Ritratti di famiglia

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Ritratti di famiglia
presenta il
della collana
A cura di:
Luca “Jinx” Salvadei e
Luigi Casarotto
Da un’idea di Fabio Zanella
e Pietro Bombonati
Associazione Culturale
Nipoti di Martin Mystère
presenta
Ritratti
Di
famiglia
Testi:
Emanuele Marinello
Raccolta disegni:
Melissa Camerani
Ricerca materiale
documentaristico
e impaginazione:
Paolo Mignone
Elaborazione grafica:
Daniele Busnelli
Copertina di:
Giancarlo Alessandrini
Colori di:
Alessandro Muscillo
e Giuseppe Pica
La presente pubblicazione è
senza scopo di lucro
ed è riservata ai soli Soci
dell’Associazione Culturale AMys
che se ne ripartiscono le spese di
produzione.
Articoli e immagini sono sotto il
copyright dei rispettivi detentori
o aventi diritto, autori e disegnatori.
La collaborazione è gratuita.
L’Associazione Culturale AMys non è
legata alla Sergio Bonelli Editore,
alla quale va comunque un
ringraziamento particolare per il
supporto dato.
Tutto il materiale illustrativo qui
riprodotto è copyright degli autori
e delle persone, o Agenzie, o Case
Editrici detenenti i diritti
ed è pubblicato ai soli fini di studio e di
documentazione.
Martin Mystère creato da
Alfredo Castelli
© Sergio Bonelli Editore
per gentile concessione
PREfazione
pREFAZIONE
DI ALFREDO cASTELLI
In prima mondiale
Buongiorno a tutti.
Quello che state per leggere è un esperimento mai tentato prima
in Italia, che dico?, nel mondo, che dico?, nell’universo tutto.
Dovete sapere che quelli dell’AMys – l’Associazione dei Nipoti di
Martin Mystère che ha edito questo volume – hanno la buona e
sacrosanta abitudine (imposta, per altro, dalla legge) di chiedere il
permesso per realizzare iniziative sul Detective dell’Impossibile, anche
quando, come questa, esse sono praticamente senza fini di lucro: il
personaggio infatti è coperto da copyright, e non può essere
liberamente utilizzato. Ed eccoci al punto: alla richiesta di uscire con
Ritratti di Famiglia ho fornito una liberatoria “pro forma” a voce, e
ho promesso di preparare “subito” anche un accordo scritto, noiosa
operazione che detesto. Come se non bastasse, ho poi promesso di
realizzare una presentazione al volume, cosa non facile perché la mia
nota modestia mi impedisce di tessere tutte le lodi che Martin
Mystère e il suo autore si meriterebbero.
Rimanda la stesura dell’accordo oggi, rimanda quella della
prefazione domani, mi trovo in ritardo con entrambi i testi. Con il
senno del poi, posso affermare che questo è un bene: di recente,
infatti, forzando la mia natura, ho inviato puntualmente
un’intervista per l’uscita del volume Zio Boris della Panini1,
avvertendo che a causa di questa inaudita diligenza sarebbero potuti
accadere avvenimenti straordinari. Il giorno dopo si è dimesso il
Papa ed è precipitato un grosso meteorite in Russia. Meglio non
sfidare di nuovo il destino rimandando a domani quello che si può
rimandare tra una settimana.
CONTINUA SU RITRATTI DI FAMIGLIA!
Nonostante sia sempre
impegnato in mille progetti,
Alfredo si è dimostrato
sempre attento e disponibile
verso l’Associazione “AMys”.
La prefazione a questo
volume ne è la testimonianza.
Dopo il volume a lui dedicato
“Castelli di Carta”, si rinnova
il sodalizio tra il “Pitore di
Santini” e i suoi “Nipoti”
preferiti.
PRESENTAZIONE
PRESENTAZIONE
DI lUCA “jINX” SALVADEI
Trent'anni.
Sono passati trent'anni da quel fatidico 1982 nel quale uscì il primo albo
di Martin Mystère e da allora sono cambiate molte cose. Per non parlare di
quanto siamo cambiati noi stessi...
Tutto scorre, dicevano gli antichi.
Ma per fortuna nelle nostre vite ci sono anche alcuni punti fissi,
alcune persone, idee, oggetti che rimangono uguali e non possono
essere modificati, come luci che segnano il cammino, come Stelle
Polari che segnano la nostra esistenza.
La politica italiana, per esempio. Nel 1982 si sono succeduti
diversi governi (due Spadolini e uno Fanfani), tutti con esiti
zoppicanti... Oggi... Beh, lasciamo stare, ma di sicuro zoppichiamo
ancora...
La situazione in Medio-Oriente, neppure quella si è modificata
molto. Basti pensare che proprio nel 1982 Israele invase il Libano...
La mafia, naturalmente. A quei tempi come oggi compiva attentati
(Pio La Torre, Calogero Zucchetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa,...) e
subiva pesanti arresti (Tommaso Buscetta). Una certezza, insomma.
Ovviamente non sono tutti negativi i punti di riferimento delle
nostre vite ed uno di quelli positivi è sicuramente la nostra passione
per i mysteri che ci accompagna fin da quel fatidico aprile di
trent'anni fa.
E insieme a noi, accompagna moltissime altre persone, in tutto il
mondo, dimostrando a tutti che l'attenzione per il mystero è
tantissima oggi come era tantissima quando Martin prese vita.
