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IMPORTANTE SOLTANTO GLI ASSOCIATI AGLI AMICI DELLA FONDAZIONE GIULIETTI POTRANNO CONTINUARE A RICEVERE LA RIVISTA La quota di iscrizione è stata fissata in € 20,00 per l’anno 2005 da versarsi sul C/C postale n. 18025502 intestato alla «Rivista degli Stenografi» Via dei Cairoli 16/C 50131 Firenze o di € 50,00 come «Sostenitore della Fondazione Giulietti». In omaggio, come premio di fedeltà, il volume «Storia della scrittura» con CD-ROM, edito dalla Fondazione Giulietti, e numerosi sconti sulle pubblicazioni Giunti. In copertina: Soldati della RSI, squadristi e volontari, alla guida dei tram milanesi durante gli scioperi del marzo 1944 La Rivista viene distribuita esclusivamente agli «Amici della Fondazione Giulietti». Rivista degli Stenografi fondata a Firenze nel 1877 n. 68, aprile/giugno 2005 Organo trimestrale della Fondazione Francesco e Zaira Giulietti di cultura stenografica, calligrafica, grafica e linguistica Redazione e Amministrazione Via dei Cairoli 16/C - 50131 Firenze Tel. 055.5000042 - Fax 055.576128 www.fondazionegiulietti.it E-mail: [email protected] Direttore responsabile Paolo A. Paganini Direttore editoriale Nerio Neri Collaboratori Ferruccio Annibale, Francesco Ascoli Giuseppe Capezzuoli, Indro Neri Attilio Ottanelli, Patrizia Pedrazzini Pietro Poscia, Angelo Quitadamo, Mimmo Spina, Gian Paolo Trivulzio Anna Maria Trombetti Massimo Ugliano Stampa Litografia Piccardi S. & C. Strada in Chianti (FI) Copia non commerciabile C/C postale N. 18025502 Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3604 del 22/7/1987 Fondazione Francesco e Zaira Giulietti per lo studio, la promozione e la divulgazione delle scritture comuni e della stenografia Gabelsberger-Noe Riconosciuta con D.P.R. n. 310 del 19-1-1983 Sede legale Via dei Cairoli 16/C - 50131 Firenze Tel. 055.5000042 - Fax 055.576128 Codice fiscale 94010970484 Trib. Firenze Reg. P.G. n. 65 Consiglio di Amministrazione Presidente Dr. Gianluca Formichi Vice Presidente Dr. Sergio Giunti Segretario Cav. Bruno Piazzesi Consiglieri Prof. Paolo Galluzzi Prof. Andrea Innocenzi, Nerio Neri Prof. Paolo A. Paganini Prof. Aldo Patritti, Prof. Giorgio Spellucci Dr. Federico Sposato Collegio Revisori Dr. Salvatore Proto Dr. Gianluca Borrani, Dr. Enzo Rook SOMMARIO 1 L’OVRA denuncia l’astenia morale della popolazione (ma i milanesi tirano la cinghia e la retorica fascista non riempie lo stomaco) 9 Anna Maria Trombetti Recuperato lo struggente diario stenografico dell’ufficiale Amedeo Ventura, internato nei lager tedeschi 15 Iniziato all’Istituto Mignini il corso europeo per la gestione di piccole e medie aziende 16-17 Mimmo Spina Notizie-informazioni-appuntamenti 18 Anna Maria Trombetti Perché «solo» gli stenografi italiani sono protetti da San Cassiano? Il singolare patrocinio voluto da Pio XII nel 1952 22 Massimo Ugliano Il difficile cammino verso la trasmissione della scrittura e le comunicazioni odierne (I parte) 29 Indro Neri Tu scrivi e il computer legge 31 Paolo A. Paganini Fuori la lingua 32 Lettere in redazione 33 Giuseppe Capezzuoli L’angolo dei giochi In casa Formichi è arrivato Giulio Al carissimo amico, dottor Gianluca Formichi, presidente della Fondazione «Francesco e Zaira Giulietti», editrice della nostra Rivista, il 23 maggio scorso è nato Giulio, che si aggiunge, in gioiosa letizia, all’allegra brigata delle sorelline Bianca e Olga. Al papà e alla gentile signora Alessandra, i complimenti più affettuosi dei componenti il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, unitamente a tutti i redattori e collaboratori della Rivista degli Stenografi. O! V I S U ESCL L’OVRA denuncia l’astenia morale della popolazione (ma i milanesi tirano la cinghia e la retorica fascista non riempie lo stomaco) C on questo numero ciante evidenza. Le relaziodella “Rivista degli ni stilate dalla Prefettura Stenografi” ha inizio la dovevano per forza denunpubblicazione in esclusiva ciare senza occultare, spiedei documenti segreti che la gare senza fingere, inforPrefettura di Milano inviamare senza reticenze. Anva a Mussolini, a Salò, ogni che se, ovviamente, le varie quindici giorni, sulla base definizioni risultavano, per delle informazioni che gli forza di cose, addomesticaagenti dell’OVRA, sguinzate o di parte. Per esempio, i gliati per la città, fornivano partigiani erano solo dei a uno speciale ufficio, diret“banditi”; scioperi ed atto da Franco Fuscà. Questa tentati erano istigati o perstraordinaria documentapetrati da “sicari comunizione, finora inedita, copre sti”; gli occupanti nazisti quasi tutto il tragico arco di diventavano “gli amici tempo della Repubblica Sogermanici” nonostante ciale Italiana, dal dicembre l’indifferenza o l’ostilità 1943 al marzo 1945, e rapdella popolazione eccetera. presenta una viva, sofferta Eppure, il risultato che testimonianza “dei problene emerge rappresenta uno mi del momento e della vita straordinario spaccato di di ogni giorno” visti dalStoria, visto e vissuto attral’interno dell’apparato faverso la cronaca di tutti i scista. Mussolini a Salò con il suo medico, dottor Zachariae giorni, in un’ottica realistiStupisce la franchezza ca e disincantata, livida e delle notizie trattate, che si leggono come appas- talvolta agghiacciante. Tra scioperi, attentati, sasionanti reportage giornalistici, nei quali, certo, è botaggi, massacri, rappresaglie, mancanza di attenuata la cruda realtà sociale ed economica. cibo, mercato nero, restrizioni di ogni tipo, affiora Ma nemmeno troppo. In realtà, trattandosi di incredibilmente la forza di carattere di un’umainformazioni riservate agli “addetti ai lavori” e nità che non si arrende. Ecco quindi documentata non destinate quindi alla divulgazione, viene usato l’insofferenza dei milanesi nei confronti dei brutaun linguaggio asciutto, non burocratico, libero da li arbitri dei fascisti e degli occupanti, ecco la paludamenti retorici e da trionfalismi ideologici. pietà per le vittime, la condanna delle prepotenze, Era peraltro una situazione sociale, economica il rifiuto della violenza e, soprattutto, lo stupendo e politica eloquentemente sotto gli occhi di tutti. I comportamento di un popolo che, con il distacco documenti spediti a Salò non potevano pertanto di una superiore civiltà, tra scetticismo e indiffemistificare più di tanto una condizione di schiac- renza, sapeva guardare al concreto senza illusioni. Non si smentiva, nemmeno allora, il tratto saliente del pragmatismo lombardo. Nell’augurare ai nostri Lettori una buona e, soprattutto, serena lettura, vogliamo ringraziare ancora il collega giornalista prof. Giuseppe Capezzuoli, che, dopo sessant’anni, ha messo a nostra disposizione i preziosi documenti, recuperati e salvati, il 25 aprile 1945, a Palazzo Clerici, a Milano, sede del Ministero della Cultura Popolare. Un ringraziamento anche a colleghi e direttori di giornali ed emittenti televisive, che hanno dedicato spazio ed interesse alla presentazione di questa nostra iniziativa. Paolo A. Paganini Milano, 2 gennaio 1944-XXII Resega, e altri camerati del Fascio Repubblicano. I due fenomeni sono chiaramente legati dallo stesso filo conduttore d’origine comunista e di ispirazione straniera, e rispondono entrambi a un programma di sovvertimento, di sabotaggio, di ribellione, che la propaganda attiva nemica cerca di realizzare in Italia. Gli ordini, dati per radio e intercettati dai nostri servizi, collimano perfettamente con le “direttive di marcia” pubblicate dai numerosi fogli clandestini diffusi fra le masse lavoratrici, come “La fabbrica”, “L’umanità”, “La riscossa socialista”, “L’Italia libera”, “L’unità”, “Giustizia e libertà”, ecc. Contro questa propaganda operano incessantemente la Guardia Nazionale Repubblicana e la Polizia locale. L’elemento reale che è servito di leva al malcontento delle masse, avvelenate dalla propaganda sovversiva, è la carenza annonaria verificatasi non solo a Milano, ma in quasi tutta l’Italia settentrio- RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO E ALLA VITA DI OGNI GIORNO DICEMBRE 1943-XXII D urante il mese di dicembre alcuni gravi fatti hanno turbato la vita del popolo milanese: la astensione dal lavoro da parte delle masse operaie nei principali stabilimenti industriali della città e della provincia, durata una settimana, dal 13 al 18, e terminata in seguito all’intervento delle autorità italiane e germaniche che hanno preso provvedimenti – specie di carattere annonario – in favore degli operai stessi, e la perpetrazione di numerosi, efferati delitti politici, da parte di sicari comunisti e anarchici, in cui hanno trovato la morte il Commissario federale di Milano, Aldo La residenza di Mussolini a Salò sul lago di Garda nale; i generi tesserati sono garlo nell’acquisto dei più disparati oggetti che può distribuiti con molta irretrovare sulla piazza. Ciò è golarità; la razione di olio è dovuto alla instabilità polistata soppressa nel mese di tica che è sentita specialnovembre e limitatissima mente dai risparmiatori e, per il mese di dicembre; le in genere, dai possessori di razioni attuali dei grassi denaro, ed è pure dovuto al sono tanto scarse da essere timore, sempre presente, di definite “ridicole” dal pubnuovi limiti che potrebbero blico. Sarebbe veramente essere imposti ai risparopportuno vedere di mimiatori nell’impiego dei gliorare le razioni annonapropri capitali. rie più che concedere auI rapporti della popolamenti salariali e di stipenzione con i germanici sono di. Gli aumenti dei salari di puro rispetto: scarsa corportano sempre come condialità e scarso senso di fiseguenza l’aumento dei ducia in ogni stato sociale. prezzi: quando ciò non avNè maggiore entusiasmo viene – per i prezzi cosiddesta la ripresa delle Forze detti “controllati” – provoArmate della Repubblica. cano l’aumento di spese Tutti gli sforzi che lo Stato non necessarie e non per Repubblicano fa per la riageneri di interesse vitale. bilitazione dell’onore naLe razioni annonarie dozionale e per la ricostruziovrebbero essere migliorate Un manifesto delle Brigate Nere contro ne del Paese, sono seguiti non soltanto a beneficio dei gli oppositori del regime ancora con diffidenza da lavoratori dell’industria, ma a beneficio anche di tutti gli altri lavoratori, del questa popolazione, senza distinzione di categorie: commercio, impiegati ecc., i quali non sempre diffidenza che potrebbe anche essere interpretata possono ricorrere alla borsa nera, che, d’altra par- come attesa del primo fatto concreto, perché Milano te, non deve essere più ufficialmente o ufficiosa- non è sostanzialmente antifascista ed è la città che più delle altre ha il senso dell’ordine, della disciplimente tollerata. Nelle trattorie la mancanza di viveri non si nota na e soprattutto del lavoro. Ha bisogno, però, di veaffatto, grazie appunto alla borsa nera, che conti- dere dei fatti e non di sentire soltanto delle parole. Sono sicuro che i primi fatti concreti ci darannua a prosperare. Naturalmente, non sono più rispettati i prezzi fissi, per ogni pasto i prezzi sono no Milano in linea: italiana, patriottica, entusiasta addirittura sbalorditivi. Corre, infatti, molto dena- e pronta a nuovi sacrifici per la ripresa del Paese. ro, sia pure sotto forma di assegni. È nello spirito Milano non ha gravi preconcetti, nè forti tenerezdi tutti il senso dello scarso valore della moneta, ze monarchiche: ha bisogno di sentire un Goverche si spende facilmente, senza considerazioni di no, e un Governo nazionale. Il giorno in cui gli amici germanici se ne andranno, perché non previdenza o di risparmio. I risparmi, infatti, da indagini esperite presso avremo più bisogno di loro, e la nuova Italia avrà gli istituti bancari milanesi, risultano sensibilmen- fatto le ossa, Milano sarà la prima città che innalte diminuiti, non solo per la mancanza di nuovi af- zerà con tutto il cuore la bandiera della Repubflussi, ma anche per i numerosi prelievi. La gente blica. (Franco Fuscà) preferisce o conservare il denaro liquido, o impie- Riservata all’Ecc. il Ministro della Cultura Popolare RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO, ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO dal 16 al 31 gennaio 1944-XXII C irca il processo di Verona continuano a circolare voci pietistiche sulla condanna a morte di Gottardi ed anche di De Bono, data l’età avanzata dell’ex-quadrumviro. Anche la notizia della denunzia dell’ex-Segretario del P.N.F., Carlo Scorza, e di alti ufficiali del fu esercito regio al Tribunale speciale ha fatto qualche impressione, conferIl recente comunicato del mando nella massa la convinMaresciallo Graziani circa la zione che la giustizia fascista composizione delle Commissegue inesorabilmente il suo sioni per la revisione dei quacorso. Qualcuno pensa che si dri dell’esercito, è stato favotratti di vendetta personale, e revolmente commentato anche tenta giustificazioni non tropnegli ambienti meno teneri per po plausibili della condotta dei il regime repubblicano. famigerati generali. L’indirizzo radiofonico al Ha scarsamente interessato popolo milanese pronunciato la popolazione milanese la dall’Eccellenza Parini in occacommemorazione dei martisione del suo insediamento ri delle foibe istriane. Si nota come Capo della Provincia, è una grave astenia morale in stato forse accolto e giudicato fatto di massacri, di delitti, come una manifestazione della specialmente se di natura polisua sincera volontà di avvicitica. La cronaca dei giornali, narsi a tutti i milanesi in questa troppo ricca, sino a qualche ora, per guidarli e sorreggerli. tempo fa, di fatti di sangue, di Sono anche piaciute le ferme atti di banditismo, ha contri- La condanna di Verona apparsa su «L’Arena» dichiarazioni e i propositi sebuito a atrofizzare quel sano veri contro gli eversori, i terrosentimento di orrore che la massa sentiva per gli risti e i disturbatori della quiete pubblica. efferati atti di questo genere. Il nuovo giornale “La Repubblica fascista”, Le parole pronunciate dal Duce in occasione che ha iniziato le sue pubblicazioni il 23 gennaio, del rapporto ai comandanti dell’esercito repubbli- ha trovato un’accoglienza piuttosto fredda in quecano hanno riscosso una certa eco nella parte sana sti ambienti. L’articolo di apertura della Medaglia della popolazione; è stata variamente commentata d’Oro Borsani, arieggiante un poco il famoso artil’annunciata sostituzione delle stellette sull’u- colo del Duce “Audacia”, è stato giudicato piuttoniforme militare col gladio romano circondato da sto retorico, e il contenuto e l’impostazione del fronde di quercia e d’alloro. C’è ancora un certo giornale sono parsi inferiori alle aspettative. Da sentimento romantico per le stellette. una prima inchiesta risulta che la resa quotidiana Il discorso tenuto da Hitler nell’annuale del- delle copie invendute è notevole. l’ascesa al potere del nazionalsocialismo è stato È corsa voce del trasferimento in questa giudicato da molti privo dell’intimo senso di cer- città, e precisamente nel Palazzo di Giustizia nuotezza nella vittoria e, in questo senso, un poco vo, del Comando Supremo tedesco in Italia. La fiacco, in confronto con i precedenti. voce, molto diffusa, ha provocato un certo panico Lo sbarco di Nettuno e la diretta minaccia ne- nella popolazione che – con l’avvicinarsi della mica su Roma hanno, purtroppo, lasciato indiffe- buona stagione – teme nuovi pesanti bombardarente la maggior parte della popolazione, la quale, menti terroristici sul centro urbano. In realtà l’ala forse, si illude – in certi strati – che l’occupazione del Palazzo dove aveva sede la Pretura penale è eventuale di Roma possa affrettare la fine del con- stata sgombrata e occupata dal servizio del lavoro flitto. Scarsi sono ancora i risultati della propagan- per l’Organizzazione Tod. Per altro le autorità teda intesa a risvegliare negli animi il senso dell’a- desche hanno invitato le autorità giudiziarie a mor patrio. I telegrammi e i messaggi pubblicati sgombrare entro il più breve tempo tutto il Palazfrequentemente dai giornali per la difesa di Roma zo. La qual cosa, oltre a creare un comprensibile sono accolti con scarsissimo interesse da questa senso