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NOTE INFORMATIVE RISERVATE AL CORPO PROFESSIONALE - LUGLIO ’07 SYLLABUM - © 2003-2013 NUTRI-WEST ITALIA SRL 51 GESTIONE DELLO STRESS TOTAL CORT V Ve INTEGRAZIONE NUTRIZIONALE PER IL RIEQUILIBRIO DELLA FUNZIONALITÀ SURRENALICA ED IL CONTROLLO DELL’IPERCORTISOLEMIA Lo stress cronico può essere definito, senza tema di essere smentiti, il principale killer dell’uomo moderno: l’aumento dei livelli ematici di cortisolo e la diminuzione costante dei livelli di deidroepiandrosterone (DHEA), che si riscontrano nelle persone costantemente sotto stress, sono fattori che generano un’accelerazione dei processi di invecchiamento, con manifestazioni poliedriche quali aumento di peso, affaticamento e stanchezza, infiammazioni croniche, rallentamento dei processi di cicatrizzazione, frammentazione del tessuto fasciale e dei tessuti connettivali, alterazioni dell’omeostasi glucidica. Il costante incremento, nella popolazione, dei fenomeni legati al sovrappeso e del diabete può essere ormai definito una manifestazione pandemia, con importanti ricadute sia sul livello individuale di benessere e salute, sia sulla società con incrementi di costi conseguenti a morbilità e morbosità. L’obesità può essere considerato, oggi, un fenomeno epidemico che non può essere liquidato semplicemente con le “diete”, in quanto lo stile di vita cui siamo sottoposti è sicuramente uno dei fattori che deve essere considerato nella gestione del peso soggettivo, essendo lo squilibrio ormonale uno dei fattori chiave di interpretazione del problema. Anche se l’importanza dello stress come fattore patogenetico in diverse malattie psicosomatiche è stata riconosciuta sin dall’inizio del nostro secolo, soltanto da pochi anni sono stati studiati con maggiore attenzione alcuni degli aspetti fisiopatologici delle interazioni tra stress e risposte bioumorali. Gli adattamenti omeostatici allo stress possono avvenire in quanto l’organismo è dotato di una struttura, il Sistema Neuroendocrino, in grado di percepire, elaborare e trasformare gli stimoli in messaggi agli organi effettori: la struttura portante di questo sistema è l’ipotalamo, al quale arrivano molteplici afferenze provenienti dalle varie aree cerebrali e dalla periferia. L’ipotalamo, a sua volta, proietta numerose efferenze, in particolare all’ipofisi (della quale controlla l’attività secretoria ed i ritmi biologici) ed alle aree libiche (che sono responsabili, tra l’altro, della messa in atto delle risposte comportamentali più idonee alla neutralizzazione degli eventi biologici indotti dagli stressors). Il Sistema Immunitario interagisce con questo complesso sistema ed è in grado di modificare le proprie risposte, sia attraverso meccanismi automatici di regolazione, sia mediante segnali provenienti dal Sistema Nervoso Centrale (SNC) e dal sistema endocrino; ugualmente, le cellule del Sistema Immunitario, sono in grado di interagire col complesso neuro-endocrino, attivando specifiche risposte neuroendocrine e comportamentali. Le citochine sono tra i principali messaggeri utilizzati per lo scambio di informazioni fra questi sistemi; in particolare, esse stimolano l’attività del Locus Coeruleus e la secrezione ipotalamica di Corticotropin-Releasing Factor (CRF). Le cellule immunitarie comunicano anche per mezzo di numerosi neuropeptidi e neurormoni, come il CRF, AdrenoCorticoTropic Hormone (ACTH), il Growth Hormone (GH), il Thyrotropin-Releasing Hormone (TRH), la prolattina, la B-endorfina, ed altri peptidi da essi secreti; le cellule immunitarie inoltre possiedono specifici recettori di membrana, sia per tali mediatori, sia per i classici neurotrasmettitori quali l’adrenalina, la serotonina, l’istamina, l’Acido Gamma-Ammino-Butirrico (GABA). L’esistenza di una rete bidirezionale di comunicazione tra questi sistemi è di estrema importanza per l’azione adattogena di risposta ad una vasta serie di stimoli non cognitivi di vario tipo, che comprendono, oltre a quelli stress indotti, anche quelli di natura infettiva, autoimmune o neoplastica che altrimenti esso non potrebbe percepire. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene rappresenta la struttura più importante del sistema neuro-immuno-endocrino, implicata nelle risposte di allarme e di adattamento allo stress; rispondendo agli stressors aumenta la secrezione di CFR, adrenalina, serotonina, GABA e acido glutammico. Il CRF, a sua volta, attiva i neuroni noradrenergici del Locus Ceruleus e stimola la secrezione ipofisaria di ACTH. L’aumento dei livelli ematici di adrenalina e del cortisolo, in particolare, è di estrema importanza, in quanto induce una complessa serie di risposte metaboliche, il cui scopo finale è quello di ridurre o annullare gli effetti negativi dello stress. Cessato lo stress, l’ipercortisolemia, attraverso un meccanismo diretto di feed-back negativo sull’ipotalamo e sulla adenoipofisi, ristabilisce l’equilibrio omeostatico. L’aumentata secrezione di CRF ed ACTH e l’attivazione del Locus Ceruleus, il principale nucleo noradrenergico cerebrale, influenzano anche diversi aspetti del comportamento quali l’attenzione, la memoria, lo stato di allerta, il tono affettivo ed emozionale, che sono di estrema importanza per i processi di adattamento allo stress. Esiste una precisa relazione funzionale tra asse ipotalamo-ipofisi-surrene e Locus Ceruleus, in quanto il CRF aumenta il rilascio di noradrenalina dal Locus Ceruleus e, a sua volta, l’aumentata secrezione di noradrenalina dal Locus Ceruleus stimola il rilascio di CRF dall’ipotalamo. Per quanto riguarda il Sistema immunitario, esso risponde agli stressors aumentando il rilascio, da parte dei leucociti, di diversi mediatori, tra cui le citochine (in particolare le interleuchine IL1, IL2 e IL6), che coordinano la risposta immunitaria e stimolano la sintesi ed il rilascio di CRF da parte dell’ipotalamo e di noradrenalina dal Locus Ceruleus; la conseguente ipercortisolemia inibisce a sua volta l’espressione genica leucocitaria delle interleuchine. Pertanto, tra interleuchine e cortisolo, è costantemente presente un equilibrio dinamico che permette il continuo adattamento del sistema neuro-immuno-endocrino e del sistema immunitario agli stressors; così come osservato per i neuropeptidi, diverse citochine possono influenzare il comportamento alimentare, la temperatura corporea, il ciclo sonno-veglia, il comportamento sessuale, il tono dell’umore e le prestazioni psicomotorie. È infatti frequente osservare una sintomatologia caratterizzata da inappetenza, disturbi del sonno, della sfera affettiva e di quella sessuale nelle malattie autoimmuni, nelle sindromi di immunodeficienza, nei tumori, in cui sono presenti significative variazioni dei livelli ematici di citochine. Il meccanismo con il quale le citochine inducono questi effetti è sia diretto, mediante l’attivazione di specifici recettori per le interleuchine a livello del sistema neuro-immuno-endocrino, che indiretto, attraverso la stimolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene . Inl caso di stress fisico di particolare intensità sono possibili fenomeni di leucopenia e riduzione dei livelli ematici di alcune citochine, nonché un incremento del rapporto linfociti T helper/suppressor, dovuto probabilmente all’accorrere di tali elementi a livello delle microlesioni muscolari indotte dallo stress intenso. Nello stress cronico, l’esposizione prolungata agli alti livelli di cortisolo riduce la sensibilità dei recettori cerebrali per il cortisolo ed altera di conseguenza i meccanismi di feed back, nonché il ritmo circadiano del CFR e dell’ACTH. La persistente ipercortisolemia, inoltre, deprime l’attività funzionale dei linfociti T e B, che mediano l’immunità specifica a lungo termine, e danneggia irreversibilmente i neuroni di specifiche aree cerebrali. Tali lesioni sono particolarmente evidenti a livello dell’ippocampo che controlla, come è noto, importanti attività quali i processi di memorizzazione e di apprendimento, che appaiono spesso deteriorati nei soggetti stressati. Nell’azione patogena dello stress cronico gioca anche un Nessuna affermazione riportata sulla presente pubblicazione è finalizzata alla cura di malattie diagnosticate o ignote. Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio medico curante e di informarlo d’eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico. informazioni nutrizionali a cura di VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail: [email protected] - web site: WWW.NUTRIWEST.IT 52 NOTE INFORMATIVE RISERVATE AL CORPO PROFESSIONALE - LUGLIO ’07 SYLLABUM - © 2003-2013 NUTRI-WEST ITALIA SRL importante ruolo l’instaurarsi di una progressiva riduzione dell’attività funzionale del complesso recettoriale GABA, la cui funzione è quella di ridurre a livello di SNC la liberazione neuronale dei neurotrasmettitori eccitatori noradrenalina, dopamina, serotonina e acido glutamminico. Pertanto, una riduzione della funzione del recettore GABA amplificherà le risposte dei sistemi eccitatori centrali allo stress cronico. È interessante notare come le conseguenze neurobiologiche e comportamentali dello stress cronico possano essere riprodotte dalla somministrazione continuata di alte dosi di cortisonici o di farmaci che deprimono in maniera persistente l’attività funzionale del complesso recettoriale GABA. Al contrario, farmaci, come le benzodiazepine e l’acido valproico, che aumentano l’attività funzionale del recettore GABA, sono in grado di attenuare gli effetti neurobiologici e comportamentali degli stressors. Numerose ricerche cliniche hanno messo in evidenza una correlazione tra disfunzioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, modificazioni immunitarie ed insorgenza di disturbi della sfera affettiva come la schizofrenia, l’ansia patologica e la depressione. In particolare, nel caso della depressione, sono state osservate una persistente attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed immunodepressione, a cui contribuiscono gli elevati e persistenti livelli ematici di IL1, IL2 e IL6, e di cortisolo. Queste alterazioni spiegano, almeno in parte, l’aumentata incidenza di malattie infettive ricorrenti, di neoplasie e, per contro, il miglioramento di concomitanti patologie autoimmuni nei soggetti depressi. Lo stretto rapporto che intercorre tra stress e depressione è ulteriormente confermato dall’osservazione che lo stress cronico e la depressione inducono modificazioni neurobiologiche molto simili a livello dei sistemi neuronali eccitatori centrali. Lo stress cronico, infatti, così come la depressione, inducono dapprima una stimolazione dei sistemi noradrenergico, dopaminergico e serotoninergico, e successivamente un loro esaurimento funzionale, caratterizzato da riduzione della disponibilità sinaptica del neurotrasmettitore e da ipersensibilità dei recettori post-sinaptici beta1 adrenergici e 5-HT1A serotoninergici. La risoluzione delle alterazioni neuroendocrine e, più specificamente, delle modificazioni a carico dei recettori centrali per i glucocorticoidi, segue strettamente i miglioramenti clinici, rafforzando l’ipotesi di un collegamento causale tra asse IIS e depressione264. Esistono pertanto correlazioni esistenti tra modificazioni neurobiologiche indotte dallo stress ed insorgenza di patologie ad esso riconducibili quali asma, infarto miocardico, ulcera gastro-duodenale, disfunzioni metaboliche, ansia patologica, depressione e alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e ipercortisolemia. L’ipercortisolemia causata dal rilascio da parte della midollare del surrene, come risposta ai continui stimoli stressogeni, comporta fenomeni di redistribuzione del sangue a livello dei distretti muscolari e dei tessuti grassi; i tessuti gastrici tendono ad infarcirsi di adipe, visto l’elevato numero di recettori per i glucocorticoidi, presenti nella parete addominale265. Secondo alcuni studiosi gran parte dei disturbi alimentari primari quali anoressia, bulimia, obesità infantile primaria possono essere ricondotti ad una risposta adattativa allo stress, che inducono alterazioni dei livelli ematici di cortisolo e melatonina266. Fenomeni emozionali quali comportamenti bipolari e depressione sono associati, talvolta, all’obesità267: gli stress emozionali o fisici, infezioni, traumi, eccesso di attività fisica, interventi chirurgici, sbalzi di temperatura,…) sono notoriamente responsabili dell’aumento dei livelli ematici di cortisolo, con conseguente incremento del glucosio ematico, incremento della pressione arteriosa, inibizione della produzione da parte dell’organismo di GH (ormone della crescita), riduzione dei livelli del testosterone e degli ormoni ipofisari, di interferenze con l’asse ipotalamo-tiroideo, di aumentare la resistenza agli ormoni sessuali nei tessuti bersaglio e, sicuramente non ultimo per importanza, di ridurre significativamente e squilibrare l’azione immunitaria nell’organismo. La riduzione della produzione degli ormoni tiroidei, ovviamente, ha una ricaduta significativa sul metabolismo basale268; lo squilibrio estro-progestrinico è responsabile, spesso, di disturbi della sfera emotiva, depressione ed aumento di peso. Gli squilibri biochimici, le tossine, le intolleranze alimentari ed i fattori ambientali