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CARTELLA STAMPA
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CA’ DEL BOSCO
UN’OPERA D’ARTE CHE SI CHIAMA VINO
UN
CAPOLAVORO
E IL SUO
ARTISTA
Se il vino è arte, il capolavoro di Ca’ del Bosco si chiama Franciacorta e porta
la firma unica e inconfondibile di Maurizio Zanella.
Ca’ del Bosco è leader nella produzione di Franciacorta di bollicine dal
finissimo perlage che portano il nome della zona in cui vengono prodotti. Una
posizione raggiunta grazie all’entusiasmo e alla passione di Maurizio Zanella
che all’inizio degli anni ’70 ha capito e seguito la sua vocazione ‘artistica’,
facendosi protagonista del rinascimento enologico italiano e trasformando una
casa in un bosco di castagni in una delle più moderne e avanzate cantine.
UN’UNICA
ISPIRAZIONE: LA
QUALITÀ
In Ca’ del Bosco c’è un unico principio che comanda e definisce tutta la
produzione, dalla scelta in vigna all’imbottigliamento: la qualità, o meglio solo
il livello più alto della qualità, l’eccellenza.
I vini prodotti devono rispondere ai requisiti che rendono tutto il piacere della
consumazione: l’equilibrio assoluto e la perfetta armonia.
LA FILOSOFIA
DELLA MIGLIOR
TECNOLOGIA
L’enologia di Ca’ del Bosco
asseconda
la
naturale
espressione della qualità e
della tipicità delle uve, che
dipendono dalle varietà e dalle
tecniche di coltura della vite.
La filosofia aziendale si basa
sull’applicazione
della
tecnologia
alla
piena
espressione delle uve per ottenere i migliori vini possibili. Ogni partita di uva
vendemmiata è una “personalità unica”, da rilevare e da orientare verso la sua
migliore espressione.
Ca’ del Bosco ha definito la vocazione di una zona viticola - la Franciacorta ovvero di un territorio che permette soprattutto allo Chardonnay di raggiungere
una completa maturità con la massima concentrazione di aromi.
Per arrivare alla produzione di questi grandi vini è necessaria una tecnologia di
alte prestazioni. Ca’ del Bosco ha creduto ed investito molto in questi aspetti,
costruendo una cantina tecnologicamente avanzata, con impianti unici nel
settore che permettono di gestire ottimamente le operazioni pre-fermentative per
i bianchi e di macerazione per i rossi, fasi cruciali della vinificazione.
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LA STORIA
C’ERA UNA VOLTA UNA CASA NEL BOSCO
Una storia suggestiva quella di Ca’ del Bosco che ha le sue origini a metà
degli anni Sessanta, quando Annamaria Clementi Zanella acquista a
Erbusco in Franciacorta una piccola casa in collina, chiamata localmente “Ca’
del bosc”, immersa in un fitto bosco di castagni.
I PRIMI VIGNETI
Nel ’67 prende corpo l’idea di impiantare un
vigneto e Maurizio Zanella, figlio di
Annamaria, attuale presidente di Ca’ del Bosco
si fa protagonista di un percorso di vertiginosa
poesia: vigna e vino si fanno sinfonia e il
concerto delle idee occupa la vastità degli
spazi dell’arte.
La ricerca della perfezione, del capolavoro,
definisce gli obiettivi e determina il progetto
della vigna, le scelte dei vitigni e i sistemi di impianto. A queste scelte
seguono l’impegno e la ricerca sostenuti dalla passione e dalla caparbietà.
Maurizio Zanella frequenta le caves della Champagne e al suo ritorno avvia il
percorso italiano alle bollicine di qualità.
Dopo una prima fase sperimentale, nel ’73 esce in commercio il primo
Bianco di Franciacorta e nel ’77 il primo Rosso di Franciacorta.
LE BOLLICINE
In seguito Maurizio Zanella, in uno dei suoi viaggi di approfondimento
enologico in Francia, incontra e recluta uno chef de cave che curiosamente si
chiama André Dubois - “del bosco” - che porterà in cantina un rigore ed una
perizia notevoli. Sotto la sua direzione, a Ca’ del Bosco si darà inizio alla
produzione di “bollicine” di grande qualità.
Con la vendemmia 1976 si producono i primi tre “spumanti”: il “Brut”, il
“Dosage Zéro” e il “Rosé”, che vedranno la luce tra il dicembre 1978 e il
1979. Con la vendemmia 1978 inizia la produzione dello “Crémant”, che
uscirà nel 1980.
LA QUALITÀ PER
SCELTA
A 18 anni, Maurizio Zanella realizza la prima cantina a 11 metri di
profondità, così come aveva visto fare in Francia. Sulla base di quanto
appreso oltralpe adotta criteri che in Italia erano considerati a dir poco
discutibili, come innalzare drasticamente le fittezze dei ceppi per ettaro e
impiegare diversi sistemi di allevamento o effettuare il diradamento dei
grappoli (tecniche che i contadini locali si rifiutavano di adottare perché le
consideravano un insulto al buon senso, salvo ricredersi in seguito). In quei
primi anni ’70, il criterio produttivo in campo vitivinicolo privilegiava
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largamente la quantità a discapito della qualità, ed il vino era ancora
considerato una sorta di alimento che doveva essere venduto a basso costo.
LA
SPERIMENTAZIONE
Un’altra tappa storica è l’arrivo in azienda di un enologo americano, che
percorre per un tratto la strada con Dubois dal 1985 al 1988. Si tratta di Brian
Larky, laureato all’Università di Davis in California. E’ una fase importante
per l’azienda, caratterizzata dalla grande capacità di Zanella nel riuscire a
mediare tra due scuole enologiche completamente all’opposto, tra
tradizione e sperimentazione, cercando di assorbire, ovviamente, il meglio da
entrambe.