di disagio e di apprensione fra i magistrati e popolazione, che li considera del vecchio stile re- gli avvocati, ha indotto la popolazione a ritenere torico. Specialmente i militari sono infastiditi dalle fondata la voce del suaccennato trasferimento. manifestazioni più o meno pubbliche di “gente che Due casi di aggressione a militi fascisti, fortureclama l’onore di combattere”, giacché pensano natamente senza conseguenze letali, si sono verifialla rifioritura della mala pianta del falso volonta- cati nella decorsa quindicina; la massa della poporismo, nato purtroppo al tempo della campagna lazione li ha vivamente stigmatizzati. etiopica ai margini del volontarismo vero. In realtà La situazione annonaria non desta, per ora, il numero dei volontari che affluiscono quotidia- gravi preoccupazioni, ma gli alti prezzi, anche dei namente ai distretti milanesi è piuttosto scarso. generi di prima necessità, si fanno piuttosto sentiNon arrivano a 10 al giorno. re. Si è ricorsi, come nel febbraio scorso, a un provvedimento di autorità per il ribasso della frutta e della verdura, il che ha portato alla scomparsa quasi totale dal mercato dell’una e dell’altra. Ma si ritiene che il fenomeno della rarefazione debba cessare per forza di cose e che i produttori e i grossisti si decideranno, mantenendo il calmiere a riportare la frutta sui mercati. I prezzi dei pasti nei ristoranti si mantengono sempre ad altezze vertiginose. La vigilanza delle autorità di polizia e le severe sanzioni applicate non sono finora valse a far cessare o diminuire l’abuso. Purtroppo il pubblico paga quasi sempre senza fare osservazioni, convinto che per consumare un pasto soddisfacente bisogna spendere. Gli esercenti si giustificano dal canto loro dicendo di dover acquistare tutto alla borsa nera, per mancanza di assegnazioni di generi tesserati. (Franco Fuscà) Riservata all’Ecc. il Ministro della Cultura Popolare zioni non tutte concordanti, sono pure seguite le vicende belliche sulla testa di sbarco di Nettuno. La pubblicazione del decreto sulla socializzazione delle imprese non ha soverchiamente interessato la massa dei lavoratori, la quale si mostra tuttora scettica circa l’utilità pratica dei provvedimenti nei riguardi dei singoli, e più ancora sulla possibilità di realizzazione del programma. D’altra parte, i capi delle aziende – gli industriali e i loro rappresentanti – si mostrano alquanto allarmati e non fanno mistero delle loro intenzioni più o meno ostruzionistiche. Notevoli ripercussioni della pubblicazione del decreto si sono avute in borsa: quasi tutte le quotazioni, ma soprattutto quelle delle azioni di imprese elettriche, hanno subìto un rilevante ribasso. Gli interpreti apparentemente zelanti, ma in realtà sarcastici di tale ribasso, affermano che lo stesso è da intendersi come rivalutazione della lira. Gli articoli pubblicati dal “Corriere della Sera” il 5 e il 6 corrente, dai titoli “Contenere l’inflazione e garantire il risparmio” e “Dopo le premesse della socializzazione la realtà dei fatti trionferà sulle menzogne”, hanno destato un vivo interesse nei vari strati della popolazione. Negli ambienti borsistici il contenuto di tali articoli è stato aspramente criticato, ma è servito ad influire sulle quotazioni dei titoli azionari, all’apertura della borsa lunedì 7 corrente, segnando l’inizio del tra- RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO, ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO DAL 1° AL 15 FEBBRAIO 1944-XXII N ella decorsa quindicina si sono ancora lamentati nella città e nella provincia gravi atti terroristici e di banditismo: l’aggressione al Questore (di stile prettamente americano); gli assassinî di un Capitano paracadutista e di due militi della Guardia Nazionale Repubblicana; l’attentato alla Casa del Fascio di Sesto S. Giovanni e l’attentato al treno viaggiatori proveniente da Torino. Essi hanno impressionato profondamente questa popolazione che ha stigmatizzato, al di là di ogni prevenzione politica, le azioni nefande. La pericolosità di tali atti è stata particolarmente sottolineata giacché tra le vittime sono anche persone completamente estranee alla vita politica. Come misura preventiva, da qualche giorno, in ore diverse e in diverse località della città, la Polizia Repubblicana opera requisizioni collettive, bloccando ritrovi pubblici, ostruendo sbocchi di strade, fermando i passanti ed estendendo le indagini anche ai passeggeri dei tramvai, nonché alle automobili e ai ciclisti che si trovano nelle località soggette allo sbarramento. Questo provoca inevitabilmente qualche disturbo e forse qualche mormorazione da parte della popolazione, ma il provvedimento è accolto senza riserve come misura necessaria ed utile a normalizzare la vita cittadina. I reiterati attacchi aerei su Roma provocano finalmente un certo sdegno da parte di questa popolazione che credeva fosse assurdo che gli inglesi e gli americani colpissero Roma, città aperta e città santa. Ha suscitato anche un’ondata di sdegno la barbarica distruzione della Basilica di Montecassino. Con interesse, improntato purtroppo ad aspira- I Giudici del Processo di Verona nel gennaio 1944 contro i collo particolarmente per i titoli elettrici. Prima della pubblicazione del decreto circolava infatti la voce della statizzazione delle imprese elettriche. Dal 7 all’11 corrente si è notato un certo disinteresse dei compratori alla borsa: la discesa delle quotazioni fu quasi sempre continua, Negli ambienti politici ha suscitato una viva curiosità l’articolo pubblicato senza firma il 6 febbraio, sul “Corriere della sera”, e che secondo quanto lo stesso giornale ne scrive, sarebbe l’espressione di un gruppo di non fascisti. Tale articolo, attribuito da taluni a Bombacci, è da altri ritenuto del gruppo di socialisti genovesi che faceva capo al vecchio “Lavoro”. Non ha suscitato l’interesse che si aspettava la pubblicazione dei documenti massonici che riflettono il retroscena della crisi politica e militare culminata con gli avvenimenti del 25 luglio e dell’8 settembre. La maggior parte della popolazione ne è rimasta indifferente o, in qualche strato, tali documenti sono stati definiti come una mistificazione della propaganda, anche perché è stata sottolineata la mancanza della citazione della località dove gli stessi sono stati rinvenuti e il nome di chi li possedeva. Non ha suscitato un grande interesse la manifestazione organizzata il 9 corrente per l’anniversario della proclamazione della Repubblica romana e per il giuramento delle Forze Armate repubblicane. L’accostamento delle due celebrazioni ha suscitato qualche ironico commento da parte dei soliti astiosi “finestristi” i quali hanno rilevato che la Repubblica romana è vissuta soltanto 50 giorni. Non desta, per ora, gravissime preoccupazioni la situazione annonaria, almeno nei confronti di altre provincie. Si è notata la rarefazione della frutta e verdura a seguito delle limitazioni imposte sui prezzi di vendita. Non hanno ancora avuto un esito soddisfacente le misure prese per la repressione della borsa nera, nè quelle contro i ristoranti che somministrano a prezzi sbalorditivi vivande fuori della lista. Si rileva per altro che le assegnazioni non vengono fatte regolarmente e che ci sono generi che non sono stati affatto distribuiti. Il ceto operaio tuttavia, in virtù delle tessere annonarie preferenziali, può acquistare con una certa regolarità tutti i generi razionati e perfino il vino al prezzo di L. 14 al litro. Il resto della popolazione non ha invece potuto ritirare la razione di olio di novembre e di gennaio, mentre quella di febbraio non è stata ancora distribuita. Non è possibile da tempo il ritiro dei supplementi concessi agli ammalati. Tutto questo provoca un naturale malcontento nella popolazione non operaia, pure costretta spesso a lavorare duro e a un tenore di vita sempre più sacrificato e difficile. Si è diffusa la voce che le autorità tedesche avrebbero requisito grandi quantità di generi alimentari allo scopo di darli in distribuzione, a fine propagandistico, solo in caso di pubblici disordini. La voce è, naturalmente, falsa e probabilmente dovuta all’ispirazione di occulti emissari del nemico. Pure tale voce ha provocato vivaci critiche del popolino nei confronti delle autorità germaniche. La nomina a Capi di Provincia di alcuni ex generali della Milizia, come Brandimarte, ecc. ha avuto una non benevola ripercussione nell’opinione pubblica; si è notato che tali nomine “formali” non paiono aderenti allo spirito realistico dello Stato Repubblicano, giacché servirebbero solo a giustificare stipendi e prebende; si pensa, infatti, che questi ex generali non saranno mai messi a Capo di provincie, e che sarebbe stato opportuno dare ad essi un’altra carica o un’altra destinazione. (Franco Fuscà) Milano 20 marzo 1944-XXII ti dell’Azienda tramviaria municipale di Milano. Ma dopo qualche ora, ufficiali dell’aeronautica, agenti di P.S., della Guardia Nazionale Repubblicana, squadristi e volontari hanno potuto assicurare il servizio, seppure ridotto, eliminando quasi totalmente il disagio della popolazione. Verso gli improvvisati manovratori si sono avute da parte del pubblico manifestazioni di simpatia e di consenso. Alcuni atti di sabotaggio, ad opera di malintenzionati che in alcuni punti hanno divelto o fatto saltare con bombe le rotaie, non sono riusciti a turbare l’andamento del servizio. Le autorità hanno operato vari arresti non solo nella massa RELAZIONE SULL’OPINIONE PUBBLICA IN ORDINE AI PROBLEMI DEL MOMENTO, ALLA VITA DI OGNI GIORNO E AGLI AVVENIMENTI DELLA PROVINCIA DI MILANO 16 febbraio - 15 marzo 1944-XXII L ’avvenimento dominante tra la seconda quindicina di febbraio e la prima di marzo è lo sciopero. Iniziatosi negli stabilimenti industriali il 1° marzo lo sciopero si è esteso poi ai dipenden- degli scioperanti, ma anche fra coloro che devono ritenersi i mandanti o gli istigatori morali. Le ragioni dello sciopero - non ben conosciute, per altro, dalla gran massa degli scioperanti, che hanno mostrato di subire degli ordini e delle intimidazioni, non di condividerle - sono state apparentemente economiche. Gli operai hanno espresso il desiderio di un trattamento migliore nella distribuzione dei generi alimentari tesserati. Ma la ragione sostanziale è di natura politica, come è stato poi abbondantemente documentato in articoli del “Corriere della sera”. Realmente perdura e si fa sempre più sentire il disagio alimentare, specie per le categorie meno provvedute. Per penuria di generi da distribuire, per deficienza o irregolarità dei trasporti, o per altri motivi, anche gli intestatari delle tessere preferenziali non hanno potuto ritirare alcuni generi di prima necessità. Per esempio hanno ricevuto marmellata il luogo di zucchero e mele al posto dei grassi; il che ha provocato un evidente malumore nel ceto operaio e una certa sfiducia nel sistema organizzativo degli approvvigionamenti, sistema che non riesce a reprimere d’altra parte la borsa nera, per mezzo della quale i più abbienti possono soddisfare qualsiasi bisogno. Il periodo è stato anche funestato da qualche assassinio: due squadristi, l’ing. Conti e il guardiano sessantenne Torre, sono stati uccisi sulla pubblica via dal solito ciclista irreperibile. Sono stati pure uccisi alcuni militi in servizio di guardia presso le linee ferroviarie. Tali delitti hanno suscitato lo sdegno e la riprovazione nella popolazione che, al di fuori di ogni ideologia politica, ha deprecato la malvagità di questi atti. Talune manifestazioni promosse dagli squadristi del Battaglione Muti e dalla Polizia Repubblicana non hanno invece incontrato il pieno favore del pubblico: i ballerini portati in giro con cartelli dietro le spalle, e messi così alla berlina, la mattina successiva al sabato grasso; quattro sabotatori di una linea tramviaria portati in giro nella Galleria e nelle sale di pubblico spettacolo, se hanno destato, in un primo momento, la riprovazione unanime da parte dei presenti, in un secondo momento hanno dato adito a critiche moleste circa la opportunità di simili manifestazioni. Ottima impressione hanno fatto alcuni articoli pubblicati dall’ “ITALIA” contro il bolscevismo. Tali articoli restano però nel campo spirituale e non impegnano affatto i cattolici e il clero responsabile sul terreno politico. Purtroppo, tra il clero della provincia, devono deplorarsi atteggiamenti piuttosto ostili nei riguardi del nuovo stato repubblicano. Nei primi di marzo il parroco di Gallarate si è rifiutato di benedire i vessilli desti- nati a istituti di istruzione, oltre che i vessilli di truppe partenti per il fronte. Tale diniego ha provocato l’unanime deplorazione da parte della popolazione locale che sente sempre più il disagio dello stato di cose determinato dall’atteggiamento del suo parroco. È stata accolta con scarso fervore l’iniziativa della sottoscrizione per l’offerta di carri armati all’esercito. Il decreto del Duce con cui si comminano pene severe ai renitenti e ai disertori ha provocato uno scossone salutare in certi strati dove era diffuso un largo scettiscismo sull’effettiva forza della Repubblica. La presentazione alle armi dei renitenti e dei disertori è stata quasi totalitaria, specialmente in città. In provincia le aliquote minori si sono avute nei centri e nei villaggi rurali. Purtroppo, manca tra i giovani la volontà del combattimento. Se oggi si sottopongono alla vita militare lo fanno senza fede, quasi con dolore. Il motivo della Patria che chiama, della Patria dilaniata dal nemico, della terra invasa non scuote più i loro animi. Esiste, invece, e si manifesta ogni giorno più, una certa volontà di ripresa. La diffidenza, la sfiducia, lo scetticismo verso lo Stato ricostituito diradano a poco a poco e l’adesione del popolo alla Repubblica ha ogni giorno segni tangibili. Anche verso i camerati germanici il senso di ostilità e di sordo rancore sentito particolarmente dalla popolazione milanese, forse per un atavico retaggio del Risorgimento, si è alquanto sciolto, soprattutto per merito del contegno quasi sempre irreprensibile tenuto dalle truppe germaniche e dall’ottimo trattamento di cui godono i lavoratori alle dipendenze di Comandi tedeschi. La propaganda nemica, che ha scatenato una nuova offensiva dei nervi in questi giorni ha dovuto segnare un’altre sconfitta; lo sciopero è fallito dopo l’ordine del Capo della provincia di riprendere il lavoro per l’8 marzo e le due avvisaglie di I condannati del processo di Verona vengono portati sul luogo dell’esecuzione; sulla sinistra, Don Chiot, mitica figura di sacerdote, che ha benedetto le salme Verona: il plotone d’esecuzione pronto a sparare contro Ciano, De Bono, Gottardi, Marinelli, Pareschi nuovi scioperi fra il 15 e il 20 non hanno avuto alcun seguito. Ha suscitato una favorevole impressione il bollettino n. 1 del Quartier Generale della Forze Armate, commentato con senso di soddisfazione nei treni, nei caffè, da parte della popolazione di tutte le categorie. Peccato che il bollettino sia stato in un certo senso sconfessato dai giornali e non sia venuto il n. 2 che si aspettava come una conferma della nostra partecipazione alla guerra! Per meglio avvicinare il popolo ai soldati tedeschi e per sfatare la leggenda dell’occupazione, che continua, sarebbe opportuno che fosse stabilito il saluto reciproco fra i militari dei due eserciti. L’inaugurazione della stagione della Scala al Lirico di Milano ha interessato vivamente gli ambienti musicali e culturali della città, ma non è stato sottolineato in modo particolare – come avrebbero desiderato i camerati germanici – il significato politico del ritorno della Scala a Milano, nonostante le manifestazioni ufficiali che sono state organizzate. È stato lanciato dal Podestà del Comune di Milano un prestito obbligazionario per la città di Milano. Benché tale prestito fosse congegnato in modo originale, l’interesse negli ambienti finanziari è finora scarso. Tra i prodromi dello sciopero è da considerarsi la lettera del Capo della provincia e Podestà di Milano ai tramvieri e agli operai dell’azienda, con la quale è stato imposto ai tramvieri astenutisi dal lavoro di pagare i