pulizia, le mie esperienze, le mie opinioni

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pulizia, le mie esperienze, le mie opinioni
PULIZIA, LE MIE ESPERIENZE, LE MIE OPINIONI
Ovviamente già parlando di pulizia, non teniamo in considerazione
la filosofia di alcuni puristi che sostengono che le pietre vanno
esposte così come si trovano.
Tutti gli altri invece sostengono che la pulizia va fatta, ma
stranamente non si dilungano in spiegazioni accurate sul processo
(intendo TUTTO il processo) che usano, ma più o meno, parlano di
pulire la pietra con spazzole d’acciaio montate su di un trapano o
mola.
L’ho usata per molto tempo (foto 1).
I difetti che ho riscontrato sono molti:
- Si riesce a togliere solo lo sporco morbido come l’argilla fresca
(foto 2) e solamente sopra superfici lisce o con solchi poco
profondi (foto 3), è vero che lo sporco possiamo decidere di
lasciarlo, ma un conto è per scelta un conto è perché con la
spazzola non ci si arriva, a me non piace quando si vede
l’argilla nei canali;
- Lo sporco duro, quello che fa le scintille (foto 4), non si toglie;
- Pur riducendo la grandezza delle spazzole, nelle insenature
piccole, profonde o nei fori (foto 5) è impossibile arrivarci;
- I licheni che possono esserci si “bruciano”, diventano scuri,
lucidi ed è ancora più difficile toglierli, l’unico sistema è di
usare acido muriatico che non consuma il lichene ma corrode la
pietra fino a eliminare dove è attaccato, ma l’acido corrode
calcite e quarzo in modo pesante e dobbiamo prestare molta
attenzione, non solo alla pietra ma anche alla nostra salute;
- Se sulla superficie della pietra ci sono delle piccole
protuberanze (foto 6), oppure delle sporgenze minute, non solo
di quarzo o calcite, con la spazzola eliminiamo tutto e si tende
ad arrotondare.
Qualcuno sostiene che la spazzola tutela “la pelle” della pietra.
Non sono d’accordo: ho provato spazzole di tutti i tipi, quelle
gialle rendono la pietra dorata, quelle d’acciaio la colorano di
scuro; usando quelle piccoline (che costano molto e durano poco)
se non stiamo molto attenti si rischia di “bruciare” la pietra con
righi ancora più scuri, poi diventa difficilissimo recuperare; con
quelle di nailon si toglie ancora meno, ma cosa molto importante,
qualsiasi spazzola si usa la superficie tende a lucidarsi e non è
certamente naturale (foto 7).
Se vogliamo accettarlo, va bene, ma gli occhi per vedere ce li
abbiamo tutti.
A proposito di occhi: stiamo molto attenti sempre e usiamo
occhiali protettivi, tutte le spazzole hanno la tendenza a perdere i
peli, mi è capitato di togliermeli dalla faccia dove mi si erano
conficcati.
Mi è stato detto che dopo la pulizia con la spazzola, per togliere un
po’ del colore che viene lasciato, si può lavare con sapone e
strofinare forte con una spazzola di fibra o nailon, non ho mai provato ma potrebbe essere
un’idea da sperimentare.
Sinceramente delle spazzole non ero molto soddisfatto.
Sia chiaro che io non voglio insegnare niente a nessuno, ma solo raccontare le mie esperienze ed
esprimere le mie personali considerazioni in libertà, giuste o discutibili che siano.
Volutamente non prendo in considerazione le pietre che hanno sporco morbido, ne ho trovate
davvero poche, pulirle è abbastanza facile: è sufficiente usare anche spazzole a mano libera di
qualsiasi genere.
Non parlo nemmeno delle pietre apprezzate per i colori; Per evidenziarli vengono lavorate con
mole e carta a vetro in modo anche molto pesante e sono classificate come biseki.
Voglio parlarvi dello sporco duro, anzi durissimo, è stato IL MIO MAGGIOR PROBLEMA
perché le mie pietre sono state rinvenute quasi tutte lontano dall’acqua, hanno incrostazioni
molto dure e licheni vecchissimi.
