, che non delude
mai, visto che per buona parte
dell’estate vi si trovano porcini e finferli in buone quantità.
A portarli ci pensa il Berto, che
sull’Altopiano in tanti ricordano per avere gestito per lunghi anni un negozio di frutta e
verdura in zona centrale ad
Asiago; i funghi se li va a prendere direttamente in Romania,
un paio di volte la settimana,
ma arrivano anche dal
Trentino o dalle nostre zone,
quando la stagione è favorevole. E nel periodo clou della
stagione estiva nei pressi staziona anche un banco che vende gli zaini idonei alla raccolta
dei funghi, oltre che abbigliamento “militare” che in molti
usano per andar per boschi:
come dire “tutto per il fungaiolo
doc, o per apparire tale”! Ma
tornando ai nostri funghi, in particolare ai porcini, questi che
provengono dalla Romania
piacciono come quelli nostrani? E si trovano sempre in abbondanza? “Chi li acquista e
assaggia – dice Berto – non
trova differenze, anzi! Tanto
che torna ancora, anno
dopo anno: la quasi totalità
degli acquirenti sono clienti
affezionati. Anche in Romania ci sono periodi abbondanti e altri meno, per esempio dopo gli ottimi raccolti
durati fino a metà luglio c’è
stato un periodo scarso, ma
nei giorni scorsi sono ripresi a crescere bene, e lì si raccolgono anche fino a novembre”. E’ dal 1992 che
Berto d’estate sale con il suo
camion per vendere funghi
sull’altopiano, mentre negli altri periodi staziona in altri posti
fissi della pianura, dove vende
prodotti di stagione, come gli
asparagi e le ciliegie. Qui in
montagna ci torna volentieri,
anche se è un po’ amareggiato perché da qualche anno a
questa parte non gli è stato più
concesso di stazionare al
Turcio, dove la gente s’era
abituata a trovarlo. Ci incuriosisce sapere se in periodi di
scarsità come quello corrente, di funghi se ne vendono di
più. “No, anzi – risponde Berto
– quasi quasi si vende di più
quando i nostri boschi sono
più generosi perché c’è chi,
dopo una raccolta discreta,
“integra” il bottino per potersi pavoneggiare per l’ottima raccolta”. Ma c’è anche chi di cercarseli i funghi
non ci pensa proprio: regole da
seguire, permessi da fare, per
poi magari camminare per ore
senza trovare nulla…vuoi
mettere la comodità di chiedere la quantità voluta e vedersela comodamente servita?
Silvana Bortoli
con i vari enti ed istituzione
dell’altopiano, amministrazioni o la Comunità Montana, affinché si crei un dialogo comune. Ideale sarebbe anche che la Comunità
Montana potesse diventare
il perno coordinatore di questa iniziativa, accedendo
quindi a finanziamenti europei.” L’iniziativa dell’Assessore Guido Carli è sicuramente importante, poiché, dopo
molti anni dove il problema non
è stato affrontato, esiste la volontà politica di implementare
progetti specificatamente dedicati alla salvaguardia e al ripristino ambientale. Il grosso
problema nell’ affrontare e
sconfiggere questo infestante
è ovviamente quello economi-
6
co. Il territorio infestato, per
la sua peculiarità geografica,
è ampio e poco accessibile.
Cosa farne poi di tutto questo
scarto di legname ? Negli anni
cinquanta partivano camion
carichi di mugo per alimentare
le
fornaci
di
Pederobba…ma adesso? Bisognerebbe ideare un progetto, affinché tutto questo scarto ligneo diventi una risorsa e
non sia un gravoso costo. Immagino per esempio un progetto ideato e pensato
sull’altopiano per un altro impianto a biomassa che potrebbe presentare una caratteristica peculiare: essere “alimentato” con il pino mugo infestante dell’altopiano e con altri scarti lignei, abbondanti nei
boschi in prossimità. Sarebbe
strategico ed assolutamente
prioritario, già in fase
progettuale di questo nuovo
impianto di biomassa, collocato nella convalle, che si prendessero in considerazione anche i costi di “reperimento” e
“taglio” del pino mugo. Ponendo a bilancio le attività positive, dovute alla produzione e alla
vendita di energia elettrica, si
coprirebbero ampiamente anche i costi di bilancio negativi
per il taglio e il reperimento
della “materia prima”: il nostro
odiato e amato infestante. Così
facendo, avremmo benefici a
cascata: energia elettrica per
uso locale a basso impatto ambientale e meno cara, salvaguardia dell’ambiente, protezione delle specie florafaunistiche autoctone…e soprattutto fermeremo l’avanzata del Generale Mugo.
Un convegno sul
sovraindebitamento delle
famiglie e il rapporto con i
nuovi rischi di povertà
Organizzato da Cisl e Adiconsum di Vicenza, si terrà
al Grillo Parlante di Asiago venerdì 28 agosto.
E’una tematica di grande attualità e molto sentita
quella che verrà dibattuta nel convegno in programma venerdì 28 agosto alle ore 17 al Grillo
Parlante in via Monsignor Bortoli ad Asiago: “Il
sovraindebitamento delle famiglie – Come difendersi dai contratti di credito e dall’usura”, organizzato dalla Cisl e dall’Adiconsum di Vicenza.
“In un contesto caratterizzato dalla progressiva
trasformazione delle crisi industriale e sociale nel
territorio – si legge nella nota di presentazione
del convegno – si pone la necessità di affrontare
il tema del credito per le famiglie in difficoltà rispetto il lavoro e la liquidità. Prevenire e non solo
difendersi dall’indebitamento deve essere una pratica diffusa e trasversale di tutti i cittadini, favorita anche da un impegno costante nell’informazione e nell’educazione al consumo e alla gestione finanziaria”. All’iniziativa parteciperanno il segretario generale CISL Vicenza Luigi Copiello, la Caritas
Vicentina, il segretario generale Adiconsum Vicenza Mario Carollo, il segretario nazionale Adiconsum Fabio
Picciolini e quello regionale Walter Rigobon. A conclusione del dibattito è previsto un buffet con prodotti tipici locali, grazie alla FAI di Vicenza. Visto l’importanza e il pericolo reale del tema trattato si auspica una
partecipazione numerosa.
S.B.
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Con “Libera”nelle terre della mafia
ASIAGO
Non so se i lettori ricorderanno, ma durante quest’anno,
nei giorni festivi, era presente davanti il Municipio di
Asiago un piccolo stand, nel
quale gli interessati potevano
acquistare olio, vino, pasta,
sottolii e sottaceti, insomma,
tutti prodotti coltivati da volontari sulle terre sequestrate
alla mafia, in base ad una legge dello Stato, la 109 del 1996,
che assegna l’usufrutto di tutti gli innumerevoli terreni delle
cosche ad associazioni di volontari o cooperative agricole
con lo scopo di promuovere lo
sviluppo agricolo e lavorativo
di tali aree depresse.
Nell’ambito di questo progetto, alla base del quale si colloca una ben precisa associazione, retta dalla forza e dal
carisma di don Luigi Ciotti,
“Libera. Associazioni, nomi e
L’esperienza di Martina Sartori che ha lavorato come volontaria a Polistena (Reggio Calabria)
numeri contro le mafie”, una
ragazza di Asiago, Martina
Sartori, ha deciso come volontaria, di andare in quelle
terre, con tanti altri ragazzi
della medesima età, a svolgere tutti quei lavori e tutte quelle attività che garantiscono la
genuinità dei prodotti che Libera rivende per finanziare
attività contro la mafia ma,
soprattutto, per creare occupazione nel Meridione. La cooperativa presso la quale
Martina ha lavorato si trova a
Polistena, in provincia di
Reggio Calabria ed è specializzata nella coltivazione di prodotti della terra come le melanzane. Con Martina, un
gruppo di 28 volontari che,
dopo un viaggio lungo tutta la
Penisola durato ben 16 ore, è
arrivato in questi luoghi tanto
diversi dalla nostra Asiago, con
usi e costumi spesso così differenti da farci dimenticare
che, in fondo, se pur con tante
diversità e peculiarità, siamo
sempre e comunque tutti italiani. Dopo questo lungo viaggio, animato anche dalla gran
curiosità di visitare questi luoghi e queste realtà, il gruppo,
ormai unito e ben consolidato
dall’intento di raggiungere gli
stessi obbiettivi di solidarietà e
crescita interpersonale, è arrivato a destinazione, alloggiato
durante la settimana in una
scuola, adibita per l’occasione a dormitorio. “È stato un
viaggio molto faticoso, ma ricco di spunti sui quali riflettere” racconta Martina appena
arrivata. Occasione di riflessione, nuove realtà a contatto,
nuove esperienze da acquisi-
re, nuove amicizie ed attività
da condividere: anche questo
vuol dire fare un’esperienza
con l’associazione “Libera
contro le mafie”. Martina ci
parla di Francesco, un autista
di Reggio Calabria che, durante il periodo di ferie estive, saliva ancora su un pullman per
portare i giovani volontari dalla scuola dove alloggiavano
fino ai campi e agli stabilimenti produttivi il cui motto è: “Io
non sono qui per lavorare, ma
per combattere”. Esempi significativi che fanno comprendere che, anche in una terra
vittima, ma spesso anche complice della mafia, vi sono ancora molte persone disposte a
combattere e a lottare per cercare nuovi orizzonti ed un futuro migliore per i loro figli.
“Un’ esperienza - dice
Martina - che fa riflettere
anche su tutti quei pregiudizi e
luoghi comuni che spesso animano noi del Nord nei con-
fronti di quelli del Sud”, mossi
soprattutto da un vero e proprio odio razziale e da una paura discriminate nei confronti
del “diverso”, non ricordando
che anche noi siamo profondamente simili a loro, che anche noi qui abbiamo delle forme di mafia, una mafia molto
diversa, che non uccide, come
i corleonesi o la ‘ndrangheta,
ma che comunque esiste e va
fermata”. “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i
fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà
quindi anche una fine” diceva Giovanni Falcone. Anche
da una frase come questa è
stato animato il viaggio di
Martina, ma anche da tutte
quelle persone che, come lei,
con umiltà, sacrificio e desiderio pulsante di contribuire a
creare un mondo senza nessuna mafia, si danno da fare,
ogni giorno.
Alessandro Baù
La Messa al Cimitero della Brigata Sassari
Un momento di grande emozione che si ripeterà l’anno prossimo nell’ultimo venerdì di luglio
Non eravamo in tanti venerdì 31 luglio, al tramonto, al Cimitero della Brigata Sassari del Monte Zebio,
terra sarda sull’Altopiano,
alla Santa Messa che don
Roberto, parroco di Asiago,
ha celebrato in memoria e
suffragio dei caduti della
Brigata e di tutti gli eserciti
che si sono fronteggiati sulle nostre montagne. C’era
l’Associazione dei Fanti
dell’Altopiano guidata dal
suo presidente, il Cav. Marco Ambrosini, credo l’unico altopianese ad aver prestato servizio nella Sassari.
C’erano gli assessori Guido Carli e Franco Sella del
Comune di Asiago. C’era
il generale di Divisione Enrico Pino, comandante
R.F.C. Regione Veneto, già
comandante della Brigata
Sassari. C’era il luogotenente Antonio Pinna, memoria storica della Brigata
e custode fedele dei suoi
figli caduti.
C’erano gli amici del Rifugio dell’Angelo con la loro
leggendaria ospitalità. E
c’erano altri amici avvertiti
dal passaparola dei giorni
precedenti. L’idea di ricordare i Sassarini e gli altri
giovani che hanno bagnato
la nostra terra col sangue
compiendo con il loro sacrificio la vera unità d’Italia
che oggi tanti sembrano di-
menticare, è sorta tra un
gruppo di amici durante lo
scorso lunghissimo inverno
quando, durante un’escursione sullo Zebio, fermandosi per una preghiera al
cimitero della Sassari coperto da 4 metri di neve,
decisero di tornare d’estate per onorarli adeguatamente.
Alcuni di loro cantano nella
corale del Duomo di
Asiago,
la
Schola
Cantorum San Matteo che,
sempre diretta da Andrea
Pinaroli, ha animato la Messa. La luce del tramonto, il
vento tra gli abeti, il raccoglimento dei presenti e le
note del coro hanno creato
un momento di grande emozione culminato al termine
della Messa quando il luogotenente Pinna ha chiamato per nome all’appello
tutti i caduti sepolti nel cimitero sulle note del Silenzio della tromba di Alessandro Pretto. Il Generale Pino
ha ringraziato tutti i presenti e si è augurato ci possano essere altre occasioni
per onorare quei giovani
sardi. Durante il semplice
momento conviviale al vicino Rifugio dell’Angelo,
insieme ai fratelli Stern e
agli amici del Rifugio che ci
hanno generosamente ospitati, abbiamo stabilito che la
Santa Messa al cimitero
della Brigata Sassari dovrà
diventare annuale. Così ci
siamo dati appuntamento
per il giorno 25, ultimo venerdì di luglio del 2010.
Chiunque crede in questi
valori si senta invitato. Per
quei giovani sardi e per tutti coloro che sono caduti
combattendo per ciò in cui
credevano, la terra sarà più
lieve e il nostro ricordo li
farà vivere per sempre.
Giampaolo Strazzabosco
Foto di Luciano Costa
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l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
www.giornalealtopiano.it
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Un piano per rivitalizzare il commercio
GALLIO
Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Gallio,
partendo dal fatto che negli
ultimi anni sono state chiuse
una trentina di attività commerciali e molti spazi sono
stati trasformati in uffici o
abitazioni, ha voluto incontrare i commercianti locali. Allo
stato attuale risultano 23 negozi sfitti di varie metrature,
pertanto l’amministrazione
intende fare ogni sforzo per
Verranno istituiti, in via sperimentale, i “prestiti d’onore” per l’apertura di nuove attività
commerciali e artigianali. L’importo massimo complessivo sarà di 10.000 euro da restituire a rate.
ravvivare il paese dal punto
di vista commerciale. A tale
proposito è stato incaricato
un professionista del settore
per la redazione del nuovo
piano commerciale degli
esercizi pubblici. Le linee
guida puntano a incentivare
la costituzione e l’attivazione di nuove attività commerciali. Il primo atto concreto
è stato la delibera N.120 del
27/07/2009 che ha stabilito di
procedere
ad
una
sperimentazione comunale di
“Prestiti sull’Onore” per
l’apertura di nuove attività
commerciali e artigianali con
prestiti, dell’importo massimo
complessivo di 10.000 euro
da restituire entro cinque anni
con rate annuali di euro 2.000.
Il prestito dovrà essere rimborsato in rate costanti
semestrali da euro 1.000 a
partire dal 31 agosto dell’an-
Successo per il tradizionale
appuntamento estivo con il Grest
Per ben tre settimane, dal 20
luglio al 9 agosto, il Centro
Parrocchiale è stato la splendida “location” e cornice del
Grest, subendo per così dire
la festosa ed allegra invasione
dei bambini e ragazzi che anche quest’anno hanno aderito
numerosi all’ormai tradizionale appuntamento di questa iniziativa della Parrocchia che ha
allietato e ravvivato con musica, canti, balli, giochi ed allegria i caldi pomeriggi di questa estate galliese.
Una novantina i partecipanti di
ambo i sessi e di età compresa fra i 6 ed i 13-14 anni che
hanno vissuto quotidianamente (dalle 14,30 alle 18) qualche ora di esperienza comune
“una formula collaudata –
come ha confermato il parro-
co, don Lauderio Dal Bianco
– fatta di molti giochi semplici ed adatti a tutti, di qualche momento quotidiano di
riflessione e di attività di
gruppo condivise anche per
preparare la serata conclusiva del 9 agosto, uno <spettacolo> di chiusura vissuto
per e con genitori, nonni,
parenti ed amici”.
“Una bella esperienza di
amicizia – ha sottolineato don
Lauderio – che ha coinvolto
sia i ragazzi fra di loro che
con gli animatori (una ventina, dai 15 ai 25 anni, di
diverso grado di esperienza ma accomunati da una
positiva voglia e da impegno
e
buona
volontà
encomiabili) in uno spirito
di serenità e di genuino di-
vertimento”.
Don Lauderio, sempre presente là in “prima linea” con lo
spirito di un adolescente in
mezzo ad uno stuolo di coloriti
e festosi ragazzini, tiene altresì a sottolineare “per me é
motivo di grossa soddisfazione constatare come sia
cresciuto il senso di responsabilità ed il grado di autonomia di un gruppo di giovani, già impegnatisi lo scorso anno ma capaci di dimostrare in questa estate, sia
nella gestione del Grest che
del torneo di calcetto, un
impegno in prima persona,
un forte coinvolgimento ed
una crescente capacità di
gestire responsabilmente
questi momenti”.
C.P.
no successivo in cui si è
perfezionato. Per finanziare il “Prestito d’Onore”
l’amministrazione ha istitu-
ito un fondo a rotazione di
30.000 euro. Ai prestiti potranno accedere le persone
o i nuclei famigliari che ab-
Mangiar buono a Gallio
Il 22 e il 23 agosto l’associazione Festa (Fantasia ed Eccellenza di Sapori delle Tipicità Alimentari) con il patrocinio del Comune organizza “Il mercatino del Mangiar Buono”, una due giorni a Gallio dedicata ai migliori sapori d’Italia. Si potranno assaggiare i prodotti dalle 9 alle 20 nella
Piazzetta dei giardini. E.Z.
biano
la
residenza
anagrafica nel Comune di
Gallio da almeno 10 anni,
siano maggiorenni, e con
una situazione finanziaria
tale da permettere la ragionevole capacità di restituzione del prestito. La spesa troverà copertura nel bilancio di previsione 2009
provvedendo ad una apposita variazione al Bilancio.
Stoccareddo,
la croce
ricollocata sullo
Spitzknotto
Il Santo Padre PIO XI° dichiara il 1933 ANNO SANTO per ricordare i 1900 anni
della morte di Cristo.
In quell’anno, tutto il mondo
cristiano è invitato a porre,
in luoghi significativi e visibili anche in lontananza, una
croce come simbolo di fede
in Cristo Risorto. Anche a
Stoccareddo si danno da fare
per collocare una croce e
scelgono lo Spitzegonotto
(Spitzknotto-pietra piatta sulla punta) che sovrasta la Val
Frenzela, un po’ più a nord
dell’ inizio della Calà del Sasso. Forse scelsero quei massi
sovrapposti per sfatare l’antica credenza di luogo quasi
sacro abitato da gnomi e
basilischi adoratori della dea
celtica Frea.
I principali protagonisti di
quella ostentazione furono
quattro nostri nonni o bisnonni di grande fede:
Pietro Baù, (detto Piero
pierun),
nella
cui
falegnameria nasce la croce;
Cristiano Baù (detto Roner-
Finco); Bortolo Baù ( detto
Gasparin); Giobatta Baù
(Gasparini-Titon); e Don Vittorio Silvagni (curato di
Stoccareddo dal 1929 al
1935). La Croce in legno inserita nella roccia resta in piedi fino al 1959 quando, a causa della base marcia, cade.
Nessuno pensa di rimettere
ancora la croce; solo nell’agosto del 1978, il parroco
don Gianfranco Lazzarin volle
collocarvi un crocifisso in ferro di 70 cm., donatogli da un
compaesano di Sasso, con
alla base un residuato bellico
(75 cc) anche per ricordare
l’orrore della Prima guerra
mondiale. Qualche anno fa
Onorio Baù, un emigrante in
terra di Francia, visita lo
Spitzgonotto, sito riemerso
anche grazie a Giancarlo
Bortoli che ne narra le vicende nel racconto natalizio del
2003 “Il Terzo Altare”, e lancia la proposta di rimettervi
la croce che lui ricordava
molto bene, impegnandosi a
pagare eventuali spese.
Alcuni parrocchiani, incoraggiati da Don Marco Gobbati,
si danno da fare per esaudire questo desiderio accolto
con interesse anche da gran
parte dei paesani e finalmente dopo 50 anni si può rivedere la Croce sullo
Spitzeknotto, detto anche terzo altare dell’Altopiano. (Il
primo altare è l’AltarknottoRotzo, il secondo è
l’Hanepos-Malcesina)
La Croce in larice, alta 3 m.
x 1.50, è offerta dalla Segheria dei f.lli Omizzolo (Barba)
dei Lazzaretti di Foza; viene
installata, non senza difficoltà, il 5 agosto 2009, da un
gruppo di stocarechi amanti
del loro paese ossia: Livio,
Elio, Elvio, Amerigo e Giovanni Baù, Armando
Scaggion e dai f.lli Marco e
Mariano Rossi del Sasso. La
Croce è simbolo di Amore
anche verso coloro cui sembra dare fastidio che si ostenti
il segno del Cristianesimo,
religione del Perdono.
A.B.
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Alla scoperta del mondo magico della micologia Adrenalina e acrobazie
Torna nel primo weekend di settembre la manifestazione interamente dedicata ai funghi
all’aria aperta
Sarà anche quest’anno il “
4° Week End del Fungo”,
in programma a Gallio dal
3 al 6 settembre, a
catalizzare l’interesse degli
appassionati micologi di tutta Italia.
L’Ufficio Informazioni Turistiche del Comune di
Gallio, visto il grande successo degli anni passati ed
in particolar modo dello
scorso in cui si sono avute
più di 2000 presenze, ha organizzato tale manifestazione in cui grandi e piccini potranno esplorare il misterioso mondo dei funghi , da avvicinare lentamente e da scoprire con ammirazione.
La manifestazione vedrà la
presenza di alcuni specialisti
del settore, come il prof.
Roberto Galli, esperto
micologo di fama internazionale, il disegnatore Fabrizio
Boccardo e gli scultori Fabrizio Muraro e Massimo
Fracaro, che, con opere
lignee, illustreranno le specie
fungine del nostro territorio.
