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FONDAZIONE
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per l’anno 2005
da versarsi sul
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n. 18025502
intestato alla
«Rivista degli
Stenografi»
Via dei Cairoli
16/C
50131 Firenze
o di € 50,00
come
«Sostenitore
della Fondazione
Giulietti».
In omaggio,
come premio di
fedeltà, il volume
«Storia della
scrittura»
con CD-ROM,
edito dalla
Fondazione
Giulietti,
e numerosi
sconti sulle
pubblicazioni
Giunti.
In copertina:
Soldati della RSI,
squadristi e
volontari, alla
guida dei tram
milanesi durante
gli scioperi del
marzo 1944
La Rivista viene
distribuita
esclusivamente agli
«Amici della
Fondazione Giulietti».
Rivista degli Stenografi
fondata a Firenze nel 1877
n. 68, aprile/giugno 2005
Organo trimestrale della
Fondazione Francesco e Zaira Giulietti
di cultura stenografica, calligrafica,
grafica e linguistica
Redazione e Amministrazione
Via dei Cairoli 16/C - 50131 Firenze
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Direttore responsabile
Paolo A. Paganini
Direttore editoriale
Nerio Neri
Collaboratori
Ferruccio Annibale, Francesco Ascoli
Giuseppe Capezzuoli, Indro Neri
Attilio Ottanelli, Patrizia Pedrazzini
Pietro Poscia, Angelo Quitadamo,
Mimmo Spina, Gian Paolo Trivulzio
Anna Maria Trombetti
Massimo Ugliano
Stampa
Litografia Piccardi S. & C.
Strada in Chianti (FI)
Copia non commerciabile
C/C postale N. 18025502
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n. 3604 del 22/7/1987
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per lo studio, la promozione e la divulgazione
delle scritture comuni e della stenografia
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Consiglio di Amministrazione
Presidente
Dr. Gianluca Formichi
Vice Presidente
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Segretario
Cav. Bruno Piazzesi
Consiglieri
Prof. Paolo Galluzzi
Prof. Andrea Innocenzi, Nerio Neri
Prof. Paolo A. Paganini
Prof. Aldo Patritti, Prof. Giorgio Spellucci
Dr. Federico Sposato
Collegio Revisori
Dr. Salvatore Proto
Dr. Gianluca Borrani, Dr. Enzo Rook
SOMMARIO
1
L’OVRA denuncia l’astenia morale
della popolazione (ma i milanesi
tirano la cinghia e la retorica fascista
non riempie lo stomaco)
9
Anna Maria Trombetti
Recuperato lo struggente diario
stenografico dell’ufficiale Amedeo Ventura,
internato nei lager tedeschi
15
Iniziato all’Istituto Mignini
il corso europeo per la gestione
di piccole e medie aziende
16-17
Mimmo Spina
Notizie-informazioni-appuntamenti
18
Anna Maria Trombetti
Perché «solo» gli stenografi italiani sono
protetti da San Cassiano?
Il singolare patrocinio voluto
da Pio XII nel 1952
22
Massimo Ugliano
Il difficile cammino
verso la trasmissione della scrittura
e le comunicazioni odierne
(I parte)
29
Indro Neri
Tu scrivi e il computer legge
31
Paolo A. Paganini
Fuori la lingua
32
Lettere in redazione
33
Giuseppe Capezzuoli
L’angolo dei giochi
In casa Formichi è arrivato Giulio
Al carissimo amico, dottor Gianluca Formichi, presidente della Fondazione «Francesco e Zaira Giulietti», editrice della nostra Rivista, il 23 maggio scorso è nato
Giulio, che si aggiunge, in gioiosa letizia,
all’allegra brigata delle sorelline Bianca e
Olga. Al papà e alla gentile signora Alessandra, i complimenti più affettuosi dei
componenti il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, unitamente a tutti
i redattori e collaboratori della Rivista degli Stenografi.
O!
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L’OVRA denuncia
l’astenia
morale della popolazione
(ma i milanesi tirano la cinghia
e la retorica fascista non riempie lo stomaco)
C
on questo numero
ciante evidenza. Le relaziodella “Rivista degli
ni stilate dalla Prefettura
Stenografi” ha inizio la
dovevano per forza denunpubblicazione in esclusiva
ciare senza occultare, spiedei documenti segreti che la
gare senza fingere, inforPrefettura di Milano inviamare senza reticenze. Anva a Mussolini, a Salò, ogni
che se, ovviamente, le varie
quindici giorni, sulla base
definizioni risultavano, per
delle informazioni che gli
forza di cose, addomesticaagenti dell’OVRA, sguinzate o di parte. Per esempio, i
gliati per la città, fornivano
partigiani erano solo dei
a uno speciale ufficio, diret“banditi”; scioperi ed atto da Franco Fuscà. Questa
tentati erano istigati o perstraordinaria documentapetrati da “sicari comunizione, finora inedita, copre
sti”; gli occupanti nazisti
quasi tutto il tragico arco di
diventavano “gli amici
tempo della Repubblica Sogermanici” nonostante
ciale Italiana, dal dicembre
l’indifferenza o l’ostilità
1943 al marzo 1945, e rapdella popolazione eccetera.
presenta una viva, sofferta
Eppure, il risultato che
testimonianza “dei problene emerge rappresenta uno
mi del momento e della vita
straordinario spaccato di
di ogni giorno” visti dalStoria, visto e vissuto attral’interno dell’apparato faverso la cronaca di tutti i
scista.
Mussolini a Salò con il suo medico, dottor Zachariae giorni, in un’ottica realistiStupisce la franchezza
ca e disincantata, livida e
delle notizie trattate, che si leggono come appas- talvolta agghiacciante. Tra scioperi, attentati, sasionanti reportage giornalistici, nei quali, certo, è botaggi, massacri, rappresaglie, mancanza di
attenuata la cruda realtà sociale ed economica. cibo, mercato nero, restrizioni di ogni tipo, affiora
Ma nemmeno troppo. In realtà, trattandosi di incredibilmente la forza di carattere di un’umainformazioni riservate agli “addetti ai lavori” e nità che non si arrende. Ecco quindi documentata
non destinate quindi alla divulgazione, viene usato l’insofferenza dei milanesi nei confronti dei brutaun linguaggio asciutto, non burocratico, libero da li arbitri dei fascisti e degli occupanti, ecco la
paludamenti retorici e da trionfalismi ideologici.
pietà per le vittime, la condanna delle prepotenze,
Era peraltro una situazione sociale, economica il rifiuto della violenza e, soprattutto, lo stupendo
e politica eloquentemente sotto gli occhi di tutti. I comportamento di un popolo che, con il distacco
documenti spediti a Salò non potevano pertanto di una superiore civiltà, tra scetticismo e indiffemistificare più di tanto una condizione di schiac- renza, sapeva guardare al concreto senza illusioni.
Non si smentiva, nemmeno allora, il tratto saliente del pragmatismo lombardo.
Nell’augurare ai nostri Lettori una buona e,
soprattutto, serena lettura, vogliamo ringraziare
ancora il collega giornalista prof. Giuseppe Capezzuoli, che, dopo sessant’anni, ha messo a nostra disposizione i preziosi documenti, recuperati
e salvati, il 25 aprile 1945, a Palazzo Clerici, a
Milano, sede del Ministero della Cultura Popolare. Un ringraziamento anche a colleghi e direttori
di giornali ed emittenti televisive, che hanno dedicato spazio ed interesse alla presentazione di questa nostra iniziativa.
Paolo A. Paganini
Milano, 2 gennaio 1944-XXII
Resega, e altri camerati del Fascio Repubblicano.
I due fenomeni sono chiaramente legati dallo
stesso filo conduttore d’origine comunista e di
ispirazione straniera, e rispondono entrambi a un
programma di sovvertimento, di sabotaggio, di ribellione, che la propaganda attiva nemica cerca di
realizzare in Italia. Gli ordini, dati per radio e intercettati dai nostri servizi, collimano perfettamente con le “direttive di marcia” pubblicate dai numerosi fogli clandestini diffusi fra le masse lavoratrici, come “La fabbrica”, “L’umanità”, “La riscossa socialista”, “L’Italia libera”, “L’unità”,
“Giustizia e libertà”, ecc. Contro questa propaganda operano incessantemente la Guardia Nazionale
Repubblicana e la Polizia locale.
L’elemento reale che è servito di leva al malcontento delle masse, avvelenate dalla propaganda
sovversiva, è la carenza annonaria verificatasi non
solo a Milano, ma in quasi tutta l’Italia settentrio-
RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA
IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO E ALLA VITA DI OGNI GIORNO DICEMBRE 1943-XXII
D
urante il mese di dicembre alcuni gravi fatti
hanno turbato la vita del popolo milanese:
la astensione dal lavoro da parte delle masse operaie nei principali stabilimenti industriali della
città e della provincia, durata una settimana, dal
13 al 18, e terminata in seguito all’intervento delle autorità italiane e germaniche che hanno preso
provvedimenti – specie di carattere annonario – in
favore degli operai stessi, e la perpetrazione di
numerosi, efferati delitti politici, da parte di sicari
comunisti e anarchici, in cui hanno trovato la
morte il Commissario federale di Milano, Aldo
La residenza di Mussolini a Salò sul lago di Garda
nale; i generi tesserati sono
garlo nell’acquisto dei più
disparati oggetti che può
distribuiti con molta irretrovare sulla piazza. Ciò è
golarità; la razione di olio è
dovuto alla instabilità polistata soppressa nel mese di
tica che è sentita specialnovembre e limitatissima
mente dai risparmiatori e,
per il mese di dicembre; le
in genere, dai possessori di
razioni attuali dei grassi
denaro, ed è pure dovuto al
sono tanto scarse da essere
timore, sempre presente, di
definite “ridicole” dal pubnuovi limiti che potrebbero
blico. Sarebbe veramente
essere imposti ai risparopportuno vedere di mimiatori nell’impiego dei
gliorare le razioni annonapropri capitali.
rie più che concedere auI rapporti della popolamenti salariali e di stipenzione con i germanici sono
di. Gli aumenti dei salari
di puro rispetto: scarsa corportano sempre come condialità e scarso senso di fiseguenza l’aumento dei
ducia in ogni stato sociale.
prezzi: quando ciò non avNè maggiore entusiasmo
viene – per i prezzi cosiddesta la ripresa delle Forze
detti “controllati” – provoArmate della Repubblica.
cano l’aumento di spese
Tutti gli sforzi che lo Stato
non necessarie e non per
Repubblicano fa per la riageneri di interesse vitale.
bilitazione dell’onore naLe razioni annonarie dozionale e per la ricostruziovrebbero essere migliorate
Un manifesto delle Brigate Nere contro
ne del Paese, sono seguiti
non soltanto a beneficio dei
gli oppositori del regime
ancora con diffidenza da
lavoratori dell’industria,
ma a beneficio anche di tutti gli altri lavoratori, del questa popolazione, senza distinzione di categorie:
commercio, impiegati ecc., i quali non sempre diffidenza che potrebbe anche essere interpretata
possono ricorrere alla borsa nera, che, d’altra par- come attesa del primo fatto concreto, perché Milano
te, non deve essere più ufficialmente o ufficiosa- non è sostanzialmente antifascista ed è la città che
più delle altre ha il senso dell’ordine, della disciplimente tollerata.
Nelle trattorie la mancanza di viveri non si nota na e soprattutto del lavoro. Ha bisogno, però, di veaffatto, grazie appunto alla borsa nera, che conti- dere dei fatti e non di sentire soltanto delle parole.
Sono sicuro che i primi fatti concreti ci darannua a prosperare. Naturalmente, non sono più rispettati i prezzi fissi, per ogni pasto i prezzi sono no Milano in linea: italiana, patriottica, entusiasta
addirittura sbalorditivi. Corre, infatti, molto dena- e pronta a nuovi sacrifici per la ripresa del Paese.
ro, sia pure sotto forma di assegni. È nello spirito Milano non ha gravi preconcetti, nè forti tenerezdi tutti il senso dello scarso valore della moneta, ze monarchiche: ha bisogno di sentire un Goverche si spende facilmente, senza considerazioni di no, e un Governo nazionale. Il giorno in cui gli
amici germanici se ne andranno, perché non
previdenza o di risparmio.
I risparmi, infatti, da indagini esperite presso avremo più bisogno di loro, e la nuova Italia avrà
gli istituti bancari milanesi, risultano sensibilmen- fatto le ossa, Milano sarà la prima città che innalte diminuiti, non solo per la mancanza di nuovi af- zerà con tutto il cuore la bandiera della Repubflussi, ma anche per i numerosi prelievi. La gente blica.
(Franco Fuscà)
preferisce o conservare il denaro liquido, o impie-
Riservata all’Ecc. il Ministro della Cultura Popolare
RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA
IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO,
ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO
dal 16 al 31 gennaio 1944-XXII
C
irca il processo di Verona continuano a circolare voci pietistiche sulla condanna a
morte di Gottardi ed anche di De Bono, data l’età
avanzata dell’ex-quadrumviro.
Anche la notizia della denunzia dell’ex-Segretario del P.N.F., Carlo Scorza, e di alti ufficiali del
fu esercito regio al Tribunale speciale ha fatto
qualche impressione, conferIl recente comunicato del
mando nella massa la convinMaresciallo Graziani circa la
zione che la giustizia fascista
composizione delle Commissegue inesorabilmente il suo
sioni per la revisione dei quacorso. Qualcuno pensa che si
dri dell’esercito, è stato favotratti di vendetta personale, e
revolmente commentato anche
tenta giustificazioni non tropnegli ambienti meno teneri per
po plausibili della condotta dei
il regime repubblicano.
famigerati generali.
L’indirizzo radiofonico al
Ha scarsamente interessato
popolo milanese pronunciato
la popolazione milanese la
dall’Eccellenza Parini in occacommemorazione dei martisione del suo insediamento
ri delle foibe istriane. Si nota
come Capo della Provincia, è
una grave astenia morale in
stato forse accolto e giudicato
fatto di massacri, di delitti,
come una manifestazione della
specialmente se di natura polisua sincera volontà di avvicitica. La cronaca dei giornali,
narsi a tutti i milanesi in questa
troppo ricca, sino a qualche
ora, per guidarli e sorreggerli.
tempo fa, di fatti di sangue, di
Sono anche piaciute le ferme
atti di banditismo, ha contri- La condanna di Verona apparsa su «L’Arena» dichiarazioni e i propositi sebuito a atrofizzare quel sano
veri contro gli eversori, i terrosentimento di orrore che la massa sentiva per gli risti e i disturbatori della quiete pubblica.
efferati atti di questo genere.
Il nuovo giornale “La Repubblica fascista”,
Le parole pronunciate dal Duce in occasione che ha iniziato le sue pubblicazioni il 23 gennaio,
del rapporto ai comandanti dell’esercito repubbli- ha trovato un’accoglienza piuttosto fredda in quecano hanno riscosso una certa eco nella parte sana sti ambienti. L’articolo di apertura della Medaglia
della popolazione; è stata variamente commentata d’Oro Borsani, arieggiante un poco il famoso artil’annunciata sostituzione delle stellette sull’u- colo del Duce “Audacia”, è stato giudicato piuttoniforme militare col gladio romano circondato da sto retorico, e il contenuto e l’impostazione del
fronde di quercia e d’alloro. C’è ancora un certo giornale sono parsi inferiori alle aspettative. Da
sentimento romantico per le stellette.
una prima inchiesta risulta che la resa quotidiana
Il discorso tenuto da Hitler nell’annuale del- delle copie invendute è notevole.
l’ascesa al potere del nazionalsocialismo è stato
È corsa voce del trasferimento in questa
giudicato da molti privo dell’intimo senso di cer- città, e precisamente nel Palazzo di Giustizia nuotezza nella vittoria e, in questo senso, un poco vo, del Comando Supremo tedesco in Italia. La
fiacco, in confronto con i precedenti.
voce, molto diffusa, ha provocato un certo panico
Lo sbarco di Nettuno e la diretta minaccia ne- nella popolazione che – con l’avvicinarsi della
mica su Roma hanno, purtroppo, lasciato indiffe- buona stagione – teme nuovi pesanti bombardarente la maggior parte della popolazione, la quale, menti terroristici sul centro urbano. In realtà l’ala
forse, si illude – in certi strati – che l’occupazione del Palazzo dove aveva sede la Pretura penale è
eventuale di Roma possa affrettare la fine del con- stata sgombrata e occupata dal servizio del lavoro
flitto. Scarsi sono ancora i risultati della propagan- per l’Organizzazione Tod. Per altro le autorità teda intesa a risvegliare negli animi il senso dell’a- desche hanno invitato le autorità giudiziarie a
mor patrio. I telegrammi e i messaggi pubblicati sgombrare entro il più breve tempo tutto il Palazfrequentemente dai giornali per la difesa di Roma zo. La qual cosa, oltre a creare un comprensibile
sono accolti con scarsissimo interesse da questa senso di disagio e di apprensione fra i magistrati e
popolazione, che li considera del vecchio stile re- gli avvocati, ha indotto la popolazione a ritenere
torico. Specialmente i militari sono infastiditi dalle fondata la voce del suaccennato trasferimento.
manifestazioni più o meno pubbliche di “gente che
Due casi di aggressione a militi fascisti, fortureclama l’onore di combattere”, giacché pensano natamente senza conseguenze letali, si sono verifialla rifioritura della mala pianta del falso volonta- cati nella decorsa quindicina; la massa della poporismo, nato purtroppo al tempo della campagna lazione li ha vivamente stigmatizzati.
etiopica ai margini del volontarismo vero. In realtà
La situazione annonaria non desta, per ora,
il numero dei volontari che affluiscono quotidia- gravi preoccupazioni, ma gli alti prezzi, anche dei
namente ai distretti milanesi è piuttosto scarso. generi di prima necessità, si fanno piuttosto sentiNon arrivano a 10 al giorno.
re. Si è ricorsi, come nel febbraio scorso, a un
provvedimento di autorità per il ribasso della frutta e della verdura, il che ha portato alla scomparsa
quasi totale dal mercato dell’una e dell’altra. Ma si
ritiene che il fenomeno della rarefazione debba
cessare per forza di cose e che i produttori e i grossisti si decideranno, mantenendo il calmiere a riportare la frutta sui mercati.
