Relazione di fine mandato

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Relazione di fine mandato
RELAZIONE DI FINE MANDATO
Con l’assemblea di oggi si chiudono i tre anni di mandato che i soci del CSV hanno
conferito al Presidente, al Consiglio Direttivo ed agli altri organi sociali.
Siamo quindi chiamati ad assolvere agli importanti adempimenti statutari di rinnovo degli organi
sociali. Questa assemblea è anche l’occasione per fare il punto sul cammino che insieme abbiamo
percorso in questi tre anni, per fare un bilancio di ciò che ha funzionato, ma anche di quello che va
rivisto o potenziato.
È anche una occasione per riflettere insieme sulla presenza e sul ruolo del volontariato nella
nostra provincia e sulle prospettive che si aprono per il suo futuro.
Un volontariato che deve fare i conti con una situazione sociale del Paese dove la spinta
solidaristica sembra perdere parecchi colpi ed ha sicuramente ricadute notevoli anche sul fenomeno
del volontariato e sul suo sviluppo. È sotto gli occhi di tutti che stiamo vivendo un momento di
grave crisi economica e sociale, dove la spinta verso il volontariato ed in generale verso la
partecipazione si è molto affievolita. Prevalgono gli atteggiamenti di insicurezza, di chiusura
egoistica nel privato, di timore verso il futuro.
L’ultimo rapporto del Censis è un ritratto a tinte fosche del Paese. Si dice che in Italia cresce
il deserto e si rileva una crisi antropologica senza precedenti. Deserto è la società in cui i
riferimenti ai valori comuni sono sempre più labili, e in cui i rapporti tra gli individui sembrano
avere perso umanità. Ma gli italiani che vivono nel metaforico deserto-dice ancora il Censisdevono pur sopravvivere e allora scattano strategie difensive di adattamento. Il risultato? Siamo
tutti individualisti ed indifferenti. Un’onda lunga che viene da lontano e che cadrà ancora lontano
; Siamo in una fase di anestesia sociale E così il 51,7% degli italiani pensa che i rapporti di
amicizia e di vicinato siano destinati a diminuire. Si escogitano fortini entro in cui rinchiudersi ;
gli affetti familiari e la casa come tana. Oltre i rifugi virtuali del WEB.
Ma quello che preoccupa di più è l’attuale contesto locale e nazionale di crisi economica e
strutturale, di tagli alla spesa sociale che non ha precedenti, tanto che si parla addirittura di fine del
Welfare, d’abbandono definitivo da parte del Governo Nazionale delle politiche socio-assistenziali.
L’azzeramento dei dieci Fondi nazionali che a vario titolo trasferivano risorse a Regioni e Comuni
ne è una testimonianza, così come si può sicuramente prevedere che la scure dei tagli alla spesa
pubblica cadrà sulla sanità ancora di più di quanto sta già avvenendo.
Di fatto stiamo assistendo ad un vero e proprio trasferimento di responsabilità da parte dello Stato
centrale alle Regioni, alle Province, ai Comuni le quali sono chiamate a finanziarie, quasi
interamente, e con proprie risorse i servizi sociali.
In questo scenario sono le regioni del sud le più penalizzate. Il pericolo reale è quello di vedere,
proprio nell’anno di celebrazione del 150 anniversario dell’unità d’Italia, un Paese definitivamente
spezzato in due, anche sul versante dei diritti sociali delle fasce deboli e dei livelli essenziali di
assistenza.
Un quadro questo che non deve scoraggiarci ma anzi deve rappresentare un pungolo per continuare
una azione ancora più decisa di i difesa dei valori che sono alla base delle stesse nostre esperienze
associative. Ci siamo dati uno slogan; non c’è futuro senza solidarietà. Dobbiamo veicolare questo
messaggio in tutte le sedi possibili, istituzionali e non.
È un contesto quindi che richiede anche una ridefinizione ed un ricollocazione del volontariato,
anche rispetto ai suoi rapporti con gli Enti Locali. La nuova legge regionale è una opportunità anche
per questo.
Ovviamente, come tutte le organizzazioni,val di là di quella che sarà la normativa che sarà emanata,
il volontariato è chiamato a interrogarsi ed rinnovarsi se vuole raccogliere le nuove sfide della
modernità. Questo nessuna legge lo può garantire o chiedere.
Il Volontariato si potrebbe paragonare ad un albero che potrà continuare a dare frutti solo se
riuscirà a recidere i rami secchi che lo appesantiscono ed a ritornare alle sue radici: la gratuità, la
relazione umana, la capacità di costruire giustizia ed inclusione sociale. È questa l’anima del
volontariato, la spinta che abbiamo avuto tutti noi nel decidere di scegliere come compagni di
viaggio le persone che fanno più fatica, di metterci a servizio della comunità.
