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072014sommario
MdP-laConceria, il settimanale dell’area pelle
IN PRIMO PIANO
6
Inganno e confusione
GLI ALTRI SERVIZI
9
11
13
15
18
20
Futuro incerto
Meno pelli, più fatturato
Steinhoff vira
Mutanti a New York
Cocco all’asta
I soldi della Commissione…
STAMPA QUOTIDIANA
4
Il meglio dai giornali internazionali
OPINIONI LIBERE
5
O ipocriti o…
La nota di Francesco Pellati
LA SITUAZIONE
23
Europa / Resto del mondo
Import calzature in pelle
O
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Andrea Guolo
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Pubblicazione settimanale autorizzata dal
tribunale di Milano - Uff. Stampa n. 2406
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abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1,
comma 1, DCB Milano
ASSOCIATO
La Conceria è titolare del copyright di
quanto pubblicato. Senza il permesso
scritto dell’editore la riproduzione, totale
o parziale, della rivista è vietata.
UNIONE STAMPA
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I SOLDI
UE...
DOVE
VANNO?
082014sommario
MdP-laConceria, il settimanale dell’area pelle
In copertina: Alexander McQueen, A/I 2014/2015
IN PRIMO PIANO
6
Meno, ma cresce
GLI ALTRI SERVIZI
9
11
14
17
20
Milano leader
Pelliccia: nemici chiassosi
Sprechi UE
Con Manolo
Wolverine no Italy
STAMPA QUOTIDIANA
4
Il meglio dai giornali internazionali
OPINIONI LIBERE
5
Possibile…
La nota di Manfredo Gironacci
LA SITUAZIONE
22
23
O
Europa / Resto del mondo
Import pelletteria
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UE,
SOLDI PER
SCARPA
DA CI ECHI.
AL BUI O
NON
FUNZI ONA!
092014sommario
MdP-laConceria, il settimanale dell’area pelle
In copertina: Louis Vuitton, modello in vitello
con inserti in pelo di volpe
IN PRIMO PIANO
6
Nicchia in espansione
GLI ALTRI SERVIZI
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11
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16
18
20
22
Fabi consolida la crescita
Confezione 2.0
Chi decide oggi
Stamperemo le scarpe in casa?
Vache hublot
Ovunque trend
Tra tecnico e naturale
STAMPA QUOTIDIANA
4
Il meglio dai giornali internazionali
OPINIONI LIBERE
5
Pelle animale
La nota di Enrico Ciccola
LA SITUAZIONE
23
Europa / Resto del mondo
Prezzi calzature
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NEW YORK
TREND
PELLI
ITALIANE
102014sommario
MdP-laConceria, il settimanale dell’area pelle
In copertina: Ghibli, sacca a spalla in nappa intrecciata
a mano con metodo tubolare: la pelle viene ripiegata
su se stessa e incrociata tutta d'un pezzo
IN PRIMO PIANO
8
Tra Cina e Usa
GLI ALTRI SERVIZI
13
17
20
26
29
31
34
Venti di guerra su Micam
La sventura euro
Ombre sulla borsa
E il freddo?
Qualità e fantasia: Milano
Lusso, anche qui
Vietnam, pelli italiane
STAMPA QUOTIDIANA
7
Il meglio dai giornali internazionali
OPINIONI LIBERE
5
Riciclare
La nota di Francesco Peghin
LA SITUAZIONE
38
Europa / Resto del mondo
Macellazioni
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MIFUR
BRILLANTE
112014sommario
MdP-laConceria, il settimanale dell’area pelle
IN PRIMO PIANO
6
9
11
Qualità e ancora qualità
La pelle che vorrei…
La bella Gregoraci
GLI ALTRI SERVIZI
12
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16
17
20
La cortina di Mosca
Creazioni su misura
F/W ➔ S/S
La prossima a luglio
Dopo stivale
STAMPA QUOTIDIANA
4
Il meglio dai giornali internazionali
OPINIONI LIBERE
5
Maggioranza assoluta
La nota di Osvaldo Ciaponi
LA SITUAZIONE / PREZZI
22
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Europa / Resto del mondo
Export wet blue
Prezzi
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LA CORTINA
DI MOSCA
stampa quotidiana 4_Layout 1 20/03/14 15:54 Pagina 1
4
STAMPA QUOTIDIANA
«Lineapelle
deve traslocare a Milano»
mdplaconceria.blogspot.it
La fiera contesa. I grandi brand della
moda si schierano: il capoluogo lombardo
è la capitale internazionale della creatività.
Ma Bologna si appella al ministro Guidi
LE NOTIZIE
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DELLA
SETTIMANA
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Cesare e Paola Paciotti indagati?
14 marzo
Il Sole 24 Ore / 15 marzo
Poltrona Frau,
salgono utili e fatturato
Cambio di passo
per chi delocalizza in Cina
I conti della società ceduta
all’americana Haworth
Il rallentamento del Pil costringerà
chi produce qui a riposizionarsi su fasce
più alte di mercato
Corriere della Sera / 14 marzo
Il Sole 24 Ore / 16 marzo
Tod’s “non è attraente”.
Credit Suisse lo declassa
Jimmy Choo si prepara
alla quotazione a Londra
Analisti delusi dai conti.
Il titolo in due giorni ha perso il 7%
Il marchio potrebbe raccogliere
fino a 1,2 miliardi
Evasione Iva, condannato
un imprenditore maceratese
17 marzo
Il Giornale / 14 marzo
Il Sole 24 Ore / 17 marzo
Credit Suisse declassa Tod’s
14 marzo
Nel 2013 le perdite crescono
a 3,2 milioni di euro
Lineapelle, la svolta:
a settembre si terrà a Milano
13 marzo
Cina, scandalo gelatine:
“contengono cromo”
19 marzo
Varese: ex conceria Fraschini,
in 8 a processo
17 marzo
Bottega Veneta, negozi più grandi
per continuare a crescere
19 marzo
Casadei lancia l’uomo
18 marzo
Una nuova conceria
in Slovenia per Boxmark
14 marzo
Aeffe in rosso resta ottimista
Mf Fashion / 14 marzo
Prada a tutto food
rileva Marchesi
Il gruppo compra l’80%
della storica pasticceria meneghina
Barberino fa scattare
il Pil di una regione
L’outlet dei record: tre milioni di visitatori
La Nazione / 18 marzo
Sartorie e pelletterie
sono a caccia di giovani
Manca manodopera specializzata
Mf Fashion / 14 marzo
Libero / 18 marzo
Eurazeo rileva
il 10% di Desigual
Yoox, la quiete
dopo le ricoperture
Per il marchio fashion spagnolo
ricavi su del 18% a 828 milioni
L’ingresso nel paniere delle blue chips
non ha portato bene alla società
Mf Fashion / 19 marzo
Il Sole 24 Ore / 20 marzo
CERTIFIED LABORATORY EQUIPMENT
PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI APPARECCHI
DA LABORATORIO AD ALTA PRECISIONE
AZIENDA CERTIFICATA ISO 9001
MEMBRO UNIONE INDUSTRIALE TORINO
SOCIO UNI ENTE NAZIONALE ITALIANO DI UNIFICAZIONE
Giuliani Tecnologie srl
TEL. 0112730666 - GIULIANI.IT
11/2014
opinioni 5_Layout 1 20/03/14 18:14 Pagina 1
5
OPINIONI LIBERE
di commentatori esterni
MAGGIORANZA
ASSOLUTA
IL CAMBIAMENTO del clima ha aggravato la portata dei
cataclismi? No! Allora li ha fatti diventare più frequenti. No!
Il surriscaldamento globale può avere provocato il freddo
polare dei mesi scorsi negli Stati Uniti? Assolutamente no!
Anche 40, 50, 60 anni fa pensavamo che facesse un freddo
eccezionale. Chi nega è un reazionario? No, è un liberal
americano, Warren Buffett, progressista che fa
l’assicuratore con il fondo Berkshire Hathaway. Se fosse
vero - ha recentemente detto - che gli uragani siano più
frequenti del passato, gli assicuratori si sarebbero trovati a
risarcire più danni; invece negli ultimi cinque anni l’America
è stata abbastanza risparmiata dai cicloni. Tutto questo
parlare di clima - sua conclusione - ha spinto la gente a
credere che la meteorologia del decennio trascorso sia stata
molto insolita. Così è stato facilissimo aumentare i premi
delle assicurazioni senza incontrare resistenze; mentre il
rischio per le compagnie assicurative è restato invariato. Di
conseguenza, c’è stato un gradito incremento dei profitti a
costo zero. Avete capito, testoni? E ora ficcatevi nella zucca
un’altra verità, rivelata da uno dei fondatori negli anni ’70 di
Greenpeace. «Nessuna prova - ha osservato - che l’uomo
sia colpevole del global warming, un insieme di semplici
congetture su cui sono state costruite erroneamente
politiche industriali ed ecologiche». I modelli di previsione al
computer sono una bufala e Patrick Moore, questo il suo
nome, ha abbandonato gli antichi compagni a causa della
svolta politica del movimento. «Ogni sciocco
sensazionalismo messo in piedi da attivisti privi di qualsiasi
cultura scientifica finisce immediatamente nel telegiornale
della sera» ha ricordato. Ecco, il problema. Gli invasati, i
bugiardi professionali per fondi ricevuti, i collettori di voti
fanno il loro mestiere, nessuno scandalo. Le cattive
coscienze, le scorrettezze sono altrove. Stanno nelle tv, nei
media, nei social network. Sapendo di mentire, mentono
per l’audience, mentono per strappare al concorrente più
share, mentono per abbindolare i coglioni, maggioranza
assoluta.
s.m. ❑
ABSOLUTE MAJORITY
Warren Buffet, Berkshire Hathaway fund, denies the
theory of climate change, which have enriched insurance
companies. One of the founders of Greenpeace denies the
guilt of man for global warming. "Any fool sensationalism
set up by activists without any scientific culture
immediately goes in the evening news", he recalled.
That's the problem! The bad conscience lie to dupe the
fools, an absolute majority.
