carta di comunione per la missione del decanato di lecco
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carta di comunione per la missione del decanato di lecco
CARTA DI COMUNIONE PER LA MISSIONE DEL DECANATO DI LECCO 1. INTRODUZIONE: La visita Pastorale dell’Arcivescovo Card. Dionigi Tettamanzi al nostro Decanato di Lecco (febbraio-ottobre 2009) come segno credibile e gioioso del Buon Pastore, il Signore Gesù, ci ha portato a prendere maggiormente coscienza –in comunione con il Vicario Episcopale mons. Bruno Molinari– del nostro essere Chiesa in un territorio ben preciso e in un momento storico ben determinato. Abbiamo riscoperto che lo Spirito di Cristo ci ha elargito e continuamente ci dona un’abbondanza di carismi e di ministeri da mettere al servizio del bene comune (1 Corinzi 12,7), in una Chiesa di grande tradizione cristiana con un’articolata e significativa presenza di presbiteri, diaconi, persone con-sacrate e laici impegnati. Continuamente ci chiediamo e domandiamo al Signore, quale Volto di Chiesa Lui vuole vedere in noi per essere “segno” credibile e desiderabile del Suo amore, fedele e misericor-dioso, verso il popolo che è nel territorio di Lecco. 2. DALLA LETTERA DELL’ARCIVESCOVO AL DECANATO DI LECCO DOPO LA VISITA PASTORALE (2 FEBBRAIO 2010) “…Con questa mia lettera vorrei esortarvi a proseguire fiduciosamente nel cammino, approfondendo e promuovendo la comunione, la missione, la formazione, la pastorale di insieme. La comunione come stile evangelico “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13,35) La comunione è il fondamento e il cuore del comandamento di Gesù: ogni concreta situazione di vita ecclesiale 1 deve diventare luogo in cui poterne fare esperienza. La nostra prima testimonianza sia quella di un sincero amore reciproco -tra preti e diaconi, fratelli nel ministero; -tra preti e laici, corresponsabili nell’impegno pastorale; -nei Consigli pastorali parrocchiali, nel Consiglio pastorale decanale e nelle Commissioni decanali, il cui compito è quello di favorire il confronto in vista di una più concreta collaborazione; -nei gruppi e tra le diverse aggregazioni ecclesiali, mettendo a servizio di tutti i propri doni specifici; -tra tutte le comunità parrocchiali del Decanato, in special modo tra quelle costituite in Unità o Comunità pastorale. Uno slancio missionario da rinnovare “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Matteo 28,19) La missione, ragion d’essere della Chiesa, dovrebbe nascere come slancio spontaneo nel cuore di ogni battezzato raggiunto dalla buona notizia del Vangelo di Gesù. Vorrei qui ricordare quali ambiti di impegno devono oggi essere considerati prioritari. La famiglia Promuovete nei confronti delle famiglie uno stile di ascolto e di accoglienza, incoraggiandole ad offrire la loro preziosa e insostituibile testimonianza cristiana nei diversi ambienti della vita quotidiana. Vasti e significativi campi di missione si aprono in questo ambito: -la preparazione al matrimonio cristiano; -i gruppi di spiritualità familiare; -la vicinanza alle giovani coppie nei nuovi insediamenti abitativi e l’accostamento discreto alle tante coppie che convivono; 2 -la pastorale battesimale, per accompagnare i genitori affinché la richiesta del Battesimo dei figli sia una scelta consapevole; -la disponibilità a sostenere nell’affetto e nella preghiera le numerose persone “dal cuore ferito” a causa di situazioni familiari difficili. Curate la formazione di operatori pastorali laici in grado di dedicarsi con sensibilità e competenza a questi compiti così delicati. I giovani Abbiate un’attenzione privilegiata nei confronti degli adolescenti e dei giovani. Sappiate stare loro vicini con simpatia: conosceteli, ascoltateli, cercate le strade più efficaci per entrare in dialogo e guadagnare la loro fiducia. Date nuovo impulso alla pastorale vocazionale, sentendo la precisa responsabilità di aiutare i giovani a scoprire il progetto di Dio sulla loro vita e a rispondere alla sua chiamata, anche con scelte coraggiose in ordine alla speciale consacrazione a servizio del Vangelo. Portate avanti con entusiasmo l’attività dei vostri oratori, ma sappiate rinnovarli secondo le indicazioni diocesane, favorendo una più intensa formazione degli educatori e degli animatori. Sia ricercata una maggiore collaborazione tra le parrocchie in ambito di pastorale giovanile: sostenete la Consulta decanale e i coordinamenti a livello cittadino e nelle altre aree omogenee. I numerosi studenti che frequentano le due sedi universitarie e le molte scuole superiori –tra cui alcuni storici istituti di ispirazione cristiana– presenti nella Città di Lecco, vi stimolino a programmare un’efficace proposta di pastorale scolastica e universitaria che coinvolga tutte le aggregazioni ecclesiali impegnate in questi ambienti, in costante riferimento con gli organismi diocesani preposti. 