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CARTELLA STAMPA Per informazioni e contatti: Ufficio Relazioni Pubbliche [email protected] tel. (+39) 030 7766123 1 CA’ DEL BOSCO UN’OPERA D’ARTE CHE SI CHIAMA VINO UN CAPOLAVORO E IL SUO ARTISTA Se il vino è arte, il capolavoro di Ca’ del Bosco si chiama Franciacorta e porta la firma unica e inconfondibile di Maurizio Zanella. Ca’ del Bosco è leader nella produzione di Franciacorta di bollicine dal finissimo perlage che portano il nome della zona in cui vengono prodotti. Una posizione raggiunta grazie all’entusiasmo e alla passione di Maurizio Zanella che all’inizio degli anni ’70 ha capito e seguito la sua vocazione ‘artistica’, facendosi protagonista del rinascimento enologico italiano e trasformando una casa in un bosco di castagni in una delle più moderne e avanzate cantine. UN’UNICA ISPIRAZIONE: LA QUALITÀ In Ca’ del Bosco c’è un unico principio che comanda e definisce tutta la produzione, dalla scelta in vigna all’imbottigliamento: la qualità, o meglio solo il livello più alto della qualità, l’eccellenza. I vini prodotti devono rispondere ai requisiti che rendono tutto il piacere della consumazione: l’equilibrio assoluto e la perfetta armonia. LA FILOSOFIA DELLA MIGLIOR TECNOLOGIA L’enologia di Ca’ del Bosco asseconda la naturale espressione della qualità e della tipicità delle uve, che dipendono dalle varietà e dalle tecniche di coltura della vite. La filosofia aziendale si basa sull’applicazione della tecnologia alla piena espressione delle uve per ottenere i migliori vini possibili. Ogni partita di uva vendemmiata è una “personalità unica”, da rilevare e da orientare verso la sua migliore espressione. Ca’ del Bosco ha definito la vocazione di una zona viticola - la Franciacorta ovvero di un territorio che permette soprattutto allo Chardonnay di raggiungere una completa maturità con la massima concentrazione di aromi. Per arrivare alla produzione di questi grandi vini è necessaria una tecnologia di alte prestazioni. Ca’ del Bosco ha creduto ed investito molto in questi aspetti, costruendo una cantina tecnologicamente avanzata, con impianti unici nel settore che permettono di gestire ottimamente le operazioni pre-fermentative per i bianchi e di macerazione per i rossi, fasi cruciali della vinificazione. 2 LA STORIA C’ERA UNA VOLTA UNA CASA NEL BOSCO Una storia suggestiva quella di Ca’ del Bosco che ha le sue origini a metà degli anni Sessanta, quando Annamaria Clementi Zanella acquista a Erbusco in Franciacorta una piccola casa in collina, chiamata localmente “Ca’ del bosc”, immersa in un fitto bosco di castagni. I PRIMI VIGNETI Nel ’67 prende corpo l’idea di impiantare un vigneto e Maurizio Zanella, figlio di Annamaria, attuale presidente di Ca’ del Bosco si fa protagonista di un percorso di vertiginosa poesia: vigna e vino si fanno sinfonia e il concerto delle idee occupa la vastità degli spazi dell’arte. La ricerca della perfezione, del capolavoro, definisce gli obiettivi e determina il progetto della vigna, le scelte dei vitigni e i sistemi di impianto. A queste scelte seguono l’impegno e la ricerca sostenuti dalla passione e dalla caparbietà. Maurizio Zanella frequenta le caves della Champagne e al suo ritorno avvia il percorso italiano alle bollicine di qualità. Dopo una prima fase sperimentale, nel ’73 esce in commercio il primo Bianco di Franciacorta e nel ’77 il primo Rosso di Franciacorta. LE BOLLICINE In seguito Maurizio Zanella, in uno dei suoi viaggi di approfondimento enologico in Francia, incontra e recluta uno chef de cave che curiosamente si chiama André Dubois - “del bosco” - che porterà in cantina un rigore ed una perizia notevoli. Sotto la sua direzione, a Ca’ del Bosco si darà inizio alla produzione di “bollicine” di grande qualità. Con la vendemmia 1976 si producono i primi tre “spumanti”: il “Brut”, il “Dosage Zéro” e il “Rosé”, che vedranno la luce tra il dicembre 1978 e il 1979. Con la vendemmia 1978 inizia la produzione dello “Crémant”, che uscirà nel 1980. LA QUALITÀ PER SCELTA A 18 anni, Maurizio Zanella realizza la prima cantina a 11 metri di profondità, così come aveva visto fare in Francia. Sulla base di quanto appreso oltralpe adotta criteri che in Italia erano considerati a dir poco discutibili, come innalzare drasticamente le fittezze dei ceppi per ettaro e impiegare diversi sistemi di allevamento o effettuare il diradamento dei grappoli (tecniche che i contadini locali si rifiutavano di adottare perché le consideravano un insulto al buon senso, salvo ricredersi in seguito). In quei primi anni ’70, il criterio produttivo in campo vitivinicolo privilegiava 3 largamente la quantità a discapito della qualità, ed il vino era ancora considerato una sorta di alimento che doveva essere venduto a basso costo. LA SPERIMENTAZIONE Un’altra tappa storica è l’arrivo in azienda di un enologo americano, che percorre per un tratto la strada con Dubois dal 1985 al 1988. Si tratta di Brian Larky, laureato all’Università di Davis in California. E’ una fase importante per l’azienda, caratterizzata dalla grande capacità di Zanella nel riuscire a mediare tra due scuole enologiche completamente all’opposto, tra tradizione e sperimentazione, cercando di assorbire, ovviamente, il meglio da entrambe. L’ENOLOGO Dal 1986 l’enologo di Ca’ del Bosco è Stefano Capelli, diplomato all’Istituto di Conegliano. Dal 1990 ha la completa giurisdizione sulla cantina. Grazie a lui sono stati messi a punto sistemi innovativi di lavorazione e sono state costruite attrezzature con brevetto esclusivo. 