11/2014
LA NOTA
di Osvaldo Ciaponi*
Quattro anni fa il Comune di
Santa Croce sull’Arno, la locale
Associazione Conciatori e
l’Istituto Comprensivo Statale
hanno dato inizio ad un progetto
complesso ed ambizioso, al fine
di avvicinare il mondo della
scuola alla conceria, settore che
ha determinato lo sviluppo
economico e sociale di un vasto
territorio, divenendone un fondamentale elemento
storico e culturale e quindi di forte caratterizzazione
identitaria di questa zona.
Il progetto “Amici per la pelle” fornisce ai ragazzi delle
scuole secondarie di primo grado una conoscenza di
base specifica, che non si ferma ad incontri generici e
teorici in aula, bensì li porta a vedere da vicino, a
sperimentare sul posto, il funzionamento di una
conceria, il processo produttivo della pelle e del cuoio,
gli aspetti correlati quale il sistema di raccolta e
depurazione delle acque reflue della lavorazione delle
pelli direttamente nei grandi impianti realizzati per
questi scopi.
Diffuso nel tempo in tutto il comprensorio conciario
toscano e successivamente anche in Veneto e
Campania, grazie alla determinante collaborazione di
Unic, questo progetto rappresenta un perfetto esempio
di collaborazione tra realtà diverse. I ragazzi, al fine del
percorso didattico “dal vivo”, maturano un
accrescimento formativo rilevante ed un bagaglio
importante per la loro scelta di percorso di studio
superiore, che sul nostro territorio è stata ampliata e resa
sempre più aderente alla realtà del settore produttivo
conciario grazie ad una lunga e rodata collaborazione tra
il Polo Tecnologico Conciario (PO.TE.CO), l’Istituto
Tecnico C. Cattaneo di San Miniato e l’Università di Pisa.
Un territorio che rivolge la sua attenzione alle nuove
generazioni è un territorio proiettato al futuro e questa
sinergia è il modo migliore di coltivare prospettive di
crescita della comunità, intesa come l’insieme di
persone e imprese.
❑
*Sindaco di Santa Croce sull’Arno
The "Amici per la pelle" project takes students to
visit the tanneries , observing the production
process and related aspects. Born in Tuscany, has
been expanded - thanks to Unic - in Veneto and
Campania. An area that turns his attention to the
younger generation is an area projected into the
future and this synergy is the best way to cultivate
growth prospects of the community, understood as
the set of people and businesses.
*Mayor of Santa Croce sull’Arno
in primo piano 6-7-8_Layout 1 20/03/14 15:50 Pagina 1
6
IN PRIMO PIANO
QUALITÀ E ANCORA QUALITÀ
A Lineapelle le concerie leader e la clientela
confermano l’intenzione di esporre a Milano dal prossimo settembre:
«Scelta giusta, è la capitale della moda». Ovicaprine ottimiste. Non solo pelletteria
Andrea Guolo e Luca Fumagalli
BOLOGNA - L'edizione di Lineapelle che si è
conclusa il 13 marzo (1.101 espositori, 18.259
visitatori) sarà probabilmente l'ultima a
Bologna e da settembre questa mostra leader
per qualità e tendenze moda dovrebbe tenersi
a Milano, come chiedono visitatori ed
espositori di fascia alta. «Cambiare è giusto afferma Rino Mastrotto, fondatore e
presidente del Rino Mastrotto Group,
Tre giorni di qualità e lusso a Lineapelle
11/2014
presidente Unic - e Milano, capitale della
moda e dello stile, rappresenta la scelta
migliore, anche in considerazione delle
aspettative legate all'Expo». Concorda il
presidente di Assoconciatori, Franco Donati
(Consorzio D&Co): «Le concerie più solide e
strutturate condividono la decisione. Ci
possono essere piccole realtà, con una visione
negativa del mercato e dei cambiamenti che
esso impone, spaventate da tutto ciò che è
innovativo, fino ad esprimere contrarietà
verso il trasferimento. Ma sono ditte che non
intendono più investire nemmeno in
depurazione, tirano a campare copiando gli
articoli d'altri e fanno un unico ragionamento:
quello del prezzo. I leader oramai si sono
formati e hanno scelto Milano».
Intanto i conciatori archiviano la mostra della
primavera/estate 2015 con le certezze
assicurate da firme, pelletteria e qualità. Gli
articoli più richiesti: bovine con colori e
rifinizioni naturali, cerati, vernici. Tenuta per
nubuck, stampati e croste. L'arredamento
tiene nella fascia alta (aniline, pelli scoperte,
invecchiati) e stenta nel medio/basso. Tra i
vitelli domina la tematica dei prezzi e la
domanda sembra circoscritta alle prime
scelte, con diversi operatori pronti a
scommettere su un calo delle quotazioni per
eccesso di giacenza di seconde e terze. Dagli
alti costi di approvvigionamento dipende
parte dell'ottimismo nelle ovicaprine, che
potrebbero essere avvantaggiate da fattori
stagionali (l'estivo è la stagione del capretto)
ed economici, dando luogo a un effettosostituzione. Risultati brillanti per gli
specialisti del rettile.
in primo piano 6-7-8_Layout 1 20/03/14 15:51 Pagina 2
7
Affluenza costante al workshop
sull’artigianato della pelle,
allestito al padiglione 26
«Edizione interessante - affermano
allo stand della conceria Nuti Ivo - sia
dal punto di vista del lavoro svolto
nello stand che dell'affluenza, che per
quanto ci riguarda ha una
provenienza di spiccata matrice
asiatica. Molti clienti del Far East ci
hanno segnalato che a farli venire a
Bologna è stata la vicinanza di date
con Micam e Mipel». Domina la
pelletteria tra le destinazioni seguite
dal gruppo Nuti. «Il prezzo dei pellami
incide - insistono in azienda - ma non
appare determinante nelle scelte dei
clienti. L'attenzione è maggiore sul
lato qualitativo, riferito a prodotto ma
anche servizio. Le soluzioni più
apprezzate: classico, elegante e
stampa rettile, in particolare cocco».
Per Luca Giananti (Dolmen) è stata
un'edizione «quantitativamente
inferiore alle aspettative, ma
qualitativamente in linea. Abbiamo
incontrato tutti i clienti che
attendevamo, raccogliendo giudizi
positivi sulla collezione». In evidenza i
pitoni degradati e dipinti a mano,
tipicamente estivi, tra i più campionati
con gli articoli Haiti e Havana.
«Disponiamo di stock importanti di
materia prima, che ci permettono di
offrire garanzie ai clienti a prescindere
dalle quantità disponibili nel mercato,
peraltro abbondanti in questo
momento». Partita più complessa per
i vitelli, causa prezzo. Ad ogni modo
Dolmen è reduce da un 2013 brillante,
chiuso con un incremento del 5% di
produzione e del 15% di fatturato.
«Puntiamo a consolidare il risultato»
conclude Giananti.
Da un anno ancora più positivo
proviene Deviconcia, che ha
archiviato l'esercizio con un +25%
nonostante i problemi
nell'approvvigionamento (ovine
acquistate tra Grecia, Sud Africa,
Nuova Zelanda e Nord Africa). «Ci
sono sempre meno pelli e quelle che
troviamo presentano sempre meno
qualità. Siamo costretti a selezionare
le migliori, scartando tutte le altre»
lamenta il titolare Giuseppe De Vita.
Su Lineapelle la pensa in questo
modo: «Una fiera internazionale, che
ci permette di incontrare tutti i nostri
clienti. Li ho trovati decisi e concreti,
sanno ciò che vogliono e non amano
perdere tempo». Per Deviconcia,
aspettative di stabilità nell'anno in
corso e tanti investimenti sul fronte
macchinari: «Rinnoveremo il 50% del
parco macchine, perché senza
innovazione non è possibile andare
avanti. Chi oggi a Solofra sta
Rettile in evidenza, richiesto dal lusso
11/2014
lavorando ha prospettive di
continuare per altri vent'anni, purché
posizionato al vertice della qualità.
L'economico lo lasciamo fare ad altri».
L'accento sulla qualità viene posto
anche da Rino Mastrotto. «Una
Lineapelle positiva e sempre più
impostata su pregio, cultura di
prodotto, ricerca. Siamo sulla strada
giusta. La pelle italiana conferma la
leadership: non esistono alternative
né mai spero ci potranno essere». Tra
le destinazioni, Mastrotto pone la
pelletteria al top, ma avverte: «Non
rilassiamoci, perché di sola pelletteria
non potremo vivere tutti. Mi aspetto
in primo piano 6-7-8_Layout 1 20/03/14 15:51 Pagina 3
8
Vitelli allo stand Dolmen
un forte sviluppo di pelli per
automotive di alta fascia e spero che
emergeranno nuove opportunità per
le concerie. Mi conforta vedere che
siamo riusciti a dare valore alla pelle. Il
tempo ci ha consentito di fare pulizia e
di trasformare il lavoro in conceria,
che una volta era soprattutto fatica, in
un piacere». L'elogio della pelletteria
FATTURATI IN AUMENTO
GRAZIE AI MIGLIORI
CLIENTI DEL LUSSO
accomuna più conciatori. Franco
Donati spiega: «È la destinazione
dominante, paga e garantisce i
volumi, ha bisogno di fornitori
puntuali e in grado di assicurare la
qualità. Il prezzo, a differenza di
quanto accade per la calzatura, non
costituisce un problema». I risultati
procedono di conseguenza. Per la
conceria solofrana Del Vacchio, il
fatturato 2013 è aumentato del 10%
sul 2012 e le firme assicurano
all'incirca il 40% del fatturato, quota
piuttosto bassa se confrontata a
quella di altre imprese del comparto.