danni subiti dall’Azienda nei giorni di sciopero. Il provvedimento è stato subìto dagli interessati, ma non senza qualche espressione di malumore trapelata in più ampi strati della popolazione, ma limitate a mormorii e critiche fatte sottovoce. Tra le voci diffusesi durante il periodo di esame merita particolare menzione quella del rapimento di Piero Parini da parte di ribelli travestiti da SS germaniche. La voce è stata financo raccolta da Radio Londra e si è diffusa non solo in città e provincia ma anche al di là della regione lombarda. (continua) © 2005 by «Rivista degli Stenografi» - Fondazione Francesco e Zaira Giulietti, Firenze - Tutti i diritti sono riservati: nessuna parte della serie di articoli pubblicati può essere riportata sotto alcuna forma, sia elettronica che meccanica, compresa la fotocopiatura e la registrazione su qualsiasi tipo di supporto concellabile o permanente, senza la preventiva autorizzazione della Direzione della Rivista. Verona: i condannati poco prima dell’esecuzione Recuperato lo struggente diario stenografico dell’ufficiale Amedeo Ventura internato nei lager tedeschi le trasparenti pagine affiorassero sul recto confondendosi gli uni con gli altri in un indescrivibile e inestricabile intreccio. Una sorta di lavoro, il mio, affine alle traduzioni paleografiche, avendo dovuto addentrarmi, non solo nelle abbreviazioni personali (non molte, per fortuna), ma eseguire spesso la ricostruzione di parti di testo (elementi singoli o segmenti di frasi) rimaste percettibili in forma minimale e confusa anche a causa dei successivi, ripetuti sfogliamenti di pagina operati dai familiari nella loro affettuosa investigazione del documento. Il diario, infatti, presenta qua e là degli Il libro, di recente pubblicazione, scritto con la collaborazione di Anna Maria Trombetti, che ha curato la spesso ardua decrittazione degli stenoscritti RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 1943-1945 : il racconto stenografato di circa due anni di prigionia di un ufficiale italiano, il Tenente Amedeo Ventura, nei campi di internamento tedeschi di Leopoli, Wietzendorf e Amburgo, torna, dopo 60 anni, pagina viva di storia umana a cui il taglio personale nulla sottrae del toccante valore documentario. Il Tenente Ventura, pur nelle limitanti condizioni in cui si trovava, ebbe la costanza di tenere un diario quotidiano che condensò nelle pagine di un’agendina tascabile, in alcuni fogli di un calendarietto a strappo, e in alcune veline per sigarette: spazi obiettivamente assai ridotti ai quali, tuttavia, la scrittura stenografica conferì immancabilmente quella sorta di dilatazione ben nota ai cultori delle “lettere mozze” (come Dante, in Par., XIX, 134-135, definisce i segni abbreviati della grafia celere latina precisandone la capacità di condensare una gran quantità di informazioni “in parvo loco”). Ho avuto il privilegio di essere io la traduttrice delle fitte annotazioni che la mano del trentaduenne ufficiale, sposato e, all’epoca, padre di tre figli, vergò, parte a penna e parte (successiva) a matita, sulle veline del suo taccuino e degli altri supporti cartacei di fortuna; un privilegio che ha avuto la sua grossa contropartita di tempo e di fatica, dato il non sempre buono stato di conservazione dei documenti, in diversi tratti passati e ripassati attraverso revisioni, riscritture, sovrapposizioni di testo apportate dallo stesso autore e, infine, dopo la sua morte, fotocopiati senza poter evitare che, in molti casi, i segni tracciati sul verso del- di ANNA MARIA TROMBETTI 9 Due pagine stenografiche del taccuino di Amedeo Ventura. I caratteri, qui in bella e chiara scrittura, sono ancora perfettamente leggibili. Altre volte, decifrare i caratteri o costruire il filo logico è stata un’opera ardua e complessa elementi immediatamente decifrabili consistenti in inserti di scrittura ordinaria: elenchi di nominativi e di indirizzi, precisazioni di luoghi geografici, indicazioni di titoli di libri e dei loro autori, liste delle spese, ecc. E su questi, per anni, si è concentrata l’attenzione dei figli del Tenente, in particolare del Sacerdote romano Don Maurizio Ventura il quale, alla fine, fatte le appropriate ricerche in internet, o, meglio, in Intersteno, è venuto in contatto con la sottoscritta residente nella sua stessa città e l’ha incaricata di decifrargli le 700 e oltre unità stenografiche di cui il diario si compone per darne ufficiale divulgazione in un volume a cura dell’Associazione S. Gabriele di Roma. I l recupero dei tracciati spariti o non più leggibili per se stessi, è avvenuto – quando ciò è stato possibile – sulla base di rigorosi raffronti testuali, di sincroniche ricerche storiche, geografiche e lin- guistiche, e di comparazioni terminologiche interne. Nei casi in cui, da una parte è venuto a mancare il necessario addentellato dei riferimenti certi, dall’altra, una sostituzione “logica” o sinonimica ha potuto apparire azzardata, ho preferito lasciare in bianco gli spazi indicando di volta in volta, fra parentesi quadre, il tipo di problema che si presentava e le mie personali osservazioni. L’autore del diario ha usato il sistema Gabelsberger-Noe, appreso a scuola nell’indirizzo commerciale da lui frequentato (in seguito Amedeo Ventura si laureerà in economia e commercio) e perfezionato attraverso un corso di approfondimento post-diploma sfociato, nel 1939, in titolo di abilitazione al pubblico insegnamento. Il livello di conoscenza risulta, a dir poco, perfetto. Ad onta di alcune imprecisioni di tracciato, infatti, legate alle circostanze (in primis, la stringatezza dello spazio di scrittura a fronte del cumulo di notizie da immettervi, ma D a molto tempo, è risaputo, l’ignoranza grammaticale fa testo fin dalle classi primarie, così come l’infarcitura di elementi superficiali di varie discipline, all’interno dei programmi scolastici, viene finalizzata – illusoriamente! - all’assimilazione di un sapere universale non altro ottenibile che per approfondimento dottrinale sistematico. Il Tenente, che ha affidato alla scrittura criptica – certamente anche per pudore personale oltre che per un’esigenza di risparmio di tempo e di carta – gli onorevoli pensieri e sentimenti ispiratigli nella realtà contingente dalla sua coerenza di uomo, di cittadino e di credente e dal suo forte legame affettivo con la famiglia lontana, si è fatto conoscere per una struttura linguistica “a monte”, in grado di portarlo ad essenzializzare l’espressione dei concetti in linea con la sinteticità del mezzo grafico usato. E la morfologia del suo linguaggio scritto, fatto di strategie per coniugare contenutezza verbale e necessità di precisione descrittiva del quadro am- bientale (le baracche dei prigionieri, i ritmi della vita quotidiana tra consumazioni di rancio, appelli, allarmi aerei, attività di lavoro per le necessità del campo, letture personali, lezioni e conferenze organizzate, celebrazioni religiose, riunioni tra colleghi per il festeggiamento reciproco di anniversari o dell’arrivo di pacchi dall’Italia, iniziative culturali e ricreative, ecc.) si è trasformata, per me che andavo pian piano acquisendola in uno con le ricorrenze lessicali e le scelte funzionali di questo o quel registro, in una guida utilissima nei casi di più difficile traduzione. Qui, e in altri reperti stenografici, i testi risultano scritti perfino su cartine di sigarette L a stenografia moderna è stata elaborata come un prodotto calzante a pennello con le caratteristiche morfo-sintattiche e fonologiche di ciascuna lingua, al tempo stesso che se ne è studiata ed ottenuta una sua distinta configurazione linguistica: al pari di un abito che non solo riveste, modella, ed evidenzia il corpo sul quale è stato tagliato e conformato, ma lo valorizza aggiungendogli un di più di perfezione estetica e di atout sociale, così questo vivace e polimorfico strumento per la raccolta maieutica delle parole nascenti come pensiero all’interno del nostro io o in fase di prima materializzazione sul labbro che le pronuncia, costituisce essa stessa una trama linguistica cha fa da corrispettivo al rapporto idiomatico tra langue et parole con una preferenza per l’aspetto creativo di quest’ultima e la sua riproposizione graficogrammaticale: si pensi, in particolare, alle sigle di verbi, preposizioni articolate, aggettivi dimostrativi e altri elementi del sistema Gabelsberger-Noe, resi immediatamente evidenti nella struttura della frase dalla loro posizione innalzata RIVISTA DEGLI STENOGRAFI qualche volta anche le condizioni di urgenza e gli stati d’animo di agitazione che, è risaputo, si riflettono in una nervosa e scompensata grafia), tutte le regole di teoria appaiono rispettate e l’abbreviazione logica viene applicata con piena cognizione di causa. Congratulazioni postume soprattutto all’insegnante che curò la preparazione di base dei suoi allievi in quegli anni tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta in cui la metodologia gabelsbergeriana era l’unica ammessa nelle pubbliche scuole (di lì a poco farà la sua comparsa il primo sistema stenografico di estrazione italiana, il Meschini) e che accese nei suoi alunni le prime scintille d’amore per la disciplina stenografica: ma congratulazioni venate di molto rimpianto anche al regio sistema di istruzione scolastica che, attraverso un funzionante e solerte Ministero, si mostrava attento alle connessioni tra qualità dei programmi e livelli effettivi raggiunti nella formazione culturale ed umana degli studenti. Una progettualità che aveva di mira la concretezza dei risultati e che si avvaleva del criterio di unità disciplinare per curare tutti gli aspetti di questo impianto formativo e dargli una forte impronta di solidità in vista di un’eventuale prosecuzione degli studi a livello universitario. 11 o abbassata rispetto al corpo di scrittura centrale. In questo sistema, infatti, la collocazione variata rispetto al rigo di base, non ha soltanto un valore abbreviativo, ma funge da riflettore sui cardini dell’edificio linguistico per modo che l’occhio, prima ancora di tradurre, percepisce distintamene la loro specificità e si dispone con tutta sicurezza al riconoscimento dell’intero costrutto. Al nesso fonetico-etimologico-grafico, che troviamo sempre messo in evidenza nella teoria dei manuali didattici, occorre aggiungere questa relazione tra il segno e il suo valore grammaticale, relazione così funzionale alla chiarezza interpretativa, da costituire un ulteriore, importante elemento per qualificare di superiorità assoluta la scrittura stenografica manuale rispetto all’uniformità, lentezza, e convenzionalità dei segni alfabetici ordinari, privi di corrispondenza tra grafemi e fonemi, tra ortografia e contenuto semantico di radici, prefissi e suffissi, tra lettere e loro immediatezza espressiva. M RIVISTA DEGLI STENOGRAFI a torniamo al Tenente Ventura e ad uno squarcio, piccolo ma significativo, che egli improvvisamente apre – e chiude - proprio in merito alla scrittura da lui deputata a raccogliere e conservare, nella freschezza della loro scaturigine, pensieri e sentimenti di quei giorni bui. Il 28/02/1944 egli scrive così: “Nel pomeriggio faccio lezione di stenografia alla camerata: sarà però difficile andare avanti per mancanza di carta, di testi, ecc.” Dunque, la stima del Tenente per questo eletto mezzo di espressione e di comunicazione, non si ferma alla pur nobile finalità diaristica: in lui c’è, evidente, l’intenzione di estenderne ad altri la conoscenza, di spezzare, con chi condivide la sua stessa fame di cibo materiale e la stessa sete di fisica libertà, il prezioso, stenografico pane. Non può essere dipe- 12 so, infatti, se non dalle circostanze rilevate (che fare senza carta ed altri pertinenti strumenti?), ma, forse, anche dalla indebolita forza morale di tanti commilitoni, lo scoglio incontrato da Amedeo Ventura nella diffusione della sua arte scrittoria: la mancanza di successive informazioni in merito al progetto dice eloquentemente che esso non si compì e che fu un altro dei danni procurati alle persone dalla stasi culturale della guerra. Ma la Stenografia non ha solo il DNA comunicativo della trasposizione diretta del parlato o della registrazione ad tempus di parole e pensieri: la sua potenzialità conservativa si è sempre estrinsecata negli oltre duemila anni di servizio alla conoscenza e sono molti, moltissimi, i testi che, da allora, le debbono la fortuna di un ampio e trasversale approccio con il mondo, potenzialmente senza limiti, dei lettori di ogni epoca. L o spaccato di vita offerto dal diario di Ventura ci consente, per esempio, sia di calarci “dentro” la particolare esperienza umana degli internati, sia di tastare il polso alla psicologia, ai costumi ed ai “valori” di un’intera epoca. La stenografica moviola del nostro autore passa e ripassa, con primi piani di grande effetto, sui minimi dettagli del programma giornaliero: riprende l’interno e l’esterno del campo, descrive la camerata, racconta i gesti semplici della routine come quelli, più estemporanei, degli allegri riti tra commilitoni per celebrare avvenimenti personali o di coinvolgimento collettivo, illumina situazioni dalle più ingenue alle più scabrose, scende nei meandri delle interiorità ferite dei singoli e dei loro confessati e inconfessati desideri… E fissa, fissa immagini di luoghi, di persone, di consuetudini, di cui il dopoguerra, più ancora della guerra, decreterà ingiustamente e ingloriosamente la fine. I brevi flash, per esempio, contenuti nella narrazione delle esperienze lavorative svolte dal Tenente nei primi mesi del ’45 come spalatore di macerie e manovale muratore ad Amburgo, consentono di ricavare un’interessante immagine di questa città al crocevia tra il crollo del mito nazista e l’offensiva dei bombardamenti americani. Malgrado tutto, la vita vi scorre apparentemente uguale nella regolarità dei mezzi di trasporto (tram e metrò), nell’attività di caffè e ristoranti, nei primi interventi di ricostruzione, negli spettacoli di cinema e varietà… I cambiamenti sono percettibili ad altri livelli, e ben se ne accorge Amedeo quando mette piede in un caratteristico locale, il Deutschland: 25/2/45 Oggi, Domenica, sono di turno al lavoro fino a mezzogiorno. Il pomeriggio (facendo una fila di un’ora per l’acquisto del biglietto) vado a vedere il nuovo spettacolo “Musica a Salisburgo”. Alla sera cerco di cenare al Deutschland ma, come straniero, vengo cacciato via. Interessanti le citazioni di luoghi ed edifici alcuni dei quali, probabilmente, rimasti tali ancor oggi: 8/4/45 Domenica … Dopo il pranzo faccio una gita in metro a Blankenese e da qui salgo al belvedere di Sülberg donde si ammira il panorama della foce dell’Elba, il porto e la città di Amburgo. Alla sera, dalle 9,30 alle 11, violento bombardamento del porto (grave incendio a St. Pauli; tutti i vetri del lager di nuovo rotti)… altri sicuramente rinominati: I l fatto che il diario non fosse destinato, nelle intenzioni dello scrivente, alla pubblicazione, ne rende più avvertibile lo spessore e più apprezzabile il contenuto: e i sentimenti – assai delicati – che lo informano, del tutto privi di astio e di malevolenza verso chicchessia, mostrano la personalità di un uomo che ha posto sempre in primo piano la sua fedeltà ai valori umani e cristiani. Trascorrere più di due anni lontano dalla propria mo- glie senza mai cercare “soddisfazioni” alternative del genere facilmente intuibile in circostanze analoghe (messo in atto dalla maggior parte degli ufficiali del campo), riuscire a mantenersi spiritualmente integro e fedele alle pratiche religiose (la Messa, la comunione, la preghiera, gli esercizi spirituali), compiere il proprio lavoro con squisito senso del dovere, curare in ogni occasione il decoro della propria persona e dell’abbigliamento (risparmiato e riparato fino all’inverosimile), cercare nei libri e nei seminari letterari e scientifici la risposta più valida alle esigenze di crescita culturale ed interiore, ecc., rappresentano i punti forti di una trama esistenziale che, pur messa a dura prova da malanni fisici, tensioni dell’animo, sofferenza acuta per il distacco dagli amati familiari, e disturbi psico-somatici consequenziali, non ha Amburgo bombardata (1945) RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 14/4/45 Sabato Oggi non si va al lavoro e si coopera alla riparazione del lager che ha avuto tutte le porte e le finestre rotte e asportate; vetri, mattoni e calcinacci dappertutto. Tutta la zona vicina, fino a Hitler Platz, è stata devastata dall’esplosione di una grossa bomba che ha distrutto la Deutsche Bank. Tutta la città ha subito un attacco terroristico. Questa sera non si va a dormire in camerata, ma mi distendo a terra nel keller. Nella nostra camerata si sono avuti, nel bombardamento della scorsa notte, una decina di feriti. 