4 LA STORIA LE TAPPE FONDAMENTALI 1964 Annamaria Clementi acquista ad Erbusco una piccola casa in collina denominata “Ca’ del bosc”, due ettari di proprietà, immersi in un fitto bosco di castagni. 1968 Viene impiantato il primo vigneto per la cui realizzazione è necessario il taglio del bosco. 1972 Nasce il primo bianco di Franciacorta: Pinot di Franciacorta Bianco. 1975 Viene prodotto il primo rosso di Franciacorta: Pinot di Franciacorta Rosso. 1976 Con la vendemmia 1976 si producono i primi tre “spumanti”, il “Pinot di Franciacorta Brut”, il “Pinot Francicorta Dosage Zéro” e il “Pinot Franciacorta Rosé”, che usciranno tra il dicembre 1978 e il 1979. 1978 Con la vendemmia 1978 si produce lo “spumante Crémant”, che vedrà la luce nel 1980. Maurizio Zanella incontra in Francia lo chef de cave André Dubois e lo convince a venire in Ca’ del Bosco. 1979 Con la vendemmia 1979 si produce il “Millesimato”. 1980 L’introduzione dei vini fermi è il frutto di vari viaggi che Zanella compie con un altro personaggio dell’enologia, l’amico Giacomo Bologna. Il primogenito della nuova generazione è il “Maurizio Zanella” (1981), da uvaggi di Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, un vino morbido ma potente e complesso, che si è imposto per un’originalità tutta italiana all’attenzione del mondo dell’enologia, e che ha fatto scrivere “Piaccia il coraggio sfrontato della firma”. 1983 Da vitigni tipicamente borgognoni nascono il “Pinéro” e lo “Chardonnay”, vini di grande spessore, affinati in barrique. 1985 Viene realizzata l’importante cupola sotterranea da cui si dipartono le gallerie per lo stoccaggio del Franciacorta e le permanenze dei vini in barrique. 5 1989 1990 Il Millesimato viene dedicato alla fondatrice dell’azienda, nasce la “Cuvée Annamaria Clementi”, cuvée di altissimo pregio. Un Franciacorta assoluto, l’unico con affinamento di sette anni a contatto con i lieviti. Con il millesimo 1990 il “Crémant” diviene “Satén”. Nasce “Ilmerlot” da uve merlot in purezza. 1991 “Brut” e “Dosage Zéro” diventano millesimati. 1995 Iniziano i nuovi lavori per ampliare ulteriormente la Cantina dove sono stati collocati macchinari per la vinificazione e la pigiatura realizzati appositamente che si avvalgono di tecnologie uniche e introvabili altrove. 1997 Nasce il “Carmenero”. 2004 Skira pubblica il libro “11 fotografi 1 vino” il libro con foto d’autore, nel quale 11 grandi fotografi illustrano la Ca’ del Bosco, i suoi vigneti, il suo vino. 2005 Viene completata la nuova cantina e nasce il Franciacorta Cuvée Prestige, che esce nel novembre 2007. 6 FRANCIACORTA: UNA TERRA E IL SUO VINO LA FRANCIACORTA: LA TERRA La Franciacorta è un territorio in provincia di Brescia compreso tra il fiume Oglio, emissario del Lago d’Iseo, ad ovest, dallo stesso lago a nord, dal fiume Mella ad est e dal monte Orfano a sud. Il nome Franciacorta ha origini dibattute fra aneddoti e racconti, cronache antiche e narrazioni popolari. Ma è dal toponimo Franzacurta (da latino “franchae curtes” cioè regione esente dal pagamento dei tributi) che il suo nome giunge a noi, ad oggi. Quel che vale su tutto, però, è la sua radice, lontana nel tempo, presente nel tempo. Attestati che una lunga tradizione vitivinicola ha saputo guadagnarsi con la forza dell’idea e dell’intraprendenza contadina, dell’imprenditoria locale. Fra le prime regioni ad ottenere la D.O.C. nell’ormai lontano 1967, la Franciacorta acquisisce rapidamente prestigio, valorizzato dai prodotti della sua terra e dall’impegno di quanti hanno sapientemente investito risorse e idee nell’enologia di qualità. Nuove energie, nuove spinte, nuovo entusiasmo. Nuove generazioni appassionate e innovative, trainate dai tanti successi internazionali che le “splendide” bollicine hanno ottenuto. Nel 1995 il Franciacorta conquista la D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): una significativa testimonianza e riconoscimento del rinnovato impegno dei produttori di questa terra a fare chiarezza e a migliorare ancor più la qualità dei vini di Franciacorta. Perché dire oggi Franciacorta, equivale a dichiarare con orgoglio e sicurezza un grande amore per il vino, la coltura e la cultura del territorio. IL FRANCIACORTA: IL VINO Spesso un nome è il risultato giocoso di un guizzo bizzarro fra realtà e fantasia, più spesso è il semplice declinare di un mestiere, un’arte, una provenienza. Raramente in un nome si nasconde un destino, e quando ciò accade è stupore, meraviglia. Anche in una terra, il nome lascia un segno, ne indica i valori, ne sottolinea forse involontariamente la vocazione. Franciacorta è sì un territorio, ma è anche il nome delle “bollicine” che nascono in questa terra, il termine che indica il vino dal finissimo perlage che l’uomo produce usando le sue pregiatissime uve. Le bollicine di Franciacorta vengono, infatti, chiamate semplicemente Franciacorta, unendo il nome del prodotto al nome del territorio, così come accade per lo Champagne francese. Il Franciacorta viene prodotto con uve Chardonnay per la maggior parte, Pinot bianco in piccola quantità e Pinot nero in una quantità piú significativa. 