04-Le tecniche di rappresentazion
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04-Le tecniche di rappresentazion
le tecniche di rappresentazione Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale Le componenti del disegno manuale Il gesto, la forma, il contorno Il gesto Ogni qual volta tracciamo dei segni su un foglio compiamo dei gesti, dei movimenti che il nostro cervello programma per la mano. Occorre quindi imparare a controllare questo movimento, questo gesto, in modo che attraverso il sistema muscolare, si possa esercitare una forza corrispondente a quanto mentalmente stabilito. Chiunque non sia abituato al disegno si sarà certamente accorto quanto sia difficile far corrispondere l’idea che vogliamo rappresentare al risultato grafico. Solo con molto esercizio si riesce ad ottenere dei risultati apprezzabili, basta pensare a quante volte da bambini abbiamo “disegnato” una vocale prima di riuscire a realizzarla correttamente. Con I’esercizio si possono prima vincere gli iniziali timori per il foglio bianco, per il segno da tracciare, sia con la penna che con la matita; mentre successivamente possiamo cercare di chiarire e controllare l’intenzione che ci guida la mano. Il gesto, da incosciente, libera esplicazione di un impulso interiore in cui istinto e intenzionalità si intersecano senza soluzione di continuità, diviene cosciente, controllato e permette di esprimere con chiarezza ciò che ci siamo proposti di realizzare. Dare un ritmo alle figure cercando di comporle sul foglio, suddividere la superfice in elementi semplici alla ricerca di temi più complessi, individuare le geometrie che regolano la composizione, studiare come utilizzare le risorse espressive che gli strumenti per disegnare ci forniscono è estremamente utile per la buona riuscita di un disegno. Scegliere l’inchiostro di china o la matita colorata. íl lapis o il pennello, disegnare a mano libera o con la riga e la squadra, scegliere un tipo di carta rispetto ad una altra è operazione spesso delicata e determinante rispetto all’idea da trasmettere. 82 83 La forma Noi percepiamo la forma di un oggetto, cioé la sommatoria delle sue qualità afferenti, attraverso il nostro occhio. Le configurazioni che ne conseguono si riferiscono al suo aspetto globale; aspetto non rivelato solo da ciò che si vede, dall’immagine che arriva al nostro cervello, ma anche dalla nostra memoria, dall’esperienza che è presente nella formazione della visione. La vera forma trova la sua prima definizione nelle sue essenziali configurazioni spaziali. La geometria che si 84 49 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale nasconde dietro tutto ciò che vorremmo disegnare, rappresenta quindi il momento principale per comprendere l’organizzazione spaziale dell’oggetto da riprodurre. Semplificare il disegno sarà d’ausilio per ritrovare, per mezzo di forme che ci sono familiari, le proporzioni fra le varie parti, come queste forme si organizzano genericamente, in che rapporto stanno i particolari con il tutto. Si tratterà di conferire all’immagine una struttura che metta in luce gli aspetti salienti dell’oggetto da disegnare, riducendoli a schemi percettivi più semplici e di conseguenza più facilmente memorizzabili. La natura stessa ci mostra forme perfettissime organizzate gerarchicamente e geometricamente regolate da leggi matematiche precise. È semplice comprendere la forma di una conchiglia, di un cristallo, di un fiore, perché è facile percepirne la struttura elementare che li caratterizza, ma anche fenomeni naturali più complessi possono ricondursi a strutture semplici analizzando le forme geometriche elementari che li caratterizzano. 85 il contorno Il contorno è una linea immaginaria che costituisce i margini di una figura, delineandone la forma, ed è in genere un segno molto importante in quanto delimita due spazi: lo spazio esterno e lo spazio interno. In genere è lo spazio interno quello che interessa di più, quello che denuncia una forma nota, ma può talvolta anche interessare il negativo: con lo spazio esterno completamente nero e la figura bianca, la forma disegnata acquisterà risalto. II disegno a solo contorno, anche se facile ed immediato, può però provocare delle ambiguità perché spesso la forma non è così riconoscibile. Occorrerà allora integrarlo con altre linee onde renderla più comprensibile. L’esempio più classico è rappresentato dal cubo che, senza altre notazioni, appare visto dall’alto e quindi con lo spigolo centrale in avanti o visto con lo spigolo centrale arretrato. Il disegno a contorno trova una delle applicazioni più suggestive nel tracciamento dello “sky line”, la linea del cielo,che divide in una visione panoramica o comunque d’insieme, il costruito dallo sfondo. 