possono essere ugualmente responsabili nelle manifestazioni di insonnia (o nei disturbi del sonno in genere), nell’aumento di peso non commisurato all’apporto alimentare e nelle manifestazioni associate ai disturbi della sfera emotiva. Una seria strategia per il benessere non può esimersi dal considerare l’individuo nella sua globalità: la gestione dello stress deve prendere in considerazione un programma di miglioramento generalizzato che includa cambiamenti comportamentali e alimentari, esercizio fisico idoneo e proporzionato all’individuo, esposizione adeguata ai raggi solari, riduzione delle sorgenti di tensione e un’appropriata integrazione nutrizionale. Le predisposizioni genetiche, una dieta ricca di zuccheri raffinati, la mancanza di esercizio fisico, l’obesità sono fra i fattori predisponesti la genesi del diabete: l’eccesso di carboidrati semplici incrementa la produzione di insulina, favorendo lo sviluppo di dipendenza dagli zuccheri, aumento di peso e, in ultima istanza, lo sviluppo di una Sindrome Metabolica. L’eccesso di zuccheri nell’alimentazione porta invariabilmente all’aumento dei grassi come conseguenza dell’azione periferica dell’insulina, come reazione ipoglicemizzante: se assieme agli zuccheri non sono assunte proteine, grassi o vegetali non amidacei, il pancreas non produce contemporaneamente glucagone, con squilibrio del rapporto glucagone/insulina. La mancanza di glucagone non induce, a livello cellulare, la produzione di energia a partire dagli zuccheri e dai grassi (formatisi dal progressivo accumulo di zuccheri) presenti nella cellula e devia le sostanze nutritive dall’attività di genesi e riparazione cellulare a quella di produzione di energia. Ingredienti attivi, per ogni tavoletta: 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 Fosfatidilserina Lagerstroemia Speciosa Beta-Sisterolo L-Teanina Acido Pantoteico Vitamina B1 Vitamina B2 Vitamina B6 Niacinamide Acido Folico Vitamina B12 100,00 mg 12,50 mg 10,00 mg 5,00 mg 2,00 mg 1,50 mg 1,50 mg 1,50 mg 5,00 mg 40 μg 25 μg (Banaba) - (foglie - estratto) Non contiene aggiunte di zucchero, sale, lievito, farina di grano o mais, derivati del latte, conservanti, colori artificiali, dolcificanti o additivi. L’azione sinergica dei singoli componenti presenti nel preparato riduce il fabbisogno di ogni singola sostanza, amplificandone l’azione biologica. In alcuni studi riportati, al fine di ottenere risultati clinici, sono consigliate dosaggi elevati dei singoli principi attivi; il medesimo effetto biologico viene ottenuto grazie alla sinergia dei componenti. Codice prodotto: NW2739 – Adatto per Vegetariani e Vegan. 264 265 266 267 268 Quantità per confezione: 90 compresse. G. Cannizzaro, E. Cannizzaro, M. Gagliano, “Rapporti fisiopatologici tra sistema neuroendocrino e sistema immunitario nello stress”. Drapeau, Drapeau V, Therrien F, Richard D, Tremblay A, “Is visceral obesity a physiological adaptation to stress?” Panminerva Med 2003 Sep; 45(3):189-95. Ferrari E, Magri F, Pontiggia B, Rondanelli M, Fioravanti M, Solerte SB, Severgnini S, “Circadian neuroendocrine functions in disorders of eating behavior,” Eat Weight Disord 1997 Dec; 2(4):196-202. McElroy SL, Kotwal R, Malhotra S, Nelson EB, Keck PE, Nemeroff CB, “Are mood disorders and obesity related? A review for the mental health professional,” J Clin Psychiatry 2004 May; 65(5):634-51. Balch JF and PA Balch, Prescription for Nutritional Healing, 2nd Edition, New York: Avery, 1997:336. Nessuna affermazione riportata sulla presente pubblicazione è finalizzata alla cura di malattie diagnosticate o ignote. Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio medico curante e di informarlo d’eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico. informazioni nutrizionali a cura di VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail: [email protected] - web site: WWW.NUTRIWEST.IT NOTE INFORMATIVE RISERVATE AL CORPO PROFESSIONALE - LUGLIO ’07 SYLLABUM - © 2003-2013 NUTRI-WEST ITALIA SRL 53 farmacopea: Fosfatidilserina: sostanza normalmente presente nel cervello, in alte concentrazione: è un fosfolipide costituente la matrice strutturale di tutte le membrane cellulari e importante nel recupero degli effetti fisiologici sul mantenimento della funzionalità cerebrale, sembra possedere un ruolo importante nel contrastare l’aumento del cortisolo, ormone che se prodotto in eccessive quantità può danneggiare le