I percorsi che tu vuoi I percorsi che tu vuoi

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I percorsi che tu vuoi I percorsi che tu vuoi
PROVINCIA DI PAVIA
I percorsi che tu vuoi
AMBIENTE E TERRITORIO
SAGRE ED EVENTI
-
-
ARTE E CULTURA
PERCORSI IN BICI
OSPITALITÀ E PRODOTTI TIPICI
L
omellina
erra di confine tra Piemonte e Lombardia, la Lomellina prende il nome da Laumellum, già mansio romana e con l’arrivo dei Longobardi in Italia sede di un graf (conte) e capoluogo amministrativo.
Nobili origini per una terra che ha fatto della fatica e del lavoro il
suo marchio distintivo. Gli ordinati arabeschi di canali, rogge, cavi, colatori che l’attraversano come vene e arterie, hanno reso fertilissima
una terra che, notava Carlo Cattaneo nelle sue Notizie naturali e civili
su la Lombardia, è un immenso deposito di fatiche, una patria artificiale. E proprio i campi di grano e mais, i grandi specchi delle risaie
che scorrono ai lati delle larghe strade aperte ai venti e al sole, ricordano che un tempo la Lomellina era il granaio del ducato di Milano. Con i Visconti e gli Sforza la “fructifera Laumellina” venne trasformata, grazie alla costruzione dei tanti castelli ancora oggi visitabili, in
luogo di difesa strategica, in terra di diporto e di “delizioso soggiomo”
della corte ducale, così come recita ancor oggi la lapide di marmo collocata sul portale d’ingresso del Castello di Vigevano e datata 1492.
Castelli, pievi, cascine, mulini, ambienti naturali sono “tesori” che questa terra custodisce come un forziere che chiede di essere aperto con
la disponibilità a trasformare una giornata in Lomellina in una sorta
di viaggio sentimentale alla ricerca delle proprie radici.
T
Ambiente e storia pag. 8
Parco del Ticino pag. 10
Castelli pag. 12
Musei pag. 14
Cascine pag. 16
Pievi pag. 18
Breme pag. 20
Cergnago pag. 21
INDICE
Territorio pag. 6
Lomello pag. 22
Mede pag. 23
Mortara pag. 24
Olevano pag. 25
Parona pag. 26
Robbio pag. 27
Sartirana pag. 28
Valle pag. 29
Vigevano pag. 30
Rievocazioni storiche pag. 32
Sagre del gusto pag. 34
Itinerari in bicicletta pag. 36
Ospitalità e ristorazione pag. 42
Cucina pag. 44
Riso pag. 46
Testi e preparazione
redazionale: Enzo Padovani
Progetto grafico, organizzazione e
pubblicità: Clematis - Punto e Virgola
Coordinamento: Ufficio Turismo
e Ufficio Stampa del Comune
di Vigevano
Fotografie: archivio Vigevano
Promotions, archivi fotografici
dei Comuni
Stampa: Erre Di Esse - Arcore (MI)
Finito di stampare nel febbraio 2009
TERRITORIO
LOMBARDIA
PROVINCIA DI
PAVIA
LOMELLINA
Altitudine: da 61 a 126
metri sul livello del mare
Superficie: 1250 kmq ca.
Abitanti: 190.000
Comuni: 60
INFORMAZIONI TURISTICHE
ASSISTENZA TURISTICA
UFFICIO TURISMO COMUNE DI VIGEVANO
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Lunedì - Venerdì: 10-13 15-18
AMBIENTE E STORIA
Sopra:
una lanca del fiume Ticino.
Sotto:
paesaggi e cascine lomelline.
NELLA PAGINA SUCCESSIVA
Sopra:
mondine ieri e oggi.
Sotto:
campo di papaveri.
8
La LomeIIina è un territorio che offre
ai visitatori città ricche di storia e tradizioni, grandi spazi, grandi silenzi e
ampi orizzonti, cosi rari in Italia.
Nulla del tranquillo paesaggio lomellino è naturale: tutto è stato costruito, trasformato e organizzato dall’uomo con infinita e secolare pazienza. Per natura questa terra di risorgive è stata per secoli un’impraticabile
palude, ma le comunità di monaci nel
medioevo, la colonizzazione feudale nel
Duecento, e le grandi riforme agronomiche introdotte dagli Sforza, che sperimentarono la coltivazione del riso,
hanno fatto della Lomellina un mosaico di ricchissimi campi. AI servizio di
questa estensione di coltivazioni è stato organizzato un complesso sistema di
rogge e canali e sono sorte le cascine
a corte chiusa, tipici insediamenti dell’agricoltura della pianura padana.
Frumento, mais e orzo sono stati per secoli le principali
coltivazioni, ma ora la Lomellina è il regno del riso e grazie a ciò la provincia di Pavia è divenuta la prima produttrice risicola italiana. Oggi il faticoso ciclo del lavoro in risaia, basato sul trapianto e sulla pulizia del cereale a opera delle mondine, è solamente un ricordo: fertilizzanti, diserbanti e moderni mezzi meccanici hanno semplificato il metodo di coltivazione e aumentato la produzione.
La Lomellina è stata in ogni tempo una terra di confine,
teatro di dure lotte e aspre battaglie combattute per il controllo della sua posizione strategica, ma per questo è stata
anche crogiolo di culture che si sono incontrate e fuse, di
tradizioni e di usi che sono passati da un popolo all’altro.
Abitata da popolazioni celtiche, venne colonizzata dai Romani; fu in seguito un importante ducato longobardo munito di fortificazioni a difesa di Pavia, capitale del regno.
Divisa dall’organizzazione medievale in numerosi feudi, vide la nascita di molti castelli, torri e case-forti al servizio
dei potenti locali.
Dal Trecento entrò a far parte del ducato di Milano sotto la signoria dei Visconti e successivamente degli Sforza, che
avviarono un processo di rinnovamento culturale, artistico ed
economico. Ma la pace durò poco: una nuova stagione di
guerre riportò la dominazione straniera, fino al passaggio al
Regno di Piemonte e all’unità nazionale per la quale, durante
il Risorgimento, la Lomellina giocò un ruolo importante documentato dalle numerose battaglie campali che Piemontesi
e Austriaci combatterono sul suo territorio.
PARCO DEL TICINO
Sopra:
il fiume Ticino al tramonto.
Sotto:
i boschi del Parco del Ticino.
NELLA PAGINA SUCCESSIVA
Sopra:
aironi.
Sotto:
vista aerea del territorio.
10
Il Parco del Ticino è una lunga striscia
di terra che accompagna lo scorrere del
fiume e si estende su entrambe le rive
occupando un’area dal Lago Maggiore
al Po. Sorto nel 1974 con l’obiettivo di
salvaguardare il patrimonio naturale e
storico-culturale presente, il parco interessa anche una decina di comuni della Lomellina. Lungo le rive del fiume,
modellate nel corso dei secoli, troviamo
zone umide, formate dai rami del corso principale (lanche) che, cosparsi di
ninfee, penetrano nei boschi di salici e
pioppi bianchi, e zone asciutte con i resti della primitiva foresta padana (farnie, olmi, aceri) o con l’aspetto di spoglie brughiere. La fauna è ricca di
mammiferi (volpi, tassi, lepri, conigli e,
più rari, daini e cinghiali) ma, soprattutto, di volatili sia stanziali (folaga, fagiano, airone cinerino, picchio e cuculo)
sia migratori (garzetta, airone rosso,
anatra, nibbio). Numerosissime, infine, le
specie ittiche tipiche dell’acqua dolce e
gli anfibi, che trovano nelle marcite il
loro ambiente ideale.
LE GARZAIE
Sin dal Medioevo il luogo in cui si insediano in gruppo gli
aironi di una sola o di più specie, per costruire i loro nidi
e riprodursi, viene detto “garzaia”. In genere le garzaie sono ubicate in luoghi con vegetazione palustre, in corrispondenza di ciuffi di alberi quali salici, pioppi, ontani e farnie,
e non lontano da corsi d’acqua, risaie, o piccoli bacini d’acqua dove gli uccelli possano trovare cibo per sé e per i piccoli. Nelle garzaie della Lomellina trovano ospitalità numerose specie avicole come gli aironi cenerini, gli aironi rossi, le
nitticore, le garzette e le sgarze ciuffetto. Queste specie diverse nidificano comunitariamente tra i rami, senza disturbo
reciproco, riunendosi a volte in gruppi di centinaia di coppie intente in corteggiamenti nuziali o in frenetiche ricerche
di cibo per i piccoli.
In Lomellina esistono ben quindici garzaie protette e tutelate. Ricordiamo la garzaia del lago di Sartirana ubicata nei
pressi di un lanca formatasi nel Settecento da un’ansa del
Sesia (con i rari aironi bianchi e i tarabusi); la garzaia di
Acqualunga, nei pressi dell’omonima abbazia nel comune di
Frascarolo; la garzaia di Cascina Notizia vicino a Goido (Mede); la garzaia di Sant’Alessandro nel comune di Zeme, con
grande varietà di ambienti; la garzaia di Celpenchio con la
più ricca colonia di aironi rossi della Lomellina; la garzaia
della Rinalda a Candia; la garzaia della Verminesca fra i comuni di Castelnovetto, Sant’Angelo e Cozzo; e la garzaia del
Boscobasso fra Breme e Sartirana.
CASTELLI
Sopra:
Castello di Vigevano.
Sotto:
ingresso del Castello
di Sartirana e particolare
della sala del camino.
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Sopra, a sinistra:
Castello di Scaldasole.
Sopra, a destra:
Castello di Cozzo.
Sotto:
Castello di Olevano.
12
La Lomellina, delimitata geograficamente dal corso dei tre fiumi Sesia, Po e
Ticino, costituì in ogni tempo una terra di confine di grande importanza
strategica, teatro di lotte intestine e
aspre battaglie fin dai tempi più antichi. L’organizzazione feudale del Medioevo fu la causa prima della nascita
dei numerosi castelli, torri e case-forti,
di cui il territorio lomellino è costellato. Essi resistettero per secoli ai numerosi attacchi, risorsero dopo le di-
struzioni e, infine, in età rinascimentale e barocca, furono trasformate in comode ville di campagna dalle più nobili famiglie milanesi e pavesi.