86 87 50 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 88 89 82. Erich Mendelsohn. Schizzi di progetto per i grandi magazzini Schocken. 1926-28 83. Paul Klee. La grande cupola 84.Esempio di struttura ramificata a quattro per sei rami e a cinque per cinque rami 85.La figura costituita in maniera oggettiva da tre settori circolari neri e da tre linee angolari nere su sfondo completamente uniforme, induce alla percezione di un triangolo bianco sovrapposto ad un altro triangolo 86. Rapporti geometrico-proporzionali della facciata di Palazzo Vecchio a Firenze 87. Moduli compositivi e rapporti geometrici della facciata di S.Maria Novella a Firenze 88.Michelangiolo Buonarroti. Studio per la facciata della chiesa di S.Lorenzo a Firenze 89.Disegno assonometrico di un cubo, le campiture a tratteggio non eliminano completamente l'ambiguità della visione: lo spigolo centrale può apparire o arretrato o aggettante rispetto a quelli laterali 90. Il semplice disegno a contorno, in questo caso lo skyline di S.Gimignano, può fornire diverse informazioni sulle caratteristiche ambientali del luogo 91. Léon Krier. Prospettiva generale del quartiere "Città Nuova" ad Alessandria. 1995 90 91 51 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 93 Il volume: luci e ombre Disegnare il volume di un determinato oggetto vuol dire tracciare sul foglio a due dimensioni, una serie di segni che lo rappresentino e lo facciano vedere in tre dimensioni. Le linee sono organizzate in maniera tale che le relazioni che intercorrono fra loro, pur non rappresentando in se stesse nessun oggetto specifico, richiamano alla mente un volume, trasmettendo un messaggio convenzionalmente comprensibile a tutti. È comunque difficile tracciando il solo contorno, riuscire a rendere l’idea della terza dimensione. Poiché è la luce che colpisce l’oggetto da disegnare che lo rende “in rilievo”, si tratterà, attraverso tecniche varie, di evidenziare gli effetti che questa produce. Il chiaroscuro descrive quindi le variazioni della forma sotto I’effetto della luce. La luce è elemento molto importante nel disegno in quanto determina, col suo variare, una serie innumerevole di immagini sempre diverse. Generalmente la luce naturale, che è quella che maggiormente interessa nel disegno architettonico, provoca delle ombre non sempre definite, per le innumerevoli riflessioni cui è sottoposta, mentre la luce artificiale provoca delle ombre più nette. Nei disegni in bianco e nero, al bianco della carta è affidata in genere la massima luminosità mentre, attraverso campiture, dal grigio si arriva al nero usato per le ombre più dense. Due sono i tipi di ombra: l’ombra “propria” dell’oggetto e l’ombra “portata” che questo provoca su un’altra superficie. Questa seconda ombra è sempre più scura della prima che viene in genere attenuata dalla luce riflessa. Si ricorre spesso, all’impiego delle ombre nella rappresentazione architettonica, al fine di generare una visione più vicina al reale, migliorando la qualità dell’immagine visiva. Essa acquista così più realismo, più profondità, permettendo un maggior controllo dell’immagine stessa, per esempio, sia in fase di progetto di un edificio che in quello di analisi di un ambiente costruito. 