CONTINUA SU RITRATTI DI FAMIGLIA!
Fondatore nel 2001 della
prima Mailing List dedicata a
Martin Mystère, “BVZM”, e
nel 2003 dell’Associazione
“AMys”, Luca “Jinx” è il
cuore e il motore di tutte le
iniziative dedicate al
Detective dell’Impossibile. E’
sicuramente l’ultimo baluardo
del personaggio e del suo
creatore, nonché grande
conoscitore dell’Universo
Mysteriano.
INTRODUZIONE
iNTRODUZIONE
DI eMANUELE mARINELLO
Se dovesse citare un punto
fermo della sua vita,
Emanuele non avrebbe dubbi
ad indicare Martin Mystère.
Una passione scoccata con
l’albo “Rapa Nui!” e mai
sopita. Tra le lamasserie di
“Agarthi” è noto come “Sergej
Orloff”, non perché vada in
giro con maschera, mantello e
murchadna, ma perché è
convinto che un’amicizia
sincera possa davvero
cambiare il destino delle
persone.
Ritratti di famiglia è un progetto ideato da AMys per celebrare il
trentennale di Martin Mystère.
Il volume è suddiviso in tre sezioni: la prima ospita i ritratti di
Martin e di altri trenta personaggi cardine della continuity
mysteriana, ciascuno dei quali rappresenta idealmente uno degli
anni intercorsi tra il 1982, l’anno in cui il Detective dell’Impossibile ha
fatto il suo esordio in edicola, ed il 2012, l’anno del trentennale. I
ritratti sono stati realizzati da disegnatori che fanno attualmente
parte dello staff del fumetto o che in passato hanno prestato il loro
tratto a Martin Mystère e/o Zona X. Ciascun ritratto è affiancato da
un breve paragrafo in cui si spiega perché quel personaggio è
importante per il mondo del Detective dell’Impossibile; i personaggi
sono ordinati cronologicamente tenendo conto del primo albo in
cui sono comparsi.
La seconda sezione consiste in una cronologia ragionata di Martin
Mystère e riporta i principali eventi legati al nostro fumetto preferito
che sono avvenuti tra il 1982 ed il 2012. La cronologia non ha la
pretesa di essere esaustiva e non include quindi tutte le proposte
relative al personaggio che sono uscite in questi trent’anni, ma vuole
dare l’idea di quanto sia ricco e variegato il materiale che questo
fumetto ha prodotto: ad esempio, la cronologia segnala la nascita
delle diverse collane che si sono aggiunte alla serie regolare, il
debutto sulla testata dei numerosi autori che hanno scritto e/o
disegnato per Martin Mystère, per la miniserie Magic Patrol e per i
racconti di Zona X introdotti dal Detective dell’Impossibile, alcune
delle molteplici iniziative che hanno coinvolto il personaggio “al di
fuori delle edicole” ed altro ancora.
La terza sezione contiene le biografie essenziali dei disegnatori che
hanno firmato le illustrazioni.
Nella speranza che questo omaggio a Martin Mystère vi sia gradito,
vi invitiamo ad entrare nello studio del Buon Vecchio Zio Marty e a
sfogliare assieme a lui l’album dei suoi Ritratti di famiglia.
Ritratti di Famiglia
I PERSONAGGI
RITRATTI DI FAMIGLIA
MARTIN JACQUES MYSTERE
Dopo trent’anni di avventure, quello che più colpisce di Martin
Jacques Mystère è che si tratta di un personaggio che continua a
crescere. Questo non dipende tanto dal fatto che il Detective
dell’Impossibile ha una data di nascita ben precisa, a differenza di
molti altri eroi delle nuvole parlanti che rimangono eternamente
cristallizzati nella stessa età; dipende piuttosto dal fatto che è difficile
pensare a Martin come ad un semplice “personaggio”: infatti, egli
appare a noi lettori come una vera e propria persona che, anno
dopo anno, continua a mostrarci aspetti sempre nuovi di sé.
Certo, all’inizio la sua sconfinata cultura e le sue strabilianti
imprese archeologiche possono mettere soggezione; tuttavia, basta
approfondire la conoscenza del distinto professore per scoprire,
accanto ai suoi innegabili pregi, anche quelle piccole debolezze che
lo rendono meno perfetto, ma più umano.
Così, abbiamo imparato ad apprezzare l’inesauribile curiosità con
cui il Detective dell’Impossibile guarda al mondo, la sua disponibilità
ad allargare i confini delle proprie conoscenze anziché costringerle
entro rigidi schemi precostituiti ed il grande rispetto che nutre per la
vita. Al tempo stesso, ci siamo affezionati anche alla torrenziale
logorrea di Martin, con cui non può fare a meno di travolgere i suoi
ascoltatori, alla sua irrefrenabile passione per i libri, il cui peso
rischia ormai di far sprofondare l’appartamento di Washington
Mews nelle viscere della Terra, ed ai suoi leggendari ritardi sul
lavoro che, come accade a molti di noi, lo spingono a desiderare
giornate di quarantottore.
Colui che inizialmente poteva sembrare solo l’ennesimo
protagonista di un fumetto, con gli anni è diventato per noi lettori
come uno di famiglia e l’augurio migliore che possiamo fare al
Detective dell’Impossibile in questo trentennale è: “Lunga e avventurosa
vita, Buon Vecchio Zio Marty!”.
