14-01-31-Position paper n°22 EU ETS
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14-01-31-Position paper n°22 EU ETS
Position Paper N° 22 Pacchetto Clima Energia 2030: la valutazione di Federchimica e la proposta di modifiche allo “Schema Europeo di Emissions Trading (EU ETS)” Febbraio 2014 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS FEDERCHIMICA La Federazione Nazionale dell’Industria Chimica a cui aderiscono circa 1.400 Imprese per un totale di 90.000 Addetti. La Federazione è divisa in 17 Associazioni di settore, suddivise in 40 Gruppi Merceologici. Gli obiettivi primari di Federchimica sono il coordinamento e la tutela dell’Industria Chimica operante in Italia e il supporto allo sviluppo sostenibile delle Imprese Associate. IL COMITATO ENERGIA Il Comitato Energia di Federchimica è composto attualmente da 74 Managers, esponenti delle Imprese Associate e 14 Invitati Permanenti, in rappresentanza di Università e di Istituzioni, con competenze energetiche. Il Comitato Energia è presieduto dall’Ing. Filippo Carletti, Amministratore Delegato di Sasol Italy S.p.A. e ha lo scopo di: rappresentare e tutelare gli interessi delle Imprese Associate, nei confronti della Politica Energetica e dei Cambiamenti Climatici adottata dall’Unione Europea e dalle Autorità Nazionali; valorizzare e diffondere le esperienze industriali nell’Efficienza Energetica e nelle Fonti Rinnovabili per l’Energia lungo la Filiera Chimica. Il Comitato Energia è strutturato attualmente in 5 Gruppi di Lavoro su: Mercato Elettrico; Mercato Gas; Cambiamenti Climatici; Fonti Rinnovabili; Efficienza Energetica. Il Comitato Energia, per supportare la messa a punto di nuove tecnologie chimiche e per diffondere le “Best Practices sull’Energia” delle Imprese Chimiche, realizza annualmente la “Conferenza Nazionale su Chimica & Energia” e 2 Workshop infrannuali, in modo integrare maggiormente Scienza, Industria, Finanza, Management e Istituzioni, per rendere disponibili fonti energetiche e razionalizzarne l’uso, lungo la Filiera Chimica. Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS Indice: 1. Clima – Energia: Il quadro regolatorio al 2030 e lo Schema Europeo di Emissions Trading Pag. 1 2. Verso il 2030: Riforme per lo Schema Europeo di Emissions Pag. Trading 3. Le criticità del sistema attuale Pag. 2 4. Le soluzioni strutturali proposte Pag. 4 5. Altri documenti di Federchimica sull’Energia Pag. 6 3 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 1. Clima – Energia: il quadro regolatorio al 2030 e lo Schema Europeo di Emissions Trading. La Commissione ha presentato lo scorso 22 gennaio la proposta di quadro regolatorio al 2030 in tema di clima ed energia. L’industria manifatturiera vede a rischio l’accesso a costi competitivi dell’energia, vitale per assicurare la crescita in una situazione competitiva già fortemente penalizzata. Sebbene tali tipo di sfide siano attentamente e correttamente riconosciute nella proposta della Commissione, il pacchetto non offre soluzioni valide, e, invece, rivela contraddizioni. Senza prevedere un percorso verso la riduzione dei costi dell’energia, la proposta li aumenta (obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di gas serra del 40% al 2030, rispetto al 1990, e del 27% di utilizzo di energie rinnovabili, sebbene questo ultimo obiettivo non sia tradotto esplicitamente in impegni per i singoli Stati Membri), risultando in un ostacolo alla crescita e agli investimenti in Europa e in un aumento dei rischi di carbon leakage (delocalizzazione). Inoltre, l’iniziativa proposta è unilaterale e non condizionata all’azione di altri, per un problema che l’Europa non può risolvere da sola, anche per il contributo modesto e decrescente delle emissioni europee alle emissioni globali. Tale impostazione non ha prodotto di fatto alcun effetto di traino sui maggiori emettitori del pianeta, in passato, e non si vede come la situazione possa cambiare, introducendo penalizzazioni di costo che si riflettono negativamente sulla competitività. Insistere