13 subito irreparabili fratture. Eccone qualche riscontro dalle pagine del Diario. 25/3/44 Sabato Oggi torno ad ascoltare la Messa ed approfitto per confessarmi: così la pulizia del corpo fatta ieri col bagno, è completata da quella dell’anima, e domani farò la comunione che non potei fare per la festa di S. Giuseppe. Oggi poi anche il cielo si è purificato e sembra che davvero sia cominciata primavera. Grande entusiasmo per la distribuzione delle sigarette: le mie le ho vendute per un paio di pantaloni. Cenetta in onore del 2° anniversario del matrimonio di Ricotta (alici, surrogato e nocciolato). 8/4/44 Sabato Bella e commovente la cerimonia del Sabato Santo: il fuoco, il cero pasquale (preparato con materiale da campo); comunione affollata. Balbi ha, da un ufficiale venuto da Parigi, notizie della sua famiglia. È commosso dalla gioia e ne ringrazia Dio col quale si è riconciliato nella comunione di ieri sera (la lettura di Pascal che gli ho sottoposto io, vi ha contribuito). Neva anche si decide a fare la comunione dopo sette anni, e va a confessarsi oggi. 22/5/44 Lunedì ... Da ieri è tornato l’inverno: piove e soffia un vento gelido da Nord: giornata di grande fame! Comincio a lavorare intorno a un paio di pantaloni di cotone che trasformo in calzoncini corti estivi: rattoppo i fondelli. 22/6/44 … Ho finito di leggere La potenza delle tenebre di Tolstoj e leggo Le memorie del sottosuolo di Dostoevskij… 23/6/44 Nuvole e vento freddo ancora! In questi ultimi giorni ho intensificato la frequenza ai corsi di cultura Diritto civile: parte delle obbligazioni; Procedura penale: parte generale; Diritto penale: i reati contro (spazio bianco). Letteratura italiana: letture di Dante; Leopardi nel romanticismo; Economia applicata: la moneta; Storia dell’arte: il ‘400; Teologia: parte fondamentale: Inglese: grammatica e nomenclatura. 25/11/44 … Anche oggi piove, come ha piovuto tutta la settimana: il grande problema è delle scarpe, sfondate, attraverso le quali filtra acqua. Pare che non avremo riscaldamento che per due mesi invernali, e poi si tratterà di poca torba e legna … 6/12/44 L’allarme di ieri ha impedito l’uscita dal campo per raccogliere legna, e si va fuori oggi. Oltre alla legna riporto una bottiglia con del grasso che era stata abbandonata nel bosco. Così risolvo uno dei problemi che più mi assilla: quello delle scarpe che senza grasso andavano rovinandosi; per il fondo ho provveduto facendo degli zoccoli da mettere sotto le scarpe che lasciano passare l’acqua … 10/12/44 … Alle 10,30 giornale parlato. Alle 14 Concerto d’archi, piano e vocale. Oggi si esibisce Legnami suonando una fuga di Bach … 17/7/45 Martedì A causa dei miei continui disturbi mi sottopongo ad un’accurata visita medica: tutto è a posto; soltanto un po’ di dilatazione gastrica e astenia nervosa. Continuo la cura delle iniezioni e prendo del ferro prima dei pasti; ma il medico è del parere che i miei disturbi nervosi siano causati dal lungo periodo di astinenza sessuale e mi consiglia uno sfogo… ma è inutile perché non riesco a staccarmi dal pensiero di Rina e a superare la ripugnanza per il bordello. V entuno giorni dopo quest’ultimo testo, il 3/8/1945, il tenente tornerà nella sua Roma e riabbraccerà la moglie Rina, i figlioletti, i genitori, vale a dire tutti gli amati destinatari del suo spirituale testamento del 14/11/1943 (un’altra forte attestazione dei suoi principii, risalente alla prima fase del suo internamento). Poi, a distanza di tempo, ritornando con il pensiero su quella parte di vita trascorsa in prigionia, aggiungerà al suo diario la magnifica sintesi con cui mi piace concludere questo profilo stenobiografico di storia recente. “Prigionia = una speciale malattia fi- sica e morale. L’analogia con la malattia s’impone in tutte le manifestazioni di questa, così come della vita. Ma la lettura di Saper soffrire di Salvaneschi [Nino Salvaneschi, scrittore lombardo (18861968)] me ne ha dato una conferma tangibile. Infatti mai in questo periodo di prigionia ho trovato una lettura più conforme al mio particolare stato, di quel libro scritto per ammalati fisici. In prigionia, come durante una malattia, si può studiare il passato, riordinare le cognizioni, rivedere i valori, giudicare le sensazioni, approfondire le sofferenze, constatare gli errori, analizzare i dettagli, coordinare cause ed effetti, assimilare tutto questo con la pazienza e il dolore. E perché hai digiunato nel corpo e nello spirito, negli istinti e nei desideri, puoi offrire il pane secco e il pane nero. E siccome il tuo cuore, dopo aver varcato le frontiere dei sensi domati, batte un ritmo con un più alto amore, dona un po’ di quello che ti è costato tanta fatica e che ora certamente sai”. INIZIATO ALL’ISTITUTO MIGNINI IL CORSO EUROPEO PER LA GESTIONE DI PICCOLE E MEDIE AZIENDE P resso il perugino Istituto Mignini, fondato nel 1940, e già una delle gloriose sedi regionali dell’Istituto Stenografico Toscano, è iniziato in marzo il corso di ESPERTO NELLA GESTIONE AMM-CONTABILE PER PMI (Piccole e Medie Imprese), finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Dopo una seria e attenta selezione di 100 candidati, alla presenza della commissione della Provincia, sono stati ritenuti idonei a partecipare al suddetto corso n. 10 allievi più 2 uditori. Il corso ha la durata di 500 ore: 228 ore di lezioni teoriche, 112 di pratica, 10 di FAD (formazione a distanza), 150 di stage aziendale. I moduli formativi riguardano: Informatica di base; Lingua Inglese; Teoria della qualità; Sicu- rezza sul lavoro; Contabilità Generale; Applicativo gestionale; Contabilità Industriale e Applicativo Gestione Magazzino; Processo di formazione del bilancio di esercizio; Tecniche di comunicazione; Organizzazione aziendale Mainstreaming e Pari Opportunità; Project Management. La “Rivista degli Stenografi”, nell’esprimere il proprio compiacimento all’Istituto Mignini per la pluriennale attività didattica nel campo della formazione professionale, porge alla Direzione dell’Istituto i più calorosi auguri di sempre maggiori successi in nome della lunga e gloriosa storia comune. Nella foto: una lezione di Tecniche di Comunicazione, materia affidata alla dott. Sacramati. NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTI z NOTIZIE z INFORMAZIONI z APPUNTAMENTIn Il più importante teatro di Lione in gestione a cinque Compagnie italiane I l Théâtre de l’ Oseraie di Lione, storica istituzione culturale francese, diventa un Centro di cultura italiana per la promozione del teatro e della musica indipendente, di nuove proposte e di gruppi emergenti. È una sfida che parte dal sud d’Italia quella che vedrà impegnata l’Associazione ARTindipendenti che raccoglie in rete cinque teatri di produzione di Calabria e Sicilia. Il progetto, denominato “Les Italiens: un centro di cultura italiana a Lione”, riprende e sviluppa un’idea di Maurizio Scaparro che prevede l’organizzazione e la programmazione di manifestazioni culturali con la finalità di far conoscere in Francia quanto di interessante, oggi, viene prodotto nel campo delle arti sceniche fuori dai circuiti ufficiali. A rilevare la gestione del prestigioso teatro di Lione - situato nel centro storico della città sul pendio della Croix-Rousse e dichiarato dall’Unesco nel 1998 patrimonio dell’Umanità - sono i teatri Aprustum di Castrovillari, Centro Teatro Calabria di Cosenza, Spazioteatro di Reggio Calabria, Teatrop di Lamezia Terme e il Teatro dei Naviganti di Messina che hanno dato vita ad ARTindipendenti. La scrittura alfabetica sarebbe nata in Giordania 6000 anni fa L a scrittura? Fu inventata dai beduini, per la precisione nel deserto della Giordania meridionale, circa 6.000 anni fa. Le trentennali ricerche condotte dalle missioni italiane nel territorio di Isma hanno individuato un’area di “produzione” della scrittura dove si assiste al passaggio da segni ideogrammatici a lettere di tipo alfabetico. Sarebbero dunque state genti beduine a inventare la scrittura, propagandola poi nei grandi spazi proprio grazie alla mobilità tipica dei pastori nomadi. L’ipotesi è argomentata in un articolo di Borzatti von Lowenstern sulla rivista “Archeologia Viva”. Già 3000 anni fa gli egiziani commerciavano in petrolio U na nuova ricerca indica che il petrolio e i suoi derivati erano apprezzati per il loro valore e oggetto di commercio in Medio Oriente già 3000 anni fa, negli stessi paesi che dominano oggi la produzione e l’esportazione di greggio. La prova è stata fornita dalle mummie. Infatti, secondo quanto scrivono dei ricercatori americani su un documento di recente pubblicazione sul “Journal of Geoarchaeology”, sulle antiche mummie egizie è stato trovato del catrame, che contiene sostanze biochimiche diverse a seconda del terreno da cui è stato estratto. I ricercatori sono potuti così risalire all’origine di ogni partita di catrame usata, scoprendo che le sorgenti da cui gli egiziani prendevano il catrame erano sparse per centinaia di chilometri in tutto il Medio Oriente. Segno che gli egiziani commerciavano in petrolio. Il catrame era ricercato dagli egiziani perché era una delle sostanze usate nel processo di mummificazione; una riprova ne è il fatto che la parola mummia deriva dall’arabo mumiya, che Sta per essere ultimata la traduzione del “Vangelo di Giuda” È in corso di traduzione a Basilea, presso la Fondazione Maecenas per l’arte antica, il cosiddetto “Vangelo di Giuda”, scritto in copto. La sua pubblicazione è prevista per la Pasqua del prossimo anno, in tre lingue: francese, tedesco e inglese. Il documento è uno dei testi definiti “gnostici”, trovati nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto. Lo citano scrittori cristiani dei primi secoli, quali sant’Ireneo di Lione (vescovo del II sec.) e sant’Epifanio (vescovo di Salamina nel IV sec.), che lo attribuiscono ai cainiti, setta gnostica che avrebbe, a loro dire, giustificato sia il fratricidio di Caino sia il tradimento di Giuda come atti indispensabili, e previsti da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell’umanità. Questo “vangelo”, secondo gli studiosi, risalirebbe al III-IV secolo, originariamente scritto in greco poi tradotto in copto, la lingua dei cristiani d’Egitto. Si In “E.T.” la scena più commovente della storia del cinema L a scena più commovente della storia del cinema è il momento in cui il bambino protagonista di “E.T.” saluta l’amichetto extraterrestre mentre si imbarca sull’astronave che lo riporterà a casa. Questa almeno, secondo quanto si legge sul sito della Bbc, è la scelta fatta da 70 mila spettatori della tv Channel 4 che hanno votato per decidere quale sia stato il momento più struggente nella storia del cinema, della tv e dello sport. Al secondo e terzo posto si sono piazzati “Il Miglio Verde” e “Titanic”, al quarto posto “La vita è meravigliosa” di Frank Capra; seguono “Ghost” e “Bambi” di Walt Disney. Scoperta una lettera originale del Manzoni Più di 90 mila euro per l’edizione originale del “Discorso sul metodo” di Cartesio opo 180 anni, è stato ritrovato l’autografo di una lettera di Alessandro Manzoni (1785-1873), di cui finora si conosceva parzialmente il testo grazie solo ad una copia conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana. L’originale era considerato disperso. L’inedito documento originale è stato scoperto a Rovereto, nell’archivio dell’Accademia degli Agiati. Si tratta di una lettera indirizzata dall’autore dei “Promessi sposi” a Michele Parma, il letterato e filosofo di Novara, amico dell’abate Rosmini e di Niccolò Tommaseo, che grazie allo stesso Manzoni aveva ottenuto un incarico di precettore dei figli di Lorenzo De Cardenas. Scritto da Brusuglio e datato 16 agosto 1825, l’autografo presenta alcune varianti rispetto al testo della lettera apparsa per la prima volta a stampa in uno dei volumi di “Tutte le lettere” del Manzoni pubblicato a cura di Dante Isella nel 1986. Nella lettera il “gran lombardo” faceva sapere della necessità di incontrare al più presto il De Cardenas per “poter trattare del noto affare; e accertarsi da ambe le parti se la cosa sia di reciproca convenienza”. Nella stessa missiva, Manzoni si lamentava delle sue condizioni fisiche: “La mia salute da qualche tempo è più infelice del solito”. na rara copia dell’edizione originale del “Discorso sul metodo” del filosofo Cartesio (1596-1650, nome umanistico italianizzato del francese René Descartes), è stata venduta all’asta in Francia, durante un incanto organizzato ad Evreux, per un prezzo record. L’edizione del celebre libro, che risale al 1637, è stata acquistata ad un libraio antiquario francese per 78mila euro, prezzo che sale, con le tasse, a 90.343 euro. La copia, finora ignota e non catalogata, è partita da una stima di 50mila euro. L’acquirente ha chiesto l’anonimato. La copia battuta all’asta ad Evreux era stata scoperta, per caso, in una biblioteca privata francese. A ritrovarla è stato un esperto di libri antichi, in occasione di un inventario che D E nel 2050 staremo tutti un po’ più stretti... L a popolazione mondiale crescerà del 40 per cento entro il 2050, fino a raggiungere i 9,1 miliardi di persone. Lo dice l’ultimo rapporto Onu sulle stime demografiche. La maggior parte della crescita sarà da attribuire alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, che passeranno da 5,3 a 7,8 miliardi, mentre la popolazione dei Paesi più industrializzati non subirà variazioni significative, rimanendo intorno a 1,2 miliardi. La fertilità media nel 2050 passerà dal tasso attuale di 2,6 bambini per donna a poco più di 2 bambini in media per donna. U Insomma il famoso David di Michelangelo ce l’ha normale o no? L a perfezione fisica del David di Michelangelo non è mai stata messa in dubbio, anche se i fiorentini scherzano da sempre sulle dimensioni del pene, ritenute non eccezionali. Ma un nuovo studio condotto dall’Istituto olandese di Storia dell’arte di Firenze dimostra che i genitali del David sono esattamente corretti per un corpo maschile nella “tensione che precede il combattimento” [l’uccisione di Golia]. In queste condizioni, una contrazione dei genitali è stata considerata perfettamente normale. Insomma, quel gran genio di Michelangelo aveva proprio calcolato tutto. Lo studio rappresenta la prima indagine anatomica completa del capolavoro di Michelangelo e mette a tacere le vecchie critiche secondo Il giallista Dashiell Hammett finalmente riabilitato P er lo scrittore americano Dashiell Hammett (1894-1961), tra i fondatori del romanzo noir, si avvicina negli Stati Uniti l’ora della piena riabilitazione. La senatrice Dianne Feinstein ha presentato una risoluzione al Senato di Washington per onorare Hammett in occasione del 75/esimo anniversario della pubblicazione del suo capolavoro, il romanzo RUBRICA “The Maltese Falcon” (Il falcone maltese, 1930). A CURA DI Se nessun membro del Senato americano avanzerà MIMMO obiezioni alla proposta di onorare Hammett, la riso- SPINA luzione sarà adottata automaticamente. Lo scrittore, che fu detective dell’Agenzia Pinkerton a San Francisco, si iscrisse ancora giovane al partito comunista americano. Ciò gli costò ingiuste persecuzioni ad opera del senatore McCarthy. Nel 1951 fu processato e condannato per essersi rifiutato di fare i nomi di presunti cospiratori comunisti da lui aiutati economicamente. Secondo la senatrice Dianne Feinstein, la città di San Francisco dovrà essere la prima a celebrare “Il falcone maltese”, perché il romanzo, iniziatore di un genere, ha fatto della