93.M.C.Escher. Drie bollen I. In questo disegno l'effetto di tridimensionalità è suggerito dalla particolare conformazione della superficie a reticolo 95.A.Anselmi, Giovanni De Sanctis. Progetto per un asilo a Guidonia,1965. In questo disegno la volumetria dei corpi di fabbrica, facilmente scomponibili in solidi elementari è sottolineata dall'uso del chiaro-scuro e dall'effetto delle ombre portate 96.Nel soggetto rappresentato il chiaro-scuro ottenuto con l'uso della china diluita, risulta più morbido rispetto a quello ottenuto con tratteggio incrociato 97.Parlamento di Chandigar di Le Corbusier. Il disegno trattato attraverso un morbido sfumato che ne mette in evidenza la volumetria e le articolazioni plastiche 98. Franco Purini. La casa romana. Disegno architettonico in cui l'effetto di tridimensionalità è ottenuto attraverso un accurato e fitto tratteggio 95 92 92.Sgrilli. Prospetto laterale e sezione longitudinale del Duomo di S.Maria del Fiore a Firenze 52 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 98 96 97 99 99.Vista interna del progetto di un edificio multifunzionale. Lo studio e la rappresentazione delle ombre può avvenire anche attraverso l'utilizzo di software di elaborazione tridimensionale 100.Rudolf Schwarz. Progetto per un Festspielhaus, 1920. L'uso delle ombre mette in risalto in maniera immediata l'articolata volumetria del complesso architettonico 100 53 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale Il tratteggio 101 Il tratteggio è una delle forme più diffuse per ottenere campiture omogenee su una superficie di dimensioni limitate, e contemporaneamente diversità tonali tali da fornire un’idea esatta della forma disegnata. Esso è molto efficace, sia tracciato con l’ausilio della riga e la squadra, sia realizzato a mano libera. Variando intensità del segno e distanza fra le righe, sarà possibile conferire rotondità alle superfici o profondità a corpi di fabbrica, differentemente collocati rispetto al quadro di riferimento del disegno. II tratteggio a distanza regolare può essere incrociato in vario modo onde ottenere moltissime tonalità: quanto più vicine si tracciano le linee, tanto più intenso risulterà il grigio, fino ad arrivare al nero o ad altra tinta piena. Il procedimento grafico richiede prima di tutto un disegno di base a matita, morbida e sottile, per soli contorni; successivamente si procede all’individuazione delle zone da campire. Stabilite le tonalità da usare, si partirà dalle più scure per passare via via alle più chiare. Il contorno delle figure può anche essere trascurato, lasciando all’effetto ottico la definizione delle forme. Il tratteggio a distanza regolare sarà in genere molto utile nel disegno tecnico di planimetrie, per evidenziare i corpi di fabbrica, nel disegno di coperture, a scale inferiori all’1 a 100, nella rappresentazione della muratura sezionata, nelle ombre a 45° in planimetrie, prospetti, assonometrie. AI fine di conferire all’immagine una maggiore plasticità, il tratteggio a mano libera può diventare più irregolare fino ad incurvarsi in scarabocchi disposti irregolarmente sul foglio. II disegno a mano libera consente una infinita possibilità di segni i cui effetti vanno sperimentati di volta in volta. Ricordiamo qui solo alcuni dei più usati; oltre al tratteggio a linee parallele o incrociate, al disegno a scarabocchio, molto efficace risultano il tratteggio a “ventaglini”, disposti irregolarmente sulla superficie da campire, il tratteggio a “maglia” e a “molla” disposto per file parallele all’occorrenza ondulate, e il disegno a scarabocchio continuo, utile per certi effetti planimetrici di aree verdi. 102 101.Piramide dei grigi. Un utile esercizio può essere quello di costruirsi, variando progressivamente la trama e l'intensità del tratteggio, una serie di campiture di grigio intermedio, a partire da una casella totalmente annerita affiancata ad una bianca 102.Jan van Asperen. Maison du peuple ad Anversa. Prospettiva della facciata. L'uso del tratteggio, oltre a sottolineare le articolazioni plastiche della facciata, definisce ed individua la texture dei diversi materiali che la costituiscono 54 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 103 104 103.Le Puy-en-Vélay. Dettaglio delle arcate del chiostro. Accurati tratteggi verticali suggeriscono la tridimensionalità degli elementi e contemporaneamente evidenziano il cromatismo e la trama degli apparati decorativi 104.Gruppo TAU. Concorso per il quartiere della Villette a Parigi, 1975. Oltre alla definizione delle ombre, il tratteggio verticale del cielo è utilizzato per esaltare la verticalità degli edifici rappresentati 105.Giovan Battista Piranesi. Capriccio con scalone. Il tratteggio si rivela uno strumento utile per l'immediata definizione delle volumetrie architettoniche 