L’ENOLOGO
Dal 1986 l’enologo di Ca’ del Bosco è Stefano Capelli, diplomato all’Istituto
di Conegliano. Dal 1990 ha la completa giurisdizione sulla cantina. Grazie a
lui sono stati messi a punto sistemi innovativi di lavorazione e sono state
costruite attrezzature con brevetto esclusivo.
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LA STORIA
LE TAPPE FONDAMENTALI
1964
Annamaria Clementi acquista ad Erbusco una piccola casa in collina
denominata “Ca’ del bosc”, due ettari di proprietà, immersi in un fitto bosco di
castagni.
1968
Viene impiantato il primo vigneto per la cui realizzazione è necessario il
taglio del bosco.
1972
Nasce il primo bianco di Franciacorta: Pinot di Franciacorta Bianco.
1975
Viene prodotto il primo rosso di Franciacorta: Pinot di Franciacorta Rosso.
1976
Con la vendemmia 1976 si producono i primi tre “spumanti”, il “Pinot di
Franciacorta Brut”, il “Pinot Francicorta Dosage Zéro” e il “Pinot Franciacorta
Rosé”, che usciranno tra il dicembre 1978 e il 1979.
1978
Con la vendemmia 1978 si produce lo “spumante Crémant”, che vedrà la
luce nel 1980.
Maurizio Zanella incontra in Francia lo chef de cave André Dubois e lo
convince a venire in Ca’ del Bosco.
1979
Con la vendemmia 1979 si produce il “Millesimato”.
1980
L’introduzione dei vini fermi è il frutto di vari viaggi che Zanella compie con
un altro personaggio dell’enologia, l’amico Giacomo Bologna. Il primogenito
della nuova generazione è il “Maurizio Zanella” (1981), da uvaggi di
Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, un vino morbido ma potente e
complesso, che si è imposto per un’originalità tutta italiana all’attenzione del
mondo dell’enologia, e che ha fatto scrivere “Piaccia il coraggio sfrontato
della firma”.
1983
Da vitigni tipicamente borgognoni nascono il “Pinéro” e lo “Chardonnay”,
vini di grande spessore, affinati in barrique.
1985
Viene realizzata l’importante cupola sotterranea da cui si dipartono le
gallerie per lo stoccaggio del Franciacorta e le permanenze dei vini in
barrique.
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1989
1990
Il Millesimato viene dedicato alla fondatrice dell’azienda, nasce la “Cuvée
Annamaria Clementi”, cuvée di altissimo pregio. Un Franciacorta assoluto,
l’unico con affinamento di sette anni a contatto con i lieviti.
Con il millesimo 1990 il “Crémant” diviene “Satén”. Nasce “Ilmerlot” da uve
merlot in purezza.
1991
“Brut” e “Dosage Zéro” diventano millesimati.
1995
Iniziano i nuovi lavori per ampliare ulteriormente la Cantina dove sono stati
collocati macchinari per la vinificazione e la pigiatura realizzati appositamente
che si avvalgono di tecnologie uniche e introvabili altrove.
1997
Nasce il “Carmenero”.
2004
Skira pubblica il libro “11 fotografi 1 vino” il libro con foto d’autore, nel quale
11 grandi fotografi illustrano la Ca’ del Bosco, i suoi vigneti, il suo vino.
2005
Viene completata la nuova cantina e nasce il Franciacorta Cuvée Prestige,
che esce nel novembre 2007.
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FRANCIACORTA: UNA TERRA E IL SUO VINO
LA
FRANCIACORTA:
LA TERRA
La Franciacorta è un territorio in provincia di Brescia compreso tra il fiume
Oglio, emissario del Lago d’Iseo, ad ovest, dallo stesso lago a nord, dal fiume
Mella ad est e dal monte Orfano a sud.
Il nome Franciacorta ha origini dibattute fra aneddoti e racconti, cronache
antiche e narrazioni popolari. Ma è dal toponimo Franzacurta (da latino
“franchae curtes” cioè regione esente dal pagamento dei tributi) che il suo nome
giunge a noi, ad oggi. Quel che vale su tutto, però, è la sua radice, lontana nel
tempo, presente nel tempo. Attestati che una lunga tradizione vitivinicola ha
saputo guadagnarsi con la forza dell’idea e dell’intraprendenza contadina,
dell’imprenditoria locale.
Fra le prime regioni ad ottenere la
D.O.C. nell’ormai lontano 1967, la
Franciacorta acquisisce rapidamente
prestigio, valorizzato dai prodotti
della sua terra e dall’impegno di
quanti hanno sapientemente investito
risorse e idee nell’enologia di qualità.
Nuove energie, nuove spinte, nuovo
entusiasmo. Nuove generazioni appassionate e innovative, trainate dai tanti
successi internazionali che le “splendide” bollicine hanno ottenuto. Nel 1995 il
Franciacorta conquista la D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e
Garantita): una significativa testimonianza e riconoscimento del rinnovato
impegno dei produttori di questa terra a fare chiarezza e a migliorare ancor più
la qualità dei vini di Franciacorta. Perché dire oggi Franciacorta, equivale a
dichiarare con orgoglio e sicurezza un grande amore per il vino, la coltura e
la cultura del territorio.
IL
FRANCIACORTA:
IL VINO
Spesso un nome è il risultato giocoso di un guizzo bizzarro fra realtà e fantasia,
più spesso è il semplice declinare di un mestiere, un’arte, una provenienza.