Questa è senza dubbio
un’occasione per suscitare
l’attenzione di turisti e residenti sul tema ambientale,
così importante sul nostro
Altopiano.
L’appuntamento verterà su
diversi aspetti: il primo e il più
importante è quello dell’educazione alla conoscenza e al
rispetto per la natura e per
l’ambiente circostante.
Il prof. Roberto Galli, inoltre,
illustrerà, nel corso delle due
serate di giovedì 3 e sabato 5
settembre, nella Sala
Consiliare del Comune di
Gallio, alle 20.45, il mondo dei
funghi nelle sue peculiarità, illustrandolo con una serie dia-
positive a tema.
Domenica 6 settembre, invece, è in programma un’escursione guidata (gratuita, ma
con iscrizione obbligatoria
presso l’Ufficio Informazioni Turistiche) alla scoperta di
questo misterioso regno e del
suo ecosistema, il cui equilibrio è dato dalla fondamentale opera di tutela che l’uomo deve esercitare su di
esso.
Infine, come ultimo aspetto,
dopo quello didattico e scientifico, c’è quello culturale.
Infatti, sarà abbinato all’esposizione delle immagini foto-
grafiche provenienti dal
Concorso “L’affascinante
mondo dei funghi!”, le opere pittoriche, dell’esperto disegnatore
Fabrizio
Boccardo, presente durante la mostra. L’esposizione
si terrà alle Scuole Elementari di Gallio, dal 3 al 6 settembre, e vanterà riproduzioni fedeli, con la tecnica
ad acquerello e tempera, di
diversi esemplari di funghi.
Infine, si potrà apprezzare,
grazie agli artisti altopianesi,
Massimo Fracaro e Fabrizio
Muraro, un angolo dedicato
alla scultura, che riprodurrà
questo mondo così piccolo,
ma così importante per
l’equilibrio biologico del bosco. Gallio, dunque, offre un
weekend imperdibile per gli
amanti della natura e per tutti
coloro che vogliono conoscere meglio il mondo della
micologia, immergendosi nell’incantato mondo dei boschi
dell’Altopiano!
Per Info: Ufficio Informazioni Turistiche di Gallio, tel. e
fax 0424.447919, email:
[email protected]
.
Per gli incontri con l’autore arriva Sergio Rizzo
La rassegna culturale “Incontri con l’Autore”, tenuta dal
Comune di Gallio in collaborazione con la Libreria Giunti
al Punto di Asiago, sta ormai
volgendo al termine e si concluderà domenica 23 Agosto
alle ore 17.30, quando, nel
nuovo Auditorium Palasport di
Gallio, sarà presente Sergio
Rizzo alle ore 17.30 per presentare la sua ultima opera:
“Rapaci”. L’autore, responsabile della redazione economica romana del Corriere della
Sera e che in passato ha lavorato per Milano Finanza, Il
Mondo e Il Giornale, è diventato celebre al grande pubblico per essere stato coautore,
con Gian Antonio Stella, del
libro-inchiesta sul mondo politico italiano “La casta”, che con
oltre un milione di copie e ben
22 edizioni è stato uno dei volumi di maggior successo del 2007
e ha aperto un vasto dibattito
sulla qualità della classe dirigente nazionale e sul suo rapporto
con i cittadini-elettori. Nella sua
ultima opera, Rizzo si confronta
con il fantasma del nuovo
statalismo, che è tornato ad
aggirarsi per l’Europa, mentre nel nostro paese è sempre
stato di casa, trasformandosi,
negli ultimi anni, in una
“manomorta pubblica che
ammorba l’economia.” È
quindi il caso delle migliaia di
imprese locali, controllate dai
Comuni, dalle Regioni e dalle
sempre più inutili Province, oppure di Società per fare
autodromi di Formula Uno, per
amministrare le eredità lasciate
ai ciechi, perfino per comprare
agenzie di pompe funebri dai privati. Non poteva mancare l’attacco allo Stato centrale, dove in
vent’anni si sono sperperati più
di 5 miliardi dei nostri euro
nell’Alitalia e dove si resuscitano
società estinte soltanto per piazzare amici e famiglie. Una pubblicazione, insomma, che unisce
il diritto di conoscere dei cittadini al dovere di partecipare ad
uno Stato, sempre più spesso delegato e mal amministrato dai
soliti noti.
Scacchi: una stagione piena d’emozioni
Domenica 9 agosto, dopo una
piacevole introduzione musicale,
eseguita dal complesso musicale Bellini, organizzato dal Circolo
Scacchistico Altopiano dei Sette
Comuni e dal Comune di Gallio,
si è tenuto sulla Terrazza Comunale il 2° Palio di Scacchi Giganti, meravigliosi pezzi di legno di
teak dell’altezza di 90 cm, che
riproducono alla perfezione gli
elementi del nobil gioco. Il torneo si è disputato tra i quattro
comuni altopianesi di Gallio,
Asiago, Roana e Lusiana. La
prima sfida si è tenuta tra Gallio
e Roana, portando quest’ultima
alla finale contro Lusiana, che
aveva precedentemente battuto
Asiago e che infine si è aggiudicata la vittoria. La squadra
vincitrice, composta da Ettore
Maino, Luciano Villanova e Federico Scarsella di 12 anni, sta
costituendo una vera e propria
Pagina a cura del GOL
scuola di gioco, organizzando
numerosi corsi, anche per i più
piccoli, e forma numerosi atleti
per le diverse dispute che si tengono durante l’anno. Gallio e gli
scacchi sono un binomio conosciuto e quest’anno il Comune
ha proposto diversi momenti:
dalle simultanee per bambini, a
quella con il maestro internazionale Daniele Genocchio, riscontrando un notevole successo tra
ospiti e residenti, come dichiara
Vinicio Rigoni, responsabile del
Circolo Scacchistico Altopiano
dei Sette Comuni, che si mostra
molto soddisfatto anche della
partecipazione da parte del pubblico galliese, in cui comincia a
farsi strada una sorta di “sentimento agonistico” per uno sport,
al momento, poco conosciuto e
ritenuto di nicchia. “Il Circolo –
dice con fiducia Rigoni - si augura di coinvolgere all’interno del
gruppo un numero sempre maggiore di partecipanti, o per lo
meno attirare un pubblico sempre più numeroso in ogni attività
proposta”. Si ricorda, infine, che,
come ultimo appuntamento per
la rassegna scacchistica estiva,
domenica 23 agosto alle 17, in
Terrazza Comunale, ci sarà il
TrofeoAltopiano vs Villeggianti,
Gara di Scacchi Giganti. Per
maggiori informazioni rivolgersi
all’Ufficio Informazioni Turistiche di Gallio, tel. e fax 0424/
447919.
Anche quest’anno Gallio sarà attraversato da sconvolgenti
“brividi d’estate” offrendo nuovamente ai suoi ospiti e residenti una giornata indimenticabile!
Visto l’enorme successo riscontrato lo scorso anno, in cui si
sono potute ammirare le acrobazie aeree di atleti del calibro
di Davloschi Fuser, Vivian Gartners, Fabio Ubaldini e
William Van der Putten, che hanno incantato con i loro
salti mozzafiato, le lo performance e molti colpi di scena,
l’Ufficio Informazioni Turistiche ha deciso di riproporre il
“Freestyle contest” con un pizzico di pepe in più, aggiungendo alle spericolate evoluzioni delle moto da cross anche quelle dei quad.
Un atleta d’eccezione, Daniele Serblin, l’unico italiano in
grado di fare il salto “trick” con il quad, la cui impresa
non è stata ancora imitata in Europa, sarà presente insieme a moltissimi altri, per farci provare emozioni straordinarie, domenica 30 agosto al parcheggio Ghelpack
(rotatoria di Gallio) a partire dalle 16.
Ma cos’è il Freestyle Motocross? E’ una recente variazione del motocross e del supercross. Questa specialità
non si concentra sulla velocità o sulla gara ma sull’abilità
dei piloti di fare acrobazie in aria. I corridori si esibiscono
in salti fino a 45 metri di lunghezza arrivando ad altezze di
circa 8 metri. Le maggiori categorie di questa specialità
sono il Big Air e il Freestyle Motocross.
E’ appunto in questa seconda disciplina che si concentrerà
la manifestazione “2° Freestyle Contest”, unica tappa in
Veneto, un evento straordinario, che combina evoluzioni di
freestyle motocross e quad. Esperti motociclisti, infatti, si
esibiranno in strabilianti evoluzioni aeree, salti mozzafiato e
colpi di scena, sfoggiando tutta la loro abilità, il loro coraggio
e, soprattutto, sangue freddo!!
La manifestazione permetterà di assistere all’esibizione di
atleti in grado di eseguire salti particolari, come il backflip, il
whip o il sidewinder. Sarà una pioggia di energia pura che si
scatenerà in un evento a cui non si potrà assolutamente mancare, una manifestazione di grande suspence che lascerà
tutti a bocca aperta e che
traasmetterà una scarica
di adrenalina fortissima!!
Il programma inizierà a
ritmo di musica con Dj
e complessi musicali e
prevederà l’apertura alle
ore 16.00. Alle 16.30 si
terranno le prove libere,
mentre alle 17.30 finalmente si entrerà nel vivo
del 1° Free Contest, che
vedrà i diversi atleti battersi fino all’ultima accelerazione per arrivare alle 18.30, orario nel
quale daranno il massimo per aggiudicarsi la
palma di miglior
freestyler nel 2° Free
Contest.
C’è chi lo vive per
l’adrenalina, chi per la
gioia, chi per il successo, noi lo vivremo per lo
spettacolo!
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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La Procura indaga sulle elezioni
ROANA
Attesi per i prossimi giorni gli sviluppi dell’inchiesta, avviata in seguito all’esposto della lista
Insieme, su alcune presunte irregolarità avvenute in occasione delle ultime amministrative
Le reazioni: ecco cosa ne pensano
elettori, sindaco e minoranza
In seguito alle denunce depositate dalla minoranza presso il
Tar (che si pronuncerà il 22
ottobre prossimo) e alla Prefettura, la Procura della Repubblica ha intanto messo in moto
la sua macchina. Nelle scorse
settimane la Polizia Giudiziaria,
su mandato della Procura, ha
infatti perquisito alcuni uffici
del comune di Roana (pare sequestrando del materiale) e alcuni dipendenti sono stati interrogati per far luce sulle questioni di incompatibilità dei presidenti di seggio dell’ultima tornata elettorale. «Sono al corrente delle perquisizioni effettuate - conferma il sindaco
Valentino Frigo – ma la cosa
non ci disturba affatto. Siamo
certi che non siano stati operati brogli elettorali così come
non sia stato manomesso alcun
documento. Sono stato contattato dalla procura per alcune
informazioni e mi sono messo
a completa disposizione per
fornire delucidazioni qualora si
ritenga necessario. Tutto è iniziato per via della denuncia
depositata dal gruppo di minoranza ma sono certo che tutto si risolverà nel migliore dei
modi». Decisamente più
stigmatizzato il commento del
capogruppo di minoranza Da-
Fabris
Frigo
vide Bolzon che non si sbilancia perché «è in atto un procedimento giudiziario e non vorrei compromettere le indagini.
Dico soltanto che ho piena fiducia nella magistratura e attendo serenamente l’esito delle
indagini. Se qualcosa di sbagliato è stato fatto verrà di sicuro a galla».
Le reazioni degli elettori e il parere di due consiglieri
Intanto il comune è politicamente sempre più spaccato in
due. E gli elettori, da ambo le
parti, si barricano dietro le proprie liste e difendono i candidati.
«Il sindaco è stato eletto e nei
verbali elettorali non è stata
segnalata alcuna contestazione – affermano i sostenitori del
neo primo cittadino – anche se
di due soli voti Frigo ha vinto: questa è la democrazia».
Di parere nettamente opposto i
sostenitori di Bolzon.
«Una denuncia al Tar, una in
prefettura, schede elettorali già
segnate, presidenti di seggio e
dipendenti comunali interrogati dalla procura e la finanza che
perquisisce gli uffici del municipio: qualcosa non torna –
reagiscono i bolzoniani - la partita è ancora aperta e siamo
certi che le istituzioni faranno
il loro lavoro».
«Spero solo che il comune venga commissariato perché ci
sono troppi elementi perché il
Tar non ci dia ragione – commenta Mauro Panozzo, consigliere di minoranza -; a noi non
interessa vincere ma vogliamo
che ci sia equità di trattamento. Va bene essere sconfitti per
due voti ma a perdere con i brogli non ci sto».
Nella maggioranza sembra regnare la serenità. «Francamente
ho l’animo in pace –
stigmatizza Valerio Fabris, consigliere di maggioranza e papà
dell’olimpionico Enrico – anche se ritengo improbabile che
nel nostro comune possano accadere brogli elettorali. Penso
ci sia un accanimento da parte
della minoranza che si è vista
sconfitta. Va bene che ha perso per due voti ma è come per
un atleta perdere per un centesimo. Se dovessero essere
ricontate le schede e ci dovessero revocare il mandato per me
non cambierebbe nulla: sono in
amministrazione per il bene
comune non per interessi privati». Luigi Frigo Bettinado
Sono attesi per la prossima
settimana gli sviluppi dell’indagine della Procura della
Repubblica di Bassano su
alcune presunte irregolarità
avvenute attorno alle elezioni comunali a Roana. Appena riprenderà appieno l’attività del tribunale bassanese,
il magistrato Monica Mazza
deciderà se proseguire con le
indagini oppure archiviare il
tutto, dopo gli accertamenti
avvenuti all’inizio del mese.
Le perquisizioni in Municipio
a Roana da parte della Guardia di Finanza e le interrogazioni di una decina di persone, tra cui alcuni dipendenti
comunali, sentite in qualità di
persone informate sui fatti,
sono avvenute in seguito alle
denunce della lista “Insieme”
di presunte irregolarità elettorali verificatesi durante le
ultime amministrative del 6 e
7 giugno vinte dalla lista “Iniziativa Civica Roana” del sindaco Valentino Frigo per due
voti.
Ai primi di agosto la Procura
ha inviato nella sede municipale di Roana una squadra di
polizia giudiziaria che è rimasta alcune ore nella sede
municipale acquisendo numerosi dati tra cui alcuni
floppy disk, dei documenti e
altro materiale informatico.
Parte della documentazione
pare riguardi il lavoro straordinario di alcuni dipendenti
comunali nel periodo pre elettorale. In seguito il sostituto
procuratore Mazza ha convocato a Bassano le persone ritenute utili alle indagini.
Da quel poco che è emerso
dalle indagini svolte fino ad
ora pare che la lista “Insieme” abbia denunciato delle
irregolarità procedurali sia
prima, sia durante, sia ad elezioni avvenute. Irregolarità
che avrebbero chiaramente
favorito la lista avversaria.
Già durante le prime due sedute del consiglio comunale
l’opposizione ha più volte sottolineato che si sarebbe
astenuta da ogni tipo di attività amministrativa fino a
quando la giustizia non avrebbe espresso la propria opinione a riguardo. Oltre all’esposto alla Procura, la lista “Insieme” ha firmato una richiesta di riconteggio alla Prefettura e anche un ricorso al
TAR che sarà preso in considerazione a metà ottobre.
Tra le irregolarità che l’opposizione ha segnalato durante le sedute consigliari, il
fatto che il sindaco Frigo abbia dichiarato che non c’era-
no ragioni di incompatibilità
che potessero costituire motivo di inellegibilità alla carica di primo cittadino mentre,
di fatto, aveva una causa legale in atto con il Comune,
causa poi stralciata solo ad
elezioni avvenute. Inoltre a
Tresché Conca pare che ad
un elettore sia stata consegnata una scheda già votata;
durante lo spoglio, in più di
un seggio, alcune schede
sono state attribuite alla lista
sbagliata mentre altre sono
state ritenute valide nonostante dei segni sulla scheda
rendessero
il
voto
individuabile. Infine pare che
due presidenti di seggio abbiano inviato un fax appena
nominati a maggio dichiarando la loro non compatibilità
con la carica. Fax che doveva essere spedito immediatamente alla Corte d’Appello per nominare subito i sostituti, ma che sarebbe invece rimasto misteriosamente
in Municipio fin al giorno prima delle elezioni, facendo
scattare una sorta di procedura di emergenza per la nomina. Insomma sono numerose le piste che la Procura potrebbe seguire. A breve dovrebbero essere comunicati i
risultati.
Gerardo Rigoni
La piazza di Roana si anima
con la tradizionale Keese Fest
Panozzo
Un’occasione d’incontro
per tanta gente, di spettacolo, di folklore e di cultura, un modo per far conoscere come viene prodotto
il formaggio sull’Altopiano
e per valorizzare questo e
altri prodotti tipici del nostro
territorio. E’ la Keese Fest
che anche quest’anno viene proposta a Roana, organizzata dalla locale Pro
Loco in stretta collaborazione con la Comunità
Montana.
La manifestazione si terrà
domenica 23 agosto in Piazza Santa Giustina (inizio
alle 9) con l’esposizione e
la vendita di prodotti tipici
locali. Ci sarà l’Associazione Artigiani della Provincia
di Vicenza che proporrà “I
Mestieri in strada”, mentre
davanti al Palatenda verrà
rappresentata la vita d’altri tempi con la partecipazione della Pro Loco di
Correzzola. Grazie alla presenza della trattoria “Due
spade” di Sandrigo, si potrà anche degustare il baccalà e ci sarà la partecipazione straordinaria del procuratore sportivo ed esperto di calcio Claudio
Pasqualin. Nel pomeriggio
alle 15 è programmata la
dimostrazione della produzione del formaggio con illustrazione delle varie fasi
di lavorazione a cura di
Riccardo Rela dell’azienda
agricola Waister. Ad accompagnare il pomeriggio,
l’animazione con musica a
manovella del cantastorie
veneto Gianni Buniolo
(Nane Stoppa). Alle
17, balli Folkloristici con i
Grutzigar accompagnati dal
gruppo musicale Vellar. Sia
a mezzogiorno, dalle 12.30,
che a sera dalle 19.30, al
palatenda, funzionerà lo stand gastronomico con
specialità tipiche
tra le quali formaggio fuso con
polenta e funghi,
canederli ai funghi, allo spek ,
cotechino con
polenta e contorni
vari. Dalle 21.00
serata musicale
con i Tequila
Band.(musica latino americana).
A Cesuna il8 raduno campestre dei Vacaretti
Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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ROANA
Il 26 luglio scorso nello
spiazzo della casara degli
Ostarei c’è stato il raduno
campestre dei vacareti, in
prevalenza attempate signore, che dopo ’50 anni di
oblio sono tornati per ricordare lo Zovetto di un tempo. Il più giovane dei
vacareti, Alvaro Ambrosini
Campanaro, con una capra
e una mucca addobbata a
festa, ha guidato il corteo
dalla sede della Pro Loco
fino alla casara.
Un gruppo di paesani e turisti ha portato sul luogo,
con mezzi appropriati, le
signore malferme di gam-
Ritrovo alla casara degli “Ostarei”
Un simpatico incontro, al quale hanno partecipato paesani e turisti, per ricordare lo Zovetto di 50 anni fa
be, ma agilissime di mente,
tra cui la veterana
novantacinquenne Maria
della Pasqua. Non hanno
avuto bisogno d’autisti il
Solidio e suo cugino Lino
Cachi (1924), che conoscono quelle terre come le loro
tasche e che nei ricoveri di
fortuna della Prima guerra
L’ufficio della Pro Loco Cesuna
aperto grazie al volontariato
È un servizio importante
quello offerto dalle tre volontarie che in questo periodo
tengono aperto al pubblico
l’Ufficio per il Turismo, due
ore al mattino e altrettante al
pomeriggio permettono ai villeggianti di Cesuna di ottenere consulenza su manifestazioni, percorsi storico culturali e informazioni sulle
possibilità di soggiorno presso la frazione roanese.
“Non si trovava nessuno
disponibile a tenere aperto l’ufficio della Pro loco
– dice Laura Visentin, che
assieme alle colleghe Anna
Sterchele e Petronilla Valente si alternano dietro alla
scrivania – i turisti entrano
per prendersi dei depliant,
acquistano i volumi dove è
narrata la storia del paese o le cartine per le escursioni a piedi e in mountain
“La gara degli affamati”
Molto ben riuscita la festa patronale
tenutasi domenica 16 agosto presso la
frazione di Treschè-Cesuna. Durante
la manifestazione dedicata a San
Rocco si sono svolti numerosi giochi
volti ad intrattenere ospiti e residenti
accorsi in gran numero. Il clou si è raggiunto in serata con la “gara degli affamati”, tradizionale competizione dove
i concorrenti devono saziare l’appetito
con un piatto di pastasciutta senza
l’ausilio della posateria. Dunque mani
dietro la schiena e chini su tavolo per
consumare la pietanza nel minor tempo possibile. Per la cronaca la sfida è
stata vinta dal giovane Sileno Panozzo,
nipote del ben noto “Bepi della Furba”,
classificatosi primo con il tempo di 1
minuto e 35 secondi.
bike. Noi cerchiamo di rispondere con cortesia, ma
anche con la competenza di
chi vive da tempo in questi
luoghi, conosce gli angoli
più caratteristici e le zone
del territorio meritevoli di
essere visitate. Se qualcuno ci avvisa su disfunzioni
o difetti della proposta turistica, o ci fa presente una
critica relativa al territorio;
noi segnaliamo il tutto agli
uffici che stanno più in
alto,e se serve anche al
Comune. Certo qualcuno
degli ospiti è più esigente
di altri e succede che la
nostra pazienza sia messa
a dura prova da alcuni villeggianti. Con costoro applichiamo la nostra pazienza per risolvere le piccole
problematiche che sorgono.
Pur non essendo dei professionisti cerchiamo di accontentare tutti, per il bene
del turismo. Importante –
conclude Laura – che le critiche siano costruttive, ben
vengano se servono a migliorare l’ospitalità di
Cesuna”.