I prezzi dei pasti nei ristoranti si mantengono
sempre ad altezze vertiginose. La vigilanza delle
autorità di polizia e le severe sanzioni applicate
non sono finora valse a far cessare o diminuire l’abuso. Purtroppo il pubblico paga quasi sempre
senza fare osservazioni, convinto che per consumare un pasto soddisfacente bisogna spendere. Gli
esercenti si giustificano dal canto loro dicendo di
dover acquistare tutto alla borsa nera, per mancanza di assegnazioni di generi tesserati.
(Franco Fuscà)
Riservata all’Ecc. il Ministro della Cultura Popolare
zioni non tutte concordanti, sono pure seguite le vicende belliche sulla testa di sbarco di Nettuno.
La pubblicazione del decreto sulla socializzazione delle imprese non ha soverchiamente interessato la massa dei lavoratori, la quale si mostra
tuttora scettica circa l’utilità pratica dei provvedimenti nei riguardi dei singoli, e più ancora sulla
possibilità di realizzazione del programma. D’altra
parte, i capi delle aziende – gli industriali e i loro
rappresentanti – si mostrano alquanto allarmati e
non fanno mistero delle loro intenzioni più o meno
ostruzionistiche. Notevoli ripercussioni della pubblicazione del decreto si sono avute in borsa: quasi
tutte le quotazioni, ma soprattutto quelle delle
azioni di imprese elettriche, hanno subìto un rilevante ribasso. Gli interpreti apparentemente zelanti, ma in realtà sarcastici di tale ribasso, affermano
che lo stesso è da intendersi come rivalutazione
della lira.
Gli articoli pubblicati dal “Corriere della
Sera” il 5 e il 6 corrente, dai titoli “Contenere l’inflazione e garantire il risparmio” e “Dopo le premesse della socializzazione la realtà dei fatti trionferà sulle menzogne”, hanno destato un vivo interesse nei vari strati della popolazione. Negli ambienti borsistici il contenuto di tali articoli è stato
aspramente criticato, ma è servito ad influire sulle
quotazioni dei titoli azionari, all’apertura della
borsa lunedì 7 corrente, segnando l’inizio del tra-
RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA
IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO, ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI
AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO
DAL 1° AL 15 FEBBRAIO 1944-XXII
N
ella decorsa quindicina si sono ancora lamentati nella città e nella provincia gravi
atti terroristici e di banditismo: l’aggressione al
Questore (di stile prettamente americano); gli assassinî di un Capitano paracadutista e di due militi
della Guardia Nazionale Repubblicana; l’attentato
alla Casa del Fascio di Sesto S. Giovanni e l’attentato al treno viaggiatori proveniente da Torino.
Essi hanno impressionato profondamente questa
popolazione che ha stigmatizzato, al di là di ogni
prevenzione politica, le azioni nefande. La pericolosità di tali atti è stata particolarmente sottolineata giacché tra le vittime sono anche persone completamente estranee alla vita politica. Come misura preventiva, da qualche giorno, in ore diverse e
in diverse località della città, la Polizia Repubblicana opera requisizioni collettive, bloccando ritrovi pubblici, ostruendo sbocchi di strade, fermando
i passanti ed estendendo le indagini anche ai passeggeri dei tramvai, nonché alle automobili e ai ciclisti che si trovano nelle località soggette allo
sbarramento. Questo provoca inevitabilmente
qualche disturbo e forse qualche mormorazione da
parte della popolazione, ma il provvedimento è accolto senza riserve come misura necessaria ed utile a normalizzare la vita cittadina.
I reiterati attacchi aerei su Roma provocano
finalmente un certo sdegno da parte di questa popolazione che credeva fosse assurdo che gli inglesi
e gli americani colpissero Roma, città aperta e
città santa. Ha suscitato anche un’ondata di sdegno
la barbarica distruzione della Basilica di Montecassino.
Con interesse, improntato purtroppo ad aspira-
I Giudici del Processo di Verona nel gennaio 1944 contro i
collo particolarmente per i titoli elettrici. Prima
della pubblicazione del decreto circolava infatti la
voce della statizzazione delle imprese elettriche.
Dal 7 all’11 corrente si è notato un certo disinteresse dei compratori alla borsa: la discesa delle
quotazioni fu quasi sempre continua,
Negli ambienti politici ha suscitato una viva
curiosità l’articolo pubblicato senza firma il 6 febbraio, sul “Corriere della sera”, e che secondo
quanto lo stesso giornale ne scrive, sarebbe l’espressione di un gruppo di non fascisti. Tale articolo, attribuito da taluni a Bombacci, è da altri ritenuto del gruppo di socialisti genovesi che faceva
capo al vecchio “Lavoro”.
Non ha suscitato l’interesse che si aspettava la
pubblicazione dei documenti massonici che riflettono il retroscena della crisi politica e militare
culminata con gli avvenimenti del 25 luglio e
dell’8 settembre. La maggior parte della popolazione ne è rimasta indifferente o, in qualche strato,
tali documenti sono stati definiti come una mistificazione della propaganda, anche perché è stata
sottolineata la mancanza della citazione della località dove gli stessi sono stati rinvenuti e il nome di
chi li possedeva.
Non ha suscitato un grande interesse la manifestazione organizzata il 9 corrente per l’anniversario della proclamazione della Repubblica romana
e per il giuramento delle Forze Armate repubblicane. L’accostamento delle due celebrazioni ha suscitato qualche ironico commento da parte dei soliti
astiosi “finestristi” i quali hanno rilevato che la Repubblica romana è vissuta soltanto 50 giorni.
Non desta, per ora, gravissime preoccupazioni
la situazione annonaria, almeno nei confronti di
altre provincie. Si è notata la rarefazione della
frutta e verdura a seguito delle limitazioni imposte
sui prezzi di vendita.
Non hanno ancora avuto un esito soddisfacente
le misure prese per la repressione della borsa
nera, nè quelle contro i ristoranti che somministrano a prezzi sbalorditivi vivande fuori della lista. Si rileva per altro che le assegnazioni non vengono fatte regolarmente e che ci sono generi che
non sono stati affatto distribuiti. Il ceto operaio
tuttavia, in virtù delle tessere annonarie preferenziali, può acquistare con una certa regolarità tutti i
generi razionati e perfino il vino al prezzo di L. 14
al litro. Il resto della popolazione non ha invece
potuto ritirare la razione di olio di novembre e di
gennaio, mentre quella di febbraio non è stata ancora distribuita. Non è possibile da tempo il ritiro
dei supplementi concessi agli ammalati. Tutto questo provoca un naturale malcontento nella popolazione non operaia, pure costretta spesso a lavorare
duro e a un tenore di vita sempre più sacrificato e
difficile.
Si è diffusa la voce che le autorità tedesche
avrebbero requisito grandi quantità di generi
alimentari allo scopo di darli in distribuzione, a
fine propagandistico, solo in caso di pubblici disordini. La voce è, naturalmente, falsa e probabilmente dovuta all’ispirazione di occulti emissari
del nemico. Pure tale voce ha provocato vivaci critiche del popolino nei confronti delle autorità germaniche.
La nomina a Capi di Provincia di alcuni ex
generali della Milizia, come Brandimarte, ecc.
ha avuto una non benevola ripercussione nell’opinione pubblica; si è notato che tali nomine “formali” non paiono aderenti allo spirito realistico
dello Stato Repubblicano, giacché servirebbero
solo a giustificare stipendi e prebende; si pensa,
infatti, che questi ex generali non saranno mai
messi a Capo di provincie, e che sarebbe stato opportuno dare ad essi un’altra carica o un’altra destinazione.
(Franco Fuscà)
Milano 20 marzo 1944-XXII
ti dell’Azienda tramviaria municipale di Milano.
Ma dopo qualche ora, ufficiali dell’aeronautica,
agenti di P.S., della Guardia Nazionale Repubblicana, squadristi e volontari hanno potuto assicurare il servizio, seppure ridotto, eliminando quasi
totalmente il disagio della popolazione. Verso gli
improvvisati manovratori si sono avute da parte
del pubblico manifestazioni di simpatia e di consenso. Alcuni atti di sabotaggio, ad opera di malintenzionati che in alcuni punti hanno divelto o
fatto saltare con bombe le rotaie, non sono riusciti
a turbare l’andamento del servizio. Le autorità
hanno operato vari arresti non solo nella massa
RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA
IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO, ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI
AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO
16 febbraio - 15 marzo 1944-XXII
L
’avvenimento dominante tra la seconda quindicina di febbraio e la prima di marzo è lo
sciopero. Iniziatosi negli stabilimenti industriali
il 1° marzo lo sciopero si è esteso poi ai dipenden-
degli scioperanti, ma anche fra coloro che devono
ritenersi i mandanti o gli istigatori morali. Le ragioni dello sciopero - non ben conosciute, per altro, dalla gran massa degli scioperanti, che hanno
mostrato di subire degli ordini e delle intimidazioni, non di condividerle - sono state apparentemente economiche. Gli operai hanno espresso il
desiderio di un trattamento migliore nella distribuzione dei generi alimentari tesserati. Ma la ragione sostanziale è di natura politica, come è stato
poi abbondantemente documentato in articoli del
“Corriere della sera”.
Realmente perdura e si fa sempre più sentire il
disagio alimentare, specie per le categorie meno
provvedute. Per penuria di generi da distribuire,
per deficienza o irregolarità dei trasporti, o per altri motivi, anche gli intestatari delle tessere preferenziali non hanno potuto ritirare alcuni generi di
prima necessità. Per esempio hanno ricevuto marmellata il luogo di zucchero e mele al posto dei
grassi; il che ha provocato un evidente malumore
nel ceto operaio e una certa sfiducia nel sistema
organizzativo degli approvvigionamenti, sistema
che non riesce a reprimere d’altra parte la borsa
nera, per mezzo della quale i più abbienti possono
soddisfare qualsiasi bisogno.
Il periodo è stato anche funestato da qualche
assassinio: due squadristi, l’ing. Conti e il guardiano sessantenne Torre, sono stati uccisi sulla
pubblica via dal solito ciclista irreperibile. Sono
stati pure uccisi alcuni militi in servizio di guardia
presso le linee ferroviarie. Tali delitti hanno suscitato lo sdegno e la riprovazione nella popolazione
che, al di fuori di ogni ideologia politica, ha deprecato la malvagità di questi atti.
Talune manifestazioni promosse dagli squadristi del Battaglione Muti e dalla Polizia Repubblicana non hanno invece incontrato il pieno
favore del pubblico: i ballerini portati in giro con
cartelli dietro le spalle, e messi così alla berlina, la
mattina successiva al sabato grasso; quattro sabotatori di una linea tramviaria portati in giro nella
Galleria e nelle sale di pubblico spettacolo, se hanno destato, in un primo momento, la riprovazione
unanime da parte dei presenti, in un secondo momento hanno dato adito a critiche moleste circa la
opportunità di simili manifestazioni.
Ottima impressione hanno fatto alcuni articoli
pubblicati dall’ “ITALIA” contro il bolscevismo. Tali articoli restano però nel campo spirituale e non impegnano affatto i cattolici e il clero responsabile sul terreno politico. Purtroppo, tra il
clero della provincia, devono deplorarsi atteggiamenti piuttosto ostili nei riguardi del nuovo stato
repubblicano. Nei primi di marzo il parroco di
Gallarate si è rifiutato di benedire i vessilli desti-
nati a istituti di istruzione, oltre che i vessilli di
truppe partenti per il fronte. Tale diniego ha provocato l’unanime deplorazione da parte della popolazione locale che sente sempre più il disagio
dello stato di cose determinato dall’atteggiamento
del suo parroco.
È stata accolta con scarso fervore l’iniziativa
della sottoscrizione per l’offerta di carri armati
all’esercito.
Il decreto del Duce con cui si comminano
pene severe ai renitenti e ai disertori ha provocato uno scossone salutare in certi strati dove era
diffuso un largo scettiscismo sull’effettiva forza
della Repubblica. La presentazione alle armi dei
renitenti e dei disertori è stata quasi totalitaria,
specialmente in città. In provincia le aliquote minori si sono avute nei centri e nei villaggi rurali.
Purtroppo, manca tra i giovani la volontà del combattimento. Se oggi si sottopongono alla vita militare lo fanno senza fede, quasi con dolore. Il motivo della Patria che chiama, della Patria dilaniata
dal nemico, della terra invasa non scuote più i loro
animi.
Esiste, invece, e si manifesta ogni giorno più,
una certa volontà di ripresa. La diffidenza, la
sfiducia, lo scetticismo verso lo Stato ricostituito
diradano a poco a poco e l’adesione del popolo alla Repubblica ha ogni giorno segni tangibili.
Anche verso i camerati germanici il senso di
ostilità e di sordo rancore sentito particolarmente
dalla popolazione milanese, forse per un atavico
retaggio del Risorgimento, si è alquanto sciolto,
soprattutto per merito del contegno quasi sempre
irreprensibile tenuto dalle truppe germaniche e
dall’ottimo trattamento di cui godono i lavoratori
alle dipendenze di Comandi tedeschi.
La propaganda nemica, che ha scatenato una
nuova offensiva dei nervi in questi giorni ha dovuto segnare un’altre sconfitta; lo sciopero è fallito
dopo l’ordine del Capo della provincia di riprendere il lavoro per l’8 marzo e le due avvisaglie di
I condannati del processo di Verona vengono portati sul
luogo dell’esecuzione; sulla sinistra, Don Chiot, mitica
figura di sacerdote, che ha benedetto le salme
Verona: il plotone d’esecuzione pronto a sparare contro Ciano, De Bono, Gottardi, Marinelli, Pareschi
nuovi scioperi fra il 15 e il 20 non hanno avuto alcun seguito.
Ha suscitato una favorevole impressione il bollettino n. 1 del Quartier Generale della Forze
Armate, commentato con senso di soddisfazione
nei treni, nei caffè, da parte della popolazione di
tutte le categorie. Peccato che il bollettino sia stato
in un certo senso sconfessato dai giornali e non sia
venuto il n. 2 che si aspettava come una conferma
della nostra partecipazione alla guerra!
Per meglio avvicinare il popolo ai soldati tedeschi e per sfatare la leggenda dell’occupazione, che
continua, sarebbe opportuno che fosse stabilito il
saluto reciproco fra i militari dei due eserciti.
L’inaugurazione della stagione della Scala al
Lirico di Milano ha interessato vivamente gli ambienti musicali e culturali della città, ma non è stato sottolineato in modo particolare – come avrebbero desiderato i camerati germanici – il significato politico del ritorno della Scala a Milano, nonostante le manifestazioni ufficiali che sono state organizzate.
È stato lanciato dal Podestà del Comune di Milano un prestito obbligazionario per la città di
Milano. Benché tale prestito fosse congegnato in
modo originale, l’interesse negli ambienti finanziari è finora scarso.
Tra i prodromi dello sciopero è da considerarsi la lettera del Capo della provincia e Podestà di
Milano ai tramvieri e agli operai dell’azienda, con
la quale è stato imposto ai tramvieri astenutisi dal
lavoro di pagare i danni subiti dall’Azienda nei
giorni di sciopero. Il provvedimento è stato subìto
dagli interessati, ma non senza qualche espressione di malumore trapelata in più ampi strati della
popolazione, ma limitate a mormorii e critiche fatte sottovoce.
Tra le voci diffusesi durante il periodo di esame merita particolare menzione quella del rapimento di Piero Parini da parte di ribelli travestiti
da SS germaniche. La voce è stata financo raccolta da Radio Londra e si è diffusa non solo in città
e provincia ma anche al di là della regione lombarda.
(continua)
© 2005 by «Rivista degli Stenografi» - Fondazione Francesco
e Zaira Giulietti, Firenze - Tutti i diritti sono riservati: nessuna
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della Direzione della Rivista.