proteine muscolari; gioca un ruolo importante nella sintesi dei neurotrasmettitori e contribuisce ad un miglioramento dello stato funzionale del sistema nervoso centrale favorendone l’attività cognitiva che tende a ridursi fisiologicamente con l’età. Alcuni studi riportano come la fosfatidilserina, assunta per via orale, attenui il rilascio dell’ACTH dalla ghiandola pituitaria in risposta allo stress, senza influenzare negativamente i livelli di GH nel sangue; si ritiene che permetta di modulare la risposta adattativa agli stress e di ridurne gli effetti sistemici269. La supplementazione con fosfatidilcolina induce, a livello del sistema neuroendocrino, una risposta all’eccesso di stress ed una riduzione dell’iperattivazione dell’asse ipotalamo-ipofisisurrenali, con riduzione dell’ipercotisolemia270: Il gruppo di Montelone271 ha condotto uno studio controllato su soggetti giovani sottoposti a stress indotto per 10 giorni; 800 mg di fosfatidilserina/giorno somministrati oralmente in due dosi, alterava significativamente il rapporto GH/cortisolo riducendone la sintesi surrenalica, rispetto ad un gruppo placebo che effettua lo stesso training e la stessa alimentazione. E’ ancora da capire quale possa essere il motivo, ma la maggioranza degli atleti che ha usato la fosfatidilserina a dosaggi variabili tra 300 – 800 mg al giorno, ha riportato aumenti di forza, resistenza e massa: l’potesi è che si producono minori livelli di corticosteroidi, dalla maggiore efficienza del sistema neuromuscolare o forse da tutti e due i fattori insieme. Uno studio più recente condotto dal Prof. Thomas Fahey presso la California State University, ha dimostrato la capacità di ridurre il cortisolo sanguigno durante e dopo esercizi di body-building riducendo notevolmente l’attività catabolica e favorendo maggiori recuperi con conseguente aumento della massa magra. L’utilizzo abituale incrementa le funzioni mentali nei soggetti affetti da morbo di Alzheimer272, con diminuzione delle manifestazioni depressive273. Lagerstroemia Speciosa (Banaba): albero semi-decicuo diffuso allo stato spontaneo nel sud-est asiatico. La medicin tradizionale dell’area, in particolar modo nelle Filippine, fa un uso elettivo delle foglie di Banaba come droga vegetale per trattare l’iperglicemia, l’obesità e l’eccesso di colesterolo. L’acido corosolico è il principale principio attivo che svolge l’azione ipoglicemizzante, come verificato da numerosi studi in vitro e in vivo oltre a trias clinici, evidenziando una azione fito-insulinica, ma a differenza di questa, gli estratti di banaba non aumentano la replicazione cellulare degli adipociti e, di conseguenza, non facilitano la formazione di tessuto grasso274. Stimolando il trasporto endocellulare degli zuccheri, facilitandone il metabolismo, dimostrando un’azione antiobesità275, un’azione ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante276. Contiene un potente inibitore delle αamilasi277. Beta-sisterolo: sostanza in grado di potenziare gli effetti degli isoflavoni278, bioflavinoidi in grado di bloccare le vie biochimiche del sorbitolo, associate al danno ossidativi nel diabete. La sua azione di fluidificante sanguigno ha un’azione vasoprotettiva ed è in grado di ridurre l’aggregazione piastrinica; riduce i fenomeni ossidativi che sono i principali responsabili della patogenicità degli alti livelli di colesterolo ematico279. Gli steroli e le steroline (conosciuti normalmente come fitosteroli [in particolare beta-sisterolo e beta-sisterolina]) hanno dimostrato di essere in grado di possedere effetti biochimici unici, come modulatori del sistema immunitario, svolgendo un’azione di normalizzazione della funzione delle cellule T, riducendo l’iperreazione anticorpale e normalizzando il rapporto DHEA/cortisolo, con effetti anti-infiammatori, antipiretici; ulteriori studi hanno evidenziato un’azione terapeutica nelle infezioni virali croniche, nelle sindromi da immuno-soppressione da stress, nelle allergie, nelle malattie autoimmuni e nell’artrite reumatoide, grazie al riequilibrio della funzionalità immunitaria280. Maratoneti trattati con beta-sisterolo hanno evidenziato significativi incrementi del numero di globuli bianchi e neutrofili e duna diminuzione significativa del rapporto DHEA/cortisolo, dimostrando una riduzione dei processi infiammatori e dell’immuno-depressione post-maratona, tipici fenomeni nello stress post-traumatico, nello stress e