Martin Mystère appare per la
prima volta nella storia
“Gli Uomini in Nero”, scritta
da Alfredo Castelli e disegnata
da Giancarlo Alessandrini,
pubblicata sul nr. 1 della serie
regolare ad Aprile 1982.
Ritratto di
Giancarlo Alessandrini
I PERSONAGGI
RITRATTI DI FAMIGLIA
J. JAVA
Nel fumetto bonelliano e non solo, è tradizione che l’eroe sia
accompagnato da una spalla degna di fiducia; tuttavia, Java è
qualcosa di più di un semplice comprimario: tra il Detective
dell’Impossibile e l’uomo di Neanderthal esiste un’intesa così profonda
che è sufficiente un rapido sguardo affinché i due entrino in azione
in perfetta sincronia.
L’affiatamento reciproco è ancora più sorprendente se si
considera che la mente di Java funziona secondo modalità differenti
da quelle di un comune essere umano e che il neanderthaliano, non
essendo in grado di parlare la lingua degli uomini, si esprime con un
misto di grugniti e di gesti tratti dal linguaggio dei segni; eppure, il
loro legame è così saldo che si ha quasi l’impressione che i due
sappiano leggere ciascuno nei pensieri dell’altro.
Martin e Java hanno affrontato assieme un numero incalcolabile
di avventure e in più di una circostanza il Detective dell’Impossibile
non sarebbe riuscito a cavarsela se non avesse potuto contare sulla
forza, sull’istinto e sull’amicizia dell’uomo di Neanderthal: basti
pensare che è stato proprio Java a distruggere l’Unità 221 che aveva
assunto il nome di Robinson oppure che, se non fosse stato per le
peculiari caratteristiche mentali del neanderthaliano, la diabolica
invenzione attivata da Giulio Cesare Rosenberg avrebbe privato
l’umanità del libero arbitrio.
Il giorno in cui Martin si imbatté in Java nella Città delle Ombre
Diafane non trovò semplicemente la spalla di cui aveva bisogno
come eroe di turno, ma ebbe la fortuna di conoscere un vero e
proprio fratello, con cui avrebbe condiviso una parte importante
della propria vita.
Anche Java fa la sua prima
apparizione nella storia
“Gli Uomini in Nero”,
pubblicata sul nr. 1 della serie
regolare.
Fin da subito viene
caratterizzato come la spalla
perfetta del protagonista.
Ritratto di
Davide De Cubellis
I PERSONAGGI
RITRATTI DI FAMIGLIA
DIANA LOMBARD
Oggi è difficile guardare a Martin senza pensare anche alla sua
compagna Diana, visto quanto è forte la loro unione; eppure, il loro
rapporto non è sempre stato semplice. Soprattutto all’inizio, Diana
tormentava il Detective dell’Impossibile con un’assillante gelosia, tanto
che scenate ed arrabbiature erano all’ordine del giorno. D’altra
parte, Martin non faceva nulla per spegnere i dubbi della compagna:
quante volte ha annullato un appuntamento con la fidanzata per
poter indagare sull’ennesimo caso mysterioso, nel quale risultavano
spesso coinvolte donne assai affascinanti!
Nonostante questi momenti di tempesta, qualcosa di molto
intenso legava Martin e Diana ed i due non potevano fare a meno di
tornare l’uno dall’altra; anzi, in molte occasioni è stato proprio il
desiderio di riabbracciare la compagna che ha dato al Detective
dell’Impossibile la forza per superare ostacoli che apparivano
insormontabili. Con il tempo, la loro relazione ha assunto caratteri
più maturi: Diana è diventata meno inflessibile ed appare più
disposta ad accettare Martin così com’è; quest’ultimo, a sua volta,
sembra aver messo la testa a posto e dà alla compagna molte meno
ragioni per essere gelosa.
Pertanto, anche se si sposarono in forma strettamente privata ed
annunciarono il lieto evento solo dopo aver superato il fatidico
settimo anno, il matrimonio costituì per Diana e Martin il naturale
approdo del bel percorso che avevano compiuto assieme.
Diana, l’allora eterna
fidanzata di Martin Mystère,
compare per la prima volta
nella storia “Gli Uomini in
Nero”, esordendo con la
prima di una lunga serie di
scenate di gelosia.
Ritratto di
Fabrizio Russo
I PERSONAGGI
RITRATTI DI FAMIGLIA
pAN
“Gambe caprine, corna, corta barbetta”1: la descrizione di Pan
corrisponde perfettamente all’aspetto che viene tradizionalmente
attribuito al diavolo.
Ma era davvero questo il motivo per cui gli abitanti del villaggio
di Bialas lo temevano così tanto? O forse, ciò che più suscitava un
senso di paura e di rifiuto era il suo modo di vivere in piena libertà
ed in completa armonia con la natura?
La storia di Pan mostra come sia più facile perseguitare chi non si
accoda alla logica comune, additandolo come un nemico o,
appunto, come un demonio, anziché scegliere la strada più
impegnativa, ma anche più fruttuosa, dell’apertura e del dialogo
reciproco.