Verona: i condannati poco prima dell’esecuzione
Recuperato lo struggente
diario
stenografico
dell’ufficiale Amedeo Ventura
internato nei lager tedeschi
le trasparenti pagine affiorassero sul recto confondendosi gli uni con gli altri in
un indescrivibile e inestricabile intreccio. Una sorta di lavoro, il mio, affine
alle traduzioni paleografiche, avendo
dovuto addentrarmi, non solo nelle abbreviazioni personali (non molte, per
fortuna), ma eseguire spesso la ricostruzione di parti di testo (elementi singoli o
segmenti di frasi) rimaste percettibili in
forma minimale e confusa anche a causa
dei successivi, ripetuti sfogliamenti di
pagina operati dai familiari nella loro affettuosa investigazione del documento.
Il diario, infatti, presenta qua e là degli
Il libro, di recente
pubblicazione,
scritto con la
collaborazione
di Anna Maria
Trombetti,
che ha curato la
spesso ardua
decrittazione degli
stenoscritti
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
1943-1945
: il racconto stenografato di circa due anni di prigionia di
un ufficiale italiano, il Tenente Amedeo
Ventura, nei campi di internamento tedeschi di Leopoli, Wietzendorf e Amburgo,
torna, dopo 60 anni, pagina viva di storia
umana a cui il taglio personale nulla sottrae del toccante valore documentario.
Il Tenente Ventura, pur nelle limitanti
condizioni in cui si trovava, ebbe la costanza di tenere un diario quotidiano che
condensò nelle pagine di un’agendina tascabile, in alcuni fogli di un calendarietto a strappo, e in alcune veline per sigarette: spazi obiettivamente assai ridotti ai
quali, tuttavia, la scrittura stenografica
conferì immancabilmente quella sorta di
dilatazione ben nota ai cultori delle “lettere mozze” (come Dante, in Par., XIX,
134-135, definisce i segni abbreviati della grafia celere latina precisandone la capacità di condensare una gran quantità di
informazioni “in parvo loco”).
Ho avuto il privilegio di essere io la
traduttrice delle fitte annotazioni che la
mano del trentaduenne ufficiale, sposato
e, all’epoca, padre di tre figli, vergò,
parte a penna e parte (successiva) a matita, sulle veline del suo taccuino e degli
altri supporti cartacei di fortuna; un privilegio che ha avuto la sua grossa contropartita di tempo e di fatica, dato il non
sempre buono stato di conservazione dei
documenti, in diversi tratti passati e ripassati attraverso revisioni, riscritture,
sovrapposizioni di testo apportate dallo
stesso autore e, infine, dopo la sua morte, fotocopiati senza poter evitare che, in
molti casi, i segni tracciati sul verso del-
di ANNA MARIA
TROMBETTI
9
Due pagine
stenografiche del
taccuino di
Amedeo Ventura.
I caratteri, qui in
bella e chiara
scrittura, sono
ancora
perfettamente
leggibili. Altre
volte, decifrare i
caratteri o
costruire il filo
logico è stata
un’opera ardua e
complessa
elementi immediatamente decifrabili
consistenti in inserti di scrittura ordinaria: elenchi di nominativi e di indirizzi,
precisazioni di luoghi geografici, indicazioni di titoli di libri e dei loro autori, liste delle spese, ecc. E su questi, per anni,
si è concentrata l’attenzione dei figli del
Tenente, in particolare del Sacerdote romano Don Maurizio Ventura il quale,
alla fine, fatte le appropriate ricerche in
internet, o, meglio, in Intersteno, è venuto in contatto con la sottoscritta residente nella sua stessa città e l’ha incaricata
di decifrargli le 700 e oltre unità stenografiche di cui il diario si compone per
darne ufficiale divulgazione in un volume a cura dell’Associazione S. Gabriele
di Roma.
I
l recupero dei tracciati spariti o non più
leggibili per se stessi, è avvenuto –
quando ciò è stato possibile – sulla base
di rigorosi raffronti testuali, di sincroniche ricerche storiche, geografiche e lin-
guistiche, e di comparazioni terminologiche interne. Nei casi in cui, da una parte è venuto a mancare il necessario addentellato dei riferimenti certi, dall’altra,
una sostituzione “logica” o sinonimica
ha potuto apparire azzardata, ho preferito lasciare in bianco gli spazi indicando
di volta in volta, fra parentesi quadre, il
tipo di problema che si presentava e le
mie personali osservazioni.
L’autore del diario ha usato il sistema
Gabelsberger-Noe, appreso a scuola nell’indirizzo commerciale da lui frequentato (in seguito Amedeo Ventura si laureerà in economia e commercio) e perfezionato attraverso un corso di approfondimento post-diploma sfociato, nel 1939,
in titolo di abilitazione al pubblico insegnamento. Il livello di conoscenza risulta, a dir poco, perfetto. Ad onta di alcune
imprecisioni di tracciato, infatti, legate
alle circostanze (in primis, la stringatezza dello spazio di scrittura a fronte del
cumulo di notizie da immettervi, ma
D
a molto tempo, è risaputo, l’ignoranza grammaticale fa testo fin dalle classi primarie, così come l’infarcitura
di elementi superficiali di varie discipline, all’interno dei programmi scolastici,
viene finalizzata – illusoriamente! - all’assimilazione di un sapere universale
non altro ottenibile che per approfondimento dottrinale sistematico. Il Tenente,
che ha affidato alla scrittura criptica –
certamente anche per pudore personale
oltre che per un’esigenza di risparmio di
tempo e di carta – gli onorevoli pensieri
e sentimenti ispiratigli nella realtà contingente dalla sua coerenza di uomo, di
cittadino e di credente e dal suo forte legame affettivo con la famiglia lontana, si
è fatto conoscere per una struttura linguistica “a monte”, in grado di portarlo ad
essenzializzare l’espressione dei concetti
in linea con la sinteticità del mezzo grafico usato. E la morfologia del suo linguaggio scritto, fatto di strategie per coniugare contenutezza verbale e necessità
di precisione descrittiva del quadro am-
bientale (le baracche dei prigionieri, i ritmi della vita quotidiana tra consumazioni di rancio, appelli, allarmi aerei, attività di lavoro per le necessità del campo,
letture personali, lezioni e conferenze organizzate, celebrazioni religiose, riunioni tra colleghi per il festeggiamento reciproco di anniversari o dell’arrivo di pacchi dall’Italia, iniziative culturali e ricreative, ecc.) si è trasformata, per me
che andavo pian piano acquisendola in
uno con le ricorrenze lessicali e le scelte
funzionali di questo o quel registro, in
una guida utilissima nei casi di più difficile traduzione.
Qui, e in
altri reperti
stenografici, i testi
risultano scritti
perfino su cartine
di sigarette
L
a stenografia moderna è stata elaborata come un prodotto calzante a pennello con le caratteristiche morfo-sintattiche e fonologiche di ciascuna lingua, al
tempo stesso che se ne è studiata ed ottenuta una sua distinta configurazione linguistica: al pari di un abito che non solo
riveste, modella, ed evidenzia il corpo
sul quale è stato tagliato e conformato,
ma lo valorizza aggiungendogli un di più
di perfezione estetica e di atout sociale,
così questo vivace e polimorfico strumento per la raccolta maieutica delle parole nascenti come pensiero all’interno
del nostro io o in fase di prima materializzazione sul labbro che le pronuncia,
costituisce essa stessa una trama linguistica cha fa da corrispettivo al rapporto
idiomatico tra langue et parole con una
preferenza per l’aspetto creativo di quest’ultima e la sua riproposizione graficogrammaticale: si pensi, in particolare,
alle sigle di verbi, preposizioni articolate, aggettivi dimostrativi e altri elementi
del sistema Gabelsberger-Noe, resi immediatamente evidenti nella struttura
della frase dalla loro posizione innalzata
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
qualche volta anche le condizioni di urgenza e gli stati d’animo di agitazione
che, è risaputo, si riflettono in una nervosa e scompensata grafia), tutte le regole
di teoria appaiono rispettate e l’abbreviazione logica viene applicata con piena
cognizione di causa. Congratulazioni postume soprattutto all’insegnante che curò
la preparazione di base dei suoi allievi in
quegli anni tra la fine degli anni Venti e
l’inizio degli anni Trenta in cui la metodologia gabelsbergeriana era l’unica ammessa nelle pubbliche scuole (di lì a
poco farà la sua comparsa il primo sistema stenografico di estrazione italiana, il
Meschini) e che accese nei suoi alunni le
prime scintille d’amore per la disciplina
stenografica: ma congratulazioni venate
di molto rimpianto anche al regio sistema di istruzione scolastica che, attraverso un funzionante e solerte Ministero, si
mostrava attento alle connessioni tra
qualità dei programmi e livelli effettivi
raggiunti nella formazione culturale ed
umana degli studenti. Una progettualità
che aveva di mira la concretezza dei risultati e che si avvaleva del criterio di
unità disciplinare per curare tutti gli
aspetti di questo impianto formativo e
dargli una forte impronta di solidità in
vista di un’eventuale prosecuzione degli
studi a livello universitario.
11
o abbassata rispetto al corpo di scrittura
centrale. In questo sistema, infatti, la
collocazione variata rispetto al rigo di
base, non ha soltanto un valore abbreviativo, ma funge da riflettore sui cardini
dell’edificio linguistico per modo che
l’occhio, prima ancora di tradurre, percepisce distintamene la loro specificità e si
dispone con tutta sicurezza al riconoscimento dell’intero costrutto. Al nesso fonetico-etimologico-grafico, che troviamo sempre messo in evidenza nella teoria dei manuali didattici, occorre aggiungere questa relazione tra il segno e il suo
valore grammaticale, relazione così funzionale alla chiarezza interpretativa, da
costituire un ulteriore, importante elemento per qualificare di superiorità assoluta la scrittura stenografica manuale rispetto all’uniformità, lentezza, e convenzionalità dei segni alfabetici ordinari,
privi di corrispondenza tra grafemi e fonemi, tra ortografia e contenuto semantico di radici, prefissi e suffissi, tra lettere
e loro immediatezza espressiva.
M
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
a torniamo al Tenente Ventura e
ad uno squarcio, piccolo ma significativo, che egli improvvisamente
apre – e chiude - proprio in merito alla
scrittura da lui deputata a raccogliere e
conservare, nella freschezza della loro
scaturigine, pensieri e sentimenti di quei
giorni bui. Il 28/02/1944 egli scrive così:
“Nel pomeriggio faccio lezione di stenografia alla camerata: sarà però difficile
andare avanti per mancanza di carta, di
testi, ecc.”
Dunque, la stima del Tenente per questo eletto mezzo di espressione e di comunicazione, non si ferma alla pur nobile finalità diaristica: in lui c’è, evidente,
l’intenzione di estenderne ad altri la conoscenza, di spezzare, con chi condivide
la sua stessa fame di cibo materiale e la
stessa sete di fisica libertà, il prezioso,
stenografico pane. Non può essere dipe-
12
so, infatti, se non dalle circostanze rilevate (che fare senza carta ed altri pertinenti strumenti?), ma, forse, anche dalla
indebolita forza morale di tanti commilitoni, lo scoglio incontrato da Amedeo
Ventura nella diffusione della sua arte
scrittoria: la mancanza di successive
informazioni in merito al progetto dice
eloquentemente che esso non si compì e
che fu un altro dei danni procurati alle
persone dalla stasi culturale della guerra.
Ma la Stenografia non ha solo il DNA
comunicativo della trasposizione diretta
del parlato o della registrazione ad tempus di parole e pensieri: la sua potenzialità conservativa si è sempre estrinsecata
negli oltre duemila anni di servizio alla
conoscenza e sono molti, moltissimi, i
testi che, da allora, le debbono la fortuna
di un ampio e trasversale approccio con
il mondo, potenzialmente senza limiti,
dei lettori di ogni epoca.
L
o spaccato di vita offerto dal diario di
Ventura ci consente, per esempio, sia
di calarci “dentro” la particolare esperienza umana degli internati, sia di tastare il polso alla psicologia, ai costumi ed
ai “valori” di un’intera epoca. La stenografica moviola del nostro autore passa e
ripassa, con primi piani di grande effetto,
sui minimi dettagli del programma giornaliero: riprende l’interno e l’esterno del
campo, descrive la camerata, racconta i
gesti semplici della routine come quelli,
più estemporanei, degli allegri riti tra
commilitoni per celebrare avvenimenti
personali o di coinvolgimento collettivo,
illumina situazioni dalle più ingenue alle
più scabrose, scende nei meandri delle
interiorità ferite dei singoli e dei loro
confessati e inconfessati desideri… E
fissa, fissa immagini di luoghi, di persone, di consuetudini, di cui il dopoguerra,
più ancora della guerra, decreterà ingiustamente e ingloriosamente la fine. I brevi flash, per esempio, contenuti nella
narrazione delle esperienze lavorative
svolte dal Tenente nei primi mesi del ’45
come spalatore di macerie e manovale
muratore ad Amburgo, consentono di ricavare un’interessante immagine di questa città al crocevia tra il crollo del mito
nazista e l’offensiva dei bombardamenti
americani. Malgrado tutto, la vita vi
scorre apparentemente uguale nella regolarità dei mezzi di trasporto (tram e
metrò), nell’attività di caffè e ristoranti,
nei primi interventi di ricostruzione, negli spettacoli di cinema e varietà… I
cambiamenti sono percettibili ad altri livelli, e ben se ne accorge Amedeo quando mette piede in un caratteristico locale,
il Deutschland:
25/2/45
Oggi, Domenica, sono di turno al lavoro
fino a mezzogiorno.
Il pomeriggio (facendo una fila di un’ora per l’acquisto del biglietto) vado a vedere il nuovo spettacolo “Musica a Salisburgo”. Alla sera cerco di cenare al
Deutschland ma, come straniero, vengo
cacciato via.
Interessanti le citazioni di luoghi ed
edifici alcuni dei quali, probabilmente,
rimasti tali ancor oggi:
8/4/45 Domenica
… Dopo il pranzo faccio una gita in metro a Blankenese e da qui salgo al belvedere di Sülberg donde si ammira il panorama della foce dell’Elba, il porto e la
città di Amburgo. Alla sera, dalle 9,30
alle 11, violento bombardamento del
porto (grave incendio a St. Pauli; tutti i
vetri del lager di nuovo rotti)…
altri sicuramente rinominati:
I
l fatto che il diario non fosse destinato,
nelle intenzioni dello scrivente, alla
pubblicazione, ne rende più avvertibile
lo spessore e più apprezzabile il contenuto: e i sentimenti – assai delicati – che lo
informano, del tutto privi di astio e di
malevolenza verso chicchessia, mostrano la personalità di un uomo che ha posto sempre in primo piano la sua fedeltà
ai valori umani e cristiani. Trascorrere
più di due anni lontano dalla propria mo-
glie senza mai cercare “soddisfazioni”
alternative del genere facilmente intuibile in circostanze analoghe (messo in atto
dalla maggior parte degli ufficiali del
campo), riuscire a mantenersi spiritualmente integro e fedele alle pratiche religiose (la Messa, la comunione, la preghiera, gli esercizi spirituali), compiere
il proprio lavoro con squisito senso del
dovere, curare in ogni occasione il decoro della propria persona e dell’abbigliamento (risparmiato e riparato fino all’inverosimile), cercare nei libri e nei seminari letterari e scientifici la risposta più
valida alle esigenze di crescita culturale
ed interiore, ecc., rappresentano i punti
forti di una trama esistenziale che, pur
messa a dura prova da malanni fisici,
tensioni dell’animo, sofferenza acuta per
il distacco dagli amati familiari, e disturbi psico-somatici consequenziali, non ha
Amburgo
bombardata
(1945)
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
14/4/45 Sabato
Oggi non si va al lavoro e si coopera
alla riparazione del lager che ha avuto
tutte le porte e le finestre rotte e asportate; vetri, mattoni e calcinacci dappertutto. Tutta la zona vicina, fino a Hitler
Platz, è stata devastata dall’esplosione
di una grossa bomba che ha distrutto la
Deutsche Bank. Tutta la città ha subito
un attacco terroristico. Questa sera non
si va a dormire in camerata, ma mi distendo a terra nel keller. Nella nostra
camerata si sono avuti, nel bombardamento della scorsa notte, una decina di
feriti.
13
subito irreparabili fratture. Eccone qualche riscontro dalle pagine del Diario.
25/3/44 Sabato
Oggi torno ad ascoltare la Messa ed approfitto per confessarmi: così la pulizia
del corpo fatta ieri col bagno, è completata da quella dell’anima, e domani farò
la comunione che non potei fare per la
festa di S. Giuseppe. Oggi poi anche il
cielo si è purificato e sembra che davvero sia cominciata primavera. Grande entusiasmo per la distribuzione delle sigarette: le mie le ho vendute per un paio di
pantaloni. Cenetta in onore del 2° anniversario del matrimonio di Ricotta (alici, surrogato e nocciolato).
8/4/44 Sabato
Bella e commovente la cerimonia del Sabato Santo: il fuoco, il cero pasquale
(preparato con materiale da campo); comunione affollata. Balbi ha, da un ufficiale venuto da Parigi, notizie della sua
famiglia. È commosso dalla gioia e ne
ringrazia Dio col quale si è riconciliato
nella comunione di ieri sera (la lettura
di Pascal che gli ho sottoposto io, vi ha
contribuito). Neva anche si decide a fare
la comunione dopo sette anni, e va a
confessarsi oggi.
