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ECORICE NEWSLETTER N.3/12
La sommersione invernale,
tra biodiversità e agronomia
La sommersione invernale ha cominciato a
diffondersi laddove il riso è una monocoltura, come
pratica agronomica per favorire la decomposizione
delle paglie, un sottoprodotto complesso, la cui
degradazione è necessaria onde evitare fenomeni di
fermentazione durante la coltivazione nell'anno
successivo.
A differenza della bruciatura, tecnica fortemente
impattante sulla qualità dell'aria, la sommersione
invernale è caratterizzata da una serie di benefici che
si rivalgono sull'ambiente, sugli animali e sull'attività
(e le finanze) degli agricoltori.
Diversi studi condotti negli Stati Uniti, dove
l'allagamento delle risaie è una tecnica adottata in
tutte le principali aree risicole del paese, hanno
osservato che il mantenimento nelle risaie di uno
strato d'acqua dal momento della raccolta del riso
fino alla fine inverno, riduce la perdita per
dilavamento di nutrienti utili alla crescita delle piante,
e l'allontanamento delle particelle di suolo,
contribuendo a limitare i fenomeni di erosione del
terreno. La prolungata esposizione della paglia
all'acqua favorisce anche il processo di degradazione
dei tessuti stessi, inoltre, questo fenomeno è anche
accentuato dall'azione di sminuzzamento per opera
degli uccelli acquatici che popolano le risaie nei mesi
invernali, che amminutando gli steli ne agevolano
ulteriormente la decomposizione. Sfruttando l'azione
macerante dell'acqua, gli agricoltori riadattano la
propria
Risaia allagata in inverno a Zeme (PV)
tecnica colturale per ridurre gli interventi necessari a
interrare la paglia e a preparare il terreno per la
primavera successiva, anche con notevole profitto,
in quanto vengono meno alcune lavorazioni
comunemente fatte in primavera, come l'aratura e il
livellamento col laser.
In Francia, nel Parco Regionale della Camargue,
l'introduzione della sommersione invernale si è
tradotta in un'opportunità per gli agricoltori. Accanto
ai positivi risvolti agronomici legati alle condizioni di
sommersione, è stato constatato che allagando
durante l'inverno queste vaste superfici, venivano
ricreate delle vere e proprie zone umide fortemente
attrattive per gli uccelli acquatici e, soprattutto, per
le anatre.
Month Day Year
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Ciò si è trasformato in un ulteriore ritorno economico
per gli imprenditori agricoli dell'area, in quanto
l'abbondanza di avifauna è un richiamo irresistibile
per i cacciatori e gli appassionati di birdwatching
che, per poterne godere, stipulano con loro dei veri
e propri contratti.
Esperienza italiana
Mentre all'estero la sommersione invernale è attuata
su vaste porzioni di territorio, in Italia questa pratica
interessa meno dell'1% della superficie risicola
nazionale. Nel comune di Zeme, in provincia di
Pavia, è consuetudine vedere le risaie allagate in
pieno inverno ormai da anni. A introdurre l'insolita
(per il nostro areale) tecnica di gestione in
quest'angolo della provincia lombarda, è stato il
professor Francesco Corbetta, botanico e docente
universitario. L'idea originaria del Professore è nata
dal desiderio di vedere nuovamente le risaie
popolate da aironi e altri uccelli acquatici anche nei
mesi invernali. Da qui, in collaborazione con la
famiglia Braggio che da anni ne conduce i terreni,
sono cominciate le prime prove per allagare i terreni
più prossimi ai canali adacquatori, in cui era
possibile apportare un quantitativo di acqua
sufficient
Vol. 1 Issue 1
sufficiente a
garantire
la condizione di
sommersione per l'intera durata del periodo freddo.
Il tentativo di ripopolamento delle risaie avviato
nove anni fa, sta portando ai risultati sperati: ogni
anno, infatti, sono in aumento le anatre, gli aironi e
gli uccelli acquatici che, in inverno, stanziano in
questa zona umida, mentre recentemente, hanno
fatto la loro comparsa alcune cicogne. Per effetto di
questa azione, in associazione alle misure per la
biodiversità finanziate dal PSR della Lombardia,
nelle risaie sono ritornate anche libellule e rane.
Fosso a bordo campo per la misura PSR – biodiversità.
Sommersione, biodiversità, riduzione dei costi
Erpice a dischi combinato a doppia serie di rulli
utilizzato per la minima lavorazione prima della
sommersione invernale, e in primavera per la
preparazione del letto di semina.
La pulitura dei canali viene effettuata in acqua con
l’escavatore, con cadenza non più annuale come
prima dell’impiego della sommersione invernale.
Paglia di riso non sottoposta a discatura prima della
sommersione invernale a Zeme (PV)
Testi di Franco Tesio e Francesca Follis
Per l'Azienda Braggio, la pratica della sommersione
invernale introdotta per incrementare la biodiversità
dell'area, si è trasformata in una vera e propria
tecnica di gestione dei terreni, tutt'ora in via di
sperimentazione e perfezionamento. Grazie alla
disponibilità di acqua anche nei mesi in cui la
coltivazione del riso non è in atto, circa una
quarantina di ettari vengono allagati da fine ottobreinizio novembre e asciugati in marzo, affinché il
terreno raggiunga la condizione di saturazione
idrica idonea alla semina. Per sfruttare al meglio i
vantaggi della sommersione, nelle camere di risaia
vengono realizzate lavorazioni in grado di
soppiantarne alcune particolarmente dispendiose,
nonché impattanti per il suolo. Ricorrendo alla
minima
lavorazione
è
possibile
interrare
parzialmente le paglie immediatamente dopo la
trebbiatura e, allo stesso tempo, smuovere il
terreno in previsione della nuova semina. Durante i
mesi
invernali,
l'acqua
contribuisce
alla
degradazione dei residui colturali e allo stesso
tempo opera un'azione di spianamento del profilo
del suolo, in sostituzione di aratura e livellamento
con il laser. L'abbandono della tecnica di
coltivazione "tradizionale" a favore di quella nuova
non ha penalizzato la produttività dell'Azienda
Braggio, in quanto i campi destinati alla
sommersione invernale non risultano meno
produttivi degli altri.
Foto di Francesca Follis e Riccardo Braggio