G.D.F.
si nascosero durante il
drammatico periodo della
seconda, dopo l’armistizio.
La giornata è stata dedicata a don Antonio
Magnabosco Vani che quei
pascoli videro fanciullo
piangente salutare la mamma per il collegio da cui poi
partì per laurearsi a Pisa in
lettere classiche ed insegnare in prestigiosi istituti
scolastici. Don Antonio ha
trasmesso le sue memorie
in più libri che sono stati
letti e commentati la sera
stessa al teatro Palladio di
Cesuna.
Sullo spiazzo a fianco della
casara, il parroco dei
vacareti ha celebrato la
messa:” Ora lascia Signore che il tuo servo
vada in pace, perché ha
potuto dir messa dove una
volta guardava le bestie”.
In prima fila “giovani”
vacareti con in testa
Menego Corà, Catinela dalla Costa, Renato e Piera
Campanari, Rina Cai,
Milena Porra, Maria Ton,
Vittorio Poi, Giannina
Pevara, Rina Rocca,
Fernando Bulo, Edo
Gianela, Gigi Zanchi, Gianni
Beo e Marisa Campanara,
Gianna e Flavia Xausa, el
maestro Franco, Silvana
Baiz in vece della madre
Nineta Palta, Edoardo
Rostan, Giorgio Calgaro,
Gabry del Toni Longo, il
maratoneta Fernando Zena
e Piero Rocco, che, costruendo per l’occasione
una tavola e due panche
con due bore, tronchi
d’abete, segati a mano, ha
dimostrato come si può ancora utilizzare l’abete rosso, el Pezzo, la pianta regina dei nostri boschi, con
ammirevole perizia. In particolare abbiamo avuto il
piacere di avere la presenza di Gioventina Frigo da
Mosson, che proprio in questa casara nel 1937 trascorse un’estate a servizio dell’Angelo Ostarelo, mai più
dimenticata.
Giorgio Spiller Ostarelo
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
Babi non fa in tempo a salire le scale della scuola che Pallina le salta addosso: «Be', com'è
andata? Sei scomparsa...» «Bene, siamo andati ad Ansedonia.» «Fin laggiù?» Babi annuisce. «E l'hai fatto?» «Pallina!» «Be', scusa, siete andati fin laggiù, sarete scesi in spiaggia,
no?» «Si.» «E non avete fatto niente?» «Ci siamo baciati.» «Yahoo.» Pallina le salta addosso.
«Ma dai! Mortacci tua, ti sei beccata il più fico di tutta la città.» Poi si accorge che Babi è un
po' giù. «Che c'è?» «Niente» «Dai, non dire bugie, tira fuori il problema. Forza, confidati con
Vasco Rossi - il rocker emiliano tante volte additato come profeta di generazioni cresciute
fischiettando Albachiara - nel testo di Una nuova canzone per lei scrive: «rimani così, intontito a guardare, qualche cosa che
forse non potrai raccontare». Ma quando ci sentiamo
muti in fronte
alla vita, è il nostro corpo a venire in aiuto.
Quando le parole vengono meno,
sono i gesti a rimetterle in piedi. E a farle
esplodere. La mimica, gli atteggiamenti e i gesti sono l'alfabeto di quel linguaggio elementare - forse la prima forma di comunicazione con la quale
veniamo in contatto - che tutti parliamo pur magari senza averne coscienza. Non possiamo non accennare qui al
celebre esempio del sorriso della madre verso il suo bambino firmato dal teologo svizzero Hans Urs von Balthasar. Nella sua opera Solo l'amore è credibile parla della forza comunicativa
dello stupore evocando l'inizio della coscienza personale
dell'uomo che capita nel bambino quando la madre lo vede
e lo tocca: «Quando la mamma per giorni e settimane
intere ha sorriso al suo bambino, giunge il giorno in cui il
bambino le risponde con un sorriso. Essa ha destato l'amore nel cuore del suo bambino e il bambino, svegliandosi
all'amore, si sveglia alla conoscenza. La conoscenza comincia ad operare perchè l'amore è stato messo preliminarmente in moto dalla madre». Per il filosofo francese Cartesio
l'atto iniziale della coscienza era una sorta di auto-possesso; per
Balthasar tutto accade dopo, anche l'incontro con Cristo che, in
un certo modo, rende esplicito qualcosa che è già implicito nel
bambino. In Cristo, d'altronde, l'Essere appare sotto le sembianze
del dono e lo stupore è dunque la risposta giusta a tale dono: nulla
fa avanzare l'esistenza più della meraviglia. Tornando a noi con
questa immagine, è interessante notare come in caso di conflitto
- le parole dicono una cosa e il corpo ne attesta un'altra - la persona sia più propensa a dare ascolto alla dimensione corporea. Il
corpo, quindi, è visto come un limes, un confine dell'anima, uno
specchio di ciò che svolazza vagabondo nella nostra mente, la
possibilità di espressione dei sentimenti più intimi e reconditi. La
parola ha una potenza inaudita, un grado di percussione inavvicinabile, una capacità d'espressione altissima: eppure, in fronte agli
affetti e alle emozioni, spesso ci lamentiamo della povertà delle
parole. E proviamo necessità di tradurre in gesti i sentimenti, gli
affetti e le emozioni. Come sarebbe povero l'amore se alle parole
di una dichiarazione non seguisse la tenerezza di un bacio, il calore di un abbraccio, la potenza di uno sguardo! I gradini della
“nostra” chiesa, a ben guardare, sono una liturgia colorata di gesti: baci, abbracci, carezze. Sospiri, sguardi e gesti in codice.
Piantonamenti, mimiche indecifrabili e occhi che accennano a
complicità. Ma è una liturgia che celebra veramente la pienezza
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la tua vecchia e saggia amica Pallina. L'avete fatto, vero?» «Noooo! Ci siamo solo baciati,
ed è stato bellissimo. Però...» «Però...?» «Però non so come siamo rimasti» Pallina la guarda
perplessa. «Ma ha provato a...” Spinge il pugno due volte verso il basso in maniera eloquente». Babi scuote la testa sbuffando: «No» «Allora è veramente preoccupante.» «Perchè?»
«Gli interessi» «Dici?» «Sicuro. Di solito se le fa tutte la prima sera» «Ah, grazie, sei
rincuorante» (F. Moccia, Tre metri sopra il cielo, Feltrinelli 200426, p. 212)
che raccontano di carneficine, di massacri e di
sangue o queste piccole storie sentimentali che
graffiano e feriscono la zona inconscia
dell'affettività. Richiamare l'attenzione sul ruolo della spontaneità non significa disprezzarne
la sua valenza di freschezza, di creatività e di
originalità. Ma semplicemente mostrare come
anche un gesto abbia bisogno di tempo - quel
tempo non intaccato dalla fretta - per essere
conosciuto meglio, venir approvato con l'esecuzione e lasciare come orma di passaggio un
significato durevole. La distorsione della
gestualità, se inserita nel nostro percorso, potrebbe avere a che fare molto da vicino con il
fatto cristiano che, nel dispiegarsi di una tradizione millenaria, s'è sempre aggrappato alla potenza dei simboli e dei gesti per celebrare la sua
fede nel Risorto. Basti pensare alla celebrazione di una liturgia per rendersi conto che, una volta svuotati i gesti,
anche il contenuto diventa ostico da comprendersi. Fino a
ritenerlo insignificante perchè quei gesti non evocano più
dimensioni profonde dell'interiorità umana: i campanili - ma
forse anche i pulpiti - sono diventati muti. Direbbe Lorenzo
Cherubini, al secolo Jovanotti, sono diventati come «un film
straniero senza sottotitoli» (Fango, 2007). La celebrazione della messa, ad esempio, non avviene solo attraverso la ripetizione di formule e preghiere ma anche attraverso un linguaggio
del corpo che dovrebbe aiutare ad entrare più in profondità nel
mistero che si celebra. Lo stare in piedi, segno caratteristico
del Risorto (Gal 5,1), dice attenzione e rispetto ed è la posizione di chi prega. Lo stare seduti è la posizione di chi ammaestra
e di chi, attento, apprende. Lo stare in ginocchio è segno di
penitenza e profonditas. E accanto a queste tre dimensioni del
corpo, tutti gli altri gesti che arricchiscono e compongono la
celebrazione: il segno della croce, il bacio dell'altare, il battersi il
petto in segno di contrizione, il dialogo con il sacerdote, la
processione iniziale e offertoriale, le mani lavate in segno di
purificazione, lo spezzare il pane, l'abbraccio di pace, l'accostarsi adoranti all'eucaristia, l'amen, la benedizione. C'è un'altissima simbologia a
caratterizzare la ritualità propria del cristianesimo. E il motivo lo riassume Giovanni Paolo II nella Lettera alla Congregazione per il Culto
Divino del 21 settembre 2001: «La celebrazione liturgica è un atto della
virtù di religione che, coerentemente con la sua natura, deve caratterizzarsi per un profondo senso del sacro. In essa l'uomo e la comunità
devono essere consapevoli di trovarsi in modo speciale dinanzi a Colui
che è tre volte santo e trascendente. Di conseguenza l'atteggiamento
richiesto non può che essere permeato dalla riverenza e dal senso dello
stupore che scaturisce dal sapersi alla presenza della maestà di Dio.
Non voleva forse esprimere questo Dio nel comandare a Mosè di
togliersi i sandali davanti al rovo ardente?» Accostando questi due
modi di firmare i gesti - quello del mondo secolarizzato e quello della
liturgia - potrebbe apparire chiaro come una delle cause da addurre alla
mancanza di comprensione - e quindi di interesse e di passione - del
fatto cristiano sia proprio l'irrilevanza dei gesti di cui si compone.
Come spiegare l'abbraccio con cui si firma il segno della pace a giovinezze abituate ad abbracciare tutto, tutti e ovunque? Come poter spiegare il gesto dell'adorazione eucaristica (dal latino ad-os-ire, lett. «portare la bocca verso») a giovani che del bacio stanno impoverendone il
valore e la pregnanza? Come poter rendere fascinoso lo stare in ginocchio a gente avvezza alle pose da spiaggia o al bivaccare dei muretti?
O, impresa titanica, come dispiegare la potenza di quell'amen dalla
forte pregnanza esistenziale a biografie costruite sul “dipende, se me la
sento, vedremo”? Annoverare tra i propri fedeli dei catecumeni non
pronti a questa liturgia, è una sfida che interpella le comunità credenti,
i ministri depositari del sacro, gli educatori preposti all'arte d'ordinare il
cuore delle nuove generazioni. Ci sono dei simboli e dei segni che
sono stati feriti nel cuore delle masse, c'è un'immaginazione che si va
spegnendo con il trascolorare delle esperienze, s'avverte una fiacchezza persino nella vita degli affetti e delle emozioni. Quasi fossimo
condannati ad abitare la primavera che già ci abita. Pur consapevoli
che un'abitudine ai gesti si traduce presto in una non-attrazione verso
l'Assoluto. D'altronde sono gli stessi Vangeli ad attestare che il Figlio
dell'Uomo sedusse (secum-ducere, lett. “portare verso di se')) non
con la sua eternità ma con i suoi gesti d'amore, gesti folli di un Dio che
«pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua
uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione
di servo e divenendo simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Liberare i gesti per
ringiovanire un'affettività impolveratasi.
Don Marco Pozza
Il sapore del bacio, il
calore dell'abbraccio,
l'incomprensione
della liturgia
del gesto o una parodia della quale l'abitudine e l'imitazione si sono
erette a garanti dell'autenticità? Prima di rispondere concentriamo
un istante la nostra attenzione su due tra i gesti più usati e abusati:
l'abbraccio e il bacio. L'abbraccio (che letteralmente significa «cingere le braccia») è gesto che parla di accoglienza, di vicinanza
tremenda e fascinosa, di permesso d'entrata dell'altro in uno spazio abitualmente rivestito di gelosia. Basti pensare al fastidio che
arreca il contatto fisico in un bus stipato di gente alla quale non
siamo legati da nessun sentimento. Il cingere e, susseguentemente,
lo stringere dicono un senso di vicinanza che nessuna poesia è
ancora riuscita a pareggiare. Il bacio - non per nulla legato alla
sensibilità delle labbra nell'immaginario collettivo - gioca un ruolo
ancor più marcato: dice la voglia di gustare il sapore, carpire il
respiro, carezzare il tocco dell'altro con cui ci troviamo faccia a
faccia. Profondo più dell'abbraccio, il bacio trattiene l'abisso di
una vicinanza estrema. Pertanto, celebrare una liturgia facendo
uso di gesti altissimi - nella loro profondità - come l'abbraccio e il
bacio significa riconoscervi molto più di un semplice contatto
fisico. Significa riconoscere la portata di emozioni, promesse e
sentimenti molto importanti ed eloquenti. Tant'è vero che con i
gesti si unisce e si ferisce. Quello che a noi interessa portare a
livello di coscienza è la distorsione della gestualità arrecata dalla
grande informazione di massa. Basterebbe tradire per qualche ora
i gradini di quella chiesa per tuffarsi nel divano di casa assieme a
loro e creare confidente frequentazione con i
programmi dai quali attingono cultura. Tra
questi totem televisivi, tutti parlano dell'amore. Ma, ad uno sguardo più profondo e meno
sentimentale, s'avverte che pochissimi - vogliamo essere ottimisti - parlano di un'affettività
legata ad emozioni profonde, magari romantiche pure, a sentimenti forti. Lo capisce anche
la bambina che ha appena tradito le Barbie per
il suo compagno di banco il messaggio nascosto: «Se ti va di dare un bacio, dallo. Se ti va di
mimbastire un rapporto, fallo. Se ti piace, usalo». Sta qui la distorsione di cui parlavamo:
nell'attimo in cui si erge la spontaneità a garante
della verità s'impedisce ad un'emozione di diventare gesto, avendone affrettato i movimenti.
Chissà se sono più pericolosi i film di guerra
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Sabato 22 agosto 2009
ENEGO
Una serata senza dubbio diversa, che si ricorderà, quella
dell’inaugurazione del nuovo cinema teatro di Enego,
un’opera che si dice nuova
perché è finalmente ritornata a nuova vita dopo anni di
fatiscenza e abbandono.
Una serata delle grandi occasioni, alla quale hanno partecipato, con vero entusiasmo, non solo i paesani, ma
anche molti ospiti.
Una struttura che da moltissimi anni esiste, prima era il
cinema parrocchiale, poi
venne ceduta al comune, dal
parroco, in cambio della casa
che è diventata la canonica,
ma poi tutto è stato accantonato, fino ad una decina di
anni fa quando si pensò di
recuperare quello storico
edificio, offrendo nuovamente al paese la preziosa opportunità di usufruire di un
luogo di cultura ed incontro.
Da allora, come ha spiegato
il sindaco Rodeghiero, si
sono alternate 3 Amministrazioni, ed infatti erano presenti
a testimonianza anche gli ex
sindaci: Bertizzolo e Goller,
la strada per avviare tale progetto, metterlo in opera e
consegnarlo finalmente alla
popolazione, è stata lunga,
tortuosa, piena di difficoltà di
ogni tipo, ma finalmente l’8
agosto 2009 si è giunti a vedere l’opera ultimata.
l’Altopiano
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L’ex cinema parrocchiale diventa
il Palazzo della cultura e del turismo
Il Palazzo della cultura e del
Turismo, come è stato battezzato, è molto bello, accogliente, la modernità si fonde
armoniosamente con le caratteristiche artistiche ed
architettoniche tipiche delle
costruzioni di montagna. Un
luogo che mancava ad
Enego e che tutti si augurano venga sfruttato al massimo, per offrire non solo momenti di cultura, ma anche
occasioni di ritrovo di
socializzazione, di confronto
e comunque di crescita.
Dopo la presentazione di sabato sera, l’inaugurazione
vera e propria è avvenuta la
sera successiva, domenica 9,
con una prima teatrale, organizzata in collaborazione con
Operaestate Festival Veneto:
“Angelo Roncalli in arte
Papa Gioan”, un monologo
molto apprezzato, sostenuto
con ritmo e grande abilità e
bravura
da
Eugenio
De’Giorgi
Un’ inaugurazione seguita da
una settimana che ha offerto
appuntamenti di vario tipo,
ma sempre molto graditi e
gettonati dal pubblico.
Mercoledì, un prete missionario, originario di Fosse di
Enego e da anni impegnato
nelle missioni in Thailandia,
don Bruno Rossi, ha presentato e raccontato il suo operato in quella terra lontana e
bellissima, dove tuttavia la
povertà impera e dove fondare scuole ed aiutare i numerosi bimbi ed anziani dei
tanti villaggi costa troppo per
l’economia del paese.
E proprio per aiutare i villag-
Un calendario a scopo benefico
Realizzato dall’Associazione Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori.
E’ stata presentata ufficialmente il 18 agosto ad
Asiago la nuova iniziativa
a scopo benefico dell’Associazione no profit Amici
di Antonio Pertile e Sonia
Sartori: un calendario 2010,
le cui vendite contribuiranno al pagamento della nuova auto medica della Protezione Civile. “C’è qualcosa di originale in
un’associazione no profit
che propone un calendario per la raccolta di fondi
per realizzare i propri scopi?
E’ fantasioso decidere di fotografare corpi nudi di donne in un contesto sociale che
spesso ha spogliato la bellezza del suo significato e del
suo intrinseco legame con
l’arte e la cultura, per idolatrarla senza il rispetto che il
corpo, tempio della sacralità,
meriterebbe? Consapevoli di
rischiare un’operazione che
potrebbe scadere nel banale
o nel déjà-vu, abbiamo deciso di
tentare un
accostamento insolito e provocatorio”. Sono le parole di
introduzione del calendario realizzato dall’Associazione stessa,
www.giornalealtopiano.it
che con questa idea si propone
ai propri sostenitori con un progetto differente da quelli portati
avanti finora. “Nudo e solidarietà: attraverso gli scatti che
ritraggono particolari di corpi femminili – continua la presentazione - vogliamo provare ad esprimere suggestivamente la nostra idea di solidarietà, a partire dalla percezione visiva di una interpretazione artistica della naturale
bellezza del nudo. Un particolare del corpo, ritratto senza veli nella sua essenzialità,
può diventare la metafora dello spirito che anima le azioni
benefiche cui la nostra asso-
ciazione tende; per intraprendere qualsiasi iniziativa che abbia come scopo
la solidarietà, è necessario
spogliarsi delle anguste prospettive che fretta ed egoismo talora impongono.
Pensiamo che la purezza del
nudo sia in grado di ingentilire gli animi e rappresenti per sua natura un primordiale strumento di comunicazione che rimanda all’essenzialità delle cose e dei
sentimenti”. Le foto che accompagnano i vari mesi, di grande qualità e sobrietà, sono state
realizzate da un fotografo bresciano, amico degli “Amici”, Giovanni Vanoglio, immagini che saranno anche esposte in una mostra durante le prossime festività
natalizie alla Galleria Busellato di
Corso 4 Novembre ad Asiago.
Il calendario, in vendita a 10 euro,
è già disponibile in alcuni punti
vendita dell’Altopiano, che saranno integrati subito dopo il periodo estivo; chi volesse acquistarlo può anche rivolgersi ai responsabili dell’Associazione, indichiamo un numero di telefono
utile per maggiori informazioni:
349 8744357. Silvana Bortoli
gi dove don Bruno opera,
giovedì sera, sono saliti sul
palco i simpatici e generosi
Rispaar di Asiago, per uno
spettacolo di beneficienza,
dal titolo “Osteria dala zia!”,
che ha fatto registrare il secondo tutto esaurito, dopo
quello della prima.
Di altro genere, ma comunque molto apprezzata, anche
la serata di musica classica,
sempre inserita nel programma di Operaestate, con l’abile chitarrista Alberto
Mesirca.
Ha ottenuto un grande suc-
cesso, raccogliendo l’approvazione di tutti, anche l’iniziativa del coro La Rondine
Enego, di portare le voci e le
canzoni di montagna in giro
per le contrade. Un’ iniziativa, quella di portare le voci
del coro “a domicilio”, che è
piaciuta tantissimo, in quanto
ha creato, in diversi angoli del
paese, una atmosfera particolarmente suggestiva e coinvolgente.
La sera di ferragosto inoltre,
proprio al maestro Riccardo
Baldi, che da anni dirige il coro
eneghese, il sindaco
Rodeghiero ha conferito un
riconoscimento per il suo prezioso operato ad Enego.
Nella settimana di Ferragosto inoltre si è svolta una rievocazione storica, una festa
decisamente originale, che
era caduta nel dimenticatoio
ormai
da
tempo
immemorabile, la festa delle
candele. Un usanza che risale
al 1300, ma che ha radici probabilmente molto più antiche,
alla quale i malghesi tenevano molto, in quanto si trattava di offrire ed accendere ai
piedi della torre scaligera, pri-
ma di salire con le bestie nei
pascoli estivi, delle candele
che fossero di buon auspicio
per la stagione andavano ad
iniziare.
Alla serata hanno partecipato dei figuranti in abiti medievali; la piazza, in veste particolarmente romantica, era illuminata dalla sola luce delle
candele, ed il prof. Bortoli, fra
i promotori di questa rievocazione, ha riassunto le origini di
questa festa dimenticata.
La serata di ferragosto invece, oltre alla seconda edizione
del Balcone Fiorito, riconoscimento che va’ a premiare il
balcone più bello, è stata diversa dalle solite, il ferragosto
di quest’anno ad Enego, dopo
anni di tradizionale tombola e
fuochi d’artificio, ha presentato uno spettacolo originale,
dove protagonista è stata l’acqua, accompagnata da musica e colori: le fontane danzanti ovvero leggiadri giochi
d’acqua al ritmo di musica.
Uno spettacolo inedito, ma
che è riuscito a catalizzare
l’attenzione di un folto pubblico.