Questa è la realtà che offrono i fortilizi della zona: Scaldasole, con il
più organico e maestoso complesso
della regione, già definito “magnifico”
nel secolo XV quando fu riedificato attorno al maschio di età longobarda; la
massiccia rocca di Lomello (secolo
XV) affiancata dal complesso pre-roma-
nico di Santa Maria Maggiore (secolo XI) e San Giovanni ad
Fontes (secoli V-VIII); il duecentesco castello Gallarati di Cozzo, che conserva un ciclo pittorico a testimonianza della visita del re di Francia Luigi XII; il maniero di Sartirana,
dalla caratteristica torre circolare (secolo XIV) e il notevole
cortile decorato in cotto.
Per completare il quadro non possiamo dimenticare i fortilizi di Valeggio, dalle caratteristiche torri tonde, Olevano, primo esempio di “poesia delle rovine” di ispirazione
anglosassone, Villanova di Cassolnovo, dalle colorate decorazioni geometriche, Frascarolo, Rosasco e
Tortorolo, tutti di rilevante importanza storico-artistica.
MUSEI
Sopra:
Vigevano, Museo della Calzatura.
Sotto a sinistra:
Mede, Museo Regina, opere della
scultrice Regina Cassolo.
Sotto a destra:
Mede, Raccolta Ugo Fantelli,
reperto.
Orari di apertura e numeri telefonici
dei musei sono riportati nelle pagine
dedicate ai singoli comuni.
GAMBOLÒ
Museo Archeologico
Lomellino
Castello Litta Beccaria, piazza Castello.
Il museo offre una panoramica completa della presenza dell’uomo nel territorio dalla preistoria alla età romana, in un viaggio nell’antichità della
Lomellina.
Infotel. 0381 938 256 / 930 781.
MEDE
Museo Regina
Castello Sangiuliani, piazza Repubblica n. 39.
Ospita le opere della scultrice medese
Regina Cassolo (1894-1974). Cinquantadue sculture e cinquecento disegni,
tempere e collages illustrano il percorso artistico della scultrice che ha aderito al movimento futurista.
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In alto a sinistra:
il Museo di Arte e Tradizione
Contadina, a Olevano.
In alto a destra:
Museo della vita quotidiana
e della Grande Guerra,
a Vigevano.
In basso a destra:
Vigevano, Tesoro del Duomo.
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Raccolta archeologica e
naturalistica Ugo Fantelli
Castello Sangiuliani, piazza Repubblica n. 39.
La raccolla è stata donata al Comune
di Mede dalla famiglia Fantelli e raccoglie vari reperti riferibili all’area sahariana. Si compone di due sezioni, una
naturalistica e una archeologica ed etnografica.
OLEVANO DI LOMELLINA
Museo di Arte a Tradizione Contadina
Via Uberto de’ Olevano n. 1/3.
Ospitato in un vecchio cascinale, il museo è nato con l’intento di riscoprire gli usi e i costumi dei contadini lomellini; sono raccolti attrezzi, macchine agricole e strumenti dei
lavoro artigiano fra la fine dell’Ottocento e la prima metà
del Novecento.
SARTIRANA
Musei della Fondazione Sartirana Arte
Castello, piazza Ludovico di Breme n. 4.
Il castello di Sartirana ospita numerose raccolte di grande
interesse: argenti contemporanei di design, gioielli d’artista,
arti tessili, arte grafica, arte contemporanea, architettura, arti decorative e design, fotografia, storia dello sport, moda ed
etnografia.
VIGEVANO
Museo Archeologico Nazionale
della Lomellina
Castello Sforzesco, piazza Ducale n. 20.
Ospitato nelle scuderie del Castello, raccoglie reperti di sepolture del periodo celtico e romano, provenienti da varie località della Lomellina.
Museo della Calzatura “Pietro Bertolini”
Castello Sforzesco, piazza Ducale n. 20.
Dedicato alla storia e all’evoluzione della scarpa come indumento e oggetto di design e moda, il museo offre un nuovo allestimento collocato nelle ex scuderie ducali del Castello. Conserva calzature storiche e una selezione della migliore produzione contemporanea.
Museo dell’imprenditoria vigevanese
Palazzo Merula, via Merula n. 40.
La storia della capacità produttiva della città di Vigevano sviluppatasi attraverso il processo di industrializzazione nel XX
secolo: questo l’obiettivo che ha portato all’allestimento del
museo, che ripercorre il periodo di sviluppo dell’industria tessile, dell’industria calzaturiera e meccanica.
“Le tracce di ieri”. Museo della vita
quotidiana e della Grande Guerra
Palazzo Roncalli, via del Popolo n. 17.
Oggetti di uso quotidiano, testimonianze di vita vissuta, sono i “protagonisti” di questo museo dedicato alla storia quotidiana dell’Ottocento e Novecento.
Ecomuseo della Roggia Mora e
Mostra di Leonardo
Via Morabassa n. 28.
Il Mulino di Mora Bassa, costruzione quattrocentesca a cui lavorò Leonardo, ospita una mostra permanente dedicata alle
ricostruzioni delle macchine del genio del Rinascimento, perfettamente funzionanti.
Tesoro del Duomo
Piazza Sant’Ambrogio n. 14.
Il museo è costituito in massima
parte dai doni del duca Francesco II Sforza (1534). Conserva, fra
l’altro, corali e codici miniati, calici e reliquiari cesellati in oro,
paramentali e preziosi arazzi
fiamminghi.
15
CASCINE
Sopra:
cascina Castellana, Vigevano.
Sotto:
tradizionale battitura del riso a
Olevano.
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Cascine nel territorio lomellino.
16
In Lomellina, come in tutta la pianura
lombarda, le campagne sono costellate
da numerosissime cascine di grandi dimensioni, un tempo dotate di tutti i
servizi e di tutte le strutture necessarie per la vita sociale e la produzione agricola, che potremo definire di
modello imprenditoriale. La forma classica a corte chiusa, quadrilatera, deriva in qualche caso dalla villa rustica
romana, in altri dalla forma del ricetto medievale o dai conventi dei monaci. Sull’ampio spazio interno, quadrato o rettangolare, in parte occupato
dall’aia, si affacciano a meridione le
stalle per le mucche da latte con i sovrastanti fienili, a ovest le stalle destinate ai buoi e ai cavalli e i locali di
servizio, e infine, a oriente, le case dei
salariati, cioè dei contadini a contratto
fisso. Nella posizione migliore rimasta
libera, spesso a nord, la casa del proprietario o del fittabile, cioè il conduttore dell’azienda, più ampia e con un
piano rialzato sopra le altre per far
posto anche al granaio. Nella cascina
non è difficile trovare la chiesa oppure un semplice campaniletto che scan-
diva le ore richiamando i contadini al lavoro dei campi o annunciando la fine della dura giornata di lavoro.
Fra le più interessanti cascine Lomelline sono la Sforzesca di Vigevano, costruita
alla fine del Quattrocento dagli Sforza a poca distanza dalle marcite leonardesche di
San Vittore; la Cascina Barzo di Gravellona, di origini basso-medievali; la Cascina San Sebastiano di Robbio,
dove sono state ritrovate gli affreschi delle
storie del santo (secoli XV - XVI); la Marza di Zeme; Erbamala e Campalestro fra Velezzo e Cergnago, nelle quali
non è difficile riscontrare un antico passato monastico; la medievale tenuta di Sant’Albino e la grande cascina Medaglia a Mortara; la Melegnana, la cui
origine di villa romana è documentata da
numerosi ritrovamenti, e la Vallazza a
Olevano; Santa Maria di Bagnolo
(resti di una chiesetta romanica del secolo
XI) a Langosco.
PIEVI
Sopra:
battistero e pieve di Velezzo.
Sotto a sinistra:
abbazia di Sant’Albino a Mortara.
Sotto a destra:
Breme, Santa Maria di Pollicino.
18
La Lomellina offre insigni esempi di architettura sacra. Iniziamo da Lomello, dove ammiriamo il complesso preromanico della basilica di Santa Maria
Maggiore (secolo XI) con il battistero di
San Giovanni ad Fontes (secoli V-VIII) e
la chiesa di San Michele, gioiello d’arte romanico-lombarda.
Pochi chilometri ci portano a Breme, famosa per l’abbazia di San Pietro, fondata nel 926 dai monaci della
Novalesa e molto influente nel Medioevo. Resti deIle antiche costruzioni monacali sono conservati nel chiostro cinquecentesco, con cripta paleocristiana, e
nella pieve di Santa Maria con battistero del secolo X. Di ritorno sostiamo
alla Pieve di Velezzo, antichissima
chiesa romanica dedicata alla Natività
di Maria; molto più antico il battistero
del secolo XI, a pianta circolare.
Mortara fu sede del potente ordine mortariense, fusosi nel 1448 con i
lateranensi. Da ammirare la chiesa madre dell’ordine, Santa Croce (secolo XII),
il trecentesco duomo di San Lorenzo e
la vetusta abbazia di Sant’Albino, costruita per volere di Carlo Magno per
ricordare il leggendario scontro del
773 tra Franchi e Longobardi.
informazioni
i
BREME
COMUNE:
tel. 0384 77 001
www.comunebreme.it
DA NON PERDERE
Abbazia di San Pietro
Cripta
Cucina dei Frati
Battistero romanico
per visite guidate
tel. 328 781 63 60
Sagra della cipolla DECO
seconda domenica di giugno
Sopra a sinistra:
la cripta medievale.
Sopra a destra:
battistero romanico.
Sotto:
edificio barocco sorto
sull’area dell’antica abbazia
di San Pietro.
20
Breme è un ridente borgo della bassa Lomellina, in provincia di Pavia, posto alla
confluenza tra Po e Sesia. Se le dimensioni attuali sono decisamente ridotte
(meno di 1000 abitanti), Breme vanta però un illustre passato. Infatti nel 906 il
Marchese d’Ivrea, Adalberto, vi fondò l’abbazia di San Pietro, una delle più potenti abbazie benedettine dell’Italia del nord,
le cui vicende, intrise di santità e intrighi
politici ci sono stati tramandati dalla Cronaca Novalicense, scritta a partire dal
1050 da un monaco anonimo. Per secoli
Breme fu un centro di vita civile e religiosa ma dal 1306, quando venne assediata dalle milizie di Galeazzo Visconti, fu
trasformata in un presidio militare, segnando l’inizio della lenta decadenza dell’abbazia. Nel 1542 i monaci benedettini
si trasferirono nell’abbazia di Sant’Alberto
di Butrio e al loro posto si insediarono
gli olivetani, ai quali dobbiamo la costruzione dell’edificio dell’attuale abbazia e
dell’artistico campanile, avvenuta alla metà del XVI secolo.
Il monastero venne poi radicalmente restaurato intorno al 1650, dopo la distruzione della fortezza costruita dagli Spagnoli e lungamente contesa nel corso della Guerra dei Trent’anni.