7 LA VITICOLTURA La superficie totale dell’azienda Ca’ del Bosco coltivata a vigneto è di circa 150 ettari, vigneti che sono collocati tutti all’interno della Franciacorta in otto comuni differenti (Erbusco, Adro, Cazzago S.M, Iseo, Paderno, Passirano, Provaglio d’Iseo, Cortefranca). Poiché la Franciacorta ha caratteristiche microclimatiche e zonali molto diverse le uve provenienti dai vari vigneti sono tenute separate in fase di vinificazione. I VITIGNI I protagonisti tra i vitigni coltivati sono quelli per il DOCG: Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco. Oltre a questi, tra i vitigni a bacca bianca per vino fermo, in Ca’ del Bosco si coltivano anche Sauvignon bianco e Riesling Renano. Tra le varietà rosse, per il DOC la famiglia dei Cabernet (sauvignon e franc), il Carmenère, il Merlot, la Barbera e il Nebbiolo, oltre a vecchie varietà bresciane come la Sebina e la Brugnera. LA RESA Nei vigneti di Ca’ del Bosco le piante vengono coltivate con una fittezza di 10.000 unità per ettaro, impiantandole a una distanza di un metro per un metro. La vicinanza aumenta la competitività delle viti le quali devono spingere più a fondo le radici per trarre il necessario nutrimento con i benefici effetti di cui prima abbiamo parlato. L’erba presente tra i vigneti contribuisce ad aumentare tale competizione radicale. Il limite di resa per ettaro in Franciacorta è di 100 quintali per ettaro ogni pianta, quindi nel caso delle 10.000 piante per ettaro, deve dare non più di un chilo di uva. In Ca’ del Bosco la resa media è di soli 80 quintali per ettaro, seguendo una linea che privilegia la qualità a scapito della quantità. BASSO IMPATTO AMBIENTALE Il raggiungimento di questo equilibrio di resa per pianta e per ettaro permette di sviluppare piante molto più resistenti, che non richiedono concimi chimici, diserbanti e comportano un numero ridotto di trattamenti antiparassitari rispetto ad altre realtà. LA GESTIONE DEI VIGNETI La gestione dei vigneti avviene seguendo i principi e i vincoli dettati dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia: Divieto assoluto di impiego di sostanze pericolose, a forte impatto ambientale. Nessuna concimazione chimica ma solo di tipo organico. Lotta biologica contro gli insetti dannosi. Gestione del suolo basato sull’inerbimento permanente, per preservare il più possibile la naturale fertilità. Impiego di tutte le tecniche agronomiche per la prevenzione delle malattie. 8 La gestione delle viti è fatta rigorosamente a mano: palizzatura dei germogli, spollonature, cimature, sfogliature, diradamento dei grappoli. Tutte le scelte applicate in vigna hanno l’obiettivo primario della qualità della materia prima, l’uva, ma anche di salvaguardia della vigna, come patrimonio. Le due tipologie di coltivazione principalmente usate sono quelle a Guyot e a Cordone speronato. 9 LA CANTINA Sono stati necessari sette anni per completare la nuova cantina di Ca’ del Bosco, immersa nel verde delle vigne e dei boschi della Franciacorta. Da una superficie di 10,000 mq si è passati a 20,000 mq. L’obiettivo di Maurizio Zanella non è stato quello di raddoppiare la produzione, ma di creare una struttura dotata della tecnologia piu avanzata. Una tecnologia al servizio dell’uva con la caratteristica di ridurre al minimo i trattamenti sul vino. Lo scopo è esaltare le caratteristiche di un’eccellente materia prima, interferendo il meno possibile con gli agenti esterni. L’ESTERNO La struttura esterna è realizzata con il preciso intento di inserirsi “armoniosamente” nel paesaggio, senza disturbare quello che è il naturale disegno delle colline moreniche della Franciacorta. Grazie a questa linea che sembra un’onda la struttura segue l’andamento del vigneto e termina proprio con dei pali inclinati, a ricordare le terminazioni dei filari. La cantina emerge dal terreno per un’altezza massima di 12 metri. La scelta del colore è ispirata ai colori del bosco, a quello della corteccia nei mesi più freddi della stagione invernale: un grigio misto al verde. L’INTERNO L’interno è completamente nuovo, reinventato e progettato con grande creatività e passione. Concepito per accogliere il visitatore e guidarlo lungo tutto il processo di produzione. Si inizia dall’accoglienza dell’uva che viene subito classificata a seconda del vigneto di provenienza e sistemata in apposite celle di raffreddamento in attesa dell’ulteriore selezione e pigiatura. Le presse sono state progettate su specifiche Ca’ del Bosco. Il mosto