«La clientela residua - evidenzia
Eugenio Del Vacchio - è composta da
brand di fascia medio/alta,
prevalentemente europei. Siamo
soddisfatti di quest'ultima edizione
della fiera per affluenza e livello dei
visitatori. È stata una Lineapelle
importante per l'immagine del made
in Italy e per il ritorno di alcuni clienti,
a cominciare dagli americani. Ora
speriamo in una condizione più
favorevole del mercato dei cambi». Il
2014 della conceria solofrana è iniziato
all'insegna della fiacca. «Esistono
tuttavia i presupposti per recuperare e
chiudere l'anno in linea con il
precedente. Stiamo inoltre investendo
in ricerca, formazione ed energie
rinnovabili. Abbiamo creato un
impianto fotovoltaico in conceria e
stiamo studiando l'ipotesi di allestire
un impianto di cogenerazione. Nel
giro di un anno riusciremo ad
avviarlo» conclude Del Vacchio. Infine,
parola a un rappresentante dei
sintetici: Juan Poveda. «Ottima
affluenza, come al solito. Abbiamo
lavorato bene anche grazie al fatto che
in questo momento tessuto/sintetici e
pelle sembrano aver raggiunto un
punto di equilibrio nel “dividersi” il
mercato, spesso interagendo, diciamo
così, perché i clienti stanno
sviluppando collezioni dove la parola
chiave è "accoppiare" pelle con tessuti
di alto livello, che non devono essere
minimamente confusi con “banali
fodere”, ma come se si trattasse di
una nuova formula di doubleface».
E i clienti? Bocche cucite, come di
consueto, tra le firme. Qualche loro
dirigente però, a microfoni spenti, si
lascia andare. «Stiamo cercando
articoli classici ed eleganti, li
abbiamo trovati ma spesso ci
scontriamo con realtà produttive che
non offrono garanzie. Chi comunica il
lusso a 360 gradi non può basarsi
solo sul valore del prodotto, deve
assicurarsi un fornitore di qualità
totale. E invece ci è capitato di trattare
con realtà conciarie rimaste ferme a
qualche decennio fa...». Si fidano
poco e tendono a premiare chi già
conoscono. I giochi, tra i fornitori
❑
scelti, sono perlopiù già fatti.
QUALITY AND EVEN QUALITY
Lineapelle that ended March 13th (1,101 exhibitors , 18,259 visitors) will
probably be the last in Bologna and from September this exhibition - leader in
quality and fashion trends - should be held in Milan, as requested by visitors
and exhibitors of high-end. "Change is right - says Rino Mastrotto, founder and
president of Rino Mastrotto Group, President Unic - and Milan, capital of
fashion and style, is the best choice, even taking into account the expectations
of the Expo”." Franco Donati (Consorzio D & Co), president of Assoconciatori:
"The more solid and structured tanneries share the decision. There may be
small companies, with a negative view of the market and the changes that it
imposes, frightened by everything that is innovative, to express opposition to
the transfer. But are companies that do not intend to invest even more in
environment, they survive by copying the articles of others and make a single
argument: the price. The leaders have chosen Milan".
11/2014
in primo piano 9-10_Layout 1 20/03/14 15:59 Pagina 1
9
IN PRIMO PIANO
LA PELLE CHE VORREI…
… è ostacolata da Bruxelles! L’Europa, con le sue burocrazie
e interessi nordici, blocca la trasparenza sull’origine dei materiali nei beni
di consumo. Un convegno internazionale a Lineapelle
Andrea Guolo
BOLOGNA - Cosa significa “pelle italiana” per
i consumatori mondiali? «Un plus, che va a
impreziosire oggetti e prodotti come
arredamenti, interni di automobili, oggetti di
design». Che sicurezze cercano questi clienti?
«Soprattutto la documentazione e la possibile
certificazione per distinguere tra “vera pelle
italiana” e i diversi fake in circolazione».
Ecco le conclusioni di una ricerca presentata a
Lineapelle da Euromedia Research. I risultati
confortano da un lato e amareggiano
UNA RICERCA WEB: IL LUSSO
CHIEDERÀ ANCORA PELLE ITALIANA
dall’altro. Dispiace infatti che quanto richiede
il mercato sia disatteso dall’Europa. La legge
8/2013, approvata alla “quasi unanimità” dal
Parlamento italiano, garantisce la tracciabilità
di cuoio, pelle e pelliccia utilizzati nei
manufatti, con l’obbligo di indicazione della
provenienza. La normativa è bloccata a
Bruxelles, con il ridicolo pretesto dell’ostacolo
al libero commercio, mentre invece
costituirebbe una garanzia di trasparenza per
il consumatore, il quale non è più sicuro che
un paio di scarpe, marchiate “made in Italy” in
quanto la lavorazione considerata “rilevante”
è stata effettuata in Italia, contengano
veramente pelli italiane.
«Con orgoglio - dice Alessandra Ghisleri,
sondaggista e coordinatrice della web
research - possiamo affermare che questo
settore cresce e potrebbe costituire un
ulteriore traino per il nostro Paese, grazie a un
mercato del lusso che vuole la pelle e che
negli ultimi dieci anni ha fatto segnare un
+70% di giro d’affari». Si tratta di un
patrimonio pari a 217 miliardi di euro, +2% nel
Alessandra Ghisleri durante il suo intervento.
Sopra, alcuni tra i relatori
11/2014
in primo piano 9-10_Layout 1 20/03/14 18:03 Pagina 2
10
SPESA PRO CAPITE PER BENI DI LUSSO
Valori in euro
1.400
1.400
1.200
1.250
1.000
800
800
600
750
400
500
500
America
latina
Est Europa
450
400
200
0
Medio Oriente
Cina
Giappone
Altri Paesi
asiatici
Europa
Nord America
Fonte / Bain & Co
2013, all’interno del quale calzatura e
pelletteria incidono per il 28%.
Esistono marcate differenze tra i
mercati di destinazione sull’identità
della pelle italiana. Il consumatore del
Regno Unito predilige l’artigianalità
delle lavorazioni, quello francese
ammira la qualità dei cuoi per selleria
e riconosce il valore aggiunto dei
pellami per la creazione di borse
realizzate in Francia, i tedeschi ne
apprezzano ecocompatibilità e
caratteristiche comfort. I russi, che
applicano nomi italiani un po’
ovunque, collegano la pelle alla città
di Firenze e stanno ben attenti a non
comprare articoli contraffatti, che per
loro rappresentano l’anti-lusso. I
cinesi la pretendono affinché un
articolo da regalo sia degno della
persona a cui è destinato; inoltre, la
nuova upper class delle metropoli
asiatiche preferisce marchi “minori”
nella certezza che offrono qualità
senza scorciatoie e con garanzie di
filiera. Il “tocco italiano” si sta
rivelando prezioso anche per nuovi
mercati come Turchia e Brasile, dove
le nostre pelli sono richieste per
valorizzare le automobili divenute
status symbol.
«I brand più ricercati in Russia?
Saranno quelli ottenuti in
collaborazione tra le nostre aziende e i
fornitori/partner italiani». Lo ha
affermato, nel dibattito successivo alla
Sala piena durante la presentazione della web research a Lineapelle
11/2014
presentazione della ricerca, la
giornalista moscovita Galina
Kutsnetsova (Profashion),
prevedendo nei prossimi anni meno
shopping turistico e più acquisti
domestici da parte dei russi. Per il
mercato anglosassone, «I tempi di
Sex and the City, con l’ossessione per
le scarpe ad ogni costo, sono lontani.
Oggi le donne le acquistano con più
consapevolezza e spirito critico»
sostiene la scrittrice Usa Rachelle
Bergstein. «In Turchia - evidenzia
Burak Celet, general manager del
brand di pelletteria Desa Deri - si
impongono, a fianco dei soliti brand
internazionali, quelli nazionali, spesso
ottenuti grazie a partnership italiane».
«I marchi italiani sono un punto di
riferimento per i consumatori
brasiliani - aggiunge il designer
Ronaldo Fraga - ma attenzione a
qualità e durevolezza, perché i miei
compatrioti pretendono acquisti che
debbano conservarsi nel tempo». Al
dibattito, moderato da Elisabetta
Ferracini, hanno partecipato la
sociologa Monica Fabris,
l’imprenditore cinese Yang Jun
(Guangzhou Satchi Leather), il
designer giapponese Kei Kagami e
l’imprenditrice turca Ruken Mizrakli. ❑
THE LEATHER I’D LIKE ...
What does "Italian leather"
means for the world's consumers? "A
plus, which goes to embellish objects
and products such as furniture, car
interiors, design objects". Securities
that are looking for these customers?
"Above all, documentation and
certification possible to distinguish
between genuine Italian leather and
the various fakes in circulation". Here
are the conclusions of a study
presented at Lineapelle by
Euromedia Research. The results
comfort on the one hand and
embitter other. What the market
requires is rejected by the EU.
in primo piano 11_Layout 1 20/03/14 15:52 Pagina 1
11
IN PRIMO PIANO
LA BELLA GREGORACI
Poche scarpe scomode, molte borsette,
un guardaroba zeppo, un amore per i dettagli
Andrea Guolo
Elisabetta Gregoraci nell’area trend di Lineapelle.
Nel riquadro, le scarpe indossate dalla presentatrice durante la fiera
BOLOGNA - Ama la moda e ha una
passione viscerale per le borse.
«L’ultima che ho acquistato? Una
Chanel» confessa Elisabetta
Gregoraci, a Lineapelle per
partecipare al talk show su “La pelle
che vorrei, desideri dal mondo”. La
bellissima modella e presentatrice
della trasmissione televisiva “Made
in sud” è giunta al quartiere fieristico
con il ritardo che si concede alle dive,
per parlare del proprio guardaroba
«di cui mio marito (Flavio Briatore,
nrd) non è affatto contento, perché è
pieno zeppo. Seguo la moda, scelgo
abiti e accessori in base all’umore, a
ciò che mi colpisce, alle novità e alle
mie necessità. Mi intrigano i dettagli,
a volte il materiale. Noi donne però
abbiamo bisogno anche di
comodità». Una conferma di questa
visione comfort della vita giunge
dalla risposta alla domanda
successiva: a quali scarpe non si può
rinunciare? «A quelle da ginnastica.
Le metterò ai piedi non appena fuori
di qui, perché questi tacchi sono
davvero scomodi…».
❑
BEAUTIFUL GREGORACI
She loves fashion and has a
deep passion for bags. "The last I
purchased? A Chanel" confesses
Elisabetta Gregoraci , at Lineapelle
to participate in the talk show of "La
pelle che vorrei". "I’m a fashionist,
choose clothes and accessories
according to my mood, trends and
needs. The details intrigue me.
Women, however, also need
comfort”.