Oltre all’abbazia, con l’antica cripta del X
secolo, merita una visita tutto l’antico
centro storico, con le minuscole vie che si
sviluppano attorno alla chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta (secoli XIXIII) e all’antico battistero romanico (XI secolo).
Oggi Breme è essenzialmente un paese
agricolo, la cui vocazione orticola sta
sempre più lasciando il posto alla coltivazione estesa del riso e del mais. Il prodotto tipico locale, la cipolla rossa DeCo,
viene celebrato tutti gli anni durante la
Sagra della cipolla DECO, che si tiene nella prima metà di giugno, in corrispondenza con la festa patronale. Ma non di
sola agricoltura vive Breme, che è anche
sede di diversi laboratori artigianali; per
questo, ogni anno in marzo, si organizza
una Mostra dell’artigianato, commercio e
agricoltura, che accoglie visitatori da tutto il nord Italia.
informazioni
CERGNAGO
i
COMUNE:
tel. 0384 43 429
Pro loco
tel. 339 88 34 323
Cergnago si trova nel cuore della Lomellina, al limitare di una zona ad alta rilevanza faunistica, caratterizzata dai dossi,
piccole collinette sabbiose e boscose, che
si intervallano a conche umide. I boschi
di querce e robinie sono abitati dal tasso, dal picchio, dalla puzzola, dalla volpe
e da molte specie di volatili (merli, pettirossi, capinere, cinciallegre, rigoli, usignoli, gufi, civette e poiane).
Memorie storiche di Cergnago risalgono al
X secolo, quando apparteneva alla contea
di Lomello: successivamente passò al marchesato di Mortara, di cui seguì le sorti.
All’inizio dell’Ottocento gli venne aggregato il piccolo comune di Abbazia di Erbamara, di cui si parla già nel 1150 nel libro dei censi scritto da Cencio Camerario.
In epoca successiva l’abbazia fu retta dai
monaci di Vallombrosa, che vi restarono fino alla decadenza, avvenuta verso la metà del XVII secolo.
Il nucleo più antico, che sorge su un modesto colle, presso il torrente Arbogna, annovera la chiesa di Sant’Elena, ricostruita
nel 1662 sulle rovine di una antica chiesa del Mille, distrutta dai Francesi durante un assedio a Mortara. Sulla strada provinciale sorge il santuario della Madonnina di Santo Stefano, risalente al XII secolo. La tradizione vuole che l’immagine
della Madonna si trovasse nella chiesetta
di S. Maria de Melegnano, ai confini tra
Cergnago e Olevano: tra le due comunità
sorsero controversie per il diritto a possedere l’icona e fu quindi lasciato alla
sorte di deciderne l’attribuzione, che favorì Cergnago.
Dal 1981, la terza domenica di settembre
e le tre serate che la precedono segnano
un appuntamento fisso con il risotto, in
particolare quello con i funghi porcini che
si trovano nella zona dei dossi; nell’occasione, si degusta anche la tipica torta Vi-
DA NON PERDERE
Chiesa parrocchiale
di Sant’Elena
Santuario della Madonnina
di Santo Stefano
Palio del Bove grasso
e sottomissione del borgo
a Francesco Sforza
terza domenica di settembre
Sopra a sinistra:
chiesa parrocchiale di Sant’Elena.
rulà. La manifestazione è arricchita anche
dal Palio del Bove grasso, una giostra di
cavalieri a difesa dei colori delle quattro
contrade del borgo: quella che si aggiudicherà la vittoria avrà il privilegio di consegnare, a nome dell’abate di Erbamara,
i 50 ducati d’oro per l’acquisto del bove
grasso per il natale di Francesco Sforza.
Sopra a destra:
un momento del Palio del Bove
grasso.
Sotto:
corteo storico in occasione
del Palio del Bove grasso.
21
informazioni
i
LOMELLO
COMUNE:
tel. 0384 85 005
www.comune.lomello.pv.it
prolocolomello.blogspot.com
DA NON PERDERE
Basilica di S. Maria Maggiore
Battistero di S. Giovanni
“ad Fontes”
Antico centro fondato dai Celti, fu prospero in epoca romana e nel periodo longobardo, quando ospitò nel 590 l’incontro e, secondo la leggenda, le nozze fra
la regina Teodolinda e il duca Agilulfo;
verso il Mille divenne una potente roccaforte dei Conti Palatini, piú volte distrutta e ricostruita.
Chiesa romanica di S. Michele
Chiesa di S. Rocco
Castello Crivelli
Da Pasqua a Ognissanti (esclusi
luglio e agosto), tutte le domeniche
e festivi, vengono organizzate dalle
ore 15 alle 18 visite guidate ai
monumenti
Info 339 30 49 936
Sopra:
basilica di Santa Maria Maggiore e
battistero di San Giovanni “ad Fontes”.
Al centro:
tiburio della chiesa di San Michele.
Sotto:
resti della facciata della basilica di
Santa Maria Maggiore.
22
Il centro conserva resti delle antiche mura romane e insigni monumenti medievali quali il complesso religioso formato dalla basilica di Santa Maria Maggiore, notevole costruzione del primo periodo romanico lombardo (XI secolo) e dal battistero
di San Giovanni “ad Fontes” (secoli V-VII),
un antichissimo edificio longobardo a forma ottagonale, con i resti dell’originale
fonte battesimale.
Nella tradizione popolare lomellina, la basilica viene chiamata la “chiesa del diavolo”: la leggenda racconta che la costruzione fu distrutta dal maligno e da lui
stesso riedificata in una sola notte di lavoro febbrile, ma, a causa del sorgere del
sole, fu lasciata incompleta. Ecco perché
oggi troviamo la facciata parzialmente
crollata e le prime due campate senza il
tetto.
Pregevoli anche la chiesa romanica di San
Michele (XII secolo, con successive ristrutturazioni barocche), con un prezioso tiburio ottagonale, e il Castello (XV secolo) che
conserva affreschi cinquecenteschi di buona fattura e due mosaici romani ritrovati, con numerosi altri reperti archeologici,
nel sottosuolo del paese.
informazioni
MEDE
i
COMUNE:
tel. 0384 822 201
www.comune.mede.pv.it
Mede è oggi uno dei maggiori e più attivi centri della Lomellina: una città dinamica, viva e attenta alle sue tradizioni
legate al folclore e ai valori della civiltà
rurale. Proprio per raccogliere e far rivivere tali ricordi, la seconda domenica di
settembre si gioca il Palio dla Ciaramela,
uno dei giochi più antichi che animava i
cortili e le piazze fino ad alcuni decenni
fa. In ogni quartiere si ricostruiscono angoli caratteristici e scene di vita contadina, mentre contadini, maniscalchi, mugnai,
arrotini, mondariso animano la grandiosa
sfilata storica per le vie del centro.
La città offre ai visitatori molti altri spunti di cultura e tradizione: oltre alla chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Marziano e Martino, con l’elegante e armoniosa
facciata gotica e il caratteristico campanile in cotto, e ai resti del castello dei
secoli XIV e XV, si possono visitare ben tre
musei e raccolte di arte e cultura. Il Museo Regina è una interessante raccolta di
sculture, disegni e tempere dell’artista
medese Regina Cassolo (1894-1974); la
Raccolta Archeologica e Naturalistica
“Ugo Faritelli” conserva reperti divisi in
una sezione naturalistica (minerali, fossili,
conchiglie) e una archeologica (strumenti
litici preistorici provenienti dell’area sahariana); la casa Museo di Arti e Tradi-
zioni Popolari, una casa di gente qualunque, nella Mede di inizio secolo, ricostruita nei dettagli con oggetti d’epoca,
banchi di lavoro degli artigiani e Io scenario della vita nei campi, ricostruito nel
cortile.
Sempre in centro lo storico teatro Besostri è stato acquistato dal Comune in collaborazione con l’Amministrazione provinciale e ha ripreso la piena attività dal
gennaio 2009.
Il turista attento non può, infine, farsi
sfuggire l’occasione di shopping offerta
dal diffuso artigianato orafo locale, la cui
produzione abbraccia tutta la gamma dei
gioielli e si distingue per l’accuratezza
della lavorazione.
DA NON PERDERE
Castello Sangiuliani
Raccolta Archeologica e
Naturalistica “Ugo Fantelli”
Museo Regina
Biblioteca Masinari
orari museo Regina e biblioteca
lunedì e mercoledì 9.30 - 12 e
14.30 - 18;
martedì e giovedì 14.30 - 18;
sabato 9 - 12;
tel. 0384 822 217
Casa Museo di Arti e
Tradizioni Popolari
tel. 339 3241133
Sopra:
il Municipio con il monumento
ai Caduti.
Sotto:
Il Castello Sangiuliani.
23
informazioni
i
MORTARA
COMUNE:
tel. 0384 256 411
www.comune.mortara.pv.it
DA NON PERDERE
Abbazia di Sant’Albino
Duomo di San Lorenzo
Santuario di Santa Maria
del Campo
Mortara fu fino al 1860 capoluogo della
provincia di Lomellina ed è perciò ricca
di palazzi e costruzioni ottocentesche
quali il Palazzo Comunale e il Teatro.
La storia della città resta legata alla leggenda secondo cui l’attuale centro abitato sarebbe stato fondato dagli abitanti
del villaggio di Pulchra Silva, dopo la
Chiesa di Santa Croce
Sagra del salame d’oca
ultima domenica di settembre
Sopra a sinistra: la basilica romana
minore di San Lorenzo.
Sopra a destra:
il campanile della chiesa abbaziale
di Sant’Albino.
Sotto:
la chiesa abbaziale di Sant’Albino.
24
sconfitta inflitta da Carlo Magno al longobardo Desiderio. La sanguinosa battaglia fu combattuta il 12 ottobre 773 appena fuori dalla città, dove ora sorge
l’abbazia di Sant’Albino (V secolo), ricostruita subito dopo l’evento per onorare
gli eroi franchi Amico e Amelio, più volte
ricordati nei romanzi epici di trovatori e
menestrelli medievali. La chiesa e l’annes-
so complesso abbaziale costituirono per
tutto il Medioevo una tappa obbligata
lungo il tragitto percorso dai pellegrini in
viaggio verso Roma, tanto che sui mattoni della chiesa sono ancora visibili numerose iscrizioni graffite lasciate dai viandanti.