su obiettivi vincolanti per le energie rinnovabili rischia di aumentare i già elevati costi di sussidi a tecnologie non competitive, che si scaricano sui costi dell’energia per i consumatori, industriali e non. È positivo il riferimento all’obiettivo di aumentare il contributo al PIL europeo dell’industria manifatturiera, dall’attuale 15-16% fino a circa il 20%; la proposta della Commissione però non sembra contenere condizioni e misure utili. Lo Schema Europeo di Emissions Trading (EU ETS) viene conservato come importante strumento legislativo di politica climatica, e questo ci vede d’accordo, ma le modifiche proposte sembrano solo mirare all’aumento del prezzo delle quote, non affrontando né i problemi strutturali (come la dipendenza dalle fluttuazioni dei cicli economici), né le molte incertezze sulle regole (solo parzialmente definite) dopo il 2020. Ad esempio, la positività della conservazione dopo il 2015 della cosiddetta “Lista (dei settori esposti al rischio di) Carbon Leakage” è compromessa da quote gratuite insufficienti anche per le migliori prestazioni. Il presente documento di posizione descrive le modifiche da apportare alle regole dello Schema Europeo di Emissions Trading, per affrontare i rischi di Carbon Leakage, ed è associato ad un documento più ampio di analisi dettagliata del fenomeno e di giustificazione delle proposte. 1 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 2. Verso il 2030: Riforme per lo Schema Europeo di Emissions Trading. Federchimica sostiene lo Schema di Emissions Trading (EU ETS) come uno strumento con cui l’industria può ottenere le riduzioni concordate di emissioni di gas serra al costo più basso. Tuttavia, fino a quando nelle aree mondiali concorrenti non ci saranno costi e oneri paragonabili, occorre limitare i sovracosti della politica europea e, per esempio, occorrono misure efficaci per proteggere la competitività delle industrie carbon-intensive. Il presente documento si occupa di Emissions Trading, che copre la gran parte delle emissioni industriali di gas serra. Facciamo presente che le fonti di emissioni di gas serra non coperte dallo schema di Emissions Trading sono da un lato la maggioranza, e, dall’altro, quelle con il potenziale di riduzione più significativo (ad es: trasporti, edifici, etc.). Nell’auspicare un’efficace regolazione (che include anche la tassazione) delle emissioni “non industriali”, ricordiamo che essa potrebbe essere l’occasione per realizzare l’obiettivo di ridurre l’onere impositivo sul lavoro del mix delle entrate fiscali. Le presenti diverse misure europee e gli obiettivi vincolanti e indipendenti, come ad esempio quelli sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica, creano sovrapposizioni ed interferenze conflittuali. L’Europa ha bisogno di un quadro complessivo di misure orientate alla crescita, verso un’energia competitiva, sicura e ambientalmente equilibrata, comprendente uno schema riformato di Emissions Trading, e misure europee per le industrie energy-intensive. In assenza di un accordo globale per limitare le emissioni di gas serra con oneri di costo equivalenti, L’Unione Europea deve cessare di: aumentare unilateralmente i costi diretti e indiretti dell’energia per le industrie e i consumatori europei; adottare un approccio frammentario logorando la capacità competitiva dell’industria (trascurando la maggior parte delle emissioni) mentre le emissioni globali continuano a crescere a ritmo sostenuto. L’approccio da adottare dovrebbe tendere ad incentivare più che penalizzare l’industria, occupandosi delle dinamiche del consumo più che della produzione, per evitare il carbon leakage e garantire un ambiente economicamente favorevole per l’industria. 