Adolfo Baloncieri - Grigi Club Oviglio "Gino Armano"

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Adolfo Baloncieri - Grigi Club Oviglio "Gino Armano"
Adolfo Baloncieri
2 Caratteristiche tecniche
Adolfo Baloncieri (Castelceriolo, 27 luglio 1897 –
Genova, 23 luglio 1986) è stato un allenatore di calcio
e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
2.1 Giocatore
La critica è sostanzialmente unanime nel collocarlo tra i
più grandi calciatori d'ogni epoca. Gianni Brera lo considerava il miglior interno di tutti i tempi al pari di
Giuseppe Meazza e Valentino Mazzola[1] , e Carlo Felice
Chiesa ha scritto nel 2010: «Se fosse possibile una graduatoria assoluta dei grandi registi del calcio mondiale
di ogni epoca, probabilmente Adolfo Baloncieri, atleta di
un tempo tanto remoto rispetto al nostro, finirebbe tra i
primi, se non il primo in assoluto»[2] .
1
«Mezzala goleador di limpidissimo stile»[15] , veniva lodato da Gianni Brera per la «nevrile eleganza», il «genio»
e l'«istinto goleadoristico»[16] . Sempre Brera lo definì «il
più classico prodotto del calcio italiano negli anni 20 e
uno dei più classici di sempre»[15] .
Franco Ossola junior scrisse su di lui: «sapeva fare veramente di tutto: impostare, dettare i tempi dell'azione,
scattare, dribblare, contrastare e andare, a volte meravigliosamente in gol»[17] . «Capace di dare nerbo non
solo alla sua, ma anche all'altrui azione» è considerato
da molti critici «il primo vero, autentico regista del nostro calcio»[17] . Per Antonio Ghirelli aveva «il senso della manovra, la percezione del movimento, l'intuito della
posizione, la rapidità del tiro»[15] .
Biografia
Adolfo Baloncieri era nato a Castelceriolo, sobborgo di
Alessandria, da una famiglia originaria di Caselle Torinese[3] . Durante l'infanzia visse per dodici anni[4] con la
famiglia in Argentina[2] , a Rosario, e qui venne in contatto col mondo del calcio[5] all'età di nove anni[6] . Desideroso di dedicarsi allo sport, non completò gli studi di
ragioneria[7] .
Renato Casalbore sottolineò che, forte della sua esperienza di vita in Argentina, esportò nel nostro calcio elementi
stilistici tipici dei giocatori sudamericani inediti nel gioco
all'italiana, come il tocco elegante, il virtuosismo, l'arte
della manovra[2] . «Con la sua andatura caratteristica scrisse Vittorio Pozzo - scattava dalla posizione arretrata che è solito assumere, sguasciava via all'avversario, ed
Tornato in Italia, entrò nelle giovanili dell'Alessandria nel un suo tocco della palla generava un attacco, inscenava
1913[6] ; debuttò in prima squadra nel 1914, a 17 an- un'avanzata»[10] .
ni, prima che la Grande Guerra costringesse al blocco
delle competizioni. Durante il conflitto fu al fronte come artigliere[8] . Alla ripresa delle attività si distinse tra
i calciatori più celebri degli anni Venti; ottenne impor- 2.2 Allenatore
tanti successi col Torino, con cui vinse due titoli nazionali (uno revocato per il extquotedblCaso Allemandi ex- Divenuto allenatore durante la transizione da metodo a
tquotedbl). Nel 1930 fu nominato Cavaliere della Coro- sistema, ma memore della piramide, Baloncieri si era pona d'Italia[9] su proposta del presidente della Federcalcio sto il problema «di ridare alle ali la funzione offensiva;
Arpinati[10] . Smise di giocare nel 1931; interessato al- tatticamente conservare la bellezza stilistica spettacolare
la crescita dei giovani atleti, s’impegnò attivamente per del gioco ed impedire che questo precipiti o degeneri in
la creazione del settore giovanile granata[6] . Divenne poi un balbettante linguaggio di dissolvimento tecnico»[18] .
allenatore, conoscendo alterne fortune.