Raramente in un nome si nasconde un destino, e quando ciò accade è stupore,
meraviglia. Anche in una terra, il nome lascia un segno, ne indica i valori, ne
sottolinea forse involontariamente la vocazione.
Franciacorta è sì un territorio, ma è anche il nome delle “bollicine” che
nascono in questa terra, il termine che indica il vino dal finissimo perlage che
l’uomo produce usando le sue pregiatissime uve. Le bollicine di Franciacorta
vengono, infatti, chiamate semplicemente Franciacorta, unendo il nome del
prodotto al nome del territorio, così come accade per lo Champagne francese. Il
Franciacorta viene prodotto con uve Chardonnay per la maggior parte, Pinot
bianco in piccola quantità e Pinot nero in una quantità piú significativa.
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LA VITICOLTURA
La superficie totale dell’azienda Ca’ del Bosco coltivata a vigneto è di circa 150
ettari, vigneti che sono collocati tutti all’interno della Franciacorta in otto
comuni differenti (Erbusco, Adro, Cazzago S.M, Iseo, Paderno, Passirano,
Provaglio d’Iseo, Cortefranca). Poiché la Franciacorta ha caratteristiche
microclimatiche e zonali molto diverse le uve provenienti dai vari vigneti sono
tenute separate in fase di vinificazione.
I VITIGNI
I protagonisti tra i vitigni coltivati sono quelli per il DOCG: Chardonnay, Pinot
nero e Pinot bianco. Oltre a questi, tra i vitigni a bacca bianca per vino fermo, in
Ca’ del Bosco si coltivano anche Sauvignon bianco e Riesling Renano. Tra le
varietà rosse, per il DOC la famiglia dei Cabernet (sauvignon e franc), il
Carmenère, il Merlot, la Barbera e il Nebbiolo, oltre a vecchie varietà bresciane
come la Sebina e la Brugnera.
LA RESA
Nei vigneti di Ca’ del Bosco le piante vengono coltivate con una fittezza di
10.000 unità per ettaro, impiantandole a una distanza di un metro per un
metro. La vicinanza aumenta la competitività delle viti le quali devono spingere
più a fondo le radici per trarre il necessario nutrimento con i benefici effetti di
cui prima abbiamo parlato. L’erba presente tra i vigneti contribuisce ad
aumentare tale competizione radicale. Il limite di resa per ettaro in Franciacorta
è di 100 quintali per ettaro ogni pianta, quindi nel caso delle 10.000 piante per
ettaro, deve dare non più di un chilo di uva. In Ca’ del Bosco la resa media è di
soli 80 quintali per ettaro, seguendo una linea che privilegia la qualità a
scapito della quantità.
BASSO IMPATTO
AMBIENTALE
Il raggiungimento di questo equilibrio di resa per pianta e per ettaro permette di
sviluppare piante molto più resistenti, che non richiedono concimi chimici,
diserbanti e comportano un numero ridotto di trattamenti antiparassitari rispetto
ad altre realtà.
LA GESTIONE
DEI VIGNETI
La gestione dei vigneti avviene seguendo i principi e i vincoli dettati dal Piano
di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia:
ƒ Divieto assoluto di impiego di sostanze pericolose, a forte impatto
ambientale.
ƒ Nessuna concimazione chimica ma solo di tipo organico.
ƒ Lotta biologica contro gli insetti dannosi.
ƒ Gestione del suolo basato sull’inerbimento permanente, per preservare il
più possibile la naturale fertilità.
ƒ Impiego di tutte le tecniche agronomiche per la prevenzione delle
malattie.
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La gestione delle viti è fatta rigorosamente a mano: palizzatura dei germogli,
spollonature, cimature, sfogliature, diradamento dei grappoli.
Tutte le scelte applicate in vigna hanno l’obiettivo primario della qualità della
materia prima, l’uva, ma anche di salvaguardia della vigna, come patrimonio.
Le due tipologie di coltivazione principalmente usate sono quelle a Guyot e a
Cordone speronato.
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LA CANTINA
Sono stati necessari sette anni per
completare la nuova cantina di Ca’ del
Bosco, immersa nel verde delle vigne e
dei boschi della Franciacorta. Da una
superficie di 10,000 mq si è passati a
20,000 mq. L’obiettivo di Maurizio
Zanella non è stato quello di
raddoppiare la produzione, ma di creare
una struttura dotata della tecnologia piu avanzata. Una tecnologia al servizio
dell’uva con la caratteristica di ridurre al minimo i trattamenti sul vino.
Lo scopo è esaltare le caratteristiche di un’eccellente materia prima,
interferendo il meno possibile con gli agenti esterni.
L’ESTERNO
La struttura esterna è realizzata con il preciso intento di inserirsi
“armoniosamente” nel paesaggio, senza disturbare quello che è il naturale
disegno delle colline moreniche della Franciacorta. Grazie a questa linea che
sembra un’onda la struttura segue l’andamento del vigneto e termina proprio
con dei pali inclinati, a ricordare le terminazioni dei filari. La cantina emerge dal
terreno per un’altezza massima di 12 metri. La scelta del colore è ispirata ai
colori del bosco, a quello della corteccia nei mesi più freddi della stagione
invernale: un grigio misto al verde.
L’INTERNO
L’interno è completamente nuovo,
reinventato e progettato con grande
creatività e passione. Concepito per
accogliere il visitatore e guidarlo lungo
tutto il processo di produzione.