22/5/44 Lunedì
... Da ieri è tornato l’inverno: piove e
soffia un vento gelido da Nord: giornata
di grande fame! Comincio a lavorare intorno a un paio di pantaloni di cotone
che trasformo in calzoncini corti estivi:
rattoppo i fondelli.
22/6/44
… Ho finito di leggere La potenza delle
tenebre di Tolstoj e leggo Le memorie
del sottosuolo di Dostoevskij…
23/6/44
Nuvole e vento freddo ancora! In questi
ultimi giorni ho intensificato la frequenza ai corsi di cultura Diritto civile: parte
delle obbligazioni; Procedura penale:
parte generale; Diritto penale: i reati
contro (spazio bianco). Letteratura italiana: letture di Dante; Leopardi nel romanticismo; Economia applicata: la moneta; Storia dell’arte: il ‘400; Teologia:
parte fondamentale: Inglese: grammatica e nomenclatura.
25/11/44
… Anche oggi piove, come ha piovuto
tutta la settimana: il grande problema è
delle scarpe, sfondate, attraverso le quali filtra acqua. Pare che non avremo riscaldamento che per due mesi invernali,
e poi si tratterà di poca torba e legna …
6/12/44
L’allarme di ieri ha impedito l’uscita dal
campo per raccogliere legna, e si va fuori oggi. Oltre alla legna riporto una bottiglia con del grasso che era stata abbandonata nel bosco. Così risolvo uno
dei problemi che più mi assilla: quello
delle scarpe che senza grasso andavano
rovinandosi; per il fondo ho provveduto
facendo degli zoccoli da mettere sotto le
scarpe che lasciano passare l’acqua …
10/12/44
… Alle 10,30 giornale parlato. Alle 14
Concerto d’archi, piano e vocale. Oggi
si esibisce Legnami suonando una fuga
di Bach …
17/7/45 Martedì
A causa dei miei continui disturbi mi sottopongo ad un’accurata visita medica:
tutto è a posto; soltanto un po’ di dilatazione gastrica e astenia nervosa. Continuo la cura delle iniezioni e prendo del
ferro prima dei pasti; ma il medico è del
parere che i miei disturbi nervosi siano
causati dal lungo periodo di astinenza
sessuale e mi consiglia uno sfogo… ma è
inutile perché non riesco a staccarmi dal
pensiero di Rina e a superare la ripugnanza per il bordello.
V
entuno giorni dopo quest’ultimo testo, il 3/8/1945, il tenente tornerà
nella sua Roma e riabbraccerà la moglie
Rina, i figlioletti, i genitori, vale a dire
tutti gli amati destinatari del suo spirituale testamento del 14/11/1943 (un’altra
forte attestazione dei suoi principii, risalente alla prima fase del suo internamento). Poi, a distanza di tempo, ritornando
con il pensiero su quella parte di vita trascorsa in prigionia, aggiungerà al suo
diario la magnifica sintesi con cui mi
piace concludere questo profilo stenobiografico di storia recente.
“Prigionia = una speciale malattia fi-
sica e morale. L’analogia con la malattia
s’impone in tutte le manifestazioni di
questa, così come della vita. Ma la lettura di Saper soffrire di Salvaneschi [Nino
Salvaneschi, scrittore lombardo (18861968)] me ne ha dato una conferma tangibile. Infatti mai in questo periodo di
prigionia ho trovato una lettura più
conforme al mio particolare stato, di
quel libro scritto per ammalati fisici. In
prigionia, come durante una malattia, si
può studiare il passato, riordinare le cognizioni, rivedere i valori, giudicare le
sensazioni, approfondire le sofferenze,
constatare gli errori, analizzare i dettagli, coordinare cause ed effetti, assimilare tutto questo con la pazienza e il dolore. E perché hai digiunato nel corpo e
nello spirito, negli istinti e nei desideri,
puoi offrire il pane secco e il pane nero.
E siccome il tuo cuore, dopo aver varcato le frontiere dei sensi domati, batte un
ritmo con un più alto amore, dona un po’
di quello che ti è costato tanta fatica e
che ora certamente sai”.
INIZIATO ALL’ISTITUTO MIGNINI IL CORSO EUROPEO
PER LA GESTIONE DI PICCOLE E MEDIE AZIENDE
P
resso il perugino Istituto
Mignini, fondato nel
1940, e già una delle gloriose sedi regionali dell’Istituto
Stenografico Toscano, è iniziato in marzo il corso di
ESPERTO NELLA GESTIONE AMM-CONTABILE PER PMI (Piccole e Medie Imprese), finanziato dal
Fondo Sociale Europeo.
Dopo una seria e attenta selezione di 100 candidati, alla presenza della commissione della Provincia, sono stati ritenuti idonei a partecipare al suddetto corso n. 10 allievi
più 2 uditori. Il corso ha la durata di 500 ore: 228
ore di lezioni teoriche, 112 di pratica, 10 di FAD
(formazione a distanza), 150 di stage aziendale. I
moduli formativi riguardano: Informatica di
base; Lingua Inglese; Teoria della qualità; Sicu-
rezza sul lavoro; Contabilità
Generale; Applicativo gestionale; Contabilità Industriale e Applicativo Gestione Magazzino; Processo di
formazione del bilancio di
esercizio; Tecniche di comunicazione; Organizzazione
aziendale Mainstreaming e
Pari Opportunità; Project
Management. La “Rivista
degli Stenografi”, nell’esprimere il proprio compiacimento all’Istituto Mignini per la pluriennale attività didattica nel campo della formazione professionale, porge alla Direzione dell’Istituto i più calorosi auguri di sempre maggiori successi in nome della lunga e gloriosa storia comune. Nella foto: una lezione di
Tecniche di Comunicazione, materia affidata
alla dott. Sacramati.
NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTIn
Il più importante teatro di Lione
in gestione a cinque Compagnie italiane
I
l Théâtre de l’ Oseraie di Lione, storica istituzione culturale francese, diventa un Centro di cultura italiana per la
promozione del teatro e della musica indipendente, di nuove proposte e di gruppi
emergenti. È una sfida che parte dal sud
d’Italia quella che vedrà impegnata l’Associazione ARTindipendenti che raccoglie in rete cinque teatri di produzione di
Calabria e Sicilia.
Il progetto, denominato “Les Italiens: un
centro di cultura italiana a Lione”, riprende e sviluppa un’idea di Maurizio Scaparro che prevede l’organizzazione e la
programmazione di manifestazioni culturali con la finalità di far conoscere in
Francia quanto di interessante, oggi,
viene prodotto nel campo delle arti sceniche fuori dai circuiti ufficiali. A rilevare
la gestione del prestigioso teatro di Lione
- situato nel centro storico della città sul
pendio della Croix-Rousse e dichiarato
dall’Unesco nel 1998 patrimonio dell’Umanità - sono i teatri Aprustum di
Castrovillari, Centro Teatro Calabria di
Cosenza, Spazioteatro di Reggio Calabria, Teatrop di Lamezia Terme e il Teatro dei Naviganti di Messina che hanno
dato vita ad ARTindipendenti.
La scrittura alfabetica sarebbe
nata in Giordania 6000 anni fa
L
a scrittura? Fu inventata dai beduini,
per la precisione nel deserto della
Giordania meridionale, circa 6.000 anni
fa. Le trentennali ricerche condotte dalle
missioni italiane nel territorio di Isma
hanno individuato un’area di “produzione” della scrittura dove si assiste al passaggio da segni ideogrammatici a lettere
di tipo alfabetico. Sarebbero dunque state
genti beduine a inventare la scrittura, propagandola poi nei grandi spazi proprio
grazie alla mobilità tipica dei pastori
nomadi. L’ipotesi è argomentata in un
articolo di Borzatti von Lowenstern sulla
rivista “Archeologia Viva”.
Già 3000 anni fa gli egiziani commerciavano in petrolio
U
na nuova ricerca indica che il petrolio e i suoi derivati erano apprezzati per il loro valore e oggetto di commercio in Medio Oriente già 3000 anni fa, negli stessi paesi
che dominano oggi la produzione e l’esportazione di greggio. La prova è stata fornita dalle mummie. Infatti, secondo
quanto scrivono dei ricercatori americani su un documento
di recente pubblicazione sul “Journal of Geoarchaeology”,
sulle antiche mummie egizie è stato trovato del catrame, che
contiene sostanze biochimiche diverse a seconda del terreno
da cui è stato estratto. I ricercatori sono potuti così risalire
all’origine di ogni partita di catrame usata, scoprendo che le
sorgenti da cui gli egiziani prendevano il catrame erano sparse per centinaia di chilometri in tutto il Medio Oriente.
Segno che gli egiziani commerciavano in petrolio. Il catrame era ricercato dagli egiziani perché era una delle sostanze
usate nel processo di mummificazione; una riprova ne è il
fatto che la parola mummia deriva dall’arabo mumiya, che
Sta per essere ultimata la traduzione
del “Vangelo di Giuda”
È
in corso di traduzione a Basilea, presso la Fondazione
Maecenas per l’arte antica, il cosiddetto “Vangelo di
Giuda”, scritto in copto. La sua pubblicazione è prevista per la
Pasqua del prossimo anno, in tre lingue: francese, tedesco e
inglese. Il documento è uno dei testi definiti “gnostici”, trovati
nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto. Lo citano scrittori cristiani dei primi secoli, quali sant’Ireneo di Lione (vescovo del II
sec.) e sant’Epifanio (vescovo di Salamina nel IV sec.), che lo
attribuiscono ai cainiti, setta gnostica che avrebbe, a loro dire,
giustificato sia il fratricidio di Caino sia il tradimento di Giuda
come atti indispensabili, e previsti da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell’umanità. Questo “vangelo”, secondo gli
studiosi, risalirebbe al III-IV secolo, originariamente scritto in
greco poi tradotto in copto, la lingua dei cristiani d’Egitto. Si
In “E.T.” la scena più commovente
della storia del cinema
L
a scena più commovente della storia del cinema è il
momento in cui il bambino protagonista di “E.T.” saluta
l’amichetto extraterrestre mentre si imbarca sull’astronave che
lo riporterà a casa. Questa almeno, secondo quanto si legge sul
sito della Bbc, è la scelta fatta da 70 mila spettatori della tv
Channel 4 che hanno votato per decidere quale sia stato il
momento più struggente nella storia del cinema, della tv e dello
sport. Al secondo e terzo posto si sono piazzati “Il Miglio
Verde” e “Titanic”, al quarto posto “La vita è meravigliosa” di
Frank Capra; seguono “Ghost” e “Bambi” di Walt Disney.
Scoperta una lettera originale
del Manzoni
Più di 90 mila euro per l’edizione originale
del “Discorso sul metodo” di Cartesio
opo 180 anni, è stato ritrovato
l’autografo di una lettera di
Alessandro Manzoni (1785-1873), di
cui finora si conosceva parzialmente il
testo grazie solo ad una copia conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
L’originale era considerato disperso.
L’inedito documento originale è stato
scoperto a Rovereto, nell’archivio
dell’Accademia degli Agiati. Si tratta di
una lettera indirizzata dall’autore dei
“Promessi sposi” a Michele Parma, il
letterato e filosofo di Novara, amico
dell’abate Rosmini e di Niccolò
Tommaseo, che grazie allo stesso
Manzoni aveva ottenuto un incarico di
precettore dei figli di Lorenzo De
Cardenas. Scritto da Brusuglio e datato
16 agosto 1825, l’autografo presenta
alcune varianti rispetto al testo della lettera apparsa per la prima volta a stampa
in uno dei volumi di “Tutte le lettere”
del Manzoni pubblicato a cura di Dante
Isella nel 1986. Nella lettera il “gran
lombardo” faceva sapere della necessità
di incontrare al più presto il De
Cardenas per “poter trattare del noto
affare; e accertarsi da ambe le parti se la
cosa sia di reciproca convenienza”.
Nella stessa missiva, Manzoni si lamentava delle sue condizioni fisiche: “La
mia salute da qualche tempo è più infelice del solito”.
na rara copia dell’edizione originale del “Discorso sul metodo” del filosofo Cartesio (1596-1650, nome umanistico italianizzato del francese René Descartes), è stata venduta all’asta in
Francia, durante un incanto organizzato ad Evreux, per un prezzo
record. L’edizione del celebre libro, che risale al 1637, è stata
acquistata ad un libraio antiquario francese per 78mila euro, prezzo che sale, con le tasse, a 90.343 euro. La copia, finora ignota e
non catalogata, è partita da una stima di 50mila euro. L’acquirente
ha chiesto l’anonimato. La copia battuta all’asta ad Evreux era stata
scoperta, per caso, in una biblioteca privata francese. A ritrovarla è
stato un esperto di libri antichi, in occasione di un inventario che
D
E nel 2050 staremo tutti
un po’ più stretti...
L
a popolazione mondiale crescerà
del 40 per cento entro il 2050, fino
a raggiungere i 9,1 miliardi di persone.
Lo dice l’ultimo rapporto Onu sulle
stime demografiche. La maggior parte
della crescita sarà da attribuire alle
popolazioni dei Paesi in via di sviluppo,
che passeranno da 5,3 a 7,8 miliardi,
mentre la popolazione dei Paesi più
industrializzati non subirà variazioni
significative, rimanendo intorno a 1,2
miliardi. La fertilità media nel 2050
passerà dal tasso attuale di 2,6 bambini
per donna a poco più di 2 bambini in
media per donna.
U
Insomma il famoso David di Michelangelo
ce l’ha normale o no?
L
a perfezione fisica del David di Michelangelo non è mai stata
messa in dubbio, anche se i fiorentini scherzano da sempre
sulle dimensioni del pene, ritenute non eccezionali. Ma un nuovo
studio condotto dall’Istituto olandese di Storia dell’arte di Firenze
dimostra che i genitali del David sono esattamente corretti per un
corpo maschile nella “tensione che precede il combattimento”
[l’uccisione di Golia]. In queste condizioni, una contrazione dei
genitali è stata considerata perfettamente normale. Insomma, quel
gran genio di Michelangelo aveva proprio calcolato tutto. Lo studio rappresenta la prima indagine anatomica completa del capolavoro di Michelangelo e mette a tacere le vecchie critiche secondo
Il giallista Dashiell Hammett finalmente riabilitato
P
er lo scrittore americano Dashiell Hammett (1894-1961), tra
i fondatori del romanzo noir, si avvicina negli Stati Uniti
l’ora della piena riabilitazione. La senatrice Dianne Feinstein ha
presentato una risoluzione al Senato di Washington per onorare
Hammett in occasione del 75/esimo anniversario
della pubblicazione del suo capolavoro, il romanzo RUBRICA
“The Maltese Falcon” (Il falcone maltese, 1930). A CURA DI
Se nessun membro del Senato americano avanzerà MIMMO
obiezioni alla proposta di onorare Hammett, la riso- SPINA
luzione sarà adottata automaticamente. Lo scrittore,
che fu detective dell’Agenzia Pinkerton a San
Francisco, si iscrisse ancora giovane al partito
comunista americano. Ciò gli costò ingiuste persecuzioni ad opera del senatore McCarthy. Nel 1951
fu processato e condannato per essersi rifiutato di
fare i nomi di presunti cospiratori comunisti da lui
aiutati economicamente. Secondo la senatrice
Dianne Feinstein, la città di San Francisco dovrà
essere la prima a celebrare “Il falcone maltese”,
perché il romanzo, iniziatore di un genere, ha fatto
della metropoli californiana “il centro della narrati-
Perché «solo» gli stenografi italiani
San
Cassiano?
Il singolare patrocinio
sono protetti da
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
di ANNA MARIA
TROMBETTI
18
voluto da Pio XII nel 1952
D
a quell’incredibile accumulo di
cultura e di memorie, che è lo studio di Angelo Quitadamo a Napoli, dove,
fin dai tempi del padre Giuseppe, la storia della Stenografia italiana ha trovato il
suo osservatorio privilegiato e l’ambito
consono alla conservazione e fruizione
dei suoi dati, sono venuta in possesso di
un’importante bibliografia sul “movimento” delle idee che, negli anni Cinquanta del secolo trascorso, portò alla
proclamazione di San Cassiano da Imola, Protettore degli Stenografi italiani.
Le nostre conoscenze, dunque, il cui
risveglio in patria è avvenuto recentemente grazie alla curiosità indagatrice di
Gian Paolo Trivulzio e al suo entusiasmo
propositivo e coinvolgente (vedi il nostro
servizio sul N. 67 della Rivista) si arricchiscono di un fondo prospettico che merita l’apertura di una seconda puntata.
Partiamo dal 23 dicembre 1952, data
del favorevole pronunciamento canonico
sul patrocinio del Martire, contenuto nel
Breve di Pio XII e reso ufficiale dal
Card. Brugnola: la decisione del Papa, di
accogliere le istanze del mondo stenografico italiano, inoltrate sotto l’egida
della Federazione Stenografica Italiana
Gabelsberger-Noe e fatte proprie dalla
Congregazione dei Riti (presieduta dal
Card. Micara), aveva dato definitiva
conclusione – almeno per quanto riguardava il nostro paese – ad una nobile, ma
accesa disputa tra sostenitori di diverse
figure di Santi riconosciuti dalla Chiesa.