11/2014
materia prima 12-13_Layout 1 20/03/14 15:52 Pagina 1
12
MATERIA PRIMA
LA CORTINA DI MOSCA
Sei mesi senza pelli grezze, già inaccessibili causa dazio,
e semilavorate. «Dobbiamo proteggere l’industria calzaturiera» dicono i russi,
ma il crust può uscire. L’Europa che fa? Tace, come sempre
Andrea Guolo
UN DANNO DA 113 MILIONI PER LA
CONCERIA E 550 MILIONI PER LA FILIERA
Due immagini d’archivio
della conceria russa Ostashkov,
tra le più antiche della Federazione
11/2014
MILANO - Salta un’altra fonte di
approvvigionamento per la conceria italiana.
Dopo Argentina, India, Etiopia, Nigeria ecc., la lista
dei protezionisti delle pelli vede il preoccupante
rafforzamento delle azioni russe. Mosca non
rappresenta certo una new entry, perché da oltre
dieci anni applica un dazio all’export di bovine
salate pari a 500 euro/tonnellata. «Negli ultimi
tempi - afferma il commerciante toscano Vasco
Maffei, che tratta queste origini - la quota pesava
fino a 20 mila euro a camion di merce». Inutile
precisare che l’Italia ormai non ne trattava più di
grezzo russo: sono infatti scelte basse e troppo
care per quel che valgono. Il wet blue costituisce
invece una fonte importante per la conceria
italiana, la quarta per valore dopo Brasile, Usa e
Nuova Zelanda. Nel 2013 ne abbiamo importate
20,5 tonnellate, per un valore superiore ai 72
milioni di euro.
Succede che a febbraio il primo ministro russo
Dmitry Medvedev firma un provvedimento
(emendamento n.73 al decreto 877 del 2007), con
il quale viene sospeso o ristretto dalla
Federazione l’export di alcune categorie, tra cui le
pelli grezze e semilavorate bovine ed equine. Per
sei mesi, se il divieto sarà applicato, in Europa
non arriverà più nulla. Dal divieto viene invece
escluso, particolare significativo, il crust e
ovviamente il finito. Ciò è importante, perché
smentisce la “giustificazione” presentata dai
russi per far accettare il provvedimento:
“facilitare l’acquisizione di pelli domestiche da
parte dell’industria calzaturiera”, che sarebbe
penalizzata dalla crescita dell’export conciario
dovuto, secondo loro, ai prezzi convenienti delle
pelli russe rispetto alle altre. Ora, se
l’osservazione sul prezzo non regge per il fatto
che ogni origine ha le proprie caratteristiche
qualitative - e le pelli russe garantiscono poche
materia prima 12-13_Layout 1 20/03/14 15:52 Pagina 2
13
WET BLUE, LE PRINCIPALI FONTI
Import italiano nel 2013 (milioni di euro)
prime scelte e tanto economico, per
limiti legati a tecniche di allevamento
e scortico - quella sulle necessità
dell’industria calzaturiera appare
risibile, dato che i detentori possono
continuare a esportare in crust. È
chiaro che si tratta di una manovra
per proteggere le concerie dalla
concorrenza dei compratori esteri e in
particolare dagli italiani. Ed è possibile
che si tratti di una ritorsione politica, a
seguito delle tensioni tra Mosca e
Unione Europea sulla questione
Ucraina. Bruxelles come ha reagito?
Come sempre: visto che il problema è
solo italiano, se ne è fregata.
«L’Europa non risponde, subisce le
ripicche russe e non tutela il nostro
settore - afferma il conciatore
vicentino Bernardo Finco - siamo il
loro sud, non ha mai mosso un dito a
nostro favore, difende
esclusivamente gli interessi del
nord». Le concerie sembrano
arrabbiate per la forma più che per la
sostanza del provvedimento. Due le
ragioni. La prima? Il wet blue russo,
sul quale già pesava il 20% di dazio,
negli ultimi tempi era sopravvalutato
e gruppi come quello di Finco
avevano spostato gli acquisti su altre
origini (Nuova Zelanda, Australia,
Sud Africa). La seconda? A oggi,
continuano ad arrivare offerte di
semilavorato dalla Russia così come
dall’Ucraina. Una conferma giunge
da Santa Croce: «Io continuo a
ricevere le pelli e non ci sono, da
parte dei russi da cui mi rifornisco,
particolari timori di sospensione delle
consegne» rimarca Maffei. Va detto
che anche ai tempi dell’introduzione
del dazio (era il 2001) fu necessario
attendere alcuni mesi prima
dell’effettiva applicazione. Se blocco
sarà, quali conseguenze potranno
riguardare l’area pelle italiana? Unic
stima un mancato introito
complessivo europeo di oltre mezzo
240
231
200
160
139,7
120
80
81
72
40
0
Brasile
Usa
Nuova Zelanda
Russia
57
Paraguay
Fonte / Unic
miliardo di euro suddiviso tra
concerie (113 milioni di euro),
fornitori di prodotti chimici e di
macchinari, calzature, borse,
imbottito e interni auto. «Inoltre aggiunge Finco - occorre calcolare
l’impatto sulle quotazioni di pelli
simili, perché il wet blue russo in
molti periodi ha rappresentato un
grosso aiuto per tante concerie,
compresa la mia. Venendo a
mancare, le alternative rischiano di
essere più costose. Questa
complicazione potrebbe riguardare
ancor più il vitello, di cui la Russia è
un fornitore significativo per la fascia
media e medio/bassa». Andrebbero
infine conteggiati i danni già causati
dal blocco del grezzo, che ha precluso
le origini russe alle concerie del
vegetale. «Da diversi anni non le
trattiamo più - spiega Giuseppe Volpi,
presidente del Consorzio Conciatori
di Ponte a Egola - perché
commercialmente non sono
interessanti. Causa dazio, costano
molto più di quel che valgono,
essendo pelli mediamente di bassa
qualità e perciò inadatte a soddisfare
le esigenze del distretto. Oggi però il
problema è un altro e riguarda la
concia al cromo: il wet blue russo era
relativamente a portata di mano, nel
giro di una settimana chi lo comprava
se lo faceva consegnare via camion,
invece le alternative via mare
richiedono almeno tre settimane per
la consegna. In più, le restrizioni si
sono moltiplicate. Ormai non si
guarda più se le pelli siano più o
meno buone, ma più o meno pronte
❑
per essere consegnate».
THE CURTAIN OF MOSCOW
After Argentina, India, Ethiopia, Nigeria etc., the list of hide & skins’
protectionist sees worrying strengthening of Russian shares. Moscow is hardly
a new entry, because for over ten years applies an export duty equal to 500 €/t
on raw hide. The wet blue constitutes an important source for the Italian
tannery, fourth after Brazil, USA and New Zealand for the value. In 2013 we
imported 20.5 tonnes, with a value of more than EUR 72 million. It happens,
however, that in February, the Russian Prime Minister Dmitry Medvedev
signed a measure that blocks the export of raw and wet blue for six months.
"We must protect the footwear industry" say the Russians, but the crust can get
out. What’s doing Europe? Silence, as always.
11/2014
mercato 14-15_Layout 1 20/03/14 15:53 Pagina 1
14
MERCATO
CREAZIONI SU MISURA
Innovare, inserire materiali preziosi e realizzare tutto “in house”
per soddisfare le esigenze delle grandi firme. Così la pensano i produttori
di accessori e componenti in mostra a Lineapelle
Gian Omar Bison
BOLOGNA - Innovare per crescere. Ricerca e
sviluppo sono le armi a disposizione dei
produttori di accessori per calzatura e
pelletteria per mantenere la leadership nel
mercato, con un occhio di riguardo per il
cliente che offre maggiori sicurezze anche in
termini finanziari: quello del lusso. È stata
una Lineapelle positiva per questi fornitori di
articoli qualificati e di alta gamma, che dalla
manifestazione di marzo hanno ottenuto le
risposte attese.
Novità presentate
da Pianeta Gemme
11/2014
Per le grandi firme mondiali lavora da tempo
l’azienda fiorentina Pianeta Gemme, con
base a Scandicci, fondata trent’anni fa da
Alessandro Taurini, incisore e mosaicista,
con la moglie Marta Caccaro, che ne ha
assunto la guida commerciale e
organizzativa. Tra i principali clienti, i brand
del gruppo Lvmh. «Ci adeguiamo ai progetti
dei committenti, mettendo a loro
disposizione la nostra creatività a seconda
del progetto» afferma il fondatore. Quindici i
mercato 14-15_Layout 1 20/03/14 15:53 Pagina 2
15
Fibel, accessori per pelletteria
dipendenti, ma l’azienda ritiene che
le prospettive di crescita siano
esponenziali. «Assumiamo persone
da formare in azienda, in quanto una
scuola specifica per il nostro settore
non esiste. Diciamo che siamo
fortunati, avendo nel dna la migliore
tradizione del mosaico fiorentino.
L’evoluzione della nostra azienda è
stata rapida e facilitata dalla
possibilità di assumere personale già
formato da realtà del settore che,
purtroppo per loro, sono state
costrette a chiudere. Adesso la
strada è abbastanza spianata. La
nostra peculiarità e l’enorme
flessibilità. Non abbiamo modelli
preconfezionati, ci adeguiamo alle
richieste del cliente che, trattandosi
di alta moda, sono varie e di
complessa realizzazione».
Restiamo a Scandicci. Nella capitale
della pelletteria di lusso opera Fibel,
ditta artigianale specializzata da oltre
vent’anni in accessori per cinture,
calzature, borse e abbigliamento,
utilizzando una vasta gamma di
materiali: zama, ottone, rodoid,
plastica, legno, materiali naturali ma
anche ricami e intrecci. Dispone di
fonderia interna e di galvanica
esterna. «Da due anni - sottolinea
Claudio Bernacchioni - lavoriamo
anche accessori in metalli preziosi,
argento e oro. Siamo continuamente
alla ricerca di materiali e tecniche
innovative, che costituiscono una
garanzia di aggiornamento e di
sviluppo dei prodotti in sintonia con
le richieste del mondo della moda.
Gli articoli che proponiamo sono
destinati al pret-a-porter di alta
gamma e alla haute couture». Il giro
d’affari 2013 in Fibel conferma il dato
2012 e le previsioni a fine anno sono
di ulteriore consolidamento, con una
ventina di addetti diretti. «Se
servisse, la manodopera si trova.