Si inizia dall’accoglienza dell’uva che
viene subito classificata a seconda del
vigneto di provenienza e sistemata in
apposite celle di raffreddamento in attesa
dell’ulteriore selezione e pigiatura. Le
presse sono state progettate su specifiche Ca’ del Bosco. Il mosto passa nei tini
di fermentazione per caduta, senza l’utilizzo di pompe che stressano mosti e
vini. Questa specifica scelta dell’enologo, l’utilizzo della gravità naturale,
accompagna diverse fasi di lavorazione in cantina. Si evita in questo modo di
intaccare il vino, rompendone la trama originaria, perdendo le proprietà del
frutto e il gas naturale del vino. Due ascensori dalla capacità di 10,000 litri
l’uno trasportano il vino dal livello più basso al più alto della cantina, tra quattro
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piani, scorrendo silenziosamente all’interno di una gabbia curva in maglia
d’acciaio di nuova concezione.
L’acciaio è sapientemente illuminato da un gioco di luci blu che ne esaltano
lucidità e neutralità. Ma il percorso è accompagnato da colori diversi, legati
simbolicamente alle diverse fasi di produzione e diventa ancora più affascinante
quando si snoda tra le zone di affinamento, con le pareti a vista che mostrano il
terreno profondo della Franciacorta messo in risalto da una luce bianca. Uno
speciale sistema di nebulizzazione di vapore acqueo permette di tenere costante
il livello di umidità necessario al corretto affinamento del vino nel legno.
MATERIA,
TECNOLOGIA E
ARTE
Il viaggio diventa viaggio nell’enologia ideale: acciaio, legno, sasso, vetro.
Un’ampia parete in vetro mostra la fase d’imbottigliamento all’esterno,
regalando l’effetto di “casa di vetro”. Il “cuore tecnologico” dell’azienda è
allestito con minuziosa attenzione, illuminato ad arte e incorniciato dal
contrastante verde del parco.
Una volta all’interno, la sensazione della cantina viene abbandonata e la natura
irrompe prepotentemente nella stanza. Si riprende poi il percorso e al viaggio si
aggiunge il percorso fotografico, una breve mostra: 11 fotografie di fotografi
famosi ritraggono Ca’ del Bosco, il vino e le persone che vi lavorano.
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CA’ DEL BOSCO IN SINTESI
Ragione sociale
Ca’ del Bosco S.r.l. – Società Agricola
Sede
Via Albano Zanella, 13 – Erbusco (BS)
Attività
Vitivinicola
Dipendenti
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Management
Presidente: Maurizio Zanella
Enologo: Stefano Capelli
Direttore Commerciale Italia: Dante Bonacina
Direttore Commerciale Export: Massimo Tonini
Agronomo: Luigi Reghenzi
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IL PROCESSO PRODUTTIVO
COME NASCE IL FRANCIACORTA
LA VENDEMMIA
La vendemmia di Ca’ del Bosco comincia con la raccolta delle uve destinate alla
“base” del Franciacorta, le uve Chardonnay, rigorosamente a mano e in piccole
cassettine di circa 15-17 Kg ciascuna, iniziando verso il 20 di agosto.
La raccolta delle uve da base per le nobili bollicine DOCG prosegue per circa 3
settimane, passando dallo Chardonnay al Pinot nero, al Pinot bianco.
LA
VINIFICAZIONE
Dopo circa 3 settimane dedicate alla vendemmia del DOCG, inizia la raccolta delle uve
del Curtefranca bianco. Tale operazione si protrae per circa 15 giorni, fino al momento
in cui iniziano a maturare le uve rosse.
Le più precoci sono le uve di Merlot, seguite da Nebbiolo, Cabernet Sauvignon,
Cabernet Franc, Barbera.
Il tutto si conclude normalmente verso la prima metà del mese di ottobre, assicurando,
quindi, alla Franciacorta circa due mesi di vendemmia.
DEL
FRANCIACORTA
L’AFFINAMENTO
La seconda fase è quella che precede l’imbottigliamento. Qui il vino si affina in
serbatoi d’acciaio fino alla primavera successiva alla fermentazione, si illimpidisce ed
assume il caratteristico colore.
LA PRESA
DI SPUMA
La terza fase è la “presa di spuma”
dove il vino diventa definitivamente
“Franciacorta”: si parte dal vino
illimpidito e si aggiunge sciroppo
zuccherino, pari a circa 24
grammi/litro di zucchero, e lieviti
selezionati. Infine, lo stesso giorno,
s’imbottiglia il vino prodotto con un
tappo a corona provvisorio. Le
bottiglie tappate vengono conservate
ad una temperatura costante di 12 gradi per almeno due anni. In queste condizioni,
durante i primi 2/3 mesi, avviene la presa di spuma: i lieviti trasformano lo zucchero in
alcol ed anidride carbonica e nelle bottiglie la pressione interna arriva a circa 6
atmosfere. Successivamente si procede con la tecnica del “remuage” a far raccogliere i
sedimenti contro il tappo a corona provvisorio, nella parte più stretta del collo della
bottiglia.
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L’ELIMINAZIONE
DEL SEDIMENTO
La quarta ed ultima fase comporta l’eliminazione del sedimento, depositato contro il
tappo a corona, nel collo della bottiglia capovolta. Per l’asportazione di questo
sedimento viene impiegato un procedimento che consiste nel congelamento di circa 3
centimetri del collo della bottiglia; si forma così un dischetto di ghiaccio che, con la
stappatura, viene espulso grazie alla pressione interna della bottiglia.
Successivamente a questa operazione, dopo aver effettuato l’aggiunta di sciroppo
zuccherino, le bottiglie vengono tappate con tappi di sughero e confezionate per
destinarle alla vendita.