106.J.M.Olbrich. Studio per un padiglione di esposizione. In questa vista prospettica, il tratteggio è utilizzato per definire forme, volumi, materiali, fino a sostituire il contorno stesso 105 106 55 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 107.Prospettiva dell'interno di un edificio storico ristrutturato.Il tratteggio, in questo caso, sottolinea l'andamento prospettico dei piani e delle superfici 108.Vista prospettica del centro storico di Montepulciano. L'adozione di una trama caratteristica per le ombre portate migliora la percezione delle volumetrie di un paesaggio urbano 56 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 110 Il puntinato La tecnica del puntinato estremamente semplice dal punto di vista esecutivo, ma anche molto lunga da praticare, si basa sulla campitura di superfici con puntini impressi I’uno vicino all’altro, in genere eseguiti con pennelli a punta sottile o con la penna a china del tipo rapidograph. L’uso di questa penna è consigliabile per la regolarità dei punti, quasi rotondi, che si possono ottenere grazie alla sua estremità a tubo. Volendo realizzare delle superfici grigio scure o nere si tratterà di avvicinare i puntiní quasi a toccarsi fra loro o sovrapporsi. Per ottenere zone in ombra si può ricorrere anche a puntinature di diametro differenziato, sempre più grosso via via che ci avviciniamo al nero. Gli effetti saranno comunque diversi; nel primo caso avremmo un effetto più evanescente, accentuato dall’assenza delle linee di contorno: nel secondo caso I’effetto sarà in genere di maggior contrasto. Distribuendo regolarmente i punti sulla superficie è possibile ottenere tonalità di grigio omogenee, molto utili nel disegno di planimetrie, prospetti, piante ecc. 111 109 112 57 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 113 114 109.Esercizi del Carpenter Center For The Visual Arts, Cambridge USA. Addensamento e rarefazione su una stessa superficie trasmettono un senso di tridimensionalità 110.Cupola di S.Maria del Fiore, Firenze 111.Chiesa di Ronchamp di Le Corbusier. Campiture a puntinato stese con accuratezza, producono immagini di forte realismo 112.H.Poelzig. Secondo progetto per il Festspielhaus. Visione prospettica che presenta un tratamento a minuscoli tratti che definiscono volumetrie e superfici 113.Per definire le caratteristiche materiche delle superfici si può far ricorso a penne di diverso spessore, come in questa rappresentazione di un edificio religioso medioevale 114. L'uso del puntinato accostato al tratteggio e alla matita sfumata, può produrre effetti di grande realismo, come in questa vista di una via del centro storico di Firenze 58 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 116 Lo sfumato Mediante la tecnica della sfumatura a matita è possibile ottenere risultati molto plastici; ombreggiando, infatti, i passaggi di colore diventano impercettibili, senza stacchi netti fra una zona e la limitrofa, con graduale variazione di tono dalla luce all’ombra. Tecnicamente si procede a stendere la matita, su un disegno su cui già sono stati tracciati i contorni, cominciando ad accennare le parti scure di maggior rilevanza con tono molto leggero, via via che si passa a stendere i toni successivi si rinforzeranno anche quelli già tracciati. Con passaggi ripetuti e con crescente pressione del tratto nelle parti più scure, si arriva all’occorrenza alla saturazione del colore, penetrato in tutti i pori della carta. La matita và tenuta più sdraiata rispetto al disegno a tratteggio, sfregandola su e giù in modo da evitare delimitazioni lineari, facilitando il passaggio graduale di tonalità. Si possono così campire superfici anche di una certa estensione. Se si vuol dare l’impressione dell’atmosfera è necessario ricorrere a passaggi ancora più fini, ottenibili sfregando la grafite sul foglio con le dita, con un batuffolo di cotone, con la carta assorbente o con appositi “sfumini”, generalmente di carta; questi ultimi, tenuti come una matita, piatti o diritti, servono a distribuire ancora meglio la grafite. Poiché le matite morbide tendono a sbavare è sempre consigliabile tenere un foglio sotto la mano che disegna, onde evitare che la grafite spanda fuori dai limiti stabiliti. 