Mortara è ricca di belle chiese, colme di
opere d’arte: il grandioso duomo gotico di
San Lorenzo con importanti opere pittoriche e scultoree dei secoli XV, XVI e XVII;
la cinquecentesca chiesa di Santa Croce
con l’annesso coevo Palazzo Lateranense;
la chiesa di Santa Veneranda, eretta per
voto nel 1633, e il santuario di Santa Maria del Campo, edificata in campagna in
forme gotico-lombarde.
Mortara è oggi un moderno centro agricolo e industriale, ma la sua fama rimane legata a un prodotto gastronomico genuino e prelibato, famoso fin dall’epoca
sforzesca. Parliamo delle specialità culinarie legate all’oca come i salami, i prosciutti e i patè di fegato che i salumieri
cittadini, riuniti in consorzio, preparano
ancora con la cura di un tempo.
Legata a questa rarissima specialità culinaria è una delle più amate feste folcloristiche della Lombardia: la Sagra del Salame d’Oca, che si svolge l’ultima domenica di settembre.
informazioni
OLEVANO
i
COMUNE:
tel. 0384 51 015
Pro loco
tel. 0384 51 185
www.olevanolomellina.it
Olevano è un caratteristico paese lomellino vivace e ricco di iniziative culturali e
ricreative. Qui, con l’intento di conservare
e far conoscere l’antica cultura della Lomellina, è nato nel 1994 il Museo di Arte e Tradizione Contadina.
Un vecchio cascinale in centro al paese
raccoglie oltre duemila fra attrezzi, macchine agricole e semplici oggetti usati dai
contadini fra la fine dell’Ottocento e la
prima metà del secolo scorso. Le ambientazioni della stalla, del caseificio, delle
botteghe artigiane e di una povera casa
contadina ci riportano nella Lomellina di
qualche decennio fa, quando arrivavano le
giovani e vocianti mondine e, nonostante
il duro lavoro che dovevano fare, portavano in paese allegria e gioventù. Su iniziativa del Museo e dell’Amministrazione
Comunale si svolgono spesso manifestazioni culturali legate alla riscoperta della
tradizione locale, quali rappresentazioni
DA NON PERDERE
Castello medievale
Chiesa di San Michele
Chiesa di San Rocco
Museo di Arte e Tradizione
Contadina
teatrali, raduni di mondariso e, come ormai tradizione, l’ultima domenica di ottobre, il taglio e la trebbiatura del riso a
mano o con le vecchie macchine di inizio secolo.
Olevano conserva un antico Castello costruito nel XII secolo e più volte distrutto e sempre riparato e ricostruito. Nel
1758 fu riadattato ad abitazione signorile dei nobili Olevano; la facciata sud ha
il tipico aspetto delle ville piemontesi con
un caratteristico parco all’italiana, a nord
conserva ancora le torri di difesa, le merlature e l’antico fossato ad acqua corrente. Al Castello lavorò l’architetto Lorenzo
Cassani, a cui si deve anche la costruzione della parrocchiale di San Michele
(1733-1744), chiesa matrice della corrente artistica che viene ricordata come il
“barocchetto pavese”.
da lunedì a mercoledì 9 - 12 ;
domenica e festivi 15 - 18.30;
altri giorni su prenotazione
tel. 0381 690 370
Sopra:
facciata settecentesca del Castello.
A sinistra:
scorcio del Museo di Arte
e Tradizione Contadina.
A destra:
particolare di una bifora del
Castello.
25
informazioni
i
PARONA
COMUNE:
tel. 0384 253 015
Pro loco
tel. 0384 253 636
www.parona-lomellina.it
DA NON PERDERE
Chiesa parrocchiale
di S. Pietro Apostolo
Sagra dell’Offella
prima domenica di ottobre
Sopra a destra:
piazza Nuova.
Sopra a sinistra:
chiesa parrocchiale di San Pietro
Apostolo.
Sotto:
le famose Offelle di Parona.
26
Dopo aver consolidato la sua vocazione
agricola, negli ultimi decenni Parona ha
vissuto una profonda trasformazione sociale ed economica con un notevole sviluppo edilizio, che la vede ospitare importanti industrie e il Centro Commerciale Bennet, uno dei maggiori di tutto
il settentrione.
Ma Parona è conosciuta ovunque per la
sua Offella, uno squisito biscotto, dal gusto unico e dall’inconfondibile forma
ovale. Sul finire dell’Ottocento, due intraprendenti sorelle paronesi, Pasqualina
e Lina Colli, crearono questa specialità
indovinando abilmente l’impasto di ingredienti semplici e nutrienti, e non rivelarono mai a nessuno la segreta ricetta. Inizialmente le offelle venivano
prodotte in quantità limitate e vendute
a numero, anziché a peso, tanto erano
preziose. Il grande lancio commerciale
del dolce arrivò a partire dal 1969 in
occasione della prima edizione della sagra dedicata a questo tipico prodotto.
Da allora la Pro loco tutela la genuinità del prodotto attraverso un marchio di
garanzia fornita ai produttori che hanno preso il posto degli antichi forni casalinghi. L’Offella oggi ha conquistato località sempre più lontane ed è conosciuta in tutta Italia e anche all’estero,
ma l’occasione migliore per gustarla è
la Sagra, che si rinnova ogni anno la
prima domenica di ottobre. Durante
questo appuntamento obbligato fra le
tradizionali feste lomelline, migliaia di
turisti affollano il paese attirati dai mille colori della spettacolare festa popolare e dall’intramontabile dolcezza dell’Offella.
informazioni
ROBBIO
i
COMUNE:
tel. 0384 675 1
Pro loco
tel. 333 668 93 01
www.comune.robbio.pv.it
www.paliodlurmon.it
La cittadina ha un nucleo antico che si
raccoglie a semicerchio attorno alla vasta
area occupata dal Castello, di fondazione
medievale, e dal fossato, ora trasformato
in parco. L’insieme delle costruzioni, gradevole e di notevole fascino, è costituito
però quasi totalmente da edifici costruiti
e restaurati negli anni Venti secondo il
gusto romantico allora in voga. Robbio,
oltre al suo Castello, vanta antiche chiese
ricche di preziose opere d’arte. Di grande interesse la chiesa romanica di San
Pietro, risalente al XIII secolo, con preziosi affreschi cinquecenteschi attribuiti a
Tommasino da Mortara. D’epoca quattrocentesca è la chiesa di San Michele, con
una tipica facciata tardo-gotica, mentre
più antica è San Valeriano. Risalente al VVI secolo, fu ampliata e ricostruita dai
DA NON PERDERE
Chiesa di S. Pietro
Chiesa di S. Valeriano
Chiesa S. Michele
Castello
monaci cluniacensi alla fine dell’XI secolo:
inizialmente era dedicata a sant’Andrea
ma, quando nel 1236 vi fu trasferito il
corpo di san Valeriano, fu a questi intitolata. Dopo il restauro ultimato nel 2007,
con la completa ricostruzione del transetto, si presenta con la facciata, il corpo e
l’abside maggiore ornati da elementi romanici. Ricordiamo infine la settecentesca
chiesa parrocchiale di Santo Stefano, che
sorge sulla piazza detta “dl’urmon”, per
la presenza fino a pochi anni fa (1985)
di un grande olmo, piantato ancora prima della costruzione della chiesa, e rimasto per anni simbolo e memoria storica
della comunità robbiese. Al grande olmo
è stato dedicato il Palio, colorita manifestazione che si tiene la prima domenica
di settembre in concomitanza con la festa patronale.
Parco PLIS Valpometto
Palio dl’Urmon
prima domenica di settembre
tel. 0384 672 726
Sopra:
chiesa di San Pietro fuori le mura.
Al centro:
un momento del Palio dl’Urmon.
Sotto: la navata centrale della
chiesa di San Valeriano.
27
informazioni
i
SARTIRANA
COMUNE:
tel. 0384 800 810
www.comune.sartiranalomellina.pv.it
DA NON PERDERE
Castello
Museo degli Argenti
Museo per l’Oreficeria
Museo per le Arti Tessili
Vuole la tradizione che le origini di Sartirana derivino da una nobile famiglia romana, la Gens Satria, che vi costruì una
villa con armenti e schiavi. Ma l’assetto architettonico dell’attuale abitato si manifestò solo nel Medioevo quando, alla fine del
Trecento, i Visconti edificarono il poderoso
Castello dal tipico impianto quadrilatero,
con fossato, cortile interno e quattro tor-
Museo per la Grafica d’Arte
Museo Etnografico
orari dei musei del Castello
sabato 9 - 12;
domenica 14.30 - 18.30;
altri giorni su prenotazione
tel. 0384 800 804
Casa del Beato Padre Pianzola
tel. 0384 800 080
Garzaia Lago di Sartirana
Sopra:
il Castello.
Sotto:
casa natale del Beato Padre Pianzola.
28
ri angolari. Sotto gli Sforza il Castello fu
assegnato a Cicco Simonetta, potente ministro ducale, in seguito accusato di tradimento e decapitato, che avviò importanti
opere di trasformazione.
Alla redazione del progetto partecipò Bartolomeo Fioravanti, il noto architetto militare che di lì a poco venne chiamato a
Mosca dallo zar Ivan II per concorrere alla realizzazione delle difese del Cremlino.
Il maniero fu interamente sovralzato e la
grande torre rotonda, ora simbolo del
paese, fu rafforzata alla base con una
struttura poligonale. Il Castello ospita oggi il Centro Studi della Lomellina che realizza interessanti eventi culturali; la Fondazione Sartirana Arte con le sue collezioni di argenti contemporanei, gioielli
d’artista, grafica d’arte, oggetti di cultura
contadina, e importanti mostre di rilievo
internazionale.
Nel caratteristico abitato sorto attorno al
Castello ricordiamo alcune interessanti
chiese come la parrocchiale dedicata all’Assunta (XV secolo) e la chiesa barocca di
San Rocco, un palazzetto visconteo con belle finestre e decorazioni in cotto e il camposanto dall’aspetto neo-rinascimentale.
Nella quiete di questo borgo antico sorge
la casa di Padre Francesco Pianzola
(1881-1943), fondatore delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis, dichiarato beato nel 2008. Trasformata recentemente in eremo, è aperta all’accoglienza
di singoli o piccoli gruppi per una sosta
di pace, di riflessione e di preghiera.