nell’eccesso di attività mucolare281. L-Teanina: si tratta del derivato etilamidico dell’acido glutammico, uno degli aminoacidi fondamentali per un buon funzionamento del sistema nervoso centrale perché precursore della biosintesi dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA), un importante neurotrasmettitore ad azione inibitoria centrale282. Evidenze scientifiche dimostrano che L-teanina implementa i livelli di alcuni mediatori chimici, come dopamina e serotonina, che sono coinvolti in maniera più o meno diretta nel controllo e nella regolazione del comportamento, dei processi cognitivi e soprattutto delle emozioni283, 284. Recenti studi sull’uomo hanno evidenziato che L-teanina esplica il suo effetto rilassante entro 30-40 minuti dall’assunzione285; i meccanismi coinvolti sono essenzialmente due: L-teanina stimola direttamente la produzione di onde cerebrali alfa, responsabili di un profondo stato di rilassamento, mantenendo contemporaneamente il cosiddetto “stato di allerta”; inoltre essa ha un ruolo indiretto nella biosintesi del GABA, neurotrasmettitore centrale ad azione inibitoria della trasmissione nervosa e di cui sono ben noti i suoi effetti rilassanti286.La principale differenza tra L-teanina e gli altri costituenti attivi di origine vegetale ad azione ansiolitica e rilassante, come ad esempio gli estratti di valeriana, è data dal fatto che essa non provoca sonnolenza, quindi offre la possibilità di avere rilassamento senza sedazione284. Questo può essere notevolmente positivo per soggetti che desiderano avere un effetto calmante mantenendo la capacità di esercitare attività che richiedono attenzione, concentrazione e agilità mentale285; svolge un’azione agonista alla caffeina, riducendo lo stress, incrementando il senso di rilassamento, abbassando il livello di ansia, la pressione ematica ed incrementando il livello di attenzione cerebrale287. Acido Pantotenico (Vitamina B5): esiste una stretta correlazione tra l’acido pantotenico presente nei tessuti e il funzionamento della corteccia surrenale. Svolge un ruolo importantissimo nel metabolismo cellulare: come coenzima partecipa alla produzione di energia da carboidrati, grassi, proteine, essendo un costituente essenziale del coenzimaA, che agisce come agente attivante nel metabolismo. L’acido pantotenico è essenziale per la sintesi del colesterolo, degli steroidi (componenti organici liposolubili) e degli acidi grassi, e favorisce l’utilizzazione delle altre vitamine, soprattutto la riboflavina. E’ importante per 269 Kelly GS. Nutritional and botanical interventions to assist with the adaptation to stress. Altern Med Rev. 1999 Aug;4(4):249-65 Monteleone et al. Blunting by chronic phosphatidylserine administration of the stress-induced activation of the hypothalamo-pituitary-adrenal axis in healthy men. Eur J Clin Pharmacol. 1992;42(4):385-8 Monteleone et al. "Effects of PS on the neuroendocrin response to physical stress in human." 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Pers (Banaba),” Yakugaku Zasshi 2003 Jul; 123(7):599-605 278 J of Urology 1995; (154): 391; Cancer Res 1991; (51): 3445 279 Kostner et al, “The interaction of human plasma low density lipoproteins with glucosaminoglycans: influence of the chemical composition,” Lipids Jan. 1985; 20 (1): 24-28, Lininger et al, 1998:140-1; Potter, SM, "Overview of the proposed mechanisms for the hypo-cholesterolemic effect of soy," J Nutri 1995; 606S-611S 280 Bouic PJ et al. Monograph. Plant sterols and sterolins. Altern Med Rev. 2001 Apr;6(2):203-6 281 Bouic PJ et al. The effects of B-sitosterol (BSS) and B-sitosterol glucoside (BSSG) mixture on selected immune parameters of marathon runners: inhibition of post marathon immune suppression and inflammation Int J Sports Med. 1999 May;20(4):258-62. 282 Greengard P. The neurobiology of slow synaptic transmission. Science, 294(5544):1024-30, 2001. 283 Kimura R, Murata T. Effect of theanine on norepinephrine and serotonin levels in rat brain. 