2 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 3. Le criticità del sistema attuale. Le maggiori criticità dell’EU ETS in vigore, per l’industria energy intensive, sono: (a) L’assegnazione ex-ante e un limite fisso sulle emissioni di carbonio: il sistema attuale di assegnazione ex-ante dell’EU ETS per le emissioni dirette conduce ad una sovra-allocazione durante le recessioni e ad un’assegnazione carente in periodi di crescita economica oltre le previsioni. La crisi economica e l’assegnazione ex-ante hanno contribuito a creare un basso prezzo del carbonio. Inoltre, l’assegnazione ex ante e un limite fisso per le emissioni producono in effetti incentivi per il carbon leakage da produzione: un’impresa, che riceve un quantitativo fisso di quote gratuite, può ridurre la sua produzione e vendere le quote eccedenti (e sostituire la minore produzione con importazioni da fuori dell’Europa). Un limite fisso è la ricetta per uno scenario di mancata crescita, che non tiene conto di una valutazione bottom-up del potenziale tecnologico ed economico di riduzione delle emissioni; (b) una compensazione incerta e parziale delle emissioni indirette (per il consumo di elettricità). Il Sistema Europeo di compensazione finanziaria discrezionale per i maggiori costi indiretti legati al consumo di elettricità non è né stabilito per i 27 Stati Membri né sufficiente; (c) la mancanza di una riserva per i Nuovi Entranti, ed altre regole essenziali per il dopo 2020. Per i nuovi investitori, non c’è certezza legale della disponibilità di quote per consentire loro di operare; (d) l’incertezza sulla prevenzione del carbon leakage. In realtà, la revisione frequente dello stato di (esposizione al rischio di ) carbon leakage contrasta con la necessità di un quadro stabile di lungo termine per gli investimenti, che hanno tipicamente un orizzonte temporale di 15-20 anni); (e) un sistema di benchmark troppo ambizioso (“top 10%”) costringerà all’acquisto di quote anche i Gestori Industriali che sono leader di efficienza tra i Produttori Europei: con le riduzioni lineari del livello di quote gratuite si scenderà, in alcuni casi prima del 2030, sotto i limiti termodinamici; (f) il fattore lineare di riduzione arresta la crescita e ostacola gli investimenti. Infatti, la Direttiva ETS prevede di ridurre le assegnazioni attraverso un fattore intersettoriale di correzione (“cross sectoral correction factor”) per gli “incumbents” e un fattore lineare di riduzione per i nuovi impianti, per garantire che le emissioni seguano il fattore lineare di riduzione del limite assoluto delle emissioni (“cap”), indipendentemente dal potenziale tecnico ed economico di riduzione delle emissioni e indipendentemente dal livello di attività economica, portando ad un segnale di mancata crescita per l’industria in futuro. 3 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 4. Le 5 soluzioni strutturali proposte. Le 5 soluzioni strutturali che Federchimica propone sono le seguenti: (a) un legame diretto con la produzione effettiva – introducendo un sistema expost e un limite (“cap”) dinamico. Per l’EU ETS occorre passare da un livello di produzione “congelato” ex-ante (la baseline storica) alla produzione effettiva (ex-post) come fattore moltiplicatore dei benchmarks (assegnazione = produzione x benchmark). Inoltre, il limite (“cap”) totale dell’EU ETS deve essere in grado di reagire al ciclo economico, cosa che eviterebbe massicci fenomeni di sovra o sotto assegnazione, come sperimentato nelle fasi 1 e 2 dell’EU ETS. Questo “cap” flessibile potrebbe, comunque, avere una traiettoria con direzione permanente verso il basso, garantendo un contributo ambizioso dell’Unione Europea alla decarbonizzazione. La velocità di diminuzione potrebbe essere basata (bottom up) sul potenziale di miglioramento tecnologico. Nel caso di una partecipazione globale all’ETS, tale velocità di riduzione potrebbe essere molto probabilmente maggiore poichè l’innovazione sarebbe favorita dall’interesse globale alla decarbonizzazione. Ciò significa una velocità maggiore di riduzione rispetto alla situazione di una partecipazione isolata dell’Europa, perché gli oneri sarebbero distribuiti (e simili) a livello mondiale. (b) un’assegnazione indiretta a livello UE per l’uso di elettricità. L’attuale instabile e parziale compensazione finanziaria per le emissioni