Il gioco del Liguria 1938-1939, da lui allenato, osservato
Il fratello maggiore Mario fu calciatore dilettante durante la partita del 1º gennaio 1939 contro il Torino, fu
nell'Alessandrina[11] e poi giornalista[12] , mentre il cugi- così descritto da Vittorio Pozzo: «tutto penetrazione, tutto
no Guglielmo Brezzi, morto in giovane età, fu suo compa- spirito pratico questo giuoco, che ha per base il tenere la
gno di squadra nell'Alessandria e in Nazionale. Fu colpito palla il meno possibile e lo sfruttare l'opera delle ali il più
da altri lutti per via delle premature dipartite del fratel- possibile»[19] .
lo Carlo, annegato a Finale Ligure nell'agosto 1933[13] ,
e di un figlio[7] . Con l'altra figlia, Flora, insegnante, e
una sorella visse a Genova negli ultimi anni[7] . Morì nel
1986, pochi giorni prima di compiere 89 anni, per una 3 Carriera
broncopolmonite[14] .
1
2
3
CARRIERA
e raggiungendole nel 1921, quando fu sconfitta dalla Pro
Vercelli. Baloncieri, che faceva parte di un famoso trio di
centrocampo con Guglielmo Brezzi e Carlo Carcano[6] ,
contribuì con continuità al conseguimento di questi risultati, segnando, a seconda delle fonti, tra le 72 e le 75
reti, dato che lo colloca al quarto posto tra i giocatori più
prolifici in maglia cinerina[26] .
Sebbene fosse ormai considerato il simbolo della squadra alessandrina[27] , secondo diverse fonti attorno al 1925
il suo rapporto con la società era prossimo ad incrinarsi. Chiesa riporta che «l'Alessandria», dove era «costretto a fare la vedette», «ormai gli andava stretta»[2] . Certo furono avviate segretamente trattative per la sua cessione al Torino del conte Marone Cinzano; i granata offrirono la cifra, fra le più altre per l'epoca, di 70 000
lire[15] . La dirigenza dell'Alessandria accettò, e il presidente Ronza si giustificò con i tifosi amareggiati esclamando «Non è il caso di disperare, abbiamo ceduto un
vecchio ronzino»[27] .
Il rapporto con dirigenza e tifosi dell'Alessandria si sarebbe riallacciato solo nel 1929, quando nell'amichevole
per l'inaugurazione nel nuovo stadio Hardturm di Zurigo
contro il Grasshoppers Baloncieri accettò d'indossare
nuovamente la maglia grigia[28] .
Baloncieri con la maglia della Nazionale.
3.1
3.1.1
Giocatore
Club
Alessandria (1914-1925) Dopo aver militato nella Juventus, formazione amatoriale alessandrina[4][20] , esordì
a 17 anni nella prima squadra dell'Alessandria; per diverso tempo si è indicato come giorno del suo debutto
il 28 marzo 1915: in quell'occasione l'allenatore George
Arthur Smith lo aveva schierato all'ala sinistra, in sostituzione dell'infortunato Bosio, contro il Milan. La partita, decisiva per l'esito del girone semifinale del campionato 1914-1915, terminò 0-0[21][22] . Nel 2010 il giornalista Ugo Boccassi ha invece anticipato la data del debutto al 6 dicembre 1914, in Alessandria-Andrea Doria (2-2)[23] : Baloncieri giocò per sopperire all'assenza di
Dellacasa, in una partita non brillante della linea d'attacco
dell'Alessandria[24] . In seguito allo scoppio della guerra,
la società interruppe momentaneamente le attività.
Baloncieri (a sinistra) con Libonatti e Rossetti.
Durante il periodo di guerra Baloncieri, come altri giocatori dell'Alessandria, disputò alcune partite amichevoli con l'Unione Sportiva Alessandrina, squadra dilettantistica sorta in quel periodo per sopperire all'assenza di
società calcistiche in città[11] . Ritornò tra i grigi nella primavera 1919, in occasione della Coppa Brezzi, competizione organizzata dalla stessa società e vinta superando
Valenzana, Juventus e Casale[25] .
Torino (1925-1932) Quello di Baloncieri al Torino fu,
per la cifra e per il valore del giocatore, uno dei primi
trasferimenti clamorosi nella storia del calciomercato italiano, assieme a quelli di De Vecchi dal Milan al Genoa
e di Rosetta dalla Pro Vercelli alla Juventus[29] .