Stefania Simi
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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L’arte del patchwork
incanta i visitatori
Successo per la mostra organizzata ad Asiago da QuiltArte.
La più fortunata tra i visitatori della mostra “…un po’ di
noi…” curata da QuiltArte di
Venezia e tenutasi ad inizio
agosto ad Asiago presso la
Sala della Reggenza della
Comunità Montana è stata
una signora romana in vacanza sull’Altopiano, che si è
aggiudicata il bellissimo lavoro patchwork messo in palio
dall’associazione no profit:
suo infatti il biglietto
sorteggiato tra i tanti dati a
coloro che nel visitare la
mostra ad ingresso libero
hanno voluto fare un’offerta a scopo benefico.
L’incasso è stato devoluto al Rotary
dell’Altopiano che lo
utilizzerà per regalare
una vacanza di
quindici giorni ad
Albarella il
prossimo anno a
un disabile
altopianese e a
un suo accompagnatore.
E’proprio la
beneficienza uno
degli scopi delle mostre dell’Associazione,
oltre a quello di far ve-
dere i lavori che con tanta
passione vengono realizzati.
Il logo di QuiltArte è una tavolozza con dei ritagli di tessuto colorato e due aghi infilati al posto dei pennelli, e
quello che scaturisce dalle
mani di queste artiste del cucito sono dei “dipinti” meravigliosi. Stupisce oltre alla
pazienza e alla perfezione nel
cucire insieme una miriade di
ritagli di tessuti diversi, la fantasia con cui si scelgono i soggetti, la capacità di abbinare
disegni e colori dei tessuti, la
creatività nel realizzare coperte, pannelli, cuscini, tovaglie, ma anche cose originalissime, come un calendario,
un grande puzzle o un libro di
fiabe. Le signore di QuiltArte
hanno accolto i visitatori della stupenda mostra accompagnandoli nella visita e spiegando come nascono le idee,
come si creano i manufatti,
quali sono le tecniche usate.
Sono quattordici le socie del
gruppo veneziano, di età molto varie, che si ritrovano una
volta al mese per decidere il tema da portare a termine, confrontarsi, e lavorare insieme, ed è
molto interessante sentir raccontare come riescono con il lavoro di
tutte a creare dei
veri capolavori, ad
esempio con la tecnica del round robbin
nel quale ognuna
crea un modulo
che unito agli altri
formerà poi il lavoro finale. Difficile descrivere
quanto ha proposto la mostra
di Asiago, se non dicendo che
i lavori, anche molto diversi
tra loro per tecniche e temi,
hanno lasciato a bocca aperta i numerosi visitatori che
non si sono lasciati scappare
l’occasione di ammirare cosa
si riesce a fare con ago, filo
e ritagli di tessuti, alcuni dei
quali di particolare pregio. Il
pannello intitolato ai bambini
del mondo, quello del gioco
dell’oca con i personaggi tanto cari ai bimbi, lo stupendo
libro delle favole, il grande
calendario 2008, il puzzle con
tanto
di
scatola
La signora vincitrice della creazione patchwork della foto
personalizzata, il pannello di
un metro per un metro formato interamente da pezzetti
da un centimetro quadrato, le
creazioni che utilizzano un
unico colore, quelle che rappresentano la laguna di
Venezia….e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Esposta anche una bellissima coperta formata da
un’infinità di moduli e realizzata da una signora esterna
all’associazione, che dedicandosi a questo hobby riesce a superare i dolori fisici
di cui soffre. Ora le signore
di QuiltArte stanno già lavorando a un nuovo tema per
creare i manufatti per la prossima mostra, in programma
a novembre a Venezia.
Silvana Bortoli
Scotolati ad Asiago con il suo “Niente”
Mostra ironica dell’artista vicentino all’ex pensione Bassano in via Cavour
Consigli comunali straordinari, summit dei vertici del
mondo agricolo, artigianale
e imprenditoriale, giovini
chiuse in casa, anziani che
rispolverano la doppietta
caricata a sale. L’Altopiano
tutto è in subbuglio per un
avvenimento che non ha
paragoni con qualsiasi altra
vicenda storica di questa
terra già martoriata. No,
non si tratta di tumulti di
piazza, di un popolo in rivolta, di un PAT ancora più
restrittivo, di una buttada di
brise.
Si tratta piuttosto dell’arrivo ad Asiago di Scotolati,
arguto e imprevedibile artista vicentino che ha
spudoratamente deciso di
esporre la sua ironica e dissacrante arte nei locali del-
l’ex Pensione Bassano in via
Cavour. La mostra si inaugura oggi a qualsiasi ora, e si
inaugurerà ogni giorno fino
alla fine delle inaugurazioni.
La mostra è un’esposizione
postuma d’arte superflua dal
titolo “Niente” ed è dedicata
al famoso ma sconosciuto
pittore asiaghese G. Scotolati
(1852-1908). L’amministrazione comunale ha di fatto
rigettato la richiesta di esposizione fatta per tempo dall’artista l’indomani dell’inaugurazione per poi, nella più
rappresentativa delle capriole
politiche, incoraggiare la mostra una volta capito che non
avrebbe gravato in alcun
modo sulle casse comunali.
La mostra intende commemorare l’illustre ciò nondimeno ignoto artista con un
tutto un po’ del niente complessivo del suo percorso
artistico statico. Nonostante l’accoglienza a braccia
conserte della comunità
che ha così espresso tutta
la sua calorosa indifferenza nei confronti dell’evento mediatico e radiofonico
la mostra rimarrà aperta
ininterrottamente dalle 0 alle
24 in Contrà Cavour 7 ad
Asiago con ingresso libero
obbligatorio tranne quando
ritenuto meno opportuno dall’artista stesso. Scotolati non
mancherà di stupire anche
con le sue performance per
strada ma anche sui marciapiedi o tra i boschi del
Prunno prodigandosi nelle
sue celebri caricature/ritratti
“con la mano sinistra”.
Gerardo Rigoni
8
l’Altopiano il lavoro dell’uomo, il paesaggio, le
FOZA: Un Sabato
altorilievo
in tiglio colorato, rappresenta
stagioni
www.giornalealtopiano.it
22 agosto 2009
15
Il capolavoro
di Marino
Chiomento
È nato un capolavoro, uno di
quelli creati prima di tutto col
cuore, poi mettiamoci pure
arte, maestria, abilità d’intaglio e di colore, ma in quest’opera si coglie l’anima,
l’attenzione alla propria terra, la passione per le piccole
cose, che l’artista Marino
Chiomento ha reso grandi.
Domenica 9 agosto, nel nuovo Museo di Foza, è stato
presentato al pubblico un
grande quadro che occupa
una parete della sala
multimediale. È un altorilievo
in “linta”: legno di tiglio colorato. È un’opera mozzafiato
di m 2.90 per m 1.60, ma che
con la cornice è lunga m 3.50
ed alta m 2.24. Come ha fatto a passare per le porte? È
stato montato sul posto e “ci
è voluto un intero pomeriggio” afferma l’autore.
Un’opera come questa non
nasce su commissione, ci
vuole qualcosa, molto di più.
Marino con semplicità, sorridendo nel ricordo, spiega:
“Guardavo Dario Oro e
Severino Menegatti che co-
struivano una grande “mea”
di fieno ed ho cominciato a
disegnarli… La fienagione è
stata sempre un momento
importante dell’economia di
Foza. È vita per il bestiame
e quindi per i contadini. Un
buon raccolto fa affrontare
l’inverno con più serenità. La
grande “mea” al centro
dell’altorilievo indica il lavoro, la fatica, ma anche la sicurezza che l’uomo crea con
le proprie mani”. A sinistra e
a destra della “mea” sono
state ricavate le due valli più
significative di Foza, i luoghi
che più si prestano alla
fienagione. A sinistra si ammira la Valcapra d’inverno,
a destra la Valpiana d’estate. L’inverno è il passato remoto. Lo si desume dalle aste
“platten” confinarie. L’estate è il passato dal dopoguerra in poi, quando si è cominciato a recintare le terre con
paletti e filo spinato. A sinistra l’opera è delimitata da
un larice: pianta forte, resistente, che dà l’idea di chi si
adatta alle difficoltà della
montagna; a destra da un faggio: pianta spontanea, caratteristica di Foza, tanto da esserci anche nello stemma,
che fissa le sue radici tra le
rocce
e
l’aromatica
“ligabusa”. In basso, ad indicare il trascorrere delle stagioni, spuntano la rosa di Natale, i bianchi crochi primaverili, gli estivi “bisachesi” (i
cardi selvatici). Anche la cornice, larga 20 cm è tutta da
scoprire. Il motivo principale
è dato dalle pigne di abete
rosso che uniscono sei riquadri floreali che rappresentano in basso: la leggiadra
soldanella, il ciclamino, la stella alpina; in alto: il garofanino
alpino, il cardo selvatico e la
genziana.
Il Rubens esalta il sedano bianco di Rubbio
abbinandolo ai sapori della Sardegna
In occasione della tradizionale sagra del sedano
bianco che si tiene a
Rubbio ogni anno in
coincidenza con la ricorrenza della natività di Maria Bambina, patrona del
paese, al Rubens viene organizzata la sera del 7 settembre
una
serata
enogastronomica che di volta in volta celebra l’ortaggio
tipico abbinandolo ad altri prodotti gastronomici. La fantasia di Marisa, che assieme
ai suoi figli e al marito Raffaele si occupa dell’ideazione
di anno in anno di nuovi sorprendenti menù, quest’anno
è stata solleticata dalle proprie origini sarde, dando vita
a nuovi abbinamenti di sapori
per un’esaltante e creativa
proposta culinaria. “Il Sedano, tra Rubbio, Sardegna e
Innovazione” è il titolo scelto
per l’11^ edizione della rassegna, che prenderà il via
alle 20.30 con il buffet di benvenuto, con tartelle al parmigiano con ricotta di capra e
sedano di Rubbio, quiche di
sfoglia con sedano e
speck, crocchette di riso
al sedano e zafferano,
focaccia sarda con sedano e pomodorini sardi, coste di sedano con crema di
pecorino dop, crostino di
pane casereccio con formaggio e marmellata di sedano. E ancora: l’Ambulau,
polenta d’orzo morbida con
seppie al nero e sedano
croccante, polenta d’orzo e
sedano ai ferri con
seppioline, sedano, basilico
e vaniglia. E siamo solo all’inizio! Con la trilogia di primi
verrà onorato il titolo della serata: Rubbio verrà interpretato da una zuppetta di fagioli
con sedano marinato e
crostini di pane carasau, la
Sardegna omaggiata da
culingiones ripieni di menta
e patate panati al pecorino
sardo, mentre l’Innovazione
sarà rappresentata da bigoli
al ragù di agnello cotto a bas-
sa temperatura e ragù di sedano bianco di Rubbio. Il sedano sarà l’ingrediente anche del sorbetto, dopo del
quale saranno serviti
agnello sardo al forno con
insalatina di sedano e limone candito e la lombatina di
agnello in crosta di olive sarde e pomodori secchi, cous
cous al sedano bianco di
Rubbio e marmellata di pere
senapate del Rubens. Sorpresi da tanta varietà e originalità? Vi manca di leggere il
nome del dessert: pappai
biancu e biscottata di torta de
brocciu al sedano caramellato, con salsa inglese alla liquirizia! E per finire il caffè con
correzione e degustazione di
dolci tipici sardi, grappe e distillati a base di sedano. Se la
ricchezza e la singolarità del
menù vi hanno fatto già fatto
venire l’acquolina in bocca e
soprattutto la curiosità di tradurre in sapori certi nomi, ricordatevi che per poter assaggiare tutte queste specialità è necessaria la prenotazione, per informazioni potete chiamare il n. 0424
709012. In ricordo della serata verrà data in omaggio marmellata a base
di sedano.
Servizio redazionale
L’idea iniziale di Marino era
di realizzare tre quadri per la
Sala consigliare di Foza.
L’amministrazione comunale, però, ha ritenuto di valorizzare maggiormente l’opera dell’artista chiedendogli di
ripensarla per il Museo, perché sarebbe stata messa in
un posto più accessibile ai visitatori, dato che la sala si trova al piano terra.
Dopo che ha avuto l’incarico dall’Amministrazione, quanto tempo ha impiegato per realizzare
l’opera?
“Circa sette mesi, dai primi
di gennaio 2009”
Quali difficoltà ha incontrato?
“È stato il mio primo
altorilievo di grandi dimensioni. Il pericolo era che il legno
si curvasse… ho sentito pesante la responsabilità di ciò
che mi ero proposto di fare,
ma volevo fare qualcosa di
bello, qualcosa che restasse..”
Perché ha scelto il legno
di tiglio?
“Perché è facile da trovare.
Si usava fin dal 1500 per fare
cornici. È più duro da intagliare del cirmolo, legno che
viene usato in Val Gardena,
ma io lo preferisco, perché
permette di curare di più i particolari e poi non ha nodi, non
è resinoso. I colori ad olio risaltano bene”. Come tutti gli
artisti, anche Marino
Chiomento, classe 1954, nato
a Foza il 9 gennaio, tenterebbe di dire che avrebbe potuto fare… meglio? di più? Può
anche darsi. Intanto il paese
gli è grato per quanto ha prodotto ed è orgoglioso del suo
Artista.
Maria Rossi
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Sabato 22 agosto 2009
LUSIANA
l’Altopiano
16
Festa dell’emigrante, rinviata la consegna
della targa all’ingegnere Federico Faggin
La strada degli Alpini per “Tre Fontane”
Al rifugio Tre Fontane di
Galmarara di Lusiana è stata inaugurata la strada che
dalla strada sterrata porta al
rifugio, realizzata dal gruppo
alpini Matteo Bonato di Santa
Caterina. Ha tagliato il nastro il sindaco di Lusiana
Antonella Corradin e il parroco di Santa Caterina don
Giovanni Crivellaro ha celebrato la messa a cui sono
seguiti l’alzabandiera e i discorsi delle autorità. E.Z.
www.giornalealtopiano.it
Il taglio del nastro per l’inaugurazione della nuova strada che
porta al rifugio Tre Fontane.
Banda in concerto per il trentennale
La Giornata dell’Emigrante
si è svolta a Lusiana in due
momenti. Nel pomeriggio alla
sala consiliare del Palazzon
si è svolto un incontro con
tema sulle “Prospettive dell’identità italiana all’estero”.
Ha relazionato padre Luciano Segafreddo, direttore dell’edizione italiana per l’estero del “Messaggero di S.
Antonio”. Alle 18 alla chiesa degli emigranti di Velo è
stata celebrata la messa con
tre sacerdoti: padre Luciano Segafreddo, mons.
Danilo Serena vicario generale della diocesi di Padova e don Valentino
Grigliante parroco di
Lusiana. Al termine il sin-
Un momento della
cerimonia della
Festa degli
emigranti a Velo.
daco Antonella Corradin ha
spiegato che la “41.a
Lusiana Targa d’oro” quest’anno è stata assegnata
all’ing. Federico Faggin,
originario di Vicenza, distintosi all’estero per la sua
genialità e inventiva e in-
ventore del microchip.
Poichè lo scienziato sarà in
Italia a fine mese, ha osservato il primo cittadino di Lusiana,
la targa gli verrà consegnata il
pomeriggio del 30 agosto nella
sala consiliare del Comune al
Palazzon. E.Z.
Che strane queste patate!
Le piante di patate crescono
in modo strano a Lusiana. In
un orto di via Cobbaro le
piante di patate bianche presentano tra le foglie frutti a
grappoli, come se si trattasse di uva. A Santa Caterina,
nell’orto di Lorenzo Tescari,
le piante di patate di Rotzo
di colore viola sono cresciute per più di due metri di al-
tezza. Resta, in entrambi i
casi, la curiosità di vedere se
anche sotto terra le piante
hanno prodotto patate in abbondanza. Lo si scoprirà nei
giorni prossimi, quando inizierà la raccolta. E.Z.
Nelle foto, patate a grappolo
a Cobbaro e la pianta di
Tescari alta più di due metri.
Per festeggiare il trentennale di rifondazione, la banda musicale “Alberto Ronzani” di Lusiana
ha proposto due concerti estivi. Alle 21 del 23 luglio ha eseguito una serie di brani nella
piazzetta del Palazzon in una serata intitolata “Provando sotto le stelle”. Il 31 luglio, in piazza
IV Novembre, la banda del presidente Gianni Passuello Berti, diretta dal maestro Claudio
Villanova, ha offerto un concerto intitolato “Note d’estate”. La banda “Ronzani” ha visto recentemente l’entrata di 10 nuovi allievi ed è seguita da due nuovi maestri di Conservatorio. E. Z.
I giocatori del Vicenza
alla prova del
calcio balilla
Al termine del ritiro
di Gallio i giocatori
del Vicenza calcio
sono stati ospiti del
club biancorosso
“Mario Ronzani”
nella sede del ristorante Conca Verde e
tanto per stare in allenamento si sono
dati al calcio balilla.
E.Z.
Nella foto Sgrigna,
Margiotta e Tulli in
azione.
La compagnia “Lampo ai piedi”
nella storia di Nane Pandolon
La storica compagnia teatrale “Lampo a piedi” è tornata
alla ribalta al teatro Comunale alla fine di luglio mettendo
in scena una gustosa commedia di Carlo Frello dal titolo
“Vita morte e miracoli de
Nane Pandolon”. Il lavoro ha
riportato alla ribalta i sentimen-
ti e i valori di una volta che ai
tempi nostri vengono messi da
parte. Il personaggio principale
è “Nane pandolon” interpretato
da Stefano Lupato a cui ruotano
attorno un sacerdote, Antonio
Cantele (Toni Veraro), un angelo (Agustina Bozic), un dottore (Denis Cogo), Torquato,
un gigolò (Gaetano Tescari),
uno strillone (Loriana Busa) e
altri personaggi minori interpre-
tati da Emma Tedesco, Michela Nicolini e Annabel
Tescari. Domenica 9 agosto si
è svolta la seconda replica con
successo e viste le richieste la
compagnia ripropone per sabato sera, 22 agosto, alle 21 la
terza replica sempre al teatro
Comunale di Lusiana prima
de esibirsi in altri centri
dell’Altopiano e della Provincia.
E.Z.
Il prete Antonio Cantele (Toni Veraro) e Ruffina (Emma
Tedesco) in scena.
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
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Un piccolo museo a Valle di Sopra
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Festa del capitello in via Bose
Raccolti oltre mille euro per l’asilo parrocchiale
Tratta della civiltà rurale locale ed è stato curato da Egidio Abriani
In occasione della festa della Madonna
della Neve di Valle di Sopra a Lusiana, è
stato realizzato un museo della civiltà rurale locale curato da Egidio Abriani. Il
museo è stato ricavato nei locali retrostanti
la chiesa e comprende foto antiche della
zona e attrezzi che venivano usati un tempo per lavorare i campi e il bosco. Un angolo è dedicato alla lavorazione della paglia. E’ stato ricostruito in scala un mulino con annessi, in movimento, i
marchingegni per la lavorazione del ferro, della farina e dell’orzo. Ricostruiti anche pozzi e fontanelle della zona. E.Z.
Settino, i lusianesi fanno man bassa
Al “Tacabanda” si è svolto il decimo “Master del barbiere” di settino, giocato con il
sistema escogitato dal barbiere Sergio Pesavento di Lusiana che prevede l’inserimento
anche dei singoli giocatori che hanno perso una gara al meglio delle cinque partite. Ha
vinto Luca Ronzani di Lusiana che ha battuto in finale Mariano Mosele di Asiago. Terzo
si è piazzato Ruggero Ronzani, quarto Franco Boscardin, entrambi di Lusiana.
Il giorno di Ferragosto, come da 12 anni a questa parte, in via
Bose di Lusiana si è svolta la “Festa del capitello” che ha
visto i fratelli don Valentino e don Lorenzo Grigliante celebrare la messa. Con un nutrito rinfresco si è svolta anche la
classica raccolta di fondi tramite la “stima della porchetta” e
la lotteria di beneficenza che ha visto la raccolta di 1.034
euro che sono state consegnate al parroco di Lusiana, don
Valentino, per l’asilo parrocchiale.
E.Z.
A Lusiana la prima simultanea di scacchi
Il comitato genitori Scuole
Lusiana, in collaborazione
con il circolo scacchistico
Altopiano e con il circolo
scacchistico di Marostica,
organizza, con il patrocinio
del Comune di Lusiana la “1^
simultanea di scacchi Città di
Lusiana”. La manifestazione
si svolgerà dalle 15,30 di sabato 22 agosto in via Roma
a Lusiana ed è aperta ad una
trentina di giocatori (lusianesi
e ospiti) che “masticano” di
scacchi. Tutti gli scacchisti
saranno sfidati contempora-
neamente (in simultanea) da
un grande giocatore di scacchi. Sarà infatti ospite il maestro internazionale Carlo
Rossi. In caso di cattivo tempo le gare si svolgeranno nella sala consiliare del
Palazzon. E.Z.
Teo, segugio da primo premio
A Monte Corno si è svolta
la gara per cani da seguita
che ha visto la partecipazione di 250 segugi in due
giorni, organizzata dai
“Segugi & seguisti”, sezione altopianese. Nella classe singolo, ha vinto il cane
Giuliano e la figlia Rosalba Faccin con i giudici alla premiazione
Al bar “Fina” di Asiago si è svolto il “Quarto trofeo di settino all’aperto” che ha visto in
lizza 32 coppie. L’hanno fatta da padroni i settinisti di Lusiana che, come gli anni scorsi, si
sono insediati nelle prime posizioni del podio. Ha infatti vinto la coppia formata da Francesco Cantele e Giampaolo Grazian (Pippo e Perfua) e come seconda coppia si è classificata l’accoppiata Angelo Frello e Luciano Ronzani (Issa e Sacheta). Terza posizione per
il duo Franco Rigoni e Andrea Mosele. Quarta si è classificata una coppia di Foza formata da Antonio Gheller e Riccardo Oro. E.Z.