L’economia di Sartirana negli ultimi anni
si è specializzata sull’artigianato orafo di
alto livello: i suoi numerosi laboratori orafi mettono a disposizione i loro prodotti
direttamente al pubblico.
informazioni
VALLE
i
COMUNE:
tel. 0384 79 001
www.comune.vallelomellina.pv.it
Valle è un popoloso centro della Lomellina centrale, ricco di attività agricole e industriali. In paese lavorano molte industrie per la raffinazione del riso; vi troviamo i piccoli laboratori artigianali, che
pilano il riso come si faceva un tempo, e
le grandi industrie alimentari che commercializzano il prodotto lomellino in tutta Europa. Al centro dell’abitato, con il tipico impianto a case basse disposte lungo larghe vie irregolari, sorge un curioso
Castello del XIV secolo, rimaneggiato nell’Ottocento con aggiunte romantiche. Per
la sua curiosa pianta a semicerchio e per
la struttura centrale con torri cilindriche,
loggiati a finestre ad archi acuti e ricco
corredo di merli e beccatelli, il Castello risulta un complesso architettonico decisamente anomalo e degno di essere immaginato come ambientazione di un romanzo d’avventure di Walter Scott. Interessante l’adiacente quartiere, che ha conservato le caratteristiche tipiche del borgo medievale. Oltre alla secentesca chiesa parrocchiale, vanno sicuramente visitati la
piccola chiesa di Santa Maria del Castello, dove sono stati recentemente ritrovati
sette affreschi del Quattrocento, e il santuario della Madonna di Casaletto, del XVI
secolo, situato appena fuori dal centro
abitato, lungo la strada per Lomello.
A Valle ogni domenica si tiene un vivace
e colorito mercatino, unico in Lomellina
nel giorno festivo. Fra le bancarelle con
ogni tipo di merce e le botteghe degli artigiani, non è difficile incontrare qualche
personaggio famoso che l’Amministrazione
comunale porta periodicamente per far
conoscere il paese e promuovere i suoi
prodotti. Al riso e ai derivati del maiale
vengono dedicate, in settembre e ottobre,
due appuntamenti gastronomici divenuti
ormai tradizione.
DA NON PERDERE
Castello
Chiesa di Santa Maria
del Castello
Santuario della Madonna
di Casaletto
Palio del Barlafüs
prima domenica di settembre
Sopra:
il Castello medievale.
Sotto:
il santuario della Madonna
di Casaletto.
29
informazioni
i
VIGEVANO
COMUNE:
tel. 0381 299 291
www.comune.vigevano.pv.it
Iat-Pro loco:
tel. 0381 690 269
Info point: tel. 0381 691 636
DA NON PERDERE
Piazza Ducale
Castello Sforzesco
aperto tutti i giorni
dalle 8.30 alle 19
Torre del Bramante
mesi con ora legale, tutti i giorni
(lunedì escluso) 10 - 12.30 e
14 - 18; mesi con ora solare,
tutti i giorni (lunedì escluso)
10 - 12.30 e 14 - 17
Museo della Calzatura e
Pinacoteca Civica
tutti i giorni (lunedì escluso)
10 - 13 e 14 - 17
Museo Nazionale Archeologico
della Lomellina
da martedì a sabato 9 - 13
Sopra:
Piazza Ducale con il Duomo
e la terza scuderia del Castello.
Sotto:
il Maschio del Castello.
30
Vigevano ci accoglie con il suo centro storico dall’impianto e dalla struttura tipicamente rinascimentali. La storia della città,
sorta sulla sommità di un rilievo dominante la valle del Ticino, forse intorno a
un castrum romano, inizia il suo sviluppo
a partire dal XIV secolo con i Visconti, che
vi ergono una poderosa rocca, e soprattutto con gli Sforza, quando raggiunge il
massimo della sua espansione economica e
artistica. Di questo passato splendore la
città conserva importanti testimonianze
d’arte: oltre alla Piazza Ducale e al Castello, che ancora recano ben visibile l’impronta del genio architettonico di Bramante, meritano una visita il cinquecentesco Duomo e il suo Tesoro, nel quale si
conservano splendidi codici miniati del XV
secolo, reliquiari e calici d’argento, e una
delle più significative raccolte italiane di
arazzi fiamminghi. Le eleganti vie del centro storico sono un susseguirsi di palazzi
neoclassici dell’Ottocento, di case barocche,
di graziosi cortili e di chiese di varie epoche e stili. Meritano sicuramente una visita San Giorgio, antica chiesetta con un affresco trecentesco raffigurante il Santo che
informazioni
i
Vigevano Promotions:
tel. 0381 690 370
Dedalo: tel. 0382 539 638
La Città Ideale:
tel. 393 951 78 46
Overland: tel. 0381 695 112
DA NON PERDERE
Museo del Tesoro del Duomo
sabato 15 - 18, domenica e festivi
10 - 12.30 e 15 - 18, negli
altri giorni su prenotazione
tel. 0381 690 370
Ecomuseo della Roggia Mora
e Mostra di Leonardo
sconfigge il Drago; le chiese gotico-lombarde di San Pietro Martire e di San Francesco, la chiesa barocca di Santa Maria del
Popolo, il cui nome non si riferisce agli
abitanti della città ma ai pioppi che probabilmente in origine la circondavano, e,
ancora, la piccola chiesa barocca del Cristo, situata a poca distanza dalla via dei
Mulini e dai Terraggi, ultime vestigia delle
mura cittadine.
Vigevano è considerata ancora oggi la capitale delle scarpe, per cui non ci deve
stupire se proprio qui si trova l’unico museo italiano a esse dedicato. Il Museo della Calzatura, ospitato nel Castello, offre
un’inedita storia della calzatura come elemento di costume, sotto l’aspetto sia storico sia etnografico. Vi troviamo, ad esempio, una pianella del XV secolo appartenuta a Beatrice d’Este, duchessa di Milano,
eleganti pantofole veneziane del Settecento, alcuni scarponi dei soldati delle due
guerre mondiali, e una serie di curiose
calzature, tipiche dei costumi dei popoli di
tutto il mondo. Agli umili e operosi artefici del suo sviluppo economico, la città
ha voluto dedicare anche il monumento al
Calzolaio d’Italia, che sorge di fronte al
Palazzo delle Esposizioni, nei pressi del
moderno Parco Parri, opera dello scultore
locale Giovan Battista Ricci.
sabato, domenica e festivi 10.30 18.30, altri giorni su prenotazione
tel. 393 951 78 46
Museo dell’Imprenditoria
domenica e festivi 15-18
Visita guidata alle ore 17
Museo della vita quotidiana
e della Grande Guerra
venerdì 15.30 - 19.30
sabato, domenica e festivi 10.30 13 e 15.30 - 19.30
Sopra:
il centro storico.
Al centro:
il Palio delle Contrade.
Sotto:
codice miniato del tesoro del Duomo.
31
RIEVOCAZIONI
STORICHE
Sopra:
i figuranti del Palio delle Contrade
a Vigevano.
Sotto:
a sinistra, il Palio del Bove Grasso;
a destra, il Palio dl’ Urmon.
32
CERGNAGO
Il Palio del Bove grasso si
svolge la terza dornenica di settembre
e propone la rievocazione storica della
sottomissione del feudo a Francesco
Sforza. Il vincitore della giostra fra i
cavalieri delle quattro contrade del
borgo si aggiudicherà il privilegio di
consegnare i 50 ducati d’oro per l’acquisto del bove grasso per il Natale di
Francesco II Sforza.
GARLASCO
Il secondo sabato di maggio e la seconda domenica di settembre si svolge
il Pallottone, così denominato in
onore dell’imperatore sassone Ottone II.
Animate sfide di tiro con l’arco, cortei
in costume e la ricostruzione di un accampamento medievale costituiscono
gli eventi clou della manifestazione.
LOMELLO
L’incontro, e il matrimonio tra Teodolinda e Agilulfo duca di Torino sono celebrati dalla Festa Longobarda,
che si svolge il terzo weekend di giugno. La rievocazione in costume del
banchetto nuziale, il mercato medievale, i cortei e le battaglie tra armigeri
hanno per sfondo l’imperdibile complesso architettonico di Santa Mada
Maggiore.
MEDE
Il Palio dla Ciaramela si svolge
la seconda domenica di settembre ed è
ispirato a giochi e rievocazioni di antiche tradizioni contadine, come il gioco
“dla ciaramela”. Ci si immerge in un
nostalgico ambiente rurale, con le mondine che intonano i canti delle risale, i
carri “dei signod”, e le ricostruzioni di
un antico mondo agricolo ormai scomparso.
MORTARA
Palio e Sagra dell’Oca si svolgono durante l’ultimo
weekend di settembre, e ripropongono la vita della Mortara
rinascimentale, quando la città era residenza di caccia dei
duchi di Milano. Una imponente sfilata di oltre 500 figuranti si conclude con il Palio, in cui le contrade si sfidano con
pedine viventi in una gara ispirata al gioco dell’oca. L’oca,
emblema del Palio e della gastronomia locale, è celebrata
dalla rinomata Mostra del Palmipede.
Sono infatti mortaresi gli allevamenti di alcune tra le razze
più pregiate di questo volatile.
ROBBIO
Simbolo di Robbio negli ultimi decenni, l’“Urmon”, un
maestoso olmo secolare che sorgeva accanto alla chiesa, ha
dato il nome al Palio che si svolge ogni anno nell’ultima settimana di agosto. Gli otto rioni cittadini si danno battaglia
in una serie di giochi, per Io più appartenenti alla tradizione contadina. Per tutta la settimana si susseguono anche manifestazioni culturali e di intrattenimento.
SETTEMBRE IN LOMELLINA esordisce
come convenzione intercomunale e nel
marzo 2008 si trasforma in una associazione che ha come obiettivo la promozione e la
valorizzazione del territorio, appoggiando e
organizzando manifestazioni ed eventi di
carattere tradizionale, storico e culturale, oltrechè curando pubblicazioni di vario genere a sostegno delle stesse.
Ne fanno parte associazioni che già organizzano palii e rievocazioni storiche.
I paesi interessati sono: Cergnago con il Palio del Bove grasso, Garlasco con il Paliottone, Mede con il Palio d’la ciaramela, Morta-
VALLE
Il Palio di Barlafüs (cioè oggetti di scarso valore) si
tiene la prima domenica di settembre, in concomitanza con
la tradizionale Sagra del Riso. 1 quattro rioni in cui è diviso il paese partecipano a una corsa a staffetta per le vie
del centro storico, effettuata spingendo un’antica carriola carica di vecchie cose. Il trofeo del vincitore è un oggetto realizzato da un originale assemblaggio, appunto di barlafüs.
VIGEVANO
Il Palio delle Contrade si svolge ogni seconda domenica di ottobre, festa del protettore beato Matteo, nella
scenografica cornice del Castello Sforzesco.