passa nei tini di fermentazione per caduta, senza l’utilizzo di pompe che stressano mosti e vini. Questa specifica scelta dell’enologo, l’utilizzo della gravità naturale, accompagna diverse fasi di lavorazione in cantina. Si evita in questo modo di intaccare il vino, rompendone la trama originaria, perdendo le proprietà del frutto e il gas naturale del vino. Due ascensori dalla capacità di 10,000 litri l’uno trasportano il vino dal livello più basso al più alto della cantina, tra quattro 10 piani, scorrendo silenziosamente all’interno di una gabbia curva in maglia d’acciaio di nuova concezione. L’acciaio è sapientemente illuminato da un gioco di luci blu che ne esaltano lucidità e neutralità. Ma il percorso è accompagnato da colori diversi, legati simbolicamente alle diverse fasi di produzione e diventa ancora più affascinante quando si snoda tra le zone di affinamento, con le pareti a vista che mostrano il terreno profondo della Franciacorta messo in risalto da una luce bianca. Uno speciale sistema di nebulizzazione di vapore acqueo permette di tenere costante il livello di umidità necessario al corretto affinamento del vino nel legno. MATERIA, TECNOLOGIA E ARTE Il viaggio diventa viaggio nell’enologia ideale: acciaio, legno, sasso, vetro. Un’ampia parete in vetro mostra la fase d’imbottigliamento all’esterno, regalando l’effetto di “casa di vetro”. Il “cuore tecnologico” dell’azienda è allestito con minuziosa attenzione, illuminato ad arte e incorniciato dal contrastante verde del parco. Una volta all’interno, la sensazione della cantina viene abbandonata e la natura irrompe prepotentemente nella stanza. Si riprende poi il percorso e al viaggio si aggiunge il percorso fotografico, una breve mostra: 11 fotografie di fotografi famosi ritraggono Ca’ del Bosco, il vino e le persone che vi lavorano. 11 CA’ DEL BOSCO IN SINTESI Ragione sociale Ca’ del Bosco S.r.l. – Società Agricola Sede Via Albano Zanella, 13 – Erbusco (BS) Attività Vitivinicola Dipendenti 58 Management Presidente: Maurizio Zanella Enologo: Stefano Capelli Direttore Commerciale Italia: Dante Bonacina Direttore Commerciale Export: Massimo Tonini Agronomo: Luigi Reghenzi 12 IL PROCESSO PRODUTTIVO COME NASCE IL FRANCIACORTA LA VENDEMMIA La vendemmia di Ca’ del Bosco comincia con la raccolta delle uve destinate alla “base” del Franciacorta, le uve Chardonnay, rigorosamente a mano e in piccole cassettine di circa 15-17 Kg ciascuna, iniziando verso il 20 di agosto. La raccolta delle uve da base per le nobili bollicine DOCG prosegue per circa 3 settimane, passando dallo Chardonnay al Pinot nero, al Pinot bianco. LA VINIFICAZIONE Dopo circa 3 settimane dedicate alla vendemmia del DOCG, inizia la raccolta delle uve del Curtefranca bianco. Tale operazione si protrae per circa 15 giorni, fino al momento in cui iniziano a maturare le uve rosse. Le più precoci sono le uve di Merlot, seguite da Nebbiolo, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Barbera. Il tutto si conclude normalmente verso la prima metà del mese di ottobre, assicurando, quindi, alla Franciacorta circa due mesi di vendemmia. DEL FRANCIACORTA L’AFFINAMENTO La seconda fase è quella che precede l’imbottigliamento. Qui il vino si affina in serbatoi d’acciaio fino alla primavera successiva alla fermentazione, si illimpidisce ed assume il caratteristico colore. LA PRESA DI SPUMA La terza fase è la “presa di spuma” dove il vino diventa definitivamente “Franciacorta”: si parte dal vino illimpidito e si aggiunge sciroppo zuccherino, pari a circa 24 grammi/litro di zucchero, e lieviti selezionati. Infine, lo stesso giorno, s’imbottiglia il vino prodotto con un tappo a corona provvisorio. Le bottiglie tappate vengono conservate ad una temperatura costante di 12 gradi per almeno due anni. In queste condizioni, durante i primi 2/3 mesi, avviene la presa di spuma: i lieviti trasformano lo zucchero in alcol ed anidride carbonica e nelle bottiglie la pressione interna arriva a circa 6 atmosfere. Successivamente si procede con la tecnica del “remuage” a far raccogliere i sedimenti contro il tappo a corona provvisorio, nella parte più stretta del collo della bottiglia. 13 L’ELIMINAZIONE DEL SEDIMENTO La quarta ed ultima fase comporta l’eliminazione del sedimento, depositato contro il tappo a corona, nel collo della bottiglia capovolta. Per l’asportazione di questo sedimento viene impiegato un procedimento che consiste nel congelamento di circa 3 centimetri del collo della bottiglia; si forma così un dischetto di ghiaccio che, con la stappatura, viene espulso grazie alla pressione interna della bottiglia. Successivamente a questa operazione, dopo aver effettuato l’aggiunta di sciroppo zuccherino, le bottiglie vengono tappate con tappi di sughero e confezionate per destinarle alla vendita. 