Teo di Mario Lunardi con
35 punti e un !”buono”!.
Nelle coppie, ha vinto Giuliano Faccin con Olga e Brina, condotti dalla
figlia
Rosalba
Faccin che ha totalizzato 40 punti e un
giudizio “molto buono”. Per la categoria “mute”, ha prevalso Giuseppe de
Agostani con Pina,
Lea, Fiume e Bosco che ha totalizzato 40,5 punti e un
giudizio “molto buono”.
E.Z.
Quindici squadre per il Memorial Pasin
A Valle di sopra si è svolto il torneo di calcetto
“2.° memorial don Antonio Pasin” che ha visto in
lizza 15 squadre suddivise in due gironi, organizzata dai “Boce della
fontanella” di Valle di
Sopra di Lusiana. Ha vinto la compagine della
“Locanda Centrale” di
Lusiana che ha prevalso
per 2 a 0 (reti siglate da
Alessandro Miotti) nella
gara finale sulla “Clinica
del sorriso” di Tiene. Al
terzo posto la formazione
dei “Mitici della Valle di
Sopra” che ha piegato di
misura l’inquadratura del
“Salcedo City”.
E.Z.
Soffitto cemento armato
Calzasri anti-scintilla
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l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
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18
Stufa
Forti dell’Altopiano di
Asiago e degli Altipiani
trentini a confronto
La prima cosa che salta all’occhio, dopo una visita accurata in alcuni dei forti di
entrambi gli schieramenti, è
la presenza del cemento armato in quelli austro-ungarici
e la sua totale assenza in
quelli di casa nostra. Si sa
che da noi quanto rimasto in
piedi è stato smembrato dai
recuperanti dagli anni ’20 del
secolo scorso in avanti, per
estrarre le parti metalliche
dalle strutture murarie. Questo vale anche per le cupole
sovrastanti a protezione dei
cannoni, letteralmente fatte a
pezzi, per estrarle e poi venderne il metallo. Il recente
rifacimento del forte di
Campolongo, quello in corso
di forte Interrotto e quello sistematico da parte dei proprietari, di forte Corbin, consentono comunque di farsi
un’idea ben precisa della
macchina bellica approntata
per l’evento mondiale dal
nostro genio militare. Anche
i forti trentini sono stati svuo-
tati dai recuperanti, all’infuori
del Belvedere di Lavarone:
ho appreso, leggendolo su
una tabella di forte Belvedere o Gschwent, l’ordine scritto del nostro re, Vittorio Emanuele III, per cui, quel particolare forte non andava
smontato del metallo, in
quanto opera di alta ingegneria e quasi...d’arte! Strano
che per nessuno di quelli di
casa nostra, si sia pensato di
applicare altrettanta tutela,
aldilà delle oggettive condizioni. Successivamente, le
amministrazioni consentirono
l’asportazione, perchè i tempi erano duri, ciononostante,
le strutture principali rimasero integre. Il nostro fuoco
poi, aveva fatto danni insanabili, basti visitare il
Busaverle a Vezzena, mentre allo Geschwent di
Lavarone, costruito a “prova di bomba”, le strutture
hanno resistito all’usura del
tempo e un sapiente
recupero (prima da parte dei
proprietari negli anni ’70 ’80, poi da parte delle Amministrazioni), le ha riportate
allo statu quo. Ci è stato riferito che si sarebbe potuto
benissimo andarci a vivere,
finita la guerra, tanto buono
era lo stato di conservazione
di alloggi, servizi e impianti
tecnici: tutto era perfettamente funzionante. Certo è che
visitandolo, ti pare di vivere
la guerra in prima persona.
E non solo per l’abile e
ultramoderno allestimento di
effetti digitali acustico-visivi, di cui tutta la struttura è
stata dotata (con tanto di
deflagrazioni, ordini in tedesco, personaggi in divisa
d’epoca); c’è proprio qualcosa di compenetrato nei muri,
nella roccia: assieme all’umidità persistente percepisci la
paura, la fatica, il sangue.
L’effetto spettacolare delle
location è pari a quelli contrapposti e la Valdastico è un
fondale perfetto. C’è da
chiedersi come abbiano fatto a costruirli, così appollaiati
sulla roccia e poi a viverci,
magari con 4 metri di neve!
Il forte Verena, anche per la
sua posizione, era considerato
imprendibile: caso volle che
un piccolo proietto nemico,
facesse
saltare
la
santabarbara, rendendolo inservibile. Valutando invece
forte Corbin, il meglio attrezzato strutturalmente per
l’epoca e il meglio conservato (anche grazie al fatto che
Pareti in cemento armato
in realtà non vi è stato sparato quasi colpo, essendo stato abbandonato dai nostri
dopo il crollo del ponte di
Roana nel maggio del ’16 con
la Strafexpedition, occupato
per un mese dal nemico e
subito abbandonato, in quanto privo ormai di valore strategico, quindi da noi
rioccupato solo come magazzino), si possono rilevare varie correlazioni. Intanto, il
fatto che a livello
architettonico (nel Belvedere meno, poichè è la fortezza più moderna e tecnologica arrivata quasi intatta fino
a noi), tutti i forti hanno uno
stile medioevale, con tanto di
castello, di cofano e fossato
di gola, di piazza d’armi,
casamatte e fortini, che farebbero pensare che dal ‘500
in poi, nella penisola, di
fortificazioni ne siano state
costruite ben poche. A livello tecnico poi, simili i blocchi
delle batterie e le postazioni
delle mitragliatrici e i vari sistemi di comunicazione interna/esterna; solo, più sofisticati quelli nemici, proprio grazie all’istallazione del telegrafo ottico, che permetteva la
comunicazione fra i forti, con
sistema Morse ottico, attraverso fasci di luce, come in
marina e l’adozione, per ogni
settore di: linea telefonica,
citofono acustico, condotti
per le stufe, latrine. All’interno dei fortini e delle batterie
nemici, in dotazione, contro i
gas emanati, bombole di ossigeno. Curiosità in comune:
l’uso di calzari di corda, nei
pressi delle batterie e delle
munizioni, per evitare strofinii a rischio di scintilla, di cui
nella parte musiva del
Gschwent si conserva un
campione, oltre al sistema
parafulmini, che ricopriva i
forti come una gabbia di
Faraday e che scaricava a
terra. Tutti i forti erano inoltre dotati di cupole lenticolari
(nelle aree di sparo a copertura dei cannoni), che sia a
Campolongo (in cemento) sia
a Lavarone (in ferro), sono
state ricostruite. Altro aspetto
comune, che si rileva oggi
solo da immagini d’epoca:
l’allestimento sui fianchi scoperti dei forti, di file e file di
cavalli di Frisia e filo spinato,
di cui non rimane traccia. Lo
stesso vale per la sagoma
esterna delle strutture, sempre rotondeggiante, per
impattare di meno i proiettili
e nel contempo seguire al
meglio la linea delle roccie ed
elevare la mimetizzazione. Il
forte Belvedere era inoltre
servito da una sorgente attraverso una condotta nella
roccia a 200 mt dall’entrata,
che alimentava le vasche di
contenimento all’interno.
(Nei nostri, compresa la postazione di Bocchetta
Portule, in captazione, l’acqua era fatta salire con pulegge idrauliche e poi inviata
con teleferiche alle prime li-
nee,
come
quella
dell’Ortigara. A Campolongo
c’è tuttora una vasca di raccolta nei pressi della
fortificazione, come anche in
molti altri punti delle linee italiane in cui esisteva una sorgente). Nelle costruzioni militari di entrambi gli schieramenti, un grosso gruppo
elettrogeno alimentato da un
motore diesel e benzina e un
compressore (di cui a
Lavarone rimangono visibili
la base di cemento armato e
il condotto per il raffreddamento e la fuoriuscita dei
fumi), rendevano le strutture
completamente autonome.
Anche l’energia elettrica di
riserva era ivi prodotta da un
grossa batteria di accumulatori. Ma non c’è niente da
fare: la tecnologia e la tecnica bellica austro-ungarica ci
era nettamente superiore,
impressioni che ti vengono
non solo visitando il Belvedere di Lavarone, ma anche
andando a vedere le
postazioni scelte per la difesa del sud-Tirolo e del lago
di
Garda, come la
fortificazione di Nago, il
fortino di Riva, gli sbarramenti della Valsugana, il forte sul Tonale, l’osservatorio
dello Spitz di Levico, i forti di
Folgaria.
Noi eravamo più aggessivi,
più spacconi, andavamo all’attacco; loro più organizzati, più disciplinati, a simbolo
delle mentalità che ancor
oggi ci contraddistinguono.
Se non fosse stato per lo
sfondamento del fronte russo, che ha richiamato dalle
linee a sbarramento della pianura padana quasi tutte le risorse austro-ungariche, c’è
da chiedersi come quella
guerra abbiano potuto perderla.
Info
Lavarone:
www.fortebelvedere.org
0464/780005 – Asiago: IAT
0424/462221
Beppa Rigoni Scit
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Sabato 22 agosto 2009
ARTE
Lunedì 17 agosto è morto
Tullio Kezich, se n’è andato all’età di 80 anni,
esalando l’ultimo respiro
nella sua casa romana.
Giornalista, scrittore ,
scenografo, critico cinematografico, sono solo
alcune attività per cui il
poliedrico uomo di cultura triestino sarà ricordato. Fu apprezzato autore
di decine di pubblicazioni, fra il 1962 e 1964,
con tanti personaggi di
spicco della “culture”
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
L’addio a Tullio Kezich
Intellettuale di cinema e teatro
milanese, diede vita alla
produzione indipendente
della «22 dicembre» collaborando alla realizzazione
di alcuni film di registi
esordienti, molti dei quali
firmati come produttore.
L’accostamento
all’Altopiano non è fuori
luogo, Kezich era legato a
questa terra dalle amicizie
e dai soggiorni trascorsi in
compagnia di Ermanno
Olmi e Mario Rigoni Stern,
da cui nel 1969 scaturì la
sceneggiatura del film “I
Recuperanti”. Per ben 62
anni (1946-2008) fu gior-
nalista e critico accreditato alla Mostra del Cinema
di Venezia, nonché collaboratore stimato di Panorama, Repubblica, Sipario e firma storica tra le
pagine del Corriere della
Sera. Nell’introduzione
ad un suo libro del 1983
Kezich scrisse: “Andare
al cinema è un piacere,
andare molto al cinema
può diventare un vizio
(ma le statistiche avvertono che è ormai vizio poco
diffuso e da vecchi vizio-
Pro-Loco Treschè Conca estate 2009
Brandelli di storia del nostro passato
Circa quattrocento persone hanno assistito alla rappresentazione in uno scenario incantevole
Anche quest’anno grande
successo ha riscosso la compagnia il “filò dai Sèja” con
la rappresentazione del “El
Testamento” raccontato dalla gente di Treschè Conca:
storie e racconti d’altri tempi
messi in scena in chiave ironica con l’accompagnamento
del Maestro Pierangelo
Tamiozzo. Il gruppo
amatoriale “Il filò dai Sèja” è
nato tre anni fa, con la nascita del (HOGA ZAIT) Festival
Cimbro da parte del Comune
di Roana. La storia di questo
gruppo è un salto indietro nel
tempo. Lo scopo è il recupero
è la proposta di storie e fatti
“de Sti ani”. Il bello di questo
gruppo è l’unione di persone
d’età ed estrazione sociale diverse in un unico interesse. Il
divertimento! La replica
della prima si è svolta il giorno
nove agosto alla presenza di
un numeroso pubblico che ha
risposto con ripetuti applausi
all’interpretazione degli interpreti che pur non essendo dei
professionisti hanno saputo
dare il meglio del loro repertorio.
Il tema è stato un pò condizionato dalla data proposta dagli
organizzatori del Festival, “venerdì 17 luglio”. La storia è
improntata sulla sfortuna che
questo numero nefasto, condita con l’intrigo di un testamento che doveva essere letto dal notaio nella famiglia proprio in quella sera con uno dei
pretendenti dell’eredità tornato
appunto dall’America lusingato dalla promessa dello zio
Checo. Il defunto da sempre
gli aveva promesso che lo
avrebbe ricordato nel suo testamento. La delusione di
Mario figlio di Guglielmo fratello del defunto al quale è
andata la preziosa “bigolina”
La conclusione, amara per tutti
perché secondo le ultime volontà testamentari “del
Checo” in italiano Francesco
la casa e il bosco andavano
alla chiesa e alle suore dell’asilo per i voti fatti a S. Luigi
e Sant’Antonio in momenti di
pericolo. Il personaggio che
ha tratto beneficio da tutto
questo è stato il notaio pagato profumatamente, grazie un
empirico sistema di conteggio, messo in atto dal suo perfido assistente. Il notaio ha
terminato con una dotta citazione, che per essere veramente devoti nella vita
bisogna fare ameno do
voti “intesi religiosamente”
La conclusione naturalmente in musica la tratta l’amico della Compagnia dai Sèja
Pierangelo cantando: La morale de tutta sta storia: “ che
“L’Altopiano dei Sette Comuni”
600 pagine di natura, storia, morfologia, tradizioni, dedicate a Patrizio Rigoni
Al Teatro Millepini si è tenuta
nei giorni scorsi, la presentazione del libro: “L’Altopiano dei
Sette Comuni”, il compendio più
completo che mai sia stato pubblicato sul nostro territorio. Nato,
quasi per gioco, in casa del compianto Patrizio Rigoni, con “le
gambe sotto la tavola” e Mauro
Varotto ospite: proprio lui, ne ha
raccolto e fatta sua la volontà.
Un’opera poi divenuta enciclopedica, che ha richiesto oltre 3
anni di lavoro, la selezione di migliaia di immagini (di Roberto
Costa, Pierluca Grotto, Daniele
Zovi, etc.), la lunga ricerca storico-bibligrafica e topografica, la
stesura dei testi e quant’altro
necessiti il produrre un lavoro di
tale portata. E’ peraltro un libro
bellissimo, cui ti accosti con timore quasi reverenziale, ma se
ami l’Altopiano, non puoi non
leggerlo. (E’ in vendita in tutte le
19
librerie, anche se la promozione
viene come sempre, dalla sapiente regia di Paola Brazzale di
“Giunti al Punto”). Tre i relatori,
presentati dal Sindaco Gios che
ha aperto l’incontro: Mario
Isnenghi, Mauro Varotto e Dario
Zampieri, referenti rispettivamente in merito all’aspetto socio-culturale, rappresentato dalle caratteristiche degli autoctoni,
dalla reazione “a chi viene e di
chi viene da fuori”, dalla storia tra le due guerre, dal
profugato, dalla ricostruzione;
alla progettazione e alla realizzazione appunto, dell’opera; all’aspetto geomorfolgico dell’area. Il volume tratta in modo
circostanziato di tutti gli aspetti
del territorio, visto sia come contenitore che come contenuto: di
quello fisionomico, dei paesaggi,
degli ambienti animali e vegetali, della storia dalle origini ai gior-
ni nostri, di quello economicocommerciale passato e presente, delle guerre, del turismo, dell’uso e abuso del territorio (comprese le attività estrattive), degli
usi civici, della tradizione e della
leggenda. Compendio, dunque:
pensi di trovarci un fungo? C’è.
Pensi di trovare una marmotta?
C’è. Pensi ad una nevicata?
C’è. Pensi a un soldato in guerra? C’è. Pensi alla pianura? C’è...
Mai opera letteraria e fotografica sull’Altopiano è stata più completa ed informativa ma al
contempo chiara e di facile lettura, anche se la sua “mole”,
dapprincipio spaventa. Di certo
attraente per chi ama e conosce
storia e natura locali, perchè ha
ascoltato, letto, vissuto di persona, per chi conosce e si riconosce e che di certo invoglierà anche chi di Altopiano, sapeva
poco o nulla. Beppa Rigoni
se vinsa che se perda, meio
fare baldoria….e senza dire
strambotti…bevarghe sora
quattro goti!!!!!
Complimenti a tutta la compagnia per il successo avuto
anche quest’anno grazie alla
loro fantasia.
Panozzo Silvio Tile
Tullio Kezich e Andreino Carli alla presentazione del film I
Recuperanti, Asiago 19 dicembre 1969
si vorremmo aggiungere
ahimè). Vedere un buon
film può alzare il tono di
una serata, dare gioia e
magari provocare intorno
al televisore nuove curiosità e discussioni interes-
santi; ma saltabeccare da
un canale all’altro manovrando nevroticamente il
comando elettronico ci
manda a letto frastornati
e insoddisfatti”.
G.D.F.
8
Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
20
Finito l’incubo diploma, comincia
quello delle scelte universitarie
“Sono Gossip Girl, l’unica fonte di notizie sulle vita scandalose dell’élite di Manhattan...”
No, in realtà no, ma da quando
gli esami sono finiti, tra lavoro
e festine varie, resta sempre il
tempo per bruciare un po’ di
neuroni davanti al pc. Nel mio
caso, i siti di telefilm on
streaming hanno avuto la meglio sui libri di filosofia, biologia, chimica e fisica. Ma in
compenso sto imparando un
sacco di slang americano...:)
Niente più compiti delle vacanze, nessun debito da
saldare...era da tanto che aspettavamo quest’estate, no?
Tuttavia, per i neodiplomati
come la sottoscritta, c’è lo stesso una cosa di cui preoccuparsi:
la fatidica scelta post-diploma.
Quella che magari avete aspettato dal secondo giorno delle elementari (solo perchè il primo
di solito si giocava e basta),
quella sotto cui ci vedete scritta la parola “LIBERTÀ” a caratteri cubitali. E che ora, magari, vi crea un’angoscia mostruosa... C’è chi ha deciso già
da piccolo, chi riprende in
mano alternative abbandonate
nel corso degli anni e chi ancora non ha la minima idea di
cosa rispondere quando gli
adulti affondano il coltello nella
piaga chiedendo con un ghigno:
“Allora, che farai adesso che
hai finito la scuola?”
La parola chiave è orientamento, che in genere viene fatto per
primo nelle scuole. Incontri
collettivi, in cui vengono pre-
sentate le facoltà e il funzionamento dell’ateneo sotto il punto di vista burocratico, ma per
procedere nella scelta, il percorso da fare è certamente individuale. Prima di tutto, Matrix insegna: “TEMET NOSCE”.
Conosci te stesso. Il primo passo è valutare le proprie aspirazioni, i propri interessi. Magari
può sembrare una cosa scontata da dire, ma in realtà non lo
è. È facile farsi influenzare
quando ci sono mille pareri
discordanti, che non aiutano
certo a trovare una soluzione
definitiva nella confusione che
si ha in testa. E so come ci si
sente a smarrire la strada quando ci si trova davanti a
un’espressione che sembra dire
“Ah, ma allora vai a laurearti in
Scienze delle Barbie...” Alla fine
è una scelta importante, e non
deve dipendere da nessun altro
se non il diretto interessato.
Anche se fosse davvero Scienze delle Barbie. Se comunque
ancora non si ha un’idea precisa del campo in cui ci si vuole
impegnare, in rete si trovano
centinaia di test più o meno
affidabili per capirlo, tra cui
quello proposto da Almalaurea
(http://www.almalaurea.it/lau/
orientamento): illuminante per
chi non ha neanche un’idea riguardo il proprio futuro, decisivo per chi ha solo bisogno di
una conferma. Nei siti dei vari
atenei ci si può anche mettere
alla prova con i test d’ingresso
degli anni precedenti alle facoltà a numero chiuso: il tempo
messo a disposizione non basterà sicuramente per svolgere
una prova decente, ma se non
altro ci si rende conto del genere di richieste in cui ci si può
imbattere. :)
Il secondo passo è il colloquio
individuale, possibilmente
nell’ateneo o negli atenei
prescelti. Molto spesso mi rendo conto che la scelta della città in cui studiare precede la
scelta della facoltà, per questioni vincolate alla minor distanza
da casa: pur essendo di parte,
credo che l’ideale sarebbe scegliere la città in funzione di ciò
che si vuole studiare e di COME
lo si vuole studiare.
Infatti ci sono classifiche annue che, facoltà per facoltà,
mettono in fila le migliori università italiane, basandosi sulla
qualità del’insegnamento o delle
strutture. La più famosa (e di
conseguenza la più criticata) è
quella del Censis, reperibile molto facilmente in qualsiasi forum
studentesco.
Ultimo passo? Quello decisivo:
preiscriversi, sostenere l’eventuale prova e attendere la risposta. E una volta ammessi, considerare le borse di studio, tra
cui segnalo il progetto Diamogli
Credito
(www.diamoglicredito.it), che
premia gli studenti diplomati
con un voto uguale o superiore all’80/100.
Le scelte degli studenti
altopianesi
Ora che il tempo per le
preiscrizioni è praticamente terminato, ho chiesto ad alcuni
coetanei altopianesi di rispondere a qualche domanda riguardo la loro “ora delle
scelte”...mezzo utilizzato?
Facebook, naturalmente, dove
tutti sono reperibili 24 ore su
24. Ma tra l’iscriversi a gruppi
antiemo, antidequa e antidelà,
oltre agli aggiornamenti
ossessivi riguardo i propri stati
emozionali, i miei conterranei
non hanno trovato nemmeno
un secondo (diciamo così) per
considerare vagamente l’idea di
rispondere, salvo due o tre (su
esattamente 63 persone contattate). Fortunatamente, qualcun
altro l’ha fatto, ed ecco cosa è
emerso dal sondaggio rivolto
anche a chi già frequenta l’Università:
“Io ho deciso per l’anno
sabbatico, ora è un casino con
gli appartamenti a Verona, dove
vorrei andare a fare grafica pubblicitaria...”