Ogni seconda domenica di maggio le dodici Contrade del
borgo si riuniscono nella Piazza d’armi del Castello per aprire le botteghe artigiane delle Corporazioni delle Arti e dei
Mestieri e per fare festa alla primavera con musici, danzatori, falconieri e buffoni.
Il contesto architettonico di rara bellezza rende ancora più
suggestiva una manifestazione che ogni anno attira un grande numero di turisti.
ra con il Palio dell’Oca, Robbio con il Palio
dl’Urmon, Valle Lomellina con il Palio di
Barlafus.
Tutti gli eventi hanno luogo nel mese di settembre.
Un riferimento importante per l’associazione è la Regione Lombardia che sostiene le
iniziative con la Legge 9 che ha come finalità proprio la promozione e la valorizzazione del territorio attraverso l’organizzazione
di eventi di vario tipo, culturali e storici.
SAGRE DEL GUSTO
SAGRA DELL’ANGUILLA
Breme 1a domenica di luglio con
manifestazioni varie di spettacolo e gastronomia. Infotel. 0384 77001
SAGRA DELL’ASPARAGO
Cilavegna 2a domenica di maggio
con sfilata storica in costume, degustazione a base di asparagi, Palio dei
maiali. Infotel. 0381 96333
SAGRA DELLA CIPOLLA DECO
Breme 2a domenica di giugno con
degustazione del tipico prodotto lomellino. Manifestazioni folcloristiche, mercatino. Infotel. 0384 77001
SAGRA DEL COTECHINO
Robbio ultima domenica di agosto,
giochi, fiera campionaria, serate gastronomiche. Infotel. 0384 672726
34
SAGRA DELL’OFFELLA
Parona Lomellina 1a domenica
di ottobre con spettacoli musicali, parata e numerose attrazioni per festeggiare il dolce tipico di Parona e della Lomellina. Infotel. 0384 253636
SAGRA DELLA RANA
Sartirana Lomellina 1a domenica di settembre con degustazioni di
rane, riso, salumi e polenta. Infotel.
0384 800079
SAGRA DEL RISO
Valle Lomellina 1a domenica di
settembre, serate gastronomiche con
degustazione di risotti, rane, grigliata,
stufato d’asino con polenta. Infotel.
0384 79001
SAGRA DEL RISOTTO
Cergnago 3a domenica di settembre, serate gastronomiche ed eventi ricreativi. Infotel. 0384 43429
SAGRA DEL SALAM DLA DUJA
Olevano Lomellina il 15 e 16
agosto con degustazione di prodotti tipici e serate danzanti. Infotel. 0384 51015
SAGRA DEL SALAME D’OCA
Mortara ultima domenica di settembre. Mostra Provinciale del Palmipede con proclamazione del “Re Ocone”.
Infotel. 0384 99356
LOMELLINA 1
DA VIGEVANO A MORTARA
Scheda tecnica
LUNGHEZZA
DISLIVELLO MASSIMO
FONDO STRADALE
DIFFICOLTÀ
PERCORRIBILITÀ
BICI CONSIGLIATA
SEGNALETICA DEDICATA
OMBREGGIATURA
TRENO-BICI
km
35,5
35,5 km
15 m
asfalto e sterrato con brevi tratti sconnessi
totalmente pianeggiante, strade a traffico promiscuo, tratti su piste ciclabili
tutto l’anno (per i tratti sterrati si consiglia di evitare i giorni di pioggia)
Bici ibride (city-bike) e mountain bike, sconsigliate bici da corsa
sì (L1)
scarsa
a Vigevano e Mortara Linea Alessandria-Milano;
a Mortara: linea Pavia-Vercelli, Alessandria-Novara, Mortara-Casale
Itinerario
km m.slm
0
106 Punto di partenza dell’itinerario è la stazione ferroviaria di Vigevano; si prende via Cairoli fino al
Portone (sulla destra) oltre il quale, percorsa la via XX Settembre, si arriva in Piazza Ducale. Si
prosegue per corso Vittorio Emanale II e, oltre il semaforo, si percorre il corso Milano fino all’incrocio semaforizzato con corso Argentina. Qui si prosegue dritto per via San Giovanni fino al sottopasso della circonvallazione esterna.
3
87 Si prende la strada a sinistra (via Piemonte) fino all’incrocio per il Centro Sportivo Longo. Si segue dritto la strada sterrata dei Pozzi, verso il fiume Ticino, sorpassando alcune sbarre che limitano il traffico degli autoveicoli. Al riprendere della strada asfaltata si continua fino all’incrocio
semaforico sulla ex SS 494 che si attraversa dritto. Si imbocca quindi il sottopasso ferroviario a
destra e, subito dopo, a sinistra la via Edison fino alla centrale elettrica.
6
105 Mantenendo la sinistra si percorre una ripida salita e, raggiunta la strada del Salto, si tiene la destra fino alla pista ciclabile che costeggia il Naviglio. La si segue fino al Molino del Longo, poi si
prende la via Buccella verso destra.
9,2 111 Dopo la frazione la strada piega a sinistra e, subito dopo 250 m, al bivio con via Pescatora, il percorso svolta a destra in direzione Villareale, su una strada che presto diventa sterrata. Dopo 2 km
si arriva alla frazione e si prosegue dritto sulla via dei Livellari per Cassolnovo.
12,5 116 All’incrocio con la via del Porto si prende la sinistra e dopo 1,150 km si gira a sinistra in via Praghino e ancora a destra in via Montebello fino alla chiesa di San Bartolomeo. Si prosegue a destra per la via Carlo Alberto per circa 400 m e quindi si gira a sinistra in via Palestro, proseguendo
dritto all’incrocio con la circonvallazione, in direzione Villanova.
20
119 Di fronte al castello di Villanova si prosegue a sinistra per la campagna in direzione di Vignarello, su un fondo sterrato.
22
118 All’incrocio con la strada asfaltata che porta al centro di Vignarello, il nostro percorso prosegue
dritto per poche decine di metri: al bivio successivo tenere la sinistra, proseguendo verso la campagna alla volta di Gravellona.
24
118 Per attraversare il centro abitato percorrere la via XX Settembre, poi la centrale via Insurrezione
e quindi, a destra, la via Bellini fino a girare in via Figari, mantenendo sempre la sinistra. La strada presto diventa sterrata e particolarmente accidentata nelle giornate piovose.
DA NON PERDERE
Vigevano: Piazza Ducale, Castello,
Duomo, Museo del Tesoro e Museo
della Calzatura
Villanova di Cassolnovo e
Vignarello: Castello medievale
Cilavegna: Santuario di Sant’Anna
Parona: piazza Signorelli e chiesa
parrocchiale, le Offelle di Parona
Mortara: Duomo romanico di San
Lorenzo, chiesa di Santa Croce,
abbazia di Sant’albino
Pa
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Gr
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120
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Cilavegna: santuario di Sant’Anna.
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35
Itinerario
km m.slm
115 Dopo 2 km il percorso incontra la strada asfaltata per Case Nuove. 500 m dopo l’incrocio la strada piega a destra sul ponte del canale Quintino Sella e incrocia la via Sant’Anna. Si segue il viale alberato a sinistra e si raggiunge il santuario (termine della segnaletica L1).
ALTERNATIVA. Percorrendo a sinistra la strada, si passa oltre Case Nuove fino all’incrocio con la
strada Cascina Cavalli (3.5 km), è possibile tornare a Vigevano prendendo a sinistra la via Castellana (4.5 km fino a viale dei Mille).
27,8 114 La strada sterrata prosegue dritta, costeggiando il canale per 250 m, poi incrocia un’altra strada
e dopo pochi metri si devia a destra, addentrandosi in un bosco. Dopo 1,3 km si attraversa la circonvallazione di Parona e si prosegue dritto, fino a prendere la via 25 Aprile (asfaltata) che porta al centro di Parona.
30
113 Si segue la via Toma poi si prende la via Gramsci, sulla sinistra, e la si percorre fino a incontrare
la via San Quirico. Si imbocca la via a sinistra e quindi si gira subito a destra: l’asfalto finisce e la
strada dei Dossi prosegue fra i boschi fino alla frazione Medaglia. Si prosegue quindi dritto sulla
via Sant’Albino e, al cimitero di Mortara, tenendo la destra, si imbocca la ciclabile per il centro di
Mortara.
33,8 108 Alla rotonda imboccare e percorrere tutta la via Vittorini e quindi la pista ciclabile della Strada Pavese, verso il centro di Mortara (a destra).
35,5 108 La stazione ferroviaria si raggiunge percorrendo, dopo la rotonda di Strada Pavese, la via Roma
prima e il corso Iosti poi fino alla chiesa di Santa Croce. Qui si gira a destra in corso Garibaldi: la
stazione FS è di fronte.
27
Mortara
Rondò della Battaglia, 6
cell. 328 0350229
[email protected]
Vigevano: la centrale elettrica
del Salto.
Per il SUPPORTO TECNICO
e la RIPARAZIONE di BICICLETTE
vedere inserto
a PAGINA 47
LOMELLINA 2
DA MORTARA A GARLASCO
Scheda tecnica
LUNGHEZZA
DISLIVELLO MASSIMO
FONDO STRADALE
DIFFICOLTÀ
PERCORRIBILITÀ
BICI CONSIGLIATA
SEGNALETICA DEDICATA
OMBREGGIATURA
TRENO-BICI
km
45
45 km
10 m
asfalto con brevi tratti sconnessi
totalmente pianeggiante, strade a traffico promiscuo
tutto l’anno
bici da corsa, bici ibride (city-bike) e mountain bike
no
scarsa
a Mortara: linea Alessandria-Milano; Pavia-Vercelli, Alessandria-Novara, Mortara-Casale
a Olevano: linea Alessandria-Milano/Novara
a Lomello: linea Pavia-Alessandria
a Garlasco: linea Pavia-Vercelli
Itinerario
DA NON PERDERE
Valeggio e Alagna: Castello
medievale
110
Valeggio: il Castello.
100
Ala
gn
a
Lomello: basilica di Santa Maria
Maggiore e battistero di San
Giovanni ad Fontes, Castello, Chiesa
di San Michele
Fer
rer
aE
.
Pieve di Velezzo: pieve e
battistero
Lom
ell
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Olevano: Castello, Museo di Arte e
Tradizione Contadina
Pie
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Ve
lez
zo
Mortara: Duomo romanico di San
Lorenzo, chiesa di Santa Croce,
abbazia di Sant’Albino
Ole
va
no
km m.slm
0
108 Punto di partenza dell’itinerario è la stazione ferroviaria di Mortara, si prosegue per corso Garibaldi e si imbocca a destra la ciclabile di via Vittorio Veneto e si prosegue dritto in via Martiri di
Lidice fino alla ex SS 494 che si attraversa in direzione Olevano: la strada corre fra le risaie parallela alla ferrovia.