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Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio medico curante e di informarlo d’eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico. informazioni nutrizionali a cura di VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail: [email protected] - web site: WWW.NUTRIWEST.IT 54 NOTE INFORMATIVE RISERVATE AL CORPO PROFESSIONALE - LUGLIO ’07 SYLLABUM - © 2003-2013 NUTRI-WEST ITALIA SRL mantenere il tratto digerente in buona salute. L’acido pantotenico può migliorare la capacità dell’organismo di sopportare condizioni stressanti. L’acido pantotenico stimola le ghiandole surrenali e aumenta la produzione di cortisone e degli altri ormoni che sono importanti per la salute della pelle e dei nervi. L’acido pantotenico è stato usato con successo nel trattamento della paralisi del tratto intestinale dopo un intervento chirurgico: sembra che stimoli la peristalsi e contribuisca alla prevenzione della degenerazione nervosa (neurite periferica, disturbi nervosi ed epilessia). Alti livelli di acido pantotenico presenti nel sangue diminuiscono nel caso di artrite reumatoide; più gravi sono i sintomi, più basso è il livello dell’acido pantoteico a livello ematico. Alcuni studi mostrano che dosi quotidiane di pantetina tra i 600 e i 1200 mg per qualche settimana abbassano il colesterolo. L’acido pantotenico è importante nella prevenzione dell’artrite. E’ probabilmente la migliore difesa contro lo stress e la stanchezza e contribuisce anche alla formazione degli anticorpi per combattere le infezioni. L’acido pantotenico aumenta l’energia, migliora i risultati atletici, accelera la cicatrizzazione delle ferite, previene la caduta dei capelli e la comparsa dei capelli bianchi, ritarda l’invecchiamento e aiuta a controllare lo stress, fattore importante per i cardiopatici. Si ritiene che dosi massicce rallentino l’invecchiamento prematuro e la formazione delle rughe e preso insieme a tutte le altre vitamine del complesso B abbia un effetto positivo sul sistema immunitario. L’acido pantotenico protegge anche dal danno cellulare causato da una quantità eccessiva di radiazioni. Vitamina B1- Vitamina B2: importanti nel metabolismo degli zuccheri e nella produzione di energia. Vitamina B6: è nota la sua azione stimolante la secrezione dell’ormone della crescita (GH) durante il sonno, favorendo quindi, seppure indirettamente, il miglioramento della risposta immunitaria e i fenomeni di riparazione e bonificazione muscolare. Sembra in grado di accelerare la perdita di peso, la riduzione del peso corporeo e l’incremento della massa muscolare. Aiuta la formazione di acidi nucleici ad azione anti-invecchiamento288; in presenza di vitamina C favorisce l’assorbimento del triptofano a livello cerebrale, interviene nel suo metabolismo e nella sua conversione in niacina (vitamina B3). La vitamina B6 e la vitamina C si sono dimostrate efficaci nei confronti di reazioni allergiche da disadattamento che colpiscono il cervello e sono collegate all’umore, alle emozioni e al pensiero. La vitamina B6 provoca una vasta gamma di azioni biochimiche nel cervello, fra cui una notevole influenza positiva sui molteplici sintomi della schizofrenia. La somministrazione di B6 a bambini mentalmente ritardati ha contribuito ad eliminare le convulsioni. Riduce il tempo di addormentamento, migliora la qualità del sonno, inducendo uno stato di maggiore rilassamento; allevia il nervosismo e riduce gli spasmi muscolari notturni. Niacinamide (Vitamina B3 o Vitamina PP): vitamina idorsulubile del gruppo B, è un importante nutriente essenziale come co-fattore per la nicotinamide-adenine-dinucleotide (NAD) e per la nicotinammide-adenina-dinucleotide-fosfato (NADP), coi relativi vettori molecolari di energia. Questi vettori molecolari di energia sono uno dei più importanti sistemi di trasporto di energia del nostro intero corpo. In qualità di coenzima la niacina, come la riboflavina e la tiamina, aiuta gli enzimi nella scomposizione delle proteine, dei grassi e dei carboidrati. La niacina può essere prodotta dal corpo a partire dalle proteine (dall’aminoacido triptofano). Incrementa l’attività di due enzimi cruciali per il metabolismo dell’omocisteina e a sua conversione in sostanze non tossiche; svolge un’azione detossificante del fegato. La niacina è un efficace disintossicante (anche per narcotici e alcool). I ricercatori (che l’hanno sperimentata nell’ambito delle ricerche sul tumore del pancreas) ritengono che la niacina sia un composto chemio-preventivo, una sostanza nutritiva che non può curare il tumore, ma che può prevenirlo. La niacina è efficace per la circolazione e la riduzione del tasso di colesterolo nel sangue. E’ vitale per una corretta attività del sistema nervoso, per il mantenimento della salute della pelle e della lingua e per la formazione dei