3 I “lontani” L’esempio del beato Giovanni Mazzucconi e dei tanti missionari originari della vostra terra testimoniano come in questo Decanato sia da sempre assai vivace l’attenzione alla missione “ad gentes”. Anche oggi sono numerosi presso di voi i gruppi che operano per sostenere le giovani Chiese e per aiutare i Paesi più poveri. Questa sensibilità per le missioni vi aiuti ancora di più a maturare un’apertura ecclesiale ai problemi del mondo, ad avere un respiro autenticamente “cattolico”. Oggi inoltre siamo evangelicamente interpellati da coloro che, pur geograficamente “vicini”, vivono però ai margini delle nostre comunità. Come andare loro incontro, disponibili ad ascoltarli, offrendo una testimonianza di vita cristiana coerente che sappia dare ragione della speranza che è in noi (cfr. 1Pietro 3,15)? Avvalendovi di due recenti preziosi strumenti –il documento dei vescovi italiani “Lettera ai cercatori di Dio” e quello dei vescovi lombardi “La sfida della fede: il primo annuncio”– soffermatevi a riflettere su questo tema nei Consigli pastorali delle vostre parrocchie. L’ambito della carità È già molto intensa in quest’ambito la vostra azione attraverso i Centri di ascolto, la Mensa dei poveri e le diverse realtà assistenziali animate da gruppi e da singoli volontari che svolgono un generoso servizio nei confronti dei più bisognosi. Vi chiedo ora di impegnarvi per la promozione di un’autentica cultura della solidarietà, in particolare nei confronti dei nuovi venuti. Sappiate sostenere la loro effettiva e serena integrazione nella vita della vostra città e delle vostre comunità. Come i Vescovi lombardi ci hanno ricordato, “favorire l’integrazione degli immigrati presenti nella nostra Regione alla ricerca di condizioni di vita oneste e dignitose è la via più promettente per realizzare una convivenza serena che vinca la paura e giovi al bene comune” (Comunicato della CEL del 7 luglio 2009). 4 I luoghi della vita quotidiana La vostra missione diventi testimonianza quotidiana di vita in Cristo e raggiunga tutte le persone che ogni giorno incontrate in quei luoghi dove esse amano, soffrono, vivono gioie, dolori, fatiche e speranze. “Il culto gradito a Dio, l’adorazione in spirito e verità, si celebra nella pratica quotidiana della carità, nella testimonianza della speranza: la presenza dei cristiani negli ambienti della vita, del lavoro, della cultura, della sofferenza, della responsabilità civile e politica è segnata dal compito di fare risplendere la luce di Dio davanti agli uomini, perché rendano gloria al Padre che è nei cieli (cfr. Matteo 5,16). Non lasciate andare via nessuno senza speranza!” (La Chiesa di Antiochia “regola pastorale” della Chiesa di Milano. Un anno di “riposo in Dio”, p. 25). La necessità della formazione spirituale “Come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta” (1Pietro 1,15) In questo anno in cui non solo i preti ma ogni fedele è invitato ad approfondire il mistero della dignità sacerdotale ricevuta nel Battesimo, vorrei “riproporre a tutti con convinzione la «misura alta» della vita cristiana ordinaria” (cfr. Novo millennio ineunte, 31). Vi aiuti l’esempio luminoso dei santi della vostra terra: il beato Giovanni Mazzucconi, il beato Luigi Monza e il venerabile Serafino Morazzone. Riservate una particolare attenzione alla liturgia, a partire dalla cura per un’elevata qualità celebrativa dell’Eucaristia nel giorno del Signore, così da esprimere intensamente la centralità del mistero di Cristo, la bellezza dell’incontro con Lui, la gioia e la consolazione che questa comunione suscita nel cuore di ogni uomo. I laici siano riconosciuti pienamente corresponsabili nella vita della comunità e possano ricevere