14 I FRANCIACORTA DI CA’ DEL BOSCO FRANCIACORTA Identità, una virtù scritta nell’etimologia di un termine antico. Da idem, CUVÉE PRESTIGE ovvero essere se stessi, la selezione di quei caratteri omogenei che contraddistinguono un’entità. Cuvée Prestige, l’essenza della Franciacorta in stile Ca’ del Bosco, un gioiello nato nel 2007. L’essenza di un sapere lungo trent’anni, amore per il vino, ogni giorno in vigna e nelle cantine, alla ricerca della sublime seduzione del palato. Esperienze ed intuizioni, che una vendemmia dopo l’altra consentono di entrare a fondo nell’intima conoscenza della materia prima, l’uva, e del lungo processo di trasformazione che la rende vino. Solo le migliori selezioni di uva Chardonnay (75%), Pinot nero (15%) e Pinot bianco (10%), quelle provenienti da ben 134 delle nostre vigne, materia prima pregiata da vinificare separatamente, secondo le differenti origini, per ottenere vini base che vengono sapientemente assemblati alle nobili riserve delle migliori annate (almeno il 20%), nel rito magico della creazione della Cuvée. Solo dopo 28 mesi di affinamento sui lieviti questo vino potrà esprimere la sua ricchezza ed identità. Cuvée Prestige, sublime trasparenza. Un Franciacorta classico, equilibrato, piacevolmente fresco e acidulo. Perfetto per ogni occasione. FRANCIACORTA CUVÉE PRESTIGE ROSÉ Transizione. Rosa. Più che un colore, uno stato d’animo sospeso, come una delicata transizione tra tonalità di bianco e di rosso che s’inseguono senza mai essere né una né l’altra. Così è la sensazione insita che regala un Franciacorta Rosé, un magico sentire sempre in bilico tra due sfumature. Nasce così un vino a parte che per sua natura sa mantenere le preziose virtù sia dei rossi sia dei bianchi. Il colore rosé si ottiene dopo una breve macerazione delle uve rosse di Pinot nero. Poche ore soltanto sono necessarie per ottenere quella particolare delicata sfumatura di colore rosa che evoca i tramonti di primavera: bisogna cogliere l’attimo, un momento prima il colore è troppo chiaro, quello dopo è troppo scuro. E poi l’armonioso assemblaggio con lo Chardonnay, una lenta e paziente maturazione, arte da contemplare nel silenzio delle cantine. Cuvée Prestige Rosè, un Franciacorta dalla fragranza e delicatezza del vino bianco, con la struttura e gli aromi di un vino rosso. Delicato equilibrio di un vino sottile, un Franciacorta che si può bere a tutto pasto. Scelta ideale per le occasioni più importanti. Soprattutto le più romantiche. FRANCIACORTA BRUT MILLESIMATO Carattere. Tra i Franciacorta di Ca’ del Bosco è quello che riesce meglio ad esprimere il carattere del territorio, ma soprattutto le peculiarità che celebrano ogni annata, da sempre quella variabile che incide maggiormente nella 15 determinazione e affinamento della qualità di ogni vino. Ogni annata esprime una storia assolutamente imprevedibile legata all’andamento dei fenomeni climatici: ci sono annate buone e meno buone, ognuna con la sua precisa impronta. È il prodotto dell’amore tra l’uomo e la terra. Fin dal 1978 Ca’ del Bosco produce il Brut Millesimato soltanto nelle vendemmie di qualità. Frutto di un’attenta vinificazione, ma soprattutto di un lungo affinamento, che nel corso di quattro anni di permanenza a contatto con i lieviti, ne esalta le caratteristiche. Un Franciacorta inconfondibile, strutturato, pieno, intenso e persistente. Un vino per le occasioni importanti, speciale con i piatti di pesce della grande cucina. FRANCIACORTA DOSAGE ZÉRO Rigore. Come le armoniche note di una complessa partitura d’orchestra, ogni fase della produzione deve essere eseguita nel massimo rigore, seguendo i tempi e le cadenze che la perfezione richiede. È il Franciacorta senza “compromessi”: non vi è alcuna aggiunta di “liqueur d’expédition” (lo sciroppo di dosaggio aggiunto in minima quantità negli altri Franciacorta durante la fase del dégorgement). Il suo carattere si determina sin dall’inizio con la composizione della cuvée e viene perfezionato nel tempo con il lungo affinamento a contatto con i lieviti. È un Franciacorta “puro”, sincero, frutto della migliore espressione di uno straordinario terroir e dell’uomo che ne ha intuito il carattere e le potenzialità. Destinato a quel pubblico di conoscitori che amano questo stile particolare di Franciacorta. Eccellente aperitivo, ottimo per incorniciare gustosi momenti a base di frutti di mare e pesce crudo. FRANCIACORTA SATÈN MILLESIMATO Femminilità. Liscio, lussureggiante, maturo, morbido, rotondo. Quel susseguirsi di aggettivi adatti a descrivere la passione per un vino unico e anche l’incantevole parvenza che distingue la donna che si ha nel cuore. 