Qual era allora l’origine di Pan? Di fronte ad un attonito Martin,
egli si definì come “un semplicissimo, normalissimo extraterrestre,
come se ne trovano a miliardi nella galassia…”2; in particolare, Pan
proveniva da Marte, un mondo che un tempo era un rigoglioso
paradiso e che l’inquinamento ha trasformato in un arido deserto,
condannando a morte quasi tutti i suoi abitanti.
Nel corso degli anni, le sostanze inquinanti si sono diffuse
sempre di più anche sulla Terra, minando gravemente la salute di
Pan, ultimo del suo popolo, e costringendolo ad esalare l’estremo
respiro; la sua fine è anche un monito a cambiare, se vogliamo
evitare che il nostro pianeta si colori come Marte di uno sterile
rosso.
Il personaggio di Pan appare
unicamente nella storia “Il
sabba delle streghe”, scritta
da Alfredo Castelli e disegnata
da Claudio Villa,
pubblicata nella serie regolare
sui nr. 38, 39 e 40 di Maggio,
Giugno e Luglio 1985.
Ritratto di
Claudio Villa
I PERSONAGGI
Ritratti di famiglia
CRONOLOGIA mYSTERIANA
RITRATTI DI FAMIGLIA
Con l’albo Gli uomini in nero, approda in edicola I grandi enigmi
di Martin Mystère Detective dell’Impossibile: il fumetto esce nel mese
di aprile ed è edito con periodicità mensile dalla Daim Press, l’attuale
Sergio Bonelli Editore. Ideato dalla geniale fantasia di Alfredo Castelli
e caratterizzato graficamente dall’elegante tratto di Giancarlo
Alessandrini, Martin Mystère presenta un’ambientazione contemporanea
e si confronta con il vasto campo del mistero, dagli enigmi
dell’archeologia ai fenomeni paranormali fino all’ipotesi extra-terrestre:
il fumetto costituisce quindi una prima ed importante apertura della
casa editrice verso i territori del genere fantastico, che la Daim Press
aveva già toccato in alcuni episodi delle sue serie avventurose e western,
ma al quale non aveva ancora dedicato una testata a tema.
Per quanto riguarda nello specifico il mistero - anzi, il “mystero” - si
vuole sottolineare che nel 1982 questo argomento non era certo così
diffuso come lo è invece attualmente: chi scrive ritiene che Martin
Mystère abbia contribuito in modo significativo a far conoscere questa
materia al pubblico italiano, stimolando ad affrontarla senza pregiudizi,
ma anche senza inutili fanatismi. Non a caso, fin dal primo numero gli
albi comprendono una rubrica a periodicità irregolare chiamata I
misteri di Mystère, che approfondisce le tematiche trattate mostrando
“cosa c’è di vero e cosa di inventato nei racconti a fumetti del
Detective dell’Impossibile”3.
Martin Mystère è anche la prima serie bonelliana che riserva uno
spazio alle missive dei lettori: inizialmente, il titolo delle rubrica è La
posta di Martin Mystère, ma dopo pochi numeri viene abbreviato nel più
semplice La posta. Nei primi due albi, le lettere pubblicate vengono
preparate e firmate dalla redazione con lo scopo dichiarato di anticipare
le probabili curiosità dei lettori sul fumetto; questi ultimi reagiscono
con entusiasmo all’invito a corrispondere con la testata e già nel terzo
numero la rubrica ospita e dà risposta ai primi interventi dei lettori.
Inoltre, il Detective dell’Impossibile varca fin da subito i confini
dell’Italia e viene tradotto in Spagna da Editorial Zinco, diventando
Martin Mystère Investigador de lo Imposible: è la prima di tante
edizioni estere del fumetto.
I testi di tutte le storie uscite nel 1982 sono opera di Castelli; per
quanto riguarda i disegni, le prime due avventure sono illustrate da
Alessandrini, al quale viene affidato anche il ruolo di copertinista. Nel
corso dell’anno, esordiscono nella serie anche Angelo Maria Ricci, il
compianto Franco Bignotti ed i gemelli Gaspare e Gaetano Cassaro:
assieme ad Alessandrini, questi disegnatori rappresenteranno delle vere
e proprie colonne portanti per i primi anni di vita del fumetto.
CRONOLOGIA MYSTERIANA
Il numero tredici della rivista Orient Express (L’Isola Trovata)
pubblica Il sorriso della Gioconda di Castelli e Alessandrini, primo
racconto breve del Detective dell’Impossibile: l’espressione indica le
storie realizzate per riviste, quotidiani, enti o organizzazioni diverse
dalla Sergio Bonelli Editore. Dal punto di vista narrativo, i racconti
brevi stanno alle avventure della serie regolare come i corti
cinematografici stanno ai film veri e propri: le vicende si sviluppano e
trovano risoluzione in modo più immediato, senza per questo perdere
d’efficacia e senza snaturare le caratteristiche del personaggio. Inoltre, i
racconti brevi sono spesso legati ad iniziative sociali e culturali, per cui
la narrazione vira verso un tono maggiormente didattico e divulgativo.
Molte di queste storie sono stampate con una tiratura bassa e/o sono
distribuite solo a livello locale: procurarsele non è affatto un’impresa
semplice e ciò rende i racconti brevi dei pezzi particolarmente ambiti
dai cosiddetti “accumulatori”. Con questo termine sono soliti definirsi i
collezionisti di Martin Mystère più appassionati, poiché la loro missione
consiste appunto nell’accumulare ogni genere di materiale legato al
Buon Vecchio Zio Marty: dalle stampe delle mostre di fumetti alle
statuine del personaggio fino alle edizioni originali dei racconti brevi.