un’adeguata formazione. A questo proposito incoraggio a partecipare con disponibilità alla catechesi nelle proprie comunità e anche alla “Settimana zonale di 5 formazione pastorale di base per i laici”. Sono inoltre occasioni assai preziose la “Scuola di teologia per laici” –già attiva da diversi anni nella vostra Zona pastorale– e le proposte diocesane di formazione per gli operatori pastorali. I presbiteri e i diaconi non risparmino tempo ed energie nel curare la propria preparazione, accogliendo e vivendo ciò che la Diocesi offre specificamente per loro. Dicevo nell’omelia della S. Messa crismale dello scorso anno: “La collaborazione corresponsabile non si improvvisa; al contrario, esige una formazione specifica, per i laici ma anche per i presbiteri. Si tratta di una formazione che, da un lato, deve essere previa a un impegno diretto nell’ambito pastorale, dall’altro lato nasce come esigenza permanente dello stesso esercizio concreto di un ministero all’interno di una comunità” (Il sacerdozio comune dei fedeli, p. 27). Le diciotto comunità religiose presenti nel Decanato sono per voi una grazia e un innegabile richiamo al primato di Dio e offrono significative opportunità per momenti di più intensa preghiera: come non accogliere il loro invito? Siano valorizzate anche le diverse aggregazioni laicali per il loro contributo alla formazione spirituale. In particolare sia sostenuta l’Azione Cattolica con la sua proposta di una “regola di vita” per ogni età. La pastorale di insieme “Ecco com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! Là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre” (Salmo 133) Vi chiedo di impegnarvi con decisione a favore di un’autentica pastorale di insieme, aprendovi ad una sempre più viva e concreta collaborazione, vincendo la tentazione di ritenere che ogni parrocchia possa bastare a se stessa. L’unione delle forze non potrà che arricchire ciascuna comunità e soprattutto vi permetterà di offrire un’efficace e visibile testimonianza di comunione. In particolare le parrocchie della Città di Lecco 6 sappiano coordinare scelte e iniziative pastorali che tengano conto dei bisogni della città nel suo insieme. Il vostro Decanato risulta composto da tre Aree omogenee. Nell’Area di Lecco sono già state avviate in questi anni alcune esperienze di Comunità e Unità pastorali: -la Comunità pastorale “Beato G. Mazzucconi e Beato L. Monza” tra le parrocchie di S. Giovanni, Rancio e Laorca; -la Comunità pastorale “Beata Vergine di Lourdes” tra le parrocchie di Acquate, Olate e Bonacina; -la Comunità pastorale “S. Andrea e S. Maria Assunta” tra le parrocchie di Maggianico e Chiuso; -la Comunità pastorale “Madonna alla Rovinata” tra le parrocchie di Germanedo, Belledo e Caleotto; -l’Unità pastorale tra le parrocchie di S. Nicolò, S. Carlo in Malgrate e Pescarenico che in futuro, dopo un adeguato cammino, diverrà Comunità pastorale; -l’Unità pastorale tra le parrocchie di Ballabio Inferiore e Superiore, destinata a diventare Comunità pastorale comprendendo anche la parrocchia di Morterone. Le parrocchie di Castello e di S. Francesco comincino a crescere in un cammino di progressiva collaborazione, in particolare nel quadro della pastorale di insieme della città. Per le altre due Aree del Decanato è opportuno iniziare un percorso di preparazione che porti negli anni futuri alla nascita di due Comunità Pastorali: -quella di Valmadrera, con Civate e Malgrate S. Leonardo; -quella di Olginate, con Valgreghentino, Villa S. Carlo, Garlate e Pescate (attualmente già collegate tra loro a livello di pastorale giovanile). Il Vicario di Zona e il Decano si premurino di accompagnare le realtà unitarie già nate; con i preti e i Consigli parrocchiali studino percorsi e tappe, a breve e medio periodo, per preparare le comunità del Decanato ai passi da compiere. 