16 Piacere in termini sensoriali dunque, ma anche tonalità ricche di sensualità. Dalla nascita dell’incantesimo chiamato donna, le medesime parole che si usano per evocare solo quei vini che fanno vibrare i sensi. Satèn, la femminilità e l’eleganza della seta, l’impalpabile trama e finezza del suo tessuto. Realizzato da Ca’ del Bosco per la prima volta nel 1980, è una speciale interpretazione di un Franciacorta: l’armonioso matrimonio tra sole uve bianche. Un piccolo segreto si nasconde tra l’effluvio delle sottili bollicine: al momento del “tiraggio”, la fase in cui al vino base si aggiungono zuccheri e lieviti, per dare inizio alla seconda fermentazione in bottiglia, al Satèn si aggiunge una minore quantità di zucchero rispetto a quella normalmente utilizzata per gli altri Franciacorta. Un lungo periodo di affinamento per esaltare in ogni singola bottiglia una cremosa eleganza e morbidezza. Delizioso come aperitivo è eccellente anche come vino da conversazione. FRANCIACORTA CUVÉE ANNAMARIA CLEMENTI Assoluto, ovvero libero da ogni limite. Un valore in divenire, istintivo. Come l’impegno assoluto, senza limiti, che Ca’ del Bosco mette per creare questo Franciacorta dedicato alla fondatrice dell’azienda e madre di Maurizio Zanella. Nessun compromesso, nessuna concessione. Solo il meglio delle uve selezionate nei vari “cru” sono predestinate alla produzione di questo vino simbolo. E solo nelle annate migliori. Resa limitata nei vigneti, vinificazione attentissima e soprattutto un lunghissimo affinamento a contatto con i lieviti che si protrae per almeno sette anni. Come nessun altro vino al mondo, oltre ogni limite appunto. In questo lunghissimo periodo l’azione dei lieviti crea un “unicum”, un grande vino ineguagliabile dal magnifico colore dorato, dalle bollicine finissime, dal profumo di straordinaria complessità, dal sapore di eccezionale ricchezza, pienezza e persistenza. Un Franciacorta assoluto. 17 I VINI DI CA’ DEL BOSCO CURTEFRANCA TERRE DI FRANCIACORTA BIANCO Integrità. Armonia e integrità, un binomio di sensazioni che esprime l’essenza dello stile Ca’ del Bosco, incastonata in questo vino: la cura nel lavorare le vigne e demandare alle sole uve la massima espressione che contraddistingue il territorio. Il Curtefranca Bianco è il vino che per primo fu realizzato da Ca’ del Bosco, nel 1972, con il nome Pinot di Franciacorta. Opera prima che, pure dopo molti anni di accurata maturazione in bottiglia, riesce ogni volta nell’incanto di sorprendere per la straordinaria capacità di evoluzione, merito di una sua insospettabile longevità. Le uve di Chardonnay e Pinot bianco provengono da vigneti selezionati, differenti per esposizione, giacitura e cloni, da quelli destinati alla produzione dei Franciacorta. Un vino seducente da “bere con il naso”, che conquista per il suo gusto sottile caratterizzato dalla fresca acidità, per la sua inconfondibile struttura longilinea e la lunga persistenza aromatica. Tante virtù, ideali per poter confrontare e connotare i diversi momenti di consumo. Un bianco facilmente fruibile, ottimo compagno per un’ampia scelta di abbinamenti. CURTEFRANCA TERRE DI FRANCIACORTA ROSSO Storia. È il vino rosso per eccellenza della Franciacorta e anche un classico di Ca’ del Bosco. Vinificato per la prima volta con la vendemmia del 1975, è nel patrimonio genetico della tradizione contadina della zona, dove da sempre viene prodotto. Comunemente chiamato “burdonsi magher”, è l’ennesima testimonianza dell’autentica vocazione storica per la produzione delle uve rosse. Cresciuto tra gli intenditori con il nome originario di Franciacorta Rosso DOC, è stato successivamente denominato Terre di Franciacorta e da oggi Curtefranca Rosso. Il rosso che viene concepito in Franciacorta è un vino che ha una ben precisa fisionomia, frutto di una cultura storica valorizzata e reinterpretata in chiave moderna. L’uvaggio è composito, dal Cabernet, al Carmenère, al Merlot, al Barbera e al Nebbiolo, un insieme di uve variegato che ben si adatta al clima di queste latitudini e che consente di ricavare un vino intenso, non troppo corposo, flessuoso, morbido e piacevole. Un ottimo compagno per i piatti della cucina tradizionale. E’ capace di mantenere in sé la sua tipica fragranza per diversi anni. 18 CHARDONNAY Attitudine. L’attitudine è un valore fondamentale nel mondo del vino, un concetto intrinseco che definisce la capacità naturale di un territorio nel donare la massima espressione ad un vitigno. Lo Chardonnay, uva bianca di origini francesi, è il più famoso tra i vitigni internazionali, detti anche ubiquitari, cioè quella tipologia di vitigno che riesce ad esprimere il massimo pure in territori diversi, mantenendo le caratteristiche che lo rendono riconoscibile. L’attitudine dei terreni di Ca’ del Bosco consente allo Chardonnay di trovare qui la terra d’elezione per antonomasia, per l’effetto di quel clima temperato che incornicia le giornate in quel di Franciacorta. Fin dal 1983, prima annata di produzione, lo Chardonnay riesce ad esprimere ai massimi livelli i suoi caratteri organolettici. La rigorosa scelta delle uve, la fermentazione in piccole botti di rovere ed il successivo lungo affinamento a contatto con i lieviti, fanno sì che lo Chardonnay possa estrinsecare le sue qualità a grandi livelli. Fin dalle prime annate questo vino ha ricevuto molti consensi dalla critica internazionale che continua a reputarlo un preciso punto di riferimento della migliore enologia italiana. Un vino dal colore acceso, profumo intenso, sottolineato da un tocco di vaniglia e da un caratteristico sentore di nocciola. Dal gusto pieno e rotondo, ha una struttura organolettica così intensa da essere paragonabile a quella di un vino