Parlandone al club è emerso che un sistema possibile era la sabbiatura.
Ho cercato di approfondire l’argomento, prendendo in considerazione solo quello che mi poteva
andare bene, considerando il mio utilizzo, quindi escludendo attrezzatura professionale ed ho
scoperto che, anche per me, le possibilità erano molte.
Usando sabbiatrici professionali, quindi dal costo molto elevato, e sabbie particolari, è possibile
incidere anche il marmo.
Questo a me non interessa!
Mi basta togliere lo sporco che si diceva prima, arrivare alla materia
che compone la pietra che è sempre di colore diverso è più dura
(Foto 8).
Ci sono delle sabbiatrici “compatte”, cioè hanno la carica dell’aria
direttamente in pistola, sono moto buone, ma la sabbiatura è l’unica
azione consentita (volevo qualcosa di più duttile).
Per quello che devo fare, sarebbe eccezionale una cabina per sabbiare, dove, prima di iniziare, si
deposita la pietra all’interno e dopo, attraverso dei guantoni si manovra la pietra e si spruzza la
sabbia (o altro) rimanendo protetti totalmente; non ci si sporca, la polvere viene aspirata
direttamente, consentono il recupero e la rimessa in funzione automatica del prodotto sabbiante
ripulito da scorie indesiderate.
Facendo un rapporto utilizzo-prezzo, costava decisamente troppo, considerando che comunque
mi serviva un compressore.
Sono andato sul classico: compressore (oggi ne ho uno di 150 litri), tubo lungo, pistola
sabbiatrice e sabbia specifica.
La mia esperienza in tal senso, mi ha fatto capire: i compressori piccoli, 25, 50 litri hanno
un’autonomia molto ridotta e dobbiamo fermarci molto spesso e aspettare che ricarichino; Il 100
litri va gia meglio, le soste sono meno frequenti; da 150 litri va benino, ma ogni tanto dobbiamo
fermarci ugualmente, può servire per controllare il lavoro; Fino a qui ci arriviamo con il
normale contratto da 3 kilowatt che hanno la stragrande maggioranza delle famiglie, anche se
siamo davvero al limite consentito; se qualcuno ha un contratto superiore può permettersi
compressori più potenti meglio a 380 volt, ci sono modelli professionali davvero eccezionali
che, ovviamente, rendono sempre alla massima potenza consentendo un utilizzo continuo.
Ho acquistato un tubo di gomma rinforzato con fili di nailon, che è leggermente più grande di
quello di sola plastica, lo attacco nell’innesto direttamente dal bombolo, per avere a
disposizione più aria possibile e sufficientemente lungo da
poter sabbiare lontano da casa, evitando il rumore della
ricarica e per evitare che la polvere entri dalle finestre (ma in
questo caso è importante il vento).
La pistola merita un piccolo approfondimento: ho iniziato
con una da poco prezzo (foto9), all’inizio funzionava bene,
ma l’uso ha prodotto una corrosione del foro allargandolo e così pregiudicando il corretto
funzionamento, quando sono andato a cercare il ricambio mi hanno detto che non era previsto.
Allora ho comprato una pistola più professionale con l’augello di vidia (molto più resistente) e
con il ricambio disponibile.
Gli abrasivi usati per sabbiare sono molteplici, dalle graniglie metalliche, alle sfere di vetro e
molti altri; solitamente vengono venduti in sacchetti o secchi, costano molto e, se non abbiamo
una cabina per sabbiatura, diventa difficile il recupero dell’abrasivo per un utilizzo ulteriore
perché sono piuttosto fini e si volatilizzano.
Io ho deciso per la normale sabbia silicea da sabbiatura, reperibile
nei normalissimi negozi di laterizi.
Costa pochissimo (intorno alle 3 € al sacchetto foto10), esiste di due
granulometrie, io preferisco quella grossa, utilizzandola si frantuma
e diventa fine normalmente, quando è troppo fine la smaltisco
semplicemente spargendola nell’orto di mio cognato.