tessuti del sistema digestivo. E’ necessaria per la sintesi degli ormoni sessuali. Acido Folico: aiuta ad alleviare la depressione e l’ansietà289; aiuta a prevenire la fatica, l’affaticamento, l’apatia, l’insonnia e i disturbi digestivi; è un co-fattore enzimatico nei processi di detossificazione della omocisteina290 ed è un componente essenziale dell’acido glutammico. La carenza di folato si riconosce dal suo effetto sul sistema emopoietico in termini di anemia megaloblastica e, molto raramente, come causa di anomalie neurologiche291. L’acido folico è fondamentale per la cresciata e per i processi di riparazione cellulare, previene i fenomeni di avvelenamento e intossicazione alimentare: le deficienze sono molto più frequenti di quanto si pensi, poiché il tabagismo, l’uso di alcool, la cottura a micro-onde, l’uso di contraccettivi orali sono alcune fra le molteplici situazioni che distruggono l’acido folico. Vitamina B12: la cianocobalamina è un fattore essenziale per la crescita e la replicazione cellulare; in particolare, la metilcobalamina è un co-fattore nella conversione dell’omocisteina in metionina; la carenza di vitamina B12 porta dunque ad un’alterazione secondaria del metabolismo dei folati, causando essa stessa un’alterazione della sintesi del DNA, che si manifesta principalmente a livello dei tessuti rapidamente proliferanti: midollo emopoietico ed epitelio del tubo digerente292. La deossiadenosil-cobalamina, l’altra forma coenzimatica della vitamina B12, è un co-fattore chiave nel catabolismo di alcuni aminoacidi a catena laterale ramificata e nel metabolismo di carboidrati e lipidi; in caso di suo deficit si ha accumulo di acido metil-malonico, che interferisce con la formazione delle guaine mieliniche per assente o alterata biosintesi degli acidi grassi che, se sintetizzati, sono ramificati e quindi motivo di anomala struttura molecolare del rivestimento mielinico. La somministrazione parenterale di vitamina B12 riduce il dolore associato alla neuropatia293; l’apporto di vitamina B12 è in grado di ridurre l’effetto dello stress sull’organismo, migliorando la forza muscolare e lo squilibrio sensorio294. Azioni ed Indicazioni: 9 Come ausilio nell’ipercortisolemia. 9 Coadiuvante nel trattamento dei disturbi del sonno. 9 Coadiuvante nel trattamento nel trattamento dell’eccesso di peso. 9 Per migliorare il recupero fisico dopo sforzi intensi, eccesso di stress, trattamenti prolungati con cortisonici. Controindicazioni – Precauzioni - Effetti Collaterali - Interazioni Farmacologiche: 9 Pur non essendo controindicato, potrebbe essere opportuno astenersi dall’uso durante la gravidanza o l’allattamento. 9 Si sconsiglia l’utilizzo in caso di compromissione delle funzionalità epatiche. 9 Alti dosaggi possono portare ad un incremento delle catecolamine urinarie o elevati livelli di GH a livello ematico. 288 289 290 291 292 293 294 Mindell E, Earl Mindell’s Vitamin Bible, New York: Warner Books, 1991:33. Balch JF and PA Balch, Prescription for Nutritional Healing, 2nd Edition, New York: Avery, 1997:17. Stanbury et al, Metabolic Basis of Inherited Diseases, New York: McGraw Hill, 1983; N England Med J 1983; 309(8): 448-453 Rampersaud GC, Kauwell GP, Bailey LB. Folate: a key to optimizing health and reducing disease risk in the elderly. JAm Coll Nutr 2003; 22: 1-8 Scott J, Weir D. Folate/vitamin B12 inter-relationships. Essays Biochem 1994; 28: 63-72. Kuwabara S, Nakazawa R, Azuma N, et al. Intravenous methylcobalamin treatment for uremic and diabetic neuropathy in chronic hemodialysis patients. Intern Med 1999;38:472–5. Nagaishi A,Takashima H,Fukuda Y,et al.A case of subacute combined degeneration with normal serum vitamin B12 level.Rinsho Shinkeigaku 2003;43(9):552-5. Nessuna affermazione riportata sulla presente pubblicazione è finalizzata alla cura di malattie diagnosticate o ignote. Si consiglia sempre di riferire sintomi e disturbi al proprio medico curante e di informarlo d’eventuali integratori assunti per prevenire potenziali interazioni con farmaci. Nessuna delle affermazioni riportate, dei suggerimenti nutrizionali e delle ricerche riportate sono finalizzate alla diagnosi, alla cura o al trattamento di patologie e non dovrebbero essere considerate consiglio medico. informazioni nutrizionali a cura di VIA PESCHIERA, 25 – 41100 MODENA – ITALIA - tel. +39 0593981901 – fax. +39 0593981902 - mail: [email protected] - web site: WWW.NUTRIWEST.IT