Nel Torino Baloncieri andò a far parte con Julio LibonatNegali anni seguenti l'Alessandria disputò campionati na- ti e Gino Rossetti del cosiddetto «Trio delle Meraviglie»,
zionali di buon livello, senza mai riuscire a vincere il tito- terzetto offensivo «a dir poco irresistibile» all'interno
lo, ma sfiorando le finali per tre volte (1920, 1922 e 1923) di un modulo «prettamente danubiano», in cui anche il
3.2
Allenatore
3
centravanti Libonatti contribuiva alle incursioni in area 3.2.1 Le prime esperienze
avversaria dei compagni di reparto[30] .
Secondo Ossola il Torino, con l'innesto di Baloncieri, fece In un'intervista del 1932 dichiarò di aver avuto esperien«un salto di qualità eccezionale»[17] . La squadra granata ze da trainer sin dagli anni Venti, allenando l'Alessandria
cui altre fonti danno
vinse il campionato 1926-1927, superando le più accredi- nella stagione 1924-1925 (anno in[38]
come
allenatore
l'ungherese
Gonda
), seguendo la pretate Bologna e Juventus, per poi vederselo revocare dalla
parazione
di
«ben
cinque
squadre
di
Macerata
e dintorni»
[17]
Federcalcio per il “caso Allemandi” ; Baloncieri consinell'estate
1927
e
occupandosi
attivamente
della
creazioderò la sottrazione del titolo il rimpianto più grande delne,
nel
1928,
della
formazione
giovanile
del
Torino,
chiala sua carriera e, denunciando in prima persona presunti
mata
in
suo
onore
Balon
Boys
e
allenata
da
Karl
Stürmer.
lati oscuri dell'indagine, dichiarò che «il dilemma venne
Dalle giovanili granata di quel periodo passarono in pririsolto in maniera sbrigativa»[31] .
ma squadra e militarono in Serie A diversi giocatori (Bo,
L'anno successivo il Torino si ripeté; il 5 febbraio 1928 Lorini, Rosso, Borel I)[6] .
Baloncieri segnò sette reti nel 14-0 con cui i granata sconfissero la Reggiana, record non più eguagliato o superato Cresciuto calcisticamente alla scuola alessandrina di
da nessun giocatore granata[17][32] . Avendo segnato in to- George Smith, ne portò avanti le istanze, mostrando intetale 100 gol con la maglia del Torino si trova all'ottavo resse in particolare per la crescita dei giovani calciatori;
posto della classifica dei marcatori del club granata, club oltre a quelli già citati, durante la sua carriera lanciò, tra
Borelli ad Alessandria e
del quale vestì ì colori fino alla fine della carriera, datata gli altri Luigi Cassano e Michele
[39]
Carlo
Alberto
Quario
a
Como
.
1932.
Debuttò nel 1932 alla Comense, in Serie B, conquistando un buon sesto posto finale; Baloncieri scese in cam3.1.2 Nazionale
po in tre occasioni, quando la rosa fu ridotta all'osso da
infortuni e squalifiche[40] . Nella stagione successiva la
Casalbore sottolineò che, all'ingresso di Baloncieri in squadra lariana chiuse quarta nel suo girone, sfiorando
Nazionale, questa compì un decisivo «salto di qualità», l'ammissione alle finali per la promozione in A.
passando dall'epoca precedente, definita dello «sbara- Al termine del campionato Baloncieri passò al Milan, in
glio» che trovava il suo massimo esponente nell'irruento massima serie; la formazione rossonera, per esigenze di
Giuseppe Milano, ad un gioco più ordinato e ragionato: bilancio, affidò a Baloncieri una rosa giovane e italiana
Baloncieri era pertanto definito «un riformatore»[2] .
(definita da Leone Boccali «strapaesana»[41] ); l'allenatore
Debuttò nel 1920, a Genova, contro l'Olanda (1-1); il 2
marzo 1930, assieme ad Umberto Caligaris, superò per
numero di presenze il primatista dell'epoca Renzo De
Vecchi (43 gare in azzurro)[10][33] . Raggiunse le 47 gare e
mantenne questo record per meno di un anno, poiché fu
migliorato dallo stesso Caligaris il 25 gennaio 1931[34] .