C’erano, in gara con San Cassiano da
Imola, San Cassiano di Tangeri e San
Genesio d’Arles: ma anche Sant’Eucherio, secondo Giuseppe Quitadamo,
avrebbe vantato qualche titolo per far
parte della rosa dei candidati.
Sostenitore del francese Saint Génes
d’Arles, martirizzato durante la persecuzione diocleziana, era stato il connazionale Roger Richet il quale, persino a distanza di tre anni dal supremo riconoscimento ecclesiastico a favore del Santo
imolese, tornerà sulla questione imputando agli stenografi italiani un errore
storico e professionale. Questi non
avrebbero tenuto conto, tra le altre cose,
della priorità dell’ufficiale proposta di
designazione di San Genesio avanzata
nel 1912 dallo stenografo spagnolo M.
Ardura a nome proprio e di 1000 stenografi di diverse nazioni riuniti per il X
Congresso Internazionale di Stenografia
a Madrid. Sennonché, osservava Giuseppe Quitadamo scrivendo su La Lettura
Stenografica del tempo (1957), le proposte riguardanti San Cassiano da Imola risalivano ancora più indietro: già nel
1886 l’avv. Raffaele Maietti aveva parlato di lui mettendone in luce l’elemento
del martirio e, nel settembre del 1912,
dalle pagine del giornale Il Trentino un
ecclesiastico, il Padre Innocenzo Ploner,
ne aveva esplicitamente caldeggiato la
nomina a Protettore degli Stenografi.
Molto importante la puntualizzazione
di Quitadamo sul discrimen che aveva
portato alla definitiva sentenza della Santa Sede: tutti gli interventi dei postulanti
a favore di San Cassiano – precisa il professore – avevano messo in luce il legame diretto tra il suo martirio e l’insegnamento da lui praticato della Stenografia
attraverso la quale, come aveva già rilevato e scritto nel suo Inno il poeta latino
L
o stesso argomento, spiega Quitadamo, vale per San Cassiano di Tangeri
e Sant’Eucherio, ambedue scrivani che
furono martirizzati per il loro rifiuto di
scrivere le sentenze di morte nei confronti, rispettivamente, di San Marcello e
di San Teodoreto.
Della venerazione che andava diffondendosi nel mondo stenografico italiano
per San Cassiano da Imola, si era fatto
interprete lo stesso Giuseppe Quitadamo
oltre trent’anni prima quando, nel 1921,
scrivendo su La Propaganda Stenografica di Palermo, aveva sostenuto la necessità di fare passi presso la Santa Sede al
fine di ottenere il riconoscimento ufficiale del patrocinio del Santo. Lo afferma
egli stesso nell’articolo suddetto, ma ne
troviamo riscontro anche nella relazione
del Prof. Francesco Pisanti al XII Congresso Stenografico Nazionale tenutosi a
Napoli nel 1951; anzi, in questo intervento, è detto che il primato della richiesta agli organi ecclesiastici e i più importanti passi successivi, sono da ascriversi
a merito di Quitadamo. La relazione di
Pisanti, inserita in una mozione ufficiale
diretta alla Santa Sede, sarà a sua volta
determinante per l’esito favorevole dell’iter presso il Magistero Apostolico, e il
Decreto Pontificio dell’anno successivo
si richiamerà espressamente al voto unanime dei Congressisti riconoscendone la
piena attendibilità.
A questo punto, mentre sembrerebbe
compiutamente realizzato l’ideale di collegare l’Arte e la Scienza stenografiche
ad un più alto e trascendente fine, fa riflettere – e delude le aspettative degli
Stenografi sparsi nel mondo – il fatto che
la “protezione” del Santo di Imola sia
stata accordata solo all’Italia. Nel citato
Breve di Pio XII è detto che “… a Noi
furono rivolte preghiere perché ci degnassimo eleggere così grande Uomo a
Patrono Celeste degli Stenografi Italiani; le quali preghiere… noi stimammo di
buon animo essere degne di accoglienza”. Ma veramente i richiedenti italiani
furono animati da spirito partigiano? È
importante, a mio parere, dare una risposta al quesito, soprattutto in costanza
delle attuali – e certamente benemerite –
iniziative americane coordinate da Bill
Parsons, e allo scopo di evitare che le
nostre lingue entrino in babelica confusione. Sarebbe auspicabile un progetto
comune di riordino delle informazioni
che ci vengono dal passato, progetto al
quale questo mio personale contributo di
ricerca vuole essere solamente di introduzione fornendo la necessaria bibliografia e rimarcando alcuni fatti imprescindibili per la comprensione dell’intera, appassionante vicenda.
Martirio
di San Cassiano,
quadro di
Pietro Tedeschi
nella Cattedrale
di Imola
O
ccorre, innanzitutto, operare una
distinzione linguistico-concettuale: affermare che la concessione del patrocinio era avvenuta sulla base delle
istanze italiane – per altro, c’è da aggiungere, sostenute da una grande serie
di dibattiti e di promozioni a largo raggio, anche in campo non italiano – non
significa dire che quelle istanze mirassero ad un riconoscimento parziale. La
prova più evidente di ciò è contenuta
proprio nella relazione di Pisanti dove
non esiste alcun riferimento a rivendicazioni nazionalistiche: “Oggi, a distanza
di un trentennio – leggiamo in uno dei
passaggi della stessa – ritorna l’eco buona e appassionata di quella prima scintilla che si levò nel 1921 dal cuore di
Napoli e che chiedeva con viva fede S.
Cassiano Protettore degli Stenografi”.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
cristiano Prudenzio, egli cercava di far
entrare nel cuore dei giovani allievi l’amore alla fede di Cristo. Se, cioè, “davanti al trono di Dio, tutti i santi avrebbero potuto assumere l’ufficio di patrono
degli stenografi, perché tutti… davanti al
Trono del Signore sono eguali… c’era
piuttosto da scegliere un santo che, per le
funzioni esplicate in vita, potesse essere
più adatto ad essere venerato dagli stenografi come proprio patrono”. Continuando nella dissertazione, l’autore dell’articolo cita un illustre studioso ligure
coevo, l’Avv. Domenico Pezzi il quale
“con dotti articoli pubblicati nel giornale
Il Risveglio di Genova, ha dimostrato
che San Genesio si è rifiutato di registrare una sentenza dichiarandosi cristiano;
con ciò non significa che egli in quel momento faceva lo stenografo. San Genesio
era un cancelliere… e come tale… era tenuto a copiare gli atti e le sentenze.
Quindi, se egli è da venerarsi come martire della fede, non si può dire che sia
stato martire per la stenografia”.
19
La coperta del
fascicolo
stenografico di
Francesco Pisanti
su San Cassiano
Non compare, come si vede, accanto a
“Stenografi” la precisazione di “italiani”, così come, negli articoli della successiva delibera approvata dal Congresso, si dice: “Il XII Congresso Stenografico Nazionale Gab. – Noe, riunitosi a Napoli;… considerato che questo Santo è
ormai già riconosciuto come protettore
degli Stenografi; nell’intento di definire
il riconoscimento canonico di Patrono di
S. Cassiano d’Imola per gli Stenografi;
delibera di richiedere alla S. Sede tale
definizione e l’emissione di un decreto
Pontificio perché S. Cassiano possa essere riconosciuto e venerato dagli stessi
Stenografi come loro protettore”.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
C
20
ome, dunque, spiegare la “riduttiva” attribuzione del patrocinio di
S. Cassiano contenuta nel Breve? Come
una svista oppure come un vero e proprio
equivoco in cui era incorsa la Commissione preparatoria del testo sottoposto alla
firma del Papa? E quali furono – se vi furono – le “reazioni” al canonico pronunciamento stante il fatto che esso non poteva essere fatto oggetto di rettifiche?
In attesa di ulteriori approfondimenti
e riscontri su questo elemento cruciale,
rifacciamoci ai personaggi che, in Italia
e all’estero, si resero protagonisti delle
iniziative volte a dotare l’intera categoria
degli Stenografi della referenza di un
Santo Patrono. È ancora la Lettura Stenografica del 13 agosto 1954, con un articolo di Giuseppe Quitadamo, a venirci
in soccorso, sottolineando il fatto che la
mozione approvata dal Congresso di Napoli “chiedeva il Patrocinio di S. Cassiano non solo per gli Stenografi italiani”.
Ed immediatamente aggiungeva: “La limitazione del Patrocinio ha voluto significare, probabilmente, che, poiché gli
Stenografi italiani avevano insistito nella richiesta, non si poteva concedere il
Patrocinio per gli Stenografi delle altre
nazioni senza un’espressa richiesta di
questi”. Dunque, occorreva un’azione
ulteriore, che coinvolgesse i colleghi
delle altre nazioni, più di quanto non fosse già avvenuto fino a quel momento.
Fattosene interprete, lo stesso Quitadamo dice: “A tale scopo non abbiamo
mancato di interessare gli Stenografi
delle altre nazioni perché facessero pervenire alla Santa Sede la loro richiesta
per potere, da parte nostra, insistere sulla estensione del Celeste Patrocinio di S.
Cassiano per gli Stenografi di tutto il
mondo” e più oltre informa che l’interessamento degli Stenografi a livello mondiale non si era fatta attendere: “La Rivista di Parigi L’Unitée sténographique…
ha pubblicato diversi articoli sull’argomento; il Prof. Aristide Isotta, anche a
nome degli Stenografi svizzeri, ha diretto alla Santa Sede una formale richiesta
in merito; la Rivista spagnola El mundo
taquigrafico… pubblica il testo delle
mozioni approvate al Congresso ispanoamericano-filippino tenutosi a Madrid
nel mese di ottobre 1953. La XI mozione… dice: ‘Che il Congresso si diriga
alla S. Sede, per mezzo della S. Congregazione dei Riti, perché il celeste Patrocinio di S. Cassiano d’Imola recentemente decretato da SS. Pio XII per gli
Stenografi italiani, sia esteso agli stenografi spagnoli e ibero-americani’ “Ed
ecco, a fugare ogni residuo dubbio sulla
lealtà e sull’impegno italiano in appoggio ai colleghi di ogni nazione e continente, le parole decisive: “… vogliamo
rivolgere al nostro S. Patrono, in occasione della sua Festa, una speciale supplica perché Egli accolga sotto il manto della sua protezione gli Stenografi
di tutto il mondo… e perché tutti gli
Stenografi, di qualunque nazione, siano maggiormente uniti anche nel vincolo della fede dei giusti e dei forti”.
N
el 1956 i partecipanti al XIV
Congresso Stenografico Nazionale di Bari davano mandato a Giuseppe
Quitadamo di “proseguire l’azione per
ottenere dal Santo Padre l’estensione del
patrocinio di S. Cassiano per gli stenografi di tutto il mondo”, dopodiché, sia
per il sovrapporsi di nuove questioni nell’ambito generale delle attività stenografiche, ma anche per la fisica scomparsa
delle figure culturalmente e professionalmente più rappresentative che avevano condotto le procedure – anche Pio
XII, nel 1958, lascerà questo mondo – vi
fu un naturale riflusso dell’interesse per
l’argomento fino… ai nostri giorni. Infatti, come si è detto in principio, il mondo Intersteno, in un dinamicissimo
scambio di notizie e di propositi fra l’America, la Svizzera e l’Italia, è improvvi-
samente uscito dalla quiescenza ed ha
aperto uno squarcio sull’attivismo collaterale dei colleghi statunitensi bene intenzionati a… rifarsi nel campo dell’agiografia “stenografica”.
E bene è stato. Non tanto, forse, per
ottenere una duplicità di Santi-Patroni,
uno per l’Italia e l’altro per il resto del
mondo (cosa, del resto, improbabile e
non produttiva nel suo significato separatista) quanto per raggiungere ciò che
non fu perseguibile a suo tempo: l’unità
della nostra categoria universalmente definita da uno status di ancor più grande
dignità. Per noi Stenografi del Terzo
Millennio, indipendentemente dai campi
in cui esplichiamo la nostra attività e dalle metodologie adoperate per la ripresa
del parlato, è assolutamente importante
la questione di connettersi in unità
profonda di fini e di visioni: avere un
Santo unico a cui guardare significherebbe mantenere alto il tono di una professione nata per le più nobili applicazioni,
preservandola dall’esclusivo ancoraggio
ai guadagni materiali o al prevalere di
una tecnologia sull’altra. Perché, come il
Logos ha trovato incarnazione nelle Sacre Scritture, così le scritture multime-
diali dei nostri tempi e di quelli che verranno, possono trascendere le necessità
di una comunicazione essenziale per recuperare gli infiniti significati che sottendono alle parole e fare di queste un
veicolo di pace e di solidarietà tra uomini vicini e lontani.
Nota 1 - La Bibliografia citata è stata
fornita dal Prof. Angelo Quitadamo che ne
è l’autore e che si ringrazia anche per le
informazioni di prima mano elargite. In
Lui vive ancora la pratica cultuale di mettersi in contatto nel giorno della Festa del
comune Patrono, il 13 agosto, con il Capitolo Metropolitano della Cattedrale di San
Cassiano, per un’unione di preghiera con i
Religiosi e l’ideale affratellamento con gli
Stenografi sparsi per il mondo.
Nota 2 - I termini Stenografo/i, Stenografia, vengono indicati in maiuscolo per
un mio costume di rendere onore alle funzioni rappresentate dalla Categoria alla
quale io stessa mi vanto di appartenere, e
alla nobile arte bimillenaria da questa
praticata per la diffusione della cultura
scritta e parlata.
31/3/05
Cara Anna Maria,
ho letto il tuo articolo per San Cassiano che proponi alla pubblicazione nel
prossimo numero della Rivista degli
Stenografi. È magistrale in ogni punto e
storicamente è perfetto. Ti rivolgo vivi
complimenti per aver saputo interpretare i vari fatti storici trattandoli bene e
facendo scaturire la verità sui fatti stessi.
Effettivamente gli italiani si sono impegnati a far sì che i colleghi delle altre
nazioni avessero provveduto ad inoltrare
le loro istanze formali alla Santa Sede,
ma il movimento si è interrotto in questi
ultimi decenni anche per la scomparsa
dei protagonisti.
Il tuo articolo riapre il discorso ed è auspicabile che gli altri, nel seno dell’Intersteno, riprendano
l’azione che va condotta secondo le linee tracciate
nel passato, e cioè che i singoli gruppi nazionali
presentino alla Santa Sede le loro istanze che devono essere appoggiate dai singoli ordinari vesco-
La coperta del
fascicolo su San
Cassiano di
Angelo M.
Quitadamo
vili e dai cardinali che fanno parte della curia vaticana, molto internazionale.
Te lo restituisco, quindi, rinnovandoti il mio
plauso.
Ti abbraccio
Angelo Quitadamo
Il difficile cammino verso la
di MASSIMO
UGLIANO
trasmissione
della scrittura
e le comunicazioni odierne
(parte prima)
I
l segnale elettrico così come si presenta, non può essere avvertito direttamente dall’uomo1, tuttavia, per le sue
stesse caratteristiche intrinseche è facilmente suscettibile di idonee trasformazioni capaci di renderlo non solo percepibile o registrabile, quanto poi di poter
essere modificato, manipolato (vedi note
2, 9 e 44), ridotto, corretto, aumentato,
filtrato, a seconda delle circostanze e dei
bisogni2.
In questa sede vogliamo, prima di tutto, fermare l’attenzione fra i tanti autori
citati nell’articolo precedente3, in modo
particolare sui nomi di Samuel Morse
(1791-1872)4, di Elisha Gray5 e, soprattutto, dell’italiano Giovanni Caselli6, al-
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
1
22
Provocherebbe una ‘scossa’ che se di grande
violenza potrebbe addirittura essere fatale. Le
conseguenze degli effetti nocivi sui nervi sensitivi
e motori dell’organismo indotti da una scarica
elettrica dipendono essenzialmente dalla sua intensità, dalla durata e dal tipo di corrente. Risultano mortali quelle dove si superano 60-70 mA e/o
legate ad una serie di condizioni e circostante, a
volte, sfavorevoli agli individui. La corrente alternata, in linea generale, è più pericolosa di quella
continua.
2 Per diverso tempo ci siamo sforzati di trovare un
sistema completo di trasmissione e ricezione diretta ed immediata per disabili non vedenti privi
anche dell’udito e della voce e proprio all’inizio
del corrente anno siamo riusciti ad adattare l’impulso elettrico trasformato in una inusuale modalità - mai presa in considerazione in questo campo
- attualmente all’esame degli organi competenti
per eventuale sperimentazione. Cfr. M. UGLIANO, Progetto ‘V’; Musica digitale ed effetto ‘V’.