Certo, va formata tutta in azienda. Di
sicuro non abbiamo intenzione di
delocalizzare la produzione, visto che
lavoriamo quasi esclusivamente per i
grandi brand».
L’attività di Italsform, San Mauro
Pascoli (Fc), è legata alle forniture di
componenti per calzatura e ai grandi
nomi del lusso internazionale.
«Proprio per questo - evidenzia
Viviana Pirini - ci sembra strano che
le difficoltà sembrino aumentare.
Vedo poco fermento da inizio anno
nonostante il lusso, come nicchia,
abbia sempre tenuto». L’azienda
romagnola nasce nel 1984 e si
occupa di semilavorati per calzature,
suole, sottopiedi, plateau,
monoblocchi in cuoio e gomma.
«Italsform negli anni è cresciuta,
passando da impresa terzista a
fornitrice di componentistica propria
e a ciclo completo, fino a lavorare per
l’alta moda». È partner di Gucci,
Prada, Dolce & Gabbana, Chanel,
Yves Saint Laurent, oltre ai big del
proprio distretto come Vicini,
Casadei, Pollini, Sergio Rossi.
«Abbiamo 55 dipendenti, con le
ultime conferme di
lavoratori a tempo
determinato. Credo
che manterremo
queste cifre per un
bel po’. Non
abbiamo mai
pensato a delocalizzare, perché
riteniamo che solo con l’attuale
organizzazione riusciremo ad
assicurarci il pieno controllo della
produzione. Al massimo può
capitare di esternalizzare qualcosa
ogni tanto».
L’applicazione di pellicole su pelli e
tessuti per creare laminati è invece la
specializzazione di Md Foils, azienda
di Cesano Maderno (Mi) con filiale a
Castelfranco di Sotto (Pisa). Il 2013 è
stato positivo. «Tre milioni di euro di
fatturato, che confidiamo di
consolidare nel 2014» sottolineano
Lorenzo Rendina, Claudio Benvenuti
e Simone Castoldi. Una realtà di 22
dipendenti, formati tutti in azienda,
INDISPENSABILE MANTENERE
IL CONTROLLO DELLA PRODUZIONE
che produce in house. «Impossibile
portare fuori le lavorazioni.
Significherebbe avere meno
controllo su clientela e fornitura. Le
nostre materie prime, le pelli, sono
❑
tutte italiane e di alta qualità».
SARTORIAL CREATIONS
Growing by innovations. Research and development are the weapons
available to manufacturers of accessories for footwear and leather to
maintain leadership in the market, with a special focus on the customer,
offering more safety even in financial terms: that of luxury. It was a positive
Lineapelle for these suppliers specialized on qualified items and high-end
price: in the last issue of the fair, they got the expected answers.
11/2014
moda 16_Layout 1 20/03/14 15:53 Pagina 1
16
MODA
F/W ➔ S/S
La tendenza dalle sfilate invernali alle proposte dei materiali per l’estate
Lorena Riflesso
Dion Lee
MILANO - L’autunno/inverno ‘14-‘15 sulle
passerelle internazionali ha portato voglia
di sperimentazione sulle pelli, che da
second skin si trasformano in strutture
scultoree in combinazione con altri
materiali. A Milano, Gucci esplora le nuove
nuance del pellame, proponendolo in
colori pastello come celeste, verde, giallo e
rosa su camicie ma anche abiti; Tod’s
propone una cappa
colorata e scultorea, da
Moschino si vedono
abiti in nappa nera
fascianti con metallerie
dorate a contrasto. A
Parigi sfila lana doppiata
con pelle e maglia
agugliata su nappa da
Balenciaga, nappa
trattata come fosse
scultura negli abiti
“corazza” di Balmain e
patchwork colorati di
pelle da Valentino. A
New York, alcuni stilisti
hanno voluto
sottolineare la
naturalezza del materiale
lasciandolo non rifinito,
tra questi Alexander
Wang e i suoi coat che
terminano alla base
come pelli non cucite,
Dion Lee che ha
realizzato abiti bustini
sfruttando la forma delle
pelli di cocco intere,
Sally Laponte che ha
realizzato giacche con
pelle di pirarucu, pesce
particolare per le scaglie
molto grandi.
11/2014
E la ricerca? Lineapelle ha portato in scena
per l’estate 2015 materiali puliti e lisci,
dalla mano ricca, grane abbinate a tocchi
morbidi, stampe texture tipo saffiano o
palmellato più rigide e strutturate. Il fiore
pulito resta un must, garanzia di qualità e
bellezza della materia prima. Le
metallizzazioni sono lavate per dare luce in
maniera mossa, non eccessiva, con
possibilità di stratificazioni di ori bronzati
scuriti, tamponature oro sui rilievi.
DA SECOND SKIN A
STRUTTURA SCULTOREA
Metallizzazioni anche sui cavallini
parzialmente abrasi o con luce sul pelo
rasato, sui rettili lavati con metallizzazioni
parziali solo sulle punte.
Le stampe rettile proposte sono molto
grandi e i tessuti sperimentano la stessa
direzione. Gli accoppiati hanno la funzione
di rendere elastici tessuti poco resistenti,
resinare superfici utilizzabili double,
foderare nappe per borse. Le vernici sono
pulite, gli effetti acquosi hanno più o meno
profondità senza coprire il fondo, la mano
❑
è scivolata o gommosa.
F/W➔S/S
The fall/winter '14 - '15 on the
international catwalks led desire to
experiment on the skins, that second skin to
turn into sculptural structures in combination
with other materials. Lineapelle has staged
for Summer 2015 materials clean and
smooth, the rich hand, grains combined with
soft touches, prints grained texture type
saffiano or more rigid and structured.
fiere estere 17-18-19_Layout 1 20/03/14 15:49 Pagina 1
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FIERE ESTERE
LA PROSSIMA A LUGLIO
Gds, chiude un’epoca. La fiera anticipa per reagire al declino.
L’ultima edizione (-10% i visitatori) mostra un ritorno degli espositori italiani.
Rieker (Hds): «Per vendere in Germania non importa
dove fai le scarpe, conta che tu abbia pelli italiane»
Michele Fossi
Gds cambia format e data. La prossima edizione dal 30 luglio all’1 agosto
11/2014
DÜSSELDORF - La calzatura made in Italy
torna sorprendentemente a guadagnare
posizioni in Germania: +7,3% le
importazioni di scarpe dall'Italia rispetto al
secondo semestre 2012, per un fatturato di
poco inferiore ai 300 milioni di euro. È
quanto emerge dal bollettino semestrale
che Hds, associazione dei produttori di
calzature tedeschi, ha diffuso in occasione
di Gds, in scena a Düsseldorf dal 12 al 14
marzo: edizione più fiacca del solito,
segnata da un forte calo di visitatori (-10%
rispetto allo scorso anno) e alla vigilia di un
cambiamento epocale per il calendario
fieristico. Dal prossimo appuntamento
estivo prende il via il nuovo format della
mostra, a cui gli organizzatori affidano tutte
le speranze di un rilancio. Si inizia il 30
luglio. La successiva, per la collezione
invernale, prenderà il via a inizio febbraio. È
l’estremo tentativo tedesco per reagire allo
strapotere di Micam, che si è riportato in
casa i protagonisti storici della
manifestazione di Düsseldorf negli anni
d’oro: gli italiani. Quest’ultima, stanca
edizione registra un ulteriore calo di
espositori; cresce tuttavia, in
controtendenza, la presenza di aziende
italiane. «Non ci stupisce affatto: i dati
sull'import dall’Italia confermano che la
stella dei calzaturifici tricolori sta tornando
a brillare in Germania, anche in quella
fascia di prezzo intermedia dove più
avevano perso posizioni negli anni passati»
osserva Manfred Junkert, direttore
esecutivo dell'associazione. Come spiegare
quest'inversione di tendenza? «Innanzi
fiere estere 17-18-19_Layout 1 20/03/14 15:49 Pagina 2
18
ANDAMENTO DELL’IMPORT TEDESCO
Dati in milioni di euro
2012
2013
Variazione
632,6
678,9
+7,30%
2.317,1
2.553
+10,20%
INDIA
231,7
258,6
+11,60%
VIETNAM
803,8
889,2
+10,60%
CINA
1.917
1.951,6
+1,80%
ITALIA
ALTRI PAESI EU
Fonte / Hds
tutto, occorre tenere presente che il
mercato tedesco è sempre più nelle
mani di poche grandi catene.
Questo fatto spinge i piccoli
negozianti, per arginare lo
strapotere della concorrenza, a
design creativo. A ciò si aggiunga
che sempre più aziende italiane si
stanno specializzando nella
produzione di calzature per il nostro
mercato, proponendo quel giusto
mix di qualità, comfort e attenzione
al prezzo senza il quale in
Germania non si sfonda».
I dati annunciati dall'Hds
trovano immediato
riscontro presso gli stand
italiani, dove nel complesso
si respira ottimismo e voglia
di approfittare del vento in poppa.
«Abbiamo registrato il ritorno di
numerosi clienti tedeschi, che non si
erano fatti più sentire» conferma
Marc Baldan di Brunella,
IL RIGORE TEDESCO
SI MISURA NEL TARGET PRICE
proporre calzature più innovative ed
originali che in passato. Il trend
gioca a favore dell'Italia, Paese a cui
si guarda più di ogni altro se si è alla
ricerca di scarpe particolari, dal
Lo stand Tamaris. L’azienda ha recentemente aperto nuovi stabilimenti in nord Africa
11/2014
calzaturificio padovano con trenta
dipendenti. «La congiuntura attuale
ci favorisce: è indubbio che in
Germania stia crescendo la volontà
dei retailer di proporre un'offerta
meno banale e questo avvantaggia
sicuramente le nostre aziende. Per
vendere, tuttavia, non basta che
l'etichetta riporti “made in Italy”: il
genio italico deve essere posto in
bella vista attraverso un utilizzo
creativo di accessori e orlature. Ti
comprano per rompere la
monotonia delle loro vetrine, guai a
dimenticarlo».