Per quanto il compito possa sembrare impossibile, nulla può fermare
un accumulatore: la “gioia dell’accumulazione” 4 sta anche e, forse,
soprattutto nel veder premiati gli sforzi fatti per recuperare le rarità
della produzione mysteriana.
Già nel suo secondo anno di vita Martin Mystère è oggetto di una
parodia: si tratta di Gigitex e Martin Enigma, contenuta nel mensile Il
piccolo missionario stampato dai missionari comboniani di Verona. Negli
anni successivi, vari autori si divertiranno a proporre un’interpretazione
in chiave parodistica del BVZM.
Grazie all’angolo della posta, il rapporto tra gli autori ed i lettori si
consolida sempre di più, come è testimoniato ad esempio da Il libro
degli arcani: la storia, che esce a cavallo tra il 1983 ed il 1984, nasce
proprio per venire incontro ad una richiesta apparsa nelle missive di
numerosi lettori, quella di “presentare, cioè, dei misteri appassionanti
svoltisi nel passato e a cui, per forza di cose, il nostro Detective
dell’Impossibile non poteva “partecipare””5. Il libro degli arcani segna
anche il debutto nella serie di Claudio Villa; tra i suoi numerosi lavori
per Sergio Bonelli Editore, si vuole sottolineare che il disegnatore
realizzerà negli anni seguenti le copertine dei primi quarantuno albi di
Dylan Dog e che avrà poi l’onore di subentrare ad Aurelio Galleppini
come copertinista di Tex.
RITRATTI DI FAMIGLIA
Il 1984 è l’anno de Il cobra d’oro, il primo Speciale estivo di
Martin Mystère; l’albo fuoriserie contiene una storia completa di
Castelli e Bignotti e presenta un maggior numero di pagine rispetto al
formato della serie regolare: centosedici anziché le usuali cento. La
seconda di copertina ospita un’accurata biografia del Detective
dell’Impossibile, che spazia dal suo prestigioso curriculum accademico, ai
suoi successi editoriali e televisivi sino ad eventi chiave come il
rinvenimento del murchadna e l’incontro con Java. Allo Speciale è
allegato il primo Dizionario dei Misteri: questo fascicolo di
sessantaquattro pagine è impreziosito dalla copertina di Villa e consiste
in un dossier incentrato di volta in volta su uno specifico argomento
misterioso; in particolare, il Dizionario del 1984 esplora i luoghi e oggetti
misteriosi.
L’idea dell’albo fuoriserie con fascicolo accluso ottiene un buon
riscontro, tanto che questa formula verrà replicata fin dall’anno
successivo e verrà poi estesa anche ad altri fumetti bonelliani.
Alcuni anni dopo, negli spazi redazionali dell’albo Di tutti i colori!
(1990), Castelli svelerà un retroscena sulla nascita dello Speciale: nei suoi
primissimi anni di vita, l’avventura editoriale di Martin Mystère stava per
terminare prematuramente a causa delle basse vendite; una delle mosse
studiate per risollevare le sorti della testata consisteva nel proporre
periodicamente un fascicolo scritto in allegato agli albi della serie
regolare. Fortunatamente le cose andarono diversamente; tuttavia l’idea
rimaneva valida e venne tradotta nella collana degli Speciali.
Nell’ambito della serie regolare, una nota curiosa riguarda la storia Il
delitto di Martin Mystère, che compare nei numeri ventisette e ventotto
del fumetto, ma che non ispira la copertina di nessuno di questi due
albi: infatti, la copertina del numero ventisette si riferisce all’ultima
parte della storia I figli del sogno, mentre quella del numero ventotto
raffigura la prima parte della storia La sfera di cristallo.
Sempre nel 1984, parte Martin Mystère Raccolta, una collana che
propone le rese dei numeri originali all’interno di volumi
ricopertinati, i quali corrispondono ciascuno a due albi della serie
regolare. Nello stesso anno, un nuovo autore si affianca a Castelli:
Creature dell’ignoto vede ai testi lo scrittore di fantascienza, soggettista e
sceneggiatore di fumetti Pierfrancesco Prosperi, che collaborerà alla
testata per molti anni, realizzando anche alcuni racconti della rivista
bonelliana Zona X. Tunguska! costituisce invece il primo lavoro
mysteriano di Giampiero Casertano: l’artista presterà il suo tratto ad
altre due storie della serie regolare, ad un racconto breve e ad uno
Speciale, per poi diventare uno dei disegnatori di punta di Dylan Dog,
nonché il copertinista dei primi quarantatré numeri del poliziesco
bonelliano Nick Raider.
CRONOLOGIA MYSTERIANA
Il concetto di racconto breve viene portato agli estremi con la
pubblicazione del primo one pager, ovvero della prima storia del
Detective dell’Impossibile composta da una sola pagina: Martin
Mystère 9° di Castelli e Villa è incluso nel fascicolo Rhythm and
Books, viaggio a fumetti nella letteratura per ragazzi, realizzato per la
Fiera del Libro per ragazzi di Bologna. La tavola ritrae un immaginario
pro-pronipote del BVZM che vive in un avveniristico venticinquesimo
secolo; lo spunto verrà ripreso ed ampliato anni dopo nell’albo
fuoriserie Generazioni (2003).