Resistette più a lungo il primato di azzurro a portare più
volte la fascia di capitano (28 gare), battuto da Giacinto
Facchetti l'11 giugno 1970. Furono famosi, all'epoca, i
suoi “duelli” con il portiere della Spagna Ricardo Zamora; fu il primo azzurro a segnargli una rete, il 29 maggio 1927, nella gara inaugurale dello Stadio Littoriale di
Bologna[35][36] .
la condusse in due tornei di media classifica. Durante la
terza stagione il neoeletto presidente rossonero Emilio
Colombo, rilevando la mancanza di un salto di qualità nella crescita della squadra, lo esonerò[42] ; Baloncieri concluse dunque il campionato di Serie A 1936-1937
al Novara, che retrocesse tra i cadetti al termine della
stagione[43] .
3.2.2 Il Liguria, il Napoli e i tornei di guerra
Approdato al Liguria nel 1937, ottenne importanti risultati nella stagione 1938-1939; la squadra, «data per spacciata in partenza»[39] , fu artefice di un campionato al vertice e duellò per il titolo col forte Bologna. Il merito di
Baloncieri, scrisse Eugenio Danese, fu l'«aver inoculato nella sua squadra, egli giocatore di attacco, la manovra offensiva»[44] . La squadra declinò poi nel girone di
ritorno, secondo Chiesa, per l'assenza di un attaccante
prolifico, ma chiuse quinta, piazzamento al di là di ogni
previsione iniziale[45] .
L'apice della sua esperienza decennale in Nazionale fu alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928, le terze e ultime a
cui partecipò. Secondo Ermanno Aebi queste «levarono
sugli scudi Baloncieri come il miglior attaccante europeo
del Torneo»[37] . L'Italia vinse la medaglia di bronzo, ottenendo il primo risultato di prestigio a livello internazionale. Questo successo giunse peraltro dopo un periodo in
cui la titolarità di Baloncieri in Nazionale era stata messa
in discussione, in particolare dopo un'amichevole persa Al termine di quel torneo Baloncieri era considerato «il
[39]
l'anno prima a Bologna contro l'Austria, nell'anniversario tecnico del momento» ; l'anno successivo lasciò però
la squadra genovese in aperta polemica con la dirigendella fine della Grande Guerra[37] .
za, a causa di un dissidio legato alla cessione del giocatore Cassano: il suo acquisto (10 000 lire) era stato finanziato in primis dall'allenatore, e la sua vendita al Napoli
3.2 Allenatore
portò 100 000 lire senza che a Baloncieri fosse stato ri-
4
6
conosciuto un premio per il rischio corso in proprio[46] .
Proprio la squadra partenopea, che aveva già manifestato
l'intenzione d'ingaggiarlo nel 1932[47] , si affrettò ad assumerlo: divenne il quarto allenatore italiano della storia azzurra dopo Terrile, Mattea e Iodice[48] . La stagione non fu brillante, e Baloncieri fu esonerato ai due terzi
di campionato, con la squadra partenopea in piena zona
retrocessione.
NOTE
Nel 1950 fu ingaggiato dalla Roma; conobbe difficoltà a
interagire con i tre neo-acquisti svedesi Sune Andersson,
Sundqvist e Knut Nordahl[59] e rimediò l'esonero dopo
quindici giornate di campionato; dell'esperienza il giornalista Vittorio Finizio scrisse che fu «presto silurato a
favore del più energico Pietro Serantoni. Ma il “duro” non
ottenne risultati migliori del “molle extquotedbl»[60] . La
squadra giallorossa al termine del campionato retrocesse
in Serie B per la prima volta nella sua storia.
Nel 1954 fu invece assunto dal Palermo, in Serie B; venne
sbrigativamente esonerato dalla dirigenza rosanera dopo
appena cinque giornate, a causa di un deludente inizio di
campionato, e sostituito da Mario Sperone[61] .