metropoli californiana “il centro della narrati- Perché «solo» gli stenografi italiani San Cassiano? Il singolare patrocinio sono protetti da RIVISTA DEGLI STENOGRAFI di ANNA MARIA TROMBETTI 18 voluto da Pio XII nel 1952 D a quell’incredibile accumulo di cultura e di memorie, che è lo studio di Angelo Quitadamo a Napoli, dove, fin dai tempi del padre Giuseppe, la storia della Stenografia italiana ha trovato il suo osservatorio privilegiato e l’ambito consono alla conservazione e fruizione dei suoi dati, sono venuta in possesso di un’importante bibliografia sul “movimento” delle idee che, negli anni Cinquanta del secolo trascorso, portò alla proclamazione di San Cassiano da Imola, Protettore degli Stenografi italiani. Le nostre conoscenze, dunque, il cui risveglio in patria è avvenuto recentemente grazie alla curiosità indagatrice di Gian Paolo Trivulzio e al suo entusiasmo propositivo e coinvolgente (vedi il nostro servizio sul N. 67 della Rivista) si arricchiscono di un fondo prospettico che merita l’apertura di una seconda puntata. Partiamo dal 23 dicembre 1952, data del favorevole pronunciamento canonico sul patrocinio del Martire, contenuto nel Breve di Pio XII e reso ufficiale dal Card. Brugnola: la decisione del Papa, di accogliere le istanze del mondo stenografico italiano, inoltrate sotto l’egida della Federazione Stenografica Italiana Gabelsberger-Noe e fatte proprie dalla Congregazione dei Riti (presieduta dal Card. Micara), aveva dato definitiva conclusione – almeno per quanto riguardava il nostro paese – ad una nobile, ma accesa disputa tra sostenitori di diverse figure di Santi riconosciuti dalla Chiesa. C’erano, in gara con San Cassiano da Imola, San Cassiano di Tangeri e San Genesio d’Arles: ma anche Sant’Eucherio, secondo Giuseppe Quitadamo, avrebbe vantato qualche titolo per far parte della rosa dei candidati. Sostenitore del francese Saint Génes d’Arles, martirizzato durante la persecuzione diocleziana, era stato il connazionale Roger Richet il quale, persino a distanza di tre anni dal supremo riconoscimento ecclesiastico a favore del Santo imolese, tornerà sulla questione imputando agli stenografi italiani un errore storico e professionale. Questi non avrebbero tenuto conto, tra le altre cose, della priorità dell’ufficiale proposta di designazione di San Genesio avanzata nel 1912 dallo stenografo spagnolo M. Ardura a nome proprio e di 1000 stenografi di diverse nazioni riuniti per il X Congresso Internazionale di Stenografia a Madrid. Sennonché, osservava Giuseppe Quitadamo scrivendo su La Lettura Stenografica del tempo (1957), le proposte riguardanti San Cassiano da Imola risalivano ancora più indietro: già nel 1886 l’avv. Raffaele Maietti aveva parlato di lui mettendone in luce l’elemento del martirio e, nel settembre del 1912, dalle pagine del giornale Il Trentino un ecclesiastico, il Padre Innocenzo Ploner, ne aveva esplicitamente caldeggiato la nomina a Protettore degli Stenografi. Molto importante la puntualizzazione di Quitadamo sul discrimen che aveva portato alla definitiva sentenza della Santa Sede: tutti gli interventi dei postulanti a favore di San Cassiano – precisa il professore – avevano messo in luce il legame diretto tra il suo martirio e l’insegnamento da lui praticato della Stenografia attraverso la quale, come aveva già rilevato e scritto nel suo Inno il poeta latino L o stesso argomento, spiega Quitadamo, vale per San Cassiano di Tangeri e Sant’Eucherio, ambedue scrivani che furono martirizzati per il loro rifiuto di scrivere le sentenze di morte nei confronti, rispettivamente, di San Marcello e di San Teodoreto. Della venerazione che andava diffondendosi nel mondo stenografico italiano per San Cassiano da Imola, si era fatto interprete lo stesso Giuseppe Quitadamo oltre trent’anni prima quando, nel 1921, scrivendo su La Propaganda Stenografica di Palermo, aveva sostenuto la necessità di fare passi presso la Santa Sede al fine di ottenere il riconoscimento ufficiale del patrocinio del Santo. Lo afferma egli stesso nell’articolo suddetto, ma ne troviamo riscontro anche nella relazione del Prof. Francesco Pisanti al XII Congresso Stenografico Nazionale tenutosi a Napoli nel 1951; anzi, in questo intervento, è detto che il primato della richiesta agli organi ecclesiastici e i più importanti passi successivi, sono da ascriversi a merito di Quitadamo. La relazione di Pisanti, inserita in una mozione ufficiale diretta alla Santa Sede, sarà a sua volta determinante per l’esito favorevole dell’iter presso il Magistero Apostolico, e il Decreto Pontificio dell’anno successivo si richiamerà espressamente al voto unanime dei Congressisti riconoscendone la piena attendibilità. A questo punto, mentre sembrerebbe compiutamente realizzato l’ideale di collegare l’Arte e la Scienza stenografiche ad un più alto e trascendente fine, fa riflettere – e delude le aspettative degli Stenografi sparsi nel mondo – il fatto che la “protezione” del Santo di Imola sia stata accordata solo all’Italia. Nel citato Breve di Pio XII è detto che “… a Noi furono rivolte preghiere perché ci degnassimo eleggere così grande Uomo a Patrono Celeste degli Stenografi Italiani; le quali preghiere… noi stimammo di buon animo essere degne di accoglienza”. Ma veramente i richiedenti italiani furono animati da spirito partigiano? È importante, a mio parere, dare una risposta al quesito, soprattutto in costanza delle attuali – e certamente benemerite – iniziative americane coordinate da Bill Parsons, e allo scopo di evitare che le nostre lingue entrino in babelica confusione. Sarebbe auspicabile un progetto comune di riordino delle informazioni che ci vengono dal passato, progetto al quale questo mio personale contributo di ricerca vuole essere solamente di introduzione fornendo la necessaria bibliografia e rimarcando alcuni fatti imprescindibili per la comprensione dell’intera, appassionante vicenda. Martirio di San Cassiano, quadro di Pietro Tedeschi nella Cattedrale di Imola O ccorre, innanzitutto, operare una distinzione linguistico-concettuale: affermare che la concessione del patrocinio era avvenuta sulla base delle istanze italiane – per altro, c’è da aggiungere, sostenute da una grande serie di dibattiti e di promozioni a largo raggio, anche in campo non italiano – non significa dire che quelle istanze mirassero ad un riconoscimento parziale. La prova più evidente di ciò è contenuta proprio nella relazione di Pisanti dove non esiste alcun riferimento a rivendicazioni nazionalistiche: “Oggi, a distanza di un trentennio – leggiamo in uno dei passaggi della stessa – ritorna l’eco buona e appassionata di quella prima scintilla che si levò nel 1921 dal cuore di Napoli e che chiedeva con viva fede S. Cassiano Protettore degli Stenografi”. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI cristiano Prudenzio, egli cercava di far entrare nel cuore dei giovani allievi l’amore alla fede di Cristo. Se, cioè, “davanti al trono di Dio, tutti i santi avrebbero potuto assumere l’ufficio di patrono degli stenografi, perché tutti… davanti al Trono del Signore sono eguali… c’era piuttosto da scegliere un santo che, per le funzioni esplicate in vita, potesse essere più adatto ad essere venerato dagli stenografi come proprio patrono”. Continuando nella dissertazione, l’autore dell’articolo cita un illustre studioso ligure coevo, l’Avv. Domenico Pezzi il quale “con dotti articoli pubblicati nel giornale Il Risveglio di Genova, ha dimostrato che San Genesio si è rifiutato di registrare una sentenza dichiarandosi cristiano; con ciò non significa che egli in quel momento faceva lo stenografo. San Genesio era un cancelliere… e come tale… era tenuto a copiare gli atti e le sentenze. Quindi, se egli è da venerarsi come martire della fede, non si può dire che sia stato martire per la stenografia”. 19 La coperta del fascicolo stenografico di Francesco Pisanti su San Cassiano Non compare, come si vede, accanto a “Stenografi” la precisazione di “italiani”, così come, negli articoli della successiva delibera approvata dal Congresso, si dice: “Il XII Congresso Stenografico Nazionale Gab. – Noe, riunitosi a Napoli;… considerato che questo Santo è ormai già riconosciuto come protettore degli Stenografi; nell’intento di definire il riconoscimento canonico di Patrono di S. Cassiano d’Imola per gli Stenografi; delibera di richiedere alla S. Sede tale definizione e l’emissione di un decreto Pontificio perché S. Cassiano possa essere riconosciuto e venerato dagli stessi Stenografi come loro protettore”. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI C 20 ome, dunque, spiegare la “riduttiva” attribuzione del patrocinio di S. Cassiano contenuta nel Breve? Come una svista oppure come un vero e proprio equivoco in cui era incorsa la Commissione preparatoria del testo sottoposto alla firma del Papa? E quali furono – se vi furono – le “reazioni” al canonico pronunciamento stante il fatto che esso non poteva essere fatto oggetto di rettifiche? In attesa di ulteriori approfondimenti e riscontri su questo elemento cruciale, rifacciamoci ai personaggi che, in Italia e all’estero, si resero protagonisti delle iniziative volte a dotare l’intera categoria degli Stenografi della referenza di un Santo Patrono. È ancora la Lettura Stenografica del 13 agosto 1954, con un articolo di Giuseppe Quitadamo, a venirci in soccorso, sottolineando il fatto che la mozione approvata dal Congresso di Napoli “chiedeva il Patrocinio di S. Cassiano non solo per gli Stenografi italiani”. Ed immediatamente aggiungeva: “La limitazione del Patrocinio ha voluto significare, probabilmente, che, poiché gli Stenografi italiani avevano insistito nella richiesta, non si poteva concedere il Patrocinio per gli Stenografi delle altre nazioni senza un’espressa richiesta di questi”. Dunque, occorreva un’azione ulteriore, che coinvolgesse i colleghi delle altre nazioni, più di quanto non fosse già avvenuto fino a quel momento. Fattosene interprete, lo stesso Quitadamo dice: “A tale scopo non abbiamo mancato di interessare gli Stenografi delle altre nazioni perché facessero pervenire alla Santa Sede la loro richiesta per potere, da parte nostra, insistere sulla estensione del Celeste Patrocinio di S. Cassiano per gli Stenografi di tutto il mondo” e più oltre informa che l’interessamento degli Stenografi a livello mondiale non si era fatta attendere: “La Rivista di Parigi L’Unitée sténographique… ha pubblicato diversi articoli sull’argomento; il Prof. Aristide Isotta, anche a nome degli Stenografi svizzeri, ha diretto alla Santa Sede una formale richiesta in merito; la Rivista spagnola El mundo taquigrafico… pubblica il testo delle mozioni approvate al Congresso ispanoamericano-filippino tenutosi a Madrid nel mese di ottobre 1953. La XI mozione… dice: ‘Che il Congresso si diriga alla S. Sede, per mezzo della S. Congregazione dei Riti, perché il celeste Patrocinio di S. Cassiano d’Imola recentemente decretato da SS. Pio XII per gli Stenografi italiani, sia esteso agli stenografi spagnoli e ibero-americani’ “Ed ecco, a fugare ogni residuo dubbio sulla lealtà e sull’impegno italiano in appoggio ai colleghi di ogni nazione e continente, le parole decisive: “… vogliamo rivolgere al nostro S. Patrono, in occasione della sua Festa, una speciale supplica perché Egli accolga sotto il manto della sua protezione gli Stenografi di tutto il mondo… e perché tutti gli Stenografi, di qualunque nazione, siano maggiormente uniti anche nel vincolo della fede dei giusti e dei forti”. N el 1956 i partecipanti al XIV Congresso Stenografico Nazionale di Bari davano mandato a Giuseppe Quitadamo di “proseguire l’azione per ottenere dal Santo Padre l’estensione del patrocinio di S. Cassiano per gli stenografi di tutto il mondo”, dopodiché, sia per il sovrapporsi di nuove questioni nell’ambito generale delle attività stenografiche, ma anche per la fisica scomparsa delle figure culturalmente e professionalmente più rappresentative che avevano condotto le procedure – anche Pio XII, nel 1958, lascerà questo mondo – vi fu un naturale riflusso dell’interesse per l’argomento fino… ai nostri giorni. Infatti, come si è detto in principio, il mondo Intersteno, in un dinamicissimo scambio di notizie e di propositi fra l’America, la Svizzera e l’Italia, è improvvi- samente uscito dalla quiescenza ed ha aperto uno squarcio sull’attivismo collaterale dei colleghi statunitensi bene intenzionati a… rifarsi nel campo dell’agiografia “stenografica”. E bene è stato. Non tanto, forse, per ottenere una duplicità di Santi-Patroni, uno per l’Italia e l’altro per il resto del mondo (cosa, del resto, improbabile e non produttiva nel suo significato separatista) quanto per raggiungere ciò che non fu perseguibile a suo tempo: l’unità della nostra categoria universalmente definita da uno status di ancor più grande dignità. Per noi Stenografi del Terzo Millennio, indipendentemente dai campi in cui esplichiamo la nostra attività e dalle metodologie adoperate per la ripresa del parlato, è assolutamente importante la questione di connettersi in unità profonda di fini e di visioni: avere un Santo unico a cui guardare significherebbe mantenere alto il tono di una professione nata per le più nobili applicazioni, preservandola dall’esclusivo ancoraggio ai guadagni materiali o al prevalere di una tecnologia sull’altra. Perché, come il Logos ha trovato incarnazione nelle Sacre Scritture, così le scritture multime- diali dei nostri tempi e di quelli che verranno, possono trascendere le necessità di una comunicazione essenziale per recuperare gli infiniti significati che sottendono alle parole e fare di queste un veicolo di pace e di solidarietà tra uomini vicini e lontani. Nota 1 - La Bibliografia citata è stata fornita dal Prof. Angelo Quitadamo che ne è l’autore e che si ringrazia anche per le informazioni di prima mano elargite. In Lui vive ancora la pratica cultuale di mettersi in contatto nel giorno della Festa del comune Patrono, il 13 agosto, con il Capitolo Metropolitano della Cattedrale di San Cassiano, per un’unione di preghiera con i Religiosi e l’ideale affratellamento con gli Stenografi sparsi per il mondo. Nota 2 - I termini Stenografo/i, Stenografia, vengono indicati in maiuscolo per un mio costume di rendere onore alle funzioni rappresentate dalla Categoria alla quale io stessa mi vanto di appartenere, e alla nobile arte bimillenaria da questa praticata per la diffusione della cultura scritta e parlata. 31/3/05 Cara Anna Maria, ho letto il tuo articolo per San Cassiano che proponi alla pubblicazione nel prossimo numero della Rivista degli Stenografi. È magistrale in ogni punto e storicamente è perfetto. Ti rivolgo vivi complimenti per aver saputo interpretare i vari fatti storici trattandoli bene e facendo scaturire la verità sui fatti stessi. Effettivamente gli italiani si sono impegnati a far sì che i colleghi delle altre nazioni avessero provveduto ad inoltrare le loro istanze formali alla Santa Sede, ma il movimento si è interrotto in questi ultimi decenni anche per la scomparsa dei protagonisti. Il tuo articolo riapre il discorso ed è auspicabile che gli altri, nel seno dell’Intersteno, riprendano l’azione che va condotta secondo le linee tracciate nel passato, e cioè che i singoli gruppi nazionali presentino alla Santa Sede le loro istanze che devono essere appoggiate dai singoli ordinari vesco- La coperta del fascicolo su San Cassiano di Angelo M. Quitadamo vili e dai cardinali che fanno parte della curia vaticana, molto internazionale. Te lo restituisco, quindi, rinnovandoti il mio plauso. Ti abbraccio Angelo Quitadamo Il difficile cammino verso la di MASSIMO UGLIANO trasmissione della scrittura e le comunicazioni odierne (parte prima) I l segnale elettrico così come si presenta, non può essere avvertito direttamente dall’uomo1, tuttavia, per le sue stesse caratteristiche intrinseche è facilmente suscettibile di idonee trasformazioni capaci di renderlo non solo percepibile o registrabile, quanto poi di poter essere modificato, manipolato (vedi note 2, 9 e 44), ridotto, corretto, aumentato, filtrato, a seconda delle circostanze e dei bisogni2. In questa sede vogliamo, prima di tutto, fermare l’attenzione fra i tanti autori citati nell’articolo precedente3, in modo particolare sui nomi di Samuel Morse (1791-1872)4, di Elisha Gray5 e, soprattutto, dell’italiano Giovanni Caselli6, al- RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 1 22 Provocherebbe una ‘scossa’ che se di grande violenza potrebbe addirittura essere fatale. Le conseguenze degli effetti nocivi sui nervi sensitivi e motori dell’organismo indotti da una scarica elettrica dipendono essenzialmente dalla sua intensità, dalla durata e dal tipo di corrente. Risultano mortali quelle dove si superano 60-70 mA e/o legate ad una serie di condizioni e circostante, a volte, sfavorevoli agli individui. La corrente alternata, in linea generale, è più pericolosa di quella continua. 