117 115 59 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 118 119 115.Disegno di una formella in laterizio. L'effetto di rilievo della formella è ottenuto tramite matita a sanguigna sfumata 116.Leonardo da Vinci. Studio di panneggio. Lo straordinario realismo di questo disegno è dovuto alla morbidezza dei passaggi chiaroscurali ottenuti tramite l'uso di ombreggiature e lumeggiature 117.Prospettiva del cortile di palazzo Strozzi a Firenze 118.Biblioteca Nazionale, Firenze 119.Joze Plecnik. Studio per un monumento a Vittorio Emanuele. Nella rappresentazione di architetture ambientate l'uso dello sfumato si rivela efficace nella realizzazione di prospettive aeree 60 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale I retini Per ottenere delle campiture omogenee una delle tecniche più efficaci è rappresentata dall’applicazione sul disegno dei retini: pellicole autoadesive per mezzo delle quali è possibile ottenere nelle copie eliografiche tonalità di grigio sufficienti per la realizzazione di disegni di architettura. I retini si dividono in due grosse categorie: tipografici e colorati, ambedue in genere usati su carta lucida per la riproduzione del disegno. Nei primi una serie innumerevole di segni è riprodotta a stampa su una pellicola trasparente; linee parallele o incrociate più o meno sottili, puntinature di densità diverse, disegni fantasia che ripropongono in vario modo effetti grafici particolari, oppure elementi reali, come tetti, pavimenti, ecc... I secondi hanno tinte omogenee lucide ed opache (su questi ultimi è anche possibile disegnare sia con il lapis che con la china) e si possono usare direttamente per il colore che hanno o, più spesso, per la tonalità di grigio che danno una volta che il disegno è riprodotto eliograficamente. Per applicarli si procede al distacco del supporto protettivo, ponendo successivamente la pellicola sul disegno e ritagliandola leggermente più grande del necessario, con una lametta o un taglierino. Dopo averla fatta aderire con la pressione della mano, con la punta del taglierino e l’ausilio di una squadretta è possibile seguire i contorni del disegno per togliere le parti inutili, facendo però attenzione alla pressione della lama sul foglio per non incidere o tagliare la carta. Per far aderire perfettamente la pellicola, basta strofinare vigorosamente con un foglio pulito e una spatola larga partendo dal centro della figura in direzione dei margini. Gli effetti che si possono ottenere sono molti sia usando un unico tipo di retino che accopiandolo ad altri per evidenziare, ad esempio in un prospetto, ombre, cielo, porte, finestre; in questo caso, occorre fare attenzione a che il retino non prenda il soppravento sul disegno conferendo alla immagine aspetti non desiderati. 120. The Mandala Collaborative, progetto per il centro nazionale di musica a Teheran, 1970. Differenti retini aiutano nella definizione della pianta, permettendo di individuare pavimentazioni e alberature 121. Esempi di utilizzo dei retini per la definizione volumetrica, planimetrico-urbanistica, e come campitura degli elementi sezionati 122. Disegno di un paesaggio con campiture realizzate attraverso retini di diverse tonalità 61 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale Lo spruzzo 124 Campiture rapide e graficamente efficaci possono realizzarsi con lo spruzzo. Questa tecnica richiede la creazione di mascherine di carta, cartoncino, scotch o altro, per coprire le parti che non s’intendono campire. Se vogliamo realizzare un disegno a più colori, dovremo ritagliare tante mascherine quante sono le tonalità desiderate. Varie sono le tecniche per spruzzare il colore, ma vari sono anche i risultati che si possono ottenere. Possiamo utilizzare il vaporizzatore a fiato, costituito da due cannucce ad angolo retto, che si usa infilando una estremità nella bottiglietta del colore, e soffiando con una certa regolarità nell’altra. Una stesura del colore più omogenea può ottenersi con l’aerografo, senza dubbio il più sofisticato tra i sistemi a spruzzo oggi in commercio. Due sono i principali vantaggi nell’uso di questo apparecchio rispetto alle altre tecniche; col variare della distanza della punta dell’aerografo dalla superficie, l’operatore può produrre una vasta area di colore uniforme oppure una linea sottilissima. A seconda della distanza dalla superficie si possono ottenere varie gradazioni di tono e si può passare da un colore ad un altro. Uno degli effetti caratteristici dell’aerografo è proprio la sfumatura che permette di passare dai toni più chiari a quelli più scuri senza alcuna interruzione percettibile nella trama del disegno. L’uso della bomboletta spray permette la realizzazione di ampie campiture di colore il. cui effetto grafico è in genere intermedio fra quello ottenuto con il vaporizzatore a fiato e quello realizzato con l’aerografo. 