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I FRANCIACORTA DI CA’ DEL BOSCO
FRANCIACORTA
Identità, una virtù scritta nell’etimologia di un termine antico. Da idem,
CUVÉE PRESTIGE
ovvero essere se stessi, la selezione di quei caratteri omogenei che
contraddistinguono un’entità.
Cuvée Prestige, l’essenza della Franciacorta in stile Ca’ del Bosco, un gioiello
nato nel 2007. L’essenza di un sapere lungo trent’anni, amore per il vino,
ogni giorno in vigna e nelle cantine, alla ricerca della sublime seduzione del
palato. Esperienze ed intuizioni, che una vendemmia dopo l’altra consentono
di entrare a fondo nell’intima conoscenza della materia prima, l’uva, e del
lungo processo di trasformazione che la rende vino.
Solo le migliori selezioni di uva Chardonnay (75%), Pinot nero (15%) e Pinot
bianco (10%), quelle provenienti da ben 134 delle nostre vigne, materia prima
pregiata da vinificare separatamente, secondo le differenti origini, per
ottenere vini base che vengono sapientemente assemblati alle nobili riserve
delle migliori annate (almeno il 20%), nel rito magico della creazione della
Cuvée. Solo dopo 28 mesi di affinamento sui lieviti questo vino potrà
esprimere la sua ricchezza ed identità.
Cuvée Prestige, sublime trasparenza. Un Franciacorta classico, equilibrato,
piacevolmente fresco e acidulo. Perfetto per ogni occasione.
FRANCIACORTA
CUVÉE PRESTIGE ROSÉ
Transizione. Rosa. Più che un colore, uno stato d’animo sospeso, come una
delicata transizione tra tonalità di bianco e di rosso che s’inseguono senza mai
essere né una né l’altra.
Così è la sensazione insita che regala un Franciacorta Rosé, un magico sentire
sempre in bilico tra due sfumature. Nasce così un vino a parte che per sua
natura sa mantenere le preziose virtù sia dei rossi sia dei bianchi.
Il colore rosé si ottiene dopo una breve macerazione delle uve rosse di Pinot
nero. Poche ore soltanto sono necessarie per ottenere quella particolare
delicata sfumatura di colore rosa che evoca i tramonti di primavera: bisogna
cogliere l’attimo, un momento prima il colore è troppo chiaro, quello dopo è
troppo scuro. E poi l’armonioso assemblaggio con lo Chardonnay, una lenta e
paziente maturazione, arte da contemplare nel silenzio delle cantine. Cuvée
Prestige Rosè, un Franciacorta dalla fragranza e delicatezza del vino bianco,
con la struttura e gli aromi di un vino rosso. Delicato equilibrio di un vino
sottile, un Franciacorta che si può bere a tutto pasto. Scelta ideale per le
occasioni più importanti. Soprattutto le più romantiche.
FRANCIACORTA BRUT
MILLESIMATO
Carattere. Tra i Franciacorta di Ca’ del Bosco è quello che riesce meglio ad
esprimere il carattere del territorio, ma soprattutto le peculiarità che celebrano
ogni annata, da sempre quella variabile che incide maggiormente nella
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determinazione e affinamento della qualità di ogni vino. Ogni annata esprime
una storia assolutamente imprevedibile legata all’andamento dei fenomeni
climatici: ci sono annate buone e meno buone, ognuna con la sua precisa
impronta. È il prodotto dell’amore tra l’uomo e la terra. Fin dal 1978 Ca’ del
Bosco produce il Brut Millesimato soltanto nelle vendemmie di qualità.
Frutto di un’attenta vinificazione, ma soprattutto di un lungo affinamento, che
nel corso di quattro anni di permanenza a contatto con i lieviti, ne esalta le
caratteristiche. Un Franciacorta inconfondibile, strutturato, pieno, intenso e
persistente. Un vino per le occasioni importanti, speciale con i piatti di pesce
della grande cucina.
FRANCIACORTA
DOSAGE ZÉRO
Rigore. Come le armoniche note di una complessa partitura d’orchestra, ogni
fase della produzione deve essere eseguita nel massimo rigore, seguendo i
tempi e le cadenze che la perfezione richiede.
È il Franciacorta senza “compromessi”: non vi è alcuna aggiunta di “liqueur
d’expédition” (lo sciroppo di dosaggio aggiunto in minima quantità negli altri
Franciacorta durante la fase del dégorgement).
Il suo carattere si determina sin dall’inizio con la composizione della cuvée e
viene perfezionato nel tempo con il lungo affinamento a contatto con i lieviti.
È un Franciacorta “puro”, sincero, frutto della migliore espressione di uno
straordinario terroir e dell’uomo che ne ha intuito il carattere e le potenzialità.
Destinato a quel pubblico di conoscitori che amano questo stile particolare di
Franciacorta. Eccellente aperitivo, ottimo per incorniciare gustosi momenti a
base di frutti di mare e pesce crudo.
FRANCIACORTA SATÈN
MILLESIMATO
Femminilità. Liscio, lussureggiante, maturo, morbido, rotondo. Quel
susseguirsi di aggettivi adatti a descrivere la passione per un vino unico e
anche l’incantevole parvenza che distingue la donna che si ha nel cuore.
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Piacere in termini sensoriali dunque, ma anche tonalità ricche di sensualità.
Dalla nascita dell’incantesimo chiamato donna, le medesime parole che si
usano per evocare solo quei vini che fanno vibrare i sensi. Satèn, la
femminilità e l’eleganza della seta, l’impalpabile trama e finezza del suo
tessuto. Realizzato da Ca’ del Bosco per la prima volta nel 1980, è una
speciale interpretazione di un Franciacorta: l’armonioso matrimonio tra sole
uve bianche.