Per fare questo deve essere preparato e su questo versante il CSV dovrà anche nella prossima
programmazione prevedere momenti formativi decentrati per le associazioni che vorranno, nei
diversi ambiti territoriali, assumere un ruolo attivo. Il documento abitare la comunità (che potrete
trovare sul sito del CSV) rappresenta una sintesi del lavoro svolto con l’indicazione di nuovi
percorsi utilizzando la metodologia dei laboratori territoriali e tematici.
Un altro aspetto che andrebbe ripreso con immediatezza è quello della rappresentanza politica del
volontariato, un problema emerso con forza anche nel nostro CSV oltre che a livello nazionale.
Anche il percorso che sta portando alla legge regionale lo ha evidenziato.
Rispetto alla tutela dei diritti, ai rapporti con le Istituzioni, alla necessaria azione di stimolo e,
quando necessario, anche di denuncia sono le associazioni che devono decidere o meno di svolgere
questo ruolo. Il CSV può favorire questi processi, ad es. attraverso la formazione o anche avviando i
tavoli di concertazione con le Istituzioni per come previsti dal nostro regolamento, ma non può
sostituirsi alle associazioni.
È proprio in questa ottica il servizio di sostegno organizzativo, di comunicazione, di formazione,
che CSV sta offrendo al nascente Coordinamento del Terzo Settore della provincia di Reggio
Calabria.
Il CSV in questi anni è certamente cresciuto, voglio ricordare che ha appena sei anni di attività ed
ha saputo affermarsi sul territorio provinciale, sia a livello di conoscenza che come interlocutore per
tanti organismi pubblici e privati, tanto che spesso siamo destinatari di proposte di collaborazione
che non sempre possiamo o riusciamo ad accogliere.
Difficile parlare delle molte, tante pregevoli iniziative avviate. Voglio però rimarcare come alcune
attività sono addirittura divenute buone prassi e progetti pilota a livello nazionale. Penso in
particolare a come abbiamo impostato le Reti Tematiche, all’attività di co-progettazione con le
associazioni, a quanto previsto con la Giustizia Riparativa, sino agli ultimi progetti di Scatti di
Valore. Lodevoli, poi, le varie iniziative formative avviate con l’associazione Libera, l’associazione
nazionale Magistrati, la Provincia di Reggio Calabria.
Dobbiamo essere contenti di questo cammino fatto e dobbiamo apprezzare l’importanza della
esistenza stessa dei CSV.
Come è noto, soprattutto a chi ha i capelli bianchi, il volontariato esisteva ben prima che si
costituissero i Centri di Servizio e sicuramente ci sarà anche dopo. Le associazioni nascevano senza
poter contare sui servizi di consulenza, sostegno ed accompagnamento che oggi i CSV sono in
grado di fornire. I CSV non sono quindi indispensabili, ma sono certamente utili. Rappresentano un
valore aggiunto per le piccole ma anche per le grandi associazioni che possono sentirsi
autosufficienti. I padri fondatori del volontariato moderno (Tavazza, Cotturri, Maria Eletta Martini,
Mons. Nervo) hanno voluto che avessero una dotazione finanziaria svincolata dalla politica per dare
loro autonomia e libertà di scelte. Vanno quindi visti come risorsa per poter realizzare meglio ed
insieme agli altri le finalità previste nei nostri patti associativi.
Il CSV può certamente migliorare ed arrivare ad una maggiore efficienza nella erogazione di alcuni
servizi. Soprattutto vanno incrementati le azioni riguardanti quelle le zone della tirrenica e della
ionica che hanno bisogno di maggiore cura e attenzione. Questo compito, però, non può essere
delegato esclusivamente al nostro staff di operatori. Dovremmo essere tutti noi soci anche
seminatori per fare crescere, soprattutto in questi territori più carenti, nuove esperienze di
volontariato organizzato nel segno della gratuità e del servizio alla comunità.
Con le programmazioni future si potrebbero prevedere delle azioni più specifiche.
Su questo e su altri argomenti saremo chiamati a confrontarci nelle oramai rituali assemblee
programmatica del volontariato reggino: ritengo sia quello il luogo più idoneo per partecipare alla
governance del CSV, per confrontarsi e condividere, nello stile proprio del volontariato.
Avviandomi alle conclusioni e trattandosi di una relazione di fine mandato, mi sono d’obbligo
alcuni ringraziamenti.
Innanzitutto il mio pensiero va a quanti del Consiglio Direttivo hanno seguito e supportato dalla
prima ora il Centro Servizi contribuendo a costruirlo per come oggi è.
Un ringraziamento particolare va anche a coloro che nell’ultimo direttivo erano al loro primo
mandato. Il loro contributo è stato importantissimo e hanno portato in consiglio stimoli e nuove
visioni garantendo quel necessario equilibrio tra continuità e rinnovamento. Esattamente ciò che
servirebbe ad ognuna delle nostre associazioni.
Tutti i consigliere si sono impegnati anche se con tempi e responsabilità diverse e hanno dato il loro
contributo fattivo per far crescere il CSV, farlo conoscere, rappresentarlo nelle varie sedi, tenerlo
agganciato sempre alle associazioni. Molti hanno da me ricevuto una specifica delega in riferimento
ad alcune delle azioni programmate e tutti hanno fatto molto bene contribuendo alla buona riuscita
delle attività.