123.Stanley Tigerman, progetto Pensacola Place, 1973-76. Vista prospettica. 124.Karl von Kéler, casa d'appartamenti con negozi. 125. Prototipo di automobile. L'uso dell'aerografo si presta in particolare per la realizzazione di superfici metalliche e riflettenti 126. Vista di un interno 125 123 126 62 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 127 Acquerelli, pennarelli, matite colorate La tecnica dell’acquerello permette di ottenere ampie campiture con colori più sfumati, che conferiscono al disegno una maggiore morbidezza rispetto alle altre tecniche. I passaggi di tono all’interno dello stesso colore danno volume al disegno. Sovrapponendo più velature si definiscono ombre e volumetrie. Con i pennelli più grossi si coprono in genere di colore le zone più ampie, mentre con quelli a punta fine si disegnano le forme e i particolari. Molta attenzione va posta nello scegliere il tipo di carta, che deve risultare resistente e brillante in modo da assorbire i colori senza farne perdere la lucentezza; essa dovrà essere inoltre abbastanza pesante, tanto da evitare che una volta bagnata si gonfi e si onduli. Lo stesso accorgimento va posto qualora si adoperino tinte coprenti come tempera, acrilici o olii. 129 128 63 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 131 132 130 127. C.Moyaux. Facciata del Duomo di Orvieto. Disegno ad inchiostro e acquerello 128.W.Hablik. Sala espositiva del grossista di carte da parati Soetje. Prospettiva dell'interno. 129.Acquerello della chiesa di S.Frediano a Firenze 130. Particolare del prospetto del museo archeologico a Montepulciano. Penna e acquerello 131.J.F.Lewis. The court of the Myrtles, The Alhambra. Matita con lumeggiature bianche su carta colorata 132.Dettaglio della facciata della biblioteca di Efeso. China e caffè 133.Vista del centro storico di Montepulciano. Matita e acquerello 133 64 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale Effetti ancora diversi possono ottenersi con le matite colorate. In questo caso i segni vengono usati come sottili pennellate che, attraverso l’intreccio monocromatico o di più tinte, coprono la superficie interessata con sfumature più o meno accentuate a seconda dell’intensità del colore e della pressione del segno. 134 135 136 137 134.M.Graves. Disegno per il Fargo-Moorhead Culture Center Bridge, 1977. Matite colorate su carta 135.Facciata della chiesa dei SS.Apostoli, Firenze. Pastelli a cera su carta 136.F.L.Wright. Prospettiva del Guggenheim Museum. Matite colorate su carta 137.Matite colorate su carta da lucido 65 Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale 139 Il pennarello passato sul disegno accostando un tratto all’altro, può dare buoni effetti. Se a punta medio fine, la fitta trama di linee può essere sfruttata per evidenziare la rotondità della superficie da coprire, mentre con la punta larga e non stondata si ottengono in genere effetti di superficie piatta molto efficaci nella realizzazione di piante a grande scala con arredamento interno, oppure in sfondi di prospetti e prospettive. 