Per l’adattamento alla musica siamo partiti dall’esame - rivelatosi interessantissimo - di alcune apparecchiature, dell’estensione fatta dal Braille e di
talune applicazioni della stenografia, rinviando il
lettore alla trattazione particolareggiata. Proprio a
tale riguardo, il prof. F. Giulietti nella sua
celebre“Storia delle Scritture Veloci” diceva:
“...Come rappresentazioni di suoni, o meglio di
impressioni uditive, nè propriamente adatte per
raccogliere esecuzioni musicali, ma piuttosto per
redigerne o annotare composizioni,...”. Significative le osservazioni in merito di G. Prete, di I. Prévost e soprattutto di Félicité, figlia di Coulon de
Thévenot, inventore della Tachigraphie nel 1779.
Di questi ultimi, in altra sede, abbiamo approfondito gli studi e tracciato un profilo che inviamo a
parte alla “Rivista”.
3 Cfr. “Rivista degli stenografi”, nn. 65, 66, 67/
2004-2005.
4 Notizie e Bibliografia specifica in M. UGLIANO, Morse e Braille a confronto; Segnali e Comunicazione a distanza.
5 Nato a Barnesville nell’Ohio nel 1835, morì a
Newtonville nel 1901. Si interessò, in particolare,
di un registratore Morse del quale ottenne il brevetto nel 1867 e di alcuni tipi di telegrafo (ripetitore, annunciatore, switch e typewriting). Costruì
gli impianti telegrafici e telefonici fra Chicago e
Cleveland, New York, Boston e Philadelphia.
Fondò la Gray Electric Company nel 1893. Cfr.
Appleton’s Cyclopaedia of American biography
(1888); The National Cyclopaedia of American
biography (1898); Memorial and Biographical
Record (1897/98); Who’s who in America
(1899/1900); O. Adams; B. J. Harper; W. Herringshawt.
6 Nacque a Siena nel 1815 e morì a Firenze nel
1891. Nel 1836 ricevette il diaconato e per un periodo insegnò fisica all’Università di Firenze.
Escogitò un apparecchio per misurare la velocità
dei treni denominato Cinemografo ed un sistema
di comando elettromagnetico per il timone delle
navi. Nel 1857 si recò a Parigi per mostrare il
Pantelegrafo allo scienziato J.B.L. Foucault, il
quale lo presentò a P. Froment, proprietario di una
ditta di costruzione di motori elettrici, dove l’apparecchio fu perfezionato e fatto conoscere dal fisico A. E. Bequerel (il 7 marzo del 1858) a Napoleone III. I primi esperimenti - perfettamente riusciti - avvennero sulla linea Parigi-Amiens di 140
L
’americano Elisha Gray, oltre a modifiche al telegrafo ed al telefono (note
le sue controversie con A. G. Bell per
motivi di priorità analoghi a quelli di A.
Meucci), progettò il Telautograph10 per
km ed il musicista Gioacchino Rossini che in quei
giorni si trovava a Parigi trasmise telegraficamente il suo autografo con il nuovo sistema (vedi note
8 e 19). Successivi allacciamenti furono la Firenze-Livorno, la Parigi-Marsiglia di ben 1000 km,
Londra-Liverpool (1863), Pietroburgo con le residenze imperiali (1864) e vennero fatte perfino alcune installazioni in Cina nel 1885. L’unico
esemplare superstite del Pantelegrafo è conservato a Napoli presso l’Istituto G. B. Della Porta ed
una copia a Roma presso il C.N.R. Cfr. P. LAROUSSE, Grand Dictionn. Universel du XIX siècle; D. FRANCI, La trasmissione telegrafica delle immagini.
7 Leopoldo Nobili (1784-1835) professore di fisica a Firenze. Il suo nome è legato al dispositivo
astatico per i galvanometri a magnete mobile ed
alla costruzione delle prime pile termoelettriche.
Si dedicò a vari temi scrivendo: Introduzione alla
meccanica della materia; Trattato d’ottica; Trattato sul calorico; Questioni sul magnetismo.
8 L’invenzione si basava sull’uso di due grandi
pendoli, di uguale lunghezza, uno nel trasmettitore ed uno nel ricevitore le cui oscillazioni venivano mantenute sincrone da uno speciale dispositivo
elettromagnetico comandato da un orologio rego-
latore (vedi nota 15). Cfr. F. SAVORGNAN DI
BRAZZÀ, L’abate Caselli e la trasmissione telegrafica delle immagini.
9 Una modifica adatta prima a non vedenti e successivamente a portatori di handicap multipli
(vedi nota 2) è stata da noi stessi, già da qualche
tempo, considerata e descritta. Cfr. M. UGLIANO, Osservazioni sulla possibilità di estendere ai
non vedenti il codice Morse; Metodo ‘M’. Per applicazioni tradizionali della Stenografia ai privi
della sola vista, cfr. C. BALLÙ, Sistema stenografico per ciechi (1881); A. MASCIOTTA, Le
abbreviazioni e la stenografia nella scrittura
Braille (1907); B. OCCHETTI CRIPPA, Stenografia ad uso dei ciechi - Saggio di applicazione
dei principi della Stenografia G.-N. alla Scrittura
Braille (1913); Stenografia ad uso dei ciechi
(1914). Per la recentissima realizzazione ancora
in fase sperimentale della stampante Braport, cfr.
P. SUCIU-G. DE MEY-E. DE BAETSELIER,
Thermal addressing of thin thermoplastic sheets
for generating Braille codes (1997).
10 Il principio era semplice e particolarmente intelligente e l’apparecchio riusciva a scrivere su
carta comune in rotoli. “Is a... short-line telegraph
used to communicate handwriting and sketches.
At the transmitter the motion of the pen or stylus
trances out the material to be transmitted, and
this motion is converted into electrical signals
that are transmitted to the receiver. A pen or stylus at the receiver trances out the same motions
as those of the transmitting pen, this reproducing
the writing or sketch...”. Cfr. E. GRAY, Telegraphy and Telephony; Experimental researches
in electro-harmonic telegraphy and telephony,
(1878).
Fig. 1 – Schema di
una delle più
recenti
applicazioni/
combinazioni del
Morse: Circuito
telegrafico (TG)
supervirtuale su
bicoppie di
apparecchi
telefonici (TF)
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
lievo del Nobili7, poco conosciuto e che
invece – per primo al mondo – realizzò
qualcosa che può essere ritenuta alla
base dei futuri sviluppi e che conteneva
una serie di idee veramente innovative,
messe in pratica con i soli mezzi allora a
disposizione: il Pantelegrafo o Telegrafo
universale8.
Come è noto il Morse fu l’artefice del
famosissimo telegrafo [figura 1] ma l’importanza della sua scoperta consiste sia
nel manipolatore per l’invio e la ricezione
dell’impulso elettromagnetico (nello stesso periodo molti altri autori avevano ideato qualcosa di simile fondato sullo spostamento di aghi mobili), sia nell’innovativo
e specifico codice – divenuto internazionale – basato su due soli simboli (tratto e
punto)9, che, nonostante l’apparato sia ormai in disuso, riesce a sfidare il tempo, resistendo egregiamente alle più moderne
attrezzature proprio per le sue geniali e
quanto mai semplici caratteristiche che
consentono l’enorme versatilità di essere
immediatamente utilizzato e compreso,
senza particolari difficoltà, in modalità
scritta, ottica o sonora.
23
l’inoltro di testi a mezzo filo con un principio diverso (elettromeccanico misto correnti pulsanti - penna - ‘stylus’)11 da
quello del Caselli. Quasi contemporaneamente, in Inghilterra, A. C. Copwer
addiveniva a conclusioni simili e P. A.
Gruhn metteva a punto il Telechirograph12 con due elettromagneti. Per gli
appassionati della Stenografia segnaliamo che alcune apparecchiature nate in
origine per la registrazione meccanica
delle parole furono in alcuni casi adattate
alla telegrafia: è il caso del famoso “Apparato stenografico a tastiera” (brevetti
del maggio 1876 e gennaio 1878) del
prof. Antonio Michela, con i nipoti Pietro Gabriel e dell’ing. Giovanni Michela,
modificato dall’ingegnere civile G. A.
Cassagnes nel 1885 (Sténo-télégraphie),
dello Steno-Telegrafo (Teleelettrografo
Universale) di Luigi Lamonica che già
da un’idea di David Edward Hughes
aveva preparato una Macchina Logomerografica fra il 1869 ed il 1881, della
“Presse sténographique destinée à écrire mécaniquement avec la vitesse de la
parole et pouvant s’appliquer avec
avantage aux transmissions télégraphiques” di H. Gensoul del 1868, del nuovo
sistema telegrafico universale (Fono-telegrafia) di G. Vincenti del 1893. Per le
loro peculiarità, il ‘Tonografo’ di L. S.
Cagnazzi (1841), il ‘Raphigraphe’ di P.
Foucault (collega del Braille) del 1850,
il ‘Kleidograph’ (1894) e lo ‘Stereograph’ (1900) entrambi di W. B. Wait,
vengono descritti a parte.
P
rima di passare oltre, parliamo, brevemente13 della creazione del Caselli [figura 2] perché conteneva tutte le caratteristiche14 che successivamente hanno portato al fax, alla posta elettronica,
ma soprattutto alla ‘temporizzazione’ fra
Fig. 2
Pantelegrafo
Caselli
24
circuiti (clock)15 ed oggi anche alla sottoscrizione per via telematica e relativa
sicurezza e riservatezza16. Le ricerche
dell’epoca erano orientate a perfezionare
gli apparecchi esistenti nel tentativo di
eliminarne i numerosi difetti oppure di
riuscire a realizzare un sistema nel quale,
al posto della codifica o di segni conven11
“...In Gray’s apparatus the transmitting pen is
connected by silk cords to mechanism by means of
which the motions of the pen cause a pulsatory
current to tass into two telegraph wires. These
pulsatory currents produce rapid pulsatory motion of the armature of a system of electromagnets
by means of which the receiving pen is caused to
follow the motions of the transmitter...”.
12 L’attrezzatura del Gruhn risultava differente da
quella di Gray soprattutto nella fase di ricezione:
“...The transmitted currents influence two electromagnets which in turn cause a small concave
mirror to move; a light ray from a small incandescent lamps falls upon the mirror whence it is reflected to a sheet of sensitized paper...”.
13 Maggiori dettagli in M. UGLIANO, Viaggio
all’interno del Computer; La trasmissione della
Scrittura; Il trasferimento dei disegni e della grafia. Ci teniamo a ricordare, a questo proposito,
che il prof. Carlo Enrico Noe (1835-1914), noto
esperto e studioso del sistema Gabelsberger, nel
1866 si interessò all’invenzione scrivendo: “Il
pantelegrafo Caselli e la Stenografia”. Nel “Bollettino della Accademia Italiana di Stenografia”,
anno V, n. 1/1929 Wenzl Hubert parla dell’”Uso
della stenografia nella telegrafia delle
immagini”.
14 A quel tempo due fisici inglesi (Bain e
Blackweir) avevano tentato di risolvere il problema per le immagini, ma senza successo.
15 Tutte le unità centrali dei calcolatori utilizzano
un clock (orologio) di precisione per il loro ritmo
interno (costituito, attualmente, da circuiti oscillatori a cristalli di quarzo) con frequenza compresa
fra qualche MegaHertz (milioni di impulsi al secondo) e qualche centinaio di MegaHertz ed un
altro a frequenze minori per le unità di trasmissione e ricezione seriale che devono rispettare cadenze prestabilite per un corretto scambio di informazioni (i più diffusi valori di Baud rate sono 1200,
2400, 4800, 9600, 14400, 19200, 28000 bit/sec.).
16 Una volta risolto il problema della trasmissione di una ‘firma’, è sorto, come ovvia conseguenza, quello della sua validità, affidabilità ed attendibilità. Oltre al DES della IBM ricordiamo lo
standard X.509 che è uno dei metodi più usati per
risolverne elettronicamente l’autenticità. Cfr. C.
GALLOTTI, Sicurezza delle informazioni; P. RIDOLFI, Firma elettronica; L. BERARDI, Algebra e teoria dei codici correttori; L. BERARDIA. BEUTELSPACHER, Crittologia; D: G:
HOFFMAN-D. A. LEONARD, Coding Theory;
O. PRETZEL, Error-Correcting Codes and Finite Fields; A. S. VANSTONE-P. C. Van OORSCHOT, An introduction to error correcting with
applications; C. P. PFLEEGER, Security in Computing.
zionali, si potesse effettuare l’invio diretto di lettere alfabetiche, cifre o addirittura di un intero manoscritto17 e anche disegni18 o stenogrammi (vedi nota 13). Il
merito principale dello studioso fu proprio quello di riuscire a sincronizzare
due apparati di telecomunicazione posti
a notevole distanza e l’attuazione di un
singolare servizio di trasmissione telegrafica di documenti grafici19.
Fig. 3 – Schema di
Telegrafia Duplex
C
omunque, intorno agli anni 30-40
del ’900, nonostante i nuovi ritrovati, le comunicazioni cominciavano ad
avere esigenze sempre più pressanti ed in
continua crescita. Costi, velocità, invio
contemporaneo, distanze, interferenze,
imprecisioni, inesattezze, mancanze, degrado del segnale, attenuazioni, instabilità, riduzione dell’intensità, disturbi, errori, distorsioni erano alcuni dei problemi e delle necessità che le tecnologie dell’epoca non riuscivano ormai più a seguire, contenere e supportare. Le modifiche
apportate al Morse, i sistemi combinati
Creed-Weatstone, il codice Baudot, il duplex-multiplex e derivati di Edison [figura 3], la telescrivente20 [figura 4], rapni del pendolo (vedi nota 8) esplorava tutta la lastra con il suo moto di andirivieni combinato con
un avanzamento laterale. La corrente di linea risultava così lanciata o interrotta nel circuito telegrafico a seconda che la punta entrava in contatto
con la lamina metallica o con l’inchiostro. Alla
stazione ricevente un altro punzone sottilissimo
con movimento perfettamente uguale ed isocrono
con l’altro, scorreva su un foglio di carta imbevuto di una soluzione chimica di prussiano di potassio che al passaggio della corrente si decomponeva lasciando una striscia azzurra. Al termine del
tracciato appariva il Caselligramma. Cfr. G. SALIN, L’abate Giovanni Caselli e il Pantelegrafo.
20 Nel 1890 l’inglese F. Creed (1871-1957) inventò il Teleprinter o Teletypewriter o ancora Teletype ripreso nel 1906 da Joy Morton e Charles
Krum e commercializzato più tardi come apparato
telegrafico aritmico denominato telescrivente. In
sintesi è un dispositivo per ricevere e trasmettere
informazioni sotto forma di segnali elettrici codificati, poi, in ASCII. Nel caso delle ultime telescriventi, prima di essere sostituite dai sistemi di
ultima generazione, venivano usati 32 simboli diversi ciascuno dei quali era trasmesso con 5 bits,
come se i simboli fossero equiprobabili ed indipendenti; in tal modo sono in grado di trasmettere
non solo sequenze di un determinato linguaggio,
ma qualsiasi. Da essa sono derivati i servizi telex,
teletext, etc., nonché la tastiera utilizzata normalmente come periferica di ingresso dei P.C. per
l’inserimento dei dati da digitare a mano.
Fig. 4 – Teleprint
con carrello per
scrittura su foglio
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
17 Solo in tempi recentissimi Scanner, Web-camere, Fotocamere digitali ed E-mail (con collegamento in rete), videotelefoni, etc., riescono a fare
qualcosa del genere ma sempre e solo previa trasformazione (automatica) in ‘dati’ binari attraverso il Codice ASCII e più o meno elevato numero
di pixel (risoluzione/definizione).
Anticipiamo al lettore interessato che è in preparazione un nostro nuovo lavoro (dal presumibile
titolo di «Riflessioni e considerazioni per un nuovo metodo di memorizzazione ed inoltro delle
“parole”») per la semplificazione digitale della
registrazione e della trasmissione dei ‘vocaboli’
con un criterio sintetico e globale di individuazione - in parte diverso dall’attuale - che riteniamo
possa rivelarsi particolarmente utile. Vedi anche
nota 44.
18 Con il nome di ‘TELESCRITTURA’ viene indicato il più moderno sistema elettronico di trasmissione di disegni, tabelle, figure, diagrammi, etc.
per mezzo delle normali linee telefoniche, costituito da una tavoletta grafica con apposita penna e
da un monitor cui è collegato un dispositivo per la
decodifica dei segnali: l’immagine che un utilizzatore schizza con la penna elettronica su un foglio posto sulla ‘lavagnetta’, appare sullo schermo
del monitor dell’altro utente.