2 Per diverso tempo ci siamo sforzati di trovare un sistema completo di trasmissione e ricezione diretta ed immediata per disabili non vedenti privi anche dell’udito e della voce e proprio all’inizio del corrente anno siamo riusciti ad adattare l’impulso elettrico trasformato in una inusuale modalità - mai presa in considerazione in questo campo - attualmente all’esame degli organi competenti per eventuale sperimentazione. Cfr. M. UGLIANO, Progetto ‘V’; Musica digitale ed effetto ‘V’. Per l’adattamento alla musica siamo partiti dall’esame - rivelatosi interessantissimo - di alcune apparecchiature, dell’estensione fatta dal Braille e di talune applicazioni della stenografia, rinviando il lettore alla trattazione particolareggiata. Proprio a tale riguardo, il prof. F. Giulietti nella sua celebre“Storia delle Scritture Veloci” diceva: “...Come rappresentazioni di suoni, o meglio di impressioni uditive, nè propriamente adatte per raccogliere esecuzioni musicali, ma piuttosto per redigerne o annotare composizioni,...”. Significative le osservazioni in merito di G. Prete, di I. Prévost e soprattutto di Félicité, figlia di Coulon de Thévenot, inventore della Tachigraphie nel 1779. Di questi ultimi, in altra sede, abbiamo approfondito gli studi e tracciato un profilo che inviamo a parte alla “Rivista”. 3 Cfr. “Rivista degli stenografi”, nn. 65, 66, 67/ 2004-2005. 4 Notizie e Bibliografia specifica in M. UGLIANO, Morse e Braille a confronto; Segnali e Comunicazione a distanza. 5 Nato a Barnesville nell’Ohio nel 1835, morì a Newtonville nel 1901. Si interessò, in particolare, di un registratore Morse del quale ottenne il brevetto nel 1867 e di alcuni tipi di telegrafo (ripetitore, annunciatore, switch e typewriting). Costruì gli impianti telegrafici e telefonici fra Chicago e Cleveland, New York, Boston e Philadelphia. Fondò la Gray Electric Company nel 1893. Cfr. Appleton’s Cyclopaedia of American biography (1888); The National Cyclopaedia of American biography (1898); Memorial and Biographical Record (1897/98); Who’s who in America (1899/1900); O. Adams; B. J. Harper; W. Herringshawt. 6 Nacque a Siena nel 1815 e morì a Firenze nel 1891. Nel 1836 ricevette il diaconato e per un periodo insegnò fisica all’Università di Firenze. Escogitò un apparecchio per misurare la velocità dei treni denominato Cinemografo ed un sistema di comando elettromagnetico per il timone delle navi. Nel 1857 si recò a Parigi per mostrare il Pantelegrafo allo scienziato J.B.L. Foucault, il quale lo presentò a P. Froment, proprietario di una ditta di costruzione di motori elettrici, dove l’apparecchio fu perfezionato e fatto conoscere dal fisico A. E. Bequerel (il 7 marzo del 1858) a Napoleone III. I primi esperimenti - perfettamente riusciti - avvennero sulla linea Parigi-Amiens di 140 L ’americano Elisha Gray, oltre a modifiche al telegrafo ed al telefono (note le sue controversie con A. G. Bell per motivi di priorità analoghi a quelli di A. Meucci), progettò il Telautograph10 per km ed il musicista Gioacchino Rossini che in quei giorni si trovava a Parigi trasmise telegraficamente il suo autografo con il nuovo sistema (vedi note 8 e 19). Successivi allacciamenti furono la Firenze-Livorno, la Parigi-Marsiglia di ben 1000 km, Londra-Liverpool (1863), Pietroburgo con le residenze imperiali (1864) e vennero fatte perfino alcune installazioni in Cina nel 1885. L’unico esemplare superstite del Pantelegrafo è conservato a Napoli presso l’Istituto G. B. Della Porta ed una copia a Roma presso il C.N.R. Cfr. P. LAROUSSE, Grand Dictionn. Universel du XIX siècle; D. FRANCI, La trasmissione telegrafica delle immagini. 7 Leopoldo Nobili (1784-1835) professore di fisica a Firenze. Il suo nome è legato al dispositivo astatico per i galvanometri a magnete mobile ed alla costruzione delle prime pile termoelettriche. Si dedicò a vari temi scrivendo: Introduzione alla meccanica della materia; Trattato d’ottica; Trattato sul calorico; Questioni sul magnetismo. 8 L’invenzione si basava sull’uso di due grandi pendoli, di uguale lunghezza, uno nel trasmettitore ed uno nel ricevitore le cui oscillazioni venivano mantenute sincrone da uno speciale dispositivo elettromagnetico comandato da un orologio rego- latore (vedi nota 15). Cfr. F. SAVORGNAN DI BRAZZÀ, L’abate Caselli e la trasmissione telegrafica delle immagini. 9 Una modifica adatta prima a non vedenti e successivamente a portatori di handicap multipli (vedi nota 2) è stata da noi stessi, già da qualche tempo, considerata e descritta. Cfr. M. UGLIANO, Osservazioni sulla possibilità di estendere ai non vedenti il codice Morse; Metodo ‘M’. Per applicazioni tradizionali della Stenografia ai privi della sola vista, cfr. C. BALLÙ, Sistema stenografico per ciechi (1881); A. MASCIOTTA, Le abbreviazioni e la stenografia nella scrittura Braille (1907); B. OCCHETTI CRIPPA, Stenografia ad uso dei ciechi - Saggio di applicazione dei principi della Stenografia G.-N. alla Scrittura Braille (1913); Stenografia ad uso dei ciechi (1914). Per la recentissima realizzazione ancora in fase sperimentale della stampante Braport, cfr. P. SUCIU-G. DE MEY-E. DE BAETSELIER, Thermal addressing of thin thermoplastic sheets for generating Braille codes (1997). 10 Il principio era semplice e particolarmente intelligente e l’apparecchio riusciva a scrivere su carta comune in rotoli. “Is a... short-line telegraph used to communicate handwriting and sketches. At the transmitter the motion of the pen or stylus trances out the material to be transmitted, and this motion is converted into electrical signals that are transmitted to the receiver. A pen or stylus at the receiver trances out the same motions as those of the transmitting pen, this reproducing the writing or sketch...”. Cfr. E. GRAY, Telegraphy and Telephony; Experimental researches in electro-harmonic telegraphy and telephony, (1878). Fig. 1 – Schema di una delle più recenti applicazioni/ combinazioni del Morse: Circuito telegrafico (TG) supervirtuale su bicoppie di apparecchi telefonici (TF) RIVISTA DEGLI STENOGRAFI lievo del Nobili7, poco conosciuto e che invece – per primo al mondo – realizzò qualcosa che può essere ritenuta alla base dei futuri sviluppi e che conteneva una serie di idee veramente innovative, messe in pratica con i soli mezzi allora a disposizione: il Pantelegrafo o Telegrafo universale8. Come è noto il Morse fu l’artefice del famosissimo telegrafo [figura 1] ma l’importanza della sua scoperta consiste sia nel manipolatore per l’invio e la ricezione dell’impulso elettromagnetico (nello stesso periodo molti altri autori avevano ideato qualcosa di simile fondato sullo spostamento di aghi mobili), sia nell’innovativo e specifico codice – divenuto internazionale – basato su due soli simboli (tratto e punto)9, che, nonostante l’apparato sia ormai in disuso, riesce a sfidare il tempo, resistendo egregiamente alle più moderne attrezzature proprio per le sue geniali e quanto mai semplici caratteristiche che consentono l’enorme versatilità di essere immediatamente utilizzato e compreso, senza particolari difficoltà, in modalità scritta, ottica o sonora. 23 l’inoltro di testi a mezzo filo con un principio diverso (elettromeccanico misto correnti pulsanti - penna - ‘stylus’)11 da quello del Caselli. Quasi contemporaneamente, in Inghilterra, A. C. Copwer addiveniva a conclusioni simili e P. A. Gruhn metteva a punto il Telechirograph12 con due elettromagneti. Per gli appassionati della Stenografia segnaliamo che alcune apparecchiature nate in origine per la registrazione meccanica delle parole furono in alcuni casi adattate alla telegrafia: è il caso del famoso “Apparato stenografico a tastiera” (brevetti del maggio 1876 e gennaio 1878) del prof. Antonio Michela, con i nipoti Pietro Gabriel e dell’ing. Giovanni Michela, modificato dall’ingegnere civile G. A. Cassagnes nel 1885 (Sténo-télégraphie), dello Steno-Telegrafo (Teleelettrografo Universale) di Luigi Lamonica che già da un’idea di David Edward Hughes aveva preparato una Macchina Logomerografica fra il 1869 ed il 1881, della “Presse sténographique destinée à écrire mécaniquement avec la vitesse de la parole et pouvant s’appliquer avec avantage aux transmissions télégraphiques” di H. Gensoul del 1868, del nuovo sistema telegrafico universale (Fono-telegrafia) di G. Vincenti del 1893. Per le loro peculiarità, il ‘Tonografo’ di L. S. Cagnazzi (1841), il ‘Raphigraphe’ di P. Foucault (collega del Braille) del 1850, il ‘Kleidograph’ (1894) e lo ‘Stereograph’ (1900) entrambi di W. B. Wait, vengono descritti a parte. P rima di passare oltre, parliamo, brevemente13 della creazione del Caselli [figura 2] perché conteneva tutte le caratteristiche14 che successivamente hanno portato al fax, alla posta elettronica, ma soprattutto alla ‘temporizzazione’ fra Fig. 2 Pantelegrafo Caselli 24 circuiti (clock)15 ed oggi anche alla sottoscrizione per via telematica e relativa sicurezza e riservatezza16. Le ricerche dell’epoca erano orientate a perfezionare gli apparecchi esistenti nel tentativo di eliminarne i numerosi difetti oppure di riuscire a realizzare un sistema nel quale, al posto della codifica o di segni conven11 “...In Gray’s apparatus the transmitting pen is connected by silk cords to mechanism by means of which the motions of the pen cause a pulsatory current to tass into two telegraph wires. These pulsatory currents produce rapid pulsatory motion of the armature of a system of electromagnets by means of which the receiving pen is caused to follow the motions of the transmitter...”. 12 L’attrezzatura del Gruhn risultava differente da quella di Gray soprattutto nella fase di ricezione: “...The transmitted currents influence two electromagnets which in turn cause a small concave mirror to move; a light ray from a small incandescent lamps falls upon the mirror whence it is reflected to a sheet of sensitized paper...”. 13 Maggiori dettagli in M. UGLIANO, Viaggio all’interno del Computer; La trasmissione della Scrittura; Il trasferimento dei disegni e della grafia. Ci teniamo a ricordare, a questo proposito, che il prof. Carlo Enrico Noe (1835-1914), noto esperto e studioso del sistema Gabelsberger, nel 1866 si interessò all’invenzione scrivendo: “Il pantelegrafo Caselli e la Stenografia”. Nel “Bollettino della Accademia Italiana di Stenografia”, anno V, n. 1/1929 Wenzl Hubert parla dell’”Uso della stenografia nella telegrafia delle immagini”. 14 A quel tempo due fisici inglesi (Bain e Blackweir) avevano tentato di risolvere il problema per le immagini, ma senza successo. 15 Tutte le unità centrali dei calcolatori utilizzano un clock (orologio) di precisione per il loro ritmo interno (costituito, attualmente, da circuiti oscillatori a cristalli di quarzo) con frequenza compresa fra qualche MegaHertz (milioni di impulsi al secondo) e qualche centinaio di MegaHertz ed un altro a frequenze minori per le unità di trasmissione e ricezione seriale che devono rispettare cadenze prestabilite per un corretto scambio di informazioni (i più diffusi valori di Baud rate sono 1200, 2400, 4800, 9600, 14400, 19200, 28000 bit/sec.). 16 Una volta risolto il problema della trasmissione di una ‘firma’, è sorto, come ovvia conseguenza, quello della sua validità, affidabilità ed attendibilità. Oltre al DES della IBM ricordiamo lo standard X.509 che è uno dei metodi più usati per risolverne elettronicamente l’autenticità. Cfr. C. GALLOTTI, Sicurezza delle informazioni; P. RIDOLFI, Firma elettronica; L. BERARDI, Algebra e teoria dei codici correttori; L. BERARDIA. BEUTELSPACHER, Crittologia; D: G: HOFFMAN-D. A. LEONARD, Coding Theory; O. PRETZEL, Error-Correcting Codes and Finite Fields; A. S. VANSTONE-P. C. Van OORSCHOT, An introduction to error correcting with applications; C. P. PFLEEGER, Security in Computing. zionali, si potesse effettuare l’invio diretto di lettere alfabetiche, cifre o addirittura di un intero manoscritto17 e anche disegni18 o stenogrammi (vedi nota 13). Il merito principale dello studioso fu proprio quello di riuscire a sincronizzare due apparati di telecomunicazione posti a notevole distanza e l’attuazione di un singolare servizio di trasmissione telegrafica di documenti grafici19. Fig. 3 – Schema di Telegrafia Duplex C omunque, intorno agli anni 30-40 del ’900, nonostante i nuovi ritrovati, le comunicazioni cominciavano ad avere esigenze sempre più pressanti ed in continua crescita. Costi, velocità, invio contemporaneo, distanze, interferenze, imprecisioni, inesattezze, mancanze, degrado del segnale, attenuazioni, instabilità, riduzione dell’intensità, disturbi, errori, distorsioni erano alcuni dei problemi e delle necessità che le tecnologie dell’epoca non riuscivano ormai più a seguire, contenere e supportare. Le modifiche apportate al Morse, i sistemi combinati Creed-Weatstone, il codice Baudot, il duplex-multiplex e derivati di Edison [figura 3], la telescrivente20 [figura 4], rapni del pendolo (vedi nota 8) esplorava tutta la lastra con il suo moto di andirivieni combinato con un avanzamento laterale. La corrente di linea risultava così lanciata o interrotta nel circuito telegrafico a seconda che la punta entrava in contatto con la lamina metallica o con l’inchiostro. Alla stazione ricevente un altro punzone sottilissimo con movimento perfettamente uguale ed isocrono con l’altro, scorreva su un foglio di carta imbevuto di una soluzione chimica di prussiano di potassio che al passaggio della corrente si decomponeva lasciando una striscia azzurra. Al termine del tracciato appariva il Caselligramma. Cfr. G. SALIN, L’abate Giovanni Caselli e il Pantelegrafo. 20 Nel 1890 l’inglese F. Creed (1871-1957) inventò il Teleprinter o Teletypewriter o ancora Teletype ripreso nel 1906 da Joy Morton e Charles Krum e commercializzato più tardi come apparato telegrafico aritmico denominato telescrivente. In sintesi è un dispositivo per ricevere e trasmettere informazioni sotto forma di segnali elettrici codificati, poi, in ASCII. Nel caso delle ultime telescriventi, prima di essere sostituite dai sistemi di ultima generazione, venivano usati 32 simboli diversi ciascuno dei quali era trasmesso con 5 bits, come se i simboli fossero equiprobabili ed indipendenti; in tal modo sono in grado di trasmettere non solo sequenze di un determinato linguaggio, ma qualsiasi. Da essa sono derivati i servizi telex, teletext, etc., nonché la tastiera utilizzata normalmente come periferica di ingresso dei P.C. per l’inserimento dei dati da digitare a mano. Fig. 4 – Teleprint con carrello per scrittura su foglio RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 17 Solo in tempi recentissimi Scanner, Web-camere, Fotocamere digitali ed E-mail (con collegamento in rete), videotelefoni, etc., riescono a fare qualcosa del genere ma sempre e solo previa trasformazione (automatica) in ‘dati’ binari attraverso il Codice ASCII e più o meno elevato numero di pixel (risoluzione/definizione). Anticipiamo al lettore interessato che è in preparazione un nostro nuovo lavoro (dal presumibile titolo di «Riflessioni e considerazioni per un nuovo metodo di memorizzazione ed inoltro delle “parole”») per la semplificazione digitale della registrazione e della trasmissione dei ‘vocaboli’ con un criterio sintetico e globale di individuazione - in parte diverso dall’attuale - che riteniamo possa rivelarsi particolarmente utile. Vedi anche nota 44. 