138 140 138-139-140.Disegno a pantone di un oggetto di design 141.Rappresentazione di un’architettura realizzata con pantoni 141 66 Le tecniche di rappresentazione. Programmi e applicazioni informatiche Programmi di Paint e Fotoritocco A questa categoria appartengono quei software che permettono la creazione di immagini composte da una trama di punti, dove ad ogni punto viene associato un colore. Si tratta quindi di realizzare una sorta di mosaico, dove ad un numero maggiore di pixel corrisponde un livello maggiore di definizione, in quanto nell’immagine complessiva risultano indistinguibili i punti che la compongono. La qualitá dell’immagine creata dipende logicamente anche dal numero di colori che appartengono alla “tavolozza” (alla PALETTE) che si utilizza per comporre l’immagine. Se si realizza un’immagine composta esclusivamente da tratti bianchi e neri, i singoli punti potranno essere semplicemente bianchi o neri, per cui per ogni punto sará sufficiente salvare questa informazione che puó essere ricondotta ad un 1 oppure ad uno 0, a tale scopo per un’immagine monocromatica il file conterrá informazioni corrispondenti ad un solo Bit per ogni punto. Salvando informazioni corrispondenti a 4 Bit per ogni pixel, la Palette a cui si fará riferimento potrá contenere fino a 16 colori differenti, e se la quantitá di dati dovesse salire ad 8 i colori tra cui scegliere saliranno a 256. Per avere una tavolozza di 65.536 colori si dovranno salvare 16 Bit di dati per ogni punto, mentre con 24 Bit si potranno ottenere oltre 16 milioni di colori, corrispondenti alla gamma cromatica distinguibile da un occhio umano. Poiché le immagini, per essere visualizzate ad una qualitá accettabile devono avere delle risoluzioni medie o alte (almeno 640x480 pixel perché la trama non risulti eccessiva) e per essere stampate con un buon livello qualitativo devono avere risoluzioni altissime, risulta evidente che la quantitá di dati necessari a costruire un file dipende direttamente dal numero di colori a cui fa riferimento la Palette. 142.Esempio di una stessa immagine a diversa risoluzione 143.Visualizzazione di una schermata di un software di foto ritocco La distinzione tra Paint e Fotoritocco consiste essenzialmente nella complessitá offerta dal programma, con Paint si indica un programma orientato prevalentemente alla preazione di immagini ex-novo e alla loro modifica, con Fotoritocco si intende un programma il cui uso principale é quello di modifica e intervento su immagini fotografiche digitalizzate. I Paint della nuova generazione offrono delle funzioni avanzatissime per simulare strumenti artistici reali e spesso permettono l’uso di componenti hardware specifiche (tavolette grafiche con stilo, per esempio). I sistemi di fotoritocco, invece tendono ad offrire funzioni sempre piú potenti per la gestione di immagini di grandi dimensioni. Inoltre, per l’enorme varietá di prodotti nessuno si é affermato in modo definitivo sugli altri, 144.Visualizzazione di una schermata di un comune software di paint benché l’Adobe Photoshop (arrivato alla versione 7.0) risulti uno dei sistemi di maggiore potenza per l’utilizzo professionale. 67 Le tecniche di rappresentazione. Programmi e applicazioni informatiche Programmi e applicazioni informatiche I programmi di disegno vettoriale Le peculiarità di questo formato però non si limitano alle particolarità della risoluzione. Quando si disegna un elemento qualsiasi (una linea, una linea curva, un’ellisse, un rettangolo e così via...) questi elementi mantengono sempre le proprie peculiarità, nel senso che anche dopo l’archiviazione del file i singoli elementi permettono di essere modificati sfruttando le caratteristiche proprie del loro genere (spessori della linea, livelli di curvatura, scalatura proporzionale). Nel formato bitmap questo non è possibile in quanto un qualunque elemento, una volta disegnato, diventa una semplice sequenza di punti per cui a livello di ogni singolo pixel un’ellisse e una spezzata sono esattamente la stessa cosa. Questo tipo di file risulta per tutte queste ragioni impiegato in tutte quelle applicazioni di “disegno tecnico” o dove la rappresentazione si deve avvalere di elementi scalabili e gestibili con estrema qualità e facilità. I programmi che fanno ampio uso di questi formati sono suddivisibili in due categorie: i programmi di CAD e quelli di DRAW. Il formato bitmap non è l’unico modo per realizzare elementi grafici attraverso un elaboratore elettronico. Se in nel caso delle butmap il documento corrispondente all’immagine archiviava una certa quantità di dati per ogni pixel che costituiva l’immagine stessa, nei formati VETTORIALI per ottenere una linea non sono necessarie le informazioni relative a tutti i singoli punti che costituiscono la linea, ma è sufficiente che il programma archivi i dati relativi alle coordinate che definiscono