19 L’impianto del Caselli funzionava schematicamente in questo modo: il testo o la figura che si
voleva inviare venivano tracciati con inchiostro
comune grasso sopra una sottile lastra di stagno;
una puntina di platino comandata dalle oscillazio-
25
presentavano integrazioni e completamenti, ma sembravano non bastare mai e
nemmeno la telefonia, la radio e le prime
trasmissioni senza filo risolveranno tutte
le richieste21. Ogni cosa troverà esiti soddisfacenti solo dopo la grande guerra,
con la matematica e l’ingegneria dell’informazione e delle comunicazioni22
fondate su definizioni probabilistiche di
‘capacità di canale’ unite ad un particolare tipo di analisi combinatoria23. Si tratta
di Teorie recentissime che è possibile,
comunque, esporre e ricostruire storicamente e tecnicamente. Costituiscono un
quadro articolato inserito in più ambiti
che spazia dallo specifico campo di indagine agli interessantissimi rapporti con
altre discipline24.
laboriosi ma ineccepibili procedimenti hanno portato a conclusioni che materialmente non è stato
sempre possibile accertare e confermare al momento in laboratorio per la mancanza di adeguate
attrezzature. Si pensi a tutte le problematiche
connesse con l’energia atomica e relativi effetti.
Per poter controllare alcune supposizioni e studiare il comportamento di particelle elementari il fisico H. Kendall (vedi nota 70) si servì di un acceleratore lineare di ben 3 km di lunghezza. Successivamente poiché nemmeno questo risultò sufficiente ne sono stati realizzati modelli di tipo circolare in maniera che ad ogni giro l’impianto riesce a far aumentare sempre di più la velocità delle
particelle stesse, da un’idea di E. O. Lawrence
(1930) che costruì il primo esemplare di Ciclotrone [figura 5] con traiettoria a spirale.
I
n effetti, da un certo momento in poi il
sostegno matematico cominciò a diventare prima solo importante, poi fondamentale ed indispensabile in moltissimi settori dello scibile. Il lavorare con
metodo, precisione e rigore scientifico,
la verifica delle soluzioni trovate praticamente, la previsione teorica, la simulazione, la campionatura statistica, rappresentano gli strumenti giusti ed i presupposti per qualunque trattazione o attività
di approfondimento ed ormai da parecchio tempo non è più concepibile una
qualsiasi seria realizzazione senza la preventiva riproduzione25 logica. In altri
scritti26, abbiamo già trovato e citato inventori delle più svariate strumentazioni
che contemporaneamente si occupavano
di applicazioni e problemi algebrico/
geometrici distinti o strettamente collegati ai loro esperimenti o rilevazioni27,
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
21
26
Austin Louis Winslow (1867-1932) fu radiotecnico nei laboratori della Marina degli Stati
Uniti e pioniere della radiotelegrafia. Ideò un
grande numero di dispositivi trasmittenti e riceventi e fece importanti ricerche sulla radiopropagazione. Cfr. M. UGLIANO, Indagine sui metodi
di trasmissione ‘elettrica’ delle parole; Le ‘Stringhe’ di simboli.
22 Cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della moderna comunicazione a distanza.
23 Costituiscono parte integrante delle Teorie dell’Informazione e della Comunicazione quelle dei
Codici Rivelatori e Correttori di errori.
24 Cibernetica, Informatica, Telematica, Stocastica, Ergodica, etc.
25 In circostanze più vicine a noi è addirittura capitato l’inverso: intensi approfondimenti teorici e
Fig. 5 – Ciclotrone
26 Cfr. M. UGLIANO, Dal Morse alle trasmissioni odierne; I Segnali; Informazione e comunicazione; La trasmissione delle informazioni; La
trasformazione dell’Informazione dal 1948 ad
oggi; Struttura e architettura dell’Informazione
moderna.
27 Fra i tanti legati in forma diretta o indiretta agli
studi sull’elettricità o sul magnetismo oppure alle
problematiche in esame, compaiono: J. G. Bohenenberger (1765-1831) [elettrometro - trigonometria]; K. F. Gauss (1777-1855) [spazio curvo, soluzioni di equazioni - telegrafia elettromagnetica,
fisica, astronomia]; C. Babbage (1792-1871) [tavole logaritmiche - difference analytical engine];
O. Heaviside (1850-1925) [elettrofisica e matematica - distorsione su lunghe distanze, strato E
dell’atmosfera]; A. E. Kennelly (1861-1939) [applicazioni matematiche all’elettrotecnica - ionosfera, reti in corrente alternata] e naturalmente
molti altri.
28 In ogni momento, dalla sistematica interpretazione di fatti e di fenomeni specifici, l’acuto ed
oculato osservatore può trarre conclusioni tramandate, in passato, solo oralmente e ad una ristretta cerchia di adepti (Talete, Pitagora, Zenone,
Socrate, Platone, Eudosso, Euclide, Archimede,
Apollonio, Eratostene, etc.). Teniamo, inoltre presente che in origine le terminologie erano, spesso,
semplici ed elementari [nelle figure 6a e 6b sono
riportati antichi simboli matematici] ma alcuni
concetti ed idee corrispondevano perfettamente
naturalmente sempre in rapporto al determinato momento storico28. Soltanto
dopo un lungo periodo di tempo, una differente concezione della ricerca scientifica ha aperto scenari diversi fino ad arrivare alla esigenza di pubblicazione e diffusione su vasta scala29 ed al lavoro di
equipe30.
S
e consultiamo l’Appendice e la cronologia allegate ad altri componimenti31, ci rendiamo conto che fra i tanti
grandi matematici di tutto il mondo elencati, a volte, in pochi anni, sono stati
contemporaneamente operativi personaggi notissimi che con i loro ritrovati o
geniali intuizioni hanno cambiato il corso del pensiero e delle vicende umane e
ci teniamo a sottolineare il fatto che alcuni di essi, in località diverse e lontane
e senza essere in contatti, pervenivano
agli stessi risultati come ad esempio si
verificò per l’ideazione dei logaritmi32
che fu uno dei più ragguardevoli successi della matematica pratica dei sec. XVI
e XVII per la semplificazione dei calcoli
più complessi33.
alle problematiche trattate, in seguito, con maggiori dettagli tecnici. Ad esempio, uno dei più importanti metodi ‘sintetici’ per la risoluzione dei
problemi di geometria elementare, attribuito ad
Euclide e ad Apollonio Pergeo è la ‘Regula Fal-
Fig. 6a
si’. Trattasi, certamente, di un sistema per tentativi o della ‘falsa posizione’ che se reiterato porta a
risultati soddisfacenti. Da esso derivano la geometria proiettiva (proiettività, prospettività tra rette, fasci e punteggiate, invarianti proiettivi) e le
equazioni bilineari in matematica. Cfr. A.
SGROSSO, Elementi di proiettiva; M. UGLIANO, Regula Falsi.
Fig. 6b
29 C. Babbage (vedi nota 27) in una lettera diretta
allo scienziato Sir David Brewster (1781-1868)
fondatore della Britsh Association for the Advancement of Science [noto per i suoi lavori di ottica,
fisica, mineralogia, cristallografia (cfr. Treatise
on Optics, 1832), per il ‘punto neutro’ e per l’unità di misura della costante di proporzionalità
nella birifrangenza meccanica], parlava appunto
della necessità di divulgazione delle notizie e del
passaggio dallo sforzo individuale alla “unione di
Accademie”. Riteneva fondamentali la raccolta ed
il confronto di dati numerici che contribuissero a
spiegare la natura e soprattutto ad evitare errori
allora diffusissimi; del resto la sua famosa macchina calcolatrice automatica doveva servire proprio a facilitare tale compito. Proponeva anche un
titolo per un’opera grandiosa che coinvolgesse
vari scienziati: “The contents of nature and arts”.
Cartesio, al contrario, prediligeva il lavoro individuale e rifiutava la collaborazione di altre “....persone fornite di ottimo ingegno, le quali, mentre
parlavo, sembravano intenderle [alcune opinioni]
nel modo più chiaro, tuttavia, quando le ripetevano, notavo che le trasformavano quasi sempre in
modo tale che mi era impossibile riconoscerle
come mie...”, FONTE, Discorso sul Metodo,
(1637).
30 Il matematico Andrè Weil (1906-1998) fu l’iniziatore del famoso ‘gruppo’ individuato con lo
pseudonimo di “N. Bourbaki” con H. Cartan, C.
Chevalley, J. Dieudonné, Ch. Ehresmann che lavoravano sempre insieme, autori di Élements de
Mathématiques che la Librairie Hermann pubblicò periodicamente dal 1939 in poi.
31 Appendice compilata per i contributi di cui alla
nota 40, comprendente, in particolare, molti famosi matematici degli ultimi 500 anni.
32 Lo scozzese John Napier (1550-1617) e lo
svizzero Jost Bürg (1552-1632) [chiamato anche
Jostus Bürgi o Joost Byrgius che comunque preferì rimanere nell’anonimato definendoli anti-logaritmi] inventarono, indipendentemente l’uno
dall’altro e per vie diverse, i logaritmi (denomina-
Fig. 6a – Antico
sistema di
conteggio per
mezzo di lettere
alfabetiche usato
da greci ed ebrei
Fig. 6b – papiro di
Henri Rhind
(ritrovamento del
1876): è il più
importante
documento
egiziano (17501650 a.C.) dal
punto di vista
matematico e
geometrico
27
Anche nel periodo considerato, tuttavia, ci furono eminenti ricercatori, alcuni
dei quali si interessarono solo ed esclusivamente di tematiche astratte indipendentemente dai possibili impieghi ed accostamenti o adattamenti reali34.
(1 - continua)
ti neperiani, naturali o iperbolici); l’inglese Henry
Briggs (1561-1631) pubblicò (cfr. Logarithmorum chilias prima) le prime tavole logaritmiche in
base 10 (detti anche volgari) fra il 1617 ed il
1624. Nel 1628 l’olandese Adrian Vlacq ne parla
in Arithmetica logaritmica. Anche Newton li approfondisce in un suo scritto rimasto a lungo inedito, cfr. I. NEWTON, Analysis per aequationes
numero terminorum infinita. Dopo circa 200 anni
Fig. 7
Frontespizio
dell’opera di
J. Nepero sui
logaritmi
MESSA IN SUFFRAGIO DI MARIO SPIGOLI
C
on una Messa di suffragio officiata nella Basilica di
Santa Croce in Gerusalemme, l’EUSI ha commemorato a Roma, il 2 aprile scorso, Mario Spigoli, scomparso il 12 gennaio di quest’anno. Erano presenti, oltre ai
familiari, esponenti delle nostre categorie professionali:
Maria Basurto, Evi Campa Rossignoli, Isa Corti Crippa,
Ileana Giusti Costa, Enrico Fatica, Maddalena Mazzuoccolo, Ermanno Mustarelli, Eleonora Pagano, Angelo Quitadamo, Giosuè Rondinella, Giorgio Spellucci, Anna Maria Trombetti, Maria Ester Ziino. Impossibilitati fisicamente a presenziare, hanno fatto pervenire il loro ricordo
e la loro ideale partecipazione: Franco Castaldo, Giulia
Di Martino, Giuseppe Di Peso, Giacomo Di Piazza, Ferdinando Fabi, Luigi Golia, Renzo Mancari, Mena Mazzullo, Paolo Paganini, G. Paolo Trivulzio.
K. F. Gauss concepì i logaritmi di addizione e sottrazione e C. Babbage li studiò in rapporto alla
sua macchina analitica. Nel 1728 Eulero adottò
quelli neperiani (con la costante “e” = lim (1 +
1/n)n = 2,71828182845904523536 numero irrazionale le cui prime 12 cifre furono calcolate da
R. Cotes in Logometria (1714) e fino alla 346a da
M. Boorman nel 1884). Si presume che Nepero si
ispirò alle tavole di interesse composto in uso
presso i mercanti, anteriori al 1350 (cfr. BALDUCCI-PEGOLOTTI, Libro di divisamenti di
paesi e di misure di mercanzie) ed ancora alle Tavole Trigonometriche di F. VIETA del 1579, alla
Tabula Tetragonica di A. MAGINI del 1592 oppure all’Almagesto di Tolomeo (trattasi del più
antico trattato di astronomia che si conosca scritto
in greco nel sec. II) ed al Canone Trigonometrico.
Cfr. J. NEPERO, Appendix alla Constructio
(1620).
33 Ricordiamo che per definizione il logaritmo è
l’esponente che bisogna dare alla base per ottenere il numero. L’idea fondamentale era già nella
“Arithmetica integra” (1544) di M. Stifel, mentre
la parola fu tratta da Nepero dal greco nel significato di ‘Il numero o rapporto della ragione’. Studiando il moto di un punto che si muove in linea
retta con una velocità proporzionale allo spazio
percorso, egli diceva: “...Logarithmus ergo cuiusque sinus est numerus quam proxime definiens
lineam quae aequaliter crevit, interea dum sinus
totius linea proportionaliter in sinum illum decrevit, existente utroque motu synchrono atque initio
aequi veloce...”. Cfr. J. NEPERO, Mirifici logarithmorum canonis descriptio, eiusque usus in trigonometria [figura 7].
Per convenzione la notazione ‘ln’ indica quelli
naturali o in base “e”; ‘lg’ i decimali. Per cologaritmo (‘colg’ oppure ‘colog’) si intende il logaritmo del reciproco di un numero. Il logaritmo in
base 2 si ottiene da quello comune decimale dividendo per 0,231.
Abbiamo richiamato queste notizie perché la funzione logaritmo - legata a quella esponenziale ben si adatta a rappresentare l’andamento dei fenomeni entropici a carattere probabilistico in esame e per tali motivi compare nelle formule di R.
V. Hartley e di C. E. Shannon (cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della Comunicazione e dell’Informazione; Informazione e Messaggio: Rivoluzione e Tradizione); inoltre, con la scelta della
base 2, l’informazione viene misurata in ‘unità binarie’ o ‘bit’ (cfr. anche T. EL GAMAL, A public
key cryptosystem and a segnature scheme based
on discrete logarithms).
34 Diversi scienziati del tempo si impegnarono in
difficili calcoli astronomici. Fra coloro che si interessarono dello spazio cosmico e viceversa seguivano da vicino importanti questioni scientifiche,
ricordiamo sir Frank Watson Dyson (1868-1939);
fu professore all’Università di Edinburgo e direttore dell’Osservatorio di Greenwich fra il 1910 ed
il 1933, compiendo importanti valutazioni sui
moti stellari e sulle variazioni delle latitudini. Durante l’eclisse solare del 1919 verificò l’esattezza
della teoria di Einstein (vedi nota 71) sulla deflessione dei raggi luminosi delle stelle provocata dal
campo gravitazionale solare. Cfr. F. W. DYSON,
Eclipses of the Sun and of the Moon.
BREVE STORIA DEL RICONOSCIMENTO AUTOMATICO DEI TESTI
L
navig@ndo
Tu scrivi
e il computer legge
di INDRO NERI
a tecnologia alla base dell’OCR
(Optical Character Recognition) ovvero del riconoscimento automatico dei
caratteri, risale addirittura a due secoli
fa. Il processo di trasformare l’immagine
di un testo stampato in codice, rendendo
quindi il testo comprensibile da una
macchina, è documentato in un brevetto
americano dei primi dell’Ottocento riguardante un sistema per facilitare la lettura per i non vedenti.
Si devono però aspettare gli anni Cinquanta prima che l’OCR torni prepotentemente alla ribalta con David Shepard,
che, nel 1951, con l’aiuto di Harvey
Cook, progettò una sorta di scanner a cui
diede il nome di Gismo. Gismo era in
grado riconoscere ventitré delle ventisei
lettere dell’alfabeto, il codice Morse, e le
note musicali, quindi trasformare in suono, ovvero leggere, ciascun carattere mediante un altoparlante. Nonostante fosse
un marchingegno rudimentale rispetto
alle macchine odierne, Gismo suscitò un
notevole interesse da parte della comunità scientifica, dando un impulso notevole alla ricerca in questo campo.
Brevettata la sua invenzione, Shepard, criptoanalista del Dipartimento
della Difesa statunitense, fondò la Intelligent Machine Research Corporation,
dedicandosi a tempo pieno alla realizzazione e produzione di macchinari per il
riconoscimento dei caratteri. Un paio di
anni dopo la rivista “Reader’s Digest”,
prima fra tutti, si servì proprio di una
macchina di Shepard (ora in esposizione
allo Smithsonian Museum) per convertire gli elenchi dattiloscritti dei propri abbonati in schede perforate. Il secondo sistema OCR venne venduto da Shepard
alla Standard Oil Company e venne utilizzato per leggere ed immagazzinare automaticamente i dati delle ricevute di pagamenti effettuati con carte di credito.
Fra gli altri pionieri alla fine degli anni
Cinquanta vanno poi ricordati la compagnia telefonica Ohio Bell e la stessa Aeronautica Militare statunitense.
Dal 1965, sempre negli Stati Uniti, le
poste cominciarono ad utilizzare un sistema OCR come ausilio nello smistamento della corrispondenza. Attualmente sono quasi trecento gli uffici postali
americani ad alta automazione, in grado
non solo di riconoscere un indirizzo do-
vunque questo sia stato posizionato sulla
busta, ma anche di identificare eventuali
nomi errati di città e reinstradare correttamente la corrispondenza.
Oltre alle applicazioni puramente
commerciali, l’OCR è diventato ormai
uno strumento indispensabile a fini educativi: basta infatti abbinare il sistema
OCR ad un sintetizzatore vocale per ottenere una replica di quel Gizmo di mezzo secolo fa e rendere accessibile qualunque testo a chi ha piccoli o grandi
problemi di vista. Con l’introduzione dei
personal computer, infine, la tecnologia
OCR è passata a ricoprire un ruolo fondamentale anche nell’incremento della
produttività personale. Invece di dover
ribattere le proprie memorie, poesie, documenti, basta infatti utilizzare uno
scanner per trasformare l’immagine del
testo in testo digitale.