Un piccolo segreto si nasconde tra l’effluvio delle sottili bollicine: al
momento del “tiraggio”, la fase in cui al vino base si aggiungono zuccheri e
lieviti, per dare inizio alla seconda fermentazione in bottiglia, al Satèn si
aggiunge una minore quantità di zucchero rispetto a quella normalmente
utilizzata per gli altri Franciacorta.
Un lungo periodo di affinamento per esaltare in ogni singola bottiglia una
cremosa eleganza e morbidezza.
Delizioso come aperitivo è eccellente anche come vino da conversazione.
FRANCIACORTA
CUVÉE ANNAMARIA
CLEMENTI
Assoluto, ovvero libero da ogni limite. Un valore in divenire, istintivo. Come
l’impegno assoluto, senza limiti, che Ca’ del Bosco mette per creare questo
Franciacorta dedicato alla fondatrice dell’azienda e madre di Maurizio
Zanella. Nessun compromesso, nessuna concessione. Solo il meglio delle uve
selezionate nei vari “cru” sono predestinate alla produzione di questo vino
simbolo. E solo nelle annate migliori. Resa limitata nei vigneti, vinificazione
attentissima e soprattutto un lunghissimo affinamento a contatto con i lieviti
che si protrae per almeno sette anni. Come nessun altro vino al mondo, oltre
ogni limite appunto.
In questo lunghissimo periodo l’azione dei lieviti crea un “unicum”, un
grande vino ineguagliabile dal magnifico colore dorato, dalle bollicine
finissime, dal profumo di straordinaria complessità, dal sapore di eccezionale
ricchezza, pienezza e persistenza. Un Franciacorta assoluto.
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I VINI DI CA’ DEL BOSCO
CURTEFRANCA
TERRE DI FRANCIACORTA
BIANCO
Integrità. Armonia e integrità, un binomio di sensazioni che esprime
l’essenza dello stile Ca’ del Bosco, incastonata in questo vino: la cura nel
lavorare le vigne e demandare alle sole uve la massima espressione che
contraddistingue il territorio. Il Curtefranca Bianco è il vino che per primo fu
realizzato da Ca’ del Bosco, nel 1972, con il nome Pinot di Franciacorta.
Opera prima che, pure dopo molti anni di accurata maturazione in bottiglia,
riesce ogni volta nell’incanto di sorprendere per la straordinaria capacità di
evoluzione, merito di una sua insospettabile longevità. Le uve di Chardonnay
e Pinot bianco provengono da vigneti selezionati, differenti per esposizione,
giacitura e cloni, da quelli destinati alla produzione dei Franciacorta.
Un vino seducente da “bere con il naso”, che conquista per il suo gusto sottile
caratterizzato dalla fresca acidità, per la sua inconfondibile struttura
longilinea e la lunga persistenza aromatica. Tante virtù, ideali per poter
confrontare e connotare i diversi momenti di consumo. Un bianco facilmente
fruibile, ottimo compagno per un’ampia scelta di abbinamenti.
CURTEFRANCA
TERRE DI FRANCIACORTA
ROSSO
Storia. È il vino rosso per eccellenza della Franciacorta e anche un classico
di Ca’ del Bosco. Vinificato per la prima volta con la vendemmia del 1975, è
nel patrimonio genetico della tradizione contadina della zona, dove da sempre
viene prodotto. Comunemente chiamato “burdonsi magher”, è l’ennesima
testimonianza dell’autentica vocazione storica per la produzione delle uve
rosse. Cresciuto tra gli intenditori con il nome originario di Franciacorta
Rosso DOC, è stato successivamente denominato Terre di Franciacorta e da
oggi Curtefranca Rosso. Il rosso che viene concepito in Franciacorta è un
vino che ha una ben precisa fisionomia, frutto di una cultura storica
valorizzata e reinterpretata in chiave moderna. L’uvaggio è composito, dal
Cabernet, al Carmenère, al Merlot, al Barbera e al Nebbiolo, un insieme di
uve variegato che ben si adatta al clima di queste latitudini e che consente di
ricavare un vino intenso, non troppo corposo, flessuoso, morbido e piacevole.
Un ottimo compagno per i piatti della cucina tradizionale. E’ capace di
mantenere in sé la sua tipica fragranza per diversi anni.
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CHARDONNAY
Attitudine. L’attitudine è un valore fondamentale nel mondo del vino, un
concetto intrinseco che definisce la capacità naturale di un territorio nel
donare la massima espressione ad un vitigno. Lo Chardonnay, uva bianca di
origini francesi, è il più famoso tra i vitigni internazionali, detti anche
ubiquitari, cioè quella tipologia di vitigno che riesce ad esprimere il massimo
pure in territori diversi, mantenendo le caratteristiche che lo rendono
riconoscibile. L’attitudine dei terreni di Ca’ del Bosco consente allo
Chardonnay di trovare qui la terra d’elezione per antonomasia, per l’effetto di
quel clima temperato che incornicia le giornate in quel di Franciacorta. Fin
dal 1983, prima annata di produzione, lo Chardonnay riesce ad esprimere ai
massimi livelli i suoi caratteri organolettici. La rigorosa scelta delle uve, la
fermentazione in piccole botti di rovere ed il successivo lungo affinamento a
contatto con i lieviti, fanno sì che lo Chardonnay possa estrinsecare le sue
qualità a grandi livelli. Fin dalle prime annate questo vino ha ricevuto molti
consensi dalla critica internazionale che continua a reputarlo un preciso punto
di riferimento della migliore enologia italiana.