18 Con il nome di ‘TELESCRITTURA’ viene indicato il più moderno sistema elettronico di trasmissione di disegni, tabelle, figure, diagrammi, etc. per mezzo delle normali linee telefoniche, costituito da una tavoletta grafica con apposita penna e da un monitor cui è collegato un dispositivo per la decodifica dei segnali: l’immagine che un utilizzatore schizza con la penna elettronica su un foglio posto sulla ‘lavagnetta’, appare sullo schermo del monitor dell’altro utente. 19 L’impianto del Caselli funzionava schematicamente in questo modo: il testo o la figura che si voleva inviare venivano tracciati con inchiostro comune grasso sopra una sottile lastra di stagno; una puntina di platino comandata dalle oscillazio- 25 presentavano integrazioni e completamenti, ma sembravano non bastare mai e nemmeno la telefonia, la radio e le prime trasmissioni senza filo risolveranno tutte le richieste21. Ogni cosa troverà esiti soddisfacenti solo dopo la grande guerra, con la matematica e l’ingegneria dell’informazione e delle comunicazioni22 fondate su definizioni probabilistiche di ‘capacità di canale’ unite ad un particolare tipo di analisi combinatoria23. Si tratta di Teorie recentissime che è possibile, comunque, esporre e ricostruire storicamente e tecnicamente. Costituiscono un quadro articolato inserito in più ambiti che spazia dallo specifico campo di indagine agli interessantissimi rapporti con altre discipline24. laboriosi ma ineccepibili procedimenti hanno portato a conclusioni che materialmente non è stato sempre possibile accertare e confermare al momento in laboratorio per la mancanza di adeguate attrezzature. Si pensi a tutte le problematiche connesse con l’energia atomica e relativi effetti. Per poter controllare alcune supposizioni e studiare il comportamento di particelle elementari il fisico H. Kendall (vedi nota 70) si servì di un acceleratore lineare di ben 3 km di lunghezza. Successivamente poiché nemmeno questo risultò sufficiente ne sono stati realizzati modelli di tipo circolare in maniera che ad ogni giro l’impianto riesce a far aumentare sempre di più la velocità delle particelle stesse, da un’idea di E. O. Lawrence (1930) che costruì il primo esemplare di Ciclotrone [figura 5] con traiettoria a spirale. I n effetti, da un certo momento in poi il sostegno matematico cominciò a diventare prima solo importante, poi fondamentale ed indispensabile in moltissimi settori dello scibile. Il lavorare con metodo, precisione e rigore scientifico, la verifica delle soluzioni trovate praticamente, la previsione teorica, la simulazione, la campionatura statistica, rappresentano gli strumenti giusti ed i presupposti per qualunque trattazione o attività di approfondimento ed ormai da parecchio tempo non è più concepibile una qualsiasi seria realizzazione senza la preventiva riproduzione25 logica. In altri scritti26, abbiamo già trovato e citato inventori delle più svariate strumentazioni che contemporaneamente si occupavano di applicazioni e problemi algebrico/ geometrici distinti o strettamente collegati ai loro esperimenti o rilevazioni27, RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 21 26 Austin Louis Winslow (1867-1932) fu radiotecnico nei laboratori della Marina degli Stati Uniti e pioniere della radiotelegrafia. Ideò un grande numero di dispositivi trasmittenti e riceventi e fece importanti ricerche sulla radiopropagazione. Cfr. M. UGLIANO, Indagine sui metodi di trasmissione ‘elettrica’ delle parole; Le ‘Stringhe’ di simboli. 22 Cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della moderna comunicazione a distanza. 23 Costituiscono parte integrante delle Teorie dell’Informazione e della Comunicazione quelle dei Codici Rivelatori e Correttori di errori. 24 Cibernetica, Informatica, Telematica, Stocastica, Ergodica, etc. 25 In circostanze più vicine a noi è addirittura capitato l’inverso: intensi approfondimenti teorici e Fig. 5 – Ciclotrone 26 Cfr. M. UGLIANO, Dal Morse alle trasmissioni odierne; I Segnali; Informazione e comunicazione; La trasmissione delle informazioni; La trasformazione dell’Informazione dal 1948 ad oggi; Struttura e architettura dell’Informazione moderna. 27 Fra i tanti legati in forma diretta o indiretta agli studi sull’elettricità o sul magnetismo oppure alle problematiche in esame, compaiono: J. G. Bohenenberger (1765-1831) [elettrometro - trigonometria]; K. F. Gauss (1777-1855) [spazio curvo, soluzioni di equazioni - telegrafia elettromagnetica, fisica, astronomia]; C. Babbage (1792-1871) [tavole logaritmiche - difference analytical engine]; O. Heaviside (1850-1925) [elettrofisica e matematica - distorsione su lunghe distanze, strato E dell’atmosfera]; A. E. Kennelly (1861-1939) [applicazioni matematiche all’elettrotecnica - ionosfera, reti in corrente alternata] e naturalmente molti altri. 28 In ogni momento, dalla sistematica interpretazione di fatti e di fenomeni specifici, l’acuto ed oculato osservatore può trarre conclusioni tramandate, in passato, solo oralmente e ad una ristretta cerchia di adepti (Talete, Pitagora, Zenone, Socrate, Platone, Eudosso, Euclide, Archimede, Apollonio, Eratostene, etc.). Teniamo, inoltre presente che in origine le terminologie erano, spesso, semplici ed elementari [nelle figure 6a e 6b sono riportati antichi simboli matematici] ma alcuni concetti ed idee corrispondevano perfettamente naturalmente sempre in rapporto al determinato momento storico28. Soltanto dopo un lungo periodo di tempo, una differente concezione della ricerca scientifica ha aperto scenari diversi fino ad arrivare alla esigenza di pubblicazione e diffusione su vasta scala29 ed al lavoro di equipe30. S e consultiamo l’Appendice e la cronologia allegate ad altri componimenti31, ci rendiamo conto che fra i tanti grandi matematici di tutto il mondo elencati, a volte, in pochi anni, sono stati contemporaneamente operativi personaggi notissimi che con i loro ritrovati o geniali intuizioni hanno cambiato il corso del pensiero e delle vicende umane e ci teniamo a sottolineare il fatto che alcuni di essi, in località diverse e lontane e senza essere in contatti, pervenivano agli stessi risultati come ad esempio si verificò per l’ideazione dei logaritmi32 che fu uno dei più ragguardevoli successi della matematica pratica dei sec. XVI e XVII per la semplificazione dei calcoli più complessi33. alle problematiche trattate, in seguito, con maggiori dettagli tecnici. Ad esempio, uno dei più importanti metodi ‘sintetici’ per la risoluzione dei problemi di geometria elementare, attribuito ad Euclide e ad Apollonio Pergeo è la ‘Regula Fal- Fig. 6a si’. Trattasi, certamente, di un sistema per tentativi o della ‘falsa posizione’ che se reiterato porta a risultati soddisfacenti. Da esso derivano la geometria proiettiva (proiettività, prospettività tra rette, fasci e punteggiate, invarianti proiettivi) e le equazioni bilineari in matematica. Cfr. A. SGROSSO, Elementi di proiettiva; M. UGLIANO, Regula Falsi. Fig. 6b 29 C. Babbage (vedi nota 27) in una lettera diretta allo scienziato Sir David Brewster (1781-1868) fondatore della Britsh Association for the Advancement of Science [noto per i suoi lavori di ottica, fisica, mineralogia, cristallografia (cfr. Treatise on Optics, 1832), per il ‘punto neutro’ e per l’unità di misura della costante di proporzionalità nella birifrangenza meccanica], parlava appunto della necessità di divulgazione delle notizie e del passaggio dallo sforzo individuale alla “unione di Accademie”. Riteneva fondamentali la raccolta ed il confronto di dati numerici che contribuissero a spiegare la natura e soprattutto ad evitare errori allora diffusissimi; del resto la sua famosa macchina calcolatrice automatica doveva servire proprio a facilitare tale compito. Proponeva anche un titolo per un’opera grandiosa che coinvolgesse vari scienziati: “The contents of nature and arts”. Cartesio, al contrario, prediligeva il lavoro individuale e rifiutava la collaborazione di altre “....persone fornite di ottimo ingegno, le quali, mentre parlavo, sembravano intenderle [alcune opinioni] nel modo più chiaro, tuttavia, quando le ripetevano, notavo che le trasformavano quasi sempre in modo tale che mi era impossibile riconoscerle come mie...”, FONTE, Discorso sul Metodo, (1637). 30 Il matematico Andrè Weil (1906-1998) fu l’iniziatore del famoso ‘gruppo’ individuato con lo pseudonimo di “N. Bourbaki” con H. Cartan, C. Chevalley, J. Dieudonné, Ch. Ehresmann che lavoravano sempre insieme, autori di Élements de Mathématiques che la Librairie Hermann pubblicò periodicamente dal 1939 in poi. 31 Appendice compilata per i contributi di cui alla nota 40, comprendente, in particolare, molti famosi matematici degli ultimi 500 anni. 32 Lo scozzese John Napier (1550-1617) e lo svizzero Jost Bürg (1552-1632) [chiamato anche Jostus Bürgi o Joost Byrgius che comunque preferì rimanere nell’anonimato definendoli anti-logaritmi] inventarono, indipendentemente l’uno dall’altro e per vie diverse, i logaritmi (denomina- Fig. 6a – Antico sistema di conteggio per mezzo di lettere alfabetiche usato da greci ed ebrei Fig. 6b – papiro di Henri Rhind (ritrovamento del 1876): è il più importante documento egiziano (17501650 a.C.) dal punto di vista matematico e geometrico 27 Anche nel periodo considerato, tuttavia, ci furono eminenti ricercatori, alcuni dei quali si interessarono solo ed esclusivamente di tematiche astratte indipendentemente dai possibili impieghi ed accostamenti o adattamenti reali34. (1 - continua) ti neperiani, naturali o iperbolici); l’inglese Henry Briggs (1561-1631) pubblicò (cfr. Logarithmorum chilias prima) le prime tavole logaritmiche in base 10 (detti anche volgari) fra il 1617 ed il 1624. Nel 1628 l’olandese Adrian Vlacq ne parla in Arithmetica logaritmica. Anche Newton li approfondisce in un suo scritto rimasto a lungo inedito, cfr. I. NEWTON, Analysis per aequationes numero terminorum infinita. Dopo circa 200 anni Fig. 7 Frontespizio dell’opera di J. Nepero sui logaritmi MESSA IN SUFFRAGIO DI MARIO SPIGOLI C on una Messa di suffragio officiata nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, l’EUSI ha commemorato a Roma, il 2 aprile scorso, Mario Spigoli, scomparso il 12 gennaio di quest’anno. Erano presenti, oltre ai familiari, esponenti delle nostre categorie professionali: Maria Basurto, Evi Campa Rossignoli, Isa Corti Crippa, Ileana Giusti Costa, Enrico Fatica, Maddalena Mazzuoccolo, Ermanno Mustarelli, Eleonora Pagano, Angelo Quitadamo, Giosuè Rondinella, Giorgio Spellucci, Anna Maria Trombetti, Maria Ester Ziino. Impossibilitati fisicamente a presenziare, hanno fatto pervenire il loro ricordo e la loro ideale partecipazione: Franco Castaldo, Giulia Di Martino, Giuseppe Di Peso, Giacomo Di Piazza, Ferdinando Fabi, Luigi Golia, Renzo Mancari, Mena Mazzullo, Paolo Paganini, G. Paolo Trivulzio. K. F. Gauss concepì i logaritmi di addizione e sottrazione e C. Babbage li studiò in rapporto alla sua macchina analitica. Nel 1728 Eulero adottò quelli neperiani (con la costante “e” = lim (1 + 1/n)n = 2,71828182845904523536 numero irrazionale le cui prime 12 cifre furono calcolate da R. Cotes in Logometria (1714) e fino alla 346a da M. Boorman nel 1884). Si presume che Nepero si ispirò alle tavole di interesse composto in uso presso i mercanti, anteriori al 1350 (cfr. BALDUCCI-PEGOLOTTI, Libro di divisamenti di paesi e di misure di mercanzie) ed ancora alle Tavole Trigonometriche di F. VIETA del 1579, alla Tabula Tetragonica di A. MAGINI del 1592 oppure all’Almagesto di Tolomeo (trattasi del più antico trattato di astronomia che si conosca scritto in greco nel sec. II) ed al Canone Trigonometrico. Cfr. J. NEPERO, Appendix alla Constructio (1620). 33 Ricordiamo che per definizione il logaritmo è l’esponente che bisogna dare alla base per ottenere il numero. L’idea fondamentale era già nella “Arithmetica integra” (1544) di M. Stifel, mentre la parola fu tratta da Nepero dal greco nel significato di ‘Il numero o rapporto della ragione’. Studiando il moto di un punto che si muove in linea retta con una velocità proporzionale allo spazio percorso, egli diceva: “...Logarithmus ergo cuiusque sinus est numerus quam proxime definiens lineam quae aequaliter crevit, interea dum sinus totius linea proportionaliter in sinum illum decrevit, existente utroque motu synchrono atque initio aequi veloce...”. Cfr. J. NEPERO, Mirifici logarithmorum canonis descriptio, eiusque usus in trigonometria [figura 7]. Per convenzione la notazione ‘ln’ indica quelli naturali o in base “e”; ‘lg’ i decimali. Per cologaritmo (‘colg’ oppure ‘colog’) si intende il logaritmo del reciproco di un numero. Il logaritmo in base 2 si ottiene da quello comune decimale dividendo per 0,231. Abbiamo richiamato queste notizie perché la funzione logaritmo - legata a quella esponenziale ben si adatta a rappresentare l’andamento dei fenomeni entropici a carattere probabilistico in esame e per tali motivi compare nelle formule di R. V. Hartley e di C. E. Shannon (cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della Comunicazione e dell’Informazione; Informazione e Messaggio: Rivoluzione e Tradizione); inoltre, con la scelta della base 2, l’informazione viene misurata in ‘unità binarie’ o ‘bit’ (cfr. anche T. EL GAMAL, A public key cryptosystem and a segnature scheme based on discrete logarithms). 34 Diversi scienziati del tempo si impegnarono in difficili calcoli astronomici. Fra coloro che si interessarono dello spazio cosmico e viceversa seguivano da vicino importanti questioni scientifiche, ricordiamo sir Frank Watson Dyson (1868-1939); fu professore all’Università di Edinburgo e direttore dell’Osservatorio di Greenwich fra il 1910 ed il 1933, compiendo importanti valutazioni sui moti stellari e sulle variazioni delle latitudini. Durante l’eclisse solare del 1919 verificò l’esattezza della teoria di Einstein (vedi nota 71) sulla deflessione dei raggi luminosi delle stelle provocata dal campo gravitazionale solare. Cfr. F. W. DYSON, Eclipses of the Sun and of the Moon. BREVE STORIA DEL RICONOSCIMENTO AUTOMATICO DEI TESTI L navig@ndo Tu scrivi e il computer legge di INDRO NERI a tecnologia alla base dell’OCR (Optical Character Recognition) ovvero del riconoscimento automatico dei caratteri, risale addirittura a due secoli fa. Il processo di trasformare l’immagine di un testo stampato in codice, rendendo quindi il testo comprensibile da una macchina, è documentato in un brevetto americano dei primi dell’Ottocento riguardante un sistema per facilitare la lettura per i non vedenti. Si devono però aspettare gli anni Cinquanta prima che l’OCR torni prepotentemente alla ribalta con David Shepard, che, nel 1951, con l’aiuto di Harvey Cook, progettò una sorta di scanner a cui diede il nome di Gismo. Gismo era in grado riconoscere ventitré delle ventisei lettere dell’alfabeto, il codice Morse, e le note musicali, quindi trasformare in suono, ovvero leggere, ciascun carattere mediante un altoparlante. Nonostante fosse un marchingegno rudimentale rispetto alle macchine odierne, Gismo suscitò un notevole interesse da parte della comunità scientifica, dando un impulso notevole alla ricerca in questo campo. Brevettata la sua invenzione, Shepard, criptoanalista del Dipartimento della Difesa statunitense, fondò la Intelligent Machine Research Corporation, dedicandosi a tempo pieno alla realizzazione e produzione di macchinari per il riconoscimento dei caratteri. Un paio di anni dopo la rivista “Reader’s Digest”, prima fra tutti, si servì proprio di una macchina di Shepard (ora in esposizione allo Smithsonian Museum) per convertire gli elenchi dattiloscritti dei propri abbonati in schede perforate. Il secondo sistema OCR venne venduto da Shepard alla Standard Oil Company e venne utilizzato per leggere ed immagazzinare automaticamente i dati delle ricevute di pagamenti effettuati con carte di credito. Fra gli altri pionieri alla fine degli anni Cinquanta vanno poi ricordati la compagnia telefonica Ohio Bell e la stessa Aeronautica Militare statunitense. Dal 1965, sempre negli Stati Uniti, le poste cominciarono ad utilizzare un sistema OCR come ausilio nello smistamento della corrispondenza. Attualmente sono quasi