4 Statistiche
4.1 Presenze e reti nei club
4.2 Cronologia presenze e reti in Nazionale
I calciatori della Sampdoria festanti per la vittoria nel derby del
17 ottobre 1948 (5-1) con l'allenatore Baloncieri, sollevato da
La Penna e Zorzi.
Tornò dunque al Liguria, con cui ottenne una promozione in massima serie (1940-1941[49] ) e una salvezza,
l'anno successivo. Nel 1942 Baloncieri fu ricondotto ad
Alessandria dal nuovo presidente Pietro Mignone[50] . Allenò i grigi nel campionato di Serie B 1942-1943 e nel
Campionato Alta Italia 1944, due tornei resi difficili dagli avvenimenti legati all'evento bellico, che ridussero la
rosa e complicarono notevolmente lo svolgimento delle
partite. Il 23 aprile 1944, per evitare ai suoi uomini ridotti in dieci la sconfitta a tavolino, scese in campo da
titolare a Torino, contro i granata, in una gara persa 0-7:
aveva 46 anni[51] .
3.2.3
Il dopoguerra, tra Italia e Svizzera
Nel dopoguerra tornò ad allenare il Milan durante la
Divisione Nazionale 1945-1946, in collaborazione col direttore tecnico Antonio Busini; non fu confermato per
la successiva Serie A, malgrado un buon campionato, e
si trasferì al Chiasso, in terza serie svizzera, con cui ottenne una promozione e la vittoria del campionato[52][53] .
Negli anni successivi tornò ad allenare in due occasioni
i rossoblù elvetici, conducendoli al terzo posto in Lega
Nazionale A nel 1951-1952[54] , e alla vittoria della Lega
Nazionale B nel 1962[55] .
4.3 Carriera da allenatore
5 Palmarès
6 Note
[1] Brera, p. 183
[2] Chiesa, Il secolo azzurro, pp. 165-166
[3] Gianni Brera. Centrocampo quasi euclideo, da La Repubblica, 9 agosto 1988, p. 46
[4] Adolfo Baloncieri, Il calcio, che passione!, da La
Domenica del Corriere, 1930
[5] Baroni, p. 28
[6] Vittorio Zumaglino. Adolfo Baloncieri si congeda... , da Il
Littoriale, 28 giugno 1932, 156 (VI), p. 3
[7] Gianni Brera. Ciao Maestro mio, da «La Repubblica», 25
luglio 1986, p. 32
[8] Gianpaolo Ormezzano, È morto il mitico Baloncieri, da La
Stampa, 24 luglio 1986, p. 22
[9] Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 269/1930, 19
novembre 1930, p. 4905
[10] Vittorio Pozzo, Onorificenze e sportivi: Baloncieri, da '
Fu inoltre per tre stagioni l'allenatore della Sampdoria
extquotedblLa Stampa, 20 aprile 1930, p. 5
dell'attacco «atomico» Baldini-Bassetto, ricordata per un
quinto posto (1948-1949) rimasto per oltre un decen- [11] Boccassi Cavalli, p. 550
nio il miglior risultato dei blucerchiati in Serie A[56][57] . [12] Boccassi Cavalli, p. 477
Tornò sulla panchina blucerchiata nel 1958, subentrando a William Dodgin e conducendo la squadra alla [13] Lutto di Baloncieri, da Il Littoriale, 210 (VII), 25 agosto
salvezza[58] .