Un vino dal colore acceso, profumo intenso, sottolineato da un tocco di
vaniglia e da un caratteristico sentore di nocciola. Dal gusto pieno e rotondo,
ha una struttura organolettica così intensa da essere paragonabile a quella di
un vino rosso, ma che permane nei sensi per la sua straordinaria finezza.
PINÉRO
Sfida. Il Pinot nero è la croce e la delizia dei più grandi viticoltori del mondo:
vitigno difficile da coltivare, ha bisogno di cure particolari, un’opera rara che
riesce a esprimersi in tutta la sua grandezza solo in alcuni ambienti e non in
tutte le annate. Ca’ del Bosco ha raccolto la sfida e fin dal 1983 produce
questo Pinot nero di valore mondiale, espressione della straordinaria
vocazione del terroir. Il clima fresco e temperato della Franciacorta, dalle
ampie escursioni termiche, consente lente maturazioni delle uve, lo sviluppo
elegante dei preziosissimi aromi ed il mantenimento dell’acidità, elemento
essenziale per un armonioso equilibrio evolutivo e garanzia di un piacere
senza tempo. Il risultato è un vino assolutamente tipico e seducente, dal
caratteristico profumo, che richiama piccoli frutti come il ribes, il mirtillo, la
mora e il lampone. Un sapore morbido, elegante e complesso, di straordinaria
persistenza.
MAURIZIO ZANELLA
Personalità. È il primo vino che reca sull’etichetta la firma dell’autore,
Maurizio Zanella. Per celebrare con orgoglio la passione dell’uomo che ha
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fondato Ca’ del Bosco. Un vino che racchiude in sé la realizzazione della
perfetta sintesi tra il territorio e il suo modo di essere. Un grande vino dallo
stile internazionale, la cui prima annata risale al 1981, e che è sicuramente tra
i gioielli che hanno contribuito a quello che viene comunemente definito
“rinascimento enologico italiano”. La sua nascita ha segnato la svolta, un
cambio d’epoca e continua ad essere attuale e moderno, ancora oggi al di
fuori dalla mischia e dagli schemi.
Cabernet sauvignon, Merlot e Cabernet franc, selezionati fra i migliori vigneti
dell’azienda, sapientemente vinificati e affinati in piccole botticelle di rovere
garantiscono un vino granitico, potente e armonico al tempo stesso, capace di
maturare per decenni. Non solo un grande vino da degustare, ma anche un
ottimo investimento che sa rivalutarsi anno dopo anno.
CARMENERO
Provocazione in forma di vino, ma anche rivelazione. La storia viene
ironicamente ben raffigurata in etichetta dove viene ritratto un lupo con la
pelle di agnello. Il Carmenére con il quale si concepisce questo vino è un
vitigno originario del bordolese, per moltissimo tempo confuso con il
Cabernet franc. Pur avendo dei tratti organolettici in comune è un vitigno
assai diverso: molto più intenso e speziato. Ca’ del Bosco ha conferito nel
1996 l’incarico alla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Piacenza di svelare l’esistenza, l’origine e l’identità di questo
vitigno. Per la riuscita di questo vino è fondamentale la scelta del periodo in
cui avviene la vendemmia. Il Carmenero si contraddistingue per il colore
molto intenso e cupo, per quel suo aroma potente e speziato, un gusto pieno,
ricco ed originale. È un grande vino, con buone capacità di invecchiamento,
ottimo con piatti di struttura.
LA SCULTURA E L’ARTE IN CA’ DEL BOSCO
UNA DIVERSA
CIVILIZZAZIONE DEL
La cantina di Ca’ del Bosco è un luogo dove l’arte e la perfezione del vino si
uniscono e si fondono con la scultura e l’armonia del paesaggio. Un luogo aperto
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VINO
che offre e presenta al mondo gli incanti della natura, sapientemente lavorata e
trasformata dall’uomo in capolavori di armonie gustative e olfattive, unita alle
profondità dell’arte.
Ca’ del Bosco esprime e rappresenta una diversa idea di civilizzazione del vino,
creando una relazione privilegiata tra le qualità delle sue strutture, territori, uomini e
arte.
La preferenza di Maurizio Zanella nei confronti della scultura è favorita dal luogo,
che bene si adatta per il meraviglioso paesaggio, alla collocazione di opere d’arte. Ma
soprattutto nasce dalla similitudine tra il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge
la vista, l’olfatto e la bocca, e la scultura, che stimola l’occhio e coinvolge i sensi.
Ca’ del Bosco in questi anni diventa, da spazio riservato, un luogo che si apre ad un
pubblico che alla passione per il vino unisce la predilezione per l’arte. L’immagine
che ne emerge è forte, duratura, di qualità culturale ed economica, legata
all’ambizione dell’uomo e alla sua perseveranza.
INNO AL SOLE
SCULTURA IN BRONZO ED ANIMA IN ACCIAIO,
DIAMETRO CM 500
1987
Cancello Solare è una struttura circolare di 500 cm di
diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali
ciascuno. La conclusione della progettazione è
avvenuta nel 1987, mentre la realizzazione dell’opera
è terminata nel 1993.
L’opera, posizionata all’ingresso della Ca’ del Bosco,
è stata commissionata da Maurizio Zanella, il quale
ha incaricato Arnaldo Pomodoro di realizzare un
cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera
proprietà.
Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce rappresenta e
introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché,
come afferma lo stesso Zanella, “è il sole il vero nutrimento dell’uva che, proprio come
il sole, con i suoi raggi riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”.