7 Questo cammino chiederà, in un futuro non troppo lontano, anche un sapiente discernimento sulla destinazione pastorale e sull’utilizzo maggiormente condiviso delle molte strutture di cui le vostre parrocchie sono dotate. Ciò dovrà avvenire con gradualità e nel rispetto delle indicazioni diocesane circa la conduzione economica nelle Comunità pastorali, che prevedono la chiara distinzione delle attività am-ministrative delle singole parrocchie, ma anche un progressivo cam-mino di condivisione delle risorse. Carissimi, Dio è vicino e non ci abbandona: insieme ai tanti doni e alla grande generosità che non ha mai smesso di suscitare nei vostri cuori, saprà darvi la forza e la consolazione necessarie per superare con entusiasmo le prove e le fatiche che potrete incontrare. Mentre vi rinnovo l’invito ad essere “pietre vive” nell’edificio santo della Chiesa Ambrosiana, vi affido a Maria, Madre della speranza, e con affetto invoco su ciascuno di voi la benedizione del Signore.” 3. TRE AMBITI DELL’ATTIVITÀ PASTORALE Dalle numerose indicazioni suggerite dall’Arcivescovo intendiamo porre una particolare attenzione su tre ambiti: A) B) C) La Famiglia I Giovani Le Unità Pastorali A) La famiglia 1. Premessa “La famiglia è il luogo privilegiato dell’annuncio evangelico, non dobbiamo mai stancarci di servire la famiglia, di dare così risposta 8 alla fame e sete che essa ha di senso di verità, di amore profondo, di libertà autentica e di pienezza di vita”. (Diret. Pastor. Fam. N.4) La Pastorale familiare deve tener conto delle diverse dimensioni della famiglia: quella ecclesiale, missionaria, sacramentale, sociale, educativa, solo così sarà in grado di annunciare, celebrare e servire il “Vangelo del matrimonio e della famiglia” di accompagnare e sostenere ogni famiglia perché possa vivere responsabilmente la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo. L’impostazione corretta di una pastorale familiare domanda di riscrivere nel tessuto della vita ecclesiale alcune consapevolezze di partenza (a volte date per scontate) e quindi troppo frequentemente disattese. Il terreno su cui la commissione famiglia lavora è il tessuto familiare: la famiglia nel più ampio sguardo possibile, con tutte le sue complicazioni. Come riuscire ad insegnare alla famiglia a mettersi in relazione con il Vangelo,in modo da costruire con la sua quotidianità delle pagine autentiche di vangelo vissuto, di “vangelo feriale”? Come capire che, se dobbiamo cambiare qualcosa, dobbiamo fare spazio alla Parola, e cercare più silenzio per ascoltare e discernere? Ascoltare il proprio coniuge, i propri figli … ascoltare la Parola per poi metterla in relazione. C’è bisogno di sentire che sia un aprire il proprio cuore, dare disponibilità all’Altro ad entrare nella nostra vita di ogni giorno ... Da queste premesse la commissione famiglia ha cercato di dare delle linee guida per la nostra comunità. 2. Linee guida - Costruire attraverso la famiglia “Chiesa domestica”, una vera comunità cristiana che a sua volta aiuti la famiglia ad essere se stessa (Famiglia diventa ciò che sei). 9 - - - - - - - - Avvicinare e scuotere le coppie meno sensibili con proposte mirate al breve periodo, in grado di risvegliarne interesse ed inizio di partecipazione alla vita della comunità in cui questi sono inseriti. Sviluppare una proposta specifica e concreta per i più sensibili, in modo da indurli ad un cammino di approfondimento spirituale che continui nel tempo e sfoci nell’apertura missionaria verso gli altri. Condividere a livello interparrocchiale la pastorale familiare e le esperienze che ne derivano, in modo da realizzare un cammino comune, aiutare le parrocchie che non hanno suffi-cienti risorse da dedicare e favorire l’accostamento delle coppie. Non escludere le coppie meno giovani che, dopo aver percorso un certo cammino di coppia e magari lasciato i figli sposati, possano riscoprire nuove sensibilità. Alimentare la consapevolezza del matrimonio come vocazione da discernere e da vivere. Il Matrimonio in quanto tale è vocazione alla santità. Attenzione alle radicali mutazioni socio-culturale che coinvolgono la realtà famiglia. La società è in continua trasformazione e con essa cambiamo pure la concezione del matrimonio e delle stesse famiglie. Occorre pertanto attenzione continua. Diventare, come famiglie, testimoni del Risorto. Saper leggere da cristiani la vita della famiglia dal suo nascere al suo morire attraverso i sacramenti. Aiutare la coppia a cambiare mentalità per costruire un futuro diverso, questo permette alla famiglia di aprirsi verso l’esterno e verso l’interno, esercizio dell’ascolto e della cura verso l’altro. Aiuta la coppia a capire che la fede ha una dimensione comunitaria e non si può chiudere nella