1933, p. 4
5
[14] Si vedano in proposito le notizie su Il Secolo XIX, 24 luglio
1986, p. 18; Il Corriere Mercantile, 24 luglio 1986, p. 7
[38] Boccassi Dericci, p. 33
[15] Sappino, p. 54
[39] Presentiamo il Napoli 1939-40, da Il Littoriale, n. 181
(XIII), 28 luglio 1939, p. 3
[16] Brera, p. 154
[40] Cronologia 1930-1949, da Calciocomo1907.it
[17] Franco Ossola, Adolfo Baloncieri. Il regista con la retina
in testa, citato in Sappino, p. 726
[41] Leone Boccali. Le squadre milanesi e il nuovo campionato,
da Il Littoriale, 230 (VIII), 13 settembre 1934, p. 3
[18] Adolfo Baloncieri, Il nuovo gioco del calcio nella concezione di Adolfo Baloncieri, da Il Littoriale, 46 (XIII), 23
febbraio 1939, p. 3
[42] Dell'esperienza parla Paul Edgerton, biografo di William
Garbutt, allenatore destinato a sostituire Baloncieri alla
guida del Milan nel dicembre 1936: «Il presidente Colombo diede prova di una spietata dose di cinismo licenziando [...] Adolfo Baloncieri. [...Il Milan arrivava] da una
serie di risultati inaccettabili per un club della [sua] statura
[...]. Le dieci partite disputate sotto la guida di Baloncieri
in quell'ultima stagione non avevano mostrato alcun reale
miglioramento e, a un terzo del campionato, il Milan languiva in decima posizione su sedici squadre, con appena
dieci punti». Si veda Edgerton, p. 114
[19] Vittorio Pozzo, I tre tempi della partita di fuoco..., da «Ls
Stampa», 2 gennaio 1939, p. 3
[20] Boccassi Cavalli, pp. 542-543
[21] Boccassi Dericci, p. 10
[22] Caligaris, pp. 14-15
[23] Boccassi Cavalli, p. 227
[24] Il corrispondente del giornale alessandrino L'Osservatore
Melito Larco scrisse il 16 dicembre 1914 che
nell'occasione il debuttante Baloncieri «s’impressionò
troppo». Citato in Boccassi Cavalli, p. 227
[25] Boccassi Cavalli, pp. 466-467
[26] Secondo il volume del 1973 di Boccassi, Dericci e Marcellini, Baloncieri segnò 72 reti (p. 298), delle quali
23 nel periodo 1919-1921 (pp. 14, 20); il più recente conteggio del volume di Boccassi e Cavalli assegna
invece a Baloncieri 24 reti nel periodo 1919-1921. Riguardo alla stagione 1922-1923, vi sono invece due reti attribuite dal volume del 1973 a Guglielmo Brezzi
(Alessandria-Milanese e Lucchese-Alessandria, pp. 2627) e dalla Stampa dell'epoca a Baloncieri, che passerebbe
dunque da 9 a 11 reti stagionali.
[27] Franco Marchiaro. Poi Balon se ne andò e fu un gran tradimento, da ' extquotedblLa Stampa di Alessandria, 25 luglio
1986, p. 17
[28] Franco Marchiaro. Quando Balon tradì i grigi, da ' extquotedblLa Stampa di Alessandria, 6 marzo 1987, p.
21
[29] Brera, p. 75
[30] Brera, p. 70
[31] Brera, p. 68
[43] Baloncieri a Novara, da Il Littoriale, 297 (X), 4 dicembre
1936, p. 4
[44] Eugenio Danese, Il fenomeno Liguria, da Il Littoriale, 2
(XIII), 3 gennaio 1939, pp. 1, 4
[45] Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo, da Calcio 2000,
aprile 2002, p. 43
[46] Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo, da Calcio 2000,
aprile 2002, p. 50
[47] Baloncieri alla Comense in qualità di allenatore, da Il
Littoriale, 151 (VI), 21 giugno 1932, p. 4
[48] Carratelli, p. 418
[49] Ennio Mantella. Le squadre della Serie B nella prossima
stagione, da Il Littoriale, n. 210, 28 agosto 1940, p. 1
[50] Caligaris, p. 65
[51] Caligaris, pp. 66-67
[52] Addio, vecchio Balon, da MilanInter del 16 luglio 1946.
L'articolo è leggibile sul sito Magliarossonera.it
[53] Switzerland 1946/47, da Rsssf.com
[54] Switzerland 1951/52, da Rsssf.com
[55] Switzerland 1961/62, da Rsssf.com
[32] Franco Ossola, Adolfo Baloncieri. Il regista con la retina
in testa, citato in Sappino, p. 726
[56] Caliceti, pp. 72-73
[33] Beltrami, p. 461
[57] È morto Baloncieri..., da «La Repubblica», 24 luglio 1986,
p. 17
[34] Beltrami, p. 462
[35] Baroni, pp. 28, 95
[36] Brera, p. 95
[37] Ermanno Aebi, Gli azzurri protagonisti dell'ultima vittoria
sulla Svizzera, da «Lo Sport Fascista», 5 (I), 1928, p. 13
[58] Notizia su «Stampa Sera», 20 febbraio 1958, p. 7
[59] Sappino, p. 34
[60] Vittorio Finizio, Finizio rievoca la giostra dei tecnici succedutisi sulla panchina della Roma, da «Corriere dello
Sport», 85 (LII), 10 aprile 1971, p. 10
6
8
[61] Si vedano: Sperone allenatore del Palermo, da «Corriere dello Sport», 249 (XXXV), 19 ottobre 1954, p. 4.