Per il recupero, mi sono organizzato comprando un telo di nailon
rinforzato di 4 metri per 4, lo stendo con l’aiuto di fili a formare
quattro pareti (sinistra, destra, fronte e sotto); avevo un guscio di una
lavatrice, lo metto in modo che il getto della sabbia non batta direttamente sul telo (si
sfonderebbe velocemente), quando ho finito la sabbia del sacchetto, la recupero facilmente, ma
prima di riutilizzarla la passo nel vaglio più fine, quello che uso anche per il terriccio dei bonsai,
togliendo i residui più grossi che altrimenti mi intaserebbero l’ugello della pistola.
Alcuni consigli:
- Mi sono accorto che è sempre utile tenere le pietre destinate
alla pulizia a bagno in acqua per ammorbidire lo sporco (foto
11).
- Per proteggerci dalla sabbia, che ovviamente schizza da tutte
le parti, bisogna:
A) munirsi di una mascherina anti polvere.
B) un cappello che copra il più possibile.
C) Indossare una tuta integrale o vecchi vestiti perché alla fine la
sabbia ce la troviamo da tutte le parti.
D) Sarebbero utili anche dei tappi per le orecchie, ma dopo un
buon bagno sparisce tutto.
E) una maschera per gli occhi.
A proposito della maschera per gli occhi: all’inizio ne consumavo
molte perché la sabbia rimbalzando sulla pietra graffiava il
trasparente e in poco tempo vederci diventava difficile.
Ho provato con una maschera da sub, si graffia molto più lentamente. Lavorando d’inverno il
calore del corpo fa appannare il vetro.
Sto cercando qualcosa antigraffio, ma non è un problema primario.
So bene che sabbiare è una tecnica che molti non condividono.
Cercherò di essere obbiettivo sulle valutazioni dei “pro” e dei “contro”.
A favore:
- Consente di arrivare con la sabbia dove altrimenti sarebbe impossibile pulire (canali, fori,
ecc).
- Se ci sono piccole protuberanze dure (foto 5 e 6) è possibile salvarle.
- I licheni si levano facilmente.
- E’ difficilissimo, per non dire impossibile, ferirsi: se la sabbia colpisce le mani con forza, è
evidente che ce n’accorgiamo subito e non ci saranno danni.
-
Se la pietra è molto piccola è sufficiente tenerla con un buon
guanto.
Mi fermo quando lo decido io (per salvare elementi
interessanti).
Dopo un investimento iniziale la manutenzione è irrisoria
Cosa più importante (che poi è quella che mi ha fatto
decidere per questo sistema), riusciamo a togliere lo sporco
duro, così facendo si arriva a tirare fuori quell’ANIMA
DELLA PIETRA che altrimenti rimarrebbe nascosta sotto uno strato di duro sporco(foto 12
prima, foto 13 dopo).
Contro:
- Inizialmente è necessario fare un investimento; se prendiamo
compressore, tubo, pistola, telo, sabbia, mascherina, cappello
e occhiali, sarà gia di per se notevole, se aggiungiamo anche
la cabina quasi si raddoppia (ma le possibilità sono molte,
meglio informarsi bene anche valutando le proprie necessita).
- Non tutti hanno lo spazio necessario per sabbiare all’aria aperta (quindi la cabina diventa
indispensabile).
- La polvere che si alza “va dove la porta il vento”, speriamo non vada verso le case.
- Qualsiasi prodotto venga usato, funziona PER ABRASIONE, questo vuol dire che la pietra,
una volta finita la sabbiatura, si presenterà con micro graffi (è inevitabile) che rendono la
superficie più chiara (ma anche opaca), questo è IL PROBLEMA PIU’ GROSSO.
Qui devo fare un ragionamento; ho già spiegato il mio rapporto con le spazzole, quindi dovevo
scegliere (altri metodi per pulire il tipo di pietre che ho io, non
li conosco) o le spazzole o la sabbiatrice.
Pertanto, dovevo cercare un metodo per migliorare la
superficie, prestando attenzione a non renderla lucida.