nello spazio i due punti estremi che identificano la retta oltre ad alcuni dati aggiuntivi necessari a indicarne lo spessore e/o il colore. Il disegno vettoriale quindi è composto di punti che a differenza delle bitmap non devono coprire la totalità del foglio rappresentato, ma semplicemente trovarsi in alcune posizioni strategiche. In questo modo una pagina 25x25 centimetri il cui contenuto rappresenta una semplice linea retta nera (magari inclinata di 45°) scandita a 1200 Dpi e usando un solo Bit per ogni pixel, richiederà per essere archiviata (senza compressione) ben 16 Mb, la stessa immagine, riprodotta vettorialmente, richiederà (compreso il riquadro di definizione del foglio 25x25) solamente da 1 a 5 Kbyte a seconda del formato specifico usato (644 Byte per un Windows Metafile, 4837 Byte per un .DXF). Le linee che compongono un disegno vettoriale portano con se anche i valori relativi al loro spessore e al loro colore, in questo modo, lo spessore della linea non dipende dalla risoluzione dell’immagine, per cui questo, a seconda delle impostazioni scelte, potrà essere scalato assieme all’intero quadro di lavoro oppure rimanere costante a prescindere da ingrandimenti e riduzioni. Per fare un esempio, se si ingrandisce un dettaglio di un’immagine bitmap, questa si “sgranerà” progressivamente fino a mostrare i singoli pixel che la costituiscono, mentre un’immagine vettoriale, per quanto ingrandita non presenterà alcun pixel in quanto questi non sono necessari alla sua definizione. Per queste ragioni il file vettoriale ha come qualità finale (dal punto di vista della risoluzione) la qualità finale dell’output di stampa, per cui permette di sfruttare al massimo le prerogative offerte da una stampante ad alta risoluzione permettendo la realizzazione di linee sottilissime e curve pressoché perfette. 145.Esemplificazione del concetto di formato vettoriale 68 Le tecniche di rappresentazione. Programmi e applicazioni informatiche 146 Programmi CAD AUTODESK AUTOCAD - Si tratta del programma in assoluto più diffuso in questo campo, arrivato alla versionerinominata 2002. La versione standard permette lo sviluppo di vettoriali 3D ed il loro trattamento di renderizzazione, la gestione di immagini bitmap, utili per la “ribattitura” di disegni esistenti. Esistono inoltre numerosissimi programmi aggiuntivi che permettono di orientare in modo decisivo l’Autocad a specifici compiti professionali.. Il formato utilizzato da questo programma è il .DWG, mentre sono supportate funzioni di esportazione in formato .DXF e .3DS che costituisce uno degli standard prevalenti di trasferimento dati vettoriali. 147 BENTLEY MICROSTATION - E’ uno dei principali concorrenti di Autocad, arrivato alla versione 8.0, e permette la manipolazione di file bidimensionali e tridimensionali. Si tratta di un programma nativo dell’ambiente Unix e risulta particolarmente diffuso nelle applicazioni ingegneristiche (specialmente nel campo nautico). Il formato generato ha estensione .DGN, ma è possibile esportare quanto realizzato anche in formato .DWG e .DXF. Il programma supporta funzioni di renderizzazione e animazione. I requisiti di sistema sono generalmente inferiori rispetto all’Autocad. 148 Programmi di DRAW COREL CORELDRAW - Si tratta di un programma molto diffuso e che spesso è presente nei pacchetti bundle, offre ottime prerogative di elaborazione e creazione dei disegni. E’ fortemente orientato alla pubblicistica e fornisce un livello di precisione piuttosto basso. Le versioni più recenti comprendono una serie di programmi aggiuntivi per coprire una vasta gamma di applicazioni; tra i vari programmi del kit ne è presente anche uno per la creazione di modelli solidi e la loro elaborazione fotorealistica. Il formato vettoriale nativo è il .CDR, ma sono supportate numerosi formati di esportazione (sia vettoriali che bitmap). 149 ADOBE ILLUSTRATOR - Si tratta di un altro programma nativo dell’ambiente Apple Macintosh, ha caratteristiche analoghe a quelle offerte dallla Corel, benchè una certa “pesantezza” in alcune operazioni lo rendano poco elastico in mancanza di computer particolarmente potenziati. 146-147-148-149.Interfaccia grafica relativa a: Autodesk Autocad, Bentley Microstation, Corel Draw e Adobe Illustrator 69