“Ciao! Io ci sto pensando e non
so assolutamente che fare, anche perchè non so quanto tempo
ho
ancora
per
decidermi...ma non so proprio
se andare a Trento o a Venezia
o
dove,insomma,un
incubo!haha”
“Allora,vediamo...io ho scelto
lingue e culture per il commercio internazionale a Verona ormai da più di un anno..ho scelto questa facoltà perchè mi
prendevano molto le materie,
ma anche perchè offre molte
possibilità lavorative..per quanto riguarda la città a me non
importa k sia Padova o Verona, ho scelto Verona semplicemente perchè a Padova non
esiste questa facoltà...poi riguardo ad influenze dei
genitori,posso dire di aver scelto autonomamente senza sentirmi obbligata..infine dire che
l’anno sabbatico sia una buon
cosa peri ancora è confuso ma
siccome io mi sento sicura della
mia scelta,non mi fermerei un
anno poichè poi è dura riprendere a studiare...”
“Beh io mi sono diplomato nel
2008 ed ho frequentato il primo anno di Ingegneria a
Vicenza sotto l’università di
Padova. Frequento ingegneria
meccatronica perché ho voglia
di studiare qualche cosa di nuovo ed innovativo...”
“Alla fine ho scelto per
infermieristica a Vicenza (esame d’ammissione permettendo)... la mia scelta è ricaduta lì
per due motivi principali: uno
perchè è vicino a casa e quindi
facendo avanti e indietro posso anche lavoricchiare e due
perchè c’è tanta richiesta di infermieri.. vista la crisi che c’è
meglio studiare un paio d’anni
per avere poi un posto sicuro...”
“Anch’io ho valutato GLI
SBOCCHI LAVORATIVI e anche la VICINANZA.. ma, cosa
molto importante, il mio corso
di non è sovraffollato come a
Padova o Milano... sono corsi
da 50-60 persone.. le lezioni si
seguono bene...al contrario di
amici a Padova che se non arrivano in aula ore prima della
lezione si trovano in fondo e
non leggono e sentono niente
della spiegazione...
Studio all’Università di Padova, ma il mio corso di INGEGNERIA MECCATRONICA lo
fanno solo nella sede staccata
di Vicenza...ho finito il terzo
anno, e sto facendo gli ultimi
esami incubo che ho lasciato
indietro per puntare ad una
media alta! a ottobre comincio
la specialistica, sempre a
Vicenza di meccatronica, ma x
entrare ci vuole un voto minimo di 90/110 della triennale!!
Per quello devo favorire la media alta più che la quantità di
esami! :)
Ma è un incubooooooo!!!” Se
pensavamo che l’incubo fosse
finito insieme all’ultimo giorno
di esami, dobbiamo quindi ricrederci? :)
A questo punto non mi resta che
augurare a tutti coloro che devono sostenere le prove di ammissione in bocca al lupo...e
salutarvi come farebbe Gossip
Girl... “xoxo!”
Iceskater
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Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
21
In attesa dell’ufficializzazione della Migross come nuovo main sponsor
HOCKEY
L’Asiago puo’ pensare in grande
Qualità ed entusiasmo per la nuova squadra - L’analisi del preparatore atletico Raffaele Tendi
C’è un alone di grande entusiasmo “dentro e fuori” il
nuovo Asiago 2009/10; si è
ravvivata la fiamma degli
estimatori di questo sport ed
in piazza parlare di hockey è
tornato ad essere normale.
La caccia allo scoop, alla
novità, alla notizia in anteprima è tornato ad essere
“sport nello sport” e così, fra
chiacchiere da osteria e notizie fondate, ci si prepara
con crescente curiosità e fiducia alla nuova stagione.
Di fatto si sa ancora poco di
ufficiale su quello che sarà il
lotto dei nomi nuovi (rispetto
al 2008/09) della squadra di
coach Harrington, anche se
le indiscrezioni raccolte e già
rese note dovrebbero (condizionale tuttora d’obbligo)
essere almeno in buona parte presto confermate dalla
dirigenza giallorossa.
Nemmeno il capitolo dello
sponsor che grifferà le maglie giallorosse 2009/10 è stato chiuso; attesa ad ore
(quando scrivo) la firma del
contratto, l’anticipazione attendibile (pur se ancora ovviamente ufficiosa) è che
dovrebbe trattarsi della
Migross
S.P.A.
di
Bussolengo (VR), l’azienda
dei fratelli Mion “nata negli
anni ’70 come naturale
sviluppo delle antiche tradizioni di famiglia, che
opera nel settore alimentare fin da inizio secolo” e
che oggi vanta una rete di
vendita formata da 3
cash&carry, 40 supermercati e 50 superette ad insegna
John Di Pace
potrebbe essere
tra i nuovi
rinforzi
giallorossi
Fresco Mio sparse in tutto il
nord Italia: Veneto, Trentino
Alto Adige, Lombardia ed
Emilia Romagna.
Dopo A&O ed Emisfero
(marchi della famiglia
Cestaro) non cambierebbe
(condizionale ancora d’obbligo) così il settore
merceologico, quello della
distribuzione alimentare, a
cui si appoggiano i destini ed
il futuro dell’hockey
asiaghese.
Se non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci col
nuovo allenatore (lo faremo
presto, penso, in un’attesa
conferenza stampa); ci parla di lui e di questa preseason Raffaele Tendi,
preparatore atletico dei
giallorossi ormai da un decennio, particolarmente motivato
e
convinto
“Harrington è un uomo
fantastico ed anche come
allenatore ha già fatto vedere di sapere il fatto suo.
Determinato, punta decisamente in alto e non ho dubbi sul fatto che saprà gestire al meglio la squadra
anche nei momenti di pressione. Ha trovato qualità
nei nostri ragazzi di cui è
contento, anzi entusiasta.
Con loro stiamo già svolgendo un intenso programma di preparazione ed ora
andiamo anche sul ghiaccio una volta al giorno;
anche per i non più giovanissimi erano stati preparati programmi di lavoro
<personalizzati> che sembra stiano producendo
buoni risultati; ho sentito in
questi giorni Lehtinen, ad
esempio, e mi ha detto che
da molti anni non si sentiva già così in forma”.
Gli stranieri arriveranno tutti
fra fine agosto ed i primi di
settembre (l’ultimo dovrebbe
essere Dave Borrelli a cui
facciamo i nostri migliori auguri visto che, nella settimana pre-ferragostana, si è sposato con Mindi) ma il discorso cade sugli asiaghesi
“Come ho detto John
(Harrington) ne è stato favorevolmente colpito; io mi
attendo, specie dai più giovani, una grande risposta
e mi aspetto un netto salto
di qualità ed una dimostrazione di quelle qualità che
indubbiamente hanno”.
“Sono sicuro – ha concluso
il popolare <Raffa> – che
quest’anno, raccogliendo i
frutti di quanto abbiamo
seminato di buono (pur
spesso masticando amaro)
nelle ultime stagioni e torneremo a divertirci ed a toglierci non poche soddisfazioni”!
Altra notizia ufficiosa è quella
che vuole Franco Vellar,
43enne ex attaccante
giallorosso per quasi vent’anni e capitano dell’Asiago dello scudetto, chiamato sulla
panchina a fare da allenatore in seconda ad Harrington;
mossa interessante nel dichiarato obiettivo di valorizzare le risorse umane disponibili in loco e per programmarne un sempre migliore
utilizzo nell’interesse dell’hockey di casa nostra.
Sfuma invece la paventata
ipotesi di vedere il 22enne
attaccante oriundo Vince
Rocco ad Asiago; nei giorni
scorsi, infatti, è stato annunciato il suo ingaggio da parte
Circolo Pattinatori, una stagione
proprio ricca di soddisfazione
Un terzo posto di Mariachiara Carli alla gara internazionale
“Coppa dell’Amicizia” dove Ilenia Rossi e Giulia Povoledo
si sono classificate entrambe al 7° posto nelle rispettive categorie e dove Diletta Busin ed Elisa Leone si sono piazzati
ottimamente.
Nel campionato Triveneto Free, con la sommatoria delle
quattro gare a cui hanno partecipato, Elisa Leone si è classificata al primo e Diletta Busin al terzo posto della categoria
esordienti, Marta Stefani al 4° e Giulia Povoledo al 5° posto
della categoria principianti mentre Ilenia Rossi si è classificata prima nella categoria novis A imitata da sua compagnia
di squadra Martina Rossi nella categoria novis B ed infine
Giulia Panozzo si è classificata al 3 posto nella categoria
juniores.
Sono solo alcuni dei risultati prestigiosi che gli atleti del Circolo Pattinatori Asiago hanno raccolto nella stagione agonistica appena passata. Un gruppo di giovani promettenti che
si apprestano ad iniziare la fase preparatorio in vista della
stagione agonistica prossima.
“Essendo alle porte di una nuova stagione, per riconoscenza
verso gli atleti, le maestre ed i collaboratori della società
sentiamo il dovere di elencare i risultati raccolti nella stagione passata, una stagione ricca di soddisfazioni soprattutto
perché nuovi giovani si sono cimentati con successo nelle
competizioni,” spiegano i dirigenti del CPA.
“Anche nelle gare intersociali i successi non sono mancati –
spiega il presidente Giambattista Forte – Ad Alleghe Erica
Ambrosini e Diandra Tumolero sono risultate rispettivamente 1° e 2° nella categoria fanciulle mentre a Feltre Giacomo
Costa ha conquistato il primo posto nella categoria fanciulli
emulato da Valentina Vellar nella categoria fanciulle trovando sul secondo scalino del podio la compagna Diandra
Tumolero. Primo posto anche per Luca Dalle Molle e buoni
piazzamenti per Giada Leone, Giada Baù, Denise Rossi e
Valentina Barbara.”
Nella gara nazionale Open di Cavalese si sono distinte
Mariachiara Carli, Ylenia Rossi e Giulia Panozzo a cui si aggiunge un 5° posto conquistato da Elisa Leone al finale di
Coppa Italia svoltasi a Courmayeur. Infine da segnalare il
secondo posto del CPA nel Trofeo Città di Feltre, gara in cui
si sommano i punti degli atleti di ogni società.
“Non vogliamo ridurre il nostro intervento ad un freddo elenco di risultati piuttosto la nostra vuole essere un ringraziamento ai nostri giovani atleti che con costanza e sacrificio
praticano questo sport – dicono i dirigenti – Ringraziamo ancora i genitori che seguendo i loro figli rendono possibile la
nostra attività”.
Gerardo Rigoni
dell’Alleghe. Altro rumors
tutto ancora da verificare per
il mercato è quello che indica come possibile ulteriore
rinforzo giallorosso l’italo
americano John DiPace,
27enne attaccante da 181
cm x 86 kg, nelle ultime due
stagioni nella IHL con Flint
Generals e Muskegon
Lumberjacks (144 partite, 61
reti e 76assist, oltre a 478’ di
penalità).
Infine un’anticipazione sugli
impegni della pre-season;
l’Asiago parteciperà al
“Memorial Bogo”, triangolare che prevede venerdì 18
settembre l’incontro Alleghe
- Valpellice, sabato 19 Asiago
– Valpellice e domenica 20
Alleghe - Asiago (tutte le partite con inizio alle 20,30).
Cesare Pivotto
GOLF
La “Louisiana dell’amicizia”
aiuta i bambini cardiopatici
Nella giornata di lunedì 17 agosto si è svolta al golf di Asiago
una simpatica manifestazione denominata “ Louisiana dell’amicizia “. Alla gara hanno partecipato 160 giocatori che oltre
alla competizione sportiva si sono impegnati nel sostenere le varie
iniziative del dott. Alessandro Frigiola, che attraverso la onlus
“Bambinicardiopaticinelmondo” ( www.bambinicardiopatici.it )
persegue lo scopo di assistere i bambini affetti da cardiopatie,
effettua missioni mediche all’estero, forma medici locali e fornisce apparecchiature e materiali tecnico-scientifici. Prima della
premiazione con una
toccante presentazione, il prof. Frigiola ha
illustrato i progetti principali che interessano
Siria ed Iraq
( era presente il primo
cardiochirurgo
iracheno formato e laureato in Italia ), ed il
progetto presentato all’Aquila all’ultimo G8
che ha avuto l’adesione di 35 Stati per dotare il continente africano di 15 centri
cardiologici di tre diversi livelli di assistenza. Per raccogliere
dei fondi è stata organizzata una lotteria che grazie ai numerosi omaggi messi a disposizione dei tanti amici del prof. Frigiola
ed all’intervento della Brazzale spa (www.brazzale.com ) che
ha omaggiato tutti i partecipanti con una confezione di formaggio “ Verena “ e con la degustazione di Gran
Moravia, ha permesso di consegnare un contributo importante per continuare a dare una speranza ai bambini
cardiopatici nel mondo.
Sergio Vellar
Da sinistra Sergio Vellar, il presidente del Golf Club Asiago
Nereo Sartori e Alessandro Frigiola
La prima squadra classificata
HOCKEY INLINE A1
l’Altopiano
8
Sabato 22 agosto 2009
www.giornalealtopiano.it
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Foto Carlo Dal Sasso
Stadio Odegar, “covo” delle Vipere anche nel 2010
A volte ritornano. E’ il caso degli Asiago Vipers, che anche
nel 2010 disputeranno la fase finale del campionato italiano
di hockey inline Serie A1 allo stadio Odegar di Asiago, generalmente “casa” degli sport del ghiaccio.
Ad annunciarlo, attraverso un comunicato ufficiale, è stato
Fabio Forte, presidente del club più titolato dell’inline italiano. << Dopo l’indubbio successo dello scorso maggiogiugno – spiega nella nota il presidente Forte – in termini
di visibilità e persone avvicinate alla nostra disciplina,
abbiamo riposto ogni scetticismo su questa iniziativa
propostaci inizialmente dal Sindaco Gios. Se, infatti, rimane indubbio che le operazioni di montaggio e
smontaggio della pista, oltre ad avere costi non indifferenti, siano davvero un “lavoraccio”, è altrettanto palese che i benefici che abbiamo tratto da tale trasloco siano superiori alle difficoltà incontrate. Ecco quindi che,
valutati tutti i pro e i contro, abbiamo optato per provare
a ripetere l’esperienza inoltrando con ampio anticipo
una domanda per il periodo che va da metà aprile a
metà giugno del 2010 >>.
Nella realtà le date non sono ancora certe in quanto legate a
quanta strada saprà compiere l’Asiago Hockey nella massima serie del campionato di hockey su ghiaccio, che si concluderà al massimo il 24 aprile 2010 (eventuale gara 7 di
finale).
Ma il presidente dei Vipers guarda oltre gli impegni della
prima squadra e rilancia.
<< La location dell’Odegar – continua Forte – si è rive-
lata ideale per poter ospitare i playoff scudetto del 2009,
ma con l‘inizio anticipato della stagione agonistica abbiamo dovuto prendere in considerazione quanto potesse essere utile trasferirci per la sola, eventuale finale
scudetto (quasi un mese prima) e allora abbiamo deciso
di avanzare in Federazione una sorta di pre-candidatura per poter ospitare le due principali manifestazioni giovanili del nostro movimento: il Trofeo delle Regioni e le
Finali nazionali. Manifestazioni che, al di là del puro
aspetto agonistico, potrebbero avere un importante riscontro in fatto di presenze per la città di Asiago, visto
che oltre all’ampio numero di atleti impegnati (circa 350
nel Trofeo delle Regioni e oltre 500 nelle Finali nazionali) è solitamente “importante” anche quello di genitori e
famiglie al seguito degli atleti di tutte le età e regioni
italiane. 1.200 presenze registrate a Forlì nell’edizione
2009 del Trofeo delle Regioni e 2.000 quelle di Molina
di Quosa nelle Finali nazionali >>.
Numeri importanti, soprattutto se accostati a parole chiave
per Asiago e l’Altopiano come sport e turismo. Numeri e
prospettive che, messi sul piatto della bilancia con un’altra
proposta pervenuta al Comune, hanno esercitato un “peso
specifico” notevole nella scelta di accettare la domanda dei
Vipers. In ballo, nello stesso periodo, c’era anche la possibilità per Asiago di essere sede del raduno di preparazione (incluso un test con la Russia campione del mondo) al Mondiale
della nazionale italiana di hockey su ghiaccio.
<< Lo stadio è una struttura pubblica – spiega l’Asses-
Corsa in montagna
Salto con gli Sci - Gara al Pakstall il 23 agosto
A Gallio l’8° Memorial “A. Pertile”
Mentre si attende un rilancio
asiaghese del salto con gli sci,
lo straordinario sport continua a essere praticato con
devozione e passione da alcuni atleti altopianesi e il nostro territorio proporrà, questa domenica, l’ottava edizione del Memorial A. Pertile e
i Campionati Italiani Femminili-Giovani.
L’iniziativa, organizzata dallo Sci Club Gallio in collaborazione con il Comune di
Gallio, ha indetto per domenica 23 agosto una gara
nazionale giovanile tra i
giovani che praticano le
discipline di Salto e Combinata Nordica, riservata
alle categorie promozionale, ragazzi, allievi e aspiranti; in concomitanza con
il Memorial, si svolgeranno anche i Campionati Italiani Femminili (Giovani)
sul trampolino HS 66.
La gara sarà individuale e
vedrà la partecipazione di
atleti sloveni, austriaci, canadesi e italiani, ma anche
nostrani, a dimostrazione
che la disciplina non è morta, ma che andrebbe rivitalizzata e incentivata.
Il programma della gior-
nata è davvero molto intenso. La domenica dedicata al
salto con gli sci inizierà alle
nove del mattino con la riunione del capi squadra; a seguire si svolgerà il salto di
prova della categoria promozionale e di quella dei ragazzi sul trampolino HS 21.
Dopo le 9:30, seguiranno i
due salti di gara.
Successivamente ci saranno
il salto di prova e i due salti
di gara della categoria allievi
dal trampolino HS 33 e, per
concludere, i salti della categoria aspiranti e dei Campionati Femminili dal trampolino
HS 66.
Per il pomeriggio (ore 14:30),
invece, è prevista la gara di
corsa per la Combinata Nordica: 1 km per la categoria
promozionale, 1.5 per quella
dei ragazzi, 3 km per gli allievi e 4 km per gli aspiranti.
A conclusione della giornata,
si terranno le premiazioni sul
campo di gara.
L’intensa programmazione
per questa giornata, giunta ormai alla sua ottava
edizione, dimostra l’attenzione ancora riservata al salto dal nostro territorio.
Per toccare con mano
l’interesse che suscita
tale sport basterà seguire questa gara; il salto
con gli sci è ancora uno
sport in grado di suscitare curiosità, di stimolare
l’immaginazione, di incarnare le suggestioni
del nostro territorio e
della nostra gente.
Bisognerebbe valorizzare a 360° la nostra coscienza di popolazione e
tenere presenti gli sforzi
sore allo Sport Franco Sella, fautore di questo Vipers bis
all’Odegar – e quindi appartiene ai cittadini di Asiago.
La scelta di accettare la richiesta dei Vipers va ricondotta
a vari fattori: un doveroso riconoscimento ai continui
successi, in campo nazionale ed internazionale, ottenuti
in questi anni, ma anche allo spirito, quasi famigliare,
che anima questo gruppo di persone, che siano dirigenti
oppure giocatori. Inoltre, la proposta dei Vipers di organizzare qui i due più importanti eventi a livello giovanile
per quanto riguarda l’hockey inline potrebbe rivelarsi
davvero importante per tutta la nostra comunità. Due
appuntamenti così, in un periodo non certo di alta stagione come aprile e maggio, garantirebbero benefici tangibili a molte attività commerciali, senza dimenticare la
conferma del ruolo di Asiago quale realtà legata allo sport.
Per quanto riguarda l’altra proposta – conclude Sella – ci è
stato presentato un progetto su base triennale con un considerevole impegno economico da parte del Comune. Non
disponiamo di cifre di quell’entità e così non abbiamo accettato. E’ stata una scelta ben ponderata, nell’interesse
dei cittadini, valutando ovviamente anche i possibili benefici, ma mai come di questi tempi bisogna muoversi con
estrema cautela >>. Gli azzurri dell’hockey su ghiaccio dovrebbero, comunque, calcare il ghiaccio asiaghese in febbraio
(dall’11 al 13) in occasione di una tappa del torneo “Euro Ice
Hockey Challenge” con Italia, Francia, Ucraina ed Austria. Insomma, tra ghiaccio e inline le emozioni, all’Odegar, non mancheranno.
Stefano Angonese
di atleti che, contro l’onda
delle mode, scelgono di praticare uno sport per passione, per soddisfazione personale e non per celebrità o
popolarità come ci insegnano i nostri tempi.
Bisognerebbe non fare passare in sordina quella grande
opera che è un salto con gli
sci.
Le soddisfazioni non mancano; basti pensare all’atleta di
Gallio Michael Lunardi, che
lo scorso 7 agosto si è classificato tredicesimo su
novantadue atleti nella FIS
Cup tenutasi a Predazzo (con
246 punti, a soli sei dal primo
classificato) e quindicesimo
su ottantanove nella gara a
Oberwiesenthal (Germania),
primo fra gli italiani in gara.
I risultati parlano da sé e speriamo che incoraggino le autorità a intraprendere un
cammino di rilancio dello
sport in questione, consci che
la strada non è totalmente in
salita: a rendere più corto il
tragitto è la passione degli
atleti, sono i risultati che essi
ottengono in una disciplina
che di fatto è ancora amata
e seguita.
Martina Rossi
Arriva la 2^ edizione di
PedescalandoRotzo
Dopo il successo dello scorso anno la PedescalandoRotzo
tenta di migliorarsi sul piano tecnico e della presenza
numerica con la sua seconda edizione in programma domenica 23 agosto.
Si va per antichi sentieri dal fondovalle al centro di Rotzo
con due attraversamenti della strada provinciale “del
Piovan” per un totale di 8,4 km e seicento metri di dislivello.