rosso, ma che permane nei sensi per la sua straordinaria finezza. PINÉRO Sfida. Il Pinot nero è la croce e la delizia dei più grandi viticoltori del mondo: vitigno difficile da coltivare, ha bisogno di cure particolari, un’opera rara che riesce a esprimersi in tutta la sua grandezza solo in alcuni ambienti e non in tutte le annate. Ca’ del Bosco ha raccolto la sfida e fin dal 1983 produce questo Pinot nero di valore mondiale, espressione della straordinaria vocazione del terroir. Il clima fresco e temperato della Franciacorta, dalle ampie escursioni termiche, consente lente maturazioni delle uve, lo sviluppo elegante dei preziosissimi aromi ed il mantenimento dell’acidità, elemento essenziale per un armonioso equilibrio evolutivo e garanzia di un piacere senza tempo. Il risultato è un vino assolutamente tipico e seducente, dal caratteristico profumo, che richiama piccoli frutti come il ribes, il mirtillo, la mora e il lampone. Un sapore morbido, elegante e complesso, di straordinaria persistenza. MAURIZIO ZANELLA Personalità. È il primo vino che reca sull’etichetta la firma dell’autore, Maurizio Zanella. Per celebrare con orgoglio la passione dell’uomo che ha 19 fondato Ca’ del Bosco. Un vino che racchiude in sé la realizzazione della perfetta sintesi tra il territorio e il suo modo di essere. Un grande vino dallo stile internazionale, la cui prima annata risale al 1981, e che è sicuramente tra i gioielli che hanno contribuito a quello che viene comunemente definito “rinascimento enologico italiano”. La sua nascita ha segnato la svolta, un cambio d’epoca e continua ad essere attuale e moderno, ancora oggi al di fuori dalla mischia e dagli schemi. Cabernet sauvignon, Merlot e Cabernet franc, selezionati fra i migliori vigneti dell’azienda, sapientemente vinificati e affinati in piccole botticelle di rovere garantiscono un vino granitico, potente e armonico al tempo stesso, capace di maturare per decenni. Non solo un grande vino da degustare, ma anche un ottimo investimento che sa rivalutarsi anno dopo anno. CARMENERO Provocazione in forma di vino, ma anche rivelazione. La storia viene ironicamente ben raffigurata in etichetta dove viene ritratto un lupo con la pelle di agnello. Il Carmenére con il quale si concepisce questo vino è un vitigno originario del bordolese, per moltissimo tempo confuso con il Cabernet franc. Pur avendo dei tratti organolettici in comune è un vitigno assai diverso: molto più intenso e speziato. Ca’ del Bosco ha conferito nel 1996 l’incarico alla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza di svelare l’esistenza, l’origine e l’identità di questo vitigno. Per la riuscita di questo vino è fondamentale la scelta del periodo in cui avviene la vendemmia. Il Carmenero si contraddistingue per il colore molto intenso e cupo, per quel suo aroma potente e speziato, un gusto pieno, ricco ed originale. È un grande vino, con buone capacità di invecchiamento, ottimo con piatti di struttura. LA SCULTURA E L’ARTE IN CA’ DEL BOSCO UNA DIVERSA CIVILIZZAZIONE DEL La cantina di Ca’ del Bosco è un luogo dove l’arte e la perfezione del vino si uniscono e si fondono con la scultura e l’armonia del paesaggio. Un luogo aperto 20 VINO che offre e presenta al mondo gli incanti della natura, sapientemente lavorata e trasformata dall’uomo in capolavori di armonie gustative e olfattive, unita alle profondità dell’arte. Ca’ del Bosco esprime e rappresenta una diversa idea di civilizzazione del vino, creando una relazione privilegiata tra le qualità delle sue strutture, territori, uomini e arte. La preferenza di Maurizio Zanella nei confronti della scultura è favorita dal luogo, che bene si adatta per il meraviglioso paesaggio, alla collocazione di opere d’arte. Ma soprattutto nasce dalla similitudine tra il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge la vista, l’olfatto e la bocca, e la scultura, che stimola l’occhio e coinvolge i sensi. Ca’ del Bosco in questi anni diventa, da spazio riservato, un luogo che si apre ad un pubblico che alla passione per il vino unisce la predilezione per l’arte. L’immagine che ne emerge è forte, duratura, di qualità culturale ed economica, legata all’ambizione dell’uomo e alla sua perseveranza. INNO AL SOLE SCULTURA IN BRONZO ED ANIMA IN ACCIAIO, DIAMETRO CM 500 1987 Cancello Solare è una struttura circolare di 500 cm di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno. La conclusione della progettazione è avvenuta nel 1987, mentre la realizzazione dell’opera è terminata nel 1993. L’opera, posizionata all’ingresso della Ca’ del Bosco, è stata commissionata da Maurizio Zanella, il quale ha incaricato Arnaldo Pomodoro di realizzare un cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera proprietà. Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce rappresenta e introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché, come afferma lo stesso Zanella, “è il sole il vero nutrimento dell’uva che, proprio come il sole, con i suoi raggi riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”. L’ARTISTA ARNALDO POMODORO Arnaldo Pomodoro nasce in provincia di Rimini e, dopo gli studi di architettura, esordisce come disegnatore, decoratore ed artigiano del metallo. A Milano frequenta l’ambiente artistico dell’Accademia di Brera nel periodo degli anni ’50. Nel 1954 inizia ad esporre in Italia e all’estero. Oggi sono numerose le sue opere presenti nelle 21 piazze del mondo e l’artista è ormai considerato il più grande scultore contemporaneo italiano. Famoso soprattutto per le sue particolari sfere di bronzo che si scompongono, si rompono e si aprono davanti allo spettatore, rivelando la complessità dell’interno. EROI DI LUCE SCULTURA IN MARMO BIANCO DI CARRARA, DIM. 205X195X123 CM 1991 Eroi di Luce è una testa recisa dal sogno con l’inserto di una testa velata come fresca mummia. C’è la visione sincera e crudele dell’artista “Non penso allo spettatore – dice Mitoraj - mi esprimo attraverso dei frammenti, perché la parte invisibile è molto più importante.” La statua rimane un frammento luminoso, isolato rispetto alla struttura della cantina. Le fa cornice il cielo, che a volte sembra “accendere” il colore bianco del marmo, e il profilo verde della collina di Ca’ del Bosco. L’ARTISTA IGOR MITORAJ Igor Mitoraj è nato a Oederan, in Germania, da madre tedesca e padre ufficiale della Legione straniera. È sopravvissuto ai bombardamenti di Dresda nella fine dell’incubo del 1945. È cresciuto a Cracovia dove il suo insegnante è stato Tadeusz Kantor. Raggiunge Parigi, l’École Nazionale Supérieure des Beaux-Arts, nel 1968. Non appagato si muove in Messico, dove studia l’arte Azteca. Viaggia poi tra Montmartre, Soho e la Grecia Classica, dove le sue opere traggono l’ispirazione più evidente. CODICE GENETICO SCULTURA IN BRONZO DIPINTO E VERNICIATO, DIM. 200X160X210 CM 1999 La scultura sembra trovarsi in una condizione di stasi o di lento risveglio, in una sorta di lenta ripresa da un assopimento non solo del corpo, ma anche della coscienza. La figura è accovacciata, stretta a se stessa, 22 rannicchiata in posizione fetale. Sembra dischiudersi lentamente. Il viso esprime delicatezza, una fragilità d’anima che si esprime ancor più grazie ad una “pelle” del tutto particolare, costituita da frammenti di un puzzle colorato. Un’epidermide a scaglie in cui sono nascosti codici e linguaggi. Sono schermo e protezione, un tracciato da leggere o una mappa da decifrare. Sembrano fare da filtro e confine tra il dentro e il fuori, pur delineando la nudità. La statua accoglie i visitatori all’entrata di Ca’ del Bosco. L’ARTISTA RABARAMA Nata a Roma e diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, è maggiormente nota per le sue opere scultoree, incentrate sulla figura umana e contraddistinte da una singolare intensità espressiva. IL PESO DEL TEMPO SOSPESO FIBERGLASS E CEMENTO, DIM. 400 CM 2003 Colpisce e lascia confusi la collocazione dell’opera all’entrata della cantina. Un rinoceronte a grandezza naturale sospeso al soffitto, in un fiero gioco iperrealista. L’animale è simbolo di vitalità ed energia e qui si trova imbragato e insaccato, quasi a farci riflettere sul senso della natura morta nell’arte, ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta. L’ARTISTA STEFANO BOMBARDIERI Stefano Bombardieri è bresciano e figlio d’arte. Suo padre è scultore e con lui sperimenta agli inizi l’uso della tecnica artistica e dei materiali. Ma l’espressività nasce nel parco dei divertimenti di Gardaland, dove giovanissimo ha lavorato e vissuto. Ha amato e forse sofferto tutti i trucchi del proprio passato mestiere, come il costruire balene, rinoceronti e mostri marini fantastici o preistorici. Tutto quello che serve allo spettacolo del divertimento quotidiano. Stefano Bombardieri è diventato un grande giocoliere dell’arte. Ci trasmette meraviglia, ci fa stupire e ci diverte, ma nello stesso tempo ci porta a riflettere sulle cose apparentemente banali ELOGIO DELL’OMBRA BRONZO 1994 23 La scultura, collocata nel piccolo lago di Ca’ del Bosco, sembra fare da cornice alla natura dominante, ma allo stesso tempo, in un gioco di riflessi d’acqua, s’intreccia tra le foglie e geometricamente modifica la visione del luogo. Il senso della leggerezza contrasta con la solidità della struttura. L’ARTISTA BRUNO ROMEDA Bruno Romeda nasce a Brescia ma vive e lavora tra la città natale, la Francia e New York. Le sue opere hanno varcato le soglie delle più importanti gallerie d’arte nel mondo. Cerchi, spirali, quadrati e triangoli rappresentano il repertorio più amato dall’artista, espresso in forme geometriche semplici, quasi primordiali, rese da sottili strisce di bronzo dallo spessore irregolare. Le linee sembrano ispirarsi ai graffiti della Valle Camonica. L’artista inizia “sul campo” nei primi anni Cinquanta, ad Antibes, a contatto con geni incontrastati come Picasso, e prosegue in America, negli anni Sessanta, durante il periodo di massima espressione del minimalismo. Le sue opere essenziali e leggere, fatte di vuoti e di pieni, sono pensate per fondersi con il paesaggio e la natura circostante. 24