sfera del privato, o dell’intimismo, la dimensione missionaria necessariamente 10 - - - viene esercitata nel testimoniare il dono di Amore che ci è stato dato con il sacramento del matrimonio. La parrocchia diventa una casa aperta in cui le famiglie trovano il loro spazio, una “Casa di famiglie”, una comunità alimentata e sorretta dall’Eucarestia. Aiutare la coppia a riscoprire il ruolo fondamentale dell’educazione e crescita dei figli. Nella famiglia si impara a prendere cura, ad ascoltare l’altro, che sia un focolare dove l’anziano, il giovane, il malato trovano lo spazio e i modi di esprimere il loro voler stare insieme sotto lo spirito di una realtà certa: l’Amore. Particolare attenzione a quelle situazioni difficili: divorziati, risposati, separati. La Chiesa si presenta come Madre che con l’aiuto di Gesù lenisce le sofferenze, offre motivazioni di fede per continuare a vivere e a credere nell’amore, in quel “si” promesso. La comunità dovrà cercare, con sensibilità, di mettere in atto lo spirito di accoglienza, per queste persone, di far capire che ancora, nonostante la loro situazione, fanno parte della comunità che cammina nella fede, non da soli ma aiutati nel cammino di ricerca. 3. Obiettivi da conservare e da consolidare a. Preparazione remota: percorsi all’affettività rivolta agli adolescenti e ai giovani- scelte vocazionali, in collaborazione con la pastorale giovanile e il consultorio Celaf. b. Percorsi verso il Matrimonio (Corso fidanzati) orientati a far prendere coscienza ai giovani della strada che andranno ad intraprendere. Questo progetto formativo è rivolto all’attenzione della persona e alla sua vocazione, aiuta i giovani a dare una risposta alla chiamata del Signore, a trasmettere loro la bellezza dell’essere sposi, a far maturare in loro il ministero che intraprendono, che la famiglia è un luogo di sal-vezza in cui ogni persona ha un dono da vivere. 11 c. Accompagnamento alle giovani coppie nei primi anni della loro vita, portando loro fiducia, speranza, solidarietà, che non sono soli in questo cammino, ma che sono inseriti in una comunità. Orientandoli in futuro alla formazione di gruppi famiglia prima e gruppi familiari poi. d. Ascolto e accompagnamento nella preghiera a coloro che stanno vivendo una situazione di difficoltà, a causa di se-parazioni o divorzi, o di un secondo percorso di cammino insieme. – es: il percorso di Erba e di Lecco. e. Focalizzazione della festa della Famiglia e della vita, con incontri preparatori a tema nel decanato. Momenti che hanno chiamato in causa le singole commissioni parroc-chiali per uniformare momenti comuni, e sentirci in co-munione con tutte le parrocchie del decanato. f. Creazione in ogni parrocchia delle commissioni famiglia, che cammini in un incontro di comunione tra sposi e presbiteri. Un esercizio per verificare insieme, ciascuno nel suo ambito, le opportunità di un lavoro comune per una comune causa: la Chiesa e la famiglia. g. Gruppi di spiritualità familiare. Con la mira di risvegliare negli sposi la coscienza della loro vocazione e mis-sione, con la consapevolezza della presenza di Cristo che costituisce la famiglia come “piccola chiesa”. 4. Obiettivi futuri a. costituzione Gruppi di spiritualità famigliari in tutte le parrocchie, caldeggiando incontri periodici decanali: mirare a risvegliare negli sposi la coscienza della loro vocazione e missione. b. Nel cammino di preparazione al matrimonio rivalutare lo strumento di A.C. –nati per amare– rivolto ai giovani più sensibili che ricercano con riflessione la propria vocazione. 12 c. formazioni per operatori di questo settore pastorale familiare –in collaborazione con le scuole diocesane-. d. Ascolto e attenzione alle aspettative e richieste della famiglia che questa fa alla comunità, soprattutto in collaborazione con il consultorio –Celaf– circa le problematiche at-tuali ed emergenti verso la famiglia: educative, sociali, psico-logiche ... e. Attenzione privilegiata per le nuove famiglie: gli immigrati. Accoglienza della situazione e di aiuto nell’integrazione nella nostra comunità, con le loro prerogative. f. Spazio di incontro e cammino per le situazioni di vedovanza, con attenzione particolare per l’accompagnamento dei figli B) I giovani In seguito alle indicazioni emerse nel Consiglio Pastorale