trecento gli uffici postali americani ad alta automazione, in grado non solo di riconoscere un indirizzo do- vunque questo sia stato posizionato sulla busta, ma anche di identificare eventuali nomi errati di città e reinstradare correttamente la corrispondenza. Oltre alle applicazioni puramente commerciali, l’OCR è diventato ormai uno strumento indispensabile a fini educativi: basta infatti abbinare il sistema OCR ad un sintetizzatore vocale per ottenere una replica di quel Gizmo di mezzo secolo fa e rendere accessibile qualunque testo a chi ha piccoli o grandi problemi di vista. Con l’introduzione dei personal computer, infine, la tecnologia OCR è passata a ricoprire un ruolo fondamentale anche nell’incremento della produttività personale. Invece di dover ribattere le proprie memorie, poesie, documenti, basta infatti utilizzare uno scanner per trasformare l’immagine del testo in testo digitale. Il riconoscimento caratteri si articola in due fasi principali: a) la fase di lettura durante la quale il documento originale viene praticamente “fotocopiato”; b) quella di identificazione durante la quale un apposito programma analizza l’immagine per identificare una sequenza logica di contrasti da paragonare agli “archetipi” delle lettere presenti in memoria, confronta il risultato a quello del proprio dizionario, ed infine produce un testo digitale che l’utente finale può ulteriormente correggere o modificare a proprio piacimento. A ccuratezza e velocità sono i due elementi chiave di questa tecnologia, e in questo campo sono stati fatti passi da gigante. I sistemi OCR attuali riescono a distinguere addirittura la scrittura umana mediante una tecnologia che si chiama Intelligent Character Recognition (ICR) ovvero riconoscimento intelligente dei caratteri, tecnologia che permette al programma di “imparare” via via che si presentano nuove varianti di grafie. Perché la tecnologia OCR sia in grado di influenzare un numero sempre maggiore di attività, è stato necessario creare uno standard di caratteri tipografici. In pratica venire incontro alle esigenze di lettura del computer. A questo ci ha pensato la European Computer Manufacturers’ Association, con sede a Ginevra, che nel 1966 ha proposto il set di caratteri OCR-A, uno dei primi a soddisfa- Il set di caratteri OCR-A, uno dei primi a soddisfare i requisiti nel presto applicato alle odierne targhe automobilistiche, fatto che si nota specialmente nelle targhe tedesche, nelle quali non è tanto importante che la “u” sia l’unica minuscola utilizzata in un alfabeto composto da sole maiuscole, che lo zero non sia un cerchio chiuso, che la lettera “o” assomigli ad un uovo, o la lettera “i” ad una “T” rovesciata, quanto il fatto che ciascun carattere abbia caratteristiche che lo rendono unico e non assimilabile agli altri. L Ridisegnato da Adrian Frutiger nel 1968 per la Monotype, il set di caratteri OCR-B si presenta più elegante e piacevole alla lettura umana pur mantenendo le stesse caratteristiche di “leggibilità meccanica” Sotto: Il concetto di leggibilità applicato alle odierne targhe automobilistiche e in basso una immagine contenente un esempio di gruppi di lettere “disturbati” da linee trasversali affinché non possano essere riconosciuti meccanicamente re i requisiti stabiliti nel campo del riconoscimento ottico sia dal Bureau of Standards (il dipartimento americano degli standard) sia successivamente dall’American National Standards Institute (ANSI) e dal Deutsche Industrial Norm standard (DIN 66008). Ogni lettera è contenuta in una griglia di 4x7 pixel. Il rudimentale set di caratteri OCR-A dai tratti “elettronici”, ottimizzato per la lettura automatica ma tutto sommato “ostico” a prima vista, è stato poi ridisegnato da Adrian Frutiger nel 1968 per la Monotype. Il nuovo set, che va sotto il nome di OCR-B, si presenta più elegante, piacevole alla lettura (umana) e dispone di una vasta collezione di lettere accentate e segni speciali, pur mantenendo le stesse caratteristiche di “leggibilità meccanica”. È curioso notare come lo stesso concetto sia stato ben o stesso concetto applicato però in maniera diametralmente opposta serve invece da deterrente contro la posta spazzatura. Le pagine elettroniche pubblicate su Internet, vengono giornalmente visitate da programmi automatici chiamati “spider” che se, nella versione “buona”, servono per indicizzare il contenuto della Rete, nella versione “malvagia” analizzano il codice delle pagine per estrapolarne gli indirizzi di posta elettronica in esse contenuti, da riutilizzare poi per invii di pubblicità non richiesta, o peggio - per diffondere virus via e-mail. Per arginare questi attacchi telematici, molte pagine elettroniche prevedono dunque oggi un sistema di verifica in grado di distinguere tra visitatore “umano” e programma informatico. Ed il meccanismo è quanto mai semplice ed efficace: in pratica si tratta di una immagine contenente lettere e numeri distorti e “disturbati” da linee trasversali in maniera tale da evitare la possibilità dello spider di utilizzare un sistema di riconoscimento caratteri per accedere alla pagina. Se i caratteri degli alfabeti a base latina, con tutte le loro varianti in neretto e corsivo, sono ormai considerati un capitolo chiuso nel campo del riconoscimento e della digitalizzazione, con una percentuale di successo molto vicina al 100%, le ricerche in questo campo stanno ora concentrandosi sul perfezionamento dell’identificazione della grafia manuale e sul riconoscimento di caratteri di alfabeti orientali, nonché sul vantaggio di una collaborazione reciproca fra computer e studioso per l’analisi di antichi manoscritti (da segnalare a proposito gli studi sul Palinsesto di Archimede o sui Rotoli del Mar Morto) dove l’uno “insegna” all’altro e viceversa. Anche Roberto Vecchioni voleva la donna con la gonna... “ Fuori la lingua di PAOLO A. PAGANINI M re...”, il grido di protesta è servito assì smettiamola di banalizza- a rivendicare, contro la “globalizzazione della moda”, “imbrigliata nell’omologazione”, la riscoperta della gonna (“Corriere della Sera”, 19 febbraio 2005, pag. 21). Nel 1998, Roberto Vecchioni cantava che voleva “una donna con la gonna”. Scatenò un putiferio ideologico. Oggi la moda gli ha reso giustizia. Le donne hanno riscoperto le sottane, non come simbolo di ritrovata femminilità, ma proprio perché non hanno più bisogno di scimmiottare gli uomini con le braghe per competere alla pari. O con le gonne o con i pantaloni, le donne sono già al potere. Non è più Melania Trump in Tutti una questione né gonna. d’accordo! di destra, né di sinistra. La politica non c’entra. C’entra invece la grammatica. Quel massì iniziale, che sta per ma sì (e poi bisognerebbe metterci anche la virgola!), è uno dei più brutti mostriciattoli apparsi in questi ultimi tempi. Che tuttavia perdoniamo con generosa indulgenza. Perché? Perché la pensiamo come Vecchioni. Massì, W la donna con la gonna! I manager con paghe da... spanciamento? Roba da... spanciarsi dal ridere L a piena comprensione dei fatti”, spie“ ga con grinta combattiva il prof. Dario Fruscio, consigliere economico della Lega Nord, “a volte richiede un linguaggio al limite del rude”. E, per rimanere in linea con tanta definizione, eccolo scagliarsi contro i manager e le loro “remunerazioni da spanciamento” (“Corriere della Sera”, giovedì 27 gennaio 2005, pag. 13). Spanciamento, in questo caso, è poco più – o poco meno – che un neologismo. Deriva da spanciare, che, tra le altre accezioni, vuol dire battere con forza la pancia in un tuffo, oppure presentare un rigonfiamento, oppure anche, nella forma riflessiva, morire dal ridere. È prevista anche la forma sostantivata, spanciata, che, tra gli altri significati, vuol dire anche scorpacciata. Forse con quest’ultimo significato il prof. Fruscio ha usato la curiosa variante spanciamento. Ma rimane un termine inusuale, brutto ed equivoco. Tutto insomma, eccetto che rude. Un’infezione linguistica per contagio da sigla politica C he sia una brutta cosa essere aennino? Tu come stai, scusa? Mah, oggi mi sento un po’ aennino. No, non è una battuta alla Marcello Marchesi. È l’aggettivo di conio recente, sulla falsariga di tanti altri consimili, ricavato semplicemente da An, Alleanza Nazionale (v. “Corriere della Sera”, martedì 1 febbraio 2005, pag. 12, e molti altri giornali), usato qui nella frase: “Il più trascinante intervento del sabato aennino”. Gli orizzonti linguistici dei nostri politici – e dei giornalisti che ci cascano – tra slogan, neologismi e formule dogmatiche, si fanno spesso procellosi. E la lingua deraglia sempre più nel “difficilese”. Non chiude mai (nemmeno “mezzora”) la piccola bottega degli orrori C ongiuntivo, apostrofo, punteggiatura sono ormai allegramente impallinati nel luna park del cattivo gusto. Alla recente notizia che Formigoni ha dovuto farsi operare alla spalla per una frattura conseguente a una rovinosa caduta, abbiamo solidarizzato con l’illustre infermo. Un po’ meno con il giornalista che ne ha dato notizia (“Corriere della Sera”, sabato 16 aprile 2005, pag. 52). Il collega informa che “l’intervento è durato in tutto mezzora”. Mezz’ora di grammatica al giorno non farebbe male a tanti giornalisti! lettere in redazione COMPLIMENTI! È VERAMENTE UNO SCOOP È magnifico, il n. 67, oltre che per la veste, per il contenuto. Lo scoop sulle veline da Milano alla Repubblica sociale italiana nel periodo 1943/1945 è veramente esclusivo. L’articolo introduttivo di Capezzuoli, redatto in forma stringata, dà l’impressione della sua freschezza giovanile: i 93 anni non sono veri, nonostante la correzione richiesta dei 98 anni come erroneamente scritti dal Corriere. E poi, tutti gli altri articoli, alcuni dei quali possono anche essere dei saggi, documentano la vivacità della direzione, imperterrita a fare della Rivista un continuo rinnovato contributo alla Cultura, che dovrebbe essere seguito soprattutto da coloro che sovrintendono istituzionalmente alla Cultura stessa. Ne sono rimasto entusiasta. Ogni tre mesi ricevo questo dono della Rivista, che mi stimola all’apprendimento ed al godimento. Angelo Quitadamo Presidente dell’EUSI, dell’USNEN e della Federazione Stenografica Italiana G.N. BENE LA STENOGRAFIA! E LA DATTILOGRAFIA? H 32 o testè ricevuto il numero 66 della Rivista che viene inviata, in omaggio, sia a questa Unione (quale ex Sindacato) e sia a me personalmente. In verità, la Rivista ha, gentilmente, ospitato, in passato, diversi miei interventi in favore delle nostre materie e della nostra categoria, del che ringrazio, ancora una volta. Tuttavia, ad essere sincero, il suo titolo non mi sembra completo in quanto omette la parola “Dattilografia”. Vedo, però, che, in un prossimo futuro, il suo nuovo titolo sarà “Civiltà della scrittura” che abbraccerà (spero) anche la materia che, più delle altre, ho insegnato per quasi 40 anni, ed oggi quasi scomparsa dal pubblico insegnamento per colpa, soprattutto, del disinteresse assoluto dei 15 mila Colleghi ai quali l’Unione (già Sindacato) si era, continuamente, rivolta per fare quadrato attorno ad essa e così agire, in massa, contro il Ministero della pubblica (d)istruzione! Il nostro tempestivo grido di allarme, purtroppo, non è stato mai accolto e così è successo quello che hanno dovuto subire!... Il prossimo titolo della Rivista, quindi, mi soddisfa (e con me tutti gli insegnanti di Dattilografia, in ser- vizio ed in pensione) e spero che conterrà degli articoli relativi. Per il che, essendo, anche, il decano dei giornalisti siciliani, con 55 anni di carriera a tutti i livelli, medaglia d’argento e d’oro per la mia anzianità d’iscrizione all’Albo ed infine Direttore del periodico “La Nuova Sicilia” (da me fondato nel 1962), posso prestarvi la mia non impegnativa collaborazione gratuita con articoli riguardanti, appunto, la Dattilografia, le sue applicazioni, ecc. ... Martino Iuvara Ispica (Ragusa) UN AMORE SENZA LIMITI C aro Direttore, ho detto a mia moglie Franca ciò che penso riguardo alla stenografia della quale come ho saputo e potuto mi sono sempre occupato nella mia lunga vita e che serbo nella mente anche ora perché, come si legge nella prefazione dello splendido manuale di Ernesto Caroggio, la nostra è materia della quale ci si innamora in maniera illimitata... La Stenografia aiuta la persona colta a non perdere nulla di ciò che pensa, di ciò che ascolta, di ciò che costituisce in qualsiasi circostanza la sua partecipazione intellettuale. Di tutto resta traccia, scripta manent... Tuo aff.mo Manlio Lombardo Genova LA DISPONIBILITÀ È LA POESIA DELL’ESISTENZA! H o ricevuto con la “Rivista degli Stenografi” il bellissimo libro “Storia della Scrittura”. L’ho letto tutto di un fiato e mi riprometto di rileggerlo, quanto prima, con tutta calma. Non per turibolarvi ma è veramente una bella opera. Quello che state facendo, con mille sforzi, è encomiabile. Che altro dire? La mia più grande soddisfazione è stata quella di aver scoperto che c’è tanta gente disponibile che aspetta solo uno stimolo per lasciarsi coinvolgere. Tutti possiamo fare qualcosa di importante, se invece di restare a guardare ci rimboccassimo le maniche. Anche cambiare il mondo. Solo chi è disponibile conosce realmente la poesia dell’esistenza. Non si costruisce una società diversa se non si adotta la logica del dono di sè. E voi lo state facendo in modo egregio. Bravi! Complimenti! Con stima e simpatia vivissime. Luciano Fornari Valeggio sul Mincio (Verona) giochi L’angolo dei Proseguiamo, intanto, a presentarvi fuori concorso un’altra curiosa serie di crittografie dantesche, gioco raffinato di squisita ricercatezza letteraria. Subito dopo, troverete gli indovinelli, che, se risolti tutti e sei, vi consentiranno di ricevere in premio uno storico volume di stenografia. CRITTOGRAFIE DANTESCHE (Soluzioni capovolte in fondo alla pagina) 1 - Cinge d’intorno la città dolente (Inferno IX – 32) 2 – Perch’io avanti l’occhio intento sbarro (Inferno VIII – 66) 3 – Per farmi chiara la mia corta vista / data mi fu soave medicina (Paradiso XX – 140/141) 4 – Colpa e vergogna dell’umane voglie (Paradiso I – 30) 5 – Dove l’umano spirito si purga (Purgatorio I – 5) 6 – Si volge all’acqua perigliosa e guata (Inferno I – 24) 1 – Campione di lotta libera Poiché per fare effetto sulla gente a qualcheduno diede una strappata che il collo gli strappò completamente l’opera sua l’ho sempre riprovata. Il Valletto 2 – Le donnine-Arlecchino Certune mancan sol di mascherina con tutti quei colori! e ridon pure se, strette al collo, rischian di... crepare! Ma, ahimè, la lingua debbono frenare! Irma 3 - Ottimo musicista, mediocre jazzista Colpisce per l’attacco suo bruciante e la toccante sua sonorità che sparge a larga man nelle sonate e nel vibrato, pien d’intensità. Però l’orecchio offende addirittura con qualche eccezionale svisatura. Ames 4 – La moglie si lamenta Mi sto scocciando a forza d’ingoiare, quelle riserve quasi giornaliere, che in fondo ti dovresti risparmiare: questa rottura non si può evitare? Andio 5 – Un ragazzo educato A tavola è composto e con la sua finezza non farà mai sciocchezze. Marienrico 6 – Amanti litigiosi A seguito di amare insinuazioni, in rotta fermamente voglion starsene, ma sta’ certo che loro di bacini sicuramente torneranno a darsene. Robin Hood SOLUZIONI DEI GIOCHI N. 67 1 – Il sarto 2 – La scarpa 3 – Il sale 4 – Il muratore 5 – La nave 6 – Gli occhiali Molte le risposte, ma nessuno è riuscito a risolvere tutti e sei gli indovinelli. I PREMI A quanti risolveranno tutti e sei gli indovinelli sarà inviato uno storico libro di stenografia. Le soluzioni di questa puntata di giochi dovranno pervenire 4 - Furto 5 - Montecatini 6 - Periscopio a cura di GIUSEPPE CAPEZZUOLI INDOVINELLI IN CONCORSO 1 - Assedio 2 - Astronomo 3 - collirio E cco, nella nostra consueta pagina degli indovinelli in concorso, un gioco antico, apparso un secolo fa in una delle tante riviste stenografiche di allora. Non è soltanto una curiosità, è anche un modo per comprendere l’intelligenza, la sensibilità, i gusti ricercati e preziosi dei nostri avi. Qui forniamo anche la spiegazione, ovviamente in caratteri stenografici gabelsbergeriani.