Merita di essere citata anche la rubrica I misteri di Mystère contenuta
nell’albo Rapa Nui! perché, dopo aver approfondito l’argomento del
corpo astrale, Castelli riporta un evento che ha vissuto in prima
persona; applicando un metodo descritto in un manuale americano, il
Buon Vecchio Zio Alfy avvertì una sera “una sensazione strana e
fastidiosissima: quella di “uscire” dal mio corpo e vedermi sdraiato sul
letto”6. Castelli non sa spiegarsi cosa sia effettivamente accaduto, ma
afferma che l’esperienza fu piuttosto sgradevole, tanto da fargli
prendere la seguente risoluzione: “da allora in poi, avrei lasciato simili
esperimenti ai personaggi dei miei fumetti”7.
Un altro interessante articolo del BVZA compare sul numero 23
della fanzine Fumo di China, con il titolo Genesi di un personaggio:
l’articolo costituisce un’affascinante cronistoria che tratteggia le origini
del fumetto Martin Mystère.
Ben tre storie della serie regolare sono frutto dell’atteggiamento di
apertura che Castelli mostra nei confronti di altri autori: un soggetto
inviato da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, i futuri papà
della serie bonelliana Nathan Never, diventa Il mistero del nuraghe;
nel racconto, ambientato nella Sardegna tanto amata dai tre
sceneggiatori, uno dei custodi della mysteriosa Dea Madre porta
proprio il nome di Bepi Vigna! Giancarlo Malagutti contribuisce
all’ideazione dell’avventura Telepatia; in seguito, il fumettista firmerà
anche i testi del mystero italiano La palude (1995). Il sabba delle streghe
nasce da un’idea di Sauro Pennacchioli; l’autore continuerà a scrivere
per il fumetto fino alla prima metà degli anni novanta, dedicandosi
anche a Zona X.
Per quanto concerne il comparto grafico, esce Mysteryland, la prima
storia di Martin Mystère illustrata da Enrico Bagnoli alias Henry; l’artista
vanta una pluridecennale carriera fumettistica, che lo ha visto lavorare
per numerose case editrici italiane e straniere, ed il suo tratto fornisce
un’interpretazione particolarmente originale ed efficace del Detective
dell’Impossibile e del suo mondo. Bagnoli continuerà a disegnare per la
testata fino al 2012, quando scompare all’età di ottantasette anni.
Ritratti di famiglia
I dISEGNATORI
RITRATTI DI FAMIGLIA
GIANCARLO aLESSANDRINI
Giancarlo Alessandrini nasce a Jesi (AN) nel 1950. Il suo esordio professionale avviene su Il Corriere dei
Ragazzi (Editoriale del Corriere della Sera): tra il 1972 e il 1976 illustra la serie Anni 2000, dodici episodi
di Lord Shark, di cui cura la caratterizzazione grafica, due episodi de Il Maestro e vari racconti
autoconclusivi. Nel 1975 collabora con lo Studio Giolitti, prestando il suo tratto alla casa editrice inglese
Fleetway. Realizza i disegni di alcune storie su Eva Kant (1976) per Cosmopolitan (allora edito da
Mondadori). Per la collana bonelliana Un uomo un’avventura illustra L’uomo di Chicago (1977); inoltre,
entra nello staff di Ken Parker. Nel 1978 è impegnato anche su SuperGulp (Mondadori). Nel 1980 approda
a Il Giornalino (Edizioni San Paolo), dove si cimenta con le serie Rosco & Sonny, di cui è il creatore grafico,
Ai confini dell’avventura e Storie di tutti i tempi. E’ autore della caratterizzazione grafica del fumetto
bonelliano Martin Mystère, di cui è il copertinista e il principale disegnatore. Al sodalizio con la serie di
Castelli affianca altre esperienze: presta il suo tratto a L’uomo di Mosca, uscito su Torpedo (Edizioni ACME)
nel 1990, e ad Anastasia Brown, pubblicato su L’Eternauta (Comic Art) dal 1991 al 1993; inoltre, alcuni
suoi lavori appaiono su Splatter e Mostri (Edizioni ACME) e ancora su L’Eternauta. Consegue i Premi
ANAF nel 1991 e Yellow Kid nel 1992. Firma le copertine della testata bonelliana Zona X, per cui illustra
due episodi di Magic Patrol. Per il mercato francese disegna tre avventure di Indiana Jones (Bagheera, 1993 1994 - 1995) e i due volumi di Outremer (Albin-Michel, 2001 - 2003). Nel 2002 riceve il Premio di Giuria
dell’ANAFI e il Premio U Giancu. Per la Bonelli, illustra il Gigante di Dylan Dog Il “Senza Nome” (2004),
il “Texone” Canyon Dorado (2006) e il racconto Il banco dei pegni nel Dylan Dog Color Fest n. 7 (2011).
Collabora al quinto (2007) e sesto (2009) albo della serie Quintett (Dupuis).