Ammessi alla gara anche gli appassionati del nordicwalking con partenza differita di cinque minuti e classifica a parte rispetto a
quella dei podisti fissata le 10. Cinque le
categorie anagrafiche
ammesse alla prova.
Lo scorso anno fu proprio Marta Fabris
(Gsa Asiago), fondista
di Rotzo, ad inaugurare l’albo d’oro femminile. Fra i maschi ad
emergere su tutti
Dennis Grasselli corridore di Santorso in
forza al Gsa Vicenza.
Ad organizzare la manifestazione , molto
apprezzata sin dal suo
esordio, le Pro Loco
dei due centri con il
supporto degli enti locali altopianesi e
valligiani e di promozione turistica.
Renato Angonese
8
l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
TIRO A SEGNO
Esile ma determinata, un
fisico asciutto ma ben
temprato da palestra e
lunghe corse sui sterrati
di Cesuna, al momento di
prendere la mira la mano
ferma con cui impugna la
pistola ben si allinea con
i grandi e vigili occhioni. Cristina Volpi fa ancora parlare di se a livello agonistico continuando a salire sul podio nelle gare di tiro al bersaglio. Dopo l’esperienza
per il T.S.N. di Asiago e
Thiene, da due anni gareggia per la società
patavina con i cui colori
si è presa belle soddisfa-
www.giornalealtopiano.it
Per Cristina tanti centri in vista
dei Campionati Nazionali Assoluti
zioni ai campionati italiani di Bologna nel 2008: a
giugno di quest’anno seconda classificata a Padova nella “P 10” aria
compressa, un terzo posto
a Verona con la pistola
sportiva calibro 22 mm,
quindi in giugno a Vittorio Veneto ancora seconda miglior tiratrice al
Campionato Regionale.
“Per soli due punti non ho
portato a casa il titolo
che credevo di avere già
in tasca – dice Cristina –
in questo sport la concentrazione è fondamentale,
nessun risultato viene
dato per scontato. Con
grande impegno ho partecipato al “Walter
Trophy” ad Ora, una
gara importante del circuito a cui prendono parte i migliori tiratori nazionali e internazionali. Il
mio 7° piazzamento in
quella gara può considerarsi un’ottima prestazione, pensiamo che tra le
concorrenti c’era la
grande iraniana Ahmadi
Elaheh, che ha ottenuto
l’incredibile risultato di
400 punti su 400, sempre
10 punti ad ogni tiro,
compresi quelli di prova”.
Da segnalare in ordine di
tempo il 1° Trofeo Internazionale Città di Jesolo,
dove Volpi è giunta 6a
assoluta, con accesso
alla finale che consisteva in ulteriori 10 tiri. Purtroppo
la
tiratrice
altopianese non ha completato la gara per forti
dolori alla spalla, ma la
pausa estiva fa ben sperare in un pronto
recupero per i Campionati Italiani di fine anno.
G.D.F.
Cristina Volpi
Calcio a 5 – Quinta edizione del Torneo “Ekkele”
Il calcio in vacanza
Trionfano i bianchi del Wunderbar
Sfida sotto la pioggia
tra residenti e zaleti
Tanta gente e calore attorno all’erba sintetica del Centro Parrocchiale
Sono state 14 serate (dal 22
luglio all’8 agosto) sempre
molto seguite da un numeroso e caloroso pubblico quelle che hanno scandito il programma del 5° Torneo
“Ekkele” di calcio a cinque,
promosso dal Centro Parrocchiale ed organizzato da un
gruppo di volonterosi che hanno saputo esprimere un’organizzazione efficiente ed attenta. Anche il livello tecnico
espresso dalle dodici squadre
iscritte (Allianz Ras, Cac Pac,
Calzature Munari, Fighters,
Hotel Concordia, Lokomotiv
Cesuna, Millennium, Opa
Team Segheria, Panificio
Topatigh, Pizzeria Wunderbar,
Stoccareddo e Vipers) al torneo ha pienamente rispettato
le attese e soddisfatto il palato
sempre più raffinato dei competenti appassionati.
Le semifinali giocate venerdì
7 hanno visto Stoccareddo
aggiudicarsi di misura (4-3
dopo i supplementari) il diritto alla finale a spese delle
“Calzature Munari” di Gallio,
mentre più netto il successo,
7 a 3, della Pizzeria
Wurderbar di Asiago sul “Panificio Topatigh” di Gallio.
23
Sabato 8 agosto le programmate gare decisive. Nella
combattuta ed equilibrata
finalina per il terzo posto è il
“Panificio Topatigh” che, nel
derby galliese con le “Calzature Munari”, la spunta di
misura, 3 a 2, nei supplementari. Spazio poi per la grigliata
organizzata dagli Alpini, prologo all’attesa finale.
Nell’attesa finale, gara intensa e combattuta, vittoria perentoria e mai in discussione
della Pizzeria Wunderbar, già
in vantaggio 2 a 0 dopo il primo tempo e capace alla fine
di chiudere con un
inequivocabile 5 a 0.
Premiazioni sul campo precedute dal saluto del parroco don
Lauderio (che ha fra l’altro ribadito, oltre a quanto di buono
espressi in campo e fuori durante il torneo, la bellezza di
vedere quest’angolo di paese
ben tenuto, “dove si coltivano
valori”) e da quello del sindaco Pino Rossi (“la comunità
parrocchiale e quelle civile
coincidono, secondo il mio
modo di vedere” ha sottolineato ribadendo la volontà di un
contatto privilegiato e di una
particolare attenzione per la
Parrocchia). Sono stati quindi
premiati come miglior portiere
Ganriele Lunardi e come
capocannoniere Davide Rigoni
(entrambi della Pizzeria
Wunderbar); la Coppa Fair
Play è stata assegnata alla
“Calzature Munari”. Quindi le
coppe al “Panificio Topatigh”
(3°), a “Stoccareddo” (2°) ed
alla “Pizzeria Wunderbar” 81°)
che si è aggiudicata il trofeo
biennale non consecutivo e che
iscrive il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione,
dopo quello di “Calzature
Munari” Gallio (2005), Vipers
Asiago (2006), All Star Team
Rotzo (2007) e Vipers Asiago
(2008). Quindi la musica con
Cesco e Manuel ha allietato la
serata proseguita in allegria.
Ringraziamenti finali degli organizzatori anche per chi li ha
in qualche modo sostenuti ed
aiutati, da don Lauderio ai Ragazzi di Gallio ed agli sponsor,
oltre ai vari Enrico, Salvatore
e Cesare.
Parte del ricavato dall’intensa
kermesse verrà devoluto in
beneficenza alla neo costituita “Amici di Silvia, Lisa e
Roberta Onlus”.
Cesare Pivotto
Grande il divertimento, vince la compagine di cesuna per 7 a 2
Il poster che annunciava
la partita amichevole di
calcio residenti contro
ospiti prometteva spettacolo, e così è stato. Le
premesse per assistere ad
uno simpatico scontro tra
le due compagini c’erano
tutte, ma su ogni cosa è
valsa la voglia di divertirsi.
Sovvertiti
i
pronostici che, almeno
sulla carta, davano favoriti gli ospiti “Zaleti”
giunti allo stadio Pineta
di Cesuna caricati al massimo, ma anche incoraggiati dai numerosi cambi
a disposizione con cui sostituire gli atleti nei vari
settori del campo. Tuttavia dai primi minuti di gioco i bianchi locali hanno
fatto capire che pur trattandosi di una amichevole, non avrebbero certo
lesinato nell’agonismo. Il
7 a 2 del risultato finale
la dice lunga sulla supremazia dei vari Valente,
Magnabosco e Spiller,
contro la quale a poco
sono servite le rincorse
sulle fasce dei pur bravi
“perle”. Ottimo l’arbitraggio dell’imparziale
Giovanni Zigrossi, esperto fischietto della FGC, e
pure caloroso sugli spalti
il tifo dei tanti turisti che,
giunti quassù per qualche
giorno di vacanza, hanno sfidato la pioggia per
sostenere
i
propri
beniamini. A fine partita
strette di mano tra gli avversari e l’impegno di ripetere l’esperienza nella
prossima estate, magari
con ai piedi le adeguate
scarpe da calcio e non le
lisce e scivolose ginniche
da passeggiatina in corso.
U.S. Cesuna: Canacia B.,
Francesco Jr Pepe, Massimo
Momo,
Paolo
Ciacio,
Luca
Caki
Magnabosco, Nicola Valente, Andrea Pepe, Gabriele
Valente,
Superpippo
Zordan,
Cristian Pietrobon, Giulio
Valente, Renzo Killer Valente.
Zaleti-Perle F.C.: Juan
Castagno,
Alberto
Pavanello, Paolo Novello,
Doriano Manfrin, Matteo
Buggio, Vito Scapolo,
Luca Faedo, Massimo
Colombara,
Valerio
Radames, Giovanni Difoe,
Aldo Sodoma, Fabrizio
Duse, Riccardo Morelli,
Giulio Salamone, Luca
Vanzan, K. Clementi,
Umberto Rubini. G.D.F.
8
Sabato 22 agosto 2009
SPORT
C’è un ragazzo ad Enego, classe
1988, uno sportivo, che merita di
essere tenuto d’occhio, perché
potrebbe, tra non molto, raccogliere risultati importanti per la
sua carriera. Andrea Pasqualon,
ciclista, in questa stagione ha
ottenuto risultati indubbiamente
interessanti e soprattutto in crescendo: 6 All’internazionale San
Geo (a febbraio); 2 ° Memorial
Gerry Gasparotto a Schiavon(Vi)
il 18/04; 10° Internazionale Trofeo Alcide de Gasperi il 02/06; 2 °
Internazionale Città di Brescia il
07/07; 3° Cavaso del Tomba(tv)
il11/07; 1 °Fossalta di Piave il 17/
07; 2 °foto finish al Memorial
Ricardo Brunello il 23/07.
Appassionato di sci alpino, iniziò fin da subito a promettere
bene, ottenendo i primi buoni risultati quand’era ancora piuttosto piccolo. Con l’US Enego
Lisser raccolse vari successi di
prestigio come il campionato regionale giovanissimi e numerose vittorie a livello regionale. Poi
a 16 anni , come spiega egli stesso: “… ho deciso di buttarmi
sul ciclismo perchè la bici mi era
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
24
Andrea Pasqualon,
“professionista”
della bicicletta
Il giovane eneghese, che molti nell’ambiente definiscono
già come un corridore completo, ha una caratteristica
particolare: quella di essere uno specialista in notturne.
sempre piaciuta sin da bambino e anche perchè lo sci costringeva i miei genitori a sacrifici
enormi a livello economico”.
Ma, come si dice, se uno è portato è portato. Andrea ha sicuramente il fisico da sportivo, ma
soprattutto la mentalità dello sportivo e per di più vincente e attenzione, cosa che non guasta ed
anzi aumenta il valore della persona, il ragazzo senza nulla togliere allo sport , ha raggiunto,
nei tempi canonici, anche il diploma di ragioniere.
Come si diceva, cambia disciplina, ma non cambiano i risultati, che anzi sono in continua
crescita. Come ciclista, da Allievo, ha vestito la maglia dell’Unione Ciclistica Borgo
Valsugana per due anni poi è
stato Juniores all’Utensilnord
di Vicenza, dove ha ottenuto
anche i primi beneauguranti
piazzamenti.
Senza perdere tempo, è quindi
passato dilettante con una
squadra trevigiana di Cavaso
del Tomba, la Termopiave,
dove ha raccolto una trentina
di piazzamenti sui primi dieci nel
corso del primo anno, quindi
già nel secondo è riuscito ad
aggiudicarsi 5 podi.
Da quest’anno, terzo come dilettante, fa parte della squadra
Zalf di Castelfranco Veneto, una
formazione di spessore, famosa per aver tenuto a battesimo
tanti giovani talenti che sono
entrati a far parte del grande ciclismo, fra questi: Ivan Basso,
Damiano Cunego, Emanuele
Sella. Insomma un salto che fa
ben sperare, per questo giova-
ne eneghese, che molti nell’ambiente definiscono già come un
corridore completo, con una
caratteristica particolare, quella di essere uno specialista in
notturne.
Già, Andrea va’ fortissimo in
questo tipo di gare molto tecniche perché si svolgono in circuiti cittadini, dove saper guidare con abilità la bici è fondamentale. Si corre a medie altissime, malgrado i circuiti siano
ricchi di curve anche a 90°. Le
difficoltà sono quindi notevoli,
tanto che alla fine, i corridori
che restano in gara sono sempre pochissimi. Incoraggianti
successi però Andrea li ha ottenuti anche in gare del tutto
diverse da quelle notturne, prove che si svolgono su un continuo sali scendi, prove ad hoc
per un passista – scalatore; insomma un corridore versatile che
sa dare il meglio in ogni occasione. La prossima meta da raggiungere è diventare professionista.
“Un sogno – dice Andrea - che
spero si realizzi alla fine del prossimo anno, anche se ora penso
solo a fare delle grandi cose in
questa categoria”.
Andrea però, si può già definire
un “professionista” serio, perchè
lavora duro, si allena dalle 6 e più
ore al giorno e, come raccontano
le sue gare, non ha paura di far
fatica e soprattutto ha capito che
i muscoli non sono tutto, come
spiega: “… ho scelto il ciclismo
in quanto è uno sport che regala delle emozioni fantastiche in
cui non contano solo le gambe
ma soprattutto la testa.., e quest’anno con la mia squadra, la
Zalf , mi trovo molto bene, ci sono
tecnici esperti che mi stanno insegnando al meglio questo, che
ormai considero, il mio lavoro”.
Stefania Simi
Presto al via i corsi di DanzAsiago Sport e festa in una bella giornata di sole
A Conco si è svolta la prima gara di mtb per bambini e ragazzi
con alcune importanti novità
organizzata dalla neonata Associazione Polisportiva
Dopo aver rapito e stupito gli
spettatori che da anni sono fedeli ai saggi di fine anno, con lo
spettacolo “Parigi, …la danza in
ogni cosa” (coreografie di danza classica di Valeria Stringa e
di Sandra Rossi ) e “Different
styles” (coreografie di Angela
Bassetto, Elena Gios, Mauro
Rizzotto), proposto in due serate che non sono bastate per
accontentare tutte le richieste,
il Centro per la formazione della
danza classica e moderna
“DanzAsiago” è pronto per il
nuovo anno accademico. La
scuola, nata 14 anni fa con
l’obiettivo
di
creare
sull’Altopiano una salutare e
professionale opportunità
educativa
finalizzata
all’impostazione di un corretto
ed armonioso sviluppo fisico,
continua il cammino di perfezionamento tecnico e da settembre
avrà tra i propri docenti Silvia
Rinaldi, già ballerina e solista al
teatro Alla Scala di Milano e all’Arena di Verona, che collaborerà con Valeria Stringa e Sandra Rossi, per quanto riguarda
il dipartimento di danza classica. Michael Fields con Elena
Gios per la sezione Hip-Hop, e
Maria Slongo con Elena Gios
per il modern-jazz e la danza
contemporanea. Tutto ciò per la
volontà della direttrice Sandra
Rossi
di
elevare
qualitativamente ed artisticamente il livello delle proprie
allieve ed allievi. La scuola ha
aderito anche al Progetto Corsi
Professionali Balletto di
Vicenza, che riunisce giovani
danzatrici selezionate da Alessandro Bigonzetti, Consulente
Artistico di tale progetto.
Quest’anno verrà attivato, visto
le innumerevoli richieste, un
corso di Hip-Hop per bambini/e
dai 7 anni ed un corso di danza
modern-jazz rivolto a chi ama la
danza e vuole migliorare
l’elasticità muscolare e tonificare
il proprio corpo ballando. Riprenderanno anche i corsi di
Pilates, tale metodo è un programma di allenamento che permette di ottenere, rapidamente
e senza traumi, il potenziamento
e il tono muscolare grazie ad
esercizi semplici e naturali. Si
incrementa il tono muscolare (in
particolare per addominali e
glutei), l’elasticità, e si ottiene
una postura corretta e perfino
un portamento più aggraziato ed
elegante. Per informazioni telefonare al n. 380 3543007.
Giulia Rossi
In una soleggiata e piacevole
mattinata, domenica 16 luglio a
Conco ha avuto luogo la prima
gara di mountain bike per bambini e ragazzi, competizione promozionale organizzata dalla neonata
Associazione Polisportiva di
Conco, in collaborazione con l’U.S.
Fausto Coppi di Montecchio
Precalcino. Al campo sportivo del
paese, nel quale era stato preparato il tracciato della gara, si sono ritrovati ben 135 partecipanti, fra
maschi e femmine di età compresa
fra i 4 e i 14 anni, fra questi 80
tesserati e 55 non tesserati. Divisi
in sei categorie in base all’età, a
partire per primi sono stati gli atleti
tesserati, seguiti poi dai principianti non tesserati, che hanno condotto la gara con altrettanto entusiasmo. Questi i primi classificati per
ogni categoria: G1 maschile Omar
Ferrari del G.S. Villaverla; G2 m. Federico Carlesso della Scuola di Ciclismo di Piovene R. Rampon;
G2 femminile Alice Torresan
dell’A.S. Giovani Ciclisti
Sandrigo; G3 m. Emanuele
Rela della Scuola di Ciclismo
Piovene; G3 f. Carlotta Zanin
(G.S. Villaverla); G4 m. Mattia
Raccani (Scuola Ciclismo
Piovene); G4 f. Giulia
Bonaguro (Scuola Ciclismo
Piovene); G5 m. Andrea
Crosara (U.S. Fausto Coppi
Montecchio Precalcino); G5 f. Elena Tombolato (Bici Sport); G6 m.
Riccardo Brianti (U.S. F. Coppi
Montecchio P.); G6 f. Jessica
Cremasco (V. Club Bassano 1892).
Fra i non tesserati invece sono
giunti primi nei vari gruppi: Davide
Bizzotto (anno 2004), Tommaso
Marangoni (2002), Lorenzo Rigoni
(2000), Dario Frigo (1998),
Sebastiano Platinì (1996). Tutti i
partecipanti e loro accompagnatori
hanno potuto godere di una giornata dedicata non solo allo sport,
ma anche alla festa, grazie all’allestimento di uno stand gastronomico a base di prodotti tipici locali,
bibite e buon vino. Negli obiettivi
principali del gruppo della
Polisportiva c’è proprio quello di
avvicinare i ragazzi alle varie discipline sportive, facendo loro capire
che anche una competizione può
trasformarsi in un momento di
condivisione e di divertimento e,
quindi, di crescita personale: obiettivo che con l’organizzazione della
gara di mountain bike con tutto il
suo contorno è stato perfettamente centrato. Sono numerose le iniziative messe in atto nei primissimi
mesi di vita della nuova associazione di Conco, nata, come indicato
nel
sito
www.polisportivaconco.org, per
“dare una risposta valida alla
vostra voglia di sport”. Avremo
modo di conoscere meglio l’associazione in uno dei prossimi numeri
del nostro giornale, intanto collegandosi al sito è possibile prendere visione degli appuntamenti futuri, come la serata con l’alpinista
vicentino Tarcisio Bellò, che il 29
agosto presso la Sala Don Italo racconterà i suoi viaggi anche con
l’ausilio di immagini fotografiche e
video, o l’escursione in programma il 6 settembre quando si percorreranno le vecchie vie
dei contrabbandieri
lungo la Calà del Sasso e le vecchie
contrade di Valstagna.
Sempre nel sito si trovano tutte le informazioni per tesserarsi
all’associazione e
aderire alle iniziative.
Silvana Bortoli
8
l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
www.giornalealtopiano.it
25
CALCIO
Le barriere antisuicidio
non sono un deterrente
Ho letto sul Giornale
dell’Altopiano del 25 luglio scorso la proposta
già fatta in precedenza
di installare una barriera antisuicidio sul ponte
di Roana, divenuto tristemente famoso per
una serie di suicidi che
sembra non aver fine.
Credo infatti che siano
oltre 40 le persone di
tutte le età che si sono
tolte la vita gettandosi nel
vuoto, persone che per
la maggior parte vengono dai paesi e dalla città
del Veneto e chissà per
quali ragioni scelgono
proprio di farla finita sul
ponte di Roana.
Recentemente il Sindaco di Roana ha rilasciato un’intervista sulla
stampa, asserendo che
bisognerà trovare una
soluzione, poiché questi
suicidi hanno proiettato sulla
Comunità di Roana e sulle
sue Istituzioni una cattiva
fama.
Sono già intervenuto su questo argomento sul Giornale
di Vicenza in data 10 aprile
2009, mettendo a confronto i
centauri, che per le loro folli
corse vanno a schiantarsi lungo la strada del Costo e quelli
che invece si gettano dal
ponte di Roana.
Mentre i primi suscitano
non grandi sentimenti di pietà, per i secondi invece il
sentimento è ben diverso.
Ho scritto testualmente:
“Perché non si interviene
su queste persone sicuramente afflitte dalla depressione e dalla disperazione,
al punto a indurle a farla
finita? Possibile che nessuno se ne accorga che sono
entrate nel tunnel della morte preannunciata?”.
Il caso più eclatante si è
verificato qualche mese fa,
quando un sessantenne sostò sul parapetto del ponte
per qualche ora e si rese
necessario dirottare il traffico proveniente da Roana
e da Canove, poiché le Forze dell’Ordine e altri volontari per qualche ora hanno
tentato invano di dissuaderlo.
Addirittura, così almeno
hanno riferito i giornali,
l’aspirante suicida ha ricevuto una telefonata dal figlio, ma anche questo non
è bastato.
Dopo alcune ore si è gettato nel vuoto e sappiamo che
il recupero della salma normalmente effettuato dal
Soccorso Alpino non è cosa
tanto semplice.
Sono del parere che eventuali barriere antisuicidio
non costituiscano un
deterrente.