Il metodo che mi è sembrato il migliore consiste nel mettere la
pietra, dopo averla sabbiata, in acido muriatico per uno o due
minuti (il tempo dipende dall’acido usato: quello casalingo è
leggero, quello da edilizia che uso io è molto più forte foto14),
sciacquarla con acqua corrente, e farla asciugare; in tutte le
pietre che ho provato, dopo poche ore, sulla superficie si forma una polvere finissima, è l’acido
che continua a corrodere la pietra (foto15).
A questo punto avremo per le mani una pietra pulita con sopra
solo un po’ di polvere.
Sono possibili comportamenti classici: rilavare magari usando
una spazzola morbida che toglie solo la polvere; oppure, se la
pietra lo consente, anche con spazzole d’acciaio; io ci ripasso
con la sabbiatrice ma usando materiale finissimo e tenendo la
pistola lontana dalla pietra in modo da togliere solo la polvere
senza graffiarla di nuovo.
Ovviamente la superficie non sarà mai lucida, ma questo non è un difetto.
Da alcuni anni, una volta finita la pulizia, ripongo le pietre sui bancali all’aperto per un
invecchiamento naturale, ma mi è capitato di trovarne qualcuna scheggiata.
Per questo, ultimamente, le pietre alle quali tengo di più, le metto in cantina sopra uno scaffale,
dentro alle classiche cassette da frutta, al riparo dal gelo invernale.
Probabilmente il sistema ideale sarebbe di riportarle fuori all’ombra per il resto dell’anno e
innaffiarle spesso; mi organizzerò.
Vuoi per il luogo di ritrovamento, vuoi per la sabbiatura, le mie pietre sono di un grigio tendente
al chiaro; come sappiamo quelle scure sono più apprezzate. Ho provato ad “aiutarle”.
Nel periodo che le tenevo fuori sempre, ho provato ad immergerle nell’olio di vasellina anche
per qualche giorno e poi rimetterle sul bancale.
Ho notato che le pietre (a seconda del materiale di cui sono composte), dopo poco tempo
ritornano del colore che avevano dopo la sabbiatura, ma con una patina migliore.
Ripetendo il trattamento migliorano ogni volta.
Mi è stato detto che, usando olio d’oliva al posto di quello di vasellina i risultati sono ancora
migliori.
Ho provato anche con la crema per le mani; non è affatto male, ma mai darla poco prima di una
mostra, dobbiamo dargli il tempo di assorbire.
Tutto quello che ho scritto (quindi quello che faccio) sono molti a dire che non si fa perché sono
metodi invasivi:
- non si sabbiano
- non si usano spazzole perché non rispettano “la pelle”.
- non si mettono nell’acido.
- non si usa nessun prodotto che unga la pietra, nemmeno il grasso del corpo (quando ho
iniziato era “IL SISTEMA”).
MA ALLORA COME SI FA?
Io come molti amatori visito mostre e osservando le pietre di altri amatori, vedo che sono pulite;
Quali sono i metodi che usano loro?
Sono invasivi o no?
Sono sicuro che molti appassionati possiedono pietre con sporco durissimo e si saranno
domandati molte volte che cosa ci può essere sotto.
Usando questo metodo è possibile rispondere a questa domanda.
Sabbiare non è obbligatorio, ogni persona deve riflettere e valutare secondo le proprie
convinzioni, come ho detto, io non insegno niente.
Mi hanno parlato di un metodo misto acqua-sabbia: serve un’idropulitrice specifica che,
analogamente alla sabbiatrice tradizionale, ha un tubo che pesca nel sacco della sabbia, la aspira
e, mescolandosi con l’acqua, viene sparata sul soggetto da pulire.
Io non l’ho mai fatto e nemmeno l’ho visto fare, però mi domando:
- Qual è il sistema per tenere ferme le pietre piccole?
- Dalla sabbia mi riparo facilmente con gli accorgimenti descritti in precedenza, ma
dall’acqua che schizza da tutte le parti come faccio?
- Infine, funzionerà o sarà invasiva?
Se qualcuno mi suggerisce altri metodi efficaci, io sono pronto a recepirli.
Sergio Bassi