L'articolista è particolarmente critico nei confronti dei dirigenti «convinti di poter risolvere così [...] i grossi problemi della squadra rossonera (sic) che invece sono in gran
parte il frutto dei loro errori»; Sperone nuovo allenatore
dei rosanero palermitani, da L'Unità 20 ottobre 1954, p.
5.
7
Bibliografia
• Enzo Baroni, Angelo Rovelli. Azzurri 1910-1983.
Storia della Nazionale di calcio tre volte campione
del Mondo. Milano, Rizzoli, 1983.
• Arrigo Beltrami (a cura di). Almanacco illustrato del
calcio 1995. Modena, Panini, 1994.
• Ugo Boccassi, Anna Cavalli. La sostenibile certezza dell'essere “grigi” prima del 1912. Alessandria, I
Grafismi Boccassi, 2010.
• Ugo Boccassi, Enrico Dericci, Marcello Marcellini.
Alessandria U.S.: 60 anni. Milano, G.E.P., 1973.
• Gianni Brera. Storia critica del calcio italiano.
Milano, Baldini & Castoldi, 1998.
• Carlo Caliceti. Momenti di Doria, da Calcio 2000,
febbraio 2003, p. 70-77.
• Mimma Caligaris. Grig100. Un secolo di Alessandria in cento partite. Alessandria, Il Piccolo,
2012.
• Mimmo Carratelli. La grande storia del Napoli. San
Lazzaro di Savena, Gianni Marchesini, 2008.
• Carlo F. Chiesa. Il secolo azzurro. Bologna, Minerva, 2010.
• Paul Edgerton. William Garbutt. Il padre del calcio
italiano. Roma, Castelvecchi, 2012.
• Marco Sappino (a cura di). Dizionario del calcio italiano - Vol. 2. Milano, Baldini, Castoldi & Dalai,
2000.
8
Collegamenti esterni
•
• Convocazioni e presenze in Nazionale di Adolfo
Baloncieri in FIGC.it, FIGC.
•
• Dario Marchetti (a cura di), Adolfo Baloncieri in
Enciclopediadelcalcio.it, 2011.
COLLEGAMENTI ESTERNI
7
9
Fonti per testo e immagini; autori; licenze
9.1
Testo
• Adolfo Baloncieri Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Adolfo_Baloncieri?oldid=68203457 Contributori: Angelo.romano, Patty, Shaka, Pino alpino, Cruccone, Blackcat, Rdocb, Joana, Gianluca91, CruccoBot, Stepho, Lanerossi, Peppì, Eumolpo, Freddyballo, Superchilum, Buzz,
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Synthebot, AlnoktaBOT, SanniBot, Mahmud, Roby Fabulous, Lor92, Pessottino, PacoSoares, RamblerBiondo, Zolla9, Marking72, The
Crawler, AnjaManix, Kaspobot, BotSimo82, Mpiz, Bottuzzu, No2, Viscontino, Sanremofilo, Luckas-bot, FrescoBot, Rosa nero, Ptbotgourou, Enok, Aspirante, Brigante mandrogno, Erik1991, AushulzBot, Steven Chiefa, Maria.martelli, VAN ZANT, ZéroBot, GnuBotmarcoo,
Dipralb, J36miles, Superninobot, Movses-bot, Massimiliano Panu, Pil56-bot, Botcrux, ValterVBot e Anonimo: 20
9.2
Immagini
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9 FONTI PER TESTO E IMMAGINI; AUTORI; LICENZE
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; [1] Artista originale: previous version User:Ignaciogavira ; current version HansenBCN, designs from SanchoPanzaXXI
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