Ogni mese, come Consiglio, abbiamo onorato l’impegno di riunirci per dibattere le questioni
relative all’ attuazione della programmazione e dei compiti affidataci dall’assemblea ed a deliberare
sui vari punti all’odg. Abbiamo vissuto, come è fisiologico, anche momenti di dialettica intensa
prima di arrivare a delle sintesi condivise e sulle scelte importanti c’è stata sempre una larga intesa.
Un ringraziamento anche al Collegio dei revisori e dei Conti ed al Collegio dei Garanti. Mi sia
consentito un pensiero affettuoso in ricordo di Gilberto Perri che oggi non è più con noi.
Un tributo doveroso anche al nostro Luciano Squillaci che sta svolgendo un servizio prezioso
all’interno del Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio, rappresentando i bisogni e le
esigenze del volontariato calabrese e meridionale. Proprie nei giorni scorsi è stato confermato in
CSVnet come referente dei Centri di Servizio della Calabria.
Ma il senso di gratitudine maggiore va dato al Direttore del CSV Giuseppe Pericone ed a tutto lo
staff degli operatori della sede e degli sportelli. In poche parole una squadra affiatata guidata da un
ottimo allenatore.
Sono loro il motore che fa camminare il nostro Centro.
Li ringrazio, anche a nome del Consiglio e sicuramente di tutti voi soci, non solo per la
professionalità che hanno dimostrato ma anche per lo stile con il quale hanno caratterizzato il loro
servizio, per l’ascolto e la disponibilità che hanno dimostrato verso tutti coloro che si sono rivolti al
CSV.
Condiviso da tutti, lo sforzo che abbiamo fatto è stato quello di costruire un CSV che non si
limitasse soltanto ad erogare servizi, ma svolgesse anche una funzione culturale di stimolo e
attivazione di processi di cambiamento.
Un lavoro che si è esplicato in azioni e servizi resi alle associazioni ed alla comunità, ma che è
anche esitato in un’attività quotidiana che è riuscita a creare relazioni e reti di vicinanza tra
associazioni e tra le persone coinvolte. Nel CSV le associazioni trovano un ascolto, un punto di
riferimento, un orientamento, che va certamente potenziato.
Abbiamo toccato con mano la crescita di uno spirito di condivisione della nostra mission, un
rafforzamento del senso di appartenenza al CSV, vissuto sempre più come casa del volontariato.
C’è un muro che pian piano abbiamo iniziato ad abbattere: indubbia la difficoltà nel riuscir a
mettere insieme le persone, ed è ancora più le organizzazioni, che ancora oggi faticano a parlarsi ed
ad agire insieme.
Una incomunicabilità che non origina da fattori reali, ma spesso da carenza di conoscenza, di
dialogo. Come calabresi siamo abituati a agire in modo individuale, a non fidarci, a ritenere l’altro
un pericolo più che una opportunità. Ma grazie a questa consapevolezza ed alla grande disponibilità
di tutti a poco a poco siamo riusciti a costruire una vision d’insieme.
Per il prossimo triennio tante le riflessioni che dobbiamo avviare: dobbiamo allargare la
partecipazione e la nostra base associativa, adeguare il nostro Statuto alle rinnovate attuali esigenze,
immaginare un sistema di governance anche a partire dai documenti e dal lavoro svolto a livello
nazionale in seno a CSVnet.
Per quanto mi riguarda mi è stato chiesto di rinnovare la mia disponibilità al servizio come
Presidente anche per il prossimo triennio. Non era nei miei progetti ma ho accettato volentieri con
lo spirito del traghettatore (visto che ci chiamiamo CSV Dei Due Mari!) del nostro CSV verso altre
sponde che possano vedere protagonisti nuovi soggetti in grado di continuare nel solco che in questi
anni abbiamo insieme tracciato, portando idee e proposte sempre più adeguate alle sfide del futuro
difficile che ci attende.
Per concludere credo che oltre alle tante cosa fare, pur importantissime, dobbiamo assumere tre
impegni che riguardano l’essere ancor più che il fare:
1)Rigenerarci Proviamo a volare alto: facciamo delle nostre associazioni, dei nostri gruppi, luoghi
per promuovere la cultura della pace, per servire l’umanità (soprattutto quella sofferente), per
organizzare la speranza. Luoghi che diano significati, possibilità di relazioni umane, spazi di
partecipazione.
2)Indignarci per le ingiustizie che subiscono i più deboli. La preghiera della protesta.
3)Camminare insieme se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno, se il sogno è fatto insieme ad
altri, esso è già l’inizio della realtà.
Proviamo a costruire insieme un CSV che ci aiuti a sognare ed a costruire percorsi di liberazione
per noi, per la nostra terra.
Mario Nasone
Reggio Calabria, lì 13.09.2011