STEFANO bABINI
Stefano Babini nasce a Lugo (RA) nel 1964. Muove i primi passi in ambito fumettistico lavorando come
inchiostratore per Edifumetto; inoltre, frequenta lo studio di Hugo Pratt. Illustra la storia Pendolare del
tempo, che esce nel 1995 su Zona X (Sergio Bonelli Editore). Per la Rivista Aeronautica realizza una serie di
episodi sulla storia dell’aviazione, curando i testi e i disegni e ideando il personaggio dell’aviatore Attilio
Blasi. Nel 2001 dà vita assieme a Giovanni Fanti alla strip Mirna per il periodico Donna Moderna
(Mondadori). Firma il racconto Mediterraneo, che viene pubblicato nel volume Storie aeronautiche a fumetti
(Rivista Aeronautica, 2002). Si occupa delle chine per l’adattamento a fumetti di alcuni racconti di
Niccolò Ammaniti: le storie vengono sceneggiate da Daniele Brolli per i disegni di Davide Fabbri e
confluiscono nel volume Fa un po’ male (Einaudi, 2004). A partire dal 2006 disegna per Diabolik
(Astorina). Per Dada Editore dà alle stampe la graphic novel Non è stato un pic nic! (2009), lo sketchbook
Welcome Bye Bye (2010) e Cielo di fuoco (2011), che ripropone le sue storie apparse sulla Rivista Aeronautica.
Contribuisce all’iniziativa Cinquanta x Cento - Cinquanta matite per cento anni di CGIL (Ediesse, 2010).
Inoltre, collabora con Vanity Fair (Edizioni Condè Nast S.p.A.). E’ autore di numerose illustrazioni e
copertine ed è impegnato anche come grafico pubblicitario, pittore ed insegnante di fumetto.
I DISEGNATORI
BRUNO bRINDISI
Bruno Brindisi nasce a Salerno nel 1964. Nel 1983 debutta nel mondo del fumetto tramite la fanzine
Trumoon. In seguito presta il suo tratto alla casa editrice EPP, a Edizioni Cioè e a Edizioni ACME.
All’inizio degli anni novanta entra nello staff di Dylan Dog (Sergio Bonelli Editore); nel corso degli anni,
si dedica anche ad altre testate della casa editrice milanese, come Nick Raider, Tex, Brad Barron, Martin
Mystère e Le Storie. Sempre all’inizio degli anni novanta illustra la miniserie Bit Degeneration, pubblicata su
L’Eternauta (Comic Art), ed i primi episodi delle serie Billiteri e Orazio Brown, apparse sull’Intrepido (Casa
Editrice Universo). Viene insignito da ANAFI del Premio Albertarelli nel 1993 e del Premio come
miglior disegnatore nel 1995. E’ autore delle sigle dello sceneggiato Il conto Montecristo, diretto da Ugo
Gregoretti e trasmesso dalla RAI nel 1997. Nello stesso anno ottiene il Premio Fumo di China come
miglior disegnatore realistico. Nel 2002 realizza la copertina e le illustrazioni interne del greatest hits del
gruppo vocale Neri per Caso, intitolato La raccolta. L’anno seguente riceve il Premio Cartoomics-If come
miglior disegnatore. Disegna il duecentesimo albo di Dylan Dog, Il numero duecento (2003), che consegue il
Premio Fumo di China per la miglior storia realistica nel 2003. Nel 2004 ANAFI gli conferisce
nuovamente il Premio come miglior disegnatore. Su testi di Patrick Weber illustra i due volumi di
Novikov (Les Humanoïdes Associés, 2005 - 2006). Nel 2006 gli viene assegnata la Targa Grandi Autori
nell’ambito della XXIII Mostra del Fumetto di Falconara. Tra il 2007 ed il 2009 firma alcune vignette ed
illustrazioni per il quotidiano La Gazzetta dello Sport. Nel 2011 vince il Premio U Giancu. Contribuisce
all’albo del cinquantennale di Diabolik (Astorina), intitolato Il segreto di Diabolik e pubblicato nel 2012.
Nello stesso anno l’Associazione Dylandogofili gli attribuisce il Premio Grouchino d’Oro. E’ autore delle
copertine della Collezione Storica a Colori di Dylan Dog, pubblicata nel 2013 dal Gruppo Editoriale
L’Espresso in collaborazione con Sergio Bonelli Editore.
GIANCARLO cARACUZZO
Giancarlo Caracuzzo nasce a Roma nel 1960. Tra il 1980 ed il 1986 è impegnato come pittore e
decoratore con la scenografia teatrale Stam, nell’ambito della quale contribuisce ai dipinti scenografici di
numerose opere teatrali. Inoltre, tra il 1982 ed il 1986 muove i primi passi nel mondo del fumetto,
prestando il suo tratto a Lanciostory e Skorpio (allora pubblicati da Eura Editoriale) ed a Boy Comics e Rosa
Shocking (Edizioni Cioè). Approda poi alla casa editrice EPP e a Edizioni ACME; per quest’ultima illustra
la serie umoristica Zio Tibia ed alcune storie apparse su Splatter e Mostri. Seguono numerosi lavori per
Sergio Bonelli Editore: si dedica dapprima a Martin Mystère e Zona X, per poi passare, tra la seconda metà
degli anni novanta e la prima metà degli anni duemila, a Nick Raider, Julia e Brad Barron. Parallelamente,
si spende anche in altre collaborazioni: tra il 1991 ed il 1994 disegna per Nero (Granata Press),
realizzando su testi di Giuseppe Ferrandino il ciclo Storia di cani. Nel 1993 fonda assieme ad altri autori
la Scuola Romana dei Fumetti, della quale è uno dei docenti. Instaura un rapporto professionale con la
Casa Editrice Universo: tra il 1993 ed il 1999 firma i disegni di numerosi racconti per Intrepido e di
alcuni episodi della serie ESP, della quale cura la caratterizzazione grafica. E’ tra i disegnatori che
contribuiscono alla collana I grandi miti greci a fumetti (De Agostini/Mondadori, 1995) di Luciano De
Crescenzo. Tra il 1996 ed il 2003 è autore di alcuni storyboard cinematografici. Tra il 2004 ed il 2005
illustra le settantotto carte de I tarocchi dei samurai (Edizioni d’Arte Lo Scarabeo). Dal 2005 lavora
soprattutto per l’estero, collaborando con le case editrici Dupuis, Delcourt, Robert Laffont, Devils Due,
IDW Publishing, DC Comics, Marvel Entertainment e Image Comics. Non mancano nuove esperienze
italiane, come quella con la serie Nemrod (Star Comics), per cui disegna quattro albi editi nel 2009.