Anche Eraldo Hoeper del marchio
Primafila (proprietà olandese,
design italiano e produzione 70% in
Brasile e 30% in Italia) è convinto
che i tempi siano propizi per la
calzatura made in Italy. «Il design e i
materiali italiani continuano ad
esercitare un grande appeal in
Germania, anche nelle fasce di
prezzo intermedie. Lo dico con
cognizione di causa: proponiamo
una linea made in Brazil e una made
in Italy e non ci sono storie: se il
prezzo per la scarpa italiana non è
eccessivo, è quella che scelgono,
per quanto sia più cara. E,
ultimamente, vedo che molti
competitor italiani stanno riuscendo
a fare miracoli con i prezzi». Come?
Delocalizzando la produzione
all'estero, ovviamente. Il profilo
dell'azienda italiana di media qualità
che ha successo in Germania è
quasi sempre lo stesso: produce
nell'Europa dell'Est (più di recente
nei Paesi del Maghreb, quasi mai in
Asia) per abbattere i costi della
manodopera, ma non risparmia sui
materiali né su altri aspetti legati
alla qualità, per puntare appieno sul
valore aggiunto del made in Italy.
Maripé, calzaturificio del Brenta
specializzato nel mercato tedesco e
fiere estere 17-18-19_Layout 1 20/03/14 15:49 Pagina 3
19
PRODURRE VICINO
Ralph Rieker,
presidente
dei calzaturieri
tedeschi
del nord Europa, con produzione da
oltre trent'anni a Timisoara
(Romania), incarna alla perfezione
questo paradigma. «Chi crede che
nella fascia di prezzo intermedia in
Germania ci sia poco da fare per i
calzaturifici italiani si sbaglia di
grosso» spiega Roberto Panizzolo,
titolare dell'azienda che conta 160
operai negli stabilimenti rumeni e
un centinaio di terzisti in Italia,
indicando con un gesto il proprio
stand gremito di buyer. «I tedeschi,
e non solo loro nel Nord Europa,
vogliono la qualità ad un prezzo
contenuto. E noi gliela diamo. In
Germania si lavora bene nella fasce
di prezzo 100-150 euro per scarpa,
150-200 euro per lo stivaletto e 150220 euro per lo stivale. Rientrare in
questi target price è cruciale: se
sgarri di 10 euro sei fuori. Se riesci a
contenere i prezzi producendo
all'estero, allora in quanto azienda
italiana hai una marcia in più
rispetto alla concorrenza. Quando
parlo di produzione all'estero prosegue Panizzolo - mi riferisco, si
badi bene, a una delocalizzazione
fatta ad arte, seria e corretta, che
non va a pregiudicare in nessun
CAMBIA la geografia della
delocalizzazione tedesca. In base ai
dati Hds, la nuova tendenza dei
gruppi teutonici consiste nel
graduale abbandono della fascia
costiera cinese, dove la manodopera
è divenuta ormai troppo cara, per
abbracciare realtà quali Vietnam,
Bangladesh e Cambogia. Manfred
Junkert, direttore esecutivo
dell'associazione, evidenzia inoltre
l’incremento di commesse verso
terzisti dell’Europa orientale, Albania
e Maghreb. «In quest’ultima area afferma - un colosso come Tamaris
ha recentemente inaugurato nuovi
stabilimenti». A favorire un
riavvicinamento della produzione vi
modo il nostro Dna di qualità.
Rispetto a chi si limita ad appaltare
la produzione a fabbriche estere,
mantenendo in Italia solo il design,
è certamente una strada in salita:
devi infatti investire enormi energie
nella formazione della manodopera
locale, fino a quando non lavorano
come operai italiani, e devi
continuare ad usare pelle
rigorosamente italiana, anche se più
cara. Fare diversamente, optando
per le scorciatoie, equivale a darsi la
zappa sui piedi. I nostri analisti ce lo
dicono in continuazione: per
sfondare nella fascia di prezzo
intermedia quello che conta,
insieme alla creatività e alla
puntualità delle consegne, è il
rapporto qualità/prezzo, e non solo
uno di questi due parametri».
sarebbero anche nuove dinamiche
presenti nel mercato tedesco, che,
anche a detta di Norbert Breuer,
direttore generale di Salamander,
premia chi riesce a soddisfare gli
ordini più rapidamente e in modo
scaglionato durante la stagione.
«Oggi è fondamentale poter seguire i
tempi della moda: i negozianti
effettuano gli acquisti a più riprese
durante l'anno e non più una volta
per stagione. Stando così le cose, i
lunghi tempi di spedizione che si
hanno producendo in Asia appaiono
insostenibili. Per questo negli ultimi
anni abbiamo ridotto del 60% la
nostra delocalizzazione in Asia, a
❑
favore dell'Europa dell'Est».
Le parole di Panizzolo trovano un'eco
in quelle di Ralph Rieker, presidente
dell'Hds e amministratore della
Rieker Antistress. «Quando si tratta
di una scarpa italiana, i tedeschi sono
disposti a spendere qualche euro in
più, ma esigono la qualità. Questo
spiega perché la quasi totalità delle
aziende italiane che si sono
specializzate nel nostro mercato
continua, con pochissime eccezioni,
ad acquistare la pelle in Italia, anche
se la produzione avviene di norma
altrove. Una pelle di qualità
superiore, proveniente da concerie
italiane, è quello che il consumatore
tedesco si aspetta di trovare in una
scarpa italiana. Deluderlo su questo
punto, optando per pelli più
economiche, si rivelerebbe
certamente controproducente». ❑
NEXT IN JULY
GDS closes an era. The exhibition anticipates to react to the decline.
The latest edition (-10% visitors) shows a return of Italian exhibitors. Rieker
(HDS): "In order to sell in Germany, it does not matter where you produce
your shoes, counts that you have Italian leathers”. From next summer
event kicks off the new format of the show, which organizers rely on any
hopes of a revival. It starts on July 30. The next collection for the winter will
start in early February. It is the extreme German attempt to respond to the
overwhelming power of Micam.
11/2014
calzatura 20-21-22_Layout 1 20/03/14 18:08 Pagina 1
20
CALZATURA
DOPO STIVALE
È stato il modello più venduto nel freddo inverno Usa, anche in Stati
dove non aveva mai sfondato. Ora i retailer temono la saturazione e i loro buyer
cercano di inserire novità, dalla sneaker “calda” allo stivaletto col tacco
Paolo Tartamella
NEW YORK - La primavera ha fatto capolino
nella East Coast, ma le conversazioni con
manager e buyer sono sempre concentrate
sulle massicce vendite di fine stagione. Gli
Usa, contrariamente all’Europa, archiviano
Lord & Taylor
11/2014
un inverno polare, con temperature inferiori
ai -20 gradi centigradi e tanta neve nelle
grandi città orientali. Le aziende sono
irrequiete: temono che lo strapotere dello
stivale in questa stagione possa rivelarsi un
calzatura 20-21-22_Layout 1 20/03/14 15:48 Pagina 2
21
Sneaker
in pitone
by Celine
boomerang nella prossima. «Finora
abbiamo venduto quello che la
donna aveva già in guardaroba sottolinea Jay Litvack, presidente di
J/Slides Footwear - noi aziende
facciamo tutti le stesse cose. Sarà
una bella sfida mettere in vetrina
qualcosa di veramente nuovo. La
sneaker offre delle potenzialità, con
la classica allacciata rivestita in finta
pelliccia, comoda per l’inverno.
Occorre innovare partendo dai
materiali».
L’osservazione vale per il mass
market così come per l’high-end.
Alberto Oliveros, capo buyer di
Level Shoe District, immenso
negozio del Dubai Mall (9 mila metri
quadrati) osserva che «Il trend delle
design sneaker non è mai stato così
forte, come si nota dalle collezioni di
Chanel, Céline, Giambattista Valli e
Lanvin. La collezione più
interessante? Posso dire che
Edgardo Osorio per l’autunno 2014
si è superato con Aquazzura». Il
brand fiorentino è anche tra le newentry scelte da Erin Cerrato,
direttore della calzatura di Holt
Renfrew, catena di grandi magazzini
con vetrine in tutte le città canadesi,
dove Aquazzura esordisce a
primavera.
Pure nel lusso gli stilisti hanno
insistito sulla stivaleria, come
conferma Suzanne Timmins,
direttore moda di Lord & Taylor, con
decine di department store del
medio-alto negli Usa: «Tutto
continua a girare attorno al boot, ma
sono comunque ben contenta di
aver visto tante variazioni
nell’applicazione del tacco alto. Si
comincia anche a notare
cambiamenti nella forma della
punta, che si sta un po’ squadrando
o arrotondandosi». Alla ricerca di
distinzione per superare la
concorrenza, c’è chi ha assunto
l’approccio del “fai da te”, come
Elyse Walker, proprietaria di Pacific
Palisades (California), una boutique
con e-commerce annesso che offre
Givenchy, Balenciaga e Aquazzura:
«La categoria dello stivaletto nero
col tacco è una di quelle dove più ne
hai e più ne vendi. Continuavo però
a sentire la stessa lamentela delle
clienti, che non trovavano una
scarpa comoda con tacco da due
inch (5 centimetri)». L’ha quindi
creata in Italia con l’etichetta del
negozio. Una collezione
personalizzata è la
via scelta anche da
Ritch Erani (Chuckies
New York, due punti
vendita): «La gente
entra a vedere
Jimmy Choo,
Balenciaga o Marni e
tutti i marchi che trovano nei
department store, ma avevo
bisogno di qualcosa di più spinto e
moderno, qualcosa che non si
trovasse online». Lo ha ottenuto con
una collezione made in Italy,
chiamata NYFC (595-795 dollari).
Isabel Hostin, manager del brand
franco-statunitense André Assous
che produce tra Italia e Spagna,
afferma: «Il consumatore
affiancherà gli stivali con altri
modelli. Le aziende devono
garantire novità e freschezza, ma in
termini stilistici l’autunno-inverno
sarà ancora caratterizzato dalla
scarpa per il freddo e la neve,
purché sia morbida, confortevole e
con pelli impermeabili».