L’ARTISTA ARNALDO POMODORO
Arnaldo Pomodoro nasce in provincia di Rimini e, dopo gli studi di architettura,
esordisce come disegnatore, decoratore ed artigiano del metallo. A Milano frequenta
l’ambiente artistico dell’Accademia di Brera nel periodo degli anni ’50. Nel 1954
inizia ad esporre in Italia e all’estero. Oggi sono numerose le sue opere presenti nelle
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piazze del mondo e l’artista è ormai considerato il più grande scultore contemporaneo
italiano. Famoso soprattutto per le sue particolari sfere di bronzo che si scompongono,
si rompono e si aprono davanti allo spettatore, rivelando la complessità dell’interno.
EROI DI LUCE
SCULTURA IN MARMO BIANCO DI CARRARA, DIM. 205X195X123 CM
1991
Eroi di Luce è una testa recisa dal
sogno con l’inserto di una testa
velata come fresca mummia. C’è la
visione sincera e crudele dell’artista
“Non penso allo spettatore – dice
Mitoraj - mi esprimo attraverso dei
frammenti, perché la parte invisibile
è molto più importante.” La statua
rimane un frammento luminoso,
isolato rispetto alla struttura della
cantina. Le fa cornice il cielo, che a volte sembra “accendere” il colore bianco del
marmo, e il profilo verde della collina di Ca’ del Bosco.
L’ARTISTA IGOR MITORAJ
Igor Mitoraj è nato a Oederan, in Germania, da madre tedesca e padre ufficiale della
Legione straniera. È sopravvissuto ai bombardamenti di Dresda nella fine dell’incubo
del 1945. È cresciuto a Cracovia dove il suo insegnante è stato Tadeusz Kantor.
Raggiunge Parigi, l’École Nazionale Supérieure des Beaux-Arts, nel 1968. Non
appagato si muove in Messico, dove studia l’arte Azteca. Viaggia poi tra Montmartre,
Soho e la Grecia Classica, dove le sue opere traggono l’ispirazione più evidente.
CODICE GENETICO
SCULTURA IN BRONZO DIPINTO E
VERNICIATO, DIM. 200X160X210 CM
1999
La scultura sembra trovarsi in una
condizione di stasi o di lento risveglio, in
una sorta di lenta ripresa da un
assopimento non solo del corpo, ma
anche della coscienza. La figura è
accovacciata, stretta a se stessa,
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rannicchiata in posizione fetale. Sembra dischiudersi lentamente. Il viso esprime
delicatezza, una fragilità d’anima che si esprime ancor più grazie ad una “pelle” del
tutto particolare, costituita da frammenti di un puzzle colorato. Un’epidermide a
scaglie in cui sono nascosti codici e linguaggi. Sono schermo e protezione, un tracciato
da leggere o una mappa da decifrare. Sembrano fare da filtro e confine tra il dentro e il
fuori, pur delineando la nudità.
La statua accoglie i visitatori all’entrata di Ca’ del Bosco.
L’ARTISTA RABARAMA
Nata a Roma e diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, è maggiormente
nota per le sue opere scultoree, incentrate sulla figura umana e contraddistinte da una
singolare intensità espressiva.
IL PESO DEL TEMPO
SOSPESO
FIBERGLASS E CEMENTO, DIM. 400 CM
2003
Colpisce e lascia confusi la collocazione
dell’opera all’entrata della cantina. Un
rinoceronte a grandezza naturale sospeso al
soffitto, in un fiero gioco iperrealista.
L’animale è simbolo di vitalità ed energia e
qui si trova imbragato e insaccato, quasi a farci riflettere sul senso della natura morta
nell’arte, ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta.
L’ARTISTA STEFANO BOMBARDIERI
Stefano Bombardieri è bresciano e figlio d’arte. Suo padre è scultore e con lui
sperimenta agli inizi l’uso della tecnica artistica e dei materiali. Ma l’espressività nasce
nel parco dei divertimenti di Gardaland, dove giovanissimo ha lavorato e vissuto. Ha
amato e forse sofferto tutti i trucchi del proprio passato mestiere, come il costruire
balene, rinoceronti e mostri marini fantastici o preistorici. Tutto quello che serve allo
spettacolo del divertimento quotidiano. Stefano Bombardieri è diventato un grande
giocoliere dell’arte. Ci trasmette meraviglia, ci fa stupire e ci diverte, ma nello stesso
tempo ci porta a riflettere sulle cose apparentemente banali
ELOGIO DELL’OMBRA
BRONZO
1994
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La scultura, collocata nel piccolo lago di Ca’
del Bosco, sembra fare da cornice alla natura
dominante, ma allo stesso tempo, in un gioco
di riflessi d’acqua, s’intreccia tra le foglie e
geometricamente modifica la visione del
luogo. Il senso della leggerezza contrasta con
la solidità della struttura.
L’ARTISTA
BRUNO ROMEDA
Bruno Romeda nasce a Brescia ma vive e lavora tra la città natale, la Francia e New
York. Le sue opere hanno varcato le soglie delle più importanti gallerie d’arte nel
mondo. Cerchi, spirali, quadrati e triangoli rappresentano il repertorio più amato
dall’artista, espresso in forme geometriche semplici, quasi primordiali, rese da sottili
strisce di bronzo dallo spessore irregolare. Le linee sembrano ispirarsi ai graffiti della
Valle Camonica. L’artista inizia “sul campo” nei primi anni Cinquanta, ad Antibes, a
contatto con geni incontrastati come Picasso, e prosegue in America, negli anni
Sessanta, durante il periodo di massima espressione del minimalismo. Le sue opere
essenziali e leggere, fatte di vuoti e di pieni, sono pensate per fondersi con il paesaggio
e la natura circostante.
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