RITRATTI DI FAMIGLIA
ROBERTO cARDINALE
Roberto Cardinale nasce a Belluno nel 1968. E’ impegnato nel fumetto come autore completo,
dedicandosi sia al disegno che alla scrittura. Le sue prime esperienze professionali includono lavori per le
Edizioni d’Arte Lo Scarabeo e per Fumetti d’Italia (Editrice Europa), per cui disegna e firma articoli; si
spende su varie riviste siciliane di politica e cultura, realizzando anche una collaborazione con il
magistrato Giovanni Falcone mediante alcune illustrazioni per articoli contro la mafia. Inoltre, è autore
di storie sulla lotta partigiana nel bellunese per Fumo di China. Instaura un prolifico sodalizio con Stefano
Nocilli, assieme al quale scrive numerose opere: il volume di fiabe Il canto della Terra (Hazard Edizioni,
2001), ai cui testi contribuisce anche Bepi Vigna e che vede la partecipazione di oltre centocinquanta
fumettisti ed illustratori italiani; la graphic novel Mickey, della quale escono due volumi: uno per
la Hazard Edizioni nel 2002 e successivamente uno per Free Books, con il seguito delle storie di Mickey;
l’albo su San Francesco La nascita eterna (Edizioni Di, 2007), illustrato da Claudia Volonté; l’hard
boiled Trash (Edizioni Di, 2007), con i disegni di Leone Cimpellin e Gipi e gli acquerelli di Sergio
Tisselli; la miniserie fantascientifica Kepher (Star Comics, 2011); il numero zero di Misteri per caso - Alla
ricerca delle verità nascoste (Star Comics, 2011), al quale presta il suo tratto Vito Rallo. Nel 1995 entra a far
parte dello staff di Martin Mystère (Sergio Bonelli Editore), dove esordisce illustrando la storia Gli uomini
del blues (2003); sua è inoltre la copertina del Gigante La sindrome di Matusalemme (2009), di cui realizza
anche i disegni. E’ autore del portfolio Martin Mystère in Slumberland (001 Edizioni, 2010), un omaggio
a Little Nemo di Winsor McCay composto da due illustrazioni, una in bianco e nero e una con i colori di
Emanuele Tenderini.
LUIGI cOPPOLA
Luigi Coppola nasce a Napoli nel 1957. All’inizio della sua carriera collabora con alcuni studi di grafica,
approfondendo la tecnica della serigrafia e bozzettistica pubblicitaria. Nel 1984 esordisce nel mondo del
fumetto, realizzando la storia breve “L’Attesa” pubblicata sulla fanzine Trumoon. Sua è anche la copertina
del numero della rivista in cui compare il racconto. Successivamente, l'incontro con Dino Leonetti per il
quale realizza le prime storie a fumetti. Lavora per le Edizioni ACME e per la Ediperiodici; per
quest’ultima illustra tra le altre alcune storie e le copertine del mensile Blob. All’inizio degli anni novanta
diventa uno dei disegnatori di Martin Mystère (Sergio Bonelli Editore), per il quale firma i racconti Ritorno
all’Eden (1991), contenuto nell’Almanacco del Mistero 1992, e Il taglio a nove mani (1992), inserito
nell’Almanacco del Mistero 1993; inoltre, illustra numerosi albi della serie regolare, il primo dei quali esce
nel 1993 con il titolo La grande illusione. Il suo ultimo lavoro ad oggi pubblicato su Martin Mystère è il
bimestrale Il prigioniero della laguna (2010), che funge da seguito ad un’altra storia alla quale ha prestato il
suo tratto: il mystero italiano Casanova (1994).
SOMMARIO
SOMMARIO
6 – PREFAZIONE di Alfredo Castelli
8 – PRESENTAZIONE di Luca “Jinx” Salvadei
11 – INTRODUZIONE di Emanuele Marinello
13 – I PERSONAGGI
77 – CRONOLOGIA MYSTERIANA
109 – NOTE
111 – I DISEGNATORI
129 – BIBLIOGRAFIA
130 – SITOGRAFIA
133 – SOMMARIO
Associazione Culturale
Nipoti di Martin Mystère
ha presentato
RITRATTI
DI
FAMIGLIA
a cura di Luca “Jinx” Salvadei
VOLUME II
della collana
stampato nel mese di Aprile 2013