Le consegne sono al centro delle
attenzioni dei retailer: «La gente
compra all’ultimo secondo assicura Daniel Butler, distributore
di marchi come Aspiga e Ilse
TRA I NUOVI MARCHI
SPOPOLA L’ITALIANO AQUAZZURA
11/2014
Jacobsen. Roman Khan (vice
presidente al marketing di NYLA
Shoes, un milione di paia l’anno)
nota che «La sfida è diventata quella
di dare al dettagliante la scarpa
quando ne ha bisogno, perchè nelle
collezioni autunnali le stagioni si
sono allungate. Quest’anno
abbiamo introdotto l’immagine
vintage, aumentato le cerniere e gli
calzatura 20-21-22_Layout 1 20/03/14 15:48 Pagina 3
22
LA SITUAZIONE
EUROPA
abbellimenti metallici». Paul Mayer (Paul Mayer
Attitude) ritiene che la chiave sia “riuscire a
consegnare in tempi estremamente ravvicinati alla
stagione, come ci siamo attrezzati a fare. E non si
trascuri la personalizzazione dell’ordine, che diviene
un vantaggio se vuoi lavorare con i department
store».
Allison Krzych (Kick di La Crosse in Wisconsin) fa un
bilancio della sua stagione: «Siamo rimasti senza
scarpe da neve, per cui ho comprato più stivali e look
con suola dentata per clima rigido. Concordo con
l’affermazione che la stivaleria sia più che satura, per
questo ho scelto più stivaletti alla caviglia. Ha invece
sofferto il formale e il tacco alto». Il clima ha
contagiato aree dove la gente non era abituata alla
neve… «Ho fatto incetta di Ugg - confessa Justin
McDonald, gestore di un negozio in Oklahoma
(Brown’s Shoe Fit Co.) - e ho acquistato Minnetonka
per la prima volta. Mi sono quasi appesantito sugli
stili caldi, ma anche trendy. Un esempio sono Sorel e
Hunter, linee tecniche che la gente ormai indossa
comunemente non solo per affrontare il peggiore
clima. Ho comprato il 10 per cento in più». Jay Kozel,
buyer di Back Country (Iowa) sintetizza l’attitudine
nel Midwest: «La chiave è la versatilità. L’acquirente
si innamora di uno stile e tende a usarlo in differenti
situazioni, purché abbia una lunga vita. La multiuso,
da clima rigido ma non solo da neve, ci sta
convincendo a tagliare gli altri stili, il casualinvernale comincia ad erodere la scarpa
esclusivamente da neve». La catena Tradhome Shoes
(108 negozi, casa madre in Minnesota) ha smaltito gli
stock di stivali nel giro di qualche giorno, assicura
Jeremy Teal, capo dei buyer. «L’inverno è ancora qui,
di vendere sandali non se ne parla per cui abbiamo
chiesto il ritardo nelle consegne della primavera». ❑
AFTER BOOTS
It was the best selling model in the cold winter
United States, even in states where they had never
broken through. Now retailers fear the saturation
and their buyers seek to enter news, from sneakers
"hot" to heeled boots. "So far we have sold what
she had in the wardrobe, it will be quite a challenge
to showcase something really new. The sneaker has
the potential, with the classic lace-covered in faux
fur, comfortable for the winter. It must innovate
starting materials".
MACELLO. Produzione nazionale in lieve ripresa per
vacca e vitellone, fermo per vitello. In Francia più maschio
adulto, meno vacca da carne, invariata la vacca da latte,
scarso il vitello. Bassa attività tedesca, condizionata dai
mancati conferimenti di toro del sud. La Gran Bretagna
lavora sulle bovine e attende l’estate per una ripartenza
delle ovine, nelle quali la Spagna è già in movimento.
GREZZO. Il vitello nazionale cede da cinque a dieci
centesimi: 2,75-2,90 per il 12-, 3,55-3,65 il 12-16 kg e
3,80-3,90 per il più richiesto 16-20 kg. Analoga tendenza
per il vitellone, la vacca arriva a perdere dieci centesimi.
In Francia venti centesimi in più per il vitello 12+ dalla
Bretagna, dal macello industriale nessuna offerta, toro
36- balza di 20 centesimi a 2,6 euro/kg, superiore alle
migliori scelte tedesche. Olanda in riduzione allineata a
quella italiana, con il vitello 12+ tra 6,3 e 6,8 euro/kg. Il
wet blue russo, in attesa di chiarezza sul bando
all’export, segna aumenti compresi tra 10 e 20
centesimi/mq.
CONCIATO. Ordini di nubuck, stampati e croste per
calzatura. La pelletteria conferma vitello di prima scelta,
coccodrillo e pitone. In ripresa aniline, pelli scoperte e
invecchiati per arredamento. Lavoro per carrozzeria.
RESTO DEL MONDO
(in collaborazione con hidenet.com)
Produzione settimanale Usa a 548 mila capi, sotto del
10% rispetto a un anno fa. Quotazioni generalmente
stabili con l’eccezione delle scottone marchiate, in
progresso di un dollaro e mezzo a 91 dollari/pelle. Le
vendite superano le 440 mila pelli salate, di cui 317 mila
con destinazione Cina; italiani e messicani si dividono le
disponibilità di wet blue. Australia: buoi e scottone
Victoria 27/29 kg offerte a 89 dollari/pelle, con le pesanti
34/36 kg a 105 dollari e le 42+ a 116,5. In Argentina poca
macellazione e grezzo sempre più caro, mentre il crust
per carrozzeria trova mercato a 1,75-1,85 $/pq. Il Brasile
a febbraio ha stabilito un nuovo record per l’export di
pelli, 248 milioni di dollari (+31,3%), mentre il Tr1 wet
blue pieno spessore è offerto a 1,90-1,95 $/pq. Nella
Cina del nord le concerie per arredo/auto sono in ritardo
con la programmazione e sperano di ripartire entro
l’inizio della fiera di Hong Kong. In India cresce la
produzione di abbigliamento in pelle e calzatura uomo
principalmente per soddisfare il consumo interno.
11/2014
grafici 23_prezzi 40 20/03/14 15:50 Pagina 1
23
EXPORT WET BLUE
Principali destinazioni del wet-blue bovino brasiliano, statunitense e neozelandese
Cina
Italia
Messico
Altri Paesi
BRASILE
50
45
40
milioni di dollari USA
35
30
25
20
15
10
0
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
5
2013
2012
2014
STATI UNITI
35
30
milioni di dollari USA
25
20
15
10
0
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
5
2013
2012
2014
NUOVA ZELANDA
20
18
16
milioni di dollari USA
14
12
10
8
6
4
0
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
2
2013
2012
Fonti / USITC, MDIC, Statistics New Zealand
11/2014
2014
prezzi 11_prezzi 40 20/03/14 15:29 Pagina 1
24
I PREZZI
ITALIA
Prezzi indicativi pagamento in contanti secondo gli usi €/kg,
franco macello
MACELLO NORD ITALIA
Vitelli / Calf
8/12 kg.
12/16 kg.
16/20 kg.
Vitelloni / Bull
20/30 kg.
32/40 kg.
40/+ kg.
Tori / Bull
30/40 kg.
Vacche / Cow
30/–kg.
30/+ kg.
GREZZO
Vitelli quadrati / Squared calf
8/12 kg.
12/16 kg.
16/20 kg.
20/26 kg.
Vitelloni quadrati / Squared bulls
26/32 kg.
32/40 kg.
40/+ kg.
Tori / Bull
45/+ kg.
Vacche quadrate / Squared cow
27/–kg.
27/+ kg.
GERMANIA
26/3/14
26/2/14
2,45-2,55
3,30-3,45
3,45-3,55
2,45-2,55
3,30-3,45
3,45-3,55
1,80-1,90
1,65-1,75
1,50-1,60
1,80-1,90
1,65-1,75
1,50-1,60
–
–
1,25-1,35
1,20-1,30
1,25-1,35
1,20-1,30
2,75-2,90
3,55-3,65
3,80-3,90
2,90-3,00
2,85-3,00
3,65-3,80
3,90-4,00
3,00-3,10
2,00-2,15
1,85-1,95
1,70-1,80
2,10-2,25
1,90-2,00
1,75-1,85
–
–
1,40-1,50
1,35-1,45
1,50-1,60
1,45-1,55
Da raccoglitore a conciatore, peso “coda”, pelli da bestiame Alta Italia e di qualità
equivalente, scelta commerciale, spese raccolta, salatura e ricevimento compreso, non
scuoiate a macchina. Merce resa imballata, franco magazzino venditore, IVA esclusa.
Massimo da media partite classiche Piemonte, Veneto, Liguria; minimo altre origini.
DANIMARCA
26/2/14
3,30
2,95
2,90
3,30
2,95
2,90
RUSSIA
5,95
4,35
3,65
3,35
5,95
4,35
3,65
3,35
3,10
3,10
Varie produzioni - Prezzo franco conceria nord Italia
Pagamento 30 gg. peso coda - €/kg.
26/3/14
Vitelli / Calf
8/12 kg.
12/15 kg.
12/+ kg.
Vacche / Cow
23/- kg.
24/27 kg.
28/31 kg.
32/+ kg.
Tori / Bull
36/- kg.
37/+ kg.
47/+ kg.
OLANDA
26/3/14
Vacche / Cow
12/20 kg.
20/+ kg.
24/+ kg.
Bovetti-scottone / Ox-heifers
11/17 kg.
17/24 kg
24/29 kg.
29/34 kg.
Tori / Bulls
34/+ kg.
FRANCIA
NORD
Scottone / Heifers
15/24,5 kg.
25/29,5 kg.
Vacche / Cow
15/24,5 kg.
25/29,5 kg.
30/39,5 kg.
Tori / Bull
30/39,5 kg.
40/49,5 kg.
SUD
Scottone / Heifers
15/24 kg.
25/29 kg.
40/+ kg.
Vacche / Cow
25/29 kg.
30/39 kg.
40/+ kg.
Tori / Bull
40/+ kg.
50/+ kg.
Vacche / Cow
26/28 kg.
Tori / Bull
33/34 kg.
Vitelli / Calf
8/14 kg
12/18 kg
CIF conceria - Pagamento CAD - €/kg.