5
105 Si attraversa il paese percorrendo la strada principale; al campo da calcio si devia a destra verso
Zeme fino al torrente Agogna.
7
103 Superato il ponte sul torrente Agogna, si gira a sinistra in direzione Velezzo e si prosegue fino alla frazione Marza.
8,5 105 Mantenendo la sinistra si percorre una strada fra le risaie con scarsissimo traffico. Al bivio per
Campalestro si va dritto fino a Velezzo (12,2 km), si attraversa il piccolo centro abitato e si prosegue dritto in direzione Lomello.
13,8 95 A una doppia curva si incontra la pieve di Velezzo con battistero medievale, la strada prosegue
sulla riva del torrente Agogna, affiancata da numerose grandi cascine e da chiese campestri.
17,5 95 Dopo le Due cascine, la strada secondaria sbocca sulla provinciale 5 che si segue a sinistra in direzione Lomello. Per circa 1.5 km fate attenzione al traffico veicolare.
20
90 Si arriva a Lomello in piazza Castello. Dopo la visita ai monumenti medievali, si prosegue per via
Roma, che si imbocca dietro alla chiesa di San Rocco, e si segue la strada rettilinea verso sud per
Galliavola e Gallia.
26
84 Alla frazione Gallia il percorso incrocia la provinciale 28 che si segue svoltando a sinistra in direzione Sannazzaro. Anche questa strada presenta un traffico veicolare moderato: fate attenzione!
29
89 Dopo 3 km in direzione est verso la grande raffineria, si gira a sinistra in direzione cascina Corradina e Ferrera Erbognone.
33
89 Attraversato il paese si continua sulla via Marconi in direzione Valeggio (36,7 km) e si continua
dritto in direzione Dorno.
39
91 All’incrocio con la provinciale 29 girare a sinistra in direzione Alagna.
41
92 Dopo un km, entrati nell’abitato di Alagna, si devia a destra in via Dante Alighieri, seguendo la
direzione di Garlasco.
45
94 Superata la Cascina Reale, di raggiunge la circonvallazione di Garlasco e si supera la rotonda in
direzione nord. Raggiunto corso Cavour si gira a destra e si raggiunge piazza della Repubblica.
Per la stazione proseguire su corso Cavour e svoltare a sinistra in via Roma, poi sempre dritto.
90
38
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5
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15
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45
LOMELLINA 3
DA GARLASCO A VIGEVANO
Scheda tecnica
LUNGHEZZA
DISLIVELLO MASSIMO
FONDO STRADALE
DIFFICOLTÀ
PERCORRIBILITÀ
BICI CONSIGLIATA
SEGNALETICA DEDICATA
OMBREGGIATURA
TRENO-BICI
29 km
20 m
asfalto e sterrato con brevi tratti sconnessi
totalmente pianeggiante, strade a traffico promiscuo, tratti su piste ciclabili
tutto l’anno (per i tratti sterrati si consiglia di evitare i giorni di pioggia)
bici ibride (city-bike) e mountain bike, sconsigliate bici da corsa
no
scarsa
a Garlasco: linea Pavia- Vercelli
a Vigevano: linea Alessandria-Milano
km
29
Itinerario
km m.slm
0
94 Punto di partenza dell’itinerario è piazza della Repubblica. Si prosegue per corso Cavour e si
svolta a sinistra in via Roma per poi girare a destra in via Santa Maria.
2.3
94 Si prosegue sempre dritto superando la rotonda.
6.5
72 Attraversata la frazione San Biagio (3.5 km), la strada corre ancora per la campagna fino alla
rotonda che conduce alla frazione Parasacco, si svolta quindi a sinistra (terza uscita) e si prosegue sempre dritto in direzione Borgo San Siro.
VARIANTE: proseguendo dritto per 2.5 km si arriva al ponte di barche di Bereguardo.
11,8 72 Dopo la cascina Magnona, si abbandona la strada asfaltata e si prende a destra verso la cascina
Torricella proseguendo dritto.
13.8 71 Superato un ponte chiuso da una bassa catena, si segue la carrareccia ai margini del bosco
ignorando una diramazione sulla destra. Si seguono quindi le indicazioni del sentiero E1.
19,5 78 Si abbandona il sentiero E1 proseguendo dritto, si attraversa un cancello e si imbocca la strada
sterrata che ben presto ridiventa asfaltata; dopo 1.5 km si passa per la cascina Ronchi.
24 100 Si prosegue sulla strada dei Ronchi fino alla frazione Sforzesca, poi si percorre un breve tratto
di provinciale verso Vigevano e si svolta subito a sinistra in via Battaglia della Sforzesca.
25 105 Si prosegue dritto per un km, poi si svolta a destra in via Santa Maria, che conduce direttamente alla circonvallazione di Vigevano (piscina Santa Maria).
27.5 106 Proseguire sempre dritto seguendo la via Santa Maria fino al naviglio Sforzesco, all’incrocio con
corso Pavia.
29 106 Alla rotonda si imbocca corso Pavia in direzione nord (terza uscita) per girare poi a destra in
via Cairoli, alla volta della stazione.
Parasacco: Castello medievale
Sforzesca: antica cascina
sforzesca
Vigevano: Piazza Ducale,
Castello, Duomo, Museo del
Tesoro e Museo della Calzatura
Bereguardo: ponte di barche.
75
Ro
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85
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95
Garlasco: santuario della
Madonna della Bozzola (a 2 km)
Sfo
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105
DA NON PERDERE
65
5
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15
20
25
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VESPOLATE
LOMELLINA 4
DA VIGEVANO A ROBBIO
Scheda tecnica
km
LUNGHEZZA
DISLIVELLO MASSIMO
FONDO STRADALE
DIFFICOLTÀ
PERCORRIBILITÀ
BICI CONSIGLIATA
SEGNALETICA DEDICATA
OMBREGGIATURA
TRENO-BICI
56 km
20 m
asfalto e sterrato con brevi tratti sconnessi
totalmente pianeggiante, strade a traffico promiscuo
tutto l’anno (per i tratti sterrati si consiglia di evitare i giorni di pioggia)
bici ibride (city-bike) e mountain bike, sconsigliate bici da corsa
si (L1) parziale
scarsa
a Vigevano e Mortara: linea Alessandria-Milano
a Vespolate: linea Alessandria-Novara
a Robbio e Palestro: linea Pavia-Vercelli
56
Itinerario
Confienza: santuario di
Sant’Anna
Palestro: chiesa parrocchiale di
San Martino, torre viscontea,
Ossario
Robbio: chiese di San Pietro e San
Valeriano, Castello
Vil
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130
120
Riv
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Villanova di Cassolnovo,
Vignarello e Vespolate:
Castello medievale
Pa
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Vigevano: Piazza Ducale,
Castello, Duomo, Museo del
Tesoro e Museo della Calzatura
Tor
na
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DA NON PERDERE
Co
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za
km m.slm
0
106 Punto di partenza dell’itinerario è la stazione ferroviaria di Vigevano; si seguono le indicazioni L1
e le istruzioni dell’itinerario Lomellina 1 fino a Vignarello.
22
118 All’incrocio con la strada asfaltata che porta al centro di Vignarello, si abbandona il percorso segnalato L1 e si svolta a destra sulla strada asfaltata verso il nucleo abitato.
22,5 119 Si attraversa il paese tenendo sempre la sinistra, poi si svolta a destra sulla vecchia strada sterrata per Tornaco.
25
122 Arrivati a Tornaco si gira a destra in via 4 Novembre e poi, alla chiesa, a sinistra in via Cavour
verso Vespolate.
29
123 Superato il passaggio a livello, si percorre corso Mazzini e poi corso Cavour proseguendo sempre
dritto in direzione Robbio.
33
122 Passato il ponte sull’Agogna si tiene la sinistra sempre in direzione Robbio; la strada asfaltata poco trafficata continua a zig zag fra le risaie e i cartelli che indicano ora Lombardia ora Piemonte.
Si passa la frazione La Torre, lasciadola a sinistra, e si prosegue per Confienza.
41,7 126 Si percorre la via principale del paese, alla fine si svolta a sinistra in via Roma e, subito dopo, a
destra in via Gramsci; dopo 500 m si gira a sinistra sulla strada per Palestro.
45,5 121 Si attraversa il paese e si arriva in piazza Marconi; si prosegue dritto per via Vittorio Emanuele II
e poi, piegando a sinistra, in via Garibaldi fino al bivio, girare a destra per Rosasco.
51
112 La piacevole strada asfaltata segue il corso del Sesia fra risaie e piccoli boschi fino alla frazione
Rivoltella; qui si prende a sinistra in direzione Robbio fino ad arrivare alla circonvallazione.
54,8 119 Proseguire dritto in via Matteotti per 300 m, poi si svolta a destra in via Rosasco che si percorre
tutta fino ad arrivare alla chiesetta di San Pietro.
56
119 La stazione di Robbio si raggiunge girando a destra in via Mortara e subito a sinistra percorrendo per intero i viali Lombardia e Amedeo d’Aosta.
110
Robbio: cascina La Torre.
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5
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55
LOMELLINA 5
DA ROBBIO A MORTARA
Scheda tecnica
LUNGHEZZA
DISLIVELLO MASSIMO
FONDO STRADALE
DIFFICOLTÀ
PERCORRIBILITÀ
BICI CONSIGLIATA
SEGNALETICA DEDICATA
OMBREGGIATURA
TRENO-BICI
58 km
10 m
asfalto e sterrato con brevi tratti sconnessi
totalmente pianeggiante, strade a traffico promiscuo, tratti su piste ciclabili
tutto l’anno (per i tratti sterrati si consiglia di evitare i giorni di pioggia)
Bici ibride (city-bike) e mountain bike, sconsigliate bici da corsa
no
scarsa
a Vigevano e Mortara: linea Alessandria-Milano
a Mortara: linea Pavia-Vercelli, Alessandria-Novara, Mortara-Casale
km
58
Itinerario
90
5
10
30
35
40
45
DA NON PERDERE
Robbio: chiese di San Pietro e
San Valeriano, Castello
Candia: nella chiesa di San
Michele affreschi di Lanino e
Moncalvo
Valle: Castello medievale, Santa
Maria in Castello, santuario
Madonna di Casaletto
Breme: Municipio (ex abbazia di
San Pietro), pieve di Santa Maria e
battistero medievale
Sartirana: Castello medievale,
chiesa di Santa Maria Assunta
Olevano: Castello medievale,
Museo di Arte e Tradizione
Contadina
Mortara: Duomo romanico di San
Lorenzo, chiesa di Santa Croce,
abbazia di Sant’Albino
Ole
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km m.slm
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119 Dalla stazione si percorre il viale Amedeo d’Aosta; in fondo si svolta a destra e quindi a sinistra in via
Cernia. Al termine di via Rosasco si svolta a sinistra in via Mattotti e si prosegue per Rosasco.