Decanale, nel Consiglio Presbiterale Decanale e nella Consulta di Pastorale Giovanile proponiamo alcuni punti che possono guidare la Pastorale giovanile nei prossimi anni: 1. Principio di sussidiarietà pastorale Si attua nella valorizzazione, nel contesto delle Aree omogenee, degli ambiti territoriali favorevoli “specializzati” a motivo della presenza di particolari strutture o risorse specifiche, richiede altresì di mantenere a livello di pros-simità, cioè nei singoli oratori, tutte quelle attività che a quel livello possono trovare la migliore modalità di attuazione (es. iniziazione cristiana, preadolescenti...) e di affrontare le altre ai livelli più opportuni. 2 Approccio di tipo sistemico Ciascuna area omogenea non potrà essere pensata come semplice sommatoria degli attuali oratori, che ovviamente 13 continueranno ad esserci, ma andranno costituiti come un unicum organizzativo forte della valorizzazione delle specificità delle singole realtà da un lato e dall’altro dell’unica e sicura regia pastorale assicurata dalle Equipes che andranno costituite. Il cuore di tutto starà perciò nella qualità delle relazioni “a rete” tra tutte le parti in gioco. 3 In conformità alle aree omogenee Anche la pastorale giovanile riorganizza le proprie articolazioni territoriali: - Area omogenea di Lecco (comprende le parrocchie dellacittà di Lecco + San Carlo al Porto di Malgrate e l’unità pastorale di Ballabio. Preesiste il progetto SOLE - Unità di Pastorale giovanile Germanedo Caleotto Belledo - Area Omogenea di Olginate; comprende le Parrocchie di Garlate, Pescate, Valgreghentino, Villa San Carlo, Olginate - Area omogenea Valmadrera, Malgrate, Civate,Valmadrera. 4: Le aree omogenee e le loro Equipes sono i luoghi della programmazione ordinaria delle attività di pastorale giovanile. Le attività del Decanato (finora coordinate dalla Consulta di P.G.) sono a servizio delle attività delle Aree omogenee. 5: Il ruolo specifico del decanato per la Pastorale giovanile La tradizione recente permette di confermare le seguenti attività comuni a tutto il Decanato: -alcuni momenti di formazione educatori formazione spirituale (scuola della Parola A e G, Esercizi) incontri pubblici (culturali e non) 14 -pellegrinaggi (giornate mondiali e nazionali della Gioventù), -pellegrinaggi e vacanze (Parigi, Berlino, Santiago di Compostela ...) C) Le Unità Pastorali. La Carta per la Missione non può non comprendere l’impegno di tutti (Preti, consacrati e laici) per la pastorale d’insieme. Consapevoli che l’agire ognuno per conto suo se, apparentemente soddisfa il singolo con maggiori gratificazioni nel breve periodo, nuoce però alla causa del vangelo e al suo annuncio in questo mondo che cambia continuamente. La Pastorale d’insieme ci impegna a più livelli: o Le aree omogenee o Le Comunità e unità Pastorali o La città di Lecco È un cammino appena iniziato che deve tendere o “ad impegnarci con decisione…ad aprirci ad una sempre più viva e concreta collaborazione, vincendo la tentazione di ritenere che ogni parrocchia possa bastare a se stessa. L’unione delle forze non potrà che arricchire ciascuna comunità e soprattutto vi permetterà di offrire un efficace e visibile testi-monianza di comunione”. o A consolidare le comunità già “partite” o A procedere nella formazione di altre comunità pastorali: . *Ballabio con Morterone *S. Nicolò e Malgrate San Carlo e Pescarenico *Valmadrera con Civate e Malgrate S. Leonardo 15 *Olginate con Valgreghentino, Villa San Carlo, Garlate e Pescate *Castello e San Francesco o In particolare per le parrocchie di Lecco, a coordinare scelte e iniziative pastorali che tengano conto dei bisogni della città nel suo insieme. o “ad un sapiente discernimento sulla destinazione pastorale e sull’utilizzo maggiormente condiviso delle molte strutture di cui le parrocchie sono dotate. 5. IL VOLTO DELLA CHIESA CHE È NEL DECANATO DI LECCO Sottolineamo l’importanza del libretto pubblicato e diffuso in occasione della Visita Pastorale dell’Arcivescovo. Qui troviamo notizie preziose circa: 1. La fisionomia di un territorio e della sua Chiesa 2. Le realtà che traducono in gesti e segni la carità (Famiglia – Educazione – Istruzione – Salute – Mondialità – Carità: Cooperative) 3. Luoghi di tradizione e di spiritualità 4. Figure esemplari 16