26/2/14
Centro
Francia
Bretagna
Macelli
industriali
Centro
Francia
Bretagna
Macelli
industriali
7,00
–
7,20
7,30
–
7,60
–
–
–
7,00
–
7,10
7,20
–
7,40
7,65
–
7,65
–
2,35
2,35
2,20
–
2,45
2,45
2,25
–
2,55
2,55
2,35
–
2,30
2,30
2,15
–
2,40
2,40
2,20
–
2,50
2,50
2,25
2,60
2,40
–
2,70
2,50
–
2,80
2,70
2,10
2,40
2,30
–
2,50
2,40
–
2,75
2,60
1,90
Lame a spaccare
11/2014
CIF Conceria italiana, pagamento 30 gg, €/kg
26/3/14
26/2/14
2,72
2,37
2,72
2,37
2,52
2,16
2,06
2,52
2,11
2,01
2,42
2,32
2,45
2,32
2,60
2,50
2,30
2,60
2,50
2,30
–
2,25
2,30
–
2,25
2,30
2,50
2,50
2,50
2,50
Pelli salate scuoiate a macchina, 70/30 I-II
€/kg. reale franco conceria
19/3/14
23/1/14
2,10-2,40
2,30-2,60
2,60-2,90
2,70-3,00
5,70-6,20
6,30-6,80
5,80-6,30
6,40-6,70
€/mq. - CPT (C+F) Italia (Pallets separati per ogni scelta)
Vitelli w-b / w-b calf
Ex 12/17 kg.
A/B/C 20/40/40%
C 100%
D 100%
Ex 17/21 kg.
A/B/C 20/40/40%
C 100%
D 100%
Ex 21/26 kg.
A/B/C 20/40/40%
C 100%
D 100%
Ex 26/+ kg.
A/B/C 20/40/40%
C 100%
D 100%
Vacche w-b / w-b cow
Ex 20/- kg.
C 100%
D 100%
Ex 20/+ kg.
C 100%
D 100%
26/3/14
26/2/14
16,05
14,35
11,45
15,95
14,25
11,35
16,85
14,35
11,85
16,75
14,25
11,75
17,55
14,65
12,00
17,45
14,55
11,90
17,35
14,65
12,15
17,25
14,55
12,05
11,75
10,55
11,75
10,55
12,05
10,75
12,05
10,75
prezzi 11_prezzi 40 20/03/14 15:29 Pagina 2
25
POLONIA
€/kg salted cfr/ori/c/off
Wetsalted abbatoir hides
Vacche / Cow
26/27 kg/pce
22/23 av 27 kg/pce
28/+ kg/pce
Tori / Bulls
24/34 kg/pce
25/35 kg/pce
35/36 kg/pce
38/40 kg/pce
SAN SEBASTIAN
19/3/14
18/2/14
–
2,42
–
–
2,40
–
2,65
–
–
–
2,65
–
–
–
CAD payment
Semiterminato / Crust
SP. 0,9-1,1 mm
TR1
TR2
TR3
SP. 1,3-1,5 mm
TR1 1,2-1,4
TR2 1,4-1,6
TR3 1,4-1,6
Wet-blue 22/23 kg.
TR1
TR2
TR3
TR4
26/3/14
26/2/14
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
1,80
1,70
1,60
–
1,70
1,60
1,50
–
7/3/14
14/2/14
105,05
107,15
107,75
106,50
102,38
106,00
106,50
104,90
90,60
88,60
89,50
85,70
85,10
71,50
85,00
71,00
26/3/14
26/2/14
–
–
–
–
55,00
–
57,00
–
75,00
–
Pelli salate fresche, scortico meccanico €/kg.
Vitelli / Calf
22/- kg.
Buoi-scottone / Ox-heifers
23/27 kg
28/32 kg
33/+ kg.
Vacche / Cow
all weight
SVEZIA
BRASILE
19/3/14
28/1/14
2,70
2,60
2,98
2,75
2,24
2,80
2,72
2,20
1,82
1,80
CHICAGO
C+F Italia US/pelle
Bovetti / Steers
HTS US$/pelle
HNS light
HNS heavy
BBS
Scottone / Heifers
HNH
BHRiv.
Vacche del nord / North cow
HNC
BC
CIF conceria - Pagamento CAD - €/kg.
Vitellame / Calf
11/17 kg.
Vacche / Cow
17/+ kg.
Tori-scottone / Ox-heifers
17/24 kg.
24/33 kg.
33/+ kg.
GRAN BRETAGNA
26/3/14
26/2/14
5,85
5,85
2,87
2,87
3,80
3,10
2,95
3,80
3,10
2,95
Pelli salate fresche, scuoiate a macchina, 1st/2nd clear,
LST/kg coda, franco conceria
19/3/14
Buoi, scottone, tori / Ox-heifers-barley, bulls
22/25 kg.
2,05-2,15
26/30 kg.
1,95-2,05
31/35,5 kg.
1,85-1,95
36/+ kg.
1,80-1,90
ARGENTINA
23/1/14
2,05-2,15
1,95-2,05
1,85-1,95
1,80-1,90
USD/kg cfr/ori/c/off
Wet-blue drop split kg/pce
4/6
6/10
7/11
10/12
11/14
13/16
19/3/14
18/2/14
–
2,50-2,60
2,45
2,35-2,40
–
2,50
–
2,50-2,60
2,45
2,35-2,40
–
2,50
COLOMBIA
Wet blue hides - tr
Unsplit USD/sqft
26/32 kg.
Split USD/sqft
SP. 1,8 mm
Wet-blue USD/pelle
19-21 kg.
Wet-blue USD/pelle
20-22 kg.
Wet-blue USD/pelle
28 kg.
VENEZUELA
cfr China/t/c/off USD/pce-kg
Wet salted hides
28/+ kg/pce
BURKINA FASO
11/2014
18/2/14
1,85
1,65
CAD italian port - €/pq
Capre w-b / w-b goat
Scelta
A
B
C
D
E
F
Montoni w-b / w-b sheeps
Scelta
ABC
D
E
Splitting bandknives
19/3/14
26/3/14
26/2/14
1,75
1,50
1,25
1,10
0,95
0,80
1,75
1,50
1,25
1,10
0,95
0,80
2,00
1,60
1,30
2,00
1,60
1,30
prezzi 11_prezzi 40 20/03/14 15:29 Pagina 3
26
NIGERIA
26/3/14
Incrociati crust / Hair sheep crust leathers
sqft/pce (5/7+6/9)
A
3,56
B
3,00
C
2,33
Capre crust / Crust goats
sqft/pce (2,5/4-3/4-4/6-4/7)
ABC
2,36
TR
2,15
D
2,15
E
1,85
F
1,55
SUD AFRICA
CAD italian port - US/pq
26/2/14
Capre w-b / w-b goats
ABC
D
E
Montoni w-b / w-b sheeps
ABC
DE
3,45
2,90
2,25
2,36
2,15
2,15
1,85
1,55
CINA
26/3/14
26/2/14
1,25
1,14
0,87
1,25
1,14
0,87
1,52
0,75-0,90
1,52
0,75-0,90
C&F Porto Italiano USD - Scelta A/B/C 30/40/30%
Capre w-b / w-b goat - Hankow Road
size 2,75/4,50 pq
size 3,00/5,00 pq
26/3/14
26/2/14
2,75
2,49
2,75
2,49
USD/pce cif/ori/c/off
Wet blue hides
xlights 9/13 kg/pce
lights 13/17 kg/pce
medium 17/21 kg/pce
heavies 25/35 kg/pce
IRAN
IRAQ
C&F Porto italiano - US $/sqft
19/3/14
18/2/14
–
68,00-69,00
80,00
90,00
–
62,00
72,00
82,00
AUSTRALIA
26/3/14
Queensland
Pelli salate fresche/Fresh salted hides s/r Us cents/kg
14/21 kg. buoi vacche
305
21/+ kg.(media 25/29) buoi vacche
285
Ticky wet blue - US $/pelle
ex 18/23 kg.
75,00
ex 23/27 kg.
89,00
New South Galles/Victoria/west Australia
Pelli salate fresche/Fresh salted hides US cents/kg
7/14 kg/yearding
430
18/23 kg buoi-scottone
405
21/+ kg buoi/ox
355
Pelli wet-blue/ wet blue hides - US$/pelle
ex 18/23 kg.
95,00
ex 23/27 kg.
111,00
Fob/ori/c/off US$/dz
26/3/14
Montoni piclati / Pickled sheeps
105/110 sqft/dz abI
180,00
100/105 sqft/dz ca
165,00
90/95 sqft/dz cbs
145,00
Montoni / w-b sheeps
lining 80/90 sqft/dz
1,10
Capre crust / Crust goats US $/sqft FOB
garment
1,35
lining
1,05
CIF conceria italiana
26/2/14
180,00
165,00
145,00
1,10
1,35
1,05
NUOVA ZELANDA
DANIELE ABELLONIO Sopema
EDOARDO GEROLIMETTO San Marco pelli grezze
DARIO COSTANZO Kosmopel International
FRANCESCO MATELLI - Matelli
STEFANO PAVESI Quintovalore
GABRIELE PUCCI Puccipell G.P.
SANDRO RIMOLDI Ripelsa
FRANCO SANNA Bocciardo
MARIO SANTACÀ Essepi srl
GIANLUIGI SPAGNOLO Valus
RENATO TOMASELLI Tomaselli Pellami
GIANANTONIO VERGOLANI
ANDREA VIETRI Dacla
CLAUDIO ZANCHIN Hide
Lame a spaccare
11/2014
295
275
73,00
87,00
420
395
345
92,00
108,00
CIF conceria italiana
26/3/14
Pelli salate fresche / Fresh salted hides - US cents/Kg
Vacche / Cow
14/- kg.
475
14/18 kg.
465
18/23 kg.
410
Buoi / Ox
20/24 kg.
450
24/27 kg.
435
27/+ kg.
300
Tori tuttl i pesi / All weight bulls
305
Vitelli / Calf - US $/pelle
1,5/2,5 kg.
–
2,5/3,5 kg.
–
Pelli wet-blue/ w-b hides - US $/pelle
Vacche / Cows
ex 14/18 kg.
85,00
ex 18/23 kg.
101,00
ex 23/+ kg.
111,00
Buoi / Ox
ex 20/24 kg.
120,00
ex 24/27 kg.
130,00
ex 27/+ kg.
141,00
Scottone / Heifers
ex 18/23 kg.
120,00
ex 23/+ kg.
132,00
COLLABORANO
26/2/14
26/2/14
465
450
400
435
420
385
305
–
–
85,00
98,00
107,00
114,00
123,00
133,00
115,00
125,00