indirette connesse con l’uso di elettricità dovrebbe essere convertita in un sistema complessivo di assegnazione di quote per le emissioni indirette affidabile e a lungo termine, senza l’utilizzo degli attuali fattori di riduzione, e a complemento dell’assegnazione per le emissioni dirette (vedere ad esempio lo schema ET australiano). (c) riserva Nuovi Entranti garantita dopo il 2020. Dovrebbe esserci chiarezza sulla riserva nuovi entranti (NER) dopo il 2020, per facilitare decisioni di investimento per la crescita o per la sostituzione di impianti manifatturieri esistenti e meno efficienti. Per creare certezza per gli investimenti, deve esserci una garanzia di ristabilire la riserva eventualmente esaurita, utilizzando le quote destinate ad asta. (d) regole per dare certezza dello stato di (esposizione al rischio di) carbon leakage. Certezza dello status di carbon leakage: i settori industriali dovrebbero avere certezza di essere considerati ‘esposti al rischio di carbon leakage’, ad esempio aggiungendo all’esistente valutazione una valutazione dei costi di CO2, gas naturale (rispetto allo shale gas), materie prime ed elettricità in Europa rispetto alle altre maggiori regioni industriali del mondo. 4 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS (e) un sistema realistico di benchmark. L’assegnazione secondo benchmark dovrebbe essere basata su una media pesata di efficienza che decresce con un fattore lineare di riduzione, ad esempio di 0.8% all’anno: questa prospettiva è più coerente con il potenziale di progresso tecnologico; sia il fattore lineare di riduzione, Linear Reduction Factor (LRF) di 1.74% e il fattore intersettoriale di correzione (cross sectoral reduction factor, CSCF) dovrebbero essere sostituiti. Al presente documento è associata un’analisi quantitativa e molto dettagliata del fenomeno “Carbon Leakage”, con la motivazione delle proposte di modifica all’EU ETS, per controllare i rischi di delocalizzazione: “Come garantire un futuro competitivo, low carbon, ed energeticamente efficiente. Uno sguardo ravvicinato al Carbon Leakage. Uno studio basato sulla CEFIC Roadmap al 2050”, Federchimica. 5 Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 5. Altri documenti di Federchimica sull’Energia. Collana Editoriale del Comitato Energia: N°1 il manuale CARE+ per l’Efficienza Energetica nelle PMI Chimiche (Gennaio 2011): - Volume 1: la Guida all’Auto-Diagnosi per l’Efficienza Energetica - Volume 2: le Migliori Prassi per l’Efficienza Energetica Collana Editoriale del Comitato Energia: N°2 “Come ragionare e decidere nell’Energia, con una buona base analitica” (Dicembre 2012) Position Paper N°14: Analisi e Valutazione della “Strategia Energetica Nazionale” (Novembre 2012) Position Paper N°15: L’ETS per il periodo 2013-2020: le proposte della CE su backloading e setaside. 9 Domande e Risposte di Federchimica (Dicembre 2012) Position Paper N°19: Risposta di Federchimica alla Consultazione della C.E. sul Libro verde: “Un quadro per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030.” (Luglio 2013) Come le imprese Chimiche possono applicare, con successo, gli strumenti finanziari per l’Efficienza Energetica (Luglio 2013) Le Metodologie Six Sigma applicate all’Efficienza Energetica: formazione e risultati nella Filiera Chimica Come garantire un futuro competitivo, low carbon, ed energeticamente efficiente. Uno sguardo ravvicinato al Carbon Leakage. Uno studio basato sulla CEFIC Roadmap al 2050 6 Per ulteriori informazioni: Giuseppe Astarita Federchimica Direzione Centrale Tecnico Scientifica 20149 Milano Tel. +39. 02. 34565.357 Fax +39. 02. 34565.329 E – Mail: [email protected] Federchimica – Valutazione e Proposta per l’EU ETS 20149 Milano Via Giovanni Da Procida 11 Tel. +39.02.34565.1 Fax. +39.02.34565.310 [email protected] 00144 Roma Viale Pasteur 10 Tel. +39.06.54273.1 Fax. +39.06.54273.240 [email protected] 1040 Bruxelles (Belgio) 1, Avenue de la Joyeuse Entrée Tel. +32.2.2861.232 Fax. +32.2.2306.908 [email protected] www.federchimica.it