3
116 Al bivio si gira a sinistra e si prosegue sulla provinciale per 3 km fino all’abitato di Rosasco.
6
114 Si prende a destra (via Robbio) seguendo poi la strada fino a via Candia. All’uscita del paese si
svolta a destra e, dopo il cimitero al progressivo 7.3 km, ancora a destra in direzione Langosco.
11
114 Si segue dritto fino a raggiungere il paese, quindi la strada piega a sinistra e subito dopo si svolta a destra in via Matteotti.
12
111 All’incrocio con la strada provinciale si va dritto fino al piccolo abitato di Mantie (a 2 km).
15
105 Alla frazione Terrasa, subito dopo un piccolo bar-tabacchi, si prende sulla sinistra la strada sterrata per Candia che si segue fino a raggiungere, dopo il passaggio a livello, la stazione ferroviaria. Si piega verso sud fino al semaforo.
18,3 103 Si percorre la strada statale sulla sinistra in direzione Milano e si prosegue fino all’abitato di Cozzo (2
km). Attenzione: la strada ha un moderato traffico veicolare, per cui si raccomanda prudenza.
20
105 Entrati in Cozzo si prende la prima strada sulla destra, verso la stazione ferroviaria, e si prosegue
per la piccola strada che, fra le risaie, conduce a Valle Lomellina.
27
101 Giunti all’incrocio con la via Milano, si va a destra; si gira poi nella seconda piccola via a sinistra
e si arriva in una piazza (via Montale). Si percorre dritto e si imbocca la via per Breme.
30,5 101 Superata la rotonda che conduce al centro di Breme si percorre la via Maestra fino a svoltare in
via dott. Magnani che si trova sulla sinistra dopo circa 800 m. Si prosegue sempre dritto e si segue la strada fino a Sartirana (4 km).
35
99 Entrati in Sartirana si prende la prima strada sulla sinistra e ci si trova di fronte al Castello. Superato il maniero, si piega a sinistra e, all’incrocio, a destra in via Cavour che si segue fino a superare il passaggio a livello. Si va sempre dritto imboccando la strada per Semiana.
42
97 Arrivati a Semiana si svolta a sinistra sulla strada provinciale per Valle (attenzione al traffico).
45,3 99 La provinciale prosegue rettilinea fino al passaggio a livello della stazione di Valle (è possibile raggiungere Mortara con il treno). Si gira a destra su una strada sterrata che corre parallela alla linea ferroviaria per 2 km, poi si stacca fino ad arrivare alla frazione Marza, che si supera girando a sinistra sulla strada perimetrale.
50
105 Si raggiunge la strada asfaltata Zeme-Velezzo, si gira a destra e subito a sinistra verso Olevano
attraversando, dopo 2 km, il ponte sull’Agogna (prima del passaggio a livello).
53,2 105 Si raggiunge l’abitato di Olevano e si imbocca la via Vittorio Emanuele II sulla sinistra, procedendo dritto fino ad attraversare l’arco settecentesco della parrocchiale, in direzione Mortara.
57,3 108 Dopo la circonvallazione, in piazza Olivelli, si imbocca la pista ciclabile di via Vittorio Veneto.
58
108 Girando a sinistra in via Garibaldi si arriva alla stazione ferroviaria.
50
55
41
OSPITALITÀ
E RISTORAZIONE
BREME
MEDE
TRATTORIA DA MAFALDA
RISTORANTE LA CASACCIA
via Po, 24 - tel. 0384 77053
via Morononi, 21 - tel. 0384 805808
RISTORANTE LA VECCHIA LOCANDA
TRATTORIA SAN ROC
piazza Marconi, 12 - tel. 0384 77102
via Massazza, 23 - tel. 0384 820140
RISTORANTE LA CULLA
CERGNAGO
via Mattei, 3 - tel. 0384 822085
RISTORANTE MIRA CON ALLOGGIO
RISTORANTE ROSA DEI VENTI
località Case Sparse, 3 - tel. 0384 43094
RISTORANTE IL TOSCANO
via Castello, 61 - tel. 0384 43803
RISTORANTE ABBAZIA DI ERBAMARA
viale Unione Sovietica, 57
tel. 0384 823314
MORTARA
Cascina Abbazia d’Erbamara
tel. 338 1191105 - tel. 335 5341067
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LOMELLO
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CUCINA
La tavola lomellina è ricca dei prodotti dell’orto e delle più diffuse coltivazioni (riso), di animali allevati nelle cascine o cacciati nei boschi. Gli
antipasti si basano soprattutto sui salami nelle diverse produzioni: quelli di
maiale conservati sotto grasso, quelli
di fegato e, soprattutto, il famosissimo
salame d’oca, d’obbligo assieme ai
prelibati paté. Nei primi piatti la fa
da padrone il riso, che ritroviamo nel-
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le sapide e robuste minestre e, soprattutto, nei risotti che si ottengono
facendo tostare il riso in un soffritto
di lardo, cipolla tritata e pasta di salame, bagnando il tutto via via con
buon brodo di gallina. La ricetta base si presta poi ai più fantasiosi abbinamenti: ecco dunque nascere il riso con i fagioli dell’occhio, con i funghi, con gli asparagi, con le ortiche o
con il delicatissimo brodo di rane.
Tra i secondi piatti si può trovare una vasta
gamma di specialità a base di maiale, per combattere il clima freddo e umido della zona. Oltre ai salami, ai cotechini, alla pancetta e alla
coppa, ricordiamo il ragò, un piatto umido a
base di costine, cotenne, piedini e salamini in
cui la verza svolge il compito di sgrassare le
carni, o la frittura da accompagnare alla polenta. Da non dimenticare, oltre la selvaggina
cucinata in vari modi, le erbe raccogliticce delle campagne cucinate al tegame con burro o
nelle più svariate frittate. D’estate, a dominare
la cucina locale sono le rane, gli inquilini più
comuni di fossi e risaie: si possono gustare fritte, in guazzetto, con la frittata o nella zuppa.
Per i dolci vengono sempre usati i semplici e
genuini prodotti locali: la fa da padrona l’Offella di Parona (che, oltre nella tradizionale forma ovale, potrete trovare anche a forma di rana o di asparago), ma non sono da meno le
torte Virulà di Olevano, i biscotti di riso di Mede e di Sannazzaro e la torta di riso riscoperta a Vigevano.
Centro culturale per la ricerca
delle tracce
di Leonardo in Lombardia dell’Associazione La Città Ideale
Ecomuseo della Roggia Mora
Mostra permanente
“L’Acqua disegna il paesaggio”
www.leonardodavinci.lombardia.it
Mulino di Mora Bassa • Strada Mora Bassa, 38 • Vigevano
L’antico Mulino, sede dell’Ecomuseo e della Mostra delle macchine funzionanti di Leonardo risale al 1400. Fu dimora di caccia del Duca Ludovico il Moro Sforza e fu donato alla moglie Beatrice d’Este in occasione delle nozze.
L’edificio e l’esposizione: modelli inediti di macchine leonardesche, le riproduzioni degli scritti vinciani, un
percorso sull’Universalità di Leonardo e sulla Storia del territorio costituiscono una meta di grande suggestione.
PROGRAMMI DI VISITE:
• Intera giornata alla Corte di Ludovico il Moro:
visita guidata alla mostra di Leonardo e al centro storico della città (per gruppi)
• Mezza giornata all’Ecomuseo: visita guidata alla mostra di Leonardo più laboratorio didattico (per gruppi)
ORARIO DI APERTURA:
PER INFORMAZIONI,
PRENOTAZIONI E COSTI
DI VISITE GUIDATE,
PROGRAMMI E LABORATORI
Sabato, domenica e festivi dalle 10,30 - 18,30
Dal lunedì al venerdì su prenotazione
cell. 393 9517846 - 393 9675801
tel./fax 0381 81915
[email protected]
www.lacittaideale.org
Ingresso € 5,00 - Ridotto € 3,50 - Scolaresche e gruppi € 2,50 a persona
RISO
Sopra:
anatre nella risaia.
Sotto:
una risaia lomellina allagata.
NELLA PAGINA SUCCESSIVA
Sopra:
la tipica torta di riso.
Sotto:
risotto con le rane.
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Il riso è una pianta della famiglia delle graminacee e proviene dai paesi
orientali con clima tropicale, per cui
necessita di particolari condizioni di
temperatura e umidità.
Le prime notizie sulla coltivazione del
riso in Lomellina risalgono alla fine
del Quattrocento, quando fu sperimentata nelle fattorie degli Sforza nei dintorni di Vigevano. Anche se la particolare conformazione del terreno, ricco
di acque superficiali e poco profonde,
si è rivelata subito adatta alla coltivazione, la diffusione delle risaie in Lomellina è stata limitata fino al secolo
XVIII. Dall’Ottocento, con la costruzione
del canale Cavour, la coltivazione si è
andata sempre più affermando e oggi
copre buona parte del territorio coltivato con una produzione decisamente
superiore rispetto al passato (dai 18
ai 60 quintali per ettaro). L’antico ci-
clo della coltivazione del riso, basato sul trapianto del cereale in campi prima utilizzati per altre
coltivazioni, con una continua rotazione, è ormai
un ricordo.
Ora il cereale viene piantato a maggio direttamente nelle risaie, prima arate, livellate e quindi
allagate fino ai 10/20 cm per assicurare la protezione termica del chicco. Qui le verdi piantine crescono protette dalle erbe infestanti con diserbanti
ed erbicidi, fino a trasformarsi, a settembre, in lunghi steli con ricche spighe di chicchi dorati. Allora, le moderne mietitrebbie scendono nelle risaie
ormai asciutte con pesanti cingoli e tagliano le
piante, separando già i chicchi dalla paglia. I preziosi chicchi, chiamati in questa fase risone, vengono quindi essiccati e solo allora possono passare alle riserie per la raffinazione.
Per essere preparati al consumo alimentare i chicchi di riso vengono prima sbramati, poi sbiancati
e, spesso, sottoposti anche alla brillatura, cioè alla
lucidatura per mezzo di talco e glucosio.
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