Mi è infatti capitato alcuni anni
fa, imboccando la strada del
ponte, di vedere un tale che si
stava aggrappando con l’intento di gettarsi.
Sono sopraggiunto appena in
tempo, questione di secondi
per afferrarlo per le gambe e
tirarlo giù dal parapetto.
Ho tentato in tutti i modi di farlo
parlare, di chiedergli perché
volesse fare quel gesto estremo, come si chiamava, da dove
veniva, mi fissava dietro quegli occhiali scuri senza dire una
parola.
Intanto il traffico sui due lati
aveva bloccato il ponte.
Ad un certo punto questo giovane sui trent’anni con passo
lesto si è diretto verso l’estremità del ponte dove aveva
parcheggiato la sua auto, e
salito prese di gran carriera
verso Canove.
L’indomani ho letto sul Giornale di Vicenza che a distanza
di un paio d’ore aveva raggiunto il ponte sulla Val
Gadena verso Enego, che ha
un’altezza doppia rispetto al
ponte di Roana, era riuscito a
scavalcare le barriere e a gettarsi nel vuoto.
Sono pertanto arrivato alla
conclusione che l’installazione
di barriere antisuicidio sul ponte di Roana non eliminano il
problema dei suicidi.
In quell’articolo che ho
scritto all’epoca ho fatto
anche presente che costituirebbero dal punto di vista architettonico una bruttura sopra un ponte, che ha
un grande pregio artistico e
soprattutto per la sua storia. E’ risultato poi che l’installazione di barriere, considerate le correnti d’aria
che soffiano sulla Valdassa,
potrebbero danneggiarlo
seriamente, facendo crollare interi tratti di parapetto.
Credo che per salvare queste persone ci voglia ben
altro, soprattutto la vicinanza e la comprensione da
parte delle persone che convivono con loro e da parte
delle strutture socio sanitarie, che devono farsi carico di questi problemi esistenziali.
Edoardo dr. Sartori
Come funziona la raccolta
dei rifiuti sull’Altopiano?
Egregio Direttore,
la difficoltà di gestire i
rifiuti non riguarda
solo certe città, come
vediamo alla televisione,
ma
anche
l’Altopiano. ETRA sta
facendo una forte campagna
per
sensibilizzare le persone alla raccolta differenziata. Ma le cose non
funzionano bene. Come
si fa, infatti, a smaltire rifiuti ingombranti (es. vecchie TV, reti, vecchi sci,
ecc.)? Mistero. Eppure
chiamando l’ETRA la
suadente voce registrata
dice: premete il tasto 2
per il ritiro di rifiuti ingombranti. E così ieri ho
fatto. La signorina, alla
mia richiesta di dover
smaltire due vecchie reti
del letto, sta in silenzio.
Mi ha sentito? Chiedo.
Si, ma sto pensando.
Come sta pensando?,
dopo un po’ la risposta,
suona così: “guardi per
queste cose deve chiamare il Comune dove abita
(Gallio) le do’ il numero
e chieda della Sig.ra Marina, lei le darà risposta”. Chiamo il numero
del Comune e risponde
l’Anagrafe! Mi dicono
che chi si occupa del ritiro degli oggetti ingombranti è la ditta RDR. Stupito e incuriosito chiamo
la RDR. Molto gentilmente una signora mi chiede
cosa devo smaltire, due
reti vecchie, bene mi dice,
allora la prenoto per l’ultima settimana di novembre. Ho capito bene? Fra
più di tre mesi? Come è
possibile? Mi spiega che
loro sono sub fornitori di
ETRA la quale li ha incaricati di effettuare al massimo 12 ritiri al mese
(sic!!), quindi hanno prenotazioni fino a novembre. Dico che sono disposto a portare io le vecchie
reti in una ricicleria (o
isola ecologica, come
oggi vengono chiamati i
centri per la raccolta differenziata
delle
cianfrusaglie di cui tutti
prima o poi dobbiamo li-
berarci nelle nostra cantine). Niente, mi dice che,
tranne Conco e Lusiana, gli
altri Comuni dell’Altopiano
non si sono dotati di ciò che,
ormai, tutti i comuni hanno,
e cioè di una ricicleria. Se
voglio capirne di più (cioè,
alla fin fine, di come liberarmi delle reti senza lasciarle per strada!) potrei
chiamare l’Ufficio Tecnico
del Comune di Gallio. Cosa
che faccio. Risponde una
signora che mi dice che anche altri hanno chiamato
non sapendo come fare a
liberasi di vecchi oggetti. Sa
che ci sono questi problemi
e in via eccezionale mi dice
di lasciare il materiale vici-
no ai cassonetti e personale del Comune domani passerà a ritirarlo. Ringrazio della cortesia e entrambi concordiamo che non si può fare una
tale propaganda sulla raccolta differenziata e poi non si
riesce a conferire gli oggetti
che tutti dobbiamo eliminare
dalla nostra casa. Spero che
questa lettera possa servire a
far decidere verso una più razionale politica di smaltimento
dei rifiuti in Altopiano, il vostro giornale potrà farsi parte attiva in questa campagna,
anche perché vorremmo tutti
evitare in futuro di trovare nei
boschi un vecchio televisore,
o qualcosa di simile.
Roberto Filippini
A Forni di Valdastico una bella mostra
fotografica sulla Grande Guerra
Vorrei mettere in luce la mostra fotografica sulla Grande Guerra, inaugurata il 4 luglio dal gruppo Alpini di Forni di Valdastico
con la presenza anche di Massimo Bonomo, presidente della
sezione M. Ortigara, e di una delegazione di alpini dell’Altopiano.
Il capogruppo di Forni, Luciano Lorenzi, assieme ai suoi alpini e
il curatore della mostra Delmo Stenghele sono riusciti a proporre una sorta di riassunto a mezzo stampa, cartoline, lettere e
stemmi del periodo di guerra che va dal 1914 al 1918, in particolare da Arsiero a Lastebasse. La cerimonia semplice ma significativa dà rilievo a un periodo storico che non si può dimenticare. La sera stessa dell’inaugurazione ho fatto un rapido giro
della mostra, anche perchè ci aspettava un rinfresco luculliano,
riproponendomi però di tornare e di rivedere tutto con calma.
Domenica 13 agosto, visto il bel tempo, sono tornato a visitare la
mostra e qui ho trovato Luciano Lorenzi e Delmo Stenghele,
oltre a un paio di alpini di Forni. Delmo Stenghele ha voluto
farmi da cicerone e, assieme ad altre persone, ci ha illustrato
con grande passione tutto ciò che era rappresentato nella mostra. Due ore sono trascorse, con mia sorpresa, senza che me
ne accorgessi, visto l’interesse e la passione suscitati in me dalla mostra. Voglio ancora ringraziare il Gruppo Alpini di Forni,
Delmo Stenghele per aver messo a disposizione di tanta gente
un pezzo di storia, per conoscere e capire che tutto ciò non si
può dimenticare. La mostra rimarrà aperta fino al 23 agosto.
Per contattare, telefonate al 3474262824 o 3400080733 e sarete sempre graditi ospiti.
Armando Panozzo
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica.
E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo:
Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva
anche eventualmente di ridurre, modificare o non
accettare eventuali testi di cattivo gusto.
8
Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
Da
sabato
22
agosto
a
venerdì
Di
Giovanni
Il 22 agosto è il 234° giorno del Calendario Gregoriano.
Mancano 131 giorni alla fine del 2009
Sabato 22 agosto. S. Fabrizio
Domenica 23. S. Rosa
Lunedì 24. S. Bartolomeo
Martedì 25. S. Luigi
Mercoledì 26. S. Alessandro
Giovedì 27. S. Monica
Venerdì 28. S. Agostino
Sabato 29. Martirio di Giovanni B.
Domenica 30. S. Pammachio
Lunedì 31. S. Abbondio
Martedì 1 settembre. S.
Egidio
Mercoledì 2. S. Elpidio
Giovedì 3. S. Gregorio
Venerdì 4. S. Rosalia
Un santo per volta: San
Pammachio (Roma, 340 409). Figlio del senatore
Bizante, frequentò in gioventù la scuola di retorica
di Gerolamo e attorno al 385
sposò una donna di nome
Paolina, figlia di santa Paola: fu uno dei capi del partito cristiano in senato. Mantenne sempre un fitto rapporto epistolare con
Gerolamo, con cui discuteva di questioni teologiche,
e che gli dedicò alcuni dei
suoi scritti: tentò, senza successo, di indurlo a moderare il linguaggio che usava
contro i suoi oppositori
(contro Gioviano). Nel 401
Agostino gli inviò una lettera (Ep. LVIII) per ringraziarlo di aver scritto ai cristiani di Numidia (dove
Pammachio possedeva numerose proprietà) invitandoli ad abbandonare lo scisma donatista. Quando sua
moglie morì di parto (387),
Pammachio si fece monaco e iniziò a dedicarsi all’attività caritativa: insieme a
santa Fabiola fondò lo
xenodochio di Porto, presso la foce del Tevere, destinato ad ospitare gratuitamente i pellegrini poveri e i
malati; nel 398 fondò anche
la basilica dei Santi Giovanni e Paolo (in origine chia-
mata titulus Byzantii o
Pammachii), che inglobò
quella che doveva essere
l’abitazione della sua famiglia (ancora visibile nei sotterranei della chiesa), adibita a domus ecclesiae sin dalla fine del I secolo.
Successe il 1° settembre
1939 : un venerdì di 70
anni fa scoppiava la Seconda Guerra Mondiale.
La Germania di Hitler, insieme alla Russia di
Stalin con la quale, firmò, il 23
agosto 1939, il
patto di non aggressione
“MolotovRibbentrop” ed
anche con un
piccolo aiuto da
parte
della
Slovacchia, il
primo settembre
1939 varcò i
confini della Polonia attaccandola da più punti, pur
senza averle dichiarato guerra ufficialmente. L’attacco
sarebbe dovuto partire il 26
agosto 1939, ma dato che il
giorno prima, il 25 agosto,
la Polonia firmò un trattato
di alleanza con il Regno Unito, Hitler preferì posticipare, nella speranza di riuscire
a dissuadere il Regno unito
ad intervenire. La scusa fu
data da una serie di confusi
attacchi Polacchi ai danni
della Germania (come il famoso incidente di Gleiwitz),
in realtà inscenati dagli stessi tedeschi. Venne così attuato il famoso Piano Bianco (Fall Weiss) posto in opera dal generale Franz Halder
dalla Wehrmacht. In meno di
un mese l’esercito polacco
venne annientato dalla enorme superiorità militare tedesca ed il 6 ottobre 1939 la
campagna di invasione ebbe
fine (anche se il governo polacco, effettivamente, non si
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4 Fusinesettembre
Dalle
arrese mai). Di fatto, due
giorni dopo l’invasione tedesca, il 3 settembre 1939, la
Francia e l’Inghilterra dichiararono guerra alla Germania consegnando un documento ultimatum che naturalmente venne da Adolf
Hitler disatteso. Seguì l’entrata in guerra del Canada,
dall’Australia e dalla Nuova
Zelanda. Ebbe così inizio la
Seconda Guerra Mondiale.
Storia e cultura del
una miscela degli stessi. Di
certo è composto da vino
bianco e acqua (o selz), ma
per il resto dipende dal barista che lo prepara...o dai
propri gusti. Il risultato finale però deve essere di colore rosso. Va servito con
ghiaccio e scorzetta di limone o mezzaluna di arancio.
La gradazione finale è variabile tra i 12 e i 30 gradi, la
media si attesta attorno ai
16. (fonte: “eppi-Veneto”)
Veneto: Lo spritz veneto.
Origini: aperitivo alcolico di
origine veneta / friulana /
austroungarica, amatissimo
nel nordest, viene comunemente denominato anche
Spriss, Spriz o Sprisseto. Un
ipotesi sulle origini della bevanda vede gli occupatori
austriaci cercare di bere il
vino veneto, ritenuto da
molti troppo forte, e allungarlo con l’acqua. Non contenti, i veneti, per dargli un
po’ “di tono”, lo allungarono con del liquore e così
nacque la bevanda che gli
austriaci chiamarono appunto spritz che significa iniezione/aggiunta. Negli anni vi
sono state apportate varie
modifiche fino a renderlo un
vero e proprio aperitivo.
La sua ricetta :40% di vino
bianco, 30% di acqua minerale gasata, 30% di Aperol
ma si può preparare anche
con altri liquori, quali il Gin,
il Campari o il Select, Cynar.
Con uno solo di questi o con
Le ricette di mezza estate con i funghi. 1)Patate e porcini, ingredienti - 1
kg. di patate; 100 gr.
di funghi porcini
secchi; formaggio
grat-tugiato;
santoreggia (“erba
cereia”); olio; burro; vino bianco;
sale. Strizzare bene
i funghi messi a bagno nell’acqua tiepida. Metterli a cuocere in un tegame
con l’olio e il burro. Aggiungere la santoreggia, il sale e
spruzzarvi sopra a tratti il
vino. Cuocere fino ad avere un
sugo piuttosto denso. Friggere
a parte le patate. Scolare poi
l’olio eccedente e versare il
sugo sulle patate e poi cospargere con il formaggio. 2)Insalata con funghi porcini. Ingredienti - alcuni funghi porcini molto giovani e sani;
insalatina fresca; groviera tagliata a dadi piccoli; 2 uova
sode; olio; sale; pepe e olive
nere e 1/2 limone. Pulire e tagliare dell’insalata fresca. Pulire i porcini e ta-gliarli a sottili
fettine. Disporre in una terrina
l’insalata, i funghi, la groviera,
le uova tagliate a fettine e le olive nere. Preparare con l’olio, il
sale, il pepe, il limone una salsina
e versare sull’insalata. N.B.: attenzione, i funghi consumati
crudi in abbondanza possono
provocare, in alcuni casi, lievi
disturbi all’apparato digerente.
Proverbi in dialetto veneto:
www.giornalealtopiano.it
26
-Pan, vin e zoca, lassa pur che’l fioca.
-Par el seco xe bona anca la tenpesta.
-Par San Barnabà el dì pì longo de l’Istà.
-Par San Matio le jornade torna indrio.
-Pèrsego e melon tuto ala so’ stajon.
-Piova d’Istà, beati che che la ga.
-Piove pì àneme al’inferno che neve de inverno.
-Primavera de Jenaro la ruina el persegaro
-Primo de Agosto, capo de inverno.
-Quando che piove el dì de San Gorgon, piove par na stajon.
-Quando che te magni la nèspola, pianzi.
-Quando che’l sorgo rosso el mostra el muso, xe ora de tore la roca
e el fuso.
-Quando el Venda fa el pan, se no piove oncuò, piove doman.
-Quando le done fa la lissia sola via, l’inverno sbrissa via.
-Se piove a San Gregorion, piove tuta la stajon.
-Stajon de erba, stajon de merda.
-Stropa longa, inverno longo; stropa curta, inverno curto.
-Vin, done e maroni bisogna gòdarli so’ la so stajon.
I neolaureati
dell’Altopiano
Lo scorso 27 luglio
2009 Alessandra
Bertacco di Conco si è
laureata in Medicina
e Chirurgia presso
l’Università degli studi
di Padova con una tesi
dal titolo
“Miastenia gravis:
aspetti clinici ed intervento di timectomia”.
Papà, mamma,
Francesco, parenti ed
amici si complimentano e ti augurano un
brillante futuro
professionale.
l’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
[email protected]
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
Domenica 23 agosto:
GALLIO: OMV – Via Camona 1/B
Domenica 30 agosto:
GALLIO: OMV – Via Kemplen 2
Dalle ore 8.45 di sabato 22
alle ore 8.45 di sabato 29 agosto:
ASIAGO: Farmacia Rossi del
dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti
Dalle ore 8.45 di sabato 29 agosto
alle ore 8.45 di sabato 5 settembre:
CANOVE: Farmacia del
dr. Leonardo Bosio – Via Roma 33/A
CONCO: Farmacia della
dr.ssa Monica Federici – Piazza S. Marco 23
In redazione:
Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine
Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Claudio Savelli, Virginia Gianello, Amerigo Baù,
Alessandro Baù, Pietro Rossi, Giampaolo Strazzabosco,
Giorgio Spiller, Maria Rossi, Giulia Rossi, Sergio Vellar,
Silvano Panozzo Tile, Renato Angonese
Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano
Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Signora si rende disponibile
per lavoro di stiraggio anche
a domicilio.
Per informazioni
contattare la redazione
al 348/3138606
Festa dei gemelli
dell’Altopiano
Sabato 22 agosto 2009
L’idea è stata delle mamme e già l’avevamo anticipata nel
numero scorso del nostro giornale: organizzare una festa riservata ai gemelli dell’Altopiano e alle loro famiglie. Ora dell’appuntamento si conoscono tutti i particolari e sono attese
tutte le famiglie con gemelli, di tutte le età, che risiedono nel
nostro territorio. Sarà un’occasione per conoscersi, scambiarsi esperienze e notizie e divertirsi. L’appuntamento è fissato per domenica 20 settembre 2009 presso la casa Sant’Antonio in Via Valgiardini ad Asiago. Il ritrovo è previsto
per le 10.30. Dopo la registrazione dei partecipanti, alle 11.30,
ci sarà la Santa Messa. Seguirà il pranzo presso l’annesso
ristorante, mentre il pomeriggio sarà dedicato ai giochi vari
che coinvolgeranno non solo i bambini ma anche gli adulti.
La quota di partecipazione è di 12 euro da versare al momento dell’iscrizione. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi
ai seguenti numeri di telefono tra le ore 18 e le 21: 0424
449874 / 463028 / 460871 / 340 2776241.
Sasso di Asiago: secondo round
per la Festa dei Gianesoni
Domenica 9 agosto, si è tenuta la seconda edizione della Festa
dei Gianesoni. Questa iniziativa è nata dalla volontà degli abitanti della frazione Sasso di passare una giornata insieme, in
quella contrada che porta a vedute fantastiche dell’Altopiano e
a un pezzo di storia nazionale: il Col del Rosso. Un vasto gruppo
di persone (quasi tutte le famiglie del Paese, non solo i residenti
ai Gianesoni) hanno organizzato, cucinato e mangiato assieme,
accompagnati da buona musica, dapprima assemblata dal DJ
Manuel Baù e poi suonata dai Blonde Brothers, con la speciale
e ormai consueta partecipazione di Angelo Baù (“Postin”).
Anche quest’anno un sentito applauso va ai tre organizzatori: in
primis “Zill” che con la sua cordialità ha messo tutto l’impegno
necessario per la realizzazione della festa che celebra il suo
paese; a “Jo” che, seppur trapiantato ad Asiago dopo il matrimonio, ha tenuto a organizzare la festa con la sua proverbiale
simpatia; e last but not least a Manuel che ha animato la festa
con la sua musica oltre che dare il suo prezioso aiuto nell’organizzazione. Non sono da dimenticare i cuochi e le cuoche che
hanno preparato un menu degni delle grandi sagre.
Una festa che riconferma il valore intrinseco di un paese, dove
l’individualismo non è ancora riuscito a spazzare via la voglia di
stare insieme.
Martina Rossi
8
A settembrel’Altopiano
il raduno dei Cunico
Il 12 settembre ad Asiago si incontreranno nuovamente i
Cunico di tutto il mondo dopo il primo incontro avvenuto
tre anni fa. Nel 2006 ad Asiago sono arrivati oltre 300
Cunico da varie parti del mondo; se buona parte arrivavano
da paesi europei, non mancava una nutrita rappresentativa
statunitense e canadese mentre l’arrivo più clamoroso è stato
da Singapore. Per questa riunione l’organizzatore Barth Cunico
preannuncia l’arrivo di un folto gruppo di Cunico sudamericani,
principalmente da Argentina e Brasile. Tutte le informazioni
relative alla riunione sono reperibili al sito web:
www.bcunico.com/ REUNION/ reunion.htm dove si può anche reperire, e contribuire alla sua compilazione, dell’albero
genealogico che Barth e sua famiglia sta realizzando da oltre
10 anni. Albero che nel frattempo si è arricchito con numerosi contributi dei Cunico
sparsi per il pianeta e che
Barth assicura
riserverà qualche sorpresa
per i partecipanti. G.R.
VA LASCIATO COSI’ UN
PRATO DOPO UN PIC-NIC?
GALLIO: In queste calde giornate ferragostane un vero e proprio
esercito di turisti ha pacificamente invaso prati, boschi e
montagne per godere del nostro clima radioso, fresco e ventilato,
per trascorrere ore serene ed allegre. Per fortuna non tutti sono
stati come quel gruppo di ragazzi che hanno trascorso ore felici
e spensierate nel verde per poi andarsene lasciando sui pascoli,
poco lontano da dove brucavano tranquillamente l’erba le
mucche del nostro amico Marco Sartori, un vero e proprio
immondezzaio di cartacce, borsette, piatti, bottiglie, lattine, …
Ci vuole poi così tanto raccogliere il tutto e portarlo via, lasciando
prati e boschi così come si sono trovati?
C.P.
ULTIMA ORA: Suwww.giornalealtopiano.it
“l’Altopiano” 27
sono arrivati i tanto attesi porcini!
Al momento di andare in stampa il nostro inviato
speciale che si occupa di cronaca fungina ci testimonia con questa foto che i pregiati miceti hanno finalmente deciso di comparire!
Vacanze in montagna
A volte basta sapersi accontentare, e allora per giocare
con secchiello e paletta può andar bene anche un cumulo
di detriti, fra cui poco salutari pezzi di vecchio asfalto,
come sta facendo la bimba della foto, scattata nello spiazzo di via F. Baracca dove tra altri mucchi di materiali, il
cassone di un camion e una gru, stazionano numerosi camper. Una curiosità: di fronte ai cumuli di macerie spiccano
i cartelli con scritto “Divieto di scarico”!
8
Sabato 22 agosto 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
28

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