Il riconoscimento caratteri si articola
in due fasi principali:
a) la fase di lettura durante la quale il
documento originale viene praticamente
“fotocopiato”;
b) quella di identificazione durante la
quale un apposito programma analizza
l’immagine per identificare una sequenza logica di contrasti da paragonare agli
“archetipi” delle lettere presenti in memoria, confronta il risultato a quello del
proprio dizionario, ed infine produce un
testo digitale che l’utente finale può ulteriormente correggere o modificare a proprio piacimento.
A
ccuratezza e velocità sono i due
elementi chiave di questa tecnologia, e in questo campo sono stati fatti
passi da gigante. I sistemi OCR attuali
riescono a distinguere addirittura la scrittura umana mediante una tecnologia che
si chiama Intelligent Character Recognition (ICR) ovvero riconoscimento intelligente dei caratteri, tecnologia che permette al programma di “imparare” via
via che si presentano nuove varianti di
grafie.
Perché la tecnologia OCR sia in grado di influenzare un numero sempre
maggiore di attività, è stato necessario
creare uno standard di caratteri tipografici. In pratica venire incontro alle esigenze di lettura del computer. A questo ci ha
pensato la European Computer Manufacturers’ Association, con sede a Ginevra, che nel 1966 ha proposto il set di caratteri OCR-A, uno dei primi a soddisfa-
Il set di caratteri OCR-A, uno dei primi a soddisfare i requisiti nel
presto applicato alle odierne targhe automobilistiche, fatto che si nota specialmente nelle targhe tedesche, nelle quali
non è tanto importante che la “u” sia l’unica minuscola utilizzata in un alfabeto
composto da sole maiuscole, che lo zero
non sia un cerchio chiuso, che la lettera
“o” assomigli ad un uovo, o la lettera “i”
ad una “T” rovesciata, quanto il fatto che
ciascun carattere abbia caratteristiche
che lo rendono unico e non assimilabile
agli altri.
L
Ridisegnato da Adrian Frutiger nel 1968 per la Monotype, il set di
caratteri OCR-B si presenta più elegante e piacevole alla lettura
umana pur mantenendo le stesse caratteristiche di “leggibilità
meccanica”
Sotto: Il concetto di leggibilità applicato alle odierne targhe
automobilistiche e in basso una immagine contenente un esempio di
gruppi di lettere “disturbati” da linee trasversali affinché non
possano essere riconosciuti meccanicamente
re i requisiti stabiliti nel
campo del riconoscimento
ottico sia dal Bureau of
Standards (il dipartimento
americano degli standard)
sia successivamente dall’American National Standards
Institute (ANSI) e dal Deutsche Industrial Norm standard (DIN 66008). Ogni lettera è contenuta in una griglia di 4x7 pixel. Il rudimentale set di caratteri
OCR-A dai tratti “elettronici”, ottimizzato per la lettura automatica ma tutto sommato “ostico” a prima vista,
è stato poi ridisegnato da
Adrian Frutiger nel 1968
per la Monotype. Il nuovo
set, che va sotto il nome di
OCR-B, si presenta più elegante, piacevole alla lettura
(umana) e dispone di una
vasta collezione di lettere
accentate e segni speciali,
pur mantenendo le stesse
caratteristiche di “leggibilità meccanica”.
È curioso notare come lo
stesso concetto sia stato ben
o stesso concetto applicato però in
maniera diametralmente opposta serve invece da deterrente contro la posta
spazzatura. Le pagine elettroniche pubblicate su Internet, vengono giornalmente visitate da programmi automatici chiamati “spider” che se, nella versione
“buona”, servono per indicizzare il contenuto della Rete, nella versione “malvagia” analizzano il codice delle pagine per
estrapolarne gli indirizzi di posta elettronica in esse contenuti, da riutilizzare poi
per invii di pubblicità non richiesta, o peggio - per diffondere virus via e-mail.
Per arginare questi attacchi telematici,
molte pagine elettroniche prevedono
dunque oggi un sistema di verifica in
grado di distinguere tra visitatore “umano” e programma informatico. Ed il
meccanismo è quanto mai semplice ed
efficace: in pratica si tratta di una immagine contenente lettere e numeri distorti
e “disturbati” da linee trasversali in maniera tale da evitare la possibilità dello
spider di utilizzare un sistema di riconoscimento caratteri per accedere alla pagina.
Se i caratteri degli alfabeti a base latina, con tutte le loro varianti in neretto e
corsivo, sono ormai considerati un capitolo chiuso nel campo del riconoscimento e della digitalizzazione, con una percentuale di successo molto vicina al
100%, le ricerche in questo campo stanno ora concentrandosi sul perfezionamento dell’identificazione della grafia
manuale e sul riconoscimento di caratteri
di alfabeti orientali, nonché sul vantaggio di una collaborazione reciproca fra
computer e studioso per l’analisi di antichi manoscritti (da segnalare a proposito
gli studi sul Palinsesto di Archimede o
sui Rotoli del Mar Morto) dove l’uno
“insegna” all’altro e viceversa.
Anche Roberto Vecchioni
voleva la donna con la gonna...
“
Fuori la
lingua
di PAOLO
A. PAGANINI
M re...”, il grido di protesta è servito
assì smettiamola di banalizza-
a rivendicare, contro la “globalizzazione
della moda”, “imbrigliata nell’omologazione”, la riscoperta della gonna (“Corriere della Sera”, 19 febbraio 2005, pag.
21). Nel 1998, Roberto Vecchioni cantava che voleva “una donna con la gonna”. Scatenò un
putiferio ideologico. Oggi la
moda gli ha reso
giustizia. Le donne hanno riscoperto le sottane,
non come simbolo di ritrovata
femminilità, ma
proprio perché
non hanno più bisogno di scimmiottare gli uomini con le braghe
per competere
alla pari. O con le
gonne o con i
pantaloni, le donne sono già al potere. Non è più Melania Trump in
Tutti
una questione né gonna.
d’accordo!
di destra, né di sinistra. La politica non c’entra. C’entra
invece la grammatica. Quel massì iniziale, che sta per ma sì (e poi bisognerebbe
metterci anche la virgola!), è uno dei più
brutti mostriciattoli apparsi in questi ultimi tempi. Che tuttavia perdoniamo con
generosa indulgenza. Perché? Perché la
pensiamo come Vecchioni. Massì, W la
donna con la gonna!
I manager con paghe
da... spanciamento?
Roba da... spanciarsi dal ridere
L
a piena comprensione dei fatti”, spie“ ga con grinta combattiva il prof. Dario Fruscio, consigliere economico della
Lega Nord, “a volte richiede un linguaggio al limite del rude”. E, per rimanere in
linea con tanta definizione, eccolo scagliarsi contro i manager e le loro “remunerazioni da spanciamento” (“Corriere
della Sera”, giovedì 27 gennaio 2005,
pag. 13). Spanciamento, in questo caso,
è poco più – o poco meno – che un neologismo. Deriva da spanciare, che, tra le
altre accezioni, vuol dire battere con forza la pancia in un tuffo, oppure presentare un rigonfiamento, oppure anche, nella
forma riflessiva, morire dal ridere. È
prevista anche la forma sostantivata,
spanciata, che, tra gli altri significati,
vuol dire anche scorpacciata. Forse con
quest’ultimo significato il prof. Fruscio
ha usato la curiosa variante spanciamento. Ma rimane un termine inusuale, brutto ed equivoco. Tutto insomma, eccetto
che rude.
Un’infezione linguistica
per contagio da sigla politica
C
he sia una brutta cosa essere aennino? Tu come stai, scusa? Mah,
oggi mi sento un po’ aennino. No, non è
una battuta alla Marcello Marchesi. È
l’aggettivo di conio recente, sulla falsariga di tanti altri consimili, ricavato semplicemente da An, Alleanza Nazionale
(v. “Corriere della Sera”, martedì 1 febbraio 2005, pag. 12, e molti altri giornali), usato qui nella frase: “Il più trascinante intervento del sabato aennino”.
Gli orizzonti linguistici dei nostri politici
– e dei giornalisti che ci cascano – tra
slogan, neologismi e formule dogmatiche, si fanno spesso procellosi. E la lingua deraglia sempre più nel “difficilese”.
Non chiude mai
(nemmeno “mezzora”)
la piccola bottega degli orrori
C
ongiuntivo, apostrofo, punteggiatura sono ormai allegramente impallinati nel luna park del cattivo gusto.
Alla recente notizia che Formigoni ha
dovuto farsi operare alla spalla per una
frattura conseguente a una rovinosa caduta, abbiamo solidarizzato con l’illustre
infermo. Un po’ meno con il giornalista
che ne ha dato notizia (“Corriere della
Sera”, sabato 16 aprile 2005, pag. 52). Il
collega informa che “l’intervento è durato in tutto mezzora”. Mezz’ora di grammatica al giorno non farebbe male a tanti
giornalisti!
lettere
in redazione
COMPLIMENTI!
È VERAMENTE UNO SCOOP
È
magnifico, il n. 67, oltre che per la
veste, per il contenuto. Lo scoop sulle veline da Milano alla Repubblica sociale italiana nel periodo 1943/1945 è veramente esclusivo. L’articolo introduttivo
di Capezzuoli, redatto in forma stringata,
dà l’impressione della sua freschezza giovanile: i 93 anni non sono veri, nonostante la correzione richiesta dei 98 anni
come erroneamente scritti dal Corriere.
E poi, tutti gli altri articoli, alcuni dei
quali possono anche essere dei saggi, documentano la vivacità della direzione,
imperterrita a fare della Rivista un continuo rinnovato contributo alla Cultura, che
dovrebbe essere seguito soprattutto da
coloro che sovrintendono istituzionalmente alla Cultura stessa. Ne sono rimasto entusiasta. Ogni tre mesi ricevo questo dono della Rivista, che mi stimola all’apprendimento ed al godimento.
Angelo Quitadamo
Presidente dell’EUSI,
dell’USNEN e della Federazione
Stenografica Italiana G.N.
BENE LA STENOGRAFIA!
E LA DATTILOGRAFIA?
H
32
o testè ricevuto il numero 66 della
Rivista che viene inviata, in omaggio, sia a questa Unione (quale ex Sindacato) e sia a me personalmente. In verità,
la Rivista ha, gentilmente, ospitato, in
passato, diversi miei interventi in favore
delle nostre materie e della nostra categoria, del che ringrazio, ancora una volta.
Tuttavia, ad essere sincero, il suo titolo
non mi sembra completo in quanto omette la parola “Dattilografia”. Vedo, però,
che, in un prossimo futuro, il suo nuovo
titolo sarà “Civiltà della scrittura” che abbraccerà (spero) anche la materia che, più
delle altre, ho insegnato per quasi 40
anni, ed oggi quasi scomparsa dal pubblico insegnamento per colpa, soprattutto,
del disinteresse assoluto dei 15 mila Colleghi ai quali l’Unione (già Sindacato) si
era, continuamente, rivolta per fare quadrato attorno ad essa e così agire, in massa, contro il Ministero della pubblica
(d)istruzione! Il nostro tempestivo grido
di allarme, purtroppo, non è stato mai accolto e così è successo quello che hanno
dovuto subire!... Il prossimo titolo della
Rivista, quindi, mi soddisfa (e con me
tutti gli insegnanti di Dattilografia, in ser-
vizio ed in pensione) e spero che conterrà
degli articoli relativi. Per il che, essendo,
anche, il decano dei giornalisti siciliani,
con 55 anni di carriera a tutti i livelli, medaglia d’argento e d’oro per la mia anzianità d’iscrizione all’Albo ed infine Direttore del periodico “La Nuova Sicilia” (da
me fondato nel 1962), posso prestarvi la
mia non impegnativa collaborazione gratuita con articoli riguardanti, appunto, la
Dattilografia, le sue applicazioni, ecc. ...
Martino Iuvara
Ispica (Ragusa)
UN AMORE SENZA LIMITI
C
aro Direttore, ho detto a mia moglie
Franca ciò che penso riguardo alla
stenografia della quale come ho saputo e
potuto mi sono sempre occupato nella mia
lunga vita e che serbo nella mente anche
ora perché, come si legge nella prefazione
dello splendido manuale di Ernesto Caroggio, la nostra è materia della quale ci si innamora in maniera illimitata... La Stenografia aiuta la persona colta a non perdere
nulla di ciò che pensa, di ciò che ascolta,
di ciò che costituisce in qualsiasi circostanza la sua partecipazione intellettuale.
Di tutto resta traccia, scripta manent...
Tuo aff.mo
Manlio Lombardo
Genova
LA DISPONIBILITÀ
È LA POESIA DELL’ESISTENZA!
H
o ricevuto con la “Rivista degli Stenografi” il bellissimo libro “Storia
della Scrittura”. L’ho letto tutto di un fiato e mi riprometto di rileggerlo, quanto
prima, con tutta calma. Non per turibolarvi ma è veramente una bella opera. Quello che state facendo, con mille sforzi, è
encomiabile. Che altro dire? La mia più
grande soddisfazione è stata quella di
aver scoperto che c’è tanta gente disponibile che aspetta solo uno stimolo per lasciarsi coinvolgere. Tutti possiamo fare
qualcosa di importante, se invece di restare a guardare ci rimboccassimo le maniche. Anche cambiare il mondo. Solo chi è
disponibile conosce realmente la poesia
dell’esistenza. Non si costruisce una società diversa se non si adotta la logica del
dono di sè. E voi lo state facendo in modo
egregio. Bravi! Complimenti! Con stima
e simpatia vivissime.
Luciano Fornari
Valeggio sul Mincio (Verona)
giochi
L’angolo dei
Proseguiamo, intanto, a presentarvi fuori
concorso un’altra curiosa serie di crittografie dantesche, gioco raffinato di squisita ricercatezza letteraria. Subito dopo,
troverete gli indovinelli, che, se risolti
tutti e sei, vi consentiranno di ricevere in
premio uno storico volume di stenografia.
CRITTOGRAFIE DANTESCHE
(Soluzioni capovolte in fondo alla pagina)
1 - Cinge d’intorno la città dolente
(Inferno IX – 32)
2 – Perch’io avanti l’occhio intento sbarro
(Inferno VIII – 66)
3 – Per farmi chiara la mia corta vista /
data mi fu soave medicina
(Paradiso XX – 140/141)
4 – Colpa e vergogna dell’umane voglie
(Paradiso I – 30)
5 – Dove l’umano spirito si purga
(Purgatorio I – 5)
6 – Si volge all’acqua perigliosa e guata
(Inferno I – 24)
1 – Campione di lotta libera
Poiché per fare effetto sulla gente
a qualcheduno diede una strappata
che il collo gli strappò completamente
l’opera sua l’ho sempre riprovata.
Il Valletto
2 – Le donnine-Arlecchino
Certune mancan sol di mascherina
con tutti quei colori! e ridon pure
se, strette al collo, rischian di... crepare!
Ma, ahimè, la lingua debbono frenare!
Irma
3 - Ottimo musicista, mediocre jazzista
Colpisce per l’attacco suo bruciante
e la toccante sua sonorità
che sparge a larga man nelle sonate
e nel vibrato, pien d’intensità.
Però l’orecchio offende addirittura
con qualche eccezionale svisatura.
Ames
4 – La moglie si lamenta
Mi sto scocciando a forza d’ingoiare,
quelle riserve quasi giornaliere,
che in fondo ti dovresti risparmiare:
questa rottura non si può evitare?
Andio
5 – Un ragazzo educato
A tavola è composto
e con la sua finezza
non farà mai sciocchezze.
Marienrico
6 – Amanti litigiosi
A seguito di amare insinuazioni,
in rotta fermamente voglion starsene,
ma sta’ certo che loro di bacini
sicuramente torneranno a darsene.
Robin Hood
SOLUZIONI DEI GIOCHI N. 67
1 – Il sarto
2 – La scarpa
3 – Il sale
4 – Il muratore
5 – La nave
6 – Gli occhiali
Molte le risposte, ma nessuno è riuscito a risolvere tutti e sei gli indovinelli.
I PREMI
A quanti risolveranno tutti e sei gli indovinelli sarà
inviato uno storico libro di stenografia. Le soluzioni di questa puntata di giochi dovranno pervenire
4 - Furto
5 - Montecatini
6 - Periscopio
a cura di
GIUSEPPE
CAPEZZUOLI
INDOVINELLI IN CONCORSO
1 - Assedio
2 - Astronomo
3 - collirio
E
cco, nella nostra consueta pagina
degli indovinelli in concorso, un
gioco antico, apparso un secolo fa in una
delle tante riviste stenografiche di allora.
Non è soltanto una curiosità, è anche un
modo per comprendere l’intelligenza, la
sensibilità, i gusti ricercati e preziosi dei
nostri avi. Qui forniamo anche la spiegazione, ovviamente in caratteri stenografici gabelsbergeriani.